FRANCESCO La Promessi Sposi, dei lingua E NELLA PRIMA NELLA D'OVIDIO. SECONDA ad uso SECONDA EDIZIONE, delle scuole con EDIZIONE. varie e liceali, ginnasiali Appendici. NÀPOLI, presso MORANO DOMENICO Strada Quercia n. 14 librajo-editore Maggiore). (Trinità 1880. L xUL Va. %w . " fT •*; V 0 » A MICHELE KERBAKER E A PIETRO MERLO. PREFAZIONE. Quando la due luce lavoro, questo anni or un' mi amici che troppo tardi parte a o io oramai,non troppo presto, io sempre quel consiglio.Sennonché, sullo fuori venuto stesso anch' il alle esso quale scuole, m'induce fare a qualche taglio o giunta ad è Delle nella (1) di L. Le cuzione ese- frattempo notevole al è destinato e lavoro modificazione, o correzioni infinite edizione, al molte troverà correzioni Morandi; là e qua in se (1), mio tutto soprat- e libro esso esame. seconda ne nel assai bene so un'Appendice (laVI.a) ov' unirvi in preso libro un subito metto soggetto, , spontanea e facessi ne di scuole, alle quali le per volume viva con adatto.Ed fosse mio un consigliaronoeh' edizioncina dicevano qui ripubblico,vide in sono Saggi Critici,parecchi insistenza che Parma. ai P. S. il Manzoni che suo Romanzo Battei, V unità 1879; lo dioso stu- , spiegate e e fece, della pp. in que- discusse lingua XlI-432. Discorsi t 6 — - sia singolarmente libercolo, prese, sia raggruppate in categorie ; e impareràcosì a spiegare discutere anche le altre con e qualche precisione di metodo, e insieme, giudizio spero, con libero e schietto. Giacché,se si vuole che questi sto nostro confronti un tra le due sano edizioni del Romanzo effetto educativo gusto, importa molto cano produ- della mente e del il che giovane,nell' indagare le ragioniper cui appaja felice una delle correzioni il grande scrittore fece a sé stesso, che s' abitui a non appagarsiche di ragionivere e ed a schivare giuste,anche se sottili e delicate, le sottigliezze vuote e e sofistiche; per ciò stesso e ne per altro importa pure moltissimo che il giovain tale disposizione d' animo sia messo che quando una delle correzioni manzoniane gliappaja , ei infelice o indifferente, a ad cohibere ognicosto buona, sua ma assensum una non gato punto obbli- farsi violenza per vederci bellezza e trovarci una ne ragioe anzi manifesti sfavorevole si creda , o schietta l'impressione neutra; beninteso con chezza fran- il verso doppiamente,rispettosa rispettosa il proprio maestro. Al grande scrittore e verso dovrà anche prestare ben docile quale naturalmente buona orecchio,nel caso che quegli, giudicando la correzione manzoniana, tenti indurre l'alunno la sua modificare a prima impressionecon una più acuta e più riflessiva considerazione della cosa. Ma se insomma, conviene nel!'assieme aver bene in mente, che, le correzioni apportate al Roman- zo nella seconda edizione ciò felicissime, sono non che ogni singolacorrezione implicamenomamente la superioritàdella seconda sia buona: edizione sulla prima è una i Logici, direbbero proposizione, N nel vera diviso. Oltre son alle moltissime delle correzioni pure ; ci nel non ma correzioni cattive le correzioni anche sono o che senso ci buone, di dubbio lore va- possono non belle ftè brutte, specialmentedove né essere composto, senso tore Fau- ca, sistematisemplicemente per coerenza cioè per applicarecostantemente suo vo nuoun cendo, criterio ortografico o grammaticale e via dinon ma perchè quel dato luogorichiedesse ragionila mutazione. Di più, se è per sue peculiari da ragioni che in certi luoghil'autore è stato vero delicatissime indotto a tralasciare e specialissime mutò di farvi egliè pur vero state sono si tien ogni tanto presente, correzione buona e che intima se per si debba e in altri luoghi certe Che se tutto questo illimitata fiducia nascondere profonda non che in ragione una ei si vorrà tazioni mu- ta tralascia- da lui eccezionalmente inavvertenza. mera per però altrove; fatta solitamente mutazione una stiracchiar da pre semqualche arzigogolo, escogitar sempre dosi stillan» qualche « garbuglio da azzeccare , il cervello vanamente il , di confronto poco Né non danno, che tra le due ed abituandolo deriverà poi utile e se ne prudente che sticare sofi- esercitazioni edizioni del Romanzo, soverchierà il bene che sarà dalle a deve tutto per ritrarre. o quasi — di cui si il tempo tutto della , — italiana prosa Y disponeper , mento insegnain questa sia speso esercitazioni manzoniane, anche d' specie* criterio sempre con 8 se fatte parrebbe ne, pubblicazio- discreto. Mi giustoe quasi di farmi,con questa mia nuova stessi insise non complicedi una tendenza viziosa, un poco su quest'ultimo punto. Altri hanno ha raccomandato, ma nessuno più autorevolmente desiderato più vivamente di me * che i Promessi libro di nelle nostre scuole come Sposi entrassero testo, del rispetto confronto E la seconda. studiati anche fossero che e tra la prima diafana vi non sia perchè solo e quella sua bonaria ironia ed quellasua impareggiabile dità profoncui pur s' unisce una far quasi credere che da poiché il in perchè infine è si vede una chiarezza profondità così bene, italiana è vera è fusione si determina e matura il criterio, e F il solo libro per il gusto del e giuntaad di moderno, perfettamente s' affina li ammira fondo la prosa esso del Manzoni Gli altri e per maturità, ad vera una forma loro arguzia,e per a psicologica tanto questo sotto tinte, il capolavoro cui subito giovane,e si ingegnosi rivela a sé stesso. classici il giovaneli ammira, se prosatori un po' estrinsecamente : non sempre , entra nelle loro si ne' suoi ruba loro il todo; me- componimenti,che pur sono intarsio di reminiscenze di quelli, non miglia rassoinvece i giovani mai a quelli. Gol Manzoni si immedesimano affiatano, tanto, che dopo un sicché un intenzioni,non 9 — po' che da gustare già cominciano a preso a e giàspieganoun fanciullescamente, d' osservazione e d' ironia,e mentre spirito scrivere certo' T han — lui men prendono non reminiscenze tante per sportarle tra- nei loro componimentiquante riescono però ne prendevano daglialtri classici, riuscissero a lui ben più che non a rassomigliare a agli altri.Tutto questo è vero; e son somigliare ben da commiserare quellescuole dove il maestro P intenda cosi. Me se sciat,cui non proferisse diceva Quintiliano*,il gran Qicero valde placebit, Quintiliano; ed oggi si potrebbe dire : nelle lettere italiane vero profittoha fatto solo quel giovane che sia riuscito a ben capire e consapevolmente volonta ammirare Dante, ed a ben assaporare e quasiincrudamente imitare facciamo il Manzoni. intenderci ad non vuol , il questo, punto dire che leggeraltro prosatore debba giovane quasi non Ma nella scuola si debbano proseguire indefinitamente le esercitazioni comparativetra le due edizioni dei Promessi pre Sposi,studiando semquesti al microscopioe glialtri libri di prosa ad occhio nudo ! italiana non guardandonemmeno da ogni gretda ogni fanatismo Guardiamoci e tezza di non ; e badiamo applicarea questo che il più originaledei libri il più servile dei raè gionamenti italiano,e che cioè che non sia il con questo il famoso dilemma leggereogni altro rifiuta di Corano, perchè se si è inutile del musulmano e se ne trova libro che d' accordo discorda è dannoso ! 10 — economiche ingegno acuto , varia erudizione,mi di certe certe scuole: che delle scienze cultore assai valente Un — « nutrito e scriveva di soda e pressione tempo fa,sotto l'im- da esagerazioni ti confesso sociali ed che lui osservate vedrei molto in lentieri vo- i giovanispendesseroqualche ora di il perchè il Manzoni nello scandagliare meno tasse muin un dato luogomaritare in maritar e quegli tura in quello, e consacrassero queir ora nella letdell' Apologiadi del Decamerone o (pulito) Annibal Caro ! » Or, se 1' egregioe carissimo aanche quellavolta fattibene i suoi mico mio avesse fesso conti,egliavrebbe fatto economia di quel « ti con» poiché doveva ben immaginarsi che io non glipotevo risponderealtro se non , venian Pur mo Con simil che Sì atto li tuoi e Se i Promessi simile con d' entrambi pensier tra un Sposi sol servono i miei, faccia, consigliofei (1). a principalmente glialtri libri classici occorrono l'ingegno, senza citare principalmente però eserper istruirlo.Non educare anch' essi effetto educativo. un Che se i Sposi affinano il gusto gli altri tutti insieme Senza lo allargano. voler qui fare una enumerazione italianid' ogni completadei prosatori Promessi , , , secolo che meritino d' entrare nelle scuole non , (1) Inferno, XXIII, 28-30. 11 - — alla gigantesca potenza dall' accennare possiam tenerci anche di Dante prosatore , come grande robustezza,pur cosi poco del periodoe della alla già considerata neralme ge- frase nella Vita , Nova il nascente e quasi soffocarlo v'è nel ove mólta ancora goffo.e nel poco devote quali però anche stessa amabile e fogliame dei è non caso individuale quel modo asseconda un lo e non , d'*altro lato è il lussureggiante , per , così dire , cessori periodi stracarichi di actipo da imitare,ma è purè un suoi , che che nei la quel- per ingenuitàloro Boccaccio, per quellaesuberanza bello. Quel che ha pure il suo fitto der ca- spesso sempre, attraente come senza delle novellette e restano soverchia attraenti ; ma pedestre come trecentisti delle prose via. via. I il latinismo tinuo ajutadi conperò impacciarlo volgare senza nel Boccaccio, e l'ingecome nuità nel Convivio, e ammirare noi dobbiamo ; a vuole né che non giardiniere, sviluppodi pianteparassiteintorno un aglialberi suoi pur quelleche maestosamente resta estatico ad ammirare , intorno agli serpeggiano alberi del viale delle Cascine è non nelle sue degno di continue studio di Firenze! il gran Machiavelli che , oscillazioni tra F idiotismo fiorentino vien pure E quanto il latinismo e svolgendosempre pensierologico serrato penetrante ? Ed il così saporoso Casa, con quel suo Galateo cosi grazioso., e propria e calzante e per F espressione d'osservazione finissimo benché per quello spirito un , , 12 — — di secondario valore ? Ed Annibal a cose applicato Caro, con quellesue lettere mirabili or per gajo e sempre lepore or per abilità d'insinuazione, per il Tasso, pei tersa e luccicante ? Ed l'espressione talismo suoi Dialoghie per le sue Lettere dal sentimenmalinconico e dallo stilemeravigliosamente cida che per la dialetticaluGalilei, e potente,per l'ironia e da, profonper l'arguzia è fra gliantichi toscani quelche più ricorda e meglio precorre il Manzoni, cui è però superiore larga e copiosa? E Vittorio Alfieri per la vena fluido? Ed il gran , che il cuni di alpedanteggiare cinquecentistico suoi contemporanei (rinvigoritosi poi tanto nella prima metà del nostro secolo) e ilfrancesismo crudo di molti altri e il provincialismo spensierato fu il primo a volere fortemente l'unione della semplicità della colla purità e correttezza e modernità che gliera e richiamò l'Italia, con lingua, l'energia all'uso toscano,e nell'Autobiografia ci avrebbe solita, lasciato il primo monumento della rinnovata prosa se giàGaspareGozzi non italiana, glifosse in certo tra andato modo Né occorre marmorea eppure innanzi col poi nenìmen ? ricordare il Leopardi, e la prosa, classica ancora la avviata alla libera disinvoltura del- serenità della giàtanto bello Osservatore suo sua E tutta questa ricchezza, con prosa manzoniana. s'avrebbe cola molt'altra che lasciamo sottintesa, me a dissimulare solamente senza nelle nostre nei scuole; ovvero sommarj di tenerla viva nella coscienza con l'assidua lettura? — cordare ri- a storia letteraria, delle Non nuove nerazioni ge- solo,come 13 — — abbiam ne la istruziogià detto,ne rimarrebbe monca dei giovani,i quali devono a ogni costo scere conoi nostri scrittori passati, zione. l'educaanche ma Ammesso l'unico e che la prosa del Manzoni pure il solo di tipopossibile questo basterebbe sola essa a fosse non prosa, per il buono formare stile gante prosastico quellaeleneglialtri.Nel Manzoni fu il risultato ultimo di infinitistudj semplicità ed errerebbe di molto chi cree di infinite letture, desse di potergliela durevolmente rubare solo a forza di rilegger rifarne in qualche modo lui,senza il cammino nutrendosi di molti studj e letture, senza per dir così la rincorsa da Dante satore proin sino a lui. Le grandie belle qualitàdel prendere Manzoni, in un di gusto alunno e di esclusivo suo e senza ghezza lar- generare coltura,risicano subito di de- la semplicità (1):la graziain sguajataggine, la chiarezza in superficialità. in trivialità, nel graE del resto,ha poi la prosa del Manzoni do che alla prosa in genere tutte le qualità sommo vi sia alcun satore prosia un non dello moqualche rispetto appartenere ? sicché possano che per miglioredi lui ? essenziali della prosa, non Certo , la per le qualitàpiù perfettaanalisi e rità matu- della forma pensieroe la lucidità perfetta dello stile, Ed egliè insuperabile. l'omogeneità altresì insuperabile profonda e deper l'arguzia del e è e Italiano,I, Proemio; (1) Vedi Ascoli,"Archivio Glottologico neir Appendice IIIa in questo volumetto. 14 — licata. Ma — energiaimpetuosa,per ardore passionato, o per solennità,per magniloquenza,per isplendore chi lo direbbe egualmente insuperabile ? Né sprezz da disi badi codeste qualitàsono quasi fossero nient' altro che uno stato morboso dello stile.Se la magniloquenza, pio, per esemmalanno egliè perchè pare oggi a noi un fino a jerise n' è fatto uno sciupo intollerabile, dovess' essere come se una qualitàessenziale d'ogni prosa, senza guardar se convenisse al genere del per , , , , componimento, mentale dello sociale,alla situazione via; e come ad essa se su tutte del soggetto, al alla natura le altre al scrittore, morale suo carattere del momento, si dovesse dare peramento tem- tal e via minio predo- qualitàda sacrificarle perfino più elementare di tutte,la chiarezza ! Tutti periodidi chicchessia,e intorno a checchessia, in qualsiaincontro,doveano in uno po stamentrare bombanti! ed uscirne sonori e rotondi e rimprestabilito, la i e E perfinose un novellatore faceto avesse vispie periodetti vivaci,e' era subito pronta l'accusa che quelloera alla francese, non un facente conperiodarea singhiozzi, all'indole di nostra Questo eccesso favella! ci ha infastiditi; siamo lieti se con ed ora que qualunanche soggetto lo scrittore riesca a spassarci, ceva senza riguardo;quasi per rifarci di quando si facontinuo un annojarcisenza pietà.Né io ora vogliofar voti che si rivada indietro, e che si riraccontato un fatterello ameno in 15 — torni noja. Ma tanta a riconoscere anche momentanea o di trattare credo che che si possa uno soggetto grave, un oramai te scrittore, per costandel suo e nel disposizione spirito, se abbia fare un lenne so- chiarezza scapitodella senza splendido, e — e caricatura,non sene. ci sia punto da rammaricar- E allo scrittore gioverà vere più l'a- senza4 in tal un caso familiarità col e se occorre (che Machiavelli, si spaventi) col Guicciardini,anziché col nessuno Manzoni. Veramente, anche al Manzoni Romanzo di il caso s' è presentato nel che personaggi doveano parlare solennemente il Cardinal Federigoe Fra come drigo Don RoCristoforo,o con impeto selvaggio, come e l'Innominato;ed eglise 1' è cavata, non dirlo,mirabilmente. Non era egli,di certo, occorre , l'uomo da dieta absona in bocca mettere ad un gio personag- dicentk (4).Come suno nesfortunis ha mai concepitoi caratteri in modo to più netha mai fatto riverbera e precisodi lui,cosi nessuno nelle meglio ilcarattere d'un personaggio Sennonché, dall'altro lato egli paroleattribuitegli. ha quasi sempre sfuggitosi badi, di mettere in , zioni, iscena certi caratteri,di rappresentare certe situadi fermarsi su certi sentimenti (2).Chi disse (1) Orazio, (2)Ne tocco e ne Ad discorrevo senza danno di B. Prina Pis. appena di 112. nei miei proposito in di nessuno, Saggi più un articolo inedito,sulla su nominati (pag. 42), sto, bibliograficorima, buona Vita zoni del Man- (Scritti Tip.Lombarda, £io^ra/?ct,Milano, 1880 ). 16 — S. è rappresentata nei P. che la vita umana, ed quanto il Manzoni è che umana s'induce a ricco men il Manzoni nel metterne risulta la la anche spiegazione 'dell'essere umano di vita presenta,è in ne che e così tocca della natura sé stesso damente profonumana, tale precisacognizionefondamenquale contiene potenzialmente di quellealtre manifestazioni una dell' uomo, quel tanto cosa quadro, lo spaccato, suo perfettamenteespresso ne di loro. La che la parte essenziale che si consideri rappresenta, quel tanto dire,ch'egli ce così così è Shakespeare,e bensì in questo senso, vera per a ta stupendamente tutesatto. Si pensi un mento mo- fu non Dante a — che ilManzoni non mette in po. cam- Basta, per esempio,considerare,com'egliha pesto bene in mostra, in tutti i caratteri che non sono eroici,quel certo egoismo che è proprio di ogni.uomo, « quel benedetto istinto di riferire e (1)*.Lasciando da parte i malvagi i qualison violenti, gliegoisti Abbondio che è 1' egoilasciando da parte Don sta scemo, pauroso, e Fra Galdino che è l'egoista che il lampeggiare sarebbe bello andar mostrando anche negliatti e nelle paroledi quei fa l'egoismo di personaggiche non sono, per dir così, egoisti un'occasione così « Se lascio scappare professione. di subordinar Ma ne hanno tutto trattato a noi medesimi lo Zumbini Appendice Ila. (i) p. s., cap. xxxm. e il De Sanctis: vedi la nostra 18 — sul raziocinio sione (1); di provare le cose cosi di altri lati caratteristici della natura e umana P. sul modo e Noi — intanto S. s' impara bene a linguain cui è quella in essi ma — è non leggere scritto il dire che portato più il Manzoni solenne tese violento o derazione mo- ca, satiri- questo, che a nel volentieri le situazioni egliha sfuggite e più violente,e rare volte si è nella necessità messo la riservata, essenzialmente dell'ingegno Romanzo suo ; ne, troppo più su delle passioniuma- la tempra hanno umano cuore la serenità della cristiana, verecondia che stava mente , tutti i cuori umani sian letti. L' indole naturalmente e così dire per , a Nei concluderemo. o di rappresentare ciò che è tragicoo patetico sebbene , bia esprimerequel tanto che ve n' ha accolto abconvenienza drammatica. saputo serbare la piùperfetta abbonda Dove egli con pienacompiacenza neir dà e dentro (1) Per ogni esempio: fatta! » dice « voi, loro vi ?! — avea a che Così ruba, assalite pagandola o tale Renzo alla fin dei i un' idea la gran per un non dava (e.XXXIV le al untore e altro se paura fin che sua qualche con a non delle Grucce più formidabile! fornai per prendere più la con pietre di questa il sopruso un degli untori conti paura che per contentabilità,verso in del Forno stato sarà non quelli facciano quel preso gran che osservargli dell'esistenza una di libra: sassate , merce pare eh? degli assediatoli uno da e* era , pane (cap. XII): mettiamo E è nelle analisi fina- momento difendersi che aveva — la e pugno, te pietra- a addosso visse provò la rità ve- esperienza,la quale che egliaveva avuto esempj della gran narsi proprie argomentazioni,di chi vuole osti- ),è preconcetta. uno dei tanti 19 — mente argute familiare nel racconto e convenientissime il — l'ime e l'altro ad e bonario; libro come un Il Romanzo dunque quanto a sé è senza dia saggi difetti, quantunque non di tutte le qualità Ma negli altriscrittidel Manzoni, o di copiosi. lemica posuo. o di religiosa dove e un'altra critica storica la vis comica specie di il Manzoni vis andava in seconda linea dove e richiesta, era in parlandosempre seguiinteramente di critica letteraria, e le inclinazioni proprionome e i suoi criterj sue dello stile, circa l'assoluta semplicità il lettore vi trova queir appagamento vece in- non pieno che trova Questa impressione della quale il nel Romanzo. cosi , prof.Ascoli ha parlatoforse per ilprimopubblicamen (1),io l'ho sentita sempre manifestare candidamente padre d'essere a molti manzoniani da non di sospetti ammirazione scarsa il testé Mi basti citare per il maestro. Gaetano Bernardi, che ha il gran merito stato il primo, col suo bell'Avviamento, dallo stile manzoniano cavar sullo stile. Io ricordo egli,facendo delle a sue che un son or speciedi circa impressioni me una veramente venivano cosi ad ancorché si trattasse essere trattato teorico parecchianni confessione , nerale ge- lo stile (leparti invertite tra di confessione noi, letteraria ; e al segreto), mi tengo obbligato per ciò forse non mi diceva musicale anch' eglicon un paragone , come che l'Ascoli, (1) Vedi la nostra la.Morale Cattolica,la Colonna Appendice IH*. 20 — — gli Infame, sì è accessoria al Romanzo: del Romanzo Ma essere Romanzo, per fondamentale sia più monta, alla quel igilur esser s' è che detta, diceva Quintiliano hoc ta pian- addirittura esser se prose di rifatte la e, il fatto. che, altre più giovanili state toglie punto spectemus che qual- qualche delle Y altre ultima, che anche essere poi che attenua non V non quella conclusione Manzoni cioè questo vano pare- d' presumerebbe inferiorità alcune tutto gli trasportata omettere non senza e via, via Bernardi? della per il come hunc da e ma chi del veramente ragione senili. E manzoniano miglior musica basso. più lingua sulla stupenda una tono C scritti E ragione quel che mo venia- ne applichiamo al Cicerone di sit nobis propositum : , exemplum unum, (1), non dimenticando la italiani d'ogni prosatori intendere dobbiamo lunga e con gloriosa falange secolo. F. (1) Inst. or. X, 1, 112. hunc ciò d' 0. dei LA LINGUA mettersi Basta fede con Vedi *) di di discorso un con Sposi A. Manzoni Mor\ndi Luigi 1874. / — 1825, Promessi raffrontate R. di lettera del tirati ; Milano del li ho l'intento per questo scritto, in to, per , aderì da del luoghi capitolo a questo margine, cui comparativa edizione fuori assai anche nelle dei P. il secondo scuole.] I, al nel S. stava ba- dalla ne, citazio- Ma i tutta passi (nelle che si fa per della pei sici clas- accogliere sua eh' io scrivevo l'opera è zioni edi- numeri capitolo con sia cer capitolo aggiungere dovrebbe ristampa e pitoli ca- riferirò del [Poco dopo volume, fogligià che libro numero il una molta rimanenti appartengono. prof. Folli in Spero i Romanzo, tradizionalmente come piccolo suggerimento, latini. voi. confronti, quanto ritrovare il e una alla grazie accompagnati che greci venne al lettere con i me scolastiche, beninteso) suddividere o con cinque capitoli comunicarmi a più speciale. Si indicazione del e 1877; Altri vedere riportati,bisognerebbe un' 1840 Folli; ?— sempre del del pubblicazione. Pei I saranno , capitoli. fatti — nova Casa- Rechiedei Bocconi e lie- , poter più prontamente vengano ne mio. romani, numeri in Btiola seconda Alfonso Riccardo prof. che ho qualche , II, di prossima (XXV-XXXVIII) con edizioni potuti anche prof. Folli, voi. due primi diciannove i (XX-XXIV) gentilezza dal loro tra Bonghi contiene che Sposi, nelle la Milano, ; la pagine con ad , di buona e cinque o riprodotta poi inedita Lettera : Promessi ch'è (quella del 1840, • di attenzione quattro per dei edizione prima po' un confrontare a SPOSI'' DEI PROMESSI ormai bella così, fusa dif- 22 — le edizioni in tutte ritocco rissimo — posterioricurate dico, per convincersi che dalla autore) basta prima alla seconda v' è, in complesso, un miglioramento grandissimo.In certi punti sembra perfinodi leggere la composizioned'uno scolaro molto inesperto, benché ingegnoso, corretta poi da un ben accorto di maestro. Eppure la voce pubblica,che suol esser bandall' , , dornali pitisolenni tra le verità e dei più matra gli errori, predicada tanto tempo, e con abbia molto peggioinsistenza, che il Manzoni rato, trice delle tanta ritoccarlo,il suo col anzi a sproposito,il Liberata casi romanzo; di scrittori nella ricorda e Tasso al proposito, che rusalemme sciupòla GeConquistata,ed altri simili celebri,che, guastata infelicemente 1' opera dele propria,videro il pubblico restar invece fealla figliuola primogenita rinnegata da loro. Or come un giudiziocosi falso ha potuto far tanto è difficile.Gli editori La spiegazione non presa ? potevano ristampare impunemente soltanto la prima a leggere la prima edizione, e « il pubblico continuò edizione più della seconda, per una sola ragione, perchè vera gli quella,per una rapina, continuò ed esserofferta a buonissimo mercato e questa rifatta molto lusso e cura, costava dall'autore con caro ') ". Ora, i più dei lettori, avvezzi alla prima edizione, dando vando poi un' occhiata sbadata alla seconda, e tro— , , ivi cambiate già *) Così del nelle sue ultima il o abituati Bonghi, Folli ; pag. Correz. edizione e affezionati nella lettera premessa XXVII. [E già l' avea nella ai P. ", di codesto ecc. p, 65 frasca certe soppresse -6;che libro]. cui s'erano prima edizione, alla già detto citata zione edi- il Morandi , son poi le 87-9 l' del- 23 — disturbati si sentirono loro nelle l'autore che subito — abitudini, e il suo guastato aveva È Scriveva quel che suole avvenire. Guadagnoli, che in fatto di poesie « quel al ziarono senten- voro. la- il Giusti to maledet- (egli dice veramente peggio che maledetto ! ) si dice più per averci fatto stava «e meglio prima V orecchio » (allaforma di prima) « che per sapere fatto *) ». [ S' aggiunge poi che giusto come va nelle primissime pagine del libro,cioè in quelle destinate » — dal caso dei frettoloso di fondamento servir a le correzioni lettori al non di tutto buone le sono , evidentemente giudizio il libro anzi più le son , più discutibili ]. più cauto aveano che bel un edizione 1' avversario e a qualche pagina che mezzi, quasi bastato fare e qua in simili mai anche e comune , quello con , che scire riu- per copia della seconda, e obbligare lui il confronto là. Ma sono pur edizioni,s'e- prendere una copia della una le due questo È vero con nessuno. sarebbe ciò a tra confronto po' di un falsità dell' opinion predicare convertivan non prima coscienzioso della accorti pur ran più e fatto avendo pochi che, Quei è anche i soli preciso che vero non efficaci, dispute.Già, capita a di mili si- si ricorre bene spesso i libri di cui si discute. sotto gli aver mano, di non Quello poi dei disputanti,che ha la coscienza studio preciso fondata aver uno l'opinionsua sopra di e non della minuto alle come a è naturalmente cosa particolaritàe sulla dir faccia , I, 219. 