Centro per Impiego
della Provincia di Grosseto
Centro per l’Impiego
Grosseto
Via Scopetani
Cittadella dello Studente
tel. 0564 484719 fax 0564 484970
[email protected]
Orario al pubblico
Lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12,30
Martedì e giovedì dalle ore 15 alle 17
Follonica
Via Nenni, 2
tel. 0566 57690
fax 0566 55130
Comuni di:
Follonica, Gavorrano,
Massa Marittima,
Monterotondo M.mo,
Montieri, Scarlino
Arcidosso
Via Lazzeretti, 100
tel. 0564 966218
fax 0564 966616
Comuni di:
Arcidosso, Castel del
Piano, Castell’azzara,
Roccalbegna, Santa
Fiora, Seggiano
Manciano
Largo D’Antona
tel. 0564 628077
fax 0564 620427
Comuni di:
Manciano, Pitigliano,
Semproniano, Sorano
Grosseto
Via Scopetani
Cittadella dello Studente
tel. 0564 484719
fax 0564 484970
Comuni di:
Grosseto, Campagnatico,
Castiglion della Pescaia,
Cinigiano, Civitella Paganico,
Roccastrada, Scansano
Orbetello
Piazza della
Repubblica, 2
tel. 0564 867230
fax 0564 850124
Comuni di:
Orbetello, Capalbio,
Isola del Giglio,
Magliano, Monte
Argentario
Formazione per l’apprendistato
Il tutor aziendale
Centro per Impiego
della Provincia di Grosseto
Centro per l’Impiego
Grosseto
Via Scopetani
Cittadella dello Studente
tel. 0564 484719 fax 0564 484970
[email protected]
Orario al pubblico
Lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12,30
Martedì e giovedì dalle ore 15 alle 17
Follonica
Via Nenni, 2
tel. 0566 57690
fax 0566 55130
Comuni di:
Follonica, Gavorrano,
Massa Marittima,
Monterotondo M.mo,
Montieri, Scarlino
Arcidosso
Via Lazzeretti, 100
tel. 0564 966218
fax 0564 966616
Comuni di:
Arcidosso, Castel del
Piano, Castell’azzara,
Roccalbegna, Santa
Fiora, Seggiano
Manciano
Largo D’Antona
tel. 0564 628077
fax 0564 620427
Comuni di:
Manciano, Pitigliano,
Semproniano, Sorano
Grosseto
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Cittadella dello Studente
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fax 0564 484970
Comuni di:
Grosseto, Campagnatico,
Castiglion della Pescaia,
Cinigiano, Civitella Paganico,
Roccastrada, Scansano
Orbetello
Piazza della
Repubblica, 2
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fax 0564 850124
Comuni di:
Orbetello, Capalbio,
Isola del Giglio,
Magliano, Monte
Argentario
Formazione per l’apprendistato
Il tutor aziendale
A cura del Centro per l’Impiego di Grosseto:
Roberta Giulietti, Massimo Caramelli, Lorella Dragoni
Testi:
Viola Pinzi, Giulio Iannis, Maurizio Serafin, Stefania Milani
Impaginazione:
Alessandro Bellucci
Prodotto da Centro Studi Pluriversum per la Provincia di Grosseto - febbraio 2008
Stampato su carta riciclata
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a:
• il Centro per l’impiego o agli Uffici Territoriali per l’Impiego
di Grosseto;
• la Regione Toscana (Settore Lavoro e Formazione Continua);
• le Associazioni dei datori di lavoro;
• le Associazioni sindacali.
Premessa
La figura del tutor aziendale è una delle novità più interessanti della riforma dell’apprendistato, introdotta con la L. 196/97 (Legge Treu) e confermata dalla L. 30/03 (Legge Biagi). Le imprese, contestualmente all’assunzione di un apprendista, individuano una persona incaricata di seguire
il giovane durante il suo periodo di apprendimento.
Questa guida si propone quale “rapido” strumento di informazione e
aggiornamento per coloro che sono chiamati a svolgere il ruolo di tutor
aziendale, cercando di fornire, in modo facile e sintetico, indicazioni e
suggerimenti su come si possano affiancare efficacemente gli apprendisti
durante la loro permanenza in azienda.
