Il Quattrocento
Introduzione
A very large portion of the literary production of the humanists
consists in their letters. Da cancellieri scrivevano per
propaganda politica. ... Le lettere private costituiscono un
ingente materiale che non è stato ancora interamente valutato.
Esse non costituiscono solo un mezzo per la comunicazione
personale; sono da subito intese come opera di letteratura
pronta per essere letta e copiata: in questo caso era palese
l'esempio di Seneca e Cicerone. In alcuni casi le lettere
servivano anche come una sorta di giornale per comunicare le
proprie convinzioni. La lettera poteva inoltre funzionare come
un piccolo trattato, un moderno essay. Paul Oskar Kristeller,
Humanist Learning in the Italian Renaissance, in Studies in
Renaissance thought and letters, II, Roma : Edizioni di Storia e
letteratura, 1985, pp. 93-110.
L’epistolografia
L’epistolografia era la materia più importante del corso
retorica: numerosissime trattazioni, le Elegantiole di
Agostino Dati.
a)
Epistola effettivamente scritta in un dato luogo e
momento da un mittente ad un destinatario, e concepita dal
mittente solo per la lettura di quel destinatario (esempio)
b)
Epistola fittizia che porta solo i segni formali del
genere (indicazione del mittente, del destinatario e
eventualmente di luogo e della data), ma si tratta di
un’opera d’invenzione concepita con intenti letterari e
destinata a un pubblico vasto (esempi)
Analizzare una lettera significa anzitutto collocare la lettera
nell’ampio spettro tra 1 e 2.
Sillogi
Anche le sillogi di epistole sono solitamente
di due generi: le raccolte di lettere ideate
come tali dagli autori stessi e le raccolte di
lettere frutto del lavoro degli studiosi. Nel
primo caso i testi possono essere stati
modificati coscientemente dall’autore; viene
quindi alterato il valore documentale del
singolo componimento che assume invece
nuovo significato in rapporto agli altri elementi
dell’antologia.
La struttura della lettera
L’ars dictaminis: l’arte di scrivere lettere
1.Salutatio
2.Captatio benevolentiae
3. Narratio
4. Petitio
5. Conclusio
Sancti Thomae de Aquino Super Epistolam B. Pauli
ad Philemonem lectura: Et primo ponitur salutatio;
secundo epistolaris narratio. In salutatione primo
ponit personas salutantes; secundo salutatas; tertio
bona optata.
La lettera
Nel corso dell’epoca classica la retorica era insegnata nelle
scuole, era al centro di ogni curriculum
Nel medioevo il modo di scrivere lettere divenne un tema
centrale dei trattati di retorica.
La lettera diviene uno strumento indispensabile anche per
l’amministrazione ordinaria: la nascita delle cancellerie e dei
formulari.
L’ars dictaminis. Si sviluppò certamente anche all’interno della
cancelleria pontificia, dove compare anche il cursus.
Alberico di Montecassino (1100-dopo il 1145)
Adalberto Samaritano (Precepta dictaminum): tutto dedicato alla
lettera
Scrivere le lettere per
mestiere
Il lavoro delle segreterie dell’impero o dei grandi
regni era cospicuo già nel medioevo; con l’arrivo
dell’umanesimo le segreterie si sviluppano; al loro
interno entrano anche importanti umanisti. Nasce la
necessità di modelli per una comunicazione
istituzionalizzata e formalizzata in latino: Summa
cancellaria" di Johannes von Neumarkt, lat. Ioannes
de Novoforo, Johannes Noviforensis (de Alta Muta),
in ceco Jan ze Středy (* tra 1315 und 1320 in
Neumarkt, Schlesien; † 23. Dezember 1380 in
Modřice, Böhmen) era il cancelliere del Kaiser Karls
IV.,
I mercanti e la posta: le scritture mercantili
Scrivere le lettere per
mestiere
Di alcuni “scrittori di lettere per
mestiere” abbiamo anche la
corrispondenza privata
I cancellieri fiorentini:
Salutati, Bruni, Marsuppini, Bracciolini,
Le famiglie e i dotti
Anche all’interno di famiglie media cultura nacque
talvolta l’esigenza, tutta privata, di scrivere lettere per
mantenere contatti con i cari lontani: è questo
l’ambito dove domina il volgare
Alessandra Macinghi Strozzi.