1) Epistolario, alle del alieno dallo prove, luogo dallo a , dere scen- andare, sperimentare 24 — E d'altro canto, proprie fantasticaggini. che è sicuro del fatto suo par quasi una delle la verità all'altro il metter scortesia il venir e — 1' avversario spalleal ai ferri corti. Così, esso con le con e ro, mudeste co- per avviene di solito, ragioni ancora, che si protraggano all' infinito dispute,che sarebbero sulle generali presto risolute quando dal discorrer e altre per , si venisse A al concreto. della seconda dare a e agli studiosi si non poteva che acconcio Il per si in margine notò V amico anni air passi a più zioni. edi- gno, il dise- copia,della una del da secon- le tutte esattezza Bernardi, che fu Gaetano suo di Federico critica potè nel suo *) far più d' un cuore seconda. Casanova dell' ultimo ') Montecassino, Domenico fu dire quel con prima Persico al del arte della della fondo. di , confronto, ragionato ditore concepirne a , mirabile con prima. Così Avviamento alcuni due delle comparata di stile, intenzione alcuna dapprima senza sanova; di Cail sempre rimpianto Alfonso quale della molt' nulla ogni forse edizione varianti immaginare sappia , a esercizjdi lingua e edizione pubblicità,fu il di e manzoniano, adattissimo testo un eh' io primo del Romanzo certamente una benché di edizione di osservazioni sorta tori denigra- pienamente gì'inconsiderati convincere edizione Così indotto, in ove Morano, Di la questo terza coi passi spondenti corri- queir arguto ingegno una Promessi libro è tera bella let- sua confrontò capitolo dei 1869. gusto finissimo, di suo uscito una tudine simili- Sposi già edizione, rifatta da con per cima Ve i a 26 — l'edizione car stesso certamente strane monte. a prof. Folli,e lo anch' lodo articolista un il Persico, v'avrebbe caso assai stato di edizioni. Non editore aggiunto nell'altro e Ma gustoso. un di Milano al Manzoni di ruvido. mi molte per dal fianco Sulle del sa poi il lettore il vocabolo ci alla abbiam , contra, anche aggravato dagli anni. fermi ora fatto noi sultati. vogliamo qui riferire i rila pazienza (questa volta calza)di in rimanere fine, s'avvedrà nostra e pagnia com- vogliam non volentieri il prò (sequesto anche è non noi che certamente po' da un e il prosuntuoso)in il Manzoni i suoi ancora ben capo. scrisse il criterjin quanto trovata la sua Romanzo, suo allo via lingua*). *) Rassegna Settimanale, I, 140. 2) Su sulla edizioni,e in genere faccenda. Quando aveva e edizione, abbiamo avrà , mai si staccasse non riconosciamo ma Rifacciamoci già due ne improprio chiameremmo preconcetti sistematici, stravincere questa lento e diligente, sino non delle della seconda Se d' non spesa il quale, poniafigliuolo mo, di cammino padre suo cura gran se , buon un ore varianti studio uno una Noi, per esempio, non pazienza quella d' lingua di , , certo le , trattandosi caso intorno rebbe sa- per , questo so ogni disegno Lo ha eseguito ora egregiamente il gliene va data grandissima lode. Non io "T « infinita pazienza » fece come *) perchè il vocabolo pazienza in pretese andò o perpetuo. Nell'un commento un delle due comparata il Bernardi se — ciò si torna nella Appendice VI.» aveva stile,ma in quanto non alla 27 — I ciò — grandi uomini, se da un che oltrepassano di gran , di tutti i tempi del lor tempo anziché lato concittadini i loro e di solito pur son lato si distinguonoper ranei lunga i loro contempocosì che pajono gli uomini di tutto i cittadini e e della essi loro il mondo patria; dall'altro quelliche più concentrano sé, benché elevate a seconda poe come purificate tenza, le qualitàdei contemporanei e dei concittadini, la più schietta personificazione onde riescono della della loro razza. E il Manzoni, spirito loro epoca e largo e universale quant'altromai, fu pure insieme il più genuino tipo delle qualità più caratteristiche in dell' animo e della milanese mente lombarda e quella bonarietà arguta, di quella malizia di quella mitezza dignitosa che : di lignità, ma- senza stinguono contraddi- , buoni i nostri in Porta né Milanesi. Or se quanto al parlare.,i concittadini di solito son larghi.Il loro rotto, incisivo,frequente eloquioè scrivere. Ma, di Carlo però facondi vivaci, lepidi;non d'intercalari. Certo, sempre dallo riamo li conside- il parlare v'è differisce alquanto mente parlare precisatanto più quindi alla e opposto allo scritto rotondità della prosa prevalsa in Italia,egli sonora è quello dei Lombardi. Il Manzoni dunque come una pretto Lombardo ch'egliera, aveva zione predisposise un , , avversa tendenze a tal prosa. furono native francese. una riconfermate le abitudini e le in lui dalla coltura eglivisse parecchidei suoi anni giovanili;quivi assaporò quella conversazione disinvolta, gaja, vispa, che resta sempre un legio prividi quel paese. E i suoi prosatoriprediletti rono fui francesi, con briosa, quella loro spigliatezza così opposta alla compassata artificiosità che domiIn Francia E 28 — nella nava Inoltre nostra. prosa — il Manzoni in grande originalissimo, di seconda in cosi da lui tal una di prosa che e che teneva ancora consisteva in appunto intarsio classici,trecentisti reminiscenze di parole,di frasi,di alle mezzo tralucere Y soltanto folti.Per o originalitàdello guai concludere, fosse prosasticodel Manzoni schietta semplice scorrevole stretta al pensiero,ad un pensiero , , infarcita se davvero. e allorché la prima dichiarava di unire punto ; ed il era nuvoli da sole far si che a forma una vivace sonora fin della va, nuo- sempre , netto preciso, e solenne né gesse Io esi- già limpidoe era nella di poteva mente mo, fersua , , il Romanzo (alquale, stato era prefazione, teorico intorno allo stile) alla meglio concretato Romanzo, soprattuttoin già del volta lavoro un anche ideale,nella forma in periodi; pensiero appunto questo ideale E scrisse come sul quando e non piena consapevolezza con di , di reminiscenze, quanto non , cospirava tutto gure di fi- costrutti scrittore di raggio di trecentisti: non di onde F ideale non , , quali quellaspecie per continuo un di cadenze tende in- ognun in Italia di , con il campo reminiscenze rettoriche in E suoi. d'animo e dispostoegli fosse mal quanto sien leggeva,nulla e negli scritti di mente tore scrit- scritti altrui sapeva portato di peso inclinazione un'altro trasformate, come cosi che moltissimo quel un degli quelle poche e piccolo,e non frase, una giudizio, in e difficiletrovare le reminiscenze scarse, era È mano. cui lui ! Di un' idea, mai accettar sapeva gegno in- era esso , to quan- al periodare. Sennonché, come egli non aveva ancor abbiam già detto, per la lingua trovata perfettamente la sua 29 — Il dialetto via. ch'egli faceva ed che anch'esso e le con le vicine dalle une alcune con hanno da come inteso altre. con normali, e di modo verare sce- nale tradizio- grammatica parte a allora fino di prosa. del , parte, stentata semplicità corretta, nell'occhio or sciolta ogni sopra ma pri- spigliata bene un fondo si staccava momento affettazione una e considerata se screziata: e cipalmen prin- fu che nella Così Romanzo, riusciva, scritto più difficileil primo poesia, gli rendeva all' ingrosso presa dava La l'avere la forma edizione di glidavan voci norme grande esperimento a era rigide e irragionevoli molti, i quali impaccia ancora far che essa è in parecchi punti a ri- Anche capo. in se non , impacciava; non sici, clas- confuse e le comuni morire, a sue , lo mescolate uso bisbetiche, non e rare in ancora o altro in sostanza gli, spo- spogliocosì fatto,dandoglile uno le locuzioni quellemorte di mo- dialetto / di scrittori accuratamente, Vocabolario, che il da lingua. Gli alla sospettatiestranei lui da del anche esser dere ca- , , eran lo faceva lo alienava invece ora provincialismi, i quali eccellenti per in lia, Ita- rario; tipo toscano-lette- dal simili casi, ora in segue come e, quelli dell'Alta tutti come suo, è, dei più remoti ed era, — letteraria o e danteria pe- maniera avente un grammaticale or una darne qualche sapor di provincialesimo. Per , crudo esempio mille, la folla che circondava tra dopo 1' omicidio, diceva, tra anch' egli ! caso retto » La altre cose: Ludovico « Sta fresco gretta regola grammaticale che pel si debba lo scrittore,e usare per gli faceva egli, in fine della frase, dopo forza mettere un Vegli,tiranneggiava un così brutto volgare sta fresco, 30 — — a prenplebe! *).E cosi : « Vanne der va dicele noci pei padri,» questo bel decasillabo la povera Agnese a Lucia ! ').E colui al quale Lucia a portar le noci, cioè quelloscemo aveva rante ignoad Agnese di fra Galdino, domandando conto bocca in e alla , del diceva: matrimonio, confusione, qualche una ! 5) Ma » in c'era ganze, di annunziare posto giù Or, la febbre finché » si trattava bocca in a una frate cercatore, finché cose fosse in bel un nel dare in oh , Non è che molti fresco anche un che •come Ora se *) Ora dice Ho : ci fosse dice: era di queste e al Manzoni dire del L1 arte per ne l'appunto nel al nominativo, così via! pagar ben i Ma cari ! nella dei lombardismi seconda edizione del Man- corrèsse : Sta (IV). *) Ora, naturalmente, 8) zo roz- un che avuta dire lui! il lui a pessero saglielirinfacciavano ro: bisogno, dir quali e quanti fosse- avranno 1) È inutile di consister ogni incontro, e quelli gli ebbe a tutti coloro poi, a in bocca se quand'uno meno va, l'aspettapensiero il giro più ambizioso sibile pos- e lombardismi s'era « vanne al sempre il curato si trattava nell* evitare cose: mettere messo si faceva generalmente simili che ele- incaricata Perpetua era pericoloche rimprovero ! era il minimo mosso allora e' non , vità no- una *) e altre simili bellezze ! di quell'est,e di un ne vanstrutto donnicciuola,e di un co- troppo raziocinativo simili come queste soverchie lombardescamente con messo di es., che poi, p. indichi che cosa compenso nel paese veduto Ho « dice: veduto una Va nel a prender le paese una noci per certa novità. andato a letto con la febbre. i padri. confusione , 31 — un1 idea zoni che non e corse; cipatamente qui; avvertendo però antiraccoglierli bardismi lomche la più parte di essi non eran in un sere senso assoluto, quali potrebbero esesempio un prestino degli scanci per per forno , delle simili. Erano vi che un invece dare si può' » da a E farne ciò anzi Ma uso. quelle parole se per è questo o men normali moderne , , magari in altri dialetti terle Il met- linguatoscana-letteraria. nella può lingua;e non o si non stare pre- « quasi tutte usualissime Lombardia non « per locuzioni autorizzato , italiani,ma per , sono in no della registrate son trarre a parole o di tutto! c'è esse solamente un Vocabolario Vocabolario vero " il Manzoni si credette locuzioni » grucce, registratenel nel voce sia bene attenzione, e tanto, la rimproverarglielianche dopo un corretti ! Ci pare ch'eglistesso li aveva pezzo , « ! Ma della si ha finito di si è mai gran quellache precisacome così di Livio patavini tà - fossero state, le espresse dunque in campo come si della oni più regolarie più consuete e più moderne nostra lingua scritta, il metterle tanto in vista e, discreto numero, non poteva non per di più, in un , attirarglila taccia spressioni del Di tire questo e suo di abbandonarsi dialetto nativo. degli altri in miei Eccole spogli successivi 1* esattezza. in ver presso coloro ispecie su fare aggiunte uno che posso si come si badare quasi sanno alle potranno fare, gratitudine da chicchessia , non sien a e che muteranno io potrà ancora che non , difficili simili così mente, singoleparole. gli, spo- da do Del resto - le , accetterò le mie * : garen- mi testo sanno libri che sforzo per mi che e- intanto complesso Appena qualche essere sfuggito,sì che qualche lista si possa aumentare di qualche altro esempio. Di che spero trovar pie'à perdono, alle troppo con molta conclusioni , 32 — (II) E adesso lui.... '); via l'hanno mandato Ci gì'immancabili sono giù 8* « posto giù era così simili altri e nella sic che e la febbre con mo mo. — barda parlata lomil Oltre minestra. ogni ad prezzemolo son perchè sapete ? (XVIII) E lo che mo — ferito già ri- (II),abbiamo » : un a dare po' giù ogni volta che principia (XIIQ *). Fu quasi quasi per torsi giù dall' impresa tor sene (XVI li) *). Dovettero giù (XVI) 4). Adattarsi a dir su quellecose (XXIV). A dir su delle fandonie (XVI). in prigione(XV) simili altri su e giù, Mi menano e su soffian nel fuoco — edizione. seconda tolti nella indietro di stampa figliuolo un cercando Il Dottore fra le Non le potranno non quasi sempre in dell'Emilia: « E : 2) Ora dice 3) Ora Fu *) Ora: : corretto Del resto, per in mo oltre in 7) Ora: Non il la, le si che non dei quei ora che edizione son vegni E : sempre questo a ha che modi cito , si trovano caso sapete?—E lo definire meglio non tralascerò sarebbe anche chè perfin a di ricordare proprio l'impresa. lasciato indietro voltra, crudo meglio non crudo. V indietro. Ora tieni fuori si guarda Vien dice: ecc.).Del marchigiano. : è anche lisce,La cose premette In ecc. resto t toscano alla '«n, letterario Lombardi, che poi smettere. questo senso vi si fa nell'italiano di quasi quasi per abbandonar fuori, vien fuori (forseera venir — illanguidire. ...a il lomb. (III)e). mo...?» cosa per seconda Avverto — lombardismi son del Dovettero 5) Nella •) Era — l' uso che anche ha i lombardismi punto poche. che oltre a guarda tanto per il ogni cosa alla via (III). messo esempio far vedere nel libro. via? mandarlo era essere sol un più d'un luogo *) Nella seconda che S' — (III)5). la si (VI), Non nette cose son grida: Vieni oltre, vieni (XVII) 1). sottile poiché alla diceva sciato la- avea diversa ben gride quella da , Renzo, brav'uomo Quel — il negazione; e in bocca toscana, stanteche non modo è ben più scorrevole paja (la 'un beninteso non si guarda ecc.).Invece propriamente nel nella gua lin- dialetto,do- 34 — — (XVII) *)—giucare *)— scelerato s) Tutto ciò che e' era da godere (XVI) *).—Brutto dappoco! (XI) »)— L'aere gli vita (Vili)*). Bassando la voce simiglia gravoso e senza che (VII) 1).—Gran testa busa (XI) 8). Là è il convento — — — , uno lo può fallare (XI) ";. Chi lo non più ') Ora: 2) Ora : giocare. •) Ora : scellerato. solo / è non nel usuale più Tutto ciò che è sapere che i Lombardi prima essere. La di una zuppa, il M. via e* Taccuino — buono li di lo non con un Ma pure può oggi se — mangio ciò : tenga Mi utile che dal senso cialissimo spesenza e' godere per lo o ancora possa avanti giorno si farà delle questo formaggio, Ma — da era in altro un godere da o un che avverte sentirsi,poniamo, è odioso che ci che casa, per goderlo. per nel abbandonarla non in Lombardia : ché Giac- qualcosa. a , avanzato questa lasciato latino? adoprano godere quel pò1 di se possono lo e scelerato più è anche era cosa stantìo come ma luogo portar spariva (XXVIII). 5) Ora: Buono 6) Ora: L'aria n) Ora: Abbassando 8) Ora: Gran B) Ora: Là mano* din)',ma per non invece la testa di in e potete sbagliare. non Vùss platino in è comunissimo questo caso di l. sciolta lesto di — un il solito tal senso invece il Manzoni simmetria — lo è In strada falld la (l'ascio), lingua sciolta,per sciupare la bella : morta. voce. falla italiano,come forse sei ! vota. il convento: è che gravosa Certamente — in comune gli par normale: Chi 10) Ora: niente a è è modo ora vecchi, E T ha ce che sa massaja consigliail marito, ecc. casa una tutto del pane curiose in tratto calzoni godere e' è sfruttare buona per frasi per Italia ! dice: averne non che scellerato scelerato *) Ora a chi italiano,ed dell' Alta nativo un pajo (XV) ") mano Certo, — dizionario di e di bocca, quattrini. il trovar di latino anche è di è latino — anche non è in milanese bardo lomecc. lesto molto (la- poteva lasciare, (latinodi b.— latino m.), e perchè il modo di w.; per la 35 - Scranna ') *)—Martorello •)—Morsello era pure /Socco (cap. I) nel tello in meridionalesimo il continuo Di che però (cfr.Morandi, gusto, in sìa mesi Firenze. a In preoccupazione che la con merid.era pure di lombardo seconda il Manzoni 1827 rivelazione. vera una (vedi pur sostanza E di buon gl'Italiani per tutti come nella neanche del quattro per di nappa edizione 242-3). nell'autunno Ma lui, p. bardismo Lom- — facileda concepirsi,e simili. come: s' avvide non e Sapea — ?) napoletanismo, anzi E lomb. — di frasi uso senso un generale (XXXVII). per sedere assettarsi anche sarebbe 231); e p. *)—Fagot- Mantile — Morandi, va ")- x)—Gabbiano (VII)1)—Baciocco un — dialetto un andò Firenze senso quella la e tenersi trat- a fu per di buon città si cara parlata fiorentina gli altri sebbene lingua letteraria ; come , che più si trova vi conforme gli altri invece una alla conformità che sorprende. Certo, anche questa impressionebisogna dominarla: resta vero sempre di quel in bocca che lunario. *) Ora; sempliciotto. Ora: mil.; voc. *) Ora: •) Ora: e di strano riusciva versa di- il fiorentino che — assai curioso e comico, merlotto. *) Ora: seggiola o in genere, misura una quell'oste. a *) Ora; •) in s'aspettava uno aria d'insolito stessa sua benché — che ma sedia nel Veramente Il Cherubini milanese. solo — scragna non è lo nota più lombardo neppure nel mantovano. fagottino. sempliciotto. *) Ora: ?) Preferito boccone. gitolo. e per la sua somiglianza a mantin. Ora: tovw 36 — e la v* è alla estranea dopo quanto meramente seconda. Quanto con contradizione la coincidono. letteraria Il che negassi, cadrei in pure in , cadrebbe poi chiunque la lingua , e viene dire in a stanza so- possiedemolta parte questo, che il Fiorentino preciso,netto, sicuro, più che lingua in un modo di Poiché ogni altro Italiano. quella parte che è e altrove il fiorentino in cui quel molto negasse lo più patente verità nel dialettale e se me, Ma stesso. me con a più volte detto ho contradizione locale parte una che perfettamente; coincidono lingua non primo — spontaneo Egli oscilla che non noi come nostro ciò ogni che per ha da giornalierodelle grandi il sia La quale sia insieme proprio, di fuori vien padroni ci vien : mal non do gra- il piccolocommercio per idee, ed lingua appresa soprattuttonelle una oscillazione parlare, soprattutto che modo che occasioni. che tificio. d'ar- e punta della lingua,e sulla nostre riflessione per dialetto che un naturale di stento due a a sempre lingua) è servire adoperare a (accenno noi è opera momento finiamo pur alla comune tra lui a di cose ficile dif- ci rende familiari, in semplice e corretto, in quella proprietà che un modo un consiste non sol il concetto nell'ema nellesprimereesattamente zione. sprimerlo in quella forma che è indicata dalla situai tanti modi Tra in italiano per richiamare possibili all' attenzione uditore: un da' da* retta , ascolto, sta attento, presta quando o d' un si trattasse che maestro svogliato,direbbe e un caso a simile,da sempre sentito a attenzione, di raccontar richiama scriverebbe dire retta; che ed ha ira con subito è sempre il Fiorentino, ecc., d'un fanciullo un il quel più che detto padre in adatto eglis'è simili 37 — casi. Non ha di far bisogno nimia, perchè — sottili un'abitudine per giudizj di sino-, antica si trova già la scelta beli' e fatta: tal logaritmo; tal situazione, tal parola o povero subito deve Milanese invece, mente, poniamo, a scartar il modo tutti tra che uno al che simile irà, a si deve deve che e come cercar italianamente che vien presenta e o Un maniera. damm ragione una suo , caso gli tal numero , modi per caso suo un naturale più e quei gli paja confacente il giusto questo più diretto subito cui in a egli comune e possibili l'altra per insomma più cercare , il più può naturale aver Perchè al perciò che è noi; il Fiorentino ci le capita classici tocchiamo dà una la suono gran ci danno ogni con possiede come caso : punto? l'ap- la disgrazia al presta e le di (parlosempre non e d'Italia) quel al tòno ma un .di toccare (se è con cui lecito un anche tanto della suo non c'è il tasto e ch'eglicerca, noi ché po' in disordine, sicun e tanto ignote tasto maniere tro! al- un per che, poiché il Vocabolario voci tenzione at- renza all'occor- la tastiera, sicurezza anche ep- maniere sono le ritroviamo Il Fiorentino corde ! Insomma, parte per pronto, istintivo, sicuro, spesso dire Senza come astratto parole Le non le trova. stesse ed lui, , quel risponde subito tocca abbiamo noi ma paragone) tocca che a spesso solenne — Firenze modo quel ? conosce di insieme a in esempio per il Fiorentino in avere giusto al più che neanche potrà non più disadatto , naturali non la felicità d' imbroccarlo sempre d' attaccarsi i modi tra libri ei noi morte , che qualche tasto bisogno di tante lingua letteraria non parole: il Fiorentino proprio dialetto, e nell' usarla 38 — *ha quindi ha la sicurezza tutta nell'uso La del e di il Manzoni artista, illuminò precisioneche la dialetto suo loquela, adunque, vivamente di — la nobil di mente riflessione di pensatore. Parve sua in quel fine ideale suo stil nuovo suo Romanzo docile la di stile della non parte. Con Gaetano era Cioni da tal una il come del valle e fare a Un l'opera altrui — io fra me il spalancato e Il ch'esso, an- assumere dalla uscì naturale nelle il lettore avuto qualche smi. lombardi- dei note, esempio. altro alzando sospeso (poco prima son della seconda, (Introduz.) (ibaffi gli occhi con ambe nominati (ibid.) = bravi: d'in sul le mani gli occhi è sivo. cor- vero , alzando dei in Ben — guardo (I)= alle estremità — gentili Romanzo. quando rifare V altrui lavorio levando — punta suoi a — inanellati in già aver riferite nelle diceva me. di e e faccia più corrispondentepasso è vero, in non se rattere varj passi della prima edizione, in cade' quali seguito immediatamente ognun , tra può del vedere. aggiungeremo ne ad Abbondio castello, una noi tondo dicevo don dolce Niccolini B. parola il per attuare edizione Fiorentini colti parola suo uè Trascriveremo Ben G. tutt' altro un correzioni, da dal di la vato tro- davvero attuare ripulituravenne terribile saggio Ora ad di altri e quale prima riuscito l'ajuto,dunque, Fiorentine, ritoccò quale nella che animo suo lui d'aver a prosastico,quel prosa, tirò at- dotto, eccitò nella materia patria il innamorò : sua ! nativo quella no ognu- a rifar lo sguardo I)~ ciati arric- lo libro, e tenendo- (1)=. alzando dei bravi) dal i li- 39 — òro che gli restò lungamente oV mico lungamente sua la per (ed era messa voglia la non (11)*)=.. Renzo nella momento un era della sua prò- istante un non — la per , ecc.)') glia, vo- era un nella testa di pensiero che potesse fermarsi un di testa mala camminando : la verso dì casa verso pensieroche potesse soggiornare malumore malincuore a forse , U 3— gio—il leg- un d'ogni insidia (ll)=zne- verso meglio anche sur camminando = volta, volta di mala prima (II) come (I) concetto camminando — promessa prima mani, abborritore represso— ogni insidia della casa nelle spalancato malumore — Renzo e — .. le andava se (le mani) fregando e ravvolgendo l'una sull'altra (111)=^ se le andava stropicciando—*.Non fate,non fate » (dicevail p. la pianta del noce tela Macario a chi scalzava : II)=« Lasciastare » imprudente, il povero e — (IV) disfortunato giustizia, e — (ilferito: YW)-~e quando fu memoria sentì., di sdegno. madre cominciava sconnesse dagli consunte anni madre mia ') Questa scritto. lezioni di = che da d* aver i e guai vero una noi ben e istante, che più d'un accozzo istante = desta co- !]a La sconnesse e e di gnolini ca- cagnolini — fosteproprio sia per dirti il padre ? che se di concetto. meramente dobbiamo ! E in imposte — occuparci in questo che Pigliamo solo questa occasione per dichiarare la più parte eccellenti. 0 aggiunte sono a) Giorno in !](V) di bolliment ri- stare di mastini {yi)=come correzione non un settenario osato e colui — stare (V)=imposte pensi tu è tali correzioni [è un le strida di mastini e veramente deve endecasillabo scuse le urla — mi foste la madre se le per vetustà (V)=:gliurli E far a cadenti e [un osato debbe non lei non cominciava madre La — dell' avere scusa come padre, ella Ma — positura(IV)=Afa padre positura fare in sé tornato alla tornato risorgimento di sdegno (lY)=colui senti., un codesta parlar o, per quando fu e — più parlarcon per l'imprudente più giustizia,lo sfortunato con 0 come nella testa mai esso del Manzoni potè ?! tali giornare sog- 40 — in bocca (quest'endecasillabo Udirà che tu il padre? vieni tu a ora Tonio: da alla Con che = erano = dà il cervello tavola a vieni mi cosa telletto in- , vano sta- — Che " — (questoendecasillabo che pensi dirsi suol aguzzano (VI) mensa VH)=« VI) : , menzionare?» a Agnese vessazione tribolazioni (Vl)~Le seduti ad La — — mi in bocca fuori? Dì tu « — (sempre Tonio : ibid.) « Dici davvero ? » Sulla bass'ora » (ibid.)