Con la speranza che le imprese siano sempre più significativi luoghi della
formazione dei giovani, sostenendoli nel loro percorso di avvicinamento al
mondo del lavoro, la Provincia di Grosseto, attraverso il Centro per l’Impiego, è disponibile per fornire informazioni e consulenza su tutti gli aspetti
legati al contratto di apprendistato.
Inoltre, il Centro per l’Impiego offre la possibilità ai tutor aziendali di
svolgere la formazione annuale obbligatoria, attraverso seminari organizzati periodicamente presso le sedi del Centro stesso a Grosseto, Follonica,
Arcidosso, Manciano e Orbetello. Per maggiori informazioni le imprese
possono rivolgersi al Centro per l’Impiego di riferimento.
Introduzione
L’apprendistato apre da sempre ai giovani una nuova prospettiva di inserimento lavorativo: offre alle aziende un contratto molto favorevole, in
termini economici e di benefici contributivi e garantisce al tempo stesso
all’apprendista un efficace percorso di apprendimento e di crescita professionale.
Oltre alle regolamentazione avvenute con la Legge Treu e la Legge Biagi/
Maroni, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, il D.Lgs 276 del
2003, ha introdotto una nuova struttura del contratto di apprendistato,
prevedendone tre tipologie differenti, in base alla situazione del giovane
e all’obiettivo formativo da raggiungere. Di seguito ne schematizziamo le
caratteristiche.
Cosa
Per chi
Apprendistato
per l’espletamento
del diritto-dovere
di istruzione
e formazione
Apprendistato
professionalizzante
Apprendistato
per l’acquisizione
di un diploma
e per percorsi
di alta formazione
Durata
Obiettivo
giovani dai 16
ai 18 anni
in diritto/
dovere di
istruzione e
formazione
massimo 3
anni
qualifica
di istruzione
e formazione
professionale,
un titolo di studio
per l’assolvimento
del diritto/dovere
giovani tra
i 18 ed i 29
anni
da 2 a 6
anni
qualifica
professionale
in Toscana
da 1 a 3
anni
titolo di studio
di livello
secondario,
universitario,
di alta formazione
o di specializzazione
tecnica superiore
(IFTS)
giovani tra i
18 e i 29 anni
Anche le ore di formazione esterna cambiano secondo la tipologia:
• apprendistato diritto/dovere: 240 ore
• apprendistato professionalizzante: 120 ore, che possono essere ridotte a 80 se il giovane ha un diploma o una laurea
• apprendistato di alta formazione: in Toscana, almeno il 70% delle
ore totali previste dal percorso formativo.
Le qualifiche ottenibili con l’apprendistato professionalizzante (e quindi
anche in parte i ruoli per i quali si possono assumere apprendisti) devono fare riferimento, per conoscenze e competenze da acquisire, ai profili
riconosciuti dalla Regione e disponibili nel database sul sito www.rete.
toscana.it, organizzati in base ai CCNL e per comparto. Nel caso in cui la
qualifica non sia ancora prevista nell’elenco profili, si può fare richiesta
di approvazione alla Regione stessa.
1. Chi è il Tutor Aziendale?
Il tutor aziendale è un lavoratore esperto, interno all’azienda, che affianca
l’apprendista durante l’attività lavorativa, trasmettendogli le competenze
necessarie per svolgere i compiti assegnati; favorisce la sua integrazione
nel contesto aziendale, supportandone la partecipazione alla formazione
esterna.
I requisiti che un lavoratore deve possedere per poter diventare tutor
aziendale sono:
• lavorare nella stessa azienda in cui è impiegato l’apprendista;
• essere “qualificato”, con un livello di inquadramento pari o superiore
alla qualifica finale prevista per l’apprendista;
• svolgere mansioni coerenti con quelle del giovane;
• avere un’esperienza lavorativa di almeno tre anni.
Tutte le imprese con apprendisti alle loro dipendenze sono obbligate, a
nominare uno o più tutor aziendali e sono tenute a comunicarne i nomi al
Centro per l’Impiego, insieme ai dati degli apprendista che affiancano.
Nelle imprese con meno di 15 dipendenti ed in quelle artigiane, il ruolo
può essere ricoperto dal titolare dell’impresa, da un socio o da un familiare. Ciascun tutor non può affiancare più di 10 apprendisti.
