RELAZIONE SOCIO-SANITARIA
dell’Azienda ULSS 18
di Rovigo
Anno 2011
1
Come eravamo ...
Iscrizione posta presso l’entrata principale del vecchio ospedale in Via Badaloni
CHIUNQUE TU SIA
CHE GIUNGI A QUESTA CASA
COLPITO DAL MALE
ENTRA CON ANIMO FIDUCIOSO
QUI LA CARITÀ PIETOSA
ACCOGLIE NEL SUO GREMBO
I SOFFERENTI E LI CURA
Vecchio Ospitale e Porta Arquà
(demoliti nel 1845), disegno di
Eugenio Piva
Ospedale psichiatrico provinciale
Ospedale sanatoriale “U.Maddalena” 1944
... come siamo
2
... come siamo
Ospedale “S.Maria della Misericordia” Rovigo
Ospedale “S.Luca”
Trecenta
Cittadella Socio-sanitaria
Rovigo
3
Il volume è stato redatto da
Dr.ssa Patrizia Casale
SOS Osservatorio Epidemiologico
e di Epidemiologia Valutativa
Dr.ssa Monica Venturini
SOS Programmazione Socio-sanitaria
Con la collaborazione
Prof.Vincenzo Baldo
Dipartimento di Medicina Molecolare
Università agli Studi di Padova
con la collaborazione di Dr.ssa Stefania Aloisi, Dr.ssa Silvia Cocchio,
Dr.ssa Patrizia Furlan, Dr. Valerio Valeriano e Dr.ssa Dorelia Zangrando
Il volume è pubblicato sul sito web www.azisanrovigo.it
Chiunque è autorizzato per fini informativi, di studio o didattici ad utilizzare i
contenuti di questa pubblicazione purchè ne citi la fonte.
Le fotografie provengono dalla “Collezione Mario Andriotto”
4
Presentazione
Nel 2009 chiudevo l’introduzione alla Relazione socio-sanitaria citando un
passo della Carta di Ottawa per la promozione della salute del 1986 “La salute
vive e cresce nella piccole cose di tutti i giorni. A scuola, sul lavoro, in famiglia,
nel gioco, nell’amore… la salute si crea avendo cura di se stessi e degli altri,
sapendo controllare e decidere dei propri comportamenti, facendo in modo che
la comunità in cui si vive favorisca la conquista della salute per tutti”.
Quest’anno, al termine del mio secondo mandato quinquennale come Direttore
generale dell’Azienda ULSS 18, vorrei partire proprio da queste parole, che
ritengo riassumano in sintesi la missione del nostro lavoro come operatori della
sanità e come cittadini.
In questi ultimi 10 anni i cambiamenti che hanno coinvolto i sistemi sanitari dal
punto di vista socio-demografico, epidemiologico, organizzativo ed economico
sono stati importanti e altrettanto notevole è stato l’impegno profuso da parte di
tutta l’Azienda ULSS 18 per cercare di adeguarsi nel modo più efficace ed
efficiente e offrire servizi di qualità a tutti i cittadini, siano essi sani o ammalati,
coerenti con i nuovi bisogni di assistenza socio-sanitaria.
Tuttavia, quando si parla di salute è fondamentale porre al centro dell’interesse
il rapporto con il cittadino e con le comunità, intesi non come destinatari passivi
di servizi sanitari, che in questi anni hanno comunque avuto un continuo
miglioramento in senso quanti e qualitativo, ma come attori e promotori del
proprio stato di benessere psico-fisico e relazionale.
Fondamentale per ottenere i migliori risultati in questo senso è la strategia
intersettoriale, basata su azioni che prevedano il coinvolgimento e una stretta
cooperazione dei diversi settori della società e delle istituzioni interessate,
essendo ormai evidente che gran parte degli interventi efficaci di contrasto ai
fattori di rischio e di promozione di comportamenti salutari sono esterni alla
capacità di intervento dei servizi sanitari, siano essi a gestione pubblica o
privata.
Anche quest’anno, con lo strumento della Relazione Socio-sanitaria, si è quindi
cercato di fornire, attraverso la conoscenza dei dati, uno stimolo per un
rapporto ancora più cosciente e responsabile da parte dei cittadini nei riguardi
della propria salute e per aumentare la consapevolezza da parte delle
Organizzazioni ed Enti del loro ruolo di partnership verso gli stessi obiettivi di
salute.
Volevo infine ringraziare tutti gli operatori che hanno realizzato le attività
descritte nelle Relazioni socio-sanitarie di tutti questi anni e che ne hanno
contribuito alla stesura, fornendo un prezioso servizio alla salute pubblica.
Adriano Marcolongo
5
Indice
Capitolo 1
Demografia e stato di salute della popolazione residente .....................9
1.1 Il contesto socio-demografico.............................................................10
1.1.1 Il territorio e la popolazione..............................................................10
1.1.2 Gli indicatori demografici .................................................................15
1.1.3 L’offerta formativa ............................................................................25
1.1.4 Il livello di istruzione e le condizioni occupazionali ed economiche 27
1.2 Lo stato di salute della popolazione residente..................................30
1.2.1 Le malattie infettive ..........................................................................30
1.2.2 La georeferenziazione delle patologie cronico-degenerative: un
progetto innovativo....................................................................................38
1.2.3 La mortalità e la mortalità evitabile ..................................................42
Capitolo 2
Prevenzione collettiva e sanità pubblica...............................................70
2.1 Il sistema di sorveglianza sugli stili di vita della popolazione.........71
2.2 La sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive.....................91
2.3 La promozione di stili di vita sani .......................................................93
2.4 I programmi organizzati di screening oncologici............................113
2.5 La tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e
confinati .....................................................................................................123
2.6 La sorveglianza, la prevenzione e la tutela della salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro ...................................................................................129
2.7 Le attività di medicina legale rivolte alla prevenzione e
all’assistenza .............................................................................................151
2.8 La salute animale, l’igiene urbana veterinaria e la sicurezza
alimentare ..................................................................................................157
6
Capitolo 3
Assistenza territoriale...........................................................................166
3.1 La programmazione dei Servizi Socio-sanitari................................167
3.2 L’emergenza sanitaria territoriale .....................................................172
3.3 L’assistenza farmaceutica territoriale ..............................................181
3.4 L’assistenza specialistica ambulatoriale .........................................196
3.5 L’assistenza domiciliare.....................................................................202
3.6 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a minori, donne, coppie e
famiglie .......................................................................................................212
3.7 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a minori con disturbi psichici
.....................................................................................................................223
3.8 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con disturbi mentali
.....................................................................................................................231
3.9 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con dipendenze
patologiche ................................................................................................241
3.10 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con disabilità......259
3.11 L’assistenza socio-sanitaria rivolta ad anziani e a persone non
autosufficienti............................................................................................276
3.12 Altre attività distrettuali....................................................................284
Capitolo 4
Assistenza ospedaliera ........................................................................289
4.1 La dotazione strutturale .....................................................................300
4.2 La valutazione dell’attività .................................................................303
4.3 Ambiti di intervento ed attività specifiche di assistenza ospedaliera
.....................................................................................................................347
4.4 L’assistenza farmaceutica ospedaliera ............................................352
7
Capitolo 5
Strumenti per la valutazione ................................................................371
5.1 Le strategie per la sicurezza del paziente ........................................372
5.2 Le strategie per la sicurezza degli operatori....................................445
5.3 La formazione......................................................................................457
5.4 La gestione del personale..................................................................459
8
Capitolo 1
Demografia e stato di salute della popolazione residente
9
1.1 Il contesto socio-demografico
Fonti informative: ISTAT, Ufficio Statistico della Provincia di Rovigo, SOS Controllo di
Gestione per i servizi socio-sanitari dell’Azienda ULSS 18.
I grafici e le tabelle sono stati elaborati dalla SOS Osservatorio Epidemiologico e di
Epidemiologia Valutativa dell’Azienda ULSS 18.
1.1.1 Il territorio e la popolazione
L’Azienda ULSS 18 di Rovigo, comprende 41 comuni: 40 della Provincia di Rovigo
e 1 comune della Provincia Padova e si articola su 2 Distretti Socio-Sanitari: DSS
Medio Polesine che comprende 16 comuni, tra cui il capoluogo, ed il DSS Alto
Polesine con 25 Comuni. I 2 Distretti sono pressocchè coincidenti con le ex ULSS
n.30 di Rovigo e n.29 di Badia Polesine unificate nel 1995 in seguito
all’applicazione della Legge Regionale n.39 del 30.08.1993, che ha ridisegnato in
tutto il Veneto la mappa sanitaria, in attuazione della cosiddetta “seconda riforma
sanitaria” a livello nazionale, avviata nel 1992 con il D.Lgs 502/92 (Figura 1).
Al 31/12/2011 sul territorio dell’Azienda ULSS 18 risiedono 176.233 persone di cui
85.458, pari al 48,5%, di sesso maschile e 90.775, pari al 51,5%, di sesso
femminile; la predominanza del sesso femminile è presente in modo sovrapponibile
nei due Distretti (Tabella 1).
L’età media della popolazione è di 45,4 anni, 43,7 (43,5 nel 2010) nei maschi e
47,2 (47,1 nel 2010) nelle femmine.
Nel Grafico 1 vengono riportati gli incrementi della popolazione residente,
suddivisa per sesso, dall’anno 2003, anno della pubblicazione della prima
Relazione Socio-sanitaria dell’Azienda ULSS 18, all’anno 2011: dal 2003 al 2011
c’è stato un aumento del 2,9% della popolazione totale residente, con un +3,5%
per i maschi ed un +2,3% per le femmine.
Il Grafico 2 rappresenta le piramidi sovrapposte delle età per classi quinquennali
(in percentuale rispetto alla popolazione totale) della popolazione residente negli
anni 2003 e 2011.
10
Figura 1
Azienda ULSS 18
41 Comuni
Residenti 176.233
Maschi 85.458
Femmine 90.775
Badia
Polesine
Boara
Pisani
S.Marino
di V.zze
Lusia
Villadose
Villanova
Rovigo
del Ghebbo
Giacciano
Ceregnano
Costa di
con Baruchella Canda
Rovigo
Ceneselli
Gavello
S.Bellino
Villamarzana
Castelmassa
Pontecchio
Castelguglielmo Fratta Pol.
Arquà
Pol
.
Trecenta
Villanova
Pol.
Bosaro
Crespino Marchesana
Guarda
Bagnolo Po
Calto
Veneta
Pincara Frassinelle
Salara
Pol.
Fiesso
Polesella
Ficarolo
Stienta Umbertiano
Gaiba
Canaro
Bergantino
Castelnovo
Melara
Bariano
Lendinara
Occhiobello
Distretto Alto Polesine
25 comuni
Residenti 85.084
Maschi 41.381
Femmine 43.703
Distretto Medio Polesine
16 comuni
Residenti 91.149
Maschi 44.077
Femmine 47.072
11
Tabella 1 - Popolazione residente nell’Azienda ULSS 18,
per Comune e Distretto e per sesso - Anno 2011
Maschi
Femmine
Arquà Polesine
1.386
1.444
Boara Pisani
1.295
1.313
Bosaro
771
821
Ceregnano
1.839
1.950
Costa di Rovigo
1.308
1.419
Crespino
958
1.060
Frassinelle Polesine
763
772
Gavello
834
825
Guarda Veneta
590
616
Polesella
2.065
2.119
Pontecchio Polesine
1.053
1.043
Rovigo
25.517
27.857
San Martino di Venezze
2.002
2.063
Villadose
2.566
2.631
Villamarzana
603
610
Villanova Marchesana
527
529
Distretto Medio Polesine
44.077
47.072
Badia Polesine
5.266
5.603
Bagnolo di Po
713
701
Bergantino
1.273
1.359
Calto
399
432
Canaro
1.377
1.506
Canda
510
508
Castelguglielmo
838
832
Castelmassa
2.078
2.262
Castelnovo Bariano
1.439
1.497
Ceneselli
915
926
Ficarolo
1.281
1.321
Fiesso Umbertiano
2.105
2.207
Fratta Polesine
1.279
1.525
Gaiba
516
581
Giacciano con Baruchella
1.110
1.137
Lendinara
5.838
6.302
Lusia
1.775
1.851
Melara
907
972
Occhiobello
5.764
5.917
Pincara
645
650
Salara
575
641
San Bellino
593
575
Stienta
1.659
1.732
Trecenta
1.431
1.563
Villanova del Ghebbo
1.095
1.103
Distretto Alto Polesine
41.381
43.703
Totale
2.830
2.608
1.592
3.789
2.727
2.018
1.535
1.659
1.206
4.184
2.096
53.374
4.065
5.197
1.213
1.056
91.149
10.869
1.414
2.632
831
2.883
1.018
1.670
4.340
2.936
1.841
2.602
4.312
2.804
1.097
2.247
12.140
3.626
1.879
11.681
1.295
1.216
1.168
3.391
2.994
2.198
85.084
12
Grafico 1 - Popolazione residente, totale e per sesso
Anni 2003-2011
N. per sesso
92.000
91.000
90.000
89.000
88.000
87.000
86.000
85.000
84.000
83.000
82.000
81.000
80.000
2003
Totale
177.000
176.000
175.000
174.000
173.000
172.000
171.000
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
M
82.602
83.051
83.347
83.500
84.164
84.669
84.771
85.099
85.458
F
88.699
88.990
89.072
89.235
89.885
90.232
90.358
90.705
90.775
T
171.301 172.041 172.419 172.735 174.049 174.901 175.129 175.804 176.233
170.000
Grafico 2 - Piramide delle età della popolazione residente
Contronto anni 2003-2011
90 e più
85-89
80-84
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5--9
0--4
F 2003
F 2011
M 2003
M 2011
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
L’indice di mascolinità è un indicatore che misura la composizione per sesso
della popolazione ed è dato dal rapporto tra le frequenze assolute dei maschi e
delle femmine (M/F*100) indicando il numero di maschi ogni 100 femmine.
Nel 2011, la popolazione femminile, pari a 90.775 unità, supera quella maschile di
5.317 unità, per cui nell’ULSS 18 si contano 94,1 uomini ogni 100 donne. Tale
13
indice si mantiene a favore del sesso maschile fino ai 65 anni con una inversione
nettamente a favore del sesso femminile in particolare dopo gli 80 anni.
Questa differenza di genere, riscontrabile a livello provinciale (94,3), regionale
(95,6) e nazionale (94,2) è dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione
e alla maggiore speranza di vita delle donne. Infatti, sebbene nascano più maschi
che femmine, la più elevata mortalità che colpisce gli uomini fin dalle età più
giovani comporta che nel totale della popolazione le donne siano più numerose
degli uomini.
Nel 2011 la popolazione straniera (dati al 1° Gennaio 2011 elaborati da
Geodemo ISTAT) era di 15.431 persone, pari all’8,8% della popolazione residente
con un progressivo incremento nel corso degli anni: dal 2003 (dati Ufficio Statistica
Provincia di Rovigo al 31 Dicembre 2003) è aumentata del 174% e rappresentava
il 3,3% della popolazione residente (Grafico 3).
Grafico 3 - Popolazione residente e incidenza stranieri
( stranieri: anni 2003-2010: dati al 31 dic.,
*anno 2011 dati ISTAT al 1° gen.)
Anni 2003-2011
180.000
10,0
8,8%
160.000
8,1%
140.000
7,0
6,3%
100.000
4,6%
80.000
9,0
8,0
7,4%
120.000
60.000
*8,8%
6,0
5,2%
5,0
4,1%
4,0
3,3%
3,0
40.000
2,0
20.000
1,0
-
0,0
2003
2004
Residenti stranieri
2005
2006
2007
Residenti totali
2008
2009
2010
2011
Incidenza stranieri su totale
Il Grafico 4 illustra le piramidi delle età sovrapposte delle due popolazioni, per
classi di età quinquennali: la struttura demografica della popolazione straniera
appare chiaramente diversa da quella della popolazione italiana, in quanto sono
più numerose e classi di età “attive” da un punto di vista lavorativo e le classi di età
più giovani per il crearsi di nuove famiglie.
14
Grafico 4 - Piramidi delle età dei residenti italiani e stranieri
(in % sul totale delle rispettive popolazioni)
Anno 2011
90 e più
85-89
80-84
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5--9
0--4
8,0
7,0
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
M
1,0
M Str
0,0
1,0
F
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
F Str
1.1.2 Gli indicatori demografici
L’analisi integrata degli indicatori demografici con altre informazioni di carattere
sociale, economico, ambientale, ecc. permettono di valutare in modo complessivo i
fenomeni legati allo sviluppo demografico e alla sua situazione di dipendenza per
arrivare a pianificare ed organizzare i più opportuni interventi in sanità pubblica.
Peculiarità essenziale della popolazione dell’ULSS 18 è l’invecchiamento, in
coerenza con la situazione nazionale anche se in modo molto più marcato, per
l’effetto congiunto del calo delle nascite e dell’allungamento della vita media.
La speranza di vita alla nascita (o vita media) è un indicatore che misura il
numero medio di anni che restano da vivere a un neonato nell’ipotesi in cui, nel
corso della vita, sperimenti i rischi di morte che si sono rilevati nell’anno di
riferimento e, a causa delle forti differenze nelle aspettative di vita, viene calcolata
distintamente per uomini e donne. Indirettamente fornisce una misura dello stato
sociale, ambientale e sanitario in cui si vive.
Secondo i dati ISTAT nel 2011, la speranza di vita della popolazione italiana è di
79,4 anni per gli uomini e 84,5 anni per le donne. In Veneto la vita media era nel
2001 di 77,3 anni per gli uomini e 83,6 per le donne, raggiungendo i 79,8 per gli
uomini e 85,0 per le donne nel 2011: è progressivo il ravvicinamento degli uomini
alle donne.
15
Nell’Azienda ULSS 18 l’età media di morte risulta nel 2010 pari a 80,5 per le donne
e 73,5 per gli uomini.
Caratteristica principale della struttura demografica della popolazione dell’ULSS
18 è la forte componente di anziani, se confrontata con Veneto ed Italia dove pure
questo fenomeno è in crescita, per l’effetto congiunto del calo delle nascite e
dell’allungamento della vita media.
Per contro, la quota di persone in età lavorativa si riduce progressivamente e
risultano pochi i giovani a rappresentare il ricambio generazionale.
La struttura demografica si caratterizza, pertanto, per una forte componente di
anziani con un incremento nell’ULSS 18 più consistente per la classe degli ultra
85enni (Tabella 2).
Nel 2011 i soggetti “anziani” con età uguale o superiore ai 65 anni erano pari al
22,5% della popolazione (41% uomini e 59% donne), anche se considerare
anziane le persone con più di 65 anni può essere in parte fuorviante dal punto di
vista sociale, economico e socio-sanitario.
Anni
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Differenza
2003-2011
Tabella 2 – Anziani per 100 residenti per fasce d’età
Confronto ULSS 18-Veneto – Anni 2003-2011
65 anni e +
75 anni e +
85 anni e +
ULSS 18
Veneto
ULSS 18
Veneto
ULSS 18
Veneto
22,3%
18,5%
10,9%
8,6%
2,3%
2,1%
22,4%
18,7%
11,1%
8,7%
2,3%
2,0%
22,5%
18,9%
11,4%
8,8%
2,5%
2,0%
22,6%
19,2%
11,6%
9,0%
2,7%
2,1%
22,5%
19,4%
11,6%
9,2%
2,8%
2,3%
22,4%
19,5%
11,7%
9,3%
3,0%
2,4%
22,4%
19,7%
11,8%
9,4%
3,2%
2,5%
22,2%
19,9%
11,9%
9,6%
3,4%
2,6%
22,5%
19,9%
11,9%
9,7%
3,5%
2,7%
+0,2%
+1,4%
+1,0%
+1,1%
+1,2%
+0,6%
L’Indice di invecchiamento non è altro che la percentuale di ultra65enni sul totale
della popolazione e il Grafico 5 illustra l’andamento, in controtendenza rispetto a
quello dell’Italia e del Veneto che risultano in crescita, di tale indice nell’ULSS 18
che si mantiene piuttosto stabile.
16
Grafico 5 - Indice di invecchiamento
Confronto ULSS 18, Veneto e Italia - Anni 2003-2011
24,0
23,0
22,0
21,0
20,0
19,0
18,0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
ULSS 18
22,3
22,4
22,5
22,6
22,5
22,4
22,4
22,2
22,5
Veneto
18,5
18,9
19,1
19,3
19,4
19,5
19,7
19,9
19,9
Italia
19,1
19,5
19,7
19,9
19,9
20,0
20,1
20,2
20,3
L’indice di vecchiaia è uno degli indicatori utilizzati per valutare il livello di
invecchiamento di una popolazione e rapporta il numero di ultra 64enni con il
numero dei minori di 15 anni. Tale indice, in costante aumento fino al 2003 e in
sostanziale stabilità fino al 2006, appare in progressivo decremento, in
controtendenza rispetto all’andamento regionale e nazionale dal 2007 al 2011,
rappresentando comunque che ci sono due anziani per ogni minore di 14 anni
(Grafico 6).
Grafico 6 - Indice di vecchiaia
Confronto ULSS 18, Veneto e Italia - Anni 2003-2011
210,0
200,0
190,0
180,0
170,0
160,0
150,0
140,0
130,0
120,0
110,0
100,0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
ULSS 18
203,6
203,6
203,6
203,7
201,4
196,8
193,7
190,3
192,6
Veneto
136,6
136,7
137,3
138,2
138,9
139,1
139,2
139,9
139,8
Italia
134,8
135,9
137,8
139,9
141,7
142,8
143,4
144,0
144,5
17
L’indice di dipendenza anziani è dato dal rapporto tra i soggetti ultra 65enni ed i
soggetti di età 15-64 anni, potenzialmente produttivi, e stima il carico unitario di
anziani che grava sulla popolazione produttiva.
Questo indice appare per l’Azienda ULSS 18 con una modesta tendenza in
crescita fino al 2006, praticamente stabile dal 2006 al 2009 e addirittura in calo nel
2010 e con una ripresa nel 2011(Grafico 7), diversamente dall’andamento rilevato
in Veneto e Italia, dove risulta in progressiva crescita
Grafico 7 - Indice di dipendenza anziani
Confronto ULSS 18, Veneto e Italia - Anni 2003-2011
35,0
33,0
31,0
29,0
27,0
25,0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
ULSS 18
33,3
33,5
33,8
34,0
33,9
33,9
33,9
33,6
34,3
Veneto
27,5
27,6
28,1
28,7
29,2
29,4
29,7
30,1
30,2
Italia
28,7
28,9
29,3
29,8
30,2
30,4
30,6
30,8
30,9
Gli anziani sono i soggetti in condizioni di “fragilità” e quindi più a rischio di
patologie croniche e disabiltà e, di conseguenza, costretti a ricorrere maggiormente
ai servizi socio-sanitari. Si può ritenere la fascia più a rischio quella degli ultra
75enni, i cosiddetti “grandi vecchi”, che rappresentano, nell’Azienda ULSS 18
nel 2011, l’11,9% della popolazione residente (35% di sesso maschile e 65% di
sesso femminile); in Veneto tale percentuale è del 9,7% (36% maschi e 64%
femmine) e in Italia il 10,1% (42% maschi e 58% femmine).
Nel Grafico 8 viene riportato, per Comune, l’indice di “grande invecchiamento”
dato dal rapporto tra la popolazione ultra75enne, anziché la tradizionale
popolazione ultra65enne, e il totale della popolazione.
Come evidenziato dal grafico è presente una notevole variabilità tra i Comuni: 27
dei 41 comuni sono sopra la media aziendale, con valori di circa l’8% a
Occhiobello, Bosaro e Pontecchio Polesine e valori che superano il 16% a
Ficarolo, Trecenta e Crespino.
18
Grafico 8 - Indice di "grande invecchiamento" per Comune
dell'Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Trecenta
Ficarolo
Crespino
Villanova Marchesana
Bagnolo di Po
San Bellino
Ceneselli
Castelnovo Bariano
Castelmassa
Calto
Bergantino
Melara
Frassinelle Polesine
Gaiba
Lendinara
Salara
Costa di Rovigo
Castelguglielmo
Giacciano con B.
Arquà Polesine
Gavello
Guarda Veneta
Canaro
Villamarzana
Fiesso Umbertiano
Pincara
Canda
ULSS 18
Stienta
Rovigo
Fratta Polesine
San Martino di Venezze
Boara Pisani
Badia Polesine
Ceregnano
Polesella
Villadose
Villanova del Ghebbo
Lusia
Pontecchio Polesine
Bosaro
Occhiobello
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
18,0
Nell’ULSS 18, nel 2011, gli adulti in età lavorativa (15-64 anni) rappresentano il
65,6% della popolazione, e i giovani sotto i 15 anni il 11,7%.L’indice di
dipendenza strutturale (numero di individui in età non lavorativa ogni 100 in età
potenzialmente lavorativa) risulta così pari al 52,1%: la proporzione risulta di un
soggetto non in età lavorativa ogni due in età lavorativa, valori sostanzialmente
simili a Veneto (51,8%) e Italia (52,3%).
L’andamento rilevato nella popolazione dell’Azienda ULSS 18 evidenzia livelli di
dipendenza abbastanza stabili anche se con un modesto ma costante incremento
dal 1999 (49,7%) al 2009 (51,5%) e una diminuzione nel 2010, con una ripresa nel
2011 (Grafico 9).
Questo indice misura il carico demografico sulla popolazione attiva e
approssimativamente il grado di dipendenza economica e sociale fra le generazioni
fuori e dentro il mercato del lavoro.
19
Valori superiori al 50% indicano una situazione di squilibrio generazionale e stanno
ad indicare che 100 persone in età attiva, oltre a mantenere se stesse, ne
“mantengono” altre 50 o più, che risultano quindi dipendenti.
Un aspetto da rilevare è che la composizione della popolazione dipendente può
variare con un maggior peso della componente giovanile o della componente
senile pur mantenendosi lo stesso valore dell’indicatore.
Grafico 9 - Indice di Dipendenza Strutturale
Confronto ULSS 18, Veneto e Italia - Anni 2003-2011
54,0
52,0
50,0
48,0
46,0
44,0
42,0
2001
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
ULSS 18
49,2
50,0
50,4
50,7
50,8
51,1
51,5
51,3
52,1
Veneto
45,9
47,8
48,6
49,4
50,1
50,5
51,0
51,7
51,8
Italia
49,0
50,1
50,6
51,1
51,6
51,7
51,9
52,2
52,3
La Tabella 3 (a,b,c) che segue riporta alcuni indicatori demografici per ogni
Comune dell’Azienda ULSS 18, confrontando gli anni 2004 e 2011.
Gli indici demografici offrono una lettura sintetica delle principali caratteristiche
della struttura di una popolazione e permettono di evidenziare il rapporto tra le
diverse componenti della popolazione (giovani, anziani, popolazione in età attiva).
20
Indicatori demografici riportati: formula per il calcolo e significato
Indice di invecchiamento
Rappresenta la percentuale del numero di anziani ultra
popolazione anziana >64 aa x 100
65enni ogni 100 individui residenti.
totale popolazione
Indice di vecchiaia
Rappresenta il numero di anziani > 64 anni ogni 100
individui di età inferiore a 14 anni: questo indice cresce
popolazione >64 aa x 100
sensibilmente quando una popolazione invecchia,
popolazione 0-14 aa
perché si ha contemporaneamente una diminuzione
del peso dei giovanissimi ed un aumento del peso
degli anziani, cosicché numeratore e denominatore del
rapporto variano in senso opposto.
Indice dipendenza anziani
Rappresenta il numero di anziani > 64 anni non
produttivi per ragioni demografiche ogni 100 individui
popolazione >64 aa x100
in età “potenzialmente” lavorativa e, quindi,
popolazione 15-64 aa
indipendenti (15-64 aa).
Misura il carico di persone anziane ogni 100 individui
“produttivi”.
Indice dipendenza giovanile
Rappresenta il numero di giovani 0-14 anni non
autonomi per ragioni demografiche ogni 100 individui
popolazione 0-14 aa x100
in età “potenzialmente” lavorativa e quindi indipendenti
popolazione 15-64 aa
(15-64 aa).
Misura il carico di persone giovani “non autonome”
ogni 100 individui “produttivi”.
Indice dipendenza strutturale
popolazione 0-14 aa + >64 aa x100
popolazione 15-64 aa
Indice di ricambio popolazione attiva
popolazione 60-64 anni x100
popolazione 15-19 anni
Indice struttura popolazione attiva
popolazione 40-64 anni x100
popolazione 15-39 anni
Rappresenta il numero degli individui giovani e anziani
non autonomi per ragioni demografiche ogni 100
individui in età potenzialmente lavorativa e quindi
indipendenti (15-64 aa).
Indica il numero di individui “improduttivi” ogni 100
individui “produttivi”.
E’ il rapporto tra coloro che stanno per uscire dal
contingente di popolazione in età attiva (tra i 60 ed i 64
anni) e coloro che vi stanno entrando (tra i 15 ed i 19
anni), per 100. Questo indice ha un interesse
soprattutto congiunturale: i giovani trovano lavoro non
solo per espansione dell’economia e creazione di
nuovi posti di lavoro, ma anche in funzione dei posti
che sono resi disponibili da coloro che escono dal
mercato del lavoro, in maggior misura per motivi di età
e di pensionamento. Quando l’indice si abbassa si
creano condizioni più difficili, in quanto in pochi escono
dall’età attiva mentre molti di più vi entrano.
E’ il rapporto tra la popolazione da 40 a 64 anni e
quella da 15 a 39 anni, per 100.
E’ un indicatore del grado di invecchiamento di questo
aggregato convenzionale della popolazione, ottenuto
rapportando le 25 generazioni più vecchie di esso alle
25 più giovani destinate a sostituirle. Nelle popolazioni
stazionarie o crescente questo indice è pari o inferiore
a 100, mentre nelle popolazioni tendenzialmente e
fortemente decrescenti il rapporto supera il 100%:
tanto più è alto l'indice, tanto più vecchia è la struttura
della popolazione in età lavorativa.
21
Tabella 3.a - Indicatori demografici per Comune dell’Azienda ULSS 18
Anni 2004 e 2011
Indice
Indice
Comune
di Invecchiamento (%)
di Vecchiaia (%)
2004
2011
2004
2011
Arquà Polesine
Badia Polesine
Bagnolo di Po
Bergantino
Boara Pisani
Bosaro
Calto
Canaro
Canda
Castelguglielmo
Castelmassa
Castelnovo Bariano
Ceneselli
Ceregnano
Costa di Rovigo
Crespino
Ficarolo
Fiesso Umbertiano
Frassinelle Polesine
Fratta Polesine
Gaiba
Gavello
Giacciano con Baruchella
Guarda Veneta
Lendinara
Lusia
Melara
Occhiobello
Pincara
Polesella
Pontecchio Polesine
Rovigo
Salara
San Bellino
San Martino di Venezze
Stienta
Trecenta
Villadose
Villamarzana
Villanova del Ghebbo
Villanova Marchesana
ULSS 18
23,1
20,3
27,3
25,2
20,2
19,3
25,5
22,5
24,5
23,7
26,4
26,8
28,7
20,8
23,0
29,4
27,9
22,3
24,8
22,1
25,5
27,9
24,7
25,4
23,1
17,3
25,4
17,9
22,7
19,9
19,9
21,6
24,6
26,3
21,7
23,4
29,9
19,8
23,0
19,5
28,9
24,3
20,9
26,2
25,9
21,3
17,7
25,4
23,1
21,8
23,5
27,3
25,7
24,6
21,3
24,2
29,5
27,5
22,8
25,0
22,0
26,9
23,0
23,9
23,5
24,2
19,3
26,1
19,2
22,2
19,8
16,7
21,9
25,3
24,0
22,4
21,8
28,9
20,6
21,9
18,5
26,1
199,7
173,8
304,8
252,5
176,9
154,9
266,3
214,9
244,8
254,7
288,4
270,5
336,7
172,7
219,1
297,1
331,0
204,4
241,9
214,8
270,1
378,4
231,3
216,3
199,0
123,1
240,9
153,3
216,2
167,8
184,9
199,2
258,6
228,3
183,4
225,6
296,2
178,4
211,7
155,2
216,2
205,1
171,4
205,6
224,8
196,5
118,1
242,5
219,4
170,8
238,2
237,3
227,7
187,6
196,1
245,9
268,0
326,9
196,2
252,0
195,6
237,9
198,4
224,2
180,9
196,7
149,7
246,7
146,9
203,5
159,2
108,4
193,1
233,3
225,8
180,8
180,2
278,7
177,9
198,5
147,6
200,0
22,4
22,5
203,6
192,6
22
Tabella 3.b - Indicatori demografici per Comune dell’Azienda ULSS 18
Anni 2004 e 2011
Indice di dipendenza
Comune
anziani (%)
giovanile (%)
strutturale (%)
2004
2011
2004
2011
2004
2011
Arquà Polesine
Badia Polesine
Bagnolo di Po
Bergantino
Boara Pisani
Bosaro
Calto
Canaro
Canda
Castelguglielmo
Castelmassa
Castelnovo Bariano
Ceneselli
Ceregnano
Costa di Rovigo
Crespino
Ficarolo
Fiesso Umbertiano
Frassinelle Polesine
Fratta Polesine
Gaiba
Gavello
Giacciano con Baruchella
Guarda Veneta
Lendinara
Lusia
Melara
Occhiobello
Pincara
Polesella
Pontecchio Polesine
Rovigo
Salara
San Bellino
San Martino di Venezze
Stienta
Trecenta
Villadose
Villamarzana
Villanova del Ghebbo
Villanova Marchesana
ULSS 18
35,3
29,9
42,7
38,9
29,5
28,2
39,4
33,6
37,5
35,4
40,9
42,3
45,7
31,0
34,6
48,5
43,8
33,4
38,2
32,6
39,2
43,2
38,3
40,3
35,5
25,3
39,6
25,4
33,9
29,2
28,6
32,0
37,3
42,3
32,7
35,4
49,9
28,6
34,9
28,6
49,9
38,2
31,1
42,9
41,5
31,6
26,2
39,7
35,1
33,4
35,9
44,6
41,4
39,9
31,3
36,7
49,9
43,8
34,7
38,5
33,4
43,7
35,1
36,6
37,2
38,4
28,5
41,2
28,4
33,5
29,3
24,4
33,0
39,8
36,8
34,4
33,1
48,0
30,6
32,8
26,8
43,1
17,7
17,2
14,0
15,4
16,7
18,2
14,8
15,7
15,3
13,9
14,2
15,6
13,6
17,9
15,8
16,3
13,2
16,3
15,8
15,2
14,5
11,4
16,5
18,6
17,8
20,5
16,4
16,6
15,7
17,4
15,5
16,1
14,4
18,5
17,8
15,7
16,8
16,0
16,5
18,4
23,1
18,6
18,2
20,9
18,5
16,1
22,2
16,4
16,0
19,5
15,1
18,8
18,2
21,3
15,9
14,9
18,6
13,4
17,7
15,3
17,1
18,4
17,7
16,3
20,5
19,5
19,0
16,7
19,4
16,5
18,4
22,5
17,1
17,1
16,3
19,0
18,4
17,2
17,2
16,5
18,2
21,6
53,0
47,1
56,7
54,3
46,2
46,4
54,2
49,3
52,8
49,3
55,0
57,9
59,3
48,9
50,4
64,8
57,0
49,7
54,1
47,8
53,7
54,6
54,8
59,0
53,3
45,8
56,0
42,0
49,5
46,6
44,1
48,1
51,7
60,8
50,6
51,1
66,7
44,7
51,4
47,1
73,0
56,9
49,3
63,8
60,0
47,6
48,4
56,0
51,1
52,9
51,0
63,4
59,6
61,2
47,2
51,7
68,5
57,2
52,4
53,7
50,4
62,1
52,8
53,0
57,7
57,9
47,5
57,9
47,8
49,9
47,6
46,9
50,1
56,9
53,2
53,4
51,5
65,2
47,8
49,4
45,0
64,7
33,6
34,3
16,4
17,8
50,0
52,1
23
Tabella 3.c - Indicatori demografici per Comune dell’Azienda ULSS 18
Anni 2004 e 2011
Comuni
Indice di ricambio
Indice struttura
popolazione attiva (%)
popolazione attiva (%)
2004
2011
2004
2011
Arquà Polesine
Badia Polesine
Bagnolo di Po
Bergantino
Boara Pisani
Bosaro
Calto
Canaro
Canda
Castelguglielmo
Castelmassa
Castelnovo Bariano
Ceneselli
Ceregnano
Costa di Rovigo
Crespino
Ficarolo
Fiesso Umbertiano
Frassinelle Polesine
Fratta Polesine
Gaiba
Gavello
Giacciano con Baruchella
Guarda Veneta
Lendinara
Lusia
Melara
Occhiobello
Pincara
Polesella
Pontecchio Polesine
Rovigo
Salara
San Bellino
San Martino di Venezze
Stienta
Trecenta
Villadose
Villamarzana
Villanova del Ghebbo
Villanova Marchesana
ULSS 18
123,8
119,0
136,2
141,0
113,7
162,8
139,4
142,3
166,7
112,6
185,7
144,1
126,9
112,6
123,2
133,7
181,0
124,1
142,9
151,7
152,1
123,9
145,2
172,5
142,3
105,1
166,2
175,9
96,0
127,6
124,3
137,5
156,8
111,1
135,6
139,7
168,4
93,9
114,3
92,1
148,8
180,6
148,3
270,6
201,1
169,5
153,8
142,9
214,3
186,5
228,3
195,3
190,5
230,4
169,7
210,0
193,9
279,7
175,3
155,7
229,5
257,9
145,3
158,0
124,6
179,5
145,7
181,5
176,4
193,3
178,4
192,4
174,3
268,6
153,2
145,8
210,7
183,9
182,2
187,0
155,2
117,0
109,2
102,2
117,0
115,1
109,3
102,1
121,7
117,5
103,6
115,4
113,4
111,3
114,6
109,6
119,1
119,7
162,2
106,9
118,1
115,4
119,6
132,0
112,4
107,4
109,4
99,4
113,3
109,5
113,3
103,5
104,4
116,2
123,0
120,4
102,6
122,1
126,4
108,1
105,0
113,0
100,9
135,9
128,8
126,8
140,9
146,7
119,4
134,8
152,6
119,8
139,1
134,1
152,8
150,7
136,0
145,9
138,3
208,1
133,0
147,5
137,6
161,8
126,7
132,4
134,7
137,9
134,5
141,2
131,9
133,1
133,0
124,8
134,6
147,1
140,3
127,7
128,5
146,3
145,4
122,7
126,8
115,4
135,5
177,7
112,7
136,1
24
1.1.3 L’offerta formativa
Fonti informative: Servizio Statistica Provincia di Rovigo su dati USP e Regione Veneto
Il sistema educativo presente nella Provincia di Rovigo nel suo complesso
presenta un’offerta articolata, con un’adeguata dotazione quantitativa di servizi.
Nella Tabella 1 si riportano alcuni dati relativi alle Scuole dell’Infanzia, Primarie e
Secondarie di Primo grado in Provincia di Rovigo, confrontando gli anni scolastici
2005-2006 e 2009-2010, relativamente al numero delle scuole, numero degli
iscrittti, tasso grezzo di frequenza e iscritti stranieri.
Tabella 1 - Iscritti alla Scuola d’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado
Provincia di Rovigo - Confronto a.s. 2005-2006 e 2010-2011
Scuola Secondaria
Scuola dell’Infanzia
Scuola Primaria
di Primo Grado
a.s.
2005-06
2010-11
2005-06
2010-11
2005-06
2010-11
n.scuole
108
87
- paritarie
n.d.
70
n.d.
3
n.d.
n.d.
- statali
38
84
n.iscritti
5. 548
9.114
6.097
5.309
9.197
5.816
- paritarie
3.126
3.100
337
203
103
68
- statali
2.183
2.448
8.860
8.911
5.713
6.029
Tasso di
grezzo di
98,0%
99,5%
108,3%
101,8%
103,0%
107,4%
scolarità*
n. stranieri
590
1.063
731
257
695
428
iscritti
% stranieri
10,6%
11,7%
12,30%
11,8%
7,6%
7,4%
* Tasso di grezzo di scolarità=n.iscritti/n.residenti (delle stesse classi di età)
Nella Tabella 2 si riportano gli iscritti agli Istituti di Istruzione Secondaria e ai Centri
di Formazione Professionale (C.F.P.) negli anni scolastici 2008-2009, 2009-2010 e
2010-2011.
Tabella 2 - Iscritti agli istituti di Istruzione Secondaria
e Centri di Formazione Professionale
Provincia di Rovigo - Confronto a.s. 2008-2009, 2009-2010 e 2010-2011
Variazione %
a.s. 2008-09
a.s. 2009-10
a.s. 2010-11
2010-11 su 2009-10
Istituti
9.051
9.577
9.169
-1,3%
C.F.P.
380
378
337
12,8%
Totale
9.955
9.506
9.431
-0,8%
25
Nella Tabella 3 si riportano i dati relativi agli studenti stranieri iscritti agli istituti di
istruzione superiore e C.F.P.: dal confronto con l’anno scolastico 2009-2010 si
riscontra un incremento di circa il 10% degli iscritti, che provengono per il 16% da
paesi dell’Unione europea e per il 35% da altri Paesi europei, per il 27% dall’Africa,
per il 13% dall’Asia e per il 9% dall’America.
Tabella 3 - Iscritti stranieri agli Istituti Superiori,
per genere e per indirizzo scolastico/formativo
Provincia di Rovigo - Confronto a.s. 2009-2010 e 2010-2011
a.s. 2010-11
a.s. 2009-10
Variazione %
2010-11 su
M
F
T
T
2009-10
n. stranieri iscritti
677
+ 9,5%
344
333
618
% stranieri iscritti
7,2%
7,5%
6,9%
5,9%
+1,3%
Distribuzione per indirizzo
Formazione professionale
13,4%
12,3%
+ 1,1%
Liceale
16,7%
17,0%
- 0,3%
Artistico
4,0%
3,1%
+ 0,9%
Professionale
36,9%
39,5%
- 2,6%
Tecnico
29,0%
28,2%
+ 1,2%
Nel Grafico 1 si riporta la serie storica del numero di stranieri iscritti nelle Scuole
Secondarie di Secondo Grado e di Formazione Professionale dall’anno scolastico
2002-2003 al 2010-2011.
Grafico 1 – Iscritti stranieri alle Scuole Secondarie di Secondo Grado
A.s. 2002-03 – 2010-11
26
1.1.4 Il livello di istruzione e le condizioni occupazionali ed
economiche
I dati che si riportano relativamente a livello di istruzione, condizioni economiche e
situazione occupazionale della popolazione residente nell’Azienda ULSS 18 sono
stime ricavate dalle analisi delle interviste rilasciate, nel quadriennio 2008-2011,
nell’ambito del Sistema di Sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie
per la Salute in Italia), che l’Azienda sta attuando dal 2008.
PASSI è un sistema di sorveglianza della popolazione adulta al quale partecipano
tutte le regioni e province autonome. L’obiettivo è stimare la frequenza e
l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute legati ai comportamenti individuali,
oltre alla diffusione delle misure di prevenzione. Personale delle ASL,
specificamente formato, effettua interviste telefoniche, somministrando un
questionario standardizzato, ad un campione rappresentativo della popolazione
aziendale di età compresa tra 18 e 69 anni.
Per quanto riguarda il grado di istruzione, nell’Azienda ULSS 18 risulta che:
- il 12,2% del campione non ha alcun titolo di studio o è in possesso della
licenza elementare,
- il 33,3% della licenza media inferiore,
- il 42,9% della licenza media superiore,
- l’11,6% di laurea o di diploma universitario (Grafici 1 e 2).
Nel Grafico 1 vengono riportati i titoli di studio per sesso, mentre nel Grafico 2 per
classe di età: il grado di istruzione è fortemente età-dipendente, gli anziani
mostrano livelli d’istruzione significativamente più bassi rispetto ai più giovani.
Grafico 1 - Titolo di studio per genere
PASSI 2008-2011
15
Nessuno/Elem entare
9
30
Media inferiore
37
41
Media superiore
45
14
Laurea
10
0
10
20
uom ini
%
30
40
50
donne
27
Grafico 2 - Livello di istruzione per classi di età
PASSI 2008-2011
80
18-34 aa
20
59
35-49 aa
A LT O
41
BA SSO
33
50-69 aa
67
0
10
20
30
40
50
60
70
%
80
90 100
(ALTO = scuola media superiore/laurea/diploma universitario)
(BASSO = nessuno/licenza elementare/scuola media inferiore)
Nell’anno 2010, nel pool di Asl italiane risulta che l’11% del campione non ha alcun
titolo di studio o ha la licenza elementare, il 31% la licenza media inferiore, il 44%
la licenza media superiore e il 14% è laureato; la bassa scolarità (nessun
titolo/licenza elementare) è associata al sesso ed è più frequente tra le donne.
Il livello di istruzione dipende fortemente anche dall’età: al crescere dell’età, la
frequenza di bassi livelli di istruzione aumenta significativamente.
Analizzando le interviste relativamente alla situazione occupazionale a livello
aziendale, si riportano, nella Tabella/Grafico 3, i risultati ottenuti.
Il 65,0% degli intervistati nella fascia d’età 18-65 anni ha riferito di lavorare
regolarmente, le donne risultano complessivamente meno “occupate” rispetto agli
uomini (56% contro 74%). Gli intervistati nella classe di età 35-49 anni hanno
riferito in maggior percentuale di lavorare con regolarità, soprattutto gli uomini
(91%). Si riscontrano, infatti, differenze di occupazione statisticamente significative
per classi di età in entrambi i sessi.
Nell’anno 2010, nel pool di Asl italiane, il 60% del campione di intervistati nella
fascia d’età 18-65 anni ha riferito di lavorare regolarmente.
In tutte le fasce di età, l’occupazione regolare femminile è minore rispetto a quella
maschile (complessivamente il 49% contro il 70%). Il lavoro regolare è più
frequente nella fascia di età compresa tra i 35 e i 49 anni e il divario tra uomini e
donne nell’avere un’occupazione regolare si riduce nelle giovani generazioni.
28
Tabella/Grafico 3 – Distribuzione del lavoro regolare, per classi di età e sesso
PASSI 2008-2011
Lavoro regolare
18-65
65,0%
73%
18-34 aa
(IC95% 61,8-68,1)
anni
62%
M
68,0%
F
57,5%
91%
35-49 aa
18-34
62,5%
79%
M
72,8%
F
61,8%
57%
50-65 aa
35-49
83,9%
32%
M
91,6%
F
76,2%
0
20
40 % 60
80
100
50-65
47,5%
donne
uomini
M
60,0%
F
34,6%
Per quanto riguarda le condizioni economiche della popolazione residente, si stima
che:
- il 51% del campione non ha alcuna difficoltà economica,
- il 40% ha qualche difficoltà,
- il 9% ha molte difficoltà economiche.
Il 10% delle donne intervistate ha dichiarato di avere molte difficoltà economiche
rispetto all’8% degli uomini; in particolare per le donne esiste una differenza
significativa nella classe di età 18-34 anni (donne 9% vs uomini 2%) (Grafico 4).
Grafico 4 - Intervistati che riferiscono molte difficoltà economiche
per sesso e classi di età - PASSI 2008-2011
2%
18-34 aa
9%
9%
35-49 aa
10%
11%
11%
50-69 aa
0
10
donne
%
20
uom ini
Nell’anno 2010, nel pool di Asl italiane il 46% del campione ha riferito di non avere
nessuna difficoltà economica, il 41% qualche difficoltà e il 13% molte difficoltà
economiche.
29
1.2 Lo stato di salute della popolazione residente
1.2.1 Le malattie infettive
Complessivamente, nel periodo 1995-2011 nel territorio dell’Azienda ULSS 18 di
Rovigo sono state effettuate 15.239 notifiche di malattie infettive, il 31% nel
Distretto Alto Polesine (Badia Polesine) e il 69% nel Distretto medio Polesine
(Rovigo).
Il Grafico 1 evidenzia i tassi di notifica standardizzati, utilizzando come
popolazione di riferimento la popolazione complessiva dell’Azienda ULSS 18 del
censimento 2001, suddivisi per i due distretti.
Le diverse propensioni dei MMG e dei PLS alla notifica possono in parte
giustificare la diversità dell’andamento delle notifiche di malattie infettive nei due
Distretti, evidenziando come tali differenze siano in calo soprattutto nell’ultimo
triennio.
Nel periodo considerato il trend di notifica presenta una costante riduzione con
alcuni picchi stagionali tipici delle malattie infettive. Il picco massimo nel 1996 con
970,3 notifiche per 100.000 abitanti e il minimo nel 2007 con 161,8 per 100.000
abitanti.
La disaggregazione per Distretto mostra un andamento dissimile, evidenziando tre
picchi di notifica nel Distretto di Rovigo negli anni 1996, 2000 e 2004,
corrispondenti all’aumentato numero di notifiche per varicella, mentre per il
Distretto di Badia Polesine il tasso di notifica resta sostanzialmente stabile negli
anni (Grafico 1).
30
Nel periodo esaminato sono stati notificati 6 casi di Tetano in soggetti con un’età
media pari a 76.3 anni e tutti di sesso femminile, l’ultimo caso si è verificato nel
corso del 2010.
Nel Grafico 2 sono illustrate le notifiche di Epatite Virale Acuta, suddivise in
relazione all’agente eziologico (A, B e non-A-nonB, C). I tassi di notifica per
Epatite B, la cui vaccinazione è iniziata in tutti i nuovi nati dal 1991 (nei soggetti di
12 anni fino al 2003), sono pressoché costanti e si attestano su valori in linea con i
dati nazionali. I casi di Epatite tipo A presentano un andamento endemoepidemico; si evidenzia un aumento di casi nel biennio 2009-2010. L’Epatite
nonA-nonB (per la maggior parte costituita da Epatite C) presenta un andamento
molto irregolare anche in relazione al basso numero di notifiche (24 notifiche
nell’intero periodo considerato).
Per quanto riguarda il Morbillo, patologia per la quale si è iniziato a livello
nazionale la campagna vaccinale che punta all’eradicazione della patologia,
l’andamento nel territorio analizzato (Grafico 3) non rileva picchi epidemici dal
1997. Dopo il piccolo cluster epidemico del 2008 (segnalati 5 casi) si nota come nel
corso del 2009 non vi siano state segnalazioni e, nel corso del 2010-2011, si sia
verificato un cluster nel Distretto di Rovigo (15 casi).
31
La Rosolia, patologia virale generalmente a decorso benigno ma con elevati rischi
per il feto se contratta all’inizio della gravidanza, nel periodo esaminato presenta
un unico evento epidemico nel corso del 1996 (265,1 per 100.000 abitanti) e un
azzeramento delle notifiche nel corso dell’ultimo anno (Grafico 4).
32
La Parotite Epidemica presenta un azzeramento delle notifiche nei Distretti
dell’Azienda ULSS 18 verosimilmente per merito del buon livello di copertura
vaccinale raggiunto (Grafico 5).
Per quanto attiene alla Pertosse, si osserva una sostanziale e repentina riduzione
delle notifiche con il passaggio da valori pari a 12,8 per 100.000 abitanti del 1995 a
un assenza di casi nel corso del 2011 (Grafico 6).
33
La Varicella è una malattia infettiva altamente contagiosa. Dal 1995 è disponibile
un vaccino, costituito da virus vivo attenuato, raccomandato per tutti i bambini; tale
vaccinazione è stata inserita nel Piano Regionale Vaccini con l’offerta attiva e nel
2007 è stata introdotta l’utilizzazione anche del vaccino tetravalente (MPR+V).
Le notifiche nel territorio esaminato evidenziano complessivamente quattro picchi
con frequenza di 4-5 anni (negli anni 1995, 2000, 2004 e 2008). Nel Distretto di
Rovigo si evidenzia un maggior tasso di notifica che raggiunge nel corso del 2004
un tasso standardizzato pari a 1.052,3 per 100.000 abitanti. Nel Distretto di Badia
Polesine l’andamento è costantemente a livelli inferiori (Grafico 7).
La Scarlattina, malattia infettiva causata dal batterio Streptococco Beta-emolitico
di gruppo A, a maggior diffusione tra i bambini di età scolare, presenta portatori
asintomatici come sorgenti principale di infezione. Il Grafico 8 mostra come i tassi
di notifica siano costantemente superiori a 30 per 100.000 abitanti con andamento
endemo-epidemico. Nel territorio del Distretto di Rovigo il picco si è raggiunto nel
corso del 2005 (110,2 per 100.000), mentre nel Distretto di Badia Polesine si è
registrato nell’anno 2004 (93,4 per 100.000 abitanti). Nel corso dell’ultimo periodo
le notifiche sono incrementate in entrambi i Distretti raggiungendo un tasso
complessivo pari a 60,9 per 100.000 abitanti nel 2011.
34
L’andamento della morbosità della Tubercolosi e delle Salmonellosi non tifoidee
sono riportate rispettivamente nei Grafici 9 e 10.
Per quanto riguarda la TBC, malattia contagiosa che si trasmette per via aerea
mediante un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, l’andamento, in relazione alla
bassa numerosità dei soggetti, appare molto irregolare; di rilievo il picco di notifiche
nell’area analizzata nel corso dell’anno 2003 (11,0 per 100.000 abitanti). Appare
evidente un aumento di notifiche nell’ultimo anno nel distretto di Rovigo.
La Salmonellosi non tifoidea è una patologia causata dall’ingestione di batteri
appartenenti al genere salmonella che causa una sintomatologia gastro-intestinale
acuta a diversa durata e intensità (tossinfezioni alimentari). L’andamento registra
una riduzione progressiva con un tasso di notifica che passa da 58,6 per 100.000
abitanti nel 1995 a 1,2 per 100.000 abitanti nel 2005. Negli ultimi anni si registra
una andamento costante del numero di casi con un tasso che si stabilizza a 5,2
per 100.000 abitanti nel 2011.
35
Notifiche di malattie infettive pervenute nel 2011
Complessivamente nel corso del 2011 sono state effettuate 316 notifiche di
malattie infettive (casi + focolai). Le malattie infettive, disaggregate per età e classe
di appartenenza sono riportate nella Tabella 1.
La maggior numerosità di notifiche è data dalla Scarlattina con 105 notifiche
(33,2% del totale). Le classi di età maggiormente colpite sono quelle con età
inferiore ai 14 anni che rappresentano il 69% delle notifiche.
36
Tabella 1 - Frequenze assolute dei casi di malattie infettive, notificate nell'ULSS 18,
per tipo di malattia e classi di età - Anno 2011
Classi di età
00-04 05-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75 e + Tot.
Malattie
Malattie classe 1a
Influenza
Subtotale
Malattie classe 2a
Diarrea infettiva
Epatite A
Epatite B
Epatite C
Legionellosi
Listeriosi
Meningite meningococco
Morbillo
Parotite epidemica
Salmonellosi non tifoidee
Scarlattina
Varicella
Subtotale
Malattie classe 3a
Malaria
TBC Extrapolmonare
TBC Polmonare
Subtotale
Malattie classe 5a
Campylobacteriosi
Coxackiosi
Dengue
Eritema infettivo (IV e V malattia)
Gastroenterite
Haemophilus influenzae
Malattia di Creutzfeldt-Jakob
Malattia di Lyme (borreliosi)
Meningite batterica
Mononucleosi infettiva
Pediculosi (casi sporadici)
Polmonite pneumococcica
Scabbia (casi sporadici)
Sepsi pneumococcica
Subtotale
Totale
2
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
2
4
1
1
2
46
16
66
3
1
1
4
58
69
133
1
1
2
2
1
4
6
3
7
1
4
10
2
2
1
4
5
1
1
1
3
1
1
1
3
11
15
1
2
3
2
2
1
1
1
2
1
1
8
1
1
1
1
1
1
1
2
6
72
8
1
1
2
3
1
2
13
146
4
12
3
15
3
16
Malattie di classe 4a
Peducolosi
Scabbia
Totale
n° focolai
9
2
11
4
9
2
1
1
3
2
4
8
11
1
1
2
1
3
1
1
5
4
9
105
96
229
1
3
1
16
20
5
1
1
1
10
2
2
1
3
1
14
1
16
1
59
305
n° casi
18
6
24
37
1.2.2 La georeferenziazione delle patologie cronico-degenerative: un
progetto innovativo
Dal 2008 l’Azienda ULSS 18 ha sviluppato un Sistema Epidemiologico Integrato
(SEI) basato sull’integrazione di archivi sanitari elettronici (schede di dimissione
ospedaliera, mortalità, prescrizioni farmaceutiche, esenzioni ticket).
Nel 2011 a questi data-base è stato possibile agganciare, mediante un codice
identificativo univoco, l’anagrafe sanitaria georeferenziata, nella quale ad ogni
assistito è stato attribuito un riferimento geografico univoco assegnandogli una
coppia di coordinate, in base al domicilio, per mezzo dei Sistemi Informativi
Territoriali (GIS), ottenendo un cluster di circa 178.000 punti.
Con tale sistema è possibile:
1. ottenere nuove modalità di rappresentazione cartografica dei dati relativi alle
patologie presenti sul territorio,
2. associare univocamente ogni assistito ad uno o più tipi di patologie, ove
queste siano presenti,
3. localizzare l’assistito in modo concreto sul territorio dell’ULSS 18 di Rovigo
inserendolo nelle “aree di patologia”.
Potrà essere possibile, inoltre, integrando le banche dati attuali con altri indicatori
di salute “proxy”, ad esempio di tipo socio-economico (titolo di studio, occupazione,
ecc.) o ambientale, determinare le variabilità esistenti tra le diverse aree territoriali
in funzione di aspetti ambientali, socio-economici, ecc.. per una programmazione
locale sempre più aderente alla specificità della popolazione.
Le malattie cronico-degenerative per le quali è stato effettuato il linkage con gli
assistiti geocodificati sono:
1. Asma
2. Broncopneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO)
3. Malattie polmonari cronico-ostruttive (MPCO)
4. Patologie dell'apparato cardiocircolatorio
5. Diabete.
Per ognuna di queste patologie si è risaliti, grazie al codice identificativo univoco
Arc_ID, al soggetto presente nel database contenente le coordinate geografiche,
ovvero all'indirizzo di residenza anagrafica.
Nella Tabella 1 vengono riportati il numero di individui affetti dalle patologie
esaminate, il numero degli individui georeferenziati per patologia e la percentuale
di individui georeferenziati per patologia, che risulta sempre superiore al 99%, fatta
eccezione peri i casi di BCPO dove si attesta al 98,9%.
38
Tabella 1 - Patologie associate agli assistiti georeferenziati
Anno 2010
Totali individui
% individui
Totale individui
Patologia
georeferenziati georeferenziati
per patologia
per patologia
per patologia
Asma
12.041
11.981
99,5%
BPCO
1.820
1.801
98,9%
MPCO
12.812
12.722
99,3%
Apparato Cardiocircolatorio
6.666
6.623
99,3%
Diabete
9.768
9.688
99,2%
Prima di elaborare le densità in base alle patologie può risultare utile avere una
visione complessiva della quantità di assistiti georeferenziati per Comune (Figura
1). I comuni con il maggior numero di assistiti di cui si è potuto individuare le
coordinate relative all'indirizzo anagrafico sono Rovigo, Lendinara, Arquà Polesine
ed Occhiobello con oltre ai 10.000 indirizzi trovati; seguono Villadose con più di
5.000 assistiti e oltre 9 Comuni con valori tra i 3.000 e i 5.000 assistiti
Figura 1 - Densità Assistiti Georeferenziati per Comune dell’ULSS 18
Anno 2010
39
Metodologia
Il calcolo della densità può essere ritenuto uno tra i metodi più diretti per
visualizzare un fenomeno di tipo quantitativo su territorio a livello cartografico. Di
fatto la densità è in grado di descrivere in modo visivo il rapporto casi/superficie.
Per quanto riguarda l'elaborazione della densità si possono scegliere 2
procedimenti diversi, a seconda che si preferisca un risultato preciso oppure uno
più "estetico": Point density o Kernel density. A questo fine è stato utilizzato il
software ArcMap (ESRI®) un programma adibito alla produzione di mappe e
analisi territoriali.
1. Point density
Il metodo denominato Point density calcola la densità dei punti per unità di area. In
altre parole, viene definita l'ampiezza di un'area di indagine attorno ad ogni punto
(assistito), e in seguito viene totalizzato il numero di punti che cadono al suo
interno. La somma di questi punti verrà poi divisa per la superficie dell'area di
indagine.
Di conseguenza se si sceglie un'area con un raggio maggiore (search radius) si
otterrà una densità più generalizzata in quanto il numero di punti presenti all'interno
di quest'ultima verranno divisi per un'area più vasta. Per ottenere una maggior
accuratezza è quindi conveniente scegliere un raggio meno ampio.
In questo caso di studio è stato scelto un raggio di campionamento pari a 2Km.
Figura 2 - Calcolo della densità point density con search radius 2 km
Anno 2010
Il metodo point density risulta quindi essere una rappresentazione alquanto precisa
della densità di un fenomeno rapportato all'area di ricerca, ma in certi casi può
provocare una difficoltà di lettura per l'eccessiva impronta lasciata dal cerchio di
campionamento.
40
2. Kernel Density
Similarmente al metodo descritto in precedenza, le superfici generate dal metodo
Kernel risultano avere una connotazione più regolare e rotondeggiante. Di fatti
questo metodo crea una superficie curviforme di taglio circolare che raggiunge il
valore più elevato in coincidenza del punto e decresce regolarmente fino a
raggiungere il valore di 0 alla distanza definita dal limite del search radius.
Con l'aumentare del raggio di ricerca si otterranno superfici sempre più arrotondate
e di conseguenza l'effetto visivo ottenuto sarà di una superficie smussata (Figura
3).
Figura 3 - Calcolo della densità kernel density con search radius 2 km
Anno 2010
Calcolo della densità in base alla patologia
Per ottenere un risultato che rispecchi la reale distribuzione delle patologie
all'interno del territorio della ULSS18, è necessario standardizzare i valori
rapportando la densità, per patologia, alla densità di tutti gli assistiti:
Densità Asmatici ULSS 18 = Densità Patologia
Densità Assistiti
Il risultato del rapporto tra queste due densità darà il valore effettivo di malati sul
totale della popolazione georeferenziata per unità di superficie.
Considerazioni
A questa prima fase di descrizione della metodologia, che sarà utilizzata per la
georeferenziazione delle patologie croniche, seguirà fase di valutazione analitica
delle aree di maggior densità di patologia. Le differenze territoriali devono essere
valutate dopo l’aggiustamento per importanti variabili di confondimento, quali ad
esempio l’età, il sesso e l’attività lavorativa.
41
1.2.3 La mortalità e la mortalità evitabile
I dati di mortalità rappresentano una fonte informativa di vitale importanza in
epidemiologia e sanità pubblica in quanto consentono, mediante la loro
elaborazione, l’analisi dello stato di salute della popolazione, effettuando anche
confronti spazio-temporali per causa di morte al fine di descrivere lo stato di salute
stesso nonchè l’andamento, una valutazione dell'efficienza ed efficacia dei servizi
sanitari, la programmazione e la ricerca scientifica in campo epidemiologico e
sanitario. L’elaborazione a livello di Azienda ULSS permette, inoltre, di definire la
presenza di eventuali sottogruppi a rischio al fine di valutare sia le scelte sanitarie
sia gli interventi preventivi.
Il regolamento di Polizia Mortuaria stabilisce che la denuncia della causa di morte
deve essere fatta entro 24 ore dall’accertamento del decesso su apposita scheda
di morte seguendo l’iter stabilito dalla normativa.
Le cause di morte vengono definite sulla base della Classificazione Internazionale
delle Malattie (ICD), i cui periodici aggiornamenti possono comportare diversità di
attribuzione ai vari gruppi di patologie. La recente introduzione della Decima
Revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD10), adottata
dall’ISTAT nel 2003 e dalla Regione Veneto nel 2007, determina la necessità di
interpretare gli andamenti temporali con maggiore prudenza.
La mortalità: frequenze e tassi
Il calcolo delle frequenze e dei tassi di mortalità è stato effettuato per i soggetti
residenti, in relazione a quanto indicato nella certificazione di morte, nell’Azienda
ULSS 18 per il periodo dal 1/1/1990 al 31/12/2010. I dati sono forniti dal
Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda, validati a livello Regionale, e dal 1997
dal Servizio Epidemiologico Regionale.
Per il calcolo dei tassi grezzi sono state utilizzate le popolazioni dell’Azienda
Sanitaria censita dall’ISTAT nel 1991 per il periodo 1990-1999 e nel 2001 per il
periodo 2000-2010.
Per il confronto della mortalità interaziendale è stata effettuata una
standardizzazione diretta utilizzando come riferimento la popolazione residente
nell’intera Azienda ULSS 18.
Complessivamente, i tassi grezzi di mortalità nell’Azienda ULSS 18 presentano un
andamento costante nel periodo considerato. Il tasso di mortalità è maggiore nel
sesso maschile, anche se nel corso dell’ultimo periodo di osservazione si è
verificata un’inversione nel rapporto tra i due sessi (Grafico 1).
42
Il numero assoluto dei decessi per età, sesso e periodo sono illustrati nei Grafici
2a e 2b (curva di Lexis).
Il confronto tra i due periodi evidenzia un aumento dell’età di morte in entrambi i
sessi, più marcato nei maschi. I due grafici evidenziano, inoltre, un bassissimo
numero di decessi nel primo anno di vita e una mortalità più precoce nel sesso
maschile.
Nell’intero periodo considerato l’età media di morte risulta essere di 80,4 anni nelle
femmine e di 73,6 nei maschi. L’andamento, illustrato in Grafico 3, mostra un
incremento dell’età media complessiva di 6,5 anni, passando da 73,6 anni nel
1990 a 79,7 anni nel 2010. Inoltre la differenza dell’età media di morte tra i sessi si
è progressivamente ridotta risultando pari a 7,1 anni nel 1990 e a 4,6 nel 2010.
43
44
L’analisi delle cause di morte per grandi gruppi è stata effettuata per il periodo dal
1/1/2007 al 30/06/2010 valutando i decessi codificati con il sistema ICD-10.
Nell’Azienda ULSS 18 di Rovigo, la prima causa di morte nell’ultimo periodo è
rappresentata dalle “Malattie del Sistema Circolatorio” che provocano il 40% dei
decessi. I “Tumori” rappresentano la seconda causa di morte, responsabili del
28,6% dei decessi. La terza causa di morte è rappresentata dalle “Malattie del
Sistema Respiratorio” (5,6%) (Grafico 4).
45
Il Grafico 5 riporta le frequenze medie di mortalità per gruppo di patologie ICD 10
relative al sesso maschile.
Nell’intera Azienda si rileva che nel sesso maschile la prima causa di morte è
costituita dalle “Malattie del Sistema Circolatorio”, che contribuiscono per il 35,7%
al totale delle morti; in questo gruppo le patologie maggiormente rappresentate
sono le “Cardiopatie Ischemiche”.
I “Tumori Maligni” rappresentano la seconda causa di morte determinando il 34%
del totale dei decessi e la terza causa di morte è rappresentata dalle “Malattie
dell’Apparato Respiratorio” (6,1%).
46
Il Grafico 6 riporta le frequenze medie di mortalità per gruppo di patologie ICD-10
relative al sesso femminile
Anche nel sesso femminile la prima causa di morte è costituita dalle “Malattie del
Sistema Circolatorio” che contribuiscono per il 43,9% del totale dei decessi; come
nel sesso maschile, in questo gruppo le patologie maggiormente rappresentate
sono le “Cardiopatie Ischemiche”.
I “Tumori Maligni” rappresentano la seconda causa di morte determinando il 23,7%
del totale dei decessi; la terza causa di morte è rappresentata dalle “Malattie
Croniche dell’Apparato Respiratorio” (5,1%), seguono i “Disturbi Psichici” che
contribuiscono per il 4,4% del totale dei decessi.
47
Il Grafico 7 illustra i tassi specifici di mortalità standardizzata per le principali cause
di morte totali, nel sesso maschile e in quello femminile nel territorio dell’Azienda
ULSS 18 di Rovigo, per anno.
Le Tabelle 2-4 mostrano i tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti)
per causa di morte. Sono riportati i tassi relativi a tutti i gruppi di mortalità ICD e per
ogni gruppo le principali cause di morte per l’intera Azienda e per sesso nel
periodo 1990 al 30/06/2010.
48
Grafico 7 – Andamento dei tassi specifici di mortalità per i principali grandi gruppi
di patologia nel territorio dell'Azienda ULSS 18 di Rovigo, per sesso
Periodo 1990-2010
tasso specifico per 100,000
Tumori maligni
500
400
300
200
100
maschi
femmine
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
0
Azienda ULSS 18
49
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
Tabella 3 - Tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti) e numero assoluto di morti, per causa
Anni 1990-2010
ICD 9
ICD10
Patologie
1990 1995 2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Alcune Malattie infettive e parassitarie
4,6
5,7
2,9
6,4
6,4
4,1
9,9
15,7
5,8
8,7
18,0
20,3
Tumori maligni
344,6 318,9 348,0 321,9 352,6 338,1 353,2 303,9 372,9 316,7 330,6 359,0
Tumore maligno di colon, retto e ano
48,7
31,5
40,1
30,7
40,0
38,3
41,8
31,9
42,3
31,3
41,8
45,2
Tumore maligno del fegato e dei dotti biliari
16,0
8,6
14,3
12,8
13,3
15,1
17,4
11,0
20,9
12,8
10,4
18,6
intraepatici
Tumore maligno della mammella
28,1
20,6
24,6
27,3
23,2
20,9
23,8
23,2
21,5
28,4
22,6
24,9
Tumore maligno del pancreas
11,4
17,7
18,9
16,8
22,0
22,0
20,9
16,2
29,6
21,5
17,4
20,9
Tumore maligno della trachea, dei bronchi e del
81,9
81,3
81,9
78,9
76,6
77,7
81,8
72,5
84,7
66,7
70,8
72,5
polmone
Tumore maligno della prostata
10,9
15,5
10,9
11,6
15,1
13,3
13,3
8,1
10,4
12,2
9,3
12,2
Tumore maligno dello stomaco
26,9
20,6
16,0
15,7
21,5
21,5
13,9
13,3
16,2
14,5
18,6
13,3
Leucemie
9,2
9,2
10,3
13,9
14,5
8,7
12,2
11,0
13,3
11,0
12,8
12,2
Linfomi non Hodgkin
4,6
7,4
10,9
5,2
5,8
7,0
11,0
7,0
11,6
1,2
8,1
10,4
Altri tumori
107,0 106,5 120,2 109,0 120,6 113,7 117,2 109,6 122,4 117,2 118,9 128,8
Mal. del sangue e degli organi ematopoietici
3,4
4,0
4,6
4,1
6,4
4,6
3,5
4,6
4,6
3,5
4,1
6,4
Mal. endocrine, nutrizionali e metaboliche
32,6
26,3
42,4
26,7
30,7
38,9
39,4
36,0
44,7
40,0
46,4
57,4
Diabete mellito
28,1
24,6
37,8
20,3
25,5
29,0
31,9
33,1
34,2
29,6
34,2
38,3
Altre malattie endocrine
4,6
1,7
4,6
6,4
5,2
9,9
7,5
2,9
10,4
10,4
12,2
19,1
Disturbi psichici e comportamentali
8,0
7,4
28,1
28,4
22,0
27,8
32,5
33,1
50,5
40,6
51,6
50,5
Demenza
6,3
7,4
21,8
23,8
20,3
26,1
28,4
31,9
45,2
33,1
47,6
45,8
Altri disturbi psichici
1,7
0,0
6,3
4,6
1,7
1,7
4,1
1,2
5,2
7,5
4,1
4,6
Mal. del sistema nervoso
17,7
14,3
28,6
28,4
24,9
26,7
36,0
36,5
31,9
37,7
43,5
41,2
Malattia di Alzheimer
3,4
1,7
5,7
12,8
11,0
10,4
12,8
11,6
16,8
19,7
20,3
22,6
Altre malattie del SN
14,3
12,6
22,9
15,7
13,9
16,2
23,2
24,9
15,1
18,0
23,2
18,6
Mal. dell’occhio e degli annessi oculari
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Mal. dell’orecchio e dell’apofisi mastoide
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,6
0,0
Mal. del sistema circolatorio
510,1 466,5 451,7 473,8 495,3 502,3 458,2 549,2 459,3 482,0 460,5 499,9
Altre malattie del sistema circolatorio
9,7
12,6
10,3
16,2
16,2
14,5
18,6
21,5
18,6
15,1
14,5
15,7
Altre malattie cardiache
123,6 101,3 125,4 136,3 123,5 126,4 108,5 128,8 102,7
84,1
82,4
98,6
Cardiopatie ischemiche
171,2 161,4 139,1 149,6 159,5 175,7 178,1 201,8 173,4 204,7 192,0 189,7
Malattie ipertensive
18,3
22,3
53,8
39,4
39,4
47,0
40,0
57,4
52,8
46,4
49,3
53,9
Malattie cerebro-vascolari
125,9 104,8 104,8 113,7 136,9 121,2 103,8 128,2 105,6 124,7 117,2 139,8
Altre malattie
61,3
64,1
18,3
18,6
19,7
17,4
9,3
11,6
6,4
7,0
5,2
2,3
2010
22,0
345,7
45,2
12,2
29,0
27,3
71,3
11,6
13,3
9,9
6,4
119,5
8,1
55,1
38,3
16,8
39,4
34,8
4,6
43,5
17,4
26,1
0,0
0,0
453,0
13,9
93,4
182,1
42,3
114,3
7,0
50
Tabella 3 (segue) - Tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti) e numero assoluto di morti, per causa
Anni 1990-2010
ICD 9
ICD10
Patologie
1990
1995
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
X Mal. del sistema respiratorio
53,2
44,1
59,5
63,2
64,4
74,2
85,3
78,3
74,2
67,9
66,1
65,5
63,8
Mal. croniche basse vie respiratorie
18,9
23,5
27,5
24,9
24,4
27,3
34,2
29,0
22,6
34,2
29,0
31,3
24,4
Polmonite
8,6
10,9
21,2
29,6
27,8
31,9
37,1
40,0
40,6
16,2
17,4
18,6
18,6
Altre mal.respiratorie
25,8
9,7
10,9
8,7
12,2
15,1
13,9
9,3
11,0
17,4
19,7
15,7
20,9
XI Mal. dell’apparato digerente
57,8
53,8
60,7
48,1
50,5
52,2
49,9
48,1
42,9
42,3
41,2
45,8
55,7
Cirrosi epatica e altre mal. croniche del
35,5
25,8
26,3
24,4
26,1
20,3
18,0
20,9
21,5
20,3
13,9
16,2
18,6
fegato
Altre mal. dell’apparato digerente
22,3
28,1
34,3
23,8
24,4
31,9
31,9
27,3
21,5
22,0
27,3
29,6
37,1
Mal. della cute e del tessuto
XII
1,7
0,6
2,3
1,7
0,0
0,6
2,3
0,6
2,3
2,3
0,6
1,7
2,9
sottocutaneo
Mal. del sistema osteo-muscolare e
XIII
9,2
6,9
7,4
5,8
7,5
6,4
2,3
4,1
2,3
3,5
8,1
4,1
4,1
del tessuto connettivo
XIV Mal. dell’apparato genito-urinario
13,2
14,9
13,7
12,2
12,2
16,2
12,2
10,4
15,7
17,4
16,8
24,9
19,7
Insufficienza renale
6,3
5,7
10,3
9,9
11,0
11,6
10,4
8,7
11,6
16,2
12,8
19,7
15,1
Altre mal.dell’app. genitourinario
6,9
9,2
3,4
2,3
1,2
4,6
1,7
1,7
4,1
1,2
4,1
5,2
4,6
XV Gravidanza, parto e puerperio
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Condizioni morbose che hanno
XVI
0,6
0,6
0,6
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
1,7
0,0
0,0
0,6
origine nel periodo perinatale
Malformazioni congenite, anomalie
XVII
3,4
4,6
2,9
0,6
2,9
0,6
2,9
1,2
3,5
2,9
1,2
1,2
2,3
cromosomiche
Sintomi, segni e risultati anormali di
XVIII
37,2
38,9
7,4
14,5
15,7
14,5
8,7
5,8
2,3
34,2
12,8
11,0
7,0
esami clinici
XIX Traumi
55,0
53,2
48,1
41,8
36,5
42,3
44,7
44,1
47,6
46,4
40,0
37,7
42,9
Totale complessivo
1.152,3 1.060,7 1.108,8 1.077,6 1.128,1 1.149,5 1.140,8 1.171,6 1.160,5 1.147,8 1.142,0 1.226,7 1.165,8
Totale numero assoluto
2.013
1.853
1.975
1.858
1.9454
1.982
1.967
2.020
2.001
1.979
1.969
2.225
2.010
51
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
Tabella 4 - Tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti) e numero assoluto di morti, per causa
nel sesso MASCHILE - Anni 1990-2010
ICD 9
ICD10
Patologie
1990
1995
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Alcune Malattie infettive e parassitarie
9,5
11,8
0,0
7,2
6,0
6,0
9,6
18,0
3,6
6,0
15,6
19,2
Tumori maligni
423,5 396,3 429,4 373,1 441,5 413,9 430,7 374,3 459,5 356,3 386,3 418,7
Tumore maligno di colon, retto e ano
50,9
39,0
43,8
38,4
36,0
50,4
51,6
45,6
49,2
31,2
54,0
54,0
Tumore maligno del fegato e dei dotti biliari
21,3
9,5
20,1
13,2
20,4
25,2
25,2
16,8
28,8
18,0
15,6
19,2
intraepatici
Tumore maligno della mammella
1,2
1,2
1,2
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
1,2
0,0
1,2
0,0
Tumore maligno del pancreas
13,0
20,1
18,9
18,0
21,6
25,2
18,0
14,4
38,4
20,4
19,2
26,4
Tumore maligno della trachea, dei bronchi e del
153,8 149,1 151,4 139,2 135,6 133,2 145,2 123,6 130,8 111,6 114,0 104,4
polmone
Tumore maligno della prostata
22,5
31,9
22,5
24,0
31,2
27,6
27,6
16,8
21,6
25,2
19,2
25,2
Tumore maligno dello stomaco
31,9
21,3
21,3
14,4
25,2
25,2
14,4
18,0
19,2
13,2
22,8
14,4
Leucemie
10,6
15,4
13,0
15,6
18,0
6,0
15,6
8,4
14,4
10,8
10,8
19,2
Linfomi non Hodgkin
2,4
5,9
10,6
3,6
9,6
8,4
9,6
4,8
10,8
1,2
8,4
8,4
Altri tumori
115,9 102,9 126,6 106,8 144,0 112,8 123,6 126,0 145,2 124,8 121,2 147,6
Mal. del sangue e degli organi ematopoietici
3,5
2,4
4,7
4,8
8,4
6,0
3,6
2,4
3,6
4,8
3,6
3,6
Mal. endocrine, nutrizionali e metaboliche
22,5
27,2
31,9
18,0
25,2
30,0
39,6
20,4
38,4
34,8
48,0
54,0
Diabete mellito
20,1
26,0
29,6
15,6
20,4
21,6
33,6
18,0
32,4
30,0
39,6
37,2
Altre malattie endocrine
2,4
1,2
2,4
2,4
4,8
8,4
6,0
2,4
6,0
4,8
8,4
16,8
Disturbi psichici e comportamentali
10,6
4,7
26,0
21,6
10,8
18,0
19,2
18,0
30,0
34,8
46,8
34,8
Demenza
8,3
4,7
17,7
16,8
10,8
16,8
15,6
16,8
27,6
31,2
44,4
31,2
Altri disturbi psichici
2,4
0,0
8,3
4,8
0,0
1,2
3,6
1,2
2,4
3,6
2,4
3,6
Mal. del sistema nervoso
16,6
10,6
20,1
30,0
22,8
18,0
28,8
34,8
30,0
30,0
34,8
39,6
Malattia di Alzheimer
2,4
0,0
7,1
10,8
7,2
4,8
14,4
7,2
10,8
14,4
14,4
15,6
Altre malattie del SN
14,2
10,6
13,0
19,2
15,6
13,2
14,4
27,6
19,2
15,6
20,4
24,0
Mal. dell’occhio e degli annessi oculari
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Mal. dell’orecchio e dell’apofisi mastoide
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
1,2
0,0
Mal. del sistema circolatorio
494,5 470,8 431,8 407,9 399,5 455,9 405,5 466,7 389,9 427,1 376,7 415,1
Altre malattie del sistema circolatorio
10,6
16,6
11,8
15,6
10,8
15,6
24,0
28,8
19,2
15,6
15,6
16,8
Altre malattie cardiache
112,4
95,8
95,8
109,2
86,4
98,4
90,0
103,2
81,6
70,8
75,6
76,8
Cardiopatie ischemiche
179,8 163,3 168,0 157,2 162,0 182,4 178,8 194,4 170,4 201,6 166,8 162,0
Malattie ipertensive
20,1
23,7
42,6
33,6
36,0
34,8
31,2
37,2
30,0
38,4
32,4
46,8
Malattie cerebro-vascolari
107,7 101,7
94,6
78,0
93,6
109,2
76,8
94,8
84,0
91,2
84,0
110,4
Altre malattie
63,9
69,8
18,9
14,4
10,8
15,6
4,8
8,4
4,8
9,6
2,4
2,4
2010
25,2
400,7
48,0
20,4
2,4
24,0
122,4
24,0
13,2
8,4
4,8
133,2
7,2
50,4
34,8
15,6
30,0
22,8
7,2
32,4
9,6
22,8
0,0
0,0
419,9
19,2
94,8
175,2
30,0
96,0
4,8
52
Tabella 4 (segue) - Tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti) e numero assoluto di morti, per causa
nel sesso MASCHILE - Anni 1990-2010
ICD 9
ICD10
Patologie
1990
1995
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
X Mal. del sistema respiratorio
58,0
46,1
60,3
76,8
73,2
79,2
86,4
81,6
87,6
76,8
70,8
66,0
67,2
Mal. croniche basse vie respiratorie
22,5
28,4
35,5
33,6
34,8
39,6
42,0
32,4
30,0
45,6
36,0
32,4
31,2
Polmonite
8,3
9,5
15,4
31,2
28,8
27,6
28,8
38,4
43,2
14,4
21,6
19,2
20,4
Altre mal.respiratorie
27,2
8,3
9,5
12,0
9,6
12,0
15,6
10,8
14,4
16,8
13,2
14,4
15,6
XI Mal. dell’apparato digerente
53,2
62,7
66,2
49,2
56,4
55,2
48,0
44,4
45,6
32,4
40,8
51,6
52,8
Cirrosi epatica e altre mal. croniche del
34,3
31,9
34,3
25,2
33,6
24,0
18,0
32,4
28,8
22,8
16,8
25,2
18,0
fegato
Altre mal. dell’apparato digerente
18,9
30,8
31,9
24,0
22,8
31,2
30,0
12,0
16,8
9,6
24,0
26,4
34,8
Mal. della cute e del tessuto
XII
1,2
0,0
0,0
1,2
0,0
0,0
2,4
1,2
2,4
1,2
1,2
0,0
1,2
sottocutaneo
Mal. del sistema osteo-muscolare e
XIII
8,3
2,4
1,2
7,2
4,8
4,8
0,0
1,2
1,2
2,4
4,8
0,0
2,4
del tessuto connettivo
XIV Mal. dell’apparato genito-urinario
13,0
13,0
11,8
8,4
8,4
16,8
15,6
14,4
15,6
15,6
10,8
25,2
25,2
Insufficienza renale
4,7
3,5
9,5
7,2
8,4
10,8
12,0
10,8
12,0
14,4
9,6
21,6
19,2
Altre mal.dell’app. genitourinario
8,3
9,5
2,4
1,2
0,0
6,0
3,6
3,6
3,6
1,2
1,2
3,6
6,0
XV Gravidanza, parto e puerperio
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Condizioni morbose che hanno
XVI
1,2
1,2
1,2
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
3,6
0,0
0,0
1,2
origine nel periodo perinatale
Malformazioni congenite, anomalie
XVII
2,4
3,5
4,7
0,0
2,4
1,2
4,8
0,0
4,8
3,6
2,4
1,2
0,0
cromosomiche
Sintomi, segni e risultati anormali di
XVIII
40,2
24,8
8,3
8,4
14,4
12,0
8,4
3,6
2,4
34,8
7,2
8,4
4,8
esami clinici
XIX Traumi
72,2
80,4
67,4
51,6
46,8
55,2
55,2
52,8
63,6
46,8
39,6
34,8
43,2
Totale complessivo
1.230,3 1.158,2 1.165,3 1.065,4 1.120,6 1.172,2 1.157,8 1.133,8 1.178,2 1.111,0 1.090,6 1.172,2 1.163,8
Totale numero assoluto
1.040
979
985
888
934
977
965
945
982
926
909
977
970
53
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
Tabella 2 - Tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti) e numero assoluto di morti, per causa
nel sesso FEMMINILE - Anni 1990-2010
ICD 9
ICD10
Patologie
1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Alcune malattie infettive e parassitarie
0,0
0,0
5,5
5,6
6,7
2,2
10,1
13,5
7,9
11,2
20,2
21,3
Tumori maligni
270,6 246,2 271,7 273,9 269,4 267,2 280,7 238,0 291,9 279,5 278,4 303,1
Tumore maligno di colon, retto e ano
46,6 24,4 36,6 23,6
43,8
26,9
32,6
19,1
35,9
31,4
30,3
37,0
Tumore maligno del fegato e dei dotti biliari intraepatici
11,1
7,8
8,9
12,3
6,7
5,6
10,1
5,6
13,5
7,9
5,6
18,0
Tumore maligno della mammella
53,2 38,8 46,6 52,8
44,9
40,4
46,0
44,9
40,4
55,0
42,7
48,3
Tumore maligno del pancreas
10,0 15,5 18,9 15,7
22,5
19,1
23,6
18,0
21,3
22,5
15,7
15,7
Tumore maligno della trachea, dei bronchi e del polmone 14,4 17,7 16,6 22,5
21,3
25,8
22,5
24,7
41,5
24,7
30,3
42,7
Tumore maligno della prostata
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Tumore maligno dello stomaco
22,2 20,0 11,1 16,8
18,0
18,0
13,5
9,0
13,5
15,7
14,6
12,3
Leucemie
7,8
3,3
7,8
12,3
11,2
11,2
9,0
13,5
12,3
11,2
14,6
5,6
Linfomi non Hodgkin
6,7
8,9
11,1
6,7
2,2
5,6
12,3
9,0
12,3
1,1
7,9
12,3
Altri tumori
98,7 109,8 114,2 111,1 98,8 114,5 111,1 94,3 101,0 110,0 116,8 111,1
Mal. del sangue e degli organi ematopoietici
3,3
5,5
4,4
3,4
4,5
3,4
3,4
6,7
5,6
2,2
4,5
9,0
Mal. endocrine, nutrizionali e metaboliche
42,1 25,5 52,1 34,8
35,9
47,2
39,3
50,5
50,5
44,9
44,9
60,6
Diabete mellito
35,5 23,3 45,5 24,7
30,3
35,9
30,3
47,2
35,9
29,2
29,2
39,3
Altre malattie endocrine
6,7
2,2
6,7
10,1
5,6
11,2
9,0
3,4
14,6
15,7
15,7
21,3
Disturbi psichici e comportamentali
5,5
10,0 29,9 34,8
32,6
37,0
44,9
47,2
69,6
46,0
56,1
65,1
Demenza
4,4
10,0 25,5 30,3
29,2
34,8
40,4
46,0
61,7
34,8
50,5
59,5
Altri disturbi psichici
1,1
0,0
4,4
4,5
3,4
2,2
4,5
1,1
7,9
11,2
5,6
5,6
Mal. del sistema nervoso
18,9 17,7 36,6 26,9
26,9
34,8
42,7
38,2
33,7
44,9
51,6
42,7
Malattia di Alzheimer
4,4
3,3
4,4
14,6
14,6
15,7
11,2
15,7
22,5
24,7
25,8
29,2
Altre malattie del SN
14,4 14,4 32,2 12,3
12,3
19,1
31,4
22,5
11,2
20,2
25,8
13,5
Mal. dell’occhio e degli annessi oculari
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Mal. dell’orecchio e dell’apofisi mastoide
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
Mal. del sistema circolatorio
524,6 462,5 470,3 535,5 584,9 545,6 507,5 626,5 524,3 533,3 538,9 579,3
Altre malattie del sistema circolatorio
8,9
8,9
8,9
16,8
21,3
13,5
13,5
14,6
18,0
14,6
13,5
14,6
Altre malattie cardiache
134,2 106,5 153,1 161,7 158,3 152,7 125,7 152,7 122,4 96,6
88,7 119,0
Cardiopatie ischemiche
163,0 159,7 112,0 142,6 157,2 169,5 177,4 208,8 176,3 207,7 215,6 215,6
Malattie ipertensive
16,6 21,1 64,3 44,9
42,7
58,4
48,3
76,3
74,1
53,9
65,1
60,6
Malattie cerebro-vascolari
143,1 107,6 114,2 147,1 177,4 132,5 129,1 159,4 125,7 156,1 148,2 167,3
Altre malattie
58,8 58,8 17,7 22,5
28,1
19,1
13,5
14,6
7,9
4,5
7,9
2,2
2010
19,1
294,1
42,7
4,5
53,9
30,3
23,6
0,0
13,5
11,2
7,9
106,7
9,0
59,5
41,5
18,0
48,3
46,0
2,2
53,9
24,7
29,2
0,0
0,0
483,9
9,0
92,1
188,6
53,9
131,4
9,0
54
Tabella 2 (segue) - Tassi standardizzati di mortalità (per 100.000 abitanti) e numero assoluto di morti, per causa
nel sesso FEMMINILE - Anni 1990-2010
ICD 9
Patologie
X
Mal. del sistema respiratorio
Mal. croniche basse vie respiratorie
Polmonite
Altre mal.respiratorie
XI Mal. dell’apparato digerente
Cirrosi epatica e altre mal. croniche
del fegato
Altre mal. dell’apparato digerente
Mal. della cute e del tessuto
XII
sottocutaneo
Mal. del sistema osteo-muscolare
XIII
e del tessuto connettivo
XIV Mal. dell’apparato genito-urinario
Insufficienza renale
Altre mal.dell’app. genitourinario
XV Gravidanza, parto e puerperio
Condizioni morbose che hanno
XVI
origine nel periodo perinatale
Malformazioni congenite,
XVII
anomalie cromosomiche
Sintomi, segni e risultati anormali
XVIII
di esami clinici
XIX Traumi
Totale complessivo
Totale numero assoluto
ICD10
1990
48,8
15,5
8,9
24,4
62,1
1995
42,1
18,9
12,2
11,1
45,5
2000
58,8
20,0
26,6
12,2
55,5
2001
50,5
16,8
28,1
5,6
47,2
2002
56,1
14,6
26,9
14,6
44,9
2003
69,6
15,7
35,9
18,0
49,4
2004
84,2
26,9
44,9
12,3
51,6
2005
75,2
25,8
41,5
7,9
51,6
2006
61,7
15,7
38,2
7,9
40,4
2007
59,5
23,6
18,0
18,0
51,6
2008
61,7
22,5
13,5
25,8
41,5
2009
65,1
30,3
18,0
16,8
40,4
2010
60,6
18,0
16,8
25,8
58,4
36,6
20,0
18,9
23,6
19,1
16,8
18,0
10,1
14,6
18,0
11,2
7,9
19,1
25,5
25,5
36,6
23,6
25,8
32,6
33,7
41,5
25,8
33,7
30,3
32,6
39,3
2,2
1,1
4,4
2,2
0,0
1,1
2,2
0,0
2,2
3,4
0,0
3,4
4,5
10,0
11,1
13,3
4,5
10,1
7,9
4,5
6,7
3,4
4,5
11,2
7,9
5,6
13,3
7,8
5,5
0,0
16,6
7,8
8,9
0,0
15,5
11,1
4,4
0,0
15,7
12,3
3,4
0,0
15,7
13,5
2,2
0,0
15,7
12,3
3,4
0,0
9,0
9,0
0,0
0,0
6,7
6,7
0,0
0,0
15,7
11,2
4,5
0,0
19,1
18,0
1,1
0,0
22,5
15,7
6,7
0,0
24,7
18,0
6,7
0,0
14,6
11,2
3,4
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
4,4
5,5
1,1
1,1
3,4
0,0
1,1
2,2
2,2
2,2
0,0
1,1
4,5
34,4
52,1
6,7
20,2
16,8
16,8
9,0
7,9
2,2
33,7
18,0
13,5
9,0
38,8
1.079,2
27,7
969,4
29,9
1.055,9
32,6
1.089,0
32,6
1.144,0
46,0
1.182,2
40,4
1.190,0
973
874
952
970
1.019
1.053
1.060
26,9
30,3
34,8
35,9
1.135,0 1.128,3 1.124,9 1.206,9
1.011
1.005
1.002
1.075
40,4
42,7
1.277,6 1.167,6
1.138
1.040
55
Le Figure 1-7 illustrano la distribuzione dei tassi standardizzati di mortalità dal
1/1/2007 al 30/6/2010 per tutte le cause (Figura 1) e per gruppi di patologie
(Figure 2-7). La standardizzazione è stata effettuata con metodo diretto ed
utilizzando come popolazione di riferimento la popolazione dell’Azienda ULSS
dell’ultimo censimento.
Figura 1 – Tassi di mortalità standardizzati* nell’Azienda ULSS 18,
per Comune e per sesso - Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<80
80-90
91-120
>120
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<80
80-90
91-120
>120
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<80
80-110
111-120
>120
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
Figura 2 – Tassi di mortalità standardizzati*
per patologie dell’Apparato Cardio-circolatorio, per Comune e per sesso
Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<30
30-35
36-40
>40
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<30
30-35
36-40
>40
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<30
30-35
36-40
>40
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
57
Figura 3 – Tassi di mortalità standardizzati* per Patologie Tumorali,
per Comune e per sesso - Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<20
20-25
26-30
>30
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<25
25-30
31-35
>35
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<20
20-25
26-30
>30
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
58
Figura 4 – Tassi di mortalità standardizzati* per patologie dell’Apparato Respiratorio,
per Comune e per sesso - Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<4
4-7
8-10
>10
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<4
4-7
8-10
>10
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<4
4-7
8-10
>10
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
59
Figura 5 – Tassi di mortalità standardizzati* per patologie del Sistema Nervoso,
per Comune e per sesso - Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2,0
2,1-4,0
4,1-6,0
>6,0
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2,0
2,1-4,0
4,1-6,0
>6,0
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2,0
2,1-4,0
4,1-6,0
>6,0
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
60
Figura 6 – Tassi di mortalità standardizzati*
per patologie del Sistema Endocrino-Metabolico, per Comune e per sesso
Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2,5
2,5-5,5
5,6-7,5
>7,5
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2,5
2,5-5,5
5,6-7,5
>7,5
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2,5
2,5-5,0
5,1-7,5
>7,5
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
61
Figura 7 – Tassi di mortalità standardizzati* per Traumi
per Comune e per sesso - Periodo 2007-2010
Totale
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2
2-4
5-6
>6
Maschi
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2
2-4
5-6
>6
Femmine
Tassi standardizzati di
mortalità (x10.000 abitanti)
<2
2-4
5-6
>6
*standardizzazione con popolazione Azienda ULSS 18
62
La mortalità evitabile
La mortalità evitabile, cioè la conclusione della vita in età in cui non si dovrebbe
morire e per cause che possono essere attivamente contrastate dal sistema
sanitario pubblico, rappresenta uno degli indicatori che può essere utilizzato nella
valutazione dell’efficacia pratica dei sistemi sanitari in quanto, in loro assenza, la
mortalità sarebbe determinata esclusivamente da fattori sociali, ambientali e
genetici. I servizi sanitari intervengono al fine di modificare i determinanti negativi
per la salute, per ridurne l’azione e conseguentemente gli effetti. Essa si basa
sull’ipotesi che gli interventi sanitari abbiano la possibilità di evitare, quando
applicati e in determinate fasce di età, gli eventi nella popolazione.
In questa sezione viene analizzata la mortalità evitabile per stimare il numero di
Anni di Vita Persi (AVP), cioè gli anni che potrebbero essere risparmiati attraverso
l’implementazione e l’accettazione di eventuali interventi preventivi.
Gli interventi sono classificabili in 3 gruppi “Prevenzione”, “Diagnosi precoce e
terapia” e “Igiene e Assistenza sanitaria”.
Nella “Prevenzione” vengono compresi gli interventi effettuati per il controllo dei
fattori di rischio e determinanti della salute che rappresentano il maggiore impegno
delle strategie di sanità pubblica e che sono anche quelli più complessi in quanto
intendono agire su abitudini, stili di vita e comportamenti individuali.
Nel secondo gruppo “Diagnosi precoce e terapia” sono incluse le cause per cui c’è
evidenza scientifica di efficacia di riduzione di mortalità attraverso programmi di
screening.
Infine nel terzo gruppo “Igiene e Assistenza sanitaria” appartengono le cause di
morte dovute a patologie il cui il miglioramento è legato alle prestazioni sanitarie di
tipo terapeutico.
In questa analisi è stato calcolato il numero complessivo degli eventi
potenzialmente evitabili nella popolazione assistita dall’Azienda ULSS 18 e i relativi
anni di vita persi, definiti come sommatoria delle differenze tra l’età media di morte
della popolazione nello stesso periodo e l’età reale alla morte di ciascun individuo.
È stata, inoltre, calcolata la percentuale di tali morti sulle morti complessive per
periodo.
La mancata definizione della causa violenta, per quanto riguarda le “cause
traumatiche”, sostituita dalla causa principale di morte, comporta una parziale
distorsione del risultato.
Si è deciso di iniziare l’indagine a partire dal 1990 suddividendo il periodo in trienni.
Per il calcolo dei tassi è stato utilizzato come denominatore la popolazione censita
nel 1991 e nel 2001.
Bisogna porre attenzione alla lettura dei dati per due ragioni, sia per la scelta delle
cause di morte considerate evitabili all’interno dei vari settori di intervento, sia per
le problematiche correlate alla bassa numerosità degli eventi, essendo tale analisi
condotta a livello di un’area territoriale delimitata che induce ad una variabilità
delle osservazioni.
63
Complessivamente nel periodo analizzato (1990-2010) si sono verificate 4.925
morti per cause evitabili, 3.273 nel sesso maschile e 1.652 in quello femminile.
Si segnala un andamento in riduzione della frequenza degli eventi e della
sommatoria degli anni di vita persa nei vari periodi in studio.
La mortalità evitabile rappresenta pertanto il 12,5% del totale delle morti, 15,1% nel
sesso maschile e 7,0% nel sesso femminile.
L’analisi nei trienni, evidenziata nel Grafico 1, mostra una costante riduzione della
percentuale delle morti evitabili rispetto al totale delle morti nel tempo in entrambi i
sessi.
Nei maschi, le condizioni appartenenti al gruppo di cause di morte evitabili
attraverso la “Prevenzione primaria” rappresentano quelle percentualmente più
rappresentate. Al secondo posto per frequenza si collocano le cause del gruppo
“Igiene e Assistenza sanitaria” seguite da quelle evitabili attraverso la “Diagnosi
precoce e terapia”.
Nel sesso femminile si conferma il gruppo della “Prevenzione” al primo posto
seguito le cause di morte del gruppo “Diagnosi precoce e terapia”, mentre quelle
evitabili mediante un’adeguata assistenza sanitaria e attraverso le misure di igiene
sono le meno frequenti.
La differenza tra i due sessi può essere verosimilmente spiegata dal fatto che il
secondo gruppo di cause comprende il “Carcinoma della mammella” e il
“Carcinoma uterino”, neoplasie del sesso femminile, che pur avendo una riduzione
nel tempo in termini di numerosità presentano un ruolo rilevante nelle cause di
mortalità evitabile.
In entrambi i sessi, la riduzione maggiore di morti evitabili si è avuta nell’ambito
delle cause incluse nel primo gruppo della classificazione (“Prevenzione”).
Il Grafico 2 mostra l’andamento dei tassi standardizzati di mortalità evitabile,
riferito a 100.000 residenti, per sesso.
Il tasso standardizzato di mortalità evitabile per cause appartenenti al primo gruppo
evidenzia in entrambi i sessi una costante riduzione facendo presupporre una
efficacia degli interventi di prevenzione attuati.
Tale andamento è meno evidente per le cause dei gruppi “Diagnosi precoce e
terapia” e “Igiene e Assistenza sanitaria”. È da ricordare che dal 2007 vi è stato il
cambiamento del sistema di classificazione della mortalità con l’applicazione dellla
Calassificazione ICD10 (classificazione internazionale delle malattie e dei problemi
correlati) che potrebbe avere permesso una migliore classificazione dei casi di
queste due gruppi.
Per quanto attiene il dato relativo al numero assoluto di anni di vita potenziali persi
(AVP), si evidenzia che complessivamente questi ammontano a 96.323 anni di vita
persi totali, 61.679 nel sesso maschile e 34.644 in quello femminile.
Dal confronto tra i due sessi, emerge che gli AVP sono quasi il doppio nei maschi
rispetto alle femmine, con una differente distribuzione nei tre gruppi di cause di
mortalità evitabile.
64
Grafico 1 – Distribuzione percentuale della mortalità evitabile
rispetto alla mortalità generale per periodo
1990-1992
1993-1995
1996-1998
FEMMINE
MASCHI
prevenzione
prevenzione
diagnosi precoce
assistenza
altre cause
diagnosi precoce
assistenza
altre cause
1999-2001
2002-2004
2005-2007
2008-2010
65
Grafico 2 – Tassi di mortalità evitabile, per 100.000 abitanti,
per tipo, periodo e sesso
Nel Grafico 3 è rappresentata la composizione percentuale degli AVP per gruppi di
cause prevenibili per periodo di osservazione e sesso.
Si registra una maggior frequenza di anni di vita potenziali persi per il primo gruppo
di cause, seguito dal gruppo “Igiene e Assistenza sanitaria”, mentre i decessi per
cause appartenenti al secondo gruppo sono responsabili del minor numero di anni
di vita potenziali persi.
66
I tassi standardizzati di AVP (per 100.000) evidenziano una riduzione costante
delle cause di morte evitabile del gruppo della “Prevenzione” e, analogamente a
quanto riscontrato per i tassi di mortalità standardizzati, il contributo maggiore è
attribuibile a cause del primo gruppo, seguite da quelle appartenenti al secondo
gruppo, mentre il minor numero di anni di vita potenziali persi è legato a cause
appartenenti al terzo gruppo della classificazione (Grafico 4).
Nel sesso maschile si può osservare una diminuzione costante per il gruppo
“Prevenzione” di cause evitabili.
Per il sesso femminile si osserva una riduzione per il gruppo “Prevenzione” e
“Igiene e assistenza sanitaria nel corso del periodo, mentre il gruppo “Diagnosi
precoce e terapia” ha un andamento relativamente costante.
67
Grafico 3 – Distribuzione percentuale degli anni di vita persi, per periodo e sesso
FEMMINE
prevenzione
diagnosi precoce
assistenza
MASCHI
prevenzione
diagnosi precoce
assistenza
68
Grafico 4 – Tassi di anni di vita persi per 100.000 abitanti,
per periodo e sesso
69
Capitolo 2
Prevenzione collettiva e sanità pubblica
70
2.1 Il sistema di sorveglianza sugli stili di vita della popolazione
Introduzione tratta dal rapporto “Buone abitudini per una
vita sana”, presentato al convegno “Le sfide della
promozione della salute, dalla sorveglianza agli
interventi sul territorio”
21-22 giugno 2012 – Venezia (Gruppo PASSI Regione Veneto)
Il programma “Guadagnare Salute” promosso dal Ministero della Salute e approvato con
DPCM 4 maggio 2007, nasce dall’esigenza di diffondere e facilitare,
con un approccio non soltanto medico ma multisettoriale, comportamenti e stili di vita che
influiscono positivamente sullo stato di salute della popolazione.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’86% delle morti, il 75%
delle spese sanitarie in Europa e in Italia, sono determinate da patologie croniche, che
hanno come minimo comune denominatore una scorretta alimentazione, inattività fisica,
abitudine al fumo ed abuso di alcol, principali fattori di rischio di malattie cronicodegenerative.
PASSI è un sistema di sorveglianza della popolazione adulta al quale collaborano tutte le
regioni e province autonome. L’obiettivo e stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di
rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di
prevenzione. Personale delle ASL, specificamente formato, effettua, con un questionario
standardizzato, interviste telefoniche ad un campione rappresentativo della popolazione di
età compresa tra 18 e 69 anni.
In un approccio intersettoriale, uno dei compiti peculiari del personale sanitario è quello di
veicolare alla popolazione a cui ci si rivolge il corretto messaggio di salute. In particolare, il
consiglio del medico, anche se breve, si è dimostrato efficace nel contribuire a modificare gli
stili di vita, ancor più se inserito in un approccio integrato di intervento sulla comunità.
Il questionario PASSI indaga anche la diffusione del messaggio da parte del personale
sanitario nei diversi ambiti della prevenzione, in particolare la modifica degli stili di vita nelle
quattro aree del progetto "Guadagnare salute" (fumo, attività motoria, alimentazione e
consumo di alcol), stimando la prevalenza di persone che ricevono il consiglio da parte degli
operatori sanitari. Questa è un proxy della frequenza con cui il consiglio è stato
effettivamente dato, in quanto, un consiglio troppo breve o poco convinto offerto
dall’operatore può tradursi nel fatto che la persona non ricordi di averlo ricevuto.
Mediante il sistema PASSI e possibile monitorare la maggior parte dei comportamenti
affrontati dal programma “Guadagnare Salute” per verificarne l’andamento nel tempo e per
indirizzare gli interventi di sanità pubblica. Dall’inizio della sorveglianza, aprile 2007, alla fine
del 2011, nel Veneto, sono state intervistate circa 25.000 persone.
Questo report presenta i risultati più importanti (riferiti al periodo 2008-2011 per
Azienda ULSS 18 e Pool di ASL e al 2011 per il Veneto, se non altrimenti
specificato) relativi ai quattro ambiti di “Guadagnare Salute”: alcol, fumo, attvità
fisica e alimentazione.
I paragrafi ed i risultati sono tratti in parte dal “Rapporto nazionale PASSI 2011”, pubblicato
su Epicentro, ed in parte dal rapporto “Buone abitudini per una vita sana” prodotto dal
Gruppo PASSI Regione Veneto. Le elaborazioni relative all’Azienda ULSS 18 sono stati
predisposti dal Coordinatore Aziendale PASSI dell’Azienda ULSS 18.
71
1. L’abitudine al fumo
L’OMS ha definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute
nella Regione Europea”. In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco
dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi e compreso tra
i 35 ed i 65 anni di età.
Il tabacco è una causa nota o probabile di almeno 25 malattie, non solo
oncologiche. Negli uomini il fumo e responsabile del 91% dei decessi per cancro al
polmone e nelle donne del 55% dei casi, per un totale di circa 30mila morti l’anno;
in Italia nel corso degli ultimi vent’anni si è registrata una diminuzione, sia
dell’incidenza che della mortalità per cancro al polmone negli uomini (mortalità: 2,6%), mentre un trend opposto si e osservato nelle donne, con un’accelerazione
dal 1990 per le più giovani (mortalità: +1%).
Anche nell’ULSS 18, dal 1990 ad oggi, è presente una diminuzione dei tassi
standardizzati di mortalità per Tumori di trachea, bronchi e polmoni nel sesso
maschile in contrasto con un aumento progressivo nel sesso femminile (vedi
Relazione socio-sanitaria 2010).
Nell’ULSS 18 (2008-2011) il 56% della popolazione intervistata, tra i 18 e 69 anni,
non ha mai fumato; il 21,5% dichiara di essere un ex fumatore e circa il 23% fuma.
Tra questi ultimi, i forti fumatori, cioè coloro che fumano più di 20 sigarette, sono il
3,2%.
Tali percentuali stimano una fetta importante della popolazione (28.000 fumatori e
3.900 forti fumatori) che necessita di un’attenzione particolare in termini di
prevenzione e assistenza.
Una piccola percentuale di fumatori (0,7%) si trova nella situazione di avere
sospeso l’abitudine da meno di sei mesi (fumatori in astensione, considerati non
ancora ex fumatori in base alla definizione OMS).
I fumatori occasionali, cioè quelli che non fumano tutti i giorni, sono il 3,7%.
I fumatori abituali hanno dichiarato di fumare in media 11 sigarette al giorno.
In Veneto (2011) il 54% della popolazione non ha mai fumato; il 21,5% dichiara di
essere un ex fumatore, circa un quarto (24,5%) sono fumatori e corrispondono a
circa 830.000 persone). I forti fumatori risultano essere circa 26.000.
Una piccola percentuale di fumatori (1,3%) sono fumatori in astensione ed il 2,5%
fumatori occasionali.
In Italia negli ultimi 40 anni la percentuale di fumatori negli uomini si è
progressivamente ridotta ed attualmente la maggioranza degli adulti non fuma o ha
smesso di fumare.
Dalle interviste nel Pool ASL (2008-2011) 3 adulti su 10 (28%) risultano fumatori,
più frequenti tra i giovani-adulti di 25-34 anni, nella popolazione più svantaggiata
dal punto di vista socio-economico e tra gli uomini (sebbene in alcune Regioni i dati
mostrino una prevalenza di donne fumatrici paragonabile a quella maschile).
72
Caratteristiche dei fumatori di sigaretta (Grafico 1)
Nell’ULSS 18 si osserva una prevalenza più elevata di fumatori:
- tra le persone sotto i 35 anni;
- tra gli uomini;
- tra le persone con difficoltà economiche.
L’abitudine al fumo per fascia di età, evidenzia che tra i 18 e i 34 anni circa un
quarto dei giovani fuma: tale dato contrasta con ciò che avviene nella fasce più
adulte, dove la consapevolezza dei rischi porta ad una flessione delle percentuali.
In Veneto e in Italia le caratteristiche dei fumatori sono simili ma è maggiore il
numero dei giovani tra i 18 e i 34 anni che fuma, sono infatti circa un terzo.
Le domande e l’attenzione di Medici e operatori sanitari
Nell’ULSS 18 complessivamente il 41% delle persone che si sono rivolte a un
medico o a un operatore sanitario nell’ultimo anno ha dichiarato di aver ricevuto
domande sul proprio comportamento riguardo all’abitudine al fumo. Il 52% dei
fumatori, che sono stati da un medico o un operatore sanitario negli ultimi 12 mesi,
ha dichiarato di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare
In Veneto il 43% degli intervistati riferisce che un medico/operatore sanitario gli ha
chiesto se fuma ed il 57% gli ha consigliato di smettere di fumare, mentre a livello
di Pool di Asl partecipanti le percentuali erano rispettivamente 41% e 57%; in
particolare, nel 25% dei casi il consiglio è stato dato a scopo preventivo, nel 18%
per specifici problemi di salute dell’intervistato, nel 15% per entrambi i motivi.
Smettere di fumare
La dipendenza dalla nicotina, caratterizzata dalla ricerca compulsiva della sostanza
e dall’abuso, è la causa che induce la maggior parte dei fumatori a fumare tutti i
giorni, sebbene consapevoli dei danni provocati dal fumo.
I benefici derivanti dalla cessazione dell’abitudine al fumo sono noti e cadenzati
nella loro sequenza temporale. Alcuni di questi si ottengono a brevissimo termine
dall’“ultima sigaretta”, altri impiegano mesi o anni per consolidarsi. Tutti
rappresentano comunque elementi essenziali da conoscere per favorire un
processo di cambiamento e una motivazione alla decisione di cessazione.
Smettere di fumare da soli è possibile, ma chi intende abbandonare la dipendenza
dal tabacco può contare sul sostegno di professionisti ed esperti. Sul territorio
nazionale, così come nell’ULSS 18, sono presenti, infatti, ambulatori per la
cessazione dal fumo di tabacco.
Nell’ULSS 18, 3 fumatori su 10 hanno tentato di smettere nei 12 mesi precedente
l’intervista, circa 9.500 fumatori: 10 su 100 sono riusciti a smettere, 9 stanno
ancora tentando, 81 non ci sono riusciti.