=« Verso sera » per far venire al di sopra la buona ragione (Vll)=per far trionfare la giustizia i ragazzi e che dà € Quegli che accarezza sempre loro di tempo in tempo qualche immagine » (così diceva di fra Cristoforo il bimbo Menico ci acca: Vll)-=quello che rezza ? vero = » — — — santino più oltre all'essere il — della valente dalla Griso Batteva — bel chiaro più = toccarlo la avvicinarsi in e Menico) gli dà d'una prima di però , gli mette questo molto il (Vl\l)=Era strada dolce (VIII) sentono — nire., ve- s'avvicinano no afferraro- che in sulla bocca una alla mano si segretamente in erudizione d'una picciola pedata (V1II)= zampa (VIII)=Za quale però , fiore dalla l'uscio dolce (Vìl\)=corse, come tentone (diceva il un del mondo V uscio re fio- un bisogno oV uri erudizione luna gran quale però rimordeva i) Brutto paragone, nulla» levare mestieri è spesseggiare una di que 'malandrini alla può degliafferratori (deibravi uno — galoppò a si può ne, parago- levare che calpestiodi passini frettolosi, un fretta 1) uno si senza , che qual- tanto senza nulla rabbatte — adagio adagio accosta sentono c'è bella più di luna essere, Non « non — ogni più valente — Non » (VIII)=nem vasta ci dà e trassinarlo padrone: VI 1)=« pianta.,senza vasta famiglia pianta...senza al molto ragazzi, famiglia (Vll)=:oltrealV della il altri noi sempre, poteva d' sentiva filetta,dopo una — al buio — tale dissimulazione rimorso un il (VIll)= bocca*) se- di frettolosi poco ! 2) Mette, però, fatto per è troppo dolce, trattandosi paura. di un atto tuoso impe- 42 — il gran l'altra, cancelliere sperando che, una vrebbe la addormentato : che negozio XV) lui criminale eseguire le che XV)=:« Dunque gittargliocchi a (X.V)=Renzo... là, a sporgersi bensì cominciò possibile correlativo bensì a quella., strada ad dev'essere « Che v'era egli? milanese ed , (XVI)=« » Che È — da 1) E edizione così troppo c'era egli Bergamo : È erano idea : in paese XVI) in pur , siimi essi di narrazione da vi andar- Milano., =« al mercante sentirete ! » il cammino da farsi insegnar le opportunità di che altri disse solenne- quanto — certamente intercalati vicinarsi d'av- — quel paese ? » finché ? » ') , paese yigilando modo in rete il diavolo-, senti- (Renzo) quel più e questi momenti))— qualcheduno starebbe e traspose disse na perso- d' avvicinarsi = Proprio — , segnar trovasse — ? Bergamo cui farsi giusta cosi andarci minciò co- in qua sinistra » diavolo (X.YU)=finché la strada da certo Renzo., (domandavano quei curiosi egli ripigliava) « Che v' era ? disse (XVII )=« trovasse luogo un glia vo- notajo gliele — a debb'essere all'ostessa (così Renzo presente» » — costeggiarla più che di , non più potuto il a- il notajo di andare (XVI) maestra fosse possibile—* Milano., e maestra, essa lui con spandersicolla destra a quella.,strada a ospite girar gli occhi a la persona, con subito a , ne prigio- avuto che ordine zo Ren- a in suo avrebbe cose tutt'altro andato il le pensando — avuto avesse non là e » (cosìdiceva » anche vestitevi qua fosse non subito ingiunzioninell' due ! Toste tutt' altri che n'avesse, non d'asino con levatevi e ispinger per (cosìdiceva Renzo, il quale, se a d'ubbidire ! i conti fare vestitevi Dunque al di tutto giorno dopo, il a- potere per ispingere le ( perchè sarebbe che, cancelliere ospite avrebbe il suo di pagar a il Pezzo « =? al domani avuto faceva fanno — (Xll)= capace il gran , minchione!'» X.Y)=pensando vrebbe restato V altra o ragione Matto (Foste)che « volta "a peggio— : sarebbe peggio (XIII)= fanno al cose al intesa — nella , nella frase, e ma pri- davano 43 — (XVII)=e spaerebbe V occasione aiutarle soddisfazione., La — che mangi che sguardo luce quella a via di la dal tutta Renzo a eglideliberò Quivi Renzo villagio, a pochissima distanza. del lì tristo fermarsi. In a fattagli tadini da ospizio(XXXIII) scontento e via portata vinotto, dell'età da fin a Prendo da La breve Monza— La moltitudine ad gran per d' contegno come , aria di aria sopra la e — Poi , cosa alla del al di fuori sfuggita — una come un lavato di e Poscia — recandosi ella è di una destra la in attitudine nuovo esclamò...! panno — storditivo , , prendersi la , prendersi arrappatogli una sicurtà assordante sfuggiasca= , acchiappatolo per Era spianando mettendosi V elemosina , alla : il desco sovra (XIV) gran , battimento, infastidire, cuore, gno compa- spessarsi(XII)= pdnno un sdormentarsi, implorare elemosina, chieder suo aringatore (Renzo), non tavola, predicatore a Bianco — esclamò... ? cosa comincia affollarsi = in giovi- un ecc. questi altri esempj Bianco (XIII) spianando la destra in nuovo ecc. — e con' pochi passi fuori era casa li di presso, un di te passeggio (lH)=^era pochi passi distan- comincia curato contagio, salvo a la ; Morandi un gente Renzo d'andar dal di Monza di di morti famiglia una dove pensar enumerazion cera dal tutta piccino Pensò paese. quella Abbondio, don contadini zia; dall'infan- camerata suo tatagli reci- l'età giovanotto, del- un , anderebbe tento, scon- e famigliadi salvo e cessione suc- una li gramo rivolgersia chiedere di rimase sguardo che una contagio, fuori era casa rappresentava allo rimase dipresso,e un gio corag- scompigliumi (XXI)=... Abbondio, v'era don Falle albergo. Nella lista funebre d'altro di sementa una (XXI)— non Renzo — re poterleaiutadi guai seminario stata allo rappresentava pensar portata di successione una di un » quella luce., e — non da stata mangiare a guazzabugli di = animo Falle « — sarebbe soddisfazione,,sarebbe La (XVII)— guai — di gliarsi sve- batti- la libertà , falda del farsetto=r falda del farsetto ecc. 44 — Potremmo che convenire nella prima. che, Ed che ed asprezze, scabrosità dovuto il metodo essere capace di il di caso si conosce s'è Eppure, detto edizione il e il Manzoni fiorentineschi ! Lo che uomo si sia che d* qua, della commedia una tanti, che avesse insaccato di e tra riboboli è molto, intender un gran le tante prova poco, niente : Ma Travet. questa invece molto dico 1' autore se, perchè poeta drammatico, per luogo d'un le tare sommo parole di perchè delle tesi non e mono presuben provan consentire ad in pezzo che Miserie un media com- pretende di contraddiciamo ci si vorrà var pro- dy Monsù un valente di trar teria, ma- po' strano, da un celebre poeta tragico; noi potremo imi* da BraOtello, quando, accusato paragone un quella o » bene, naturale e conda se- zato rimpin- , di provar È 113-4) ! e « non da un lìe, d'averglisedotta la figliacon diaboliche maraccontava l'ingenua e purissima storia del suo banzio amore, e è l'autore nella , schietta che quelle rettitudine. da Italia in vista di scrivere spiga, Ch'ogni si dovrebbe più convenire (Purg. XVI, persino di naturalezza l'autore poich'è ridisse durezze, reso e di affettazioni Romanzo suo ha alla seme ridetto pianate ap- in campo che mente lo per le pur sicurezza tanta come giusto e ragionevole novello con toglierle ripetere:pon deve il metodo essere ben così non quei passi presentavano di mettere all'autore permise son quindi, deve ognuno, imperfettodovette come erba che ma riferiti,ognuno sciolte tutte e le asprezze tutte esempj; edizione le scabrosità tutte addolcite finora seconda nella altri molti aggiungere Circa i passi occorrono. — concludeva: 45 — — tutti per I miei Ed io Tamai Questi E perigliella corsi le per , pietà gl'incantifur che quali n' ebbe io : posi! ') delle correzioni altro che son non che in opra riferite tante noi, che abbiam , la m'amava la zoniane man- sostituzione all'affettazione semplicitàe della scorrevolezza allo stento, possiam dire al Bersezio: e questi sono della e i riboboli di cui il Manzoni accusate parola! Di strano suono, incerto significatoha appunto Curiosa d1 d' certo, checché Ma parola, nessuno frasi andato ha abbiam che in « insieme formata come » altre queste su correlativo stravaganze, alla strada se This chi » ed » ha il me I lov'd only sol chi per cellato can- her is the tuito sosti- tolto « cero fe- ne, colazio- libro. Si s'è manzoniane la maggior di quelleche che si dice legga da veranza asse- prio procaso a tanti , abbia nella seconda in dittongo uo" for ha fecero « contan subito sempre And » ha correzioni ne qualche pagina del esempio, che il Manzoni lov'd messo leggenda. Con una una She delle simili ! benedette si smentiscono ') ha e cose del mondo sostituito alcuna , cento e Ma di e « carità tal potrà dire che sia costeggiare la strada l'aere gli simigliagravoso « l'aria gli par gravosa, chi » sostituirvi » andar « fatto questo essa riportate.Nessun di affettazioni cerca cancellato con ! origine, significareuna possa chiamare vorrà Riboboli — oscura per , fortuna! ! the that I had she pity them. wìtchcraft did edizione buono, nuovo, dangers I have pass'd us'd Othello,I, 3. per ! 46 — cuore suono, bono, core sono, parte di esempio, ed nuovi In codeste buon un spagnuola in ecc., STRADicciuoLB in muricciolo '),BRACCIUOLI terricciola, resticciuolo in in guerricciole,giuoco in QUERC1U0LI fu tolto, son queste: prima edizione in spagnolo braccioli,TERRICCIUOLA resticciolo, libricciuolo barcaiolo, GUERRicciuOLE gioco *),mariuolo in mariolo, in donnicciola, DONNICCIUOLA quercioli, p. 224, aggiunge: pennacchiolo vede, dittongo un in lo, tovaglio- in facciole , vetticciola;pesciaiolo,legnatolo,paiolo. in [IlMorandi, di qualcosa sempre , VETTicciuola si e famigliola,TOVAGLIUOLO in farinaioli facciuole farinaiuoli la allontanandosi in famigliola Come in per , stradicciole,MURICCiuolo in in libricciolo, barcaiuolo in Yu della ecc. cola pic- una Leggiamo conservato. cui , altre, il dittongo molte pezzo... parole in solo quattro parole subito troviamo e Le ecc. Spagnuolo in in novo , ciò v'è in scrupolosamente Per nuovo... Ora figliuolo,e prima pagina, scrivendo semplice o ecc. vero. in fu anzi uo il ecc., — in queste tutte i, espresso avanti al questa fu la gione ra- si ha voci latente, o raveggiolo.] , e del legittimol'assottigliamento dittongo •). Pure, se per alcune di queste parole un in tal assottigliamentonon urta (non urta p. es. che fece parer , , *) Un muriccioli meglio in *) Ma qualche ristampa giuoco un in (XXXVII) una frase [Un altro, nello tutte le ] *) c'è era di aggiunta stesso edizioni, salvo cap. di nella prima edizione, o VII; e, quel ch'è più pianta capitolo,poco nella illustrata del . Cfr. Archiv, nella essa. al pure, già GlottoL,IV, 405. seconda prima, 1869; è ne. edizio- rimasto nota tevole, no- in il Morandi 47 — gioco) in spagnolo , "T un' affettazione. Sol Manzoni potè Tanto è che figlioloecc., Anche nelle voci in si ha cui Y aria tutta di volontà il affettazione. tale una figliuolo,figliuolae loro plurali, ed parola cT uso troppo comune, innovazione troppo nelf occhio, egli non dato ha sforzo uno più perciò la più lieve cui altre per di trattandosi in per sentir non vero, le per , — lasciò e i un pure cuore di scriver ! figliuolo ecc. muoio, muoia, — muoiamoì dittongo (però del contatto a subito ebbe sempre verbali avrebbe prima) fu V uo ridotto a o: moio, moia, Cosa moiamo. peggio che inutile; tanto più che fu lasciato cuoio (cap.I), che pure è nelle stessissime condizioni così attuali come etimologiche (muoio : vi son E alcune morior :: cuoio : corium). pure fu ridotto a o, senza altre parole, in cui Yuo che neanalcuna : specialeragione assegnabile dopo, non , — Muovo in muove rimovere smovere, in in jn crepacore abbastanza ') Ma nel IV nel e *) Cosi *) Ma di badare e è pur di cavalli svincolarsi,e *) Però questa un e il Morandi di sono pressoi anche s),vóto *).[Il rota p. , XXXV11: ruote che ZUOLA LEN- quelliche già tono, scopre, avvertito FRASTUONO re '),crepacuo- in scola , scuotere ri, 226) è rimasto XX11. al cap. un ruote braccia (F ha percotere notano, nella prosa, anche composti, faccendole, LENZUOLO lenzoli,scuola *);oltre,s'intende comune scuola in in duole toscaneggianti,come non in riscotere, NUOTANO in lenzolo così tutti i e ecc. percuotere ecc.; frastono, FACCEN uso move movo vuote ». ma rimasto Però , batter frase un fa l'avrebbe al cap. poco XXXIV: più giù, sulle rote due è rimasto crepacuore « ritorna al XIX. un rumor rotei « e (avrebbe però dovuto settenarj!). » lasciato anche nella edizione del 48 — Mor. aggiunge uova «bruttissimo Ma son ancora, cose e in (dov'è?), ova perchè in d'un bocca ! costrutto senza nuotano — oste finisce XV]. ha es„ tato mu- creare a , un pure nel cap. » Perchè, p. che notano notando una brutta ha lasciato cuocere ambiguità mentre pur (XVIII)? ') Chi sa che contradittorjragguagli gli dati quei Toscani ! Del reeh' egli consultava avran sto, concludendo quanto a questi o per uo, si deve , riconoscere che dittongo sol le altre. E si parole in Yuo. dell' o ragioni nella quanto latinismi in ecc. poesia toscanesimi, familiare dare Per un poesia loco , , prosa e certi usare possono l'occorre al- color satirico. certo Giusti del E titolo Di di , esempio, questa strofetta oggi, a in foco che ecc. servirsi a nella e vieterà al discorso in stile così novo omo, come pre sem- , niente in certe conservare di stile. Come ragioni di per in tutte salvo però, beninteso, rinunziare per il la forma quasi preferita ha {gioco ecc.),il meglio è s'adoprano appunto novo parole,conservandolo l'uso letterario Senza talvolta alcune indebitamente soppresse può aggiungere che invece, cui Yo con in il Manzoni , galantomo Anco lo Pretende sguattero a omo, la cobe al Folli. Ma stando è negata dal Mo(cap. Ili), randi proprio l'edizione del 1840. (p. 295), che ha consultata che in dice secco, a cuocere secco p. 295 *) [ Il Morandi scusi : è lui che non l'ha saputo e' è. Mi questo capitolonon 1840 , ! Il conte cercare nel loro che capo brodo pel gusto un nuocere dice zio ».— Ma : « ... tutti di contradirmi i frati i mali bisogna lasciarli non vengono per notato nello egli m' ha appunto, che pure fa per me]. cere cuo- cere; nuo- so stes- 50 — le fece Egli francamente (X) poteva bene impedire (X)—Egli (XVIII) recinto innanzi dietro in- e — la fantasia con egli andava intorno (XIX) Ma — quel a per tutte di quanto eglipotesse (XIX) "grand'idea una egli (XII)— del grand'avveninon piccolaparte (XVI) avuta Madrid a — eh' poi anche camminava Tonda egli ronzasse per quanto egli proseguì m^ — poveretta pensava (XI)— egli fendeva nel qualeRiaveva mento e la — (X) s' alzasse che cenno — — egli,persuaso viglie (XXII) Ma Dio sa fare Egli solo le mara(XXIII)— Egli m'è testimonio (XXIII)— Al replicar eh' E* dell' istanze, cedette egli dunque (XXXII) ma ora di cuore — — Egli ti ch'Egli può gli non Ti la fermar d'un mano lo ha ch'Egli (XXX VI) voi (XXXV) Oh — più che ei che nel abbastanza Romanzo non però, quanto sono esiguo.0 questo e allora italiana, da volta santuna ma deve natura numero un s'ha a capitolihanno nel quale ultimo §e dicono nessuno non cioè una trovi in codesto sono son ci ha l'usar solo ses- parola qualunque, parola che di sua è una nel discorso? capitoloè massimo, anche pochi periodi,e un , stranamente dire parola,che ne son sbandire dalla lingua vuol cosa ricorrer di continuo che rimasto numero , pronome, soli di sé a io dovessi egli quelliche sia ne eglieh' bisognava lasciarlo fnai;o non una un ve io eglieh' sessantuno se ismentire pronome allora restare, ed giro il vero, per Egli sia — l vi par vi par — bisogna dire tu ch'22- bisogna aggiungere i due esempj di egli pleonasticoneutrale: sappia...? (Il) E questa consolazione provarla...? (XXIII). Ma, forza... ti lascerebbe.;.? ch'Egli amato... lo faccia... Egli credi prepotente... Infine — dato... Egli ha abbastanza difendere...? credi tu ricorderesti con più bene..,ma vuol possa sempre ch'Egli t'aveva colei ti manda... gli mi il IV nove, e smaltiti tutti riferititutti Il a simo mase due il XXXV; e nove nel Dio. Poi, 51 — neir sei hanno ne se Vili — cinque ; nel II nel e V ; quattro nel I. nel II, nel VII; tre nel IX; due ne' scuno capitoliI, III, IX, XIX, XXIII; e un solo per ciai capitoli hanno VI, XI, XII, XVI, XVIII, ne XXII, XXXVI. XXXII, il che libro dire vuol negli altri in poco neanche si trova non E egli: un intere capitoli').Or d* di masse elementare è intermittentemente la metà del prive son ne di cosi pronome sporadicamente ben cosa una un solo servirsi necessità pitoli, ca- che men , diciotto ! Gli curiosa , è , come settimana! — facilmente s'intende anche due la volte considerare, che, dei si un come riferisconoa Dio, E che pronome fosse il Manzoni arcaico solamente pane diciotto egli, ben sessantuno di mangiasse E bisogna uno se ad restio men glisapeva usarlo , nei momenti divinità *) La sacri della solenni e Abbiamo quella costituita è grossa Isolato il solo è diceano regole l'Altissimo volete non di alle che vuole che « che vuole. Dio un Lei « — ».. ... ma no, del che avrà Lui no : male, vorrà Lui, V avrà quel esempio analogo : questi casi, il che € è tanto lui e sarà il preservato le sa Lui far cose fa ma " *Non da' E volete possa. .? » » voi per » pericoli» (XXVI); » Signore misericordia Lui — quadran Il meglio (XVII) perchè buona, il lei Lui anche le prove: (VI); « " della SpiritoSanto sottomise Eccone per classica lo ben il bandolo? accomodate che invece toscanesimo. Lui facciamo (la Madonna), In tutti del trovar Quello (XXXVI) (XXV); (XXVI); € regole sappia la latinità poco il Manzoni Donato, XXXVII- il lui. Se certi all'occorrenza potersi sottomettere non XXXI. XXIV- cap. XVII. cap. *) Però, anche per Dio è usato padri della Chiesa, per iscusare , dai XXXIII-XXXIV, XX-XXI, poi XIII-XV, XXXV1I1. alle della *). più Volgata invocazione « Quel giamo qui aggiuncredere che (XXXVI).-— benissimo. x 52 - - il Manzoni Evidentemente procurò , di cancellare getto quanti più egli potè. Qua e là vi sostituì un sogpiù pieno, un sostantivo. P. es. dove diceva: E quantunque quell'annata... pure egli, che da quando messi venuto aveva gli occhi addosso a Lucia, era dimassajo (II) corrèsse: E quantunque quelTannata... giovine, che, da quando pure il nostro diceva: Egli s'avanzò E dove ecc. ecc. (V),scrisse: ghi, Il frate s'avanzò ecc.; e così in parecchi altri luo, opportunamente sempre e senz'altro soppresse Molte — volte altre , il pronome; il e più delle volte opportunamente, giacchébisogna convenire che nella tile. uno sciupìoinulingua letteraria se ne fa veramente Sennonché, qua e là pare a me che sarebbe stato ad ogni meglio lasciarcelo, per ragioni affatto speciali caso. Poniamo diceva dove , don Abbondio stinto , un come... 1' egli fu nella nome lampo....Fece un inchino.. grande sopprimere non Questo « : » (I) , essendo meglio stato pochino un , per i- egli, come sarebbe di mente il sottintendere duro di pronome, qui,senz'ajuto condo per soggetto del seè un che nel periodoantecedente periodo un nome semplice genitivo.Così,più o meno per ragionidi questa ghi: specie,mi par che andasse lasciato Vegli in questialtri luo, Per non dire la conosceva egli era molto verità,eglinon aveva (I) gran fatto pensato.. egli don Rodrigo (I),Ma in primo luogo , affaticato egli parlava..(II),.. con mentre riconoscere a un amico eglistuzzicando volto non a que' due (II),.. e che , con quella s'era fatto frate.. (IV), Ma i fatti del voce grigiche che , vuol far egli ha avuto torto (III),., dava anamichevole (ÌV),Il superiorità il contegno di fra Cristoforo raccontare occhi disser chiaro... eh* intanto che noi siamo egli stati padre Cristoforo., egliè arrivato.. facevan inchini,ai qualieglinon (IV),.. rispondeva(VII),.. 53 - fa fatto vedere egli si quando ma edifici ammirati — dallo straniero eglipensa , (Vili),ma., n' nessuno per di Renzo, e Molte altre volte uscito tanto era più egliera e davanti (VII),... agli contadino mutò quanto il povero , (XIV) distingueredue serie di casi. In una è opportunissimo e quasi necessario. queste il lui Son quei casi di , il pronome cui in rilievo un lui non — lui nemmen è che non com'ha anche fatto lui — lui lui nel , — lui? c'entra ed io il capo (XII) egli?(XIII),ora: Lui lui lui , In far : Che *) Eccone con — la voce ha più bisogno Si, il capo ma lui? c'entra : anche alterata la ch' an- voce lui è luì Sì, — Che — egliil capitale, — lui il capitale,ed egliprevenire (XVIII) io ora: Egli ricco,egligiovane (XXIII),ora: Vuoi far il re, egli(XXX) ora : giovine — — , il re, lui ?— ecc. in tanti questi e mandato ora , abilità— saprà ben prevenire ricco Vuol : con quella poca abilità (XVII), ora quella poca saprà voi? e più bisogno egli (XI),ora: egliè ma : eglinel tafferugiio(VIII), E poi ? e egli? e tafferuglio (Vili),ora: E poi? e egli alterata (Vili) ora ha, ora , cacciarsi senza mettersi egli (V) fatto com'ha — voi ? lui— es.: egli,diceva prima (I),ora dice: l'aspettato bene eglistesso (I), ora : non sapeva sapeva è che non anch' egli(I), ora: non non avesse avesse senza ora: — cioè enfatica, ha funzione una particolare.Per L'aspettatoera era ha ecc. ecc. qui bisogna lui. E Vegli in desiderio con alcuni altri ecc. altri casi simili : e lui non ci ha '), i gramma- colpa (lì)—che v'ha (III) e lui li mena (III) e lui m'ha confessato in granaio (III)—Luiì com' ha disse don Rodrigo (V) sn fatto lui (VI) e lui fosse all' ultimo boccone che sia (VI) lui che lui e il fratello (Vili)—era proprio lui (Vili)— passar faceva un (Vili) com'era lui (Vili) e lui poi ve sopruso lui — — — — — — — 54 — tici hanno Se è non han nelle il messo d'una d'era Joro come lui venuto comandi a la di In chi mal (XIV) (XIV) e senza che vi stia Lui invece che — la bocca composta (XVIII) In simili casi l'indovinerà lui— * lui urlo non si (VIII) le può al sorriso può E — (XV) continuò dire che e — né che edizione. Per es.: tutte che Qui, proprio, il lui, così collocato, non almeno dire : prima dond'era venuto : donde egli era lui. Cfr. lingua italiana, Lezione; Padova, dosi.. ingegnan- (XIV) ecc. — poteva — , — lui, te., lui,poverofra- (XIX) — diceva cuni poi al- risolutamente lui, ora saper gli è — ecc. prima (X) 0 fosse veramente persuaso (XII) grida lui e gli alabardieri lasciare, come della un lui allora e — dir può 1' egli della meglio lui lasciar Vegli. V'ha si non (XX IX^ (XXXIII) altro lui Fate — racconta come il lui della seconda caccia (XIII) far che il pretesto (XXIV) in campo — don- lui stesso era fuori lui lo sapesse che meglio vi stesse meglio ; Bisogna — lasciò (XXIV) lui possa era — (XIV) non — conto altri casi in cui che es. p, (XIII) vissuto messo aveva mio prima l'aria invece toscanesimo, come lui medesimo tocca — zo pez- che m'aveva grida simili casi uè gran vecchio a addosso un strada lui li vesta stesso te, da come ci come più dargli retta, presero la (I)* Spiccava tra questi,ed de* superiori che lui che lo mettano, di casi il lui ha serie benissimo. ci sta — un spettacolo, fatto veder lui regole, ce me, affettazione quelli,senza ma sbraitare,il un'altra In — bel un — ecc. lasciare stare lui vasse (XII)— tro(XU)— ecc. ecc. ci sta. 0 venuto; Canello, 1873; pag. doveva o Sulla 39. doveva stori* 55 — si non Più severo non ho se ché po' d'enfatico nel pronome, sicpuò farglicolpa d'averci messo' il lui c'è però Vegli;ma un . fu il Manzoni angoscia(II) con — , fallo ch'ella doveva non restano, partiva(li)— punto belle (III) ella — aver d' un soggetto sostantivale, o applicarele — Vegli e il lui. Salvochè, lei. Quando siccome il si sostituisca c'è all' ella nella frase lo tu Si crede che oramai anni. d'inviarmi giovinetto. il lei invece del ficato, giusti- par questo lo saprà lui nella il Manzoni e par che non possa frase Lei come sa » volesse sostituire maticamente siste- più spiccioe popolare che al più pesante, più letterario,il quale, la quale, ecc. resto, il Manzoni negli ultimi enfatica il lui a se sai) *). il e lei, questo lo saprà Lei f==que- saprai tu) quanto (=:come ') Del sa, nella frase tanto correre frase di relativamente , dire che, mentre lui come vore fa- a anche stuona non la situazione concorra es., nella p. questo il familiare caso , non giustificarlo Voglio pronome. abbiam che qualcosa sempre familiare, cosi in tal che vi si possono lei. E logo si tratta di ella per tu nel dia- dialogo è , in considerazioni stesse — (IX) commesso affatto,o lo mutò lo soppresse del esposto (XI) avesse lo sostituì col resto,,o fatte per eh' ella dopo anno un non sto Ne dunque far credere eh' ella tenga dai navarrini?(\ 1)— vuol Del Mentre diceva chiacchiere,com' ella se Velia. con male, soli sei esempj : contato ella ascoltava con — P. es. trovo non « rifuggi dall'usare dei versi subito in una ch'Ella sua m'ha lettera YElla anche fatto al De il vore fa- Amicis 56 - Ma è non punto realmente vi pesante Vi vero. tal una — de' casi in son il pronome sostituzione; ma anch'esso occorre al che sostituito anzi volte, (talvolta di che mette non di di darne conto nemmen più nato così stermi- numero un fece cui ma), pri- esem- esempj di il quale ecc. posto in o cima al periodo o perfinoal capoverso perfino in cui la popolarità in casi insomma gorosa rial capitolo; invece pj. Daremo , , vorrebbe Eccoli ... sostituito questa e ecc. : libro. Veduta un questo, e un qualcosa...