Il tutor aziendale dell’apprendistato deve inoltre frequentare una specifica attività di formazione di almeno 8 ore, organizzata dal Centro per l’Impiego, per poter svolgere adeguatamente il suo compito in affiancamento
agli apprendisti.
2. Il tutor aziendale: un ruolo e diverse funzioni
Il tutor aziendale è un importante punto di riferimento per l’apprendista
all’interno dell’azienda in cui lavora. Potenzialmente ne diventa il “maestro”, guidandolo nel percorso di inserimento e di apprendimento. È responsabile della formazione che il giovane riceve in azienda e garantisce
il raccordo tra la formazione esterna, svolta presso le agenzie formative
accreditate, e l’esperienza di lavoro.
Il tutor deve aiutare l’apprendista sia ad affrontare i compiti tecnicooperativi, richiesti dal ruolo professionale, sia ad inserirsi positivamente
nel contesto organizzativo e relazionale dell’azienda, preoccupandosi di
coinvolgere nel processo di socializzazione anche altri soggetti presenti
all’interno dell’impresa (superiori e/o colleghi del giovane apprendista).
Deve inoltre stabilire un’efficace collaborazione con il Centro per l’Impiego presso il quale l’apprendista individua il percorso di formazione
esterna e con il tutor dell’agenzia scelta per le attività formative esterne
all’impresa.
Più in particolare il tutor aziendale deve preoccuparsi di:
• accogliere e inserire l’apprendista nell’ambiente di lavoro;
• illustrare gli obiettivi che caratterizzano il percorso di apprendimento inazienda del giovane;
• presentare il piano delle attività che gli verranno progressivamente
assegnate in impresa;
• descrivere obiettivi e modalità della formazione esterna;
• comunicare al Centro per l’Impiego, annualmente e alla conclusione
del periodo di apprendistato, le competenze acquisite (in attesa dell’approvazione del libretto formativo del cittadino).
Nei paragrafi successivi approfondiremo queste funzioni nei confronti del
giovane apprendista, sia da un punto di vista relazionale (l’accoglienza, il
rapporto con il giovane e la sua valutazione) sia da quello professionale
(formazione in azienda e interazione con la formazione esterna).
2.1. L’accoglienza
Il primo inserimento dell’apprendista in azienda è una fase molto importante del percorso formativo e lavorativo del giovane: la prima impressione, entrando in contatto con il nuovo ambiente, influenzerà molto i suoi
atteggiamenti e condizionerà i suoi comportamenti futuri.
Gli apprendisti, in genere, sono giovani alle loro prime esperienze professionali e spesso hanno atteggiamenti contraddittori nei confronti del
lavoro. E’ possibile che i giovani apprendisti tendano a “leggere” in modo
soggettivo, se non perfino distorto, quanto avviene nel contesto di lavoro,
sostituendo facili entusiasmi con delusioni e cadute di impegno di fronte
alle prime difficoltà.
Accogliere nel migliore dei modi l’apprendista in azienda consente invece al giovane di comprendere appieno l’opportunità di crescita professionale che gli viene offerta, motivandolo al lavoro e all’apprendimento.
Per realizzare un buon inserimento dell’apprendista in azienda, si suggerisce di predisporre colloqui, incontri con il personale e visite ai reparti,
che consentiranno al giovane di acquisire le informazioni necessarie su:
• l’impresa - cosa produce, come è organizzata, qual è la storia;
• il reparto in cui verrà inserito - cosa produce, come è organizzato,
quali strumenti e tecnologie vengono utilizzati;
• i colleghi - chi sono, quali mansioni svolgono, qual è la loro storia
professionale;
• le regole di base – orari, accessi ai locali aziendali, modalità di gestione dei turni e delle assenze.
In questa fase è importante che il tutor illustri anche all’apprendista le
principali caratteristiche del contratto di apprendistato, il percorso formativo e professionale in cui verrà inserito (quali compiti sarà chiamato
a svolgere, quali competenze dovrà acquisire, di quali risultati dovrà rispondere) e il tipo di aiuto che potrà ricevere.