Tra le persone che hanno tentato di smettere di fumare nell’ultimo anno,
indipendentemente dall’esito del tentativo, il 95,4% l’ha fatto da solo, lo 0,5% ha
fatto uso di farmaci, lo 0,5% ha partecipato a corsi o incontri organizzati da altri
enti, il 3,7% “altro e non ricordo”.
73
In Veneto 4 fumatori su 10 hanno tentato di smettere nei 12 mesi precedenti
l’intervista, circa 360.000 fumatori: 7 su 100 sono riusciti a smettere, 12 stanno
ancora tentando, 81 non ci sono riusciti.
Non c’e differenza di percentuale tra uomini e donne che hanno tentato di smettere
(45%); risultano, invece, più frequenti i giovani che tentano di smettere (53%)
rispetto alle persone tra i 50 e 69 anni (39%).
Tra le persone che hanno tentato di smettere di fumare nell’ultimo anno,
indipendentemente dall’esito del tentativo, il 95% l’ha fatto da solo, l’1% ha fatto
uso di farmaci, l’1% ha partecipato a incontri o corsi organizzati dalle ASL e lo
0,4% ha partecipato a corsi o incontri organizzati da altri enti.
In Italia 4 fumatori su 10 hanno tentato di smettere di fumare, restando almeno un
giorno liberi dal fumo. Questo indicatore registra una diminuzione statisticamente
significativa nel periodo in tutta Italia e soprattutto nelle Regioni del Sud.
Nella quasi totalità dei casi, chi ha tentato di smettere nell’ultimo anno l’ha fatto da
solo; solo 3 fumatori su 100 hanno usato farmaci o cerotti e meno di 1 su 100 si è
rivolto ai servizi o ai corsi offerti dalle ASL. Queste percentuali sono molto simili sia
tra chi ha tentato di smettere ed è riuscito, sia tra chi ha tentato e non è riuscito a
smettere.
L’esposizione a fumo passivo
Essere esposti a fumo passivo aumenta il rischio di gravi patologie, come cancro e
malattie cardiovascolari negli adulti e nei bambini. Dall’entrata in vigore
dell’applicazione del divieto di fumo nei locali pubblici, studi condotti in ambiti
territoriali diversi hanno evidenziato una riduzione del tasso di ricoveri per infarto
miocardico acuto.
Il divieto di fumare è rispettato sempre o quasi sempre nei locali pubblici: è quanto
dichiarano oltre 9 persone su 10 nell’ULSS 18 ed in Veneto. Anche tra gli adulti
che lavorano in ambienti chiusi, circa 9 persone su 10 riferiscono che il divieto di
fumare è rispettato sempre o quasi sempre sul luogo di lavoro
Valori un po’ inferiori si riscontrano a livello di Pool di ASL.
L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico invece è ancora frequente a
livello di Pool di ASL, infatti il 25% (1 intervistato su 4) dichiara che è ammesso il
fumo nella propria abitazione, mentre nell’ULSS 18 ed in Veneto gli intervistati
sono circa la metà (12%).
La situazione migliora in case in cui sono presenti minori di 15 anni, ma ancora, in
Italia, in 2 abitazioni su 10 in cui vivono minori c’è comunque la possibilità di
fumare.
La geografia dell’esposizione al fumo passivo disegna un chiaro gradiente NordSud: secondo quando percepiscono le persone intervistate da PASSI, il rispetto del
divieto di fumo nei luoghi pubblici e di lavoro sembra essere significativamente più
elevato nelle Regioni del Nord e meno in quelle del Centro e soprattutto del Sud.
Significativo sembra l’aumento del rispetto del divieto di fumo nei luoghi pubblici e
di lavoro che si osserva nel quadriennio 2008-2011 in tutte le macroaree del
Paese.
74
Conclusioni
La maggioranza degli adulti in Italia non fuma o ha smesso di fumare. Solo tre
adulti su dieci hanno questa abitudine, più frequente tra gli uomini, negli adulti di
25-34 anni e nella popolazione più svantaggiata dal punto di vista socioeconomico.
Il contrasto al fumo è efficace solo se imperniato su una politica generale e una
pluralità di interventi. In questo senso, l’Italia è fortemente impegnata nel Piano
sanitario della prevenzione 2010-2012, con piani di contrasto al tabagismo in quasi
tutte le Regioni.
Fumare è attualmente una scelta consentita che può essere proibita solo ai minori.
La comunità dei non fumatori va invece difesa nel suo insieme dai pericoli per la
salute derivanti dall’esposizione passiva al fumo, con una particolare attenzione
nel prevedere interventi specifici a favore dei meno tutelati.
La legge sul divieto di fumo dei locali pubblici e sui luoghi di lavoro rappresenta un
importante traguardo per la salute pubblica nel Paese. L’attività ispettiva in luoghi
di lavoro e locali pubblici potrebbe ridurre le disuguaglianze rispetto
all’applicazione della legge sul divieto di fumo ancora registrabili fra le diverse
Regioni.
L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora frequente, soprattutto
se si considera che il divieto parziale ha un’efficacia ridotta. Si dovrebbe
promuovere una maggiore comunicazione sulla pericolosità dell’esposizione al
fumo passivo, in particolar modo rivolta ai genitori di bambini.
Abitudine al fumo
PASSI 2008-2011 (* 2011)
1
ULSS 18
Veneto
Pool
ASL
52,2%
18,9%
28,8%
Non fumatori
55,7%
*54,0%
2
Ex fumatori
21,5%
*21,5
3
Fumatori
22,8%
*24,5
Riferisce che un medico/operatore sanitario gli ha
41,1%
43,3%
41,4%
4
chiesto se fuma
Riferisce che un medico/operatore sanitario gli ha
52,4%
56,6%
56,8%
4
consigliato di smettere di fumare
Fumatori che hanno tentato di smettere nell’ultimo
33,6%
44,3%
40,3%
anno
5
Tentativo riuscito
10,4%
7,6%
∼ 7%
Fumatori che hanno tentato di smettere da soli
95,4%
95,1%
94,4%
94,5%
Divieto di fumare rispettato nei locali pubblici
94,4%
87,3%
sempre o quasi sempre
91,3%
sul luogo di lavoro
92,8%
88,7%
Divieto assoluto di fumare nella propria abitazione
87,5%
87,5%
74,5%
1
chi non ha mai fumato o ha fumato meno di 100 sigarette nella propria vita e che
attualmente non fuma
2
chi ha smesso da più di 6 mesi
3
chi ha fumato più di 100 sigarette nella propria vita e attualmente fuma tutti giorni o
qualche giorno o ha smesso da meno di 6 mesi
4
tra coloro che sono stati da un medico o un operatore sanitario negli ultimi 12 mesi
5
Astinenti da 6 mesi o più
75
SESSO
Grafico 1 - Caratteristiche dei fumatori di sigaretta
ULSS 18 e Pool ASL 2008-2011- Veneto 2011
21%
19%
femmine
24%
34%
28%
26%
maschi
18%
19%
50-69 aa
23%
30%
24%
24%
ETA'
35-49 aa
25-34 aa
29%
32%
32%
DIFFICOLTA'
ECONOMICHE SCOLARITA'
18-24 aa
35%
35%
24%
25%
26%
bassa
29%
26%
24%
alta
20%
25%
23%
21%
senza
28%
con
33%
25%
ULSS 18
Veneto
Pool ASL
2. Il consumo di alcol
Nell’ambito della promozione di stili di vita sani, il consumo di alcol ha assunto
un’importanza sempre maggiore, perché l’alcol è associato a numerose malattie:
cirrosi del fegato, malattie cardiovascolari e tumori, malattie neuropsichiatriche,
problemi di salute materno-infantile, ecc., inoltre, può creare dipendenza e
provoca, come effetto immediato, alterazioni psicomotorie che espongono a un
aumentato rischio di incidenti stradali, comportamenti sessuali a rischio, infortuni
sul lavoro, episodi di violenza.
76
Il danno causato dall’alcol, oltre che alla persona che beve, può estendersi quindi
alle famiglie e alla collettività, gravando sull’intera società. Anche l’impatto
economico è notevole: si stima che i costi indotti dal consumo di alcol, nei Paesi ad
alto e medio reddito, ammontino a più dell’1% del Prodotto Interno Lordo.
I rischi di danni alcol-correlati (immediati e cronici) e di dipendenza alcolica variano
in funzione di diversi fattori:
1. la quantità complessiva di alcol bevuta abitualmente,
2. la quantità di alcol assunta in una singola occasione,
3. le modalità e il contesto di assunzione dell’alcol.
Non è possibile stabilire limiti al di sotto dei quali i rischi si annullano.
Per definire il consumo moderato, le istituzioni sanitarie internazionali e nazionali
hanno individuato, e aggiornano continuamente, i livelli e le modalità di consumo,
che comportano rischi per la salute modesti, tali da poter essere considerati
accettabili. Il consumo di alcol è definito a maggior rischio, se vengono superati tali
limiti.
PASSI misura il consumo di alcol in Unità Alcoliche Standardizzate (UA).
L’UA corrisponde a 12 grammi di alcol puro (etanolo),
quantità approssimativamente contenuta in una lattina
di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml) o un
bicchierino di liquore (40 ml), alle gradazioni tipiche
di queste bevande.
PASSI monitora diversi aspetti del consumo a maggior rischio mediante indicatori specifici e
la soglia del consumo moderato, adottata è pari a due unità alcoliche al giorno per gli
uomini e un’unità per le donne bevute in media al giorno, quindi al di sopra di tale limite, il
consumo di alcol è considerato a rischio:
1. consumo abituale elevato: per gli uomini, più di 2 UA medie giornaliere, corrispondenti
a più di 60 unità alcoliche negli ultimi 30 giorni, e per le donne, più di 1 unità alcolica media
giornaliera, corrispondente a più di 30 unità alcoliche negli ultimi 30 giorni [1],
2. consumo binge: consumo, almeno una volta negli ultimi 30 giorni, di 5 o più (per gli
uomini) o 4 o più (per le donne) unità alcoliche in una singola occasione [2],
3. consumo esclusivamente o prevalentemente fuori pasto.
[1] Questo indicatore, in precedenza denominato “forte bevitore” veniva calcolato in base al
valore medio nei soli giorni di assunzione di bevande alcoliche, e quindi comportava una
sovrastima della prevalenza di consumo abituale elevato. Anche se l’indicatore è stato
ridefinito, è possibile calcolarne il valore anche per gli anni passati, consentendo perciò di
effettuare confronti tra periodi diversi e di rilevare trend.
[2] Nel 2010 è stata modificata la definizione di consumo binge, che in precedenza era pari
a 6 UA in entrambi i sessi, per allinearla alla definizione adottata dal BRFSS americano e da
altre istituzioni sanitarie. Il cambiamento della soglia ha comportato la modifica della relativa
domanda del questionario; perciò i valori di questo indicatore calcolati a partire dal 2010 non
sono direttamente confrontabili con quelli degli anni precedenti.
Nell’ULSS 18, il 55% degli intervistati dichiara di aver bevuto almeno 1 unità di
bevanda alcolica nell’ultimo mese, risultano cioè “bevitori”, mentre il 25% risulta
77
consumatore “a maggior rischio”. Queti ultimi sono significativamente più frequenti
nelle classi di età più giovani 18-34 anni, in particolare nei 18-24enni oltre 4 giovani
su 10 (43%); nelle persone con un livello di istruzione medio-alto e nelle persone di
sesso maschile (20% M vs 13% F).
In Veneto il 65% degli intervistati dichiara di aver bevuto almeno 1 unità di bevanda
alcolica nell’ultimo mese ed il 25% risulta consumatore a maggior rischio,
significativamente più frequente nelle classi di età più giovani 18-34 anni: nei 1824enni più della metà dei giovani ha modalità di assunzione di alcol a rischio
(54%); nelle persone con un livello di istruzione medio-alto e nelle persone di
sesso maschile (33% Mvs 17% F). Analizzando insieme tutte queste caratteristiche
con un modello logistico, si confermano come significative le associazioni tra
consumo alcolico a rischio, età e sesso.
In Italia la maggioranza della popolazione non beve alcol (44%) o beve
moderatamente (39%). Tuttavia, si stima che più di 1 adulto su 6 abbia abitudini di
consumo considerate a “maggior rischio” per quantità o modalità di assunzione
(con maggiore diffusione nelle Regioni settentrionali).
A differenza di altri fattori di rischio comportamentali, il consumo di alcol è più
diffuso nelle persone con nessuna difficoltà economica e più alti livelli di istruzione.
Nel Pool di ASL il consumo a maggior rischio (17%) risulta più frequente tra i
giovani di età 18-34 (in modo particolare tra i 18-24enni), gli uomini, le persone con
livello di istruzione medio-alto e quelle che non hanno difficoltà economiche,
mentre non c’è differenza per la cittadinanza.
Le caratteristiche dei bevitori a maggior rischio sono riportate nel Grafico 2.
Il consumo binge
Nell’ULSS 18, nel periodo 2010-2011 cioè da quando è stata adottata la nuova
definizione di “consumo di 5 o più UA per gli uomini o 4 o più UA per le donne in
una singola occasione, almeno una volta negli ultimi 30 giorni, il consumo “binge” è
dichiarato dal 6,6% degli intervistati, cioè da circa 8.000 persone, ed è più
frequente:
- nei maschi (9,3% vs 4,0%),
- nella classe di età 18-24 aa (16,7%), seguita da 25-34 aa (9,5%),
scendendo nella classe 35-39 aa (5,5%) e 50-69 aa (4,2%),
- le persone con un alto grado di istruzione (diploma+laurea) (7,2% vs 5,9%),
- tra chi ha dichiarato molte difficoltà economiche (8,9%), rispetto a chi ha
qualche difficoltà (7,0%) o nessuna difficoltà (6,0%).
Risultano pertanto bevitori binge circa 1.800 giovani tra i 18 e i 24 anni e 1.900 tra i
25 e i 34 anni per un totale di oltre 3.700 consumatori.
In Veneto i bevitori binge risultano essere, nel 2011, il 12,1% cioè circa 400.000
persone di cui 69.000 giovani tra i 18 e i 24 anni.
Nel Pool ASL la percentuale di bevitori binge è risultata dell’8,6%, con
caratteristiche comuni al Veneto e all’ULSS 18: più frequente tra i giovani dai 18 ai
34 anni (in modo particolare tra i 18-24enni), gli uomini, le persone con livello di
istruzione alto e quelle senza difficoltà economiche.
78
L’attenzione degli operatori sanitari al consumo di alcol
Secondo i dati PASSI solo una minoranza dei Medici e degli altri operatori sanitari
si informa riguardo al consumo di alcol dei propri assistiti.
I Medici di Medicina Generale e gli altri operatori sanitari dovrebbero cercare
sistematicamente di individuare, tra i loro assistiti, coloro per cui il bere alcol è
diventato o sta diventando un problema e un rischio.
Nell’ULSS 18, nel 2008-2011 il 18% degli intervistati, che dichiara di essersi recato
dal Medico negli ultimi 12 mesi, afferma che ha ricevuto domande sul consumo di
alcol da un operatore sanitario, mentre, nel 2010-2011 all’8% dei consumatori a
maggior rischio è stato consigliato di ridurre il consumo.
In Veneto, nel 2011, queste percentuali erano rispettivamente del 21% e del 6%.
Nel Pool di ASL il 15% degli intervistati dichiara che un operatore gli ha fatto
domande circa l’assunzione di bevande alcoliche ed il 6% dei consumatori a
maggior rischio ha ricevuto il consiglio di ridurre la quantità di alcol bevuta.
Conclusioni
Secondo le indicazioni dell’OMS, alcuni settori della società e certe circostanze
dovrebbero essere alcol-free (l’infanzia, l’adolescenza, gli ambienti frequentati dai
giovani, la guida, i luoghi di lavoro, o in presenza di condizioni in cui l’assunzione di
alcol è controindicata come la gravidanza): i dati PASSI raccolti indicano che
queste sono aree di intervento in cui sono possibili grandi miglioramenti.
Secondo l’ottica di “Guadagnare Salute” adottare l’approccio “salute in tutte le
politiche” è una grande opportunità in grado di considerare adeguatamente il
rispetto del diritto a una vita, una famiglia, una società e un luogo di lavoro protetto
dagli effetti negativi dell’uso rischioso e dannoso di alcol (Carta europea sull’alcol,
1994), per poter intervenire sul contesto al fine di rendere più facili le scelte salutari
e quindi ridurre il consumo di alcol.
Per quanto riguarda gli interventi finalizzati a ridurre i danni causati dall’alcol, è
stata dimostrata l’efficacia di politiche e normative che intervengono sulle
caratteristiche della commercializzazione dell’alcol, in particolare il prezzo, la
reperibilità e l’accessibilità del prodotto. Nell’ottica, quindi, del programma
“Guadagnare Salute”, è fondamentale intervenire sul contesto per rendere più facili
le scelte salutari: far diventare l’alcol meno facilmente reperibile ed eliminare la
pubblicità di bevande alcoliche, rappresentano interventi appropriati per la
riduzione degli effetti nocivi dall’alcol.
Le campagne di informazione e i programmi di educazione alla salute giocano un
ruolo chiave nella sensibilizzazione sull’argomento, favorendo l’accettazione di
politiche e misure rivolte alla riduzione del consumo.
Secondo le indicazioni del programma “Guadagnare Salute”, è importante che gli
operatori sanitari, e in particolare i Medici di Medicina Generale, dedichino
attenzione al consumo di alcol dei propri assistiti, in modo da consentire
l’identificazione precoce dei soggetti a rischio nonché la pratica dell’intervento
breve e del counselling nei confronti del consumo alcolico nocivo. Secondo i dati
PASSI solo una minoranza dei Medici e degli altri operatori sanitari si informa
79
riguardo al consumo di alcol dei propri assistiti; inoltre, solo poche persone con
consumi a maggior rischio riferiscono di aver ricevuto dal proprio Medico il
consiglio di moderare il consumo.
Consumo di alcol
PASSI 2008-2011 (*2011)
Consumo di alcol (almeno una unità alcolica nell’ultimo
mese)
Bevitori fuori pasto (esclusivamente o prevalentemente)
Consumo abituale elevato 1
Bevitori binge 2
Consumo a maggior rischio
3
ULSS 18
Veneto
Pool
ASL
55,4%
*64,9%
56,6%
8,2%
7,0%
*12,6%
*6,2%
7,9%
4,6%
2010-2011
2010-11
2010-2011
6,6%
12,1%
8,6%
2010-2011
2010-11
2010-2011
16,7%
24,4%
17,0%
Chiesto dal Medico/operatore sanitario sul consumo
18,2%
*20,7%
15,2%
2010-2011
Consigliato dal Medico/operatore sanitario, ai 2010-2011
*6,3%
7,7%
6,4%
bevitori a rischio, di ridurre il consumo
1
più di 2 unità alcoliche in media al giorno per gli uomini (+ di 60 negli ultimi 30 giorni), più di
1 (+ di 30 negli ultimi 30 giorni) per le donne
2
5 o più UA per gli uomini e 4 o più per le donne in una singola occasione, almeno 1 volta
negli ultimi 30 giorni (dal 2010)
3
bevitori fuori pasto e/o bevitori binge (definizione 2010) e/o consumo abituale elevati:
poiché una persona può appartenere a più di una categoria la percentuale può non
corrispondere alla somma delle tre tipologie
80
SESSO
Grafico 2 - Caratteristiche dei bevitori a maggior rischio
ULSS 18 e Pool ASL 2008-2011 - Veneto 2011
femmine
maschi
ETA'
50-69 aa
35-49 aa
11%
13%
12%
17%
33%
20%
13%
19%
14%
12%
30%
18%
24%
25-34 aa
33%
21%
33%
DIFFICOLTA'
ECONOMICHE
SCOLARITA'
18-24 aa
bassa
43%
14%
nessuna
qualche
molte
21%
14%
19%
alta
28%
19%
19%
17%
15%
15%
15%
ULSS 18
54%
26%
22%
24%
24%
Veneto
Pool ASL
Alcol e guida
Nei Paesi che sorvegliano il fenomeno, in media circa uno su cinque dei
conducenti, deceduti a seguito di un incidente stradale, ha una concentrazione di
alcol nel sangue superiore al limite legale, che in Italia, come nella maggioranza
delle altre nazioni, è pari a 0,5 grammi per litro.
PASSI rileva i dati relativi alla frequenza di guida sotto l’effetto dell’alcol riferiti dagli
intervistati che hanno viaggiato in auto o in moto, negli ultimi 30 giorni, sia come
conducenti sia come persone trasportate.
81
Secondo i dati 2008-2011 del sistema di sorveglianza PASSI, nell’ULSS 18 tra i
bevitori di 18-69 anni che hanno guidato l’auto/moto negli ultimi 30 giorni, il 10,1%
dichiara di aver guidato sotto l’effetto dell’alcol, cioè dopo avere bevuto nell’ora
precedente almeno 2 unità alcoliche. La guida sotto l’effetto dell’alcol è un
comportamento riferito più spesso:
- dagli uomini (14,2%) che dalle donne (1,8%),
- nella classe di età 18-24 anni (16,0%) contro l’8,8% nei 25-34enni, il 9,0%
nei 35-49enni ed il 10,1% nei 50-69enni,
- nelle persone con qualche o senza difficoltà economiche (10% vs 5% di chi
dichiara molte difficoltà),
- mentre non ci sono differenze per quanto riguarda il livello di istruzione.
Il 7,9% ha dichiarato di essere stato trasportato da un conducente sotto effetto
dell’alcol (persone che dichiarano di aver viaggiato come passeggeri di veicoli
guidati da persona che ha consumato 2 o più unità alcoliche entro un’ora prima di
mettersi alla guida, su tutti quelli che hanno viaggiato come passeggeri negli ultimi
30 giorni).
In Veneto nello stesso periodo, l’11,8% dichiara di aver guidato sotto l’effetto
dell’alcol, mentre a livello di Pool di ASL il 10,3% dichiara di aver guidato e il 7,0 di
essere stato trasportato da un conducente sotto effetto dell’alcol.
Osservando il fenomeno analizzato per mese nel periodo 2008-11, a livello di Pool
di ASL omogeneo, si nota un decremento significativo: si passa in media dal 12%
al 9%.
Guida sotto l’effetto dell’alcol nei più giovani
Per quanto riguarda il consumo di alcol prima di mettersi alla guida, meritano di
essere monitorati con attenzione:
- i giovani di 18-25 anni, poiché, a parità di alcolemia (anche se non supera la
soglia legale), sono esposti a un rischio maggiore di incidenti
- tra questi, i giovani di 18-21 anni, poiché per questa fascia d’età la soglia
legale di alcolemia consentita in Italia è pari a zero; ogni livello di consumo
va perciò considerato inappropriato.
Nell’Azienda ULSS 18, il 14,0% dei ragazzi intervistati tra i 18 e i 25 anni ha
dichiarato di aver guidato sotto l’effetto dell’alcol.
A livello nazionale la percentuale è risultata pari al 12%, ed anche se il valore è
poco differente dalla media relativa a tutte le età, il rischio di incidenti associato a
questo comportamento è decisamente più alto. Nei giovani di età compresa tra i 18
e 21 anni, poi, 1 su 10 ha dichiarato di aver guidato dopo aver bevuto. Questo
comportamento, oltre a comportare un rischio elevato di incidenti, è legalmente
sanzionabile.
I controlli delle forze dell’ordine (2010-11)
Nell’ULSS 18 il 39,7% degli intervistati ha riferito di aver subito almeno un controllo
da parte delle forze dell’ordine negli ultimi 12 mesi ed in media il numero dei
controlli è stato pari a 2. Tra chi è stato fermato, il 16,2% riferisce che il guidatore è
stato sottoposto all’etilotest.
82
In Veneto il 39,6% ha dichiarato di aver avuto almeno un controllo, con una media
di 2 controlli, ed il 13,3% di essere stato sottoposto ad etilotest, mentre a livello di
Pool di ASL le percentuali sono rispettivamente del 35,1% e 11,1%.
Il ricorso all’etilotest risulta più alto nelle fasce di età più giovane (nel Pool di ASL
dal 23% dei 18-24enni al 5% dei 50-69enni) ed è maggiore negli uomini rispetto
alle donne (14% contro 6%).
Conclusioni
Una minoranza, piccola ma consistente, ha dichiarato di guidare anche quando è
sotto l’effetto dell’alcol, facendo correre seri rischi a sé e agli altri. Sembra
comunque che la situazione stia lentamente migliorando (la percentuale in Italia è
scesa dal 12% del 2008 al 9% del 2011). I controlli sistematici con etilotest sono
uno strumento di provata efficacia per la riduzione della mortalità dovuta agli
incidenti stradali, ma risultano ancora poco diffusi anche se in miglioramento al
Sud: rimane pertanto ampio il margine di miglioramento nelle pratiche di
prevenzione e di contrasto.
Sebbene i comportamenti individuali rappresentino fattori di primaria importanza,
per migliorare la sicurezza stradale, sono indispensabili anche interventi strutturali
e ambientali. A questo proposito è opportuno sottolineare come, in una prospettiva
di lungo periodo, le politiche per la riduzione dell’uso di auto e moto, a favore del
trasporto pubblico e del trasferimento attivo (andare a piedi o in bicicletta, in
condizioni che garantiscano la sicurezza), creano sinergie positive: riducono gli
incidenti stradali, promuovono l’attività fisica e migliorano la qualità dell’aria.
3. L’attività fisica
Esiste ormai un ampio consenso circa il livello dell’attività fisica da raccomandare
nella popolazione adulta: almeno 30 minuti di attività moderata al giorno per 5
giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni
la settimana. Promuovere l’attività fisica rappresenta pertanto un’azione di sanità
pubblica prioritaria, ormai inserita nei piani e nella programmazione sanitaria in
tutto il mondo.
In Italia, sia nel Piano Sanitario Nazionale sia nel Piano Nazionale della
Prevenzione, si sottolinea l’importanza dell’attività fisica per la salute; il programma
“Guadagnare Salute” si propone di favorire uno stile di vita attivo, col
coinvolgimento di diversi settori della società allo scopo di “rendere facile” al
cittadino la scelta del movimento.
Come ormai è ben noto l’attività fisica svolta con regolarità induce numerosi
benefici per la salute, aumenta il benessere psicologico e previene una morte
prematura. In particolare, chi pratica regolarmente l’attività fisica riduce
significativamente il rischio di avere problemi di: ipertensione, malattie
cardiovascolari, diabete tipo 2, osteoporosi, depressione, traumi da caduta degli
anziani, alcuni tipi di cancro, come quello del colon-retto, del seno e
dell’endometrio (ma esistono prove, seppure ancora incomplete, di una riduzione
del rischio anche di cancro del polmone e della prostata).
83
Inoltre, il sovrappeso e l’obesità, problemi ovunque in aumento, sono causati
essenzialmente dalla combinazione di sedentarietà e cattiva alimentazione.
È importante, inoltre, che gli operatori sanitari raccomandino lo svolgimento di
un’adeguata attività fisica: i loro consigli, in combinazione con altri interventi,
possono essere molto utili nell’incrementare i livelli di attività fisica dei loro assistiti.
I sedentari e gli attivi
Nell’ULSS 18 il 27,6% delle persone intervistate riferisce di effettuare un lavoro
pesante o di praticare attività fisica a un livello che può essere definito attivo. Il
32,9% non effettua un lavoro pesante e pratica attività fisica in quantità inferiore a
quanto raccomandato (è dunque parzialmente attivo), mentre il 39,5% risulta
completamente sedentario: circa 48.000 persone.
La sedentarietà aumenta all’aumentare dell’età ed è più frequente nelle donne,
nelle persone che hanno il minor grado di istruzione e molte difficoltà economiche.
In Veneto il 32% delle persone intervistate risulta avere uno stile di vita attivo, il
44% parzialmente attivo) mentre il 24% completamente sedentario (800.000
persone).
Nel Pool ASL il 33% degli intervistati riferisce di effettuare un lavoro pesante o di
praticare attività fisica a un livello che può essere definito attivo. Il 37% non effettua
un lavoro pesante e pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto
raccomandato (è dunque parzialmente attivo), mentre il 30% risulta completamente
sedentario.
Le caratteristiche dei sedentari sono riportate nel Grafico 3
Lo stile di vita sedentario e la compresenza di altre condizioni di rischio
La sedentarietà si associa spesso ad altre condizioni di rischio, in particolare,
nell’ULSS 18 è risultata associata nel 39% alla depressione, nel 37%
all’ipertensione, nel 43% al sovrappeso/obesità e nel 45% all’abitudine al fumo.
In Veneto è risultato essere sedentario il 31% delle persone con sintomi di
depressione, il 26% degli ipertesi, il 26% dei fumatori e il 26% delle persone con
eccesso ponderale.
L’autopercezione del livello di attività fisica
La percezione che la persona ha del proprio livello di attività fisica praticata è
importante in quanto condiziona eventuali cambiamenti verso uno stile di vita più
attivo. Non sempre la percezione soggettiva del livello di attività fisica praticata
corrisponde a quello dell’attività effettivamente svolta.
Nell’Azienda ULSS, tra le persone attive, il 35% ha giudicato la propria attività
fisica non sufficiente, mentre il 40% delle persone parzialmente attive ed il 27% dei
sedentari ha percepito il proprio livello di attività fisica come sufficiente.
In Veneto tra le persone attive, il 32% ha giudicato la propria attività fisica non
sufficiente, il 46% delle persone parzialmente attive ed il 17% dei sedentari ha
percepito il proprio livello di attività fisica come sufficiente.
Nel Pool di Asl partecipanti, tra le persone attive, il 30% ha giudicato la propria
attività fisica non sufficiente, il 49% delle persone parzialmente attive ed il 20% dei
84
sedentari, quindi 1 su 5, ha percepito il proprio livello di attività fisica come
sufficiente.
La promozione dell’attività fisica da parte degli operatori sanitari
Nell’Azienda ULSS 18, al 34,6% degli intervistati, che sono stati dal medico negli
ultimi 12 mesi, è stato chiesto se svolgono regolarmente attività fisica, mentre al
35,2% è stato consigliato di praticarla.
In Veneto al 37% delle persone è stato chiesto ed al 37% è stato consigliato di
praticare attività fisica. Nel Pool di ASL il 32% delle persone intervistate riferisce di
aver ricevuto domande circa l’attività fisica effettuata e il 32% di aver ricevuto il
consiglio di farla.
Conclusioni
In Italia, la prevalenza di sedentari non accenna a ridursi nel corso del 2008-2011,
e si osserva inoltre un chiaro gradiente Nord-Sud con differenze significative nel
confronto tra Regioni: la P.A. di Bolzano presenta la percentuale significativamente
più bassa di sedentari (1 persona su 10), mentre in Basilicata si registra quella più
alta (5 persone su 10).
L’attività fisica, oltre ad essere uno dei punti cardine dei Piani regionali della
prevenzione per il triennio 2010-2012, è oggetto di progetti specifici sul territorio
(come per esempio in Veneto) che ne supportano la promozione tramite iniziative
di formazione dedicate agli operatori.
È rilevante che la Sorveglianza PASSI sia in grado di misurare i progressi nella
pratica dell’attività fisica, anche in termini di una riduzione delle disuguaglianze
sociali, particolarmente accentuate in questo ambito. Per questo, assume rilevanza
l’obiettivo del programma Guadagnare Salute di rendere facile al cittadino la scelta
del movimento, a partire dall’attenzione alla realizzazione di un ambiente che non
lo ostacoli ma che, anzi, lo favorisca.
Livello di attività fisica
PASSI 2008-2011 (*2011)
ULSS 18
Veneto
Pool
ASL
33,0%
36,9%
30,1%
Attivo 1
27,6%
*32%
Parzialmente attivo 2
32,9%
*44%
Sedentario 3
39,5%
*24%
Riferisce che un medico/operatore sanitario gli ha
34,6%
*37,1%
31,5%
chiesto se fa regolare attività fisica 4
Riferisce che un medico/operatore sanitario gli ha
35,2%
*37,4%
31,6%
consigliato di fare più attività fisica 4
Sedentari che percepiscono sufficiente il proprio
27,2%
*16,7%
20,6%
livello di attività fisica (autopercezione scorretta)
1
Lavoro pesante oppure adesione alle linee guida (30 min. di attività moderata per almeno
5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 min. per almeno 3 giorni)
2
Non fa lavoro pesante, ma fa qualche attività fisica nel tempo libero, senza però
raggiungere i livelli raccomandati
3
Non fa un lavoro pesante e non fa nessuna attività fisica nel tempo libero
4
Vengono escluse le persone che non sono state dal medico negli ultimi 12 mesi
85
Grafico 3 - Caratteristiche dei sedentari
ULSS 18 e Pool ASL 2008-2011 - Veneto 2011
SESSO
32%
femmine
25%
41%
28%
maschi
23%
38%
34%
50-69 aa
25%
ETA'
41%
30%
35-49 aa
25%
42%
25%
21%
18-34 aa
SCOLARITA'
35%
36%
bassa
28%
42%
25%
alta
20%
36%
25%
21%
DIFFICOLTA'
ECONOMICHE
nessuna
37%
24%
28%
qualche
39%
39%
molte
32%
58%
ULSS 18
Veneto
Pool ASL
4. La situazione nutrizionale e il consumo di frutta e verdura
Lo stato nutrizionale è un determinante importante delle condizioni di salute di una
popolazione; l’eccesso di peso rappresenta un fattore di rischio rilevante per le
principali patologie croniche (cardiopatie ischemiche, alcuni tipi di neoplasia, ictus,
ipertensione, diabete mellito) ed e correlato con una riduzione di aspettativa e
86
qualità di vita in Italia, come nella gran parte dei Paesi a medio e alto reddito (paesi
industrializzati).
Le persone vengono classificate in 4 categorie in base al valore dell’Indice di
Massa Corporea (IMC traduzione di Body Mass Index, BMI) (peso in Kg/altezza in
2
metri ): sottopeso (IMC<18,5), normopeso (IMC 18,5-24,9), sovrappeso (IMC 25,029,9), obese (IMC ≥ 30).
PASSI misura la prevalenza di obesità mediante l’Indice di massa corporea (IMC,)
calcolato in base a dati riferiti di altezza e peso. Generalmente i dati riferiti, quando
confrontati con quelli misurati, producono una sottostima della prevalenza di
sovrappeso e obesità. Nella maggior parte degli studi questa sottostima è
maggiore tra le donne e nelle persone sopra i 65 anni.
Secondo l’Atlante delle malattie cardiache e dell’ictus cerebrale dell’OMS, lo scarso
consumo di frutta e verdura è responsabile, in tutto il mondo, di circa il 31% della
malattia coronarica e di circa l’11% dell’ictus cerebrale.
Anche le Linee Guida per una sana alimentazione italiana sottolineano che
adeguate quantità di frutta e verdura, oltre a proteggere da malattie
cardiovascolari, neoplastiche, respiratorie, cataratta e stipsi, assicurano un
rilevante apporto di carboidrati complessi, nutrienti (vitamine, minerali, acidi
organici), sostanze protettive antiossidanti e consentono di ridurre la densità
energetica della dieta, grazie al fatto che questi alimenti danno una sensazione di
sazietà.
Se ogni cittadino dell’Unione europea consumasse 600 grammi di frutta e verdura
al giorno, si eviterebbero più di 135 mila morti all’anno per malattie cardiovascolari.
La soglia di 400 grammi al giorno, quantità minima consigliata, corrisponde al
consumo di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno (five-a-day).
La popolazione in eccesso ponderale
Nell’Azienda ULSS 18, secondo i dati raccolti il 34,8% degli adulti risulta in
soprappeso e il 10,9% obeso: complessivamente, quindi, quasi 5 adulti su 10
(45,7%) sono in eccesso ponderale: circa 55.000 persone residenti di età 18-69
anni, di cui oltre 13.000 sono obesi.
In Veneto, nel 2008-11, risultano in eccesso ponderale il 40,4% delle persone
intervistate. Nel 2011 l’analisi dava il 31,7% in sovrappeso ed il 10,0% obeso,
quindi il 41,7% in eccesso ponderale, risultando in eccesso ponderale circa
1.000.000 di persone e 340.000 obesi.
Nel Pool di ASL, il 31,5% degli adulti risulta in sovrappeso, mentre l’10,5% è
obeso: complessivamente, quindi, più di 4 adulti su 10 (42,0%) sono in eccesso
ponderale.
Facendo riferimento al solo dato 2011 e a tutte le ASL partecipanti, tra gli adulti di
18-69 anni le persone in eccesso ponderale sono pari al 42% (31,6% in
sovrappeso e 10,6% obese).
87
Le caratteristiche delle persone in eccesso ponderale (Grafico 4)
L’eccesso ponderale è significativamente più frequente, sia nell’ULSS 18, che nel
Veneto che in Italia:
- col crescere dell’età: raddoppia passando dalla classe di età 18-34 anni agli
ultracinquantenni;
- negli uomini, che risulta quasi il doppio di rispetto alle donne;
- nelle persone con basso livello di istruzione;
- nelle persone con difficoltà economiche.
Il consiglio da parte degli operatori sanitari
Nell’Azienda ULSS 18, al 44% degli intervistati in soprappeso e al 78% di quelli
obesi, che sono stati dal medico negli ultimi 12 mesi, è stato consigliato di perdere
peso. E’ stato consigliato di fare attività fisica al 38% dei sovrappeso e al 60% degli
obesi: il 43% delle persone in eccesso ponderale è sedentario.
In Veneto, è stato consigliato di perdere peso al 48% di soggetti sovrappeso e
all’80% degli obesi, mentre al 44% dei sovrappeso e al 55% degli obesi è stato
consigliato di fare attività fisica: il 26% delle persone in eccesso ponderale è
sedentario.
Nel Pool di ASL, le percentuali erano 46% e 79% rispettivamente. il 39% di
persone in eccesso ponderale ha ricevuto il consiglio di fare regolare attività fisica.
Percezione dell’adeguatezza del peso corporeo
Percepire di essere in sovrappeso può essere motivante per un eventuale
cambiamento dello stile di vita.
La percezione di essere in sovrappeso non sempre coincide con lo stato
nutrizionale (IMC) calcolato in base al peso e all’altezza riferiti dagli intervistati: nel
campione dell’Azienda ULSS 18 tra le persone in sovrappeso il 52% ritiene il
proprio peso giusto e addirittura l’1% troppo basso; tra gli obesi il 6% considera il
proprio peso giusto e nessuno lo considera basso.
In Veneto si osserva un elevato accordo tra percezione del proprio peso e IMC
negli obesi (89%) e nei normopeso (84%); tra le persone in sovrappeso invece il
42% ritiene il proprio peso più o meno giusto.
Nel campione del Pool ASL tra le persone in sovrappeso il 48% ritiene il proprio
peso giusto e addirittura l’1% troppo basso; tra gli obesi il 10% considera il proprio
peso giusto e l’1% lo considera persino basso.
Consumo di frutta e verdura
Nell’ULSS 18 il 49% degli intervistati ha dichiarato di mangiare 1 o 2 porzioni di
frutta e verdura al giorno, il 40% 3 o 4 porzioni e solo il 10% le 5 porzioni
raccomandate.
L’abitudine a consumare 5 o più porzioni di frutta e verdura al giorno e più diffusa:
- nelle persone dai 50 ai 69 anni;
- nelle donne;
- nelle persone con alto livello d’istruzione;
- nelle persone senza difficoltà economiche;
88
- nelle persone obese e soprappeso.
In Veneto, il 44% degli intervistati ha dichiarato di mangiare frutta e verdura almeno
una volta al giorno: il 40% ha riferito di mangiare 3-4 porzioni al giorno e solo il
13% le 5 porzioni raccomandate.
Le caratteristiche degli intervistati sono le stesse di quelle dell’Azienda ULSS 18.
Nel Pool di ASL, il 97% degli intervistati ha dichiarato di mangiare frutta e verdura
almeno una volta al giorno; complessivamente, il 38% ha riferito di mangiarne 3-4
porzioni. Solo il 10%, però, ha aderito completamente alle raccomandazioni,
riferendo un consumo di almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura (five a day).
Conclusioni
L’eccesso ponderale è una condizione molto diffusa e rappresenta un problema
prioritario di salute pubblica. Da tempo gli organismi sovranazionali come l’OMS e
l’Unione Europea hanno indicato che l’eccesso ponderale, dovuto a un mancato
equilibrio tra apporto calorico e dispendio energetico, corrisponde a un
cambiamento complesso delle società, che avviene su scala mondiale, legato alle
condizioni dell’ambiente costruito, dei trasporti, dell’agricoltura e dell’offerta di
alimenti e anche alla pubblicità, oltre che alle caratteristiche individuali.
Di conseguenza, oltre a misure preventive quali interventi mirati di sanità pubblica
rivolti sia alla popolazione generale sia agli individui in eccesso ponderale, affinché
aumenti la consapevolezza dell’importanza di mantenere il peso ideale attraverso
una sana alimentazione, è indispensabile che le politiche economiche, agricole e
commerciali aumentino la disponibilità e l’accessibilità delle famiglie e delle
persone a frutta e verdura e vegetali in genere, e che programmi educativi incidano
sulle scelte dei cittadini. In tutti e due i campi, i professionisti della salute possono
svolgere un ruolo attivo di orientamento ed esercitare pressioni sui settori
economici, agricoli e commerciali, a livello nazionale, regionale e locale.
È cruciale sottolineare anche il ruolo positivo dell’attività fisica nella vita quotidiana.
In Italia, il programma “Guadagnare Salute” incorpora queste raccomandazioni e
mira ad aumentare il valore della “salute in tutte le politiche”.
Situazione nutrizionale
ULSS 18
PASSI 2008-2011 (*2011)
Popolazione con eccesso
Sovrappeso
34,8%
ponderale
Obesi
10,9%
Consigliato di perdere peso da un Sovrappeso
43,8%
1
operatore sanitario
Obesi
77,8%
Consumano almeno 5 porzioni di frutta e verdura
10,0%
al giorno
1 tra coloro che sono stati dal medico negli ultimi 12 mesi
*31,7%
*10,0%
*47,7%
*79,9%
Pool
ASL
31,5%
10,5%
45,7%
78,9%
*13,0%
9,82%
Veneto
89
SESSO
Grafico 4 - Caratteristiche delle persone in eccesso ponderale
ULSS 18 e Pool ASL 2008-2011 - Veneto 2011
33%
30%
34%
femmine
52%
53%
58%
maschi
58%
56%
60%
ETA'
50-69 aa
18-34 aa
laurea
SCOLARITA'
43%
42%
45%
35-49 aa
25%
23%
25%
30%
29%
26%
36%
34%
40%
media superiore
52%
48%
53%
media inferiore
65%
61%
65%
DIFFICOLTA'
ECONOMICHE
nessuna/elementare
37%
39%
40%
nessuna
46%
qualche
35%
50%
50%
50%
molte
63%
ULSS 18
Veneto
Pool ASL
90
2.2 La sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive
L’aumento delle coperture vaccinali, crescente negli ultimi anni, è in parte legato
alla intensa attività di catch-up telefonico, con un grosso impegno da parte del
personale sanitario nel contattare telefonicamente l’utenza per capire quali siano le
cause della mancata adesione alla proposta vaccinale, e la riproposizione di nuovo
appuntamento. Spesso vengono utilizzate le occasioni opportune, quali la
vaccinazione di fratelli , per proporre le vaccinazioni mancanti.
E’ stato inserito nei protocolli aziendali con i Pediatri di Libera Scelta (PLS) il
recupero effettuato dopo la periodica segnalazione, da parte del servizio vaccinale,
degli inadempienti/ritardatari per capire quali siano le cause del ritardo/mancata
partecipazione, affinché i Pediatri sollecitino l’adesione ai protocolli vaccinali.
E’ evidente che nonostante la dismissione dell’obbligo non ci sono state modifiche
nella percentuale di adesione alle vaccinazioni proposte, a dimostrazione che
l’adesione non è strettamente correlata alla obbligatorietà della vaccinazione,
bensì ad un processo di convincimento sulla utilità dei vaccini che si può ricondurre
all’intenso lavoro di councelling prevaccinale effettuato dai servizi vaccinali e dai
PLS (Tabella 1). La stretta collaborazione con i PLS con un monitoraggio costante
della situazione del territorio con continui feed back ai PLS , l’impegno costante del
servizio con coinvolgimento diretto dell’utenza contattata telefonicamente per
capire le motivazione dell’assenza alla convocazione, l’attenzione ai timori
rappresentati dai genitori cercando di superare le titubanze dimostrate ricorrendo
anche alla somministrazione delle singole componenti dei vaccini, evitando le cosomministrazioni, tutto ciò ha determinato un buon rapporto con i genitori che non
si sentono costretti a vaccinare ma sono aiutati nel percorso della decisione.
Vaccino
Antipolio(a)
Difterite Tetano(a)
Difterite Tetano Polio(a)
Antiepatite B(a)
Morbillo (b)
Morbillo Parotite Rosolia (b)
Haemofilus Influenzae B(c)
Tabella 1- Coperture vaccinali
Anni 2004-2006-2008-2010-2011
Coperture
Coperture
Coperture
vaccinali
vaccinali
vaccinali
al 31
al 31
al 31
dicembre
dicembre
dicembre
2006
2008
2004
(bambini
(bambini
(bambini
nati nel
nati nel
nati nel
2002)
2004)
2006)
96,6%
93,9%
95,7%
0,2%
0
0,5%
95,4%
94,0%
95,3%
95,6%
94,0%
95,7%
0
0,1%
93,3%
95,5%
87,9%
95,7%
94,0%
95,7%
Coperture
vaccinali
al 31
dicembre
2010
(bambini
nati nel
2008)
98,5%
2,3%
96,7%
98,5%
Coperture
vaccinali
al 31
dicembre
2011
(bambini
nati nel
2009)
98,7%
0,1%
98,5%
98,7%
94,4%
95,2%
96,7%
97,2%
(a)
Ciclo vaccinale di base completo = 3 dosi
(b)
Ciclo vaccinale di base completo = 1 dose
(c)
Ciclo di base di 1, 2 o 3 dosi secondo l'età
91
Sono state introdotte nuove vaccinazioni, quali l’antivaricella e l’antipapilloma virus,
con il raggiungimento anche per queste di ottimi livelli di copertura, e, nonostante
la sospensione dell’obbligo vaccinale per l’età evolutiva, con la L.R. n.7 del 23
marzo 2007, non ci sono state modifiche nella percentuale di adesione alle
vaccinazioni proposte, a dimostrazione che l’adesione non è strettamente correlata
alla obbligatorietà della vaccinazione, bensì ad un processo di convincimento
sull’utilità dei vaccini che si può ricondurre all’intenso lavoro di councelling
prevaccinale effettuato dai servizi vaccinali e dai Pediatri di Libera Scelta.
Dal 2010 è iniziata una campagna di vaccinazione antiepatite A dei bambini
originari dei paesi del Nord Africa che, negli anni precedenti, avevano causato
cluster di malattia in ambito scolastico/familiare, rendendo necessari interventi
urgenti di educazione e vaccinazione su intere popolazioni scolastiche. Tale
strategia, in collaborazione con i PLS. e con produzione di manifesti multilingue
posizionati negli ambulatori pediatrici e vaccinali, ha ottenuto l’azzeramento di casi
di malattia in popolazione immigrata.
Una importante azione di sanità pubblica per il controllo delle malattie infettive è
rappresentata anche dalla vaccinazione antinfluenzale di alcune categorie di
popolazione a rischio (per esempio diabetici, cardiopatici, asmatici) e della
popolazione anziana.
L’Azienda ULSS 18 ha quindi organizzato annuali campagne di vaccinazione
antinfluenzale, sostenute dalla fattiva collaborazione dei Medici di Medicina
Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, con coperture che raggiungono l’obiettivo
nazionale del 75%, superiori alla media regionale e sovrapponibili ai livelli più
elevati in Italia.
2006-07
74%
Tassi di copertura vaccinazione antinfluenzale
2007-2008
2008-2009
2009-2010
2010-2011
74,9%
75,9%
76,3%
73,8%
2011-2012
75,1%
92
2.3 La promozione di stili di vita sani
L’attività di Promozione della Salute svolta e/o coordinata dalla SOC Igiene e
Sanità Pubblica
riguarda alcuni tra i temi più rilevanti nell’ambito della
prevenzione e della promozione della salute, in particolare:
• il fumo di tabacco
• l’attività fisica
• la sicurezza in ambito domestico
• la promozione della salute nei primi anni di vita
Fumo di tabacco
Come è noto, le strategie riconosciute efficaci dall'Organizzazione Mondiale della
sanità per il controllo del fumo di tabacco sono le seguenti:
A. Prevenire l'inizio dell'abitudine al fumo
B. Aumentare la cessazione
C. Ridurre l'esposizione al fumo ambientale
Per ognuno di questi ambiti sono in atto, nel territorio aziendale, specifici progetti,
che si connettono e si potenziano a vicenda..
A. Prevenire l'inizio dell'abitudine al fumo
Il fumo di sigaretta rappresenta ancora la prima causa unica di malattia e morte
prevenibile in Italia, dato che nel nostro Paese si stima che nel corso del 2010 oltre
71.000 persone siano morte per patologie correlate al fumo di tabacco ( tumori,
malattie cardiovascolari, patologie respiratorie croniche ), costituendo il 12.5% di
tutti i decessi (Rapporto sul fumo in Italia 2011, OSSFAD Indagine Doxa_ISS
2011).
Poiché il fumo induce precocemente dipendenza, chi inizia a fumare in età
preadolescenziale e adolescenziale ha notevoli probabilità di continuare a fumare
per molti decenni e di incorrere in malattie cardiovascolari e neoplastiche con
frequenza maggiore rispetto ai coetanei non fumatori.
I dati epidemiologici dimostrano che circa la metà dei fumatori abituali muore per
malattie tabacco correlate e la metà di questi perde la vita in età lavorativa.
Gli effetti a breve termine del fumo di sigaretta comprendono riduzione del calibro
delle piccole vie aeree, maggior rischio di tosse e infezioni dell’apparato
respiratorio, aumento della frequenza cardiaca e diminuzione dell’efficienza nelle
attività sportive.
Il tabagismo è un fenomeno complesso che presenta molteplici aspetti di tipo
sociale, culturale e psicologico, oltre che medico. Esso, infatti, può essere definito
“stile di vita”, dipendenza patologica e fattore di rischio per molte malattie.
In Italia i fumatori rappresentano il 22,7% della popolazione oltre i 15 anni (stima su
dati indagine Doxa-Istituto Superiore di Sanità, 2011), più precisamente il 26,0%
93
dei maschi e il 19,6% delle femmine fumano: rispetto al 2010 si registra un trend in
aumento per i maschi (+2,1%) e in lieve decremento per le femmine (-0,1%).
L’età di inizio si colloca sotto i 15 anni per il 17,6% dei fumatori; il periodo tra i 15 e
i 17 anni rappresenta quello a maggior rischio di inizio; è infatti a quest'età che il
40,2% dei fumatori inizia a fumare.
In riferimento all'uso di fumo di tabacco nei teen-ager, la Tabella 1 paragona i dati
rilevati nel territorio dell'Azienda ULSS 18 di Rovigo con quelli medi della Regione
Veneto.
Tabella 1- Fattori di rischio e comportamentali
Confronto ULSS 18 e Regione Veneto
Valori
Tabacco*
ULSS 18
6%
11enni che hanno provato a fumare
30%
13enni che hanno provato a fumare
58%
15enni che hanno provato a fumare
-Consumo quotidiano tabacco 11enni
5%
Consumo quotidiano tabacco 13enni
15%
Consumo quotidiano tabacco 15enni
Valori
Regionali
6%
26%
61%
0,3%
2%
18%
* “
I giovani in Veneto”, approfondimento dei risultati dell’indagine HBSC (Health Behaviour in Schoolaged Children) 2006 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
I fattori che influenzano l’inizio dell’abitudine al fumo sono molteplici; tra questi
importanti sono l’esempio degli “adulti significativi” (genitori, insegnanti,
educatori…) e la pressione del gruppo dei pari. L’ambiente “scuola”, in cui si
registra la contemporanea presenza sia di adulti significativi che del gruppo dei pari
rappresenta, perciò, un setting privilegiato in cui lavorare per la promozione di stili
di vita per la salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte ribadito il diritto dei bambini di
“crescere liberi dal tabacco”, sottolineando come essi debbano
− essere difesi da ogni pressione diretta e indiretta a favore dell’uso di tabacco,
− ottenere tutte le informazioni sulle conseguenze psicologiche e sociali negative
a breve e lungo termine del consumo di tabacco,
− essere sostenuti nello sviluppo delle abilità sociali, come ad esempio la
capacità di rifiutare.
In ambito scolastico sono stati proposti percorsi educativi finalizzati a fornire ai
ragazzi strumenti utili a compiere scelte di salute.
Le proposte sono specifiche per ogni grado di scuola, dalla Scuola dell'Infanzia fino
alla Scuola Secondaria di Secondo Grado.
Le adesioni, anche nell'anno scolastico 2010/ 2011, sono pervenute soprattutto da
Scuole dell'Infanzia e da Istituti di Istruzione Secondaria di Primo Grado.
94
1. Progetto “Alla conquista del pass per la città del sole, una città senza
fumo”
Nell'ambito della promozione della salute delle nuove generazioni, le linee guida
internazionali e le raccomandazioni del Center for Disease Control and Prevention
di Atlanta (CDC USA) indicano di iniziare con l'educazione alla prevenzione del
tabagismo dalla Scuola dell'Infanzia e continuare fino alla Scuola Secondaria di
Secondo Grado, intensificando gli interventi nella Scuola Primaria e Secondaria di
Primo Grado.
L'intervento educativo “ Alla conquista del pass per la città del sole, una città senza
fumo”, proposto alla Scuola dell'Infanzia, si basa sull'utilizzo di una guida didattica
per la realizzazione di un gioco-storia, con una scelta metodologica precisa ed
adeguata all'età degli alunni dell'ultimo anno della Scuola dell'Infanzia
La proposta coinvolge gli alunni con una strategia attiva e partecipativa; i bambini
incontrano tre personaggi, “Nicotina “, il sig.“Grazie non fumo” e la dott.ssa “Rosa
Polmon” che attraverso momenti di animazione, narrazione e gioco permettono
loro di fare un'esperienza significativa.
Il progetto si avvale di materiali didattici ad hoc e prevede anche il coinvolgimento
dei genitori.
Nell'anno scolastico 2010/11 sono stati effettuati incontri con gli insegnanti delle
scuole aderenti al progetto, che poi è stato effettivamente svolto in dieci Scuole
dell'Infanzia.
2. Concorso Europeo “Smoke free class competition”
Questo Concorso Europeo si rivolge agli Studenti di Seconda e Terza Media e di
Prima Superiore; consiste nell’impegno (suffragato da un contratto personale
dell’alunno controfirmato dal genitore e da un contratto di classe), assunto da tutta
95
la classe, di non fumare dal 1 novembre al 30 aprile dell’anno scolastico; una
scheda di monitoraggio, firmata dagli studenti rappresentanti di classe e dai
docenti referenti, viene inviata entro il giorno 5 di ogni mese al referente locale
dell’Azienda ULSS; la classe resta in concorso se tutti i ragazzi mantengono
l’astensione dal fumo; in caso contrario la classe si deve ritirare.
Tra le classi rimaste in concorso, vengono estratte le vincitrici a livello europeo,
nazionale e regionale.
Il progetto, la cui efficacia nel prevenire o rinviare l’inizio dell’abitudine al fumo è
documentata in letteratura, utilizza la pressione positiva del gruppo dei pari come
elemento chiave di un percorso educativo orientato alla promozione di scelte
favorevoli alla salute.
Nell’anno scolastico 2010/2011 (slogan: “Fumo bleah – Salute yeah”) sono stati
coinvolti: 6 Istituti di Istruzione Secondaria di Primo Grado, 15 docenti, 19 classi e
362 studenti (Tabella 2).
Tabella 2 – “Smoke Free Class Competition”: rilevazione partecipanti
Anno Scolastico 2010/2011
Istituti
coinvolti
Classi
iscritte
Studenti
partecipanti
Studenti
maschi
Studenti
femmine
Docenti
coinvolti
6
19
362
173
189
15
Ogni mese sono giunte le schede di monitoraggio di tutte le classi; al termine
dell’anno scolastico ad ogni studente partecipante al progetto è stata consegnata,
a cura del personale del SISP, il gadget scelto a livello nazionale per questa
edizione del concorso.
3. Visita presso il Laboratorio di didattica multimediale per la Promozione
della Salute “Luoghi per la Salute” a Cà Dotta di Sarcedo (VI)
Il laboratorio, gestito dall'Azienda ULSS n°4 Alto Vicentino, in collaborazione con la
Regione del Veneto e il Comune di Sarcedo, presenta un percorso esperienziale
per la prevenzione dell’abitudine al fumo e all’abuso di alcol negli adolescenti.
In Cà Dotta si propone una metodologia di lavoro mutuata dalla Lega contro i
Tumori di Reggio Emilia. Essa consiste nell'utilizzo di modalità comunicative di
forte impatto emozionale, centrate sull'immaginario individuale e collettivo legato al
fumo di sigaretta e al consumo di alcol.
Il laboratorio di Cà Dotta costituisce in Veneto il primo esempio (in Italia il secondo
dopo Reggio Emilia) di programma multimediale rivolto a studenti dai 10 ai 18 anni.
96
Si avvale di laboratori tematici sui seguenti aspetti: informatico, scientifico,
letterario, di analisi immaginativa, musicale, artistico/espressivo e psicologico.
Si è scelto di privilegiare i contributi di linguaggi diversi nell’analisi di un tema
perché solo la dimestichezza con una adeguata pluralità di linguaggi può
consentire di attivare le strategie di difesa e i fattori protettivi (“life skills”
letteralmente “abilità di vita”) indispensabili per affrontare le diverse tipologie di
pressioni che facilitano l’incontro con comportamenti a rischio (dal cominciare a
fumare, a provare sostanze, a bere alcol in modo problematico, a guidare in modo
irresponsabile, a voler essere magri e vincenti a tutti i costi).
La pluralità di linguaggi consente di riconoscere in cosa consiste una “pressione
sociale”, di analizzarla in modo approfondito (anche attraverso il confronto con altri
modelli storici e geografici), di esplorare il proprio punto di vista (anche con l’uso di
test e questionari), di pervenire ad una risposta di tipo espressivo e creativo, frutto
della rielaborazione personale del percorso.
Gli obiettivi del progetto sono:
• approfondire le motivazioni individuali che inducono a fumare o abusare
dell’alcol,
• sostenere gli studenti nei percorsi di scelta consapevole,
• prendere coscienza delle pressioni culturali sul tabagismo e sul consumo di
alcol.
Il percorso laboratoriale è un momento esperienziale forte all’interno in un percorso
di prevenzione del fumo di sigaretta o dell’alcol. Il percorso è preferibile che sia
integrato con interventi didattici fatti in classe della scuole prima e/o dopo la visita.
“Luoghi per la Salute” a Cà Dotta di Sarcedo (VI)
4. Guida “Verso una scuola libera dal fumo”
Tutti i docenti partecipanti ai progetti di prevenzione del tabagismo a scuola hanno
ricevuto la guida “Verso una scuola libera dal fumo”, la cui precedente edizione
era già stata inviata a tutti i dirigenti scolastici del territorio. La guida parte dalla
97
considerazione che nella scuola i divieti e la politica repressiva non sono sufficienti.
La credibilità dei messaggi che riguardano la salute dipende soprattutto dalla
coerenza manifestata da chi li propone e quindi non è possibile accettare che il
personale scolastico fumi in pubblico sul posto di lavoro o che venga percepito tale
dagli studenti.
La guida, che contiene informazioni sugli aspetti sanitari, epidemiologici e normativi
e indicazioni su come attuare l’intervento (restrittivo ed educativo) nella scuola,
vuole rappresentare uno strumento utile alle scuole per essere in regola con le
norme sul divieto sul fumo e per promuovere la cultura della salute.
5. 31 maggio - Giornata Mondiale senza Tabacco
In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco che, su indicazione
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ricorre il 31 maggio di ogni anno, ad
ogni studente frequentante la classe seconda degli Istituti di Istruzione Secondaria
di Primo Grado è stato consegnato un opuscolo, appositamente predisposto,
contenente informazioni sul fumo di tabacco. Contenuti ed aspetto grafico sono
stati decisi in seguito ad una ricerca effettuata tra preadolescenti con la tecnica del
focus group.
98
99
B. Aumentare la cessazione (aiutare i fumatori attivi a smettere di fumare)
1. Corsi per Smettere di Fumare
L’Azienda ULSS 18 di Rovigo, in collaborazione con la sezione provinciale della
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ha organizzato durante l'anno 2011
quattro Corsi per Smettere di Fumare secondo il metodo TGFumo, un percorso di
gruppo ideato per aiutare i fumatori a liberarsi dal fumo di sigaretta.
I Corsi si sono tenuti, in primavera e autunno, a Rovigo presso la Sala Polivalente
dell'IRAS e a Lendinara presso la sala Rossa - Gio Lend, messa a disposizione dal
Comune.
Ogni Corso è strutturato in 9 incontri di circa 2 ore articolati in diverse giornate
nell’arco di 2 mesi, guidati da un conduttore opportunamente formato e presente
per l’intero ciclo.
Il trattamento utilizza una metodologia di gruppo che considera il fumo di sigaretta
un comportamento acquisito, mantenuto nel tempo a causa della dipendenza fisica
causata dalla nicotina e della dipendenza psicologica come gesto, abitudine,
piacere, rassicurazione e antistress.
L’obiettivo del Corso è quello di far giungere i partecipanti a smettere di fumare
attraverso una serie di indicazioni pratiche di tipo comportamentale e stimolare un
cambiamento delle abitudini associate al fumo per riscoprire un nuovo stile di vita
più attento alla salute, sperimentando strategie alternative alla sigaretta per
rispondere ai propri bisogni.
La locandina che pubblicizza i Trattamenti di Gruppo per smettere di fumare
organizzati in autunno
100
2. Ambulatorio di secondo livello
L’ambulatorio di secondo livello, attivo dal 2006, dedicato ai fumatori che
necessitano di un intervento personalizzato, anche di tipo farmacologico; è situato
presso l'Ospedale di Rovigo; vi operano un Medico Pneumologo ed una Psicologa
del Ser.T.
I dati di attività dell'anno 2011 sono riportati nella Tabella 3.
Tabella 3 - Attività Ambulatorio di 2° livello per smettere di fumare
Anno 2011
N. fumatori
N. visite
% di fumatori astinenti
Maschi Femmine
trattati
effettuate
al termine del trattamento
244
27
54
28
26
Medico 133
Psicologa 111
C. Ridurre l'esposizione al fumo ambientale
1. Progetto “Mamme libere dal fumo”
Da dati ISTAT risulta che in Italia circa il 48% dei bambini sono potenzialmente
esposti al fumo passivo, in quanto hanno almeno uno dei genitori che fuma; risulta,
inoltre, particolarmente elevata la percentuale di fumatori tra i ragazzi e le ragazze
dai 14 ai 25 anni che hanno la madre fumatrice, rispetto ai coetanei la cui madre
non fuma.
Questi dati richiedono un forte impegno per aiutare i genitori fumatori a conoscere i
rischi, attuali e futuri, cui espongono i loro figli e per fornire il supporto necessario
ad effettuare il non sempre facile cambiamento verso uno stile di vita più sano.
Il progetto “Mamme libere dal fumo” persegue la formazione permanente del
personale ostetrico e infermieristico che opera nei reparti di Ostetricia e nei
Consultori Familiari per implementare e migliorare il sostegno da offrire alla donna
fumatrice per aiutarla a smettere di fumare e a prevenire le ricadute dopo il parto.
La metodologia è quella del “counseling breve antitabacco”, strumento efficace se
utilizzato da personale sanitario formato.
Nel corso del 2010 si è concluso il quarto corso di formazione per il personale che
si rapporta con donne gravide e/o neogenitori, finalizzato ad aggiornare le
conoscenze sul tema e ad affinare le abilità di comunicazione efficace con le
persone fumatrici ed è iniziata, in collaborazione con il CCM (Centro Prevenzione e
Controllo Malattie del Ministero della Salute), la Regione Veneto e l'Università Cà
Foscari di Venezia, l'attività di valutazione sull'impatto di tale formazione nei
confronti dei neogenitori, tramite la realizzazione di indagini ad hoc effettuate sui
genitori al momento della seconda e terza vaccinazione dei bambini. Tale attività si
è conclusa nel 2011.
Il monitoraggio del progetto ha evidenziato che il 65% del personale ostetrico in
servizio è formato; l'Azienda ULSS 18, inoltre, presenta, rispetto alle altre Aziende
101
ULSS del Veneto, il numero assoluto più alto di personale non ostetrico coinvolto
nella formazione.
I dati relativi alla valutazione di efficacia del programma saranno presentati nel
corso del 2012.
2. Progetto CCM “Definizione e implementazione di un sistema di
monitoraggio del rispetto della normativa sul fumo in Italia: monitoraggio
negli ambienti sanitari”
L'Azienda ULSS 18 ha aderito a questo progetto il cui obiettivo è quello di definire
e sviluppare un sistema permanente di monitoraggio nazionale per la rilevazione
del rispetto, del mantenimento nel tempo e dell'uniformità dell'osservanza della
normativa sul fumo con particolare riguardo agli esercizi pubblici, agli ambienti di
lavoro privati e agli ambienti sanitari.
Attività di controllo negli ambienti di lavoro privati sono state svolte dal personale
del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza Ambienti di Lavoro. Per quanto
riguarda gli ambienti sanitari, sono stati realizzati due Corsi di Formazione per gli
operatori incaricati della vigilanza sul rispetto della normativa sul fumo negli
ambienti aziendali.
Promozione dell'attività fisica
L’insufficiente attività fisica è correlata con importanti problemi di salute in tutte le
età della vita. In particolare nell'infanzia è spesso concausa, insieme ad una
alimentazione scorretta, del sovrappeso e dell'obesità, che complessivamente
coinvolgono più di un terzo dei bambini del territorio dell'ULSS 18 che
frequentano la Scuola Primaria (Tabelle 4 e 5).
102
Tabella 4
1. Okkio alla salute, Risultati Indagine 2010 Regione veneto (Gruppo di coordinamento nazionale
CNEPS, Centro nazionale di Epidemiologia e Promozione della Salute – Istituto Superiore di Sanità)
2. I giovani in Veneto, approfondimento dei risultati dell'indagine HBSC ( Health Behaviour in Schoolaged Children) 2006 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Tabella 5 - Fattori di rischio e comportamentali
Confronto ULSS 18 e Regione Veneto
Valori
Attività fisica (AF) e comportamento sedentario
A.ULSS 18
Bambini definiti attivi (che hanno svolto almeno 1 ora di attiva
49%
sportiva il giorno precedente l'indagine) *
Bambini che svolgono AF almeno 1 ora al dì per 5-7 gg alla
25%
settimana *
Bambini che non svolgono attività fisica (0 gg/sett)
6%
11enni che svolgono AF almeno 1 ora al dì per 5 o più giorni
34%
alla settimana **
13enni che svolgono AF almeno 1 ora al dì per 5 o più giorni
38%
alla settimana **
15enni che svolgono AF almeno 1 ora al dì per 5 o più giorni
34%
alla settimana **
Valori
Regionali
42,5%
20%
8%
37%
34,5%
28,5%
*Okkio alla salute, Risultati Indagine 2010 Regione veneto ( Gruppo di coordinamento nazionale
CNEPS, Centro nazionale di Epidemiologia e Promozione della Salute – Istituto Superiore di Sanità)
** I giovani in Veneto, approfondimento dei risultati dell'indagine HBSC ( Health Behaviour in Schoolaged Children) 2006 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
In riferimento alla popolazione generale, si ritiene che la mancanza di movimento
103
sia responsabile di oltre il 20% delle malattie cardiovascolari e del 10-20% dei
tumori.
Anche la mortalità risulta inversamente correlata con la quantità di AF praticata, e il
costo che la sedentarietà comporta per i sistemi sanitari è stato stimato dell’ordine
del 2,5% della spesa sanitaria nazionale dei paesi occidentali.
Risulta quindi assolutamente indispensabile potenziare la promozione dell’attività
fisica nella popolazione, sia attraverso interventi di carattere individuale, che
mediante un articolato intervento di comunità che preveda la costruzione di una
rete di alleanze anche di tipo politico, tecnico e organizzativo (collaborazione fra
operatori sanitari, amministrazioni pubbliche, associazioni di pazienti e di
volontariato ecc.).
Le principali azioni svolte nel corso del 2011 sono di seguito brevemente riportate
nella Tabella 6.
Molte delle attività descritte rientrano nel Progetto integrato per la promozione della
salute nella popolazione adulta e anziana del territorio dell'ULSS 18 realizzato in
collaborazione con UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), con l'Amministrazione
Provinciale e con le Amministrazioni Comunali e grazie al sostegno della
Fondazione CARIPARO.
1
2
3
4
5
6
7
8
Tabella 6 – Attività relative alla “Promozione dell'attività fisica”
Anno 2011
Tipologia di attività
Note
organizzate
Gruppi di cammino per
Prosecuzione dell'attività di 9 gruppi, con il
adulti e anziani
coinvolgimento di 8 Comuni del territorio aziendale
Attività motoria per pazienti
Prosecuzione dell'attività dei gruppi di cammino e
psichiatrici inseriti in Centri
di ginnastica già costituiti; coinvolti 2 Comuni e la
di Lavoro Guidato
Cooperativa Sociale “Porto Alegre”
Gruppi di ginnastica per
32 gruppi di ginnastica dolce attivi in 25 Comuni
anziani
Attività Fisica Adattata (AFA)
per portatori di patologie
14 gruppi attivi in 10 Comuni
osteovertebrali
(AFA Mal di schiena)
Attività organizzate per
I pazienti diabetici vengono inseriti nei gruppi di
diabetici
cammino per adulti e anziani e, in presenza di
controindicazioni all'attività di cammino, sono
inviati all’AFA in acqua
Attività per cardiopatici:
Previa valutazione specialistica, i pazienti
(AFA Cuore)
cardiopatici
vengono
inviati
all'AFA
per
cardiopatici: attivi 2 gruppi, in 2 Comuni
Attività fisica adattata in
Attivi 2 gruppi presso la piscina polo natatorio
acqua
“Rhodigium” e la piscina “AcquaPiù” a Occhiobello
Attività fisica adattata per
Attivato un gruppo presso la Rotonda di Casa
persone affette da esiti
Serena
stabilizzati di ictus cerebri
104
9
Altre iniziative collaterali
10
Formazione
11
Progetto
“Diamoci una mossa”
1. Realizzazione di incontro di formazione con
walking leader dei diversi gruppi di cammino
2. Attività di interscambio tra gruppi di cammino di
Paesi diversi, con possibilità di camminate
insieme
3. Organizzazione di una gita al Parco Sigurtà a
Valeggio sul Mincio per tutti i camminatori
1. Realizzazione, nel gennaio 2011, del Corso di
formazione “Promozione dell’attività fisica nel
territorio dell'A.Ulss 18: il ruolo dei
medici
specialisti” con i seguenti obiettivi formativi:
- fare acquisire conoscenze sulle opportunità
offerte dal territorio nell'ambito dell'attività fisica in
relazione alla tipologia della persona che accede
all'ambulatorio specialistico,
- creare le condizioni per lo sviluppo di sinergie
con il servizio aziendale di Medicina dello Sport e
con le risorse territoriali così da favorire e
supportare con maggior efficacia estesi processi
di cambiamento verso stili di vita più attivi e sani,
- fare migliorare le abilità relative ad una
comunicazione efficace ad orientare e supportare
cambiamenti positivi nello stile di vita.
2. Realizzazione, nell'ottobre 2011, di un Corso di
formazione per laureati in scienze motorie sulla
promozione dell'attività fisica nella popolazione
anziana,
con
particolare
riguardo
all'organizzazione e conduzione dei Gruppi di
Cammino
E' una campagna triennale di promozione di stili di
vita attivi per bambini e famiglie, che coinvolge gli
scolari della Scuola Primaria dalla classe terza
alla quinta.
E' condotto, in stretta collaborazione con i docenti,
da laureati in scienze motorie che propongono
divertenti esperienze di gioco attivo, con l'obiettivo
di promuovere l'inserimento nella vita quotidiana di
corrette abitudini alimentari e di un'adeguata
attività fisica.
Nell'anno scolastico 2010/2011 le Scuole Primarie
coinvolte sono state 14, per un totale di 790
bambini. L'attività si è conclusa ad aprile al
Cen.Ser. con una divertentissima festa, che ha
visto la partecipazione di genitori ed autorità
dell'Azienda Sanitaria, del Comune di Rovigo e
della UISP.
105
12
Progetto
“Piedibus”
Per incentivare stili di vita attivi e incrementare la
mobilità sostenibile si invitano i bambini ad
effettuare almeno un tratto di strada a piedi nel
percorso verso la scuola.
Il Piedibus è in pratica un “autobus a piedi”: i
bambini si ritrovano in un punto definito
(capolinea), a circa un chilometro da scuola, e
vengono accompagnati da adulti verso la scuola
stessa seguendo a piedi un percorso predefinito e
raccogliendo altri compagni in attesa presso le
“fermate” previste. Gli adulti accompagnatori
possono essere volontari, nonni, genitori,
insegnanti, educatori.
Il progetto, oltre ad incidere positivamente sulla
qualità dell’aria, promuove esperienze di
autonomia tra i bambini e i ragazzi; la possibilità di
percorrere a piedi il tragitto casa-scuola rinforza
l’autostima dei ragazzi, permette occasioni di
esplorazione del territorio e rafforza i legami di
vicinato e con il territorio (il negoziante amico, i
nonni “civici”, il compagno di scuola o il vicino di
casa con cui si percorre insieme la strada).
Il progetto è realizzato in stretta collaborazione
con l'associazione di promozione sportiva UISP,
con gli Istituti di Istruzione Primaria, gruppi di
genitori e il Comune di Rovigo.
Nel corso dell'anno scolastico 2010/11, l'iniziativa
è proseguita, coinvolgendo 5 Istituti Comprensivi e
usufruendo della nuova segnaletica orizzontale,
realizzata su disegno dei bambini vincitori del
Concorso bandito nell'a.s. 2009/10, e inaugurata
dal Sindaco del Comune di Rovigo.
106
Promozione della sicurezza domestica
Gli infortuni accidentali sono un problema di sanità pubblica molto rilevante, in
quanto rappresentano la prima causa di morte dei bambini e adolescenti e sono
fonte di disabilità gravi.
Il fenomeno degli incidenti domestici e la presenza in casa di rischi e pericoli
contrasta con l’idea che comunemente si ha di essa, ritenuta dai più un luogo
sicuro; è proprio da tale convinzione che nascono le difficoltà a percepire
adeguatamente i rischi in essa presenti.
I dati derivanti dal sistema di sorveglianza PASSI (Azienda ULSS 18, Anni
2008/09) confermano tale fatto, come evidente dalla Tabella 7.
107
Tabella 7
Le popolazioni più colpite, in termini di gravità, dagli incidenti domestici sono
rappresentate dai bambini fino ai 4-5 anni d'età e dagli anziani
ultrasettantacinquenni.
Nella Figura 1, infatti, riferita alla distribuzione percentuale degli accessi al PS per
codice triage ed età (sistema SINIACA, Veneto 2006), si nota che i picchi di
frequenza dei pazienti che hanno avuto necessità di assistenza più urgente in
Pronto Soccorso (Triage giallo e rosso) sono rappresentati da bambini sotto i
cinque anni e da anziani oltre i 75 anni, ove si conta rispettivamente il 12 ed il 25
per cento della casistica più grave.
Figura 1 - Distribuzione percentuale Accessi PS per ID per codice Triage ed Età
Veneto SINIACA PS 2005
30,0
25,0
Codice Triage
20,0
Bianco
15,0
Verde
Giallo-Rosso
10,0
5,0
0,0
0
anni
1-4
anni
5-9
anni
10-14
anni
15-19
anni
20-29
anni
30-39
anni
40-49
anni
50-59
anni
60-64
anni
65-69
anni
70-74
anni
75-79
anni
80 e
oltre
Età
108
Insieme agli anziani, i bambini rappresentano, dunque, una fascia di popolazione
ad alto rischio (alta incidenza di eventi e alto tasso di ospedalizzazione),
particolarmente quelli di età compresa tra 0 e 4 anni (16,7 per mille bambini) per i
quali gli infortuni domestici rappresentano la prima causa di morte.
La maggior parte degli infortuni è prevedibile ed evitabile. Promuovere la cultura
della sicurezza implica sensibilizzare, informare ed educare a riconoscere le
situazioni pericolose e adottare comportamenti adeguati per vivere in sicurezza.
Nel corso del 2011 particolare attenzione è stata posta alla promozione della
sicurezza domestica nei bambini, attraverso la realizzazione di percorsi formativi,
rivolti ai docenti della Scuola, agli studenti e ai genitori.
1. Progetto “Giocasicuro”
Rivolto agli insegnanti della Scuola dell'Infanzia e della Scuola Primaria, il progetto
ha l’obiettivo di avviare precocemente un’azione di prevenzione centrata
sull’assunzione da parte del bambino di corretti comportamenti personali e sociali
alla scoperta dell’ambiente in cui vive.
Nel corso degli incontri informativo/formativi si è proposta agli insegnanti la
creazione di un personaggio fantastico simbolico, amico dei bambini, che guidi il
percorso formativo degli alunni, suscitando curiosità e facendo emergere quel
gusto per il fantastico, così naturale nel bambino, che permetterà che gli ambienti
abituali diventino luogo in cui fare esperienze coinvolgenti sia a livello emotivo che
cognitivo. Questo personaggio condurrà i bambini alla scoperta di se stessi e di
come muoversi sicuri negli ambienti e offrirà occasioni per parlare e approfondire le
loro conoscenze, così che la sicurezza non venga vissuta come un elenco di divieti
ma come un progressivo sviluppo di azioni positive tese ad aprirsi al mondo
L'obiettivo generale è mettere in grado il bambino di utilizzare in modo corretto i
giochi all’aperto (scivolo, giostre..) ed i giocattoli, sviluppando la capacità di
riconoscere le situazioni a rischio.
Il progetto prevede inoltre il coinvolgimento dei genitori, anche tramite la
compilazione di un apposito questionario, atto a focalizzare l'attenzione su alcuni
aspetti essenziali per la sicurezza dei più piccoli.
Dall'elaborazione dei questionari per i genitori, consegnati in tre delle scuole
partecipanti al progetto, emerge che l'interesse è focalizzato soprattutto sulle
modalità di prevenzione dell'incidente in ambito domestico; emerge, altresì, che
alcuni fattori di rischio sono molto sottovalutati: ciò è causa di comportamenti non
sempre adeguati a garantire la sicurezza dei bambini.
Questi aspetti sono stati oggetto di discussione ed approfondimento nel corso degli
incontri tra genitori e personale sanitario dell'Azienda ULSS (medico e psicologo)
svolti in sede scolastica.
2. Progetto “Eclissi totale”
Rivolto ai ragazzi del primo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado, il
percorso educativo proposto si ispira al metodo dell' “edutainment” (da
education+intertrainment), cioè dell' “imparare giocando”, espressione che indica le
109
forme di comunicazione che utilizzano il gioco con uno scopo didattico. A supporto
di questo approccio didattico innovativo viene, dunque, utilizzato un videogioco,
format appartenente al mondo del divertimento, che ha una forte impronta
narrativa: l’utente deve risolvere problemi imprevisti e situazioni “pericolose” sia per
la propria sicurezza che per quella dei membri della sua famiglia (nonna,
fratelli/sorelle più piccoli, zii o genitori), della cui “vita” virtuale è direttamente
responsabile.
Gli obiettivi formativi sono i seguenti: informare sui pericoli, prevalentemente in
ambiente domestico; facilitare la comprensione dei meccanismi causa/effetto;
generare consapevolezza nel pensare e nell'agire; sviluppare processi di
riflessione sul concetto di sicurezza e favorire la cultura della prevenzione.
Agli insegnanti partecipanti agli incontri informativo-formativi sono stati consegnati i
videogiochi, così che i ragazzi hanno potuto usare lo strumento singolarmente a
scuola oppure a casa.
Un questionario in entrata ed uno in uscita hanno permesso di misurare se, e in
quale misura, il videogioco aveva aumentato le conoscenze rispetto ai rischi
domestici e modificato gli atteggiamenti degli studenti.
Nell'anno scolastico 2010/2011 hanno partecipato al progetto 6 Scuole Medie, 15
classi, con circa 350 studenti e 10 docenti.
I dati risultanti dall'elaborazione dei questionari hanno evidenziato che
complessivamente i ragazzi erano abbastanza informati sui rischi che si corrono in
casa; esistevano, però, alcune aree critiche, rispetto alle quali l'utilizzo del
videogioco ha aumentato le conoscenze e modificato gli atteggiamenti.
E' da sottolineare, inoltre, come al termine del percorso il 73% dei ragazzi
intervistati ritenga di “sapere qualcosa in più sui comportamenti che servono ad
evitare incidenti in casa”; tra le “scoperte” più importanti vengono citati l'uso di
apparecchi elettrici, le sostanze velenose presenti nella casa, la pericolosità
dell'ambiente (pavimenti incerati, tappeti, scale, oggetti pericolosi, ecc).
Tra i ragazzi che hanno partecipato al progetto, oltre l'80% consiglierebbe l'uso del
gioco ad amici e amiche. Ciò, in accordo con l'elevata percentuale di valutazioni
positive ricevute nel questionario di gradimento, sembra confermare la validità
dello strumento “videogioco” su questo specifico target di età.
3. Campagna di promozione della sicurezza domestica nella terza età
Nel corso del 2011 sono stati predisposti due strumenti informativi per gli anziani.
Con il titolo generale di “In salute” sono raccolti:
− un opuscolo sulle “Strategie per mantenersi in forma nella terza età”, dedicato
prevalentemente alla corretta alimentazione e all'attività fisica quotidiana,
fattore protettivo nei confronti delle cadute negli anziani e delle loro
conseguenze
− una “Rubrica telefonica”, contenente informazioni sulle “Strategie per vivere
sicuri in casa”
Si prevede che nel corso del 2012 anno europeo “dell'invecchiamento attivo e della
solidarietà tra generazioni” tali strumenti saranno adeguatamente pubblicizzati e
110
diffusi presso i Centri Anziani, le Università Popolari ed altri luoghi di aggregazione
di persone nella terza età.
Promozione della salute nei primi anni di vita
“GenitoriPiù” è una campagna di comunicazione sociale della Regione Veneto
(2006-2007) che nel luglio 2007 si è estesa a livello nazionale, con il sostegno
dell’UNICEF. Il Veneto rappresenta la regione capofila e l'Azienda ULSS 18 di
Rovigo condivide gli obiettivi della campagna e vi aderisce, operando in sintonia ed
in rete con le altre Aziende Socio-sanitarie della Regione.
GenitoriPiù, infatti, vuole orientare i genitori verso scelte di salute consapevoli e
praticabili e sensibilizzare popolazione ed operatori, in integrazione con programmi
preventivi già in atto su determinanti di salute ritenuti prioritari in ambito perinatale
e infantile:
1. assunzione di acido folico nel periodo periconcezionale
2. astensione dal fumo in gravidanza e nei luoghi frequentati dal bambino
3. allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi di vita
4. posizione supina nel sonno
5. promozione della sicurezza in auto e in casa
111
6. vaccinazioni
7. lettura ad alta voce già dal primo anno di vita
Gli interventi appaiono centrati sulla promozione simultanea di pratiche, con attesi
effetti sinergici e miglior profilo costo/efficacia rispetto a quelli finalizzati su singoli
fattori.
La campagna è fortemente votata all’empowerment ed all’attivazione di processi
partecipativi, con speciale attenzione al counselling sanitario motivazionale;
comprende interventi su Media e Web per tutta la popolazione e la distribuzione di
materiale informativo per genitori e operatori.
Si è resa, dunque, necessaria la formazione degli operatori dei percorsi nascita
che quotidianamente si rapportano con i genitori di bambini nei primi anni di vita,
con l'obiettivo di far acquisire conoscenze aggiornate sulle evidenze scientifiche sui
7 determinanti comportamentali promossi dalla Campagna GenitoriPiù e sviluppare
competenze di counselling motivazionale per la promozione della salute nei primi
anni di vita.
Tale formazione, realizzata con la fattiva collaborazione di specialisti e PLS
referenti per i diversi temi, ha coinvolto 94 operatori socio-sanitari dell'ULSS 18,
impegnati quotidianamente sul fronte della promozione della salute dei bimbi nei
primi anni di vita.
Nel corso del 2010 è stata effettuata, in collaborazione con l'Università Cà Foscari
di Venezia la valutazione sugli operatori dell'Azienda. I dati elaborati, relativi a
conoscenze e comportamenti rispetto ai determinanti di salute nei primi anni di vita,
sono stati presentati, nel corso del 2011, al gruppo di lavoro aziendale, che li ha
utilizzati come base per la progettazione delle azioni future finalizzate
all'implementazione del programma GenitoriPiù.
112
2.4 I programmi organizzati di screening oncologici
Numerosi studi scientifici hanno affermato il successo della diagnosi precoce che
riduce in modo significativo la mortalità per tumore, grazie alla maggiore efficacia
del trattamento terapeutico applicato in fase iniziale, ottenendo in alcuni casi la
completa guarigione. La diagnosi precoce si realizza con lo “screening” cioè con
l’effettuazione di un test semplice, rappresentato da un esame strumentale o di
laboratorio che consente di individuare la malattia tumorale in fase preclinica, cioè
prima che si siano manifestati i sintomi.
I test di screening sono innocui, sicuri e di facile esecuzione e permettono di
selezionare i soggetti con esito negativo o normali dai positivi o sospetti, per questi
ultimi senza giungere di norma a una diagnosi definitiva. E’ necessario infatti che
chi è risultato positivo al test si sottoponga a ulteriori esami di approfondimento
secondo protocolli diagnostici terapeutici di follow-up ben definiti con la sicurezza
di essere assistiti per tutto il percorso.
I programmi di screening hanno alcune caratteristiche:
• sono proposti gratuitamente dalla struttura sanitaria ai cittadini individuati per
sottoporsi al test secondo determinati criteri (età e sesso),
• assicurano la continuità assistenziale alle persone che necessitano di
approfondimenti,
• offrono, con inviti cadenzati alla scadenza prevista, i test per non vanificare i
vantaggi della periodicità diagnostica rispetto al trattamento tardivo.
L’Azienda ULSS 18 di Rovigo ha da tempo attivato tre programmi di screening
oncologico. Si riportano i dati relativi ad alcuni indicatori dei programmi di
screening mammografico, citologico e colo-rettale, le osservazioni e le criticità, che
derivano anche dal confronto con i dati regionali contenuti nel rapporto annuale del
Servizio di Epidemiologia dei Tumori del Registro Tumori del Veneto.
1. Screening mammografico
Il programma prevede invito ogni 2 anni alle donne residenti di età compresa tra i
50 ei 69 anni per l’esecuzione gratuita di una mammografia presso i Servizi di
Radiologia dei Presidi Ospedalieri di Rovigo e di Trecenta e della Casa di Cura
Privata S.Maria Maddalena di Occhiobello, secondo il comune di residenza e
sollecito per le donne che non rispondono al primo invito, e esami di
approfondimento per i casi sospetti.
Le donne al compimento del 50° anno di età e fino a l 69° anno, ricevono una
lettera-invito con appuntamento indicante la sede, il giorno e l’ora per l’esecuzione
della mammografia.
Sulla base dell’esito della mammografia si procede secondo 2 vie:
• se normale con un nuovo invito dopo 2 anni,
• se sospetto la donna viene contattata telefonicamente per eseguire gli
accertamenti diagnostici di approfondimento.
113
2. Screening citologico
Il programma prevede l’invito ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64
anni per l’esecuzione gratuita di un pap-test presso gli ambulatori nelle strutture
aziendali (Cittadella Socio-Sanitaria a Rovigo, Distretti, Punti Sanità) e un sollecito
per le donne che non rispondono al primo invito; la terapia o esami di
approfondimento per i casi risultati non normali.
Sulla base dell’esito del pap-test si prosegue:
• se normale con un nuovo invito dopo 3 anni,
• se inadeguato con un invito alla donna per la ripetizione del pap-test,
• se anormale la donna viene contattata telefonicamente per l’appuntamento
per eseguire l’approfondimento diagnostico o per la prescrizione della
terapia.
3. Screening colorettale
Il programma prevede l’invito ogni 2 anni alle donne e agli uomini di età compresa
tra i 50 e i 69 anni per l’esecuzione gratuita di test per la ricerca del sangue occulto
fecale, il sollecito per chi non risponde al primo invito; esami di approfondimento
per i casi risultati positivi.
Le donne e gli uomini ricevono una lettera-invito con appuntamento che dà
indicazione per ritirare il kit per l’esecuzione del test della ricerca del sangue
occulto fecale in una settimana prefissata presso una farmacia del comune di
residenza, e il giorno della consegna presso la stessa farmacia.
Sulla base dell’esito del test si procede:
• con un nuovo invito dopo 2 anni, se l’esito è negativo,
• la persona viene contattata telefonicamente per un appuntamento per
eseguire l’approfondimento diagnostico, se l’esito è positivo.
Si riportano i dati relativi ad alcuni indicatori dei programmi di screening
mammografico, citologico e colo-rettale, le osservazioni e le criticità, che derivano
anche dal confronto con i dati regionali contenuti nel rapporto annuale del Servizio
di Epidemiologia dei Tumori del Registro Tumori del Veneto.
Screening mammografico
I dati di adesione al programma di screening sono evidenziati nel Grafico 1 e
mostrano un importante aumento per l’anno 2011, passando dal 68,3% per l'anno
precedente al 74,8%. Si sottolinea comunque l’andamento variabile di questo
indicatore che ogni 2 anni evidenzia una diminuzione verosimilmente dovuta,
secondo una valutazione del Centro di Riferimento Regionale Screening, alla
differente percentuale di rappresentazione delle donne appartenenti a diverse
fasce di età, con adesioni differenti, sul totale delle donne che periodicamente,
appunto ogni 2 anni, vengono invitate. L’adesione del 74,8% dell’Azienda ULSS 18
osservata per l’anno 2011 è in linea con la media regionale del Veneto per il 2011
114
che è stata del 75,5% e notevolmente più alta di quella italiana del 2010 pari al
60,5%.
Lo Studio PASSI 2010 ha evidenziato che il 25% nell’Azienda ULSS 18, il 20% in
Italia ed il 21% nel Veneto delle donne in fascia di età 50-69 anni ha eseguito negli
ultimi 2 anni una mammografia al di fuori dei programmi organizzati.
Nell’Azienda ULSS 18 nel 2011 si è raggiunta un'ottima percentuale di copertura,
pari all'81,8%, tramite esami eseguiti al di fuori dei programmi di screening
aziendale.
In considerazione però dell’andamento fluttuante periodico biennale di questo
indicatore, al fine di poterlo consolidare nel tempo, è stato deciso di procedere alla
stampa di un opuscolo informativo, su modello regionale, che viene ora allegato
alla lettera-invito. E’ stato inoltre modificato il testo di questa che ora riporta anche
il numero di fax e la mail del Centro di Coordinamento per facilitare la
comunicazione con le utenti, anche per informazioni relative ad esami eseguiti al di
fuori del programma aziendale, informazioni queste che influiscono positivamente
sul dato della copertura della popolazione target.
L’aumento dell’adesione a questo programma di screening è stato inoltre inserito
come obiettivo nell'ultimo Patto e Contratto tra l’Azienda e i MMG, analogamente a
quanto avvenuto per il programma di screening colo-rettale.
Grafico 1 - Screening mammografico: tassi di adesione
Anni 2004-2011
90,0
77,6
80,0
70,0
60,0
59,2
55,1
62,6
70,2
64,6
65,2
59,7
69,3
72,1
65,1
68,3
74,8
67,5
61,4
49,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
2004
2005
2006
2007
Adesione grezza
2008
2009
2010
2011
Adesione corretta
Per quanto riguarda i tempi della procedura è possibile confrontare i dati relativi
agli anni 2004-2011 nella Tabella 1 che riporta l’intervallo di tempo tra l’esecuzione
della mammografia (data appuntamento) e invio della lettera con risposta esito
negativo (data creazione lettera).
115
Le donne che hanno aderito al programma con mammografia negativa hanno
ricevuto risposta (tempi di risposta) nelle percentuali e nei tempi riportati in Tabella
1.
Tabella 1 – Screening mammografico: tempi di risposta
Anni 2004-2011
Valore accettabile
Anno
< 16-21gg
22-35gg
90% < 15gg
2004
12%
24%
57%
2005
6%
22%
62%
2006
6%
14%
49%
2008
2,1%
18%
72,9%
2009
4,1%
21,5%
57,9%
2010
1,3%
11,9%
38,4%
2011
83,9%
8,3%
7,5%
>36gg
7%
10%
31%
7%
16,5%
48,2%
0,3%
Considerando che lo standard GISMa indica per i tempi di risposta come valore
“accettabile” che il 90% delle donne ricevano la risposta entro 15 gg e
“desiderabile” entro 10 gg. i dati preliminari del 2011 dimostrano un netto
miglioramento di questo indicatore. E’ stato, infatti, concordato all’inizio del 2011,
tra Centro di Coordinamento e SOC Radiologia, l’invio per fax delle worklist
riportanti i dati relativi agli esiti delle mammografie delle donne presentate che
prima venivano inviati per posta interna. Il raggiungimento degli standard previsti
avverrà al momento dell’integrazione dei sistemi informativi, richiesta da tempo,
con la possibilità di trasferimento automatico dei dati dai sistemi informativi di
refertazione della Radiologia a quelli del Centro di Coordinamento Screening,
funzione questa, prevista dal software regionale per lo screening mammografico.
Tasso di richiamo
Vengono riportati nella Tabella 2, per un confronto nel tempo e con le medie
regionali e gli standard GISMa., i dati del 2004-2010 e preliminari del 2011 per il
tasso di richiamo che rappresenta l’indicatore principale della specificità
diagnostica nella fase di I° livello e cioè la perc entuale di donne che sottoposte a
mammografia vengono richiamate per ulteriori accertamenti.
Pur osservando un aumento dei tassi di richiamo sia delle donne al I° passaggio
che ai successivi depongono, si evidenzia comunque una buona qualità di questo
indicatore.
116
Anno 2004
Anno 2005
Anno 2006
Anno 2007
Anno 2008
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
Tabella 2 – Screening mammografico: tassi di richiamo
Anni 2004-2011
Media
Standard
ULSS 18
Regionale
accettabile
I° P
3,8%
8,0%
< 7%
II°P
2,2%
4,3%
< 5%
I° P
4,1%
8,6%
< 7%
II°P
1,6%
3,4%
< 5%
I° P
3,1%
6,8%
< 7%
II°P
1,3%
3,1%
< 5%
I° P
2,4%
8,3%
< 7%
II°P
1,4%
4,5%
< 5%
I° P
2,8%
6,1%
< 7%
II°P
1,3%
4,2%
< 5%
I° P
3,0%
7,4%
< 7%
II°P
1,2%
4,1%
< 5%
I° P
4,8%
8,4%
< 7%
II°P
2,6%
4,1%
< 5%
I° P
6,5%
Non disponibile
< 7%
II°P
4%
Non disponibile
< 5%
Standard
desiderabile
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
< 5%
< 3%
I°P = primo passaggio II°P = secondo passaggio
I due indicatori, richiami precoci e mammografie intermedie (mx eseguite con
intervalli inferiori ai due anni), rappresentano rispettivamente le percentuali di
mammografie eseguite dopo accertamenti e quelle eseguite con intervalli inferiori
ai 2 anni: anche se si evidenzia un aumento progressivo negli anni della
percentuale dei richiami precoci dopo una sessione di approfondimento dallo 0,2%
del 2009, all'1,2% del 2010, all’1,7% del 2011, i dati depongono ancora per una
discreta qualità del programma, considerato che è 0 lo standard desiderabile e
<1% quello accettabile (Tabella 3).
La percentuale delle mammografie intermedie soddisfa invece lo standard
desiderabile che è 0.
Tabella 3 – Screening mammografico: richiami precoci e mammografie intermedie
Anni 2004-2011
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Richiami
1,7%
0,2%
0,2%
0,4%
0,2%
0,2%
0,2%
1,16%
precoci
Mammografie
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0,01%
intermedie
Nella Tabella 4 sono indicati i cancri SD (screen-detected) individuati dal 2004,
con i dati preliminari per il 2011.
117
Tabella 4 - Screening mammografico: cancri diagnosticati
Anni 2004-2011
Anno
Cancri diagnosticati
2004
43
2005
38
2006
31
2007
29
2008
46
2009
46
2010
39
2011
41
Screening citologico
Adesione al programma
I dati preliminari del 2011 evidenziano un aumento dell’adesione rispetto al 2010
dal 54,0% al 61,7% che è più alto della media regionale (56,6%) del 2011 e di
quella nazionale (40%) del 2010 (Grafico 2).
Lo Studio PASSI 2010 indica che il 38% delle donne in Italia e il 39% nel Veneto e
nell’Azienda ULSS 18 eseguono il test al di fuori dei programmi di screening
organizzati arrivando pertanto, per l'anno 2010, a ottimi livelli di copertura
nazionale media e regionale veneta e aziendale.
A gennaio 2011 è stata avviata, su indicazione della Regione Veneto, la ricerca del
Papilloma Virus (HPV) come test di 1° livello nel p rogramma di screening. E' stato
predisposto un opuscolo, su modello regionale da allegare alla lettera-invito, che in
modo semplice ma estremamente chiaro, fornisce le informazioni fondamentali sul
test per la ricerca del Papilloma Virus alle donne che conoscono già da tempo
l'altro importante strumento di prevenzione per il tumore della cervice uterina,
rappresentato dalla vaccinazione per l'HPV, introdotta da alcuni anni nella Regione
Veneto e nell’Azienda ULSS 18. Al fine di migliorare l’adesione al programma si
provvederà alla distribuzione degli opuscoli anche ai servizi aziendali, ai MMG e
alle farmacie.
Al fine di aumentare l’adesione al programma, come per lo screening
mammografico, è stato modificato il testo della lettera-invito che riporta il numero di
fax e la mail del Centro di Coordinamento per facilitare la eventuale comunicazione
da parte delle utenti ed informazioni relative ad esami eseguiti al di fuori del
programma aziendale, informazioni che influiscono positivamente sul dato della
copertura; l’aumento dell’adesione è stato inoltre inserito come obiettivo nell'ultimo
Patto e Contratto tra l’Azienda e i MMG, analogamente a quanto avvenuto per il
programma di screening colo-rettale.
118
Grafico 2 - Screening citologico: tasso di adesione
Anni 2004-2011
70,0
60,0
50,0
50,9
41,4 44,6
39,0
48,8
58,7
54,1
56,9
51,7
60,3
55,4
50,4
54,0
61,7
56,3
44,2
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
2004
2005
2006
2007
Adesione grezza
2008
2009
2010
2011
Adesione corretta
Tempi della procedura dello screening
Le donne che hanno aderito al programma con esito negativo del Pap-test hanno
ricevuto risposta nelle percentuali e nei tempi riportati nella Tabella 5.
Tabella 5 – Screening citologico: tempi di risposta
Anni 2003-2011
Standard consigliato
Anno
31-45 gg e oltre
80% <30 gg
2003
87%
13%
2004
90%
10%
2005
97%
3%
2006
100%
0%
2007
93,2%
6,8%
2008
90,7%
9,3%
2009
88,5%
11,5%
2010
23,6%*
76,4%
2011
93,5%
6,5%
* Il dato relativo al 2010 è dovuto alla diminuzione del personale citotecnico della SOC Anatomia
Patologica e a problematiche tecnico-informatiche con l’avvio dell’integrazione informatica tra il software dell’anatomia patologica e quello del Centro di Coordinamento con l’import-export dei referti
relativi ai Pap-test.
Come già sopra anticipato a gennaio 2011 l’Azienda ULSS 18, su indicazione
regionale, ha avviato la ricerca del Papilloma Virus (HPV) come test di 1° livello nel
programma di screening.
Il protocollo relativo al percorso diagnostico-terapeutico prevede la lettura del Paptest solo in caso di positività all’HPV e questo ha, ovviamente, diminuito il carico di
lavoro della SOC Anatomia Patologica che pertanto è ora in grado, con meno
risorse di personale, di procedere in tempi più brevi alla refertazione. Questo
119
indicatore ha subito in modo importante l’influenza positiva dell’import in
automatico degli esiti degli HPV dal laboratorio di Padova al software del Centro di
Coordinamento.
Per quanto riguarda l’intervallo di tempo dall’esecuzione del test di 1° livello alla
colposcopia i tempi sono riportati nella tabella sottostante, nella quale si evidenzia
un netto miglioramento di questo indicatore (Tabella 6).
Tabella 6 – Screening citologico: intervalli di tempo dal Pap-test alla colposcopia
Anni 2003-2011
Standard consigliato
Anno
> 61 gg
90% <60 gg
2003
95%
5%
2004
96%
4%
2005
92%
8%
2006
76%
24%
2007
68,2%
31,8%
2008
32,7%
67,3%
2009
36,9%
63,1%
2010
38,7%
61,3%
2011
60,2%
39,8%
Un importante indicatore di qualità dei programmi di screening è rappresentato
dalla qualità del prelievo. Anche per il 2011 la percentuale di test inadeguati,
ovviamente relativi solo ai Pap-test letti dopo un HPV positivo, rispetta lo standard
desiderabile che è < 5% (Tabella 7).
2004
1,1%
Tabella 7 – Screening citologico: test inadeguati
Anni 2004-2011
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2,3%
2,7%
3,0%
2,4%
3,3%
3,7%
2011
3,2%
Nella Tabella 8 sono riportati i cancri diagnosticati e i cancri evitati (lesioni ad altro
rischio-HSIL).
Tabella 8 – Screening citologico: cancri e lesioni ad altro rischio diagnosticate
Anni 2004-2011
Anno
Cancri
Lesioni ad alto rischio (HSIL)
2004
2
5
2005
0
6
2006
0
8
2007
2
2
2008
0
13
2009
1
7
2010
0
7
2011
0
16
120
Screening colo-rettale
Adesione
Nel gennaio 2007 è stata avviata la messa a regime del programma di screening
su tutto il territorio aziendale e i dati evidenziano un costante miglioramento
confermato anche dai dati preliminari del 2011 (Grafico 3), che passano da 64,1%
del 2010 al 65,0%, valore significativamente superiore alla media veneta del 2011
che è del 63,1% e all'italiana del 2010 che è stata del 48%.
Anche per questo screening è stato deciso di procedere alla stampa di un
opuscolo informativo, su modello regionale, che viene ora allegato alla letterainvito. E' stato inoltre modificato il testo della lettera-invito che ora riporta anche il
numero di fax e la mail del Centro di Coordinamento per facilitare la eventuale
comunicazione, da parte degli utenti di esami eseguiti al di fuori del programma
aziendale per acquisire informazioni sulla reale copertura della popolazione target.
Come per gli altri programmi, il Controllo di Gestione verifica i dati relativi a soggetti
che eseguono l'esame in sedi non aziendali.
L’aumento dell’adesione a questo programma di screening è stato inserito da
alcuni anni come obiettivo nel Patto e Contratto tra l’Azienda e i MMG.
Grafico 3 - Screening colo-rettale: tasso di adesione
Anni 2005 - 2011
70,0
60,0
50,0
59,060,9
62,3 64,1
63,3 65,0
2009
2010
2011
50,053,4
42,044,0
42,0 43,0
40,0
28,0
24,0
30,0
20,0
10,0
0,0
2005
2006
2007
Adesione grezza
2008
Adesione corretta
Tempi della procedura dello screening
Le persone che hanno aderito al programma con test negativo hanno ricevuto
risposta nelle percentuali e nei tempi riportati in Tabella 9. Considerando che lo
standard accettabile GISCor /Gruppo Italiano Screening Colo-rettale) prevede che
almeno il 90% di persone ricevano risposta di esito del test entro 21 giorni. e il
desiderabile almeno il 90% entro 15 giorni, questi dati depongono per
un’eccellente qualità di questo indicatore.
121
Anno
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Tabella 9 – Screening colo-rettale: tempi di risposta
Anni 2005-2011
<21 gg
22-28 gg
29-35 gg
80%
6%
1%
92%
6%
1%
86%
11%
2%
94,9%
1,7%
2%
97,2%
1%
0,5%
95,4%
2,2%
0,9%
96,1%
1,5%
0,7%
oltre 36 gg
13%
1%
1%
1,4%
1,3%
1,5%
0,8%
Per quanto riguarda l’intervallo di tempo dall’esecuzione del test alla colonscopia i
tempi sono riportati in Tabella 10: si può osservare un lieve miglioramento di
questo indicatore per l’anno 2011, non ottimale, in quanto non è stato possibile
garantire sedute aggiuntive di colonscopie.
Tabella 10 – Screening colo-rettale: intervalli di tempo dal test alla colonscopia
Anni 2005-2011
Anno
<30 gg
31-45 gg
46-60 gg
oltre 61 gg
2005
17%
22%
9%
51%
2006
12%
30%
21%
37%
2007
8%
21%
8%
62%
2008
28,2%
22,3%
21%
28,5%
2009
79,8%
10,5%
4,8%
4,8%
2010
26,3%
32,9%
17,6
23,3%
2011
28,6%
26,3%
23,9%
21,0%
Nella Tabella 11 sono evidenziate le lesioni riscontrate, con dati preliminari per il
2011.
Tabella 11 – Screening colo-rettale: cancri e lesioni diagnosticate
Anni 2005-2011
Anno
Cancri
Lesioni ad alto rischio
Lesioni a basso rischio
2005
3
31
10
2006
1
13
8
2007
25
115
70
2008
25
123
95
2009
39
200
153
2010
42
153
123
2011
21
127
120
La valutazione e il monitoraggio di alcuni degli indicatori del Programma di
Screening del carcinoma colo-rettale, come l’adesione agli approfondimenti e le
caratteristiche dell’indagine di 2° livello (raggiu ngimento del cieco, incidenza di
complicanze, di sanguinamento, di perforazione) hanno evidenziato una buona
qualità professionale dimostrata dagli operatori coinvolti ai diversi livelli.
122
2.5 La tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e
confinati
Uno dei compiti del Servizio Igiene e Sanità Pubblica è rappresentato dalla tutela
delle collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita: tale attività rientra nell’area
del Servizio denominata Igiene Urbana e Ambientale.
In particolare è compito dell’Area Igiene Urbana e Ambientale il rilascio di pareri
preventivi, la vigilanza di strutture sanitarie, di strutture alberghiere ed extra alberghiere, di scuole di ogni ordine e grado, di barbieri, acconciatori ed estetisti, di
Istituti Penitenziari, di alloggi sia finalizzati alle graduatorie ATER che per le leggi
sull’immigrazione, sale gioco, impianti sportivi e piscine, della polizia mortuaria ed
autofunebre, ed altre attività collettive in cui vi sia la presenza di più avventori,
nonché i sopralluoghi per inconvenienti igienici connessi alla tutela della salute
pubblica compresa la verifica delle operazioni di disinfestazione contro la diffusione
della zanzara tigre ai fini della prevenzione delle malattie ad essa collegate.
Il Servizio ha subito una trasformazione nel modo di porsi verso le categorie
produttive (artigiani, commercianti) e gli enti istituzionali con i quali storicamente si
rapporta (comuni, provincia) a seguito dell’entrata in vigore di una nuova norma
nazionale, la Legge n.122 del 30 luglio 2010, Segnalazione Certificata di Inizio
Attività, SCIA, la quale sta di fatto portando ad una forte riduzione del controllo
preventivo da parte del SISP prima dell’inizio di un’attività commerciale o
artigianale, prevedendo invece la possibile surroga del parere con sopralluogo
SISP prima dell’apertura, con un’autocertificazione o asseverazione in capo al
privato
Nella programmazione delle attività del SISP si tiene conto, pertanto, oltre che
delle linee guida dei LEA nazionali e della programmazione pluriennale del Piano
Sanitario Regionale, anche delle singole normative di settore e soprattutto delle
indicazioni della Regione Veneto, Direzione della Prevenzione.
Determinante è stata la scelta del Legislatore di responsabilizzare gli imprenditori
all’autoverifica o autocontrollo, affinchè diventino loro stessi i primi soggetti
portatori della cultura della prevenzione nelle aziende e nei luoghi di vita, come
peraltro già avvenuto in passato con i cittadini e le varie autocertificazioni in atti
amministrativi.
Il Servizio di Sanità Pubblica esplica anche un’azione connessa alla tutela della
collettività dai rischi sanitari legati all’inquinamento ambientale, attività questa
svolta principalmente mediante l’espressione di pareri sanitari predisposti dal
medico con incarico professionale, pareri redatti sulla scorta di analisi o
accertamenti che, successivamente all’entrata in vigore della Legge n.61/94 e della
L.R. 32/96 e successive Delibere regionali attuative, vengono effettuate dai
Tecnici ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e protezione Ambientale
del Veneto).
123
Il SISP quindi, pur avendo perso tutte le competenze sulle verifiche ambientali, ora
in capo ad ARPAV, svolge il ruolo fondamentale di organo tecnico a servizio dei
Sindaci relativamente agli aspetti igienico sanitari e di tutela sella salute pubblica.
Le azioni messe in essere dal servizio per perseguire l’obiettivo di tutela della
salute dai rischi presenti in ambienti di vita, aperti e confinati, possono essere
distinte in attività d’iniziativa o programmate ed attività su richiesta.
Attività d’iniziativa o programmata
Il SISP, ha come ruolo istituzionale quello della vigilanza e prevenzione nell’ambito
delle malattie infettive, negli ambienti di vita siano essi di uso collettivo quali Case
di Riposo o RSA, scuole, alberghi, impianti sportivi, imprese artigiane di
acconciatori, estetiste e tatuatori, pubblici esercizi in genere, o abitazioni private,
programmando sopralluoghi di verifica presso tali ambienti o luoghi.
1. “Scuole”
Il progetto di vigilanza agli istituti scolasti iniziato nell’anno 2000, innovativo e
probabilmente precursore nel Veneto riferito a tale contesto, avente come scopo la
verifica continua ed il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie delle scuole
di ogni ordine e grado, presenti nell’ambito territoriale Aziendale, si può dire
concluso avendo ultimato, anche per la seconda volta, i controlli tutte le 204
scuole, sia pubbliche che private, presenti nel territorio Aziendale.
I Tecnici di Prevenzione, durante le verifiche, hanno analizzato le caratteristiche
igienico sanitarie degli ambienti scolastici, con derive strutturali e di sicurezza che,
se pur non di specifica competenza, erano talmente evidenti da non poter essere
omesse durante l’accertamento.
Normalmente sono stati rilevati e valutati parametri quali: condizioni igienicosanitarie dei locali, affollamento, idoneità dell’arredo, condizioni microclimatiche
(umidità e temperatura), illuminazione disponibile nelle aule e sui banchi di lavoro
(espressa in Lux), punti macroscopici di pericolo per l’incolumità degli alunni.
La continua variazione della popolazione scolastica con chiusure di plessi o
l’apertura di nuove sezioni, i nuovi indirizzi scolatici e gli accorpamenti tra Istituti
fanno si che il lavoro di verifica igienico-sanitaria sia sempre in evoluzione, fatto
questo positivo perché implica un continuo e costante confronto tra Azienda
Sanitaria e Direzioni Scolastiche, pubbliche o paritarie, con riflessi sicuramente
positivi per gli aspetti di sanità pubblica.
Anche se i lavori della seconda verifica si sono conclusi nel 2009, pur tuttavia nel
corso dell’anno 2011 sono stati effettuati 10 accertamenti scuole e aule didattiche,
d’iniziativa, o su richiesta presentata dalla scuola stessa.
2. “Acconciatori – Estetisti”
Si ribadisce l’attenzione del SISP alle verifiche delle condizioni igienico sanitarie
nelle attività artigianali che effettuano servizi alla persona, quali bBarbieri,
acconciatori ed estetisti soprattutto durante l’esercizio dell’attività ma anche, se
motivati, precedenti all’apertura in caso di nuovo laboratorio.