(Introduzione)Il qual la — (cosìcomincia padre Cristoforo... il il capitolo, VII) e — solo non fece subito l'alinea, ma al cenno cappellano che uscisse;il quale ubbidì (XXIII))—superiore? (XXVI) vogliam se — credere Tadino. al Il prio pro- Il quale.. quale anche afferma...(XXXII)— fra Cristoforo.Il quale..(XXXIII)— Era proprio il padre Cristoforo. E poi punto e daccapo La del storia E la storia. quale...(XXXV)—... punto e daccapo: La quale, di tutta il sugo come se v'è non : ciuta dispia- a/fatto... (XXXVIII). Un'altra « delle storielle è che e sempre nel curiosi così to il che poi sempre» familiare A cosa. quei pedanti per come sacrilegio, di cui il Manzoni i quei maestri, Edmondo de Amicis addentro, ed operato così — che compiti *) Vedi nei cosa l'Appendice V a ha che tato mu- terrogati in- cosa pajono ben ciò è un di mestiere, veduto saviamente, il che e noi manzoniani racconta il che che. quali tutto quistione della lingua*) — o abbia in tan questa cancellano de' loro alunni. 58 — Altra volte notevole cosa il loro lor e il Manzoni che è loro; a per — lo e infinite usa che gli, 1* uso lo adottò se non non popolare quasi gì'imponeva in casi eccezionali,quando proprio il lor glisembrò casi insomma troppo pesante ; in pochi e giustificatissimi , che La legge Chi si gè andavano, e — gli fossero La gente che guardarci in viso gli s'abbia domani... van vedrete ma sopra — — ? retta doglia,come tutti coloro — che gli l'intimaz Al- — — vicino (XIII) loro, si contentavano a la testa con (XIV) più alta che , Lasciatela — di riuscito finalmente Gli altri...gli era (XV) passato il ruzzo gli sarà se gli darebbe (XI) rifare il resto a piaciuto(VI) è fatte..., rispondevano... (XIII) camminano — mio: qualche bell'impresa (XII) si trovavan (XIII) che solo curvi, di far gli veni Chi ? ossa.. il computo gli come Milano a peste V pizzicavan le mani che loro, non state Ecco contare. fatta Yhanno di costoro* cura (XI) si posson par fare..; Quelli — guardarono., la comitiva, e si fermarono; altri che gli eran passatidavanti, voltatisi facevan cioè (XV; coda al gli vuol ma loro della comitiva? a questa seconda se cosa, indietro^e tornarono bisbiglio, o dir vuol si considera proprioalla comitiva dire ? , Renzo a che c'è — gli anche forse nella prima edizione) può esser che 1' acchiappino..;ma se gli sotto 1' unghie, il vostro giovine posato... torna (XVIII) — — Ma i primi... la.gli era gliene ( ai bravi che (XXIV) cuore — Anche gliamori andata così male dell' Innominato (XIX) la paura — venuta ) sarebbe questisanti son curiosi...gli stanno più a di due giovani(XXV; ma questo gli piut- genericamente riferito a santi circoscritto al Cardinale) verso quegli ostinati viste di vogliono( dell' a- tostochè — buttarglielo... (XXXIV) minenza),troveranno È più scanissimo che mai gli per chi e — se la , potrebbe , e essere fece le gliene darà (XXXVIII). notevole le ossia che a non lei. usò mai il to- 59 — Il toscanissimo ho non se mal di pleonasticonon che una computato una giornata peggio essere e' è anche e' maschile: un (Vili). Più largo uso Per gli. neutrale et sola e* (XV) ben neutro perchè (VI),gli è è diieri poteva dell' altro fece gli es.: e* l'usò, volta: , risica E — — tare aspet- pleonastico per del amor (XV), gli è perchè le ho viste io quelle fac* solo non bligò s'ob(XXVI), ecc. ecc. Tuttavia, non ad adoprarlo con che l'uso toscano quella costanza nome ce gli avrebbe pitid'una nella raccomandato, là dove volta prima edizione, è gli gliparve gli ciuffo (IH) gli un d'avercelo è è (VII)eco. gli vero, che inutile è non : È luogo in dire gran gli un abbiano che cavar un nastico gli pleoin tutto il davvero cui i tanto santi l'argento vivo aver a (II), (XXIII). addosso Anche del la . Anziché toscano, ed credette Potè sola, in un i birboni come si trova cellò, can- come farsi come plurale non volta una è Quell'altro toscanissimo ecc. nominativo libro messo ragione: lo , dente anzi , alcuna senza frasi p. es., nelle lo cancellò ma soggetto pleonasticofece usarlo potesse ingannarsi fu l'aggiunse dove diceva prima altre volte male a ! V, avere nell' applicarlo è Ah che vero 1' avea 1 c'è lo soppresse messo incappata dove metterlo (p.es. diceva Fortuna che cf è la il criterio ma alle volte come , e' è cascata ! la quando uso , non : fece ne il qualche opportunità. una talvolta Ah (p. es. , altresì, ; tanto questo fa quella profusioneche con il milanese che to. discre- uso nella la ! dove brava la brava ! X), gli parve d'aver prima: Ma la è avvezza zione edi- prima XIII; ora cosi fatto sa grosdice: 60 — Ma è grossa qui tutti ! Fortuna quasi o — che e' è avvezza).Raccolgo tutti i la che si trovan nella conda se- edizione: accader 1 la doveva Ma voi (I)— vorrei che finalmente... (II) La l'appuntoa per (II) La qui sicuro (III) me! la fosse toccata a la dev'esser propriotutta al rovescio mi vuol far noci (III) la farà più noci che mi preme, sarebbe andata male (V)—La è (ili)che non foglie(III) la — — Perchè la violenta così 1 la (XVI) (X) dura L'è — (XI) — (XV) purché la duri (XVI) — La (XVI) — — scata cauna proprio la proprio era ordita era c'è la Provvidenza V è ma la e' V — la c'è che Tera sentendo ch*io canzoni, male può andar (VI) ognuno troppo strepito(VII)— Ahi (XII)— Credono (XIV)— meta chiara, che l'intenderebbe faccia non la brava cosa — L'è (VI) vero... — l'è — la — venne — da un di, (XVII) Qui però, vela va più quietamente (XVII) ma quando si tratta di mangiare, la non si guarda tanto per il sottile (XVII) L'è pezzo — — — — (XVII)— L'è così usanza sciocca un'usanza (XVII)— Mai E benché., la primi...la gli era andata così male (XIX) non già la viene avanti col più che ecc. (XX) paresse (XX) voglia il cielo che la sia così passo della morte (XXIII) figuriamocise la glideve parere amara (XXIV) La sarebbe barbara (XXIV) per gli spassiche la mi dà, ti par vero voltarsi in bene che la possa non (XXIV) — — — — — — — (XXV) V è — una burrasca dopo qualche tempo che non (dice don € la che va Ferrante via la carestia parte:XXVIII) (XXVIII) fosse passata (XXX) (XXXI) (XXXII)— cono vuole la paura — — il quale chi la tutti che V è la c'era a donna (XXVH) spogliede' paesi a proprio d'un assalto — chi voleva avea detto e che , a che la ci vada don a gegni» sf in— toccava che la gli ta vendet- una predicato che J'era peste a Milano peggio (XXXIII) tutt'e due (XXXIII) confusione bene se Gonzalo la credo volesse,la c'è (XXXIII)— E una — XXV1F) cui la fosse li) La « — Prassede: (gridano appresso » le — passerà presto (XXV che — — A se diDio chi la 61 — — (XXXIII)— Questa la mi dispiace(XXXIII)— La mi dispiaceanche questa (XXXIII)— Ahi sia ringraziato il Cielo,che la v'è entrata (XXXIII) potò subito argomentare tocca, Za tocca — in che (XXXIII) So che — più (XXXIV)— Dio ha non anche se (XXXVI)— Renzo, bene va La non c'è questa casa (XXXIV) la ci fosse. Se se pur la c'è (XXXV) la c'è che V è — la ci sia (XXXV) idea storta ? una la veniva la mi la se — — voluto lei,che (XXX III) la fosse stato secchie giù a non — l'ha detto ve (XXXVI) — Sai — e' è c'è,disse (XXXVl)-La c'è,la c'è,la c'è (XXXVII La dove la m' ha preso? (XXXVII)— ma Tè acqua, V è acqua (XXXVII)—e la verrà qui (XXXVII)— ma Z'è una porcheria (XXXVII)— la quale tu non sai neanche che la sia in questo mondo (XXXVII) — tutto per i c'è pur La (XXXVII)— Sapete andava come che V è una col bando cosa? andava vera — — qui (XXXVIII) non può sapere come molto tempo prima che poveri (XXXVIII) {XXXVIII)— eh! rè questa!(XXXVIII)— a come — — la fosse bella? (XXXV benone cagione (XXXVII) la va se (XXXVIII) per troppo la gran ? U Iiy— giacché Za c'era la vada la ci rivasse ar- dirvi che ria questa birbe- (XXXVIII). ho ripescati: Le tutte son pleonastici v'andassero a genio?(KXll).— qui (III) se le non dice che le son ciance (XXIII) '). Monsignore i già pochi eglino ed elleno Tolse naturalmente lo condella prima edizione; ed io non son fesso, disposto, Tre soli le — neanche lacrima sulla tomba ! Sostituì questipronomi sesquipedali naturalmente a versare lorOi di solito. Per eglino stessi erano una es., dove in gran diceva: parte la (p. 269) ha però avvertito *) [11Morandi questi le era bensì nella prima edizione , è stato soppresso. ] anche che ma sua di il quando forza il secondo di nella seconda 62 - (XXIV), dice Non — anche ora: (XIX) andar al esse , mutò occorrenza essi tengono XIV : la ora: ; mancavano in loro la penna ecc. Ma (III). (la penna ecc. 1'essi ecc. all'occorrenza, non convento pure medesimi Vessi usar plurale:essi nominativo come loro quando dall' anche restò - l' alla ro; lo- tengon ecc.). Anche il desso lo abbia bravi in visto don (XI), ora: » Anche al sfratto, qualche Mantenne, ben e il lo loro unito » fieri tra invece lo tale o lo chiama come moderno e avesse del tanti dei un , I quali che non questi. ha lo che ragione, quel a proaggettivo,proprio non son "c — plurali dette vorrebbero che dicessimo opposti rimedj,egualmente eccessivi! e è lui! i ecc. nomi a proaggettivo , più (1) dicevano » fece bene. e nemici desso! è Dio che e spasso, Abbondio; ora: son « a sempre gloria. « Egli appena dessi mandò niente Ma se fosse non due : anche del francese anche provenzale simo dices- sto que- antico nell' uso , e sé sognerebb parecchi esempj classici,quasi bi! '). inventarlo tanto esso ci fa comodo computo : per , Eccone il Gertrude avrebbe potuto lo fosse diventata lo ma dico già scritto Campo la per uso ha un di più monaca , , e per santa, (XIX) ecc. — perchè dovrei ripetere quel il siciliano Alberto noi - non n1 ha che Busca ino - , Trapani 1867. l'acume que comun- superiore:indegnamente; sono profonda cognizione toscano, chi lo — filologoesimio (Studj varj sua (XI una appunto per correggere sono %) Non essere e superi in competenza. e pag. dei 299-301). Il classici italiani la serenità quale, l' del- e della mente non , ICfr. anche Morandi, p. 72 J. 63 — lo fosse pretendiamoche ogni cosa in ora sua così diverso senso un — da non può esserZo già lo era sé per (XXVIII) più (XXVI) lo rimasti in quanto volte padre senza Y uno quellidel per lo (XXVI) sono molto per ! siate to (XXXVI) — Se i rimasti morti lo era, paese, gliuoli quanti fi- — per loro come che — tempo dopo (XXXVII)— essere che e caro, resuscitati dire, due a come (XXXVIJ). In luogo però un il Manzoni bene a cime inuguali impresse che lo fu , suo lo fossero punto unicamente non V altro per (XXI II)— meno cagione(XXVIII) la era stanco, lo poteva a vivi erano, Renzo, se — (XXVI l), e come — fu che luogo un — — lo fosse il che quello giorno avanti (XXIII)— il ritorno non lo era di quelliche- non lo fosse (bene)., ciò che non (XXV) (leciti) (XXII) egualmente lo tralasciare sia ben stato V nel famoso il lo. Dice nella aspetto dei meglio: « avrebbe mente sua suoi familiari addio (Vili): non meno Sarebbe ». dell' aspetto meno non ... fatto molto ecc. » ch« ecc. ». l'aspetto il peggio e il meglio per il Usò pure liberamente ìnaschile il femminile, singolaree plurale: e non e sì spaventò dell'orrore dei grammatici per cotali usi, molto più. legittimidel resto, anche storicamente, di quel 'che coloro credano*).Eccone qualche esempio: de9 meglio (XI, XIV), delda peggio imbrogli(III), le peggio (XII), la meglio (XIII), "?«£ meglio (XIV), una giornata peggio (XV) più ne conosco peggio li trovo (XVI), un'azione peggio (XXIV), alla peggio de' peggi (XXV). o « ... non men , *) Mi dell 'unica 56-7. E permetto forma cfr. latino,nella di rimandare flessionaledel Gandino, Della Rivista di al nome mio scritto SulV italiano* Pisa origine 1872. pag. forma del comparativo nell'antico fil.classica,VI, 463 seg. 64 — — Soppresse tutti i questi e i quegli e gli altri al nominativo singolare,e o li scansò coi soliti mezzi (sostantivi ecc.)o il più delle volte li sostituì con che noi altro *).Ma senza questo e quello e un , partecipiamo all'orrore dei grammatici, per il questo il e quello usati di rado nominativi come personali,poiché propriorichiesti imperiosamente dallo stile familiare (era ben ridicolo,p. es., che il bimbo Menico dicesse del padre Cristoforo : quegli che ci accarezza ecc.: VII), noi non sempre siamo posche guadagno vedere ci debba però neanche noi Italiani le forme dimenticare a essere questi il pronome a quegli, altri, che servono sonale. persegnare essi non son , Ma così in deferente dovere questa faccenda all'uso di metter che moderno, toscano quello quegli per diventò il Manzoni fino in sentì il poesia , *),dove esso riesce perfin oscuro, è inaspettatoe fuor di luogo. tanto s'è già visto e come vedremo cora, anEppure, come vo egli in altre cose non s'era poi reso cosi schiadel toscanesimo, Egli ha, p. es., questi usi, che credo sien più popolari oramai: « proprio non quel p. es. ') Ma nel inno suo nel pure Korner a general naufragio si salvati son quegli un (mentre quegli girava la chiave nella toppa: II) e un altri (che altri pretendesse "T aver ragione contro il suo sangue ; X) e È questi dal Morandi, p. 59, nel cap. 1: questi[avvertito un che mostrano ma ] Eccezioni curiose l' Illustrissimo.... de Velasco , più sempre a forme a) così Chi radicate potrà Quello Potrà sia come nella nostra della ancora scindere difficile il dare gemina una in gente un tradizione Dora ecc. bando assoluto letteraria. ecc.? risorta ecc. volghi spregiati, ecc. 66 - — de' di restaurazione gliam credere senza speranza ec. perocché, perciocché, imperocché, conciossiachè entrambi(l) rendette (XXXIV) per avventura forestiero di quel (XI),solitamente mutato in rese di Bergamo (XXXIII) ma in un luogo un po'satirico, ben nota il Morandi doveva io (III), io mi come di solito dovevo ecc. faceva (XVII), mentre Ma una denza più evidente del quanto d'indipenprova , — — — — — il Manzoni , il verso nell' uso che sa serbare a ancora questa. Ognuno è toscano riuscisse toscano dall' articolo precedutisempre e' è (fuorché,s' intende, nel vocativo); eppure, non volta V trudina fu invece il Manzoni 1' articolo (come nome i versi ai di della lui familiarissimo a l'articolo) Dei resto — e necessità divenuta una della monomania vera un di caso credo, e, di tutte natura questa Y , e il Giusti nelle par poesie che , fare autorità anche che , per ai letteraria lingue europee uso de' esser la prosa del di tutta cognomi così, genere e consenso 1' articolo. senza nell' Epistolario , familiare possono ni (Niccoliniè spedito,Manzo, Cos'era Romagnosiì... [ Il Morandi, seppellito... objettache non in un solo caso il Manzoni omise avanti, » a' cognomi. Ed (?!)i casi di ha non l'Italia è mi è (che in certo un i per cognomi le altre valevole lui per taluni comune l' intendesse per perchè si dall'uso è pure internazionale) permette Certo, dican ne tradizione una — volta una già usuale premissione dell'articolo interrotta,e suffragataanche toscana checché — dell'unir norma cognomi. Eppure Torti: XXIX; forse , non disse la Ger~ 4). d'un quali la una , (IX),la bambina Gertrude per l'articolo senza neanche scritto la Lucia, la , i maschi trattava mai , *) Osservante omise abbia Perpetua...! Cioè, sola volta di stile !) una sottigliezza Agnese (oh mirabile parlando di anche son il Manzoni che caso donna di i nomi ragione. Non saranno e p. 297-9, 1' articolo un cognomi senz'articolo, ma parecchi sono. naio centi- Egli 67 — E conferma nuova qui che notiamo i a sempre — congiuntividessi stessi e quel che diciamo, il Manzoni solo non di lasciò immutati gl'imperativi va (VII, e t senz'articolo Ferrery sempre eh© (A proposito, scommetto tutte o quasi tutte le scuole si pronunzierà Ferver coll'accensulla prima sillaba;ma si dica Ferrér, che in spagnolo, al ri padel nostro piemontese Ferrerò significava come cognome nota in to , 'ferrajo'; oggi lo comune, di Metastasio » (XXXV11), e nome eroe del di nome nota Wallenstein, quella sua Devo però essere un'illusione,avendo di sp. dice avvertire che nomeWallenstein, Roma per che Ferver e facilmente si dir del « Wallensiein sentenza ecc. si dice come Roma nome «l'originedel simmetria, tutti i Ci cognomi XXX: 4L come Ed una e poi che è una ne ragio- il Manzoni che fecero più ragione uno paziente di fretta im- particolareintenzione una canzonatoria usasse , questo periodo che pigliodal l'articolo in senza Passano M erode, passano burgo, e quasi e anche tali stranieri,e toscana. norma me no- considerare analoga potrebbe trovarsi for s'ariche per Metastasio, pseudonimo. E certo ragioni di codesto genere, oltre di meno (XXVIII)— » È poi da ». cognomi sono sottratti alla sono «un quest'ultimo esempio potrebbe anche inteso semplicequi forse il Manzoni mente dire del » nota celebre, poco è « , barrerò),e i cavalli di Wallenstein, i cavalli di Anhalt, passano i fanti di Brande- passano i cavalli di Montecuccoli , e di i fanti poi quellidi Ferrari ; i Colloredo ; passano Altringer, passa Furstenberg,passa Croati , passa Torquato Conti, ; quando piacque ai cielo Il Morandi aggiunge passò anche Galasso, che fu l'ultimo ». che anche il toscano omette qualche volta 1' articolo avanti a me certi cognomi.Nè io lo nego; solo,dico che son eccezioni rarissipassa , . . — (quelsolo fuor della sempre volte usare che il Morandi nome toscani legge,in ogni che l' italiano l'articolo dove d' altre il Toscano quei grammatici dell'articolo avanti a' De santo Amicis apostolato: nelle i cosa lo usa. E troppo di trovarsi finite in- ! ); sicché accade provinolesi troverebbe del resto, quali dell'inculcare cognomi hanno della loro vita, esercitando il loro cita ò solito pur fatto il soprattuttonella un esempio ce ne Pagine Sparse, nell'articolo sono a non to appun- la necessità migliore intento Nuova Antologia ricorda Un caro anche U pedante]. 68 — — (XV), fa (XXI) XV), sta verbo divenire, né si sognò mai dati in cui casi edizione certi usati non nella fortuna gran una di invece li tolse già a posto gli suonaron di toscanesimi, che par che sembrare dovuta d'avere si trovava dossi, fece anche ma il sempre di sostituirvi tassi, vai, stai, fai,doventare; In lasciò e ecc., più. prima rebbe gli sa- il trovarseli perchè religioso mezzo , , bene. « Se buono quel ligioso prima (IX);ora: Se quel buon rela mia lì » « vedere figlia (X); ora: vedere mia ora: 'figlia « Non fo di questi lavori » [(III); l'ultima figliuoNon fo di queste cose essa « Era la c'è invece /?» (XIV); ora » (IX), « figliuolino altre volte (mentre glia, figli*) e cosi innumerevoli cKè lì diceva » •— — — volte credette altre pur XVI inversa: s'era di far opportuno ecc.).Ma di già la quissimile un l'esempio,riferendo i casi gli pleonastici, soppressigiusto nella seconda dato Un più edizione notevole mi avrebbe meglio o » poiché « di avuto il avere », è locuzione meno nelle glia che per non ecc. *) Vedi è un caso è nello stato grazia che di benevolenza... ci parer- gran tuna, for- l'avere possibile, estranea quest'ultimocaso trovo specialissimo.Infinite al il cabolario vo- '). in milanese è comunissima impressioni posteriori al 1840 Ma no. però più nostra a tutt' altro che italiano,ed *)Pare ascrivere di questo. Nella prima par (i servi)le facessero qualche dimostrazione di grazia per « non (IX).1/ aver vero e edizione. scritto:... Gertrude... che avea si trovava, in cui di la su anche caso tuzione sosti- perchè ripentisse, daccapo : figlinoli volte e' è figlio fi* si , (v. cap. X, ecc.). Cherubini, Vocab. milan., sotto grazia, secondo ticolo. ar- 69 — dicono Pure, i Toscani dicatto — dicatti,frase poco o che qual connessione sia ne più solitamente invece perspicua di essa l'origine, aver ché, per sé, poiha non evidente ni, parola italiana. E il Manzocui molto a probabilmente fu suggeritadai suoi la pricorrettori, la lasciò ben dapparte,e mantenne ma con nessuna ha frase, che Del costrutto toscano di abusò non mo chiarezza tanta si certo, ed Non computato male, noi più di fa noi per facciatevolissima. questa no- anche cosa quattro volte, si trova o esso, se ho te, equivalen- suo un non bisogna ubbidire che pareva tutti si può mancare (XV) (XIX) tutti al mondo che si stesse sua degnazione per Ma se fossimo riusciti ad annodarvi, (XXXVIII) s'è fatto apposta (ibid.) Il terzo credete che non ». di questicostrutti {e anche il primo, come m'avverte il Mor. a già nella prima edizione '). pag. 270) era Un po' più largo uso fece dei costrutti pleonastici, così frequentinel linguaggio parlato; ed opporfa parlare i suoi tunissimi perciò quando fautóre me non personaggi,specialmentei più umili (a me in il libro: è intrinseca. tutto anche « noi — — — nulla vien ne gli 4) [Me che randi ricorda non s'è pj poco sovverrebbe ne comandato, che s'è fatto tutto ciò oggi. efficaci,perchè alla passivi,e l'idea del noi non se le simili . . s'aveva fine (XV). » E il Mo- si quattro nel e. II: non s'è sbrigato ogni cosa? non a fare? " Ma sono potrebberocorrere vi ò le non facessequello si non freschi... altri che € ti... i den- mostrare sa che — staremmo fissato per chi a — quinto: un rammenterebbe ne me tasca, I porta rispetto,I si ci vien in sottintesa in modo come esem- veri tissimo]. eviden- 70 — mai — io mangiate, VII gli dissi che dunque ecc., a me...? avete — XV A — mi me signor vicario, che XVII — E XIV J'ho che me Cosa — di sì, XVI par non a dottore un e quale m'importa Il — visto mai fanno mi al stro vo- né nosciuto co- trottare , , Signore gli piace che un giovine tratti così, XXXVI); meno opportuni,in massima, proprio (Ma al porquando l'autore parla in nome tatore A infatti Renzo gli si faceva largo, XII XII nel A Pedro quel pensiero gli era venuto antico,XIII passare ecc., gli tornò in petto il cuore e" eran cortiletto dove molti preti,XXII in un XXIII che e — al — — — , , — — Sono che cose XXIV al — di dire chi la storia conosce letterato suddetto non le deve pre gli riesce seminopportuni ha questi casi singoli: XXVII) ; ma non (p. 274-5), in ragione il Morandi soprattuttonel primo che nel secondo nel sesto, del pleonasmo si poteva anche ecc., , ; e nel quarto ad Badino , ogni si doveva scrivendo , modo i , sapere, giovani che , nel , terzo , fare dov' a no me- eran. i casi son , pochi. Uso un un più largo fece di quei costrutti in cui soggetto plurale preceduto o non preceduto da di partitivo è accompagnato dal verbo al singolare, ancora , , preceduto o non preceduto da un- ne partitivo. Quantunque i grammatici abbian per essi un ridicolo,sono orrore però idiotismi ben proprj della à dar naturalezza alle panostra lingua,e servono role che s'attribuiscono ai personaggi,ed a render anche, all'occorrenza, più chiare e più spigliate, e, n'è il caso, più satiriche,le parole dette dall'autore se in complesso il Manin proprio nome. Pure zoni e' ebbe troppa predilezione fino a parer che , , 71 — n'usasse gusto per di violar la grammatica d' anni sono, può di gran àó birboni mondo (V),Ammalati anche riè indiscreti Manca [(XIV) del non ne (XV: della cappa certa compiacenza domande (XX), (XXIX)...che pur Là soldati riè in ce (XIV), tutto e?è degli ingordi mancava (XIV), gl'imbarazzi c'è osterie...? (XVII), canzonatoria Non non riè Ma irritato), ! (diceFautore scrivendo de- nera (XVII),A troppo diritti assai l'oste dice amor n'è per tutto ce (XIV), l ascoltatori... una di de' poeti per nasce notajo criminale,(XV), De'curati n'è ce , c'era de' guai, per con ne in Milano? osterie fa dire: o (VHI),c'édi quelli(XIII),Ce de IV usanze smetter egli dice (Il),ohe ecc. qui de'poeti : già deve sene ce non cui avrebbero a (II),c'è degli imbrogli (II),E impedimenti?