2.2. La relazione con l’apprendista
La relazione con il tutor aziendale è il nodo chiave del processo di apprendimento del giovane. Il tutor aziendale deve dedicare particolare cura nel
cercare di stabilire con l’apprendista una buona relazione interpersonale
basata sulla reciproca fiducia. Occorre favorire lo scambio, in modo che
il percorso di inserimento professionale non venga vissuto dal giovane
passivamente, come una procedura prestabilita a cui deve adeguarsi. È
invece fondamentale che il tutor sottolinei l’accordo di investimento reciproco che il giovane e l’impresa - attraverso il tutor aziendale - stanno
sottoscrivendo e si impegnano a rispettare.
Durante la fase di accoglienza è necessario ricavare lo spazio e il tempo necessari ad approfondire la conoscenza reciproca. Occorre cercare
un ambiente tranquillo, evitando di essere continuamente interrotti, e
cercare di non manifestare segnali di fretta di concludere l’incontro. È
importante anche mostrare una immediata disponibilità a condividere la
propria esperienza con l’apprendista, presentando prima di tutto sé stessi, il proprio percorso professionale e l’impegno che si intende dedicare
nell’aiutare il giovane. Non si tratta soltanto di fornire informazioni al
nuovo arrivato, ma di coinvolgerlo in un progetto di sviluppo professionale e di aiutarlo a sentirsi parte dell’azienda, mostrando nei suoi confronti
un interesse reale e prestando attenzione alle aspettative, ai dubbi ed
alle difficoltà che il giovane manifesta rispetto al proprio inserimento in
azienda. Bisogna infatti ricordare che spesso si ha a che fare con persone
che non hanno ancora raggiunto la piena maturità e che possono essere
relativamente fragili da un punto di vista emotivo. Occorre quindi evitare
giudizi negativi o atteggiamenti svalutativi che possono far diminuire la
motivazione e l’impegno ad apprendere.
Durante lo svolgimento del piano di lavoro il tutor deve assumere una
funzione di guida all’apprendimento, aiutando il giovane a sviluppare
un’adeguata consapevolezza sui risultati e sui metodi e gli strumenti per
raggiungerli, senza assumere un atteggiamento eccessivamente direttivo.
2.3. La formazione in azienda
Il tutor aziendale deve affiancare l’apprendista all’interno dell’impresa in
cui lavora, per tutta la durata del contratto di apprendistato. Per poterlo
seguire efficacemente sul lavoro è opportuno partire dalla “messa a fuoco” del ruolo professionale che dovrà ricoprire al termine del contratto,
individuando quali attività il giovane dovrà essere in grado di svolgere
e, a partire da queste, definire le competenze che dovrà acquisire: che
cosa il giovane dovrà sapere (conoscenze) e che cosa dovrà saper fare
(capacità).
Una volta definite le caratteristiche del ruolo professionale che il giovane
dovrà ricoprire, è necessario stabilire un piano di lavoro, programmando
la formazione dell’apprendista e valutando quali compiti ed in quale fase
si possono assegnare al giovane.
Le conoscenze iniziali del giovane, valutate durante la fase di accoglienza, consentirà di stabilire il punto di partenza, individuando i compiti che
è opportuno attribuirgli all’inizio. La pianificazione dei compiti rende più
facile seguire l’inserimento e verificare i risultati. In questo modo il tutor
e l’apprendista - ma anche gli operatori esperti chiamati a seguirlo di
volta in volta - avranno più chiari gli obiettivi e come si sta procedendo.
Per definire ed esplicitare a tutti il piano di lavoro che è stato predisposto
si possono utilizzare i modelli alla fine di questo volume e soprattutto la
scheda denominata “Piano formativo individuale”.
Durante lo svolgimento del piano occorrerà naturalmente tenere conto di
quello che succede (imprevisti, emergere di particolari urgenze aziendali,
problemi di organizzazione, difficoltà incontrate e tempi di apprendimento del giovane), apportando di volta in volta gli aggiustamenti necessari
a raggiungere i risultati previsti. Il piano formativo non è una procedura
stabilita a priori rigidamente, ma un progetto da seguire costantemente
e aggiornare nel tempo, effettuando le eventuali modifiche, in considerazione di quello che accade nella realtà.
2.4. La formazione esterna
Il tutor deve collaborare con l’apprendista e il Centro per l’Impiego per
l’individuazione del percorso relativo alla formazione esterna all’azienda.
Il tutor fornisce utili elementi al personale del Centro per l’Impiego e
all’agenzia formativa per la definizione del piano formativo individualizzato del giovane: l’obiettivo è cercare la maggior coerenza possibile tra
percorso didattico ed esperienza dell’apprendista all’interno dell’azienda. Per fare ciò, si può utilizzare l’altro modello in fondo a questo volume,
la scheda denominata “Patto formativo integrato”.
