IL RUOLO DELL’ORTODONZIA NEL TRATTAMENTO MULTIDISCIPLINARE DELLE AGENESIE FRONTALI S.I.Te.Bi – Società Italiana di Tecnica Bidimensionale Autore: Alessandro Mario Greco Indice: 1. Introduzione 2. Le agenesie frontali 3. Scopo del lavoro 4. Materiali e metodi a) Fase ortodontica b) Fase conservativa 5. Discussione 6. Conclusioni 7. Bibliografia 1. Introduzione Il trattamento non convenzionale delle agenesie del settore frontale, spesso richiede un’attenta valutazione e soprattutto pianificazione multidisciplinare (ortoconservativa) per il conseguimento di una soddisfacente estetica del sorriso ed una corretta funzione masticatoria (Rosa & Zachrisson 2007, Turpin 2004). 2. Le agenesie frontali I denti maggiormente affetti da agenesia sono gli ultimi elementi dentari di ogni serie ossia: terzi molari, secondi premolari e incisivi laterali mascellari. Questi ultimi presentano un’incidenza del 5%, e dopo i terzi molari sono gli elementi dentari più soggetti ad agenesia anche se la prevalenza varia in base alle diverse popolazioni (Altug-Atac & Erdem 2007, Pinho, Tavares, Maciel & Pollmann 2005, Endo,Ozoe, Yoshino & Shimooka 2006). L’assenza degli incisivi laterali mascellari tuttavia, può essere la conseguenza di diversi altri fattori: - perdita traumatica - estrazione forzata per impossibilità di un adeguato recupero endodonticoconservativo - alterazioni di forma che condizionano l’affidabilità dell’elemento (Beznos 1996, Rosa & Zachrisson 2001). Indipendentemente dalla causa, il problema clinico che si pone è quello di dover ristabilire un’adeguata estetica e funzione. In letteratura per la risoluzione delle agenesie degli incisivi laterali mascellari sono riportati due approcci terapeutici: • La riapertura dello spazio e la successiva riabilitazione protesica; • la chiusura degli spazi mediante mesializzazione dei canini e successivo recontouring coronale e gengivale. Diversi fattori devono essere analizzati prima di formulare il piano di trattamento: l’età del paziente, il tipo di crescita e di malocclusione, la presenza o meno di affollamento nel mascellare, la forma, il colore ed il punto di eruzione del canino permanente, la compliance del paziente (Sabri 1999, Kinzer & Kokich 2005, Stenvick & Zachrisson 2006). Per quanto riguarda la funzionalità occlusale, la presenza di segni e sintomi di disfunzioni articolari e l’aspetto parodontale non sono state riscontrate differenze con i due tipi di trattamento ( De Marchi, Pini, Hayacibare, Silva & Pascotto 2012). Alcuni autori (Gandolfini 1996, Tollaro & Vichi 1982, Artun & Zachrisson 1984) hanno evidenziato come la chiusura degli spazi sia particolarmente indicata nei pazienti in crescita che, in caso di scelta implantare, richiederebbero dei mantenitori di spazio o delle protesi adesive fino al termine della crescita, con il rischio di perdita negli anni dello spazio a disposizione per gli impianti. Inoltre nella correzione di alcune malocclusioni come le Classi II con protrusione del mascellare superiore, la scelta di chiudere gli spazi agenesici trova l’applicazione ideale anche per la risoluzione dell’overjet. Affinché si abbia una buona funzione ed un’estetica ideale sono necessari alcuni accorgimenti (Rosa & Zachrisson 2007, Tuverson 1970): • A seguito della mesializzazione dei canini mascellari, si perde la guida canina che deve essere adeguatamente sostituita mediante un recontouring conservativo della cuspide palatina del primo premolare mascellare. • Per ottenere un buon risultato estetico oltre che funzionale è indispensabile effettuare un recontouring del canino così da simulare il più possibile le caratteristiche anatomiche del laterale mascellare. • Si deve imprimere il giusto torque alle radici per annullare la bozza del canino e ricreare la bozza canina in corrispondenza del primo premolare. • Viene rimodellata la gengiva del settore anteriore mediante movimenti intrusivi ed estrusivi così da ristabilire la corretta festonatura gengivale. • Viene rimodellata la corona dei canini e dei premolari mascellari mediante ricostruzioni in materiale composito o veneers. Si rende dunque necessario, per riuscire ad ottenere un risultato soddisfacente sia dal punto di vista estetico che funzionale un lavoro d’equipe tra i diversi specialisti (ortodontista, conservatore e protesista) fin dalla fase diagnostica, al fine di stabilire fin dalle prime sedute il corretto timing d’intervento (Zachrisson 2007). 