(II),c'è bene a questo cose più altri ci sarà poi non facce certe detto i soli baffi. Finché nascer unsi come, dispetto alla polizia su il mettevan pettegoli, e anche la barba sca polizie- far per barbari di certi Governi pizzo o meglio Italia;al modo in prevalsa sinallora ventina — noi non ne verrà si fa di codeste certamente Già giro parecchi(ibid), quellidelle terre... eran partitidal castello ; e ogni giorno ne partiva (qui una certa jndetenpinazione ci sta bene: mancherà Ci vuol ne non (XXXIII) XXX) Disperati... fatti apposta! (XXXIII) C è due panche degli uomini , , (XXXVII), di Eh! queste (cosìi criticidi Lucia, XXX qui, dico, fin c'era de'bravi però ce ne non ce ne la cosa ce riè tutto! per Vili) ya; ed anche quando si legge: , , fosse (XI), da dove ancora meglio (I),Quante ce ne poteva stare (VII) Fatti non cen^; quando fu altri ((Vili) prove (XII), per c'è delle e nulla ce tutto e' è di male. Ma ne potesse essere di bondanti soprab- degliaizzatori (XIX) comincia a notarsi una — non certa 12 — questo costrutto quando si legge: Era fatte quelle galanterie che ti hanno ostentazione un'altra tanti se parte di lui (XXXI), E di tali continuo (XXXIV), un gran ce rì se ne tristi molte erano ecc. tutte nostro spezzature di e se ne faceva di sarebbe invece: stata le tra poi poche le proprj,cioè a quelsi fanno, al meglio d'una e di continuare iniziato. Lasciamo computo lettere nò imbasciate se veri di sintassi che invece proposizione, nel ordine ecc. agli anacoluti deviazioni (XIX), diede delle storte, diede ordine che tanti contassero Passiamo to c'era soltan- non fiammate proprio da domandare pedanterialo scrivere vien ecc. (XXIV), tra le poche, ce delle storte (XXV), delle quali ni (XXVI), c'era soltanto alcu- molte per disgrazia riera sempre piti o meno dove lui ben veniva ne non per (XXII), Nò contasse ne n'era ce questo mondo personaggi che facevan t da in che finalmente — che di cosa (XVII) — nell'ordine grammaticale dapparte naturalmente quelleche discorsi sono concitati vere e cenze reti- rotti per la viva che agitazionedel parlante.E distinguiamoanin bocca ai personaggi, ai qui ciò che è messo tore da ciò che è detto dall'aupiù umili principalmente, cojito. Nella prima delle due serie vanno per suo questi anacoluti: che polpette, sa che noi le simili altre monache ci , minuto (IX) c'eran non 1) Son modo i cose — potute pur che le arrivare piace più gran (X) 1) parole della vecchia indiretto, mai le avete non — mangiate VII— Lei di sentir le storie per nelle loro sale dame , pane, ne avrete cameriera,benché , (XII)— riferite in 74 — questa è ne — fu che uno (XXX) rimedio a — piangere.,sur andar si sentiva venire ci sarebbe Che schietto sentivano a di stato semplice a dire: far quietamente un fallito andar via ? Prima anacoluti, senza la vano senti- tre chiaro meno don — gran le mani una forse son e grammatica remissione. Non senza non a — rità. popoladi meno Rodrigo che colpo l'aveva di fare ecc.; cosa non solamente fracasso ; tutti coloro con pizzicar pianger sur ne (XXIV) rosso gliultimi e c'era che Renzo Lucia, che non non un' affettazione di e di gusto sono quelli non ma — se non , il viso il secondo questianacoluti gli altri giustificati; cosi di var pro- (XIX)— che cosa al convento, esse — pensarci Di una coraggio (III) un pane solito mangiarne (XI)— cosa il era voluto avevano gli se n'attaccasse (XXIV non gusto trovavan moltitudine una così male andata la gli era resistergli, di ce i primi che Ma (III) ci arriva non che quelle sottigliezze.., di una — dendo cre- sto vi- che si trovan rimedio — e proscriveva questi serviva dire: ma in s'ha a dare alla frase se quest'altro caso, il solito rigoroso giro grammaticale, bisogna andar troppo per le lunghe bisogna perder di chiarezza d' efficacia di naturalezza ! Se p. es. neir apostrofe di ci si consente non appassionata d' un contadino farvi torto, vai che, senza farglidire « un religioso, più un pelo della sua barba che tutta la vostra » e si vuol per forza che gli si faccia dire « un so, religioun pelo della barba del quale » (o « de)lavcui barba farvi torto, vai più che tutta la vostra »),senza in con tradizione », voi ci costringetea metter un e semiserio con una pensieroingenuo e immediato maniera d'esprimerloriflessa, compassata, seria! Non importa, rispondeva la grammatica; ingegnatevico- questo o in , , , 75 — — regola sia salva ! Così essa rassomigliava a quel rigidoInglesedi cui si racconta cino che in un caffè,accortosi d'uno sconosciuto suo vi- me potete purché la , che col sigaro s'era attaccato andando preferìperder tempo che avvertisse fuoco in colui al soprabito, d' cerca un leggiante tavo- dell' incendio, anziché rivolgendo la parola allo sconosciuto, trasgredirla doversi regola del non parlare a persona cui non si dall' altro canto, se non il sia stati presentati! Ma Manzoni sei o (che alla fin dei conti che cosa sono libro che è poi un in un sette anacoluti superflui di più centinajadi pagine?), certo alcuni romanzo, , Manzoniani , che par cadano ormai in nuova una speciedi pedanteria,imponendosi di sgrammaticare a tutto pasto, anche quando non ve n'è alcun bisogno. andar per i viottoli, A che serve quando tenendosi alla strada il viaggio non chè si fa più lungo? Permaestra Gl'idiotismi saltare, quando si può camminare? e' è vivacità al discorso, non e gli anacoluti danno è detto che la vivacità, sia la prima non dubbio; ma ed ultima qualitàd'ogni discorso e d'ogniparte d'un discorso, o che non inopportuna ! possa talora essere è la condizione La naturalezza d'ogni indispensabile tore scritsi può negare; ma bellezza di stile,non a uno e ad un lettore letterariamente rispetto della grammatica è pur esso educati, il ben cosa una turale na- ! [A prendere uno ha come che numero. dal non Parecchi solo fatto il Morandi, c'è niente di naturalezza non si fa surati, cen- presto a strare mo- La uniti, fanno ricercata, di me questioneè nel sti precisamente richie- di male. anacoluti, contesto, insieme da degli anacoluti un' impressione Così non leziosaggine. , 76 — — singologranellinodi pepo che guasta l'intingolo: i troppi messi assieme]. sono anche E qui possono aggiungersialcuni pochi casi di sconnessione di anacoluto tra le due o parti di un periodo.Abbiamo, p. es. : se quel buon religioso è il Lui, voltatosi (IX) — - d' né circostanziare quelli, glidomandò voleva parlargli (XXII) il spiegare ; ispiegartoda affetti (pietàecc.)chi sa attaccarsi lei v'accetti che e di uno a terribile che caso un mani, sue fosse il cardinale;e che dove — nelle di mettervi lì, ottiene per non messo lei e sé sapeva non aveva (XXIV) — e a con nò che sti que- quanto ci potesse essere che dietro ad queir altro (l'amore) j essi s'introduce così facilmente negli animi: figuriamoci donde farà in quelli, si tratti di scacciarlo cosa Comandargli che partisse in per forza (XXVII) bidito; ubdalla sua avrebbe villa;già non quel momento cedere il camera po... e un quand'anche avesse, (XIX). A questi s'applica quel che s'è già detto degli anacoluti di proposizionesingole.Anche qui ai grammatici rigorosisi può dire che la snellezza del pensiero n'avrebbe patitomolto a voler dare al periodo o non di essere — giro troppo regolare.E ogni alunno di liceo può anche aggiungere : di tali anacoluti i prosatori fate altro che greci son pieni, mentre pur voi non cità conoscerla,la classipredicare, benché forse senza delle cose greche; guardate nella prima pagina di quel che é il primo testo greco che si legge nelle un scuole, dell'Anabasi Kupov td)v 8è Senofonte, iieiaicspiiteTai aitò èTcotyoe xal , 8001 eÌ£ KacTwXou Ciro di dalla lifeàp/yj"; r$ oxpax"]YÒvoì aixèv * cui lo aveva aÙTèv oaxpi- àTtsfei|eitdvtwv iteStev à"po£?oviat( = provincia, di subito: trovate e e fa venire fatto satrapo, -77- lo di quanti ecc.) designato comandante Ma anche che, tenuto qui bisogna concedere pure conto della maggior rigidezzache prevalenella sintassi delle lingue moderne il Manzoni poteva in libro mantenere una qualche altro luogo del suo maggior coesione grammaticale.Dove dice: « la quale che con poi nel resto la trattava gran dolcezza; e ane aveva — , , in questo (XXVII), famosa non dama anche in o dava Qua e va all'uso c'è bisogno cui questo divedere)una là pure stati tristamente in il Dovrebbe sconnessione. ecc. ecc. maturando veder fatta minor poi la : E sai : Lucia silenzio; periodo dà luogo Ma per opinione ci vorrebbe donna qualche in questa stava, se ...; Agne- a certa una realtà, maturando maturando stava in si stesso che di realtà, Ma nel ecc. può contarsi del avea — più. di non dir tra suo Lucia, intenta vero queir ella (ma (XXIV) cosa preparando punto d'andarsene sorreggendo il braccio buona — a- masti ri- all'aspoche faceva girare.Ma, di progetto (VI)— la mancanza poteva ... : , lo che « l'alta dice:— in periodi:ma, e parte dice prima edizione diceva: — f). » il congiuntivo. per in realtà di meglio. della città. Ma che intenzione i tre secondo essa pensata una !) correva dove buona , Nella quest'altropasso E Ma : divisione senza ovvero, certo o , dimostra' o qualche un dire dolcezza; gran s'è detto. Dove in apparenza, soggetto esplicitonel un la « hanno Renzo maturando stava : che qualche tempo desinare; intenta, realtà, ora or invece mostrava osservazioncelle tre che quel con erano tutta si vorrebbe per , con popolarescodell' indicativo 4) Aggiungo qui nalogia (o aveva » si riferisce dire di la trattava intenzione pedanteriadella d'avere la impediva resto a buona una questo periodo nulla quale «poi nel e vedeva a che osservare si a turare ma- ella stava per altro suppergiù i , di più doviziosi titolo l'aiutò dopo quel poi ... ad (IX). trarvi, en- si sente 78 — P. c'è mancato es.: (XV) andava — poteva che supponeva (XXXI) In mutazioni edizione come ho « ". prove sotto si non il Manzoni criterio prima ben » prove nella prima ha bene tal Ma « (XIX) dice che meglio diamine Nella il costrutto ho « date nua; promiscuità conti- che, è edizione c'era l'un dice ; ora 1' altro, : quella terribile giornata di E da di non costrutto, viceversa. e In può dar la ragione:Il conte zio quello che... scappò...dopo aver ne se caso, guidare. il curioso fatte, in quel terribile giorno di » avere intendere quellb come e sostituito di Renzo cose... si e — lo dovevano sa una naturale. seconda diceva quella ria d'arme- (XXIIi) promiscuamente seconda Nella è qualche da diavolo lasciasse si usava dato rado, dove nella linguaggio suo ecc. , ed il tosopra sot- ecc. — certe che messo che pensando vigore...essi il m'hai spedizionetieniva nascosta esser non affinchè — che la potesse far credere parte (Vili) che poco r osteria — abbia Renzo dopo « zio non in ». sostanza ben è in , cose cose... sa ed fatto cose... fatto aver Martino, s. Il conte ora. Martino, san naturale , che intanto tempo a a dica pensare Manzoni « d'aver T « ho da vrebbe complemento il muta date prove di « sua irritati i oggetto qualunque, dato aver di veder » (X) in i molti ecc. »; « ho avuto violenti non so » ben i di qua* e (XI) la tata figliatrat- ecc. (XIII vedere in muta converso mia il invece » prove poi per », mentre glidia che qualunque sesso imputargli! Ma quando la consolazione avuta irritato un da numero par fatto indeterminato, delitto di escogitareun lunque un in » 1' « « be avreb- il a- perchè 79 — di tutte il costrutto seconda, ha ora: casi sia vi voluto venire volta l'un costrutto XXII, dai ed che casi in nella tro nell'al- ora: entrare senza ecc.), entrare Ma sira. e voluto di diverso niente » venire aveva — voluto era venire più d'una mai voluta — voluto è « muta (non ed ha € r altro » mai 1). Cosi pure, e nella prima edizione adopera indifferentemente voluto (o dovuto, o potuto) venire queste mutazioni nella seconda e — è non XXIV, in cui questi lascia tranquillamenteil primo costrutto (avreidovuto venir io da voi XXIII avrebbe ecc.)In qualche caso, come: fuori dovuto voluto esser XXIV, questi avrebber essere IV, si capisce che ha voluto evitare il brutto E cosi promiscuamente sarebbe... esser ecc. accozzo adoperò nell'una e nell'altra edizione*gli si o se gli;ma dall'una all'altra fece le solite mutazioni inverse,della Diceva se gli fece accanto, se gli solita inesplicabilità. — anche adesso dice gli accostò, se (VX) gli voltò; e dove diceva andandogli innanzi tandoseli gittandosi (VII)ecc., ora dice presentandoseg li,butaccostarsegli (XXIII) di ecc.; ma pure un in accostar glisi,un se gli farebbe prima è mutato volse (II,XXIII) e se (XV) in gli si farebbe, e così via E così, tanto nella edizione adoprò senza prima quanto nella seconda colo scrupolo,oltre il superlativocomparativo senz'artiproprio {la condotta più cauta e più innocente: dai grammatici,anche lo quelXXXVIII) raccomandato 1' articolo ripetuto che è lo spauracchio di con costoro {nel canto il più lontano dall'uscio: XXI — , — ') [ Il Morandi, secondo molti terzo e -a e p. 278-9, caso : di molti -t il 1' ha bisogno finali.] trovato, di evitare codesto perchè, pel la successione di 80 — — XXIII— nelpiù felice di questo mondo: repoca la più clamorosa e la più notabile della storia XXVIII il più decente che pò* moderna: l'alloggio Ma pure, dove prima aveva tesse: XXXVII). scritto: agli uomini * più quieti(II)dopo ne tolse V i ') Volto d' aprile, che prima Àncora, nel cap. I mutò nel scritto, in otto aprile, e cosi via; mentre aveva lasciò com'era prima, il 4 di Maggio cap. XXXII nel XXX, V undici di Giugno, il 4 di Luglio e del 21 cambiò « Maggio » in « del 21 di Maggio La ragione V ha avvertita benissimo il Mo». del mese è precedutodal non randi, p. 228: il nome di, se è seguito dell' indicazione dell'anno, ed è preceduto dal di quando è solo quindi il 5 Giugno dell'anno 1593, e invece il 4 di Maggio *). l'uomo il — — , , Ma da un in qua pezzo discorso par che il nostro proceda un po' serpeggiando ed oscillando,ed anche nel nostro lettore se qua e là ristagnando.Forse ci ha già abbandonati, è entrato il sospetto pur non , a già citato,della Rassegna Settimanale (1,141), 1) L'articolista, che il solita precisione,asserisce questo punto, con la sua Manzoni a) Nella simili sciò, e ci come (XVII) e un a del edizione adoprò di là dalla Chiesa a sinistra del di possiam far rimesse di là evitò e di meno meno a di non la successione smesse (IX). che fuori (XIX), e (XV) lo mutò in fermarci non di un di — possiamo anche (XXXVI), capezzale» capezzale Usò quasi sempre chiara: ! edizione di solito al lasciò, al contrario, fuori lo ridusse al di un prima seconda (Viliecc.). (XXIII ec), al di sopra (XX ecc)„ al di sotto (IX ecc.) li la* altri spauracchidei puristi.E nella seconda ce al di qua e l'i nella aggiunto abbia far meno, (XXII) » fermarci di due di ». di. — Ma E lo là dall' Adda già a Ma c'erano. un « di qua ma mutò destra a non « un in là di e € non qui la ragione è mise (passim) e poi 82 — scandolo, in sorta iolo9 in castigare lacrime, suggezione, eguale diritto arar , (e vedono salvo così scito, tra, impicci in brighe di maniera, più di per 3) [ Alcune dal avanzi, bidienza spoglio: oltracciò salvo nel due fa il Morandi in archibuso in febbre la monacale strada, di in in ringiovanire desca, te- toscana, anche non glio me- Lodovico, che vocali nell'Introduzione. giuste in in o cap. di oltre Vili, in in in bagnuolo in quanto a, in u6- obbedienza mandata Obbedienza le altre ciò, rilievi schioppo, a delle alcune Quest* p. 282-4. a cioccolata,quanto nel in modo a fra stoforo Cri- XIX.] *) Veramente suppergiù di poveretta trovando suo , di , voce all'originaria solo mi quanto un rimasto che alla le mutazioni giovane nelle cancellate cioccolatte in via , archibugio pezzetta, salvo ho ne osservazioni prendo è tutto fortifra poveretto sonante, perchè più vario da in in viso l'Italia , XXVIII), fuoruscito conforme più in tutta comune in -eggo-ecc. il M., nel poi in in veggono ufizio ufiziale *),di ecc. è, oltreché f)Ludovico 2) Un verbali nulla, di in ) in grandine , niente poverino poverina ' vergogna , più, in ' diritto faccia prendere, in pigliare di , in scalzacane, gragnuola *).Frequentissime son ecc. pescia- *),LAGRIME di nota in ufficiale ufficio e di in per soprappiù per dore, raffred- in tutto voci rimasto, possegga un le tutte in scalzagatto in per in scandalo pescivendolo (nel senso in uguale, in rigar soggezione vigne, infreddatura gastigare, TUTTO PER DA sorte, raccolta, in ricolto in 1),vigneti Lodovico in vico — una anche poveretto ventina: poveretto è rimasto (Vili X, XV , e nel due volte, IX , XXVII , idem, volte)poveretta (V, VI, poveretti (IIIdue volte, IV, XI), poverette (111, V). Ma molte volte fu mutato in poverino poverina, ecc. Ed, Vili volte poche non X id.) , certo , io posso 83 — in di le articolo ridire. Ma a cioè forme e in seconda le parole edizione non han in sostituzioni son quanto , dal scacciare a posto le parole loro corrispondentidella prima edizione, di domandare che mi che ma errare, Or ecc. reo. quanto venute son , Adoperate a caso vergine ci potrebbe trovare qualunque, nessuno niente libro un di *) ecc. V in sostituite nella certamente in , in cC ecc. dei ai , le forme e di ringiovinire f) giovine de9 ecc., — sembra abbian cosa meglio stesse poveretto di esse cito le- sarà meglio sentisse e morale, careggiativo e poverino sappia meglio di diminutivo più di diminutivo anche materiale— Comunque siasi bisogna dal far guardarsi bene (colgo quest'occasione per avvertirlo) , , subiti giudizj per il vedere più d'una volta che facendo perchè spesso accade si trovi Trovando che far su far addirittura volte tante e' troncato lo è stato ad ogni modo (IV),ad più chi sarebbe sempre, poi far le viste, ci si costante. bito su- anche , era ma , sia giudizj che cadrebbero quello che è difatti che lasciato non in tazione, mu- e , mentre vista data una pleto spoglio com- uno non far es. p. si trovasse e' è stato vista mutazione considerazioni poi appena il mutato spesso potrebbe tale una fatta d' (XV) , prima (VII). Così l*ad si risolvesse perciò a poi smentito (IV),ad essa volta una da ognuna molti (X), o messo è stato dire che ad rimasti; ad entrarvi (XXIV). 1) Bisogna distinguereil singolare dal plurale. Al plurale m. e f. par che resti quattro volte, XI, XXI), Ma c'è pure [E Bene r acquei da spesso l. E inorridirne del anche non nella il M. non alcuni come è uno prosa, linguaggioparlato ? forma giovane (al giovane nel l'elisione c'era quando dunque usare un ringiovanitonota un *) almeno al e giovani (VI, IX, nel X singolareinvece sempre giovine. la sempre ne nasce fanno XX1U . ]. già nella prima edizione: anfibologia,non è poi ! Nella sproposito! per Xlll) montanaro: darle lingua poetica E perchè in certi casi non la si si delcosa mette; am- potrà speditezza 84 - rispettoa quelle che per Italiano trova Quale spodestate. o più affettato quistioufficialeecc.? Sia pur furono esse chiaro men eguale, ricolto, contra, ne, che vero Firenze a si dica non uguale, raccolta, ci vantaggio può essere le non tutti i nostri in dureremmo ci verrebbero che infine poi il bel costrutto sulle che che privarcidi duplicati, di far comodo, molto assonanze, od ecc. esempio,se fra, come tra stato tre tra ne ogni in poi; le alla penna; o e sarebbe all'occorrenza cacofonie, alliterazioni, la situazione per crearle, quando dello scrittóre le priviamo in eterno potremo poi evitare la ecc.? Al minuti trenta già tutte caveremmo noi ci presentato una capo anche scacciarle labbra lezione se- noi troviamo ci possono per evitare un'intenzione o ore, forme scrittori,da Dante a che tal una a di serie fatica infinita una stione, que- ufizialeecc.; uniformarci prima non se possiamo dimenticare, perchè le momento volte ormai contro, a dialettale ? La è — richiegga.Per della preposizione cacofonia Manzoni tra stesso tre s' è volta questo piccoloproblema, quando ritoccare Romanzo : al luogo del suo scritto fra IX, dove nella prima edizione aveva o in quattro confidenti. Se l'è cavata, mutando non quattro o cinque confidenti. Sennonché a un , le cifre sempre fortuna, in elastiche sono com* erano , per sua ! E quando la cifra particolare sia rigidamente tre, tredici ecc., perchè toglierci di poter dire fra tre ecc.? E così pure, al capo V egli aveva questo fatto che podestà i (meglio avrebbe ha caso il conte Attilio,sentiti nominare feciali ripetessegoffamentegli o , corretto detto Nella ufficiali). ufiziali,e aumentando la differenza tra questa parola e dal fidali seconda zione edi- così di po trop- la parola /%- 85 — ciati, ha ! l'equivoco meno reso dire Bisogna — i vocaboli Oltre in pajono ci interi correzione fin sta del Romanzo. citate, potremmo ora luoghi inutili. Ma neo sponta- e queste mutazioni della le forme e parecchi notare naturale il vero, parte pedantesca la proprio — in cui pure le tazioni mu- sarà meglio raccogliere che ci pajono piuttosto dannose. qui le mutazioni al solito Metterò zione, prima il passo della prima edie, subito dopo, quellosostituito nella seconda: , , pigliominaccioso (I)=con l'atto minaccioso vien nulla importa nulla (l)=a me non me ne col venirne Uomo =« (l)~venirne capo a si faceva Era — costui in siccome quando celebra può valor notte,Bignor del' che — allora il curato (cfr.cap. IX, matrimonio un stabilirsi sai. as- lia rega- una primo), alinea avvertita che contradizione certa una davvero intascar suoi vivace più è , dar fastidio, di che che « il valor tra [Nellostesso letterale— mutazione » » quarant' anni, cioè fin da proverbiale sostituita la forma a forse da quellacasa , viene avvisato. buona notteymessere — — Pure, "iosl *) caso caso f) Certo in tasca (1V)=C0SA della quale allora si faceva villan rifatto (VÌ)=villano rincivilito 8) gran gran non Uomo « — — buona e fine •) Benissimo;e avvertito...* cuvato=:Benissimo, alla a me — bruttissimo ha in e da il cap. Rigutini in aperti terrapieni» su qui suono; e V e da ]. *) [Giustamente dice di il e suo infelice la terrapieniaperti che quivi e frase trova ce su in potea mutarsi , della metaforico segue, qui, glio me- anche e in dande Italia il in L'altra che proverbio sua •) Rifatto si per una lode. improperio mutazione il Morandi, forma « riferisce avvertito, mezzo uomo all' estrinseco e , che non , più intima che rincivilito,che e più è salvato, avvisato, mezzo uomo « 239, p. salvo o munito perciò sembra comune è » più ]. adatto accennare profonda, e quasi quasi » ha a della 86 — che prima x nascesse ecc. che stata sono ad — origliare(VI)=a al mondo che ho voi altri soletto in — — da (dellamonaca: Lucia : dalla voce mondo sola X)=da solo strillante— dalla 3) — come ad se lì testa di la statua dire marmaglia testa » Così conciata mutilata ora, ridotto Yad ed endecasillabo un (XlI)=cott le lingue fuori, fuori e dello Toste)« Un stufato. Vi 1) Certo anche la a dire p. Nò cosi ; più *) Sa e — ma bene attuale dice , nel sarà IV e. avverbiale pure preso il suono di sarebbe d'un lingue *) zione corre- una pelle e pelle(XV) tra vestizione almeno e (XII; informe e dell'uso io confesso piace il da solo a aggiunto nel cap. XX. mi di lombardismo : troppo era applicato a don Rodrigo della lezione 242, 8) È un modo quindi a donna, che s) soletto stava essere cacofonia 8) Dovea Morandi piace7» neanche per io, vengo prima : con gli occhi in darete da mangiare ? » (CosìRenzo ste; all'obuon pezzo di stufato " (XIV)=... « Ho , dolce e in sé (parea ci fosse subito non mi Cosa « — che di Xll)=Così statua: cacciar gran di prolungare » Ora « ha = due pesasse torso un questa frase senza non — ridotta ad e ad a, !) felice,se XII) = (ladetta a (X) pesasse : stimento ve- Gertrude io, marmaglia qua Filipposecondo — accomodata— Son « — del stridula tutfe a sione profes- della parlare voce la sa- una solenne entrambi se ste nasce- ritirarsi da solenne cerimonia quel discorso (X)=come rimaner in = (voleva sola a tanni tren- che = solo a (VI)=m solo (VII) soperchieria(VII) lX)=nella da — in trent' anni — prima , nella cerimonia — 2) sentire che prima ... sala una una soperchieria una cioè = di voi altri prima passatiin questo recedere 1) Rodrigo (VI) don nascesse — e di Ma toscano avverte si e il può (cioèLucia riferire dir altrimenti non preferireil modo al di prima. diano) padre Guar- napoletanismo. più da oste il primo modo, *) Com'era affermativa ! con quell'aria il Cristoforo. fra , solo infuriato. giusta , neutrale di vole carezze- ! come per =zin con quel buon pezzo 87 — — pelle in pelle ')—-quando il vino è passato pel canale delle parole,vuol dire anch' eglila sua (XV)= quando il vino è di giù, è lui che parla (era più curioso e grazioso il modo prima, specialmente in bocca a quel «poeta» di Renzo) stava cogli orecchi levati,se sentisse quellabenedetta voce dell'Adda (XYll)=stava in orecchi (e fin qui c'è miglioria) — veder per vento? buon (brutto1)quella benedetta sentiva se (cosìfra » Galdino svento t?'ha portata?» di Rimini domandava gnese — veniva Vessersi chi lo Ma 2) » ) alla parte d'un monte la marita, il in volta il notavo pesante *) Dice città una e credo o un la quale Se più sapor l'amico, (che è lo il Manzoni scrivere *).Il chi di toscano sta meno fece quelladi pre, sem- cassetto garsi spie- sa nel solo capo IV pronunziare imp... imp... ad in bocca contadina una , il meglio quel determinato più Zumbini), abbia sostituire fosse rico gene- paese. Io gione. perfettamentera- vocabolo un fosse Rimini se sapeva altro, stava insieme sito,e di la mutazione men non che avesse veva generico,do- posto. poco di certo, nella anco voleva il padre fiorentino, questo modo non sito, anziché indeterminato che che ni doma- ragazza cassetta; né naturalmente villaggettoo una alla domani di maritar né peso qui , Agnese, come che mio — di sposare notajo a ci pur fissava 3) il Manzoni che dal doversi nasce amico un sia , il cardinale che ecc. approva XXX; sostituito ! Il peso avverbiale nel questo paese? ecc. (deltavolino)in casseitino è ecc. (cosìA- » (I)=Zi fissava qui, che che chi lo cacciò, fu intenzione quarantine una Ma = intenzione avverte è sicura voce monte ragione non a quarantene ') Com' la un prete la sposa) [Il Morandi salvo d' ella ha — (ilRigutini ecc. e schiena (T)=zleiha L. M. e cacciò,fu sito ? Dov' certo, che il cardinale saputo per occhi T. questo quelle parti (XXV) da ( gli R. è XVIII)—* : che « Agnese: XVIII)=« ad Dov* « — ecc.