È pertanto opportuno che il tutor aziendale accompagni l’apprendista
presso il Centro per l’Impiego per il colloquio di orientamento, durante
il quale viene descritta l’offerta formativa disponibile (titoli dei moduli,
obiettivi dell’apprendimento, principali contenuti) e individuato il percorso più adatto. Successivamente il tutor dovrebbe incontrare il coordinatore didattico dell’agenzia formativa per verificare le attività previste
durante la formazione esterna.
La conoscenza del programma di formazione extra-aziendale consente al
tutor aziendale di:
• fornire all’apprendista consapevolezza dei collegamenti esistenti tra
l’esperienza aziendale e la formazione esterna;
• verificare con il tutor dell’agenzia formativa il rapporto tra programma previsto e risultati effettivamente prodotti dalla formazione extra
aziendale, anche in relazione all’eventuale formazione delle annualità successive.
2.5. La valutazione e l’azione di supporto al giovane
Per seguire efficacemente gli inserimenti, mantenere alta la motivazione
dell’apprendista e consentire a quest’ultimo di migliorare progressivamente le sue competenze, è necessario che il tutor proceda ad una valutazione periodica di quello che il giovane sta imparando. La valutazione
dei risultati ottenuti è fondamentale per l’apprendimento, perchè permette, in caso, di recuperare eventuali carenze o difficoltà, senza problemi
né per il giovane né per l’azienda. È opportuno informare da subito l’apprendista, su cosa, come e quando sarà valutato, per creare condizioni
più favorevoli alla sua collaborazione e aiutarlo a comprendere meglio in
che direzione orientare il suo impegno.
Il tutor aziendale deve prevedere dei momenti di confronto e colloquio
con il giovane apprendista per svolgere un monitoraggio ed una valutazione costante dei progressi del ragazzo. I momenti di valutazione saranno pianificati in rapporto al programma delle attività previste per l’apprendista: non è necessario che siano particolarmente frequenti, ma è
utile collocarli dopo che il giovane ha avuto modo di mettersi alla prova
con compiti che richiedono l’utilizzo di un insieme significativo di competenze fra loro connesse.
Alla fine di ciascuna fase di valutazione, è opportuno che il tutor organizzi un colloquio con l’apprendista per discutere con lui i risultati emersi,
in modo da coinvolgerlo e responsabilizzarlo rispetto al proprio percorso
formativo e professionale.
La presenza di periodici momenti di valutazione durante il percorso di
apprendistato permette anche di semplificare al tutor la valutazione periodica e finale delle competenze acquisite dal giovane, al termine del
contratto, cui concorre la “Dichiarazione delle competenze” (la scheda C
nel prossimo paragrafo), rilasciata dall’agenzia a conclusione della formazione esterna.
3. Modelli e strumenti per la valutazione
e la programmazione delle azioni
Di seguito, proponiamo tre schede attualmente in uso per i contratti di
apprendistato nella Provincia di Grosseto, che saranno utili al tutor per
compiere le sue funzioni.
I tre moduli costituiscono nel complesso una ricostruzione dell’intero
percorso formativo del giovane apprendista.
A. Il piano formativo individuale
dove si indicano, all’avvio del periodo di apprendistato, le competenze da
acquisire con la formazione interna.
B. Il patto formativo integrato
dove si indicano moduli, competenze e organizzazione del periodo di formazione esterna scelto dall’apprendista.
C. Dichiarazione delle competenze
è l’attestazione, a conclusione della formazione esterna, che documenta
le competenze effettivamente acquisite dal giovane.
Carta intestata dell’impresa
Allegato al contratto di apprendistato del..........
tra l’Impresa......................................................
e il Signor..................................Durata..............
Piano formativo individuale
Profilo formativo............................................................
Qualifica........................................................................
Formazione interna
I anno
Conoscenze
Competenze
II anno
Conoscenze
Competenze
III anno
Conoscenze
Competenze
VI anno
Conoscenze
Competenze
Proseguire per gli eventuali altri anni di durata previsti dal C.C.N.L
Formazione esterna
Sarà effettuata secondo il piano e le modalità previste dalla Provincia di...............................
ai sensi dell’art. 44 del Regolamento Regionale n. 22/R del 2005.