Fra i dotti uomini di chiesa prevale ovviamente l’uso
del latino nella corrispondenza, anche per via
dell’internazionalità degli interlocutori.
Esempio: AmbrogioTraversari
Felice Feliciano
Epistolografia e potere
Per alcuni autori l’abile utilizzo della
corrispondenza rappresentò un potente
mezzo di ascesa sociale e di
valorizzazione delle conoscenze:
Enea Silvio Piccolomini: la nascita delle
raccolte e l’utilizzo della stampa.
Enea Silvio Piccolomini:
epistolografia
L’importanza della scrittura delle lettere,
mezzo di ascesa sociale importante
Der Briefwechsel des Eneas Silvius
Piccolomini, herausgegeben von Rudolf
Wolkan, Wien, In Kommission bei Alfred
Hölder, 1909 Fontes rerum austriacarum österreichische Geschichtesquellen. II Abt.:
Diplomataria et acta, 61, 67, 68.
Enea Silvio Piccolomini
L’autobiografia i Commentarii: Piccolomini segretario
di Cristo. Al servizio dei cardinali Domenico
Capranica, Bartolomeo Visconti, Niccolò Albergati
Il Concilio di Basilea (1431-1445): la posizione a
favore di Milano. Nasce la riflessione sulla figura del
segretario, un retore secondo il concetto classico,
superiore ai giuristi e medici. Le tesi conciliariste. Il
servizio importantissimo presso Federico III.
L’avvicinamento alla Chiesa. La crociata: la
conclusione di un sogno nel pieno fallimento. La
scelta del martirio.
Piccolomini: l’epistolario
Una parte fu curata dall’autore: ebbe cura di rivedere
la sua corrispondenza.
Spersonalizzazione e moralizzazione della
corrispondenza: Eurialo e Lucrezia.
Dopo la sua creazione cardinalizia non ebbe più il
tempo di rivedere e sistemare la sua corrispondenza.
Dopo la morte il compito spettò ai suoi eredi spirituali.
Le invettive di Francesco Filelfo. Il ruolo delle lettere
La copia di dedica (Bologna biblioteca universitaria,
ms. 1200). Dipendenza dallo stesso copialetterre, ma
tradizione bipartita.
Lucrezia Tornabuoni
Lucrezia Tornabuoni (22.6.1427-25.3.1482). Fu
moglie di Piero dei Medici, madre di Lorenzo il
magnifico.
Ebbe una raffinata educazione volgare.
Svolse un ruolo molto attivo nelle vicende politiche di
Firenze e all’interno della famiglia dei Medici. Il suo
potere si accrebbe notevolmente quando il figlio
Lorenzo prese il potere.
Scrisse lettere nei momenti di sua assenza da
Firenze: non si tratta né di un epistolario continuo, né
di una raccolta organizzata.
Il tema centrale è l’economia domestica. Il
matrimonio.
Lucrezia Tornabuoni
La corrispondenza si trova presso
l’Archivio di Stato di Firenze.
Non essendo un epistolario organizzato
i testimoni sono sparsi in vari archivi e
biblioteche.
Alcune furono già pubblicate.
ALESSANDRA MACINGHI STROZZI
(1406-1471)
Nata a Firenze da una famiglia di
mercanti, discese, da parte materna,
dalla nobile famiglia degli Alberti. Sposò
a sedici anni Matteo di Simone Strozzi,
mercante e uomo di lettere.
Nel 1434 il marito fu sospettato di forte
ostilità alla famiglia dei Medici e fu
condannato all'esilio.
Rimase e vedova; seguì i figli costretti
all’esilio.