— in entrambe bene seconda, personaledella dove voce, le si viene lezioni;ma a riferirlo a cioè "YC essersi saputo. sta gio, peg- una cosa 88 — che crede E meglio fatto avrebbe trova, lo (XXVIII) il colorito manteneva serbata (XI) avverte il Morandi. mi complimenti, in venevoli Né satirico; di e di dove trova cembre di- un altrove mentre , dicembre. Né (di Milano)la Milano, di bastioni, volta una il colorito piace E la mutazione il primo abbia lo stomaco. l'ha storico,giusta di — con- un (interna)in arsione, arsura ristorarsi in rifocillarsi I locale;come mantenere per il pentolino pentolini. mura a E portantina. usuale in costante ancor , mutazione più mutata bussola accozzare cap. il volte più denominazione, che la nel di veder piace me i accozzare per usa in la frase decembre in a mutarlo a inconseguente meno lettiga in mutar ragione, errata a (XXIX) per di invece — lore coe Parecchie di consegu in- disuguaglianze ortografiche avverte i milanesi il Morandi, a p.251-9.P.es. (XVI)ec. e anche Qua e di i nomi altrove mentre popolo hanno là si possono anche mancate, in lontano come notare, da col la majuscola. Morandi, mutazioni prevedere (VIII); in dal prevedere; mettere bisognava correggere a carne fuoco (XIV; al fuoco dovrebbe dire!);a conformità (XXII ; in) a proporzione (XXVIII ; a quelle quattro braccia di terra in)y fa all'amore quelle...) (XXXVIII; con fui a prender ; quando dove , congedo di qoest' da codesta cura... cura) 1);ha scansato il 1) Altre volte, nota invece avere se quelV ; se bella una altra vita quella vita incomparabile...mi parlò (ib.; meglio QUELL'uomo... questa che gli stava la punizione più uomo di non Morandi, ragione di cui lo scambio stile. Dice m' hanno e' è... che dei pronomi può l'innominato (XXI).* parlato quand' ero fo io? perché zo... ragaz- morire?... E 90 — Ma a alcuni in troncare, non questi:alcuna in come forse fatto avrebbe casi pochi — meglio óbiezion gionevole ra- un (Introduz.), (IV), leggier turbamento cristiani (VI) signor dottor riverito (V), da buon esacerbazione di un dal giardin pubblico (X), una mal crònico (XII), il mio debol parere (XIV), era un pensier poco allegro(XVI), Ma Vostra ficenza Magniben che una sa parte del nostro ufizio (XIX), dotto (XXII), ecc. quello d'uom Ancora poche noterelle e avrò finito. A un « ledinanzi vamiti sostituito un escimi di » (VI) trovo tra' piedi» (XIV) un semtra piedi, a un « sempre pre dire tra i tra piedi. A me pare indispensabile piedi o trai piedi (cfr.infatti di tra le spalle : XXIV); e chi sa che il Manzoni, avendo sentito da abbia creduto bocca che in tra' piedi, non toscana , una affatto l'articolo, senza tal frase manchi che però tra senz'articolo piedi «pensare sonerebbe bocca in trappiedii).Così pure, nella prima edizione scritto signor lasci- far e-a-me (XI),e a questa toscana avea andava: modo nella tutt' una scrivere seconda previsioni che i fanno intorno mo... un travedere e non Renzo. intravvedere. me sieno meno 297 , , dove E dal , , argomenta far eamme. (III)che intorno lo non videnze pretati muera in mutasse Renzo scrivesse scritto quel « Tuo* aveva il capo che altrove trovare che errori di stampa un forse vere scriEra andavan E (XIV) il pazzo niente era lasci voluto dovuto lasciasse stare non pazzi; ed, anziché a da che fanno ') [ 11 Morandi p. tra* denti tra' piedi notati bensì ma , poi bene, mi pare, (IX) e un male avrebbe parola, non lascifareame in edizione, avendo i due ] . dei bravi » ripetutamente casi di tra piedi 91 — (VII),era che bene, pare forse ci altrimenti un a — messo aveva che me, : di paura per lombardismo togliessequel non, commettere in vana paura , questo 1).Una volta adoperò il del per nel preposto al millesimo (...in Palermo, del 1526; in Ginevra, del benché 1530.. : XXXI), neo sia estrae non questo uso alla nostra lingua toscana-letteraria (cfr.anche: di giorno, di sera, d' estate, di carnevale ecc.), pure caso non v* è comune, Italia; ed bene era in è invece come farne di Francia meno. l'Alta nel- e V'è — poi ben singolare.Nella prima edizione aveva essendosi scritto,nella Introduzione, non tato presenalcun perchè ragionevole. Nella seconda, voltò le tre ultime parole al genere femminile,(sostituendo lasciò intatto il participio obiezion a perchè) ma ci si legge: « non maschile ; cosicché essendosi ora una cosa , obiezion alcuna ragionevole». Quasi io ai miei occhi o al mio credo senso non cale grammatiche tanto mi pare in tante strano ristampe della seconda di precisione edizione, quel miracolo si accorgesse di tale svista *). A noi ch'egliera non piccolida un lato dà conforto, e dall' altro fa malinconia, il sorprendereanche ne' grandi delle distrazioni presentato , , solenni così ! ') 11 Mor., ib., nota del diamante Giuliani trovo Lettere il costrutto 332.— Anche esempj, del resto, dicendo cia,mentre gion).Ma è difatti soppresso non sul viv. , forse si potran trovare (cfr.Mor. il nelT edizione 1868. nelle z) Veramente che : è venuto V lingu.d, usanza del (LXI;, di cui esempj nel linguaggio popolare la lingua portoghese ce ne offrirebbe poniamo: è necessario muita pruden- altri todo Estado é poi direbbe em mi par quasi impossibileche nell'Introduzione,volesse Toscana usare un necessaria il Manzoni, tal costrutto. urna e reli- giusto 92 — Ma è tanta di concludere. tempo che quasi, per della di grazia , inganno un credere ormai può minore , rilevata Abbiamo la parte negativa delle correzioni cura il lettore — che parte buona zoniane, man- prospettiva, pari o sia essa lodevole. Ma e la detta pesare di eoa si parte negativa. . pena apglia vo- La quale si riduce, in fin de' conti, all'aver forse usato con troppo timida parsimonia di alcune forme pronominali che sentono un po' d'arcaico e di letterario; là mostrato all'aver qua invece e un po' troppo di liari, compiacenza per certe forme pronominali più famiper certi costrutti o pleonasticio anacolutici; all'essere andato talora un po' in là nella preferenza " di di grafiee pronuncie più letterarie;all'essersi troppo costretto, per locuzioni o che dialettali toscane che letterariamente poche aver possono role paverse di- pochi concetti che hanno .diverse espressionisinonime, a quelledi tali forme ed espressioni le preferite che son anche dall'uso moderno scano; toforme e per all'aver o felice certi poco non talora corretto luoghi che bene, di mutare; era piccolainconseguenza, son ben delle ed in non all'essere in modo e' indifferente era caduto bisogno,o in qualche qualche svista. inezie, rispettoal merito Ma deste co- d'aver quel continuo stento, quello screziato,quell'appezzato,quella qua e là addirittura goffaggine, della prima edizione ! la prima, Che con se, prescindendo dal confronto tolto noi via consideriamo sol quanto edizione, dovremo , correzioni non vergine, non a sé la forma della conda se- revolmente più favogiudicarlaancora perchè parecchi luoghi che in quanto felici;presi però in sé, a caso sono han poi niente di reo. E la forma, tutta 93 — edizione seconda della insieme — pochissimee ed eguale: è semplice, corretta e dignitosa. macule, è lievissime omogenea schietta, scorrevole, eppur È forma una sia È n'è ve intenda. seguitando la vi colto Se di solito di su se si fa non tire sen- e letteraria tradizionale lingua può mai una, e frase ni, il Manzo- successivi sulla liano Ita- nessun parola o trovar negli anni meditare a la parola affettata e pedantesca. tantino questo libro neppur in appena non sue alla estranee toscane che le tutte che flessibile accompagna il sinuosità. Di voci e maniere , pensiero in non docile che e che accade l'attenzione perciò un forma una di rado momento un per parola, e per sé cui ben in richiami come meno , , gua, teoria della lin- sua torno, po' esagerando,e ci sottilizzò inse e egli anche in praticatrascese un pochino nei qualiinvece, per esser negliscritti della vecchiaja, be essi di soggetto più o men didattico e critico, avrebquasi dovuto tornare un po' indietro dalla forma de' del Romanzo, infine alcuni (non dico tutti) se e ad una condurre seguaci suoi ci vorrebbero larità popoeccessiva non e to adeguata al soggetsempre nuova x),cioè a una pedanteria: alla pedanteria «) Ben venne dice seg.): «.. se un questo proposito TAscoli a il sussiego è una gran brutta può all'incontro ayvenire... tali condizioni, neUe o di serio quali il Nessuno in parlamento in •noi sente ognun nel non queste discorso ' : cose di casalingo : a di certo gravità o Turchia non volta,una che un il scienziati è modo formare un bucolino * ». fettazione. af- vera se dices- ' naso più un sussiego ministro ci si ficca 'vi si determina di sua l' Inghilterraarriccia che fra due ci si viene egli,alla vorrebbe ' che di mancare colore, costituisca (Àrch.Glott. I,XX fettazione, cosa quand' è un'afil colloquio segua in il ; oppure naso'; naturale piccolo vano , come anche ' che : 94 — in a di camicia maniche una è far rimasto dell' corrodere ; sia sia macchiata e nella il Manzoni Sposi conda se- non , tradizione letterario uso letteraria,le è servendosi , un la te reagen- parte non qualche goccioladi questo che pure poi qua dove scorsa doveva non e abbia , là la parte buona. Si può dire che agliarcaismi, che in lui 1), e quanto e ai agl'idiotismi pur si trovano in pratica il precetto che Quintiliano neologismi,messo dava ut neper gli arcaismi: opus est modo, dien sint haec neque manifesta (che non que crebra nell'occhio), affectatione quia nihil est odiosius poribus nec utique ab ultimis et iam obliteratis repetitatem(né da quellaparte di uso troppo locale ch'è egli abbia, 1 dall' tutto se — che ragionevolmente fedele fiorentino semplicemente come più.vitale reagente della rasa Amicis anzi uso per dei Promessi tabula alla caricatura nondimeno vero pur il Carducci, chiamò disse il De come egli è vero, edizione che la come di linguao sfacciataggine vera della naturalezza, ciò — e quanto ai latinismi e , rimasta sinora alla letteratura, occulta potremo che an- Oratio, cuius nostro)... virtus sit vitiosa, est perspicuitas summa quam si egeat interprete! Ergo, ut novorum optima erunt maxime maxime nova vetera, ita veterum (Inst. i più freschi Or. 1. 6).I più arcaici tra i neologismi, aggiunger noi conto per , tra Quam gli arcaismi, insomma. seconda edizione, se fiorentinismi Anni sono *) Ricordo (XXIV), varcata crudi fosse vitiosa (son pochi e mi la rimpinzata di troppi stata oscuri ! Ma od sarebbe non è ! pajon già tanti!)mi contigui (I) prender consiglio(V), oblivione , la puerizia (IX) ecc. ecc. 95 — de Camillo che rammento — Meis faceva mi insieme , ad Bologna di Per trovar diceva, tu come fanno stesso per Allora mi la si tutta la però eran del prender da così po' un suoi il gua. lin- egli il per all' prendere veramente della Manzoni, gli avversarj l'hai meno circa quistione dottrina i portici sotto sgridatine questa solo non non sue da l'hai pareva tile, sot- egli ma ingrosso! — ? che singolare , cervello ! Ma grossezza mi e certe la primo; di Atene in vera non il uomo un dico, fatti esser per di sottilizzare troppo mi che non e faceva, mi attici, mio discorsi suoi altri il ora presenta sottile così Noi ribolle mi suo conclusione indagine. nostra raccomandasse rimprovero la come mi più abbiamo di giusta le tutte sì, , ragioni e od di discutere di prevederne rilievo Romanzo; fatto che ciò a di cioè quali già in sostanza rinfrescare, alle , vivo dialettale e che letteraria per stagnante, geniale secoli Italia, tutta e il il toscano ed fa felice quello è stato uso precursore come in tali suo questione egli dell' sorgenti stesso anche nel Romanzo esso poi divenuta era Manzoni più da la se ter meta si trovino fiorentino, e di accenni che, convenire in probabili l'obbligo lievissimi zoni, Man- del teoria conseguenze anche e i dobbiam ma riduce ha buone non la le tutte pochi quei conseguenze si analizzare possibili, abbiamo anche in e la si lingua sparse morta questo dell'avvenire. uso il e più 98 — la di Dante, facilmente de' Shakespeare e allogherebberoessi ber a d'altri di grandi.Che avvezzi — non se il Manzoni tanto nella schiera dei né pochissimi, son più. tribuisco gli atroso rigo- francamente quelliche grosso, pochi,non più alto e grandezza nel senso che di questa parola egli è pur vero questa di rado o lo stufranca pore persuasionesuscita non il sorriso deglialtri. I quali han sempre o sato penla , lor che v' alla fin fine uomo valentuomo un foss'altro che egli non una portare alle stelle, provano quella che secondo Carlo Porta di Tolosa che fra vivo Perchè cielo in ch'el el fudess Diodatt so proprio , : quant fussen infìn,per convincere stato era a i Francescani provarono Diodato, loro guardiano rapito ancor cosi impressione simile dovettero si quando , bra- sentirlo quindi, a e ; , un persuas de sant bon, ghe pareva ch'el so cas fudess minga quell d' on'ascension. nonostant '1 no Oh « catt ! Elia,o la Marcanagg, de Di ') Perchè nonostante fosse Oh Elia, la ! sant Francesco ?! ')» giudizio verso il quanto fossero persuasi Diodato fosse gli pareva di buono santo che il suo (perdavvero), caso quello di un' ascensione. « neanche Madonna, quel marzocco Malannaggia Da Enoch, sorprendent difficoltà di caspita! » dicevano, o de la fin de curiosa ch'el fuss quell marzocco coss' al faa infine per che il Joro « Madonna, guadagnass questa non diséven, « nanch » ! che guadagnafsi cosa ha fatto di la fine di San eh' e' fosse Enoch, ! sorprendente Francesco » (Trad. lett.) 99 — Milanese grande la dubbio senza ripugnanza, la dalla nebbia circonfusi dei secoli;le d'alcuni lettori, che irreligiose ed grette men stile che noi, non che e nel Manzoni odiano nemico; quella stessa soglioh non quanto lingua dileguatefra a il loro più formidabile singolarissima temperanza uomini passionati e nelle sua riservata, che e serena in del tutto ancor sono perstizioni su- delle superstizioni intolleranti le superstizioni anche religiose; e ni: ragio- esempio, che ha ogni generazione grandezza ai contemporanei, per attribuire ancora esser le son , ad non molte — ad parole e nelle opere dava e dà idea or di povertà di spirito,or cendo. d'orgogliotroppo raffinato;e via diMa lasciando tutte l'altre dapparte,io qui non sola molto diversa da voglio ragionare che d' una quelle fin qui accennate. Io credo far valutare che a non da tutti degnamente la grandezza del panzoni contribuisca per non parte la grande facilità del suo capolavoro i poca Promessi Sposi. , , Un libro di troppo facile intendimento non obbligatia leggerlocon soffermarci e nascosto, lettura; ma ha campo molti a mistero ci attira Forse alla tanto lo stesso circondato tesoro ogni libro un concetto meditarne di cui e' invita e chi di e a si là lo troviam di sottintesi rileggeree stanca penetrare studiare. ri- rinunzia e tanto in molte dio, stu- dire delle del valor più delicato ed intimo, più compiuto. Senza a vinare bellezze, e d' indo- dell'autore;ed acquista così sentimento il fascino del e persistea legger con gustare molte a e le parole; pesarne e qua così qualche pigro tesa, sempre la seduzione con , intenzioni la mente siamo poi che, ed per del un quel 100 — sforzo costato inclina Io certo neanche come ; intendere e Ma di e credo, medita dia ne mai, dato un neppur tore au- mente una prima, parte d'un il valore tutto vorrà lettori,per che nego buon un non arriveranno non non parte indovinare e alcuni critica possa, alla bella nessuno, più si studia celo, appropriar- rileggere,a capire converso per esercitata assai che della loro mente, forza ed gli è mercato. voglio negare non a buon a caro ciò che a più valore, che assai avuto abito cattivo dare a più tener a fatica per intenderlo e ha ciò che e' induce c'è costato, il lettore, quel che più a che sentimento naturai — bro. liche negare , libro,e più s'intende e si stima. Ora il del romanzo Manzoni facile così , correntemente, E umile apparentemente , sforzo senza di mente, diletto volta.il molti, presosiuna semplice,così tutti lo leggono così , stento. senza che viene da bella e così così ci onesta, non quella narrazione tornan nare; più sopra, né s'immaginano ci si debba torsi stupiscono poi quando chi 1' ha riletto le e dieci o le venti volte, e parola, dice loro buon 'libro, ma un accanto che differenze che, e c'è libro ogni Le in mai modo idee è libro,un nel carattere che, sempre parola per solo libro Commedia, rispettiveepoche, passano Se considerato quello non gran alla Divina l'ha degno che si volta più grande, sono vi sono generali non predicate: esse e e i Promessi quasi mai restano nelle il Fiorentino. rilegge,debba e troppo esplicito categorico, non solennemente di stare nell' ingegno il Milanese e le molte nonostante e tra bello un parire ap- si. Spoesposte vi come sono la- 101 — tenti alla sotto — narrazione traspaiono da qualche sono qualche paragone , frizzo adombrate sono in , , insinuate in Cosicché, interrogazionemaliziosa,e una di tanti alla rovescia che via. così libri, ridondanti di leggono più si trovan manzoniano vacui; il romanzo più si legge e più si di concetti larghi e profondi ognun trova pregno de' quali oltrepassadi gran lunga il caso specialein cui è implicito. E dall' altro lato i particolaridel d' ogni maniera libro,le minuzie ogni tratto della generalità più come , si , , , narrazione, ogni parola od dei varj persopaggi, ogni frase dell' autore, ogni virgola perfino di una sono perfezione incredibile. Tutto è stato da lui non felicemente immaginato che giudiziomen samente accuratamente e ragionato (curiosa felicitas direbbe Petronio).Tutto ha la sua piena ragion al resto: non consono e d'essere,tutto è coerente v'è mai le nulla che stoni. Dico nulla, trascurando Ora, poche eccezioni, inevitàbiliin ogni cosa umana. mirabile se questo accordo produce fih dalla prima azione , , volta un' impressione gratissima,come in" cui musicale sonato anche se e ogni strumento molte di , sfuggono le prime volte anche esperti, e tanto più alla comune certi libri si posson dal chi quelle finezze mare De , ma in Sposi , per invece a ai lettori dei acuti più lettori. Se città descrittaci una guardata in complesso parti brutta molte casa bella anche città ad paragonare Amicis, bellissima la consideri Promessi niane manzo- vertite; avprima volta distintamente tre, però, a chi queste a chi quell'al- moltissime dal irreprensibilmente fin dalla sono ed sia concerto un casa, si possono e strada mostruosa strada; i per paragonare primo aspetto , ma a che ad una riesce 102 — — a più mirabile a chi, dimorandovi lungo e vi fa. percorrendolae ripercorrendoladi continuo nuove scoperte, ed oggi s' avvede d' un bel sempre mai fatto attenzione palazzo a cui per lo innanzi non avea non se quanto bastasse per non batterci la testa, domani guarda un per uno glistupendidipinti sempre , d'una chiesa allusione altra aveva via. Senza via e dare volta volere celeremente che par le prove altro un libro recherò Io s' affacciano fatta della perfezionedi bisognerebbe concisa riuscirebbe che qui pochi esempj i , molto primi lisso. pro- che mi alla mente. don Quando abbia io tutti i particolaridel libro manzoniano, scrivere sitata, vi- ! Firenze a voler A che Abbondio di mala fatto cosi ha glia vo- gita al castello dell' Innominato per dall'angoscia prenderviLucia, a questa, che istupidita lo riconosce bene, rivolgeegli queancor non ste quella sua parole:«No, Vedete il vostro no; son venuto qui Quante volte curato , (cap. XXIV) cavallo stato mi ». 11 dal Cardinale mandato Lucia, farle sapere e ! Quante che cose ci mezzo di cavallo... a questo , Abbondio Don per proprio , ripenso la consolazione tutta con posta a maraviglia! una pare via. Son qui per condurvi ? siam fatevi coraggio. io davvero: consolare trasporto e' implica questa che pure era ed animare le dà che a è al è di vato arri- tore let- indicazione cemente sempliprima parere una inutile ! Il pusillanimedon Abbondio, che è preoccupato del disagio e della paura che gli sempre la gita a ha dato e gli tornerà a dar tra poco cavallo; che, per essersela pur cavata senza pitar precidi sella,si sente coquasi diventato un uomo può , alla , 103 - — subito gli altri e prova il bisogno di intarsi il bambino, condotto della sua cavalcata, come per la prima volta dal babbo fare una a scarrozzata, vede l'ora d'essere a casa non par raccontarlo agli altri parenti; don che Abbondio, che da quell'egoista me , è, riesce non mai dimenticare altrui, da la riverita sua parole esce subito a lui ! Quando Lucia • zione condi- momento di continuare parlare di per a car cer- quellapovera ciò che di mandare la madre prega un per rassicuratrici e , solamente anche invece persona; consolatrici Lucia della preoccuparsitanto a tocca a zo Ren- degli scudi donati a loro dall' Innominato manderò Agnese risponde : « Ebbene, cosa credi ? glieli davvero. che Povero giovine!... (cap.XXVI)». Aniscorgerea prima vista qui può il lettore non altro che una e una semplicepromessa. pura affermazione Eppure, se ci si ripensa, dott quanta malizia il Manzoni ha qui messo non queWebbene, e quell' interrogativo Tutte credi cosa ?, e quel davvero. forme di dire, che accennano a una leggerissimalotta nell'animo avvenuta di Agnese: lotta rapidissima e già finita quando apre la bocca per risponderealla di cui restan le tracce nelmodo curioso ma figlia, metà , in cui ella spetta. La di Lucia, esprime buona né può e stempera Agnese sentir non il sì che ha per Renzo la la mente figliaaelevata tutto l'affetto che un mento moavere quindi non può non di titubanza interessata,al pensiero di dover rinunziare alla metà di que' bei cento scudi d' oro sui quali ella soleva dormire sognandoseli. Ma scendiamo a cose ancor piti minute. Ognun ricorderà che don Rodrigo è sempre chiamato così; sente questa e , , 104 — fuorché naturalmente , , Attilio il conte e — quando il conte in cui dalle uscir si dibatte mani mentre gian lo inutilmente buono, soverchiatore diventato e non ha è ». soverchiato, fidenzialmente. con- pestato, ap- letto per suo ve scrive: Nel che vittima, il Manzoni « Sta no, buo- Rodrigo sventurato (cap.XXXIII) ecc. è il Manzoni allo cosi lo tiene puntellat aped il Griso saccheg- l'altro monatto diceva sol un Rodrigo sul che monatto un scrigno, allora sta titolo di di don racconta plicemente sem- momento, un l'autore lo chiama anche Quando che v'è loro tra zio, che lo chiamano Rodrigo. Eppure momento, parlano ne il che momento il solito guzzino, l'a- carnefice lo dice sventurato, d'aggiungere al nobilesco,il solito accenno cuore di lui il solito nome alla velo prepotenza, poiché l'aggiunger in sua nobilesca tal un to momen- delicatissimo un' amara parrebbe, al suo animo ironia *). E bisognerebbenon il Manzoni dere conoscere per cresione ch'egliabbia potuto fare a caso questa omisdel don ! Certo in altri luoghi in cui anche dovette sceglieretra forme renti, apparentemente indiffeisceegli talora confessò apertamente di non trude, Parlando del principe padre di Gerglierea caso. in un momento ch'egli era più spietato del solito verso il la infelice figliuolaegli lo chiama , , , ') La osservazione nostra resta non punto qualche riga prima, e qualche riga dopo, il don quando son riferite di don Rodrigo le ultime il e gliultimi tentativi che eglifa di esercitare che l' aggettivo sventurato nò dalla considerazione fatto, che potere ; premesso del don. smentita dal comparisc ri- precazioni imsuo , al nome proprio, abbia resa più facile la omissione , 106 — Celibe però a il pensare — giorno dopo, che, mentre bettola a gli vennero gozzovigliandoin una tratto dei brividi, gli s'abbagliaron gli occhi, gli stava , un le forze mancaron Abbandonato cascò. e dai pagni com- , in de' monatti mano indosso era spogliatodi stato sur al » di buono un proprio » sul dov'era lazzeretto, E (XXXIII). il come ajuto! « quale spirò, prima col tutto carro; dò an- che, spogliatolodi quanto , aveva il padrone! « abbandonato com'egliaveva » suo il portato stato padrorte lo buttarono d' arrivare suo drone pa- questa fine orrenda il Manzoni da un racconta aveva gliel' promessa pezzo ! Dove lo aveva che il padrone fallito il ratto di Lucia ricevuto male, e che dopo pentitosi« degl'improperi accolto » per riprecipitaticoi quali lo aveva , , , sarcirnelo lo mandò infine il Manzoni Griso... In in dormire a aggiunge: faccende Tu hai in alla giorno avrai forse e più notabile per Verrà E uri dir giorno... e poi esser ! così Va a di a volta o la in non ora: che un'altra un va, pro- questa (XI) ». E questa premeditazione, cosi, c'è anche giorno questa tardi, anche o per somministrarcene cevuto ri- spesso pagano se giustizia, presto, dormire », dormire, povero a però potuto vedere, qualche prima, arriva, questo mondo. Va ! Ma circostanza, che arriva il tutto quella maniera gli uomini. « lodi molte con « gli avea contro detto Don go. Rodri- fra Cristoforo. E mentre la predizionesi sta giorno è venuto! gnorotto compiendo veramente, e la peste s'impossessadel siquestisogna appunto quellapredizione: sogna quel che pur troppo non è più.un sogno ! E il primo del Manzoni sentimento è di soddisfazione: è quello della giustiziavindice e punitrice. Al quale poi subito il 107 — Ma la dal ed usato Manzoni, di Renzo a ? » loro nelle Renzo Rodrigo don offeso. 11 sentimento che cui nella Vedi »....« la morte di la forma Griso parola senza umano d' Renzo nella di compassione superiore simo mede- innanzi alla la con seg. ago- / indi- ,' sua quale è pensiero, senza alcun senza stessa . mondo animale un il De scritto , sviluppa,ò quei ne , poi e quel sprezzante , Vedi ». e rimorso senza di se come , pezzo Appendice).