Tutor aziendale .............................
Data...........................................
L’impresa........................................
Il lavoratore................................
REGIONE
TOSCANA
(logo agenzia)
UNIONE EUROPEA
Fondo sociale europeo
Formazione esterna per l’apprendistato
Patto formativo integrato
(agenzia - apprendista - azienda)
tra
L’Agenzia................................................................................................................
indirizzo.................................................................................................................
rappresentata da.....................................................................................................
e
l’Apprendista.......................................................... nato il.......................................
a..............................................CF...........................................................................
Assunto presso l’Azienda.........................................................................................
Settore di riferimento................................................................................................
si concorda il presente patto formativo integrato per l’acquisizione delle seguenti
competenze:
Formazione esterna
Modulo base
Capacità
Conoscenze
Modulo trsversale
Capacità
Conoscenze
Modulo tecnico-professionale
Area professionale..............................
Capacità
Conoscenze
1
REGIONE
TOSCANA
(logo agenzia)
UNIONE EUROPEA
Fondo sociale europeo
e si concorda il seguente piano formativo:
Sede
Data
Ore
Attività didattica
Materiale didattico individuale che verrà consegnato ad ogni apprendista
Si definisce l’impegno comune a recuperare eventuali periodi di assenza.
L’agenzia di impegna a fornire l’assistenza del tutor................................................
Per accettazione
L’Agenzia formativa
L’Apprendista
................................., lì.............................
2
L’azienda (il tutor aziendale)
REGIONE
TOSCANA
(logo agenzia)
UNIONE EUROPEA
Fondo sociale europeo
Formazione esterna per l’apprendistato
Dichiarazione delle competenze
acquisite nell’ambito del percorso formativo
Rilasciata a ............................................................................................................
Nato/a..........................................il ...........................Codice Fiscale ........................
Settore....................................................
Percorso formativo ...................................................................................................
.................................................................................................................................
Data inizio ........................... Data conclusione .......................................................
Totale ore percorso .......... Totale ore svolte dall’apprendista ...................................
Competenze acquisite
Modulo base
Capacità
Conoscenze
Modulo trsversale
Capacità
Conoscenze
Modulo tecnico-professionale
Area professionale .............................
Capacità
Conoscenze
La presente dichiarazione si compone di n. ........ pagine.
Data.......................
Il legale rappresentante dell’agenzia formativa
(Timbro e firma)
Informazioni e riferimenti utili
Normativa
Generale
D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276
Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 40/2004
Piano di indirizzo integrato regionale PIGI, Regione Toscana, settembre 2006
Apprendistato diritto-dovere
Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76
Apprendistato professionalizzante
Legge Regionale 1 febbraio 2005, n. 20
Regolamento Regionale 2 febbraio 2005, n. 22/R
Delibera Giunta Regionale 21 marzo 2005, n. 427
Delibera Giunta Regionale 4 luglio 2005, n. 706
Apprendistato di alta formazione
Protocollo d’intesa Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale e Regione
Toscana “Apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta
formazione”
Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 2/2006
Siti utili
www.provincia,grosseto.it/lavoro
Servizi per il lavoro della Provincia di Grosseto
www.welfare.gov.it
“Riforma Biagi” – “Apprendistato”
www.rete.toscana.it
Settore “Lavoro” – “Apprendistato”
In questo sito si trovano informazioni e l’elenco dei profili professionali.
www.isfol.it
Su questo sito si possono trovare due utili e più approfondite guide per il tutor
aziendale.
A cura del Centro per l’Impiego di Grosseto:
Roberta Giulietti, Massimo Caramelli, Lorella Dragoni
Testi:
Viola Pinzi, Giulio Iannis, Maurizio Serafin, Stefania Milani
Impaginazione:
Alessandro Bellucci
Prodotto da Centro Studi Pluriversum per la Provincia di Grosseto - febbraio 2008
Stampato su carta riciclata
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a:
• il Centro per l’impiego o agli Uffici Territoriali per l’Impiego
di Grosseto;
• la Regione Toscana (Settore Lavoro e Formazione Continua);
• le Associazioni dei datori di lavoro;
• le Associazioni sindacali.
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Manuale del Tutor Aziendale