3. Scopo del lavoro Lo scopo del presente lavoro è quello di presentare la nostra esperienza clinica e la procedura step by step ortodontica e conservativa nel trattamento delle agenesie degli incisivi laterali mascellari. 4. Materiali e metodi La paziente, una ragazza di 16 anni, si è presentata alla nostra osservazione evidenziando all’esame clinico e radiografico l’agenesia degli incisivi laterali superiori e lo scivolamento spontaneo in sede 1.2- 2.2 dei canini mascellari (Fig.1). Fig.1: Sorriso pre-trattamento. Presentava una malocclusione di Classe II di Angle a destra e di Classe I a sinistra con conseguente deviazione delle linee mediane, un lieve affollamento nell’arcata inferiore ed un’evidente asimmetria dell’arcata mascellare. L’overjet e l’overbite erano nella norma (Fig.2). Fig.2: Foto intraorali pre-trattamento a) laterale dx b) frontale c) laterale sn d)occlusale sup e) occlusale inf. Dopo un’attenta analisi estetica e funzionale si è deciso per un trattamento combinato ortodontico – conservativo in quanto le caratteristiche sia dentali che dei tessuti molli della paziente indicavano come trattamento elettivo la chiusura degli spazi e successivo camouflage conservativo. a)Fase Ortodontica La terapia ortodontica ha avuto una durata complessiva di 22 mesi durante i quali diversi obiettivi sono stati raggiunti con minima richiesta di compliance della paziente attraverso diverse fasi di terapia: • Allineamento e livellamento delle arcate mediante apparecchiature fisse straight-wire bidimensionali. • Centratura delle line mediane dentali e del volto con il ripristino di un’adeguata Simmetria dell’arcata mascellare. • Mesializzazione dei canini superiori e dei primi premolari in modo da ottenere un rapporto di Classe I a livello canino e Classe II a livello molare (Fig.3). Fig.3: Trattamento ortodontico a) laterale dx b) frontale c) laterale sn. • Correzione del torque dei canini e dei primi premolari per garantire un aspetto naturale. • Correzione della festonatura gengivale ideale dei settori anteriori con i primi premolari alla stessa altezza degli incisivi centrali ed i canini qualche millimetro più bassi. Durante la fase iniziale, la fase di rifinitura ed al debonding la paziente è stata sottoposta a rimodellamento conservativo dei canini e dei premolari in modo da evitare interferenze occlusali, armonizzare il gruppo frontale migliorando l’estetica del sorriso e favorire la disclusione laterale (Fig.4). Fig.4: Rimodellamento premolari e canini a) laterale dx b) frontale c) laterale sn b) Fase Conservativa I pazienti che richiedono interventi riparativi nei denti anteriori si attendono che l'estetica venga integrata con quella degli altri denti che compongono il sorriso. Gli odontoiatri dunque non dovrebbero disporre soltanto di una tecnica scientifica per il ripristino della biologia dentale, ma il loro senso estetico dovrebbe indirizzarli verso la riproduzione delle caratteristiche policromatiche ed anatomiche del dente, rendendo la riparazione impercettibile. L'introduzione di nuovi composti resinici con migliori proprietà meccaniche ed ottiche, combinata con una migliore comprensione del comportamento ottico dei tessuti dentali, ha consentito un approccio maggiormente artistico alle riparazioni dirette con resine. La riproduzione delle caratteristiche ottiche nelle riparazioni richiede un'interpretazione appropriata delle variazioni delle sfumature, con un uso delle resine composite che consenta la corrispondenza con i substrati del dente nei luoghi e con lo spessore appropriati. Tutti i restauri sono avvenuti previo isolamento del campo