124
Tali verifiche, previste dai regolamenti comunali e da disposizioni regionali, sono
particolarmente importanti per la tutela della salute pubblica in quanto vengono
valutati, oltre agli aspetti di conformità strutturale dei laboratori ai requisiti previsti
dai regolamenti comunali, le condizioni delle attrezzature utilizzate a contatto con
la cute e la loro igienizzazione e sterilizzazione, al fine di prevenire la diffusione,
tra la popolazione generale di virus responsabili di gravi ed invalidanti malattie
infettive quali l’Epatite B - C e l’ HIV.
Nell’anno 2011 sono state controllati 53 laboratori artigiani di acconciatori ed
estetisti , e 5 laboratori di tatuaggio e piercing, su un totale di circa 450; il totale è
indicativo in quanto quotidianamente nei 41 Comuni del territorio vi sono chiusure,
cambi di gestione, o aperture di nuove attività che spesso non vengono
comunicate al SISP, in particolare dopo l’entrata in vigore della Legge 122/2010
anzi detta.
3. “Piscine Palestre ed Impianti Sportivi”
Le palestre e gli impianti sportivi censite nel territorio aziendale sono circa 120: è
difficile stabilire un numero preciso in quanto non essendo soggette, in particolare
le palestre private, ad atti autorizzativi specifici spesso sfuggono anche al controllo
dei Comuni.
Molti degli impianti sportivi con presenza di pubblico sono inoltre soggetti a verifica
da parte della specifica Commissione di vigilanza sui locali di pubblico Spettacolo,
Prefettizia o comunale, a cui partecipa anche questo Servizio con un Dirigente
Medico.
In particolare, nel corso del 2011, sono stati effettuati 20 sopralluoghi presso le
piscine, sia pubbliche che private aperte al pubblico, che vengono controllate
regolarmente, senza preavviso, attraverso anche dei campioni d’acqua.
4. “Ambiente e Salute”
Il Servizio esplica un’azione connessa alla tutela della collettività dai rischi sanitari
legati all’inquinamento ambientale, attività svolta principalmente mediante
l’espressione di pareri sanitari predisposti dal Medico con incarico di alta
professionalità, redatti sulla scorta di analisi o accertamenti che, successivamente
all’entrata in vigore della Legge n.61/94 e della L.R. n.32/96 e successive Delibere
regionali attuative, vengono effettuate dai Tecnici dell’ARPAV.
In tale ambito, in particolare il Servizio Igiene e Sanità Pubblica ha il compito di
effettuare valutazioni sull’impatto sanitario determinato da fonti di inquinamento
ambientale, allorché l’ARPAV abbia fornito misure e/o stime accurate e
rappresentative del livello di contaminazione delle matrici ambientali interessate
(aria, in questo caso) da parte degli inquinanti.
In quest’ottica, nel maggio 2008, è stato elaborato dai SISP delle 2 Aziende ULSS
della Provincia ed inviato alle Amministrazioni Pubbliche coinvolte nel rilascio di atti
autorizzatori di competenza, un documento, “Documento base per le valutazioni di
sanità pubblica in materia di inquinamento ambientale”, contenente importanti
elementi chiarificatori in merito al ruolo ed ai compiti della Sanità Pubblica
relativamente alle valutazioni sull’inquinamento ambientale.
125
E’ stato, quindi, sottoscritto un protocollo d’intesa tra ARPAV e Aziende Sanitarie
per instaurare un rapporto di collaborazione finalizzato alla gestione integrata del
processo di valutazione del rischio ambientale e sanitario (pareri preventivi,
monitoraggio matrici ambientali e definizione dei livelli di contaminazione delle
matrici ambientali e dell’esposizione della popolazione, mappe di rischio sanitario
ecc…).
Dal 2008, data di diffusione del documento, le linee guida contenute vengono
applicate nell’espressione dei pareri, modificando l’approccio valutativo nella
formulazione dei pareri richiesti al Servizio nei casi di nuovi insediamenti produttivi
e in relazione al rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali ad attività
produttive esistenti (AIA). Le valutazioni di impatto sulla salute della popolazione
residente si basano su studi di ricaduta degli inquinanti, richiesti alle Ditte, e
valutati con ARPAV. L’applicazione delle nuove modalità operative ha determinato
l’adozione di valori di limiti emissivi più restrittivi rispetto a quanto previsto per
legge o già autorizzato.
Le considerazioni di ordine preventivo prettamente sanitario di valutazione del
rischio hanno lo scopo di fornire ai Decisori Politici utili elementi per l’adozione
degli appropriati interventi finalizzati alla riduzione degli inquinanti considerati,
tenendo in ogni caso presente a priori che il beneficio di salute conseguibile è
direttamente correlato al grado di riduzione degli inquinati stessi nell’ambiente.
5. Vigilanza “larvozanzaricida”
Su precisi imput Regionali, avvalendosi di specifici programmi operativi della
Regione Veneto, nell’anno 2011 il SISP ha proseguito l’innovativa attività di
vigilanza alle operazioni di disinfestazione appaltate dalle amministrazioni comunali
nei territori di rispettiva competenza.
Il controllo mira a monitorare ed accertare, negli specchi e corsi d’acqua superficiali
che siano debellati eventuali focolai larvali di zanzare, compresa la zanzara tigre
portatrice di complesse patologie nella popolazione generale (West Nile e
Chikungunya).
L’azione di vigilanza igienico sanitaria ha quindi interessato 11 comuni, distribuiti in
modo omogeneo nel territorio aziendale, con 84 campionamenti di acque
superficiali effettuati in contradittorio con il personale addetto alle disinfestazioni, i
cui risultati sono stati immediatamente trasmessi ai rispettivi Sindaci dei comuni
interessati, per l’adozione di eventuali provvedimenti correttivi
6. Prevenzione della Legionellosi
Fra le attività innovative di cui si sta occupando il SISP vi è lo sviluppo della
prevenzione in particolare delle malattie cronico-degenerative, la verifica
impiantistica delle strutture sociali (Case di Riposo, RSA), delle strutture sanitarie,
ambulatori odontoiatrici, strutture recettive alberghiere ed extra-alberghiere
abitazioni private ed impianti sportivi (piscine) per la ricerca del batterio Legionella,
il quale rappresenta un potenziale pericolo nel caso entri in contatto con persone
immunodepresse.
126
L’attività svolta nel corso dell’anno consiste in una serie di 11 sopralluoghi effettuati
presso varie strutture, con 51 campionamenti di acqua in totale per la ricerca di
legionella, disposti sia d’iniziativa che a seguito di alcuni casi verificatisi nel
territorio aziendale.
Attività su richiesta
L’attività che il SISP eroga su richiesta, sia da parte del privato cittadino che da
parte dei vari Enti quali Comune, Provincia, Prefettura, la stessa Direzione AULSS
18 ecc., ai fini della tutela della salute pubblica, può essere finalizzata
all’autorizzazione all’apertura di attività quali : strutture sanitarie e socio-sanitarie
(Case di Cura, presidi ospedalieri, ambulatori specialistici), Sale gioco, Tatuatori,
odontotecnici, ed in seconda battuta alberghi, acconciatori, estetisti, ed ancora alla
verifica delle condizioni igienico-sanitarie di civili abitazioni o di aree pubbliche o
private, alla vigilanza di camere mortuarie e depositi osservazione, sia presso
cimiteri comunali che strutture sanitarie, alla partecipazione a varie commissioni di
vigilanza tra le quali commissione pubblico spettacolo comunale o prefettizia,
commissione comunale “acconciatori-estetisti”, commissione vigilanza “farmacie”,
commissioni tecniche regionali, vigilanza “fonti radiologiche” ecc. (Tabella 1).
Ambulatori di Medicina Generale Convenzionata
Alla fine del 2011 risultano operare sul territorio dell’AULSS 18 Rovigo, 132 Medici
di Medicina Generale e 16 Pediatri di Libera Scelta convenzionati.
L’attività di vigilanza presso tali studi medici avviene, in genere, su richiesta del
Servizio Risorse in Convenzione dell’Azienda, il quale attiva il SISP sia al momento
dell’apertura di un nuovo studio medico sia nel caso della vigilanza programmata
presso gli studi esistenti, per verificare il mantenimento dei requisiti igienico
sanitari. Nel corso del 2011 sono stati ispezionati 13 ambulatori di Medici di base e
Pediatri di base.
Controllo applicazione divieto di Fumare presso strutture AULSS 18
In relazione agli obblighi di Legge relativi al controllo dell’applicazione del divieto di
fumo, la Soc Igiene e Sanità Pubblica è stata impegnata a fornire la collaborazione
amministrativa necessaria per strutturare il Decreto n° 71 del 02.02.2010 con il
quale la Direzione Generale ha normato la materia in ambito aziendale.
Il SISP proseguirà negli anni successivi per fornire consulenza ai Servizi aziendali
tenuti a fare rispettare i divieti di fumo nei loro ambiti, effettuando comunque
un’autonoma azione di vigilanza a campione presso le strutture aziendali.
Commissione vigilanza locali pubblico spettacolo ed attrazioni varie
Notevolmente incidente è risultata nel 2011 la partecipazione a Commissioni di
Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo, soprattutto per quanto riguarda
l’espressione del parere, ai sensi del D.M 18 maggio 2007, che i comuni sono
tenuti ad acquisire ai fini della registrazione e del rilascio del codice identificativo
alle attività di spettacolo viaggiante, sia nuove che già in essere. Il fulcro storico del
“Distretto Veneto della Giostra” si colloca infatti nel nostro territorio, tra i comuni di
127
Bergantino e Melara che si collocano tra i primi in Veneto ed in Italia per numero di
officine di produzione di queste attrazioni, poi esportate in tutto il mondo.
Nel corso del 2011 il Dirigente Medico incaricato, infatti, ha espresso 151 pareri
nell’ambito delle commissioni in argomento, sia a livello comunale che prefettizio.
Nella Tabella 1 vengono riportati i dati di attività dell’Area Igiene Urbana e
Ambientale, confrontando gli anni 2010-2011.
Tabella 1 – Attività Area Igiene Urbana e Ambientale
Anni 2009 - 2010
Strutture oggetto di vigilanza
Strutture turistico - ricettive: Alberghi, Affittacamere, Ostelli, Agriturismo
Strutture sportive e ludico ricreative: piscine, campi sportivi, palestre
parchi gioco
Barbieri, parrucchieri, estetiste (vigilanza esistenti + nuove aperture)
Strutture sanitarie: ambulatori Medici di Base
Strutture sanitarie (Ambulatori Specialistici L.22)
Strutture scolastiche: Asili nido, Scuole materne, elementari, medie
inferiori, medie superiori,aule didattiche.
Tutela igienico sanitaria, controlli e vigilanza sull'abitato (inconvenienti
igienico sanitari)
Alloggi per graduatorie ATER: verifica condizioni igieniche edifici
Laboratori di Tatuaggio e Piercing
Alloggi per capacità ricettiva: verifica leggi sull’immigrazione
(permessi o carta soggiorno, ricongiungimenti famigliari)
Istituti Penitenziari
Auto Funebre vigilanza e nulla osta igienico sanitario
Sale gioco
Case di Riposo, RSA, ecc. (strutture visitate per Legionella)
Vigilanza larvozanzaricida (Comuni controllati)
Attività
Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
Gas Tossici
Campionamento acque di piscina
Legionella - Campionamenti d’acqua effettuati
Partecipazione a Commissione Vigilanza Locali Pubblico Spettacolo
Partecipazione a Commissione Farmacie Aziendali
Indagini ambientali - Valutazioni ambientali
Vigilanza larvozanzaricida (campioni di controllo in acque superficiali)
2010
21
2011
23
10
20
67
75
20
68
13
10
4
10
6
9
70
1
19
5
4
1
1
22
5
12
9
2010
52
11
17
98
134
23
5
44
1
20
3
1
11
2011
66
20
20
84
151
28
6
84
128
2.6 La sorveglianza, la prevenzione e la tutela della salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro
Nella prima parte viene descritta l’attività degli SPISAL del Veneto tratta dal
“Rapporto di attività degli SPISAL delle ULSS del Veneto-Anno 2011” predisposto
dalla Direzione Regionale della Prevenzione e dal P.R.E.O. (Programma
Regionale Epidemiologia Occupazionale).
Nella seconda parte la relazione riporta e descrive, principalmente attraverso
tabelle e grafici, l’attività di prevenzione effettuata dalla SOC Prevenzione Igiene
e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro dell’Azienda ULSS 18, confrontata con quella
degli altri SPISAL del Veneto, nel corso del 2011.
Lo scopo e lo spirito di questo documento trovano riferimento negli obiettivi
strategici del DPCM 17.12.07. Si tratta di promuovere ed orientare, attraverso il
monitoraggio continuo degli output e la sistematica azione di benchmarking, il
miglioramento della qualità dei processi e dei prodotti erogati dai Servizi.
Per le principali voci di attività sono stati analizzati sia il trend degli ultimi anni sia il
valore di alcuni indicatori/descrittori dell’output complessivo del sistema mediante
ulteriori tabelle e grafici.
Attività di vigilanza nei luoghi di lavoro
L’attività di vigilanza dei Servizi persegue, in sintonia con gli indirizzi regionali di
programmazione, gli obiettivi definiti dal Patto per la Tutela della Salute nei luoghi di
lavoro (D.P.C.M. 17.12.07).
Anche nel 2011 è stato rispettato l’obiettivo di copertura (LEA) del 5% delle unità
locali con dipendenti o assimilati.
Nelle 21 ULSS del Veneto, le aziende di tutti i comparti oggetto di intervento di
prevenzione (esclusi sopralluoghi per pareri) sono state 12.519, di cui 7.373 in
edilizia (59%). Se si considerano anche i sopralluoghi per parere si arriva ad un
numero complessivo di 12.824 aziende ispezionate; quest’ultimo valore è utilizzato
per il calcolo della copertura regionale in relazione all’obiettivo del Piano
Nazionale.
La Regione del Veneto arriva ad una copertura del 5,4%.
Sono stati effettuati 14.707 sopralluoghi, dei quali quasi il 50% in edilizia, ed
emessi complessivamente 5.790 verbali (il 59 % in edilizia).
In Tabella 1 sono riportati i dati dell’attività di vigilanza effettuata nel corso del
2011, secondo lo schema richiesto per la reportistica nazionale.
129
Tabella 1 – Principali indicatori dell’attività di vigilanza, per settore - Anno 2011
Edilizia
Agricoltura Altri comparti Tutti i comparti
N° cantieri notificati (art. 99 D.Lgs. 81/08)
30.390
30.390
N° complessivo di cantieri ispezionati
4.631
4.631
di cui non a norma al I sopralluogo
1.877
1.877
N° aziende con dipendenti + lavoratori
autonomi oggetto di ispezione (esclusi
7.373
821
4.325
12.519
sopralluoghi per pareri)
N° sopralluoghi totali effettuati
7.306
1.097
6.304
14.707
N° totale verbali, di cui a:
3.421
455
1.914
5.790
- imprese (datori di lavoro, dirigenti,
2.346
2.346
preposti, lavoratori)
- lavoratori autonomi
221
221
- committenti e/o responsabili dei lavori
212
212
- coordinatori per la sicurezza
279
279
N° di verbali di prescrizione
2.580
199
1.190
3.969
N° di verbali di disposizioni
264
85
603
952
N° violazioni
3.386
240
2.107
5.733
N° sequestri
8
2
19
29
N° sospensioni ex art. 14 D.Lgs. 81/08
0
0
0
0
N° piani di lavoro e N° di notifiche (ex
7.724
7.724
artt. 256 punto 2 D e 250 D.Lgs. 81/08)
N° di cantieri ispezionati per amianto
905
905
Si registra in genere, rispetto al 2010, una sostanziale conferma nei volumi di
attività svolta, con l’eccezione della distribuzione dei provvedimenti nel settore
dell’edilizia dove diminuiscono i verbali comminati alle imprese (-23%) mentre
aumentano per le altre figure.
Complessivamente i verbali di prescrizione emessi ai sensi del D.Lgs. 758/94 sono
stati 3.969, il 65% dei quali in edilizia, registrando una leggera flessione sull’anno
precedente (-2,1%).
La Tabella 2 e il Grafico 1 che seguono mostrano l’andamento nel decennio dei
principali indicatori di attività.
Tabella 2 – Principali indicatori di attività - Anni 2002-2011
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
2009
N° aziende con
dipendenti+lavoratori
autonomi oggetto di
5.693
ispezione (esclusi
sopralluoghi per pareri)
Indicatore di copertura n.r.
Verbali di prescrizione
2.804
(758)
Verbali 758 su ditte
49,3
ispezionate %
2010
2011
6.658
7.175
7.137
6.660
7.448
9.474
10.235 12.233 12.519
n.r
n.r
n.r
n.r
n.r
3,8%
4,1%
5,2%
5,4%
3.331
3.708
3.454
3.443
4.379
3.829
3.353
4.053
3.969
50,0
51,7
48,4
51,7
58,8
40,4
32,8
33,1
31,7
130
Grafico 1 – Aziende ispezionate, verbali di prescrizione e indicatore di copertura
Anni 2002-2011
Aziende ispezionate
Verbali di prescrizione (758)
LEA
14.000
12.000
10.000
5,2% 5,4%
8.000
3,8% 4,1%
6.000
4.000
2.000
0
2002 2003 2004 2005 2006
2007 2008 2009 2010 2011
Coerentemente con gli obiettivi di salute, l’edilizia è l’ambito produttivo che
presenta il maggior numero di aziende controllate e quello maggiormente
interessato dal complesso dei verbali emessi (verbali di prescrizione, disposizioni,
sospensione, sanzioni amministrative) e dai verbali 758 in particolare.
In Grafico 2 è evidenziato il confronto per alcuni indicatori – verbali 758, aziende
controllate e il loro rapporto – fra l’anno 2010 e il 2011 in riferimento alle tre macro
aree di intervento, cioè edilizia, agricoltura e gli altri comparti.
Grafico 2 – Aziende ispezionate e verbali 758, per area di intervento,
confronto anni 2010-2011
Aziende ispezionate
Verbali 758
Verbali 758 su aziende ispezionate
16.000
35,0%
23,9%
24,2%
AGR 2010
AGR 2011
12.000
28,0%
27,5%
ALTRO
2011
33,1%
37,5%
ALTRO
2010
14.000
31,7%
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
TOT 2011
TOT 2010
EDIL 2011
EDIL 2010
0
131
Edilizia
Il 2011 vede consolidarsi una attività di vigilanza tesa a migliorare il grado di
copertura del territorio da parte del sistema.
Nel 2011 sono stati notificati agli SPISAL 30.390 cantieri, 584 a settimana (52
settimane per anno); il 15,2% di questi (4.631) è stato oggetto di verifica ispettiva,
89 a settimana. Nel numero dei cantieri ispezionati sono stati conteggiati anche
quelli controllati per interventi di bonifica su materiali contenenti amianto. Più del
40% dei cantieri controllati risultava non a norma.
I verbali di prescrizione 758 sono 2.580, in leggere diminuzione rispetto all’anno
precedente, con 3.386 violazioni; rispetto al numero dei cantieri non a norma
(1.877), risultano 1,4 verbali di prescrizioni per cantiere e 1,8 violazioni per
cantiere.
La Tabella 3 riporta l’andamento dei principali indicatori di attività per l’edilizia negli
ultimi dieci anni.
Tabella 3 – Edilizia: principali indicatori di attività
Anni 2002-2011
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Cantieri notificati
28.718 29.966 28.148 28.392 27.903 24.998 27.483 27.064 29.477 30.390
Cantieri ispezionati
2.289 2.749 2.998 2.947 2.992 3.059 3.221 3.725 4.475 4.631
Ditte ispezionate
2.515 2.769 3.617 3.392 3.645 4.045 4.249 5.115 6.951 7.373
Verbali 758
1.625 1.991 2.145 2.018 1.961 2.416 2.005 2.125 2.604 2.580
Cantieri su notifiche
8,0% 9,2% 10,7% 10,4% 10,7% 12,2% 11,7% 13,8% 15,2% 15,2%
Cantieri non a norma
n.r.
n.r
n.r
n.r
n.r
n.r
n.r.
43,0% 42,1% 40,5%
su ispezionati
Verbali 758 su ditte
64,6% 71,9% 59,3% 59,5% 53,8% 59,7% 47,2% 41,5% 37,5% 35,0%
ispezionate
Il Grafico 3 mostra l’andamento nel periodo 2002-2011 del numero dei cantieri
controllati, delle aziende e dei verbali di prescrizione.
Grafico 3 – Edilizia: verbali, cantieri e ditte controllati – Anni 2002-2011
Cantieri ispezionati
Ditte ispezionate
Verbali 758
8.000
7.000
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
0
132
Amianto
Una parte importante delle ispezioni svolte in edilizia riguarda i cantieri di bonifica di
materiali contenenti amianto. Negli ultimi due anni, in accordo con l’evoluzione
normativa, sono rilevate, oltre ai piani di lavoro, anche le notifiche di intervento
inviate ai Servizi ai sensi dell’art. 250 del D. Lgs. 81/08. Mediamente, nell’ultimo
triennio, 12 interventi di bonifica su 100 sono stati oggetto di controllo.
Il Grafico 4 evidenzia l’andamento dell’attività di vigilanza per quanto concerne
l’amianto.
Grafico 4 – Vigilanza amianto - Anni 2003-2011
Agricoltura
Il settore agricoltura dal 2009 è oggetto di specifica linea di intervento regionale. Il
2011 ha visto un incremento delle aziende agricole controllate, rispetto al 2010, del
7% circa. Una su quattro è stata oggetto di verbale di prescrizione (Tabella 5).
Tabella 5 – Agricoltura: principali indicatori di attività
Anni 2006-2011
2006
2007
2008
2009
2010
Aziende agricole ispezionate
312
240
265
409
769
Sopralluoghi effettuati
n.d.
n.d.
n.d.
491
912
Verbali 758
73
184
Verbali 758 su aziende ispezionate
17,8% 23,9%
2011
821
1097
199
24,2%
Vigilanza congiunta/coordinata
Nell’ambito della programmazione regionale, nel rapporto con gli altri Enti che a
diverso titolo esplicano attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, viene perseguito
l’obiettivo di coordinamento degli interventi di vigilanza.
133
In Grafico 5 sono riportati, per il periodo 2009-2011, i dati degli interventi
coordinati o congiunti svolti dagli SPISAL in collaborazione con gli altri Enti (DTL,
INAIL, INPS) per quanto riguarda l’edilizia e l’agricoltura.
Nel 2011 inoltre sono stati effettuati, in attività congiunta, 79 interventi di controllo
con riguardo al problema dei rischi per la sicurezza in ambienti confinati.
Grafico 5 – Interventi coordinati/congiunti con gli altri Enti in edilizia ed agricoltura
Anni 2009-2011
Attività di igiene industriale
I dati rilevati su campionamenti e misurazioni effettuati indicano un’attività svolta in
modo saltuario e diversificato a seconda dello SPISAL. Anche le variazioni negli
anni mostrano un quadro contrastante (Tabella 6).
Tabella 6 – Attività di campionamento e misurazioni di igiene industriale
Anni 2009-2011
2009 2010 2011
N° aziende/cantieri controllati con indagini di igi ene industriale 164
318
218
N° campionamenti effettuati
231
129
133
N° misurazioni effettuate
99
206
78
Pareri tecnici
Il dato riportato in Tabella 7 comprende sia i pareri emessi dagli SPISAL su
insediamenti produttivi, sia altra attività autorizzativa quale quella che riguarda gas
tossici, autorizzazioni per locali interrati e seminterrati, radiazioni ionizzanti,
industrie insalubri, deroghe ex art. 63 c.5 D.Lgs. 81/08, ecc.
In circa il 5% dei casi è stato effettuato un sopralluogo presso l’azienda interessata.
134
Tabella 7 – Scheda nazionale pareri
Anni 2009-2011
N° pareri
N° aziende oggetto di sopralluogo per l’espressione di pareri
2009
6.427
530
2010 2011
7.728 6.425
366
305
Inchieste infortuni e malattie professionali
L’attività di vigilanza svolta dagli SPISAL comprende le inchieste effettuate a
seguito di infortunio o di segnalazione di malattia professionale. Le indagini sono
svolte dagli operatori dei Servizi al fine di individuare eventuali profili di
responsabilità penale connessi all’evento lesivo occorso nel territorio di
competenza. Nel 2011 il numero di inchieste complessive, evidenziate in Tabella
8, non si discosta di molto dal dato del 2010 (-3%).
Tabella 8 – Infortuni e Malattie Professionali: inchieste concluse
Anno 2011
Infortuni Malattie professionali
N° inchieste concluse
2.249
1.260
N° inchieste concluse con riscontro di
430
18
violazione correlata all’evento
Nel Grafico 6 è indicato l’andamento nel periodo dal 2002 al 2011 delle inchieste
infortunio.
Grafico 6 – Inchieste infortuni - Anni 2002-2011
Mediamente il numero delle inchieste effettuate si attesta negli ultimi anni poco
sopra i 2000 casi. Nel periodo 2009-2011 sono stati rilevati i dati relativi al
processo di selezione dei casi da indagare.
La Tabella 9 riporta il numero totale delle segnalazioni pervenute ai Servizi, il
numero degli infortuni valutati e via via i casi selezionati ed indagati.
135
Tabella 9 – Infortuni: casi segnalati, selezionati ed indagati
Anni 2009-2011
2009
2010
Infortuni segnalati/acquisiti
72.039 58.603
Infortuni valutati
71.313 58.489
Infortuni selezionati da indagare (583, 589, 590 c.p.)
2.617
2.709
Inchieste infortuni concluse
2.004
2.282
Inchieste concluse con violazioni correlate all’evento (verbali
428
422
758)
Verbali 758 su inchieste concluse
21,4% 18,5%
2011
54.572
52.440
2.565
2.249
430
19,1%
Analogamente per le malattie professionali il Grafico 7 riporta il dato storico delle
attività di indagine.
Grafico 7 – Denunce e inchieste per Malattia Professionale - Anni 2002-2011
Come per le inchieste infortuni si sono registrati, attraverso la scheda di reportistica
regionale, i dati relativi alla selezione dei casi da indagare, come riportato in
Tabella 10.
Tabella 10 – Malattie Professionali: casi segnalati, selezionati ed indagati
Anni 2009-2011
2009
2010
2011
Denunce di malattia professionale
1.838
1.929
1.980
MP valutate
1.822
1.871
2.063
MP selezionate
1.298
1.347
1.267
Inchieste concluse
1.455
1.336
1.261
Inchieste con verbali 758 correlati all'evento
62
25
18
Verbali 758 su inchieste concluse
4,3%
1,9%
1,4%
Per quanto riguarda le indagini per infortunio mediamente circa il 20% delle
inchieste si chiude con riscontro di violazioni correlate all’evento.
Per le malattie professionali la percentuale è molto più bassa, arrivando all’1,4%
nel 2011 (Grafico 8).
136
Grafico 8 – Inchieste Infortuni e MP: valori assoluti e percentuale delle inchieste
concluse con riscontro di violazioni correlate all’evento – Anno 2011
2.500
2.000
19,1%
inchieste con verbali 758
correlati all'evento
1.500
1,4%
1.000
inch concluse senza
riscontro di violazioni
500
0
INCHIESTE
INFORTUNI
INCHIESTE
MALATTIE
PROFESSIONALI
Attività sanitaria
Le Tabelle 11 e 12 riportano l’attività sanitaria svolta dai Servizi ed evidenziano
come negli anni si siano sviluppate attività basate sull’evidenza.
La Tabella 11 riprende alcuni indicatori di attività così come riportati dalla scheda
di reportistica nazionale.
Tabella 11 – Attività sanitaria svolta dai Servizi
Anni 2009-2011
2009
N° visite effettuate dallo SPISAL per apprendisti e mi nori 1.631
N° visite effettuate dallo SPISAL su propria iniziativ a
8.965
o su richiesta
N° visite effettuate dal Servizio per sorveglianza
1.433
sanitaria ex esposti a CVM o amianto
N° aziende in cui è stato controllato il prot. di s orv. san.
n.r.
e/o le cartelle sanitarie
N° ricorsi avverso il giudizio del Medico Competent e
180
(art. 41 comma 9 D.Lgs. 81/08 )
2010
1.542
2011
1.405
9.456
5.653
1.340
1.386
5.994
5.016
191
253
Tabella 12 – Sorveglianza sanitaria ex-esposti amianto, quadro di sintesi regionale –
Anni 200-2003 e 2006-2011
Numero
Prime
Numero
Placche
Tumore
Asbestosi
Mesotelioma
Anno
visite
visite
Tac (Rx)
pleuriche
polmonare
2000- 03
1.165
328
17
7 (5 noti)
2006
640
373
381 (40)
38
3
5
1
2007
915
539
465 (89)
57
6
5
4
2008
1071
544
383 (111)
79
12
4
1
2009
1.230
564
506 (134)
70
5
3
4
2010
1.276
385 (145)
35
10
2
2
2011
1.137
360 (161)
73
2
7
2
Totale
7.434
680
55
33
14
137
Assistenza e formazione
Nella Tabella 13 sono indicate, per il periodo 2009-2011, le attività di assistenza
ed informazione.
Per la formazione sono conteggiate le ore di formazione erogate dal Servizio a
imprese e/o amministrazioni e/o figure della prevenzione, escluse le ore svolte in
attività libero professionale e quelle rivolte al personale del Servizio stesso.
Tabella 13 – Scheda nazionale
Anni 2009-2010
Attività di assistenza
Interventi di informazione/comunicazione per gruppi di
lavoratori esposti a specifici rischi
2009
2010
2011
284
476
227
Sono attivi sportelli informativi dedicati? (SI/NO)
SI
100%
SI
100%
SI
100%
914
740
472
Iniziative di confronto (incontri, seminari, ecc.) con le figure
aziendali per la prevenzione
Attività di formazione
N° ore di formazione
N° persone formate
3.613 2.543 2.317
15.621 14.980 14.177
Emolumenti riscossi
In Tabella 14 sono indicati i proventi complessivi derivanti dall’attività sanzionatoria
degli SPISAL dal 2007 e fino allo scorso anno.
Tabella 14 – Proventi per pagamento sanzioni
Anni 2007-2011
Proventi per pagamento
2007
2008
2009
2010
2011
Sanzioni ex 758/94
€ 4.016.857 € 4.546.450 € 5.486.116 € 5.603.676 € 5.065.617
Sanzioni amministrative
€ 78.129
€ 48.600
€ 76.028
Utilizzo di PrevNet
Dalle dichiarazioni inviate dai Servizi si rileva come la totalità degli SPISAL utilizzi il
sistema Prevnet per l’inserimento delle principali attività di vigilanza.
Nel Grafico 9 è riportato il confronto fra il numero delle pratiche inserite dai Servizi,
per alcune procedure, e alcuni indicatori di attività coerenti.
In linea di massima di massima, appare come le principali attività sono registrate
consentendo quindi per il prossimo futuro ulteriori implementazioni e sviluppi del
sistema secondo gli obiettivi di gestione, rendicontazione e omogeneizzazione
previsti.
138
Grafico 9 – Confronto fra i dati di attività ed il numero di inserimenti
dichiarati in PrevNet – Anno 2011
Dati di attività
Di seguito vengono sono riportati i dati di attività distinti per SPISAL in riferimento
alle voci previste dalla reportistica nazionale e da quella regionale (Tabelle 15-24)
Nell’ultima riga di ogni tabella, sommando i contributi dei singoli Servizi per
ciascuna voce, è stato ricavato il totale della Regione Veneto.
139
Tabella 15 - Attività di vigilanza nei luoghi di lavoro
140
Tabella 16
141
Tabella 17
142
Tabella 18
143
Tabella 19
144
Tabella 20
145
Tabella 21
146
Tabella 22
147
148
Tabella 23
149
Tabella 24
150
2.7 Le attività di medicina legale rivolte alla prevenzione e
all’assistenza
L’attività della Commissione per il riconoscimento di invalidità civile, cecità
civile, sordità civile, handicap e disabilità
Nella dizione "invalidità civile" sono comprese una serie di prestazioni che
scaturiscono dal riconoscimento di una patologia, che comporti una riduzione
permanente della capacità lavorativa e/o un danno funzionale permanente (Legge
118/71 e Decreto Legislativo 509/88).
L’invalidità civile è una condizione riconosciuta dall’ordinamento giuridico come
presupposto per avere diritto a determinate prestazioni economiche e sociosanitarie da parte dello Stato. Le persone affette da determinate patologie,
condizioni congenita o acquisite, possono chiedere il riconoscimento dello stato di
invalidità civile, che viene valutato, con un accertamento medico-legale, da parte di
una Commissione medica istituita presso l’Azienda Socio-Sanitaria Locale e
coordinata dalla SOC Igiene e Sanità Pubblica. Alle Commissioni partecipano,
infatti, varie figure professionali, tra cui Medici Legali, Medici del Lavoro, Medici
Igienisti, e, nelle commissioni di cui alla L.104/92 “Legge-quadro per l'assistenza,
l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate" e L.68/99 “Norme per il
diritto al lavoro dei disabili”, Medici Specialisti delle patologie trattate e Assistenti e
Operatori Sociali della SOS Dpt Disabilità-SIL.
Dal 1 gennaio 2010 le domande per il riconoscimento dello stato di invalidità civile,
cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità vanno presentate all’INPS, per via
telematica, anche se le Commissioni vengono ancora effettuate presso l’ULSS
competente per territorio.
Nel contesto delle domande presentate nell’anno 2011, l'1,8% riguarda cittadini
minori di anni 18, il 33,5% cittadini di età inferiore a 65 anni ed il 64,7% cittadini di
età superiore a 65 anni. Ovviamente, tra i cittadini dai 18 ai 65 anni si rinviene una
sensibile percentuale di richieste, pari al 12,4%, finalizzate all'ottenimento del
collocamento protetto, di cui alla L.68/99.
Tra i cittadini ultra65enni la percentuale più rilevante riguarda le domande per il
riconoscimento dell’invalidità civile e quelle per la L.104/92, che possono esitare
rispettivamente nella concessione dell'indennità di accompagnamento e nella
possibilità di essere assistiti da un congiunto: complessivamente tali domande
incidono per il 98,5%.
Per quanto attiene le sedute effettuate complessivamente nell'anno 2011, pari a
887, si può rilevare una netta prevalenza delle sedute ambulatoriali (795),
distribuite prevalentemente nella sede di Rovigo rispetto a quella di Badia
Polesine, rispettivamente 514 e 279.
Anche le sedute domiciliari riconoscono una distribuzione prevalente nel distretto
di Rovigo, con 62 sedute, e 30 sedute in quello di Badia Polesine.
Relativamente all'esito delle visite effettuate nel corso del 2011, va rilevato che su
un totale complessivo di 6.908 visite, 87 casi sono stati riconosciuti non invalidi,
indipendentemente dalla fascia di età di appartenenza, pari ad una percentuale
151
dell'1,25% : tale dato depone per una complessiva appropriatezza delle domande
presentate, che, in una percentuale del tutto trascurabile, non hanno dato luogo ad
alcun riconoscimento.
Le visite effettuate su istanti minori, pari a 87, hanno dato luogo al riconoscimento
per 61 minori (70,1%), delle difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni
proprie della loro età, collegate al beneficio dell'indennità di frequenza.
Nei restanti 26 casi, pari al 29,9%, gli istanti sono stati giudicati non in grado di
compiere gli atti quotidiani della vita, requisito collegato al beneficio dell'indennità
di accompagnamento.
Il totale degli infra65enni visitati nel 2011 ammonta a 1.250 di cui 527 (42,2%)
riconosciuti invalidi >1/3, 304 (24,3%) riconosciuti invalidi >2/3, 306 (24,5%) invalidi
al 100%, 113 (9%) riconosciuti incapaci di compiere gli atti quotidiani della vita o di
deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore.
Il totale degli ultra65enni visitati ammonta a 1.972, di cui 140 (7,1%) riconosciuti
invalidi con difficoltà lievi a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età,
262 (13,3%) con difficoltà medie e 509 (25,8%) con difficoltà gravi, 1.061 (53,8%)
riconosciuti invalidi al 100% con diritto all'indennità di accompagnamento. L'elevata
percentuale di indennità di accompagnamento riconosciute (53,8%), testimonia un
elevato livello di dipendenza della popolazione anziana ultra65enne.
Nel corso dell'anno 2011, le visite effettuate ai sensi della L.104/92 "Legge-quadro
per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate",
complessivamente, risultano essere state 3.088.
Sono stati riconosciuti, inoltre, “sordi” 3 istanti, ciò a testimonianza dell'efficacia
delle attuali tecniche riabilitative nel consentire ai soggetti affetti da ipoacusia
congenita di apprendere normalmente il linguaggio parlato, 35 “ciechi parziali” e 22
“ciechi assoluti”.
Nella Tabella 1 si riassumono i dati relativi all’attività e agli esiti di “invalidità civile”
negli anni 2010 e 2011.
Tabella 1 - Dati di attività di “invalidità civile”
Azienda ULSS 18 – Anni 2010-2011
2010
Domande pervenute
6.564
per fascia di età
minori di 18 anni
114
18-64enni
2.019
ultra65enni
4.431
Domande pervenute, per benefici richiesti e fascia di età
18-64enni
2.019
per Invalidità Civile
950
per Legge 104/92
843
per Legge 68/99
206
per Ciechi Civili
18
per Sordi
2
2011
6.515
117
2.183
4.215
2.183
966
922
270
19
6
152
Tabella 1 (segue) - Dati di attività di “invalidità civile”
Azienda ULSS 18 – Anni 2010-2011
Ultra65enni
4.431
per Invalidità Civile
2.314
per Legge 104/92
2.057
per Ciechi Civili
60
Sedute complessive effettuate
1.042
ambulatoriali
933
domiciliari
109
- Medio Polesine
53
- Alto Polesine
56
Sedute ambulatoriali in Medio Polesine
526
per Invalidità Civile
71
per Invalidità Civile + Legge 104/92
356
per Legge 68/99
40
per Minori
30
per Ciechi Civili
27
per Sordi
2
Sedute ambulatoriali in Alto Polesine
408
per Invalidità Civile
52
per Invalidità Civile + Legge 104/92
340
per Legge 68/99
16
Esito delle visite effettuate, suddivise per fasce di età
7.393
Non invalidi (indipendentemente dalla fascia di età)
96
Minori visitati
115
indennità di frequenza (difficoltà persistenti a svolgere i compiti
87
4.215
2.173
1.980
62
887
795
92
62
30
516
47
409
8
25
26
1
279
24
250
5
6.908
87
87
61
e le funzioni proprie della loro età)
indennità di accompagnamento (IDA) (non in grado di
28
26
1.457
668
349
288
101
51
2.318
184
383
667
1.084
1
76
31
45
1.250
527
304
306
58
55
1.972
167
262
509
1.061
3
57
35
22
3.330
3.088
compiere gli atti quotidiani della vita)
18-64enni visitati
invalidità > 1/3
invalidità > 2/3
invalidità 100%
invalidi al 100% + IDA (assistenza continua)
invalidi al 100% + IDA (non deambulanti)
Ultra65enni visitati
invalidi < 67% (con difficoltà lievi)
invalidi > 67% < 99% (con difficoltà medie)
invalidi al 100% (con difficoltà gravi)
invalidi al 100% + IDA
Sordità
Cecità di cui:
- parziale
- assoluta
Visite effettuate ai sensi della L.104/92,
senza distinzione di età
153
Attività della Commissione Medica Locale Patenti (CML) operante nella
Provincia di Rovigo
Ai sensi dell'art.330 del DPR 495/92 e dell'art.119, c.4, del Codice della Strada alla
Commissione Medica Locale (CML), coordinata dalla SOC Igiene e Sanità
Pubblica, è demandata la competenza della valutazione dell'idoneità psico-fisica
alla guida di particolari tipologie di utenti (mutilati e minorati fisici, soggetti affetti da
patologie invalidanti ai fini della guida, ultra65enni con particolari tipi di patenti,
uso/abuso sostanze psicoattive-alcool, stupefacenti, psicofarmaci, deficit visivi,
ipoacusia non correggibile, ecc.).
A partire dal mese di Settembre dell’anno 2010, ai sensi della Legge 120/2010 e
delle disposizioni applicative introdotte con D.M. 08/09/2010, tutti i soggetti
ultra80enni, al fine del rinnovo della patente dopo la scadenza naturale della
stessa, devono essere visitati presso la CML. Tale disposizione normativa porterà
negli anni successivi al 2010 ad un sensibile incremento delle persone visitate
presso la CML, anche a causa della modifica del periodo massimo di validità del
rinnovo della patente per gli ultra80enni, che è stato ridotto, ai sensi della
normativa precitata, da 3 a 2 anni.
A seguito di tali disposizioni normative, il numero delle domande nel corso del 2011
è stato di 5.827 e le visite effettuate sono state in totale 4.857.
I dati rilevati confermano un incremento costante del numero di persone visitate
negli anni di riferimento. Particolarmente significativo il dato incrementale degli
utenti visitati per patologie alcool-correlate, che sono passati dai 248 del 2000 ai
901 del 2004, con un incremento di 617 unità pari al 217,3%. Tale incremento
copre quasi interamente l’aumento del numero di visite registrato nello stesso
periodo, pari a 860 unità (Tabella 2 e Grafico 1).
I dati del 2011 dimostrano una sensibile diminuzione dei soggetti visitati per
patologia alcol-correlate, con un numero di visite pari a 1.061 ed una percentuale
pari al 21,8%. La riduzione delle visite per guida in stato di ebbrezza alcolica deriva
verosimilmente dalla consapevolezza degli utenti riguardo ai frequenti controlli
effettuati dalle forze dell’ordine, con conseguente adozione di comportamenti
virtuosi (designazione del guidatore che non fa uso di bevande alcoliche, utilizzo di
trasporto con taxi dai locali di intrattenimento al domicilio).
L’incremento delle visite dell’anno 2011 rispetto al 2010 (circa 1.000 visite) deve
pertanto essere attribuito all’obbligo di visita in CML per gli ultra80enni.
Analogamente, il numero di non idonei nell’anno 2011, pari a 331 unità (6,8%) può
essere attribuito alla quota di ultra80enni, che risultano spesso portatori di
polipatologia, la cui gravità non consente talora di concedere l’idoneità alla guida.
Il raffronto con altre CML della Regione Veneto ha posto in evidenza come questo
valore sia lievemente inferiore alla media regionale, ma ciò deriva probabilmente
dal fatto che il giudizio di non idoneità viene in alcuni casi nella realtà dell’Azienda
ULSS 18 sostituito da controlli ravvicinati nel tempo, che consentono di monitorare
in modo più completo l’evolutività o meno delle patologie in esame, con
conseguente maggiore accuratezza nell’espressione del giudizio finale.
154
Tale approccio metodologico comporta comunque un maggior carico di lavoro per
la CML, che concorre a determinare attualmente un tempo di attesa per la visita di
circa un mese.
Tabella 2 - Attività della Commissione Medica Locale
Anni 2000-2004 e 2010-2011
Persone visitate
di cui con patologie alcool-correlate
2.824
284
10,0%
2.505
269
10,7%
2.727
341
12,5%
3.139
542
17,3%
3.684
901
24,4%
3.948
1.367
34,6%
4.857
1.061
21,8%
Anni
2000
2001
2002
2003
2004
2010
2011
Grafico 1 - Persone visitate dalla CML
Anni 2000-2004 e 2010-2011
6.000
4.857
5.000
3.948
4.000
3.684
3.139
3.000
2.727
2.824
2.505
2.000
1.000
0
284
269
341
542
2000
2001
2002
2003
Persone visitate
901
1.367
1.061
2004
2010
2011
di cui con patologie alcool-correlate
Quando rivolgersi alla Commissione Medica Locale
L'art.119, c.4, del Codice della Strada prevede che l'accertamento dei requisiti fisici
e psichici del candidato o conducente venga effettuato da commissioni mediche
locali, costituite in ogni provincia presso le unità sanitarie locali del capoluogo di
provincia, nei riguardi di:
a) mutilati e minorati fisici. Nel caso in cui il giudizio d'idoneità non possa essere
formulato in base ai soli accertamenti clinici si dovrà procedere ad una prova
pratica di guida anche su veicolo adattato in relazione alle particolari esigenze
155
b) coloro che abbiano superato i sessantacinque anni di età ed abbiano titolo a
guidare autocarri di massa complessiva, a pieno carico, superiore a 3,5 ton.,
autotreni ed autoarticolati, adibiti al trasporto di cose, la cui massa complessiva, a
pieno carico, sia superiore a 20 ton., macchine operatrici; coloro che abbiano
superato i sessanta anni per poter guidare autobus, autocarri, autotreni,
autoarticolati, autosnodati, adibiti al trasporto di persone (art.115 C.d.S.);
c) soggetti affetti da patologie invalidanti ai fini della guida;
d) coloro per i quali è fatta richiesta dall'Ufficio Territoriale del Governo o dall'ufficio
Provinciale della Direzione generale della Motorizzazione Civile T.C.;
e) coloro nei confronti dei quali l'esito degli accertamenti clinici, strumentali e di
laboratorio faccia sorgere al Medico dubbi circa l'idoneità e la sicurezza della
guida;
f) soggetti affetti da diabete per il conseguimento, la revisione o la conferma delle
patenti C, D, CE, DE.
Patologie invalidanti soggette a valutazione della CML
L'Appendice II-art.320 (Malattie Invalidanti) al Titolo IV del Regolamento di
Esecuzione e Attuazione del Codice della Strada, e l’Allegato III al D.Lgs. 59/2011,
prevedono che i candidati o conducenti, affetti dalle patologie invalidanti indicate
nella Tabella 3, vengano valutati presso la Commissione Medica Locale.
L'idoneità alla guida è stabilita, caso per caso, dalla Commissione, che rilascia la
relativa certificazione, stabilendo anche la durata della validità della patente.
Tabella 3 – Elenco delle patologie invalidanti
di competenza della CML
Patologie cardiovascolari, portatori di protesi, casi gravi o complicati, trapianto
Diabete per categorie C/D/E o diabete scompensato
Malattie endocrine, casi gravi o complicati
Malattie Sistema Nervoso Centrale e Periferico -Tutte
Epilessie -Tutte
Malattie psichiche - Tutte le malattie in atto
Uso/abuso sostanze psicoattive (alcool, stupefacenti, psicofarmaci) - Tutte
Malattie del sangue, casi gravi o complicati
Malattie urogenitali, trattamento dialitico, trapianto, insufficienza renale grave
Deficit visivi
Deficit uditivi, ipoacusia non correggibile con protesi acustica
156
2.8 La salute animale, l’igiene urbana veterinaria e la sicurezza
alimentare
Nell’ambito dell’Area di Sanità Pubblica Veterinaria, nel corso del 2011, si sono
consolidati i livelli di attività raggiunti negli anni precedenti in tutti i settori
d’intervento tradizionali.
Oltre alle attività ordinarie programmate sono state gestite situazioni straordinarie
(emergenze sanitarie, stati d’allerta, …).
Il Servizio Sanità Animale è stato impegnato nella realizzazione dei piani regionali
di sorveglianza epidemiologica relativi alle malattie degli animali. Nell’ambito di tali
piani di profilassi, le indagini hanno riguardato le seguenti malattie:
- negli allevamenti bovini: TBC, Brucellosi bovina, Leucosi Bovina Enzootica,
Rinotracheite Infettiva dei bovini, BVD, BSE, Blue Tongue;
- negli allevamenti ovicaprini: Brucellosi ovicaprina e Scrapie;
- negli allevamenti suini: Pesti Suine, Malattia di Aujeszky, Malattia
Vescicolare Suina;
- negli allevamenti avicoli: Influenza Aviaria, Salmonellosi;
- negli allevamenti equini: Anemia Infettiva, West Nile Disease;
con l’esecuzione del 100% dei controlli diagnostici/campionamenti previsti.
È stato gestito, secondo normativa, un focolaio di Influenza Aviaria a bassa
patogenicità riscontrato in un allevamento avicolo.
Un'intensa attività di vigilanza ha riguardato gli allevamenti avicoli e suini per la
verifica del rispetto dei requisiti tecnico-strutturali ed igienico-sanitari in materia di
biosicurezza.
Analogamente, è stata effettuata attività di vigilanza negli allevamenti per il
controllo del rispetto delle norme in materia di anagrafe bovina.
Il Servizio ha inoltre effettuato attività su richiesta dei privati (es.: certificazioni per
spostamento di animali).
Grande attenzione è stata riservata all’attività formativa e di aggiornamento
dedicata a temi di grande attualità quali, per esempio, le “Importazioni, esportazioni
e scambi intracomunitari degli animali vivi. Aspetti normativi e sanitari”, convegno
che ha visto l’intervento di qualificati relatori dell’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale delle Venezie, esperti nelle materie trattate.
Per il Servizio Igiene Alimenti di Origine Animale, da segnalare che, per
ottemperare alle indicazioni ministeriali e regionali, è stata effettuata,
analogamente agli anni precedenti, attività di analisi del rischio in tutti gli
stabilimenti con riconoscimento comunitario dove vengono prodotti, lavorati e
stoccati alimenti di origine animale. Nel corso dell’anno tale attività è stata poi
estesa alle tipologie produttive di commercio all’ingrosso e al dettaglio.
I valori ottenuti hanno portato ad una classificazione delle strutture in base al
rischio, attività importante e preliminare alla definizione delle frequenze da
adottarsi per i controlli e l’attività ispettiva.
157
Da segnalare l’importante e intensa attività ispettiva presso uno stabilimento di
lavorazione di prodotti a base di carne che rientra in uno specifico elenco del
Ministero della Salute riguardante le strutture autorizzare all’export negli Stati Uniti
e in Canada. Tali tipologie di stabilimenti, per rientrare in tali elenchi, devono
soddisfare particolari requisiti supplementari oltre a quelli previsti dalle normative
comunitarie e, di conseguenza, sono sottoposti ad un’ulteriore attività di vigilanza
che prevede interventi quotidiani (atti ispettivi e campionamenti) i cui esiti vengono
inseriti su un portale internet dedicato gestito dal Ministero della Salute consultabile
“in tempo reale” dai veterinari americani e canadesi.
È prevista la presenza assidua del Servizio anche in un altro stabilimento
industriale che effettua la lavorazione di prodotti d’uovo destinati alla
commercializzazione in moltissimi Paesi UE ed extra UE.
Una significativa attività di vigilanza ha riguardato anche le più recenti e innovative
forme di commercializzazione di alimenti di origine animale quali, ad esempio, i
distributori di latte crudo che sempre con maggiore frequenza si vedono nei
quartieri delle città e i farmer-market che rappresentano una forma di vendita
diretta dei propri prodotti da parte dei produttori agricoli.
Anche nel 2011 sono state gestite tutte le segnalazioni di stati d’allerta pervenute e
riguardanti alimenti di origine animale.
L’attività del Servizio Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche per l’anno
2011 si è incentrata sui tradizionali settori di competenza del Servizio quali l’igiene
delle produzioni zootecniche, l’alimentazione degli animali, il benessere degli
animali d’allevamento e d’affezione, l’uso del farmaco veterinario, l’igiene urbana e
le attività proprie del Canile Sanitario.
Nello specifico, sono stati eseguiti tutti i controlli previsti dal Piano Nazionale di
Sorveglianza Sanitaria sull’Alimentazione Animale, sia seguendo la
programmazione regionale sia su iniziativa del Servizio per le aziende zootecniche
che necessitavano di controlli supplementari.
Le principali categorie di sostanze indesiderate ricercate sono state:
metalli pesanti
proteine animali
salmonella
radionuclidi
pesticidi
Tutti controlli hanno dato esito negativo.
La tutela della salute pubblica e delle produzioni agro-zootecniche si è realizzata
anche tramite l’effettuazione del 100% dei controlli previsti dal PNR (Piano
Nazionale Residui) che ha lo scopo di rilevare l’aumento fraudolento della
produttività degli animali attraverso l’uso illecito di ormoni e/o farmaci. A tal
proposito, sono state prelevate matrici quali sangue-urine e muscolo per il controllo
della presenza di:
cortisonici
antibiotici
158
beta agonisti, estrogeni, tireostatici e altri ormoni
pesticidi
Tutti i controlli hanno dato esito negativo.
Per quanto attiene al benessere degli animali allevati, sono stati effettuate, oltre a
tutti i controlli previsti dal Piano Regionale Benessere, anche numerose verifiche
extra-piano sia su iniziativa del Servizio sia per rispondere a segnalazioni di
cittadini. Le irregolarità riscontrate hanno comportato l’irrogazione di sanzioni
amministrative e l’inoltro di segnalazioni all’autorità giudiziaria. Le attività di
controllo in questo delicato settore sono state attuate anche in collaborazione
sinergica con altre forze di polizia quali NAS e Corpo Forestale dello Stato.
È stata eseguita anche un’intensa attività di controllo nella tutela del benessere
degli animali d’affezione, sia attraverso la vigilanza in tutti i canili-rifugi, le pensioni
e gli allevamenti privati, sia attraverso la puntuale e precisa verifica di tutte le
segnalazioni provenienti dalle associazioni di protezione degli animali.
È proseguito nell’anno in esame il rapporto di collaborazione con la Polizia
Stradale per l’esecuzione di controlli su strada relativi al benessere degli animali
trasportati.
L’attività del Canile Sanitario si è mantenuta sui consueti elevati standard in termini
di operatività ed efficienza per le esigenze di tutta la Provincia.
Inoltre, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova ha confermato,
anche per il 2011, il rapporto di collaborazione con il Canile Sanitario per l’attività di
praticantato dei laureandi.
Infine, per quanto riguarda l’attività formativa, il Servizio ha organizzato nell’anno
2011 tre iniziative:
- una rivolta agli allevatori di bovini che ha avuto per tema la normativa sul
benessere degli animali d’allevamento;
- una rivolta ai possessori di cani aggressivi e/o morsicatori con il rilascio del
cosiddetto “Patentino” previsto dalla vigente normativa in materia;
- una rivolta al personale interno riguardante gli aggiornamenti in materia di
vigilanza sull’alimentazione animale (Reg. CE 183/2005).
Anche nel 2011 il “Dipartimento Funzionale Sanità Animale e Sicurezza
Alimentare” (che comprende oltre alle 3 Strutture Veterinarie anche il Servizio
Igiene Alimenti e Nutrizione) ha proseguito l’attività integrata di vigilanza in
diverse tipologie di strutture alimentari, quali le strutture di vendita al dettaglio in
sede fissa, i depositi all’ingrosso registrati, i centri preparazione pasti, gli agriturismi
e le gastronomie. Tale attività integrata ha richiesto la revisione ed
omogeneizzazione delle procedure e della modulistica adottate dai Servizi coinvolti
nel Dipartimento stesso anche alla luce degli aggiornamenti normativi in materia di
sicurezza alimentare.
Nel 2011 sono stati realizzati 2 importanti eventi formativi a livello nazionale:
il 27/05 un convegno dal titolo “La sicurezza alimentare: conoscerla per
garantirla”, un’occasione di approfondimento destinata a operatori sanitari
(veterinari, medici, tecnici) ed ai rappresentanti delle forze dell’ordine che
159
hanno affollato l’aula magna (oltre 250 i partecipanti) per seguire le relazioni
dei maggiori esperti nelle materie trattate.
Nell’occasione è stata scelta la formula del convegno multifocale in quanto
sono stati trattati più temi con la partecipazione di tutte le Istituzioni coinvolte
nel settore della Sicurezza Alimentare (Università, Ministero della Salute,
Istituto Superiore della Sanità, Regione, Istituto Zooprofilattico, Aziende
Sanitarie) e con gli interventi di massimi esperti in materia di diritto e
legislazione alimentare.
L’obiettivo del convegno era quello di analizzare e valutare in maniera
approfondita, con l’intervento di qualificati relatori, gli aspetti giuridici, igienicosanitari e gestionali inerenti le più recenti e importanti problematiche in
materia di sicurezza alimentare con particolare riguardo alle P.P.L. (Piccole
Produzioni Locali), al “fenomeno” dei colori anomali degli alimenti, al
commento delle ultime novità in materia di etichettatura e di qualità dei
prodotti alimentari, alle differenze giuridiche ed agli atti conseguenti in materia
di analisi su campioni e analisi sui reperti, ad una discussione sull’apparato
sanzionatorio nella sicurezza alimentare con particolare riguardo alle
responsabilità degli O.S.A. (Operatori Settore Alimentare) ed alle modalità di
accertamento. Una parte del convegno (le ultime 2 lezioni) è stata riservata ad
un aggiornamento sulle malattie trasmesse con gli alimenti;
il 29-30/09 e il 01/10 un corso di formazione dal titolo “Emergenze non
epidemiche: il ruolo della Sanità Pubblica Veterinaria”, destinato non solo agli
Enti appartenenti al SSN (Regione, Aziende Sanitarie, Istituti Zooprofilattici)
ma anche a quelli dell'intero "sistema" della Protezione Civile Nazionale, il cui
scopo, in occasione del 60° anniversario dell’alluv ione del Polesine, era quello
di esaminare il ruolo e l’interazione di tutte le strutture operative coinvolte nella
gestione delle emergenze di natura non epidemica. I Servizi di Sanità
Pubblica Veterinaria, dunque, rientrando nella componente sanitaria del
Servizio Nazionale di Protezione Civile, sono chiamati ad intervenire e a
svolgere le loro attività coordinandosi con gli altri Enti e le Strutture Operative
al verificarsi di queste catastrofi.
Le emergenze in campo veterinario, infatti, non sono solo le epizoozie e le
zoonosi, ma anche quelle non epidemiche come, ad esempio, terremoti,
frane, alluvioni, incendi ed inquinamenti, tutti eventi che generano ricadute
significative sulla vita di una comunità e sulla sua economia anche con aspetti
che possono riguardare la salute pubblica, la sicurezza alimentare e la sanità
animale.
Il corso, articolato in 3 giornate, ha previsto anche una vivace tavola rotonda,
dalla quale sono emerse alcune proposte, raccomandazioni e necessità:
• contributo della Sanità Pubblica Veterinaria nella predisposizione dei
piani operativi di intervento in emergenza in sinergia con le altre
strutture operative della Protezione Civile Regionale;
• necessità di inserire le emergenze non epidemiche all’interno dei
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), per favorire anche la
160
•
•
•
•
predisposizione di piani operativi e protocolli ”interni” per la
prevenzione e la gestione di eventi catastrofici;
attivazione di un tavolo permanente presso il Ministero della Salute, di
concerto con il Coordinamento delle Regioni e il Dipartimento della
Protezione Civile e con la partecipazione di tutte le componenti della
Sanità Pubblica Veterinaria;
necessità da parte del personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle
Aziende Sanitarie di acquisire elementi utili per la prevenzione e la
previsione dei rischi e per la gestione di emergenze, attraverso
interventi formativi specifici;
corretta ed efficace comunicazione da attuarsi nel corso delle
emergenze, tappa fondamentale per il coinvolgimento attivo della
popolazione;
inserimento delle tematiche relative alla gestione delle emergenze
non epidemiche nei piani di studio dei corsi di laurea e nella
formazione post-lauream.
Le Tabelle 1-3 riportano le attività svolte, nel corso dell’anno 2011, dalle strutture
operative, evidenziando nelle didascalie il dettaglio delle stesse.
161
Tabella 1 – Attività della SOC Sanità Animale
Anno 2011
Attività istituzionali – profilassi malattie infettive
Tipologia prestazione
n.
Controlli in allevamento: prelievi per indagini sierologiche, latte, prove allergiche,
11.025
sperma, urina 47
Prelievi midollo allungato per BSE Attività istituzionali – polizia veterinaria
Tipologia prestazione
n.
318
Visite ispettive in allevamento sugli animali introdotti ce o importati paesi terzi 54
Controlli sanitari animali selvatici Controlli sanitari e provvedimenti sul rispetto del regolamento di polizia veterinaria 1.872
Attività istituzionali – anagrafe bovina
Tipologia prestazione
n.
1.657
Attività ufficio: passaporti, validazioni, certificazioni 4.804
Attivitàispettive negli allevamenti: numero capi controllati 225
Controlli sanitari in allevamento per rispetto regolamenti comunitari e nazionali
Attività su richiesta
Tipologia prestazione
n.
1.319
Certificazioni sanitarie
519
Autorizzazioni, nullaosta, pareri, idoneità, vidimazioni
493
Sopralluoghi con rilascio pareri a seguito segnalazioni di inconvenienti igienici
Profilassi di Stato e piani di sorveglianza epidemiologica: TBC, Brucellosi bovina ed
ovicaprina, Leucosi Bovina Enzotica, Rinotracheite Infettiva dei bovini, Blue Tongue, West
Nile Disease Anemia Infettiva, Peste Suina, Malattia di Aujeski, Malattia Vescicolare Suina,
Influenza Aviaria. La frequenza dei controlli è fissata dal Ministero della Salute e/o dalla
Regione.
Prelievo del midollo allungato per ricerca BSE su tutti i bovini morti in allevamento di età
superiore a 48 mesi.
Numero controlli su animali introdotti da paesi comunitari e importati da paesi
extracomunitari sottoposte a controlli sanitari, documentali e prelievo campioni.
Controllo sanitario su tutti gli animali liberati sul territorio per il ripopolamento (selvaggina
e pesci).
Rilascio per ogni bovino nato in Italia o importato da paesi terzi del relativo passaporto
riportante tutti i dati anagrafici dell’animale e tutti i passaggi di proprietà.
Controllo negli allevamenti sull’applicazione delle norme previste per una corretta
gestione dell’anagrafe bovina.
162
Tabella 2 – Attività della SOS Dpt Igiene Alimenti di Origine Animale
Anno 2011
Attività istituzionali- vigilanza strutture
Tipologia prestazione
n.
Vigilanza su strutture CE: verifica requisiti strutturali e controlli igienico1.981
sanitari Vigilanza su strutture commercio al minuto, laboratori, mense in sede fissa e
1.712
su aree pubbliche Attività istituzionali
Tipologia prestazione
n.
12.177
Visite ispettive animali macellati 164
Campionamenti 33
Gestione stati d’allerta
Attività su richiesta
Tipologia prestazione
n.
Pratiche D.I.A./pareri/idoneità/autorizzazioni/certificazioni prodotti di origine
1.305
animale Comprende tutte le tipologie di strutture che producono e commercializzano alimenti di
origine animale disciplinate da specifiche normative di settore (carne e derivati, prodotti ittici,
latte e derivati, uova, miele). I controlli effettuati garantiscono, attraverso un’attività di
ispezione e controllo, la verifica del mantenimento dei requisiti igienico-sanitari e strutturali.
Tutte le strutture produttive sono state sottoposte all’attività di “classificazione“ per categoria
di rischio. In base a tale valutazione è stata programmata e realizzata la conseguente
attività di vigilanza prevista dalle normative del cosiddetto ”pacchetto igiene”.
Da sottolineare che sono presenti nel territorio ben 47 strutture con riconoscimento
comunitario, con un significativo incremento, rispetto all’anno precedente, per numero e per
volume di attività. La diminuzione della “pressione ispettiva” è diretta conseguenza della
migliore classificazione ottenuta dalle aziende in sede di analisi del rischio.
I miglioramenti in campo igienico-sanitario, strutturale e gestionale nelle aziende richiedono,
infatti, una minor attività di vigilanza da parte dei Servizi Veterinari. Una diminuzione nella
frequenza degli accessi nelle strutture sottoposte a vigilanza comporta, però, sopralluoghi
più “complessi” che prendono in considerazione tutti gli aspetti da sottoporre a verifica.
Comprende gli spacci vendita carni, le pescherie e i venditori ambulanti. Il livello igienico
sanitario delle strutture sottoposte a controllo si è mantenuto su buoni livelli. Le ispezioni
hanno compreso anche le attività di produzione di prodotti elaborati (salumi, prodotti pronti a
cuocere, prodotti cotti a base di carne) che, trattandosi di tipologie di lavorazione che
comportano dei rischi maggiori, necessitano di particolare attenzione. Per quanto concerne i
venditori ambulanti l’attività di vigilanza è consistita in sopralluoghi mirati a verificare il
rispetto dei requisiti igienico-strutturali e le condizioni di vendita dei prodotti. Tra le nuove
attività di vendita oggetto di verifiche da parte del Servizio da segnalare le realtà della
vendita diretta produttore-consumatore (farmer-market).
Sono state realizzate attività formative, in collaborazione con l’Università di Padova e
l’Istitutto Zooprofilattico, rivolte agli operatori commerciali che hanno visto un notevole
riscontro in termini di partecipazione.
Comprende le macellazioni presso strutture autorizzate e presso il domicilio dei privati.
Per l’attività di campionamento sono stati rispettati gli obiettivi prefissati dagli specifici
piani regionali/nazionali (indagini microbiologiche e chimiche su diverse “matrici” alimentari)
ed in applicazione del Piano Nazionale Residui per la ricerca di sostanze indesiderate
(sostanze ormonali, sostanze inibenti, antibiotici, sulfamidici, antiparassitari, metalli pesanti,
163
ecc.) negli alimenti di origine animale. Inoltre il servizio ha effettuato altri esami su merce in
vincolo sanitario disposto a scopo precauzionale dagli Uffici Periferici del Ministero della
Salute: UVAC (Ufficio Veterinario per gli Adempimenti Comunitari), PIF (Posto di Ispezione
Frontaliero) o d’iniziativa finalizzati ad aumentare la sicurezza alimentare.
Nell’individuazione delle strutture da sottoporre a controllo, anche in questo caso, si è
tenuto conto della classificazione del rischio effettuato nelle strutture nonché degli esiti delle
ricerche effettuate negli anni precedenti.
Nell’ambito dell’attività di vigilanza ed ispezione negli stabilimenti il servizio ha rilasciato
specifiche certificazioni riguardanti alcuni tipi di prodotti (es. prosciutti cotti o prodotti d’uovo)
necessarie per l’esportazione in determinati paesi (es. Usa, Canada, Russia).
Tabella 3 – Attività della SOC Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche
Anno 2011
Attività istituzionali – vigilanza
Tipologia prestazione
n.
Vigilanza alimentazione animale, farmacosorveglianza, benessere animale su
640
allevamenti e trasporti 51
Ispezioni aziende produzione latte
Controlli ispettivi strutture (allevamenti, mangimifici, acquacoltura, ambulatori,
350
grossisti medicinali, farmacie)
Attività istituzionali – campionamenti
Tipologia prestazione
123
Campionamenti, prelievi liquidi organici 196
Controlli per bse su animali e allevamenti
Attività su richiesta
Tipologia prestazione
n.
219
Controlli per inconvenienti igienico-sanitari e benessere animali d’affezione
67
Autorizzazioni (trasporto animali, sottoprodotti, stesura PAT, nuove strutture) 65
Controlli AVEPA (benessere e sicurezza alimentare)
Attività istituzionale – Canile Sanitario
Tipologia prestazione
n.
1.120
Visite, controlli/interventi sanitari
2.785
Microchip, terapie, vaccinazioni
1.375
Numero interventi sul territorio su richiesta dei Comuni
257
Numero interventi in pronta disponibilità
175
Numero interventi raccolta carcasse su richiesta dei Comuni
67.194
Km percorsi
1.780
Sterilizzazioni cani ospitati al canile e gatti di colonie riconosciute (M+F)
Sono stati completati tutti gli adempimenti previsti dal PNAA e PNR per la ricerca di
sostanze indesiderate nell’alimentazione animale.
E’ proseguita l’attività di controllo presso le farmacie per verificare la corretta dispensazione
dei farmaci veterinari, nonché i controlli presso gli ambulatori e case di cura veterinarie al
fine di verificare il corretto utilizzo sugli animali delle sostanze rientranti nella legislazione
sugli stupefacenti ed usate per la terapia del dolore o in campo anestesiologico.
164
Sono stati completati tutti i campionamenti previsti dal PNR per contrastare l’utilizzo
illecito di sostanze per aumentare le produzioni animali e che hanno seri riflessi sulla salute
dei consumatori. Tutte le ricerche hanno dato esito negativo.
E’ proseguito l’adeguamento normativo delle autorizzazioni rilasciate ai trasportatori di
animali, dopo l’entrata a regime del Reg. CE 1/2005. Contemporaneamente sono state
applicate tutte le disposizioni semplificative previste dal legislatore per i trasporti in conto
proprio senza finalità economica, alleggerendo significativamente il carico burocratico cui
erano sottoposti tali operatori. Inoltre è continuata l’attività di collaborazione e supporto per
le pratiche autorizzative riguardanti stalle, negozi, ambulatori veterinari. Lo stesso dicasi per
i Comuni e la Provincia di Rovigo nell’ambito della stesura dei PAT (Piani di Assetto
Territoriale).
165
Capitolo 3
Assistenza territoriale
166
3.1 La programmazione dei Servizi Socio-sanitari
Il Piano di Zona 2011 – 2015
ll considerevole lavoro di programmazione dei servizi territoriali a livello locale,
condotto nel corso dell’anno 2010 e che ha visto coinvolti la Direzione dei Servizi
Sociali e la Conferenza dei Sindaci, in collaborazione con i servizi aziendali, i
Comuni, le altre Istituzioni pubbliche, le strutture socio-sanitarie, le realtà
associative, della cooperazione e del mondo del volontariato presenti ed operanti
nel territorio afferente all’Azienda ULSS 18 ha portato all’elaborazione del
documento Piano di Zona per il quinquennio 2011-2015.
Tale documento è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci nelle sedute del
16 e 25 Novembre 2010 e dal Direttore Generale dell’Azienda ULSS 18 in data 9
Dicembre 2010. Il 24 Maggio 2011 il Piano di Zona del territorio afferente all’ULSS
18 è stato tra i primi ad ottenere il visto di congruità da parte della Regione Veneto,
che ha riconosciuto in tal modo la coerenza della programmazione locale con
obiettivi di carattere generale e strategico fissati dalla Regione stessa.
In data 28 Luglio 2011 la Conferenza dei Sindaci ha approvato l’Accordo di
Programma tra la Conferenza stessa, in rappresentanza e per conto dei 41
Comuni del territorio, e l’Azienda ULSS 18. Attraverso tale convenzione,
sottoscritta dalle parti, è stata formalizzata la compartecipazione e la
corresponsabilità delle stesse all’attuazione del Piano di Zona 2011 – 2015.
A seguito di tali atti, l’Organo di Governo Politico (composto dall’Esecutivo della
Conferenza dei Sindaci, dal Direttore dei Servizi Sociali e dall’Ufficio di Piano) ha
dato mandato al gruppo di Coordinamento Tecnico di avviare le attività necessarie
alla gestione del Piano di Zona.
Nel mese di Luglio 2011, pertanto, sono state date indicazioni strategiche ed
operative ai Coordinatori dei 7 Tavoli Tematici (Minori, Infanzia, Adolescenza e
Famiglia; Anziani; Disabilità; Dipendenze; Salute Mentale; Marginalità Sociale;
Immigrazione) al fine di proseguire il lavoro di monitoraggio delle azioni
programmate e di valutazione di altre eventuali proposte da inserire nella
ripianificazione annuale.
Il Piano, infatti, attraverso le azioni di costante monitoraggio, valutazione e ripianificazione intende essere uno strumento dinamico che sollecita e attiva i diversi
soggetti coinvolti, e li chiama a pensare insieme, a condividere le scelte e ad agire
in modo integrato e responsabile per la realizzazione delle politiche e degli
interventi sociali e sociosanitari programmati per il quinquennio 2011 - 2015, sulla
base di una costante analisi dei bisogni delle persone e della comunità e delle
risorse disponibili, con un occhio attento alla sostenibilità anche economica delle
azioni e degli interventi proposti, oltre alla loro appropriatezza nel rispondere ai
bisogni individuati.
Il documento integrale del Piano di Zona è disponibile per consultazione sul sito
dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo (www.azisanrovigo.it)
167
Nel corso del 2011, inoltre, si è definitivamente chiuso il Piano di Zona 2007 –
2010 con la valutazione dell’anno di gestione 2010 ed una riflessione concernente i
servizi e gli interventi erogati nel periodo di riferimento e le modalità di
programmazione adottate a livello locale.
Il Piano di Zona 2007-2010 dell’A.ULSS 18 inizialmente era costruito sulle
progettualità innovative o di riorganizzazione di interventi o servizi, dando per
assodato l’esistente.
Il percorso di crescita e di progressivo e sempre più consapevole coinvolgimento
degli attori del territorio nella programmazione e nella valutazione, anche grazie al
percorso di formazione e confronto organizzato dalla Regione a supporto dei
territori stessi, ha reso possibile concentrare l’attenzione anche sulla ricchezza di
servizi ed interventi già esistenti a livello locale e considerati sempre più come
fondamentale base di partenza di qualsiasi riflessione e rendicontazione, al fine di
capire se ciò che viene fatto è utile e se viene fatto bene o è passibile di
miglioramento.
Il 2010 si è caratterizzato per l’implementazione e il miglioramento della mappatura
dei servizi territoriali e l’utilizzo del programma web regionale per la raccolta dati,
migliorati ulteriormente nel corso del 2011.
La struttura organizzativa della programmazione locale
ORGANO DI GOVERNO POLITICO
UFFICIO
DI
PIANO
GRUPPO DI COORDINAMENTO TECNICO
7 TAVOLI TEMATICI
Minori, Adolescenti
e Famiglia
Dipendenze
Salute Mentale
Marginalità
Anziani
Immigrazione
Disabilità
168
Lo Sportello Integrato
Dal 4 Luglio 2011 ha preso avvio lo Sportello Integrato, un servizio nato per offrire
informazioni ed orientamento ai cittadini ed agli operatori di servizi sociali e
sociosanitari dell’Azienda ULSS, degli Enti Locali, delle Istituzioni e delle realtà
presenti nel territorio (strutture diurne, residenziali e semiresidenziali, Associazioni
di categoria e di volontariato, Terzo Settore, società civile organizzata, ecc.) al fine
di utilizzare in modo più appropriato i servizi e le opportunità offerte a livello locale.
Il Servizio è stato affidato in convenzione ad una Cooperativa Sociale di tipo A, con
Decreto n.183 del 15/03/2011, a seguito di una procedura di co-progettazione che
ha visto impegnati i Direttori di Distretto, la SOS Programmazione Socio-Sanitaria
con l’Ufficio di Piano, il Provveditore dell’ULSS 18 ed alcune Cooperative Sociali
presenti ed operanti a livello locale.
Con DGR n.39 del 17/01/2006 la Regione Veneto ha individuato lo Sportello
Integrato quale sportello informativo e, al contempo, porta di accesso integrata al
complesso delle prestazioni e dei servizi.
Lo Sportello Integrato costituisce il primo servizio a disposizione dei cittadini,
finalizzato a favorire pari opportunità di accesso alle informazioni e ai servizi da
parte di quanti ne hanno bisogno/diritto, a ricondurre ad unità accessi e interventi
parcellizzati che lo stesso cittadino effettua presso servizi ed enti diversi, a favorire
l’interazione e l’integrazione tra servizi ed enti, a semplificare le procedure
burocratiche a carico del cittadino.
In accordo con quanto stabilito a livello Regionale, lo Sportello Integrato ha
assunto le seguenti funzioni:
• fornire informazioni, aggiornate in tempo reale e disponibili on line per
l’operatore, relative alle diverse opportunità, risorse, prestazioni,
agevolazioni, servizi esistenti e accessibili per gli utenti del territorio;
• raccogliere le domande di accesso a prestazioni e servizi e, se del caso,
inoltrarle ai servizi competenti;
• effettuare una prima lettura dei bisogni, proponendo al cittadino le
prestazioni e i servizi a lui accessibili in base alla tipologia di bisogno;
• inviare a servizi e operatori specialistici le situazioni complesse e/o
delicate che possono necessitare di una successiva valutazione e presa in
carico integrata.
Lo Sportello Integrato si propone come punto di riferimento per i pazienti, le
famiglie, gli attori e i servizi delle rete, nonché per gli operatori al fine di garantire la
risposta al bisogno e l’accesso al servizio sociosanitario più adeguato.
Nel territorio dell’ULSS 18 lo Sportello ha trovato dislocazione presso le sedi dei
due Distretti (Rovigo c/o Cittadella Socio Sanitaria e Badia Polesine c/o Distretto
Badia Polesine) e nel corso del 2011 è stato collegato in rete con i Comuni di
Rovigo, Lendinara, Costa di Rovigo, Guarda Veneta, Trecenta, Occhiobello e
Villadose.
Ci si propone di collegare progressivamente tutti i Comuni del territorio dell'A.ULSS
18.
169
E’ possibile effettuare un accesso front office, telefonico o via mail. Lo Sportello
Integrato prevede la presenza di professionisti quali Assistenti Sociali e Psicologi.
Le Tabelle 1 e 2 rendicontano l’attività del servizio nel corso del 2011.
Mesi
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Totale
Mesi
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Totale
Tabella 1 – Dati di attività dello Sportello Integrato
Sede di Rovigo - Anno 2011
n. contatti
n. accessi
telefonici
diretti
7
38
23
30
28
100
26
144
44
148
54
117
182
577
Totale
contatti
45
53
128
170
192
171
759
Tabella 2 – Dati di attività dello Sportello Integrato
Sede di Badia Polesine - Anno 2011
n. contatti
n. accessi
telefonici
diretti
3
14
2
13
11
148
10
65
11
80
7
83
44
403
Totale
contatti
17
15
159
75
91
90
447
Ciò che si può evidenziare dalle tabelle sopra riportate è che sicuramente nel corso
dei mesi si è rafforzata la conoscenza del servizio e la popolazione ha iniziato a
conoscere il punto informativo che si caratterizza come servizio il cui obiettivo è
andare oltre il semplice “smistamento” delle informazioni, assumendo la struttura di
un punto di lettura del bisogno e orientamento appropriato ai servizi.
Le Tabelle 3 e 4 ed i Grafici 1 e 2 riassumono i contatti dello sportello integrato
suddivisi per area di intervento.
Tabella 3 – Contatti dello Sportello Integrato, per aree di intervento
Sede di Rovigo - Anno 2011
Area
Contatti
Minori e famiglia
295
Disabili
100
Anziani
347
Distretto
17
Totale
759
170
Grafico 1
Suddivisione contatti per area - S.I. Rovigo
Anno 2011
Distretto
2%
Minori e famiglia
39%
Disabili
13%
Anziani
46%
Tabella 4 – Contatti dello Sportello Integrato, per aree di intervento
Sede di Badia Polesine - Anno 2011
Area
Contatti
Minori e famiglia
183
Disabili
26
Anziani
216
Distretto
22
Totale
447
Grafico 2
Suddivisione contatti per area - S.I. Badia Polesine
Anno 2011
Distretto
5%
Minori e famiglia
41%
Disabili
6%
Anziani
48%
171
3.2 L’emergenza sanitaria territoriale
Il Soccorso Sanitario nella Provincia di Rovigo – SUEM 118
La SOC Centrale Operativa SUEM 118 è la struttura che fornisce una risposta alle
richieste di urgenza ed emergenza medica provenienti dalla popolazione attraverso
il numero unico “118”. Collocata presso l'Ospedale S.Maria della Misericordia di
Rovigo, la Centrale Operativa Provinciale (COP) garantisce tutti gli interventi
sanitari sul territorio di competenza, corrispondente alle località facenti capo ai
prefissi telefonici 0425 e 0426. La competenza è quindi estesa all'ULSS 18 di
Rovigo e all'ULSS 19 di Adria. Dal 2012 la gestione del territorio di Cavarzere (VE),
ULSS 14, è passata alla Centrale Operativa di Mestre (VE). La sola Provincia di
2
Rovigo conta 247.948 abitanti in un’area di 1788,6 km , con una densità di
2
popolazione media di 138,6 abitanti/ km . I mezzi di emergenza, con equipaggi
ACLS (Advanced Cardiovascular Life Support) e infermieri di area critica addestrati
e con attestato BLSD (Basic Life Support Defibrillation), sono dislocati sull’intero
territorio e precisamente presso le località Adria, Porto Viro, Porto Tolle, Rovigo,
Trecenta, Castelmassa; nel periodo estivo vengono attivate le postazioni stagionali
di Rosolina Mare, Bonelli, Boccasette ed Albarella.
La gestione del soccorso è “tempo-dipendente” per cui, secondo protocolli definiti
in accordo con le C.O. 118 delle Province limitrofe, la COP di Rovigo gestisce le
zone rivierasche del fiume Adige della Provincia di Padova. La COP, inoltre, è in
rete con le Forze dell'Ordine (Polizia e Carabinieri), il Soccorso Tecnico (Vigili del
Fuoco) e le altre COP 118 della Regione Veneto. Il servizio erogato alla
popolazione comprende: l’attivazione del Servizio di Continuità Assistenziale (ex
Guardia Medica), informazioni sulle farmacie di turno, attivazione del personale
reperibile di ARPAV, SPISAL, Servizio di Igiene Pubblica, Servizi Veterinari e ADI.
La gestione dell’Urgenza-Emergenza prevede il cosiddetto bed service per i posti
letto di terapia intensiva, i trasferimenti urgenti interospedalieri, il trasporto di
organi, tessuti e materiale biologico ai fini di trapianto, trasporti urgenti di sangue
ed il servizio di taxi-ambulanza. La COP riveste un ruolo importante anche
nell’allertamento di mezzi e risorse nell’ambito di allarme climatico o idrogeologico,
ed è preparata, attraverso una precisa formazione del personale, ad affrontare
attacchi terroristici con sostanze NBCR (Nucleare, Biologico, Radiologico, Chimico)
ed epidemie (es. SARS, Influenza A H1N1).
Fondamentale è l’opera formativa della COP SUEM 118 che, oltre a svolgere
formazione interna al personale dell’Azienda, si occupa della formazione alla
defibrillazione precoce (BLSD) di personale “laico” (FF.O., VV.F., Volontari, ecc.)
sul territorio ed educa la popolazione al corretto utilizzo del numero unico 118 a
partire dalle scuole materne.
L’attività della Centrale Operativa Provinciale è illustrata nelle tabelle e grafici che
seguono. Sono stati presi in esame, per ciascuna sezione, i dati relativi al periodo
2004-2011.
La Tabella 1 riporta il numero totale, comprendente le chiamate relative all'ULSS
19 e zone limitrofe, delle chiamate ricevute dalla Centrale Operativa nel periodo
2004-2011, suddivise per anno.
172
Tipo chiamata
Tabella 1 - Chiamate ricevute dalla Centrale Operativa Provinciale SUEM 118
Anni 2004-2011
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
N.
N.
N.
N.
N.
N.
N.
N.
Totale
N.
%
Chiamata di
servizio
4.636
5.767
7.881
8.490
9.344
9.977
10.997
15.741
72.833
11,51
Chiamata muta
5.921
6.905
5.535
5.432
5.379
5.195
4.924
3.984
43.275
6,84
Errore
793
696
449
589
556
497
578
807
4.965
0,78
Gestita da guardia
medica
49
51
70
48
39
33
25
11
326
0,05
23.992
26.493
25.989
27.766
28.357
27.680
24.713
26.892
211.882
33,48
--
--
--
--
--
--
ùù
364
364
0,06
14.355
14.941
14.295
13.551
13.173
13.507
13.014
14.830
111.666
17,65
Posti letto
68
72
73
98
137
214
120
151
933
0,15
Scherzo
496
380
393
246
193
131
140
188
2.167
0,34
Soccorso
14.884
15.667
16.007
16.376
17.056
17.385
17.777
19.727
134.879
21,32
Subentro
23
46
29
14
22
15
15
11
175
0,03
6.372
7.643
5.641
6.055
4.777
6.410
7.549
4.777
49.224
7,78
Trasporto
secondario urgente
3
.
84
2
2
3
1
--.
95
0,02
Totale
71.592
78.661
76.446
78.667
79.035
81.047
79.853
87.483
632.784
100,00
Guardia medica
Ingestione/gestita
Informazione
all'utenza
Taxi sanitario
173
Le tipologie indicate sono quelle codificate dall’operatore in base ai parametri del
sistema informatico. Il 30/06/2011 è stato effettuato un importante upgrade del
sistema informatico. Le chiamate “Taxi Sanitario” non danno un’immagine
attendibile della reale erogazione del servizio, in quanto la modalità di registrazione
delle chiamate per taxi ha subito diverse variazioni nell’arco del periodo e tale
tipologia comprende anche i trasferimenti urgenti e con medico. Si rimanda, quindi,
alla Tabella 2 per il quadro dei trasporti secondari non urgenti
La criticità presunta indica le condizioni cliniche dei pazienti interpretate sulla base
delle informazioni ricevute dall'operatore della COP da parte dell'utente attraverso
il cosiddetto Dispatch. Essa indica l’urgenza/emergenza del soccorso che si
traduce nei codici colore di invio dei mezzi (Grafico 2).
Grafico 2 - Numero di soccorsi eseguiti per codice di gravità
Anni 2004-2011
La criticità riscontrata indica invece le effettive condizioni cliniche del paziente
rilevate dagli operatori sanitari (medici ed infermieri) giunti sul luogo dell'evento.
Tali condizioni sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla criticità rilevata
dall'operatore di centrale, anche in virtù delle terapie e/o delle manovre effettuate
sul posto o dell'evoluzione della patologia (Grafico 3).
Grafico 3 - Numero di pazienti soccorsi per codice di gravità in rientro
Anni 2004-2011
174
I dati sulle patologie riscontrate, sostanzialmente stabili nel corso degli anni,
indicano una prevalenza di patologia “traumatica”, seguita da quelle “cardiologia” e
“neurologica”. La definizione “altra patologia” (che risulta essere la maggiormente
riscontrata) è riferita a stati morbosi non traumatici generici, che non rientrano nelle
altre definizioni utilizzate dal sistema informatico.
Grafico 4 - Prevalenza delle patologie riscontrate
Anni 2004-2011
Il Grafico 5 descrive la quantità di decessi constatati sul territorio nell’ambito del
soccorso, per tipo di patologia riscontrata.
Grafico 5 - Decessi
Anni 2004-2011
La Tabella 2 evidenzia il numero di trasporti secondari non urgenti effettuati con
Taxi-Ambulanza. Dal dato sono esclusi i trasporti secondari urgenti effettuati con
ambulanze attrezzate ed infermiere SUEM o medico. Il dato dell’anno 2009 è stato
175
rilevato in modo differente rispetto agli anni precedenti a causa di una modifica
della gestione del servizio. Dal 2009, inoltre, il taxi sanitario viene effettuato con
equipaggi di volontari in convenzione affiancati al bisogno da un infermiere.
n. trasportii
Tabella 2 - Taxi sanitario: trasporti effettuati
Anni 2006-2011
2006
2007
2008
2009
2010
6.424
6.692
5.487
4.920
5.630
2011
7.140
Totale
36.293
Operatività della COP e qualità
Per ottenere le necessarie informazioni dall’utente, l’operatore utilizza un sistema
definito Dispatch che, sulla base di alcuni parametri fondamentali (stato di
coscienza, respiro, circolo o dinamica dell'evento) permette di assegnare un codice
di gravità di invio del mezzo di soccorso. In base al codice, rappresentato da un
colore, viene attivata la risposta sanitaria più corretta sulla base delle risorse
disponibili.
Il principale scopo dell’utilizzo di un protocollo Dispatch è quello di individuare gli
eventi critici tempo dipendenti da quelli che non lo sono, con l’obiettivo di ridurre al
minimo l’invio inappropriato di mezzi di soccorso e sottrarre risorse ad eventi critici
che necessitano di un supporto avanzato delle funzioni vitali sul territorio.
L’errore sicuramente più temibile per una COP118, è la sottostima di un evento
grave (Undertriage grave), ad esempio l’invio in codice verde (poco critico) di un
ambulanza per un paziente che poi risulta in arresto cardiaco (molto critico) e
quindi privato sia di un rapido intervento sanitario che di una adeguata copertura
medica. La sottostima dei codici gialli (Undertriage ALS) espone le vittime di
eventi critici al rischio di una risposta rapida ma priva dell’immediata presenza del
medico. L’eccessiva sovrastima dei codici rossi (Overtriage ALS) espone il
personale sanitario al rischio di incidente stradale e comporta un utilizzo della
risorsa medica non adeguato, con il pericolo di una saturazione del servizio con più
codici rossi simultanei senza invio dell’automedica.
Il dato della COP. di Rovigo è in ogni caso migliore o in linea con la media
nzionale.
Come evidenziato dalla Tabella 3 e dal Grafico 6, dal 2005 al 2009 si è verificato
un significativo miglioramento dell’overtriage mentre l’undertriage è rimasto
significativamente invariato per i quattro anni. Nel 2005 si è verificato un maggior
turnover degli operatori che si manifesta in un peggioramento dall’overtriage ma
non dell’undertriage. Negli anni 2008 e 2009 non si è verificato un significante
turnover degli operatori che si traduce in un’ulteriore diminuzione dell’overtriage
quindi in una maggiore accuratezza nella codifica. Negli anni 2010 e 2011 si
conferma un basso undertriage con uno 0 nel 2011, mentre si afferma un aumento
dell’overtriage sensibile rispetto al 2009, verosimilmente riconducibile
all’introduzione dei protocolli per STEMI e Stroke, data la numerosità di questi
eventi.
176
Tabella 3 – Operatività della COP e qualità: tabelle di contingenza
Anni 2004-2011
N. di casi sottostimati (undertriage grave) e N. correttamente identificati
Anni Undertriage
Identificati
x2
p
2004
0
2.818
2005
1
2.931
0
>0,50
2006
4
2.718
2,35
>0,10
2007
4
2.810
2,25
>0,10
2008
4
3.210
1,88
>0,10
2009
4
2.821
2,24
>0,10
2010
4
3.249
1,85
>0,10
2011
0
3.323
0
>0,50
N. di casi sovrastimati (undertriage ALS) e N. correttamente identificati
Identificati
x2
p
Undertriage
2004
45
4.091
2005
42
4.590
0,55
>0,25
2006
27
4.553
5,99
<0,025
2007
34
4.544
2,51
>0,10
2008
25
4.509
7,12
<0,01
2009
28
4.256
4,12
<0,05
2010
21
4.174
8,41
<0,005
2011
35
4.232
1,32
>0,25
N. di casi sovrastimati (overtriage ALS) e N. correttamente identificati
Overtriage
Identificati
x2
p
2004
1.007
1.394
38,4
<0,001
2005
1.262
1.221
2006
1.230
1.523
19,5
<0,001
2007
1.053
1.733
89,9
<0,001
2008
878
1.719
150
<0,001
2009
597
2.285
532
<0,001
2010
969
1.768
125
<0,001
2011
976
1.830
138
<0,001
Grafico 6 – VRQ Centrale Operativa 118
Anni 2004-2011
177
Il protocollo “Ictus” (stroke)
Nel corso del biennio 2010/2011 la COP118 di Rovigo ha partecipato alla 1°
Survey nazionale “Gestione dell’ictus in fase preospedaliera - Centrali Operative
118”, studio organizzato dalla Società Italiana Sistemi 118 (SIS 118) che ha a
questo scopo costituito un gruppo di studio. L’obiettivo era quello di raccogliere i
dati per identificare i pazienti affetti da patologia neurovascolare acuta (ictus
ischemici ed emorragici) gestiti sul territorio nazionale ed effettuare confronti su
una base uniforme di dati per valutare l’impatto epidemiologico della patologia, le
caratteristiche della popolazione che ricorre al sistema di emergenza territoriale,
l’efficienza del sistema triage e dispatch e, con possibili funzioni di benchmarking,
l’efficacia dell’approccio terapeutico all’interno o meno di reti di alta specialità.
La prima fase della survey aveva lo scopo di studiare la parte extraospedaliera
della gestione della patologia cerebrovascolare proponendosi di descrivere numero
e tipologia di pazienti con patologia neurovascolare che ricorrono al 118;
rappresentare il percorso clinico assistenziale di questi pazienti; realizzare la
capacità di riconoscimento dei pazienti con ictus al triage telefonico.
La COP118 di Rovigo era già parte integrante del protocollo “Ictus” dell’Azienda
ULSS 18 quindi la gestione di tale patologia, compresa la documentazione di
ciascun caso che avesse utilizzato il percorso preferenziale oggetto del protocollo,
era strutturata in modo quasi del tutto conforme a quella indicata dalla Survey.
La raccolta dati strutturata ed esplicitata dalla Survey ha permesso non solo di
caratterizzare i pazienti che richiedono assistenza al sistema 118 e di conoscere il
tipo di cure prestate, ma anche di individuare la proporzione di:
a) Veri positivi (ictus alla chiamata, ictus sul luogo dell’evento)
b) Falsi negativi (non ictus alla chiamata, ictus sul luogo dell’evento)
c) Falsi positivi (ictus alla chiamata, non ictus sul luogo dell’evento)
consentendo così di calcolare la sensibilità e il valore predittivo positivo (VPP)
del riconoscimento dei pazienti con ictus in fase di chiamata telefonica.
La Tabella 4 riporta il numero dei pazienti assistiti per sesso e classe di età.
Tabella 4 - La casistica di Stroke della COP118 di Rovigo
Pazienti suddivisi per sesso e età
Sesso
Fasce Età
M
F
Non riportato
Totale
≤45 aa
14
9
23
46-55 aa
3
6
9
56-65 aa
12
4
16
66-75 aa
17
17
34
76-85 aa
28
46
1
75
+85 aa
20
35
2
57
Totale
94
117
3
214
Sul totale di 214 pazienti con patologia neurologica al triage, 183 (85,51%) sono
stati riconosciuti Veri positivi (ictus alla chiamata, ictus sul luogo dell’evento). 96
178
erano di sesso femminile e 86 di sesso maschile, in un solo record non era indicato
il sesso del paziente sulla “Scheda caso”.
La sensibilità viene quindi rilevata dall’accuratezza del triage telefonico. La COP
che cerca di perdere meno casi è più sensibile (sensibilità alta), ma meno specifica
(VPP basso) e quella che cerca, invece, di registrare meno falsi allarmi ha un VPP
alto e perde casi (sensibilità bassa). In caso di valore alto di sensibilità e VPP, la
C.O. ha una buona capacità di riconoscere una patologia cerebrovascolare al
telefono
La COP118 di Rovigo risulta avere una sensibilità discreta che si traduce in un
elevato overtriage che però comporta una maggiore accuratezza nel
riconoscimento (e conseguente conferma) dell’ictus sul territorio (Tabella 5).
Sensibilità
67,4
64,0
Tabella 5 - Sensibilità e Valore Predittivo Positivo
confronto ULSS 18 e Italia
Valore Predittivo Positivo
% di uso
COP
(VPP)
CPSS
84,2
58%
102
34,3
23%
Totale Italia
118 Rovigo
Il protocollo STEMI
Come ricorda anche il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2014 della Regione
Veneto, l’infarto acuto del miocardio (IMA) costituisce una delle più frequenti
emergenze mediche e richiede un’efficiente organizzazione sanitaria per garantire
tempestivamente le cure più efficaci.
Nel 2009 si sono verificati quasi 6.500 episodi di infarto acuto del miocardio
ospedalizzati fra i residenti nel Veneto. In circa il 60% dei casi si è trattato di infarto
con sopraslivellamento del tratto ST (IMA STEMI). Per affrontare in maniera
adeguata questa importante patologia, dal 1° dicemb re 2010 è attivo presso
l’Azienda ULSS 18 di Rovigo un protocollo sperimentale di gestione dello STEMI a
partire dal territorio, in applicazione della DGRV n°4550/2007 e secondo le linee
guida dello European Resuscitation Council del 2010. Tale protocollo ha lo scopo
di iniziare a trattare lo STEMI già al domicilio del paziente concordando
direttamente con il Cardiologo di guardia dell’Ospedale Civile di Rovigo il
successivo percorso diagnostico-terapeutico.
Il protocollo STEMI ha come elemento fondamentale la teletrasmissione dell’ECG
a 12 derivazioni: eseguito a domicilio del paziente, il tracciato arriva direttamente al
computer della COP118 e dell’UTIC di Rovigo. Sulla base degli elementi clinici
forniti dal Medico SUEM che sta seguendo il paziente e dell’ECG, il Cardiologo
esegue una vera e propria consulenza telefonica in linea registrata, attraverso la
COP118. In caso di conferma della diagnosi di STEMI il Cardiologo attiva il
Servizio di Diagnostica ed Interventistica Cardiovascolare dell’Ospedale di Rovigo
per l’esecuzione di angioplastica primaria entro i tempi previsti dal protocollo o
consiglia l’esecuzione di trombolisi sul territorio. Il Medico SUEM a questo punto
esegue, sia nel paziente che eseguirà la PTCA che in quello che verrà sottoposto
179
a trombolisi sul territorio, la prima fase della terapia dell’IMA STEMI. In ogni caso il
medico SUEM dispone per la centralizzazione del paziente all’Ospedale di Rovigo.
Nel periodo di osservazione, dal 1° dicembre 2010 a l 30 giugno 2011 sono stati
effettuati 7.042 soccorsi sul territorio di competenza della Centrale Operativa 118
di Rovigo (ULSS 18, 19 e Cavarzere). Di questi soccorsi, 755 hanno avuto come
esito il rientro dei mezzi verso il Pronto Soccorso di riferimento con paziente vivo a
bordo, in condizioni di varia gravità e con codice sanitario di rientro “42” che
definisce tutte le patologie di tipo cardiocircolatorio (dal dolore toracico fino
all’arresto cardiaco) (Tabella 6).
Tabella 6 - Pazienti con patologia riscontrata “cardiologica”
ULSS 18
Rovigo
Trecenta
Cod. 02 Mediamente critico (Giallo)
254
94
Cod. 03 Molto critico (Rosso)
8
3
Totale
262
97
Nel periodo di osservazione sono state eseguite dal Servizio di Diagnostica ed
Interventistica Cardiovascolare 132 procedure angiografiche finalizzate
all’angioplastica primaria. Tali procedure hanno riguardato 42 pazienti già ricoverati
nei reparti degli Ospedali della Provincia e 90 provenienti dal territorio, giunti in
ospedale con ambulanza o con mezzi propri. Di questi 90 pazienti, 64 provenivano
dal territorio dell’Azienda ULSS 18, in cui è già attiva la rete STEMI. Gli altri 26
provenivano invece dal territorio dell’Azienda ULSS 19 di Adria, che centralizza
comunque i pazienti con STEMI all’Ospedale di Rovigo. Di questi 32 pazienti con
sospetto diagnostico di STEMI soccorsi dal SUEM, 19 (59,37%) hanno completato
il protocollo in tutte le sue fasi, mentre i restanti 13 (18,75%) non l’hanno percorso
completamente per problemi legati al caso specifico (altre priorità per il bene del
paziente). In soli 4 casi non è stato possibile attivare la rete STEMI per mancanza
di elettrocardiografo sul mezzo di soccorso e in un solo caso la trasmissione
dell’ECG non è stata possibile per mancata copertura della rete dati cellulare.
180
3.3 L’assistenza farmaceutica territoriale
L’assistenza farmaceutica e l’assistenza sanitaria integrativa sono state
regolarmente erogate ai cittadini attraverso il Servizio di Farmacia Territoriale, il
Servizio di Farmacia Ospedaliera, i punti sanità distrettuali e le farmacie
pubbliche e private convenzionate.
Le 61 farmacie e i 2 dispensari sono distribuiti in maniera capillare sul territorio
aziendale e garantiscono almeno una presenza in ciascuno dei 41 comuni
dell’ULSS 18.
I volumi di attività necessari a garantire i livelli di assistenza farmaceutica ed
integrativa sono rilevanti: nel 2011 sono state prescritte complessivamente
1.786.751 ricette, di cui 1.760.679 per farmaci erogati in regime di SSN e 25.835
per farmaci in Distribuzione Per Conto (+1,8% rispetto al 2010 sul totale),
conseguentemente i costi sono notevoli.
La Tabella 1 mostra l’andamento della spesa complessiva tra gli anni 2010/2011:
si rileva una importante riduzione di spesa, pari a -4,6% (-8,4% sulla spesa netta) a
fronte di un aumento del numero di ricette, pari a 1,8%.
Tabella 1 – Ricette e relativa spesa lorda per Farmaci erogati in regime SSN
Anni 2010-2011
Anno 2010
Anno 2011
N. ricette erogate
Spesa lorda
N. ricette erogate
Spesa lorda
in SSN
euro
in SSN
euro
1.760.679
36.519.857
1.729.725
38.145.522
(+1,8%)
(-4,6%)
Nella Tabella 2 sono riportati il numero delle ricette e la spesa sostenuta erogando
i farmaci del Prontuario della Continuità Ospedale-Territorio (PHT) tramite la
Distribuzione Per Conto (DPC) per complessive 43.064 confezioni di farmaci.
Tabella 2 – Ricette e relativa spesa complessiva per Farmaci
erogati in Distribuzione Per Conto - Anni 2010-2011
Anno 2010
Anno 2011
N. ricette erogate Spesa complessiva N. ricette erogate Spesa complessiva
in DPC
euro
in DPC
euro
25.835
4.303.540
26.072
4.237.999
Questa modalità di erogazione ha permesso all’Azienda di risparmiare, nel 2011,
€ 1.657.400, rispetto alla tradizionale consegna dei farmaci in regime di SSN.
La Tabella 3 elenca i principali gruppi di farmaci per ATC in base alla spesa
sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale: la spesa lorda complessiva dei farmaci
appartenenti ai cinque gruppi sotto elencati, nel 2011, è risultata pari ad €
29.350.002 e rappresenta il 80,4% del valore complessivo della spesa
farmaceutica dell’anno 2011.
181
Tabella 3 - Farmaci per gruppo ATC: spesa lorda e incidenza su spesa totale
Anni 2010-2011
Anno 2010
Anno 2011
Incidenza
Incidenza
Farmaci per Gruppo
Spesa
Spesa
su spesa
su spesa
lorda
lorda
totale
totale
Sistema
37,7%
37,7%
€ 14.409.498
€ 13.757.759
cardiovascolare
App. gastrointestinale
17,0%
16,3%
€ 6.486.734
€ 5.972.201
e metabolismo
Sistema nervoso
10,5%
11,5%
€ 4.025.926
€ 4.204.974
Sistema respiratorio
8,4%
8,8%
€ 3.226.125
€ 3.222.970
Antimicrobici generali
5,9%
6,0%
€ 2.273.976
€ 2.192.098
per uso sistemico
Totale 5 gruppi
30.422.259
79,8%
29.350.002
80,4%
Totale spesa
38.145.522
36.519.857
Nel 2011 l’incidenza di spesa dei farmaci equivalenti erogati in SSN, rispetto alla
spesa complessiva, è stata pari al 38,6%, mentre il numero di confezioni di tali
medicinali è stato del 60,8% sul totale, con un aumento di 5 punti percentuali
rispetto al 2010 (Figura 1). Nel 2010 si erano registrati i seguenti valori: 33,6%
incidenza spesa, il 55,8% sul numero totale delle confezioni.
Il “medicinale equivalente” è il farmaco avente uguale composizione in principio
attivo, nonché forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio,
numero di unità posologiche e dosi unitarie uguali.
I “farmaci generici”, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “sono farmaci
bioequivalenti ossia farmaci che rispetto alla specialità di riferimento hanno una
biodisponibilità simile (la stessa velocità di assorbimento e percentuale assorbita)”.
La Legge 178/2002 stabilisce che gli equivalenti siano rimborsati dal Servizio
Sanitario Nazionale fino alla concorrenza del prezzo più basso del corrispondente
prodotto disponibile nel normale ciclo distributivo regionale, sulla base di apposite
direttive regionali; tale disposizione non si applica ai medicinali coperti da brevetto
sul principio attivo (cosiddetta “specialità medicinale” o “farmaco etico”).
In base alle indicazioni ministeriali, regionali e aziendali la prescrizione di farmaci
equivalenti contribuisce a migliorare l’appropriatezza prescrittivi.
Nel sito della regione veneto reperibile all’indirizzo internet: www.regione.veneto.it
seguendo il percorso: “Sanità – farmaceutica - medicinali elenco legge 178/2002”
è presente l’elenco esteso per principio attivo indicante il nome commerciale, la
formulazione la ditta ed il prezzo di riferimento.
182
Figura 1 – Spesa farmaci equivalenti – Anno 2011
183
La continua riduzione del tasso grezzo di ospedalizzazione, richiesto dalla Regione
Veneto ed attuato a livello aziendale, comporta lo spostamento del consumo di
farmaci dall’ospedale al territorio.
Il confronto della spesa farmaceutica 2010-2011, ha registrato una importante
riduzione, pari al -4,6%, sulla spesa lorda e del -8,4% sulla spesa netta, a fronte di
un aumento delle prescrizioni; si può affermare che il contenimento è stato
possibile grazie alla continua attività di monitoraggio e all’analisi delle prescrizioni
sia sul versante scientifico e professionale, che su quello economico ed
amministrativo. In modo particolare sono proseguite le periodiche verifiche
sull’appropriatezza prescrittiva, con riferimento alle indicazioni sull’uso dei farmaci
emanate dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), alla normativa sulla terapia
antalgica, al regime di esenzione per patologia, alla presenza dei piani terapeutici
ove previsti.
Tale attività è stata svolta dal Servizio di Farmacia Territoriale e da un gruppo di
lavoro (Commissione per l’appropriatezza prescrittiva), composto da medici del
territorio MMG, PLS SAI, medici ospedalieri e farmacisti aziendali, che valuta, oltre
all’aspetto scientifico e professionale, l’aspetto economico dell’uso dei farmaci.
L’analisi dei dati economici grezzi evidenzia che la spesa lorda media annua procapite, per garantire ai cittadini dell’ULSS 18 l’assistenza farmaceutica, è
storicamente tra le più alte del Veneto; nel corso del 2011 è risultata essere pari ad
€ 208, a fronte di un valore medio regionale di € 177, con scostamento di +17,4%
(dati “non pesati”) sui valori “pesati”: il costo medio unitario per assistiti “pesati”
dell’Azienda ULSS 18 è di € 190,7, contro € 176,8 per assistiti della Regione
Veneto, con uno scostamento del 7,8% sul valore annuo; mentre i valori sulla
spesa netta pesata sono per l’ULSS 18 € 152,2, mentre per la Regione Veneto €
141,2, con uno scostamento del 7,8%.
E’ risaputo che il dato “non pesato” non tiene conto che la popolazione assistita
dell’Azienda ULSS 18 è mediamente più anziana rispetto al resto della regione.
E’ risaputo che il consumo dei farmaci non è uguale in ogni età della vita e che gli
anziani, a causa della cronicità e della presenza contemporanea di più patologie,
rappresentano in assoluto i maggiori consumatori di farmaci.
Osservando, infatti, la Figura 2 si evince che circa il 22,2% della popolazione
residente nel territorio aziendale è rappresentato da ultra64enni e la spesa per
farmaci destinata a pazienti di questa fascia di età utilizza circa il 56,6% della
spesa complessiva.
Interessante è l’analisi della Figura 3 e della Tabella 4 che rappresentano il costo
medio per singolo residente in rapporto alla fascia di età e ai singoli gruppi
terapeutici.
Si evidenzia per la fascia di età dei pazienti ultra75enni il costo medio annuo procapite complessivo risulta pari ad € 574, ed in particolare il costo medio pro-capite
per farmaci del Sistema cardiovascolare € 231, dell’Apparato gastrointestinale e
metabolismo € 97, del Sistema nervoso € 53, del Sistema respiratorio € 49 e del
184
sistema muscolo scheletrico € 33; la diminuzione del costo medio pro-capite delle
categorie sopra citate deriva da un’appropriata prescrizione dei farmaci equivalenti.
La Tabella 5, la Tabella 6 e relativo Grafico 1 e la Figura 4 riportano ulteriori
dettagli analitici riferiti alla spesa farmaceutica dell’Azienda ULSS 18.
185
Figura 2
Spesa farmaceutica territoriale - Suddivisione per fasce di età raggruppate - Anno 2011
Fascia d'età
Età oltre i 64 anni
Residenti al
N° ricette
01/01/2011
Incid.
Incid.
Per
N°
N°
%
%
Residente
39.059 22,2% 1.029.389 58,5%
26,35
Età fino a 64 anni 136.745
Età non rilevabile
Spesa lorda
Spesa netta
20.679.887,02
Incid.
Per
%
Residente
56,6%
529,45
16.585.599,63
Incid.
Per
%
Residente
56,9%
424,63
Importo
Importo
77,8%
701.472
39,8%
5,13
15.182.295,89
41,6%
111,03
12.042.847,46
41,3%
88,07
0,0%
29.813
1,7%
0,00
659.759,46
1,8%
0,00
518.121,35
1,8%
0,00
175.804 100,0% 1.760.674 100,0%
10,01
36.521.942,37 100,0%
207,74
29.146.568,44 100,0%
165,79
0
186
Figura 3
Spesa farmaceutica territoriale - Suddivisione per fasce di età - Anno 2011
Fasce d’età
(classificazione
definita dalla
Regione Veneto)
Età non identificabile
Età < 1 anno
Età da 1 a 4 anni
Età da 5 a 14 anni
Età da 15 a 24 anni
Età da 25 a 44 anni
Età da 45 a 64 anni
Età da 65 a 74 anni
Età oltre 74 anni
N° Ricette
Residenti
Incid.
al
%
01/01/2011
0
1.447
5.710
13.367
14.811
49.031
52.379
18.050
21.009
175.804
N°
0,0
29.813
0,8
2.199
3,3
13.436
7,6
19.256
8,4
25.416
27,9
149.243
29,8
491.922
10,3
400.148
11,9
629.241
100,0 1.760.674
% Incid.
1,7%
0,1%
0,8%
1,1%
1,4%
8,5%
27,9%
22,7%
35,7%
100,0
Spesa Lorda
N° Ricette
Residente
Importo
0,0
659.759,46
1,5
20.787,85
2,4
163.147,60
1,444
339.585,38
1,742
515.471,68
3,0 3.103.287,88
9,4 11.040.015,50
22,2 8.619.709,77
29,9 12.060.177,25
10,0
36.521.942,37
% Incid.