« L'espiazione seg. coscienza che uà scicate; stra- a). concitata di terrore piena p. Cristoforo provano per parole,quando stesse da già , umano pronunziar sorpresa ha così che Abbondio le deve con reintegrazione nella cata brogli im- , apostrofatonelle è 4) Suppergiù lo stesso Sjanctis (in un articolo di nia il matrimonio, poi e' è degli E don di mistero ripetuteda di di parole un'aria ed son pitolo ca- ad intendere dare vuol « Nel « — tutt' intero dar : scuse colato è cal- di meno, DegV imbrogli ! che imbroglici può es-. (l'osserrisponde Renzo. In tutte le edizioni vazione è del prof.Morandi) l'articolo degli è scritto » sere *)] poterne celebrare non altre dice, dopo ! mente, giusta- pure intenzione. con Abbondio II, quando don la sia compassione per chi, si trova però nella sventura perfino un apostrofodi più o dietro tlen è — vestigio di App. le parole d'un senso altro critico. •) [Lo XIV. cap. se 11 altro non Morandi stesso finto di spadajo qual sia, e paese : « Vengo fino, fino da Lecco d'acquistar nuovo siete ?» Lucia E — si lascia da sola e a un' altra mezza ancora bocca: « e (p. 85) di bocca cavar Renzo, che : « non nei Renzo a volendo da Lecco? Fin (p. 253) nei persuadere dei minuzia dare ce generica, dipensandone una », e lo spadajo replica, muroso pre- terreno stentatamente al Convento va altra di cerca risposta troppo precisa una un* avverte cosa da devo Quando cap. XX. Cappuccini, dice bene; Di Lecco ad Gertrude con mento turba- gran fare? », dar an- e avuta 108 — Certo, se noi consista la sciocchezza. affermasse voler Le nel che solo ad nel grande: in 4ui moltissimi d* i particolari e sono d'una perfezioneinarrivabile;solo , e l'amoroso con perfezionesi arriva studio a del volume prima lettura, è cagione che esso tutto E è abbia è di composto intendere studino, solo non si badi: non lo fare col avesse, per molti che dano s'avve- non è lìzio edi- un estrinseca, che n"*n sarebbe soggetto, come esempio manzoniane minuzie fatto in zoni il Man- se modo in che un , dato periodo non predominassero troppo sdrucciole,o le parolecontenenti un r, e È invece non gemme. la che gustare e perciò e precisionedelle precisionemeramente una tal una ma bell'edilìzio, un tura let- tutta; quindi la bella scorger anche non sono l'assidua con suo libro, facendolo rileggano e meno precisioneè una suo lo non i sottintesi facilità del alla fatte. il Manzoni così: scrittore felicissimo ed attentissimo piccolo che chi debbano abbiam che vogliono riassumersi una pure tal conclusione una zie ine- queste direbbe le osservazioni capo in Manzoni, diremmo sciocchezza una quali invece è del grandezza che metter concludessimo ora Ma — parole le simili. cose cordo precisioneche si risolve sempre nell'accol tutto,nella permirabile delle partiminime fetta ciò di ciò che è alla superficie convenienza con la una e bene risposta ripiglia: edizione Ed seconda. meno qua, però era scritto ebbene dove avvertire r nella bene e' è sempre ogni parola che in tutti ora doveva i casi Dio ni' aiuti ! prima in tutto di e e il : bbene.] solo si può mettere Nella ma prinella bene un del il resto stentata essere il b » frase,ed ebbene . pronunziato doppio tra ; anelerò. — dopo pò1 più libro; Io devo V e y va di «tacco 109 — — L'apostrofo,che non è nelle parole di ed è in quelle di Renzo, è un indizio Abbondio don trascurabile, microscopico quanto si voglia, minimo, che in fondo. è ma diversa indizio della situazione pur il secondo concitato dei due dolorosa per naggi, persoil sorpresa, primo compassato per premeditataastuzia d'inganno. del dow,quando si parla di Rodrigo svenL'omissione turato ed volte cento che che al spesso, fosse piccolissimo e quasi stesso circola pure, sangue che poi , da fra Cristoforo Insomma ma capillari; insensibile modo più alta; a quel volta una collegata a quella Manzoni ond' egli costretto così, sar pas- parer oppressore. suo dir per non anche può che, ma longanimità del Renzo perdonare può non cristiana solita fece inavvertita, badi, si vi un'inezia, che è oppresso, benché è pure esse riflesso d' che minuzie son in anche a un zione inten- una nei vasi in parti minime, circola nelle grandi arterie pillari ca- quello e nelle vene. si badi. E o minuzie È francese, la degna -di romanziere un dei cura sua sarebbe non. fosse il Manzoni Se e particolari tanta glese in- delle ammirazione. perfezionedella forma prosastica si faceva da gran tempo consistere in qualità estrinseche senza e rapporto prestabilite, ammirabilissima colle lasciamo ed più a buona una anche tempo a noi, farlo lei, apriamo la porta si lamentava Italia dove la del pensiero. movenze Ma in dello avrebte volta Lucia, benché come con a scarso la fra non siam sollecitudine stessa Galdino. numero derabili; impon- le minuzie Il di quale, come delle noci tate, accat- ragione di dolersi dello spazio in questo discorso, che troppo angusto riserbatogli così 110 — s' intitola da par noci, Galdino in ma d* animo , un uomo e senz' riflette sui Parla duta ed alcuna a molto coerente altrui ed anche sui ragion veduta; benché Il corta. ogni il atto suo primo n'è anzi fatto difendere buono do, mon- proprj. ve-, non è un stema si- pronte sempre per uno il i suoi postulato, dell'uomo sia in egli muove cioè il primo diritto e di scansar tutte le noje le là compromissioni e di salvare ad ogni costo propria pelle,non potrebbe non menargli buone e tutte le conseguenze non è men nel nel suo ordine tira ch'egline Difatto,egli combatte e le civile, donde discorso, che o dovere e egoismo suo ragioni e gliargomenti e le scuse atti egoistici. E chi gli menasse cosi, etico è del cose è di mente non ma sulle ragionato. Ha e Abbondio levatura coltura ; spensierato:eglise é chiamiamlo a Abbondio, di don meno senz' alcuna sempre vista inconscio daremo istentei à non affatto diversa. Don sentimenti opera con egoista non riflettecontinuamente Egli scemo. è maniera una certamente e gli non del poco. contentarsi Fra che vero biasimi ; sicché e censure ma È lui. — corpo d'idee a . a corpo gretto e che an- fil di logica. col Cardinale, pusilloegli dinale stringatodi quel che sia il Cardon Abbondio è suo, largo ed eroico. Né insensibile,un uomo languido e morto. loioo e poi un uomo ! Ed anche Egli sente per sé solo, ma sente, e come rente è del tutto indiffeper gli altri,del resto, egli non : anche cuore se per gli altri quasi avrebbe T avesse non già occupato tutto per sé. Per tutte ci faccia ora queste ragioni, don Abbondio, benché stomaco ora stizza,non ci riesce propriamente,come si suol dire, antipatico. E comprendiamo perfetta, Ili — mente i due come lai restassero — tanto promessi, tempo colpa di che per sposi, nonostante al distaccarsene pure vessero dopo il matrimonio, si commofino alle lagrime. Galdino Fra invece è scemo e freddo. E l'egoismo è semplicemente effetto della suo stupiditàe della freddezza, non già di viva e prepotente preoccupazione gl'imper sé stesso; che perfindi so stesso non solamente ma un po' più che porta poi moltissimo degli altri. La vita monastica, che ha sollevata alla la tempra già naturalmente ca eroipiù alta spiritualità di fra Cristoforo,ha finito d* istupidiree d* isterilire l'animo già insulso di fra Galdino come (insulso sempre, per , il suo giacché nome, si è mostrato appropriato alla zoni questa volta il Man- anche felicissimo scelta del nella persona)*).Il nome è egoismo non È tanto collegiale. personale quanto, per dir cosi T egoismo del convento della del refettorio.Fuori società e fuori della famiglia, eglinon capiscele lotte suo , , , sociali né altrui di' cui le angosce farlo uscire Galdino ha è sentito il dire nella che non partisse dall'uno come in , e dei fatti ed ; modo co- cioè , questo dall' altro fece il frate il corredo tutto * ' sasso de' carcerati. accattato mèssi ai semplice e passiva questo galdin vaie milanese il pane con elemosina delle V abbondanza mente sua , è forza, basta indifferenza. Fra sua V abbondante solo tornar principio ') In la tipo del frate volgare ed ignorante.Egli frati può far accolto dalla momento un la desolazione ; né può. misurar egli non , a domestiche significatofu cercatore e el pan de san È impossibileche più caso e che certo apata. mai, dal Galdin il Manzoni milanese inspiratoa ; battezzar e 112 — dei Io confermano, miracoli, che restrizione; perchè nel nessuna v'è alcuna non — lo restringerlo spinga ad a intenderlo Lucia, lo carica di noci , rallegrarsene,né fatto in tal egli non fa che fa neanche per caso un uomo ferenze delle sof- quel principio, discrezione. con la carestia nonostante apporta insensibile cuore correggere , ^Quando vrebbe suo vi preoccupazione caritatevole che altrui/* a egli non di quell'anno, compiacersene ombra di cuore, quel che e a- che avrebbe desse, po' da parte, per quanto giusto lo credelle e pensando alla condizione quelprincipio, due donne, che alla fin fine erano poverette,avrebbe far qualche complimento, o almeno accennato a rebbe sarimasto soprappensiero.Così, egli ha sentito messo sempre un inculcare che i monaci debbano intera dienza obbe- ai loro superiori,e questo principiobasta, a di ghiaccio per fargliparere una cosa queir uomo semplicissimala partenza di fra Cristoforo ; sicché nulla a lui di non solo non veder non più preme veduto quell'uomo mirabile che per tanto tempo avea ogni giorno, ma quasi si meravigliache anche Agnese si rallegriche pel santo dienza non principiodell'obbeella sia rimasta priva del suo benefattore. La freddezza cui egli,a pezzi e bocconi, comunica con alla povera ruvidamente Agnese la notizia della partenza di fra Cristoforo, ci fa l' impressione di qualcosa di brutalmente gno crudele, di spietatamentemaliè che stupida parte di fra Galdino non dità. ; ma della povera AE ad ogni atto di disperazione dere rispondeche cercando di farle intenegli non gnese la spiegazione sublime, ch'egliha fatto lo sforzo di escogitare,della partenza di fra Cristoforo, o che del T oggetto delle ciarle e dei pettegolezzi è stata , , APPENDICE dai passo stupendo I di tante, delle eroi di e Marlowe Zumbini di Shakespeare e passioni forza tanta dello umane che in che quello a E scena. essi come la spettatori, che diviene che gli abbatte gli e o della come si noda ran- anche è ci sulla compiono sovente gli forte così , catastrofe una annichila. fare a interiore fede Nessuna il poeta persuade passione loro che sentono così sentono, loro per quantità essi impressione cui costringe la insieme tutti di intimo, so* hanno ne parecchi dramma particolare un come essi ; , è sto que- (p. 182-7): personaggi gli no Critici Saggi Riferiamo « IL ligiosa re- menomare a alcuna riduzione , della La vita. espressione degli bene del e del male , Ma accade non intimamente scelta e la tura na- lui altri perchè sua fede. procede ubbidisce, Per certa una con più sapevole con- meno o essendo non essa II cristiana. un , il di storia ogni per nell'arte stesso cristiano misura, alla lo , e di quelli"dell'estetica. non se poeta mistero ha non , confini « affetti là nostra del mondo perdono e della tanta la morte vita , parte del loro va- 116 — lore o : dir per , relativo non cresce e , meglio — il loro è valore sempre , della misura a le del- intensità che si misura esso a passioni ma i subordina più perfettamente a principi coordina e , V arte Naturalmente ed degli affetti. Ma storia ; riduzione una opera , la nella ne' suoi che periori. su- alla scienza co- espressione ha cristiana coscienza fuor onde conforma si fini e ga lun- una caratteri rali gene- , secondo modifica si essa i diversi momenti , della storia. Vedetene sua contrasta altro un e quel le con tanto vedeteli passioni soli: di in uno secoli cui e3sa barbari mezzo t in cui, vittoriosa, concede alle di potere che conveniente primo lei a pare Commedia Divina nella Sposi. Nel due : ne' Promessi e quella poema passioni coscienza vince or lei cede ora a ora perchè Dante In questo alle tempeste che gli rugghiano dentro. secondo caso egli porta le passionipiù violente e soggiace or , , , contraddicendo nel paradiso teologia cristiana nequizie de' Papi fin e anch' Beatrice : , disfavilla S. Pietro sembianza tramuta essa d* ira le per tutti si trascolorano santi i e alla apertamente , , tutto e , il cielo si fa allora diviene T inferno. la terra poi vi si nube come come Ma che ciò rosso a e ben ritorna vede sera non non pure umane, in ma nulla tocchi siamo vediamo l'uomo stupende tragedie e che crudeli sacro, e fervono intima nel dalle eleva ed , misere sioni pase la te mol- sua storia. Nelle passioni poeta chi ne in contenute, sono quasi selvagge, ma, temperanza rapisce dileguarcisiinnanzi , il poema paradiso come po' anche to presto paradiso ; tut- , che il un ci cosi : ardenti bene e solversi ri- tutto talora osservi, una impedisce quasi sem- 117 — pre la manifestazione più notevole di veder — degliultimi estetica mi ancora questo, che par di loro della meno La noi. le della e là forza loro donde scena i fatti umani tutti la , sforzati siamo sopra la violenza tempera quella su , lontana, noi storicamente sempre fatto passioni perdano più ultramondana perchè ; è tanto terra crudezza scena dell' azione il solo quelle tragedie rappresentarsi in mondi noi soprannaturalibasta perchè o eccessi. Ma a guardar e vediamo , chiaramente in effetti delle gliultimi ci fa chinare ci strazia e' e vediamo Ugolino in que'suprerai menti mosentiamo su quelle e ci richiama che cosa bufera della il viso, inorridisce, anche qualche tuono basso tenere e di commozione, scene che An- sca che, co' loro racconti, France- momenti quei nostre. opere infernale che e noi a mai stessi il resta non il : , che tremore dall' eterno ci viene rezzo segni sono , visibili di Dio giudice , in quivi, e e' è una qualche sempre umane a altro qualunque come cui assistiamo di eterno, che regni secreta, che qualche impedisce F l'intero nostro tre abbandono ci teschi, dan- mormora delle più tremendo di cosa onnipresente. E e punto de' voce , e terribile tragedie di misterioso cosa oblio di noi stessi, intero alla corrente della com- moziona « Ma ne' Promessi quei nemmeno che nella momenti Divina sormontate messe mirabilmente e movimenti è capace rappresentate le a in azione stupendi,ma il cuore tutte umano; quante, o di la coscienza le regge o hanno passioninon di ribellione Commedia; le ha onde Sposi sua non cristiana posta.Esse destano e sono negli spettatori tutti i movimenti perchè esse il sono signoria, assai non sono disugual- 118 — mente, loro maggiore con natura, più o che di quel di bene si Ciò personificazionenel vera è non altri tanti del tutti tra mondo il male proporzionie fondo in con ci si apre che lo e per anzi la prima don bondio Ab- buono, è e volta noi dal momento di sé. tutto riempie pronta im- e dell'Innominato cuore dilegua l'orrore ne battiti, soltanto i numerarne agita vi cade quando celeste ').Il come sia rappresentabile , finisce col far del bene lo cattivo è non , , quello noi in di bene: dose una drigo Ro- mostrarglisinelle deve , minime è certo lascia non esso o una don malvagio un Perchè sé. Manzoni da che e particolaredi è : ombra ottiene non carattere, un zione nega- minima manzoniano: poema veramente individuato meno la rigore a na gover- assoluta una senza , può dire che , cristiano, che è la mino effetti si confor- i loro che sentimento secondo ampiezza, al sentimento meno la concezione. tutta minore o secondo o — un possiamo che Quella gio rag- Iddio passione , è la più pericolosa a essere gentili di scena descritta, viene cacciata quasi interamente o coperta di veli: l'amore ne'due promessi sposi non è guari dissimile dall' affetto fraterno. Dove 1' errore mutarsi in colpa,troviamo cominciava che a non fitte tenebre; comprendiamo veli, ma per congettura, vediamo non più per fantasia : quando la storia di che *) S' dà le anime per air di allude di erede poveri sposi. A la cattura all' eccellente certo Don che a Rodrigo se , che di Don in quella premura Abbondio di comperar aggiungerei Renzo per conto pratico consiglio che e anche non non suo. mi le la premura restasse ci fosse un dei casette due di far un certo vare lespetto so- di paura residuo F. d'O. 119 — — Gertrude giunge al punto che Egidio le rivolgeil discorso il poeta non ci dice altro se non che : la sventurata rispose» ; e finisce tutto là dove « forse altri poeti avrebbero creduto che cominciasse il meglio e Y arte potesse trarre suo maggior vantaggio.Abbiamo dunque riduzione nella quantità, riduzione nella qualità delle passioni. In Dante , , , la riduzione è molto minore che la prescindendodalle differenze, in Manzoni coscienza ; ma na, cristia- al contrario presa in tutti i suoi momenti, proibisce, della coscienza scettica che le passioni non , abbiano altri limiti che loro di è non e ne quellidell'estetica; pone im- da' qualia quelli del più ristretti, bello piccolol'intervallo Anche lungo articolo un messi Sposi 1873) può esser pure nel , che (I Pro* nosce faccia lo Zumbini, e vi rico- non po'di un Sanctis Antologia di Dicembre letto utilmente dai giovani. tiamo Avvereglisul carattere di don Rodrigo solo che più del De nella Nuova , insiste di ». bene. Nota come a perfidiare nel sopruso don Rodrigo fosse inda un falso punto d'onore, cioè dalla capriccioe anche dotto d'un sentimento in sé e degenerazione esagerazione stesso buono. A me poi pare che qualcosadi meglio sia, in don Rodrigo,quellacotale equità e ancora la servitù.* Comunque mitezza eh' egliserba verso sarebbe che più favorevole siasi tutto questo non alla tesi generaledello Zumbini. , V* è anche vorrei oramai articolo sui P. S. altro il , quale giovani; ma è ed è troppo lunquasiirreperibile, che fosse letto divenuto tK un e riletto dai 120 - perchè go io in È e ; dietro H. anni a stampato vide forse cui gano Lu- pubblicarsi prima non a la luce. mai non mai venne , L'autore il secondo. ziali A. due articolo primo un dovea qui. Fu Italiana, che Rivista una riferirlo possa il 1831 — /.; fosse. Quello e che è ho non sottoscritto mai di certo so bene potuto saper . è che le inir con chi egliera un sempre stupito gran critico. E quante volte l'Italia come vesse, per 'ripenso ci allora avesse così resto , tanto un dire, alla macchia! , critico ; Quando e 1' a* zoni il Man- queirarticolo, ci si trovò così bene capito nelle sue più riposte intenzioni, che prese la in milanese: costui .ha proprio ci scrisse su e penna suno letto tra le righe! {Va leggiiianch' el bianc!).Nesdei tanti pregiudizjletterari storici politici il campo in Italia, apche allora tenevano stilistici, pare E v'appareinvece una in quest'articolo. gnizione gran codella letteratura specialmente di europea quella che rappresentava in certo modo i precedenti del Romanzo manzoniano; e zione cognisoprattutto una rena profonda ed acuta e una contemplazione seebbe letto ,. , , , della breve natura umana distanza e della storia italiana. A zo, pubblicazionedel Romanne questo critico innominato parla con una così molti perfettaimparzialitàe giustezza,quale ancora dei critici odierni non hanno dopo tant' anni raggiunta cosi dalla ! Ecco alcuni di critica. desse saggi Dopo alla mente questo dimenticato ro capolavo- spiegato quanta levatura Manzoni l'esser egli sinceramente avere del compenetrato di dell' idea egli aggiunge : e del sentimento stiano, cri- 122 — spaziare ti senti non del mondo volta le multiformi tutte che critico, e che Dopo les ad passa del che firmamento bensì i fedeli le tra esprits della accennare rietà va- non sere es- copre d'essere sotto 1* altare e ». parole di questa riferite dello bons toccato aver di sono quelle prima prova t'accorgispesso copre coincidenze la gran entro esistenze, ma quella del tempio Belle libero per morale: la gran sotto — Zumbini. vella No- rencontrent. se nato, dell'Innomi- conversione di alla morte farò grazia Don drigo Ro- : far grazia, detto ha Dio Ma « ed avrò (Esodo, XXXIII, che mai non del in e sempre in chi ha portare pietà sensuale e alla carne; libera sovr' vorrò avere terrena condisceso tenersi vita chi a vorrò L' anima 19). mai né corpo pietà di tutto seppe Io : esso dalla che signoria vittoria, una verchiata avviluppata,sopita in tutto sotargia antico padrone. Quella finale ledal suo di don pieno Rodrigo mi pare un concetto nel Lazzain sullo strame dottrina. Egli muore retto, anche in è morte , di indietro mandare innanzi uno della la consolazione senza pensiero un sé di speranza; a , considerava hanno « non « suno sono » è nozze Qui si confronti perchè io periodo. ter po- pentimento, coloro sulla né ch'egli cui egli terra, che padrone, gente di nesuniti, prosperosi,e il banchetto delle del suo posto nelle stanze palazzo...» nò loro Ma anche senza separare, gente perduta come « di mentre voluto perseguiti oltraggiati, ha carità, tra nello a un 105-7 pag. lui e scrivere me di questo l 'incontro avevo non in mente nostro è bercolo. li- fortuito, questo suo 123 — Dopo Manzoni (e non altro venire il M. nome » asserisce che in che vi si più dopo quali cose a' di : colle e che chiare accessorii dire a si bisogno : averne di misticità soverchio che sarà questo che la religione di attivi ma mira non militanti e , disgiunto dall' esempio : della nome la filosofia è solita di beffe di tutti don Abbondio il e ma d'esser lasciato che bello e a coloro meraviglia che che della gittato con ogni gione. ra- niera ma- addosso mai , , altro in doveri nome , all' inetto templativi con- all' ultimo quei intermissione senza e farne rifiuta il precetto prescriverciin si è in lizzata evange- a prescrive pratica il Manzoni Però di la carità ci e gomenti ar- consentire si fervorosamente Sposi, che di sorta , Promessi cose Ma ». simil forza pur erano credere in pensare mondo, del non « potrebbe , nei cune al- ridire quaranta dell' anima e dire a per tutti a cogli voglia redarguirle Ferrante, il quale, parlando del- quanto alcuni siano « stava chi pure ebbe volta quella che pella ragione di molti, specialmente degli universali d'una vi s'attaccarono», è d' mostrava nostri, sapranno di don parole tanto che frange poi dovuto forse mancherà non 1* essenza, più chi a sione conver- il Manzoni seguito) passa altri han che anni Le « in appiccarono cose, e le con" « alla che questa lince di critico, a mano di miracolo con « verità, poter non prima edizione, che nella o religiosedel dimenticando dell'Innominato, però aggiunge credenze 1$ solita precisione per con che dice giacché alle accennato avere — ne vero hanno quale vivere: non domandava carattere finissimo rispettivamenteall'arte; porto la materia hanno 124 — fatto in nuovo segno di subito quegli uomini i che di stare impone « secolo » bella zelo ridere fantasie le si quali la : posti sono in in ministero un passioni del hanno quella le con guerra di moltitudine gran coraggio che degli obblighiloro, e quel conoscenza i rando disprezzare,schie- e bel quel con me no- , , dinanzi un di Falstaff di Calandrino Chisciotte pronunciato farà nato esprimere in poco, e il diverrà proverbiale come Abbondio don E guadagno. tristo molto per di don nomi assai un esso — , bello lor della che non ha mai Noiosa sementa giustizia! di rigermogliare in Italia, da quel Celestino, cessato noto todì disprezzo,insino a noi i quali tutper antico , tanti veggiamo due stesse assicurarsi « in lor classe una e'sieno ne del riverita abbiano a ma romanzo; è il loro sente sentiva per « Dante, come essere « vuole là setta costoro pianeta, i santi ci quello sdegno gli uomini quanto che tutti anche »— Abbondio il buffone il che accorgiamo de'cattivi », che vuole : che Dante eh' egli pure, e sieno risoluti nel un'insegna » o che vogliano ribelli »; fedeli.» o che vogliano essere « che vogliano. Imperocché che frutto ha fatto in don ad Abbondio In cardinale lui di per dietro correre pertanto non Abbondio don Pensino addosso; anche dare le per qualche agio, e porsi con ». dappoco, poiché « Manzoni ma vivere a Manzoni! Don pazientissimoAlessandro muove grandemente a riso; ch'egli è il « di che sacerdozio ottime ragioni parute « nel entrare è impetuoso verità quel lungo mentre nessuno: bastata a sermonare volgere Innominato , e a una di Federigo? parola tutti i desiderii fargli operare del l' delnel 125 — — bene grandi più male farei non dice ne ') noti Si del la mirabile per il intero Federigo primo, coppia anch' io, ripubblicando ? stupendo articolo questo lettore? quanta con che raccontato stanza nel saputo aveva non bene gran un volta un'altra Che ei '). » E eh' cose furono il compiacenza e l'Innominato, V entrambi agli apparve Manzoni, dopo. uscendo assieme ammirazione sguardi aver di bramosi... dalla tutti » ( ) « e giunge ag, : (cap. « XX1I1)! dietro veniva don Abbondio, a cui badò nessuno F. d'O. » III. APPENDICE alla tolse G. alla lingua ad del Manzoni. e che venite medesima di della che o questo e prisma, così per che lettori si derar consi- può si si tratta l' intima che giova di due con altresì faccie ragione ben resulti della d'un gua lin- menticar di- mai non delle zione all'a- e l'altro non e in si consideri immortale, stile, che Ma o all'intenzione guardi riformatore d'accordo l'aspetto più largo questione, propria. che in più pregiato, tanto di puramente, son perfettamente dire a piuttosto quello dello vera tori let- nostri inedita. più importante sé classi all' incontro, voi, quando intorno gli eserapj ai perchè tralasciamo, alcune cosa Sono, professore e facciamo lo riferiamo conterraneo, la dottrina noi che qui questo piccolo capolavoro (salvo per come "c che e dire, epistolari)sarà che quanto amico dono Il del lettera una stile secondo allo periodi cosi per di Aprile 1880, 12 foglio triestino, un suo un