con diga di gomma. Dopo la mordenzatura e l’applicazione del sistema adesivo prescelto si sono applicate le varie masse dentinali e smaltee secondo le tecniche classiche di restaurativa adesiva fino al raggiungimento della forma e della estetica finale ottimale. Dopo il completamento della terapia ortodontica si è passati ad una fase di finitura dei restauri estetici e alla successiva rifinitura e lucidatura per la realizzazione della tessitura di superficie adeguata (Figg.5-6). Fig.5: Foto del sorriso ed intraorali a fine trattamento a) sorriso b) laterale dx c) frontale d) laterale sn e) occlusale sup f) occlusale inf. Fig.6: Follow-up a 15 mesi a) laterale dx b) frontale c) laterale sn d) occlusale sup e) occlusale inf. 5. Discussione Il trattamento delle agenesie dei laterali mascellari mediante chiusura degli spazi con mesializzazione dei settori latero-posteriori rappresenta una valida alternativa alla soluzione implantare, per diversi considerazioni cliniche: • Nei pazienti in crescita rappresenta addirittura la soluzione ideale, in quanto gli impianti non possono essere programmati prima del termine dell’accrescimento. • In alcuni pazienti adulti la cresta ossea potrebbe essere atrofica e per tal motivo non ottimale per l’inserzione d’impianti. • Nel lungo termine la presenza di denti naturali in zona anteriore estetica è sicuramente una garanzia in più di mantenimento del margine gengivale non condizionato da eventuali recessioni con evidenziazione della vite. • L’utilizzo di compositi microibridi di nuova generazione garantisce una buona funzionalità nei movimenti mandibolari senza compromissione articolare nel lungo termine e con minimo deterioramento. • L’utilizzo d’impianti è preferibile e maggiormente indicato esclusivamente in condizioni di pluriagenesie o in caso di marcato iposviluppo del terzo inferiore del volto. 6. Conclusioni Il trattamento non convenzionale delle agenesie dei laterali mascellari rappresenta un’ottima alternativa alla soluzione implantare, trovando in alcuni casi un’applicazione elettiva. 7. Bibliografia Altug-Atac AT, Erdem D. (2007) Prevalence and distribution of dental anomalies in orthodontic patients. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 131: 510-14. Artun J, Zachrisson BU.(1984) New technique for semipermanent replacement of missing incisors. Am J Orthod. 85:367-75. Beznos C. (1996) An alternative approach to replacement of a congenitally missing maxillary central incisor: a case report. Quint Int. 27:759-62. De Marchi LM, Pini NIP, Hayacibara RM, Silva RS, Pascotto RC. (2012) Congenitally missing maxillary lateral incisors: functional and periodontal aspects in patients treated with implants or space closure and tooth re-contouring. Open Dent J, 6: 248-54. Endo T, Ozoe R, Yoshino S, Shimooka S. (2006) Hypodontia: Patterns and variations in craniofacial morphology in Japanese orthodontic patients. Angle Orthod. 76: 996-1003. Gandolfini M.(1996) Soluzione ortodontica delle agenesie dentarie. Bologna, Ed. Martina. Pinho T, Tavares P, Maciel P, Pollmann C. (2005) Developmental absence of maxillary lateral incisors in the Portuguese population. Eur J Orthod. 27: 457-60. Rosa M, Zachrisson BU.(2001) Integrating esthetic dentistry and space closure in patients with missing maxillary lateral incisors. J Clin Orthod. 35:221-234. Rosa M, Zachrisson BU.(2007) Integrating space closure and esthetic dentistry in patients with missing maxillary lateral incisors. Further improvements. J Clin Orthod. 41:563-573. Tollaro I, Vichi M.(1982) Individuazione e valutazione delle agenesie dentali nei riflessi dei problemi ortodontici. Mondo Ortod. Mar-Apr, 7:31-41. Turpin LT. (2004) Treatment of missing lateral incisors. Am J Orthod Dentofacial Orthop. 125:129. Tuverson DL.(1970) Orthodontic treatment using canines in place of missing maxillary lateral incisors. Am J Orthod. 58:109-127 Zachrisson BU. (2007) Improving the esthetic outcome of canine substitution for missing maxillary lateral incisors. World J Orthod. 8:72-9.