1,8%
0,1%
0,5%
0,9%
1,4%
8,5%
30,2%
23,6%
33,0%
100,0%
Spesa Netta
Costo
Costo
medio
medio
Importo
% Incid.
lordo
netto
Residente
Residente
0,00
518.121,35
1,8%
0,00
14,37
13.748,21
0,1%
9,50
28,57
111.311,03
0,4%
19,49
25,40
257.677,06
0,9%
19,28
34,80
400.475,65
1,4%
27,04
63,29 2.416.552,48
8,3%
49,29
210,77 8.843.083,03
30,3%
168,83
477,55 6.918.479,71
23,7%
383,30
574,05 9.667.119,92
33,2%
460,14
207,74
29.146.568,44 100,0%
165,79
187
Tabella 4 - Spesa farmaceutica territoriale per GAP e fasce di età - Spesa lorda e Costo medio Residente (CM)
Anno 2011
(Dati da lettura ricette)
N.residenti al 01/01/2011
Età < 1 anno
Età da 1 a 4 anni
Età da 5 a 14 anni
Età da 15 a 24 anni
Età da 25 a 44 anni
per classi di età
1.447
5.710
13.367
14.811
49.031
Descrizione GAP
Importo
CM
Importo
CM
Importo
CM
Importo
CM
Importo
CM
App.to gastrointestinale e
A
1.688 ,92 1,17
2.219,32 0,39
12.230,76 0,91
59.778,62 4,04
505.918,76 10,32
metabolismo
B Sangue ed organi emopoietici
315,46 0,22
925,35 0,16
2.860,80 0,21
22.537,75 1,52
152.825,86 3,12
C Sistema cardiovascolare
18,35 0,01
70,80 0,01
4.028,68 0,30
7.049,20 0,48
390.652,23 7,97
D Dermatologici
22,00 0,02
101,66 0,02
1.701,97 0,13
10.302,78 0,70
30.316,70 0,62
Sistema genito-urinario
G
46,46 0,01
462,47 0,03
10.826,93 0,73
108.481,33 2,21
52,79 0,04
ed ormoni sessuali
Preparati ormonali sistemici,
H
176,09 0,12
1.895,14 0,33
14.752,25 1,10
12.814,35 0,87
71.166,87 1,45
esclusi gli ormoni sessuali
Antimicrobici generali
J
6.949,12 4,80
86.783,00 15,20 132.849,45 9,94
133.994,38 9,05
468.133,70 9,55
per uso sistemico
Farmaci antineoplastici
L
1.823,27 0,32
3.912,67 0,29
6.182,96 0,42
85.394,53 1,74
0,00 0,00
ed immuno-modulatori
M Sistema muscolo-scheletrico
N Sistema nervoso
O Ossigeno
Farmaci antiparassitari,
P
insetticidi e repellenti
R Sistema respiratorio
S Organi di senso
V Vari
Totali complessivi
0,00
0,00
3,46 0,00
415,23
0,03
7.270,65
0,49
82.904,24
1,69
131,58
67,69
0,09
0,05
2.806,15 0,49
14,89 0,00
29.854,74
0,00
2,23
0,00
107.668,32
0,00
7,27
0,00
711.119,82
94,02
14,50
0,00
106,12
0,07
385,88 0,07
338,32
0,03
903,17
0,06
11.093,39
0,23
11.259,73
0,00
0,00
7,78
0,00
0,00
66.047,30 11,57
24,92 0,00
0,00 0,00
135.770,43
407,61
0,00
10,16
0,03
0,00
134.811,88
1.330,69
0,00
9,10
0,09
0,00
413.822,32
32.044,29
39.319,82
8,44
0,65
0,80
20.787,85
14,37
163.147,60 28,57
339.585,38
25,40
515.471,68
34,80
3.103.287,88
63,29
188
Tabella 4 (segue) - Spesa farmaceutica territoriale per GAP e fasce di età - Spesa
lorda e Costo medio Residente (CM)
Anno 2011
(Dati da lettura ricette)
Età non
Spesa senza
N.residenti al Età da 45 a 64 Età da 65 a 74 Età da 75 anni
identific
distinzione
01/01/2011
anni
anni
in poi
abile
di età
per classi di età
52.379
18.050
21.009
175.804
Descrizione GAP
Importo CM Importo CM Importo CM Importo
Importo CM
App.to
1.833.32 35,0 1.424.06 78,9 2.028.70 96,5 104.270, 5.972.20 33,9
A gastrointestinale e
1,57 0
9,80 0
3,16 6
26
1,17 7
metabolismo
Sangue ed organi
408.835,
407.942, 22,6 869.645, 41,3 36.313,1 1.902.20 10,8
B
7,81
emopoietici
31
52 9
7
1,27 2
05 0
Sistema
4.445.74 84,8 3.862.30 213, 4.844.15 230, 203.741, 13.757.7 78,2
C
cardiovascolare
0,35 8
2,59 98
6,26 58
02
59,48 6
78.134,6
35.487,5
25.712,6
186.453,
D Dermatologici
1,49
1,97
1,22 4.673,09
1,06
7
7
3
07
Sistema genito245.733,
218.104, 12,0 342.121, 16,2 21.094,9 946.923,
G urinario ed ormoni
4,69
5,39
78
10 8
08 8
7
91
sessuali
Preparati ormonali
139.443,
88.741,2
116.663,
11.872,9 457.525,
H sistemici, esclusi gli
2,66
4,92
5,55
2,60
53
9
37
6
85
ormoni sessuali
Antimicrobici
618.072, 11,8 291.882, 16,1 395.934, 18,8 57.499,3 2.192.09 12,4
J generali per uso
47 0
10 7
61 5
5
8,18 7
sistemico
Farmaci
438.762,
266.824, 14,7 220.876, 10,5 29.626,6 1.053.40
L antineoplastici ed
8,38
5,99
79
30 8
33 1
0
3,45
immunomodulatori
Sistema muscolo420.901,
407.037, 22,5 698.336, 33,2 25.185,0 1.642.05
M
8,04
9,34
scheletrico
43
17 4
0
3,87
69 5
1.379.20 26,3 766.338, 42,4 1.107.09 52,7 100.750, 4.204.97 23,9
N Sistema nervoso
9,64 3
44 6
4,87 0
69
4,25 2
O Ossigeno
1.046,97 0,02
451,44 0,03 2.860,28 0,14
39,18 4.574,47 0,03
Farmaci
antiparassitari,
20.738,5
11.471,6
12.050,1
57.916,5
P
0,40
0,64
0,57
829,32
0,33
insetticidi e
8
0
2
0
repellenti
759.385, 14,5 621.696, 34,4 1.027.05 48,8 53.126,5 3.222.97 18,3
R Sistema respiratorio
72 0
19 4
0,04 9
7
0,18 3
216.041,
216.515, 12,0 363.707, 17,3 10.557,4 840.629,
S Organi di senso
4,12
4,78
19
19 0
91 1
6
26
34.647,5
80.257,4
V Vari
0,66
845,42 0,05 5.264,90 0,25
179,82
0,46
0
6
Totali
11.040.0 210, 8.619.70 477, 12.060.1 574, 659.759, 36.521.9 207,
complessivi
15,50 77
9,77 55
77,25 05
46
42,37 74
189
Mesi
Tabella 5 - Spesa farmaceutica territoriale suddivisa per mese
Anno 2011
Dati da distinte contabili farmacie
N° ricette
Spesa lorda
Scost.
2011-2010
Scost.
%
150.886
8.120
5,7%
3.218.839
135.547
144.133
8.586
6,3%
3
148.202
155.847
7.645
4
149.726
149.611
-115
5
147.260
148.034
774
6
142.595
148.799
7
142.387
139.615
8
131.276
136.716
2010
2011
1
142.766
2
Spesa netta
Scost.
2011-2010
Scost.
%
3.301.270
82.431
2,6%
2.750.300
2.730.864
-19.436
-0,1%
3.005.325
3.071.955
66.630
2,2%
2.546.793
2.535.305
-11.487
-0,4%
5,2%
3.223.665
3.337.223
113.557
3,5%
2.728.545
2.744.784
16.238
0,6%
-0,1%
3.271.152
3.119.730
-151.421
-4,6%
2.763.108
2.503.549
-259.558
-9,4%
0,5%
3.216.560
3.066.700
-149.860
-4,7%
2.717.659
2.404.800
-312.859
-11,5%
6.204
4,4%
3.160.603
3.103.757
-56.845
-1,8%
2.575.150
2.421.404
-153.745
-5,9%
-2.772
-1,9%
3.165.308
2.896.709
-268.599
-8,5%
2.658.715
2.287.121
-371.594
-13,9%
5.440
4,1%
2.897.124
2.792.660
-104.463
-3,6%
2.402.218
2.187.458
-214.759
-8,9%
2010
2011
2010
2011
Scost.
2011-2010
Scost.
%
9
144.607
142.961
-1.646
-1,1%
3.188.819
2.925.523
-263.295
-8,3%
2.639.647
2.310.552
-329.095
-12,5%
10
144.527
141.409
-3.118
-2,2%
3.167.476
2.841.717
-325.758
-10,3%
2.617.008
2.240.18
-376.827
-14,4%
11
144.801
149.846
5.045
3,5%
3.202.534
3.017.885
-184.649
-5,8%
2.640.241
2.380.718
-259.522
-9,8%
12
156.031
152.822
-3.209
-2,1%
3.428.112
3.044.721
-383.391
-11,2%
2.791.113
2.395.318
-395.795
-14,2%
1.729.725
1.760.679
30.954
1,8%
38.145.521
36.519.857
-1.625.664
-4,3%
31.830.502
29.142.059
-2.688.442
-8,5%
190
Tabella 6 - Classificazione ATC - Gruppi Anatomici Principali (GAP)
Anni 2010-2011
Dati da lettura ricette farmaceutiche
GAP
Descrizione GAP
C
Sistema cardiovascolare
Apparato gastrointestinale
e metabolismo
Sistema nervoso
Pezzi
2010
Spesa Lorda
2010
%
incid.
Pezzi
2011
Spesa Lorda
2011
Scostam. Pezzi
%
incid.
Assoluto
%
Scostam. Spesa
Assoluto
%
1.368.505
14.409.498,50
37,7%
1.370.484
13.757.759,48
37, 7%
1.979
0,1%
-651.739,02
-4,5%
676.203
6.486.779,03
17,0%
710.747
5.972.201,17
16,4%
34.544
5,1%
-514.577,86
-7,9%
249.437
4.025.925,97
10,5%
258.466
4.204.974,25
11,5%
9.029
3,6%
179.048,28
4,5%
122.224
3.226.125,21
8,5%
122.726
3.222.970,18
8,8%
502
0,471%
-3.155,03
-0,150%
211.534
2.273.976,36
5,9%
212.931
2.192.098,18
6,0%
1.397
0,7%
-81.878,18
-3,650%
255.211
1.798.369,54
4,7%
265.596
1.902.201,27
5,2%
10.385
4,1%
103.831,73
5,8%
151.148
1.930.182,25
5,1%
144.564
1.642.053,87
4,5%
-6.584
-4,4%
-288.128,38 -14,983%
25.688
1.325.047,80
3,5%
25.660
1.053.403,45
2,9%
-28
-0,1%
-271.644,35
-20,5%
87.483
982.875,05
2,6%
86.404
946.923,91
2,6%
-1.079
-1,2%
-35.951,14
-3,7%
63.263
872.894,25
2,3%
63.112
840.629,26
2,3%
-151
-0,2%
-32.264,99
-3,7%
95.876
485.287,61
1,3%
100.816
457.525,85
1,3%
4.940
5,6%
-27.761,76
-5,7%
13.214
188.518,67
0,5%
12.794
186.453,07
0,5%
-420
-3,2%
-2.065,60
-1,1%
95.732,48
0,3%
3.142
80.257,46
Vari
3.547
Farmaci antiparassitari,
P
8.507
57.622,69
0,2%
8.446
57.916,50
insetticidi e repellenti
O
Ossigeno
5.178
4.682,04
0,01%
5.065
4.574,47
Totale 3.337.018 38.163.517,45 100,0% 3.390.953 36.521.942,37
L'ossigeno terapeutico ha come codice ATC "V03AN01", apparterebbe quindi al GAP "V" (Vari).
Vista la particolarità del farmaco viene separato in O Ossigeno
0,2%
-405
-11,4%
-15.475,02
-16,2%
0,2%
-61
-0,7%
293,81
0,5%
0,01%
100,0%
-113
53.935
-2,2%
1,62%
-107,57
-1.641.575,08
-2,3%
-4,3%
A
N
R
J
B
M
L
G
S
H
D
V
Sistema respiratorio
Antimicrobici generali per
uso sistemico
Sangue ed organi
emopoietici
Sistema muscoloscheletrico
Farmaci antineoplastici ed
immunomodulatori
Sistema genito-urinario ed
ormoni sessuali
Organi di senso
Preparati ormonali
sistemici, esclusi gli ormoni
sessuali
Dermatologici
191
Grafico 1 - Classificazione ATC - Gruppi Anatomici Principali (GAP)
Anni 2010 - 2011
192
Figura 4
Distribuzione per conto (DPC) - Anno 2011
Dati rilevati da lettura ricette DPC
IPOTESI SPESA DPC
EROGATA IN SSN
SPESA DPC
Mesi
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Tot annui *
N°
ricette
1.880
1.904
2.133
1.978
2.187
2.188
2.166
2.311
2.351
2.216
2.302
2.456
26.072
N°
assistiti
1.438
1.419
1.599
1.524
1.656
1.664
1.640
1.771
1.800
1.754
1.786
1.882
4.458
N°
confez.
3.139
3.167
3.534
3.296
3.583
3.598
3.545
3.814
3.904
3.639
3.754
4.091
43.064
Costo
acquisto
farmaci
(A) Val. al
costo medio
mensile
284.548,41
295.306,44
314.263,39
328.469,27
337.967,97
328.130,17
303.172,25
311.745,70
329.574,08
285.723,15
314.031,59
322.734,99
3.755.667,41
SCOSTAMENTO
SPESA DPC-SSN
Costo
distribuzione
Costo DPC
Valore SSN
farmaci
Sconti SSN
e AIFA
Spesa DPC
in SSN
Valore
scostamento
%
scost.
(B) € 18,50 x
ricetta
(C = A + B)
(D) Prezzo
fustello
(E)
(F = D - E)
(G = C - F)
G/F
454.210,86
465.210,84
498.991,06
506.611,89
520.878,15
511.410,86
478.562,26
491.171,65
513.450,71
447.312,29
493.614,99
513.973,64
5.895.399,20
-134.882,45
-134.680,40
-145.267,17
-141.549,62
-142.450,68
-142.802,69
-135.319,01
-136.672,45
-140.383,13
-120.593,14
-136.996,40
-145.802,65
-1.657.399,79
-29,70%
-28,95%
-29,11%
-27,94%
-27,35%
-27,92%
-28,28%
-27,83%
-27,34%
-26,96%
-27,75%
-28,37%
-28,11%
34.780,00
319.328,41
535.531,37
81.320,51
35.224,00
330.530,44
552.979,40
87.768,56
39.460,50
353.723,89
592.873,12
93.882,06
36.593,00
365.062,27
604.149,05
97.537,16
40.459,50
378.427,47
618.826,98
97.948,83
40.478,00
368.608,17
606.051,90
94.641,04
40.071,00
343.243,25
566.087,65
87.525,39
42.753,50
354.499,20
580.905,51
89.733,86
43.493,50
373.067,58
607.740,90
94.290,19
40.996,00
326.719,15
527.790,38
80.478,09
42.587,00
356.618,59
585.450,98
91.835,99
45.436,00
368.170,99
607.646,94
93.673,30
482.332,00
4.237.999,41 6.986.034,18 1.090.634,98
* N° Assistiti trattati nell'arco dell'intero anno
Spesa DPC
Minor spesa rispetto SSN
4.237.999,41
71,89%
1.657.399,79
28,11%
193
Assistenza integrativa
Per quanto riguarda l’assistenza integrativa (alimenti per particolari patologie quali
ad es. morbo celiaco, insufficienza renale e presidi per pazienti diabetici), nel corso
del 2011, sono stati erogati, da farmacie e sanitarie autorizzate dalla Regione
Veneto, alimenti e presidi per una spesa complessiva pari ad € 2.097.600, con un
aumento di circa l’8% rispetto al 2010 e con una spesa derivante dai presidi per il
paziente diabetico che incide per circa l’82% sul totale.
I cittadini che nel 2011 hanno usufruito dell’assistenza integrativa sono
indicativamente 2.000, così suddivisi: oltre 1.750 pazienti affetti da diabete, 220
affetti da morbo celiaco, 13 pazienti con nefropatia e 4 affetti da malattie
metaboliche congenite.
Per quanto riguarda la spesa, scorporando le singole voci, si rappresenta nel
2011/2010 un aumento percentuale della spesa per gli alimenti del 9,5%, pari ad €
378.000, dovuta all’aumento del 7,3% del numero pazienti diagnosticati rispetto
all’anno precedente, e all’aumento dei listini; mentre la spesa per presidi per
diabetici registrata è pari ad € 1.720.000 e risulta aumentata dell’8%.
La Regione Veneto ha fissato il limite quantitativo di alimento da erogarsi, in
regime di LEA (livello essenziale di assistenza) in base all’appartenenza alla
fascia di età, mentre la tipologia dei prodotti dietetici rimane di competenza del
Ministero della Salute, il quale ha predisposto il Registro Nazionale degli alimenti
reperibile all’indirizzo internet: www.ministerosalute.it secondo il seguente
percorso: “alimenti e sanità animale/approfondimenti/dietetica/prodotti dietetici e
per la prima infanzia”.
Farmacovigilanza aziendale
Nel corso del 2011 il Servizio di Farmacovigilanza aziendale ha registrato 20 casi
di segnalazione spontanea di reazione avversa da farmaco, con 4 segnalazioni
gravi con ospedalizzazione e/o prolungamento della degenza, ed è stato registrato
anche un caso fatale.
I casi di segnalazione “non grave” ammontano a 16 e, come consuetudine, la
categoria che fornisce il maggior numero di segnalazioni risulta essere la Pediatria
di base (Pediatra di Libera Scelta), mentre i vaccini risultano essere i farmaci che
determinano il maggior numero di segnalazioni.
Recupero dei farmaci
Anche nel 2011, il progetto aziendale che prevede il recupero dei farmaci oppiacei
e non, non più necessari presso il domicilio, ha permesso il recupero di farmaci che
sono stati destinati ad altre strutture per un successivo riutilizzo.
Altre attività
Nel 2011 ha preso avvio l’attività di sorveglianza sugli esercizi commerciali (corner,
esercizi di vicinato, grande distribuzione cosiddette “parafarmacie”) e sono state
mantenute le altre attività di competenza della SOC Farmacia Territoriale:
- l’informazione riguardante provvedimenti inerenti i farmaci e provvedimenti
ministeriali e regionali, attività rivolta ai medici ed operatori sanitari, del territorio e
della struttura pubblica, ai farmacisti e al cittadino;
194
- il controllo istituzionale di tipo amministrativo e/o contabile sui documenti di
carattere economico:
- la vigilanza sulle farmacie pubbliche e private del territorio, attività a carattere
istituzionale in quanto strutture sanitarie, ai sensi del Testo Unico delle Leggi
Sanitarie;
- l’attività di vigilanza su strutture aziendali e strutture private, quali ad es.
ambulatori veterinari per la verifica del rispetto della normativa sulla registrazione
delle sostanze stupefacenti, o presso strutture private, es. Case di Cura, per la
verifica degli “armadi farmaceutici”.
195
3.4 L’assistenza specialistica ambulatoriale
Gli obiettivi posti dalla Giunta regionale alla programmazione delle Aziende Socio
Sanitarie del Veneto, definiti con DGR n.3140/2010, relativamente all’assistenza
ambulatoriale, erano i seguenti:
• contenimento dei tempi d'attesa delle prestazioni specialistiche ambulatoriali
all’interno dei limiti massimi previsti per ciascuna delle classi di priorità indicata
dal prescrittore (classe A 90%, classe B 80%, classe C 100%)
• ottimizzazione del numero di prestazioni specialistiche per abitante (4
prestazioni per residente, escluse le prestazioni di laboratorio).
Tempi d'attesa
L’obiettivo per il 2011 era rispettare i tempi massimi di attesa per le classi di priorità
prescritte, in una percentuale non inferiore al 90% per la classe A, all’80 % per la
classe B e al 100% per la classe C, rispetto al totale delle prestazioni per le quali
l’assistito abbia accettato la prima disponibilità offerta dal CUP.
Le prestazioni considerate sono quelle elencate nell’allegato A della DGR
n.863/2011, erogate come prima visita o come prima prestazione strumentale in
relazione ad un nuovo problema clinico. Si tratta di un indicatore generico, che
focalizza l’analisi esclusivamente sui tempi di attesa del primo inquadramento
diagnostico. Il risultato ottenuto complessivamente dalle strutture pubbliche e
private accreditate, per le prestazioni prenotate nella prima sede disponibile, è
riportato nella Tabella 1.
Classe
Priorità
A
B
C
Tabella 1 - Prestazioni garantite
Anno 2011
N. prestazioni
% prestazioni
data prima disponibilità accettata
garantite
38.524
93,41%
76.405
99,12%
74.511
99,28%
Obiettivo
Regione
90%
80%
100%
Ovviamente, non tutte le prestazioni sono state erogate presso la sede che aveva
la prima disponibilità. In tali casi la prestazione non è inclusa nel campione su cui
la Regione valuta la performance aziendale. Ne deriva che la percezione dei tempi
di attesa da parte degli assistiti non sempre collima con le statistiche
Nel sito web dell’Azienda alla voce “trasparenza” è possibile consultare nel
dettaglio per ciascuna struttura di erogazione le percentuali di prestazioni erogate
nel rispetto dei tempi di attesa
Nel giugno 2011 la Giunta Regionale ha modificato con DGR n.863 l’elenco delle
prestazioni traccianti utilizzate per il monitoraggio dei tempi di attesa, aumentando
nel case-mix il peso delle prestazioni di “Diagnostica per immagini” e diminuendo il
peso delle prestazioni di “Medicina fisica e riabilitativa”.
In alcuni ambulatori, il numero delle prestazioni per le quali il paziente ha accettato
la prima disponibilità rappresenta una quota esigua rispetto al totale delle
196
prestazioni erogate: questo si verifica tipicamente ove vi è una pluralità di offerta
ed un particolare rapporto di fiducia nei confronti di una équipe di specialisti.
Ottimizzazione del numero di prestazioni specialistiche per abitante
L’obiettivo di ottimizzare la domanda di prestazioni, rendendola più appropriata, è
funzionale anche al raggiungimento dell’obiettivo dei tempi di attesa. Sarebbe
infatti irrazionale perseguire quest’ultimo obiettivo aumentando a dismisura
l’offerta.
La modifica del Nomenclatore Tariffario delle prestazioni specialistiche
ambulatoriali, approvata dalla Giunta Regionale nel mese di giugno 2011 con DGR
n.859, con effetto a partire dal mese di ottobre 2011, rende complessa l’analisi dei
volumi di assistenza specialistica ambulatoriale erogati. Pertanto i consumi di
prestazioni devono essere interpretati distintamente all’interno del periodo 1°
gennaio - 30 settembre e del periodo 1° ottobre – 3 1 dicembre.
L’obiettivo posto dalla Regione è non superare il numero di 4 prestazioni
specialistiche erogate per abitante (tasso standardizzato, esclusa la “Diagnostica di
laboratorio”), obiettivo difficilmente raggiungibile in un periodo breve, dato che il
punto di partenza era di 8,19 prestazioni per abitante erogate nell’anno 2011.
Va precisato che questo obiettivo non deve essere collegato ad un livello
qualitativo inferiore nell’Assistenza Specialistica, bensì ad una maggiore
appropriatezza prescrittiva, alla condivisione di linee guida rigorose, alla diffusione
di percorsi diagnostici validati dalle Società Scientifiche, alla pratica dell’audit e,
infine, alla raccolta e accessibilità del Fascicolo Personale Elettronico di tutta la
documentazione clinica del paziente.
Un ulteriore contributo alla riduzione del numero delle prestazioni è derivato
dall’accorpamento di alcune prestazioni in una unica prestazione nel Nomenclatore
Tariffario.
Pur non essendo stato raggiunto l’obiettivo delle 4 prestazioni, si deve considerare
comunque soddisfacente la riduzione del 19,16% ottenuta nel consumo delle
prestazioni specialistiche, che sono passate dal numero medio di 8,19 per
residente nell’anno 2010 al numero di 6,62 per residente nel 2011.
La Tabella 2 presenta la differenza rilevata nei consumi di prestazioni fra i residenti
dell’Azienda ULSS 18 e i residenti della Regione, come tassi standardizzati per
1.000 abitanti.
197
Tabella 2 - Confronto consumi di prestazioni (per 1.000 abitanti)
Azienda ULSS 18 - Regione Veneto – Anno 2011
Branca
Tasso std.
Tasso std.
Differenza
ULSS 18
Regione
%
Fisiatria
3652,6
1712,7
113,3
Medicina Nucleare
33,6
18,8
78,3
Endocrinologia/diabetologia
74,6
45,7
63,4
Pneumologia
80,0
49,2
62,6
Neurochirurgia
7,8
5,1
53,0
ORL
142,2
101,2
40,5
Cardiologia
336,4
247,2
36,1
Oculistica
233,2
182,3
27,9
Dermatologia
135,9
112,3
21,1
Ortopedia
117,7
99,0
18,9
Psichiatria
64,0
54,9
16,6
Urologia
56,2
48,8
15,1
Odontostomatologia
124,1
111,2
11,6
Radiodiagnostica
744,3
668,2
11,4
Ostetricia
110,3
118,9
-7,2
Laboratorio
8817,4
9608,1
-8,2
Neurologia
102,9
128,8
-20,1
Gastroenterologia
37,7
50,5
-25,3
Chirurgia generale
44,9
63,7
-29,4
Oncologia
39,7
59,0
-32,7
Radioterapia
43,8
65,8
-33,4
Chirurgia plastica
10,4
18,1
-42,5
Chirurgia vascolare
19,6
35,9
-45,4
Nefrologia
50,0
111,4
-55,1
L’eccesso di prestazioni di “Medicina fisica e riabilitativa” è imputabile all’eredità di
budget storicamente molto elevati per le Strutture Private Accreditate, in
conseguenza dell’autonomia prescrittiva riconosciuta agli Specialisti dalla DGR
2227/2002.
Centro Unico di Prenotazione
E’ pienemante operativo il collegamento del Centro Unico di Prenotazione con tutte
le strutture pubbliche e private accreditate della provincia, grazie al
perfezionamento dell’interfaccia fra la procedura di prenotazione e le procedure di
gestione interna dei privati. Sono, quindi, ulteriormente incrementate nel 2011 le
tipologie di prestazioni e i volumi di attività che è possibile prenotare su tutta la rete
ambulatoriale. L’obiettivo dell’inserimento nel CUP provinciale del 100% delle
prestazioni erogate è stato proposto dalla Regione nel 2007 e ribadito nel 2011, in
quanto funzionale ad assicurare integrazione, continuità e trasparenza nella
programmazione dell’offerta fra pubblico e privato.
198
Attività di controllo
La Regione Veneto ha previsto un’attività di controllo sull’attività specialistica
ambulatoriale, articolata in controlli sia interni che esterni.
Si definiscono controlli interni quelli svolti autonomamente, all’interno di ciascuna
Azienda o Struttura privata preaccreditata, sulle prestazioni erogate dai propri
Specialisti. I controlli esterni sono eseguiti dall’Azienda sulle prestazioni erogate
dalle Strutture Private Accreditate
Nel corso dell’anno 2011 sono stati completati i controlli sulle prestazioni erogate
nell’anno 2010. I risultati evidenziano una frequente omissione del sospetto
diagnostico sulla richiesta di visita o di indagini (Tabelle 3 e 4).
199
Sospetto
diagnostico
Branca
0 Altre prestazioni
8 Cardiologia
9 Chir. generale
19 Endocrinolog.
32 Neurologia
34 Oculistica
36 Ortopedia e
Traumatologia
37 Ostetricia e
ginecologia
38 ORL
43 Urologia
52 Dermosifilopat.
56 Medicina
Fisica Riabilitat.
58 Gastroenterol.
61 Med.Nucleare
64 Oncologia
68 Pneumologia
69 Radiol. diagn.
70 Radioterapia
82 Anestesia
Tot. prestazioni
verificate
Tot. impegnative
verificate
presente
N°
%
assente
N°
%
Tabella 3 - Controlli interni effettuati
Azienda ULSS 18 – Anno 2011
Sospetto diagnostico
Classe
+
di priorità
classe di priorità
presente
assente
presente
assente
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
Totale
prestazioni
verificate
Concordanza
prescritto/erogato
presente
N°
%
assente
N°
%
15
68
7
32
20
91
2
9
13
100
0
0
21
95
1
5
22
8
33
53
69
7
15
47
31
10
32
67
67
5
16
33
33
8
22
67
79
4
6
6
7
15
44
100
92
0
4
0
8
15
48
22
85
4
15
22
85
4
15
18
100
0
0
26
100
0
0
26
35
51
33
49
29
43
39
57
18
45
22
33
63
93
5
7
68
46
22
35
68
79
73
22
6
13
32
21
27
47
22
33
69
79
69
21
6
15
31
21
31
29
16
23
83
94
88
6
1
3
7
1
3
67
28
48
99
100
100
1
0
0
1
0
0
68
28
48
36
86
6
14
22
52
20
48
18
95
1
1
42
100
0
0
42
5
73
83
62
1
44
17
38
6
86
100
74
0
31
0
26
5
56
100
82
0
12
0
13
6
117
100
100
0
0
0
0
6
117
330
68
158
32
329
67
159
33
226
80
55
41
477
98
11
2
488
469
200
Sospetto
diagnostico
Branca
0 Altre prestazioni
8 Cardiologia
9 Chir. generale
19 Endocrinolog.
32 Neurologia
34 Oculistica
36 Ortopedia e
Traumatologia
37 Ostetricia e
ginecologia
38 ORL
43 Urologia
52 Dermosifilopat.
56 Medicina
Fisica Riabilitat.
58 Gastroenterol.
61 Med.Nucleare
64 Oncologia
68 Pneumologia
69 Radiol. diagn.
70 Radioterapia
82 Anestesia
Tot. prestazioni
verificate
Tot. impegnative
verificate
Tabella 4 - Controlli esterni effettuati
Azienda ULSS 18 – Anno 2011
Sospetto diagnostico
Classe
+
di priorità
classe di priorità
presente
assente
presente
assente
N°
%
N°
%
N°
%
N°
%
Totale
prestazioni
verificate
Concordanza
prescritto/erogato
presente
N°
%
assente
N°
%
presente
N°
%
assente
N°
%
51
9
3
9
42
59
47
100
39
55
36
10
0
14
35
41
53
0
61
45
62
17
3
13
45
75
89
100
57
58
21
2
0
10
32
25
11
0
43
42
38
9
3
7
19
76
64
100
100
41
12
5
0
0
27
14
7
0
0
40
85
17
3
21
51
97
89
100
91
66
3
2
0
2
26
3
11
0
9
34
88
19
3
23
77
12
55
10
45
14
64
8
36
9
64
5
7
18
82
4
18
17
9
45
11
55
14
74
5
26
8
62
5
8
16
80
4
20
16
11
6
4
41
40
31
16
9
9
59
60
69
25
14
8
93
74
62
2
5
5
7
26
38
11
6
3
100
86
43
0
1
4
0
1
9
26
13
6
96
87
46
1
2
7
4
13
54
27
11
13
345
88
48
12
339
76
105
24
248
97
7
7
314
80
79
20
380
96
64
53
36
116
78
33
22
85
86
14
14
145
97
4
3
6
149
597
70
251
30
670
75
228
25
446
85
80
49
715
84
134 16
829
703
201
3.5 L’assistenza domiciliare
La SOC Assistenza Primaria dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo, istituita in
applicazione dell’Atto Aziendale con Decreto del Direttore Generale n° 579 del
28/09/2004 è la struttura organizzativa complessa preposta a garantire la
continuità assistenziale dall’Ospedale al Territorio, le cure domiciliari e l’accesso ai
Servizi Semiresidenziali e Residenziali territoriali in modo da consentire una
risposta coordinata e continuativa ai bisogni socio-sanitari della popolazione.
La continuità assistenziale si realizza attraverso la definizione e l’attivazione di
percorsi integrati multidisciplinari e multiprofessionali finalizzati a garantire ai
pazienti “fragili” adeguati livelli di trattamento domiciliare, semiresidenziale e
residenziale.
La SOC Assistenza Primaria si occupa di:
8. Valutazione UVMD per l’ammissione ai trattamenti di residenzialità
relativamente all’area anziani.
9. Valutazione UVMD per l’ammissione ai trattamenti di domiciliarità, ove
siano presenti i presupposti per la stessa a seguito richiesta di valutazione
UVMD e consenso informato al trattamento dei dati personali, presentata
secondo i termini di legge.
10. Attività medico specialistica geriatrica, fisiatrica, ortopedica e dietologiconutrizionale presso RSA intraospedaliera di Trecenta.
− Coordinamento delle seguenti Strutture Residenziali extraospedaliere per
pazienti non autosufficienti ultrasessantacinquenni:
• Residenza Protetta “Casa del Sorriso” di Badia Polesine
• Residenza Protetta “San Salvatore” di Ficarolo
• Residenza Protetta “La Residence” di Ficarolo
• Residenza Protetta “Casa Sacra Famiglia” di Fratta Polesine
• Casa Albergo per Anziani di Lendinara
• Centro Servizi Sociali “Villa C. Resemini” di Stienta
• Residenza Protetta “Casa S. Antonio” di Trecenta
• R.S.A. “San Martino” di Castelmassa.
• Residenza Protetta IRAS San Bortolo di Rovigo
• Residenza Protetta IRAS “Casa Serena” di Rovigo
• Residenza Protetta “San Gaetano” di Crespino
Assistenza Domiciliare
L’Assistenza Domiciliare è una forma di assistenza rivolta a soddisfare i bisogni
socio-assistenziali e sanitari dei pazienti “fragili”. I pazienti fragili sono affetti da
patologie cronico-degenerative che li rendono parzialmente o totalmente,
temporaneamente o permanentemente non autosufficienti con necessità di
assistenza continuativa.
202
L’Assistenza Domiciliare Integrata costituisce la forma di maggiore integrazione
sanitaria e sociale ed è rivolta ai pazienti multiproblematici con l’obiettivo di
consentire alla famiglia di mantenere il proprio congiunto malato a domicilio
erogando prestazioni integrate di alta qualità assistenziale evitando o riducendo il
ricorso ai ricoveri ospedalieri.
L’erogazione delle prestazioni di maggiore rilievo assistenziale è preceduta da una
valutazione multidimensionale (U.V.M.D.), sanitaria e sociale, dei bisogni del
paziente non autosufficiente che costituisce la “porta di ingresso” per l’accesso
alla rete dei servizi territoriali integrati domiciliari, residenziali e semiresidenziali.
Nell’ambito dell’Assistenza domiciliare, la D.G.R.V. n.1.722/2004 individua undici
tipologie assistenziali:
• Assistenza domiciliare socio-assistenziale;
• Assistenza domiciliare riabilitativa sanitaria (profilo ADI-A);
• Assistenza domiciliare riabilitativa integrata con intervento socio-assistenziale;
• Assistenza domiciliare infermieristica sanitaria (profilo ADI-B);
• Assistenza domiciliare infermieristica integrata con intervento socioassistenziale (profilo ADI-BS);
• Assistenza domiciliare programmata sanitaria (profilo ADI-C);
• Assistenza domiciliare programmata sanitaria integrata con intervento socioassistenziale;
• Assistenza domiciliare integrata sanitaria (profilo ADI-D);
• Assistenza domiciliare integrata con intervento socio-assistenziale (profilo
ADI-DS);
• Assistenza ospedaliera a domicilio sanitaria (profilo ADI-HR altrimenti definita
ADI-E);
• Assistenza ospedaliera a domicilio sanitaria con intervento socioassistenziale.
Nell’ambito dell’Assistenza Domiciliare le principali tipologie di assistenza
domiciliare sono:
•
Assistenza domiciliare riabilitativa (profilo ADI-A): complesso di prestazioni
di riabilitazione estensiva, caratterizzate da un moderato impegno terapeutico a
fronte di un elevato intervento di supporto assistenziale al paziente in
trattamento.
•
Assistenza domiciliare infermieristica (profilo ADI-B): assistenza
domiciliare rivolta ai pazienti temporaneamente o stabilmente non
autosufficienti con patologie di media gravità che necessitano di prestazioni
infermieristiche occasionali o periodiche ma che non richiedono un controllo
assiduo del Medico di Medicina Generale.
•
Assistenza domiciliare programmata (profilo ADI-C): assistenza prestata al
domicilio dell’assistito non deambulante dal Medico di Medicina Generale o dal
Pediatra di Libera Scelta secondo scadenze predefinite.
•
Assistenza domiciliare integrata (profilo ADI-D): modulo assistenziale che
attraverso l’intervento di più figure professionali sanitarie e sociali realizza al
203
domicilio del paziente, di qualsiasi età, un progetto assistenziale unitario limitato
o continuativo nel tempo. In questo profilo assistenziale rientrano: l’Assistenza
riabilitativa pneumologica domiciliare e l’Assistenza nutrizionale
domiciliare (ADI-NAD).
Nei Grafici 1, 2, 3 e 4 si evidenzia la variazione temporale del numero dei pazienti
inseriti nelle varie tipologie di assistenza domiciliare nel periodo 1999 – 2011; per
una corretta interpretazione dei dati esposti nei grafici si precisa che nel territorio
dell'Azienda ULSS 18 di Rovigo insistono due forme associative complesse di
Medicina Generale denominate U.T.A.P. (Unità Territoriale di Assistenza Primaria)
autonome sia dal punto gestionale che delle risorse umane.
Grafico 1- Frequenza assoluta ADI-A
Periodo 1999-2011
200
167
150
160
145
140
145
118
100
115
93
67
50
75
57
47
0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Grafico 2 - Frequenza assoluta ADI-B
Periodo 1999-2011
3400
3200
3000
2800
2600
2400
2200
2000
1800
1600
1400
1200
1000
3246
2908
2574
2472
2443
2100
1817
1430
1474
1484
1271
1257
1398
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
204
Grafico 3 - Frequenza assoluta ADI-C
Periodo 1999-2011
3400
3223
3099
3200
2905
3000
3129
2852
2959
2800
2600
2400
2507
3293 3221
3141
2600
2584
2200
2000
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Grafico 4 - Frequenza assoluta ADI-D
Periodo 1999-2011
1000
890
900
800
758
700
752
623
600
500
400
541
579
451
424
437
444
439
420
300
200
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
L’analisi della distribuzione del numero dei pazienti inseriti nelle principali tipologie
di assistenza domiciliare nell'anno 2011 evidenzia, rispetto all'anno precedente,
una lieve riduzione del numero dei pazienti in carico all'Assistenza Domiciliare
Infermieristica (ADI-B) e Programmata (ADI-C) da correlare al miglioramento
dell'appropriatezza conseguente all'attività di selezione delle richieste di intervento
assistenziale inviate alla SOC Assistenza Primaria.
Si registra, inoltre, una modesta riduzione del numero dei pazienti in Assistenza
Domiciliare Integrata (ADI-D) conseguente all'attivazione del Nucleo Aziendale di
Cure Palliative, in ottemperanza alla normativa nazionale e regionale, con DDG n°
708 del 28.9.2010 “Costituzione del Nucleo di Cure Palliative della ULSS 18 e
approvazione regolamento”. L'equipe medico infermieristica del Nucleo Aziendale
di Cure Palliative è responsabile della gestione dei Progetti di Assistenza
Domiciliare Oncologica (AD-O) e della selezione dei pazienti oncologici da inserire
presso l'Hospice “Casa del vento rosa” di Lendinara, attività che, precedentemente
205
alla Delibera sopracitata, erano di esclusiva competenza della SOC Assistenza
Primaria.
Accessi domiciliari
Le prestazioni socioassistenziali e sanitarie sono effettuate al domicilio degli
assistiti dagli operatori preposti (Medico di Medicina Generale, Pediatra di Libera
Scelta, Medico Specialista, Infermiere, Fisioterapista e Operatori Socioassistenziali) nel corso di accessi concordati con il familiare di riferimento
(caregiver).
La variazione temporale del numero degli accessi effettuati dalle singole figure
professionali nel periodo 2006-2011 è rappresentata nella Tabella 1 e nella
corrispondente elaborazione grafica:
Tabella 1 - Accessi domiciliari degli operatori sanitari e socio-assistenziali
Periodo 2006 - 2011
Anno
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Medico
52.953
52.313
50.236
55.390
56.346
55.169
Infermiere
44.228
41.959
40.727
43.270
44.080
46.120
Fisioterapista
415
492
655
542
264
217
O.T.A.
252
739
279
179
170
10
Totale
97.848
95.503
91.897
99.381
100.860
101.516
Accessi domiciliari. Periodo 2006 - 2011
120000
100000
80000
Medico
Infermiere
60000
Fisioterapista
O.T.A.
40000
Totale
20000
0
Anno 2006
Anno 2007
Anno 2008
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
l dato di maggior rilievo è rappresentato dal sensibile incremento del numero degli
accessi domiciliari effettuati dagli Infermieri del Servizio Assistenza Domiciliare nel
corso dell’anno 2011 rispetto all'anno precedente (+4,6%), dato indicativo della
sempre maggiore complessità dei quadri clinici in relazione al progressivo
invecchiamento della popolazione.
206
La valutazione multidimensionale (UVMD) e i Progetti Assistenziali
Nel corso dell’anno 2011 attraverso lo strumento della valutazione
multidimensionale (UVMD) sono stati attivati complessivamente 1.547 Progetti
Assistenziali a favore dei pazienti fragili non autosufficienti residenti nel territorio
dell’Azienda ULSS 18 Rovigo (Tabella 2).
Tabella 2 - Progetti Assistenziali per tipologia e sede territoriale
Anno 2011
Progetto
Sede
Sede
Totale
Assistenziale
Rovigo
Trecenta
Assistenza Domiciliare Integrata
256
164
420
Residenza Protetta
431
449
880
HRSA
71
126
197
DPSA
0
50
50
Totale
758
789
1.547
I Progetti Assistenziali comprendono le varie forme di assistenza domiciliare,
ospedaliera (HRSA e DPSA) e residenziale territoriale. L'acronimo “DPSA”
(Dimissione Protetta Socio-Assistenziale) individua una tipologia di continuità
assistenziale caratterizzata dal ricovero di un paziente fragile in una Unità
Operativa di Lungodegenza per il tempo strettamente necessario alla elaborazione
di un progetto socio-assistenziale di rientro protetto al domicilio.
Il Progetto Assistenziale “Residenza Protetta” comprende anche Nucleo SAPA
(nucleo residenziale protetto per pazienti affetti da Morbo di Alzheimer) e Nucleo
SVP (nucleo residenziale per pazienti in Stato Vegetativo Permanente).
A partire da gennaio 2011 i Progetti Assistenziali di inserimento in Hospice,
precedentemente di competenza della SOC Assistenza Primaria, sono a gestione
esclusiva del Nucleo Aziendale di Cure palliative.
L'analisi del periodo 2009-2011 (Tabella 3) evidenzia una progressiva riduzione
dei Progetti Assistenziali a favore dei pazienti “fragili” non autosufficienti residenti
nel territorio dell'Azienda ULSS 18 Rovigo nel triennio 2009-2011.
Tabella 3 - Progetti Assistenziali per Distretto di residenza dell'assistito
Periodo 2009-2011
Anno
Rovigo
Trecenta
Totale
%
2009
910
973
1.883
2010
808
871
1.679
-12,1%
2011
758
789
1.547
-7,9%
Questa diminuzione può essere ricondotta alla combinazione di due fattori
principali:
1) una maggiore conoscenza da parte degli operatori ospedalieri e territoriali
coinvolti dei percorsi per l’ammissione protetta del paziente fragile al sistema delle
cure e dei servizi territoriali.
In altri termini il lavoro di selezione e di analisi della domanda di valutazione
effettuato dai vari componenti dell'equipe della SOC Assistenza Primaria (Medico,
207
Coordinatrice Infermieristica, Infermiere domiciliare, Assistente Sociale), in
collaborazione con Medico Specialista e la Coordinatrice Infermieristica degli
Ospedali e le Assistenti Sociali dei Comuni hanno permesso un recupero di
appropriatezza evitando la convocazione di UVMD inappropriate e riducendo la
percentuale di Progetti Assistenziali inadeguati o insufficienti a gestire la
complessità sanitaria e socio-assistenziale dei pazienti “fragili”.
In questo modo si sono evitate anche le riconvocazioni di UVMD correlate a
Progetti Assistenziali di presa in carico inadeguati o insufficienti.
Per recuperare l'appropriatezza dei Progetti Assistenziali le Coordinatrici
Infermieristiche della SOC Assistenza Primaria hanno effettuato un paziente lavoro
di approfondimento delle problematiche sanitarie e socio-assistenziali (in
collaborazione con le Assistenti Sociali della SOC) del paziente con la visita diretta
al letto del malato presenti gli altri operatori ospedalieri.
Successivamente queste informazioni hanno permesso al Medico ed all'Assistente
Sociale di Assistenza Primaria di operare un raccordo multiprofessionale con gli
Operatori Sociali dei Comuni, i familiari dell'assistito ed i Medici di Medicina
Generale per definire il Progetto Assistenziale Personalizzato che meglio si
adatta al singolo caso trattato.
Di fondamentale importanza, infine, nel processo di selezione ed indirizzo delle
segnalazioni di dimissione ospedaliera e delle domande di valutazione
multidimensionale risulta il lavoro che con cadenza almeno giornaliera svolge
l'equipe della SOC Assistenza Primaria costituita da Medico, Coordinatrice
Infermieristica, Infermieri domiciliari ed Assistente Sociale.
2) l'attivazione del Nucleo Aziendale di Cure Palliative, con DDG n°708 del
28.9.2010 “Costituzione del Nucleo di Cure Palliative dell’ULSS 18 e approvazione
regolamento”. L'equipe medico-infermieristica del Nucleo Aziendale di Cure
Palliative è responsabile della gestione dei Progetti di Assistenza Domiciliare
Oncologica (ADO) e della selezione dei pazienti oncologici da inserire presso
l'Hospice “Casa del vento rosa”di Lendinara, attività che, precedentemente alla
Delibera sopracitata, erano di esclusiva competenza della SOC Assistenza
Primaria.
L’Assistenza Socio-sanitaria ad elevato impegno sanitario
Residenza Sanitaria Assistenziale Intraospedaliera (H-RSA) presso
l’Ospedale di Trecenta
La Residenza Sanitaria Assistenziale Intraospedaliera (H-RSA) è una struttura
dotata di 10 posti letto integrata nella realtà assistenziale territoriale dell’Azienda
ULSS 18 di Rovigo finalizzata prevalentemente al reinserimento del paziente
fragile nel contesto familiare o nei posti di residenzialità in regime di convenzione,
definita come “Unità di offerta per persone anziane non autosufficienti con maggior
bisogno assistenziale”, ai sensi della L.R.22/2002 e successive integrazioni.
E' una struttura “intermedia” appartenente all'area territoriale, di carattere sociosanitario, in rapporto, da un lato con l'Assistenza Domiciliare Integrata e con le
208
Strutture Residenziali extraospedaliere del territorio, dall'altro con i Reparti e
Servizi Ospedalieri operanti nell’Azienda ULSS 18.
Il ricovero è totalmente gratuito per l’assistito con una degenza che non dovrà
superare i 20 giorni.
Le caratteristiche dei pazienti accolti in H-RSA possono essere sintetizzate dal
termine “paziente fragile”. La fragilità dell’anziano è una sindrome biologica
caratterizzata da riduzione delle riserve e della resistenza agli stress e determinata
dal declino progressivo di più sistemi fisiologici. La fragilità si caratterizza per
l’instabilità clinica e per la vulnerabilità con tendenza al peggioramento delle
condizione di salute che spesso esitano in ricoveri ospedalieri.
La condizione di fragilità assistenziale viene riferita a quelle persone che, concluso
l’iter diagnostico e terapeutico ospedaliero, presentano rischio di compromissione
dell’autosufficienza, ovvero condizioni di dipendenza assistenziale in quanto affette
da patologie croniche e/o in condizioni di disabilità temporanea o permanente e
prospettano la necessità di proseguire il percorso di salute sia per l’aspetto
terapeutico riabilitativo sia per l’aspetto socio-assistenziale a livello territoriale.
Determinanti sono gli aspetti sociali nell’ammissione protetta di persone in
condizione di fragilità assistenziale al sistema delle cure e dei servizi territoriali che
assumono un peso sempre più rilevante, tanto da condizionare in modo importante
l’efficacia stessa delle cure sanitarie domiciliari.
L’attività è iniziata in data 9 Agosto 2007.
I dati di attività più significativi relativi all’H-RSA sono riportati nelle Tabelle 4, 5, 6 e
7.
Tabella 4 - Dati di attività dell’H-R.S.A.
Anni 2008-2011
Anno
Degenti per anno
2008
172
2009
171
2010
176
2011
166
Tabella 5 - Degenti H-RSA suddivisi per sesso e sede di provenienza
Anno 2011
I
II
III
Totale
Quadrimestre
Quadrimestre
Quadrimestre
N. degenti
166
51
63
52
Maschi
18
12
12
42
Femmine
33
51
40
124
O.C. Trecenta
16
24
25
65
O.C. Rovigo
27
29
22
78
Domicilio
7
4
3
14
Altro
1
6
2
9
209
Tabella 6 - Degenti H-RSA suddivisi per Reparto Ospedaliero di dimissione
Anno 2011
Presidio Ospedaliero di Trecenta
I
II
III
Unità Operativa
Totale
Quadrimestre
Quadrimestre
Quadrimestre
Medicina
7
8
10
25
Lungodegenza
6
11
11
28
Chirurgia
3
1
4
MFR
1
1
1
3
SPDC
2
1
2
5
Ortopedia
----Totale
65
16
24
25
Presidio Ospedaliero di Rovigo
I
II
III
Unità Operativa
Totale
Quadrimestre
Quadrimestre
Quadrimestre
Ortopedia
14
24
15
53
Medicina
1
1
LDG e Geriatria
6
3
6
15
Neurologia
1
1
2
Neurochirurgia
2
2
Dermatologia
1
1
Malattie Infettive
1
1
2
Nefrologia
1
1
Chirur.Vascolare
1
1
Totale
27
29
22
78
Tipologia
Domicilio
Struttura Protetta
Reparto O.C.
Casa di Cura,
Hospice
Exitus
Totale
Tabella 7 - Tipologia di dimissione da H-RSA
Anno 2011
I
II
III
Quadrimestre Quadrimestre Quadrimestre
27
30
21
8
21
16
11
8
13
Totale
%
78
45
32
47,0%
27,1%
19,3%
3
4
1
8
4,8%
2
51
63
1
52
3
166
1,8%
100,0%
Indicatori di attività HRSA nel periodo 2010-2011
Gli indicatori sanitari sono espressioni quantitative (tassi, percentuali) che
forniscono una rappresentazione sintetica di una attività assistenziale.
Gli indicatori che descrivono in modo quantitativo e qualitativo l'attività
assistenziale di una Struttura Sanitaria sono suddivisi in tre categorie:
− Indicatori di struttura ed utilizzo;
− Indicatori di processo;
− Indicatori di esito.
210
Gli Indicatori di struttura ed utilizzo si occupano di aspetti quantitativi evidenziando
le risorse a disposizione e la loro utilizzazione, ma indirettamente forniscono anche
una immagine qualitativa dell'assistenza erogata; i più utilizzati sono la Degenza
Media e l'Indice di Occupazione Media.
La Degenza Media è il tempo mediamente impiegato per portare a termine un
processo diagnostico-terapeutico oppure per elaborare un Progetto Assistenziale;
si ottiene dividendo le giornate di degenza totali (GD) per il numero dei ricoverati
(R): DM = GD/R.
L'Indice di Occupazione Media (OM) dei posti letto indica la percentuale di giornate
di degenza effettivamente utilizzate rispetto alle giornate di degenza teoricamente
disponibili e si ottiene dividendo le giornate di degenza effettive (GD) per le
giornate di degenza teoriche (GD max): OM = GD/GD max * 100
Il dato di maggior rilievo (Tabella 8) é rappresentato dalla riduzione di 2 giornate
della degenza media nel 2011 rispetto all'anno precedente interpretabile come
miglioramento della capacità della équipe della SOC Assistenza Primaria di
elaborare Progetti Assistenziali di Dimissione Protetta dalla H-RSA al domicilio o
nelle Strutture Protette del territorio.
La riduzione della durata media della degenza implica una riduzione complessiva
delle risorse utilizzate per il trattamento dei pazienti degenti in termini di costi
variabili per la terapia e la diagnostica e di costi fissi (costi della Struttura e del
personale di assistenza) e, contemporaneamente, evidenzia un miglioramento
della performance dell'equipé nella “costruzione” di Progetti Assistenziali per
l’ammissione protetta del paziente fragile al sistema delle cure e dei servizi
territoriali.
Anno
2010
2011
Tabella 8 - Indicatori di attività H-RSA
Anni 2010 - 2011
Indice di Occupazione Media
Degenza Media
90,0%
18,7 giorni
80,0%
16,6 giorni
211
3.6 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a minori, donne, coppie e
famiglie
Le attività sviluppate durante l’anno 2011 dal Consultorio Familiare, Tutela
Minori ed Adolescenza hanno inteso “sostenere la genitorialità” nelle sue diverse
forme (biologica, affidataria, adottiva ed anche nel contesto della conflittualità
genitoriale e della conflittualità transgenerazionale soprattutto nelle famiglie
immigrate) e “sostenere la famiglia” nei suoi compiti di accudimento ed educativi
attraverso specifici servizi.
Per attivare le azioni si sono utilizzati oltre ai contributi annuali regionali anche i
finanziamenti regionali stanziati per progetti specifici (Tabella 1).
Tabella 1 - Progetti Regionali attuati
Anno 2011
DGRV
Titolo
Scadenza
Progetti
3197/10 Prosecuzione del
- Corsi di ed. socioaffettiva nelle scuole
progetto
“Educazione alla
- Consulenza psicologica agli adolescenti, ai
31/01/2012
sessualità ed alla
genitori ed agli insegnanti su temi relativi
affettività nei CCFF
alla sessualità ed alla affettività
delle ULSS
3914//08 Piano di
riorganizzazione dei
Neogenitorialità
30/09/2010
Adolescenza
CCFF per
prorogato
Sostegno alla relazionalità nella coppia
potenziare interventi
31/03/2011
sociali a favore delle
Formazione del personale e monitoraggio
famiglie
3565/10
Affido
PIAF
Tutori volontari
(Piano Infanzia
Mediazione familiare
15/01/2012
Adolescenza,
Consolidamento reti di sostegno familiare
Famiglia)
Progetto Gruppi Genitori nel 1° anno di vita
e Massaggio al neonato
3565/10
Gruppi Auto Mutuo Aiuto
Sostenere l’attesa (dell’abbinamento con il
PIAF
15/01/2012 bambino)
Area ADOZIONE
Sportello psicologico di consulenza per
l’adozione
4317/09
Mediazione culturale
Progetto di
Formazione sanitaria, sociale, scolastica sul
prevenzione e
30/06/2011
tema della violenza nelle donne e delle
contrasto alle MGF
Mutilazioni Genitali Femminili
Molti dei progetti realizzati hanno visto l’impegno del territorio e la condivisione di
diverse Agenzie sia pubbliche che del Terzo Settore e del Volontariato che hanno
agito in sinergia e che hanno potuto fornire servizi e risposte alle richieste delle
212
persone e delle famiglie in un momento storico di grande difficoltà economica delle
famiglie, ma anche dei Comuni e delle altre Istituzioni pubbliche.
Ciascuno, grazie anche ai protocolli stilati, ha messo a disposizione, per quello che
è stato possibile, le proprie risorse sia professionali che logistiche che economiche.
Si riportano di seguito le aree di intervento e i servizi erogati, con alcune
caratteristiche specifiche:
1. Prima Infanzia
Posti
autorizzati
40
Asilo Nido Aziendale “La Nuvola Blu
Giorni di
Giornate di
Gestione
presenza
apertura
dei bambini
nell’anno
Mista:
Responsabile ULSS 18
6.125
252
Gestione quotidiana: Cooperativa
sociale “Il raggio Verde”
2. Comunità Familiare
Posti
autorizzati
6
Comunità Familiare “Il Germoglio”
(residenziale – conclusa l’esperienza in ottobre 2011)
Giorni di
Giorni di
Minori
Gestione
presenza
apertura
in carico
dei minori
nell’anno
Mista:
Responsabile ULSS 18
5
761
252
Gestione quotidiana:
famiglia volontaria
3. Consultorio familiare
Consultorio familiare
Sedi di erogazione prestazioni
Principali: Rovigo, Polesella, Castelmassa, Badia Polesine
Altri punti di accesso: Ceregnano, Occhiobello, Lendinara, Arquà
Polesine
Utenti in carico
5.867
4. Servizio Sociale professionale
Segreteria consultoriale
Sedi
Distretto socio-sanitario di Rovigo
Distretto socio-sanitario di Badia Pol.
Attività
Fornisce informazioni all’utenza circa il
servizio offerto, le modalità per accedervi, i
professionisti che vi operano e raccoglie la
domanda di assistenza da parte delle persone
213
5. Servizio Tutela Minori
Si tratta di un Servizio che assorbe buona parte dell’orario di lavoro degli operatori
impegnati in più attività. Si è notato un aumento di richieste su casistica relativa a
situazioni di violenza intrafamiliare all’interno della coppia di adulti a cui assistono i
figli presenti o nei confronti delle figlie adolescenti (soprattutto in famiglie straniere).
Sedi
Rovigo
Polesella
Castelmassa
Badia Polesine
Servizio Tutela Minori
Gestione
Utenti in carico
Azienda ULSS 18
su delega dei 41 Comuni
508
Nella Tabella 2 sono riportate le prestazioni effettuate dal Consultorio Familiare
nell’area della “famiglia multiproblematica, nel biennio 2010-2011
Tabella 2 - Prestazioni consultoriali erogate nell’area “famiglia multiproblematica”
Anno 2010-2011
Prestazioni
2010
2011
Collaborazioni con il Tribunale dei Minori: Relazioni
125
129
inviate
Sostegno Sociale, educativo, psicologico: Prestazioni
5.083
4.591
4
Affiancamento alla famiglia di origine: Utenti minori
Collaborazione con Centro Regionale Antiabuso
“I Girasoli” di Padova: Casi di maltrattamento
gravissimo
Definizione progetti di tutela: UVDM
7
(Comunità
familiare
“Il Germoglio”
4
7
65
68
Nella Tabella 3 sono illustrate le prestazioni effettuate dal Consultorio Familiare
nell’area “problematiche minorili” e “difficoltà relazionali della famiglia” nell’anno
2011.
Tabella 3 - Prestazioni consultoriali erogate nelle aree
“problematiche minorili” e “difficoltà relazionali della famiglia”
Anno 2011
Area
Psicologiche
Sociali
Educative
Problematiche minorili
1.177
2.614
387
Difficoltà relazionali della
200
83
50
famiglia
Totale
4.196
336
214
6. Tutela Minori Affido e Tutela Minori Strutture:
Si tratta della gestione amministrativa del “Fondo di solidarietà” istituito con un
accordo di programma tra tutti i Comuni della Conferenza dei Sindaci e l’Azienda
ULSS 18 per il pagamento dei contributi alle famiglie affidatarie e delle rette per
l’inserimento in strutture di accoglienza dei minori.
Sedi
Rovigo
Tutela Minori Affido e Tutela Minori Strutture
Prestazioni anno 2011
Sono stati dati contributi alle famiglie affidatarie per 38 minori accolti
e pagate le rette in strutture per 28 minori
7. Servizio per l’affido di minori: Centro per l’affido e l’accoglienza famigliare
Il Centro attua sia interventi di sensibilizzazione e di informazione e formazione per
il reperimento di famiglie disponibili all’affido, che interventi clinici di abbinamento
minore/famiglia affidataria.
Il Centro, collocato organizzativamente dentro il Consultorio Familiare dell’Azienda
ULSS 18, opera nell’ambito di tutto il territorio aziendale in stretta collaborazione
con le equipes della Tutela Minori, anch’esse facenti parte del Consultorio
Familiare, e con le Associazioni di Volontariato. Il Centro si è occupato di curare i
rapporti, il sostegno tecnico e la supervisione della famiglia che ha gestito fino a
ottobre 2011, la Comunità Familiare di Cambio di Villadose (RO) che ha ospitato
fino a 5 minori.
Prestazioni anno 2011
- sono stati in carico al Centro 63 minori in affido familiare grazie alla collaborazione di 22
famiglie del territorio impegnate, durante l’anno, anche in più accoglienze successive o
contemporanee (soprattutto nei casi di fratria). Tutt’ora si può contare su altre 6 famiglie già
valutate positivamente e formate in attesa di abbinamento oltre a 3 nuove famiglie in
corso di conoscenza/valutazione
- lo Psicologo e l’Educatore hanno partecipato a 16 UVDM e collaborato alla stesura dei
Progetti Quadro dei minori in affido
- sono stati effettuati circa 736 colloqui con famiglie affidatarie e minori. Il sostegno alle
famiglie è stato costante e nessuno degli affidi messi in atto si è concluso per
insoddisfazione delle parti
Nella Tabella 4 sono riportate le prestazioni effettuate dal Consultorio Familiare
nell’area “disponibilità all’affido e affidi eterofamiliari” nell’anno 2011.
Tabella 4 - Prestazioni consultoriali erogate
nell’area “disponibilità all’affido e affidi eterofamiliari” - Anno 2011
Area
Psicologiche
Sociali
Educative
Totale
Disponibilità all’affido e affidi
400
125
1.143
1.668
eterofamiliari
215
8. Servizio per l’adozione nazionale ed internazionale di minori
Prestazioni - Anno 2011
- sono stati effettuati 20 studi di coppia di aspiranti adottivi e seguiti 19 affidi preadottivi
- sono stati realizzati 3 progetti
I progetti sono stati i seguenti:
a) “Sostenere l’attesa” che è consistito nell’offerta attiva, alla popolazione ma in
particolare a tutte le coppie che, avendo completato l’iter adottivo relativamente
alla valutazione erano in attesa di un abbinamento con un bambino in stato di
adottabilità e che risiedono nella provincia di Rovigo che comprende il territorio
dell’ULSS 18 di Rovigo e dell’ULSS 19 di Adria, di incontri su tematiche relative
la genitorialità. Lo scopo di questa attività è stato quello di offrire uno spazio di
riflessione condivisa e mantenere un collegamento con i coniugi che hanno
avviato il percorso adottivo e che sono nella faticosa fase dell’attesa, ma anche
offrire uno spazio di riflessione alle coppie che hanno già adottato. Si sono
realizzati due incontri a tema con esperti del settore concordati con l’Ente
Autorizzato “SOS Bambino” di Vicenza che ha collaborato nella realizzazione
del progetto. Gli incontri, tenuti da una Psicologa psicoterapeuta esperta nel
campo delle adozioni, si sono effettuati uno ad Adria sul tema: “Adozione e
relazioni orizzontali: mille tipi di legami, come affrontarli”, ed uno a Rovigo sul
tema “Bimbi adottivi: storia passata e futuro”. Agli incontri hanno partecipato
circa 50 coppie, sia dell’ULSS 18 che dell’ULSS 19.
b) “Gruppi AMA per genitori adottivi:” si è trattato di incontri mensili di circa un’ora e
mezza, realizzati nelle sedi consultoriali e nelle ore preserali, per 5 Gruppi di
genitori adottivi che hanno figli nelle diverse fasce d’età(3 per l’ULSS 18 e 2 per
l’ULSS 19). Ogni Gruppo era coadiuvato da un facilitatore (Psicologo dell’Ente
Autorizzato “SOS Bambino”) per dibattere i temi/problematiche proposte dai
genitori stessi e da un operatore referente del Servizio di Consultorio Familiare,
che aveva il compito di invitare le famiglie, organizzare i gruppi e di fare da
ponte tra il Gruppo, il Servizio di Consultorio Familiare e l’equipe adozioni. Il
lavoro dei Gruppi veniva monitorato e supervisionato dall’equipe adozioni ed
alle famiglie o ai singoli che esprimevano particolari necessità veniva proposto
un percorso di sostegno psicologico od educativo o di mediazione. In tutto sono
stati svolti 33 incontri di gruppo a cui hanno partecipato 57 famiglie.
c) “Sportello psicologico per l’adozione”, realizzato nella sede consultoriale di
Rovigo, aveva la caratteristica dell’offerta attiva ai singoli, soprattutto
adolescenti, o alle famiglie adottive, che presentavano problematiche non
affrontabili nei Gruppi AMA e che risiedevano nel territorio dell’ULSS 18 di
Rovigo. E’ stato utile per sostenere psicologicamente ed emotivamente le
persone che in qualche modo hanno contatto con il tema dell’adozione.
Nella Tabella 5 sono riportate le prestazioni/attività relative agli studi di coppia
effettuate nell’anno 2011, mentre nella Tabella 6 le prestazioni effettuate dal
Consultorio Familiare nell’area “adozione e affidi preadottivi”.
216
Nuove
richieste
e richieste
dal 2010
Richieste
di
rinnovo
14+15
0
Tabella 5 - Studi di coppia per l’adozione
Anno 2011
Studi
di
Totale
Richieste coppia Richieste
richieste
Preaffidi
evase
in
in lista
da
adottivi
(relazioni)
corso
d’attesa
evadere
al
31/12
29
20
5
11
18
Famiglie
seguite nel
post-adozione
fase
adolescenziale
10
Tabella 6 - Prestazioni consultoriali erogate nell’area “adozione e affidi preadottivi”
Anno 2011
Area
Psicologiche
Sociali
Totale
“Adozione e affidi preadottivi”
531
298
829
9. Servizio di Mediazione Familiare
Il servizio, che ha sede a Rovigo, vede la presenza di una Assistente Sociale
formata Mediatrice Familiare, che nell’anno 2011 ha svolto l’attività per 2 ore
settimanali presso il Consultorio Familiare, con coppie inviate dal Servizio di
Consultorio Familiare, dal Servizio Sociale dei Comuni, dagli Avvocati o giunte
spontaneamente al Servizio conosciuto via Internet o Carta del Servizio del
Consultorio Familiare.
Le coppie trattate sono state 38 con prestazioni relative alla stesura di accordi,
consulenza, pre-mediazione e consulenza pedagogica. Le numerose richieste
pervenute al Servizio depongono per la necessità di ampliare questo spazio di
attività anche per soddisfare le richieste provenienti dal Tribunale, sia Ordinario
che Minorile.
10. Servizio per il conflitto e la separazione coniugale
Il servizio viene espletato nell’ambito delle diverse sedi consultoriali e vede
impegnati Assistenti Sociali e Psicologi ma anche un Consulente Legale.
Nel 2011 si sono avuti in carico 285 utenti (tra adulti e minori) su mandato del
Tribunale per i Minorenni di Venezia (per i figli nati da genitori non coniugati) e del
tribunale Ordinario di Rovigo (nei casi di genitori coniugati).
11. Servizio di “Spazio Neutro”
Il servizio, presente nelle sedi di Rovigo e di Badia Polesine, viene effettuato da
due Educatrici appositamente formate che hanno avuto in carico, nel 2011, 84
utenti.
Si tratta di un servizio che impegna molte energie e molte ore di lavoro in quanto
sempre di più le coppie in separazione gestiscono un conflitto altissimo che
coinvolge e condiziona la possibilità dei figli di godere della presenza di entrambi i
genitori pertanto i Tribunali sempre di più decretano il ricorso all’uso dello “Spazio
Neutro” e della presenza dell’Educatore.
217
La Tabella 7 riporta le attività erogate in caso di conflittualità di coppia e familiare
negli anni 2010-2011.
Tabella 7 - Attività erogate per la conflittualità di coppia e familiare
Anni 2010-2011
Prestazioni
2010
2011
Sostegno psicologico e sociale alla coppia:
1.159
739
prestazioni psico-socio-educative
Mediazione familiare: coppie con figli
38
20
Consulenza legale: coppie
51
38
Relazioni/Pareri al Tribunale Ordinario
34
40
Spazio Neutro: interventi
112
575
12. Consultorio Giovani
Per la realizzazione dell’attività si sono impegnati, durante l’anno 2011, 1
Psicologo (finanziamento regionale), 1 Educatore del Consultorio Familiare (circa
14 h/settimanali) e 2 Ginecologhe del Consultorio familiare (circa 1 h/settimanale).
L’attività prevedeva due azioni distinte: Corsi di “Educazione all’affettività ed alla
sessualità” e “Spazio di consulenza psicologica” (Tabella 8)
Come si può notare dai dati i grandi assenti sono ancora una volta i genitori che
preferiscono delegare “ad esperti” la materia senza lasciarsi coinvolgere in un
progetto educativo che invece dovrebbe vederli protagonisti. Nel sito web, invece,
c’è stato un aumento del 200% di contatti rispetto all’anno precedente. L’equipe ha
collaborato non solo con le Scuole ma anche con le Cooperative Sociali che
gestiscono gli spazi ricreativi per gli adolescenti
Tabella 8 - Corsi di Educazione all’affettività ed alla sessualità:
Anno 2011
N° Ragazzi
N° Istituti
N° accessi
N° Classi/
coinvolti
N° Genitori/
N°
Scolastici/
sul sito
Gruppi
Operatori
Incontri
in attività
Gruppi
web
strutturate
16
33
642
(M 341
F 301)
6.164
15
94
(8 consulenze
on-line)
Nella Tabella 9 vengono riassunti gli interventi svolti nello “spazio di consulenza
psicologica”.
218
Tabella 9 - Interventi svolti nello “spazio di consulenza psicologica”
Anno 2011
Intervento
Indicatore
Quantità
Spazio giovani (attività di promozione
7
N° accessi
della salute e dell’agio)
Corsia preferenziale per l’ambulatorio
611
N° accessi
ginecologico dello Spazio Giovani
Consulenze psicologiche ad adolescenti N° consulenze
15
Consulenze psicologiche a genitori
5
N° consulenze
Presa in carico psicologica di
8
N° prese in carico
adolescenti
Presa in carico psicologica di genitori
4
N° prese in carico
7
N° incontri
Incontri in attività pomeridiane
34
N° partecipanti
11. Attività di sostegno alla genitorialità
Le diverse attività proposte nell’anno 2011 hanno coinvolto 690 utenti.
Attività svolte – Anno 2011
Corsi di preparazione alla nascita: nel 2011 si sono tenuti 5 corsi a cui hanno partecipato
253 gestanti e 90 padri
Baby party: all’attività hanno partecipato 97 neomamme con i loro bambini
Massaggio al neonato: l’attività è stata realizzata con l’apporto formato ed incentivato
dell’Ostetrica del Consultorio Familiare, che si occupa anche dei Corsi di preparazione alla
genitorialità, ed assieme ai Gruppi per genitori nel 1° anno di vita, al Baby Party ed alle visite
domiciliari post partum rappresentano un “pacchetto” di offerta ai neo genitori per sostenerli
nel loro nuovo ruolo. Si tratta di percorsi di 4-5 incontri della durata di un’ora ciascuno con la
mamma, il papà ed il loro bambino (da 0 a 6 mesi di vita) in gruppetti di massimo 8 coppie.
Nell’anno 2011 si sono svolti 13 percorsi per un totale di 65 incontri (5 per ogni corso) a
cui hanno partecipato 104 neonati, 104 mamme, 7 papà ed 1 fratellino
Gruppo genitori 1° anno di vita : l’attività si è realizzata con una Educatrice
adeguatamente formata ed incentivata, impegnata anche nell’ambito dei Corsi di
preparazione alla genitorialità. Si è trattato di percorsi di 4 incontri ogni due settimane di
circa 1 h e 30 m con gruppetti di genitori con figli fino al 1° anno di età. Ai gruppi hanno
partecipato con soddisfazione circa 40 coppie che hanno potuto confrontarsi tra loro e con
l’Educatore riguardo a temi legati alla quotidianità del rapporto tra genitori/figlio,
genitori/nonni ma anche all’interno della coppia “trasformata” dall’arrivo del figlio
Visite domiciliari nel post partum: sono state effettuate 12 visite domiciliari, su
chiamata, da parte dell’ostetrica e dell’educatrice consultoriale.
12. Servizio di Mediazione Culturale
Il servizio, che è stato espletato grazie alla convenzione con una Cooperativa di
Mediatori Culturali che, il lunedì regolarmente e gli altri giorni su chiamata,
svolgono il loro ruolo per le utenti dell’ambulatorio ginecologico e per i casi psicosociali. L’etnia maggiormente rappresentata in ambulatorio ginecologico è quella
cinese mentre nell’ambito psico-sociale è soprattutto africana o dei paesi dell’Est.
219
13. Ambulatorio ginecologico consultoriale
L’ambulatorio, presente in tutte le sedi consultoriali e negli altri punti di accesso
consultoriale nell’ambito territoriale ULSS 18, è gratuito per le attività di sostegno
alla gravidanza, per la maternità e paternità responsabile (contraccezioneInterruzione Volontaria di Gravidanza), per la menopausa.
Nel 2011 l’ambulatorio ginecologico ha effettuato le prestazioni riportate in Tabella
10 ed ha avuto in carico 2.521 utenti, di cui 911 di nazionalità straniera (Tabella
11).
Tabella 10 - Prestazioni consultoriali, suddivise per area
Anni 2010-2011
Area
Anno 2010
Anno 2011
Procreazione
11.651
9.988
Contraccezione
6.720
6.752
Infertilità
9
20
IVG
865
786
Totale
17.546
19.252
Tabella 11 - Distribuzione per nazionalità dell’utenza straniera
Anno 2011
Nazionalità
N° utenti
Paesi dell’Est
349
Cina Popolare
246
Marocco
222
Africa
55
Centro America
39
Totale
911
Le motivazioni principali che hanno portato le donne ad accedere all’ambulatorio
ginecologico consultoriale sono riassunte nella Tabella 12.
Tabella 12 - Motivazioni di accesso all’ambulatorio ginecologico
delle donne straniere - Anno 2011
360
Gravidanza
(di cui 12 inserite nel Corso preparto)
Contraccezione
270
Preconcezionale
23
IVG
75
Sterilità
20
Menopausa
163
Totale
911
Nella Tabella 13 sono invece riportate le sedi degli ambulatori ginecologicoconsultoriale a cui hanno avuto accesso le donne straniere.
220
Tabella 13 - Distribuzione territoriale dell’ambulatorio ginecologico
con numero delle utenti straniere – Anno 2011
Punto Sanità
N° utenti
Rovigo
322
Polesella
66
Ceregnano
78
Arquà Polesine
44
Badia Polesine
127
Lendinara
168
Castelmassa
120
S.Maria Maddalena
66
Totale
911
Nei casi in cui la donna non intenda proseguire la gravidanza viene avviata la
procedura prevista dalla L.194/78. Nella Tabella 14 vengono riportate le
prestazioni relative all’area “Interruzione Volontaria di Gravidanza” effettuate
nell’anno 2011.
Tabella 14 - Prestazioni relative all’area “IVG”
Anno 2011
Tipologia prestazioni
N° prestazioni
Visita
29
Consulenza, colloquio
570
Prescrizione e controllo esami
Rilascio certificazioni
165
Controllo post IVG
22
Totale
786
Progetto “Atto di recepimento DGRV 2416/08 - Realizzazione di protocolli e di
procedure intra ed interistituzionali per la individuazione delle competenze e dei
percorsi per la rilevazione, la segnalazione e la presa in carico di minori in
situazioni di rischio o di pregiudizio”.
Questo progetto gestito dall’ULSS prevedeva la formalizzazione di protocolli e
procedure per la cura e la protezione dei minori tra il Servizio di Tutela Minori ed
altri servizi dell’ULSS, quali NPI, Disabilità, Ser.T, Psichiatria, Reparti di Pediatria e
Ginecologia dell’Ospedale, ed altri Enti del territorio, quali Comuni, Ammistrazione
Provinciale, Scuole, Questura, Carabinieri, Ministero della Giustizia, Parrocchie,
Associazioni di Volontariato, etc.
Nel 2011, circa 200 minori sono stati presi in carico nel rispetto di detti protocolli.
In questa area si è cercato di mantenere i servizi ed i progetti già esistenti che
hanno dimostrato di essere congrui con le necessità del territorio e capaci di
risposte. Indubbiamente le difficoltà economiche hanno pesato sia sull’avvio che
sulla gestione di alcuni progetti e per questo non tutti quelli previsti sono stati
avviati. I servizi ed i progetti proposti sono stati soprattutto di sostegno alla famiglia
con figli minori: sostegno di tipo psicologico, educativo ma anche economico per
fronteggiare la quotidianità.
221
Alcuni servizi e progetti, quali il Nido in famiglia o il Distretto Famiglia o la Comunità
diurna, rappresentando delle novità per il territorio abbisognano di un po’ di tempo
per radicarsi ed essere vissuti come reale opportunità. Si ritiene che dotare il
territorio di tali opportunità consenta un minor ricorso al Servizio di Tutela Minori e
l’allontanamento degli stessi minori dal loro nucleo familiare.
Le azioni dell’area della Tutela Minori e dell’Affido Familiare sono quelle che
continuano ad assorbire maggiori risorse relativamente al carico di lavoro che
richiedono alle diverse professionalità, per questo andrebbero maggiormente
potenziate per essere realmente rispondenti alle richieste del territorio. La spesa
sostenuta per tale area risulta assolutamente insufficiente.
Un bisogno sempre più emergente è rappresentato dalla necessità di supportare i
genitori adottivi di figli ormai adolescenti ed i figli stessi dove i conflitti generazionali
si amplificano per il riemergere di interrogativi ed emozioni che solo
superficialmente erano stati sopiti.
L’aumentata sensibilità del territorio verso la tutela dell’infanzia e,
contemporaneamente, la scarsità di risorse riscontrabile in tutti gli Enti (Comune,
Provincia, Scuola) fa sì che sul Servizio Consultorio Familiare e Tutela Minori
dell’Azienda si concentrino tutte le richieste, pertinenti e non, che in qualche modo
coinvolgono una famiglia o un minore e ciò comporta una costante tendenza
all’aumento della domanda che invece, in molti casi, deve essere riorientata verso
il corretto contesto che sembra però, oggi, incapace di dare le necessarie risposte.
222
3.7 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a minori con disturbi
psichici
L’Atto aziendale (Deliberazione n° 480 del 30/09/2003,modificata con decreti n°
568 del 27/7/2006 e n° 446 del 22/5/2007, n.330 del 29/04/2010) colloca la
Struttura Semplice di Neuropsichiatria Infantile nella Struttura Complessa di
Pediatria all’interno del Dipartimento Materno Infantile e della Famiglia.
La Struttura è articolata su due Distretti e le attività nel 2011 sono state erogate
presso i seguenti Punti Sanità, come riportato in Figura 1:
Distretto Medio Polesine
Punto Sanità di Rovigo (Cittadella Socio-Sanitaria)
Punto Sanità di Polesella
Distretto Alto Polesine
Punto Sanità di Badia Polesine
Punto Sanità di Lendinara
Punto Sanità di Castelmassa
Punto Sanità di Occhiobello.
Figura 1
223
L’attività clinica è stata svolta dalle seguenti figure professionali che hanno
erogato, anche in modo disgiunto rispetto alle équipe, prestazioni in più sedi:
neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista, ortottista, fisiatra, infermiere
professionale.
In raccordo funzionale con il Servizio hanno operato i fisioterapisti dell’età evolutiva
che afferiscono alla SOS Dpt. Disabilità-SIL.
In riferimento ai LEA l’ambito di intervento della Struttura si inserisce sia all’interno
dell’Area Materno-infantile che dell’Area Disabili fisici, psichici e sensoriali, e
pertanto si colloca nella rete di interventi integrati con altri servizi aziendali, Enti o
Istituzioni territoriali che si occupano di minori.
Il numero di utenti che hanno avuto accesso al Servizio nel 2011, rapportato con
l’anno 2010, è illustrato nel Grafico 1, che ne descrive la suddivisone per macroaree: neuropsichiatrica, fisiatrica, oculistico-ortottica.
Grafico 1 - Utenti afferiti al Servizio NPI divisi per macro-aree
confronto anno 2011 vs 2010
1.056 1.061
616
593
375
Area NPI
344
Area
Area fisiatrica
oculistico/ortottica
anno 2011
anno 2010
Nel Grafico 2 viene riportato il numero di utenti dell’area neuropsichiatrica
suddivisi per gruppi diagnostici in riferimento alla classificazione ICD 10.
224
Grafico 2 - Utenti dell'area neuropsichiatrica
Anno 2011
400
378
Dist. linguaggio/apprend.
350
Rit./disarmonie sviluppo
300
Ritardo mentale
250
Patol.neurologiche
206
200
97 107
100
58
50
0
Altre condiz.organiche
senza ritardo mentale
Psicopatologia
145
150
42
23
Dist.emotivocomportamentali
Potenz.probl.salute
per condiz.sociali
Il gruppo più cospicuo è rappresentato dunque dai pazienti con “Disturbo di
linguaggio o di apprendimento” (35% dei soggetti totali), seguito dal gruppo di
bambini e adolescenti con “Disturbi emotivo-comportamentali o psicopatologia”
(30% del totale).
La distribuzione per fasce d’età degli utenti dell’area neuropsichiatrica è riportata
nella Tabella 1.
Tabella 1- Utenti area neuropsichiatrica per fasce d’età
Anno 2011
Fasce d’età
n.utenti
0 – 2 anni
98
3 – 5 anni
227
6 –10 anni
481
11–14 anni
190
15–17 anni
56
>18 anni
4
All’ambulatorio di ortottica accedono, per valutazione e trattamento riabilitativo, sia
soggetti con disturbi visivi nell’ambito di patologie di pertinenza neuropsichiatrica e
quindi con un progetto globale di presa in carico, sia soggetti per sola valutazione
ortottica. Alle visite oculistiche e ortottiche per l’età evolutiva è riservata una fascia
oraria dedicata che consente le valutazioni congiunte dei 2 specialisti.
Nel 2011 sono stati valutati 166 soggetti con patologie neuropsichiatriche e disturbi
visivi, e 616 utenti con soli disturbi visivi, di cui:
- 374 con difetti rifrattivi, trattati insieme all'oculista con prescrizione di occhiali;
- 122 con strabismi manifesti e latenti (tropie e forie importanti), trattati
con occhiali e riabilitazione ortottica;
225
-
93 con disturbi della visione binoculare e della motilità oculare, di cui 67 con
deficit della convergenza motoria rieducata con esercizi ambulatoriali e/o da
svolgere a domicilio;
- 6 con disturbi palpebrali e delle vie lacrimali;
- 21 con disturbi soggettivi della vista.
La Tabella 2 riporta la distribuzione percentuale delle diagnosi registrate nei 616
pazienti.
Tabella 2 - Distribuzione percentuale dei disturbi visivi
Anno 2011
Diagnosi
%
Difetti refrattivi
61%
Strabismi manifesti e latenti (tropie e forie importanti)
20%
Disturbi della visione binoculare e della motilità oculare
15%
Disturbi soggettivi della vista
3%
Disturbi palpebrali e vie lacrimali
1%
Dai dati riportati si evidenzia quanto siano diffusi i difetti refrattivi nella popolazione
infantile (astigmatismo-ipermetropia-miopia) che, se non trattati entro l'eta' plastica,
possono causare l'insorgenza di strabismi o disturbi della visione binoculare con
perdita della funzione visiva normale.
All’ambulatorio fisiatrico dedicato all’età evolutiva afferiscono sia soggetti con
patologie neuromotorie in carico al servizio con un progetto clinico-assistenziale
individualizzato, che soggetti con patologie del sistema muscolo-scheletrico,
congenite o acquisite. La Tabella 3 riporta la distribuzione delle diagnosi prevalenti
per questo secondo gruppo di soggetti con patologie non neurologiche.
Codice ICD 10
M 21.4
M 41
M 40.0
M 43.6
Tabella 3 - Diagnosi fisiatriche
Anno 2011
Diagnosi
Piede piatto acquisito
Scoliosi idiopatica infantile
Cifosi posturale
Torcicollo
Totale
N. utenti
288
76
7
4
375
Interventi domiciliari/territoriali
Prestazioni sanitarie
Le prestazioni sanitarie ambulatoriali erogate con impegnativa del SSN sono
riportate in Tabella 4.
Si evidenzia una lieve riduzione delle prestazioni complessive nel 2011, in
coerenza con gli obiettivi di budget attribuiti alla Struttura e in ottemperanza alla
DGRV 3140 del 2010 che assegnava alle Aziende ULSS del Veneto gli obiettivi
per gli anni 2010-2011 indicando, tra gli altri, l’ottimizzazione del numero di
226
prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate con un valore soglia di
prestazioni per abitante.
Tabella 4- Prestazioni sanitarie erogate dalla SOS NPI
Anni 2010-2011
Prestazioni sanitarie
Anno 2010
Visite NPI, fisiatriche
1.302
Valutazioni psicodiagnostiche
432
Altre valutazioni: logopedica, ortottica, protesica
2.345
Terapia/riabilitazione: psicoterapia, colloqui
4.689
psicologici, logopedia, ortottica, altro
Totale
8.768
4
Anno 2011
1.125
539
2.439
4.262
8.365
Attività di prevenzione
La struttura di Neuropsichiatria infantile, oltre all’attività preventiva normalmente
svolta nella pratica clinica con una costante attenzione alla promozione del
benessere psico-fisico del bambino, ha dato avvio nel 2011 al Progetto di
Screening Psico-Linguistico-Progetto Scuole (SPL-PS), inserito nella pianificazione
dei Piani di Zona 2011-2015.
Lo SPL-PS è un programma di prevenzione ai Disturbi Specifici di Linguaggio
(DSL) e alle Difficoltà di Apprendimento (DA) rivolto ai bambini frequentanti le
Scuole d’Infanzia (pubbliche e parificate) del territorio dell’ULSS18, al compimento
dei 5 anni.
Il progetto si sviluppa con azioni e obiettivi che si collocano nei tre stadi della
prevenzione:
I - prevenzione primaria che include 3 tipologie di interventi:
1. incontri di educazione sanitaria, rivolti a genitori, educatori degli asili nido ed
insegnanti delle scuole d’infanzia. Lo scopo è di potenziare le competenze e le
risorse dei care-givers, rendendo gli adulti di riferimento consapevoli e attivi nello
stimolare un adeguato sviluppo del linguaggio e della comunicazione;
2. corso di formazione specialistica, rivolto a tutti gli specialisti della struttura, con
l’obiettivo di aggiornare le conoscenze sui principi guida degli screening e sulle
teorie psicolinguistiche di riferimento, e di presentare il progetto SPL-PS agli
operatori che a vario titolo ne sono coinvolti, descrivendone il costrutto da
presentare alle insegnanti negli incontri di formazione;
3. incontri di formazione, rivolti agli insegnanti delle scuole d’infanzia. Lo scopo è di
aggiornare e sensibilizzare le insegnanti alla somministrazione della batteria di
prove dello SPL, illustrandone le finalità e simulandone l’applicazione.
II – prevenzione secondaria, che si articola nelle seguenti fasi:
1. SPL I livello: somministrazione delle prove ai bambini, da parte degli insegnanti, in
contesto quindi ecologico, all’interno della scuola.
2. selezione SPL I livello: selezione, da parte delle logopedista, dei bambini che non
hanno effettuato le prove in modo adeguato, ed invio al II° livello.
3. SPL II livello: valutazione psicolinguistica, e/o psicodiagnostica, ed altre valutazioni
specialistiche (neuropsichiatrica, foniatrica) necessarie alla definizione della
diagnosi e del progetto di intervento.
227
III – prevenzione terziaria: consiste nella presa in carico dei bambini risultati positivi per DSL
e/o DA, e può prevedere:
1. intervento riabilitativo logopedico,
2. riabilitazione neuropsicologica, sostegno psicologico,
3. counseling alla famiglia,
4. counseling agli insegnanti.
Nell’anno 2011 si è pianificata e conclusa la prevenzione primaria, in particolare
sono stati effettuati:
1. 2 incontri di educazione sanitaria (divisi per Distretto ), presenti circa 100
uditori (genitori ed educatori asili nido);
2. 7 incontri di formazione (6 per le scuole pubbliche dei Distretto Medio e
Alto Polesine; 1 per le scuole dell’infanzia parificate dei Distretto Medio e
Alto Polesine), con una partecipazione complessiva di 280 insegnanti;
3. 1 corso di formazione specialistica: formati 22 operatori dei Servizi
aziendali.
Interventi di consulenza e collaborazione con le istituzioni scolastiche
In quest’ambito vengono comprese sia le attività previste dalla normativa vigente
per l’inserimento e l’integrazione di alunni certificati ai sensi della L.104/92, che gli
incontri di programmazione e verifica con la scuola al di fuori della legge 104/92.
Si è trattato in totale di 656 incontri tra insegnanti, genitori e personale del Servizio,
cui hanno partecipato spesso più operatori della struttura, in un’ottica
multiprofessionale per garantire una migliore qualità dell’intervento (Tabella 5).
Tabella 5 - Interventi di consulenza e verifica con la Scuola
Anno 2011
Gruppi H - Alunni certificati
558
(n. 281)
Alunni non certificati
98
(n. 88)
Sempre nell’ambito delle attività di integrazione scolastica, i neuropsichiatri hanno
partecipato a 92 UVMD, di cui 53 per nuove certificazioni e 39 per rinnovi al
passaggio di ciclo scolastico.
Nel periodo gennaio-ottobre 2011 è stata, inoltre, effettuata con incontri mensili,
l’attività multiprofessionale per il rinnovo dell’Accordo di Programma della Provincia
di Rovigo per l’integrazione scolastica e sociale degli alunni disabili.
I soggetti coinvolti (Ufficio Scolastico di Rovigo e Centri Territoriali per
l’Integrazione, Aziende ULSS 18 e 19, Conferenze dei Sindaci del Polesine,
Provincia, Associazioni genitori), hanno individuato due commissioni tematiche:
1. Commissione ICF, incaricata di rivedere contenuti e modulistica nell’ottica biopsico-sociale dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento della
Disabilità e della Salute, OMS 2001), e di valutare le necessità per gli alunni
con Bisogni Educativi Speciali (BES).
2. Commissione Progetto di vita, incaricata di definire un protocollo tra gli Enti
firmatari per la realizzazione di interventi integrati e sinergici, a partire dal
228
secondo anno di scuola secondaria superiore, per favorire l’inserimento
sociale e l’autonomia.
Il lavoro, inserito nella cornice di riferimento della normativa nazionale e delle
progettualità territoriali previste dai Piani di Zona, ha soddisfatto una duplice
esigenza:
esaminare i contenuti del vigente Accordo, aggiornandoli secondo una
prospettiva di efficacia, coerenza e sostenibilità: competenze e impegni
degli Enti coinvolti e loro raccordo;modulistica; tempistica;
approfondire la qualità dei processi, inserendo nuovi elementi sia di
verifica (verifica del Piano Educativo Individualizzato) che progettuali
(strumenti di documentazione e programmazione in ottica ICF; progetto
“Continuità scuola-lavoro”; modello di Relazione clinica e Piano Didattico
Personalizzato per gli alunni con BES, in appendice all’Accordo).
Altri Interventi socio-sanitari
L’approccio multidisciplinare e multidimensionale alla diagnosi e agli interventi,
allargato anche al contesto di vita del soggetto, richiede continuità con i Servizi
ospedalieri e territoriali dell’area materno infantile e della salute mentale, nonché
collaborazione con le altre Agenzie territoriali.
Per garantire la trasversalità e l’integrazione dei processi assistenziali/educativi in
rete con altri Servizi o Enti territoriali, è stata utilizzata l’UVMD. Nel 2011 il
personale della Struttura ha partecipato a 62 UVMD, relative a 54 utenti, per la
definizione formale di piani assistenziali.
E’ proseguita in particolare la collaborazione con la SOS Dpt Consultorio Familiare
e Tutela Minori, con il Tribunale per i minori e con il Ministero di Giustizia, per la
definizione di progetti di presa in carico integrata, di affidamento familiare o di
inserimento in strutture residenziali o semiresidenziali.
In tale ambito nel 2011 sono stati seguiti 21 minori con progetti di intervento
multidisciplinare (NPI e/o psicologo, tecnici della riabilitazione).
Vi sono inoltre rapporti di collegamento funzionale con altre strutture, aziendali o
extra aziendali, dedicate alla cura e all’assistenza dei minori, nello specifico:
Pediatria per l’ambulatorio di neurologia pediatrica, consulenze
psichiatriche, follow-up dei bambini nati prematuri;
Psichiatria per la presa in carico di adolescenti allargata al contesto
familiare e il passaggio all’età adulta;
Servizio per i disturbi della condotta alimentare per la definizione di
percorsi specifici età correlati;
Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda ULSS 18 per progetti di
educazione alla salute;
Disabilità-SIL per l’ambito dell’integrazione scolastica;
Neuropsichiatria dell’Azienda ULSS 19 per progetti o accordi di
programma su base provinciale.
229
Interventi di sostegno economico
Nell’anno 2011 è aumentato notevolmente il numero dei progetti personalizzati ai
sensi della legge 162/98 a favore di minori con disabilità grave e gravissima; sono
stati infatti realizzati progetti indirizzati a 28 utenti rispetto ai 13 dell’anno 2010.
Tale progettualità ha potuto garantire sia interventi personali domiciliari per
l’autonomia e di sostegno alla famiglia, che di integrazione nelle attività ricreative
estive, come illustrato nella Tabella 6.
Tabella 6 - Progetti Personalizzati, ai sensi della Legge 162/98
Anno 2011
20 progetti personalizzati annuali
Tipologia dei progetti
8 progetti estivi (animazione)
0-5 anni
3
6-11 anni
18
Fasce d’età
12-14 anni
5
15-18 anni
2
Totale
28
Educatore
8
Tipologia delle risorse
OSS
17
Altro
3
La definizione dei progetti in sede di U.V.M.D., con i Pediatri di libera scelta o i
Medici di Medicina Generale, ha permesso una valutazione globale delle difficoltà
del minore e della sua famiglia ed una valutazione approfondita delle risorse di
assistenza attivabili.
L’aumento significativo delle domande di attivazione di progetti ai sensi della legge
162/98 testimonia un reale bisogno di progettualità a favore dei minori disabili
gravi, e la necessità sempre maggiore di un finanziamento regionale adeguato per
la copertura dei costi.
Gli interventi ai sensi della Legge 284/97 “Disposizioni per la prevenzione della
cecità e per la riabilitazione visiva e integrazione sociale e lavorativa dei ciechi
pluriminorati”, si riferiscono invece ad attività di sostegno dell’autonomia delle
persone cieche e pluriminorate realizzate con progetti di integrazione sociale,
formazione e miglioramento della comunicazione, tramite il coinvolgimento della
famiglia del bambino disabile e soggetti pubblici e privati e del volontariato (UIC)
come illustrato nella Tabella 7.
Tabella 7 - Progetti ai sensi della Legge 284/97
Anno 2011
Attività
Numero minori
Fasce di età
0-5 anni
2
12
6-11 anni
5
Miglioramento della comunicazione
seguiti con progetti
12-14 anni
1
annuali in collaborazione 15-18 anni
3
Stimolazione sensoriale
con l’Associazione UIC
>18 anni
1
Totale
12
230
3.8 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con disturbi
mentali
Gli utenti del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)
Nel 2011 l’attività del SPDC ha mantenuto il trend degli anni precedenti: vi sono
stati 261 ricoveri determinati da 198 utenti di cui 20 residenti fuori ULSS 18.
Dei 261 ricoveri, 106 sono stati reingressi, generati da 43 utenti:
2 pazienti hanno generato 5 ricoveri
5 pazienti hanno generato 4 ricoveri
4 pazienti hanno generato 3 ricoveri
32 pazienti hanno generato 2 ricoveri
L’intervallo di tempo intercorso fra i ricoveri ripetuti è stato variabile:
Periodo di intervallo tra i ricoveri
entro 24 ore
entro 72 ore
tra 72 ore e 1 settimana
tra 1 e 2 settimane
tra 15 gg e un mese
tra 31 gg e 60 gg
oltre 60 gg
N° eventi
1
0
5
9
11
7
73
Nel corso dell’anno 2011 vi sono stati 42 Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO),
pari al 16% dei ricoveri, 161 utenti sono stati inviati dal Pronto Soccorso, 100 dai 2
Centri di Salute Mentale (CSM). Sono state effettuate 219 Osservazioni Brevi (OB),
di cui 60 (27,4%) trasformate in ricoveri.
E’ interessante sottolineare che dei 261 ricoveri 45 sono stati determinati da
tentativi di suicidio (17,2%).
Il Grafico 1 riassume l’andamento dei ricoveri e delle prime ammissioni dal 1998 al
2011.
231
Grafico 1- Andamento ricoveri in SPDC
Periodo 1998-2011
600
500
400
549
528
427
350
356
315
311
297
275
300
238
260
259
261
275
200
132 117
123
133
117
97
90
116
125 95
76
89
100
0
1998 1999 2001 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Anno
Negli ultimi anni in SPDC si è lavorato su un’organizzazione dell’assistenza
ospedaliera orientata sia alla diagnosi e al trattamento della fase acuta, sia ad un
avvio precoce della riabilitazione attraverso un protocollo che prevede interventi
come:
1. Gruppo “ascolto musica”: gruppo a conduzione condivisa tra personale
infermieristico, psicologo strutturato e psicologo esterno; la frequenza degli incontri
è settimanale;
2. Gruppo “psicoeducativo”: gruppo a conduzione condivisa con medici di reparto e
personale infermieristico, a frequenza settimanale;
3. Gruppo di “facilitazione relazionale”: gruppo di animazione del personale
infermieristico che prevede attività diversificate, proposte e valutate nei diversi
momenti, in rapporto alla tipologia dei pazienti ricoverati, al momento dell’anno, alle
propensioni dei conduttori del gruppo. Alcune di queste attività sono, ad esempio,
giochi di società, letture, visioni di film, attività manuali, uscite, ecc.;
4. Gruppo “psicoeducativo” diretto ai familiari di paziente ricoverati; tale esperienza
è stata oggetto di pubblicazione (Rivista di riabilitazione psicosociale-2010, IV, 2,
38-47).
Gli utenti dei Servizi Territoriali
A livello territoriale sono state erogate prestazioni a 4.393 utenti, per un totale di
57.594 prestazioni, di cui 25.843 ambulatoriali.
La suddivisione in fasce d’età dei pazienti trattati (Grafico 2), evidenzia un picco
costante negli anni tra i 35 e i 55 anni e uno oltre i 75, quest’ultimo determinato dai
test per il rinnovo delle patenti di guida (1071 utenti con 2255 prestazioni).
232
Grafico 2 - Utenti dei Servizi Territoriali per fasce d'età (in %)
Anno 2011
28,91
30
25
20
15,75
15
9,90
10
5
15,84
14,32
10,13
4,58
0,57
0
<18
18 - 25 26 - 35 36 - 45 46 - 55 56 - 65 66 - 75
> 75
età
In una visione community-based dell’assistenza psichiatrica, la continuità
terapeutica, intesa come capacità del servizio di garantire una continuità di presa in
carico dell’utente nelle diverse fasi del processo di cura, è un elemento
fondamentale in grado di condizionare gli esiti dei trattamenti.
Questa continuità viene costruita attraverso una stretta integrazione fra servizio
ospedaliero ed équipe territoriali che si definisce, attraverso la formulazione
congiunta del progetto individualizzato, la presa di contatto con l’utente da parte
dello psichiatra del Centro di Salute Mentale (CSM) di riferimento durante la
degenza e in alcuni casi anche degli infermieri, la trasmissione della lettera di
dimissione al CSM di riferimento, per via telematica, ed infine la dimissione con un
appuntamento già fissato.
L’efficacia di questo dispositivo viene monitorata utilizzando indicatori quali ad es.
l’intervallo fra la dimissione ospedaliera e il primo contatto con un servizio
territoriale.
Nella Tabella 1 viene mostrato l’andamento di questo indicatore per aree di
patologia.
233
1
1
1
4
5
3
1
2
5
9
1
7
1
1
3
3
1 1
11 10
2
1
1
2
3
Trasferito
1
1
90 31 19 10
3 1
2
3 1 1
10
1
1
1
20 6 3
4 4
25 11 10
16 9 5
8 3 3
3
1
8 3 2
4 1 1
5 4
Specialista privato
1
1
10
Richiesta anonimato
1
Non residenti
3
1
Invio Ser.T.
1
5
1
Non competenza
2
1
2
2
Invio altri Servizi
1
7
3
5
3
2
1
3
Drop out
1
Casa di Riposo
4
oltre 60 gg
15 - 31 gg
1
12
entro 60 gg
8 - 15 gg
Altri disturbi psichici dovuti a danni o
disfunzioni cerebrali e a mal.somatiche
Delirium
Demenza non specificata
Disturbi deliranti persistenti
Disturbi dell’umore (affettivi) di altro tipo
Disturbi della condotta
Disturbi delle abitudini e degli impulsi
Disturbi di personalità e del comportam.
dovuti a malattia, danno e disfunzione
cerebrali
Disturbi di personalita' specifici
Disturbi dissociativi
Disturbi persistenti dell’umore
Disturbi psichici e comportamentali dovuti
all’uso di alcol
Disturbi psichici e comportamentali da
uso di oppioidi
Disturbi psichici e comporta-mentali da
uso di sostanze psicoattive multiple
Disturbi psicotici acuti e transitori
Disturbi schizo-affettivi
Disturbo affettivo bipolare
Disturbo dell’umore (affettivo) non specif.
Disturbo depressivo ricorrente
Disturbo schizotipico
Episodio depressivo
Episodio maniacale
Psicosi non organica non specificata
Reazione a grave stress e disturbi
dell’adattamento
Ritardo mentale lieve
Schizofrenia
Ricoveri
Diagnosi
entro 7 gg
Tabella 1 - Ricoveri e intervalli tra dimissione primo contatto con servizi territoriali,
distribuzione per patologia - Anno 2011
1
1
5
2
2
1
1
1
1
2
1
1
2
1
1
1
1
2
1
1
1
2
1
234
Il DSM, la residenzialità e la semiresidenzialità
Nel corso dell’anno 2011 le strutture residenziali del DSM sono state utilizzate da
84 utenti che hanno ruotato sugli 89 posti disponibili, per un totale di 27.515
giornate di presenza.
Questi numeri evidenziano un aspetto importante rappresentato dal turn-over nelle
strutture residenziali grazie al fatto che per un certo numero di utenti si è
dimostrato possibile definire progetti a termine.
Valutando l’ultimo triennio è evidente un continuo movimento, pur considerando
che gli orizzonti temporali in cui si muove la progettualità in ambito psichiatrico
sono medio-lunghi (Tabella 2).
Tabella 2 - Comunità residenziali: Ingressi - Uscite
Triennio 2009-2011
Totale
Totali
2009
2010
Residenze
ingressi dimissioni in out in out
Comunità Alloggio
4
2
1
1
3
1
Arquà Polesine
Comunità Alloggio
8
8
3
3
4
5
Badia Polesine
CTRP Cà Rossa
17
4
13
1
CTRP Badia Polesine
10
9
3
3
6
6
CTRP Bressane
Struttura dismessa
1
15
CTRP Canalnovo
14
15
7
7
5
6
Gruppo Appartamento
4
4
4
1
Rovigo
Gruppo Appartamento
5
5
4
4
1
1
S. Apollinare
2011
in out
-
-
1
-
4
1
3
-
2
2
-
3
-
-
A livello semiresidenziale:
126 persone hanno avuto contatti con i Centri Diurni di Badia Polesine e
Rovigo, per un totale di 3945 giornate di presenza, di cui 2.115 di durata
>4 ore, 1.830 di durata <4 ore; a cui corrispondono 8260 prestazioni
Sono stati implementati i day-hospitals territoriali presso i CSM di Badia
Polesine e di Rovigo consentendo il trattamento di 111 utenti con
l’erogazione di 1075 prestazioni.
Nel 2011 è stata operata una riorganizzazione dei Centri di Lavoro Guidato per
superare criticità relative all’accessibilità delle strutture per la scarsità di mezzi
pubblici e di carenza di spazi disponibili che limitavano il numero di utenti
accoglibili, si è pertanto proceduto, di concerto con la cooperativa che gestisce
l’attività, a trasferire il CLG di Canale a Rovigo e quello di Badia in un’altra sede.
I percorsi di avviamento/accompagnamento al lavoro, accanto all’attività nei Centri
di Lavoro Guidato che ha coinvolto 34 persone per un totale di 3837 giornate di
attività INAIL, hanno coinvolto altri 41 utenti con inserimenti in realtà produttive
235
diverse con borse lavoro riabilitative (37), con borse lavoro sociali (4) per un totale
di 5923 giornate di attività INAIL,.
L’attività di segretariato sociale ha coinvolto 149 utenti per un totale 1012
prestazioni.
Accanto all’attività ordinaria sono stati portati avanti progetti in aree specifiche:
Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
Il Servizio per i disturbi del comportamento alimentare di Rovigo è stato attivato
presso l’ULSS 18 dal 2001 con Delibera n.157 del 16/02/2001 che recepiva la
Delibera n.3540 del 19/10/1999 della Giunta Regionale Veneto dell’Atto di indirizzo
e coordinamento di una rete di interventi per DCA. Dalla fine del 2001 il Servizio è
stato aggregato alla SOC di Nefrologia e Dialisi sino alla fine del 2010. Dal 2011 è
stato aggregato al Dipartimento di Salute Mentale.
L’obiettivo dell’ambulatorio multiprofessionale è di porsi come Servizio territoriale
rivolto alla prevenzione e cura dei DCA (anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge
eating disorder e disturbo dell’alimentazione non altrimenti specificato).
L’ambulatorio costituisce il nucleo fondamentale della fase diagnostico/terapeutica
e di filtro per i successivi interventi terapeutici in base agli elementi clinici emersi
durante l’iter diagnostico.
L’accesso all’ambulatorio è diretto, chiamando il centro o su invio del medico di
base o dello specialista. E’ aperto cinque giorni alla settimana (lunedì, mercoledì e
giovedì dalle 8 alle 18, martedì e venerdì dalle 8 alle 14).
La prima visita consiste in una valutazione multiprofessionale che comprende la
visita specialistica di inquadramento psichiatrico, la visita dietologica, la visita
dietistica e la somministrazione di test psicologici.
Successivamente, in base agli elementi diagnostici emersi, si attua un progetto
terapeutico che integra vari tipi di intervento.
Quando il trattamento ambulatoriale, per la gravità del quadro organico, psichico e
sociale, non è indicato, si valuta la possibilità di un ricovero. Nel caso le condizioni
fisiche siano compromesse si effettua un ricovero salvavita nel reparto di Medicina,
le modalità del ricovero e della gestione del paziente, sono stabilite in un protocollo
di collaborazione tra il reparto ed il DCA. Nel caso invece vi sia un’acuzie
psichiatrica il ricovero avviene in SPDC presso l’ospedale di Trecenta.
In considerazione dell’età di esordio sempre più precoce dei DCA, sono in via di
definizione protocolli di collaborazione con la neuropsichiatria infantile, la pediatria
e con il SERT per la comorbidità con abuso di sostanze e/o alcool.
Il 30-40% delle pazienti con anoressia non risponde in modo adeguato al
trattamento ambulatoriale; per evitare il cronicizzarsi della patologia, secondo le
linee guida occorre sottoporre le pazienti ad un trattamento riabilitativo di tipo
residenziale o semiresidenziale presso centri convenzionati.
La Tabella 3 illustra la tipologia di prestazioni e di utenza del servizio per i DCA.
236
Tabella 3 - Dati relativi all’attività del Servizio per i DCA
Anno 2011
Prime visite
129
Prestazioni
1529
179
Utenti in carico
10% maschi
90% femmine
Ricoveri in ospedale
2
Diagnosi
Anoressia nervosa
20
Bulimia nervosa
22
Bed
80
Disturbo alimentare non altrimenti specificato
57
I progetti per il futuro prevedono lo sviluppo dell’attività di prevenzione secondaria
con informazione e formazione ai medici di medicina generale e pediatri e
prevenzione terziaria con la possibilità di riconoscere e trattare i DCA non solo a
livello ambulatoriale ma anche ad un livello successivo con una struttura di tipo
semiresidenziale con un Day Hospital riabilitativo e un Centro Diurno.
Progetto di Prevenzione del Suicidio
La seconda annualità del progetto “Valutazione e realizzazione di programmi di
prevenzione del suicidio con il contributo degli stakeholder”, ha beneficiato del
contributo finanziario della Fondazione Ca.Ri.Pa.Ro. (Decreto n.151 del
03/03/2010) e comprende due tipologie di azioni che possono configurare 2 distinti
progetti:
1) Progetto “Delta”: ha come obiettivo la sintonizzazione e l’integrazione di
programmi con obiettivi riconducibili a quelli del progetto, in fase di
pianificazione e di attuazione nel territorio, al fine di evitare la
frammentazione e la duplicazione degli interventi, favorire un uso sinergico
delle risorse e allargare la base d’intervento. Il tutto nel rispetto della
titolarità e dell’autonomia nella gestione degli interventi. Compito specifico
del progetto “Delta” è, perciò, il coordinamento degli interventi con un
raffronto costante fra i partner al fine di ottimizzare al meglio gli interventi
specifici.
2) “Perdersi d’animo mai”: mira all’attuazione delle azioni individuate come
prioritarie dagli Stakeholder nei Focus Group durante la prima fase del
progetto. Ha compreso sia azioni da attuare direttamente sui gruppi target,
sia il coinvolgimento degli Stakeholder come risorsa nel territorio per la
diffusione e l’attuazione del progetto attraverso un’attività di formazione sul
campo e il loro coinvolgimento nella produzione a cascata di competenze
sul modello della peer education, che ha lo scopo di produrre un effetto
volano sul progetto consentendo un naturale proseguimento in successivi
interventi.
237
Stato di avanzamento delle attività del Progetto “Delta”
È stato costituito un Osservatorio Provinciale sulle Condotte Autolesive con la
funzione di supervisione delle attività di ricerca finalizzate alla raccolta dati. A tale
Osservatorio partecipano la Provincia di Rovigo, la Diocesi di Chioggia, la Caritas
di Chioggia, la Comunità per minori della Caritas di Chioggia, il Servizio Statistica
della Provincia di Rovigo, il Comando Provinciale dei Carabinieri, il Comando della
Polizia Penitenziaria, la Divisione anticrimine della Questura di Rovigo, l’Azienda
ULSS 18 di Rovigo, l’Azienda ULSS 19 di Adria.
Sono stati definiti dei protocolli operativi di collegamento e integrazione tra il
progetto di prevenzione al suicidio e le iniziative già in essere sul territorio:
•
Progetto educazione nelle scuole: gli incontri e le riunioni preliminari tra il
responsabile dell’Ufficio Scolastico Provinciale – USP, partner del progetto –
alcuni Dirigenti Scolastici e Insegnanti e i promotori del progetto, hanno messo
a punto alcune specifiche di azione necessarie al conseguimento del
programma, che è stato attuato nell’anno scolastico 2010/2011, in
collaborazione con il Servizio “Terra di Mezzo”. A seguito di tali incontri, si è
elaborata la proposta di intervento per la Promozione del Benessere
Psicologico nelle Scuole. La proposta unitaria rivolta alle scuole, che vede
coinvolti il CSM, il Ser.T., il Consultorio, il Servizio Età Evolutiva, si articola in 3
incontri per classe per un totale di circa 16 classi suddivise per i diversi Istituti
Superiori della provincia di Rovigo.
•
Progetto del centro unitario di ascolto dell’ULSS 18: è stato inserito nel
piano di Zona 2011-2015 un progetto , la cui gestione è in capo al DSM, che
vede la fusione “funzionale” del progetto di Telecompagnia, del Centri di Ascolto
per i caregivers dei pazienti affetti da Morbo di Alzheimer e della help line per la
depressione e suicidio (N.verde sostenuto dalla Camera di Commercio).
•
Progetto Prevenzione del Suicidio in Ospedale: è stata definita una
procedura
aziendale
in
ottemperanza
a
quanto
previsto
dalla
“Raccomandazione 4” del Ministero della Salute
•
Progetto di prevenzione degli eventi auto-lesivi nel mondo imprenditoriale:
è stato sottoscritto un Protocollo di intesa tra l’ULSS 18 di Rovigo, l’ULSS 19 di
Adria, la Provincia di Rovigo e la Camera di Commercio di Rovigo.
•
Istituti Carcerari: è stato definito un Protocollo tra il Ministero della
Giustizia, il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, il Provveditorato
Regionale, il Servizio Tutela per la Salute Mentale della Regione Veneto, per la
pianificazione di interventi di formazione con gli agenti di polizia. E’ stato avviato
un servizio per operatori carcerari (Progetto Regionale), è stato definito un
programma per la riduzione del rischio ed una formazione per il personale di
sorveglianza.
Stato di avanzamento delle attività previste dal progetto “Perdersi d’animo mai”
- Formazione nelle scuole
•
Al progetto “A.A.A. cercasi autostima, assertività e aiuto. Proposta
di intervento per la promozione del benessere psicologico” hanno
partecipato 6 Istituti scolastici .
238
Nelle classi si sono svolti 3 incontri – della durata di 2 ore ciascuno – che si sono
strutturati in modo da stimolare la partecipazione attiva dei ragazzi: oltre ad una
parte informativa sulle tematiche del comportamento assertivo, del chiedere e dare
aiuto e della frustrazione, è stata prevista la visione di filmati e discussioni di
gruppo.
- Formazione Stakeholder
•
Medici di Medicina Generale: sono stati realizzati 3 incontri, un
primo l’8 Maggio con gli Animatori della Formazione per definire le attività
formative e altri due incontri, il 10 Giugno con sede a Rovigo – al quale
hanno partecipato 42 professionisti – e il 17 Giugno con sede a Trecenta
– al quale hanno partecipato 47 professionisti – in cui l’ipotesi di lavoro è
stata quella di sviluppare una parte teorica sul suicidio e sulle tematiche
correlate (la depressione, i fattori di rischio, i fattori protettivi, i
comportamenti da mettere in atto e da evitare con i soggetti a rischio, i
centri di riferimento per il disagio psicologico …) e una parte pratica di
addestramento specifica – con Focus Group e discussione di casi clinici.