LETTERA TERZA
A
Al
Filippo
nome di
degli
Dio. A
Strozzi,
dì 13 di
in
Napoli.
luglio 1449.
Per Soldo ebbi l'utima tua, che fu de' dì 3 del passato; e
non ho fatto prima risposta, aspettando farla per
Matteo: farolla per questa.
Avvisoti come Soldo giunse qui a' dì 15 del passato, ed
era di malavoglia. Anda'lo a vicitare più volte, e
ragionammo insieme del mandare Matteo, come ero
contenta di farne la volontà di Niccolò e tua, veduto il
gran disidèro avete di tirarlo innanzi e farlo da qualche
cosa; non guardando a la consolazione mia, ma all'utile
vostro, come sempre ho fatto, e così farò insino al fine.
E pensa se m'è dura cosa, quando penso come io rimasi
giovane allevare cinque figliuoli, e di poca età come
savate.
Felice Feliciano
Nacque a Verona nel 1433 e morì a
Roma probabilmente nel 1479.
Una vita raminga tra Verona, Bologna e
Roma alla ricerca di un impiego.
E’ famoso anche per la bellezza dei
codici da lui trascritti.
Tenne corrispondenza in volgare con
numerosi artisti e letterati.
Felice Feliciano
I testimoni che conservano le lettere del Feliciano sono 4,
ma si deve ricordare che si tratta di epistolari diversi. Il più
antico, collocabile nei primi anni settanta, Oxford,
Boldeian Library, Can It. 15; London, British Library,
Harley 5271(è il codice più composito: la prima parte
contiene 48 lettere, molte già presenti nella prima raccolta;
segue una sezione centrale di modelli di lettera; è presente
per finire una sorta di romanzo epistolare sull'amicizia);
Verona Biblioteca Civica, 3039; Brescia Biblioteca
Queriniana, C. II. 14
L’epistolario del Boiardo
Nato a Scandiano (Reggio Emilia) nel
1441, morì a Reggio Emilia nel 1494.
La sua corrispondenza non fu
organizzata dall’autore; l’epistolario è
stato edito modernamente da P. V.
Mengaldo.
Continuano le ricerche negli archivi.
Il Cinquecento
Il Cinquecento
Nel Cinquecento un insieme di fattori porta allo
sviluppo del genere epistolare anche per il volgare.
Fra la seconda metà del Quattrocento e l’inizio del
secolo erano già molti coloro che cominciarono ad
esprimere, per lettera e in volgare, concetti e idee
prima riservati al latino. Le lettere di principi,
cancellieri e dotti, dunque dell’altissima classe
dirigente, non sono più solo in latino. Al volgare non è
più riservato solo l’espressione di un contenuto
basso, o legato alla pura contingenza o quello dei
sentimenti privati.
Niccolò Machiavelli
(1469-1527)
L’arrivo dei Medici al potere lo penalizza; esilio
(1513); i tentativi per ritornare nella diplomazia.
Dalla lettera al Vettori del 31.01.1515: “Chi vedesse
le nostre lettere, onorando compare, e vedesse le
diversità di quelle si maraviglierebbe assai, perché gli
parrebbe ora che noi fussimo uomini gravi, tutti volti a
cose grandi, e che ne’ petti nostri non potesse
cascare alcuno pensiere che non avesse in sé onestà
e grandezza. Però di poi, voltando carta, gli parrebbe
quegli noi medesimi essere leggieri, incostanti,
lascivi, volti a cose vane. Questo modo di procedere,
se a qualcuno pare sia vituperoso, a me pare
laudabile, perché noi imitiamo la natura che è varia; e
chi imita quella non può essere ripreso.”
Machiavelli: epistolario
e opere
La problematica situazione delle epistole: presenza di numerose
lacune materiali e distribuzione temporale disomogenea. La
damnatio memoriae e la perdita del materiale e l’autocensura.
