TRAPIANTO Trapianto di midollo In questo articolo: trapianto di midollo sistema immunitario registri donatori Un midollo pieno di armi contro il cancro Il trapianto di midollo osseo è una procedura sempre più frequente anche in ambito oncologico. Ma servono persone disposte a mettersi in gioco donando a cura di CRISTINA FERRARIO a anni vai in giro a dire che sei unico... è maledettamente vero”. L’ADMO, Associazione donatori di midollo osseo (www.admo.it), ha scelto questo slogan per ricordare a tutti che solo una persona su 100.000 è compatibile con chi sta aspettando un trapianto di midollo osseo e per sottolineare l’importanza di diventare donatori. Sì, perché ciascuno di noi può mettere a disposizione di chi è meno fortunato il proprio midollo osseo che, grazie ai progressi della ricerca e della medicina, rappresenta oggi un’efficace terapia per i tumori e una speranza per molte ma- “D lattie genetiche, autoimmuni e neurodegenerative. QUELLE CELLULE TANTO PREZIOSE Dal punto di vista pratico, il trapianto di midollo osseo non prevede il prelievo e il reimpianto di interi organi come succede per il trapianto di cuore, fegato o rene, ma soltanto di alcune cellule chiamate staminali emopoietiche, contenute nel midollo prelevato dalle ossa del bacino. A prima vista, il midollo ha l’aspetto di normale sangue. Le staminali emopoietiche sono cellule non ancora differenziate, che possono dare origine a tutte le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e di altri or- Non si preleva un organo ma si aspira il midollo con un ago 24 | FONDAMENTALE | APRILE 2012 gani e tessuti e che possiedono una grande capacità di riprodursi – ogni giorno generano tra i 200 e i 400 miliardi di nuove cellule. Proprio grazie a queste loro caratteristiche le cellule staminali emopoietiche possono essere prelevate senza creare alcun problema al donatore: in 710 giorni il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente e tutto torna come prima. Oltre che dalle ossa del ba- cino, le cellule staminali emopoietiche possono essere prelevate anche dal sangue del cordone ombelicale raccolto al momento del parto oppure dal sangue periferico (quello del circolo sanguigno), dopo un trattamento con fattori di crescita che ne aumentano il numero. PROBLEMI DI CONVIVENZA Tradizionalmente il trapianto di midollo osseo viene proposto nel caso di malattie SERVONO DONATORI TUTTI I NUMERI DEL TRAPIANTO sufficiente un rapido sguardo ai dati relativi ai trapianti effettuati in Europa per capire quanto è importante mettersi in gioco e diventare donatori. Nel 1973: 16 trapianti di cellule staminali emopoietiche (tutti da midollo osseo) Nel 1983: 1.353 trapianti (totali) Nel 1999: 17.800 trapianti (5733 allogenici e 12067 autologhi, cioè con midollo prelevato dal paziente stesso prima di una terapia potenzialmente dannosa) Nel 2006: 10.492 trapianti da donatore non consanguineo È del sangue come leucemie, linfomi e mielomi nei quali il midollo malato viene rimpiazzato da quello sano del donatore, ma da qualche tempo se ne stanno studiando le potenzialità anche in caso di altri tipi di tumore (mammella, colon, rene e melanoma) oppure nel caso di alcune malattie genetiche (talassemia) e autoimmuni (lupus eritematoso o sclerosi multipla). Rimanendo in campo oncologico, per esempio, per curare alcuni tumori solidi sono necessarie dosi di terapia molto elevate che distruggono le cellule malate, ma danneggiano in modo irreparabile anche il midollo osseo. In questi casi si procede dunque con un trapianto di midollo che sostituisce quello rovinato dal trattamento e permette al paziente di sostenere tutto il peso delle cure. I ricercatori stanno studiando anche il modo di utilizzare questo trapianto come una vera e propria immunoterapia che sfrutta il sistema immunitario per distruggere le cellule tumorali. “Per evitare i problemi di rigetto e la temibile ‘malattia del tumore verso l’ospite’ (in inglese GvHD, Graft versus Host Disease) che rende vani tutti i tentativi di cura, si neutralizza il sistema immunitario di chi riceve distruggendolo con farmaci o radiazioni” spiega Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano. “Questa tecnica si chiama trapianto mieloablativo. Se questo non accade, come nel caso del trapianto non mieloablativo, le cellule immunitarie del donatore possono riconoscere come nemiche quelle del ricevente e distruggerle. È la reazione definita ‘trapianto verso tumore’” (GvT, Graft versus Tumor), un’arma che, se ben calibrata, potrebbe portare alla cura di molti tumori ancora oggi non curabili”. PROCEDURE SICURE E COLLEGAMENTI GLOBALI Diventare donatore oggi è piuttosto semplice: basta presentarsi presso uno dei Centri Donatori presenti su tutto il territorio nazionale – sul sito ADMO sono disponibili tutte le informazioni per trovare quello più vicino – per sottoporsi a un prelievo di sangue e per firmare l’adesione al Registro italiano donatori di midollo osseo (IBMDR, www.ibmdr.galliera.it). Il campione di sangue viene analizzato per verificare che non ci siano malattie incompatibili con la donazione e soprattutto per definirne le caratteristiche di compatibilità, necessarie perché il trapianto vada a buon fine. Si tratta di criteri piuttosto restrittivi che riguardano i geni del sistema HLA (Human Leucocyte Antigens), deputato al controllo del riconoscimento dei diversi Una rete trova il donatore giusto tessuti dell’organismo, e che rendono difficile trovare il donatore adatto: anche tra due persone strettamente imparentate la probabilità di essere compatibili non supera il 30 per cento. Tutti i dati raccolti dall’IBMDR entrano a questo punto in una rete mondiale e il midollo dei donatori italiani (oltre 370.000) viene messo a disposizione in modo gratuito e senza limiti geografici. Quando arriva una richiesta di midollo, la ricerca si attiva in tutto il mondo e, una volta identificato, il potenziale donatore viene contattato per ulteriori analisi prima del trapianto. Se tutto procede senza intoppi, il donatore si sottopone al prelievo – l’intervento prevede l’aspirazione del midollo dalle ossa del bacino, dura meno di un’ora e viene effettuato sotto anestesia – e le cellule raccolte vengono trapiantate al paziente con una procedura molto simile a una normale trasfusione di sangue. Una volta entrate nell’organismo della persona che riceve il trapianto, le cellule staminali sanno come muoversi e si posizionano nella loro sede di competenza dove iniziano a svolgere il loro lavoro. UNA CONSULENTE CERTIFICATA IDENTIKIT DEL DONATORE ecnicamente si distinguono due diversi donatori di midollo: • potenziali, iscritti ai registri donatori e a disposizione di chiunque ne abbia bisogno (quasi 335.000 in Italia e oltre 18,6 milioni nel mondo) • effettivi, quelli che hanno già donato. Possono diventare donatori tutte le persone di età compresa tra i 18 e (preferibilmente) i 35 anni, con un peso superiore ai 50 kg e che non siano affette da malattie croniche, malattie del sangue e altre malattie trasmissibili come AIDS o epatite. Una volta iscritti al Registro donatori, la disponibilità a donare resta valida solo fino ai 55 anni (anche se questa soglia si sta alzando negli ultimi anni) e comunque fino all’ultimo, cioè anche nel caso sia già stato identificato un paziente APRILE 2012 | FONDAMENTALE | 25 compatibile, il donatore può tirarsi indietro e decidere di non donare. T