(Allegato 6: Materiale Formazione MMG: a) programma del corso, b)
materiale Focus Group, c) slide di presentazione);
•
Farmacisti: si sono svolti degli incontri formativi che hanno avuto
inizio nelle serate del 24 Maggio e 7 Giugno presso l’Ordine dei
Farmacisti di Rovigo. A tali serate formative hanno partecipato due gruppi
di 38 e 39 professionisti. La seconda parte, più pratica – di discussione di
casi – si è svolta il 20 Settembre ed il 5 Ottobre.
•
Forze dell’Ordine: è stato realizzato un incontro con i Comandanti
delle Stazioni dei Carabinieri il giorno 2 Aprile; tra Giugno e Luglio si è
svolto un corso formativo di 5 incontri con le volanti di polizia.
•
Volontari: è stato effettuato un ciclo di incontri di prevenzione al
suicidio con i volontari della Croce Verde.
•
In base alla Procedura Aziendale del 14/12/2009, sono stati
effettuati due corsi di formazione per Operatori Ospedalieri (50
partecipanti per incontro) dal titolo “Conoscenza del fenomeno suicidario
e gestione del rischio suicidario nella pratica clinica ospedaliera”). Il
giorno 21 Settembre si è svolta una giornata formativa, aperta agli
Operatori dei Servizi Sanitari, tenuta dal prof. Diego De Leo, dal titolo “Il
rischio suicidario nella pratica clinica e le strategie di prevenzione”. In tale
giornata hanno partecipato 100 operatori dei diversi servizi dell’ULSS 18.
- Sostegno ai sopravvissuti:
È stato attivato un “centro” per il sostegno a familiari e parenti di persone suicide. Il
servizio è rivolto ai sopravvissuti ad un suicidio per cercare di aiutarli nel difficile
compito di elaborare quanto è accaduto e di tentare di ricostruire un equilibrio
emotivo per loro accettabile.
- Sito Internet www.perdersidanimomai.it:
Sono stati attivati dei Forum di discussione: uno pubblico, accessibile a tutti gli
utenti, e alcuni riservati alle diverse aree professionali (MMG, Farmacisti, Forze
239
dell’Ordine, Insegnanti …) in modo che i diversi professionisti abbiano la possibilità
di comunicare con riservatezza su casi specifici.
Al sito internet, inoltre, si è collegata la pagina facebook “La Prevenzione del
Suicidio” in modo da poter essere più visibili e contattare un maggior numero di
persone.
- Ricerca: Ai fini della ricerca, sono stati messi a punto dei questionari che, durante
le giornate di formazione, sono stati proposti alle categorie professionali, MMG,
Farmacisti e Operatori Ospedalieri, al fine di raccogliere dati circa progetti o idee di
suicidio.
Inoltre, è stata svolta un’attività di monitoraggio dei quotidiani locali analizzando le
notizie relative ai comportamenti suicidari con lo scopo di proporre in futuro delle
linee guida su come pubblicare le notizie su questi temi al fine di ridurre il rischio
dell’emulazione.
240
3.9 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con dipendenze
patologiche
1. L’attività di assistenza socio-sanitaria nell’ambito delle dipendenze
Il presente report descrive l’utenza della SOC Tossicodipendenze (Ser.T.)
nell’anno 2011 e rappresenta unicamente la fotografia di quella parte della
popolazione utilizzatrice di sostanze lecite e illecite, o in ogni caso dedita a
comportamenti di dipendenza (es. gioco d'azzardo), che arriva all’osservazione del
Servizio; non può fornire pertanto uno spaccato fedele della reale dimensione di
tali fenomeni nel bacino di utenza dell’Azienda ULSS 18.
L'utenza complessiva di pazienti con problemi di tossicodipendenza o abuso di
sostanze, di dipendenza da alcool o patologia alcol-correlata o di altro tipo di
dipendenza, è stata di 1.039 pazienti (escludendo i pazienti inviati dalla locale
commissione patenti per valutazione di eventuali patologie alcol-correlate), con un
aumento rispetto al 2010 di 60 unità (6,1%), a conferma di un trend di aumento
costante a partire dal 2006: dal 2006 al 2011 l'utenza è aumentata
complessivamente di circa il 30% (Grafico 1).
Grafico 1- Tossicodipendenti e Alcolisti
Anni 2005-2011
1200
1039
1000
830
796
2005
2006
800
911
930
2008
2009
979
834
600
400
2007
2010
2011
Gli utenti con dipendenze da sostanze stupefacenti illegali e altre dipendenze
patologiche, in carico presso entrambe le sedi della SOC Tossicodipendenze, nel
2011 sono stati 555 (346 a Rovigo e 209 a Lendinara), con un aumento rispetto al
2010 di 61 unità, pari al 12,3% (Tabella 1).
241
Tabella 1 - Utenti con dipendenze patologiche, suddivisi per sedi
Anni 2010-2011
2010
2011
Diff.
Rovigo-compreso carcere + Lendinara
Maschi
417 (84,4%)
472 (85,0%)
55
Femmine
77 (15,6%)
83 (15,0%)
6
Totale
494
555
61
Rovigo
Maschi
187 (87,4%)
231 (85,6%)
44
Femmine
27 (12,6%)
39 (14,4%)
12
Sub totale
214
270
56
Carcere
Maschi
70 (76,1%)
64 (84,2%)
-6
Femmine
22(23,9%)
12 (15,8%)
-10
Sub totale
92
76
-16
Rovigo + Carcere
Maschi
267 (84,0%)
295 (85,3%)
38
Femmine
49 (16,0%)
51 (14,7%)
2
Totale
306
346
40
Lendinara
Maschi
161 (85,2%)
177 (84,7%)
16
Femmine
28 (14,8%)
32 (15,3%)
4
Totale
189
209
20
Diff.%
13,2%
7,8%
12,3%
14,8%
4,1%
13,1%
9,9%
14,3%
10,6%
Il tasso totale di utenti rapportato alla popolazione residente (tra i 15 e i 64 anni) è
di 4,77 ogni 1.000 residenti (contro 4,42 a livello regionale e 4,71 a livello
nazionale). I nuovi utenti presi in carico per tossicodipendenza nel corso dell'anno
sono risultati 154, con un tasso di nuovi utenti rapportato alla stessa popolazione
generale (15-64 anni) di 1,32 ogni 1.000 residenti (contro 0,96 a livello regionale e
0,95 a livello nazionale).
Per quanto riguarda il genere, si segnala la netta prevalenza di pazienti di sesso
maschile (85%) in questa sotto-popolazione, con una tendenza ulteriore
all'aumento degli utenti di sesso maschile (+13,2%) rispetto a quelli di sesso
femminile (+7,8%).
L'età di primo uso di sostanze rimane molto bassa e coerentemente rimane bassa
l'età di contatto con il Servizio: il 5% degli utenti ha un'età compresa tra i 15 e i 19
anni ed il 26% ha comunque un'età inferiore ai 25 anni; in particolare si segnala
che il 31% dei nuovi utenti accolti nel 2011 per problemi di tossicodipendenza ha
un'età compresa tra i 20 e i 24 anni (ed il 53% ha comunque meno di 30 anni).
Dall’altra parte, si conferma il progressivo invecchiamento di quella parte di utenza
che non riesce ad abbandonare la condotta tossicomanica (il 30,5% ha un’età
superiore ai 40 anni). Nello specifico, circa il 35% (contro il 30,5% del 2010) degli
utenti tossicodipendenti ha un’età compresa tra i 20-30 anni, il 30% (32% nel 2010)
tra i 30-40 anni, ed una quota pari al 5% ha un’età inferiore ai 20 anni (Tabella 2 e
Grafico 2).
242
Classi
di età
< 15
15 - 19
20 - 24
25 - 29
30 - 34
35 - 39
≥ 40
Totale
Tabella 2 - Utenti tossicodipendenti suddivisi per fasce d’età
Anno 2010
Ser.T. Rovigo
Ser.T. Lendinara
Azienda
Già in
Già in
ULSS 18
Nuovi
Nuovi
carico
carico
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
Tot.
%
1
1
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0,2%
27
6
1
3
3
7
0
5
2
21
6
4,9%
116
16
1
27
6
25
6
31
4
99
17
20,9%
77
9
3
25
1
5
1
29
4
68
9
13,9%
84
6
2
15
7
11
3
32
8
64
20
15,1%
81
5
0
25
1
15
0
32
3
77
4
14,6%
169
6
3
33
4
20
2
83
18
142 27
30,5%
49 10 128
22
83 12 212
39
472 83
555
100,0%
Grafico 2 - Tossicodipendenti, per fasce di età
Anno 2011
40
30,5%
30
20,9%
20
10
13,9%
0,2%
15,1%
14,6%
4,9%
0
<15
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
>39
Per quanto riguarda la sostanza d’abuso primaria, nell’utenza che giunge al
Servizio, i dati mostrano un andamento sostanzialmente stabile rispetto al 2010,
con un utilizzo prevalente di eroina (63,1% rispetto al 63,3% del 2010 e al 71,9 % a
livello regionale), ed un discreto numero di pazienti che abusano principalmente di
cannabinoidi (20,4% contro il 18,9% del 2010 e 13,6% a livello regionale). I
consumatori puri di cocaina, pur afferendo poco ai servizi e quasi esclusivamente
su segnalazione della Prefettura, sono in aumento e costituiscono il 10,1% rispetto
al 9,1% del 2010 e al 7,6% del 2009 (la percentuale a livello regionale è pari al
11,4%) (Tabella 3 e Grafico 3). Si conferma, inoltre, la tendenza al poliabuso,
quindi all’associazione di più sostanze ed in particolare all'abuso di alcol in pazienti
dipendenti da sostanze; tuttavia rispetto a tale fenomeno occorre segnalare una
difficoltà nella raccolta dei dati.
L’assunzione di altre sostanze quali allucinogeni, amfetamine, barbiturici,
metadone da strada, morfina, altri oppiacei, inalanti ed altre dipendenze compreso
il gioco d’azzardo patologico raggiungono valori percentuali attorno al 5,9%.
In particolare i pazienti seguito per gioco patologico sono stati 20 tra le due Sedi
243
del Ser.T. (vedi paragrafo specifico).
Tabella 3 - Utenti tossicodipendenti suddivisi per sostanza d’abuso primaria
Anno 2011
Ser.T.
Ser.T.
Azienda
Utenti
Sostanza
%
Diff.
Rovigo Lendinara ULSS 18
2010
Eroina
222
128
350
63,1%
313
37
Cocaina crack
34
22
56
10,1%
45
11
Cannabinoidi
67
46
113
20,4%
94
19
Ecstasy
3
0
3
0,5%
1
2
Altro
20
13
33
5,9%
42
-9
Totale
346
209
555
100,0%
495
Grafico 3 - Utenti per sostanze di abuso primarie
Anno 2011
Ecstasy
0,5%
Cannabis
20,4%
Altro
5,9%
Eroina
63,1%
Cocaina
10,1%
La modalità di consumo di sostanze si presenta eterogenea e varia dall’uso
endovenoso, allo sniffo, al fumo e all’ingestione; per quanto riguarda l'eroina
tuttavia prevale nettamente l'utilizzo per via parenterale (72,4%), mentre per la
cocaina le modalità di assunzione più frequenti rimangono lo sniffo (50%) e il fumo
(43,2%).
I trattamenti erogati per le dipendenze patologiche da sostanze illegali sono stati in
totale 704 di questi il 55,3% sono rappresentati da interventi di tipo esclusivamente
psico-socio-educativo (contro il 33,7% del dato nazionale). La parte restante è
costituita da trattamenti integrati ed in particolare: il 27,1% da trattamenti
farmacologici con metadone (in lieve aumento rispetto al 2010 e contro il 48,3% del
dato nazionale), il 10,9% da trattamenti con buprenorfina (in lieve diminuzione
rispetto al 2010 e contro il 9,7% del dato nazionale), il 6,3% da altri farmaci non
sostitutivi (Tabella 4).
244
Tabella 4 - Utenti tossicodipendenti suddivisi per trattamenti erogati
Anno 2011
Trattamenti
Numero
%
Solo Psico-sociale
389
55,3%
Trattamenti integrati:
Metadone
191
27,1%
Naltrexone
3
0,4%
Clonidina
0
0,0%
Buprenorfina
77
10,9%
Altri farmaci
44
6,3%
Inserimenti in Comunità Terapeutica
40
5,7%
Gli inserimenti presso le Comunità Terapeutiche dei soggetti tossicodipendenti
assistiti sono stati 40 (il 7,2% del totale degli assistiti rispetto al 10,9% del 2010);
19 di questi stavano proseguendo un percorso già iniziato negli anni precedenti,
mentre 21 sono stati inseriti nel 2011 (contro i 32 nuovi ingressi dell'anno
precedente) (Tabella 5 e Grafico 4). Rispetto agli anni precedenti si segnala
dunque una riduzione del numero di nuovi inserimenti in CT. Questa è dovuta,
almeno in parte, al maggior numero di pazienti più complessi o in situazioni
“urgenti” inseriti in Comunità con programmi di trattamento intensivi e specialistici o
di “pronta accoglienza” (trattamenti più costosi, a parità di budget): 23 sono stati gli
inserimenti in tali tipologie di struttura nel 2011 (più del 50% del totale 2011),
contro i 16 del 2010 (il 29,6% del totale inserimenti 2010).
Tabella 5 - Utenti tossicodipendenti inseriti in Comunità Terapeutica
(Dati scorporati dei non residenti in carico c/o carcere)
Utenti in carico
Utenti in C.T.
% anno 2010
% anno 2011
Anno 2010 -2011
Ser.T. Rovigo
Ser.T Lendinara
346
209
24
16
11,8%
9,5%
6,9%
7,7%
ULSS 18
555
40
10,9%
7,2%
Grafico 4 - Pazienti inseriti in Comunità Terapeutica
Anno 2011
Trattamento
Ambulatorial
e
93%
Inseriti in C.T.
7%
245
Gli utenti presi in carico per problemi legati al consumo di alcol sono stati
complessivamente 1.279; tale popolazione comprende sia utenti inviati dalla
locale Commissione Medica Provinciale Patenti di guida (CMPP), sia utenti con
problemi alcool correlati (abuso, dipendenza, consumo problematico - PACC). Si
registra un aumento di 68 unità (5,6%) rispetto al 2010 (erano in carico 1.211
utenti). Nello specifico il numero di utenti con PACC è nel complesso invariato
(484 pazienti: 161 seguiti presso la sede di Lendinara e 323 presso quella di
Rovigo) mentre si segnala un aumento del 9,3% degli invii da parte della
Commissione Patenti (Tabelle 6 e 7 e Grafici 5 e 6). Si segnala, tuttavia, che una
parte significativa dell’utenza (74 persone pari al 15%) inviata dalla CMPP, è stata
seguita anche per problemi alcol-correlati successivamente alla valutazione;
pertanto, pur appartenendo alla categoria “patenti”, ha di fatto beneficiato di un
programma terapeutico integrato.
Tabella 6 - Utenti Gruppo Lavoro Alcol, per sede Ser.T. e tipologia
Anni 2010-2011
PACC
Patenti
Totale
Differenza
Sedi
2010
2011
2010 2011
2010
2011
n.
%
Rovigo
334
323
326
346
660
669
9
1,4
Lendinara
150
161
401
449
551
610
59
10,7
ULSS 18
484
484
727
795
1.211
1.279
48
3,9
Tabella 7 - Utenti Gruppo Lavoro Alcol, suddivisi per sesso e sede Ser.T.
Anni 2010-2011
PACC + patenti
Differenza
Utenti
2010
2011
n.
%
Rovigo
Maschi
553 (83,8%)
563 (84,2%)
10
1,8%
Femmine
107 (16,2%)
106 (15,8%)
-1
0,9%
Totale
660
669
9
1,4%
Lendinara
Maschi
491 (89,1%)
556 (91,1%)
65
13,2%
Femmine
60 (10,9%)
54 (8,9%)
-6
-10,0%
Totale
551
610
59
10,7%
Grafico 5 - Utenti inviati da Commissione Patenti
Anni 2005-2011
900
800
700
719
649
600
595
795
769
727
604
500
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
246
Grafico 6 - Utenti con problem i alcol correlati
Anni 2005-2011
500
493
480
460
459
469
484
484
442
440
433
420
400
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
L'età della popolazione con patologie alcol-correlate è più elevata della
popolazione di pazienti dipendenti da altre sostanze e permane la tendenza
all'aumento dell'età. La classe d’età maggiormente rappresentata è quella dai 50 ai
59 anni (31,8%, rispetto al 34,1% del 2010) con un aumento significativo della
popolazione con più di 60 anni (24,4% contro il 21,9% del 2010); la classe di età
dai 40 ai 49 anni rappresenta il 25% della popolazione in esame.
Nel complesso, quindi, il 56% di tali utenti ha più di 50 anni e oltre l'80% ha più di
40 anni (Tabella 8 e Grafico 7).
Tabella 8 - Utenti seguiti dal gruppo alcol, suddivisi per fascia di età, sesso e sede
Anno 2011
Ser.T Rovigo
Ser.T Lendinara
ULSS 18
Già in
Già in
Nuovi
Nuovi
Classi
carico
carico
d’età
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
tot
%
<19
1
0
0
0
0
1
0
0
1
1
2
0,4%
20-29
3
2
7
2
0
0
1
0
11
4
15
3,1%
30-39
8
1
30
10
5
2
16
2
59
15
74
13,3%
40-49
9
9
47
13
6
0
31
6
93
28
121
25,0%
50-59
8
4
60
22
4
2
37
17
109
45
154
31,8%
>60
9
3
59
16
1
7
20
3
89
29
118
24,4%
Totale
38
19
203
63
16
12 105
28
362 122 484 100,0%
247
Grafico 7 - Fasce di età utenti gruppo alcol
Anno 2011
40-49 aa
25,0%
>60 aa
24,4%
fino a 19 aa
0,4%
30-39 aa
15,3%
20-29 aa
3,1%
50-59 aa
31,8%
Quanto sopra conferma quanto già segnalato negli anni precedenti, ovvero che
l’accesso al servizio è spesso condizionato da una storia di abuso etilico e/o
dipendenza di lunga durata, il che determina la presenza di una utenza con elevata
complessità, sia sul piano clinico (comorbidità con patologie internisticheneurologiche e psichiche), sia sul versante sociale (disagio lavorativo, abitativo,
familiare).
Si sottolinea, inoltre, che gli utenti appartenenti alle fasce di età più basse, con
problemi di dipendenza da sostanze illegali, utilizzano frequentemente alcool in
associazione alle altre droghe e non vengono inseriti nella categoria “PACC”,
essendo l’alcool sostanza secondaria d’abuso.
Tenendo in considerazione i dati regionali e nazionali, che segnalano un costante
abbassamento dell'età di uso e abuso alcolico ed il riscontro di un numero elevato
di utenti “giovani” tra coloro che vengono inviati dalla Commissione Patenti, è
presumibile che il mancato afferire al Servizio per problematiche legate all'abuso di
alcool da parte di utenti delle fasce d'età inferiori sia almeno in parte connesso
all'accettazione “sociale” e nel “gruppo di pari” dell'uso di alcool, almeno fin quando
non compaiono, col tempo, problemi sociali o clinici gravi ed evidenti.
Per quanto riguarda i nuovi utenti, ovvero quelli presi in carico per la prima volta
nell’anno in esame, essi sono risultati essere 28 presso la sede di Lendinara e 57
presso la sede di Rovigo, pari al 17,5% dell’utenza totale (sostanzialmente in linea
con il dato del 17,9% del 2010).
Risulta significativo il numero di nuovi utenti di genere femminile (31 femmine vs 54
maschi), a conferma della presenza di un sempre maggior numero di donne con
problemi alcol-correlati (rispetto alla popolazione di pazienti con dipendenza da
altre sostanze); d'altro canto tale dato è indice del graduale venir meno della
resistenza del genere femminile ad intraprendere un trattamento terapeutico e
riabilitativo per PACC.
248
Ambulatorio “Gioco d’azzardo”
La “Relazione annuale al Parlamento 2011 sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle
tossicodipendenze in Italia”, segnala una prevalenza di gambling (gioco d’azzardo)
patologico nel corso della vita pari all’1%, mentre il 5% della popolazione appare a
rischio di sviluppo della patologia. Tra la popolazione studentesca, la percentuale
di soggetti con gioco d’azzardo problematico appare maggiore (10%), come anche
la presenza di forme già patologiche (5%).
Dal punto di vista sociale, i soggetti affetti da GAP (Gioco d’Azzardo Patologico)
presentano un elevato rischio di compromissione finanziaria personale, con
evidenti ripercussioni in ambito familiare e lavorativo, fino ad arrivare alla richiesta
di prestiti usuranti: tra il 2005 e il 2010 si è osservato un aumento del 165% delle
istanze di accesso al fondo di solidarietà presentate dalle vittime di usura.
Dal 2004 al 2010, c’è stato di un incremento del 148% della spesa per il gioco
d’azzardo. Utilizzando questo dato come elemento di prossimità per la valutazione
dell’entità del gioco d’azzardo, è plausibile ipotizzare che anche la quota di soggetti
affetti da GAP stia aumentando all’interno della popolazione generale.
L’aumento del fenomeno implica la necessità di organizzare e avviare strategie
specifiche per la valutazione, la presa in carico ed il trattamento di questa tipologia
di utenza, nonché per attivare interventi di prevenzione sul territorio.
La SOC Tossicodipendenze ha iniziato da tempo a ricevere richieste rispetto al
trattamento del gioco d’azzardo problematico e patologico, riscontrando un
aumento delle stesse a partire dal 2009. Per rispondere a questa problematica,
diversi operatori del Servizio hanno iniziato una formazione specifica.
A partire da febbraio 2011 si è aperto presso la sede di Lendinara un ambulatorio
dedicato (martedì dalle 14.00 alle 17.30). Il gruppo di lavoro è composto da un
medico psichiatra, uno psicologo, un assistente sociale ed un infermiere
professionale.
Come per le altre prestazioni del servizio, l’accesso è diretto e gratuito. Viene
offerto un trattamento individualizzato e/o familiare, con trattamenti multimodali o
monomodali, a seconda dei bisogni presentati dal paziente.
Vengono presi in carico pazienti, tendenzialmente insieme ad almeno un familiare,
con diagnosi primaria di gioco d’azzardo; qualora siano presenti comorbilità, si
lavora in collaborazione con gli altri servizi di riferimento.
Nel 2011 sono state seguite 19 persone, di cui solo 2 donne, di età compresa fra i
20 e i 59 anni che giocano prevalentemente con le slot-machines ma anche con i
“Gratta e Vinci” e il poker on line.
Prevalgono le situazioni “pure”, non complicate dall’uso di sostanze (maggiore copresenza di abuso di alcol) o diagnosi di tipo psichiatrico.
I trattamenti erogati sono stati prevalentemente di tipo psico-educativo piuttosto
che medico-farmacologici.
249
Attività d’inserimento sociale e lavorativo
L’uso di sostanze psicoattive comporta spesso difficoltà nell’ambito dell’inserimento
sociale e del lavoro.
Tale difficoltà può essere attribuita a varie cause:
• l’azione diretta delle sostanze, che comporta una alterazione
dell’attenzione, dei tempi di reazione, della memoria, dell’apprendimento, del
giudizio, della volontà, della motilità, fino a disturbi della percezione e del
pensiero;
• il progressivo ritiro di investimento su tutto ciò che non sia l’uso della
sostanza stesso, ed azioni connesse al suo reperimento. A questo
conseguono modificazioni dello stile di vita, con isolamento sociale, perdita di
interessi, trascuratezza;
• la comparsa di deficit fisici (es. nell’alcolista epatopatie, neuropatie
periferiche, sintomi di astinenza…..);
• l’aggravarsi di disturbi mentali preesistenti e la comparsa di problemi
psichiatrici conseguenti all’intossicazione cronica;
• le modificazioni del pensiero, dovute al prevalere di negazione (negare o
minimizzare gli aspetti problematici dell’uso di sostanze) e proiezione
(attribuire a cause esterne la continuazione dell’uso). Queste modalità di
pensiero nel tempo si estendono a tutto il funzionamento mentale,
divenendone la caratteristica preminente;
• le problematiche legali, dal ritiro della patente alla contenzione in carcere.
Il percorso d’inserimento si può presentare quindi lungo e complesso, richiedendo
l’attivazione di progetti diversificati a seconda della persona e delle sue
problematiche.
La SOC Tossicodipendenze dell’Azienda ULSS 18 ha strutturato nel percorso di
salute della persona, in un’ottica di trattamento integrato (farmacologico,
psicologico, socio-educativo), tre progetti differenziati rivolti a specifiche fasce
d’utenza. Ogni progetto è stato condiviso con l’utente ed i suoi familiari;
indispensabile, inoltre, il lavoro di rete con i Servizi Sociali dei Comuni, il Centro
per l’Impiego della Provincia, le Cooperative Sociali del territorio, l’UEPE (Ufficio
Esecuzione Penale Esterna), il Servizio Integrazione Lavorativa ed il Centro Salute
Mentale dell’ULSS 18, le Associazioni del territorio.
1. Progetto terapeutico-riabilitativo
Obiettivi:
a. Promuovere l’acquisizione della consapevolezza di sé, della propria storia
lavorativa, propensioni, capacità vere e presunte;
b. Promuovere e consolidare le competenze relazionali e acquisire un buon
livello di adeguatezza comportamentale;
c. Prevenire il rischio di ricadute;
d. Verificare le capacità di apprendimento ed esecuzione dei compiti (ritmo
lavorativo, mantenimento attenzione sul lavoro, autocontrollo del risultato...);
e. Verificare l’acquisizione di comportamenti e regole del lavoro (rispetto degli
orari, frequenza costante, rispetto regole organizzative….).
2. Progetto Formativo
250
Obiettivi:
a. Accompagnare la persona nell’orientamento e nella scelta del lavoro più
significativo tra quelli possibili;
b. Favorire percorsi formativi utili allo svolgimento di un’attività lavorativa;
c. Favorire la ricerca attiva del lavoro (colloqui al centro per l’impiego, agenzie
interinali ecc.);
d. Inserire la persona nel mondo del lavoro.
3. Progetto d’inserimento sociale.
Obiettivi:
a. Favorire l’inserimento sociale, possibilmente nel contesto di appartenenza;
b. Mantenere una situazione di salute stabile prevenendo il rischio di ricadute.
Per i finanziamenti sono stati utilizzati i fondi del Comune e Provincia, fondi del
S.I.L. e del Dipartimento di Salute Mentale. dell’Azienda USS 18, fondi RegioneUEPE-Comune per detenuti in misura alternativa al carcere (Tabella 9).
Tabella 9 - Progetti d’inserimento socio-lavorativo attivati nell’anno 2011
Progetti d’inserimento socio- lavorativo avviati con finanziamento della Provincia
e del Comune
Progetti d’inserimento socio-lavorativo avviati con finanziamento del
Dipartimento Salute Mentale Azienda ULSS 18
Progetti d’inserimento socio-lavorativo avviati con finanziamento del Servizio
Integrazione Lavorativa Azienda ULSS 18
Progetti d’inserimento socio-lavorativo avviati con finanziamento RegioneUEPE-Comune per detenuti in misura alternativa al carcere
Progetti d’inserimento socio-lavorativo a carico dell’Ente ospitante.
Totale progetti attivati
9
6
4
2
6
27
Gli inserimenti sono stati svolti presso Cooperative Sociali, agriturismo,
supermercati, Case per Anziani, officine, call-center, fabbrica di tubazioni
idrauliche, punto cottura, Servizi cimiteriali ASM, serre e vivai, Biblioteca comunale,
servizio di manutenzione comunale, gattile (U.N.A.) e canile (Lega del Cane).
Programmi terapeutico-riabilitativi per persone segnalate dalla Prefettura
secondo art. 75 T.U. 309/90
In base a quanto previsto dall'art.75 del Testo Unico 309/90, chiunque violi tale
articolo viene invitato dalla Prefettura a seguire un programma terapeutico e socioriabilitativo o altro programma educativo e informativo personalizzato, presso il
servizio pubblico per le tossicodipendenze competente per territorio.
Già da tempo la SOC Tossicodipendenze collabora attivamente con la Prefettura di
Rovigo per la definizione dei programmi nei confronti dei soggetti segnalati; nel
2010 si è giunti alla firma di un protocollo d’intesa che ne stabilisce le procedure.
In base all’età delle persone inviate, modalità di consumo e tipologia di sostanza,
vengono individuate sedi diverse di intervento:
• Ser.T.: consumo abituale di sostanze illegali con particolare attenzione a
eroina, cocaina, ecstasy e simili,
251
• “Terra di Mezzo”: consumo ricreazionale/occasionale di sostanze illecite con
particolare attenzione ai cannabinoidi, e/o giovane età dei segnalati.
I percorsi prevedono colloqui di valutazione con l’assistente sociale, valutazione
medica e controlli periodici dei liquidi biologici (sempre presso la sede Ser.T.),
colloqui di valutazione con lo psicologo ed eventuali percorsi di sostegno. La
durata del programma e la sua articolazione variano principalmente in base al tipo
di sostanza e alla modalità di consumo.
La sede di Terra di Mezzo per i segnalati più giovani vuole offrire l’opportunità ai
ragazzi di trovare uno spazio di riflessione critica sull’uso di sostanze senza essere
connotati come tossicodipendenti.
Nel 2011 sono arrivate alla SOC Tossicodipendenze 140 segnalazioni per
violazione dell’art.75 (rispetto alle 88 del 2010, con un incremento del 59%). Di
queste, 39 hanno visto la co-gestione con il progetto Terra di Mezzo.
Rispetto agli esiti dei programmi:
− 23 persone non hanno accolto l’invito della Prefettura o il programma
proposto dal servizio;
− 17 hanno accettato il programma ma non lo hanno portato a termine;
− 2 hanno concluso il programma, ma con esito negativo;
− 77 hanno concluso il programma proposto con valutazione positiva;
− 21 sono tuttora in fase di monitoraggio/trattamento.
2. La prevenzione nell’ambito delle dipendenze
L’attività di prevenzione rappresenta una parte fondamentale dei compiti
istituzionali del Ser.T in un’area complessa a contatto con i cambiamenti del
mondo giovanile. L’evoluzione sociale in atto relativa ai consumi di sostanze
psicoattive rischia di determinare gravi difficoltà nel contrasto al consumo sia a
livello clinico che sociale: si cita ad esempio l’espansione delle aree di disagio
psicologico e sociale (un dato su tutti è l’aumento del rischio suicidario in
adolescenza), l’entrata sul mercato di nuove sostanze, l’abbassamento dell’età di
iniziazione, la difficoltà per chi abusa a riconoscere il problema e ad accedere
precocemente ai servizi.
Il Ser.T sta, pertanto, investendo nella prevenzione con un ampio respiro
strategico:
1. a livello di prevenzione primaria attraverso una presenza anche nelle
scuole medie, con interventi diretti degli Educatori del Ser.T ma anche con
progetti di formazione e sostegno delle competenze educative di
insegnanti e genitori;
2. a livello di prevenzione secondaria attraverso una maggiore presenza sul
territorio per intercettare quelle situazioni in cui ancora non si sono
manifestate precise problematiche sul versante psichiatrico o della
tossicodipendenza, ma si possono intravedere (e supportare meglio) i
prodromi o i rischi di un disadattamento.
Lo sforzo di “uscire dall’ambulatorio” per incontrare i giovani più vicino ai loro
contesti di vita ed aggregazione si esprime attraverso:
252
l’attività nelle Scuole Elementari, Medie Inferiori e Superiori
l’operatività del Servizio ‘Terra di Mezzo’ attraverso il lavoro degli Educatori
di Strada nei contesti di aggregazione giovanile e l’attività di Consulenza
Psicologica rivolta agli adolescenti/ giovani adulti e alle loro famiglie.
Attività svolte negli Istituti Scolastici
Nell’anno scolastico 2010/2011 il Ser.T. ha collaborato con 2 Scuole Elementari, 5
Istituti di Scuola Media (10 sedi dislocate nel territorio del Medio e Alto Polesine) e
11 Istituti di Scuola Media Superiore del territorio aziendale.
Sommando le diverse iniziative sono stati raggiunti complessivamente 1.924
studenti: 152 nelle scuole elementari, 302 nelle scuole medie, 1.470 nelle scuole
superiori. Durante l’anno si è potenziata l’attività di formazione con gli adulti
significativi coinvolgendo complessivamente 159 genitori e 45 docenti.
La Tabella 1 illustra l’attività effettuata presso le Scuole Primarie e Secondarie di
Primo e Secondo grado nel corso dell’anno scolastico 2010/2011.
Nella Tabella 2 si riporta l’attività effettuata con gli Enti del mondo del lavoro.
253
Tabella 1 - Interventi presso le Scuole
Anno scolastico 2010/2011
Scuola Primaria (elementari)
- Moduli formativi/informativi tematici
- 7 Classi
- Interventi condotti direttamente dagli Educatori Ser.T.
- 152 Studenti raggiunti
all’interno del gruppo classe
- Formazione Docenti a cura degli Educatori Ser.T.
- 11 Docenti formati
- Formazione Genitori a cura dello Psicologo
- 80 Genitori formati
Scuola Secondaria di Primo Grado (medie)
- Moduli formativi/informativi tematici
- 15 Classi
- Interventi condotti direttamente dagli Educatori Ser.T.
- 302 Studenti raggiunti
all’interno del gruppo classe
- Formazione Docenti a cura degli Educatori Ser.T.
- 16 Docenti formati
- Attività Educatori di Strada
- 4 Classi incontrate
- Interventi di conoscenza dell’educativa di strada nelle
- 82 Studenti contattati
classi terze
- 4 Gruppi
- Formazione Genitori a cura dello Psicologo
- 79 Genitori formati
Scuola Secondaria di Secondo Grado (superiori)
- 7 sportelli C.I.C.
- 58 persone si sono rivolte allo
- Consulenze c/o C.I.C. (Centro di Informazione e
sportello di consulenza
- 125 gli accessi totali
Consulenza) a cura delle Psicologhe del Ser.T
- 3 invii al Servizio Consulenza
Adolescenti “Terra di Mezzo”
- Peer Educators (P.E.)
- 5 gruppi formati e supervisionati
- Formazione e supervisione all’attività per gruppi P.E.
- 102 peer educators attivi
condotta dagli Educatori Ser.T.
- Moduli formativi/informativi tematici
- 62 Classi
- Interventi condotti direttamente dagli Educatori Ser.T.
- 1.368 Studenti raggiunti
all’interno del gruppo classe
- Formazione Docenti a cura degli Educatori Ser.T.
- 18 Docenti formati
Tabella 2 - Interventi presso Enti (ENEL e Provincia)
- 5 gruppi
- 5 incontri
Utenti coinvolti/ formati
- 108 partecipanti
- 2 dirigenti coinvolti
254
“Terra di Mezzo”: un progetto del Dipartimento di Salute Mentale
nell’ambito del disagio giovanile
“Terra di Mezzo” è un progetto che si rivolge agli adolescenti, ai giovani adulti
(fascia d’età 14-26 anni) e alle loro famiglie, nella fase del ciclo vitale in cui il
processo di crescita può avvenire in modo dis-funzionale, l’obiettivo del progetto è
di identificare le situazioni a rischio a livello individuale e/o di gruppo promuovendo
stili relazionali alternativi a quelli disfunzionali e accogliendo quelle condizioni di
iniziale difficoltà in cui può trovarsi un adolescente, prima che possano sfociare in
una patologia conclamata o arrivino alla cronicizzazione.
Si avvale di due gruppi di lavoro strettamente integrati che operano nella comunità
locale (Educatori di Strada), nella scuola e nei centri di consulenza psicologica
individuale e familiare (S.C.A.- Servizio Consulenza Adolescenti).
Il Progetto nel 2011 ha avuto il sostegno economico dell’Azienda ULSS 18, della
Fondazione CARIPARO, della Provincia e di 26 Comuni (Calto, Castelmassa,
Ceneselli, Costa, Stienta, Castelguglielmo, Bergantino, Melara, Giacciano con
Baruchella, Bosaro, Ceregnano, Polesella, Frassinelle, Villadose, Rovigo, Ficarolo,
Guarda Veneta, Occhiobello, S.Martino di Venezze, Pontecchio Polesine, Gavello,
Villanova Marchesana, Crespino, Canaro, Bagnolo Po, Canda), contro i 19
dell’anno precedente.
L’attività del progetto “Terra di Mezzo” può essere sintetizzata in 2 fasi:
1. fase di sensibilizzazione, informazione ed incontro con il territorio e i
Servizi dell’Azienda ULSS 18;
2. fase operativa, che include l’attività degli Educatori di Strada e del Servizio
Consulenza Adolescenti (SCA).
Queste fasi non sono da intendersi in successione esclusivamente temporale ma
interconnesse tra di loro a seconda dei bisogni rilevati nel territorio.
“Educativa di Strada”
Nel territorio dell’Azienda ULSS è attiva un’équipe di Educatori di Strada, il cui
compito consiste nel contattare gruppi informali di adolescenti e giovani in
situazioni di disagio (funzione prevalente: prevenzione selettiva); condividere con
loro momenti di socialità; stimolare e supportare l’iniziativa giovanile per
promuovere l’autoefficacia e gli stili di vita sani; offrire disponibilità al dialogo
adulto-adolescente libero e non giudicante; fornire, se necessario, supporto
educativo o informazioni; orientare alla fruizione dei servizi socio-sanitari in caso di
difficoltà e facilitandone l’accesso.
Servizio “Consulenza agli Adolescenti” (S.C.A.)
E’ uno spazio rivolto ad adolescenti e giovani adulti che presentano difficoltà non
solo legate all’uso di sostanze ma anche ad altri comportamenti di disagio. Si
caratterizza per una “facile accessibilità” (non c’è lista d’attesa); si connota per una
gestione “friendly”; non è stigmatizzante; collabora e lavora in sinergia con le varie
Unità Operative dell’ULSS 18 e del territorio, al fine di garantire una puntuale
risposta alle richieste di aiuto. E’ prassi richiedere in loco eventuali consulenze
specialistiche esterne, nell’ottica di promuovere il ben-essere e non lo stigma su un
255
disagio e/o un disturbo mentale. Vi possono accedere anche genitori, insegnanti
ed educatori per migliorare la loro capacità di relazione e gestione di situazioni
complesse in riferimento agli adolescenti. Sono previsti percorsi di supporto alla
genitorialità e psicoterapia familiare (funzione prevalente: prevenzione indicata).
Il Servizio di Consulenza per Adolescenti viene erogato in 4 sedi: Badia Polesine,
Castelmassa, Rovigo e Occhiobello.
Nella Tabella 1 vengono riassunte le attività effettuate nel corso del Progetto.
Tabella 1 – Attività svolte nell’ambito del Progetto “Terra di Mezzo”
Anno 2011
Fase di sensibilizzazione, informazione ed incontro con il territorio e i Servizi
dell’Azienda ULSS 18
Obiettivi:
• presentazione del progetto ‘Terra di Mezzo’ ai nuovi Comuni e alla Conferenza
dei Sindaci
• conoscenza del territorio e dei suoi bisogni
• raccolta informazioni rispetto ai gruppi giovanili presenti
Attività
103
Incontri con Amministrazioni Locali
Incontri con l’U.S.S.M. (Ufficio Servizio Sociale per i Minori del Tribunale
15
di Venezia)
Incontri con adulti significativi (incontri con privato sociale, associazioni,
58
consulte locali,..)
52
Incontri, contatti con i Servizi dell’Azienda ULSS 18
Incontri, contatti (telefonici o via e-mail) con Medici di Medicina Generale
155
e Pediatri di Libera Scelta
Fase operativa: Educativa di Strada
Obiettivi:
• Creare relazioni significative con gli adolescenti incontrati nei loro contesti
aggregativi
• Sviluppare occasioni in grado di stimolare la riflessione sui comportamenti a
rischio
• Avvicinare ragazzi e Amministrazioni locali
• Creare occasioni in grado di promuovere il protagonismo giovanile
Attività
446
Uscite in compagnia
Uscite di conoscenza del territorio*
178
*Uscite in 7 nuovi Comuni che hanno aderito al progetto nella II^
annualità
24
Uscite di partecipazione ad eventi organizzati dagli EDS e dai ragazzi
Uscite di prevenzione all’uso/abuso di alcol (con etilometro) durante
8
eventi organizzati nel territorio
19
Incontri nelle scuole per presentare il servizio ‘Terra di Mezzo’
Aggiornamento periodico dell’operatività alle Amministrazioni Locali e
95
Provincia
256
La popolazione giovanile di età compresa tra i 15 e i 19 anni (target privilegiato
dagli Educatori di Strada) nei 26 comuni aderenti al progetto è pari a 4.699 ragazzi.
Gli Educatori di Strada sono venuti in contatto con 755 ragazzi di quella fascia
d’età, ossia il 16%. Se confrontiamo il dato “ragazzi seguiti” (ossia 170 ragazzi) si
può affermare che gli Educatori hanno lavorato con regolarità con il 4% dei ragazzi
tra i 15 e i 19 anni, stabilendo con loro una relazione continuativa nel tempo. In
altre parole una relazione educativa in cui l’adulto ascolta e comprende i bisogni
dei ragazzi, ponendosi come figura non giudicante, accompagnandoli nel loro
percorso di crescita.
Fase operativa: Servizio Consulenza Adolescenti
Nella Tabella 2 viene indicata l’utenza che si è rivolta al Servizio Consulenza
Adolescenti. Le sedi sono 4: Rovigo, Occhiobello, Castelmassa e Badia Polesine.
Tabella 2 - Tipologia di utenza del Servizio Consulenza Adolescenti
Triennio 2009-2011
Tipologia
2009
2010
2011
Adolescente
62
80
61
(fascia d'età 14 - 18)
(44%)
(40%)
(31%)
Giovane Adulto
26
31
48
(fascia d'età 18 - 25/26)
(19%)
(15%)
(25%)
Parente
3
10
3
(sorella, fratello, zio/a, ecc.)
(2%)
(5%)
(1%)
49
81
83
Genitore
(35%)
(40%)
(43%)
Educatore (insegnanti, …)
Totale
140
202
195
Nella Tabella 3 vengono riportati i valori numerici che fanno riferimento alle
problematiche riscontrate negli adolescenti e nei giovani adulti (109 utenti) che
sono stati seguiti dal Servizio Consulenza Adolescenti. Si specifica che “Terra di
Mezzo” è un Servizio che lavora nell’ottica della riduzione del rischio pertanto si
parla di comportamenti problematici e non di ‘patologia conclamata’.
Nella Tabella 4 vengono invece riportati i risultati ottenuti dal Servizio.
L’attività di Consulenza Psicologica svolta presso “Terra di Mezzo” nel triennio
2009-2011 evidenzia un incremento nel 2010, stabilizzatosi nel corso del 2011.
Il numero dei percorsi conclusi evidenzia la flessibilità del servizio inteso come
luogo in grado di cogliere il disagio emergente attraverso risposte tempestive,
secondo modalità meno istituzionali e più funzionali per i ragazzi.
257
Tabella 3 - Problematiche riscontrate negli utenti afferenti
al Servizio Consulenza Adolescenti
Triennio 2009 – 2011
Problematiche
2009
2010
2011
Condotte a rischio*
32
25
43
Condotte a rischio del figlio rilevate dai genitori
44
26
59
e/o parenti
D’identità sessuale
0
2
1
Difficoltà scolastiche
13
3
10
Conflittualità in famiglia
17
8
4
Disturbi d’ansia
22
15
18
Disturbi dell’umore
5
8
6
DOC
1
1
1
Art. 75 (segnalati dalla Prefettura per cannabis)
34
24
31
Componenti del nucleo familiare convocati al
27
28
29
servizio per la problematica del figlio (CNF)
Totale
140
202
195
* internet addiction, gambling, guida pericolosa, assunzione di droghe legali ed illegali,
attività sessuali promiscue e non protette, comportamenti autolesivi, ecc…
Tabella 4 - Esiti dei trattamenti effettuati
presso il Servizo Consulenza Adolescenti
Anni 2009-2011
Esiti
2009
Concluso (si intende il raggiungimento degli obiettivi
terapeutici concordati e la remissione di eventuali
44
sintomi per i quali era stato richiesto il trattamento)
Invio ad altro Servizio
5
Drop Out
2
In carico
68
Rifiuto del trattamento (si intendono i ragazzi segnalati
dalla Prefettura -art. 75- che non hanno accettato il
7
programma proposto)
Follow Up (monitoraggio)
14
Totale
140
2010
2011
88
115
11
9
81
5
7
59
5
6
8
202
3
195
258
3.10 L’assistenza socio-sanitaria rivolta a persone con disabilità
La SOS Dipartimentale Disabilità-Integrazione Lavorativa è una struttura
operativa del Dipartimento Organizzazione Distrettuale che si occupa di: diagnosi,
riabilitazione e inserimento sociale di persone disabili sia in età evolutiva che in età
adulta.
L’organizzazione permette la continuità della presa in carico per i progetti
assistenziali socio-sanitari attraverso un “unico percorso” che inizia con
l’Integrazione a Scuola ed arriva fino all’Integrazione Lavorativa o all’Inserimento in
Struttura.
La rete operativa della SOS Dipartimentale Disabilità/SIL comprende:
Integrazione Scolastica
Nuoto Disabili
Integrazione Lavorativa
Progettualità Regionali (L.162/98 “Interventi a favore delle persone con
disabilità grave e gravissima”, Progetto “Vita Indipendente”, L.284/97
“Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e
l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”)
Centri Diurni per persone Disabili.
La metodologia di lavoro prevede la definizione e la valutazione dei progetti
assistenziali attraverso:
- valutazioni multiprofessionali
effettuate esclusivamente da operatori del
Servizio Disabilità (Tabella 1),
- valutazioni multidimensionali (UVMD) effettuate in sinergia con altri Servizi
Aziendali e Territoriali (Tabelle 2 e 3).
I progetti vengono definiti con la partecipazione attiva dell’interessato e/o della sua
famiglia. La gestione del progetto individualizzato è affidata al Responsabile del
Caso, referente per la persona interessata e per tutte le risorse coinvolte.
Tabella 1 - Valutazioni Multiprofessionali effettuate dalla SOS Dpt Disabilità/SIL
Anni 2010-2011
Motivo
Anno 2010
Anno 2011
Integrazione Lavorativa
30
43
Integrazione Socio-Educativa
52
82
Sollievo
45
56
Valutazioni/verifiche Residenzialità
6
25
Prescrizione ausili
44
23
Altro
19
12
Totale
196
241
259
Tabella 2 - U.V.M.D. e S.Va.M.Di. effettuate con altri servizi,
su convocazione della SOS Disabilità/SIL
Anni 2010- 2011
Totale UVMD/S.Va.M.Di.
Partecipanti
UVMD/S.Va.M.Di.
effettuate
UVMD/S.Va.M.Di.
2010
2011
2010
2011
SOS Disabilita/SIL
346
389
MMG e Pediatri
160
215
346
389
Comuni
38
27
Altri Servizi Aziendali
161
154
Altri soggetti Territoriali
37
24
Tabella 3 - UVMD/S.Va.M.Di. effettuate, suddivise per tipologia di progetto
Anno 2011
Tipologia Progetto
UVMD/S.Va.M.Di.
Residenzialità
19
Ospitalità Temporanea Riabilitativa
5
Centro Diurno Disabili
1
Assistenza Domiciliare
1
Integrazione Lavorativa
5
Progetti Regionali (L.162/98 Piani Personalizzati)
73
Progetti Regionali (L.162/98 Vita Indipendente)
18
Progetti Regionali (L.284/97)
14
Integrazione Scolastica
208
Altro
2
Totale
346
Le figure professionali coinvolte sono state:
• 1 Neurologo consulente, con 1 accesso settimanale
• 1 Fisiatra consulente, con 1 accesso settimanale
• 5 Psicologi
• 1 Psicopedagogista
• 6 Assistenti Sociali, di cui 3 a part-time
• 22 Educatori Professionali, di cui 3 part-time
• 63 Operatori Socio-Sanitari, di cui 6 part-time
• 3 Fisioterapisti
• 1 Infermiere Professionale, a tempo pieno
• 1 Infermiere Professionale, per 5 ore la settimana
• 1 Musicoterapeuta, per 15 ore la settimana
• 1 Coadiutore Amministrativo Esperto
• 1 Coadiutore Amministrativo a 6 ore.
La tipologia di utenza che utilizza i servizi offerti dalla struttura ed i progetti attivati
sono riportati in Tabella 4.
260
Tabella 4 – Flusso tipologia d’utenza con progettualità
Anni 2009-2011
2009
2010
161
149
Centri Diurni Disabili (CDD)
2011
160
Integrazione Lavorativa
Integrazione Scolastica
292
520
312
638
292
787
Nuoto Disabili
102
103
103
di cui 3 fuori ULSS di cui 8 fuori ULSS
di cui 8 fuori ULSS
Progettualità Regionali (L.62/98)
-Vita indipendente
24
26
25
-Progetti Individualizzati
36
66
82
Ciechi Pluriminorati (L. 284/97)
10
13
14
Accoglienza in Residenza
95*
27
19
Totale
1.228
1.346
1.483
*Il dato del 2009 comprendeva le rivalutazioni di 73 progetti degli ospiti dell’Istituto “Casa
Sacra Famiglia” di Fratta Polesine effettuate in applicazione della DGR Veneto n. 4589 del
28 dicembre 2007 “Indirizzi per la determinazione dei livelli di assistenza alle persone con
disabilità accolte nei servizi residenziali. Attuazione dell’art. 59 della Legge Regionale 2 del
2007.”
Nella Tabella 5 sono riportate la tipologia e le percentuali di invalidità assegnate
dalle competenti Commissioni agli utenti che rientrano nella progettualità della
SOS Dpt Disabilità.
113
99
6,4%
158
146
9,4%
388
405
26,2%
0
Sordomuti
100%
2
Ciechi
75-99%
584
701
45,3%
46-74%
32
25
1,6%
Invalidità civile
0-45%
Indennità di
Frequenza
2011
20 33
103 23
6,7% 1,5%
In attesa di
valutazione
2010
Non invalido
Anno
Non
conosciuta
Tabella 5 – Tipologia e percentuale di invalidità assegnata agli utenti
Anni 2010-2011
39
42
2,7%
4
3
0,2%
Totale
1.373
1.547
Integrazione scolastica
L’integrazione scolastica, definita dalla L.104/1992 “Legge-quadro per l’assistenza,
l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, “ha come obiettivo lo
sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella
comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”.
L’attività prevede un lavoro integrato tra la persona disabile e/o la sua famiglia, la
scuola e il Servizio Disabilità che si concretizza in gruppi di lavoro
interistituzionali “Gruppi H” nei quali, per ogni assistito, è definito il Piano
Educativo Individualizzato (PEI). Il PEI può pianificare: consulenza specialistica
261
(neurologica, fisiatrica, psicologica), sostegno psicologico al singolo e/o alla
famiglia, consulenza psicologica agli insegnanti, assistenza personale a scuola.
Allo scopo di coordinare gli interventi sanitari, socio-assistenziali e scolastici, la
L.104/92 prevede la stipula di un accordo di Programma fra Enti Locali, Organi
Scolastici, Unità Socio-Sanitarie Locali nell’ambito delle rispettive competenze.
Nell’ambito di tale accordo le azioni a carico dei servizi socio-sanitari sono:
− certificazione e/o individuazione alunni disabili;
− diagnosi funzionale;
− gruppi interistituzionali e/o gruppi handicap.
Nella Tabella 6, 7 e 8 sono riportati il numero delle UVMD/S.Va.M.Di svolte nel
2011, il numero degli alunni certificati negli anni 2009-2011 e l’attività svolta dalle
figure professionali coinvolte nel corso del 2011.
Qualora l’alunno Disabile tramite UVDM sia ritenuto “Gravissimo”, l’Azienda ULSS
assegna un operatore OSS che lo assisterà a scuola nell’autonomia personale e
sociale (Tabella 9).
Tabella 6 – UVMD/S.Va.M.Di effettuate per tipologia di progetto
Anno 2011
Tipologia di progetto
N° UVMD/S.Va.M.Di
Diagnosi Funzionale e nuove certificazioni
146
Diagnosi Funzionale e certificazioni rivalutate
105
Totale
251
Tabella 7 - Alunni certificati
Anni 2009-2011
Alunni
2009
2010
Certificati rivalutati
418
504
Nuovi certificati
106
134
Totale certificati
524
638
Incidenza dei nuovi certificati
20,2%
21,0%
2011
641
146
787
18,5%
Tabella 8 - Operatori coinvolti nelle UVMD/S.Va.M.Di
Anno 2011
N°
N°
Figure Professionali
Presenze
Convocazioni
Pediatra
25
124
MMG
7
76
Psicologo
155
155
Assistente Sociale
251
251
Referente Integrazione Scolastica
251
251
Fisioterapista
3
3
Logopedista
33
33
Neuropsichiatra
92
92
%
Presenze
20,2%
5,3%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
262
Anni
2009
2010
2011
Tabella 9 - Alunni certificati assistiti con operatori OSS
Anni 2009-2011
N° alunni
N° ore
N° ore
N° alunni
per
operatore
operatore
Totale
assistiti
operatore
convenzionato dipendente
dipendente
106
30.000
-30.000
-112
32.000
-32.000
-133
33.000
-33.000
--
N° ore
pro
capite
annuali
283
285.5
248
Tabella 10 - Alunni in condizione di handicap inseriti nei diversi ordini di scuola
Anni 2009-2011
Anno solare
Anno solare
Anno solare
2009
2010
2011
Ordine scuola
con
con
con
certificati
certificati
certificati
addetto
addetto
addetto
Asilo nido
1
1
3
3
2
2
Materna
54
37
54
32
65
44
Primaria
171
29
218
49
255
53
Secondaria I grado
162
14
207
13
270
15
Secondaria II grado
121
14
158
15
183
19
Formazione Prof.le
6
0
0
0
12
/
Il Grafico 1 mette in luce come la popolazione certificata aumenti con l’accesso
alla Scuola Primaria e alla Scuola Secondaria di secondo grado, infatti mentre
nella Scuola Materna il numero dei certificati, negli anni, rimane pressoché
invariato, nella Scuola Primaria e Secondaria di secondo grado vi è un significativo
aumento.
E’ interessante notare che le certificazioni riguardano le difficoltà di apprendimento
e del comportamento, e non le difficoltà gravi, perché come si evince dallo stesso
Grafico, gli alunni con assistenza scolastica rimangono più o meno invariati.
La distribuzione dei dati fa ipotizzare la presenza di problemi nell’individuazione
precoce delle difficoltà, o che nell’aumentare dell’ordine della scuola aumenta
anche la complessità dei compiti richiesti agli alunni.
263
Grafico 1 - Alunni in condizione di handicap inseriti nei diversi ordini di scuola
Anni 2009-2011
270
260
250
240
230
220
210
200
190
180
Asilo nido
170
Materna
160
150
Primaria
140
130
Secondaria I°
120
Secondaria II°
110
100
Formazione Professionale
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
certificati
con
addetto
Anno solare 2009
certificati
con
addetto
Anno solare 2010
certificati
con
addetto
Anno solare 2011
Gruppi di lavoro interistituzionali o Gruppi Handicap
La certificazione e la diagnosi funzionale sono solitamente utilizzate nei gruppi di
lavoro interistituzionali, a cui partecipano Operatori Sanitari, Scolastici e Famiglie
per definire abilità, obiettivi e per verificare i risultati raggiunti (Tabelle 11 e 12).
Tabella 11 - Gruppi di lavoro interistituzionali o Gruppi H
Anni 2009-2011
Anno
Anno
Anno
2009
2010
2011
1.005
Gruppi H
732
961
Distretto 1
Distretto 2
489
516
Tabella 12 - Personale presente ai Gruppi H, diviso per Distretto
Anno 2011
Distretto
Distretto
Figure coinvolte
Totale
Medio Polesine
Alto Polesine
Psicologo
663
288
375
Neuropsichiatra
342
220
122
Assistente Sociale
292
139
153
Logopedista
187
105
82
Fisioterapista
24
19
5
Insegnanti
2.082
1.017
1.065
Genitori
938
447
491
264
Integrazione Lavorativa
Il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) è un servizio socio-sanitario che orienta
la propria attività sulla base del principio dell'inclusione sociale delle persone con
disabilità.
La valutazione dei bisogni, delle abilità e delle aspirazioni della persona disabile
permette l'attivazione di progetti personalizzati che tendono alla maturazione
complessiva della persona stessa al fine di renderla protagonista del proprio
progetto di vita.
Nella Tabella 13 e nel Grafico 2 sono indicati gli assistiti seguiti dal Servizio
suddivisi per tipologia di problematica e per sesso.
Tabella 13 - Persone in carico al SIL, suddivise per tipologia e sesso
Anno 2011
Già in
Nuove
Tipologia
Totale
Maschi Femmine
carico
persone
Disabili (fisici, intellettivi,
157
14
171
100
71
sensoriali)
Con problemi psichiatrici
95
20
115
77
38
Tossicodipendenti
0
0
0
0
0
Alcolisti
5
0
5
4
1
Fasce Deboli (L.23/2006)
1
0
1
0
1
Totale
258
34
292
181
111
Grafico 2 - Persone in carico al Servizio Integrazione Lavorativa,
suddivise per tipologia - Anni 2009, 2010, 2011
200
180
18 9
17 2 17 1
160
140
115
120
2009
10 7
100
2010
80
2011
67
60
40
20
0
2
0
5
8
5
3
2
1
0
Disabili
Con problemi
psichiatrici
Tossicodipendenti
Alcolisti
Fascie Deboli
Nel Grafico 3 sono riportati i progetti attivati nel triennio 2009-2011 suddivisi per
tipologia.
265
Grafico 3 – Progetti attivati
Anni 2009-2011
L’integrazione lavorativa della persona disabile si concretizza grazie alla
disponibilità del sistema delle imprese: il coinvolgimento delle Ditte/Aziende
ospitanti (soggette e non agli obblighi della L.68/99) è un aspetto importante
dell'attività del SIL, che offre loro servizi di consulenza, di accompagnamento e
sostegno nella gestione dei progetti d'inserimento lavorativo.
Nel territorio si è ormai consolidata una rete di aziende pubbliche e private che
collaborano alla realizzazione dei percorsi di integrazione sociale e lavorativa, così
come riportato in Tabella 14.
Tabella 14 - Settori con cui sono state stipulate le convenzioni socio-lavorative
Anni 2009-2011
N. Tirocini
N. Ditte coinvolte
Settori
2009 2010 2011 2009 2010 2011
Agricoltura
5
23
13
5
6
6
Industria
2
8
3
1
7
3
Ente Pubblico
118
113
92
50
42
42
Artigianato
14
8
11
6
3
4
Commercio
16
36
49
12
26
29
Cooperative sociali
75
87
84
16
13
13
Aziende private, associazioni
29
23
49
13
16
5
Altro
0
17
15
0
10
13
Totali
258
310
315
110
119
113
266
Come previsto dalla normativa vigente, dall’anno 2008 è requisito indispensabile
per l’accesso ai tirocini in contesto lavorativo la partecipazione della persona ad un
corso informativo sulla sicurezza degli ambienti di lavoro. I contenuti del corso,
riguardano le procedure e l’utilizzo dei mezzi di protezione e vengono presentati in
forma comprensibile anche per le persone con disabilità intellettiva. I corsi sono
tenuti dai tecnici dello SPISAL e organizzati dal SIL (Tabella 15).
Tabella 15 - Corsi di informazione D.Lgs. 81/2008 e partecipanti
Anni 2009-2011
2011
2009
2010
N° corsi
3
3
3
N° partecipanti
66
170
47
Progetto “Continuità scuola-lavoro”
Nel corso dell'anno 2011 il Servizio di Integrazione Lavorativa e le Scuole
Secondarie di Secondo Grado del territorio hanno collaborato per facilitare, con
percorsi chiari e definiti, il passaggio degli allievi con disabilità dalla scuola al
mondo del lavoro, orientandoli ad intraprendere percorsi adeguati alle loro
potenzialità. Tale collaborazione è stata formalizzata all'interno del “Progetto
Continuità Scuola-Lavoro” inserito nell'Accordo di Programma e nei Piani di Zona
2011-2015.
Le azioni realizzate sono le seguenti:
Anno Scolastico 2010-2011 (gennaio-giugno 2011)
1. incontro con tutte le Scuole Secondarie Superiori del territorio dell'Azienda
ULSS 18 di Rovigo, con l'Istituto Alberghiero di Adria e l'Istituto “Dosso Dossi” di
Ferrara per la presentazione del Servizio Integrazione Lavorativa e del progetto
“Continuità Scuola-Lavoro”;
2. incontro con le famiglie degli alunni in uscita dalla scuola a giugno 2011: sono
state presentate le attività, gli operatori e le modalità di lavoro e di accesso al
Servizio. Gli incontri si sono svolti presso le scuole in forma collettiva o
individualmente presso il servizio. 8 sono le famiglie che hanno partecipato agli
incontri;
3. accesso al Servizio degli alunni che hanno terminato il percorso scolastico:
valutazione dell'equipe multidisciplinare, approfondimenti diagnostici e
definizione del progetto.
Anno Scolastico 2011-2012 (settembre-dicembre 2011)
1. partecipazione al primo Gruppo H (autunno 2011) degli alunni con disabilità
delle classi 4° e 5° superiore e incontro con le fa miglie per la conoscenza
dell'alunno e la definizione dello stage scolastico.
Laboratorio Multimediale
Il Laboratorio Multimediale è parte integrante del percorso propedeutico al lavoro,
nel quale è inserita la persona disabile prima di accedere a reali contesti sociolavorativi (Tabella 16). La frequenza al laboratorio permette all’assistito di fare un
bilancio delle proprie abilità, di acquisire le competenze e i comportamenti
267
relazionali necessari in contesto lavorativo. I dati di conoscenza, valutazione ed
apprendimento che gli operatori rilevano attraverso le attività del laboratorio sono
fondamentali per l’inserimento della persona in un appropriato contesto sociolavorativo.
Tabella 16 - Attività del Laboratorio Multimediale
Anni 2010-2011
2010
2011
N° assistiti
30
33
N° giornate di apertura
249
254
N° presenze
1.381
1.356
Servizio Nuoto
Il Servizio “Nuoto”, gestito dalla SOS Dpt Disabilità-SIL, è rivolto a disabili minori ed
adulti residenti nel territorio dell’Azienda ULSS 18 (Tabella 17).
Tale attività ha come finalità:
promozione e mantenimento delle abilità motorie di base;
promozione della socializzazione;
mantenimento e/o potenziamento dell’autonomia personale.
N° assistiti adulti
N° assistiti minori
Totale
Tabella 17 - Assistiti seguiti
Anni 2009- 2011
2009
2010
60
60
42
43
102
103
2011
59
44
103
Progettualità Regionali
Legge 162/98 Interventi a favore di persone con disabilità grave e gravissima:
“Piani Personalizzati” e “Vita Indipendente”
La Legge 162/98 (“Modifiche alla legge 5/02/1992 n.104 concernente misure di
sostegno in favore di persone con handicap grave”) prevede appositi finanziamenti
per interventi mirati alla realizzazione di una gamma di servizi nuovi ed innovativi in
quanto alternativi al ricovero. Gli interventi promuovono l’assistenza a domicilio, la
vita indipendente, la mobilità, l’integrazione sociale nonché l’alleggerimento del
carico assistenziale delle famiglie.
La definizione e la verifica periodica del progetto assistenziale sono a carico della
SOS Dpt Disabilità - SIL con l’approvazione in sede di U.V.M.D./S.Va.M.Di
(Tabella 18).
268
Tabella 18 - Progetti Legge 162/98 “Piani Personalizzati” e “Vita Indipendente”
Anni 2009-2011
2009
2010
2011
“Piani Personalizzati”
N° progetti approvati
79
36
60
N° ore assistenza
33.663,64
12.002,37
25.596,24
“Vita Indipendente”
N° progetti approvati
25
24
21
N° ore assistenza
17.860,00
23.022,51
20.120,88
Legge 284/97 “Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la
riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e lavorativa dei ciechi
pluriminorati”.
Interventi a sostegno dell’autonomia delle persone cieche e pluriminorate vengono
realizzati con progetti di integrazione sociale, formazione e miglioramento della
comunicazione ed il coinvolgimento del disabile, della famigliari soggetti pubblici e
privati e del volontariato (Tabella 19).
Tabella 19 - Tipologia progetti Legge 284/97
Anni 2009-2011
2009
2010
Formazione e/o Integrazione
2
1
Miglioramento della comunicazione
8
10
Totale
10
11
2011
/
14
14
Strutture Semiresidenziali
Nel territorio dell’Azienda sono presenti 10 Centri Diurni per persone Disabili
(CDD), distribuiti come evidenziato in Figura 1.
Figura 1 – Centri Diurni per Persone Disabili
AZIENDA U.L.S.S. 18
CEN T RI E DU CAT IV I OC CU PAZION AL I DIU RN I
C.D.D.
“Licia B arin”
C .D.D.
“Giras ole”
C .D.D.
“Ortens ia”
C .D.D.
“M agnolia”
C .D.D.
“Le Vele”
8
C.D.D.
“Arcobaleno”
C .D.D.
“Il Sor ris o”
16
11
26
2
42
7
3
37
10
7
15
9
14
10
3
5
192
11
6
4
2
11
3
11
2
3
12
8
0
1
4
4
3
1
7
16
5
7
12
21
C .D.D.
“Áncora”
C .D.D.
“La Quercia”
C.D.D.
“Delfino”
269
I Centri Diurni sono strutture territoriali rivolte a persone con disabilità in età postscolare, con diversi profili di autosufficienza, residenti nelle aree di pertinenza della
struttura. I Centri forniscono interventi a carattere educativo-riabilitativoassistenziale. Tutti i centri aziendali sono autorizzati all’esercizio e accreditati
secondo la normativa vigente.
Il Grafico 4 mostra il processo di inserimento nei Centri Diurni. L’aumento del
numero dei Centri Diurni dal 2007 ad oggi e la loro distribuzione sul territorio ha
facilitato il turn-over e permesso il contenimento delle liste d’attesa.
Al 31/12/2011 la maggior concentrazione di assistiti pari al 34% appartiene alla
fascia d’età tra i 35 e i 44 anni, mentre la fascia d’età con il numero inferiore di
assistiti pari al 2% appartiene alla fascia fra i 15 e i 18 anni (Grafico 5).
Grafico 4 - Assistiti nei Centri Diurni
Anni 2010-2011
CDD "Ancora"
30
26
25
CDD
"Arcobaleno"
CDD "Barin"
2525
22
18
20
18
14
15
10
24
23
12
CDD "Delfino"
14
12
11
8
10
7 8
8
7
9
CDD
"Girasole"
CDD "La
Quercia"
CDD "Le Vele"
5
CDD
"Magnolia"
CDD
"Ortensia"
CDD "Il
0
2010
2011
Grafico 5 - Assistiti nei Centri Diurni suddivisi per fasce d’età
Anno 2011
45/54 anni
25%
55/64 anni
4%
15/18 anni
2%
19/24 anni
13%
35/44 anni
34%
25/34 anni
22%
270
Nelle Tabelle 20 e 21 sono riportati, rispettivamente, i dati relativi al numero di
assistiti, giornate di apertura e presenze degli utenti e la tipologia di gravità degli
stessi per CDD, nel triennio 2009-2011.
Anno
2009
2010
2011
Tabella 20 - Totale assistiti inseriti nei Centri Diurni
Anni 2009-2011
N° giornate di
N° assistiti
N° presenze
apertura
139
232
26.739
148
233
29.032
146
232
27.935
Tabella 21 - Tipologia di gravità degli Assistiti Centri Diurni
Anni 2009-2011
Centri Diurni
Non Autosufficienti
Parzialmente Autosufficienti
Disabili
2009
2010
2011
2009
2010
2011
Girasole
14
13
15
10
10
10
Barin
10
2
2
2
10
10
Ancora
8
8
9
13
14
15
La Quercia
8
9
9
10
9
9
Arcobaleno
7
0
0
0
8
8
Le Vele
9
5
5
5
9
9
Delfino
9
11
10
15
15
15
Magnolia
10
9
9
1
1
1
Ortensia
6
5
7
1
2
1
Il Sorriso
/
5
6
/
3
3
CDD Fuori ULSS
4
/
4
4
/
4
Totale
82
87
91
57
61
61
La Tabella 22 riporta i risultati delle esperienze residenziali estive svolte in
autonomia, organizzate per dare la possibilità alle persone disabili di verificare e
sperimentare le proprie capacità di autosufficienza e di vivere opportunità di svago,
offrendo contemporaneamente un periodo di sollievo alle famiglie.
Tabella 22 - Esperienze residenziali estive in autonomia
e assistiti dei Centri Diurni partecipanti
Anni 2010-2011
N° Esperienze Estive
N° Assistiti partecipanti
2010
2011
2010
2011
2
70
3
71
Rilevazione grado di soddisfazione delle famiglie utenti dei CDD Aziendali
Da 2009 viene somministrato ai familiari degli assistiti dei CDD un questionario di
rilevazione della soddisfazione circa l'intervento effettuato presso il Centri Diurni,
nella loro complessità di interventi.
Il questionario è anonimo e viene somministrato nel mese di dicembre prima della
stesura della programmazione annuale.
271
I risultati elaborati, di cui si allegano due esempi uno per Distretto, sono condivisi e
discussi in riunione con i familiari.
La percentuale media dei questionari restituiti ogni anno sono state rispettivamente
per il Distretto Medio Polesine 77,7% e per l’Alto Polesine il 77,3%.
Si riporta la sintesi risultati dei questionari di gradimento dei CDD del Medio
Polesine e dell’Alto Polesine.
Legenda:
O = ottimo
B = buono
S = sufficiente
I = insufficienti
CDD Medio Polesine
ITEM
2009
O
B
2010
S
I
O
B
2011
S
I
O
B
S
I
La puntualità del servizio trasporto
69% 31%
73% 27%
58% 37%
Il comfort degli ambienti (es.spazi
arredi, temperatura)
23% 77%
71% 29%
26% 53% 21%
La pulizia degli ambienti
31% 69%
80% 20%
32% 63%
5%
La varietà dei menù
31% 62% 7%
60% 35%
21% 68%
5%
La disponibilità degli operatori del
Centro
69% 31%
68% 32%
63% 37%
La comunicazione con l'operatore
di riferimento
54% 38% 8%
73% 27%
53% 47%
Il coinvolgimento nella stesura del
Piano Personalizzato
31% 62% 7%
53% 37% 10%
21% 74%
5%
La capacità di risposta ai bisogni
assistenziali definiti nel PP
38% 54% 8%
45% 45% 10%
16% 79%
5%
La varietà delle attività svolte nei
laboratori
31% 62% 7%
48% 33% 19%
16% 74% 10%
L'efficacia degli incontri tra
operatori e famiglia (riunioni e
incontri individuali)
54% 38% 8%
50% 35% 10% 5% 26% 58% 11% 5%
5%
5%
5%
272
CDD Alto Polesine
ITEM
2009
O
B
S
La puntualità del servizio
trasporto
24% 59% 17%
Il comfort degli ambienti
(es.spazi arredi, temperatura)
24% 65%
La pulizia degli ambienti
2010
I
O
B
2011
S
I
O
B
S
54% 23% 23%
63% 32%
32% 60%
8%
42% 37% 21%
24% 59% 17%
35% 60%
5%
56% 44%
La varietà dei menù
41% 47% 12%
18% 75%
7%
44% 50%
La disponibilità degli operatori
del Centro
82% 18%
77% 18%
5%
63% 21% 16%
La comunicazione con
l'operatore di riferimento
59% 29% 12%
72% 18% 10%
53% 37% 10%
Il coinvolgimento nella stesura
del Piano Personalizzato
41% 56%
6%
27% 68%
5%
32% 58% 10%
La capacità di risposta ai
bisogni assistenziali definiti nel 35% 59%
PP
6%
10% 27% 59% 14%
27% 47% 26%
La varietà delle attività svolte
nei laboratori
59% 41%
L'efficacia degli incontri tra
operatori e famiglia
(riunioni e incontri individuali)
65% 29%
6%
6%
5%
I
5%
69% 23%
8%
56% 44%
32% 59%
9%
58% 26% 16%
6%
Residenzialità
I Servizi Residenziali si connotano come una risposta alle situazioni in cui non è
più possibile sostenere il permanere della persona disabile presso la propria
famiglia. In questi casi la residenzialità rappresenta la risposta per la realizzazione
di interventi personalizzati, rivolti a favorire il mantenimento delle capacità e lo
sviluppo delle autonomie e a prevenire l’aggravamento delle disabilità in ogni fase
della vita. In ottemperanza alle indicazioni regionali riguardanti l’utilizzo della
scheda S.Va.M.Di. quale innovativo strumento per la ridefinizione dei livelli
assistenziali relativi alle persone già inserite in residenza, il Servizio ha
tempestivamente collaborato al sopraindicato scopo con le strutture residenziali del
territorio, per la ridefinizione dei livelli assistenziali.
273
Collaborazione con l’Università degli Studi
- Tirocini professionali e ricerca
L’attività di ricerca e approfondimento di nuovi know-how è sviluppata anche
attraverso la stretta collaborazione con l’Università e le Agenzie Formative per le
figure degli Operatori Socio-sanitari.
Da diversi anni il servizio accoglie tirocinanti che devono completare la formazione
di base fornita dai corsi didattici con l’applicazione, in ambito lavorativo, delle
conoscenze possedute.
La programmazione prevede un monte ore concordato tra Università e/o Agenzie
Formative e Servizi dell’Azienda in cui il tirocinante è presente, affiancato da un
supervisore, per seguire tutte le fasi del lavoro professionale (Tabella 23).
Tabella 23 - Tirocini suddivisi per figura professionale
Anni 2010-2011
2010
2011
Numero
Ore
Numero
Ore
Figura professionale
tirocinanti
tirocinio
tirocinanti
tirocinio
Psicologo
1
200
/
Educatore
1
90
2
350
Assistente Sociale
/
3
990
Addetto Assistenza
23
2.300
57
5.700
Fisioterapista
9
1.050
7
1.050
Totale
38
4.630
66
7.100
- Formazione del personale
L’operatività del Servizio è stata sostenuta anche attraverso l’organizzazione di
corsi di formazione e aggiornamento su tematiche utili per acquisire modalità di
intervento, operativa e di presa in carico, volte ad adattarsi alle nuove normative e
ai bisogni espressi dagli assistiti.
Nel corso dell’anno 2012, in collaborazione con la Sos Formazione del Personale,
sono stati organizzati i seguenti eventi formativi:
Titolo Evento
Data evento
“I Percorsi dell’inclusione
sociale”
12/05/2011
“La Qualità dell’integrazione
Lavorativa”
15/04/2011
“La stesura di procedure e
linee guida nei servizi per la
disabilità”
Dal
12/09/2011
al 12/12/2011
Figure Professionali
strutturate e convenzionate
coinvolte
Educatori, Psicologi,
Fisioterapisti, Assistenti sociali
Operatori SS, Logopediste
Educatori, Psicologi,
Fisioterapisti, Assistenti sociali
Operatori SS, Logopediste
Educatori, Psicologi,
Fisioterapisti, Assistenti sociali
Operatori SS, Logopediste
Totale
Ore
4
5
45
FSC
274
Tavolo di lavoro per il Piano di Zona 2011/2015
Al Tavolo della Disabilità hanno aderito numerosi rappresentanti di Associazioni di
Volontariato, Cooperative, Scuola, Provincia, Enti Locali, Rappresentanti delle
Strutture Convenzionate, Comitati dei Genitori dei frequentanti i Centri Diurni
Aziendali; nella Plenaria di apertura si è proceduto perciò alla individuazione di tre
sottotavoli che hanno lavorato sulle tre priorità individuate dalla plenaria stessa:
1- implementazione e riorganizzazione del “Dopo di noi” e “Con noi”
2- individuazione di percorsi integrati tra la scuola, la famiglia e il territorio per la
realizzazione di un progetto di vita della persona disabile
3- individuazione di un percorso di raccordo tra la scuola e l'inserimento sociolavorativo per le persone disabili.
I tre sottotavoli hanno lavorato parallelamente, con incontri a cadenza quindicinale,
tenendo conto dei dati ricavati dal censimento, relativi alla tipologia di popolazione,
all'attività dei servizi esistenti e ai bisogni emergenti per l'area di pertinenza.
Il raccordo tra i sottotavoli è stato garantito da una riunione pre e post ad ogni
incontro, tra i referenti dei tavoli della SOS Dpt Disabilità/SIL durante la quale
venivano valutate le criticità che man mano emergevano e l'avanzamento
dell'elaborazione progettuale.
La trasversalità dei lavori si è realizzata anche attraverso una Plenaria finale con la
presentazione da parte di tutti i soggetti coinvolti della progettazione definita
tramite la Scheda di analisi dei bisogni e la scheda Economica.
L'elaborazione del piano di zona è stata una opportunità di crescita culturale sia
per il territorio che per il servizio.
Progetti innovativi
- Progetto “Sollievo”
Per tutti i Centri Diurni Aziendali sono state organizzate, accogliendo le richieste di
molti familiari, due settimane di accoglienza una nel periodo estivo e una nel
periodo natalizio.
L’attività ha avuto un notevole riscontro sia tra gli utenti che tra i loro familiari per la
ricaduta positiva sul carico assistenziale.
Periodo
Accoglienza estiva
Accoglienza natalizia
Totale
N° Partecipanti
53
53
106
275
3.11 L’assistenza socio-sanitaria rivolta ad anziani e a persone non
autosufficienti
1. Residenzialità extraospedaliera per persone non autosufficienti
L’assistenza socio-sanitaria residenziale extraospedaliera per persone non
autosufficienti erogata nel 2011 dall’Azienda ULSS 18, in collaborazione con le
Strutture Residenziali presenti sul territorio aziendale, è illustrata nella Tabella 1,
nella quale sono messi a confronto i dati di utilizzo delle strutture residenziali
extraospedaliere nel triennio 2009-2011.
Si può notare come il numero complessivo di utenti assistiti sia leggermente
aumentato rispetto al 2010.
Tabella 1 - Residenzialità extraospedaliera, per struttura,
numero utenti e giornate di assistenza - Anni 2009-2011
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
Struttura
N.
gg.
N.
gg.
N.
gg.
Utenti Assist. Utenti Assist. Utenti Assist.
Centro di Servizio per Anziani non autosufficienti
CR S. Antonio Trecenta
106
27.441
90
27.904
106
28.029
CR Badia Polesine
170
45.097
151
42.950
150
40.156
CR S.Martino Castelmassa
134
33.533
139
33.929
119
31.691
CR San Gaetano Crespino
48
10.822
47
10.219
46
9.602
CR La Residence Ficarolo
210
49.132
212
48.065
195
46.761
CR San Salvatore Ficarolo
57
14.460
48
14.171
52
13.634
CR Sacra Famiglia Fratta Pol.
61
17.196
67
17.267
63
17.152
Casa Albergo Lendinara
246
57.397
227
56.602
213
55.733
IRAS Rovigo
331
85.020
318
82.222
306
79.817
CR Villa Resemini Stienta
47
13.774
48
13.702
57
13.565
Totale ospiti
1.410
353.872
1.347
347.031
1.307
336.140
Centri di Servizio per Disabili
Comunità Alloggio Ficarolo
10
3.273
10
3.544
12
3.466
RSA Istituti Polesani Ficarolo
293
97.201
296
104.225
294
100.920
RSA Fratta Polesine
73
24.696
73
24.651
72
24.916
Totale disabili
376
125.170
379
132.420
378
129.302
Altre strutture per non autosufficienti
Casa del Vento Rosa - Lendinara
103
2.535
106
2.476
108
2.733
SAPA- Badia Polesine
12
1.415
9
1.719
9
1.559
Nucleo CurePalliative Territoriali
111
4.897
Totale
115
3.950
115
4.195
228
9.189
Totale complessivo
1.901
482.992
1.841
483.646
1.913
474.631
Il Grafico 1 evidenzia l’andamento nel triennio 2009-2011 del numero degli utenti
assistiti nelle strutture residenziali per non autosufficienti.
La Tabella 2 evidenzia la distribuzione dei posti-letto autorizzati nelle strutture
residenziali, per livello di assistenza erogata.
276
Grafico 1 - Distribuzione degli ospiti presso i Centri di servizio per non autosufficienti
Anni 2009-2011
350
n u m e r o o s p iti
300
250
N. Utenti anno 2009
200
N. Utenti anno 2010
150
N. Utenti anno 2011
100
50
0
CASA S.
ANTONIO
TRECENTA
CASA DI RIPOSO
RSA
SAN GAETANO LA RESIDENCE
BADIA POL. CASTELMASSA CRESPINO
FICAROLO
SAN
SALVATORE
FICAROLO
SACRA
CASA ALBERGO IRAS ROVIGO
FAMIGLIA
LENDINARA
FRATTA POL.
C.RESEMINI
STIENTA
Strutture
Tabella 2 - Posti-letto autorizzati nei Centri di Servizio, per livello di assistenza
Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Struttura
1-elevato
2-medio
3-ridotto
Tot.
CR S. Martino Castelmassa
39
60
99
CR Villa Resemini Stienta
38
38
CR S. Antonio Trecenta
83
83
CR S.Salvatore Ficarolo
39
39
CR Badia Polesine
24
105
129
CR La Residence Ficarolo
24
120
144
Casa Albergo Lendinara
24
146
170
CR Sacra Famiglia Fratta Polesine
54
54
IRAS Rovigo
48
196
244
CR S.Gaetano Crespino
29
29
Totale
159
870
1.029
Disabili
CSR Fratta Polesine
72
Casa Alloggio Ficarolo
10
RSA Istituti Polesani Ficarolo
300
Totale
382
Altri non autosufficienti
Casa del Vento Rosa Lendinara
8
8
H-RSA Trecenta
10
10
Nucleo SAPA Badia Polesine
10
10
S.V.P.* Castelmassa
4
4
Totale
32
32
* S.V.P. Stato Vegetativo Permanente
Il Registro Unico Aziendale delle “impegnative” di residenzialità permette di
monitorare il budget delle impegnative (distinte per tipologia di assistenza)
assegnate dalla Regione Veneto all’Azienda. L’impegnativa di residenzialità
costituisce il titolo per spendere la quota di rilievo sanitario legata all’assistenza
277
sanitaria all’interno della retta applicata presso i Centri Servizi autorizzati
all’esercizio. L’impegnativa è rilasciata sulla base della gravità della situazione e
consente l’esercizio della libera scelta per l’accoglienza nei centri residenziali
autorizzati.
Il Registro Unico è strutturato in sezioni (da 1 a 5) che si riferiscono alle seguenti
tipologie di utenti:
• Sezione1: utenti residenti nell’ULSS 18 inseriti in strutture residenziali presenti
sul territorio dell’ULSS 18
• Sezione 2: utenti residenti nell’ULSS 18 inseriti in strutture residenziali
presenti sul territorio della Regione Veneto
• Sezione 3: utenti residenti nell’ULSS 18 inseriti in strutture residenziali
presenti sul territorio extra Regione Veneto
• Sezione 4: residenti extra ULSS 18 ma all’interno della Regione Veneto
inseriti in strutture residenziali presenti sul territorio dell’ULSS 18
• Sezione 5: residenti in ULSS extra Regione Veneto inseriti in strutture
residenziali presenti sul territorio dell’ULSS 18.
Il Piano di Zona attuale (2011-2015) di cui è stata accertata la congruità con
Decreto del Dirigente Regionale per i Servizi Sociali n.107 del 24 maggio 2011
comprende tra le azioni di potenziamento la “revisione e aggiornamento delle
modalità di gestione del Registro unico della residenzialità”, già contenuto nel
precedente Piano di Zona.
Nel corso dell’anno 2011 il Tavolo di lavoro – area anziani – costituito da
Rappresentanti dell’Azienda Ulss 18, da Responsabili dei Centri di Servizio e da
Rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e degli Enti Locali, ha individuato un
sottogruppo per l’elaborazione del nuovo Regolamento.
Questo sottogruppo, a seguito di incontri di confronto e di concertazione, ha
elaborato un documento di proposta di un nuovo Regolamento da sottoporre al
tavolo di lavoro allargato e successivamente all’Esecutivo della Conferenza dei
Sindaci e alla Conferenza dei Sindaci per la definitiva approvazione.
Le Tabelle seguenti illustrano la distribuzione degli assistiti in regime residenziale
in mobilità passiva e attiva.
La Tabella 3 evidenzia la distribuzione della mobilità passiva riferita a persone
residenti nell’ULSS 18 per Centro di Servizio, mentre la Tabella 4 illustra la
mobilità attiva, sia intra che extra Regione Veneto.
278
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Tabella 3- Distribuzione della mobilità passiva per Centro di Servizio
al 31/12/2011
Struttura extra ULSS 18
Comune
n° assistiti
C.S.A. "A.M. Bonora"
Camposampiero
1
Centro Servizi Anziani
Monselice
1
Fond.Opera Immacolata "O.I.C."
sede Vedelago
1
C.R. "CIASS"
sede Corbola
3
sede Ariano
1
Pia Opera “Ciccarelli”
Minerbe
1
Casa di Riposo “Carlo Steeb”
Venezia
1
COOPSELIOS "Villa Tamerici"
Porto Viro
1
Centro Servizi Anziani
Adria
3
Ist.Anziani "Casa De Battisti"
Cerea
3
Opera Pia "F.Bottoni"
Papozze
3
Coop Soc. CIDAS-Onlus
Copparo (FE)
1
Casa di Riposo "Monumento ai caduti in guerra"
S. Donà di Piave
1
Casa S. Giuseppe "Sesta Opera"
Ronco all'Adige (VR)
1
Pensionato “Pietro e Santa Scarmignan”
Merlara (PD)
1
C.R. “Colli Sereni”
Peschiera del Garda
1
Casa di Riposo “E. Carrirolo”
Castagnaro (VR)
2
Totale
26
Tabella 4 - Distribuzione della mobilità attiva per livello assistenziale e Regione
al 31/12/2011
livello assistenza
Provenienza
Totale
medio
ridotto
Altre ULSS del Veneto
1
35
36
Altre ULSS extra regione
1
1
Totale
1
36
37
La Tabella 5 riporta la distribuzione degli episodi di ricovero presso le Strutture
residenziali dell’ULSS 18, mentre la Tabella 6 evidenzia la distribuzione delle
cause di dimissione dalle Strutture Residenziali nel periodo 2009-2011.
Tabella 5 - Episodi di ricovero presso le Strutture Residenziali dell' ULSS 18
(posti letto convenzionati) anni 2009-2011
Provenienza
2009
2010
2011
da altra struttura ospedaliera
4
0
0
da struttura ospedaliera pubblica
32
70
47
dal domicilio
435
359
274
dalla stessa struttura residenziale
12
4
5
modificazione livello assist. dopo UVMD
16
4
28
Totale
499
437
354
279
Tabella 6 - Distribuzione delle modalità di dimissione
presso le Strutture Residenziali - Anni 2009-2011
2009 2010 2011
Decesso
306 438 323
Passaggio di livello/forma assistenziale dopo UOD
14
6
9
Rientro al domicilio
30
21
9
Trasferimento in altra struttura extraospedaliera
25
7
35
Totale
375 472 376
La Tabella 7 ed il Grafico 2 illustrano la distribuzione dei “progetti” formulati dalle
Unità di Valutazione Multidimensionali Distrettuali per singola tipologia di livello
assistenziale, presenti nella Graduatoria Unica Aziendale nel periodo 2009-2011.
Tabella 7 - Graduatoria Unica Aziendale
(per tipologia di progetto formulata dopo valutazione U.V.M.D.)
Anni 2009-2011
Anno 2009 Anno 2010 Anno 2011
CdR livello ridotto
256
369
325
CdR livello medio
43
92
122
Hospice
0
1
0
Disabili livello medio
5
4
2
SAPA
0
1
1
Totale
304
467
450
400
Grafico 2 - Distribuzione delle tipologie di progetto da UVMD
Anni 2009-2010-2011
350
369
325
300
250
256
Cdr livello ridotto
200
Cdr livello medio
150
122
100
50
43
92
0
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
280
2. Sezione ad Alta Protezione Alzheimer
La Sezione ad Alta Protezione Alzheimer (S.A.P.A.) consiste in un nucleo di 10
posti letto, all’interno della Casa di Riposo di Badia Polesine, specificatamente
orientato all’accoglienza temporanea di pazienti affetti da decadimento cognitivo
con disturbi comportamentali.
Nella Tabella 1 vengono riassunti i principali dati relativi alle emissioni di
impegnative per gli inserimenti nella Sezione ad Alta Protezione Alzheimer
(S.A.P.A.).
Tabella 1 - Inserimenti in SAPA di pazienti affetti da grave demenza
Livello elevato di assistenza - Emissione autorizzazioni temporanee
Anni 2009-2011
2009
2010
2011
Assistiti
12
9
9
Maschi
2
2
4
Femmine
10
7
5
Età media complessiva
78
80
78
Totale giornate assistenza
1.415
1.719
1.559
3. Assistenza residenziale a persone nella fase terminale della vita
Nell’anno 2006 è stata attivato un Nucleo di “Hospice Extraospedaliero” riservato
ad assistiti affetti da patologie neoplastiche in fase terminale.
L’ingresso e l’eventuale dimissione dal Nucleo sono direttamente gestiti attraverso
lo strumento della valutazione multidimensionale (UVMD) dagli operatori della SOC
Assistenza Primaria in collaborazione con la SOC Cure Palliative dell’ULSS 18.
L’Hospice Extraospedaliero “Casa del Vento Rosa” è una struttura residenziale per
le cure palliative realizzato presso la sede della Casa Albergo per Anziani di
Lendinara, facente parte della rete territoriale di assistenza ai pazienti affetti da
patologia neoplastica in fase avanzata a rapida evoluzione e con prognosi infausta
che necessitano di assistenza palliativa e di supporto, in regime di ricovero
temporaneo o permanente, per i quali ogni terapia finalizzata alla guarigione e alla
stabilizzazione della patologia non è possibile o appropriata. Lo scopo non è quello
di intervenire sulla prognosi del malato, il cui decorso risulta già definito e
caratterizzato dalla difficoltà a soddisfare i bisogni primari, dal deteriorarsi
dell’identità corporea e dagli altri sintomi nonché, in generale, dai problemi
psicologici, sociali e spirituali, ma è il controllo del dolore (definito “dolore totale”).
La stessa famiglia del malato, sottoposta alle difficoltà dell’assistenza continua al
congiunto, alla riorganizzazione dei ruoli e dei compiti, alla preparazione del lutto
imminente, è a sua volta coinvolta nella sofferenza.
Le cure palliative, quindi, devono essere attivamente offerte all’unità di cura
malato-famiglia e l’Hospice, in tal senso, ha la funzione di mantenere e sostenere
la rete di relazioni primarie con la famiglia e l’ambiente sociale di riferimento.
Il servizio è funzionalmente integrato con la rete territoriale di assistenza ai pazienti
terminali che comprende, oltre all’Hospice, il Servizio di Assistenza Domiciliare
Integrata-ADIMED; tali tipologie di assistenza si differenziano principalmente per il
281
luogo in cui si realizzano e, di conseguenza, per l’organizzazione degli operatori e
delle strutture necessarie.
La degenza presso l’Hospice, quindi, costituisce parte del progetto terapeutico
formulato per ciascun paziente e prevede momenti differenziati all'interno di un
continuum assistenziale; l’accoglimento è vincolato alla necessità di trattamento
che non richiede un ricovero presso Unità Operative ospedaliere per pazienti acuti;
inoltre, deve essere presente almeno una delle seguenti condizioni:
1. assenza o non idoneità della famiglia;
2. inadeguatezza della casa a trattamenti domiciliari;
3. impossibilità di controllo adeguato dei sintomi al domicilio.
Il malato terminale, infatti, non è un paziente come gli altri: ha intrapreso un
percorso il cui esito è già noto e deve poter trascorrere il tempo che ha a
disposizione con dignità e, se possibile, senza sofferenze fisiche, emotive e
psicologiche. E’ quindi necessario assicurargli cure palliative adeguate, dispensate
da personale opportunamente formato, lasciando al paziente la libertà di scegliere
dove ed in che modo vivere gli ultimi momenti della propria vita.
Per la programmazione e l’erogazione delle prestazioni, l’Hospice si avvale di
équipes multiprofessionali costituite da personale medico, infermieri, psicologi,
operatori addetti all'assistenza, assistenti sociali e altre figure professionali
individuate in base alle specifiche esigenze e bisogni della persona malata.
Nell’Hospice viene promossa la personalizzazione degli interventi, anche mediante
riunioni periodiche di équipe finalizzate alla definizione, alla verifica ed eventuale
rimodulazione del piano terapeutico, nonché alla verifica e promozione della
qualità dell'assistenza.
Gli interventi sanitari all’interno dell’Hospice sono di alta intensità assistenziale, a
limitata tecnologia e, dove possibile, a scarsa invasività; la cura della persona ed il
comfort ambientale sono particolarmente curati, come pure le attività diversionali e
di compagnia; le limitazioni regolamentari sono ridotte al minimo indispensabile, i
familiari ed i conoscenti sono sempre ammessi nel rispetto dei desideri del malato.
Viene, inoltre, assicurata ai pazienti, nel rispetto della volontà e della libertà di
coscienza di ognuno, l'assistenza religiosa e spirituale ed è promossa e valorizzata
la presenza e la collaborazione delle associazioni di volontariato.
I dati di attività più significativi sono riportati nella Tabella 1.
Tabella 1 - Dati di attività relativi all'Hospice “Casa del Vento Rosa”
Anni 2008-2011
2009
2010
2011
Numero ospiti accolti
108
103
106
Maschi
48
51
55
Femmine
60
52
51
Tasso d'occupazione
94%
87%
85%
Deceduti
87
88
93
Dimessi
10
9
2
282
La Tabella 2 illustra i principali dati di attività del Nucleo Cure Palliative territoriali.
Tabella 2 - Dati di attività del Nucleo Cure Palliative territoriali
Anno 2011
111
N. utenti
61
residenti distretto Rovigo
50
residenti distretto Badia Polesine
21
da 0 a 7 gg. di assistenza
75
da 8 a 90 gg. di assistenza
15
oltre 90 giorni di assistenza
19
decessi
36
ricoveri in ospedale
32
ingressi in hospice
4
dimissioni volontarie
4
stabilità
2
trasferimenti in struttura
3
stazionarietà
11
utenti in carico al 31/12/2011
4.897
Totale giornate
1.811
accessi infermiere professionale
617
accessi Operatore Socio Sanitario
243
accessi m.p.
108
accessi Psicologa
283
3.12 Altre attività distrettuali
1. Sanità penitenziaria
Il DPCM del 01.04.2008, avente per oggetto “Modalità e criteri per il trasferimento
al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle
risorse finanziarie, delle attrezzature e dei beni strumentali in materia di sanità
penitenziaria”, ha disciplinato le modalità, i criteri e le procedure per il trasferimento
al SSN delle funzioni sanitarie relative alla Sanità Penitenziaria.
Il SSN regionale, al quale sono state trasferite le funzioni sanitarie in materia di
sanità penitenziaria le esercita mediante le Aziende ULSS dove hanno sede gli
istituti penitenziari.
La Regione Veneto garantisce, attraverso le UU.OO di Sanità Penitenziaria,
articolazioni organizzative del Distretto Socio-Sanitario, alle persone detenute nelle
carceri di tutta la regione al pari degli altri cittadini residenti nel Veneto, i Livelli
Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA) che includono l’assistenza medica
specialistica, l’assistenza farmaceutica, l’intervento sulle tossicodipendenze, la
vigilanza sull’igiene pubblica e la prevenzione.
Queste ultime (prevenzione e dell’assistenza ai detenuti e agli internati
tossicodipendenti) sono state trasferite alle Aziende ULSS dal Ministero della
Giustizia a decorrere dal 1° gennaio 2000 per effet to del Decreto Legislativo
230/99.
Nella realtà territoriale dell’Azienda ULSS 18 è presente una Casa Circondariale a
Rovigo con una capacità recettiva di 65 detenuti ma con una presenza media di
circa 105 ed un turn-over annuo 335/590.
L’Istituto Penitenziario di Rovigo in base al carico assistenziale riconosciuto dalla
DGR 2337/2011 viene definito a “basso carico assistenziale” pertanto, in base alla
suddetta DGR, vengono garantite h 12/die di assistenza infermieristica, h 10/die di
media di guardia medica e h 3/die di assistenza medica giornaliera con funzioni di
cure primarie.
Nella Tabella 1 vengono riportate le prestazioni specialistiche erogate nel triennio
2009-2011.
284
Tabella 1 – Prestazioni specialistiche erogate
Anni 2009-2011
Anno 2009
Anno 2010
Turn-over
591
536
detenuti
Specialità
Cardiologia
Chirurgia
Dermatologia
Diagnostica per immagini
Gastroenterologia-chirurgia
ed
endoscopia digestiva
Laboratorio
analisi
chimicocliniche e microbiologiche
Malattie infettive
Neurologia
Neurochirurgia
Oculistica
Odontostomatologia
Ortopedia/traumatologia
Ostetricia e ginecologia
Otorinolaringoiatria
Psichiatria
Urologia
Anno 2011
334
1
-8
--
10
9
4
41
4
6
1
57
--
25
7
160
23
54
14
--14
49
9
11
1
163
2
7
-1
15
69
5
9
3
60
2
7
2
7
223
5
2
6
73
9
2. Medicina Fiscale
La normativa vigente prevede che l’accertamento sullo stato di malattia di un
lavoratore sia effettuato dalle Aziende ULSS attraverso un proprio servizio, in
riferimento all’art.5, c.9 e 10, del Decreto Legge n.463 del 12.09.83, convertito con
modificazioni nella Legge n.638 del 11.11.83, e successive integrazioni e
modifiche.
L’Azienda ULSS 18 di Rovigo ha definito che le visite fiscali siano effettuate da
medici dipendenti in servizio presso il Distretto Socio-Sanitario. Tale struttura è
articolata in 2 sedi: Rovigo per il territorio del Medio Polesine e Badia Polesine per
il territorio dell’Alto Polesine. Il Servizio viene effettuato dal Lunedì al Venerdì nelle
fasce orarie 10-12 e 17-19.
Le richieste di visita fiscale, come previsto dalla normativa in premessa specificata,
dovrebbero pervenire nella mattinata, tra le ore 8.00 e le ore 9.00, in maniera tale
da programmarne l’effettuazione, nella giornata successiva o, se possibile, nella
giornata stessa, ma comunque entro il termine del periodo di prognosi comunicato.
Nella Tabella 2 si riportano le attività inerenti la “Medicina Fiscale”, effettuate nel
corso dell’anno 2011, evidenziando un confronto con l’anno 2010.
285
Tabella 2 - Attività inerente la “medicina fiscale”
Anno 2010-2011
Totale
Totale
Richieste Richieste
non
richieste richieste
evase
evase
effettuate
2010
2011
2010
2011
2010
Distretto Medio Polesine 4.695
3.262
882
877
3.818
Distretto Alto Polesine
1.019
284
2.033
329
1.669
non
effettuate
2011
2.380
738
3. Polizia Mortuaria
L’attività di cui all’oggetto svolta in entrambi i Distretti aziendali è caratterizzata
dalla seguente tipologia di prestazioni:
visite necroscopiche,
autorizzazione al trasporto salme e alla cremazione,
autorizzazione ad esumazione/estumulazione salme,
ispezioni cadaveriche su richiesta della Procura della Repubblica,
denuncia della presunta causa di morte nel caso di decesso senza presenza
del medico.
L’orario di attività viene garantito presso il Distretto di Rovigo dal lunedì al venerdì
dalle ore 8.00 alle ore 18.00 e presso il Distretto di Badia Polesine dal lunedì al
venerdì dalle 7.30 alle 18.00 e dalle 18.00 alle ore 7.30 in pronta disponibilità. La
pronta disponibilità viene garantita anche il sabato e la domenica, in collaborazione
con i medici del Dipartimento di Prevenzione.
Nella Tabella 3 si rilevano le attività inerenti la “Medicina Necroscopica” effettuate
nel corso del 2011.
Tabella 3 - Distribuzione per Distretto delle attività inerenti
la “medicina necroscopica” – Anno 2011
Distretto Alto
Distretto Medio
Tipologia prestazione
Polesine
Polesine
Visita necroscopica
527
230
Autorizzazione cremazione
4
Autorizzazione trasporto salma
13
Autorizzazione
64
111
esumazione/estumulazione
Ispezione cadaverica
9
0
Trasporto e inumazione di parti
18
38
anatomiche
Cert. esclusione morte dovuta a reato
5
Totale
618
401
4. Certificazione medico-legale ed igienico-sanitaria
Presso i sette Punti Sanità presenti sul territorio aziendale è assicurata una attività
specialistica ambulatoriale per le certificazioni medico-legali ed igienico-sanitarie.
I Punti Sanità presenti sul territorio sono situati a:
• Rovigo, Ceregnano e Polesella per il Distretto Medio Polesine;
286
•
Badia Polesine, Lendinara, Occhiobello e Castelmassa per il Distretto Alto
Polesine.
Nelle Tabelle 4a e 4b si riassumono le attività inerenti la “Medicina Legale”
effettuate nel corso del 2011 per singolo Distretto e Punto Sanità, confrontati con il
2010, suddivise per tipologia di prestazione .
Tabella 4a - Attività di Medicina Legale svolta nei Punti Sanità
Distretto Medio Polesine - Anni 2010-2011
Descrizione
Rovigo
2010
2011
Ceregnano
Polesella
2010 2011 2010 2011
Cessione quinto stipendio
35
31
2
Porto d'armi
99
108 20
Patenti guida cat. A-B-C
2135 1808 192
Patenti guida cat. D-E
145 116 16
Esenzioni cinture sicurezza 101
96
4
Idoneità/inidoneità al lavoro 98
94
4
Contrassegno invalidi
409 487 35
Certificati per adozione
22
23
2
Altro
11
19
/
1
14
189
20
2
7
36
/
/
1
14
324
38
11
3
48
/
/
Totale
2010
2011
2
38
34
14 133 136
272 2651 2269
24 199 160
4
116 102
4
105 105
37 492 560
2
24
25
/
11
19
Tabella 1b - Attività di Medicina Legale svolta nei Punti Sanità
Distretto Alto Polesine - Anni 2010-2011
Cessione quinto stipendio
Porto d'armi
Patenti guida cat. A-B-C
Patenti guida cat. D-E
Esenzioni cinture sicurezza
Idoneità/inidoneità al lavoro
Contrassegno invalidi
Certificati per adozione
Altro
Badia
2010 2011
Castelmassa
2010
2011
Lendinara
2010 2011
Occhiobello
2010 2011
Totale
2010 2011
8
47
512
46
13
18
110
11
5
2
60
501
52
16
18
84
0
3
2
17
243
19
6
4
86
2
1
3
43
635
44
10
20
105
0
7
15
12
167
122
1.891 1.319
161
155
45
32
60
75
385
319
13
11
16
3
5
35
474
63
10
26
90
7
1
2
45
340
43
9
14
68
2
1
3
22
223
29
4
22
78
2
1
2
20
282
20
9
13
83
0
0
287
Progetti innovativi a livello distrettuale
1. “Telecompagnia”
Al giorno d’oggi si assiste ad un allungamento della vita media delle persone, con
conseguente incremento del numero di anziani che si possono trovare soli al
proprio domicilio. L’invecchiamento è un processo che comporta modificazioni sia
degli aspetti organici che psichici, con cambiamenti importanti nelle relazioni e
nell’autonomia quotidiana delle persone.
Sempre più spesso gli anziani si trovano a dover fronteggiare eventi di perdita
(morte del coniuge o di un amico) e modificazioni psicosociali (perdita di amici,
rarefazione della rete sociale), ma non sempre riescono a trovare un nuovo
adattamento di tipo funzionale a tali eventi per lo più subiti. Bisogna anche
considerare che l’anziano ha più difficoltà a costruire nuove relazioni amicali che
sostituiscano quelle perse, con conseguente rischio di solitudine e di isolamento. È
ormai noto che per invecchiare meglio, è importante mantenere una buona rete di
relazioni sociali e ciò si ripercuote positivamente sia sulle funzioni cognitive che
sulla qualità di vita.
Gli anziani sono considerati le persone più esposte a rischio di solitudine, sia per i
cambiamenti sopra descritti che per il senso di inutilità e di frustrazione per la
perdita del ruolo sociale conseguente ad esempio al ritiro dall’attività lavorativa.
Tutti questi fattori di rischio possono influenzare negativamente la loro qualità di
vita, il benessere percepito e l’aspetto cognitivo-mnesico. In particolare,
l’isolamento relazionale è uno dei fattori di rischio per l’insorgenza di problematiche
di carattere psicologico come: disturbi d’ansia, insonnia, stati depressivi e
condizioni di sofferenza generale che possono portare a gravi conseguenze. La
depressione nell’anziano è spesso sottovalutata, ma può portare a conseguenze
più gravi rispetto ad altri momenti della vita. E’ tipico che l’anziano si ritiri dalle
relazioni, diventando taciturno, ma non sempre questo è fisiologico, invece
potrebbe essere un campanello d’allarme per diverse problematiche come
depressione o iniziale deterioramento cognitivo, che se ignorate potrebbero
aggravare le condizioni della persona.
Nell’ottica della prevenzione della solitudine e del conseguente disagio psichico,
l’Azienda ULSS 18 ha promosso nel 2009 il Progetto di Telecompagnia che ha
visto in questi anni incrementare notevolmente il numero di utenti, perché l’anziano
ha bisogno di essere accolto e ascoltato.
Tale Progetto, inserito anche nel Piano di Zona anni 2011-2015, afferisce ai
Distretti Socio-Sanitari ed è coordinato dal Dipartimento Salute Mentale e fa parte
di un più ampio sistema integrato nel quale sono compresi: il Progetto Alzheimer e
il Progetto di Prevenzione ai suicidi. È un servizio che collabora con i Servizi
Sociali dei Comuni e le associazioni di volontariato che operano nel territorio
dell’ULSS 18 ed è rivolto a persone anziane (età superiore a 65 anni)
cognitivamente in grado di gestire un colloquio telefonico, che vivono in condizioni
di solitudine (reale o percepita) e/o isolamento sociale.
288
L’obiettivo principale del progetto è di prevenire condizioni di sofferenza in età
adulta e di decadimento psico-fisico in persone anziane, che può essere raggiunto
grazie ai seguenti obiettivi intermedi:
• diminuire il senso di abbandono e il senso di solitudine, favorendo una
nuova domiciliarità,
• essere di sostegno alle persone sole offrendo parola e ascolto telefonico,
• sostenere la capacità di comunicazione e di relazione della persona anche
oltre il proprio contesto di vita, contribuendo a migliorare la qualità di vita.
• favorire la percezione di vicinanza relazionale, attraverso l’ascolto e il
dialogo,
• stimolare la persona nella gestione delle problematiche quotidiane
cercando di attivare le sue risorse personali,
• contribuire a mantenere attive le funzioni cognitive generali (attenzione,
memoria, linguaggio, ecc).
• creare una rete di collaborazione e condivisione con le diverse figure
professionali che hanno in carico l'utente.
Il primo contatto avviene di solito tra l’Assistente Sociale del Comune che segnala
il caso e la Psicologa referente del Servizio che ha il compito in questa fase di
valutare la possibilità di attivazione. Alla segnalazione segue un incontro di
approfondimento del caso e di valutazione, con l'operatore che ha proposto il
servizio alla persona, nell’ottica di un lavoro integrato tra servizi diversi in rete nel
territorio. Successivamente viene effettuata una visita domiciliare che dà
l'opportunità di conoscere l'utente, spiegare e/o chiarire eventuali dubbi riguardo al
modus operandi del servizio, osservare il contesto in cui la persona è inserita,
valutare i suoi bisogni sia relazionali che psico-sociali e l'appropriatezza o meno
della richiesta. Tutto ciò è finalizzato ad ottenere informazioni preziose anche per
un migliore abbinamento utente-volontario, per iniziare poi l’attività di tele
compagnia.
Questo tipo di telefonia sociale non è di risposta all’emergenza, come il
telesoccorso, ma si tratta di attivare un contatto preciso e puntuale orientato alla
comunicazione libera.
L’attività, assolutamente erogata a titolo gratuito, è di “compagnia” attraverso l’uso
del telefono, strutturata in una/due telefonate alla settimana e programmate
secondo i bisogni psico-sociali della persona. L’utente viene chiamato
telefonicamente, di mattina o di pomeriggio, sempre dallo stesso operatore
volontario (o dallo psicologo nei casi con eventuali criticità), in modo da facilitare la
conoscenza reciproca e la relazione amicale. Il rapporto che si crea è
esclusivamente di tipo telefonico e ciò permette all’utente di parlare di sé e dei suoi
problemi, con più libertà e spontaneità.
Essendo il territorio dell’ULSS 18 molto vasto, l’uso del telefono risulta essere una
modalità efficace che permette di raggiungere un maggior numero di persone nella
loro abitazione. E’ una modalità diretta di vicinanza con chi è dall’altra parte del filo,
che ascolta e ottiene risposte ai bisogni psicoaffettivi e relazionali.
I contatti telefonici si basano su elementi basilari della relazione quali:
289
• ascolto attento e discreto: dell’altro e della sua storia. Alle persone anziane
e/o sole non manca la parola, ma qualcuno che li ascolti, perché soprattutto
nella società odierna, emerge un importante bisogno di relazione;
• supporto e incoraggiamento: aiutare la persona a esprimere i suoi bisogni,
fornire informazioni adeguate e stimolarla a trovare una soluzione alle difficoltà
del vivere quotidiano.
Tali aspetti contribuiscono a creare una relazione di fiducia e di alleanza tra
l’operatore e la persona, in modo da divenire un punto di riferimento per difficoltà
e/o consigli futuri.
Il Grafico 1 riporta il numero di nuove attivazioni suddivise per anno: nell’anno
2009 hanno attivato la Telecomapgnia 39 nuovi utenti, nell’anno 2010 23 nuovi
utenti e nell’anno 2011 sono state effettuate 29 nuove attivazioni. Quindi come si
evince dal Grafico 2 il numero di utenti che hanno usufruito di tale servizio è
aumentato in questi anni (91 persone a Dicembre del 2011).
Grafico 1 - Numero di attivazioni del servizio di
telecompagnia
Anni 2009-2011
50
40
30
n.attivazioni
20
10
0
anno 2009
anno 2010
anno 2011
Grafico 2 - Utenti che hanno usufruito del servizio
Anni 2009-2011
100
80
60
40
20
0
n.utenti
anno 2009
anno 2010
anno 2011
290
Suddividendo l’utenza in base al territorio di provenienza (Grafico 3), si è visto che
il maggior numero di persone che hanno usufruito delle telefonate di tele
compagnia provenivano dai Comuni dell’Alto Polesine (58 persone su 91 Totali).
Grafico 3 - Provenienza degli utenti in carico al servizio
60
40
n. utenti
20
0
medio polesine
alto polesine
L’età degli utenti varia da un minimo di 34 anni ad un massimo di 92 anni. Emerge
inoltre che solo 8 maschi hanno usufruito della Telecompagnia, a sostegno della
differenza di genere che esiste tra maschi e femmine nell’espressione delle
emozioni e del tipo di supporto relazionale. Grazie ad un’importante collaborazione
con gli operatori del territorio, si è registrato un maggior numero di richieste
provenienti dalle Assistenti Sociali dei Servizi Sociali dei Comuni.
Si è provveduto, inoltre, ad effettuare incontri sul territorio aperti alla popolazione e
diretti anche agli operatori del settore ospedaliero, per far conoscere questo nuovo
servizio.
Considerato che è via via aumentato il numero di richieste provenienti anche da
persone più giovani, affette da forme diverse di disagio psichico, è stato attivato un
Protocollo di Collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale, per attivare la
Telecompagnia per quelle persone che, seppur in carico al Centro di Salute
Mentale, possono trovare giovamento, su indicazione dello Psichiatra di
riferimento, in un rapporto relazionale offerto tramite contatto telefonico.