L’autobiografia dell’autore: emerge anche dall’immagine
riflessa nelle lettere dei corrispondenti. La politica come forza
che muove la corrispondenza. Con scopo di autopromozione la
fisionomia di Machiavelli emerge solo dopo la sua estromissione
dagli uffici: la sua immagine di esperto della politica. E’ il
periodo della composizione del Principe. Il tema della fortuna e
le osservazioni di politica estera. Filippo Grazzini,
L'autobiografia nelle lettere familiari, in Niccolò Machiavelli,
politico, storico, letterato, atti del Convegno di Losanna 27-30
settembre 1995 / a cura di Jean-Jacques Marchand, Roma,
Salerno, 1996, pp. 271-295.
Machiavelli: epistolario
e opere
Il contrappunto fra l’epistolario e i
concetti espressi nei trattati: c’è una
grande vicinanza intellettuale. Ma non
sempre le osservazioni coincidono.
La prospettiva temporale è tuttavia
generalmente molto diversa: le lettere
guardano al contingente, il trattato
delinea principi generali.
Il Principe, XXV
E' non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno
opinione che le cose del mondo sieno in modo
governate, da la fortuna e da Dio, che li uomini con la
prudenza loro non possino correggerle, anzi non vi
abbino remedio alcuno; e per questo potrebbono
iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma
lasciarsi governare alla sorte. Questa opinione è suta più
creduta ne' nostri tempi per le variazione grande delle
cose che si sono viste e veggonsi ogni dì, fuora di ogni
umana coniettura. A che pensando io qualche volta, mi
sono in qualche parte inclinato nella opinione loro.
Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia
spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia
arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei
ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi.
Il Principe, XXV
Ma ristringendomi più a' particulari, dico come si vede oggi
questo principe felicitare e domani ruinare, sanza avergli veduto
mutare natura o qualità alcuna; il che credo che nasca, prima,
da le cagioni che si sono lungamente per lo addreto discorse:
cioè che quel principe, che si appoggia tutto in su la fortuna,
rovina come quella varia. Credo ancora che sia felice quello che
riscontra il modo del procedere suo con la qualità de' tempi: e
similmente sia infelice quello che con il procedere suo si
discordano e' tempi. Perché si vede gli uomini, nelle cose che gli
conducono al fine quale ciascuno ha innanzi, cioè gloria e
ricchezze, procedervi variamente: l'uno con rispetto, l'altro con
impeto; l'uno per violenzia, l'altro con arte; l'uno con pazienza,
l'altro col suo contrario; e ciascuno con questi diversi modi vi
può pervenire. E vedesi ancora dua respettivi, l'uno pervenire al
suo disegno, l'altro no; e similmente dua equalmente felicitare
con diversi studi, sendo l'uno rispettivo e l'altro impetuoso: il
che non nasce da altro, se non da la qualità de' tempi che si
conformano, o no, col procedere loro.
Il Principe, XXV
Di qui nasce quello ho detto, che dua, diversamente operando,
sortiscono el medesimo effetto: e dua equalmente operando,
l'uno si conduce al suo fine e l'altro no. Da questo ancora
depende la variazione del bene; perché se uno, che si governa
con rispetti e pazienza, e' tempi e le cose girano in modo che il
governo suo sia buono, e' viene felicitando: ma se e' tempi e le
cose si mutano, rovina, perché e' non muta modo di procedere.
Né si truova uomo sì prudente che si sappia accommodare a
questo: sì perché non si può deviare da quello a che la natura
lo inclina, sì etiam perché, avendo sempre uno prosperato
camminando per una via, non si può persuadere che sia bene
partirsi da quella. E però l'uomo respettivo, quando e' gli è
tempo di venire allo impeto, non lo sa fare: donde e' rovina;
che se si mutassi natura con e' tempi e con le cose, non si
muterebbe fortuna.
