Un matrimonio da celebrare in carcere … con sorpresa!
Non sappiamo se la notizia sia vera, ma se lo fosse avrebbe connotati incredibili.
Una storia da raccontare nella prossima fiction televisiva o cinematografica.
In una calda giornata di questo anomalo autunno l’appuntato, addetto alla
ricezione della posta, è rimasto incredulo alla lettura del telex appena giunto dalla
casa circondariale. Senza pensarci su, si è precipitato dal comandante della compagnia
che una volta letto il messaggio, anch’egli, di fretta, é salito al piano superiore per
farlo leggere al comandante provinciale.
“ … nei prossimi giorni il detenuto Mario Rossi celebrerà matrimonio presso questa
casa circondariale con la signorina … “ e fin qui nulla di strano!
Ma perché il direttore del carcere ha avvisato i carabinieri di questo
matrimonio? La cosa era inusuale. Quale straordinaria vigilanza o indagini dovevano
attivarsi? Forse la signorina, che convolava a nozze, era una mafiosa, un’anarchica o
una terrorista. Nulla di tutto questo! Mario Rossi è un detenuto per reati comuni; un
detenuto modello, desideroso di mettere su famiglia, anche se deve scontare la sua
pena con la giustizia. Lo farà con diligenza e nel frattempo progetta il suo futuro,
sposandosi, con la benedizione del cappellano del carcere.
“ … nei prossimi giorni il detenuto Mario Rossi
celebrerà matrimonio presso questa casa circondariale con la
signorina …TENENTE DEI CARABINIERI … in servizio
presso … “.
Il cambiamento dei tempi moderni porta a questo; i
carabinieri, uniformandosi alla spirito democratico della
Repubblica, sono usciti dalla clausura delle loro caserme. In
nome di diritti costituzionalmente garantiti hanno libertà che
i loro predecessori non hanno mai avuto.
I conservatori tradizionalisti ed i falsi moralisti, naturalmente scandalizzati,
hanno immediatamente invocato maggiore rigore.
Una sanzione esemplare, magari l’immediato allontanamento dall’Arma… ed
invocano il rogo come per Giovanna d’Arco. Ricordiamo che Giovanna, eroina francese,
fu venduta agli inglesi che la sottoposero a un processo per eresia, al termine del
quale, il 30 maggio 1431, fu condannata al rogo e arsa viva.
I progressisti invece applaudono. Il coraggio di uno può aprire la strada ai tanti
che hanno timore per tutto ciò che li circonda.
Noi non siamo né con gli uni né con gli altri. Non siamo ‘censori’ né vogliamo
giudicare sotto il profilo etico un amore impossibile. In amore non si comanda; come
dice Vasco Rossi in una sua canzone “ … e ho guardato dentro un'emozione e ci ho visto
dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore. E va bene così...
senza parole... senza parole...”
Siamo sicuri che la giovane tenente, proveniente dall’Accademia di Modena, avrà
il buon senso di non chiedere il ‘picchetto d’onore’ con sciarpa e sciabola, né di
celebrare il matrimonio in alta uniforme, ma poteva evitare di celebrare il matrimonio
in carcere, perché in ogni caso ha creato un forte imbarazzo all’interno della
“Benemerita”.
Così come siamo sicuri che il Centro Nazionale di Selezione dovrà rivedere i
criteri di ‘arruolamento’ del personale; un figlio dell’Arma in più, magari figlio di un
appuntato (già abituato ai sacrifici), e uno in meno proveniente dalla c.d. alta
borghesia, figli di papà ai quali tutto è dovuto e ai quali le rinunce pesano…!
Se la società è malata, allora abbiamo il
dovere di riscoprire quei valori morali che
sembrano essersi perduti anche in una istituzione
granitica come l’Arma dei Carabinieri altrimenti
avremo una futura classe dirigente (ufficiali
compresi) che somigliano sempre di più ai
naufraghi del quadro di Théodore Gericault, “La
zattera della Medusa”.
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