2. “Alzheimer. Sostegno e formazione: per capire di più, per capirli di più”
Presso l’ULSS 18 di Rovigo nella seconda metà del mese di Marzo 2011 è stato
dato avvio al progetto denominato: “Alzheimer. Sostegno e formazione: per capire
di più, per capirli di più” promosso dalla fondazione Ca.Ri.Pa.Ro..
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di offrire formazione e sostegno a tutti coloro che,
a vario titolo, si occupano del malato di Alzheimer: familiari, assistenti domiciliari
(badanti), operatori professionali, volontari di organizzazioni no-profit, etc.
La forza del progetto consiste nel poter mettere a disposizione di tali persone figure
professionali di diversa provenienza ed esperienza professionale e quindi deve
poter contare su un forte legame con il territorio. I partner di tale progetto, che è
stato preceduto da un’esperienza pilota nel 2009, sono, oltre all’Azienda ULSS 18
291
di Rovigo, il Centro Alzheimer “Casa Madre Teresa di Calcutta” (Padova) e
l’Azienda ULSS 19 di Adria.
L’iniziativa adotta un approccio integrato che prevede la realizzazione di tutta una
serie di attività e servizi utili, sia sul piano della formazione che del sostegno
psicologico, a chi si prende cura di una persona affetta da deterioramento
cognitivo. Tali attività prevedono, tra l’altro, l’attivazione di più Centri d’Ascolto,
l’allestimento di corsi di formazione, l’organizzazione di gruppi di auto-aiuto,
l’offerta di colloqui di sostegno psicologico individuale e di gruppo.
Le attività programmate e avviate a livello di territorio dell’Azienda ULSS 18 sono
state:
• colloqui conoscitivi/informativi,
• colloqui di sostegno psicologico,
• percorsi formativi,
• gruppo di auto mutuo aiuto per familiari e assistenti familiari,
• gruppo “Caffè Alzheimer”.
Le tematiche su cui si sono svolti i colloqui presso il Centro di Ascolto
Alzheimersono state:
informazioni sui percorsi formativi,
individuazione del bisogno della persona in riferimento alla situazione di
malattia e alle possibili soluzioni,
informazioni sui servizi ai quali rivolgersi per le diverse pratiche
amministrativo-burocratiche (esenzioni, assegni di cura, accesso agli ausili
etc.) utili per l’assistenza al malato,
sostegno psicologico, ovvero aiuto al caregiver nell’elaborazione mentale del
cambiamento dovuto alla malattia, sia del proprio congiunto sia delle
dinamiche familiari,
aiuto e sostegno all’assistente familiare nel trovare soluzioni adeguate per
affrontare problematiche legate al lavoro assistenziale,
valutazione delle possibilità di inserire il malato nel gruppo “Caffè Alzheimer”,
valutazione della possibilità per i familiari di partecipare al gruppo di auto
mutuo aiuto.
Nella Tabella 1 viene riportato il numero di appuntamenti concordati, suddivisi tra
colloqui effettivamente svolti e colloqui che sono stati fissati, ma che per cause
diverse (aggravamento del familiare, impossibilità lasciare solo il malato, etc.),
sono stati successivamente disdetti.
Appuntamenti fissati
Colloqui svolti
Tabella 1 - Appuntamenti concordati
Aprile - Dicembre 2011
134
115
Colloqui fissati ma non svolti
19
Cause del mancato colloquio: malattia, dimenticanze,
imprevisti legati all’assistenza al malato
292
Formazione
Il numero complessivo di corsi organizzati tra maggio 2011 e maggio 2012 è stato
6, con 191 persone che hanno frequentato i corsi di formazione-eventi formativi, tra
maggio 2011 e luglio 2012 (102 partecipanti ai corsi di formazione e 89 agli eventi
formativi).
I corsi sono stati suddivisi per tipologia di partecipanti (Grafico 1):
- 1 corso rivolto a familiari/badanti, con una media di 20 partecipanti,
- 2 corsi rivolti a personale operante presso le Case di Riposo, con una media di
53 partecipanti (Grafico 2),
- 2 corsi rivolti a badanti, con una media di 22 partecipanti,
- 1 corso rivolto a familiari, con una media di 7 partecipanti.
I corsi formativi si sono tenuti presso gli spazi della Cittadella Socio-Sanitaria
dell’Azienda ULSS 18.
All’evento formativo “L'anziano d'oggi: nuovi bisogni e nuove risposte”, tenutosi
presso l’Aula Magna Cittadella Socio-Sanitaria ULSS 18 il 20 Aprile 2012, hanno
partecipato 89 persone (assistenti sociali, O.S.S., infermieri domiciliari e
ospedalieri, psicologi dei distretti socio-sanitari, medici di base, medici ospedalieri).
Grafico
1 formazione
Tipologia partecipanti
alla
89
personale qualificato
53
personale case riposo
familiari/badanti
49
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Grafico 2
Case di Riposo che hanno aderito ai corsi di formazione nel 2011
6
Aderito a due corsi
3
Aderito ad un corso
Non hanno mai aderito ai corsi
2
0
1
2
3
4
5
6
293
Il corso che si è tenuto nell’anno 2011 rivolto al personale delle Case di Riposo ha
visto una buona partecipazione.
Per il 2012 sono stati programmati corsi di formazione rivolti a personale qualificato
(O.S.S., infermieri, assistenti sociali, educatori) che opera sia a livello domiciliare
sia nelle strutture residenziali e presso le sedi dei distretti di Rovigo e di Badia
Polesine, facilitando così la partecipazione del personale.
Le chiamate al Centro di Ascolto in entrata, ossia gli utenti che hanno contattato
telefonicamente il Centro sono state 78 nel periodo maggio-dicembre 2011 e 60
nel periodo gennaio-giugno 2012, per un totale di 138 chiamate.
Da gennaio 2012, per una più precisa rilevazione dei dati, è stata registrata la
tipologia dell’utenza (familiare, assistenti familiari, O.S.S., etc) e della richiesta
avanzata dall'utente.
La tipologia di utenti che hanno chiamato comprendeva 50 familiari, 5 Assistenti
Familiari e 5 altra tipoliogia (operatore domiciliare, volontariato).
Le richieste registrate sono state:
richiesta di un colloquio/colloquio di sostegno presso il servizio,
disdire/rinviare il colloquio,
richiesta informazioni sul servizio,
richiesta informazioni sui corsi e possibilità di iscrizione,
richieste non attinenti al servizio,
richiesta indicazioni legate ai bisogni del malato (dove avere una diagnosi,
come gestire/affrontare le problematiche comportamentali del malato),
comunicazioni circa la non partecipazione a incontri (Caffè Alzheimer, gruppo
familiari, corso formazione).
Allo stato attuale, le Assistenti Familiari sono state contattate attraverso canali
diversi, quali sportello badanti, U.V.A. Geriatria, passa-parola.
E' stato rivolto loro l'invito ad un colloquio presso il Centro d'Ascolto allo scopo di
far conoscere il servizio, proporre il percorso formativo, valutare la motivazione e
disponibilità a partecipare alla formazione.
Le attività proposte sono:
− i corsi di formazione,
− la partecipazione a incontri di gruppo, avviati da aprile 2012 con cadenza
mensile e della durata di 1h e 30 min per singolo incontro. L'obiettivo è offrire
uno espazio di confronto e supporto psicologico su tematiche inerenti al loro
ruolo/lavoro assistenziale in famiglia, la lontananza dalla propria famiglia
d'origine. L’incontro avviene nel primo pomeriggio, sfruttando le ore libere che
generalmente le assistenti hanno, andando così, incontro ai loro impegni
lavorativi.
Tra maggio 2011 e maggio 2012 ai corsi hanno partecipato 43 persone, la media
di partecipanti agli incontri di gruppo auto-mutuo-aiuto, tra aprile 2012 e luglio
2012, è stata di 5-6 persone; il numero delle partecipanti si è abbassato, rispetto
alla volontà di partecipare espressa dalle stesse assistenti, per motivazioni diverse
(rientro in patria per periodo di vacanza, impossibilità a raggiungere il luogo
dell'incontro perchè prive di mezzi di trasporto e i familiari non disponibili ad
accompagnarle contrariamente a quanto osservato per il corso di formazione,
294
condizioni di salute della persona assistita che non consentiva di usufruire delle
due ore di permesso).
Di seguito vengono riportati dati relativi alla partecipazione ai corsi formativi
(Tabella 1), che avevano una durata di 15-20 ore, cadenza settimanale e svolti nel
primo pomeriggio per utilizzare le due ore libere (in genere dalle 14 alle 16) delle
parteciapnti:
a) Corso maggio-giugno 2011: 8 iscritte, media dei partecipanti 6, nazionalità: 5 Est
Europa, 1 Sud America,
b) Corso dicembre 2011- marzo 2012: 13 iscritte, media dei partecipanti 10,
nazionalità: 1 Italiana, 9 Est Europa,
c) Corso maggio- luglio 2012: 14 iscritte, media dei partecipanti 12, nazionalità: 5
Italiana, 5 Est Europa, 1 Africa, 1 Sud America.
Nel corso dell'ultimo incontro di formazione, è stata rivolta alle partecipanti la
proposta, ben accolta, di un ulteriore incontro, per una valutazione del corso e
verificare la possibilità per alcune di loro di partecipare al gruppo di auto mutuo
aiuto.
Tabella 1 – Partecipanti ai corsi di formazione, per nazionalità
Maggio 2011-Luglio 2012
Italiana
6
Est Europa
19
Sud America
2
Africa
1
Totale
28
Di seguito vengono elencati i principali canali attraverso i quali sono state coinvolte
le assistenti familiari:
1. Sportello badanti: Ha rappresentato un primo punto di riferimento che,
purtroppo, è venuto meno a partire da novembre 2011, a fronte della
decisione da parte della Regione Veneto di chiudere tale servizio;
2. Centro Decadimento Cognitivo presso SOC Geriatria Ospedale di Rovigo:
alcuni nominativi sono stati segnalati da tale servizio, poiché in alcuni casi è
l'assistente familiare che accompagna a visite/controlli il malato o viene inviata
dai familiari per ritirare referti o piani terapeutici;
3. Familiari: in qualche occasione, familiari che si sono rivolti al Centro di
Ascolto, hanno accettato di far partecipare ai corsi di formazione l'assistente
familiare che hanno assunto;
4. Passaparola: assistenti familiari che hanno partecipato ai primi corsi hanno
consigliato a qualche connazionale di contattare il servizio;
5. Assistenti Sociali: attraverso incontri con le assistenti sociali dei Comuni
afferenti all'ULSS 18, in occasione della presentazione del servizio, è stata
fatta loro la richiesta di sollecitare le badanti ad aderire ai percorsi formativi;
6. Sportelli Informaimmigrati: si stanno contattando gli sportelli informa-immigrati
dislocati in alcuni Comuni, ritenendo che tali sportelli, rappresentino un
ulteriore canale istituzionale, attraverso i quali far conoscere le proposte
formative per stranieri che intendono svolgere un lavoro di assistenza.
295
Ad una prima analisi, i familiari che maggiormente stanno contattando il servizio
sono figlie, molto spesso con un'attività lavorativa e una propria famiglia. Dai
racconti emerge, che anche a fronte di una buona intesa con altri fratelli, sono
coloro che diventano le “designate” dell'assistenza, intesa sia come ore di
presenza accanto al malato, sia come la gestione di pratiche sanitarie e /o
amministrative.
In riferimento alla formazione, si registra che nel corso dell’ultimo incontro tenutosi
ai primi di luglio 2012, i familiari hanno chiesto se a breve si saranno tenuti ulteriori
momenti di formazione a cui partecipare per essere aiutati nella relazione
assistenziale col malato. I familiari sono stati sollecitati a esprimere e segnalare al
Centro di Ascolto quali potrebbero essere i loro bisogni, in maniera tale da poter
progettare/programmare ulteriori iniziative.
I canali attraverso i quali i familiari sono entrati in contatto con il servizio sono stati:
- il Centro Decadimento Cognitivo dell’Ospedale Rovigo,
- la visione di locandine o propria iniziativa,
- l’ndicazione di un assistente sociale,
- il Servizio Telecompagnia.
Gruppo “Caffè Alzheimer” - Gruppo auto mutuo aiuto familiari
Il progetto “Caffè Alzheimer”, finanziato dalla fondazione CA.RI.PA.RO. con il
contributo del Lion Club, afferente alla SOC Geriatria dell’Ospedale di Rovigo, è
stato avviato nel 2008 e, in vista della scadenza del progetto (Ottobre 2011),
sentito il parere della Fondazione, si è ritenuto importante dare continuità a tale
attività, inglobandola all’interno della programmazione del servizio Centro Ascolto
Alzheimer.
L’esperienza dei gruppi Caffè Alzheimer, sorta in Olanda per aiutare e sostenere
malato e famiglia nel percorso della malattia; per quanto riguarda la realtà del
gruppo di Rovigo, le modalità operative di conduzione, si basano sulle teorie della
psicoterapia di gruppo, tra le quali si ritiene che il gruppo stesso agisce come
fattore terapeutico sul singolo partecipante.
Per questo motivo e non solo, il numero dei partecipanti agli incontri non può
essere elevato. Si è stabilito che, per favorire l’attività di gruppo e dunque
l’espressione di ogni singolo partecipante, il numero non debba superare le 14-18
persone. Ulteriori motivi per cui il gruppo deve essere limitato, sono legati al fatto
che siamo di fronte a persone che per cultura non sono abituate ad esprimersi
apertamente in gruppo strutturato, alcuni di loro soffrono ad esempio di sordità, la
malattia stessa che implica un rallentamento nel pensare e nell’esprimere il proprio
pensiero.
Le persone candidate a partecipare agli incontri, dal novembre 2011, vengono viste
presso il Centro di Ascolto.
Gli incontri di gruppo, condotti da due psicologhe psicoterapeute, hanno cadenza
quindicinale, secondo calendario stabilito e si svolgono presso gli spazi della
Cittadella Socio Sanitaria di Rovigo.
A giugno 2012, i partecipanti al gruppo sono 10. Tra dicembre 2011 e giugno 2012
si sono registrati abbandoni causa un peggioramento dello stato di malattia e per la
non disponibilità dei familiari di accompagnare in maniera costante il malato agli
296
incontri.
Oltre al Centro Decadimento Cognitivo, afferente alla SOC Geriatria dell'Ospedale
di Rovigo, che rimane un canale importante di invio di familiari e pazienti, si è
ritenuto fondamentale coinvolgere anche altri soggetti, che con compiti diversi, si
occupano della patologia in questione; quindi si sono tenuti degli incontri con :
assistenti sociali di Comuni afferenti all'ULSS 18,
medici di medicina dell'Ospedale di Trecenta,
psicologo che svolge le valutazioni per l'assegno di cura,
medico che si occupa delle pratiche/procedure per l'assegno di cura.
Gli incontri con i diversi professionisti hanno avuto l'obiettivo di far conoscere il
progetto e di valutare modalità di coinvolgimento e invio di familiari e malati al
Centro di Ascolto.
I colloqui con familiari e malati, sono necessari allo scopo di valutare la possibilità
di partecipare agli incontri di “Caffè Alzheimer” già attivo a Rovigo, l'avvio di un
gruppo “Caffè Alzheimer” a Badia Polesine, l'avvio di un gruppo per familiari di
“Auto mutuo aiuto” a Badia Polesine, la possibilità di partecipare a corsi formativi
preso il Distretto di Badia Polesine.
I gruppi di “Auto mutuo aiuto” rappresentano un'ulteriore possibilità, per il caregiver,
di essere sostenuto e accompagnato nella lungo percorso di assistenza che deve
affrontare.
La proposta di partecipare a tale attività è stata rivolta a:
familiari che accompagnano il malato al Caffè Alzheimer,
familiari che non partecipano al gruppo succitato, ma che sono giunti al
servizio Centro Ascolto Alzheimer,
familiari che hanno partecipato ai corsi di formazione.
Per poter favorire l’espressione di ogni partecipante e dunque lo scambio delle
diverse esperienze, i partecipanti non possono essere più di 15.
Gli incontri, di due ore, hanno cadenza mensile e si tengono presso gli spazi della
Cittadella Socio-Sanitaria di Rovigo. Il gruppo è condotto da due psicologhe –
psicoterapeute. Allo stato attuale, vi sono 6 partecipanti al gruppo. Alcuni familiari,
sebbene riconoscano il bisogno e l'utilità di partecipare agli incontri, sono
impossibilitati a partecipare principalmente perchè, non potendo il malato restare a
casa da solo, devono decidere chi partecipa al gruppo e chi invece deve rimanere
a casa ad assistere il proprio congiunto, oppure l'assistente familiare non è
presente nelle ore in cui il familiare dovrebbe venire al gruppo, oppure sono
presenti impegni di lavoro. Si sta valutando, pertanto, la possibilità di modificare
l'orario dell'incontro, per facilitare soprattutto la partecipazione da parte dei figli. A
breve le attività inerenti al progetto (gruppi, formazione) saranno avviate anche
presso il distretto di Badia Polesine con l'obiettivo di servire la popolazione
residente nei comuni nell'Alto Polesine.
Il Progetto verrà presentato a ottobre 2012 nell'ambito del mese dell'anziano.
297
Capitolo 4
Assistenza ospedaliera
298
La rete assistenziale
La rete assistenziale italiana si colloca all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza
(LEA) che includono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è
tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o con pagamento di un ticket, in
quanto presentano evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di
salute, individuale o collettiva, a fronte delle risorse impiegate.
I LEA, stabiliti con il DPCM del 29/11/2001 “Definizione dei Livelli essenziali di
assistenza”, entrati in vigore il 23 febbraio 2002, sono organizzati in tre settori:
• prevenzione collettiva e sanità pubblica
• assistenza distrettuale
• assistenza ospedaliera.
Nell’ambito dell’assistenza ospedaliera sono compresi nei LEA tutte le prestazioni
e i servizi di diagnosi, cura, riabilitazione, effettuati nelle strutture ospedaliere
pubbliche e private accreditate, in regime di ricovero e ambulatoriale. Nello
specifico il livello dell’assistenza ospedaliera si articola nelle aree di attività di
pronto soccorso, ricovero ordinario per acuti, day-surgery, day-hospital,
riabilitazione e lungodegenza post-acuzie, attività trasfusionali, attività di trapianto
di organi e tessuti, assicurando prestazioni per le funzioni previste dalla
programmazione regionale e locale e destinate a persone affette da condizioni
patologiche, che, per la loro gravità e complessità o intensità dell’appropriata
risposta sanitaria, non possono essere assistite nell’ambito dei servizi territoriali.
Il ruolo dell’ospedale deve essere visto, quindi, all’interno della complessa rete
assistenziale definita nei LEA e offerta dal Sistema Sanitario e che deve avere
come obiettivo quello di soddisfare i bisogni dei cittadini, migliorando la qualità
dell’assistenza ed assicurando la continuità delle cure attraverso l’integrazione con
le prestazioni offerte dal Distretto Socio-sanitario, dai Medici di Medicina Generale
e dai Pediatri di Libera Scelta, nonché attuando programmi di prevenzione e sanità
pubblica volti a tutelare la salute e la sicurezza della comunità da rischi infettivi,
ambientali, legati alle condizioni di lavoro e correlati agli stili di vita, garantiti
operativamente dai Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione.
L’articolazione del capitolo procede dalla descrizione della dotazione strutturale,
sia del settore pubblico che di quello privato, e da un’analisi della “produzione”
ospedaliera, tenendo conto del diverso regime di ricovero (ordinario e diurno) e
della mobilità dei pazienti.
299
4.1 La dotazione strutturale
La funzione ospedaliera dell’Azienda ULSS 18 è costituita da due Presidi
Ospedalieri Pubblici e due Strutture Private Accreditate:
Presidio Ospedaliero “S.Maria della Misericordia”
Presidio Ospedaliero “S.Luca”
Casa di Cura “S.Maria Maddalena”
Casa di Cura “Città di Rovigo”
Rovigo
Trecenta
Occhiobello
Rovigo
Il numero dei Posti Letto disponibili in una struttura ospedaliera o di un reparto
costituisce il classico elemento di descrizione di un Ospedale, al quale è connesso
un impegno di risorse e su cui si basa la pianificazione del Sistema Sanitario
Nazionale e Regionale.
Il numero di posti letto è un indice delle risorse disponibili: a partire da esso si
possono costruire semplici indicatori quali la percentuale di occupazione,
l’intervallo di turnover, l’indice di rotazione ed il tasso di utilizzo.
I Posti Letto assegnati complessivamente ai Presidi Ospedalieri pubblici e privati
accreditati dell’ULSS 18 si mantengono, dopo un progressivo ridimensionamento
dal 1998, in numero di 644 dall’anno 2006 (Grafico 1).
La Tabella 1 descrive, nel dettaglio, la situazione di dotazione di Posti Letto dei
Presidi Ospedalieri pubblici dell’Azienda ULSS 18, relativamente all’anno 2011.
Grafico 1 - Dotazione Posti Letto nei Presidi Ospedalieri Pubblici
dell'Azienda ULSS 18 - Anni 1998-2011
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
P.L. ordinari
729
775
633
633
631
620
576
576
576
576
576
576
576
P.L. diurni
131
119
82
82
82
75
69
69
68
68
68
68
68
576
68
Totale
860
894
715
715
713
695
645
645
644
644
644
644
644
644
300
Tabella 1 – Dotazione di Posti Letto nei Presidi Ospedalieri Aziendali,
suddivisione per Area e per Reparto – Anno 2011
Presidio Ospedaliero di Rovigo
P.L. al 01/01/2011
Reparti
Ordinari
Diurni
Reparti
Cardiologia
15
1
16
Dermato-Chirurgia
2
2
4
Gastroenterologia
5
1
6
Geriatria
30
1
31
Malattie Infettive
10
1
11
Malattie Metaboliche
4
2
6
Medicina Generale
33
0
33
Medicina Generale – Trasfusionale
0
1
1
Nefrologia
4
1
5
Neurologia
12
1
13
Oncologia
4
13
17
Oncologia – Cure palliative
0
1
1
Oncologia – Oncoematologia
4
0
4
Pneumologia
15
1
16
Radioterapia
0
1
1
Totale
138
27
165
Area Riabilitativa
Lungodegenza Geriatrica
25
0
25
Lungodegenza Medica
0
0
0
Riabilitazione neurologica
10
0
10
Riabilitazione ortopedica
5
0
5
Totale
40
0
40
Area Chirurgica
Ordinari
Diurni
Totale
Chirurgia generale
22
2
24
Chirurgia maxillo-facciale
4
1
5
Chirurgia vascolare
10
2
12
Neurochirurgia
9
1
10
Oculistica
6
6
12
Ortopedia e traumatologia
22
2
24
Otorinolaringoiatria
14
2
16
Urologia
20
4
24
Totale
107
20
127
Area Materno-Infantile
Assistenza neonatale-nido (culle)
0
0
0
Ostetricia e Ginecologia – Ginecologia
12
2
14
Ostetricia e Ginecologia – Ostetricia
16
2
18
Pediatria
20
1
21
Totale
48
5
53
301
(Segue) Presidio Ospedaliero di Rovigo
Area Terapie Intensive
Cardiologia – subintensiva
UTIC – intensiva coronarica
Rianimazione – intensiva
Rianimazione – subintensiva
Neurologia – subintensiva
Terapia intensiva neonatale
Patologia neonatale – subintensiva
Pneumologia – subintensiva
Totale
Totale P.O. Rovigo
Presidio Ospedaliero di Trecenta
Area Medica
Area medica multidisciplinare
Oncologia
Psichiatria
Totale
Area Riabilitativa
Riabilitazione Ortopedica
Riabilitazione Cardiologica
Riabilitazione Neurologica
Riabilitazione Pneumologica
Lungodegenza
Totale
Area Chirurgica
Chirurgia generale
Chirurgia toracica
Oculistica
Otorinolaringoiatria
Ortopedia e traumatologia
Totale
Area Materno-Infantile
Assistenza Neonatale - Nido (culle)
Ostetricia e Ginecologia – Ginecologia
Ostetricia e Ginecologia – Ostetricia
Pediatria
Totale
Area Terapia Intensiva
Area medica – Terapia sub-intensiva
Anestesia – Terapia sub-intensiva
Totale
Totale P.O. Trecenta
Totale Azienda ULSS 18
P.L. al 01/01/2011
Diurni
Totale
0
10
0
8
0
8
0
6
0
7
0
2
0
6
0
4
0
51
52
436
P.L. al 01/01/2010
Ordinari
Diurni
Totale
51
2
53
0
3
3
16
0
16
67
5
72
Ordinari
10
8
8
6
7
2
6
4
51
384
15
2
12
6
25
60
0
0
0
0
0
0
15
2
12
6
25
60
24
4
0
2
11
41
Ordinari
0
7
9
0
16
2
0
3
1
1
7
Diurni
0
1
1
2
4
26
4
3
3
12
48
Totale
0
8
10
2
20
4
4
8
192
576
0
0
0
16
68
4
4
8
208
644
302
La dotazione di Posti Letto delle due strutture ospedaliere a gestione privata,
accreditate e convenzionate, presenti sul territorio dell’Azienda ULSS 18 è
rappresentata nella Tabella 2.
Tabella 2 – Dotazione P.L. delle Case di Cura private accreditate,
suddivisione per reparto – Anno 2011
Casa di Cura Città di Rovigo
Reparti
Ordinari
Diurni
1
Medicina Generale
19
(attività di oncologia)
10
Chirurgia Generale
(autorizzati 6
0
nota regionale 210250/500800)
Geriatria
10
Terapia fisica e riabilitativa
31
Lungodegenza
16
Totale
76
Casa di Cura S.Maria Maddalena
Reparti
Ordinari
Medicina Generale
14
Chirurgia Generale (con prestazioni di
16
Ginecologia, Urologia, Oculistica e Ortopedia)
Terapia fisica e riabilitativa
13
Lungodegenza
6
Totale
49
0
3
0
14
Diurni
1
4
1
0
6
4.2 La valutazione dell’attività
La valutazione dell’attività ospedaliera è permessa dal flusso delle Schede di
Dimissione Ospedaliera (SDO), che ha raggiunto un elevato livello di qualità e
completezza del dato e contiene moltissime informazioni utilizzabili per finalità sia
amministrative che cliniche, rivestendo un ruolo sostanziale di supporto alle
Politiche di Programmazione Sanitaria.
Il flusso informativo SDO consente di monitorare indicatori di “produzione”
ospedaliera, ad esempio, le caratteristiche della domanda di ospedalizzazione,
l’analisi della risposta degli erogatori pubblici e privati, l’efficacia, l’efficienza e
l’appropriatezza delle prestazioni fornite.
Gli indicatori possono essere di vario tipo; gli indicatori “classici” sono quelli basati
essenzialmente sul movimento dei pazienti e sulla durata della degenza: ricoveri,
dimissioni, giornate di degenza, degenza media, tasso di occupazione, tassi di
ospedalizzazione.
In questo paragrafo viene analizzata l’attività assistenziale degli Ospedali
dell’Azienda ULSS 18 nell’anno 2011, differenziandola per regime di ricovero ed
escludendo i ricoveri con DRG 391 “neonato normale”.
303
Dall’analisi sono stati esclusi i ricoveri con DRG 391 (“neonato normale”), con cui
complessivamente sono stati dimessi 1.029 neonati (692 dall’O.C. di Rovigo e 337
dall’O.C. di Trecenta).
I ricoveri e le dimissioni
Nell’anno 2011 nei Presidi Ospedalieri pubblici e privati dell’Azienda ULSS 18
sono stati effettuati complessivamente 27.056 ricoveri in regime ordinario e diurno
(day- hospital).
Le frequenza assolute e percentuali suddivise per Presidio Ospedaliero, pubblico e
privato, sono riportate nella Tabella 3: il 78,7% dei pazienti è stato dimesso da
ospedali pubblici.
Tabella 3 - Ricoveri ordinari e diurni nei Presidi Ospedalieri
pubblici e privati dell’Azienda ULSS 18 Rovigo - Anno 2011
Presidio Ospedaliero
n.
(%)
P.O. Rovigo
15.445
57,1
P.O. Trecenta
6.067
22,4
C.C. S.Maria Maddalena
3.711
13,7
C.C. Città di Rovigo
1.833
6,8
Totale
27.056
(100.0)
Nell’anno 2011, escludendo il DRG 391, sono state effettuate 17.229 dimissioni
per ricoveri ordinari (Tabella 4).
Tabella 4 - Ricoveri in regime ordinario nei Presidi Ospedalieri
pubblici e privati dell’Azienda ULSS 18 Rovigo - Anno 2011
Presidio Ospedaliero
n.
(%)
P.O. Rovigo
11.007
60,4
P.O. Trecenta
4.294
23,5
C.C. S.Maria Maddalena
1.924
10,5
C.C. Città di Rovigo
1.027
5,6
Totale
18.252
(100.0)
Per “dimessi” si intendono i pazienti che sono stati dimessi da tutti i reparti
specialistici dei Presidi Ospedalieri.
Nel Grafico 2 viene evidenziato il trend del numero dei pazienti dimessi, dal 1998
al 2011, dai P.O. pubblici dell’Azienda ULSS 18, suddivisi per regime di ricovero,
compreso il DRG 391 “neonato normale”.
304
Le giornate di degenza, la degenza media e il tasso di occupazione
Le “giornate di degenza” è un indicatore che corrisponde alle “giornate totali”
(periodo di 24 ore) in cui i pazienti soggiornano nel Presidio Ospedaliero. La durata
di una degenza totale di un ricovero è determinata sottraendo alla data di
dimissione dall’Ospedale quella di ammissione, senza distinguere se vi siano
differenze tra reparto di ammissione e reparto di dimissione.
La “degenza media” esprime il valore medio della durata di una degenza, calcolato
con il rapporto fra il numero di giornate di degenza per il ricovero ordinario, o il
numero di accessi per il regime di day-hospital, erogati ed numero dei pazienti.
Il numero delle giornate di ricovero nelle struuture ospedaliere pubbliche e private
dell’Azienda ULSS 18 per l’anno 2011 è stato pari a 185.508 con una media per
ricovero di 10,16 giorni (Tabella 5).
La media della durata media dei ricoveri varia in dipendenza della tipologia
assistenziale dei diversi nosocomi, raggiungendo il massimo per la Casa di Cura
Città di Rovigo (21,11 giorni).
Tabella 5 - Giornate di degenza e degenza media (giorni) nei Presidi Ospedalieri
pubblici e privati dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
n.
Degenza media
Presidio Ospedaliero
giornate di ricovero
(giorni)
P.O. Rovigo
105.242
9,56
P.O. Trecenta
47.137
10,98
C.C. S.Maria Maddalena
11.450
5,95
C.C. Città di Rovigo
21.679
21,11
Totale
185.508
10,16
Nel Grafico 3 viene evidenziato l’andamento, dal 1998 al 2011, del numero di
giornate di degenza effettuate presso i Presidi Ospedalieri di Rovigo e Trecenta,
suddivisi per tipologia di ricovero: nel 2011 le giornate totali sono state 162.021
con una diminuzione rispetto al nel 2010 del 4,8%, riduzione che si è avuta sia ne
ricoveri ordinari (-4,5%), che in quelli diurni (-9,3%).
Il Grafico 4 illustra l’andamento della durata della degenza media nel corso degli
anni dal 1998 al 2011 suddiviso per tipologia di ricovero.
305
Grafico 3 - Giornate di degenza/accessi cicli chiusi nei P.O. di Rovigo e di Trecenta
Anni 1998-2011
350.000
300.000
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Ordinario 237.499 227.049 201.606 202.376 197.808 184.491 174.611 170.604 167.963 161.054 165.253 162.963 159.209 152.379
Diurno
58.669
Totale
296.168 263.256 233.429 225.449 223.278 210.011 204.458 192.127 186.421 180.360 178.781 173.160 169.748 162.021
36.207
31.823
23.073
25.470
25.520
29.847
21.523
18.458
19.306
13.528
10.197
10.539
9.642
306
Grafico 4 - Degenza/Accessi medi per tipologia di ricovero
nei P.O. di Rovigo e di Trecenta - Anni 1998-2011
11,00
10,00
9,00
8,00
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Ordinari
8,13
8,43
8,43
8,95
9,21
9,22
9,15
8,94
8,93
8,85
9,26
9,29
9,58
9,96
Diurni
3,00
3,11
2,97
2,45
2,67
2,94
4,04
3,13
2,63
2,77
2,10
1,56
1,56
1,55
307
Il “tasso di occupazione” è un indicatore del volume di attività ospedaliera e misura,
in valori percentuali, il livello di occupazione dei posti letto mediante il rapporto tra
giorni di degenza maturati dall’insieme dei ricoverati nell’anno e i giorni di degenza
disponibili in base al numero medio di posti letto (per il numero dei giorni
dell’anno).
Per i ricoveri diurni il tasso è calcolato sul numero di accessi nel periodo
considerato.
Il Grafico 5 evidenzia l’andamento del tasso di occupazione nei Presidi Ospedalieri
aziendali nel corso degli anni 1998-2011, suddivisi per tipologia di ricovero.
Grafico 5 - Tasso di occupazioneper tipologia di ricovero
nei P.O. di Rovigo e di Trecenta - Anni 1998-2011
200,0
180,0
160,0
140,0
120,0
100,0
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Ordinari
89,3
78,6
77,5
75,7
72,5
Diurni
186,6 126,8 161,7 117,2 141,2 142,4 150,4 133,0 122,2 113,1 64,4
80,3
87,3
87,6
85,4
80,7
81,2
81,2
79,9
76,6
63,2
65,4
59,1
In Tabella 6 viene riassunta l’attività espletata nelle due strutture private operanti
nell’Azienda ULSS 18.
Tabella 6 – Indici di attività delle Strutture Private Accreditate
Anno 2011
Casa di Cura
Casa di Cura
Città di Rovigo
S.Maria Maddalena
ordinari
diurni
ordinari
diurni
Dimessi/cicli chiusi
1.027
806
1.924
1.787
Giornate degenza/accessi
21.679
2.147
11.450
3.195
Degenza media
21,11
2,66
5,95
1,79
308
I ricoveri dei residenti
La Tabella 7 è riassuntiva dei dati relativi ai ricoveri riferiti ai residenti nell’Azienda
ULSS 18, dal 2009 al 2011, da cui sono stati calcolati i relativi tassi di
ospedalizzazione, la cui analisi verrà approfondita nel paragrafo seguente.
Tabella 7 – Ricoveri totali e tassi di ospedalizzazione dei residenti
nel territorio dell’Azienda ULSS 18 – Anni 2009-2011
(esclusi ricoveri con DGR 391 = neonato normale)
Anno
2009
Anno
2010
Anno
2011
Differenza
2011-2010
Diff.
%
Strutture pubbliche
17.374
16.994
15.649
-1.345
-7,91%
Strutture private
2.634
2.666
2.347
-319
-11,97%
Mobilità passiva Intra Regione
4.629
4.730
4.549
-181
-3,83%
Mobilità passiva Extra Regione
4.573
4.655
4.655
0
0,00%
Totale ricoveri per residenti
29.210
29.045
27.200
-1.845
-6,35%
Popolazione residente
175.129
175.804
176.233
429
0,24%
Popolazione residente pesata
185.504
185.504
187.447
1.943
1,05%
166,79
165,21
154,34
-10,87
-6,58%
157,25
155,87
145,11
-10,76
-6,90%
Tasso di ospedalizzazione
grezzo
Tasso di ospedalizzazione
standardizzato
VINCOLI
160‰
(ric x ab)
160‰
140‰
(ric x ab) (ric x ab)
I tassi di ospedalizzazione
Il “tasso di ospedalizzazione” della popolazione esprime la richiesta di ricovero
ospedaliero da parte dei cittadini residenti in un determinato territorio che può
trovare soddisfazione in strutture sanitarie ubicate all'interno o all'esterno della
Regione.
Il tasso di ospedalizzazione complessivo di una popolazione è influenzato dalla
struttura per età della popolazione di riferimento: una popolazione anziana ha un
tasso di ospedalizzazione maggiore.
Il tasso di ospedalizzazione della popolazione residente (n. ricoveri di residenti nel
Veneto/n.residenti x 1.000) rimane di poco superiore al livello di 160 per 1.000
abitanti, indicato come obiettivo sia della programmazione regionale che nazionale,
anche se si segnala una tendenza ad una riduzione costante che potrebbe
consentire il raggiungimento di tale soglia. Viene pertanto anche calcolato il tasso
309
standardizzato che permette di non tener conto della struttura per età di una
popolazione per poterla confrontare con altre popolazioni.
Per l’anno 2011 il tasso di ospedalizzazione standardizzato per l’ULSS 18,
calcolato sulla base della popolazione della Regione Veneto del 2001, risulta pari a
146 per 1000 abitanti.
Nella Figura 1 e Tabella 8 sono evidenziati i tassi standardizzati di
ospedalizzazione calcolati per singolo Comune appartenente al territorio
dell’Azienda ULSS 18 per l’anno 2011.
Nelle Figura 2 e Tabella 9 e nelle Figura 3 e Tabella 10 vengono indicati,
rispettivamente, i tassi specifici per classe di età e il tasso standardizzato per i
ricoveri “ordinari” e “diurni”, per ogni Comune dell’Azienda ULSS 18.
310
Figura 1 – Tassi standardizzati di ospedalizzazione per i ricoveri totali (x 1.000 abitanti)
per Comune nell’Azienda ULSS 18 – Anno 2011
Tassi di ospedalizzazione
(x1.000 abitanti)
≤120
121-140
141-160
>160
311
Tabella 8 - Tassi di ospedalizzazione specifici e standardizzati
dei ricoveri totali, per Comune di residenza – Anno 2011
(*standardizzazione diretta utilizzando come popolazione di riferimento quella della Regione Veneto)
Arquà Polesine
Badia Polesine
Bagnolo di Po
Bergantino
Boara Pisani
Bosaro
Calto
Canaro
Canda
Castelguglielmo
Castelmassa
Castelnovo Bariano
Ceneselli
Ceregnano
Costa di Rovigo
Crespino
Ficarolo
Fiesso Umbertiano
Frassinelle Polesine
Fratta Polesine
Gaiba
Gavello
Giacciano con Baruchella
Guarda Veneta
Lendinara
Lusia
Melara
Occhiobello
Pincara
Polesella
Pontecchio Polesine
Rovigo
Salara
San Bellino
San Martino di Venezze
Stienta
Trecenta
Villadose
Villamarzana
Villanova del Ghebbo
Villanova Marchesana
Totale ULSS 18
0-4
5-14
15-64
65-74
>74
93,0
108,3
39,5
177,6
114,6
244,2
30,3
109,1
52,6
29,4
174,9
56,9
36,4
78,0
109,8
61,5
15,9
123,6
76,9
115,4
145,8
107,7
41,2
195,1
129,6
93,0
183,3
113,9
90,9
73,5
98,4
117,0
148,9
103,4
116,6
166,7
173,1
58,0
69,0
90,9
263,2
111,5
150,9
51,5
106,8
27,5
20,5
35,0
0,0
39,6
57,1
28,6
26,0
46,1
14,7
21,3
16,2
50,3
64,5
55,2
69,3
41,0
120,5
21,7
33,1
9,0
48,1
56,4
6,7
44,9
52,1
52,3
22,9
48,3
64,9
61,9
20,6
29,3
39,0
43,6
25,0
5,4
89,1
45,3
119,5
120,2
106,5
123,3
107,7
87,4
108,4
113,2
104,5
118,0
122,0
114,1
112,1
106,5
114,5
108,3
127,9
102,4
117,2
106,7
127,5
130,8
113,1
117,1
102,6
103,7
100,7
131,9
121,2
105,3
103,0
105,5
118,9
119,1
85,6
106,8
114,3
103,1
120,9
107,1
109,2
110,3
215,0
274,6
307,7
287,7
174,5
189,8
164,7
192,1
282,8
131,4
244,9
327,2
319,8
227,0
285,7
192,9
242,5
226,6
105,3
253,6
275,4
200,0
176,2
349,6
229,4
271,1
330,4
279,9
226,6
243,1
236,7
256,4
311,1
231,5
177,7
303,6
259,3
260,5
206,9
286,5
169,5
249,7
368,6
405,8
294,7
440,9
256,5
375,0
450,0
395,5
420,2
341,1
422,3
405,5
442,9
352,5
348,3
444,4
369,3
401,1
349,3
288,3
358,1
406,4
420,3
409,9
379,8
351,9
315,4
565,4
329,0
430,7
306,7
397,5
382,7
382,5
289,1
365,0
446,6
401,1
451,4
319,2
253,2
393,8
Tasso
standardizzato*
155,1
156,7
142,0
164,6
121,1
128,5
133,5
141,6
146,4
128,4
157,3
155,0
152,6
133,3
145,2
141,9
151,7
140,7
132,2
133,6
165,2
153,3
138,5
162,8
138,7
139,9
140,1
180,1
144,2
144,5
128,7
144,5
160,5
150,0
110,2
147,6
157,2
140,3
150,3
135,6
134,9
146,0
312
Figura 2 – Tassi standardizzati di ospedalizzazione per i ricoveri ordinari (x 1.000 abitanti)
per Comune dell’Azienda ULSS 18 – Anno 2011
Tassi di ospedalizzazione
(x1.000 abitanti)
≤90
91-100
101-110
>110
313
Tabella 9 - Tassi di ospedalizzazione specifici e standardizzati di ricovero ordinario,
per Comune di residenza – anno 2011
(*standardizzazione diretta utilizzando come popolazione di riferimento quella della Regione Veneto)
Arquà Polesine
Badia Polesine
Bagnolo di Po
Bergantino
Boara Pisani
Bosaro
Calto
Canaro
Canda
Castelguglielmo
Castelmassa
Castelnovo Bariano
Ceneselli
Ceregnano
Costa di Rovigo
Crespino
Ficarolo
Fiesso Umbertiano
Frassinelle Polesine
Fratta Polesine
Gaiba
Gavello
Giacciano con Baruchella
Guarda Veneta
Lendinara
Lusia
Melara
Occhiobello
Pincara
Polesella
Pontecchio Polesine
Rovigo
Salara
San Bellino
San Martino di Venezze
Stienta
Trecenta
Villadose
Villamarzana
Villanova del Ghebbo
Villanova Marchesana
Totale ULSS 18
0-4
5-14
15-64
65-74
>74
77,5
85,3
39,5
168,2
72,9
104,7
30,3
72,7
52,6
29,4
147,5
56,9
36,4
56,7
85,4
46,2
15,9
89,9
76,9
86,5
145,8
107,7
30,9
170,7
86,4
38,8
166,7
99,5
90,9
63,7
65,6
80,8
148,9
34,5
73,6
120,0
153,8
38,6
51,7
68,2
210,5
83,3
75,5
22,4
77,7
11,0
10,3
14,0
0,0
29,7
57,1
9,5
16,2
9,2
7,4
17,7
10,8
12,6
32,3
33,7
29,7
25,6
60,2
14,5
6,6
0,0
23,6
17,8
6,7
28,2
41,7
24,6
5,7
23,1
39,0
10,3
5,9
16,7
4,9
2,6
12,5
0,0
49,5
21,6
68,7
70,1
66,1
80,2
61,2
47,4
67,3
54,8
59,5
63,4
79,4
70,7
72,2
64,8
62,5
63,6
75,7
65,2
72,1
64,0
73,7
90,8
57,6
81,1
59,0
55,3
69,6
78,4
73,4
61,8
61,4
61,2
65,2
63,4
48,5
60,1
70,2
64,7
73,8
65,4
68,0
65,0
140,1
188,1
205,1
224,6
120,0
87,6
129,4
125,8
161,6
68,6
181,3
266,1
232,6
183,7
207,8
145,7
194,0
156,5
76,0
189,3
231,9
150,0
127,0
300,8
154,0
180,8
258,9
189,9
164,1
182,3
177,5
180,5
237,0
194,4
116,1
199,4
193,7
191,6
172,4
218,8
144,1
177,9
314,4
368,8
241,5
389,8
204,5
304,7
375,0
331,5
369,7
280,4
367,4
357,1
385,7
292,5
289,3
377,2
339,4
330,9
287,1
236,2
290,5
369,9
369,5
316,8
323,8
296,2
276,9
457,6
251,6
378,8
233,1
332,8
308,6
327,9
230,4
300,0
372,8
328,4
368,1
272,3
215,2
332,7
Tasso
standardizzato*
101,0
107,4
97,1
122,8
76,9
76,2
95,5
87,5
99,5
78,4
115,2
112,0
111,2
94,2
95,6
96,9
106,4
98,6
89,7
91,0
113,1
117,7
89,0
123,1
92,5
87,2
107,8
123,0
97,8
101,5
84,9
97,1
107,9
96,1
70,3
96,4
110,1
96,2
105,7
95,1
95,2
99,4
314
Figura 3 – Tassi standardizzati di ospedalizzazione per i ricoveri diurni (x 1.000 abitanti)
per Comune dell’Azienda ULSS 18 – Anno 2011
Tassi di ospedalizzazione
(x1.000 abitanti)
≤40
41-45
46-50
>50
315
Tabella 10 - Tassi standardizzati di ricovero diurno,
per Comune di residenza – Anno 2011
(*standardizzazione diretta utilizzando come popolazione di riferimento quella della Regione Veneto)
Arquà Polesine
Badia Polesine
Bagnolo di Po
Bergantino
Boara Pisani
Bosaro
Calto
Canaro
Canda
Castelguglielmo
Castelmassa
Castelnovo Bariano
Ceneselli
Ceregnano
Costa di Rovigo
Crespino
Ficarolo
Fiesso Umbertiano
Frassinelle Polesine
Fratta Polesine
Gaiba
Gavello
Giacciano con Baruchella
Guarda Veneta
Lendinara
Lusia
Melara
Occhiobello
Pincara
Polesella
Pontecchio Polesine
Rovigo
Salara
San Bellino
San Martino di Venezze
Stienta
Trecenta
Villadose
Villamarzana
Villanova del Ghebbo
Villanova Marchesana
Totale ULSS 18
0-4
5-14
15-64
65-74
>74
15,5
23,0
0,0
9,3
41,7
139,5
0,0
36,4
0,0
0,0
27,3
0,0
0,0
21,3
24,4
15,4
0,0
33,7
0,0
28,8
0,0
0,0
10,3
24,4
43,2
54,3
16,7
14,5
0,0
9,8
32,8
36,2
0,0
69,0
42,9
46,7
19,2
19,3
17,2
22,7
52,6
28,2
75,5
29,1
29,1
16,5
10,3
21,0
0,0
9,9
0,0
19,0
9,7
36,9
7,4
3,5
5,4
37,7
32,3
21,5
39,6
15,4
60,2
7,2
26,5
9,0
24,5
38,6
0,0
16,7
10,4
27,7
17,1
25,2
26,0
51,5
14,7
12,6
34,1
41,0
12,5
5,4
39,6
23,6
50,7
50,1
40,4
43,1
46,6
40,0
41,1
58,4
45,0
54,6
42,7
43,4
39,9
41,7
52,0
44,6
52,2
37,3
45,1
42,7
53,8
40,0
55,5
36,0
43,6
48,4
31,1
53,5
47,8
43,5
41,6
44,3
53,7
55,8
37,2
46,7
44,1
38,4
47,2
41,6
41,1
45,3
74,9
86,5
102,6
63,2
54,5
102,2
35,3
66,2
121,2
62,9
63,6
61,2
87,2
43,4
77,9
47,2
48,5
70,1
29,2
64,3
43,5
50,0
49,2
48,8
75,4
90,4
71,4
90,0
62,5
60,8
59,2
75,9
74,1
37,0
61,6
104,2
65,5
69,0
34,5
67,7
25,4
71,8
54,2
37,0
53,1
51,1
52,0
70,3
75,0
64,1
50,4
60,7
54,9
48,4
57,1
60,0
59,0
67,3
29,8
70,2
62,2
52,1
67,6
36,5
50,8
93,2
56,0
55,7
38,5
107,9
77,4
51,9
73,6
64,7
74,1
54,6
58,7
65,0
73,8
72,8
83,3
46,9
38,0
61,1
Tasso
standardizzato*
54,1
49,2
44,9
41,8
44,3
52,3
38,0
54,1
46,9
50,1
42,2
43,0
41,4
39,1
49,6
45,0
45,2
42,2
42,5
42,6
52,1
35,7
49,5
39,8
46,2
52,7
32,3
57,2
46,4
43,0
43,8
47,3
52,6
54,0
39,9
51,1
47,0
44,2
44,7
40,5
39,6
46,7
316
Gli indicatori di attività DRG specifici
I DRG medici e chirurgici
Il sistema DRG (Diagnosis Related Groups) o ROD (Raggruppamenti Omogenei di
Diagnosi) è un sistema di classificazione dei ricoveri ospedalieri che si basa su
raggruppamenti omogenei di diagnosi contenute nella scheda di dimissione
ospedaliera (SDO) dei pazienti dimessi dagli ospedali per acuti, per il quale tutti i
ricoveri afferenti ad un medesimo DRG presentano approssimativamente un simile
carico assistenziale e consumo medio di risorse.
Questo sistema viene attualmente impiegato come strumento di finanziamento
delle strutture ospedaliere nel Sistema Sanitario Nazionale; infatti, ad ogni DRG è
associata una tariffa che rispecchia una stima del costo medio di ciascun ricovero,
in base alla quale si remunera l’attività ospedaliera erogata.
Ogni DRG è, inoltre, caratterizzato da un peso relativo, spesso utilizzato per
calcolare indicatori di complessità ed efficienza quali: il peso medio della casistica,
l’indice di case-mix e l’indice comparativo di performance.
Nel 2011 nell’Azienda ULSS 18 complessivamente il 64,6% delle dimissioni
effettuate da ricoveri in regime ordinario presentava un DRG di tipo medico, mentre
il 35,4% aveva un DRG di tipo chirurgico.
Il Grafico 1 mostra le frequenze delle dimissioni in regime ordinario, per tipologia
di DRG e per presidio ospedaliero.
317
Gli indicatori di attività “DRG (Diagnosis Related Groups) specifici” sono indicatori
di valutazione delle attività ospedaliere e si fondano sul confronto tra alcuni indici
classici (ad esempio la degenza media) e la casistica specificamente trattata
classificata secondo il sistema DRG, o altri sistemi più specifici per la valutazione
della complessità. Tra i più importanti si calcolano il Peso Medio di DRG, l’Indice
Comparativo di Performance (ICP) e l’Indice di Case Mix (ICM).
Indice comparativo di performance
L'indice comparativo di performance è un indice sintetico di attività ospedaliera
(regime ordinario) che mette a confronto l'efficienza operativa di una struttura
locale nell'affrontare i casi di ricovero specifici per DRG rispetto a quella osservata
in una struttura di riferimento per gli stessi DRG. I valori maggiori dell'unità,
indicano un’efficienza locale più "bassa" di quella di riferimento, minori dell'unità
un’ efficienza locale più "alta" di quella di riferimento, pari all'unità quando
l'efficienza locale è "uguale" a quella di riferimento.
In questo caso, la struttura locale è tanto "migliore", in termini di efficienza
operativa, quanto più basso è il valore assunto dall'indice. Il numeratore è definito
come "degenza standardizzata per il case-mix", ed è calcolato come sommatoria
dei prodotti tra degenza media di ciascun DRG osservata localmente e la
numerosità di ciascun DRG nell'universo di riferimento: in sostanza, esprime il
numero totale atteso di giornate di degenza a livello dell'universo di riferimento nel
caso in cui tale universo avesse l’efficienza operativa del livello locale.
La performance è data dal rapporto tra la degenza attesa così calcolata e la
degenza osservata nell’universo di riferimento per gli specifici DRG prodotti dalle
diverse strutture esaminate: quando il valore è superiore all'unità, significa che
l'efficienza operativa della struttura locale porterebbe a livello generale a un
numero maggiore di giornate di ricovero di quelle effettivamente impiegate
nell'universo di riferimento (in sostanza, minore efficienza operativa).
Come riferimento è stata indicata l’attività ospedaliera in regime ordinario effettuata
dai nosocomi pubblici e privati della Regione Veneto per l’anno 2011.
Il Grafico 2 mostra tale indicatore nei quattro presidi dell’ULSS rispetto allo
standard regionale nell’anno 2011.
318
Grafico 2 - Indice Comparativo di Performance dell'Azienda ULSS 18,
per presidio ospedaliero - Anno 2011
1,40
1,30
1,20
1,11
1,07
1,02
1,00
0,83
0,80
0,60
0,40
0,20
0,00
P.O. Rovigo
P.O. Trecenta
C.C. Città di Rovigo C.C. S.M.Maddalena
Az.ULSS 18
Indice di Case-Mix
L'indice di case-mix (ICM) è un indice sintetico di attività ospedaliera che mette a
confronto la complessità della casistica trattata in una struttura rispetto a quella
trattata in una struttura di riferimento, che nella nostra relazione viene considerata
quella dell’intera Regione Veneto per l’anno 2011. Per tale motivo, i valori che tale
indice può assumere sono in sostanza di tre tipi: maggiore dell'unità, quando la
casistica è più "pesante" di quella di riferimento, minore dell'unità, quando la
casistica è più "leggera" di quella di riferimento, pari all'unità quando la casistica
locale è "uguale" di quella di riferimento. La formula classica per calcolare detto
indice è riportata nell'allegato 2 delle Linee Guida 1/1995 del Ministero della
Sanità, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale 29 giugno 1995, n, 150. In sintesi l’ICM è
dato dal rapporto tra la sommatoria dei prodotti tra la numerosità di ciascun DRG
per il peso relativo di ciascun DRG, diviso per il numero totale dei casi dei DRG
considerati, e la sommatoria dei prodotti tra la numerosità di ciascun DRG per il
peso relativo di ciascun DRG, divisa per il numero totale dei casi dei DRG
considerati nella struttura di riferimento. Per il riferimento è stato utilizzata l’attività
ospedaliera del 2011 della Regione Veneto.
Per valutare il “peso” dei singoli DRG è stato utilizzata le delle tariffe della Regione
Veneto. Nel Grafico 3 si evidenzia come l’indice calcolato per tutta la casistica dei
ricoveri ordinari presenti valori inferiori all’unità per la C.C. S.M. Maddalena e per il
P.O. di Trecenta e di poco superiore all’unità per ol P.O. di Rovigo.
319
Grafico 3 - Indice di Case Mix dell'Azienda ULSS 18,
per presidio ospedaliero - Anno 2011
1,4
1,3
1,2
1,1
1,0
1,0
0,93
0,8
0,57
0,6
0,4
0,2
0,0
P.O. Rovigo
P.O. Trecenta
C.C. Città di Rovigo C.C. S.M.Maddalena
Az.ULSS 18
Efficienza e complessità della casistica
L’espressione congiunta tra indice di case-mix e la degenza media consente di
evidenziare graficamente la collocazione sintetica delle performance dei quattro
presidi ospedalieri dell’Azienda ULSS 18.
Il benchmark è rappresentato dall’indice di case-mix registrato a livello regionale
(valore pari a 1) e la degenza media nella stessa realtà (9,1 giorni). Dall’analisi dei
quadranti si evidenzia la diversa collocazione dei P.O. Per le due Case di Cura
convenzionate vi è una più bassa complessità della casistica rispetto alla media
regionale associata ad una elevata degenza media per la C.C. Città di Rovigo,
mentre per la C.C. S.Maria Maddalena la casistica presenta una minore durata
della degenza con complessità maggiore. Le due strutture pubbliche rispecchiano
una complessità simile o maggiore rispetto a quella regionale con durata della
degenza leggermente superiori a quelle regionali.
Nel complesso gli indici analizzati rispecchiano la diversa attività dei presidi
collocati nel territorio dell’Azienda.
320
Grafico 4 - Indice di Case Mix e Degenza Media nell'Azienda ULSS
18, per presidio ospedaliero - Anno 2011
1,4
C.C. S.M.Maddalena
1,2
indice di case mix
P.O. Rovigo
1,0
P.O. Trecenta
0,8
0,6
C.C. Città di Rovigo
0,4
0,2
0,0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
degenza media
I ricoveri ordinari e i DRG più frequenti
La Tabella 1 illustra i DRG più frequenti nelle dimissioni dai Presidi Ospedalieri
pubblici e privati dell’Azienda ULSS di Rovigo nell’anno 2011: i primi 20 DRG
rappresentano il 39,6% dei ricoveri ordinari.
Il primo DRG correlato a patologia è rappresentato dal DRG 127 “Insufficienza
cardiaca e shock” con 907 dimissioni (5,3%).
Tra questi DRG la degenza media più elevata si è registrata per il DRG 012
“Disturbi degenerativi del sistema nervoso” con un valore pari a 32,3 giorni, mentre
il numero maggiore di giornate erogate è stato per il DRG 127 “Insufficienza
cardiaca e shock” con 12.407 giornate di ricovero erogate.
321
DRG
127
373
087
256
532
371
544
014
359
012
089
316
288
082
249
524
183
410
552
395
Tabella 1 - DRG più frequenti per ricoveri ordinari
nei Presidi Ospedalieri dell’ Azienda ULSS 18 - Anno 2011
n.
%
GG
Descrizione
%
ricoveri
cum. degenza
Insufficienza cardiaca e shock
907
5,3
5,3
12.407
Parto vaginale senza CC
745
4,3
9,6
2.326
Edema polmonare e insufficenza
734
4,3
13,8
9.618
respiratoria
Altre diagnosi sistema muscolo507
2,9
16,8
10.467
scheletrico e tess.connettivo
Interventi sul midollo spinale senza CC
414
2,4
19,2
488
Taglio cesareo senza CC
385
2,2
21,4
1.557
Sostituzione di articolazioni maggiori
378
2,2
23,6
3.354
o reimpianto degli arti inferiori
Malattie cerebrovascolari specifiche
325
1,9
25,5
4.346
eccetto attacco ischemico transitorio
Interventi utero/annessi, non per
301
1,7
27,3
1.120
neoplasie maligne senza CC
Disturbi degenerativi sistema nervoso
283
1,6
28,9
9.134
Polmonite semplice e pleurite, età>17
258
1,5
30,4
4.235
aa, con CC
Insufficienza renale
199
1,2
31,6
2.274
Interventi per obesità
185
1,1
32,6
731
Neoplasie dell'apparato respiratorio
182
1,1
33,7
2.270
Assistenza riabilitativa per malattie
del sistema muscoloscheletrico e del
180
1,0
34,7
4.125
tessuto connettivo
Ischemia cerebrale transitoria
177
1,0
35,8
1.978
Esofagite, gastroenterite e
miscellanea di malattie apparato
174
1,0
36,8
1.115
dirigente, età>17 aa, senza CC
Chemioterapia non associata a
173
1,0
37,8
2.131
diagnosi secondaria di leucemia acuta
Altro impianto di pacemaker cardiaco
permanente senza diagnosi
159
0,9
38,7
1.274
cardiovascolare maggiore
Anomalie dei globuli rossi, età>17 aa
159
0,9
39,6
1.844
primi 20 DRG
6.825
39,6
altri DRG 10.404
60,4
Totale 17.229 100,0
Degenza
media
13,7
3,1
13,1
20,6
1,2
4,0
8,9
13,4
3,7
32,3
16,4
11,4
4,0
12,5
22,9
11,2
6,4
12,3
8,0
11,6
322
La Tabella 2 illustra i DRG più frequenti nel P.O. di Rovigo; i primi 20 DRG
rappresentano il 37,9% dei ricoveri. Il primo DRG clinico, ad eccezione del 373
“Parto vaginale senza complicanze” è rappresentato dal DRG 127 “Insufficienza
cardiaca e shock”, con 513 dimissioni (5,0%).
Tra questi DRG la degenza media più elevata si è registrata per il DRG 089
“Polmonite semplice e pleurite, età >17 anni con complicanze”, con un valore
medio pari a 16,8 giorni, mentre il numero maggiore di giornate erogate è per il
DRG 127 “Insufficienza cardiaca e shock” con 7.238 giornate di ricovero.
Per il Presidio Ospedaliero di Trecenta i primi 20 DRG rappresentano il 56,8% di
tutti i ricoveri presso questa struttura (Tabella 3). Tra questi DRG la degenza
media più elevata si è registrata per il DRG 430 “Psicosi” con un valore medio pari
a 22,6 giorni, mentre il numero maggiore di giornate erogate è per il DRG 087
“Edema polmonare e insufficenza respiratoria”, con 5.176 giornate.
La Tabella 4 mostra i DRG più frequenti nella Casa di Cura Città di Rovigo, dove i
primi 20 DRG descrivono la maggioranza dei ricoveri, con l’80,5% e dove il DRG
più rappresentato è il 256 (“Altre diagnosi sistema muscolo-scheletrico e
tess.connettivo”) con 192 dimissioni (18,7%).
La Tabella 5 illustra i DRG più frequenti nella Casa di Cura S.Maria Maddalena,
dove i primi 20 DRG rappresentano il 77,4% dei ricoveri e dove il DRG più
rappresentato è il DRG 532 (“Interventi su midollo spinale senza complicanze”) con
con 406 dimissioni (21,1%).
323
DRG
373
127
014
087
371
359
410
552
555
124
316
089
082
544
008
125
500
219
518
311
Tabella 2 - DRG più frequenti per ricoveri ordinari nel P.O. di Rovigo
Anno 2011
n.
%
GG
Degenza
Descrizione
%
ricoveri
cum degenza
media
Parto vaginale senza CC
545
5,3
5,3
1.740
3,2
Insufficienza cardiaca e shock
513
5,0
10,3
7.238
14,1
Malattie cerebrovascolari specifiche
287
2,8
13,0
3.661
12,8
eccetto attacco ischemico transitorio
Edema polmonare e insufficenza
285
2,8
15,8
4.387
15,4
respiratoria
Taglio cesareo senza CC
238
2,3
18,1
1.002
4,2
Interventi utero/annessi, non per
212
2,1
20,2
774
3,7
neoplasie maligne senza CC
Chemioterapia non associata a diagnosi
173
1,7
21,8
2.131
12,3
secondaria di leucemia acuta
Altro impianto di pacemaker cardiaco
159
1,5
23,4
1.274
8,0
perman. senza diagn.cardiovasc.magg.
Interventi sul sistema cardiovascolare
per via percutanea con diagnosi
159
1,5
24,9
1.760
11,1
cardiovascolare maggiore
Mal. cardiovascolari eccetto IMA, con
149
1,4
26,4
1.665
11,2
cateterismo cardiaco e diagn. complic.
Insufficienza renale
147
1,4
27,8
1.724
11,7
Polmonite semplice e pleurite, età>17 aa
145
1,4
29,2
2.443
16,8
con CC
Neoplasie dell'apparato respiratorio
125
1,2
30,4
1.659
13,3
Sostituzione di articolazioni maggiori o
122
1,2
31,6
1.750
14,3
reimpianto degli arti inferiori
Interventi su nervi periferici e cranici e
altri interventi sul sistema nervoso,
120
1,2
32,7
379
3,2
senza CC
Mal. cardiovascolari eccetto IMA., con
117
1,1
33,9
678
5,8
cateter.cardiaco e diagn.non complic.
Interventi dorso e collo eccetto artrodesi
108
1,0
34,9
344
3,2
vertebrale senza CC
Interv.arto inferiore e omero, no anca,
108
1,0
36,0
555
5,1
piede e femore, età>17 aa, senza CC
Interventi sistema cardiovascolare per
via percut. senza inserzione di stent
105
1,0
37,0
623
5,9
arteria coronarica senza IMA
Interventi per via transuretrale senza CC
97
0,9
37,9
354
3,6
primi 20 DRG
3.914
37,9
altri DRG
6.405
62,1
Totale
10.319
100,0
324
DRG
087
127
373
371
256
544
430
089
428
075
524
359
249
566
015
208
576
316
258
257
Tabella 3 - DRG più frequenti per ricoveri ordinari nel P.O. di Trecenta
Anno 2011
n.
%
GG
Degenza
Descrizione
%
ricoveri
cum.
degenza
media
Edema polmonare e insufficenza
442
11,2
11,2
5.176
11,7
respiratoria
Insufficienza cardiaca e shock
286
7,2
18,4
3.981
13,9
Parto vaginale senza CC
200
5,1
23,4
586
2,9
Taglio cesareo senza CC
147
3,7
27,2
555
3,8
Altre diagnosi sistema muscolo142
3,6
30,7
2.678
18,9
scheletrico e tess.connettivo
Sostituzione di articolazioni maggiori
110
2,8
33,5
1.095
10,0
o reimpianto degli arti inferiori
Psicosi
109
2,8
36,3
2.464
22,6
Polmonite semplice e pleurite,
104
2,6
38,9
1.678
16,1
età>17 aa, con CC
disturbi della personalità e del
93
2,3
41,2
1.319
14,2
controllo degli impulsi
Interventi maggiori sul torace
72
1,8
43,1
787
10,9
Ischemia cerebrale transitoria
69
1,7
44,8
693
10,0
interventi tero/annessi, non per
62
1,6
46,4
256
4,1
neoplasie maligne senza CC
Assistenza riabilitativa per malattie
del sistema muscoloscheletrico e
61
1,5
47,9
1.124
18,4
del tessuto connettivo
Diagnosi relative all'apparato
60
1,5
49,4
706
11,8
respiratorio con respirazione
assistita < 96 ore
Attacco ischemico transitorio e
52
1,3
50,7
620
11,9
occlusioni precerebrali
Malattie delle vie biliari senza CC
50
1,3
52,0
316
6,3
Setticemia senza ventilazione
50
1,3
53,3
1.022
20,4
meccanica ≥ 96 ore, età > 17 aa
Insufficienza renale
48
1,2
54,5
509
10,6
Mastectomia totale per neoplasie
48
1,2
55,7
206
4,3
maligne senza CC
Mastectomia totale per neoplasie
43
1,1
56,8
194
4,5
maligne con CC
primi 20 DRG
2.248
56,8
altri DRG
1.711
43,2
Totale
3.959
100,0
325
DRG
256
012
249
127
248
524
009
395
294
463
464
297
429
426
243
088
082
296
245
183
Tabella 4 - DRG più frequenti per ricoveri ordinari nella C.C. Città di Rovigo
Anno 2011
n.
%
GG
Degenza
Descrizione
%
ricoveri
cum
degenza
media
Altre diagnosi sistema muscolo192
18,7
18,7
4472
23,3
scheletrico e tess.connettivo
Disturbi degenerativi sistema
150
14,6
33,3
6173
41,2
nervoso
Assistenza riabilitativa per malattie
102
9,9
43,2
2766
27,1
del sistema muscoloscheletrico e
del tessuto connettivo
Insufficienza cardiaca e shock
60
5,8
49,1
689
11,5
Tendinite, miosite e borsite
44
4,3
53,4
584
13,3
Ischemia cerebrale transitoria
39
3,8
57,2
493
12,6
Malattie e traumatismi del midollo
34
3,3
60,5
1360
40,0
spinale
Anomalie dei globuli rossi, età>17aa
31
3,0
63,5
390
12,6
Diabete, età>35 aa
23
2,2
65,7
251
10,9
Segni e sintomi con CC
23
2,2
68,0
303
13,2
Segni e sintomi senza CC
19
1,9
69,8
180
9,5
Disturbi nutrizione, metabolismo,
16
1,6
71,4
167
10,4
età>17 aa, senza CC
Disturbi organici e ritardo mentale
13
1,3
72,6
165
12,7
Nevrosi depressiva
13
1,3
73,9
138
10,6
Affezioni mediche del dorso
13
1,3
75,2
217
16,7
Malattia polmonare cronica
12
1,2
76,3
129
10,8
ostruttiva
Neoplasie dell'apparato respiratorio
12
1,2
77,5
111
9,3
Disturbi nutrizione, metabolismo,
11
1,1
78,6
156
14,2
età>17 aa, con CC
Malattie dell'osso e artropatie
10
1,0
79,6
177
17,7
specifiche senza CC
Esofagite, gastroenterite e
miscellanea di malattie apparato
10
1,0
80,5
88
8,8
dirigente, età>17aa, senza CC
primi 20 DRG
827
80,5
altri DRG
200
19,5
Totale
1.027
100,0
326
Tabella 5 - DRG più frequenti per ricoveri ordinari nella C.C. S.Maria Maddalena
Anno 2011
n.
%
GG
Degenza
DRG
Descrizione
%
ricoveri
cum.
degenza
media
532
Interv. sul midollo spinale, no CC
406
21,1
21,1
413
1,0
288
Interventi per obesità
185
9,6
30,7
731
4,0
Altre diagnosi sistema muscolo256
169
8,8
39,5
3305
19,6
scheletrico e tess.connettivo
Sostituzione di articolazioni
544
146
7,6
47,1
509
3,5
magg. o reimpianto arti inferiori
Disturb nutrizione, metabolismo,
297
108
5,6
52,7
269
2,5
età>17 aa senza CC
Interv. maggiori pelvi maschile
335
69
3,6
56,3
401
5,8
senza CC
127
Insufficienza cardiaca e shock
48
2,5
58,8
499
10,4
Interventi con diagnosi di altro
461
43
2,2
61,0
84
2,0
contatto con il servizio sanitario
Prostatectomia transuretrale
337
43
2,2
63,3
195
4,5
senza CC
Colecistect.laparoscopica senza
494
39
2,0
65,3
64
1,6
esploraz. dotto biliare senza CC
Esofagite, gastroenterite e
183
miscellanea di malattie apparato
35
1,8
67,1
202
5,8
dirigente, età>17 aa, senza CC
Polmonite semplice e pleurite,
090
32
1,7
68,8
253
7,9
età>17 aa, senza CC
243
Affezioni mediche del dorso
30
1,6
70,3
520
17,3
Interventi utero/annessi, non per
359
27
1,4
71,7
90
3,3
neoplasie maligne senza CC
Anomalie dei globuli rossi,
395
22
1,1
72,9
166
7,5
età>17 aa
Interv. per ernia, eccetto inguin.e
160
20
1,0
73,9
48
2,4
e femorale, età>17 aa senza CC
Segni, sintomi al sistema muscolo247
20
1,0
74,9
319
16,0
schelet. e al tess.connet.
Interventi maggiori su intestino
149
17
0,9
75,8
107
6,3
crasso e tenue, senza CC
Interventi per via transuretrale
311
16
0,8
76,7
50
3,1
senza CC
Interventi dorso e collo eccetto
500
14
0,7
77,4
14
1,0
artrodesi vertebrale senza CC
primi 20 DRG
1.489
77,4
altri DRG
435
22,6
Totale
1.924
100,0
327
I ricoveri di un giorno e i DRG più frequenti
I “ricoveri di un giorno” sono quelli che presentano una durata di degenza inferiore
alle 48 ore; essi comprendono i ricoveri di pazienti entrati ed usciti nella stessa
giornata, i ricoveri con una notte trascorsa in ospedale e i decessi in prima
giornata. Nel corso del 2011 il numero di dimissioni per ricoveri di un giorno è
risultato complessivamente pari a 1.262.
Nelle Tabelle 6-10 sono riportati i primi 20 DRG di dimissione dei ricoveri di una
giornata riferiti ai Presidi Ospedalieri dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo.
Complessivamente nell’intera Azienda ULSS 18 i primi 20 DRG rappresentano il
62,7% di tutte le dimissioni con tali caratteristiche e il principale DRG è
rappresentato da “Interventi su midollo spinale senza complicanze” con 398
dimissioni (31,5%) (Tabella 6).
Nell’Ospedale di Rovigo i primi 20 DRG di dimissione dei ricoveri di un giorno
rappresentano il 47,3% dei ricoveri con tali caratteristiche.
La percentuale maggiore si è registrata per il DRG 008 “Interventi su nervi periferici
e cranici e altri interventi sul sistema nervoso, senza complicanze”, con il 5,7%,
seguito dal DRG 219 “Interventi su arto inferiore e omero eccetto anca, piede e
femore, età>17 anni, senza complicanze”, con il 4,3% (Tabella 7).
Nel Presidio Ospedaliero di Trecenta i primi 10 DRG esprimono il 59,0% dei
ricoveri di un giorno. La percentuale maggiore si è registrata per il DRG 087
“Edema polmonare e insufficienza respiratoria”, con il 23,6% (Tabella 8).
Nella C.C. Città di Rovigo sono stati effettuati solo 9 ricoveri di un giorno (Tabella
9).
Nella C.C. S.Maria Maddalena la quota di ricoveri di una giornata rappresenta il
7,9% di tutti i ricoveri, con 144 dimissioni della durata di un giorno. I primi 10 DRG
rappresentano il 59,0% di tutti i ricoveri di una giornata. Il DRG 087 “Edema
polmonare e insufficenza respiratoria” rappresenta il 23,6% dei ricoveri con tale
durata (Tabella 10).
328
DRG
532
087
500
008
359
127
494
219
461
224
324
234
297
379
566
384
123
014
160
369
Tabella 6 - Principali DRG di dimissione per ricoveri di un giorno
nei Presidi Ospedalieri dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
N.
Descrizione
%
Ric.
Interventi sul midollo spinale senza CC
398
31,5
Edema polmonare e insufficenza respiratoria
50
4,0
Interventi dorso e collo eccetto artrodesi vertebrale senza CC
39
3,1
Interventi su nervi periferici e cranici e altri interventi sul sistema
36
2,9
nervoso, senza CC
Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne senza CC
30
2,4
Insufficienza cardiaca e shock
26
2,1
Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione dotto biliare
25
2,0
senza CC
Interventi su arto inferiore e omero eccetto anca, piede e femore,
25
2,0
età>17 aa, senza CC
Interventi con diagnosi di altro contatto con il servizio sanitario
19
1,5
Interventi su spalla, gomito o avambraccio eccetto interventi
19
1,5
maggiori su articolazioni, senza CC
Calcolosi urinaria senza CC
18
1,4
Altri interventi sul sistema muscoloscheletrico e tessuto
17
1,3
connettivo, senza CC
Disturbi nutrizione, metabolismo, età>17 aa, senza CC
16
1,3
Minaccia d'aborto
14
1,1
Diagnosi relative all'apparato respiratorio con respirazione
11
0,9
assistita < 96 ore
Altre diagnosi preparto no complicazioni mediche
10
0,8
Malattie cardiovascolari con IMA, deceduti
10
0,8
Malattie erebrovascolari specifiche eccetto attacco ischemico
10
0,8
transitorio
Interventi per ernia, eccetto inguinale e femorale, età>17 aa,
9
0,7
senza CC
Disturbi mestruali e altri disturbi dell'apparato riproduttivo
9
0,7
femminile
primi 20 DRG
791
62,7
altri DRG
471
37,3
Totale 1.262
100
%
Cum
31,5
35,5
38,6
41,4
43,8
45,9
47,9
49,8
51,3
52,9
54,3
55,6
56,9
58,0
58,9
59,7
60,5
61,3
62,0
62,7
329
DRG
008
219
500
359
224
324
234
087
127
379
384
123
369
129
014
216
225
383
229
158
Tabella 7 - Principali DRG di dimissione per ricoveri di un giorno
nel P.O. di Rovigo Anno 2011
N.
Descrizione
%
Ric
Interventi su nervi periferici e cranici e altri interventi sul sistema
33
5,7
nervoso, senza CC
Interventi su arto inferiore e omero eccetto anca, piede e femore,
25
4,3
età>17 aa, senza CC
Interventidorso e collo eccetto artrodesi vertebrale senza CC
25
4,3
Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne senza CC
19
3,3
Interventi su spalla, gomito o avambraccio eccetto interventi maggiori
19
3,3
su articolazioni, senza CC
Calcolosi urinaria senza CC
17
2,9
Altri interventi sul sistema muscoloscheletrico e tessuto connettivo,
17
2,9
senza CC
Edema polmonare e insufficenza respiratoria
15
2,6
Insufficienza cardiaca e shock
14
2,4
Minaccia d'aborto
11
1,9
Altre diagnosi preparto senza complicazioni mediche
9
1,6
Malattie cardiovascolari con IMA deceduti
9
1,6
Disturbi mestruali e altri disturbi dell'apparato riproduttivo femminile
8
1,4
Arresto cardiaco senza causa apparente
8
1,4
Mal.cerebrovascolari specifiche eccetto attacco ischemico transitorio
8
1,4
Biopsie sistema muscoloscheletrico e tessuto connettivo
8
1,4
Interventi sul piede
8
1,4
Altre diagnosi preparto con complicazioni mediche
7
1,2
Interventi mano o polso, eccetto interventi magg. Articolazioni, senza
7
1,2
CC
Interventi su ano e stoma, senza CC
7
1,2
primi 20 DRG 274
47,3
altri DRG 305
52,7
Totale 579
100,0
%
Cum
5,7
10,0
14,3
17,6
20,9
23,8
26,8
29,4
31,8
33,7
35,2
36,8
38,2
39,6
40,9
42,3
43,7
44,9
46,1
47,3
330
Tabella 8 - Principali DRG di dimissione per ricoveri di un giorno
nel P.O. di Trecenta - Anno 2011
DRG
Descrizione
N. Ric
%
087
127
Edema polmonare e insufficenza respiratoria
Insufficienza cardiaca e shock
Aborto con dilatazione e raschiamento mediante aspirazione o
isterotom.
Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne senza CC
Aborto, senza dilatazione e raschiamento
Diagnosi relative all'apparato respiratorio con respirazione assistita <
96 ore
Laparoscopia e occlusione laparotomica delle tube
Minaccia d'aborto
Neoplasie maligne dell'apparato epatobiliare o pancreas
Neoplasie maligne della mammella con CC
primi 10 DRG
altri DRG
Totale
34
11
23,6
7,6
%
Cum
23,6
31,3
7
4,9
36,1
7
6
4,9
4,2
41,0
45,1
6
4,2
49,3
5
3
3
3
85
59
144
3,5
2,1
2,1
2,1
59,0
41,0
100,0
52,8
54,9
56,9
59,0
381
359
380
566
361
379
203
274
Tabella 9 - Principali DRG di dimissione per ricoveri di un giorno
nella C.C. Città di Rovigo - Anno 2011
DRG
Descrizione
N. Ric
%
429
Disturbi organici e ritardo mentale
Malattie fegato eccetto neoplasie mal., cirrosi,epatite alcolica con
CC
Stato stuporoso e coma non traumatici
Neoplasie dell'apparato respiratorio
Febbre di origine sconosciuta, età>17 aa, senza CC
Edema polmonare e insufficenza respiratoria
Ischemia cerebrale transitoria
Insufficienza cardiaca e shock
Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca, senza CC
Totale
1
11,1
%
Cum
11,1
1
11,1
11,1
1
1
1
1
1
1
1
9
11,1
11,1
11,1
11,1
11,1
11,1
11,1
100,0
11,1
11,1
11,1
11,1
11,1
11,1
11,1
205
023
082
420
087
524
127
139
331
Tabella 10 - Principali DRG di dimissione per ricoveri di un giorno
nella C.C. S.Maria Maddalena - Anno 2011
DRG
Descrizione
N. Ric
%
087
127
Edema polmonare e insufficenza respiratoria
Insufficienza cardiaca e shock
Aborto con dilatazione e raschiamento mediante aspirazione o
isterotomia
Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne, senza CC
Aborto,senza dilatazione e raschiamento
Diagnosi relative all'apparato respiratorio con respirazione
assistita
< 96 ore
Laparoscopia e occlusione laparotomica delle tube
Minaccia d'aborto
Neoplasie maligne dell'apparato epatobiliare o pancreas
Neoplasie maligne della mammella con CC
primi 10 DRG
altri DRG
Totale
34
11
23,6
7,6
%
Cum
23,6
31,3
7
4,9
36,1
7
6
4,9
4,2
41,0
45,1
6
4,2
49,3
5
3
3
3
85
59
144
3,5
2,1
2,1
2,1
59,0
41,0
100,0
52,8
54,9
56,9
59,0
381
359
380
566
361
379
203
274
I ricoveri per interventi chirurgici e procedure diagnostiche e i DRG più
frequenti
Gli interventi chirurgici analizzati riguardano il campo della SDO con l’intervento
principale per quanto attiene i ricoveri ordinari ed escludendo il DRG 391.
Mediamente l’83,7% dei soggetti dimessi dopo un ricovero ordinario dai P.O. dell’
Azienda ULSS 18 ha effettuato almeno un intervento chirurgico e/o una procedura
diagnostica; tale valore varia dal 75,2% del P.O. di Rovigo fino alla quasi totalità
per i dimessi dalle due strutture private convenzionate.
La disaggregazione per intervento e/o procedura evidenzia come nel 43,2% di tutti
i dimessi si sia effettuato un intervento chirurgico, mentre nel 40,4% si sia
effettuata una procedura diagnostica (Tabella 11).
Tabella 11 - Interventi/procedure effettuati nei Presidi Ospedalieri
dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Totale
Interventi
Procedure
N.
interventi /
chirurgici
diagnostiche
Struttura
ricoveri
procedire
(ICD 00-86)
(ICD 87-99)
ordinari
(ICD 00-99)
n
%
n
%
n
%)
P.O Rovigo
10.319
4.766
46,2
3.716
36,0
8.482
82,2
P.O. Trecenta
3.959
1.271
32,1
1.706
43,1
2.977
75,2
C.C Città di Rovigo
1.027
23
2,2
1.004
97,8
1.027
100,0
C.C. S.M.Maddalena
1.924
1.384
71,9
537
27,9
1.921
99,8
Totale
17.229
7.444
43,2
6.963
40,4
14.407
83,6
332
La degenza media pre-operatoria, ottenuta dividendo i giorni di ricovero precedenti
all’operazione per il numero di ricoveri con almeno un intervento chirurgico
principale, risulta di 1,6 giorni; essa è pari a 2,0 giorni nel P.O. di Rovigo, a 1,6
giorni nel P.O. di Trecenta, a 1,3 giorni nella C.C. S.M.Maddalena, mentre nella
C.C. Città di Rovigo è di 0,2 giorni.
Le giornate di attesa prima dell’effettuazione di una procedura diagnostica
suddivise per P.O. sono riportate nella Tabella 12.
Tabella 12 - Frequenze assolute e tempi medi di ricovero prima di effettuare
interventi/procedure (I/P), per Presidio Ospedaliero e tipologia
Anno 2011
Interventi
Procedure
Totale
Media
Media
Media
Struttura
n.
n.
n.
giorni pre
giorni pre
giorni pre
intervento
intervento
intervento
P.O Rovigo
4.766
2,0
3.716
3,7
8.482
2,7
P.O. Trecenta
1.271
1,6
1.706
3,6
2.977
2,7
C.C Città di Rovigo
23
1,3
1.004
0,5
1.027
0,5
C.C. S.M.Maddalena 1.384
0,2
5.37
1,6
1.921
0,6
Totale
7.444
1,6
6.963
3,0
14.407
2,3
La procedura principale maggiormente effettuata durante la degenza è risultata
essere “Esercizi assistiti” (ICD-9 CM 9311) con 716 soggetti (5,0%), l’attesa di
degenza prima di tale procedura è stata di 0,6 giorni e tali soggetti sono stati
ricoverati mediamente 28,1 giorni. I primi 10 interventi con i rispettivi tempi medi di
degenza e di attesa all’intervento sono riportati nella Tabella 13.
Tabella 13 - Frequenze dei principali interventi/procedure (I/P) effettuati
Anno 2011
ICD-9
n.
%
Media di gg Deg.
Descrizione
%
CM
ricoveri
cum.
pre I/P
media
9311
Esercizi assistiti
716
5,0
5,0
0,6
28,1
8872
Diagnostica ecografica del cuore
578
4,0
9,0
6,5
12,2
8856
Arteriogr.coronar.con catetere doppio
523
3,6
12,6
1,9
8,2
8703
Tomografia assiale computer.del capo
508
3,5
16,1
2,1
12,1
8744
Radiografia del torace di routine, SAI
392
2,7
18,9
4,8
17,6
8952
Elettrocardiogramma
316
2,2
21,1
4,5
13,2
7359
Altra assistenza manuale al parto
301
2,1
23,1
0,5
2,9
9396
Altro tipo di arricchimento di ossigeno
295
2,0
25,2
1,1
11,8
Riparazione di altra lacerazione
7569
258
1,8
27,0
0,3
3,2
ostetrica recente
Altri interventi sul midollo spinale e
0399
258
1,8
28,8
0,0
1,0
sulle strutture del canale vertebrale
primi 10 interventi
4.145
28,8
altri interventi
10.262
71,2
Totale
14.407
333
Nel P.O. di Rovigo l’intervento/procedura maggiormente eseguito è stato
(“Arteriografia coronarica con catetere doppio”) (ICD-9 CM 8856) a 523 soggetti, e
le prime 10 tipologie di intervento rappresentano il 30,0% degli interventi effettuati
presso tale presidio (Tabella 14).
Tabella 14 - Frequenze dei principali interventi/procedure (I/P) effettuati
presso il P.O. di Rovigo - Anno 2011
ICD-9
n.
%
Media di gg
Deg.
Descrizione
%
cum.
pre I/P
media
CM
ricoveri
Arteriografia coronarica con
8856
523
6,2
6,2
1,9
8,2
catetere doppio
8872
Diagnostica ecografica del cuore
460
5,4
11,6
7,1
12,5
Tomografia assiale computerizzata
8703
256
3,0
14,6
1,9
11,0
(TAC) del capo
Riparazione di altra lacerazione
7569
256
3,0
17,6
0,3
3,2
ostetrica recente
740
Taglio cesareo tradizionale
220
2,6
20,2
0,4
4,2
Iniezione o infusione di sostanze
9925
198
2,3
22,6
6,3
13,4
chemioterapiche per tumore
Iniezione o infusione di altre sost.
9929
184
2,2
24,7
0,9
6,2
terapeutiche o profilattiche
Radiografia del torace di routine,
8744
164
1,9
26,7
9,5
27,3
SAI
Altro tipo di arricchimento di
9396
158
1,9
28,5
1,6
11,1
ossigeno
3324
Biopsia bronchiale [endoscopica]
129
1,5
30,0
7,6
12,8
primi 10 interventi
2.548
30,0
altri interventi
5.934
70,0
Totale
8.482
Per quanto attiene il P.O. di Trecenta l’intervento/procedura maggiormente
effettuato è stato “Esercizi assistiti” a 242 soggetti, e prime 10 tipologie di
intervento rappresentano il 47,3% degli interventi effettuati presso tale presidio
(Tabella 15).
Le Tabelle 16 e 17 evidenziano i 10 interventi/procedure effettuati più
frequentemente nelle C.C. Città di Rovigo e S.Maria Maddalena.
Nella prima struttura i primi 10 codici di intervento rappresentano l’89,6% delle
dimissioni (in relazione alla specifica attività assistenziale effettuata nella Casa di
Cura) e l’intervento/procedura maggiormente effettuato è stato la riabilitazione
mediante gli “Esercizi assistiti”.
Nella C.C. S.Maria Maddalena gli “Altri interventi sul midollo spinale e sulle
strutture del canale vertebrale” con 258 interventi rappresentano i più frequenti,
seguiti dal ”Training deambulatori e del passo” con 218 dimissioni; i primi 10
interventi rappresentano il 57,2% delle tipologie di intervento principale effettuate in
questa struttura.
334
Tabella 15 - Frequenze dei principali interventi/procedure (I/P) effettuati
presso il P.O. di Trecenta - Anno 2011
ICD-9
n.
%
Media di gg
Deg.
Descrizione
%
cum.
pre I/P
media
CM
ricoveri
9311
Esercizi assistiti
242
7,4
7,4
1,5
20,0
Tomografia assiale computerizzata
233
7,1
14,5
2,1
13,1
8703
(TAC) del capo
8965
Emogasanalisi arteriosa sistemica
185
5,7
20,2
0,9
10,0
7359
Altra assistenza manuale al parto
184
5,6
25,8
0,6
2,8
8952
Elettrocardiogramma
158
4,8
30,7
8,6
17,8
9904
Trasfusione di concentrato cellulare
140
4,3
35,0
4,3
13,7
741
Taglio cesareo cervicale basso
130
4,0
38,9
0,5
3,7
Altro tipo di arricchimento di
123
3,8
42,7
0,4
12,5
9396
ossigeno
8872
Diagnostica ecografica del cuore
83
2,5
45,3
5,7
11,9
8151
Sostituzione totale dell'anca
63
1,9
47,2
1,6
10,3
primi 10 interventi
1.541
47,2
altri interventi
1.725
52,8
Totale
3.266
Tabella 16 - Frequenze dei principali interventi/procedure (I/P) effettuati
presso la C.C. Città di Rovigo - Anno 2011
ICD-9
n.
%
Media di
Deg.
Descrizione
%
CM
ricoveri
cum.
gg pre I/P
media
9311
Esercizi assistiti
474
46,2
46,2
0,1
32,2
8744
Radiografia del torace di routine, SAI
203
19,8
65,9
1,2
10,8
8952
Elettrocardiogramma
88
8,6
74,5
0,0
9,6
9322
Training deambulatori e del passo
33
3,2
77,7
0,0
27,5
Diagnostica ecografica addominale e
8876
29
2,8
80,5
1,0
12,5
retroperitoneale
Iniezione o infusione di altre sostanze
9929
23
2,2
82,8
0,5
11,2
terapeutiche o profilattiche
9904
Trasfusione di concentrato cellulare
21
2,0
84,8
1,7
13,5
9383
Terapia occupazionale
17
1,7
86,5
0,0
26,4
8913
Visita neurologica
17
1,7
88,1
0,9
11,2
Infusione parenterale di sostanze
9915
15
1,5
89,6
0,1
10,6
nutrizionali concentrate
primi 10 interventi
920
89,6
altri interventi
107
10,4
Totale
1.027
335
Tabella 17 - Frequenze dei principali interventi/procedure(I/P) effettuati
presso la C.C. S.M.Maddalena - Anno 2011
ICD-9
n.
%
Media di
Deg.
Descrizione
%
CM
ricoveri
cum.
gg pre I/P
media
Altri interventi sul midollo spinale e
0399
258
13,4
13,4
0,0
1,0
sulle strutture del canale vertebrale
9322
Training deambulatori e del passo
218
11,3
24,8
0,6
19,5
4499
Altri interventi sullo stomaco
125
6,5
31,3
0,0
4,8
Inserzione di bolla gastrica
4493
99
5,2
36,4
0,0
2,0
(palloncino)
8154
Sostituzione totale del ginocchio
95
4,9
41,4
0,0
3,3
Separazione di aderenze del midollo
036
94
4,9
46,3
0,0
1,0
spinale e delle radici dei nervi
Altra radiografia dei tessuti molli della
8739
66
3,4
49,7
3,2
9,8
parete toracica
8151
Sostituzione totale dell'anca
51
2,7
52,4
0,1
3,9
6029
Altra prostatectomia transuretrale
47
2,4
54,8
0,0
4,4
Collocazione o sostituzione di
0393
46
2,4
57,2
0,0
1,0
neurostimolatore spinale
primi 10 interventi
1.099
57,2
altri interventi
8.22
42,8
Totale
1921
I ricoveri diurni (day-hospital) e i DRG più frequenti
Nel corso del 2011 sono stati complessivamente dimessi da regime di day-hospital
8.797 soggetti (1.207 ricoveri in più rispetto al 2010); di questi il 70,6% è stato
eseguito presso i due ospedali pubblici (Tabella 18).
Tabella 18 - Ricoveri diurni nei Presidi Ospedalieri pubblici e privati
Anno 2011
Presidio Ospedaliero
n.
%
O.C. Rovigo
4.431
50,4
O.C. Trecenta
1.774
20,2
C.C. Città di Rovigo
1.787
20,3
C.C. S.Maria Maddalena
805
9,2
Totale
8.797
100,0
Nel Grafico 5 vengono evidenziate le frequenze percentuali per tipologia di DRG e
struttura di ricovero. La tipologia di accesso, a maggioranza “chirurgica”, mostra
una sostanziale concordanza tra le strutture (superiore al 70% per tutte le
strutture).
336
Grafico 5 - Frequenze percentuali dei DRG medici e chirurgici
in regime diurno per P.O. dell'Azienda ULSS 18 - Anno 2011
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
O.C. Rovigo
O.C. Trecenta
CHIRURGICI
C.C. Città di
Rovigo
C.C. S.M.
Maddalena
MEDICI
I ricoveri diurni possono essere classificati in “accessi unici” o come “cicli
programmati di ricovero” (accessi multipli); in questi ultimi il soggetto viene seguito
per più giornate di ricovero per la stessa patologia.
Nel 2011 sono stati dimessi 7.801 soggetti (88,7%) con un ricovero diurno con
unico accesso mentre i rimanenti 996 soggetti (11,3%) hanno effettuato più
accessi; mediamente gli accessi sono state 1,7 cicli (Tabella 19).
Tabella 19 - Ricoveri diurni, per accessi e Presidio Ospedaliero
Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Accessi
n.
Media
Presidio
Unico
Multiplo
ricoveri
accessi
n.
%
n.
%
O.C. Rovigo
4.431
1,7
3.980
89,8
451
10,2
O.C. Trecenta
1.774
1,2
1.605
90,5
169
9,5
C.C. Città di Rovigo
1.787
1,8
1.685
94,3
102
5,7
C.C. S.M. Maddalena
805
2,7
531
66,0
274
34,0
Totale
8.797
1,7
7.801
88,7
996
11,3
Il Grafico 6 mostra la suddivisione dei DRG generati per la variabile “motivo del
ricovero in regime diurno”, compilata nel caso di ricoveri effettuati in regime diurno
e che contiene la tipologia del ricovero; complessivamente l’ 81,7% è di tipo
chirurgico, il 12,1% di tipo diagnostico e il 4,4% di tipo terapeutico. Il rimanente
1,8% è di tipo riabilitativo e totalmente effettuato dai due nosocomi convenzionati.
337
Grafico 6 - Frequenza percentuale dei ricoveri in regime diurno
per tipologia e per P.O. dell'Azienda ULSS 18
Anno 2010
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
O.C. Rovigo
diagnostico
O.C. Trecenta
chirurgico
C.C. Città di
Rovigo
terapeutico
C.C. S.M.
Maddalena
riabilitativo
Utilizzando la classificazione per DRG, quello maggiormente registrato
nell’Azienda ULSS 18 durante il 2011 è risultato essere il 59 “Interventi
utero/annessi, non per neoplasie maligne senza complicanze” con 445 dimissioni
(5,1%). L’elenco dei primi 20 DRG in ordine di frequenza è mostrato in Tabella 20.
Complessivamente rappresentano il 57,9% di tutti i DRG prodotti dalla dimissione
per ricovero diurno.
338
Tabella 20 - DRG più frequenti per ricoveri diurni nei Presidi Ospedalieri
dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
n.
%
Descrizione
%
DRG
ricoveri
cum.
359 Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne senza CC
445
5,1
5,1
Trapianti pelle e/o sbrigliamento eccetto ulcere pelle/cellulite
266
435
4,9
10,0
senza CC
503 Interventi ginocchio senza diagnosi principale di infezione
402
4,6
14,6
Interventi mano o polso, eccetto interventi magg. articolazioni
229
370
4,2
18,8
senza CC
311 Interventi per via transuretrale senza CC
347
3,9
22,7
Dilatazione e raschiamento,conizzazione eccetto neoplasie
364
346
3,9
26,7
maligne
Aborto con dilatazione e raschiamento mediante aspirazione o
381
291
3,3
30,0
isterotomia
Alterazioni mieloproliferative. o neoplasie poco differenziare con
408
274
3,1
33,1
altri interventi
158 Interventi su ano e stoma senza CC
248
2,8
35,9
412 anamnesi i neoplasia maligna con endoscopia
223
2,5
38,4
225 Interventi sul piede
213
2,4
40,9
162 Interventi per ernia inguinale e femorale, età>17 aa, senza CC
207
2,4
43,2
270 Altri interventi pelle, sottocute, mammella senza CC
203
2,3
45,5
339 Interventi sul testicolo, non per neoplasie maligne, età>17 aa
201
2,3
47,8
Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna
538
192
2,2
50,0
eccetto anca e femore senza cc
060 Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età<18
161
1,8
51,8
047 Altre malattie dell'occhio, età>17 aa, senza CC
161
1,8
53,6
Segni, sintomi relativi al sistema muscolo-scheletrico e al tessuto
247
126
1,4
55,1
connettivo
139 Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca senza CC
125
1,4
56,5
Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione dotto biliare
494
125
1,4
57,9
senza CC
primi 20 DRG
5.095
57,9
altri DRG
3.702
42,1
Totale
8.797
Nelle Tabelle 21-25 vengono elencati i principali DRG di dimissione per i quattro
Presidi Ospedalieri dell’Azienda ULSS 18 per ricovero diurno nell’anno 2011.
Nel P.O. di Rovigo il DRG 266 “Trapianti pelle e/o sbrigliamento eccetto ulcere
pelle/cellulite senza complicanze” è il più frequente con 378 dimissioni (8,5%)
seguito dal DRG 311 “Interventi per via transuretrale senza complicanze”, con 233
dimissioni (5,3%). I primi 20 DRG descrivono il 57,1% dell’intera casistica (Tabella
21).
Nel P.O. di Trecenta il DRG più frequente nei ricoveri diurni è rappresentato da
“Dilatazione e raschiamento, conizzazione eccetto neoplasie maligne” con 246
dimissioni; sono sufficienti 10 DRG per descrivere il 68,4% della casistica (Tabella
22).
339
Tabella 21 - DRG più frequenti per ricoveri diurni nel P.O. di Rovigo
Anno 2011
n.
Descrizione
%
DRG
ricoveri
Trapianti pelle e/o sbrigliamento eccetto ulcere pelle/cellulite
266
378
8,5
senza CC
311 Interventi per via transuretrale, senza CC
233
5,3
412 Anamnesi di neoplasia maligna con endoscopia
222
5,0
359 Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne ,senza CC
184
4,2
060 Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età <18 aa
127
2,9
053 Interventi su seni e mastoide, età >17 aa
125
2,8
139 Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca, senza CC
125
2,8
Malattie cardiovascolari eccetto IMA, con cateterismo cardiaco e
125
120
2,7
diagnosi non complicata
Interventi mano o polso, eccetto interventi magg. articolazioni
229
114
2,6
senza CC
Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna
538
113
2,6
eccetto anca e femore senza CC
Alterazioni mieloproliferative. o neoplasie poco differenziare con
408
101
2,3
altri interventi
162 Interventi per ernia inguinale e femorale, età>17 aa, senza CC
92
2,1
395 Anomalie dei globuli rossi, età>17 aa
88
2,0
Aborto con dilatazione e raschiamento mediante aspirazione o
381
87
2,0
isterotomia
169 Interventi sulla bocca senza CC
80
1,8
Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione dotto biliare
494
78
1,8
senza CC
056 Rinoplastica
74
1,7
503 Interventi ginocchio senza diagnosi principale di infezione
64
1,4
059 Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età>17 aa
63
1,4
225 Interventi sul piede
63
1,4
primi 20 DRG
2.531
57,1
altri DRG
1.900
42,9
Totale
4.431
%
cum.
8,5
13,8
18,8
23,0
25,8
28,6
31,5
34,2
36,7
39,3
41,6
43,6
45,6
47,6
49,4
51,2
52,8
54,3
55,7
57,1
340
Tabella 22 - DRG più frequenti per ricoveri diurni nel P.O. di Trecenta
Anno 2011
n.
Descrizione
%
DRG
ricoveri
Dilatazione e raschiamento,conizzazione eccetto neoplasie
364
246
13,9
maligne
359 Interventi utero/annessi, non per neoplasie maligne senza CC
229
12,9
Aborto con dilatazione e raschiamento mediante aspirazione o
381
204
11,5
isterotomia
270 Altri interventi pelle, sottocute, mammella senza CC
138
7,8
162 Interventi per ernia inguinale e femorale, età>17aa senza CC
112
6,3
262 Biopsia mammella e escissione locale non per neopl. maligne
95
5,4
260 Mastectomia subtotale per neoplasie maligne senza CC
80
4,5
Colecistectomia laparoscopica senza esploraz. dotto biliare
494
47
2,6
senza CC
503 Interventi ginocchio senza diagnosi principale di infezione
45
2,5
073 Altre diagnosi relative a orecchio, naso, bocca e gola, età >17 aa
44
2,5
primi 20 DRG
1.240
69,9
altri DRG
534
30,1
Totale
1.774
%
cum.
13,9
26,8
38,3
46,1
52,4
57,7
62,2
64,9
67,4
69,9
Per quanto riguarda le Case di Cura convenzionate, il DRG 503 “Interventi su
ginocchio senza diagnosi principale di infezione” è il più rappresentato nella C.C.
Città di Rovigo, mentre il DRG 229 “Interventi mano o polso, eccetto interventi
magg. articolazioni senza complicanze” è il più rappresentato nella C.C. S.Maria
Maddalena. I primi 10 DRG descrivono il 70,5% dei ricoveri nella C.C. Città di
Rovigo e il 73,9% nella C.C. S.Maria Maddalena (Tabelle 23 e 24).
341
Tabella 23 - DRG più frequenti per ricoveri diurni nella C.C. Città di Rovigo
Anno 2011
n.
Descrizione
%
DRG
ricoveri
503 Interventi ginocchio senza diagnosi principale di infezione
197
11,0
408 Altre malattie dell'occhio, età >17 aa, senza CC
169
9,5
Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna
158
160
9,0
eccetto anca e femore, senza CC
Alteraz.mieloproliferative. o neoplasie poco differenziare con altri
047
153
8,6
interventi
225 Interventi su ano e stoma, senza CC
134
7,5
311 Interventi per via transuretrale, senza CC
114
6,4
223 Interventi sul piede
98
5,5
Dilatazione e raschiamento,conizzazione eccetto neoplasie
467
94
5,3
maligne
Segni, sintomi relativi al sistema muscolo-scheletrico e al tessuto
229
82
4,6
connettivo
Interventi mano o polso, eccetto interventi maggiori articolazioni
019
58
3,2
senza CC
primi 10 DRG
1.259
70,5
altri DRG
528
29,5
Totale
1.787
%
cum.
11,0
20,5
29,4
38,0
45,5
51,9
57,4
62,6
67,2
70,5
Tabella 24 - DRG più frequenti per ricoveri diurni nella C.C. S.Maria Maddalena
Anno 2011
n.
%
Descrizione
%
DRG
ricoveri
cum.
Interventi mano o polso, eccetto interventi maggiori articolazioni,
229
140
17,4
17,4
senza CC
339
Interventi sul testicolo, non per neoplasie maligne, età >17 aa
102
12,7
30,1
503
Interventi ginocchio senza diagnosi principale di infezione
96
11,9
42,0
Segni, sintomi relativi al sistema muscolo-scheletrico e al tessuto
89
11,1
53,0
247
connettivo
012
Disturbi degenerativi sistema nervoso
43
5,3
58,4
500
Interventi dorso e collo eccetto artrodesi vertebrale, senza CC
40
5,0
63,4
Trapianti pelle e/o sbrigliamento eccetto ulcere pelle/cellulite,
37
4,6
68,0
266
senza CC
Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna
24
3,0
70,9
538
eccetto anca e femore, senza CC
243
Affezioni mediche del dorso
24
3,0
73,9
Interventi maggiori pollice o articolazioni o interventi mano/polso,
19
2,4
76,3
228
con CC
primi 10 DRG
595
73,9
altri DRG
210
26,1
Totale
805
342
Indici di attrazione e fuga
Il confronto attrazione/fuga viene utilizzato per valutare la capacità di risposta del
sistema sanitario in generale, o di una singola azienda sanitaria, di essere efficace
ed efficiente nell'erogazione dei servizi socio-sanitari e nel dare risposta al bisogno
di salute dei residenti. Bisogna però tener conto che nella mobilità possono
intervenire altri fattori tra i quali, ad esempio, la scelta di un presidio raggiungibile
con maggior comodità, anche se territorialmente non corrispondente a quello di
appartenenza, non solo per distanza chilometrica ma anche per accessibilità
(strade e mezzi di comunicazione) o il fatto che, per motivi di programmazione,
alcune prestazioni di elevata complessità vengono effettuate solo in pochi definiti
presidi per garantire il numero sufficiente di prestazioni necessario per mantenere
livelli elevati di eccellenza prestazionale.
Per il calcolo del saldo attrazione-fuga complessivo sono stati utilizzati i dati dei
ricoveri effettuati a soggetti assistiti, sono stati esclusi i DRG 391 "neonato
normale" e non è stata fatta alcuna selezione sull'onere degenza.
Per quanto attiene la fuga intra-regione è stata considerata la singola SDO di ogni
ricovero indipendentemente dalla posizione contabile. Dall’analisi sono state,
inoltre, escluse le SDO incomplete o con dati palesemente, scorretti.
Complessivamente, nel 2011, dalle strutture dell’Azienda ULSS 18 sono stati
dimessi 8.063 ricoverati provenienti da altre Aziende sanitarie (9.019 nel 2010),
mentre 9.029 sono state le dimissioni degli assistiti dell’ULSS di Rovigo che si
sono rivolti ad altre Aziende (8.796 nel 2010), di cui 4.534 Regionali e 4.495 extraRegione.
Nelle Figure 1-3 vengono evidenziati i tassi standardizzati medi (totali, in ricovero
diurno e in ricovero ordinario) riferiti alle fughe per ricoveri.
Si rileva che il maggior numero di fughe è concentrato nei Comuni posti a confine
con altre Province, in particolare Mantova e Ferrara.
Figura 1 – Tassi standardizzati delle fughe per i ricoveri totali (x 1.000 abitanti)
per Comune dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Tassi di fuga
(x1.000 abitanti)
≤40
41-50
51-70
>71
343
Figura 2 – Tassi standardizzati delle fughe per i ricoveri ordinari (x 1.000 abitanti)
per Comune dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Tassi di fuga
(x1.000 abitanti)
≤25
26-35
36-45
>46
Figura 3 – Tassi standardizzati delle fughe per i ricoveri diurni (x 1.000 abitanti)
per Comune dell’Azienda ULSS 18 - Anno 2011
Tassi di fuga
(x1.000 abitanti)
≤10
11-15
16-20
>20
344
La disaggregazione dei bilanci attrazione/fuga per singole Aziende ULSS e
Ospedaliere della Regione Veneto, per ricoveri ordinari e diurni, sono illustrate nel
Grafico 7.
Grafico 7 – Frequenze assolute di attrazione e fuga per i ricoveri ordinari,
per specialità - Anno 2011
Nel Grafico 8 vengono illustrate le frequenze assolute di attrazione e di fuga di
ogni singola specialità, suddivise per regime di ricovero
345
Grafico 8 - Frequenze assolute di attrazione e fuga per i ricoveri ordinari,
per specialità - Anno 2011
346
4.3 Ambiti di intervento ed attività specifiche di assistenza
ospedaliera
1. L’organizzazione, l’esperienza ed i risultati dell’attività di trapianto di
organi e tessuti del Coordinamento Locale Trapianti dell’Azienda ULSS 18
Rovigo
Il procurement di organi e tessuti, la diffusione della cultura della donazione e
l’assistenza alle famiglie dei donatori sono i principali obiettivi dell’attività del
Coordinamento Locale Trapianti (CLT). Questi rappresentano i mezzi attraverso i
quali è possibile dare una terapia alle migliaia di persone in attesa di un trapianto.
La donazione di organi e tessuti è una attività propria del Servizio Sanitario
Nazionale che si traduce, a livello locale e a livello di ogni singolo ospedale, non
tanto come l’attivazione di un “servizio” ma soprattutto come una attività
trasversale che impegna e fa interagire molte strutture operative e funzioni
ospedaliere.
All’interno di questo processo la figura infermieristica trova la possibilità di
esprimere la propria professionalità ed ampliare gli aspetti assistenziali già ad essa
collegati. Tutti i risultati ottenuti sono in buona parte dovuti alla sinergia dei vari
professionisti coinvolti e all’appoggio della Direzione Strategica dell’Azienda.
L’organizzazione del Coordinamento Locale Trapianti (C.L.T.) ha come fondamenti
le direttive nazionali e regionali, le direttive organizzative del Centro Regionale
Trapianti del Veneto e le scelte strategiche dell’Azienda ULSS 18 Rovigo. Il
sistema è coordinato da un medico (il coordinatore locale), da due infermieri a
tempo pieno e cinque infermieri che, pur operando a tempo pieno in altre Unità
Operative, danno disponibilità all’integrazione dell’attività del C.L.T. in pronta
disponibilità.
In entrambi i Presidi Ospedalieri dell’Azienda ULSS 18 sono attivi, come obiettivo
principale, tutti i programmi di donazione da donatore cadavere e da donatore
vivente e, sia per gli ospedali che per il territorio, sono state promosse attività di
informazione e di formazione specifica in particolare del personale sanitario.
Alla base di tale attività c’è l’aspetto organizzativo che permette di attuare il più
importante degli obiettivi che è il monitoraggio di tutti i potenziali donatori.
L’impianto organizzativo è stato ampiamente illustrato nella precedente relazione a
cui si rimanda per i dettagli.
Le esperienze
In questi nove anni di attività il personale coinvolto ha avuto l’opportunità di
maturare una notevole esperienza che ha permesso di verificare i percorsi in senso
critico e di porre in atto quelle procedure utili al miglioramento e alla maggior
efficacia ed efficienza.
347
I risultati
Il primo grande risultato è, senza ombra di dubbio, il fatto che il Coordinamento
Locale Trapianti e la donazione di organi e tessuti sono divenuti una realtà
quotidiana all’interno degli ospedali e ben conosciuta dalla maggior parte degli
operatori, risultando pertanto la funzione del C.L.T. “una” delle varie funzioni
dell’ospedale così come un qualsiasi servizio o reparto.
Altro grande risultato riguarda gli aspetti formativi ed informativi, nonché le relazioni
con le Associazioni di Volontariato ed in particolare con l’AIDO (Associazione
Italiana Donatori Organi).
Le Tabelle che seguono costituiscono un aggiornamento dei dati di attività relativi
al Coordinamento Locale Trapianti dell’Azienda ULSS 18.
La Tabella 1 illustra l’attività formativa, generalmente concordata con l’AIDO, che
vede impegnati gli infermieri del CLT nell’ambito della informazione al personale
sanitario degli ospedali, ai Medici di Medicina Generale, agli studenti delle scuole
medie superiori, alle associazioni di volontariato ed alla popolazione in genere .
Tabella 1- Attività formativa - informativa
Anni 2002-2011
Corsi a personale sanitario
45
Numero di sanitari raggiunti
1.950
Giornate informative alle scuole
161
Alunni raggiunti
5.778
Giornate informative presso popolazione
78
Persone raggiunte
3.254
Sul piano della donazione, un grande risultato viene dai donatori viventi e dalle
famiglie dei donatori cadavere. L’accoglienza, l’ascolto, la professionalità degli
infermieri coinvolti nella proposta di donazione, la trasparenza del processo sono
un patrimonio “culturale” che i donatori o i loro famigliari diffondono nella
popolazione a prova della validità della donazione e del trapianto, concorrendo, in
tal modo, all’incremento della informazione e della donazione.
Ancora, in questi otto anni, sono stati attivati tutti i programmi di donazione; è stato
un lavoro lungo ma che ha portato a significativi risultati (Tabella 2).
Tabella 2 - Donatori multiorgano: attività
Anni 2002-2011
Accertamenti di morte con criteri neurologici
Donatori utilizzati
Organi donati
118
66
251
Nella Tabella 3 sono evidenziate le donazioni di cornee da cadavere a cuore
fermo nei due Presidi Ospedalieri aziendali .
348
Tabella 3 - Donazione di cornee
Anno 2011
Rovigo
Trecenta
Tot. Decessi
959
506
Valutati
953
502
Non Valutati
6
4
Esclusi per età
668
395
Esclusi per anamnesi
154
67
Non consensi
29
10
No aventi diritto
17
11
Mancato nulla osta
0
0
Consensi
85
19
Cornee prelevate
146
36
Bulbi prelevati
16
4
Totale tessuti corneali
202
Totale
1.465
1.455
10
1.063
221
39
28
0
104
182
20
Di seguito viene evidenziato il dato relativo all’idoneità delle cornee e viene rilevato
il confronto del dato a livello regionale e tra i due Presidi Ospedalieri dell’ULSS 18.