Il Principe, XXV
Io voglio lasciare stare le altre sua azioni, che tutte sono state
simili e tutte gli sono successe bene: e la brevità della vita non li
ha lasciato sentire il contrario; perché, se fussino sopravvenuti
tempi che fussi bisognato procedere con respetti, ne seguiva la sua
rovina: né mai arebbe deviato da quegli modi alli quali la natura lo
inclinava.
Concludo adunque che, variando la fortuna e' tempi e stando li
uomini ne' loro modi ostinati, sono felici mentre concordano
insieme e, come e' discordano, infelici. Io iudico bene questo, che
sia meglio essere impetuoso che respettivo: perché la fortuna è
donna ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. E
si vede che la si lascia più vincere da questi, che da quegli che
freddamente procedono: e però sempre, come donna, è amica de'
giovani, perché sono meno respettivi, più feroci e con più audacia la
comandano.
Epistolari
Un caso simile: Francesco Guicciardini,
Le Lettere, edizione critica a cura di
Pierre Jodogne, Roma, Istituto storico
italiano per l'età moderna e
contemporanea, 1986Non c'è una edizione preparata
dall'autore. La raccolta è stata ordinata
secondo canoni moderni.
L’Europa
Ma negli scambi epistolari internazionali è
ovviamente il latino a permanere come lingua d’uso.
La forma di epistola in latino trova grande uso in
modo particolare durante i primi anni dopo lo scoppio
della Riforma protestante. Grandi autori si
confrontavano infatti privatamente per lettera su temi
di carattere religioso. Spesso poi queste lettere,
consenziente o meno l’autore, finivano poi pubblicate
a stampa.
Lutero, Erasmo, Alberto Pio: esempi
Alberto Pio da Carpi
Nato il 23 luglio 1475 da nobile stirpe (la madre era
Caterina Pico, sorella di Giovanni Pico della Mirandola).
Ebbe una eccellente educazione: Aldo Manuzio, Marco
Musuro. Il mestiere esatto e rigoroso del filologo editore.
Lo studio dei classici, ma anche della filosofia greca e dei
grandi della scolastica. Petro Pomponazzi
L’esperienza cosmopolita di Ferrara: Ariosto; Iacopo
Sadoleto, Pietro Bembo.
La riconquista di Carpi e l’intensa attività diplomatica:
segretario di Massimiliano V e del papa Leone X. La
sfiducia di Carlo V e la perdita dello stato.
Il sacco di Roma (1527) e la fuga nella splendida Parigi di
Francesco I. La vita diplomatica e culturale.
Erasmo e la Riforma
Erasmo da Rotterdam e la sua posizione ambigua
nei confronti delle teorie riformatrici. La filologia come
sostegno della Riforma. I teologi nemici di Erasmo.
Lo scontro tutto epistolare con Eramo: la prima
lettera privata di Eramo a Alberto Pio; la risposta
manoscritta di Erasmo; la prima pubblicazione a
Parigi nel 1529; la risposta di Erasmo e i Tres et
vigniti libri.
Una polemica tutta latina.
L’epistolario volgare.
Gli epistolari della
diplomazia
Lo sviluppo di grandi entità statali con
interessi diffusi in tutta l’Europa ha portato ad
una crescita della corrispondenza
diplomatica.
Questo tipo di epistole presenta una chiave di
lettura tutta particolare: talvolta lo scrivente
rappresenta sé stesso oppure la posizione
dello stato per il quale lavora; talvolta si tratta
di lettere dove prevale l’aspetto privato, altre
volte quello pubblico.
L’Aretino e i libri di
lettere
Arezzo nel 1492, figlio di Luca, un calzolaio,
Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave
del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei
poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano
VI, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e,
sotto papa Clemente VII.
In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole
pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse
la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons.
Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525
viene accoltellato da un sicario del monsignore.
L'Aretino lasciò Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia,
l'unica, a detta di lui, totalmente opposta a Roma, sede di tutti i vizi. Qui
scrisse e diede alle stampe la maggior parte delle sue opere e qui morì,
probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.
La prima raccolta di lettere è del 1538.
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