Percentuale di
idoneità cornee
Regione Veneto
Rovigo
Trecenta
54,2%
63,3%
63,7%
La Tabella 4 mette in evidenza le donazioni di multi-tessuto (cardiovascolare e
osteotendineo) da cadavere a cuore fermo effettuate nei due Presidi Ospedalieri
dell’ULSS 18.
Tabella 4 - Donazione di tessuti cardiovascolari – osteotendinei
Anno 2011
Multi-tessuto
Rovigo
Trecenta
Totale
Totale Decessi
959
506
1465
Potenziali donatori
153
61
214
Esclusi anamnesi
130
50
180
Opposizione
5
3
8
No aventi diritto
6
5
11
Mancato nulla osta
0
0
0
Non opposizione
12
3
15
Totale prelievi eseguiti
12
3
15
Di cui in donatore multiorgano
2
0
2
La Tabella 5 mette riporta le donazioni di tessuti da vivente fatte nel corso
dell’anno 2011 presso i Presidi Ospedalieri aziendali.
349
Tabella 5 - Donazione di tessuti da vivente nei P.O. di Rovigo e Trecenta
Anno 2011
Vivente
Totali
Safena
Testa Femore
Placenta
Tessuti valutati
219
50
59
110
Esclusi
165
30
53
82
Idonei
54
20
6
28
Tessuti prelevati
33
14
3
16
La Tabella 6 evidenzia il numero di potenziali donatori sottoposti a valutazione ai
fini di una potenziale donazione, nel corso dell’anno 2011.
Tabella 6 - Valutazioni per potenziali donatori nei P.O. di Rovigo e Trecenta
Anno 2011
n. valutati cadavere
1.455
n. valutati vivente
438
Totale
1.893
La Tabella 7 illustra i dati relativi all’opposizione al prelievo rilevate nel corso
dell’anno 2011.
Tabella 7 - Indice di opposizione
Anno 2011
Opposizione (donatore cadavere)
Opposizione (donatore vivente)
27%
0%
Infine, in tema di risultati, va sottolineato che l’impegno del personale si è anche
orientato verso la pubblicazione scientifica attraverso partecipazione a convegni
nazionali ed esteri, con poster e relazioni orali, e con la pubblicazione di alcuni
articoli su riviste scientifiche.
Alla fine, comunque, il vero risultato risiede nella consapevolezza che l’obiettivo più
difficile ed importante è garantire nel tempo la funzione del C.L.T. che attualmente
garantisce assistenza e salute, in termini di trapianto a chi non ha altra alternativa
terapeutica.
2. Ambiti di intervento della SOC Oculistica
Durante l’anno 2011 non sono state acquisite nuove apparecchiature e
l’organizzazione la SOC Oculistica non ha subito mutamenti, tranne il trasferimento
di parte dell’attività chirurgica nel nuovo blocco operatorio del Presidio Ospedaliero
di Rovigo dalla metà del mese di agosto.
Nonostante la nuova organizzazione abbia penalizzato l’attività operatoria sia per il
marcato allungamento dei tempi tra un intervento e l’altro, sia per le limitazioni alla
tipologia di intervento ed anche perchè questo ha comportato la soppressione di
una sala operatoria per l’attività di day-surgery, l’attività chirurgica è stata solo di
poco inferiore a quella dell’anno 2010, con un numero di interventi totali di 1.499
rispetto a 1.534 del 2010.
350
Le altre attività medico-chirurgiche sono state complessivamente sovrapponibili,
sia qualitativamente che quantitativamente a quelle dell’anno precedente.
Si segnalano, inoltre, tra le attività non strettamente “mediche”:
1. la partecipazione alle riunioni del Comitato Regionale per le Malattie Rare,
con la proposta, accettata da tutti i componenti, di far rientrare nei LEA
regionali il “Trattamento Cross-linking” per la stabilizzazione del Cheratocono;
2. la partecipazione al Tavolo Tecnico della Commissione Regionale per il
Prontuario Terapeutico Ospedaliero per il trattamento della Degenerazione
Maculare Senile con Bevacizumab intravitreale e l’introduzione di Ozurdex
intravitreale;
3. la presentazione al Congresso della European Society of Catarat
&
Refractive Surgeons di un postre dal titolo “Incidence of postoperative PCO in
177 eyes implanted with IOL “HOYA Insert-PY 60”.
4.
Nella Tabella 1 vengono riportati gli interventi eseguiti presso i P.O. di Rovigo e di
Trecenta nel corso del 2011, tratti dai registri operatori.
Tabella 1 – Interventi chirurgici effettuati
presso i Presidi Ospedalieri dell’ULSS 18 - Anno 2011
Patologia/tipo intervento/sede intervento
n.
Annessi e vie lacrimali
190
Patologie oncologiche
8
Pterigio
10
Segmento anteriore (vari)
30
Cataratta (ambulatoriale protetto)
RO 688 + TR 452
Cataratta complicata
25
Distacchi (chirurgia episclerale)
23
Glaucoma
12
Trapianti
14
Chirurgia vitreo-retinica
73
Ferite
9
Iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF
372
Trattamenti con tossina botulinica
45
Totale
1.951
351
4.4 L’assistenza farmaceutica ospedaliera
L’Azienda ULSS 18, attraverso la Farmacia Ospedaliera, garantisce l’erogazione
dei farmaci da impiegare in regime di ricovero e nei Servizi Sanitari
extraospedalieri (Poliambulatorio, Assistenza Domiciliare Integrata-ADIMED,
Hospice, Assistenza Carceraria, Dipartimento di Salute Mentale e SERT), nel
rispetto del Prontuario Terapeutico Ospedaliero della Regione Veneto (PTORV)
che presenta carattere vincolante nella scelta delle terapie di provata efficacia e
sicurezza disponibili per l’impiego clinico a livello locale.
Viene altresì garantita, all’interno di apposite convenzioni, l’assistenza
farmaceutica nelle Strutture Protette (RSA e Strutture Residenziali per Anziani
limitatamente alle sezioni ospiti non autosufficienti), secondo un prontuario
elaborato da apposito gruppo di lavoro regionale e specificamente mirato alle
esigenze terapeutiche di cronicità che caratterizzano dette strutture (Prontuario
Terapeutico delle Strutture Protette - PTSP che presenta pure carattere vincolante
per le ULSS).
Oltre ai farmaci di impiego diretto nelle Strutture Operative aziendali intra- ed extraospedaliere, l’assistenza farmaceutica ospedaliera si fa carico anche
dell’erogazione di specifici trattamenti di interesse territoriale mirati a particolari
patologie, precisamente:
- Farmaci diretti a pazienti domiciliari che solo l’ospedale può distribuire
- Farmaci di Classe A (farmaci concedibili dal SSN distribuiti direttamente alla
dimissione da ricovero o in accesso ambulatoriale specialistico, secondo
quanto previsto dalla L. 405/2001);
- Farmaci del PHT (Prontuario della continuità ospedale-territorio,
comprendente trattamenti di classe A di esclusiva competenza specialistica
erogabili direttamente dalla Struttura Pubblica su piano terapeutico). Da luglio
2005, questi trattamenti vengono erogati direttamente agli assistiti dell’Azienda
ULSS 18 principalmente in regime di “Distribuzione per Conto” (DPC) secondo
un accordo di fornitura sottoscritto con le Farmacie convenzionate e i grossisti
di medicinali (v.capitolo Assistenza Farmaceutica Territoriale). La Farmacia
Ospedaliera si fa carico della distribuzione agli ospiti delle strutture protette, ai
pazienti in ADIMED e alla dimissione da ricovero.
- Farmaci per Patologie Rare e a bassa prevalenza che rappresentano una
voce di spesa estremamente rilevante e riguardano principalmente trattamenti
enzimatici sostitutivi di elevatissimo costo per poche unità di pazienti
(Imiglucerasi per il Morbo di Gaucher, Laronidasi per la Mucopolisaccaridosi,
Agalsidasi per la Malattia di Fabry) o farmaci cardiovascolari di impiego mirato
nell’ipertensione polmonare.
I farmaci erogati tramite la Farmacia Ospedaliera analizzati nella presente
relazione riguardano i trattamenti afferenti al Prontuario Terapeutico Ospedaliero
(PTO) e alle sue regole (compresi quindi anche i farmaci esteri e quelli con
richiesta motivata fuori PTO), sia impiegati in ambito ospedaliero, sia distribuiti alle
Strutture Territoriali (Strutture Protette, ADI e Strutture Operative di Distretto).
352
I trattamenti di interesse esclusivamente extra-ospedaliero consegnati a pazienti
domiciliari e quelli per patologie rare vengono invece riportati nei dati generali di
inquadramento e sono oggetto di specifica analisi solo per quanto riguarda i
farmaci di esclusiva erogazione ospedaliera (Classe H); va precisato che, ai fini
della comparabilità vs l’anno 2010, vengono inclusi in questo raggruppamento
anche tutti i farmaci riclassificati da “H” in “A-PHT” (es. Antitumorali per via orale),
ma che la Regione Veneto ha deciso di riservare alla sola distribuzione diretta
ospedaliera.
I dati presentati sono così strutturati:
− Profilo comparativo generale della spesa 2011 rispetto all’anno precedente,
analizzata nei diversi setting assistenziali (Tabelle 1 e 3, Grafici 1 e 2)
− Distribuzione per classe terapeutica (1° e 2° live llo della Classificazione
Anatomico Chimico Terapeutica-ATC) relativamente ai farmaci afferenti al PTO
(Grafici 3 e 4) e per i farmaci di Classe H o comunque distribuiti direttamente
(Grafico 5)
− Analisi più dettagliata del consumo relativo agli Antitumorali (Tabella 2, Grafici
6-10) e agli Antibiotici (Grafici 11-17), che rappresentano storicamente le classi
terapeutiche di maggior rilevanza clinica ed economica in ospedale
Va precisato che, come per gli anni precedenti, i dati non comprendono alcuni beni
sanitari economicamente afferenti al conto dei farmaci (vaccini e antisettici), ma
con diversa specificità di impiego.
Presentazione dei dati generali
Dalla Tabella 1 emerge che il valore complessivo dei consumi relativi all’anno
2011 è stato pari a €16.442.681, con una distribuzione che conferma il trend di
progressivo spostamento all’ambito delle terapie extraospedaliere rispetto al
ricovero: l’incidenza della spesa intraospedaliera è infatti passata dal 40% del 2010
al 32% del 2011, mentre la restante quota cumula tutte le diverse fattispecie di
erogazione territoriale (strutture protette e ADI, distribuzione diretta e patologie
rare).
Le differenze rispetto all’anno 2010 sono in particolare:
una riduzione pari al 17% della spesa per farmaci del PTO impiegati in ambito
intraospedaliero che interessa soprattutto i farmaci Antitumorali parenterali ad
azione citostatica (-26%) e in minor misura gli Antibiotici (-13%) (Tabella 1 e
Grafico 2); risultano in diminuzione tutte le altre classi terapeutiche (dato
coerente con la riduzione dei ricoveri e con il miglioramento delle quotazioni
d’acquisto per introduzione dei generici): unica eccezione riguarda gli
Antimicotici Sistemici, che registrano un incremento importante (+69%)
correlato alla modifica dei protocolli di trattamento delle Infezioni Fungine in
area intensiva (Grafici 3 e 4);
un trend in incremento (+5%) della spesa per i farmaci di Classe A e A-PHT
erogati direttamente alla dimissione da ricovero o in accesso ambulatoriale
(Tabella 1 e Grafico 1); va precisato che nel corso del 2011 sono stati
introdotti numerosi generici e i farmaci biosimilari, che hanno determinato un
impatto positivo in termini di contenimento dei costi, pur con consumi
353
aumentati. Questo servizio di distribuzione diretta ha determinato un risparmio
aziendale stimato, nel 2011, in oltre € 550.000, rispetto al canale alternativo di
erogazione tramite le Farmacie Convenzionate (Tabella 2);
un aumento molto rilevante della spesa per Patologie Rare (Tabella 1) dovuto
essenzialmente ai trattamenti enzimatici sostitutivi il cui costo è elevatissimo.
L’incremento riflette l’avvio al trattamento di 2 nuovi pazienti con Malattia di
Fabry; inoltre da gennaio 2011 si è risolto il problema della carenza sul
®
mercato del farmaco Imiglucerasi (Cerezyme indicato nel trattamento del M.
di Gaucher) e pertanto i centri di riferimento hanno ripristinato le terapie a
dosaggio pieno (Tabella 3). Si tratta, come già precisato, di farmaci ad
elevatissimo costo per pazienti altamente selezionati e seguiti da centri
specialistici di riferimento regionali e nazionali. Oltre ai trattamenti enzimatici
sostitutivi, vengono erogati (a seguito di disposizioni regionali di fine 2008)
anche farmaci di Classe C non rimborsati dal SSN e farmaci esteri, su piano
terapeutico dei Centri di riferimento.
un trend in espansione della spesa per i farmaci di Classe H (o ex H ora APHT) erogabili a pazienti domiciliari solo attraverso la struttura pubblica, che
registrano nel 2011 un incremento pari a +13% (Tabella 1 e Grafico 5).
L’incremento interessa gli antivirali (+14%) rappresentati in massima parte dai
trattamenti per la Patologia HIV e secondariamente dai farmaci per il
trattamento delle Epatiti Virali C e B. In costante incremento anche gli
Immunosoppressori (+28%) rappresentati soprattutto dai farmaci biologici per il
trattamento dell’Artrite Reumatoide e della Psoriasi e la spesa per farmaci
Antitumorali ad azione citostatica somministrati per via orale (+18%), il cui
profilo di dettaglio verrà analizzato del paragrafo seguente. Tra le rimanenti
classi terapeutiche, l'incremento è dovuto al farmaco endocrinologico
Pegvisomant-Somavert (2^ linea di terapia in pazienti con Acromegalia
Secondaria).
Profilo dei Farmaci Antitumorali
Nei Grafici 6-10 viene riportato il profilo dei farmaci impiegati nella patologia
oncologica, evidenziando separatamente i trattamenti parenterali somministrati in
ospedale, da quelli orali destinati all’assunzione domiciliare. Questi ultimi
rappresentano un braccio di terapia ad elevato costo e afferiscono a 2 tipologie di
trattamenti:
1. formulazioni orali di farmaci EV con analogo profilo farmacodianamico (es.
®
Capecitabina-Xeloda quale alternativa al Fluorouracile); a fronte di un costo
sensibilmente più elevato, questi farmaci orali risultano avere una ricaduta
economica positiva, limitando il carico assistenziale dovuto alle operazioni di
somministrazione. Per le implicazioni economiche e gli aspetti legati alla
compliance dei pazienti, esigono ovviamente criteri rigorosi di inclusioneesclusione e un attento follow up clinico;
2. nuovi farmaci caratterizzati da bassa predittività dei pazienti responders e
costi assistenziali molto elevati, la cui erogazione è subordinata
354
all’inserimento dei dati clinici dei pazienti nei registri epidemiologici attivati
dall’Agenzia Italiana del Farmaco (rete Onco-AIFA). La funzione di questi
registri è di garantire la corretta selezione del paziente (appropriatezza), di
evitare usi impropri (off-label) e di valutare prospetticamente la trasferibilità
nella routine clinica dei risultati della sperimentazione precedente alla
registrazione, così da definire il reale profilo di beneficio-rischio nelle
condizioni reali di assistenza.
Nell’anno 2011, la spesa per farmaci Antitumorali ha registrato complessivamente
una riduzione del 12%, rispetto al 2010, con un diverso trend tra terapie parenterali
ed orali (Grafico 6), in particolare:
- la spesa relativa ai trattamenti somministrabili per via orale risulta aumentata
del 22%. Nel setting oncoematologico (Grafico 7), incrementano del 35% i
®
costi per il farmaco Imatinib - Glivec impiegato in prima linea nel trattamento
ambulatoriale della Leucemia Mieloide Cronica, mentre risultano stabili i costi
®
®
di Dasatinib-Sprycel e Nilotinib-Tasigna entrambi utilizzati nei Pazienti in
progressione. Incrementano in modo rilevante i costi per l’immunosoppressore
®
Lenalidomide-Revlimid correlato al trattamento in seconda linea del Mieloma
Multiplo e utilizzato come off-label in alcune altre indicazioni approvate
dall’AIFA in regime di Legge 648/1996 (Linfomi, Amiloidosi, Sindromi
Mielodisplastiche); si riduce invece la spesa per Talidomide (utilizzato come
prima linea).
Nell’ambito dei farmaci orali per tumori solidi, si rileva una riduzione media di
spesa intorno al 9%, che riguarda principalmente i farmaci impiegati nel
®
®
Carcinoma
Renale
avanzato
(SunitinibSutent ,
Sorafenib-Nexavar ,

Everolimus-Afinitor ); in riduzione risulta anche la spesa per Capecitabina®
Xeloda , impiegata nella patologia intestinale e mammaria (-20%), e per
®
Erlotinib-Tarceva , impiegato nel Carcinoma Polmonare non a piccole cellule,
localmente avanzato o metastatico (-50%). Risultano invece sensibilmente
®
incrementati i consumi e la spesa per Vinorelbina-Navelbine (+132%) e in
®
piccola misura quelli di Temozolamide-Temodal , farmaco indicato nel
trattamento dei Tumori Cerebrali (+4%);
- La chemioterapia parenterale (Grafici 8 e 9) presenta un trend di spesa in
®
forte riduzione (-26%), con particolare riguardo a Trastuzumab-Herceptin ,
anticorpo monoclonale impiegato nel Ca della Mammella (-44%). In lieve
®
riduzione risultano i consumi e la spesa per Bevacizumab-Avastin , anticorpo
monoclonale utilizzato essenzialmente nel Tumori Colorettali, a fronte tuttavia
®
di un incremento di Cetuximab-Erbitux . Sostanzialmente stabile risultano
®
consumo e la spesa per Rituximab-Mabthera , impiegato in ambito
oncoematologico (Linfomi), mentre un farmaco di largo impiego, Docetaxel,
presenta una rilevante riduzione di spesa a seguito di drastica riduzione dei
prezzi di acquisto legata alla commercializzazione dei corrispondenti farmaci
generici.
Va ricordato che, a partire da gennaio 2008 e fino dicembre 2011, la Regione
Veneto ha istituito uno specifico fondo per finanziare i farmaci oncologici
parenterali ad alto costo, prevedendone la compensazione in regime di mobilità
355
intraregionale, laddove i trattamenti vengano somministrati in regime ambulatoriale
e non di ricovero o day hospital. L’accesso al fondo ha comportato l’inserimento di
tutti i pazienti chemiotrattati con protocolli terapeutici includenti questi farmaci ad
alto costo, in un registro telematico nel quale i pazienti stessi vengono accettati
solo se rispondono a criteri clinici di inclusione definiti da apposita commissione
regionale di esperti. In Tabella 4 viene riportato il report relativo ai farmaci ad alto
costo inseriti nel registro regionale nel corso dell’anno 2011, dal quale risulta che il
fondo ha coperto una spesa pari a € 1.618.351 (anno 2010: € 2.089.624), di cui €
1.040.269 a carico dell’ULSS 18 e € 578.082 compensati in mobilità attiva
intraregionale.
Analizzando infine il Grafico 10, si evidenzia che, come per l’anno 2011, la quota
di spesa per questi 10 farmaci inclusi nel registro regionale è stata nettamente
prevalente su quella dei farmaci non inseriti (relativa a trattamenti effettuati in
regime di degenza e/o a pazienti fuori Regione). Rapportata alla spesa
complessiva per farmaci antitumorali EV, la somma derivante dall’inserimento dei
pazienti nel Registro Regionale rappresenta circa il 93%.
Profilo degli Antibiotici
Dall’analisi del profilo generale di consumo e spesa 2010-2011, gli antibiotici (ATC
J01-Antibatterici Sistemici) si confermano essere, dopo gli antitumorali, la classe
terapeutica clinicamente ed economicamente più rilevante in ambito ospedaliero
(Grafico 4), mentre la frazione relativa ai consumi territoriali (Strutture Protette e
ADIMED) rappresenta circa 1/3 del consumo totale, ma incide in misura molto più
limitata (7%) sulla spesa (Grafico 11).
Nel 2011 il consumo intraospedaliero di Antibatterici Sistemici, espresso in DDD
(dose giornaliera), risulta stabile rispetto al 2010, mentre si riduce sensibilmente la
spesa (-14%), soprattutto in relazione all’introduzione dei medicinali generici e al
miglioramento delle condizioni economiche di acquisto a seguito della gara
regionale di fornitura.
Nelle strutture extraospedaliere, pur confermando il trend in riduzione della spesa
(-10%), incrementano sensibilmente i consumi (+18%) (Grafici 12 e 17).
Analizzando il consumo 2010-2011 per area clinica nei due Presidi Ospedalieri
emerge che (Grafici 13-16)):
le DDD incrementano nell’area medica del P.O. di Trecenta (+10%), mentre sono
in lieve riduzione a Rovigo (-2%),
l’area chirurgica riduce il consumo di antibiotici a Rovigo (-13%), mentre
Trecenta incrementa del 3%,
i consumi di area intensiva sono stabili a Trecenta e in incremento in misura
rilevante a Rovigo (+22%).
Analizzando la distribuzione per struttura operativa, si conferma come per gli anni
precedenti che, a Rovigo, circa la metà del consumo di antibiotici di concentra su 5
reparti (Malattie Infettive, Geriatria, Rianimazione, Medicina, Pneumologia), a
Trecenta, la Medicina-Lungodegenza rappresenta invece il 61% dell’intero
consumo.
Le classi terapeutiche a maggiore impatto sui consumi sono, come negli anni
356
precedenti, le Penicilline, le Cefalosporine e i Chinolonici Sistemici, che
complessivamente, nel 2011, coprono l’81% di tutte le DDD di Antibatterici
Sistemici utilizzate in ospedale.
In particolare, il trend di consumo nel P.O. di Rovigo è così sintetizzabile,
precisando che analoga situazione si registra sostanzialmente anche nel P.O. di
Trecenta:
tra i farmaci indicati nel trattamento di germi gram-negativi, incrementa la classe
dei Fluorochinoloni e dei Carbapenemici(+8%), mentre si riducono le Penicilline
associate a inibitori delle beta-lattamasi (-3%) e delle Cefalosporine di 3^
Generazione (-11%);
sul fronte degli antibiotici per infezioni da gram-positivi, si conferma il trend in
riduzione del consumo di Penicilline resistenti alle beta-lattamasi (OxacillinaPenstapho), mentre incrementano i Glicopeptidici indicati nel trattamento delle
infezioni meticillino-resistenti (Vancomicina e Teicoplanina), e continua ad
incrementare fortemente il consumo di farmaci per germi multiresistenti quali
Linezolid-Zyvoxid e Daptomicina-Cubicin.
la riduzione del consumo di Cefalosporine di 1^ generazione (Cefazolina),
antibiotico raccomandato nella profilassi preoperatoria, rende improrogabile una
revisione dello stato di applicazione delle linee-guida aziendali.
Conclusioni
Nell’anno 2011, la spesa relativa all’assistenza farmaceutica erogata tramite
l’Ospedale ha subito complessivamente un incremento pari a circa il 3%.
Analizzata per setting assistenziale, si evidenzia un incremento sensibile per
quanto riguarda i trattamenti a valenza extra-ospedaliera, mentre risultano in
riduzione i costi relativi all’ambito di ricovero (-17% rispetto al 2010).
Sulla riduzione della spesa intra-ospedaliera hanno inciso soprattutto i Farmaci
Antitumorali parenterali (-26%) e in minor misura degli Antibatterici Sistemici (13%). In generale si rileva una riduzione di spesa per tutte le principali classi
terapeutiche utilizzate in ospedale, con l’eccezione dei farmaci Antimicotici
Sistemici che registrano invece un incremento sensibile in area intensiva. La spesa
per Farmaci Antitumorali EV è stata coperta per circa il 93% col fondo regionale dei
farmaci oncologici ad alto costo, a seguito della somministrazione della
chemioterapia in regime ambulatoriale e registrazione dei pazienti nel sistema
informatico regionale SIRFAC.
I trattamenti per la patologia oncologica e la terapia delle infezioni si confermano
essere le aree clinicamente ed economicamente più rilevanti in ospedale, su cui
pertanto devono continuare a orientarsi gli interventi di monitoraggio e di
miglioramento dell’appropriatezza, nella logica del governo clinico che caratterizza
la politica del PTO.
Sul fronte dei trattamenti diretti a pazienti domiciliari, si rileva un costante
incremento della spesa per farmaci erogabili solo attraverso la struttura
ospedaliera, con particolare riguardo alle terapie per la Patologia HIV (la cui
casistica è in buona parte non residente, con relativa compensazione dei costi in
mobilità attiva), ai farmaci biologici per Artrite Reumatoide e Psoriasi e ai Farmaci
357
Oncologici per via orale.
Molto importante è risultato l’incremento di spesa per l’erogazione dei trattamenti
enzimatici sostitutivi diretti a pazienti portatori di patologie rare e ciò, sia per 2
nuovi casi di M. di Fabry, sia per l’aumento dei dosaggi del farmaco Cerezyme a
seguito della risoluzione dello stato di carenza sul mercato verificatosi nel 2010.
Nell’anno 2011 il Servizio di Distribuzione Diretta dei Farmaci di Classe A alla
dimissione da ricovero e accesso ambulatoriale specialistico ha comportato un
risparmio stimato in circa € 550.000 rispetto al canale alternativo dell’assistenza
farmaceutica convenzionata, offrendo al contempo un servizio agli assistiti che
accedono all’ospedale.
Seguono le Tabelle 1-4 e i Grafici 1-17.
Tabella 1 - Farmaci distribuiti alle strutture operative ospedaliere e territoriali
Anno 2011 vs anno 2010
differenza
Anno 2010
Anno 2011
2010-2011
%
%
€
€
€
%
su tot
su tot
anno
anno
Farmaci del P.T.O.
7.279.969 46% 6.188.785 38% -1.091.184 -15%
Distribuiti alle strutture
6.360.264 40% 5.296.889 32% -1.063.375 -17%
ospedaliere
Distribuiti alle strutture/servizi
919.705
6%
891.896
5%
-27.809
-3%
territoriali
Terapie extraospedaliere
8.656.699 54% 10.253.897 62% 1.597.198 18%
Distribuzione diretta alla
1.106.285
7%
1.159.392
7%
53.107
5%
dimissione e in accesso
ambulatoriale
Farmaci distribuibili solo
attraverso la struttura
6.535.012 41% 7.382.142 45%
847.129
13%
pubblica (classe H e ex Hosp2)**
Farmaci per malattie rare e a
1.015.402
6%
1.712.363 10%
696.961
69%
bassa prevalenza
Totale
15.936.668 100% 16.442.681 100% 506.013
3%
** Per confrontabilità dei dati 2010-2011, in questo ragguppamento vengono considerati anche i farmaci
riclassificati da H in A-PHT. Questi farmaci, benché erogabili da novembre 2010 anche attraverso le
farmacie convenzionate, sono stati riservati dalla Regione Veneto alla sola distribuzione ospedaliera
358
Tabella 2 - Distribuzione diretta della terapia farmacologica
alla dimissione da ricovero o accesso ambulatoriale specialistico: profilo di risparmio nell'anno 2011
* Farmaci di classe A non erogati in DPC (Distribuzione per Conto)
Spesa netta SSN
Spesa
Costo
Risparmio
Tipologia di farmaci distribuiti
(costo al pubblico
ospedaliera
al pubblico
nell'anno 2011
meno 17%)
Farmaci maggiormente distribuiti
€ 345.860,29
€ 808.098,07
€ 670.721,39810
€ 360.629,32
(88% della spesa)
Stima risparmio per rimanenti farmaci
€ 68.205,31
€ 74.868,99
di classe A distribuiti (12%)
Risparmio farmaci di Classe A non DPC
€ 435.498
* Farmaci di classe A-PHT
Quota
Costi
N.
Stima n. ricette
per servizio DPC
di acquisto
Tipologia di farmaci distribuiti
Confezioni
(1,9 conf./ricetta)
(€ 18,5/ricetta=
in DPC
risparmio)
(gara regionale)
Farmaci riclassificati da H a A-PHT
6.273
3.302
€ 61.079,21
(non in DPC)**
Farmaci del PHT erogati in DPC
3.190
1.679
€ 31.060,53
Farmaci in DPC per il trattamento
€ 33.697,78
613
323
€ 5.968,68
Demenza di Alzheimer
Totale
10.076
5.303
€ 98.108
Risparmio complessivo
€ 567.305
** Farmaci ex H ora A-PHT
- Antitumorali os
- Immunosoppressori (pz trapiantati)
- Chelanti del ferro (Talassemia)
- Antivirali (Epatiti)
- Antibatterici (Linezolid)
- Antimicotici (Voriconazolo)
359
Tabella 3 - Trattamenti enzimatici sostitutivi erogati a pazienti con patologie rare
Anno 2011 vs anno 2010
Anno 2010
Anno 2011
Differenza
N.
Principio
Patologia
N.
N.
N.
N.
attivo
Spesa
Spesa
Spesa
Pz F.l
Pz F.le
F.le
e
Malattia di
Gaucer
IMIGLUCERASI
(Cerezyme)
3
13
8
€
184.166,
10
3
350
€
511.572,2
9
212
€
327.406
Malattia di
Fabry
AGALGIDASI
Fabrazyme
e Replagal)
3
39
€
214.975,
40
3
255
€
465.498,0
1
216
€
250.523
Mucopolisacca
ridosi I
LARONIDASI
(Aldurazyme)
1
30
6
€
219.362,
22
1
376
€
269.543,1
2
70
€
50.180,9
0
11
49
3
€
652.358,
12
11
€
1.00
1.314.322,
1
14
508
€
661.964,
02
Totale
360
Tabella 4 - Farmaci oncologici ad alto costo inseriti nel registro regionale SIRFAC*
Anno 2011 vs anno 2010
Setting
/farmaco
Anno 2010
Anno 2011
ULSS 18
Altre ULSS
(file F)
Totale
ULSS 18
Altre ULSS
(file F)
Totale
ULSS 18
Altre ULSS
(file F)
Totale
Euro
1.380
Euro
283.295
Euro
694.674
Euro
376.247
Euro
328.107
Euro
704.354
Euro
35.133
Euro
44.812
Euro
9.679
- 4.001
4.432
44.381
- 430.522
- 95.780
8.693
- 70.619
- 8.087
- 7.337
- 697
0
- 256.694
- 385.710
- 4.001
- 43.174
56.854
- 480.953
- 45.315
27.265
- 176.540
- 2.702
- 8.948
- 697
4.831
- 278.847
- 471.273
ONCOEMATOLOGIA
ALEMTUZUMAB
BORTEZOMIB
173.838
RITUXIMAB
237.541
714.453
ONCOLOGIA
BEVACIZUMAB
83.367
CETUXIMAB
5.927
DOCETAXEL
205.464
IRINOTECAN
7.692
OXALIPLATINO
16.516
PACLITAXEL
2.127
PEMETREXED
2.508
TRASTUZUMAB
390.853
Totale
1.125.833
4.001
60.899
218.395
680.497
133.939
21.732
135.147
9.837
9.634
991
12.084
357.133
963.792
4.001
234.737
126.232
455.937
250.015
1.394.950 664.022
217.305
133.832
27.658
24.499
340.611
99.543
17.529
13.077
26.150
14.905
3.118
2.127
14.592
7.339
747.986
368.700
2.089.624 1.040.269
65.331
262.776
249.975
38.158
30.424
64.529
1.750
2.297
294
12.084
100.439
578.082
Differenza 2011-2010
191.563
- 47.606
512.791
12.473
913.997
- 50.431
171.990
50.465
54.924
18.573
164.072 - 105.921
14.827
5.385
17.202
- 1.611
2.421
0
19.422
4.831
469.139
- 22.152
1.618.351 - 85.564
* SIRFAC = Sistema Informativo Regionale Farmaci ad Alto Costo
361
Grafico 1 - Distribuzione
- 3% generale della spesa per farmaci per tipologia di erogazione
Anno 2011 vs 2010
+ 13%
8.000.000
-15%
6.000.000
4.000.000
+ 69%
+5%
2.000.000
0
FARMACI DEL PTO
SPESA 2010
FARMACI DEL PHT + FARMACI DI CLASSE H
FARMACI PER
CLASSE A
PATOLOGIE RARE E A
BASSA PREVALENZA
SPESA 2011
Grafico 2 - Distribuzione della spesa per farmaci del PTO per setting assistenziale
Anno 2011 vs 2010
8.000.000
- 17%
6.000.000
4.000.000
- 3%
2.000.000
0
Distribuiti alle strutture Ospedaliere
Distribuiti alle strutture/servizi
Territoriali
Anno 2010
Anno 2011
Grafico 3 - Spesa per farmaci del PTO e 1°livello ATC
Anno 2011 vs 2010
L - ANTINEOPLASTICI E
IMMUNOMODULATORI
2.269.402
- 26%
1.119.195
B - SANGUE E ORGANI EMOPOIETICI
- 17%
J - ANTIMICROBICI GENERALI E
SISTEMICI
1.258.499
- 10%
588.830
N - SISTEMA NERVOSO
A - APP. GASTROINTESTINALE E
METABOLISMO
278.242
M - SISTEMA MUSCOLOSCHELETRICO
209.305
121.880
C - SISTEMA CARDIOVASCOLARE
84.711
H - PREPARATI ORMONALI SISTEMICI
258.720
ALTRE CLASSI TERAPEUTICHE
Anno 2011
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
Anno 2010
Grafico 4 - Spesa per farmaci del PTO (secondo livello ATC) - Anno 2011 vs 2010
Anno 2011 vs 2010
2.249.957
L01-CITOSTATICI
886.239
J01-ANTIBATTERICI
PER USO SISTEMICO
357.666
(-5%)
337.418
(-12%)
B05-SUCCEDANEI DEL SANGUE E
SOLUZIONI PERFUSIONALI
B03-FARMACI ANTIANEMICI
329.960
J02-ANTIMICOTICI
PER USO SISTEMICO
(+69%)
223.119
N01-ANESTETICI
(-16%)
(-9%)
172.725
N05-PSICOLETTICI
100.428
M03-MIORILASSANTI
95.653
A06-LASSATIVI
(-13%)
(-8%)
370.368
B01-ANTITROMBOTICI
(-26%)
(-13%)
(-6%)
1.065.251
Anno 2011
Anno 2010
(-11%)
ALTRI
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
363
Grafico 5 - Spesa per farmaci di classe H distribuiti direttamente
Anno 2011 vs 2010
3.562.571
+ 14%
ANTIVIRALI
PER USO SISTEMICO
1.878.803
+ 28%
IMMUNOSOPPRESSORI
1.322.425
+18%
CITOSTATICI
618.343
ALTRI
Anno 2011
-
+ 30%
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
Anno 2010
Grafico 6 - Spesa per farmaci Antitumorali parenterali e orali
Anno 2011 vs 2010
-12%
€ 5.000.000
-26%
€ 4.000.000
€ 3.000.000
+22%
€ 2.000.000
€ 1.000.000
€0
ORALE
PARENTERALE
Totale com plessivo
Anno 2010
Anno 2011
364
Grafico 7 - Spesa per farmaci antitumorali orali - Anni 2010-2011
SUNITINIB
€ 186.596
CAPECITABINA
Tumori solidi
€ 112.361
VINORELBINA
€ 75.975
TEMOZOLOMIDE
€ 72.225
SORAFENIB
€ 56.579
ERLOTINIB
€ 25.476
EVEROLIMUS
€ 15.249
IMATINIB
€ 647.070
LENALIDOMIDE
€ 246.437
DASATINIB
Patologie
oncoematologiche
€ 89.971
TALIDOMIDE
€ 26.783
NILOTINIB
Spesa 2010
Spesa 2011
€ 16.092
BEXAROTENE
0
€
70
0.
00
0
€
60
0.
00
0
€
40
0.
00
€
€
50
0.
00
0
0
30
0.
00
0
€
€
€
10
0.
00
20
0.
00
0
0
€ 15.288
variazione %
Grafico 8- Indici di variazione del consumo (in mg)
dei primi 10 Antutumorali EV a maggior spesa (anno 2010 = 100)
310
TR
I
BI
TA
G
EM
CI
AL
NA
A
IC
UB
IR
110
75
IN
AB
XI
M
CE
TU
IN
IT
ID
C
ZA
CE
O
D
84
D
O
XO
RU
BI
CI
N
A
A
M
SO
LI
PO
A
EL
TA
X
IA
A
M
CI
ZU
BE
VA
91
75
EP
66
B
IB
ZO
RT
E
O
B
TR
AS
TU
ZU
M
M
AB
XI
M
AB
U
IT
R
130
115
57
LE
144
valori
2010
2010
2011
365
Grafico - 9 Antitumorali EV a maggior spesa nel 2011 vs 2010
€ 900.000
75% della spesa
per Antitumorali
EV
€ 800.000
€ 700.000
€ 600.000
€ 500.000
€ 400.000
€ 300.000
€ 200.000
€ 100.000
PO
LI
NA
SPESA 2010
SPESA 2011
DO
XO
RU
BI
CI
BE
VA
SO
M
D O IA
CE LE
TA
XE
AZ
L
AC
IT
ID
IN
CE
A
TU
XI
M
EP
AB
IR
UB
IC
G
EM
IN
A
CI
TA
BI
NA
AL
TR
I
M
IB
CI
ZU
M
AB
AB
ZO
RT
E
BO
ZU
M
TU
AS
TR
RI
TU
XI
M
AB
€0
Grafico 10 - Spesa per farmaci oncologici ad alto costo
Livello di copertura con il Fondo Regionale (SIRFAC) - Anno 2011
Fuori Registro
€ 125.695
(7%)
Registro Regionale
€ 1.618.351
(93%)
366
Grafico 11- Consumo e spesa per Antibatterici Sistemici
DISTRIBUZIONE % DEL CONSUMO E DELLA SPESA PER ANTIBATTERICI SISTEMICI
NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE E TERRITORIALI - ANNO 2011
14%
100%
36%
90%
80%
70%
60%
86%
50%
64%
40%
30%
20%
10%
STRUTTURE
TERRITORIALI
0%
% su tot.DDD 2011
% su Tot. Spesa 2011
STRUTTURE
OSPEDALIERE
Gli Antibiotici rappresentano, dopo gli antitumorali, la seconda classe
terapeutica a maggior rilevanza economica in ospedale
I consumi territoriali (Strutture Protette e ADIMED, distribuzione diretta …)
rappresentano circa 1/3 del consumo totale e sono di minor rilevanza
economica
Grafico 12 - Trend 2010-2011 di consumo e spesa per Antibattterici Sistemici
AMBITO OSPEDALIERO
Anno 2010
1.000.000,00
€ 946.582,00
Anno 2011
€ 815.746,06
900.000,00
800.000,00
700.000,00
600.000,00
-14%
500.000,00
400.000,00
300.000,00
152.194,04
152.207,40
In ambito ospedaliero, il
consumo è stabile e si riducono
sensibilmente i costi (riduzione dei
prezzi per introduzione dei
generici)
200.000,00
100.000,00
0,00
Consumo in DDD
SPESA
AMBITO TERRITORIALE
Anno 2010
160.000,00
€ 153.914,72
€ 137.846,62
Anno 2011
140.000,00
120.000,00
-10%
86.185,95
100.000,00
Nelle Case di Riposo/ RSA e in
ADIMED, incrementano
sensibilmente i consumi, pur
diminuendo la spesa.
72.850,48
80.000,00
60.000,00
+18%
40.000,00
20.000,00
0,00
Consumo in DDD
SPESA
367
Grafico 13 – Consumi di Antibatterici Sistemici per area clinica
DDD ANTIBATTERICI SISTEMICI NEL PO DI ROVIGO
ANNO 2010
ANNO 2011
120.000
100.000
-2,5%
80.000
Le DDD incrementano nell’area
medica di Trecenta (+10%),
mentre sono in lieve riduzione a
Rovigo (-2%)
60.000
40.000
20.000
AREA MEDICA
AREA CHIRURGICA
AREA INTENSIVA
Totale
L’area chirurgica riduce il
consumo di antibiotici a Rovigo
(-13%), mentre Trecenta
incrementa lievemente (+3%)
DDD DI ANTIBATTERICI SISTEMICI NEL PO DI TRECENTA
40.000
ANNO 2010
ANNO 2011
35.000
30.000
+8%
25.000
I consumi di area intensiva
sono stabili a Trecenta e in
incremento a Rovigo (+ 22%) per
Penicill.+inib. e Fluoroch.
20.000
15.000
10.000
5.000
AREA MEDICA
AREA
CHIRURGICA
AREA INTENSIVA
Totale
Grafico 14 – Classi di Antibatterici Sistemici più utilizzate nell’Ospedale di Rovigo
PROFILO 2010-2011 DELLE CLASSI TERAPEUTICHE PIU' PRESCRITTE NEL PO DI ROVIGO
PENICILLINE+INIBIT.
BETALATTAMASI
-3%
+8%
FLUOROCHINOLONI
CEFALOSPORINE DI 3^
GENERAZIONE
-11%
DDD 2010
DDD 2011
CARBAPENEMI
+8%
ALTRI
-12%
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
Incrementano i FLUOROCHINOLONI e i CARBAPENEMI. Si riducono le PENICILLINE+INIBITORI DELLE
BETALATTAMASI – tra le CEFALOSPORINE DI 3^ GENERAZIONE, aumenta CEFTAZIDIME e si riduce
CEFTRIAXONE
Si riduce il consumo di OXACILLINA e incrementano i GLICOPEPTIDICI – incrementa il consumo di
LINEZOLID (+ DAPTOMICINA extra PTO)
CEFAZOLINA riduce il consumo (da verificare protocolli di profilassi chirurgica)
368
Grafico 15 – Classi di Antibatterici Sistemici più utilizzate nell’Ospedale di Trecenta
PROFILO 2010-2011 DELLE CLASSI TERAPEUTICHE PIU' PRESCRITTE NEL PO DI TRECENTA
PENICILLINE+INIBIT.
BETALATTAMASI
+8%
FLUOROCHINOLONI
+21%
CEFALOSPORINE DI 3^
GENERAZIONE
+10%
DDD 2010
DDD 2011
MACROLIDI
+25%
ALTRI
-39%
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
Incrementano i FLUOROCHINOLONI, PENICILLINE+INIBITORI e CEFALOSPORINE DI 3^ GENERAZ.
(sia CEFTAZIDIME che CEFTRIAXONE)
Incrementano i MACROLIDI (diversamente da Rovigo)
Si riduce il consumo di OXACILLINA e GLICOPEPTIDICI; incrementa LINEZOLID (+ DAPTOMICINA)
Grafico 16 – Strutture Ospedaliere a maggior consumo di Antibatterici Sistemici
SOC a maggior consumo 2011 di Antibiotici - PO ROVIGO
Consumo 2011
ospedaliero per SOC
rianimazione
Malattie Infettive
12%
11%
54%
8%
8%
medicina
Geriatria
Pneumologia
7%
ALTRI
46%
SOC a maggior consumo 2011 di Antibiotici - PO TRECENTA
A Rovigo, circa la metà
del consumo di antibiotici
è generato da 5 SOC:
1. Rianimazione
2. Malattie Infettive
3. Medicina
4. Geriatria
5. Pneumologia
medicina-lungodegenza
21%
Chirurgia-Ortopedia
8%
10%
rianimazione
61%
A Trecenta, il 61% del
consumo afferisce alla
SOC Medicina
ALTRI
369
Grafico 17 – Antibatterici Sistemici più utilizzati nelle Strutture Residenziali
TREND 2010-2011 DI CONSUMO NELLE STRUTTURE PROTETTE
DDD
2010
CLASSI TERAPEUTICHE
PENICILLINE + INIBITORI BETALATTAMASI
DDD
2011
Differenz
a
%
14.442
15.743
1.301
9%
FLUOROCHINOLONI
8.867
8.793
-74
-1%
CEFALOSPORINE DI TERZA GENERAZIONE
5.722
6.324
603
11%
MACROLIDI
4.193
4.811
618
15%
PENICILLINE AD AMPIO SPETTRO
1.497
1.290
-207
-14%
COTRIMOSSAZOLO
1.623
940
-683
-42%
AMINOGLICOSIDI
391
607
216
55%
ALTRI CHINOLONICI
290
180
-110
-38%
CARBAPENEMI
203
90
-113
-56%
ALTRI
333
314
-19
-6%
37.560
39.092
1.532
4%
TOTALE
PENICILLINE +
INIBITORI
BETALATTAMASI
I Fluorochinoloni non
incrementano
In riduzione i
Carbapenemici
Incremento di:
- Penicilline+Inibitori
- Cefalospor. 3^ Gen.
- Macrolidi
- Aminoglicosidi
(Amikacina)
FLUOROCHINOLONI
CEFALOSPORINE DI
TERZA GENERAZIONE
DDD 2011
DDD 2010
MACROLIDI
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
370
Capitolo 5
Strumenti per la valutazione
5.1 Le strategie per la sicurezza del paziente
371
La prevenzione del rischio e la promozione della sicurezza dei pazienti e degli
operatori costituiscono obiettivi prioritari dell’Azienda ULSS 18.
La necessità di garantire un livello adeguato di sicurezza ha comportato
l’implementazione di attività a valenza trasversale finalizzate al monitoraggio dei
fattori di rischio e all’implementazione di nuove evidenze emergenti dalla letteratura
scientifica.
Dal punto di vista organizzativo le attività sopra citate sono svolte da una rete
complessa di professionisti sanitari che collaborano, per gli aspetti di competenza
ed in alcuni casi riuniti a costituire specifici comitati, per migliorare i livelli di
sicurezza aziendale per i pazienti e gli operatori:
- la SOC Direzione Medica del Presidio Ospedaliero;
- il Servizio Prevenzione e Protezione;
- il Servizio del Medico Competente;
- il Comitato Esecutivo Aziendale per la Sicurezza del Paziente;
- il Comitato di Controllo delle Infezioni;
- il Comitato per il Buon Uso del Sangue;
- il Comitato Ospedale senza Dolore;
- il Coordinamento Locale Trapianti, per gli aspetti relativi alla sicurezza delle
donazioni di organi e tessuti;
- la SOC Farmacia Ospedaliera, per gli aspetti relativi all’attività di
farmacovigilanza;
- la SOS Dpt Direzione Infermieristica e delle professioni tecniche sanitarie;
- la SOS Dpt Microbiologia, per gli aspetti relativi all’osservatorio ospedaliero
sull’incidenza e antibioticoresistenza microbica.
Nell’ambito delle strategie adottate dall’Azienda ULSS 18 per la sicurezza del
paziente nei Presidi Ospedalieri, si segnalano:
1. Il sistema di Incident Reporting;
2. Il sistema di monitoraggio degli infortuni ospedalieri a carico di pazienti e
visitatori;
3. Il sistema di monitoraggio dell’incidenza microbica e antibioticoresistenza;
4. Lo studio di sorveglianza attiva prospettica delle infezioni del sito chirurgico;
5. Le segnalazioni di incidenti e mancati incidenti da dispositivi medici;
6. La Campagna dell’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità “Clean care is
safer care - Cure Pulite sono Cure più Sicure”;
7. Il sistema di monitoraggio delle Lesioni da Decubito;
8. L’indagine di prevalenza sulle Lesioni da Decubito;
9. L’applicazione del metodo “Patient Safety Walkaround (SWR) - I giri per la
sicurezza”.
1. Il Sistema di Incident Reporting
372
Analisi delle schede di segnalazione spontanea degli eventi significativi per la
sicurezza del paziente (Incident Reporting) anno 2011
Nel corso dell’anno 2011 l’attività di Incident Reporting ha registrato 372
segnalazioni di eventi significativi per la sicurezza dei pazienti. Nel corso dell’anno
2010 le schede erano state 87.
La Tabella 1 rappresenta la distribuzione delle segnalazioni in base alla macrostruttura di provenienza della segnalazione.
Tabella 1 - Segnalazioni pervenute
Anno 2011
Sedi
P.O. Rovigo
P.O. Trecenta
Territorio ( Assistenza Primaria-Distretti-Prevenzione)
Totale
N° segnalazioni
254
101
17
372
Nel Grafico 1 si riporta la serie storica delle segnalazioni Incident Reporting
registrate nel periodo 2005-2011, espressa in valori assoluti per anno.
Grafico 1 - Serie storica segnalazioni di Incident Reporting
Anni 2005-2011
n. IR
400
350
300
250
200
150
100
50
0
372
anno 2005
anno 2006
anno 2007
anno 2008
anno 2009
97
anno
2005
87
73
anno
2006
61
33
65
anno
2007
anno
2008
anno
2009
anno 2010
anno 2011
anno
2010
anno
2011
periodo
Le segnalazioni provengono dalle diverse Strutture Operative dei 14 Dipartimenti
Sanitari dell’Azienda, così come riportato nella Tabella 2. L’area disciplinare di
segnalazione coincide con l’area di accadimento dell’evento.
Si ricorda che il Sistema Incident Reporting si basa sulla segnalazione spontanea
degli eventi da parte di operatori specificamente formati sull’argomento; molti
avvenimenti possono di fatto non essere riconosciuti o non essere segnalati;
conseguentemente si può affermare che il numero delle segnalazioni, oltre ad
essere strettamente correlato al livello di conoscenza del Sistema da parte degli
373
operatori, ne riflette il livello di sensibilità verso il tema della sicurezza delle cure.
Tabella 2 - Segnalazioni per Struttura Operativa
Anni 2010-2011
Dipartimenti
2010
Urgenze-emergenze
Anestesia e Rianimazione -Trecenta
2
Anestesia e Rianimazione - Rovigo
/
C.O. SUEM 118
/
Cardiologia
/
Cardiologia Interventistica
/
Pronto Soccorso
Chirurgico Generale
Chirurgia Generale - Rovigo
6
Chirurgia Generale -Trecenta
2
Ortopedia-Traumatologia
3
Chirurgia Vascolare
0
Urologia
4
Nefrologia
Chirurgico Specialistico
0
Chirurgia Maxillo-Facciale
0
Otorinolaringoiatria
2
Dermatologia
1
Oculistica
Continuità Assistenziale
/
Area Medica Multidisciplinare
/
Assistenza Primaria
/
Medicina Fisica e Riabilitazione
0
Patologia Osteoarticolare
Materno Infantile
6
Ostetricia-Ginecologia
/
Pediatria
/
Consultorio Familiare
Medicina Trasfusionale
/
Medicina Trasfusionale
Medico
3
Geriatria
1
Gastroenterologia
/
Malattie Infettive
/
Malattie Metaboliche
5
Medicina
34
Pneumologia
2011
18
4
4
14
4
11
9
19
7
1
2
4
2
1
4
2
25
12
11
0
19
1
/
/
27
6
3
/
37
12
374
Tabella 2 (segue) - Segnalazioni per Struttura Operativa
Anni 2010-2011
Dipartimenti
2010
2011
Dip. Neuroscienze
1
6
Neurochirurgia
0
14
Neurologia
/
1
Oncoematologia
3
13
Oncologia Medica
/
2
Radioterapia Oncologica
/
/
Cure Palliative
Patologia Clinica
4
10
Anatomia Patologica
/
6
Medicina di Laboratorio
/
2
Microbiologia
Immagini
6
28
Radiologia
/
/
Fisica Sanitaria
/
1
Medicina Nucleare
Tecnostruttura
/
/
Farmacia Ospedaliera
/
/
DMPO
Salute Mentale
2
25
Psichiatria
/
2
Ser.T.
Organizzazione Distrettuale
/
0
Distretto Badia Polesine
/
1
Distretto Rovigo
Prevenzione
/
2
Igiene e Sanità Pubblica
Totale
85 *
372
* in n. 2 segnalazioni IR 2010 non indicata la SOC - Totale complessivo IR 2010 = 87
segnalazioni
Tipologia generale degli eventi
Gli eventi segnalati sono stati classificati nelle categorie seguenti: ritardo,
inesattezza/inadeguatezza, omissione, altri eventi.
Per ritardo si intende sia il ritardo di un trattamento rispetto al momento previsto,
sia il ritardo rispetto al momento ottimale dell’ esecuzione.
Per inesattezza/inadeguatezza si intendono tutte le deviazioni rispetto
all’adeguata esecuzione di una procedura o di un trattamento.
Per omissione si intende la mancata esecuzione di un trattamento previsto o
comunque necessario.
In altri tipi di eventi rientrano infezione ospedaliera, caduta, lesione da decubito,
malfunzionamento di dispositivi, reazione avversa da farmaco (in presenza di
documentata allergia/intolleranza al farmaco), evento collegato a somministrazione
375
sangue, altri eventi specifici per le SOC.
Nel Grafico 2 viene illustrata la distribuzione delle segnalazioni in base alla
tipologia generale dell’evento.
Grafico 2 - Distribuzione delle segnalazioni per tipologia generale dell'evento
Confronto anno 2011 vs 2010
Verde anno 2011- Grigio anno 2010
2%
RITARDO
13%
2%
OMISSIONE
14%
17%
INADEGUATEZZA
21%
76%
ALTRI EVENTI
0%
53%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
I Grafici 3, 4, 5 e 6 illustrano, per ogni tipologia generale di evento (ritardo,
omissione, inadeguatezza, altri eventi), gli specifici processi assistenziali che sono
stati interessati.
Grafico 3 - Distribuzione dei processi assistenziali coinvolti
negli eventi classificati “Ritardo” - Confronto anno 2011 vs 2010
Rosa anno 2011 – Grigio anno 2010
86%
PROCEDURA
TERAPEUTICA
25%
PROCEDURA
CHIRURGICA
PROCEDURA
DIAGNOSTICA
0%
14%
27%
0%
63%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Grafico 4 - Distribuzione dei processi assistenziali coinvolti
376
negli eventi classificati “Omissione” - Confronto anno 2011 vs 2010
Arancio anno 2011 – Grigio anno 2010
14%
58%
PROCEDURA
CHIRURGICA
59%
PROCEDURA
DIAGNOSTICA
42%
14%
SOMMINISTRAZIONE DI
FARMACO
0%
14%
PRESTAZIONE
TERAPEUTICA
0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Grafico 5 - Distribuzione dei processi assistenziali coinvolti
negli eventi classificati “Inadeguatezza” - Confronto anno 2011 vs 2010
Rosa anno 2011 – Grigio anno 2010
0%
0%
PROCEDURA CHIRURGICA
17%
PROCEDURA DIAGNOSTICA
PRESTAZIONE
ASSISTENZIALE
65%
14%
0%
24%
25%
PZ/ LATO/ SEDE
22%
SOMMINISTRAZIONE DI
FARMACO
10%
24%
PRESTAZIONE
TERAPEUTICA
0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Grafico 6 - Distribuzione degli eventi classificati “Altri eventi”
377
Confronto anno 2011 vs 2010
Turchese anno 2011 – Grigio anno 2010
91%
CADUTE
87%
4%
MALFUNZIONAMENTO
DISPOSITIVI
4%
4%
0%
REAZIONE DA
FARMACI
1%
ALTRO
9%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Gli eventi sono stati classificati dai segnalatori, in relazione alla gravità delle
conseguenze per il paziente (esiti), secondo una scala di valutazione qualitativa
che varia da situazione pericolosa/danno potenziale (livello 1) all’esito severo
(livello 8).
Il Grafico 7 rappresenta la distribuzione dei livelli di esito dell’evento.
Grafico 7 - Distribuzione dei livelli di gravità di esito dell’evento
Confronto anno 2011 vs 2010
Blu - Azzurro anno 2011 – Grigio anno 2010
50%
47%
43%
45%
40%
35%
30%
26%
25%
20%
14%
15%
10%
11%
13%
8% 9%
8%
9%
6%
5%
1%
5%
0%
0% 0%
0%
1
2
3
4
5
6
7
8
LIVELLI DI GRAVITÀ
Legenda Livelli di Esito/Gravità
378
Livello 1: situazione pericolosa / danno potenziale/ evento non occorso
Livello 2: situazione pericolosa / danno potenziale/ evento occorso, ma intercettato
Livello 3: evento in fase conclusiva / nessun danno occorso
Livello 4: esito minore
Livello 5: esito moderato
Livello 6: esito tra moderato e significativo
Livello 7: esito significativo
Livello 8: esito severo
Considerazioni
Il numero di segnalazioni effettuate nel 2011 risulta notevolmente aumentato
rispetto all’anno precedente (372 anno 2011 Vs 87 anno 2010). Questo dato
conferma l’efficacia dell’attività di sensibilizzazione e di formazione, effettuata a
vari livelli in Azienda nel corso degli anni, dei Referenti dipartimentali sulla tematica
della “Sicurezza del paziente”.
Quanto sopra si evince anche dalla Tabella 2 che esprime l’aumento, rispetto
all’anno 2010, del numero di segnalazioni in tutte le aree disciplinari dei diversi
dipartimenti; in particolare è positivo osservare che l’estensione dei corsi di
formazione sul Rischio Clinico al personale appartenente ai Dipartimenti Territoriali
ha permesso l’avvio, dall’anno 2011, delle segnalazioni presso alcune Strutture
Operative che precedentemente non registravano gli incidenti, quali ad esempio
l’Assistenza Primaria, il Servizio Igiene e Sanità Pubblica, il Distretto SocioSanitario di Rovigo.
Per quanto riguarda la distribuzione della segnalazioni per tipologia generale
dell’evento (Grafico 2) si conferma la prevalenza di tipologia “Altri fattori”, rispetto
a “Inadeguatezza”, “Omissione” e “Ritardo”, anche in considerazione del fatto che
“Altri eventi” è rappresentato nel 91% dei casi da cadute di pazienti (Grafico 6).
Gli eventi classificati “Ritardo” (Grafico 3) sono per lo più rappresentati da errori di
procedura terapeutica (86%).
I livelli di esito/gravità maggiormente segnalati e rappresentati nel Grafico 7
corrispondono al livello 3 ossia “evento in fase conclusiva/nessun danno occorso”
(43%) ed al livello di esito 4, ossia “esito minore” (26%). Si denota altresì dallo
stesso grafico un notevole decremento del livello esito 1, ossia di quelle
segnalazioni che si riferiscono a situazioni pericolose o a danni potenziali o eventi
non occorsi.
Da segnalare infine che, dal 01/08/2011, è stata avviato in Azienda l’utilizzo del
sistema di Incident Reporting della Regione Veneto. Tale passaggio (fino alla data
sopra indicata le segnalazioni sono state registrate nel Portale della Regione
Emilia Romagna) ha comportato contestualmente l’adozione della Scheda di
Incident Reporting del sistema Veneto (Allegato 1) e l’assegnazione delle nuove
credenziali per l’accesso al portale a tutti i Referenti Dipartimentali abilitati alla
registrazione dei casi.
Allegato 1 (fronte)
379
Allegato 1 (retro)
380
2. Il sistema di monitoraggio degli infortuni ospedalieri a carico di pazienti e
381
visitatori
Nell’ambito dell’infortunistica ospedaliera non occupazionale, la tipologia di evento
di gran lunga preminente è rappresentato dal fenomeno delle cadute.
Le cadute rappresentano in ambito sia nazionale che internazionale una priorità
per la sanità pubblica, ciò a causa della loro frequenza, del ricorso
all’istituzionalizzazione che è associato ai suoi esiti, dell’elevata probabilità di
causare o aggravare disabilità e dell’elevata mortalità.
Il fenomeno delle cadute ha quindi un rilevante impatto sanitario, sociale ed
economico. Si calcola che ogni anno circa un terzo dei soggetti che hanno più di
65 anni sia vittima di una caduta e che l’incidenza delle cadute nelle Case di Cura
e negli Ospedali sia 2-3 volte superiore rispetto a quella delle cadute che
avvengono nell’abitazione.
I dati internazionali disponibili si concentrano principalmente sulla popolazione
ospedalizzata e indicano che circa l’1% dei pazienti ricoverati va incontro all’evento
caduta. La compressione del rischio di caduta del paziente in struttura sanitaria
rappresenta uno specifico indicatore di qualità assistenziale.
Per la rilevanza del problema, il Ministero della Salute ha recentemente emanato
(dicembre 2011) la Raccomandazione n°13 “Prevenzion e e la gestione della
caduta del paziente nelle Strutture Sanitarie”. Le indicazioni in essa contenute
risultano valide, esaustive, autorevoli e condivise con il Comitato Tecnico delle
Regioni per la sicurezza del paziente.
Sono inoltre attualmente in fase di elaborazione, ad opera del Coordinamento
Regionale per la sicurezza del pazienti, le Linee di indirizzo della Regione Veneto
sulla Prevenzione e gestione delle cadute nelle Strutture Sanitarie e SocioSanitarie, che si pongono l’obiettivo di fornire alcuni approfondimenti di tipo
operativo e di indicare i requisiti minimi che devono essere rispettati da parte di
ogni Struttura Sanitaria del Veneto, proponendo una “procedura tipo” alla quale le
Strutture Sanitarie possono fare riferimento, pur lasciando spazio alle scelte
ritenute appropriate alla specificità delle diverse realtà assistenziali.
Nell’ambito dell’Azienda ULSS 18, la registrazione delle informazioni ed il
monitoraggio degli infortuni ospedalieri non occupazionali è stato attivato 2005 e
rientra tra le varie attività implementate in Azienda in materia di risk management e
sicurezza dei pazienti.
Nel corso dell’anno 2009 è stata sottoposta a revisione la scheda di segnalazione
delle cadute ospedaliere, con l’obiettivo di migliorare la raccolta degli indicatori e di
uniformare la scala di valutazione degli esiti a quella prevista dal Sistema di
Incident Reporting aziendale (Scala AIMS).
Si è provveduto inoltre a perfezionare il sistema di registrazione dei flussi
informativi delle segnalazioni con la predisposizione di un apposito database.
L’assoluta prevalenza dell’evento caduta rispetto alle altre tipologie di infortunio
risulta chiaramente evidenziato dai dati complessivi delle segnalazioni del 2011 di
cui alla Tabella 1. Rispetto all’anno 2010, nel 2011 si segnala una diminuzione
delle segnalazioni di infortunio pari al 22,7% (Tabella 2).
Tabella 1 - Numerosità complessiva e tipologia degli infortuni ospedalieri
382
occorsi a pazienti e visitatori, nei due Presidi Ospedalieri
Anno 2011.
Tipologia
n° segnalazioni
infortuni
P.O. Rovigo
P.O. Trecenta
Totale
Cadute
134
79
213
Altro infortunio
2
0
2*
Totale
136
79
215
* in entrambi i casi trattasi di avulsioni dentarie accidentali in corso di intubazione
Tabella 2 - Distribuzione delle segnalazioni di infortunio
non occupazionale nei due Presidi Ospedalieri
Anni 2005-2011
n° segnalazioni
Anno
P.O. Rovigo
P.O. Trecenta
Totale
2005
77
81
158
2006
105
78
183
2007
142
82
224
2008
158
87
245
2009
143
73
216
2010
203
75
278
2011
136
79
215
Analisi delle segnalazioni relative alle cadute
La casistica delle segnalazioni di caduta dell’anno 2011 viene riportata nelle
successive Tabelle e Grafici con confronti fra i due Ospedali e con gli anni
precedenti.
Le Tabelle 3.1. e 3.2 riportano la distribuzione delle segnalazioni di caduta del
2011 distinte in base al Presidio Ospedaliero ed alle Strutture di accadimento.
Tabella 3.1 - Segnalazioni di “caduta”
delle Strutture Operative del P.O. di Rovigo
Anno 2011
Strutture Operative
Segnalazioni
Geriatria
31
Medicina Interna
27
Oncologia Medica
14
Pneumologia
10
Neurologia
9
Cardiologia
8
Neurochirurgia
4
Gastroenterologia
6
Nefrologia
6
Pronto Soccorso
5
Malattie Infettive
3
Tabella 3.1 (segue) - Segnalazioni di “caduta”
383
delle Strutture Operative del P.O. di Rovigo - Anno 2011
Ortopedia e Traumatologia
2
Medicina Fisica eRiabilitazione
1
Dermatologia
1
Chirurgia Generale
1
Maxillofacciale
1
Malattie Metaboliche
1
Urologia
1
Psichiatria
1
Totale
134
Tabella 3.2 - Segnalazioni di “caduta”
delle Strutture Operative del P.O. di Trecenta - Anno 2011
Strutture Operative
N° Segnalazioni
Psichiatria SPDC
22
Medicina
13
Chirurgia Generale
10
Medicina Fisica e Riabilitativa
10
Ortopedia
7
Assistenza Primaria
6
Area Medica Multidisciplinare
6
Pronto Soccorso
4
Cure Palliative
1
Totale
79
La Tabella 4 ed il Grafico 1 riportano la distribuzione delle segnalazioni da parte
dei Dipartimenti Ospedalieri nel quinquennio 2007- 2011.
Tabella 4 - Distribuzione delle segnalazioni di “caduta”,
suddivise per Dipartimento - Anni 2007-2011
N° segnalazioni
Dipartimento
2007
2008
2009
2010
Chirurgico Generale
26
20
20
27
Chirurgico Specialistico
0
1
6
2
Continuità Assistenziale
48
42
41
36
Emergenza-Urgenza
29
31
22
36
Materno-Infantile
6
5
2
0
Medico
38
67
75
104
Neuroscienze
11
7
18
36
Oncologico
20
14
9
22
Patologia Clinica
0
0
0
0
Salute Mentale
10
22
22
13
Altro
36
36
0
2
Dip. Prov. Medicina Trasfusionale
0
0
1
0
Totale
224
245
216
278
2011
27
2
36
17
2
78
13
15
0
23
0
0
213
Grafico 1: numero segnalazioni per Dipartimento- anno 2011
90
384
78
80
70
n°cadute
60
50
40
30
36
27
23
20
2
10
15
13
2
17
0
CH
IR U
ICO
RG
CH
GE
R
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RG
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L
CIA
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TE
/
U
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L
NZ
SA
GE
UR
LO
La Tabella 5 ed il Grafico 2 mostrano la distribuzione delle segnalazioni delle
cadute per genere, con un confronto nel triennio 2009-2011.
Tabella 5 - Distribuzione delle segnalazioni per genere del paziente o del visitatore
Anni 2009-2011
N° segnalazioni
Genere
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
Maschi
132
161
116
Femmine
84
116
95
Non specificato
0
1
2
Totale
216
278
213
Grafico 2: distribuzione delle cadute per genere
n° soggetti
200
150
100
161
132
116
116
95
84
50
1
0
2
0
Anno 2009
maschi
Anno 2010
femmine
Anno 2011
non specificato
La Tabella 6 ed il Grafico 3 che seguono, illustrano la distribuzione delle cadute
segnalate per fasce di età del paziente o del visitatore, con un confronto fra gli anni
2009, 2010 e 2011.
Tabella 6 - Distribuzione delle cadute per fascia di età
385
Anni 2009-2011
N° segnalazioni
Anno 2009
Anno 2010
1
1
33
38
171
219
7
13
4
7
216
278
Fasce di età
0-19
20-59
60-89
>90
non specificato
Totale
Anno 2011
0
40
154
16
3
213
Grafico 3: distribuzione delle segnalazioni per fasce di età del
paziente e del visitatore. Periodi 2009-2010-2011
250
219
n°segnalazioni
200
171
154
150
100
33 38 40
50
1
1
7
0
13 16
4
7
3
0
0-19
20-59
60-89
fasce di età
Anno 2009
>90
anno 2010
Non
specificato
anno 2011
La Tabella 7 ed il Grafico 5 riportano la distribuzione delle segnalazioni in base
alla dinamica di caduta nell’anno 2011.
Tabella 7 - Distribuzione delle segnalazioni di caduta
per modalità di accadimento, riferita ai due Presidi Ospedalieri
Anno 2011
Dinamica della caduta
N° cadute
%
Da posizione eretta
106
49,8
Dal letto
69
32,4
Da seduto
31
14,6
Altro
6
2,8
Non specificato
1
0,5
Totale
213
100
Grafico 5: distribuzione delle modalità di caduta,
anno 2011
non specificato
386
0,5%
altro
2,8%
da seduto
14,6%
dal letto
32,4%
da posizione eretta
49,8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
La Tabella 8 ed il Grafico 6 illustrano la distribuzione delle segnalazioni di caduta
per luogo di accadimento, riferita all’anno 2011.
Tabella 8 - Distribuzione delle cadute in base al luogo di accadimento
Anno 2011
Luogo della caduta
N° cadute
%
Stanza degenza
157
49,8
Bagno
35
32,4
Corridoio
13
14,6
Altro
5
2,8
Non specificato
3
0,5
Totale
213
100
Grafico 6: luogo in cui si è verificata la caduta
ambulatorio
1,4%
non specificato
1,4%
altro
2,3%
corridoio
6,1%
bagno
16,4%
stanza degenza
73,7%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Nella Tabella 9 e Grafico 7 sono riportati la distribuzione delle segnalazioni di
caduta per fascia oraria di accadimento, nell’anno 2011.
Tabella 9 - Fasce orarie in cui si è verificato l’evento “caduta”
387
Anno 2011
Fascia oraria della caduta
0-6
6-12
12-18
18-24
Non specificato
N° cadute
58
50
44
44
17
%
49,8
32,4
14,6
2,8
0,5
Grafico 7: distribuzione delle cadute per fascia oraria
30%
27%
23%
25%
21%
21%
20%
15%
8%
10%
5%
0%
0-6
6-12
12-18
18-24
non specificato
fascia oraria
La Tabella 10 e il Grafico 8 che seguono, illustrano la distribuzione delle
segnalazioni di caduta distinte per fattori causali, nell’anno 2011.
Tabella 10 - Distribuzione delle cadute distinte per fattori causali.
Anno 2011
Motivo della caduta
N° cadute
%
Perdita di forza
56
23
Perdita di equilibrio
46
19
Altro motivo
46
19
Scivolato su pavimento asciutto
34
14
Ignoto
22
9
Inciampato
20
8
Scivolato su pavimento bagnato
12
5
Perdita di coscienza
8
3
Totale*
244
100
* il numero totale comprende una parte di segnalazioni di caduta nella quale sono stati
evidenziati più di un fattore causale
388
Grafico 8: distribuzione delle cadute in base ai motivi causali
3%
Perdita di coscienza
5%
Scivolato su pavimento bagnato
8%
Inciampato
9%
Ignoto
14%
Scivolato su pavimento asciutto
Altro motivo
19%
Perdita di equilibrio
19%
23%
Perdita di forza
0%
5%
10%
15%
20%
25%
percentuale
La Tabella 11 illustra le patologie/disabilità quali fattori intrinseci all’evento caduta
che possono aver influito o contribuito al verificarsi dell’evento.
Tabella 11 - Fattori intrinseci patologie/disabilità nell’evento “caduta”
Anno 2011
N°
Patologie/Disabilità
segnalazioni
Malattie dell’apparato cardio-circolatorio
49
Patologia neurologica
39
Malattie dell’apparato respiratorio
36
Mal. metaboliche e nutrizione (diabete, disidratazione, etc)
31
Patologia psichiatrica
29
Patologia oncologica
27
Demenza/Alzheimer
26
Malattie del sistema digerente/cirrosi
24
Altro
20
Post-operatorio
16
Alterazioni della vista/udito/vertigini
15
Sindrome ipocinetica
15
Artrosi/Artrite
10
Malattie del sangue (anemia, etc )
8
Totale*
345
%
14,2
11,3
10,4
9,0
8,4
7,8
7,5
7,0
5,8
4,6
4,3
4,0
2,9
2,3
100
Il numero totale risulta maggiore del numero complessivo delle cadute per la presenza
di pluripatologia
La Tabella 12 ed il Grafico 9 riportano la terapia farmacologica quale fattore
intrinseco all’evento caduta.
Tabella 12 - Fattore intrinseco “terapia farmacologica” nell’evento “caduta”
389
Anno 2011
Terapia farmacologica
N° Segnalazioni
81
80
60
57
34
10
19
341
Ipotensivi
Diuretici
Sedativi del SNC
Altro farmaco
Ipoglicemizzanti
Lassativi
Nessun farmaco
Totale*
%
23,8
23,5
17,6
16,7
10,0
2,9
5,6
100
* il numero totale risulta superiore al numero complessivo di segnalazioni di caduta in quanto in
alcuni casi i pazienti risultavano il politerapia.
Grafico 9: terapia farmacologica quale fattore estrinseco all'evento
"caduta" in valore percentuale- anno 2011
LASSATIVI
2,9%
NESSUN FARMACO
5,6%
IPOGLICEMIZZANTI
10,0%
ALTRO FARMACO
16,7%
SEDATIVI DEL SNC
17,6%
DIURETICI
23,5%
IPOTENSIVI
23,8%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
percentuale
La Tabella 13 ed il Grafico 10 riportano i fattori contribuenti all’evento “caduta”,
distinti in fattori ambientali, in patologia/disabilità e in terapia farmacologica,
secondo il Progetto VISA.
Tabella 13 - Distribuzione dell’evento “caduta” in base agli indicatori VISA
Anno 2011
Indicatori VISA*
N° segnalazioni
%
Fattori ambientali
15
7
Patologie e disabilità
146
69
Terapia farmacologica
6
3
Altre cause
46
22
Totale*
213
100
* La valorizzazione degli indicatori VISA richiede al segnalante di esprimere un giudizio
circa la preminenza di uno dei fattori evidenziati quale motivo causale preminente nella
caduta segnalata.
Grafico 10 : fattori contribuenti all'evento cadutaPROGET TO VISA
390
80%
69%
70%
60%
50%
40%
30%
22%
20%
10%
7%
3%
0%
FATTORI AMBIENTALI
PATOLOLOGIE E
DISABILITÀ
TERAPIA
FARMACOLOGICA
ALTRE CAUSE
La Tabella 14 e il Grafico 11 mettono in evidenza la gravità degli esiti delle
cadute nel 2011 rispetto al 2010.
Tabella 14 - Gravità degli esiti delle cadute
Anni 2010-2011
Segnalazioni
Gravità degli esiti
Anno 2010
Anno 2011
N°
%
N°
%
Livello 3 - nessun esito
139
52
114
54
Livello 4 - esito minore
73
25
75
35
livello 5 - esito moderato
32
12
18
8
Livello 6 - esito tra moderato e significativo
10
4
6
3
Livello 7 - esito significativo
2
1
0
0
Livello 8 - esito severo
0
0
0
0
Totale
265
100
213
100
Grafico 11: gravità degli esiti delle cadute, anno 2011
60%
54% 52%
50%
anno 2011
40%
35%
30%
anno 2010
25%
20%
12%
8%
10%
3%
4%
0% 1%
0% 0%
LIVELLO 7
esito
significativo
LIVELLO 8
esito severo
0%
LIVELLO 3
nessun esito
LIVELLO 4
esito minore
LIVELLO 5
esito moderato
LIVELLO 6
esito tra
moderato e
significativo
Considerazioni
391
Nell’anno 2011 nei due Ospedali di Rovigo e Trecenta sono stati segnalati
complessivamente 215 infortuni ospedalieri occorsi a pazienti e visitatori, con una
diminuizione rispetto al 2010 del 22,7%. Di tali infortuni la stragrande maggioranza
è rappresentata da “cadute” (213 segnalazioni pari al 99%).
La casistica illustrata dimostra quindi l’importanza dell’evento avverso “caduta”, sia
in termini di frequenza assoluta che per le ripercussioni sulla salute degli assistiti,
sui carichi di lavoro degli operatori e sugli aspetti legali e finanziari conseguenti.
Per quanto riguarda le Strutture di accadimento, si rileva che le segnalazioni di
cadute provengono prevalentemente dalla Geriatria del Presidio Ospedaliero di
Rovigo e dalle Strutture di Medicina di entrambi gli Ospedali. Numericamente
consistenti sono anche le segnalazioni provenienti da Neurologia, Pneumologia e
Oncologia Medica per l’Ospedale di Rovigo e dalla Psichiatria, Chirurgia Generale
e Medicina Fisica e Riabilitativa per l’Ospedale di Trecenta (Tabella 3.1. e 3.2.).
Lo stesso dato emerge anche dalla Tabella 4 e dal Grafico 1 dove il si conferma
che le segnalazioni provengono prevalentemente dal Dipartimento di Medicina.
Seguono i Dipartimenti di Continuità Assistenziale e di Chirurgia Generale.
La Tabella 5 conferma che anche nell’anno 2011 il genere maschile è
maggiormente rappresentato (60,7% delle segnalazioni) mentre la Tabella 6
evidenzia come il maggior numero di segnalazioni riguardi soggetti di età
compresa fra i 60 e gli 89 anni. Questi riscontri sono peraltro in sintonia con i dati
epidemiologici della letteratura, che evidenziano un livello di rischio di caduta più
elevato per il sesso maschile in età avanzata rispetto al sesso femminile.
Analizzando le dinamiche di caduta (Tabella 7), la “posizione eretta” risulta essere
maggiormente rappresentata (49,8% delle segnalazioni), mentre il 32,4% delle
segnalazioni evidenzia una “caduta dal letto”.
La Tabella 8 mostra che i luoghi dove prevalentemente avvengono le cadute, e
che quindi risultano più pericolosi, sono la “stanza di degenza” (73,7% dei casi) ed
il “bagno” (16,4% dei casi), mentre le fasce orarie con maggiore incidenza del
fenomeno (Tabella 9) sono quella notturna, dalla mezzanotte alle ore 6, e quella
del mattino, dalle ore 6 a mezzogiorno. Per quanto attiene la distribuzione dei
fattori causali (Tabella10) si rileva che i motivi maggiormente implicati nelle cadute
sono riconducibili a “perdita di forza” e “perdita di equilibrio”, a pari merito con “altri
motivi” e “scivolato su pavimento asciutto”.
Sono stati poi presi in considerazione i fattori intrinseci “Patologie/disabilità” e
“Terapie farmacologiche” osservati nell’evento “caduta”. A questo proposito la
Tabella 11 dimostra come le “Malattie dell’apparato cardio-circolatorio” e le
“Patologie neurologiche” siano state le più frequentemente registrate nelle
segnalazioni pervenute, mentre la Tabella 12 evidenzia che i farmaci
maggiormente individuati quali fattori di rischio sono gli ipotensivi, i diuretici, ed i
sedativi del SNC.
Per maggiore completezza, la Tabella 13 evidenzia come il fattore
“Patologie/disabilità” contribuisca all’evento “caduta” nel 69% dei casi, mentre la
“Terapia farmacologia” solo nel 3%.
La Tabella 14 e il Grafico 11 mettono a confronto i dati relativi alla gravità degli
esiti delle cadute del 2011 con quelli del 2010 e mostrano come vi sia stato nel
392
2011 una netta diminuzione delle percentuali riferite alle cadute con esiti più seri,
come quelle di livello 5 (esito moderato) e 6 (esito tra moderato ed significativo).
Confrontando il dato delle cadute riguardante il livello 4 (esito minore) rilevato nel
2011 si nota come esso sia aumentato del 10% rispetto a quello evidenziato nel
2010, mentre risulta pressoché sovrapponibile quello del livello 3 (nessun danno).
Non sono stati segnalati casi di cadute aventi livello di gravità 7 (esito significativo)
e livello di gravità 8 (esito severo che determina disabilità permanente o contributo
al decesso).
3. Sorveglianza delle infezioni
I dati illustrati sono stati elaborati con il programma epidemiologico “Mercurio”
(Dianoema) programma che, oltre a fornire una mappa puntuale e precisa delle
incidenze microbiche e dell’antibiotico-resistenza delle realtà ospedaliera (anche
per singolo Dipartimento o Reparto) di Rovigo, Trecenta, RSA e Territorio,
consente l’identificazione in tempo reale di ceppi “sentinella” (alert organisms) e di
“situazioni ed eventi sentinella” (alert conditions) di rilevante impatto clinico ed
epidemiologico. Il filtro che identifica ciascun episodio infettivo è programmato a 30
giorni.Le identificazioni microbiche e le prove di sensibilità agli antimicrobici sono
state ottenute con strumenti automatizzati direttamente collegati a “Mercurio”.
Le incidenze e le resistenze agli antimicrobici dei microrganismi isolati nel 2010 e
2011 sono state disaggregate per una maggior comprensione delle singole
situazioni locali: Ospedale Rovigo, Ospedale di Trecenta e RSA e Case di Riposo.
Le potenzialità del programma hanno consentito di effettuare una valutazione delle
incidenze degli isolati da urinocolture e delle resistenze di E.coli provenienti dal
territorio. I dati sono stati tabulati prendendo in esame tre principali tipologie di
campioni: urine, sangue e materiali delle basse vie respiratorie.
I confronti sono stati effettuati con i dati epidemiologici del 2010.
A) Isolamenti da campioni di urine
Ospedale di Rovigo
Il Grafico 1 presenta le incidenze di microrganismi isolati da campioni di urina
inviati dai reparti dell’Ospedale di Rovigo.
Il numero di campioni esaminati nel 2010 è stato di 1.697 e nel 2011 di 1.439, con
una diminuzione tra i due anni di circa 258 campioni (-15,2%). La percentuale di
campioni positivi è stata del 39,9% nel 2010 e del 38,8% nel 2011. I ceppi isolati
nel 2010 sono stati 685 e 565 nel 2011.
Gram-negativi
E.coli è il microrganismo più isolato e l’incidenza rimane sostanzialmente stabile
nei due anni a confronto, nel 2010 era il 43,5% e nel 2011 il 42,6%.
Klebsiella spp. al secondo posto tra i gram-negativi in ordine di incidenza conferma
invariato il suo ruolo: 8,7% nel 2010 e 8,8% nel 2011.
Le incidenze di altri gram-negativi presentano. modeste variazioni: P.aeruginosa
-0,9%, Proteus mirabilis +1%, altre enterobactericee -0,8%.
393
Gram-positivi
Enterococcus spp. è microrganismo più isolato tra i gram-positivi presenta una
modesta variazione (1,4%) nei due anni esaminati: nel 2010 era il 18,7% e il 20,1%
nel 2011.
Non vi sono variazioni significative per quanto riguarda altri gram-positivi.
Candida spp.
L’incidenza di Candida spp. nel 2010 era del 9,7% e del 9% nel 2011. Il significato
di questo organismo a livello urinario deve essere attentamente valutato, non
sempre è indice di infezione delle alte o basse vie urinarie, spesso può
rappresentare una colonizzazione di pazienti con catetere urinario o una
contaminazione di origine vaginale del campione.
42
.6
45
43
.5
50
40
35
30
18
.7
20
.1
25
2
0.
9
0.
0.
4
1.
1
St
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oc
oc
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Es
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0.
1
5
4.
2
7.
3
6.
5
4.
6
10
5.
6
8.
7
15
8.
8
20
Kl
eb
si
el
la
INCIDENZA (n.ceppi isolati/n.dimissioni) x 1000
Grafico 1 - Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da urine
- Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
Microrganismi
2010 (isolati 686 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 565 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
Ospedale di Trecenta
Il Grafico 2 mostra le incidenze di microrganismi isolati da campioni di urina inviati
dai reparti dell’Ospedale di Trecenta. I campioni inviati nel 2010 sono stati 1.222 e
924 nel 2011, con una diminuzione tra i due anni di 298 campioni (-24,4%).
Il numero di ceppi isolati nel 2010 è stato di 567 e di 425 nel 2011. La percentuale
di campioni positivi è stata rispettivamente del 44,8% e del 45,6%.
Gram-negativi
E.coli è il microrganismo più isolato, l’incidenza è aumentata nel 2011 del 4% (dal
41,6% al 45,6%) rispetto al 2010.
Klebsiella spp. è al secondo posto tra i gram-negativi come nell’Ospedale di
Rovigo, è aumentata nel 2011 del 3,7%.
Le incidenze di altri gram-negativi sono in diminuzione significativa, in particolare,
394
per P.aeruginosa -4% mentre per Proteus mirabilis ed altre enterobactericee la
variazione è più modesta -1,9% e -1,1% rispettivamente.
Acinetobacter baumannii ha un’incidenza trascurabile ma costante nei due anni.
Gram-positivi
Enterococcus spp. è il microrganismo più isolato e l’incidenza tra i due anni si
mantiene stabile al 13,2%.
Candida spp.
L’incidenza di Candida spp. nel 2010 è stata del 11,6% e del 10,6% nel 2011. Il
dato è molto vicino a quello dell’Ospedale di Rovigo e riferibile prevalentemente a
pazienti con catetere urinario.
Grafico 2 - Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da urine
- Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011
.6
45
.6
45
41
40
35
30
25
.6
7.
8
2
6
8
9
7
7
0.
0
0.
2
0.
5
0.
0.
0.
0.
2
5
3.
4.
5
7
9.
3
7.
10
10
11
12
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INCIDENZA (n.ceppi isolati/n.dimissioni) x 1000
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Microrganismi
2010 (isolati 567 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 425 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
RSA e Case di Riposo
Il Grafico 3 illustra le incidenze di microrganismi isolati da campioni di urina inviati
da Case di Riposo e Residenze Sanitarie Assistite. Nel 2011 non vi è stata una
riduzione dei campioni inviati. La percentuale di campioni positivi è stata del 69,9%
nel 2010 e del 71,7% nel 2011. Nel 2010 sono stati isolati 129 ceppi e 133 nel
2011.
Gram-negativi
E.coli è il microrganismo più isolato, tuttavia l’incidenza è diminuita del 10%
rispetto all’anno precedente (dal 51,9% al 41,3%).
Klebsiella spp. è al secondo posto tra i gram-negativi come negli Ospedali di
Rovigo e di Trecenta.
Protus mirabilis ha una incidenza elevata rispetto alle realtà ospedaliere e
raggiunge il 21%. La maggior parte degli isolati è multiresistente per la capacità di
produrre beta-lattamasi a spettro allargato.
395
Altri gram-negativi come P.aeruginosa e le altre enterobactericee aumentano di
circa il 3% rispetto all’anno precedente.
Gram-positivi
Enterococcus spp. è il microrganismo prevalente tra i gram-positivi ma con
incidenza inferiore al 10%.
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INCIDENZA (n.ceppi isolati/n.dimissioni) x 1000
Grafico 3 - Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da urine
- RSA e Case di Riposo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
2010 (isolati 129 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
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Microrganismi
2011 (isolati 133 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
Comunità
Il Grafico 4 riporta le incidenze di microrganismi isolati da campioni di urina di
pazienti in comunità. Vi è stata una riduzione significativa -1.453 (-15,9%) dei
campioni nel 2011. La percentuale di campioni positivi è stata del 21,1% nel 2010
e del 20,5 % nel 2011. Nel 2010 sono stati isolati 2.026 ceppi e 1.568 (-458) nel
2011.
Gram-negativi
E.coli è il microrganismo più isolato con il 62% e non si osservano marcate
variazioni di incidenza tra 2010 e 2011 per le altre specie microbiche.
396
61
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INCIDENZA (n. ceppi isolati/n. dimissioni) per 1000
Grafico 4 - Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da urine
- Territorio - Anno 2010 vs Anno 2011 -
Microrganismi
2010 (isolati 2026 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 1568 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
Le Tabelle 1 e 2 riassumono i dati relativi al numero di campioni di urine analizzati
con le percentuali di positività, e l’incidenza dei microrganismi più significativi isolati
dai campioni provenienti dai due Presidi Ospedalieri, dalle RSA e dal Territorio nel
2010 e nel 2011.
Tabella 1- Campioni di urine, con percentuali di positività,
provenienti dagli Ospedali di Rovigo e di Trecenta, dalle RSA e dal Territorio
Anni 2010-2011
N° campioni ( % positivi)
Differenza
Sedi
2010
2011
Rovigo
1.697 (39,9%)
1.439 (38,8%)
-258 (-15,2%)
Trecenta
1.122 (44,8%)
924 (45,6%)
-198 (-17,6%)
RSA
174 (69,9%)
170 (71,7%)
-4 (-2,3%)
Territorio
9.012 (21,1%)
7.574 (20,5%)
-1.438 (-15,9%)
397
Tabella 2 - Incidenza dei microrganismi più significativi isolati da urine
provenienti dagli Ospedali di Rovigo e di Trecenta, dalle RSA e dal Territorio
Anno 2011 (Anno 2010)
Klebsiella
P.
P.
Acinetobacter Enteroc. Candida
Sedi
E.coli
spp.
mirabilis aeruginosa
baumannii
spp
spp.
42,6%
8,8%
5,6%
4,2%
0,3%
20,1%
9,0%
Rovigo
(43,5%)
(8,7%)
(4,6%)
(5,1%)
(0,1%)
(18,7%)
(9,7%)
45,6%
12,7%
7,3%
3,8%
0,5%
13,2%
10,6%
Trecenta
(41,6%)
(9%)
(9,2%)
(7,8%)
(0,2%)
(13,2%) (11,6%)
41,3
10,5%
21,0%
4,5%
0,0%
9,0%
3,0%
RSA
(51,9%)
(8,5%)
(21,8%)
(1,5%)
(0,6%)
(9,3%)
(0,0%)
62,0%
11,5
2,5%
0,7%
0,2%
12,0%
0,6%
Territorio
(61,3%)
(9,4%)
(3,6%)
(1,2%)
(0,3%)
(14,7%)
(0,9%)
B) Isolamenti da materiali delle basse vie respiratorie (broncoaspirato,
broncolavaggio, espettorato)
La numerosità dei campioni consente una elaborazione statistica per l’Ospedale di
Rovigo e di Trecenta.
Il numero di campioni esaminati è in media di 2.000 per ciascun anno. I ceppi
isolati sono stati 437 nel 2010 e 468 nel 2011.
Ospedale di Rovigo
Il Grafico 5 mostra le incidenze microbiche osservate dai campioni proveneinti
dall’Ospedale di Rovigo. La percentuale di campioni positivi nel 2010 è stata del
22,4% e nel 2011 del 24,2%.
I Gram-negativi non mostrano significative variazioni nei due anni, 70,3% nel 2010
e 69,6% nel 2011, tuttavia, si osserva una significativa variazione tra le diverse
specie.
Pseudomonas aeruginosa è il microrganismo più isolato nel 2011, l’incidenza
diminuisce dell’8,3% rispetto all’anno precedente (dal 30,2% al 21,9%).
Nel 2011 vi è stato un aumento sensibile di Acinetobacter baumanni (+3,4%) e
Stenotrophomonas maltophilia (+6,3%).
Stabile l’incidenza di E.coli, Klebsiella spp., P.mirabilis, e delle altre
enterobacteriacee, 25,8% nel 2010 e 25,4% nel 2011.
S. aureus tra i due anni non mostra significative variazioni (9%).
I microrganismi responsabili di polmoniti comunitarie S.pneumoniae, H.influenzae e
Branhamella catarrhalis sono al 10,2 % sia nel 2010 che nel 2011.
398
Grafico 5- Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da campioni delle basse vie respiratorie
- Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011
30
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INCIDENZA (n.ceppi isolati/n.dimissioni) x 1000
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Microrganismi
2010 (isolati 285 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 274 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
Ospedale di Trecenta
Il Grafico 6 mostra i dati relativi alle incidenze da materiale respiratorio
nell’Ospedale di Trecenta. In questa realtà Pseudomonas aeruginosa è il
microrganismo più frequente e, come a Rovigo, l’incidenza nel 2011 diminuisce in
modo significativo (-11,7%) rispetto al 2010; in parallelo si osserva un aumento
significativo di Acinetobacter baumanni (+16,3%) da mettere in relazione ad un
cluster epidemico immediatamente individuato e circoscritto.
Le enterobacteriacee presentano modeste variazioni tra i due anni. L’isolamento
di patogeni comunitari H.influenzae (2,1%) è modesto e potrebbe essere
giustificato da una diversa tipologia di pazienti ricoverati rispetto a Rovigo.
Tra i gram-positivi vi è una diminuzione significativa di S.aureus (-6,5%) ed un
aumento di Corynebacterium spp. (+7,2%).
399
Grafico 6 - Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da campioni delle basse vie respiratorie
- Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011
INCIDENZA (n.ceppi isolati/n.dimissioni) x 1000
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Microrganismi
2010 (isolati 152 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 194 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
Cluster epidemico di Acinetobacter baumannii a Rovigo e Trecenta
Il Grafico 6.a mostra gli isolamenti nel 2011 di ceppi di Acinetobacter baumannii
negli Ospedali di Rovigo e di Trecenta, per mese e per reparto.
Grafico 6.a – Cluster epidemico di Acinetobacter baumanii
Anno 2011
55 pazienti positivi per Acinetobacter baumannii isolati nel 2011
5
Esterno 2
4
Ass Dom 3
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RSA
400
C) Isolamenti da emocolture
Il numero di emocolture eseguite nell’Ospedale di Rovigo nel 2011 è sensibilmente
diminuito rispetto al 2010, mentre è aumentato nell’Ospedale di Trecenta (Tabella
3). Si evidenzia una diminuzione significativa di tutte le enterobatteriacee (-10,3%)
ed in particolare di E.coli (-5.5%).
L’incidenza di P.aeruginosa resta invariata nei due anni al 4%.
Candida spp. aumenta nel 2011 di +2,2% (dal 1,9% al 4,1%).
In crescita l’incidenza di stafilococchi coagulasi-negativi non S. epidermidis con un
3,8%. La maggior parte di questi isolamenti sono da singoli flaconi e, pertanto, da
considerare come contaminazione del campione nella fase di prelievo.
Tabella 3 - Emocolture eseguite, con percentuali di positività,
da campioni provenienti dagli Ospedali di Rovigo e di Trecenta
Anni 2010-2011
N° campioni (% positivi)
Sedi
2010
2011
Differenza
Rovigo
4.890 (14,1%)
4.140 (15,6%)
-750 (-15,3%)
Trecenta
866 (23,0%)
910 (25,3%)
+44
Totale
5.756
5.050
-706 (-12,3%)
Ospedale di Rovigo
Il Grafico 7 presenta le incidenze dei microrganismi isolati da emocolture
dell’Ospedale di Rovigo.
S. epidermidis, microrganismo spesso implicato negli episodi di infezioni da CVC è
stato separato dagli altri stafilococchi coagulasi-negativi.
Si evidenzia una diminuzione significativa di tutte le enterobatteriacee (-10,3%) ed
in particolare di E. coli (-5,5%). L’incidenza di P. aeruginosa resta invariata nei due
anni al 4%.
La Candida spp. aumenta nel 2011 di +2,2% (da 1,9% a 4,1%).
In crescita l’incidenza di Stafilococchi coagulasi-negativi non epidermidis con 3,8%.
La maggior parte di questi isolamenti sono da singoli flaconi e, pertanto, da
considerare come contaminazione del campione nella fase di prelievo.
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14
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20
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19
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INCIDENZA (n.ceppi isolati/n.dimissioni) x 1000
Grafico 7- Incidenza microrganismi "sentinella" isolati da emocolture
- Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
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Microrganismi
2010 (isolati 451 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 366 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
Ospedale di Trecenta
Il Grafico 8 presenta le incidenze dei microrganismi isolati da emocolture
dell’Ospedale di Trecenta nel 2011 e il confronto con il 2010. Si osserva, in
particolare, una diminuzione significativa di E.coli (–12,4%).
Tra i gram-positivi Staphylococcus aureus si riduce significativamente (-4,8%)
rispetto al 2010, passando da 7,1% a 2,3%.
Nel P.O. di Trecenta, come osservato a Rovigo, aumenta in modo preoccupante la
quota di Stafilococchi coagulasi-negativi non epidermidis (+10,7%) da imputare,
probabilmente, ad una scarsa aderenza ai protocolli di asepsi nella fase di raccolta.
Aumenta l’incidenza di Candida spp. (+1,4%).
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6.4
5
3.9
2.9
3.2
4.3
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5
5
4.7
10
En
15
coli
INCIDENZA (n. ceppi isolati/n.dimissioni) X 1000
Grafico 8 - Incidenza di isolamento microrganismi "sentinella" isolati da emocolture
- Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011 -
Microrganismi
2010 (isolati 155 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
2011 (isolati 171 ceppi FILTRO 30 GIORNI)
La Tabella 4 mostra le incidenza nei due anni delle specie microbiche più
significative isolate da emocolture e tra parentesi le variazioni osservate.
Tabella 4 - Variazioni di incidenza di alcune specie isolate da emocolture
negli Ospedali di Rovigo e Trecenta – Anni 2010-2011
Rovigo
S. coag-neg
Klebsiella
Candida
S.aureus
E.coli
P.aeruginosa
+
spp.
spp.
S.epidermidis
2010
33,3%
6,6%
22,4%
4,9%
4,0%
1,9%
37,9%
7,6%
16,9%
4,1%
4,0%
4,1%
2011
(+4,6%)
(+1,0%)
(-5,5%)
(-0,8%)
(0,0%)
(+2,2%)
Trecenta
2010
33,9%
7,1%
25,8%
3,2%
1,9%
5,0%
47,5%
2,3%
13,4%
4,3%
2,9
6,4%
2011
(+13,6)
(-4,8%)
(-12,4%)
(+1,1%)
(+1,0%)
(+1,4%)
D) Resistenze agli antimicrobici
Le resistenze ai chemioantibiotici presentate si riferiscono a microrganismi la cui
incidenza di isolamento è numericamente rilevante e costituiscono, pertanto, degli
indicatori significativi per delineare il panorama epidemiologico locale ed un
riferimento per il clinico per selezionare terapie antimicrobiche appropriate.
403
Ospedale di Rovigo
I dati relativi ad E.coli evidenziano una diminuzione di ceppi isolati.
Si osserva (Grafico 9) un incremento di resistenza verso le Aminopenicilline
(Ampicillina-Amoxicillina) ed una sensibile riduzione dei ceppi resistenti alle
Cefalosporine di 3° generazione (Cefotaxime, Ceftazidime) dal 30,0% del 2010 al
20,4% del 2011
Le resistenze ai Fluorchinoloni sono stabili ma i sopra il 33%. SulfametossazoloTrimetroprim incrementa la resistenza rispetto all’anno precedente di +4,4%.
Nessun ceppo ha presentato resistenze al Meropenem.
I dati relativi alle resistenze dei ceppi isolati da campioni di urine sono
sostanzialmente in linea con i dati presentati.
Grafico 9 - Antibiotico-resistenza di E.coli isolato da tutti i materiali - Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
56
55
.2
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Resistenza %
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0
2010 (saggiati 565 ceppi)
2011 (saggiati 490 ceppi)
I dati relativi a Klebsiella spp. nell’Ospedale di Rovigo evidenziano una resistenza
complessiva ai diversi antimicrobici molto simile a quella osservata in E.coli, ad
eccezione delle Cefalosporine di 3° generazione (Cefotaxime, Ceftaz idime) la cui
resistenza è più elevata (26,1%); non sono presenti ceppi con resistenze ai
Carbapenemici (Grafico 16).
404
Grafico 16 - Antibiotico-resistenza di Klebsiella spp isolate da tutti i materiali - Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
Resistenza %
24
.4
21
.9
25
25
24
.2
28
.1
26
.1
28
.1
26
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26
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30
28
.4
28
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35
14
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16
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2010 (saggiati 128 ceppi)
2011 (saggiati 140 ceppi)
Il numero di ceppi di S. aureus non diminuisce nei due anni a confronto ed
aumentano i ceppi meticillino-resistenti (MRSA) (+9,2%).
Le resistenze sono significativamente in aumento per Macrolidi (+21,6%),
Lincosamidi (+13%), Chinoloni (+6,3%) e Rifampicina (+4%) (Grafico 21).
Grafico 21 - Antibiotico-resistenza di Staphylococcus aureus isolato da tutti i materiali - Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
45
.3
50
45
36
.6
40
25
28
.6
15
.8
18
20
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.3
23
.6
23
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30
15
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6
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9
6.
9
10
2010 (saggiati 152 ceppi)
R
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0
O
Resistenza %
35
2011 (saggiati 162 ceppi)
405
I dati relativi a P.aeruginosa mostrano una diminuzione del numero di isolati in
particolare da urine e materiali respiratori profondi. Le resistenze sono in
diminuzione per Ceftazidime (-7,2%), Meropenem (-6,5%) mentre sono in aumento
per Gentamicina (+4,7%), Piperacillina/Tazobactam (+12,2%). Da segnalare una
resistenza stabile per Ciprofloxacina al 40% (Grafico 25).
Grafico 25 - Antibiotico-resistenza di Pseudomonas aeruginosa isolate da tutti i materiali - Ospedale di Rovigo - Anno 2010 vs Anno 2011 -
51
.4
60
40
.8
33
.5
37
.3
30
.8
31
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40
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19
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21
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24
24
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Resistenza %
40
.3
44
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2010 (saggiati 238 ceppi)
2011 (saggiati 197 ceppi)
Ospedale di Trecenta
I dati relativi ad E.coli, isolato da campioni dell’Ospedale Trecenta, evidenziano
una riduzione dei ceppi isolati ed una resistenza a tutti gli antimicrobici superiore
che a Rovigo.
Si osserva, tuttavia, (Grafico 11) una diminuzione del 4,1% della resistenza delle
Aminopenicilline (Ampicillina- Amoxicillina) e delle Cefalosporine di 3° generazione
(Cefotaxime, Ceftazidime) dal 52,1% del 2010 al 41,7% del 2011 (-0,4%) che, in
ogni caso, sono valori notevolmente superiori rispetto a quelli di Rovigo (20,4%).
I Fluorchinoloni mostrano una diminuzione nelle resistenze (-6,2%) rispetto al 2010
ma il dato complessivo è preoccupante perché un ceppo su due è insensibile a
questa famiglia di antibiotici. Nessun ceppo ha presentato resistenze al
Meropenem.
I dati relativi alle resistenze dei ceppi isolati da campioni di urine sono
sostanzialmente in linea con quelli presentati.
406
Grafico 11 - Antibiotico-resistenza di E.coli isolato da tutti i materiali - Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011 -
69
.4
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.1
65
.3
70
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46
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35
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39
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28
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40
41
.9
41
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50
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Resistenza %
60
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2010 (saggiati 378 ceppi)
2011 (saggiati 309 ceppi)
Le resistenze di S. aureus isolati da Trecenta sono più elevate rispetto a Rovigo,
tuttavia, si riduce la percentuale dei ceppi resistenti ad Oxacillina (-11,9%).
Una diminuzione significativa di isolamento si evidenzia in particolare nei materiali
respiratori profondi ed emocolture, 51 ceppi nel 2011 rispetto a 83 del 2010.
(Grafico 23).
Grafico 23 - Antibiotico-resistenza di Staphylococcus aureo isolato da tutti i materiali - Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011 -
70
.7
74
.7
80
60
.8
56
.6
48
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36
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20
2.
4
5.
6
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2010 (saggiati 83 ceppi)
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Resistenza %
60
58
.8
58
.8
64
.7
70
2011 (saggiati 51 ceppiI)
407
Si osserva un significativa diminuzione del numero di ceppi isolati da urine e
materiali respiratori ed una rilevante caduta delle resistenze. In particolare, per
Meropenem, nel 2011, solo il 17% dei ceppi risulta resistente, rispetto all’anno
precedente, con una diminuzione del 41,7% (Grafico 27).
Grafico 27 - Antibiotico-resistenza di Pseudomonas aeruginosa isolate da tutti i materiali - Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011 76
80
28
.9
29
.8
40
30
10
.8
10
.1
17
20
32
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36
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38
.6
41
.3
45
.4
50
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60
Resistenza %
59
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70
10
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2010 (saggiati 132 ceppi)
2011 (saggiati 83 ceppi)
I dati relativi a Klebsiella spp. mostrano una resistenza ai diversi antimicrobici
superiore rispetto ai ceppi isolati a Rovigo. Quasi un ceppo su due è resistente alle
Betalattamine + inibitore e alle Cefalosporine di 3° generazione (Cefotaxime,
Ceftazidime) (Grafico 30).
Il dato mostra le problematiche terapeutiche legata alle infezioni sostenute da
questi ceppi. Nel 2011 non sono comparsi ceppi produttori di carbapenemasi
(KPC).
408
Grafico 30 - Antibiotico-resistenza di Klebsiella spp isolate da tutti i materiali - Ospedale di Trecenta - Anno 2010 vs Anno 2011
52
.5
Resistenza %
38
40
.1
39
.5
45
.3
46
.9
48
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50
46
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49
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46
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49
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47
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7
49
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51
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2010 (saggiati 86 ceppi)
2011 (saggiati 93 ceppiI)
RSA e Case di Riposo
I dati relativi ad E.coli isolati dai campioni provenienti da RSA e Case di Riposo
evidenziano una resistenza superiore a quanto osservato a Rovigo ed a Trecenta.
In particolare, le resistenze alle Aminopenicilline raggiungono l’84%, alle
Cefalosporine superano il 60% e ai Fluorchinoloni oltre il 75%. Il dato da solo fa
comprendere come questa classe di antibiotici non rappresenti uno strumento utile
per il trattamento delle infezione sostenute non solo da E.coli ma probabilmente
anche da altri gram-negativi. (Grafico 13)
Nessun ceppo, nonostante gli alti tassi di resistenza, è risultato produttore di
carbapenemasi (resistente al Meropenem).
I dati relativi alle resistenze di ceppi isolati da campioni di urine sono
sostanzialmente in linea con quelli presentati.
409
Grafico 13 - Antibiotico-resistenza di E.coli isolato da tutti i materiali - RSA e Case di Riposo - Anno 2010 vs Anno 2011
100
.6
76
78
.9
5
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.7
43
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45
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.2
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61
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35
Resistenza %
62
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.3
66
70
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.3
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0
0
0
10
4.
2
20
2010 (saggiati 84 ceppi)
2011 (saggiati 69 ceppi)
Comunità
I dati relativi ad E.coli da campioni di urina di pazienti in Comunità evidenziano una
resistenza complessiva inferiore rispetto a Rovigo, Trecenta ed RSA.
I ceppi resistenti alle Cefalosporine di 3° generazione (Cefotaxime, Ceftazidime)
sono il 9,3%, in lieve aumento rispetto al 2010 (+0,7%) (Grafico 15).
Da osservare la comparsa, anche se poco rilevante (0,1%) di resistenze al
Meropenem non osservate l’anno precedente. I Fluorchinoloni presentano una
resistenza sopra il 30% molto simile al dato dell’Ospedale di Rovigo. Le resistenze
al Sulfametossazolo-Trimetroprim sono significativamente sopra il 20% e rendono
questo farmaco problematico nell’utilizzo nelle terapie empiriche delle infezioni
urinarie.
410
Grafico 15 - Antibiotico-resisternza di E.coli isolato da urine - Territorio - Anno 2010 vs Anno 2011 -
47
.8
50
.8
60
50
28
.7
30
.9
31
.1
28
.4
28
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Resistenza%
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0
2010 (saggiati 1279 ceppi)
2011 (saggiati 996 ceppi)
La Tabella 5 mostra la variazione della resistenza ad alcuni antibiotici di E.coli a
seconda del luogo di isolamento. Le resistenze più elevate sono presenti nelle
RSA-Case di Riposo dove le cefalosporine di 3° gene razione e i fluorchinoloni
raggiungono livelli allarmanti.
Tabella 5 – Confronto di resistenze ad alcuni antibiotici di E.coli,
isolati nel P.O. di Rovigo, P.O. di Trecenta, RSA-Case di Riposo e Comunità
Anno2011.
Ampicillina
Cefotaxime
Ciprofloxacina
SXT
P.O. Rovigo
56,8%
20,4%
33,5%
38,0%
P.O. Trecenta
65,3%
41,9%
53,9%
39,8%
RSA-Case di Riposo
83,9%
60,9%
76,8%
45,2%
Comunità
50,8%
9,3%
30,9%
28,4%
(Isolati da urine)
Osservazioni
I dati epidemiologici del 2011 confrontati con quelli del 2010 mettono in evidenza
una situazione generale con aspetti positivi (diminuzione di resistenze ai
chemioantibiotici e di incidenza di alcune specie microbiche come P.aeruginosa
nelle realtà ospedaliere) e con problematiche dovute alla comparsa di episodi
epidemici. L’appropriatezza e la qualità del prelievo, la diffusione capillare dei dati
epidemiologici a livello ospedaliero e territoriale e l’impiego dei farmaci
antimicrobici sulla base dei dati epidemiologici locali costituiscono capisaldi
fondamentali per un miglioramento complessivo dell’assistenza.
411
In particolare nel 2011 sono da sottolineare i seguenti punti:
la qualità del campione per le indagini microbiologiche è il fondamento per
una appropriata diagnosi delle patologie da infezione, pertanto deve essere
seguito scrupolosamente quanto previsto nel “Manuale dei prelievi
microbiologici” (consultabile nel sito Intranet Aziendale – Sistema Qualità-04
Documenti Aziendali-6-7 Linee Guida Procedure-2009 Manuale
Microbiologia), da parte del personale, responsabile del prelievo ed invio dei
campioni microbiologici;
al momento della richiesta di esami microbiologici per via informatica è
indispensabile selezionare il tipo di materiale, la sede di prelievo e le
modalità di raccolta. I criteri interpretativi utilizzati per valutare la positività
microbiologica di un campione di urina, ad esempio, sono diversi se il
prelievo proviene da una raccolta nella fase intermedia della minzione o da
catetere urinario;
i dati epidemiologici del 2011 evidenziano una diminuzione sensibile
dell’incidenza di P.aeruginosa da campioni delle basse vie respiratore sia
nell’Ospedale di Rovigo che di Trecenta; aumenta l’incidenza di
Acinetobacter baumanni responsabile di due distinti episodi epidemici che
sono stati rapidamente risolti applicando i protocolli di sorveglianza e le
procedure di segnalazione e isolamento previste in questi casi;
la diminuzione del numero di emocolture nell’Ospedale di Rovigo e l’invio di
prelievi singoli non sono giustificati perché possono precludere la possibilità
di giungere alla diagnosi eziologia in caso di sepsi. Tutte le linee guida
sottolineano la necessità di prelevare almeno 2 set (4 flaconi) per avere la
maggiore probabilità di isolare il microrganismo;
lL’importanza di applicare ed estendere le procedure di asepsi deve essere
tenuta sempre presente; il valore atteso per i campioni di emocoltura
contaminati non dovrebbe superare il 3%;
si osserva una diminuzione dei ceppi di E.coli sia a Rovigo che a Trecenta
produttori di ESBLs (ovvero resistenti alle Cefalosporine di 3° generazione )
ma aumenta nelle RSA e Case di Riposo;
da segnalare l’isolamento da campioni di urina provenienti dal territorio di
E.coli resistenti ai Carbapenemici;
l’elevata resistenza agli antimicrobici dei ceppi isolati da campioni
provenienti da RSA e Case di Riposo rende assai difficile la scelta da parte
del clinico di una appropriata terapia antibiotica empirica. I pazienti, inoltre,
possono rappresentare un potenziale problema nel caso di ricovero in
ambito ospedaliero.
Obiettivi per il 2012
Migliorare l’appropiatezza prescrittiva e la qualità dei prelievi microbiologici.
Produrre report di incidenza e di resistenza distinti per l’Area Chirurgica,
Medica e Intensiva.
Fornire una mappa degli isolamenti dei ceppi sentinella MDR a segnalazione
obbligatoria.
412
Epidemiologia delle infezioni da C. difficile.
Valutare le correlazioni tra consumo antibiotici e livelli di resistenza per area.
Diffondere ai MMG i dati dell’archivio microbiologico per una scelta terapia
antimicrobica basata anche sui dati epidemiologici locali.
4. Sorveglianza delle Infezioni del Sito Chirurgico (ISC)
“Sistema Nazionale di sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico” - Rapporto
del III° anno - Progetto INF-OSS - Periodo ottobre/ dicembre 2010
Fonte dati: SER-Sistema Epidemiologico Regionale della Regione Veneto
Coordinamento regionale del Progetto INF-OSS, di sorveglianza delle Infezioni del
Sito Chirurgico
Risultati essenziali
Nell’ambito del Sistema nazionale di sorveglianza delle infezioni del sito
chirurgico (ISC), l’Azienda ULSS 18 di Rovigo ha raccolto, nel periodo 01
Ottobre/31 Dicembre 2010, dati su 393 interventi relativi a 6 categorie
chirurgiche, nei due ospedali aziendali.
Nella popolazione sorvegliata il rischio di infezione è pari al 2% (8 infezioni del
sito chirurgico su 393 procedure chirurgiche sorvegliate). L’incidenza cambia in
ragione del tipo di intervento (da 0% per gli interventi di mastectomia a 23,1%
per gli interventi di protesi di ginocchio). Il rischio di infezione registrato a
livello della regione Veneto è pari al 1,5%.
Tutte le infezioni sono state diagnosticate durante la sorveglianza postdimissione.
L’87,5% delle infezioni del sito chirurgico è di tipo superficiale.
L’Azienda ULSS 18 ha aderito dall’anno 2008 al Sistema Nazionale di
Sorveglianza delle Infezioni del Sito Chirurgico (ISC) promosso nell’ambito dei
Progetti “Prevenzione e controllo delle infezioni associate all’assistenza sanitaria e
sociosanitaria–INF-OSS” e “Sicurezza del paziente: il rischio infettivo”, finanziati
dal Centro Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle malattie (CCM) del
Ministero della Salute e coordinati dall’Agenzia Sanitaria e Sociale della regione
Emilia-Romagna.
Per il Veneto, il progetto è coordinato dal Sistema Epidemiologico Regionale
(SER), sede di Padova.
Questo documento è il terzo rapporto del Sistema di sorveglianza delle infezioni
del sito chirurgico condotto in Azienda ULSS 18 di Rovigo, nel contesto del
Sistema nazionale di sorveglianza avviato dall’anno 2008.
Il documento si riferisce ai dati raccolti dalle Strutture Operative partecipanti al
Progetto dei due Presidi Ospedalieri dell’Azienda ULSS 18, nel periodo 01.10.2010
e 31.12.2010.
E’ opportuno sottolineare che per alcuni interventi e classi di rischio, la numerosità
della popolazione sorvegliata è ancora di dimensioni limitate. Per questo motivo, i
dati devono essere interpretati con le opportune cautele.
413
Obiettivi del rapporto sono:
• stimare la frequenza di infezioni del sito chirurgico nella realtà locale, per
categorie selezionate di intervento chirurgico;
• confrontare i dati sulla incidenza di ISC con i dati della Regione Veneto, per
categorie selezionate di intervento chirurgico.
Abbreviazioni
CHOL=Colecistectomia
CSEC=Taglio cesareo
HPRO=Protesi di anca
IRI=Infection Risk Index
ISC=Infezioni del sito chirurgico
LAM=Laminectomia
KPRO=Protesi di ginocchio
MAST=Mastectomia
NHSN=National Healthcare Safety Network
SSI=Surgical Site Infection
Metodi della sorveglianza
Per assicurare la rilevazione di dati accurati, confrontabili e omogenei a quelli
rilevati a livello europeo dalla rete di sorveglianza HELICS, è stato concordato un
protocollo di sorveglianza, che definiva quali interventi sorvegliare, come e per
quanto tempo effettuare la sorveglianza, le informazioni da rilevare per ciascun
intervento, le definizioni da adottare per ciascuna delle variabili di interesse
(diagnosi di infezione del sito chirurgico, classe e tipo di intervento, durata
dell’intervento, punteggio ASA, indice di rischio, ecc.).
Il protocollo di sorveglianza delle ISC prevede la rilevazione di dati in modo
prospettico per tutti i pazienti sottoposti ad uno degli interventi chirurgici
selezionati. La rilevazione dei dati è continuativa e sistematica: sono cioè, inclusi
tutti i pazienti che nel periodo di tempo di interesse (singolo trimestre) rispondono
ai criteri di inclusione, senza operare alcuna selezione.
Interventi chirurgici inclusi
Per consentire l’analisi dei dati su sottogruppi di popolazione più numerosi, gli
interventi chirurgici vengono aggregati in categorie di procedure chirurgiche,
ognuna delle quali include interventi tra loro simili. Tali categorie sono quelle
proposte dal NHSN negli Stati Uniti, che rappresenta il sistema statunitense di
classificazione delle categorie di intervento chirurgico, utilizzato dal presente
protocollo di studio.
Il protocollo di studio lascia libera iniziativa a ciascun centro partecipante sulla
possibilità di selezionare un proprio setting di interventi chirurgici da sorvegliare.
Per partecipare all’iniziativa, l’Azienda ULSS 18 di Rovigo ha deciso di includere
nella sorveglianza le seguenti categorie di intervento:
•
Colecistectomia
•
Taglio cesareo
•
Protesi di anca
•
Protesi di ginocchio
414
•
•
Mastectomia
Laminectomia
Vengono sorvegliati gli interventi e non i pazienti. Quando durante la stessa seduta
operatoria viene eseguita più di una incisione si sorveglia solo l’incisione
corrispondente all’intervento incluso nella lista; nel caso di incisioni multiple relative
a interventi tutti oggetto di sorveglianza, viene compilata una scheda di
sorveglianza per ogni incisione.
Sono inclusi sia interventi effettuati in regime di ricovero ordinario che interventi in
regime di day-surgery (data di ricovero uguale a data di dimissione).
Rilevazione dei dati
Ogni paziente, sottoposto ad una delle procedure chirurgiche selezionate, viene
incluso nella sorveglianza; per ogni procedura vengono raccolti dati demografici,
come ad esempio data di nascita e sesso del paziente, ed informazioni relative
all’intervento chirurgico, quali ad esempio durata dell’intervento, rischio
anestesiologico, grado di contaminazione del sito chirurgico.
I pazienti vengono monitorati durante il decorso post-operatorio, al fine di
identificare l’eventuale insorgenza di una condizione che soddisfi i criteri per la
diagnosi di ISC. I criteri per la definizione di infezione del sito chirurgico sono quelli
proposti dal CDC nel 1992 e fatti propri anche dal sistema di sorveglianza europeo
HELICS; sono infezioni che coinvolgono direttamente i tessuti interessati da una
procedura chirurgica (area sopra la fascia muscolare, sotto la fascia muscolare o
organi/spazi).
Per gli interventi chirurgici che non prevedono il posizionamento di protesi, i
pazienti sono sorvegliati per un periodo di 30 giorni dopo l’intervento. Il protocollo
nazionale di sorveglianza delle ISC prevede che i pazienti inclusi debbano essere
attentamente monitorati fino al momento della dimissione.
La sorveglianza post-dimissione è raccomandata, ma in assenza di evidenze
scientifiche di buona qualità sulle modalità più valide di sorveglianza postdimissione, il coordinamento nazionale dello studio ha proposto ai centri
partecipanti di utilizzare la registrazione dei dati sulle condizioni della ferita nel
corso delle visite di controllo post-intervento, presso gli ambulatori, e/o di
contattare telefonicamente il paziente dopo 30/365 giorni dall’intervento chirurgico,
utilizzando una scheda standard che ha guidato l’intervista telefonica, lasciando
libera iniziativa ai centri partecipanti di selezionare uno o entrambi i sistemi di
sorveglianza post-dimissione.
L’Azienda ULSS 18 di Rovigo, quale sistema di sorveglianza di follow-up, ha
deciso di utilizzare sia i dati raccolti durante la visita ambulatoriale di controllo, sia
l’intervista telefonica a 30/365 giorni dall’intervento.
Tutti i pazienti inclusi nella sorveglianza sono monitorati dal momento
dell’intervento chirurgico al momento della dimissione dall’ospedale: nel caso di
pazienti che rimangono a lungo in ospedale, oltre i 30 giorni attesi di sorveglianza
post-intervento, la sorveglianza termina al 30° gio rno dopo l’intervento, anche se il
paziente non è ancora stato dimesso.
Quando insorge una infezione del sito chirurgico la sorveglianza termina, anche se
tale evento è precedente ai 30 giorni. Se un paziente è stato sottoposto a due
415
incisioni, la sorveglianza dovrà continuare per il sito di incisione che non è stato
interessato dall’infezione.
Negli interventi di protesi, il periodo di sorveglianza deve essere prolungato fino ad
1 anno (365 giorni) dopo l’intervento.
Aspetti organizzativi
Tutti gli ospedali partecipanti alla sorveglianza hanno individuato un coordinatore
locale dello studio. Presso l’Azienda ULSS 18 è stato individuato un coordinatore
dirigente medico all’interno della Direzione Medica Ospedaliera.
Le caratteristiche operative della sorveglianza, ossia il numero e tipo di reparti
coinvolti, figure coinvolte e loro formazione, sono state concordate con il Comitato
di Controllo delle Infezioni dell’Azienda e con i responsabili medici ed infermieristici
dei reparti coinvolti.
In tutti gli ospedali partecipanti al progetto è stato adottato il protocollo “Sistema
nazionale di sorveglianza delle ISC” condiviso dai referenti regionali INF-OSS e un
metodo standard di raccolta dei dati. Ad ogni singolo ospedale partecipante, il
coordinamento nazionale del progetto ha lasciato libera iniziativa sulla scelta sia
del periodo di sorveglianza (almeno un trimestre nell’anno solare), sia del set di
interventi da sottoporre a sorveglianza epidemiologica fra le categorie proposte dal
NHSN negli Stati Uniti.
L’Azienda ULSS 18 ha scelto, quale periodo di sorveglianza, il quarto trimestre
Ogni ospedale partecipante, alla fine del periodo di sorveglianza, ha inviato i dati al
centro di coordinamento nazionale, mediante trasferimento elettronico dei file di
dati.
Misure di incidenza delle infezioni del sito chirurgico
L’incidenza di infezioni è il numero di nuove infezioni che occorrono in una definita
popolazione durante un determinato periodo di tempo, e può essere espressa
come ratio o come rate.
ISC Ratio o incidenza cumulativa: è il numero di ISC su 100 interventi appartenenti
ad una determinata categoria. Tiene in considerazione il fatto che ogni paziente
può sviluppare più di una infezione per singolo intervento. La ratio è la misura
usata più frequentemente per misurare l’incidenza di ISC e viene calcolata nel
modo seguente:
N. di ISC in una specifica categoria
-------------------------------------------------- x 100
N. di interventi in quella categoria
ISC Rate o densità di incidenza: è il numero di ISC per 1.000 giorni di sorveglianza
post-operatoria dei pazienti sottoposti ad una specifica categoria di intervento
chirurgico. Tiene in considerazione la popolazione a rischio e la durata della
sorveglianza (numero di giorni dalla data dell’intervento alla data dell’ultimo
contatto con il paziente).
N. di ISC in una specifica categoria
---------------------------------------------------------------------------------- x 1.000
N. di giorni-paziente nel post-operatorio per quella categoria
416
Le diverse categorie di intervento comportano un diverso rischio di infezione e il
confronto fra unità operative, che hanno attività completamente differenti per
categoria di intervento, non sarebbe equo. Inoltre, nell’ambito di ogni categoria di
intervento è importante tener presente le caratteristiche del paziente e il rischio di
base della procedura chirurgica; unità operative che operano pazienti molto gravi
ed eseguono operazioni molto complesse, hanno un rischio di base più elevato
rispetto ad unità operative nelle quali vengono operati pazienti meno gravi. Esiste
un indice che permette di tener conto di queste differenze nel rischio individuale di
infezione, denominato Infection Risk Index (IRI).
Esso assume valori di rischio crescente da -1 a 0, 1, 2 e 3 e si calcola come
somma dei fattori indicati di seguito:
Fattori considerati
Somma di:
---------------------------------------------------------------------------------------------------•
classe di intervento: intervento contaminato o sporco
1 punto
•
punteggio ASA: se superiore a 2
1 punto
§
•
durata dell’intervento: se maggiore del 75° percent ile della distribuzione
1 punto
----------------------------------------------------------------------------------------------------§
75° percentile della distribuzione delle durata di intervento in quella specifica categoria,
secondo i valori del NNIS ai quali fa riferimento anche il protocollo HELICS
Per la chirurgia del colon e le colecistectomie eseguite in laparoscopia, viene
sottratto un punto al punteggio IRI calcolato come indicato sopra (se il risultato
della somma è -1, la categoria assegnata è “-1”).
Ad esempio, un paziente con intervento di colecistectomia e con IRI uguale a 3 è a
maggior rischio di sviluppare una infezione rispetto ad un paziente sottoposto allo
stesso intervento sul colon, ma con IRI uguale a -1.
Al fine di confrontare in modo equo l’incidenza delle infezioni fra diversi centri
partecipanti al progetto, ratio e rate vengono calcolati nell’ambito di ciascuna
categoria di intervento per ciascun valore di IRI.
Partecipazione alla sorveglianza
Nel periodo 01.10.2010-31.12.2010 sono stati raccolti, dalle 7 unità operative
partecipanti alla sorveglianza nei due Ospedali dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo,
dati su 393 interventi (Tabella 1).
Tabella 1 - Interventi sorvegliati distinti per Presidio Ospedaliero
Periodo di sorveglianza: 4° trimestre 2010
Denominazione Struttura
N° interventi
Presidio Ospedaliero di Rovigo
179
Presidio Ospedaliero di Trecenta
214
Totale
393
Sono state sorvegliate 6 categorie di procedure chirurgiche classificate nella
categorie NHSN (Tabella 2).
417
NHSN rappresenta il sistema statunitense di classificazione delle categorie di
intervento chirurgico utilizzato dal presente protocollo di studio.
Tabella 2 - Numero interventi sorvegliati per categoria NHSN
Periodo di sorveglianza: 4° trimestre 2010
§
Categoria NHSN
N° Ospedali
N° Interventi
CHOL-Colecistectomia
2
67
CSEC-Taglio cesareo
2
132
HPRO-Protesi anca
2
80
KPRO-Protesi ginocchio
2
13
MAST-Mastectomia
2
93
LAM-Laminectomia
1
8
Totale
2
393
§
NHSN National Healthcare Safety Network
Risultati
Caratteristiche delle infezioni del sito chirurgico
Durante il periodo considerato sono riportate 8 infezioni del sito chirurgico, con un
tasso globale del 2% (2 infezioni su 393 interventi chirurgici sorvegliati).
Tutti gli interventi inclusi nella sorveglianza sono monitorati dal momento
dell’intervento chirurgico al trentesimo giorno dopo l’intervento, sia quindi durante
la fase di ricovero del paziente sino alla dimissione e, successivamente, tramite
raccolta delle schede di registrazione dei dati sulle condizioni della ferita presso gli
ambulatori e tramite telefonata effettuata al 30°/3 65° giorno dopo l’intervento.
Tutte le 8 infezioni registrate sono state diagnosticate dopo la data di dimissione
attraverso il sistema di sorveglianza del periodo di follow-up.
L’87,5% delle infezioni coinvolge la sede superficiale, ossia l’area sopra la fascia
muscolare, mentre il rimanente 12,5% delle infezioni (corrispondente a 1 infezione
dopo intervento di protesi d’anca) interessa la sede profonda (Tabella 3). Nessuna
infezione è stata registrata a carico dell’area di organo/spazio.
Tabella 3 - Distribuzione delle infezioni per sede, relazione con la percentuale di
infezioni post-dimissione - Analisi per Categoria NHSN di Intervento
Periodo di sorveglianza: 4° trimestre 2010
Sede dell’infezione
% diagnosi
Categoria NHSN*
Tot.
post dimissione
Superficiale Profonda D’organo
CHOL-Colecistectomia
2 (100%)
0
0
2
100%
CSEC-Taglio cesareo
1 (100%)
0
0
1
100%
HPRO-Protesi di anca
0
1 (100%)
0
1
100%
KPRO-Protesi ginocchio
3 (100%)
0
0
3
100%
MAST-Mastectomia
0
0
0
0
0
LAM-Laminectomia
1 (100%)
0
0
1
100%
7 (87,5%)
1 (12,5%)
0
8
100%
Totale
418
Incidenza di infezione
Il rischio complessivo di infezione del sito chirurgico osservato è pari al 2% (8
infezioni su 393 interventi chirurgici).
Il rischio di infezione varia nelle diverse categorie e in funzione della presenza di
fattori di rischio: un paziente sottoposto ad intervento chirurgico di Taglio cesareo
ha un rischio globale pari al 0,7%; un paziente sottoposto ad intervento di Protesi
di ginocchio ha un rischio globale del 23,1% (Tabella 4).
Il numero di procedure, il periodo di sorveglianza e l’incidenza di infezioni per
categoria di intervento e per IRI è illustrato in Tabella 4.
Le categorie IRI non sono state accorpate (anche se alcuni strati hanno una
numerosità molto bassa) per presentare la distribuzione originale degli interventi.
Tabella 4 - Incidenza infezioni del sito chirurgico per categoria NHSN
di intervento e per IRI nei due P.O. dell’Azienda ULSS 18 (7 Unità Operative)
Periodo di sorveglianza: 4° trimestre 2009
N°
Ratio
Giorni di
Rate
N°
Categoria
Infection
(a/b
sorveglianza
(a/c
infezioni procedure
NHSN
Risk Index
(a)
(b)
x100)
(c)
x1.000)
-1
1
45
2,2
1.072
0,9
0
0
10
0,0
277
0,0
CHOL
1
1
9
11,1
170
5,9
(colecistectomia)
2
0
3
0,0
30
0,0
tot.
2
67
3,0
1.563
1,3
Non noto
0
6
0,0
102
0,0
CSEC
0
0
98
0,0
1.981
0,0
(taglio cesareo)
1
1
28
3,6
476
2,1
tot.
1
132
0,7
2.559
0,4
Non noto
0
4
0,0
1.460
0,0
0
0
44
0,0
14.228
0,0
HPRO
1
1
29
3,4
7.561
0,1
(protesi anca)
2
0
3
0,0
1.095
0,0
tot.
1
80
1,2
24.344
0,0
419
Tabella 4 (segue) - Incidenza infezioni del sito chirurgico per categoria NHSN
di intervento e per IRI nei due P.O. dell’Azienda ULSS 18 (7 Unità Operative)
Periodo di sorveglianza: 4° trimestre 2009
Non noto
0
1
0,0
365
0,0
0
0
4
0,0
1.460
0,0
KPRO
(protesi
1
3
6
50,0
810
3,7
ginocchio)
2
0
2
0,0
379
0,0
tot.
3
13
23,1
3.014
1,0
Non noto
0
3
0,0
39
0,0
MAST
0
0
85
0,0
4.040
0,0
(mastectomia)
1
0
5
0,0
84
0,0
tot.
0
93
0,0
4.163
0,0
Non noto
0
2
0,0
60
0,0
LAM
0
1
5
20,0
117
8,5
(laminectomia
2
0
1
0,0
18
0,0
tot.
1
8
12,5
195
5,1
Totale
8
393
2,0
35.838
0,2
Per effettuare un confronto a livello regionale veneto, si rappresentano in Tabella 5
i dati relativi all’incidenza delle infezioni del sito chirurgico registrata nella Regione
Veneto (20 unità operative partecipanti), rappresentati in forma aggregata e distinti
per categoria NHSN di Intervento e per IRI e relativi alle sole categoria NHSN di
Intervento selezionate anche in Azienda ULSS 18 di Rovigo.
Si ricorda infatti che ogni ospedale veneto partecipante al progetto ha potuto
scegliere la sorveglianza di un proprio setting di interventi chirurgici, fra quelli
proposti dal protocollo di studio nazionale. Anche la scelta del periodo di
sorveglianza (almeno un trimestre) è a discrezione del centro partecipante.
Tabella 5 - Incidenza infezioni del sito chirurgico per categoria NHSN di intervento
(solo categorie selezionate anche per Azienda ULSS 18) e per IRI
Centri partecipanti della Regione Veneto (20 Unità Operative)
Periodo di sorveglianza: anno 2010
N°
N°
Ratio
Giorni di
Rate
Categoria
Infection
infezioni procedure
sorveglianza
(a/b
(a/c
NHSN
Risk Index
(a)
(b)
(c)
x100)
x1.000)
Non noto
0
37
0,0
304
0,0
-1
1
170
0,6
2.368
0,4
CHOL
0
0
44
0,0
677
0,0
(colecistectomia)
1
1
14
7,1
254
3,9
2
0
3
0,0
44
0,0
tot.
2
286
0,7
3.647
0,5
Non noto
0
8
0,0
161
0,0
0
0
111
0,0
2.331
0,0
CSEC
1
1
46
0,2
1.014
1,0
(taglio cesareo)
2
0
1
0,0
30
0,0
tot.
1
166
0,6
3.536
0,3
420
Tabella 5 (segue) - Incidenza infezioni del sito chirurgico per categoria NHSN
di intervento (solo categorie selezionate anche per Azienda ULSS 18) e per IRI
Centri partecipanti della Regione Veneto (20 Unità Operative)
Periodo di sorveglianza: anno 2010
Non noto
0
4
0,0
1.460
0,0
0
1
204
0,5
55.494
0,0
HPRO
1
1
92
1,1
25.041
0,0
(protesi anca)
2
0
7
0,0
1.769
0,0
tot.
2
307
0,6
83.764
0,0
Non noto
0
2
0,0
730
0,0
0
0
50
0,0
17.527
0,0
KPRO
(protesi
1
3
24
12,5
6.994
0,4
ginocchio)
2
0
3
0,0
735
0,0
tot.
3
79
3,8
25.986
0,1
Non noto
0
4
0,0
68
0,0
MAST
0
3
149
2,0
6.505
0,5
(mastectomia)
1
3
17
17,6
709
4,2
tot.
6
170
3,5
7.282
0,8
Non noto
0
2
0,0
60
0,0
LAM
0
1
5
20,0
117
8,5
(laminectomia)
2
0
1
0,0
18
0,0
tot.
1
8
12,5
195
5,1
Totale
15
998
1,5
124.410
0,1
Considerazioni conclusive
I dati presentati in questo rapporto dimostrano come la sperimentazione iniziata
nell’anno 2008 si stia trasformando in un sistema consolidato di sorveglianza
epidemiologica.
Nelle unità operative che partecipano alla sorveglianza epidemiologica delle ISC in
Azienda ULSS 18, il numero degli interventi monitorati è passato da 331 interventi
nel 2009 a 393 nel 2010; si ritiene quindi che possa indicare che sia possibile
mantenere nel tempo un sistema di sorveglianza delle ISC collegata ad un sistema
nazionale. E’ importante, inoltre, osservare che il protocollo di sorveglianza
concordato è stato utilizzato in 7 Unità Operative dell’Azienda ULSS 18, nell’ambito
di contesti tra loro anche diversi per caratteristiche organizzative.
L’avvio di un sistema di sorveglianza epidemiologica delle ISC dimostra anche
come le infezioni del sito chirurgico siano in effetti una complicanza frequente:
mediamente il 2% degli interventi esita in una infezione, ma l’incidenza varia molto
in ragione del tipo di intervento (da 0% per gli interventi di mastectomia a 23% per
gli interventi di protesi di ginocchio).
Tutte le infezioni sono state diagnosticate dopo la dimissione del paziente. Questo
dato indica una buona affidabilità del sistema di monitoraggio post-operatorio e
rappresenta un aspetto caratteristico del sistema nazionale di sorveglianza, che lo
differenzia da altri programmi che non prevedono questo tipo di sorveglianza post421
operatoria. Questo attento monitoraggio è anche un limite del sistema, in quanto
richiede risorse gestionali ed organizzative per poter identificare tutte le infezioni
comparse dopo la dimissione del paziente.
Tra tutte le ISC rilevate, nel 87,5% dei casi si tratta di infezioni superficiali, nel
12,5% di infezioni profonde, nessuna infezione è stata riportata a carico di
organo/spazio: tale distribuzione testimonia la qualità delle informazioni rilevate, in
quanto non sono state diagnosticate solo le infezioni più gravi, ma anche quelle di
tipo superficiale che potrebbero essere non rilevate da sistemi di sorveglianza non
accurati.
Per effettuare confronti tra Regioni/Aziende/Unità Operative è necessario tenere
conto di differenze nel tipo di pazienti trattati (case-mix), ma anche della
numerosità della popolazione sorvegliata.
Per rispondere a queste due esigenze, la Tabelle 4 (dati dell’Azienda ULSS 18 di
Rovigo) e la Tabella 5 (dati Regione Veneto) riportano i tassi di infezione del sito
chirurgico, aggiustati per categoria NHSN e IRI (in modo da tenere conto di
eventuali differenze nel casemix), in relazione al numero di giorni-paziente di
sorveglianza dopo l’intervento e, quindi, alla precisione delle stime stesse (per
tenere conto delle dimensioni della popolazione inclusa nella sorveglianza).
In conclusione però le Tabelle 4 e 5 evidenziano come i dati riportati nel presente
rapporto non consentano ancora di effettuare confronti tra centri regionali o
categorie di intervento per le quali i dati rilevati siano ancora limitati. Pertanto,
anche se in questi primi anni di avvio del Sistema di Monitoraggio delle ISC hanno
dimostrato la fattibilità del sistema, è necessario consolidare le stime con periodi
più lunghi di sorveglianza e lavorare gradualmente per ampliare il numero degli
interventi sottoposti a sorveglianza.
Tuttavia, in considerazione della variabilità del dato di incidenza locale (2%)
rispetto al dato di incidenza della Regione Veneto (1,5%), il Comitato Aziendale per
il Controllo delle Infezioni dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo ha proposto di condurre
un approfondimento dei casi di infezione rilevati ed in particolare dei casi di
complicanze post chirurgiche insorte in seguito a interventi di protesi di ginocchio.
Infine, con l’obiettivo di migliorare la confrontabilità dei dati raccolti e mantenere
attivo un sistema di monitoraggio delle complicanze post-chirurgiche, l’Azienda
ULSS 18 di Rovigo ha aderito anche per il 2011 al quarto anno di sorveglianza nel
contesto del Sistema Nazionale di Sorveglianza delle Infezioni del Sito Chirurgico.
5. Le segnalazioni di incidenti e mancati incidenti da dispositivi medici
La definizione di Dispositivo Medico contenuta nella direttiva CEE è la seguente:
“Qualsiasi strumento, apparecchio, impianto, sostanza o altro prodotto, utilizzato
da solo o in combinazione, compreso il software informatico impiegato per il
corretto funzionamento e destinato dal fabbricante ad essere impiegato nell’uomo
a scopo di:
1. diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una malattia;
2. diagnosi, prevenzione, controllo, attenuazione o compensazione di una ferita
o un handicap;
422
3. di studio, sostituzione o modifica dell’anatomia o di un processo fisiologico;
4. di intervento sul concepimento;
il quale prodotto non eserciti l’azione principale, nel o sul corpo umano, cui è
destinato, con mezzi farmacologici o immunologici né mediante processo
metabolico, ma la cui funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi”.
Con Decreto 15 novembre 2005 sono stati approvati i nuovi “modelli di schede di
segnalazioni di incidenti o mancati incidenti che coinvolgono dispositivi medici e
dispositivi medico-diagnostici in vitro”
Pertanto, ai fini delle segnalazioni al Ministero della Salute, ai sensi del Decreto
suddetto vengono utilizzati i seguenti moduli così denominati:
a) Rapporto di incidente o di mancato incidente da parte di Operatori Sanitari
al Ministero della Salute (allegato n.1 al Decreto 15/11/2005),
b) Rapporto di incidente o di mancato incidente da parte di Operatori Sanitari
al Ministero della Salute (relativo ai dispositivi medico-diagnostici in vitro).
Per quanto riguarda le rimanenti procedure di segnalazione restano invariate, sia il
modulo di “segnalazione di reclamo al fabbricante o mandatario o distributore da
parte degli Operatori Sanitari”, sia il “diagramma di flusso delle segnalazioni”
precisando che le segnalazioni devono essere trasmesse tempestivamente alla
SOC Farmacia Ospedaliera per il successivo inoltro al Ministero della Salute.
All’art.2 del Decreto 15/11/05 si precisa che “gli Operatori Sanitari di strutture
pubbliche e private debbono effettuare la segnalazione dell’incidente o del
mancato incidente, direttamente o tramite la struttura sanitaria di appartenenza, al
Ministero della Salute e, possibilmente, anche al fabbricante o mandatario e/o
distributore con la massima urgenza”, secondo la seguente tempistica:
- per gli incidenti: entro 10 (dieci) giorni dal giorno in cui si è verificato l’evento;
- per i mancati incidenti: entro 30 (trenta) giorni dal giorno in cui si è verificato
l’evento.
Incidente: per “incidente” si intende la condizione in cui qualsiasi disfunzione o
deterioramento delle caratteristiche o delle prestazioni, nonché qualsiasi carenza
dell’etichettatura o nelle istruzioni per l’uso di un dispositivo medico che,
direttamente o indirettamente, abbiano causato un grave peggioramento dello
stato di salute o la morte del paziente o di un utilizzatore.
Incidente con esito letale: incidente in cui il dispositivo medico ha determinato o ha
contribuito a determinare il decesso del paziente o dell’utilizzatore. Per stabilire il
nesso di causalità tra l’uso del dispositivo medico ed il decesso si devono tenere in
considerazione vari fattori (rischi potenziali nell’utilizzare il dispositivo,
caratteristiche dello stesso, condizioni del paziente, ecc.) e deve essere sempre
tenuta in considerazione la valutazione effettuata dal medico e/o altro operatore
che ha assistito all’evento. Anche se esiste un semplice sospetto l’incidente deve
essere notificato.
Incidente in cui il dispositivo ha determinato un grave peggioramento dello stato di
salute del paziente o dell’utilizzatore: per grave peggioramento dello stato di salute
si deve intendere:
- una malattia o lesione con pericolo di vita;
- una menomazione di una funzione del corpo o una lesione di una struttura
423
corporea;
una condizione che rende necessario un intervento medico o chirurgico per
impedire una menomazione di una funzione del corpo o una lesione di una
struttura corporea;
- una condizione che causa l’ospedalizzazione o il prolungamento
dell’ospedalizzazione.
Mancato incidente: per “mancato incidente” si intende:
a) la condizione in cui qualsiasi disfunzione o deterioramento delle caratteristiche
o delle prestazioni, nonché qualsiasi carenza dell’etichettatura o nelle
istruzioni per l’uso di un dispositivo medico avrebbe potuto causare, se il
dispositivo fosse stato utilizzato , un grave peggioramento dello stato di salute
o la morte del paziente o di un utilizzatore;
b) la condizione in cui qualsiasi disfunzione o deterioramento delle caratteristiche
o delle prestazioni, nonché qualsiasi carenza dell’etichettatura o nelle
istruzioni per l’uso di un dispositivo medico avrebbe potuto causare, durante la
procedura d’uso o a seguito della stessa, se non fosse intervenuto il
Personale Sanitario, un grave peggioramento dello stato di salute o la morte
del paziente o di un utilizzatore.
-
La Tabella 1 riassume le segnalazioni di incidenti, mancati incidenti e reclami che
sono pervenute nell’arco di tempo dal 2003 al 2011.
Tabella 1 - Segnalazioni incidenti, mancati incidenti e reclami
Anni 2003-2011
Anno
Incidenti
Mancati incidenti
Reclami
2003
1
7
2004
2
9
1
2005
1
10
1
2006
2
2007
3
1
1
2008
2
2
2009
2
2010
2
1
1
2011
5
7
6. La campagna dell’OMS “Clean care is safer care – cure pulite sono cure
più sicure” – Aggiornamento anno 2011
Il progetto di miglioramento dell’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria, attivo in
Azienda dall’anno 2007, è proseguito anche nell’anno 2011.
Come è noto tale progetto rientra nella Campagna Mondiale lanciata dall’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità) denominata “Clean care is safer care”,
titolo da cui nel 2009 l’OMS ha coniato lo slogan “Save lives: clean your hands –
Salva vite umane: lava le tue mani”.
Principale motivazione per l’avvio di una campagna promozionale sull’igiene delle
mani su scala mondiale, è stata la forte preoccupazione che nasce dalla
424
consapevolezza del peso globale che le infezioni correlate all’assistenza sanitaria
(ICA) fanno gravare sulla sanità pubblica, sia nei paesi maggiormente sviluppati,
sia in quelli in via di sviluppo.
I dati forniti dall’OMS
Recentemente sono stati pubblicati i dati raccolti dall’OMS che sottolineano che,
quando noti, i tassi di infezioni correlate all’assistenza sono nettamente più elevati
nei paesi in via di sviluppo rispetto a quanto registrato nei paesi industrializzati,
arrivando anche a stimare un rischio di contrarre una ICA nel 19% dei pazienti
ospedalizzati.
Prevalentemente si tratta di infezioni del sito chirurgico che possono arrivare a
tassi fino al 25% di complicanze infettive post-chirurgiche nei pazienti
ospedalizzati.
Per le polmoniti associate a ventilazione meccanica (VAP) e le infezioni neonatali
si registrano valori di frequenza altrettanto allarmanti. Le VAP sono fino a 17 volte
più frequenti nei paesi in via di sviluppo rispetto a quelli industrializzati, arrivando a
registrare un tasso di mortalità associata anche del 27%. Le infezioni neonatali
sono da 3 a 20 volte più frequenti in questi paesi e costituiscono nel 4-56% dei casi
la causa di morte nel periodo neonatale.
Questo fenomeno grava pesantemente anche dal punto di vista economica sugli
equilibri dei paesi coinvolti.
L’OMS ha coinvolto un numero progressivamente sempre più elevato di strutture
sanitarie che nel mondo hanno dato la loro adesione alla campagna di
prevenzione, registrando nell’anno 2009 circa 5.000 strutture sanitarie aderenti,
che sono aumentate fino ad oltre 11.000 strutture sanitarie aderenti nell’anno
2010.
La Figura 1, tratta da “C.Kilpatrick, D.Pittett, Who Save Lives: Clean Your Hands
global annual capaign. A call for action: 5 May 2011, Infection (2011), 39, 93-95”,
raffigura l’estensione della campagna dell’OMS “Clean care” al Febbraio 2011,
momento in cui l’iniziativa mondiale “Save lives: clean your hands” ha registrato
12.394 strutture sanitarie aderenti al progetto, adesione da parte di 146 paesi nel
mondo, coinvolgimento di 7 milioni di operatori sanitari e copertura di 3 milioni di
posti letto paziente. Questo successo di estensione progressiva dei paesi che
hanno dato adesione alla campagna “Clean care” fa pensare che sempre più
operatori sanitari comprendano l’importanza e il ruolo chiave delle mani nella
prevenzione delle ICA.
Nonostante questo successo, l’OMS ricorda che ancora molto deve essere fatto
per migliorare la pratica di igiene delle mani nell’assistenza sanitaria.
Uno dei fattori cruciali per il successo della campagna è far comprendere agli
operatori sanitari che l’igiene delle mani deve essere fatta al punto di assistenza
(detto “point of care”), ossia al letto del paziente, prima del contatto con il paziente
e dopo il contatto con il paziente, per spezzare efficacemente la catena di
trasmissione dei microrganismi da operatore a paziente e viceversa.
425
I dati raccolti in Azienda ULSS 18 di Rovigo
La campagna “Clean care” proseguita in Azienda nell’anno 2011 ha previsto la
graduale estensione della formazione degli operatori sul miglioramento dell’igiene
delle mani nell’assistenza sanitaria, attraverso la realizzazione di ulteriori 4 edizioni
del corso di formazione, alle quali hanno partecipato 92 operatori e ulteriori 2
edizioni di corso per gli studenti del secondo anno accademico del Corso di Laurea
in Infermieristica, alle quali hanno partecipato 140 studenti.
Oltre all’attività formativa, è stato inoltre realizzato un ulteriore sessione di
osservazione diretta della buona pratica di igiene delle mani, presso la Struttura
Operativa di Terapia Semintensiva del Presidio Ospedaliero di Trecenta.
Per il calcolo dei tassi di adesione è stato utilizzato il metodo raccomandato dalle
Linee-guida dell’OMS “WHO Guidelines on Hand Hygiene in Health Care”.*
(*Metodo di calcolo dell’adesione:
Adesione = Azioni di igiene delle mani eseguite
Azioni igiene mani necessarie
)
L’adesione osservata ha registrato livelli ottimali di “compliance”, con valori
percentuale di adesione alla pratica variabili fra il 73,7% e il 100% di adesione
(Grafico 1).
426
90,3
89,7
73,7
94,3
100
26
/0
8/
20
11
25
/0
8/
2
01
1
24
/0
8/
20
11
Serie1
23
/0
8
/2
01
1
120
100
80
60
40
20
0
22
/0
8/
20
11
%adesione
Grafico 1 - % adesione igiene mani Soc T.Semintensiva TR-Ago 2011
periodo
Un ulteriore aspetto della campagna che è stato implementato nel corso dell’anno
2011, riguarda la disponibilità presso i punti di assistenza di prodotti per la frizione
antisettica delle mani; risulta molto importante che questo requisito sia garantito al
personale sanitario sia attraverso la distribuzione a tutti gli operatori sanitari di gel
antisettico in formato tascabile, sia attraverso la disponibilità di flaconi inseriti in
“dispenser” a parete, posizionati accanto al letto del paziente o comunque il più
vicino possibile al luogo in cui avviene il contatto con il paziente.
Infatti le Linee Guida OMS sul tema, riportano che la disponibilità di flaconi tascabili
per la frizione delle mani, oltre a quella di “dispenser” presso i punti di assistenza, è
stata associata ad un significativo miglioramento nell'adesione del personale ai
protocolli di igiene delle mani.
Tale condizione è inoltre richiesta, quale requisito obbligatorio, dal Programma di
Accreditamento Internazionale Qmentum, avviato in Azienda ULSS 18 in
collaborazione con l’Agenzia Accreditation Canada.
Proposte per l’anno 2012
La campagna di formazione sul programma “Clean care” proseguirà nel 2012,
utilizzando la metodologia di Formazione sul campo.
Nella sua strutturazione, tale evento formativo terrà conto dell’importanza di
sensibilizzazione di tutto il personale sui concetti fondamentali per la prevenzione e
il controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), ossia:
- la rilevanza e la gravità delle ICA;
- l’igiene delle mani come principale misura di prevenzione delle ICA;
- l’utilizzo di gel antisettico per le mani nei 5 MOMENTI OMS;
- il rispetto del tempo minimo di contato del gel antisettico con tutte le superfici
della mano trattata (almeno 30 secondi);
- la sensibilizzazione degli operatori sul concetto che la principale fonte di infezione
è l’uomo e non l’ambiente;
- lo sviluppo del concetto che l’igiene delle mani deve essere una buona abitudine
comportamentale. non solo una pratica a cui bisogna aderire.
427
7. Monitoraggio delle lesioni da decubito
Come per gli anni precedenti anche per l’anno 2011 è stato effettuato il
monitoraggio delle Lesioni da Decubito (LDD) sui pazienti ricoverati presso i
Presidi Ospedalieri di Rovigo e di Trecenta, al fine di misurare la frequenza e la
distribuzione del fenomeno.
Il monitoraggio delle LDD rientra nel processo di assistenza che comprende le
seguenti fasi:
- rilevazione del rischio di LDD attraverso l’utilizzo dell’indice di Norton
modificato Stotts
- l’applicazione del protocollo aziendale sulla prevenzione e il trattamento
delle LDD
Di seguito, nei Grafici 1 (valore assoluto) e 2 (valore percentuale), vengono
rappresentati i dati relativi alla distribuzione del fenomeno LDD negli ultimi 3 anni.
Grafico 1 - Distribuzione delle evoluzione delle Ldd nei pazienti dimessi
(valore assoluto) - Confronto anni 2009-2011
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
442 446
332
194 189
151 135
154
132
evol 2
108
evol 3
evol 4
2009
2010
125 140
86 83
evol 5
95
evol 6
2011
428
Grafico 2 - Distribuzione delle evoluzioni Ldd nei pazienti dimessi (valore
percentuale) - Confronto anni 2009-2011
6
5,1
5,2
5
4,3
4
3
2,1
2
1,7
1,6
2,2
2
1,7
1,2
1,4
1
1,6
1,2
1,1
1
0
evol 2
evol 3
evol 4
2009
Evoluzione
tipo 2
Evoluzione
tipo 3
Evoluzione
tipo 4
Evoluzione
tipo 5
Evoluzione
tipo 6
2010
evol 5
evol 6
2011
Paziente entra con Ldd ed esce senza Ldd
Paziente entra con Ldd ed esce con Ldd migliorata
Paziente entra con Ldd ed esce con Ldd stazionaria
Paziente entra con Ldd ed esce con Ldd peggiorata
Paziente entra senza Ldd ed esce con Ldd
Da un’analisi dei dati di confronto tra i tre anni si evidenzia quanto segue:
• evoluzione 2: il valore dei pazienti che entrano con LDD ed escono senza
LDD si mantiene pressoché costante nei tre anni (anno 2009 7%, anno
2010.6%, anno 2011 1.7%);
• evoluzione 3: il dato dei pazienti che entrano con LDD ed escono con LDD
migliorata è diminuito rispetto agli anni 2009-2010 (2,.1% nel 2009, 2,2%
nel 2010 e 2,0% nel 2011);
• evoluzione 4: il valore dei pazienti che entrano con LDD ed escono con
LDD stazionaria è diminuito considerevolmente rispetto agli anni precedenti
(da 5,2% a 4,3%);
• evoluzione 5: il valore dei pazienti che entrano con LDD ed escono con
LDD peggiorata si mantiene pressoché costante nei tre anni (anno 2009
1,2%, anno 2010 1,0%, anno 2011 1,1%);
• evoluzione 6: il dato dei pazienti che entrano senza Ldd ed escono con Ldd
è notevolmente diminuito rispetto agli anni precedenti (da 1,6% a 1,2%).
429
Da un’analisi complessiva dei dati dell’anno 2011 si evidenzia che l’8% dei pazienti
ha un’evoluzione delle LDD migliorativa o stazionaria (evoluzioni 2, 3 e 4) e il 2,3%
dei pazienti ha un’evoluzione peggiorativa (evoluzioni 5 e 6) e che tali valori sono
in diminuzione rispetto agli anni 2009 e 2010 con un aumento del valore dei
pazienti che entrano ed escono senza LDD (evoluzione 1). Si precisa che i pazienti
con evoluzioni peggiorativa sono pazienti prevalentemente dimessi dall’Ortopedia,
dall’UTIC, dalla Rianimazione/Terapia Intensiva, dalla Lungodegenza. Per queste
ultime SOC si evidenzia che trattasi di pazienti con grave compromissione delle
funzioni vitali o “terminali” e spesso la dimissione ha coinciso con l’exitus del
paziente.
Il problema delle lesioni da decubito, malgrado l’evoluzione delle tecnologie e delle
conoscenze, rimane un problema significativo che incide pesantemente sulla
qualità di vita e sulla salute dei pazienti. Risulta pertanto fondamentale mettere in
atto tutte le strategie e le risorse disponibili per ridurre tale fenomeno.
I progetti aziendali per il governo clinico della patologia in questione sono molteplici
e prevedono anche per l’anno 2012 la continuazione del sistema di monitoraggio
delle Lesioni da Decubito.
8. Indagine di prevalenza delle lesioni da decubito nei Presidi Ospedalieri di
Rovigo e Trecenta (rilevazioni 14/06/2011 – 20/12/2011)
Le lesioni da decubito sono una patologia frequente che colpisce i pazienti
immobilizzati o con scarsa mobilità (soprattutto le persone anziane allettate) e con
patologie che rendono difficoltosa l’alimentazione, l’idratazione e il movimento.
I dati riportati in letteratura, frutto di innumerevoli studi clinici, dimostrano come il
fenomeno rappresenti un importante problema, sentito in tutti i Paesi, ma
soprattutto esiste una tendenza continua all’aumento del numero di soggetti affetti
da questa patologia, e che non può essere addebitato completamente all’aumento
della vita media delle persone e al relativo incremento di patologie cronicodegenerative conseguenti.
Il corretto utilizzo delle risorse e i programmi assistenziali posti in essere
necessitano di una verifica sistemica al fine di determinare l’effettiva valenza
assistenziale ed il miglioramento apportato alla qualità dell’assistenza erogata.
All’interno dell’Azienda ULSS 18 esiste un sistema di monitoraggio delle evoluzioni
delle lesioni da decubito che coinvolge i reparti di degenza che presentano
maggiormente questo tipo di fenomeno considerando i principali fattori di rischio:
- tipologia di pazienti,
- età media,
- mobilità, incontinenza, malnutrizione, malattie cronico-degenerative, ecc.
Considerando i dati raccolti negli ultimi cinque anni (2006 – 2010) si è deciso di
effettuare un indagine di prevalenza puntuale nelle giornate del 14/06/2011 e del
20/12/2011, con i seguenti obiettivi:
- stima della prevalenza delle lesioni da decubito nei pazienti ricoverati
- analisi della frequenza delle lesioni e stadio
- analisi delle misure di prevenzione e trattamento
430
Materiale e metodi
Per la raccolta dei dati si è predisposta una scheda di rilevazione (costruita da una
revisione della letteratura) composta da:
- dati anagrafici e di provenienza del paziente
- diagnosi d’ingresso e durata della degenza
- misure di prevenzione: valore scala Norton modificata Stotts, utilizzo presidio
antidecubito, mobilizzazione, ispezione cutanea
- presenza di lesioni da decubito: numero, sede e gravità espressa con la scala
NPUAP (National Pressare Ulcer Advisory Panel)
- insorgenza delle lesioni: prima o dopo il ricovero
- misure di trattamento.
Modalità di rilevazione
La rilevazione è stata condotta nei due presidi ospedalieri (Rovigo e Trecenta) dal
gruppo di progetto composto dalla Direzione Infermieristica e PTS, RITD e
Direzione Medica, rispettando i seguenti criteri:
- per la raccolta dei dati è stata utilizzata la documentazione infermieristica
(cartella, schede) e la cartella clinica;
- durante l’indagine i rilevatori sono stati affiancati dal coordinatore o
dall’infermiere presente in turno quel giorno, i quali hanno svolto una funzione
di facilitatori per la raccolta dei dati.
Criteri di inclusione del campione
Il campione oggetto dell’indagine è composto da tutti i pazienti ricoverati in regime
di ricovero ordinario nei giorni 14/06/2011 e 20/12/2012, con almeno una notte di
degenza.
I reparti inclusi nella rilevazione sono stati:
Presidio Ospedaliero di Rovigo: Geriatria, Lungodegenza, Medicina,
Oncologia, Neurologia, Neurochirurgia, Stroke Unit, Rianimazione, Ortopedia,
UTIC, Chirurgia Generale e Vascolare, Pneumologia, Malattie Infettive,
Malattie Metaboliche, Gastroenterologia;
Presidio Ospedaliero di Trecento: Medicina, Lungodegenza, Terapia
Semintensiva, Ortopedia, Riabilitazione, Chirurgia Generale, Chirurgia
Toracica.
Criteri di esclusione
Sono esclusi dallo studio i pazienti ricoverati in regime di Day Surgery – Day
Hospital, Osservazione Breve e i reparti non inclusi nell’elenco precedente.
Analisi e discussione dei risultati
La percentuale di pazienti esaminati nei due PP.OO. si mantiene pressoché
costante in entrambe le rilevazioni e la maggior parte dei pazienti si trova distribuita
nell’area medica (75%)
431
Numerosità del campione
Indagine del 14/06/2011
Pazienti
%
213
65
116
35
329
100
Presidio Ospedaliero
Rovigo
Trecenta
Totale
Indagine del 20/12/2011
Pazienti
%
220
66
112
34
332
100
Distribuzione del campione per aree
Indagine del 14/06/2011
Indagine del 20/12/2011
Pazienti
%
Pazienti
%
247
75
249
75
51
16
51
15
31
9
32
10
329
100
332
100
Area
Medica
Chirurgica
Intensiva
Totale
Nelle due indagini le caratteristiche del campione per quando riguarda l’età sono
sostanzialmente sovrapponibili, possiamo notare come nella seconda rilevazione la
percentuale di pazienti con età superiore a 80 anni è aumentata del 5%.
Il campione in entrambe le indagini è equamente distribuito tra maschi e femmine.
Caratteristiche generali dei pazienti
Indagine del 14/06/2011
Indagine del 20/12/2011
74
anni
(range
15-102)
74 anni (range 18-98)
Età media campione
IC (95%) 70,71 - 77,28
IC (95%) 71,89 - 75,70
73%
39%
49%
51%
69%
44%
49%
51%
Età ≥70 anni
Età > 80 anni
Maschi
Femmine
Distribuzione fasce di età
44%
45%
39%
40%
34%
35%
25%
30%
25%
20%
17%
16% 14%
11%
15%
10%
5%
0%
< 60
60 - 69
giugno
70 - 79
=> 80
dicembre
In entrambe le rilevazioni il 60-62% dei pazienti proviene da domicilio e il 28% è
stato trasferito d altra SOC.
432
Domicilio
Trasferito altra SOC
Casa di riposo
Altro ospedale
Altro
Non rilevato
Provenienza dei pazienti
Indagine del 14/06/2011
Indagine del 20/12/2011
61%
62%
28%
28%
6%
3%
3%
4%
1%
1%
2%
3%
La degenza media nella rilevazione del 20/12/11 è aumentata di circa 1,92 giorni
con una variabilità (IC 95% 18,13 - 23,7) più contenuta rispetto alla rilevazione del
14 giugno (IC 95% 15,77 - 48,84)
> 6 giorni
Degenza media
Durata della degenza
Indagine del 14/06/2011
Indagine del 20/12/2011
71%
72%
19 gg
20,92 gg
IC (95%) 15,77 - 48,84
IC (95%) 18,13 - 23,7
Durata degenza
56%
52%
60%
50%
40%
29%
28%
30%
20%
15%
20%
10%
0%
< 6
6 - 30
giugno
> 30
dicembre
In entrambe le rilevazioni più del 50% delle popolazione oggetto dell’indagine
presentava una dipendenza, rilevata con l’indice di Barthel grave e totale, con un
aumento del 10% nella rilevazione di dicembre 2011.
433
Barthel
47%
50%
45%
40%
34%
35%
30%
25%
20%
17%
17%
15%
15%
18%
14%
15%
9% 9%
10%
5%
5%
0%
0%
autonomo
lieve
moderato
giugno
grave
totale
non rilevato
dicembre
Caratteristiche dei pazienti con Lesione Da Decubito
Indagine
Indagine del
del 14/06/2011
20/12/2011
Pazienti con LDD
51
65
15,5%
19,6%
Prevalenza
(IC 95% 0,12 - 0,19)
(IC 95% 0,15 - 0,24)
Pazienti con LDD escluso I° stadio
37
44
11,2%
13,3%
Prevalenza (escluso I° stadio)
(IC 95% 0,08 - 0,15)
(IC 95% 0,12 - 0,15)
Medica
Chirurgica
Intensiva
Totale
Distribuzione pazienti con lesioni per Area
Indagine del 14/06/2011
Indagine del 20/12/2011
Pazienti
%
Pazienti
%
41
16,6
54
21,7
3
5,9
3
5,9
7
22,6
8
25,0
51
15,5
65
19,6
Distribuzione pazienti con lesione esclusi lesioni di I° stadio per Area
Indagine del 14/06/2011
Indagine del 20/12/2011
Pazienti
%
Pazienti
%
Medica
31
12,6
36
14,5
Chirurgica
2
3,9
2
3,9
Intensiva
4
12,9
6
18,7
Totale
37
11,2
44
13,2
Nella seconda rilevazione si evidenziano alcuni aspetti che possono spiegare un
aumento del 4,1% della prevalenza delle LDD rispetto alla rilevazione del
14/06/2011:
- grado di dipendenza totale, aumento del 13%
434
- un aumento della degenza media di 1,92 giorni, con variabilità più ristretta
- un aumento del 5% dei pazienti con età superiore agli 80 anni,
- un aumento del 15% dei pazienti con lesioni da decubito all’ingresso.
Le caratteristiche generali dei pazienti con lesione rispecchiano quelle del
campione esaminato relativamente a: età, provenienza, durata della degenza e
Indice di Barthel.
Si evidenzia che il 52% dei pazienti della rilevazione del 20 dicembre presentava
lesione all’ingresso, rispetto al 37% di giugno.
La maggior parte dei pazienti presenta una lesione.
Nella rilevazione di dicembre si osserva: un aumento (9%) dei pazienti con una
lesione, un lieve aumento dei pazienti con 4-5 lesioni e una diminuzione dei
pazienti con 2-3 lesioni (13%).
Numero delle lesioni
Indagine del 14/06/2011
94
51%
42%
Numero lesioni
Lesione singola
2 – 3 lesioni
Indagine del 20/12/2011
114
60%
29%
Numero lesioni per paziente
5 lesioni
5%
4%
6%
4 lesioni
4%
9%
3 lesioni
16%
20%
2 lesioni
26%
60%
1 lesione
0%
51%
10%
20%
30%
giugno
40%
50%
60%
70%
dicembre
Dal confronto tra le due rilevazioni si evidenzia una riduzione del 13% delle lesioni
di III° stadio e un aumento dell’8% di quelle di II ° stadio.
I°
II°
III°
IV°
Escara
Stadio delle lesioni
Indagine del 14/06/2011
32%
30%
24%
14%
Non rilevato
Indagine del 20/12/2011
29%
38%
11%
13%
9%
La distribuzione della sede delle lesioni è sostanzialmente sovrapponibile a quanto
riportato in letteratura e al confronto con altre indagini di prevalenza.
435
Sede lesioni
60%
52%
50%
38%
40%
29%
30%
30%
20%
11%
10%
1%
5% 4%
7% 7%
3% 4%
3% 2%
3%
1%
0%
sacro
tallone
gluteo
trocantere
giugno
scapola
malleolo
piede
altro
dicembre
La scheda di valutazione del rischio con scala Norton modificata Stotts è presente
nella quasi totalità dei pazienti con lesione (94-97%), mentre l’aggiornamento a 7
gg. della scheda è molto variabile tra le due rilevazioni (90-71%). Nella tabella
sottostante si riporta la distribuzione dei pazienti con lesione suddivisi per grado di
rischio.
Rischio basso
Rischio medio - alto
Rischio alto - altissimo
Grado di rischio
Indagine del 14/06/2011
4%
52%
44%
Indagine del 20/12/2011
0%
63%
37%
Tutti i pazienti con lesione utilizzavano un presidio antidecubito, la scelta della
tipologia di presidio da utilizzare è determinata dal giudizio clinico dell’infermiere
che valuta complessivamente le condizioni cliniche del paziente e la gravità della
lesione.
La presenza di un programma assistenziale di cambio posturale del paziente è
evidente nell’80% dei casi e nella quasi totalità dei pazienti con lesione viene
effettuata l’ispezione cutanea (92% - 100%).
Nella maggior parte dei pazienti il piano di trattamento delle lesioni è documentato
in cartella.
Conclusioni
Le indagini hanno rilevato un tasso di prevalenza del 15,5% (giugno) e 19,6%
(dicembre), escludendo i pazienti con lesione di I° stadio il tasso di prevalenza è di
11,2% (giugno) e 13,3% (dicembre). Questi dati sono dati in linea con quanto
riportato in letteratura e con il sistema di monitoraggio aziendale.
436
Alcuni elementi che possono spiegare l’aumento del 4,1% del tasso di prevalenza
tra le due rilevazioni di giugno-dicembre sono:
- aumento del 13% del grado di dipendenza totale
- aumento di 1,92 giorni della degenza media, con variabilità più ristretta
- aumento del 5% dei pazienti con età superiore agli 80 anni,
- un aumento del 15% dei pazienti con lesioni da decubito all’ingresso
Per quanto riguarda la numerosità e le caratteristiche generali del campione
indagato i dati delle due rilevazioni sono simili.
Si conferma una popolazione con un’età media elevata, il 40-44% è ultraottantenne, e con patologie cronico-degenerative.
La percentuale di pazienti con una lesione varia dal 51% al 60%, la principale
localizzazione della lesione rimane il sacro seguita dal tallone, nella maggior parte
dei pazienti (62% - 67%) le lesioni sono di primo o secondo stadio.
Si può affermare che vi è una accettabile adesione al protocollo aziendale per la
“Prevenzione ed il Trattamento delle Lesioni da Decubito” relativamente all’utilizzo
dell’Indice di Norton per identificare i pazienti a rischio, all’utilizzo dei presidi
antidecubito e alla pianificazione assistenziale. Ambiti dove sicuramente vi è
possibilità di miglioramento.
Da quanto analizzato si possono formulare alcune proposte operative:
- effettuare indagine di prevalenza anche per il 2012.
- attuare il Progetto Aziendale di Formazione sul campo “La prevenzione e il
trattamento delle Lesioni da decubito: analisi di casi clinici”, anno 2012.
- introdurre due schede di rilevazione:
• Braden, in sostituzione della Norton, per la rilevazione del rischio di lesione,
in quanto permette una valutazione del paziente più specifica.
• Push Tool per la valutazione della lesione.
- diffondere il protocollo aziendale per la “Prevenzione ed il Trattamento delle
Lesioni da Decubito” revisionato secondo le ultime evidenze scientifiche.
9. “I giri per la sicurezza - Patient Safety Walkaround (SWR)”
Il sistema di gestione del rischio clinico, introdotto in Azienda ULSS 18 dall’anno
2004, ha previsto la messa a sistema di diverse attività finalizzate a garantire la
sicurezza del paziente attraverso un attento monitoraggio delle situazioni a rischio.
Fra queste la definizione di una rete di referenti dipartimentali, la costituzione del
Comitato Esecutivo Sicurezza Paziente (CESP), in ottemperanza a quanto indicato
dalla DGRV n.1831 del 1 Luglio 2008 “Adozione del modello organizzativo per la
gestione della sicurezza del paziente nel sistema socio-sanitario del Veneto”,
l‘attività formativa al personale sanitario, l’addestramento e l’utilizzo degli strumenti
per la mappatura del rischio (Incident Reporting), per l’analisi pro-attiva dei rischi
assistenziali (FMEA- FMECA), per l’analisi retroattiva degli eventi avversi (RCA,
Audit clinico), i sistema di segnalazione degli eventi sentinella, il monitoraggio delle
cadute, il monitoraggio delle lesioni da decubito e delle Infezioni Correlate
all’Assistenza. Sono state sviluppate, inoltre, alcune iniziative relative alla
comunicazione/informazione (bollettino sicurezza, rete intranet per il deposito dei
437
documenti/procedure/verbali CESP sul rischio clinico, ecc.), per favorire la
progressiva e capillare conoscenza delle iniziative sul tema da parte dei
professionisti operanti in Azienda.
L’esperienza maturata ha tuttavia dimostrato che risulta opportuno affiancare alle
attività già in corso anche altri strumenti finalizzati a favorire una più capillare
diffusione e sviluppo della cultura della sicurezza negli operatori sanitari.
Gli elementi che hanno suggerito la necessità di introdurre ulteriori strumenti, come
il Patient Safety Walkaround (SWR) nel sistema di gestione del rischio clinico,
sono: la progressiva tendenza nel tempo ad abbandonare il sistema Incident
Reporting, la limitata partecipazione dei “referenti sicurezza paziente” agli incontri
del CESP, le criticità emerse circa il consenso informato all’atto sanitario, i sistemi
informativi, la documentazione sanitaria, l’informazione e comunicazione.
La metodologia SWR è indicata in letteratura come un valido strumento finalizzato
all’individuazione dei fattori di rischio e allo sviluppo della cultura della sicurezza; il
metodo consiste in “visite” che un gruppo di referenti per la sicurezza del paziente
effettua nelle Unità Operative per identificare, con il personale, i problemi correlati
alla sicurezza dei pazienti. Il personale partecipante al SWR viene invitato,
attraverso una schema-intervista appositamente predisposto, a raccontare eventi,
fattori causali, quasi eventi e possibili soluzioni.
Il SWR presenta diversi vantaggi: aiuta ad identificare i rischi attuali o potenziali
che possono portare ad eventi avversi per i pazienti; permette, se condotto in
maniera ottimale, il coinvolgimento dei partecipanti (gli operatori sanitari) che
vengono invitati a descrivere le situazioni pericolose e ad individuare possibili
soluzioni; consente di valutare il clima organizzativo dell’U.O. e cogliere il senso di
fiducia e trasparenza del contesto visitato; facilita, tramite il colloquio, la
comunicazione e la relazione tra i partecipanti al SWR; la letteratura evidenzia che
la metodica spesso consente l’introduzione immediata di modifiche migliorative che
incrementano il livello di sicurezza del sistema; sviluppa negli operatori la
consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo ed il senso di appartenenza
all’istituzione; migliora la diffusione della cultura della responsabilità e della
consapevolezza che la sicurezza del paziente è il risultato di un impegno condiviso
a tutti i livelli ed in tutte le fasi.
Il progetto SWR si pone i seguenti obiettivi:
migliorare la consapevolezza del rischio clinico negli operatori;
permettere un maggiore coinvolgimento dei professionisti sanitari nell’ambito
della sicurezza delle cure;
migliorare la comunicazione/relazione sul tema degli errori e degli eventi
avversi.
La metodologia utilizzata è la seguente:
•
effettuazione di una serie di visite, chiamate “giri per la sicurezza” presso le
Strutture Operative dei due Presidi Ospedalieri dell’Azienda, della durata di 40
minuti circa, effettuate da un gruppo di professionisti dell’Azienda: il
Responsabile delle Funzioni per la Sicurezza del Paziente e un Coordinatore
Infermieristico della Direzione Medica Ospedaliera, affiancati da un Referente
per La Sicurezza del Paziente dipartimentale;
438
•
•
•
•
invito alla partecipazione al “giro” esteso a tutto il personale della Struttura
Operativa. La partecipazione quindi è volontaria e tutto il personale presente al
momento del “giro” può partecipare;
realizzazione di una intervista al personale presente al SWR attraverso
l’utilizzo di una lista di 9 domande (Allegato 1), tratte dalla letteratura di
riferimento, a risposta aperta. Il questionario somministrato riguarda
esclusivamente tematiche inerenti il rischio clinico e la sicurezza del paziente;
registrazione e sintetica raccolta delle risposte fornite dal personale durante il
“giro”, per la successiva elaborazione delle informazioni ottenute;
assicurazione ai presenti sulla confidenzialità e riservatezza delle informazioni
raccolte.
La pianificazione del “giro” viene con una organizzazione e predisposizione attuata
per tempo: preliminarmente alla “visita” viene contattato il Coordinatore
Infermieristico della Struttura oggetto del “giro” per richiedere la disponibilità
dell’equipe a partecipare all’iniziativa e, in caso positivo, viene concordata una data
di effettuazione del SWR. In questa fase viene utilizzato del materiale informativo
(Allegato 2) che esplicita in sintesi gli scopi, la metodologia, gli strumenti del SWR
e i riferimenti dei Coordinatori del Progetto, da contattare in caso di necessità di
chiarimenti.
Tale pianificazione del “giro” avviene con un anticipo di circa 15 giorni, in accordo
con il Direttore e il Coordinatore Infermieristico della Struttura Operativa che verrà
visitata, allo scopo di pianificare le rispettive agende di attività. Poi l’appuntamento
viene ricordato attraverso l’invio di una e-mail di promemoria agli interessati.
Come frequenza dei SWR nell’anno 2011 è stato effettuato un “giro per la
sicurezza” presso ciascuna Struttura Operativa dei Presidi Ospedalieri
dell’Azienda,.
Gli indicatori per la valutazione del metodo identificati sono stati:
•
il numero di Strutture Operative che hanno data adesione al progetto;
•
il numero degli operatori partecipanti al SWR;
•
il numero delle segnalazioni inerenti i problemi di sicurezza del paziente che
vengono formulate dagli operatori incontrati (indicatore di processo);
•
il numero dei cambiamenti/soluzioni ai problemi individuato o introdotti
(indicatore di esito).
Trattandosi di un progetto innovativo è stato condotto un periodo sperimentale della
metodologia SWR, al fine di testarne sia lo strumento di intervista (lista predefinita
di 9 domande a risposta aperta utilizzata per stimolare gli operatori delle Strutture
Operative “visitate” a raccontare gli eventi significativi per la sicurezza del paziente),
sia l’impatto sugli aspetti relazionali/comunicativi con il personale delle Strutture
oggetto di “visita”. La fase sperimentale del progetto SWR si è svolta dal 15 al 30
marzo 2011 con il coinvolgimento delle seguenti SOC del Presidio Ospedaliero di
Rovigo:
Chirurgia
Generale,
Pneumologia,
Ostetricia-Ginecologia
e
Dermatochirurgia.
L’iniziativa è stata favorevolmente accolta dal personale delle Strutture Operative
coinvolte nella fase sperimentale del progetto e pertanto, vista la buona accettabilità
439
del metodo ed il basso impatto sul clima organizzativo delle Strutture visitate, il
Comitato Esecutivo per la Sicurezza del Paziente, promotore del progetto, ha
convenuto di proseguire l’esperienza e di avviare a sistema lo strumento proposto.
I risultati che si sono ottenuti sono stati:
la visita di 23 Strutture Operative nei due Presidi Ospedalieri;
il coinvolgimento di 89 operatori sanitari;
la durata di circa 55 minuti di tempo per la conduzione di ogni “giro per la
sicurezza”
la raccolta e classificazione di 94 segnalazioni fornite dagli operatori
partecipanti ai SWR.
Le segnalazioni raccolte sono state classificate utilizzando le categorie di Charles
Vincent, in riferimento al “Protocollo di Londra” (System Analysis of Clinical
Incidents, The London Protocol, Sally Taylor-Adams & Charles Vincent, Clinical
Safety Research Unit, Imperial College London, Department of Surgical Oncology
and Technology, St Mary’s Hospital, London).
Pertanto le 94 segnalazioni sono state classificate:
fattori organizzativi e gestionali: 38 segnalazioni (40%);
ambiente
operativo
(fattori
ambientali,
strutturali
o
legati
alle
attrezzature/presidi): 28 segnalazioni (30%);
gruppo di lavoro: 6 segnalazioni, (6%);
fattori individuali dell’operatore: 12 segnalazioni (13%);
caratteristiche del paziente: 10 segnalazioni (11%)
Più specificatamente, si riportano le tipologie di segnalazione contenute nelle
singole categorie:
1. Fattori organizzativi e gestionali: 38 segnalazioni
mancanza di posto letto in Rianimazione per il post operatorio,
criticità inerenti l’informatizzazione clinica e il processo di gestione del farmaco,
difficoltà ad attivare tempestivamente la mediazione culturale,
insufficiente disponibilità di anestesisti per programmare interventi,
disagi organizzativi inerenti l’attivazione nuova piastra operatoria,
scarsa ricettività delle Case di Rriposo per i pazienti dimessi da Lungodegenza,
insufficiente raccolta anamnestica prima di indagine diagnostica con mezzo di
contrasto o inadeguata preparazione del paziente all’indagine diagnostica.
2. Ambiente operativo: 28 segnalazioni
insufficiente numero bagni/stanze degenza sprovviste di bagno (corpo M),
insufficiente flusso di acqua calda in bagno (corpo M),
limitazione all’uso della doccia per i pazienti (programma prevenzione
Legionella),
mancanza di parapetto di protezione per balconcini esterni,
eccessiva distanza/percorso lungo per trasporto pazienti (precedentemente
all’avvio piastra operatoria e riallocazione reparti chirurgici dal corpo M al corpo
D),
inadeguatezza del microclima inadeguato (corpo M),
misure e spazi ridotti per stanze di degenza al corpo D,
attrezzature/iniettore mdc TAC con aria all’interno,
440
inadeguatezza letti (obsoleti, spondine che si tolgono, mancanza di freni al
letto) presso Strutture del P.O. di Trecenta.
3. Gruppo di lavoro: 6 segnalazioni
mancata supervisione (terapia farmacologica, valutazione esami di laboratorio
prima di indagine con mezzo di contrasto, valutazione rischio di Lesione da
Decubito).
4. Fattori individuali dell’operatore: 12 segnalazioni
near miss o eventi collegati a somministrazione terapia farmacologia,
nar miss collegati a errori in terapia con farmaci “lookalike/sound-alike”
(Lasa/Sala),
near miss correlati alla procedura di marcatura sito chirurgico o Sito/lato
intervento.
Conclusioni
SWR è un sistema concretamente fattibile, ha il vantaggio di essere a basso costo,
di non richiedere personale aggiuntivo, strutture o infrastrutture per essere
realizzato. Il personale che lo conduce dovrebbe comunque essere adeguatamente
formato come facilitatore e possedere competenze inerenti le tecniche di gestione
dei gruppi.
E’ necessario che il metodo divenga ufficiale e riconosciuto e che gli operatori
ricevano regolari feed-back dalla Direzione sullo stato di avanzamento dei progetti
di miglioramento decisi, condizioni indispensabili per non dare l’impressione ai
professionisti che si è trattato di una perdita di tempo o che le segnalazioni non
vengono prese in dovuta considerazione. Conseguentemente a ciò, il metodo deve
essere parte di un più ampio progetto di miglioramento della qualità dell’assistenza
e non deve essere colto come un’iniziativa separata e a sé stante.
SWR è anche un utile strumento per la Direzione per conoscere direttamente le
criticità ed i problemi inerenti la sicurezza del paziente presenti nell’organizzazione.
Risulta molto importante progettarne la conduzione: le visite vanno organizzate in
forma strutturata e sistematica, applicando la metodologia standard suggerita dalla
letteratura, ma anche con piccoli adattamenti adeguati al contesto locale.
Per ottenere una favorevole accoglienza dell’iniziativa, è importante un’adeguata
informazione preventiva dei professionisti che saranno coinvolti, anche per
sottolineare le finalità conoscitive e le caratteristiche di confidenzialità del metodo
che si va a proporre.
La metodologia applicata deve sempre comprendere la preparazione del “giro”, la
raccolta ed elaborazione dei dati, l’analisi e definizione delle priorità, l’identificazione
delle strategie di miglioramento, la loro implementazione e la successiva verifica.
SWR contribuisce all’identificazione dei rischi e degli eventi avversi, oltre ad influire
sullo sviluppo della cultura della sicurezza, proprio grazie al colloquio con gli
operatori, che vengono invitati ad esprimersi liberamente su questi argomenti.
In un momento in cui le relazioni fra operatori sanitari sono condizionate da forti
tecnicismi, SWR deve essere colto come un’opportunità per i professionisti sanitari,
in quanto consente di interagire e comunicare, aspetti chiave per un’efficace
gestione del rischio clinico.
441
A questo proposito appare fondamentale il ruolo e l’ “expertise” di chi conduce il
SWR, per creare motivazione e sviluppo di interesse sul rischio clinico. Da questo
punto di vista il metodo, quando adeguatamente condotto, può rappresentare un
valido esempio di formazione sul campo.
I risultati dell’applicazione del metodo SWR sono stati presentati e discussi
nell’ambito del CESP, pubblicati nella rete Intranet Aziendale e presentati anche nel
corso degli eventi formativi su “Il rischio clinico: la sicurezza dei pazienti nelle
organizzazioni sanitarie”.
Anche per l’anno 2012 l’esperienza dei “Giri per la sicurezza” verrà continuata; sono
previste ulteriori 10 visite presso le Strutture Operative dei due Presidi Ospedalieri
dell’Azienda.
Per l’anno 2012 è prevista, inoltre, una revisione della lista delle domande che viene
utilizzata durante il SWR per guidare l’intervista agli operatori sanitari.
442
Allegato 1
Dipartimento Tecnostruttura
S.O.C. Direzione Medica
COMITATO ESECUTIVO PER LA SICUREZZA DEL PAZIENTE
- “I GIRI PER LA SICUREZZA – Patient Safety Walkaround (SWR)” - CHECK LIST –
SOC ………………………………………….
DATA ………………………………………..
PERSONALE CHE CONDUCE IL SWR…………………………………………......……………
PERSONALE DELLA SOC CHE PARTECIPA AL SWR .......................................................
All’inizio della “visita” ai partecipanti vengono illustrati gli obiettivi e la metodologia dello
strumento SWR .
Obiettivi : Migliorare il sistema di risk–assessment aziendale; introdurre cambiamenti per il
miglioramento continuo; diffondere la cultura della sicurezza e dell’imparare dall’errore .
Metodologia : Si tratta di una “visita” (c.d. “giri per la sicurezza”) presso la Strutture
Operativa della durata di 40 minuti circa, effettuata da un gruppo formato dal Risk Manager
Aziendale (Dott. Ricchiero), dal Coordinatore Infermieristico della DMPO Referente per la
Sicurezza Paziente (CI Marchetto) e da 1 Referente Dipartimentale per la Sicurezza in
affiancamento. La partecipazione al SWR è volontaria. Viene effettuata una intervista al
personale sanitario utilizzando una lista predisposta di domande a risposta aperta (9
domande). Le domande riguarderanno esclusivamente tematiche inerenti il rischio clinico e
la sicurezza del paziente. Ci sarà la registrazione delle risposte fornite dal personale durante
la “visita” per la successiva archiviazione ed elaborazione delle informazioni in apposito DB.
Confidenzialità e riservatezza.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Vi sovviene qualche evento che nei giorni scorsi abbia portato ad un prolungamento
della degenza dei vostri pazienti?
Vi sono stati eventi negli ultimi giorni che hanno comportato dei danni per i vostri
pazienti?
Vi viene in mente una situazione in cui avete evitato al paziente un danno che altrimenti
sarebbe accaduto?
Quali elementi presenti nell’ambiente potrebbero portare ad un prossimo evento
avverso?
Potreste fornire un esempio di un evento avverso con danno per il paziente?
Quando fate un errore, lo segnalate sempre?
Se fate o segnalate un errore, siete preoccupati per le conseguenze?
Avete a volte discusso problemi di sicurezza con i pazienti o i loro famigliari?
Potreste fornire qualche esempio di buona pratica locale ?
443
Allegato 2
Dipartimento Tecnostruttura
S.O.C. Direzione Medica
Comitato Esecutivo per la Sicurezza del Paziente
“I GIRI PER LA SICUREZZA - Patient Safety Walkaround (SWR)”
in Azienda ULSS 18 di Rovigo
CHE COSA SONO
“I GIRI PER LA
SICUREZZA” (SWR)?
COSA DEVE FARE
IL PERSONALE
DELL’UNITA’
OPERATIVA DURANTE
LA “VISITA” ?
CHI DEVE
PARTECIPARE
ALLA “VISITA” ?
CHI CONDUCE LA
“VISITA” ?
QUANTO TEMPO DURA
LA “VISITA” ?
COME VENGONO
TRATTATE
LE INFORMAZIONI
CHE EMERGONO
DURANTE LA
“VISITA”?
A CHE COSA SERVONO
“I GIRI PER LA
SICUREZZA” ?
A CHI POSSO
RIVOLGERMI
PER MAGGIORI
INFORMAZIONI
SUL SWR ?
I GIRI PER LA SICUREZZA (detti anche Patient Safety
Walkaround (SWR), consistono in “VISITE” che un gruppo di
Referenti per la Sicurezza effettua nelle unità operative per
identificare con il personale i problemi correlati alla sicurezza
dei pazienti.
Il personale partecipante al SWR viene invitato, attraverso
una lista di domande a risposta aperta (9 domande circa)
predisposta ad hoc, a raccontare gli eventi significativi per la
sicurezza del paziente, fattori causali e possibili soluzioni.
La lista di domande riguarderà esclusivamente tematiche
inerenti il rischio clinico e la sicurezza dei pazienti.
La partecipazione del personale dell’unità operativa alla
“visita” è volontaria.
Tutto il personale presente può partecipare.
La “visita” viene condotta da un gruppo formato dal Risk
Manager Aziendale (Dott. Ricchiero della DMPO), dal
Coordinatore Infermieristico della DMPO Referente per la
Sicurezza Paziente (CI Marchetto) e dal
Referente
Dipartimentale per la Sicurezza (in affiancamento).
La “visita” avrà durata di circa 40 minuti.
Le risposte fornite dal personale vengono registrate durante
la “visita” e i dati emersi vengono sinteticamente raccolti in
apposito data base (foglio elettronico) per l’archiviazione e
l’elaborazione.
I dati raccolti saranno confidenziali e riservati.
•
Migliorare il sistema di gestione del rischio clinico
•
Introdurre cambiamenti per il miglioramento continuo
della qualità delle cure
•
Diffondere la cultura della sicurezza e dell’imparare
dall’errore
- Dott. Daniele Ricchiero, Direzione Medica, int. 3413
- Coordinatore Inf. Raffaela Marchetto, Direzione Medica, int.
4243
GRAZIE PER LA CORTESE COLLABORAZIONE
444
5.2 Le strategie per la sicurezza degli operatori
La sorveglianza sanitaria ai dipendenti dell’Azienda ULSS 18
L’attività di sorveglianza sanitaria (S.S.) svolta nel corso dell’anno 2011 a favore
dei dipendenti dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo e di lavoratori ad essi equiparati
(stagisti, volontari, studenti, borsisti, ecc..) è rappresentata nella Tabella 1,
comprendente le diverse tipologie di visite mediche effettuate dai Medici
Competenti aziendali, distinte tra le due sedi ospedaliere e per genere.
Tabella 1 – Visite mediche effettuate,
suddivise per sesso e per Presidio Ospedaliero - Anno 2011
Tipologia
Preventive
Periodiche
Su richiesta
del lavoratore
Per cambio
mansione
Dopo assenza
> 60gg.
Di consulenza
Totale
Totale
N°
%
184
17,1%
543
50,5%
Rovigo
M
F
Trecenta
M
F
178
401
37
110
141
291
6
142
1
41
5
101
31
10
21
10
1
9
41
3,8%
45
5
40
0
0
0
45
4,1%
31
6
25
8
2
6
39
3,6%
167
853
36
204
131
649
56
222
10
55
46
167
223
1.075
20,7%
A seguito della visita medica e degli eventuali ulteriori accertamenti sanitari
effettuati, sono stati rilasciati complessivamente 884 giudizi di idoneità alle
mansioni, ripartiti come illustrato nella Tabella 2 e nel Grafico 1. Nel Grafico 2
sono riportati i determinanti per cui sono stati espressi i giudizi di idoneità con
prescrizioni/limitazioni.
Tabella 2 – Giudizi di idoneità espressi,
suddivisi per sesso e per Presidio Ospedaliero - Anno 2011
Tipologia
Totale
Rovigo
M
F
Trecenta
M
F
di giudizio
N°
%
Idonei
782
88,4%
630
154 476
152
48
152
Idonei con
98
11,1%
79
19
60
19
4
15
limitazioni/prescr.
a) temporanee
67
68%
53
12
41
14
3
11
b) permanenti
31
32%
26
7
19
5
1
4
Temporaneamente
0
0,0%
0
0
0
0
0
0
inidonei
Permanentemente
4
0,4%
3
2
1
1
1
0
inidonei
Totale
712
175 537
172
53
119
884
445
Grafico 1 - Tipologie dei giudizi di idoneità
Idonei con
limitazioni o
prescrizioni
98 (11,1%)
Temporaneam.
inidonei
0
Permanentem.
inidonei
4 (0,4%)
Idonei
782 (88,4%)
Grafico 2 - Determinanti dei giudizi di idoneità
con prescrizioni/limitazioni
AMBIENTE DI LAVORO
2 (2%)
6 (6%)
8 (8%)
ORGANIZZAZIONE
LAVORO
MOV. MAN. CARICHI
POSTURE
42 (43%)
40 (41%)
ALTRO
La distribuzione del personale sottoposto ad accertamenti sanitari suddiviso per
qualifica professionale e per sede operativa è riportata in Tabella 3 e Grafico 3.
Tabella 3 – Qualifiche professionali del personale sottoposto ad accertamenti,
per Presidio Ospedaliero - Anno 2011
Qualifiche professionali
Rovigo
Trecenta
Totale
Medici
N°
%
117
18
Infermieri
569
52,7%
413
156
OSS
137
12,6%
121
16
Tecnici sanitari
61
5,6%
44
17
Altro personale
70
6,4%
54
16
Studenti Corsi di Laurea
107
9,9%
(Infermieristica e
107
-Ostetrica) e Volontari
Totale
856
223
1.079
446
Grafico 3 - Distribuzione accertam enti sanitari per qualifiche professionali
ALTRO PERSONALE
70 (6,4%)
STUDENTI
107 (9,9%)
MEDICI
135 (12,5%)
TECNICI SAN.
61 (5,6%)
O SS
137 (12,6%)
INFERMIERI
569 (52,7%)
A completamento dei dati clinici raccolti, sono state richieste visite specialistiche ed
esami diagnostico-strumentali (Tabelle 4 e 5).
Tabella 4 – Visite specialistiche richieste,
per Presidio Ospedaliero - Anno 2011
Visite
Rovigo
Trecenta
Fisiatriche
25
4
Infettivologiche
8
Cardiologiche
5
1
Dermatologiche
5
1
Oculistiche
4
Psichiatriche
4
1
Diabetologiche
4
2
Dietologiche
3
2
Reumatologiche
3
3
Neurologiche
2
O.R.L.
2
Pneumologiche
2
1
Altre
4
1
Totale
74
16
Totale
29
8
6
6
4
5
6
5
6
2
2
3
5
90
Tabella 5 – Esami diagnostico/strumentali richiesti,
per Presidio Ospedaliero - Anno 2011
Esami
Rovigo
Trecenta
Totale
ECG
192
192
RX
17
14
3
Ecografie
9
5
4
Spirometrie
1
1
Ecocardio
2
2
TAC addome
1
1
RMN
3
2 (rachide)
1 (polso)
Altro
9
8
1
Totale
225
9
234
447
Pareri sanitari per gravidanze
In ottemperanza alle disposizioni previste dal “Testo unico delle disposizioni in
materia di tutela della maternità e paternità”, approvato con D.Lgs. 26.03.2001
n.151” e dalla procedura aziendale elaborata dalla Direzione Medica dal titolo
“Indicazioni sulla tutela della gestante, della lavoratrice madre e del lavoratore
padre”, sono stati formulati, nel 2011, 14 pareri sanitari ai fini di una più idonea
collocazione al lavoro di lavoratrici gestanti o puerpere.
Di questi pareri, alcuni riguardavano il prolungamento del periodo di astensione
obbligatoria fino a 7 mesi dopo il parto, mentre gli altri la valutazione di mansioni a
rischio per una eventuale astensione anticipata dal lavoro.
Ricorsi ex art. 41 D.Lgs. n° 81/08
Ai sensi del comma 9 art.41 del DLgs n° 81/08, sono stati inoltrati, entro trenta
giorni dalla data di comunicazione del giudizio medesimo formulato dal Medico
Competente, all’organo di vigilanza territorialmente Competente (SPISAL), 7
ricorsi relativi a 2 medici e a 5 operatori del comparto.
Di questi ricorsi, 5 sono stati effettuati dai lavoratori stessi e 2 dal dal datore di
lavoro tramite la Direzione Medica o il Direttore della Struttura del dipendente.
L’esito dell’istruttoria dello SPISAL ha dato i seguenti risultati:
- 2 giudizi confermati,
- 5 giudizi modificati con ulteriori limitazioni/prescrizioni,
- nessun giudizio revocato.
Monitoraggio biologico
Il monitoraggio biologico degli esposti a gas anestetici nelle sale operatorie
viene effettuato semestralmente e in concomitanza dei rilievi ambientali eseguiti a
cura del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Sono determinate le concentrazioni urinarie del Protossido d'azoto e dell'Alcol
esafluoroisopropilico, metabolita del Sevorane, da campioni raccolti a fine seduta
operatoria.
Questi indicatori biologici sono indicatori di esposizione e non di effetto e pertanto
vengono eseguiti su campioni di esposti di tutte le sale operatorie.
Nel corso del 2011, sono stati effettuati, nel primo semestre, i campioni urinari a 32
soggetti esposti sia a Trecenta (SOC Chirurgia, Ginecologia, ORL) che a Rovigo
(SOC Chirurgia Vascolare, ORL, ODS); nel secondo semestre, invece, tali
monitoraggi sono stati eseguiti solamente presso l’Ospedale di Trecenta su 13
esposti operanti presso le SOC Chirurgia, Chirurgia Toracica e Ginecologia.
Le analisi sui campioni urinari del primo semestre sono state eseguite dal
laboratorio di Igiene Industriale dell'Università di Padova.
I valori dell'Alcol esafluoroisopropilico urinario emersi sono risultati ampiamente
contenuti e inferiori all'indice biologico di esposizione pari a 465 µg/L
corrispondente ad un limite d'esposizione ambientale di 2 ppm proposto da Ghittori
e coll. (G. Ital. Med. Lav. Erg, 2002); tali valori sono compatibili con le concomitanti
misurazioni ambientali.
Anche i valori di Protossido d'azoto sono risultati decisamente inferiori al limite
448
biologico equivalente di 27 µg /l, relativo ad una concentrazione ambientale di 50
ppm (Limite previsto dalla Circ.Min. n° 5/89).
Le analisi relative al secondo semestre sono ancora in corso di valutazione.
Sono stati eseguiti, inoltre, 5 prelievi urinari per la determinazione della
concentrazione di Ciclofosfamide negli addetti alla preparazione dei farmaci
antiblastici dell’UFA (Unità Farmaci Antiblastici), i cui risultati analitici hanno
fornito valori rassicuranti per gli esposti (< 0,2 µg limite di rilevabilità del metodo)
Vaccinazione anti-Epatite B
La vaccinazione anti-HBV è proposta a tutti gli operatori esposti a rischio biologico,
sia in visita preventiva che in occasione degli accertamenti per la sorveglianza
sanitaria periodica (secondo le specifiche indicazioni del D.M. 20.11.2000 e relativa
Circolare n°19 del 30.11.2000 "Protocollo per l'ese cuzione della vaccinazione
contro l'epatite virale B").
Il controllo sierologico degli operatori sanitari viene eseguito al momento dell'inizio
dell'attività come operatore sanitario, dopo 1-2 mesi dalla conclusione del ciclo
base, per verificare la risposta vaccinale, e in caso di infortunio con esposizione a
rischio biologico.
Il numero di operatori esposti a rischio biologico è di 1.973, di questi 1.840 sono
risultati idonei alla vaccinazione. Il numero dei dipendenti vaccinati è 1.728 (94%
dei candidati alla vaccinazione).
I soggetti “non responders” sono stati 11 (0,6% dei vaccinati); i dipendenti con una
infezione naturale superata sono stati 108 (5,5% degli esposti a rischio), 13 (0,7%
degli esposti a rischio) gli HBsAg positivi, 12 (0,6% degli esposti a rischio) i
soggetti non idonei alla vaccinazione in quanto portatori di patologie autoimmuni.
Infine, 12 soggetti (0,6% degli esposti) hanno rifiutato la vaccinazione
sottoscrivendo il rifiuto.
Altre vaccinazioni
Nel periodo ottobre-dicembre 2011 il Servizio del Medico Competente ha proposto
a tutti i dipendenti la vaccinazione antinfluenzale stagionale. Sono state
somministrate 230 dosi di vaccino.
I neoassunti al momento dell'inizio dell'attività come operatore sanitario sono
“screenati” in merito al titolo anticorpale rispetto a morbillo, rosolia, parotite,
varicella e tetano e, in caso di negatività, sono stati inviati presso il Distretto Sociosanitario di appartenenza per l'eventuale opportuna vaccinazione.
Infortuni con esposizione a rischio biologico
Rientrano in follow-up per contaminazione professionale da HIV, HCV, HBV, gli
operatori che siano stati contaminati da sangue e/o altro materiale biologico di
pazienti potenzialmente infetti da tali virus, valutate le modalità d’incidente e le
caratteristiche dei materiali:
449
1. Modalità dell’incidente:
• Puntura o taglio con aghi, bisturi o altro strumento contaminato con materiali
biologici,
• Imbrattamento di mucose o cute lesa con materiali biologici.
2. Materiale a rischio:
• Sangue,
• Tessuti biologici e materiali di laboratorio contaminati, quali ad esempio colture
cellulari infette e concentrati di virus,
• Liquidi biologici: cerebrospinale, sinoviale, pleurico, pericardico, peritoneale e
amniotico,
• Feci, secrezioni nasali, sputo, sudore, lacrime, urine e vomito solo in presenza
di sangue.
Il numero complessivo di infortuni con esposizione a rischio biologico registrati nel
2011 è stato di 78 infortuni, di cui 69 a personale dipendente, 9 a personale
equiparato ai dipendenti (7 studenti del Corso di Laurea Infermieristica e 2 Medici,
uno della Specialistica ambulatoriale e 1 Medico volontario).
Dei 78 infortuni registrati, a seguito di una accurata valutazione sulle modalità
d’incidente e sulle caratteristiche dei materiali contaminanti, quelli con potenziale
esposizione a rischio biologico sono risultati essere 66 e, di questi, 31 sono
successi a maschi e 35 a femmine.
Le categorie interessate sono state infermieri (34), medici (17), OSS (4), Tecnici
sanitari (1), TSRM (3) e allievi del corso laurea infermieri (7).
In sette casi il medesimo operatore sanitario si è infortunato due volte o più.
Il Grafico 4 illustra l’andamento degli infortuni a rischio biologico occorsi dal 1996
al 2011.
Grafico 4 - Andamento degli infortuni a rischio biologico
Anni 1996-2011
200
150
100
170
138148153 136135
129122
120
90 91 83
99
70
76
66
50
A.1
99
A.1 6
99
A.1 7
99
A.1 8
99
A.2 9
00
A.2 0
00
A.2 1
00
A.2 2
00
A.2 3
00
A.2 4
00
A.2 5
00
A.2 6
00
A.2 7
00
A.2 8
00
A.2 9
01
A.2 0
01
1
0
Le principali modalità con cui sono occorsi gli infortuni sono state (Grafico 5):
• 40 “puntura d’ago”, di cui 16 a causa di procedure scorrette/inadeguate,
• 12 “schizzi agli occhi”, di cui 8 senza l’utilizzo della visiera,
450
• 8 “contaminazione cutanea”,
• 5 “puntura”,
• 1 “ferita da taglio”.
Grafico 5 - Modalità di accadimento degli infortuni
a rischio biologico - Anno 2011
Punture
8% (5)
Contaminazioni
cutanee
12% (8)
Ferite da taglio
2% (1)
Schizzi agli
occhi
18% (12)
Punture d' ago
60% (40)
Le macrostrutture operative con maggiore numero di infortuni, nel 2011, sono state
il Dipartimento delle Urgenze-Emergenze, il Dipartimento Chirurgico Generale, il
Dipartimento Medico, il Dipartimento Salute Mentale, il Dipartimento Chirurgico
Specialistico (Grafico 6).
L’indice di frequenza (N°infortuni/N°addettix100) , invece, è risultato più alto nel
Dipartimento Urgenze-Emergenze (5,9) seguito dal Dipartimento Chirurgico
Specialistico (5,7), dal Dipartimento Chirurgico Generale (5,2) e dal Dipartimento
Salute Mentale (4,7) (Grafico 7).
Il turno più rappresentato è quello del mattino, durante il quale viene effettuata la
maggior parte delle attività che comportano manovre invasive.
Grafico 6 - Distribuzione degli infortuni a rischio biologico
per Dipartimento - Anno 2011
26
30
25
20
15
10
7
10
6
7
4
5
3
3
ti
en
tim
en
ag
l tr
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en
ge
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nz
e
e
0
451
Indice di frequenza degli infortuni a rischio biologico
per Dipartimento - Anno 2011
7
5,97
5,71
6
5,23
4,71
5
%
3,46
4
3,12
2,85
3
2,77
2,39
2
1
A
ltr
i
co
og
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a
0
Sorveglianza Infezione Tubercolare
Nella gestione del rischio biologico particolare attenzione è data, come da prassi
consolidata, alla valutazione del rischio da trasmissione dell’Infezione Tubercolare.
Viene valutata l’epidemiologia della Tubercolosi nel territorio che è bacino d’utenza
della struttura socio-sanitaria e, all’interno della struttura stessa, nei pazienti e
negli operatori, programmando lo screening mediante test Mantoux e/o test
I.G.R.A. (Interferon Gamma Release Assay), con la doppia finalità di individuare la
prevalenza/incidenza dell’infezione latente tra gli operatori sanitari e i casi di
trasmissione professionale di questa infezione.
Si esegue quindi (secondo Linee Guida CDC 2005 e 2011 e Linee guida regionali
2007):
• una sorveglianza sanitaria periodica agli operatori sanitari delle SOC a medio
rischio (Malattie Infettive, Pneumologia - Broncoscopia, Pronto Soccorso,
Microbiologia),
• una sorveglianza straordinaria a tutti gli operatori che hanno avuto
un’esposizione non protetta,
• infine si promuove la gestione integrata degli operatori sanitari con Tubercolosi
latente o attiva.
Viene inoltre eseguito test Mantoux/I.G.R.A. a tutti i neoassunti e agli studenti del
corso di laurea infermiere/ostetrica.
Le segnalazioni di TB pervenute alla SOS Servizio del Medico Competente sono
state complessivamente 23 e provenienti per la maggior parte dall’Unità Operativa
di Malattie Infettive di Rovigo (22); solo un caso è stato segnalato dalla SOS
Pronto Soccorso di Trecenta.
452
Le 23 segnalazioni riguardavano:
20 TB polmonari, così distribuite:
• 7 → contagiosità alta
• 3 → contagiosità bassa
• 3 → contagiosità molto bassa
• 6 → non contagiose
• 1 → non confermata
• 3 TB extra-polmonare:
- 2 linfonodali → non contagiose
- 1 intestinale → non contagiosa.
8 casi di TB polmonari sono stati diagnosticati tardivamente e riguardavano:
• 3 → rischio trascurabile per contagiosità bassa
• 3 → nessun rischio, non contagiose
• 2 → contagiosità alta.
Le Strutture Operative coinvolte sono state:
- Malattie Infettive
- Microbiologia
- Broncoscopia
- Ambulatorio Pneumologico di Rovigo
- Pneumologia e DH
- Pronto Soccorso di Rovigo e Trecenta
- SUEM.
Un Medico dell’ambulatorio pneumologico, inoltre, è stato sottoposto a
sorveglianza sanitaria straordinaria per esposizione non protetta in caso di alta
contagiosità. La sorveglianza post-esposizione effettuata dopo 10 settimane dal
contatto è risultata negativa.
La sorveglianza TB del personale dipendente ed equiparato, nel corso del 2011, è
stata fatta con l’esecuzione di 251 test Quantiferon TB GIT così distribuiti:
a. 64 screening preventivi in assunzione,
b. 10 screening preventivi a studenti,
c. 6 screening preventivi a volontari,
d. 9 sorveglianza clinica attiva,
e. 138 sorveglianza periodica,
f. 2 sorveglianza straordinaria,
g. 6 test sono stati ripetuti perché il primo controllo presentava valori prossimi al
cut-off (in 2 casi è stata confermata la positività, in 4 casi si è verificata una
reversione),
h. 16 altri controlli.
I test eseguiti nella “sorveglianza periodica” hanno dato i seguenti risultati:
• 132 negativi, di cui 1 reversione (positivo al controllo precedente),
• 7 positivi,
• 2 in corso.
I test QF TB GIT positivi riguardavano:
• 3 controlli in operatori con pregressa TB,
453
• 1 controllo in operatore con precedente Complesso Primario TB trattato,
• 1 recente conversione (negli ultimi 2 anni) in trattamento dall’ottobre u.s.,
• 1 in assunzione sconsigliato il trattamento dall’infettivologo,
• 2 già positivi al controllo precedente.
I risultati dei test nello “screening preventivo” sono stati i seguenti:
• a 128 studenti e volontari:
- 113 test mantoux negative,
- 3 test mantoux ≥10mm,
- 14 IGRA negativi,
- 2 IGRA positivi.
N.B. Agli studenti che provengono da aree endemiche viene fatto il test QF TB Git.
• a 63 dipendenti in assunzione:
- 60 IGRA negativi
- 3 IGRA positivi.
Il personale risultato positivo al test IGRA e che, previa consulenza e presa in
carico dalla SOS Malattie Infettive, ha accettato di sottoporsi al trattamento per
l’Infezione Tubercolare latente è stato il seguente:
- 1 studente infermiere,
- 1 OSS in assunzione,
- 1 Ostetrica in assunzione,
- 1 OSS con recente conversione valutata in sorveglianza periodica.
Verifica di assenza di condizioni di alcol-dipendenza e di assunzione di
sostanze psicotrope e stupefacenti
Nel corso del 2011 sono stati sottoposti a controlli sanitari ai sensi dell’art. 41 c.4
del D.Lgs n°81/08 e con le modalità previste dalla Legge 30 marzo 2001 n°125
“Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati”, 4 lavoratori adibiti ad
attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero
per la sicurezza, l'incolumità o la salute dei terzi, per le quali si fa divieto di
assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.
Un’altro lavoratore è invece stato inviato per gli accertamenti di competenza al
SER.T., in applicazione delle indicazioni contenute nel Provvedimento di Intesa
del 30 Ottobre 2007 ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della Legge 5 giugno 2003,
n°131, in materia di accertamento di assenza di tos sicodipendenza.
Per questi controlli il Servizio, oltre che eseguire direttamente prelievi per le
successive analisi ai lavoratori, si rapporta attivamente con il soggetto interessato
e con altri i soggetti e strutture quali il Medico di Famiglia, il SER.T. e i responsabili
delle Strutture di appartenenza del lavoratore per favorire l’adesione ad un
protocollo terapeutico-riabilitativo e il successivo reinserimento del lavoratore
stesso.
Inchieste epidemiologiche
Nel 2011 sono state condotte a seguito di notifiche di malattie infettive pervenute
alla Direzione Medica e segnalate al Servizio del Medico Competente 35 inchieste
epidemiologiche finalizzate al riscontro di eventuali contatti tra gli operatori sanitari
454
e riferite alle seguenti malattie: 23 casi di tubercolosi, 5 casi di scabbia, 7 casi di
meningite.
Inchieste per infortuni sul lavoro
Sono state effettuate, su richiesta dell’Ufficio Monitoraggio del Personale, 15
inchieste riferite ad infortuni sul lavoro accaduti al personale dipendente e per i
quali l’INAIL ha richiesto all’Azienda ULSS 18 chiarimenti e integrazioni sulle
dinamiche infortunistiche.
Malattie professionali
Nel corso del 2011 il Servizio non ha effettuato alcuna denuncia all’INAIL di
malattia professionale.
Formazione
Nell’anno 2011 sono stati formati complessivamente 68 operatori organizzando 4
corsi di formazione (accreditati ECM) della durata di 8 ore ciascuno sul “Rischio
lavorativo da movimentazione manuale dei pazienti”: i destinatari sono stati
prioritariamente rappresentati da personale infermieristico e OSS dei reparti a
maggior rischio.
Sono stati, altresì, formati 108 operatori dell’Area Comparto sul “Rischio biologico”
tramite 4 corsi di formazione (accreditati ECM) della durata di 4 ore e 10 dirigenti
medici con 1 corso di formazione (accreditato ECM).
Sono stati formati 33 operatori neoassunti attraverso 2 corsi di formazione
(accreditati ECM) realizzati congiuntamente ad altre Strutture Operative Aziendali e
108 Dirigenti e Preposti attraverso 2 corsi sull’argomento “Ruolo del Dirigente e
Preposto nell’adozione delle misure di prevenzione e protezione: la Sorveglianza
Sanitaria”.Il numero complessivo di lavoratori formati è stato 327.
Collaborazione alla valutazione dei rischi
Nel corso dell’anno 2011 è stata aggiornata la valutazione del rischio da
“movimentazione manuale dei pazienti” presso le seguenti Strutture Operative:
a) Ospedale di Trecenta: SOS Pronto Soccorso, Blocco Operatorio, Servizi
Ambulatorio Ortopedico, Radiologia, DH Medico, Medicina RiabilitativaHRSA, SPDC, Medicina, Lungodegenza;
b) Ospedale di Rovigo: SOC Chirurgia Specialistica, Ortopedia, Geriatria.
Si è effettuata, in collaborazione con personale professionalmente qualificato dello
SPISAL, la valutazione del rischio da “movimenti ripetitivi agli arti superiori” presso
la SOC Farmacia-UFA.
I risultati di entrambe le valutazioni sono stati trasmessi al RSPP per il loro
inserimento nel documento di valutazione aziendale dei rischi.
E’ stato inoltre elaborato un documento contenente la proposta operativa per la
valutazione del rischio da “stress lavoro correlato”, da sottoporre all’approvazione
del Direttore Generale previa valutazione definitiva con il responsabile della SOC
Qualità e Accreditamento.
455
Implementazione Sistema Gestione Sicurezza sul Lavoro (S.G.S.L.)
Congiuntamente al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione è stata
redatta la proposta definitiva della procedura aggiornata sul “sistema delle
responsabilità aziendali” in materia di sicurezza sul lavoro per l’eventuale definitiva
approvazione da parte del Direttore Generale e che andrà a modificare l’attuale
Regolamento Aziendale sulla sicurezza dei lavoratori.
L’attuale proposta è stata valutata congiuntamente al Direttore della SOC Qualità e
Accreditamento ed è depositata presso il proprio servizio.
La sua approvazione e adozione risulta fondamentale ai fini della successiva
implementazione del Manuale del Sistema di Gestione della Sicurezza e
dell’elaborazione delle altre procedure, sia gestionali che tecniche, previste nel
manuale stesso.
E’ stata inoltre redatta la procedura aziendale per la “sorveglianza sanitaria e
l’inserimento di personale in mansioni a rischio” che sarà anch’essa sottoposta,
prima della eventuale approvazione, ad una valutazione da parte del responsabile
della Qualità.
Entrambe le procedure sopra citate rientrano tra gli indicatori di risultato della
scheda di budget del Servizio del Medico Competente per l’anno 2011.
Infine, a seguito dell’adesione regionale al S.G.S.L. da parte dell’Azienda, il
Servizio ha collaborato assieme al RSPP con la SOC Gestione e Acquisizione
delle Risorse Umane, all’inoltro della domanda di riduzione del premio e a
documentare presso l’INAIL Regionale il possesso dei requisiti in materia di
gestione della sicurezza sul lavoro richiesti dall’ Ente medesimo.
456
5.3 La formazione
Formazione interna
Nel 2011 sono stati realizzati 247 corsi di formazione interna a cui si sono iscritti,
complessivamente, 7.486 partecipanti, di cui 5.069 dell’area del Comparto, 2.093
dell’area Medica e 324 dell’area Sanitaria, Professionale Tecnica ed
Amministrativa (SPTA), con una frequenza media di circa 30 persone a corso.
Tra questi corsi, spiccano senz’altro i 58 percorsi di formazione sul campo
conclusisi nel 2011. La formazione sul campo, che ha la peculiarità di utilizzare le
competenze dei professionisti impegnati nelle attività cliniche e assistenziali
servendosi delle occasioni di lavoro, favorisce l’innalzamento delle professionalità,
migliora i rapporti nel team in un clima di elevata interattività. I 58 progetti, che
hanno coinvolto professionisti sanitari di tutte le aree, si sono contraddistinti per
una elevata responsabilizzazione dei partecipanti in quanto, una volta acquisite le
nuove conoscenze, queste si sono rivelate immediatamente applicabili
nell’esercizio professionale e nel contesto organizzativo. I rimanenti progetti
riguardavano la formazione residenziale. Anche nel caso della formazione
residenziale è stata posta particolare attenzione ai metodi didattici. Quando gli
obiettivi didattici erano di carattere prettamente cognitivo lo strumento didattico
utilizzato era la lezione frontale per il trasferimento di concetti, metodologie, e il
ricorso ad esempi e casi concreti. In caso di obiettivi didattici di tipo relazionale o
pragmatico, si sono utilizzati metodi attivi allo scopo di coinvolgere i partecipanti
attraverso discussioni e confronti, esercitazioni pratiche, analisi dei casi, roleplaying, simulazioni. In questi casi, l’attenzione era rivolta più al metodo per
arrivare ad una decisione che non alla decisione stessa, e i partecipanti sono stati i
veri protagonisti del processo formativo. Naturalmente i risultati maggiori si sono
ottenuti con i piccoli gruppi (inferiori ai 25 partecipanti), premiati anche con un
maggior numero di crediti formativi ECM.
Il programma formativo annuale e le informazioni riguardanti tutti i corsi aziendali
ha trovato spazio nel sito intranet aziendale, per dare la possibilità a ogni
partecipante di visualizzare il programma, le modalità didattiche, oltre che scaricare
il materiale didattico fornito dai docenti (slides, cd-rom, articoli, bibliografia, e altro
materiale di approfondimento on-line).
a maggior parte dei partecipanti fa riferimento all’area del Comparto, con una
partecipazione vicina al 68%, mentre le due aree della Dirigenza Medica e SPTA
hanno registrato una adesione rispettivamente del 28% e del 4%.
Le frequenze maggiori si sono registrate nella modalità di Formazione sul Campo
(FSC), che ha registrato una partecipazione di 1700 persone.
Le ore di formazione proposte sono state 160.790. Di queste, 133.234, pari all’83%
sono state utilizzate dal personale del Comparto, il 15% dalla Dirigenza Medica e il
2% dalla Dirigenza SPTA.
457
Formazione esterna
Nel corso del 2011, in riferimento a quanto stabilito dal D.L. n.78/2010 «Misure
urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica»,
convertito, con modificazioni, dalla Legge n.122 del 30 luglio 2010, che prevedeva
che “...a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua sostenuta dalle amministrazioni
pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione,
come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3
dell'art.1 della Legge 31 dicembre 2009, n.196, incluse le autorità indipendenti, per
attività esclusivamente di formazione deve essere non superiore al 50% della
spesa sostenuta nell'anno 2009...” è stata ridotta notevolmente la modalità di
formazione esterna all’Azienda.
Alle iniziative di formazione esterna hanno preso parte 157 persone per un totale di
433 giorni di formazione; il 46% delle partecipazioni si è registrato tra il personale
del Comparto, il 44% tra quello della Dirigenza medica e veterinaria, mentre il
personale della Dirigenza SPTA ha aderito nella misura del 10%.
Crediti ECM
La Commissione Nazionale per la Formazione Continua ha stabilito che la quantità
di crediti che ogni professionista della sanità deve acquisire nel triennio 2011-2013
sia di 150 crediti ECM sulla base di 50 (minimo 25, massimo 75) ogni anno,
prevedendo la possibilità di riportare dal triennio precedente (2008-2010) fino a 45
crediti. per cui il numero di crediti da acquisire si riduce, per chi ha ottenuto i 45
crediti nel triennio precedente, a 35/anno. Sono stati accreditati 238 eventi
formativi, assegnando mediamente 0,91crediti per ogni ora di formazione (range
da 0,2 per la formazione sul campo a 1,5 per formazione interattiva).
Nella Tabella 1 sono riportati i dati relativi ai crediti ECM proposti ed erogati ai
dipendenti con obbligo di acquisire i crediti, nel corso del 2011.
Tabella 1 – Crediti ECM proposti ed erogati
Azienda ULSS 18 – Anno 2011
Area
Contrattuale
(con obbligo
crediti ECM)
Comparto
SPTA
Medici
Totale
Dipendenti
con diritto
a crediti
Totale
crediti
proposti
Totale
crediti
erogati
Media
crediti
proposti
Media
crediti
erogati
1.205
40
365
1.610
70.545
2.308
15.387
88.240
61.872
1.965
14.436
78.273
58.5
57.7
42.1
51,3
49,1
39.5
458
5.4 La Gestione del Personale
Progetto FDCOS – riconoscibilità del pubblico dipendente
L’art. 69 del D.Lgs 27 ottobre 2009, n.150 ha introdotto nel corpo del D.Lgs 30
marzo 2001, n.165 l’art. 55 novies, che dispone la riconoscibilità dei dipendenti
delle amministrazioni pubbliche che svolgono attività a contatto con il pubblico
mediante l’uso di cartellini identificativi. Tale obbligo decorre dal 13 febbraio 2010,
data di entrata in vigore del richiamato Decreto Legislativo n.150/2009.
La Regione Veneto e il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie hanno
stipulato, in data 3 aprile 2006, una convenzione per il cofinanziamento del
progetto “Diffusione firma digitale operatori sanitari”; successivamente, la Regione
Veneto ha sottoscritto con la società ACTALIS S.P.A. un contratto quadro per
l’appalto dei servizi informatici e la fornitura dei beni connessi alla realizzazione,
distribuzione e gestione della Carta Nazionale di Servizi, promuovendo l’uniformità,
nel territorio regionale, delle modalità di gestione degli accessi dei dipendenti ai
sistemi informativi aziendali e alle strutture, della rilevazione dei tempi di lavoro,
della riconoscibilità dei dipendenti nonché della firma digitale.
In attuazione di quanto sopra descritto, il 12 aprile 2011 il Direttore Generale
dell’Azienda ULSS 18 di Rovigo e la Società ACTALIS S.P.A. hanno definito uno
specifico accordo per la delega delle operazioni di identificazione e registrazione
degli utenti richiedenti certificati qualificati di firma digitale, contemperando in un
unico strumento (tessera magnetica) anche l’obbligo di riconoscibilità del pubblico
dipendente, associato al suo profilo professionale.
Dal mese di settembre 2011 si è dato l’avvio alla sostituzione delle precedenti
tessere magnetiche con la nuova “carta operatore”, la cui composizione, definita
dalla Regione Veneto, contiene: nome, cognome e foto del dipendente, la sua
qualifica e una banda colorata identificativa del profilo professionale. Questo
processo si è completato alla fine dell’anno 2011 con la distribuzione di circa 2.100
tessere magnetiche.
Ora tutti i dipendenti e le loro qualifiche sono facilmente riconoscibili attraverso
l’esposizione della tessera identificativa.
Di seguito si riportano i colori assegnati ai profili professionali, operanti presso
l’Azienda ULSS 18 di Rovigo:
Medici e Dirigenti Sanitari
Infermieri e Tecnici Sanitari
Addetti all’Assistenza OSS
Amministrativi
Studenti
Personale esterno
459
La riconoscibilità del pubblico dipendente rientra nel più ampio e articolato
processo di miglioramento della trasparenza organizzativa dell’attività delle
pubbliche amministrazioni, al fine di agevolare l’esercizio dei diritti da parte dei
cittadini.
460
Hanno collaborato alla 9a Edizione:
SOC Assistenza Primaria
(Dr. Stefano Romagnoli e Collaboratori)
SOC Centrale Operativa SUEM 118
(Dr. Marco Sommacampagna e Collaboratori)
SOS Conoscenza e Formazione del Personale
(D.ssa Diletta Mazzetti e Collaboratori)
SOS Dpt Consultorio Familiare Tutela Minori e Adolescenza
(D.ssa Silvana Milanese e Collaboratori)
SOS Controllo di Gestione per i Servizi Socio Sanitari
(D.ssa Paola Melina e Collaboratori)
SOC Direzione Medica Presidio Ospedaliero
(D.ssa Silvia Pierotti e Collaboratori)
Coordinamento Locale Trapianti
(Dr. Marco Sommacampagna e Collaboratori)
SOS Dpt Disabilità Adulta-SIL
(Dr.ssa Emma Zorzato e Collaboratori)
SOC Distretto Socio-Sanitario Badia Polesine
(Dr.ssa Domenica Lucianò e Collaboratori)
SOC Distretto Socio-Sanitario Rovigo
(Dr. Giampaolo Pecere e Collaboratori)
SOC Farmacia Ospedaliera
(D.ssa Annalisa Ferrarese e Collaboratori)
SOC Farmacia Territoriale
(D.ssa Luisa Monti e Collaboratori)
SOS Dpt Gestione dell’Attività Specialistica Ambulatoriale
(Dr. Francesco Giandoso)
461
SOC Igiene e Sanità Pubblica
(D.ssa Lorenza Gallo e Collaboratori)
SOS Medico Competente
(Dr. Giancarlo Masiero e Collaboratori)
SOS Neuropsichiatria Infantile e Disabilità Età Evolutiva
(Dr.ssa M.Amalia Battaglia e Collaboratori)
SOC Oculistica
(Dr.Mario Bonandini e Collaboratori)
SOS Osservatorio Epidemiologico e di Epidemiologia Valutativa
(Dr.ssa Patrizia Casale)
SOC Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro
(Dr.ssa Antonella Zangirolami e Collaboratori)
SOS Prevenzione e Protezione
(Dr. Antonio Masiero e Collaboratori)
SOS Programmazione Socio-Sanitaria
(Dr.ssa Venturini Monica e Collaboratori)
SOC Psichiatria
(Dr. Emanuele Toniolo e Collaboratori)
Dipartimento Funzionale "Sanità animale e sicurezza alimentare"
(Dr. Francesco Monge e Collaboratori)
SOC Tossicodipendenze (Ser.T.)
(Dr. Marcello Mazzo e Collaboratori)
Ufficio Monitoraggio dell’organizzazione e Applicazione
Accordi sindacali
(Sig.Maurizio Celloni)
462
Altre fonti dati
Istituto Nazionale di Statistica - ISTAT
Provincia di Rovigo - Ufficio Statistica
Regione del Veneto
463
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ULSS 18 Relazione socio-sanitaria 2011