ristampando alcuni da bello assai Ascoli I. volta sua brano un del Perseveranza Dalla medesimo come cose , 128 — la dottrina per da e per la — che pratica nome pigliai) Manzoni. ••••••••••••••••• • « Tra l'intonazione tonazion generale c'è molto della Morale d'altre prose semplicemente Cattolica l'in- e d' Alessandro zoni, Man- la differenza che passa il bocca linguaggio ch'eglimette a Federigo Borromeo dio e quello ch'eglifa parlare a don Abbono a dinale Perpetua. Il linguaggio o lo stile del carè più solenne più letterario di più severo quellodegli altri personaggi dei Promessi Sposi perchè era naturale che fosse così; e il linguaggio tra in , , , lo stile della o quello d'altre Morale prose Cattolica, del medesimo confrontato più compassata, più raccolta, men disforme da quello toscana meno men datura un'an- ha autore, con birichina, che si potrebbe , dell'Europaaddottrinata e pensante per questa primissima ragione che il ropa, Manzoni qui parlava solennemente, dinanzi all' Eudella gente da compione palese della fede e il tipo letterario dire , , sua. Quanta medesimo che quale a questo fatto della proviene ? In ha e dalle attenzione diversa e disposizioni altri termini, è lui, lo sforzo sempre poi voluto stato, dare naturalezza dalle condizioni o no, egli eccessivo verse diin di venir piegando a naturalezza una casalinga,e appunto perciò,se mi tali naturalezza artificiale, passate il modo, a una crescente pensierie anche tai sentimenti, la cui ifianifestazioche riesca ne, prima e spontanea, è troppo naturale volontaria? da questa riduzione rimota più o men mirabilmente E gli effetti di questa tendenza nace, pertistupendissimieffetti quando sien considerati in 130 — più reconditi — del strati pensabile, eglila costringeva nella mente laborazione a svolgersie risvolgersi sua, per un'ere, lunghissima;sin che si dovesse riversae limpida e non punto appariscente,in modeste rimesse molto un plice semparole, le quali sembravano portato del lui solo, di Era, nello spirito comune. resultanza una dei senso analoga rienza quelladell'espe- a secoli,che sinteticamente in si riversi una dizione popolareo in un proverbio.E perciòappunto si combinano stanti coprofondamente le due ambizioni e sua: quella più intense della mente sempre del pensiero che lavori i suoi problemi insino al punto di farli quasi parer degni d'aver mai esistito, poco l'altra della lingua connaturata, inconscia e come e di sé, che sgorghi dalla vena d'una tradizione viva popolare. La « doveva sua proprio oltranza a così, ed è stata, essere pretendesse che ciò tutto contro guerra una valer meglio d'una serenità assoluta del sentimento, dell'idea,e della parola. Egli va, con un coraggio infinito,in sino al termine le tra pare , righe, è esempio per « proprio « serviti: « sta. » « ci è voluto « cora, che « gio grave col sfida una che continua di sentirlo v'ho Oppure: un con annegato, « dire Chi ha non la meditazione ed quale inevitabilmente astruso? dovea a : ha » Ma più di quanto lecito sostenere an- bisogno d'un linguagzo, dello sfor- ogni retorica, portava qualche esagerazione poiché,dall'un canto, inseguir l' inimico anche al , l' intensità debellarsi Vi volete Ah " e epifonema ? Eccovi l'ho fatto appo- meditato qui, perchè glisia ; alterissima. e , si termini se dell' assunto estremo par sempre nel senso trario; con- che si debba di là del confine, per ot- 131 - ch'eglipiù tenere maestria che uno par grande, insista il in è e dall'altro quale basti la , di soverchio mercè e Manzoni Il lo rompa, non temperanza o , — in impedire proposito che gli un timor cose continuo , di peccare maggiore, c'è a quale ha operato un non egli medesimo e di. gransempre il proprio ideale: lo smorzare, direbbe un musicista, gli come si rende una preoccupazione assidua ; e può forse tornar lecito dire, che la preoccupazione finisce per diventare Nella eccessiva. contro Morale stessa Cattolica luoghi dove mi par manifesto eh' egli avrebbe parlato un po'più vibratamente, se non ain guardia! La detto a sé medesimo : stiamo vesse brata splendidachiusa del X capitolo m'è in ispeciesemvoler sicuro un esempio del non pienamente ritornare, per quanto gli costasse, a quella che pure la vera è stata e rimarrà eloquenza. Ma il vizio (sit venia verbo) mi pare che ferisca di più, in quanto la parte logica delle sue ultime cose risente se ne è sempre ideale alla lingua. La struttura intorno vi dei sono , di lui, che degna s' perpetua di parer in il cui prima e quello ch'è tanto, ostinata stringe in Era alla che effetto e sembri il poi ne incominciava lo scopo; scapitavano; e a una che ditazione me- Ma il e doveva rire appa- una agliinesperti, massime e superficie, parte, più contare lo stillato di getto de' più sudati, un confidenziale, profonda,nel quale ogni cosa si dezza. si subordina la maggiore salcon dilagassecomunque. in dottrinale;sempre o debba non la paura come discorso un all' incontro e c'è ma troppo dotto di far che lo studio intende; liva, fal- l'artifizioormai rigore e l'efficaciadel la meditazione resultare, anche va la- scorso di- dissimulata nell'orditura di un - 132 _ essa grande artefice, quel che veramente specie di stento. Vedrete, nel nostro così nuova che ci siamo al curioso di tentativo devono quali Abbiamo punto irriverente non serie doveva che s' intende , codesti Ma Se « quesito del chiaro Infame; e l'amico terario, confronto (non d'ordine lettra d'ordine ma strutturale) Colonna Manzoni come della di del ogni scrittura pure si fa, eccitando culto esclusivo o è sostenere, come te naturalmen- generale d'uno illuminato,che e s'estenda gioventù vano studio a d' imitazione deve anzi se non e in una e resulta facilità illusoria, Y esito ultimo infinitamente a specie di una sugliinesperti,una seduzione pericolosa,appunto perchè 1' arte del Manzoni sé stessa dio stu- altro è l'eccedere,come L'esemplare manzoniano sui deboli implichitutte risposta deve la un par la Manzoni; a me a che si deve, l'utilitàgrandissima e assiduo, razionale tutti, domanda le restrizioni e portare. Poiché, altro strinseca. Manzoni. parola intorno esempio sul quale lo stile la formola distinzioni ve bre- volete qualche altra direttamente che e potuto far nulla. finalmente educar le ha ne lor una per saggi divinatorje gliautografi del non quelle nell'ultima anche operazione, periodi della tentare qualche le per vedete, la medesima come di alle di parti stemperate osato, faccio, scarta- più scultorie, e una l'altro amico, e passate alcune essere è: induttivamente risalire scritture, prima d'andare forma. io avventurati, condizioni, più salde diverse al — non e- tare, eserciassai sume riasfestando mani- perazione limpidissimodi un'ocomplicata.È la luce bianca, e perciò dal sovrapporsi di tutti i colori. Or 133 — che volete come di tutta nazione? una ho il di nome infinita del scuola troppo dei falsi dare, questi per discepolinon un , che vestiva pensiero un d'essere locuzione d'acqua purissima. La mezzo il nonnulla, presume pa usur- esito, (i veri certo drappelloin della ultimo per di imitatori)egli è po' un meditazione imitatori mancano scarso alla manzoniana, La manzoniana. parea ; ora, parere ginnasticaletteraria, che Maestro, nonnulla un dal mio bene, troppo, in favor pronta, pur tesi,questa mala mia vedo Io riflessioni possono , paradossali;ma diventi l'arte letteraria questa maniera le mie che canto — e gittimi le- ma mano for- alla ba tur- incastonato brillante un familiare stro del Mae- profondo, il quale perfezione o meglio acuto e guadagnare in di perfezioneper di sdegnare altre maniere mostrava lui insufficienti adagiandosi in un' equazione pedestre; di presumeva , , grazioso, vuol l'effettivamente è ora e vernice con passare di che nelle esercitato che trovava sublime. più meno manifesta eh' gli effetti e dell'accertare produrre, e non Onde devono poco accade debba i soli parer sembra lor scamiciato venire. poi essa ben o strazion di- salda, (più o lo studio riuscire), effetti che si vogliono cose molto, che talvolta siero, pen- contro, la preparazione per manzoniano o tamente ostina- contorsione atura filosofica, Tintela] che zione elimina- del discipline ardue costoro, a Quel lui, dalla per implicasse una qualunque; che ingegno poderoso, un meno , resultava, ciò tutto o manzoniana meno o l'equivalentedel per spontaneo, appare più pedestre, più del sistema un zoniano; man- fare alla viene di lamentare come non lona, car- vuol in- 134 — che giustamente, la le de' d'uno nelle lettere più regioni e più pensatore certa una scusa sua dal — monelleria la anche robusti letterarie, pensatori una verecondo che scuola, sia specie o dendo inva- viene l'esempio che ridotto di ripeta a causare, rammollimento cerebrale » Milano, 16 luglio 1875. APPENDICE Trascriviamo 1876; alcune qui (Pagine Amicis De è se Manzoni quale anche il buon che vero del Tip. Lombarda, il 216-218); migliori discepoli del stile osservazioni giuste Sparse; Milano, 164-167, pag. IV. in discepolo è dei uno allo quanto è non quello , che piglia esagera il del metodo quello ma , alla maestro che lo lettera dove mitiga e n' è ce lo sogno bi- : « Tirar su arte, con « A vivi, sono volgari, solo Molti quello e la è Manzoni, in scrivere, e quale che insomma, come una debbono si dicibile una anzi sprezzo una. lettera del lo cede. con- tutto a lunque qua- mente proprial' idea secondo sfacciataggine di lingua, nello galateo filologico, lettera a che ma costoro fanno non son mente, parca- discorso toscano, certa che è scrivibile e stesso usare Per cosi. scriver in del soggetto Moltissimi lo certo un è ed usabilissimi; e intendono toscano consistere il bocca, dello modi osservazione; perciò quando non che che proposito. del d'altri e efficaci, usatissimi modi e un' di Cavargli — ecc. ecc., di questo fare occorre uno. a segreto, un proposito genere, calze le un a una signora fattore; un tale discorso 136 — accademico valesco. tale Sono quale e qualche levar le , calze, tagliar le calze, il rotto per danno della efficacia aneddoto un gambe carno- in qua, anno novelle, articoli, ecc., V asino cascar come che, da costoro empiono romanzi, — di modi tirar me co- le su , agli sgoccioli,uscir essere cuffia,ecc., i ecc., quali modi se al comico linguaggio quando perati sono adoperatia tempo e luogo gli tolgono adoa casaccio, ogni dignità, ogni gentilezza,ogni grazia. Ed anche a rischio di farmi dare sulle dita, voglio dire che lo stesso Giuseppe Giusti ha qualche e sapor , volta , peccato da questo lato. Poiché scrivendo quando periodo che scegliereper « « piccola come Lucca « cavallo; che « be « battuta ma meglio la per è e di i queste ; leveranno a suoi, ecc., io sento, di dire li pentoin non ma, medesi- sé per V è se la pena » a le garn* il duca mala bolle città l'asino metter che solo un una congresso ne maniere in , voler un si crede non per un i Lucchesi perchè gli se ciascuna che dice signora una a esempio, per , frequenza, nel tuono che danno che non mi piace.Il Man* al discorso, qualche cosa mente zoni- stesso, che in fatto di lingua è' cosi delicatama nella loro frasi guardingo, nell'usare ha qualche volta mancato i suoi più credo che anche i quali mi vergognerei di cancellerebbero volentieri me parole porcheria lui in omaggio all'uso , che a una si segua il Manzoni pedanteria;ma ne vocaboli e questo riserbo a ardenti non in qualche impipo toscano. Ora sua ecc., , a me preferireun mi. par e di vedere toscaneggiantidell'Italia settentrionale io , ammiratori, essere in nel toscani fra prima riga, pagina le scritte par da giusto idiotismo che vadano molti trop~ 438 — fautori della prosa e rigettanocon compassata orrorer all'efficaciapiù che badano novatori, invece, che i — e regolaritàdello stile,cercano adoperano, non Lasciamo con senza predilezione. scrupolo,ma le seguenti Di quei file espressionicome gliuoli rinasce ne non (invece di rinascono). C* è pezzi di giovanotti (invece di ci son morti) han bisogno di essere che non tiamo Nogiustificate. alla solo stare — ? — morto , ecc., invece che II mio — male. si sente gli voglio La — C — saggina. Quello venditore che V avesse si deve di dire Il poiché egli stesso ha scritto oltre a Sposi (edizionecorretta), le gli pizzicavan metafisiche Ma ecc. Queste sono l' illustre che si debba di preferire un a esprimere quella data due sono a idiotismo come ci io starei e una siamo sia , patto, infine, che una gemma per non mente umil- efficace do; d'accor- che quando da scelga si consideri la sola guire. se- indispensabile si no che doverlo non patto a di arriva...,. espressionidi uguale efficacia sgrammatica una , cosa; gliare pi- sotfigliezze idiotismo patto che queir idiotismo sa co- sizioni propo- coloro non esempio, credono il Promessi suoi pedanteria d'effetto contrario, una ma ci — Che — moltissime moltitudine una coloro Che ad che nonostante con a le mani... che rispondere Tutti : della si possono — seguenti , ecc. a nei sì, consimili luoghi è parso licenze ? che esiterebbe non n' è ce tutti di prezzo, queste Manzoni L'uva gli becciate li- queste contrattavano comprava alterata che nonno noi son che due era il mio — maremma settimane tre Per — disgrazia grande. una ammacchiati. ci sta casa dell'anima. specie. tante da è omo A — bene un è di : ed unica gliere sce- st'ultima; que- ogni ra- 139 — che gione è — idiotismo. In quelledue proposizioni del Manzoni, per esempio, non mi pare affatto giustificat la violazione della sintassi regolare. Non che il dire tutti coloro trovo cui pizzicavan le a mani, ecc., sia tanto pedantesco, tanto forzato, da dover preferirel'altra maniera. Mi pare anzi che sia le, appunto questa maniera, preferitacome più naturaquella che, in simil caso, riesce più forzata. Ma, si dirà è un forma una del linguaggio parlato , stesso voi e , dite si parla. Certo; bisogna scrivere come mente si parla da chi parla bene, correttama come ed elegantemente.Ora che nesio scommetto sun colto dice coloro che toscano gli pizzicati le mani altro che qualche volta e senz'avvedersene *). Abitualmente dirà, per esempio, coloro *)che si sentono È grammaticale e non è pizzicar le mani, certo meno semplice e meno spontaneo. Capisco che si scriva in quel modo quando si fanno parlare dei ragazzi,deglioperai, dei contadini: si vuole, si deve il loro imitare tal anzi abbia parlare richiedono non scriva ') Veramente, sempre così, ciò quando esser importa non vi sia vivace 2) Credo che imiti,lo Ma non si riferisca capiscoperchè linguaggio lo conto proprio va, sua per e Vita esempio, scrittore , di materie cità sempli- anche se che una pitidel direbbe un neanche cosi Toscano francamente. Ma scrivere lo F. F. d'O. I — sempre lo debba di stile che solito. quelli. II: colto dicesse eglistesso particolarragione Emilio che Federico di ci scommetterei non che, vero non mi nella io per si assolutamente l'estrema dire. Non Broglio a lo stesso quando parla del resta linguaggio;lo quale; sta benissimo. da anche che che spinga d' 0. " 140 — che sarebbe di ') Certo, intenderà, fuggire libro del andremo né compa~ riuscire a Amicis De di negare poco consimili critiche Altre Broglio. Ai — specialissima,il punto pedanteria gran invece: Dove — sicuri, né siam ne 1) ! critica questa con La fuggire. di scrivere stata gni riuscì del di gli riuscì compagni — non i si riti me- bero potreb- di esso libro all' altro recente quantità anche 1879, voBroglio (IlRegno di Federigo 11 di Prussia, Roma lumi fare in due); il quale però critico un del perchè altre tante ci trovò non scrittore e che tutto il viso sciolta dell' armi. (questo a procede qui che ha attraente Bianchi che d'un il lettore sia oramai lavoro il resistere beverlo tutt' in bellissimo un-- ricerche con ó volume un che dirà come e' è veramente scoperte fiato un lettore il mente di erudizione con dei meccanico in ha altro d' tutto il fiato del meno o storico del lavoro certamente, mano, ! ). Un sorso rigidi preconcetti, il contatore più Quasi , molti , dello tipo suo esclusivo tipo di storia vispa, può leggere non per suoi un es. p. un individuale giudicando e , cora an- tico cri- metodo col in mente , pare gnò sdee V abbiamo. con collima non , troppo peso si abbiamo non Tumore non bibliografie, , Nicomede troppo pur indirizzi e Uno dilettevole quellidi sai (as- documenti nuovi qualche critico, ma di e quello , pregi Italia infreni di critiche a di le ricerche In cose. di tali scrittori ognuno colui fosse non tava meri- , belle comune-f che pregi, e degno d'ognirispetto)che e critica ! Abbiamo una fa resto, di abbonda po' più disinvolto un valentuomo, anch'esso felicissime tipo, ma pri- menti docu- di nuovi pedantescamente anche ad uno storico che si sia proposto semplicemente di divulgare la notizia di certi personaggi e di certi fatti ed un giusto giudizio e intorno via ad intento ? E è via; e essi. Bella 0 il libro dei è rinfaccia è non del Broglio la permesso sieno il libro appartiene; molto soverchie giudiziocon scrivere considerato , che sieno gajezza dello stile,e talvolta di forse più pregevoli , anni. lo venuti spetto questo rifuori in questi sotto 1' arguzia, sia per quel genere storico è il sentimento i fatti e le persone vi son e che pure di lavoro anche cui questo con la a cui zione discre- giudicate. 141 — ci se mettiamo è conto un ? via questa su sgrammaticature, — ; Transigere adorarle, è colle altro un . Si finirà che quella E la considerare per del figura più sarà la come spropositata s' protagonista e imprime migliore più prosa triviale bellissima la mercè ». , del narrazione più si non di dimentica. esserti ma gli obbligato, tua innamorati sono al direbbe di par ! " che me e mi non ti mi ricordano il devo non critico sapevo cui merco conoscevano, un vivesse ri- se mente grande- essere come che spirito, « insinui « che molti , amico di uomo certamente: perchè maniera in canzonatoriamente: come " lettore, ch'era Broglio amico tanto del Federico, direbbe non nell'animo Broglio, vecchio ludiamo, al- APPENDICE dove Letti, lettera bella Dalla ed V. del messi son del uno intitolata prof. Persico, riscontro a Manzoni in del brano un è umana alcuni « Delti Diceva i letto incomodo, e è riferiamo di che come disagiato: dove subito comincia pitolo ca- che viene , che uno litudini. simi- Ollonieri: da noi si corica in letto un sentendosi posto, duro comodament in- stare rivolgersi sull'uno a gliamo to- secondo Filippo di ognuno la quali le due nel Leopardi, memorabili altresì mondo, al del quella un Prima periodi. Ecco dei ad paragonata pardi Leo- entrambi , vita Due sul- e . l'altro e fianco, e dura prendere credendo trova Manzoni, che che in sta sur un per fatto in strano L' « già sapete questa, fin del di questo letto mai dice ( che a mondo un finché leva ». capitolo dei si mo: anoni- gusto un passategli 1' ultima è poter volte ; il nostro aveva esser di poco; alcune riposato, similitudini; ma scomodo e dall'ultimo prova ogni addormentarsi uomo avrebbe a sperando sonno, di punto essersi Sposi: Promessi di poco senza quella giacitura e notte, sempre un in l'ora, Ecco po' fine alla essere venuta e la tutta cosi luogo mutar un che an- ), l'uomo, infermo che si , più o meno, e vede in- 144 — torno livello: nel , in somma, E più finirebbe far a bene a sentire da perchè tutt* storia di che la e il loro bene: tirata fondo in perciò il diverso in si po' con un ha modo stile, questi due luoghi, l'uno eccellenti sono e perfettamente esprimono vogliono far sentire a chi disperazione ; il Manzoni, la concetto « ogni a che passo , dire, fa la parola esteriore destinata cosi ma. pri- così e il diverso che due , per una lo preme: tutto opere, e e quel che sentono legge: il Leopardi ; e , dimostra le loro in tutte speranza alla secentista;ma di pensare e scrittori,e 1' altro, che star a bene, il Persico, rileva de'due qui , meglio. È star proprio e che , anche gli argani, ragione ». come di presso, un a accomodato sentire bernoccolo un Ma questo, soggiunge l'anonimo, si dovrebbe per pensare Or li lo punge, s' è pigiando,a comincia benone. star appena , , che siamo di di cambiare riesce nuovo lisca ci si deve figura che si e gli se rifatti al di fuori, piani, a sé altri letti,ben a — spiega, determina ribadisce e , a quella durlo, tra- zione inten- ». Cominciando saminatela per », dalla dice d' eccezione senza in un ( quel posto il Persico, epiteto. Ognuno eccezione senza similitudine di duro subito stare incomodamente, Vuno e sull'altro noi, che ogni poco che vuol al viene è , dire mondo , disagiato: e fa non e dove si rica co- subito quartiere) sentendosi comincia fianco, che uno come mutar a rivolgersisultura luogo e giaci- ( i malati gravi questo travaglio»e quell'aogni poco a Leopardi,« eteto per frase, epi- , tempi letto frase di da uomo « del sanno cresce che sia il fa- 146 — al periodo quel gelido,anche sola la morte di certo quella lo luogo de' pigliarfiato e il dato ci ha 1' angoscia che che ogni , vuol vi cosi mozzo, me) a pare al per pensiero è È ! sa sinistro; la fine piena d'ambascia.... sì notte ora che fosse non (o suono il suicidio ? Chi o Voltiamoci « si il per al quadro lugubre leva in fine,cosi col Quel dinanzi. porre è commisurata armonia in è tono di tetro e di sé. Ogni parola « di affannoso che so dentro ch'ei sente è non — Promessi Sposi sollevarci , quel- dell' Otto- letto duro da nieri... » al Anche la vita » cose, Manzoni, può non fondo... Ma a sul tempo , mondo letto non sta pensiero sui scomodato più dentro bernoccoli del più pensare Ed far bene ed star utilissima immagini che il a giato, disa- Non ste insi- tormenti di chi vi è l'uomo fin che è al che Poi meno. o altri subito infermi, ed sciando la- che a lische suppergiù le a star osserva quei letti che prima vista, a come primo. Sicché, conchiude, a e i e si dovrebbe bene, e si così meglio. eccovi, in coda, Y intenzione dell'autore: una verissima delle duro è scomodo. tutta sua, scoprono finirebbe anche « felicitàda cima una pajono piani,sprimacciati,ottimi mettercisi delle vero infermo, ti schiera innanzi suo altri letti,cioè quella grazia ch'è senso , di dire lì il letto del con « suo , al parere luogo Si contenta dentro. il l'altro;è solamente come sul il ha che « costrutto e delle sentenza, che è parole quel disperatosi che di leva questi voleva come prima del cavare l'anima menti altri- ; non Leopardi dal suo era scorso. di- 147 — badate E « ch'ei scena vi Pel cosa. Leopardi,quella ve, presenta, e quelle ansie che descrie tragica; dove pel Manzoni graye cosa sono un' altra a — , tale che quel di spera è in trovarne e i bernoccoli in fondo letti, e il suo, come pò9 comico. un « sopporta non non le lische sorride Il Manzoni alla natura la vita alla verità e la gente ribellarsi sapersi dar né , sia tutta non al vedere letto di rose; un che pace quel suo ma riesce a leggerissimoscherno che si possa cosa una gravissima, al migliorconsiglio in qualche tormendare to. agli uomini che si trovano anche Egli vi ama quando un po' si burla sempre, sorridere quel e suo di voi. E « , poiché il fine dello scrittore era di pazienti giustiestimatori di certi fantasia ad corre voi lo vedete intollerabili, co' bernoccoli, del scomodi infermo. mali quei desideriamo E il concetto, non o a grado vuole ne indovinare senza il che il più bella da a che tutti i grado darvi per nelle , più lische davanti e cura sua le linee le un che è direbbe pensare moso, disegnatorefai colori... tanto qualitàdella statua, Perciò che di circoscriverlo terso, corretto, disegnato immobile. alla lo traduce nulla dentro, da farlo stile ha tutte lati,ma pone parole.Si È però impiccolirlo. statua: le lisci e rifatti s'ei non è contento al lettore. La ama con a prendere sul serio gli così riesce a persuadervi aggravati da noi, perchè suole,si non rimanga quale suo e e apparentemente ?deglialtri € Il Leopardi qui, come tutto, mali mai sono i letti esagerare scherzare voler non e suo di molti mente screti di- , la vostra che farvi appunto e della finito è assai 148 — che brillante meno che riscalda il ; mira severo alla alla precisionee che proprietà; e Un il Il Manzoni « abbia che pare, è e è ti ceva di- scrittore uno , benché ciò voglia non pregi possibili. tutti i sì alto in di grado. Capacissimo,al aprirticome trovando concetto, suo mente forse il pretto contrario, comecché anch'eglieccellente pari del Leopardi, il ti tanto non nella sé a , dire, mi grazia giudice competente Leopardi quanto pecche: il che è vero; senza alla meno quanto ti s' incide cuore il convincimento. sforza — la e parola e quanto vuole tissima l' immagine at- il suo sta più studio veramente significarlo, delle nello scoprire dentro di sé le reali attinenze nutamente midegli uomini, degli affetti,che a scolpirle cose, ò di fuori. Non eh* eglivogliatrascurare le più minute manchi di notare cosa parti d' una in queche sapete anzi eh' è sottilissimo e nuovo il suo st' arte di analizzare soggetto;ma e' perviene il via affatto diversa. Dove a significarle per una Leopardi disegna'tutto per incidere e scolpire,il Manzoni i pittori come usano disegna sì, ma quando hanno a coprire quel disegno di colori e di ombre, il disegno abbozzato che di sotto sparisce per dar posto alle figure.Sono le tinte di che è ricca la sua a , , tavolozza , qui Il i sono e là chiaroscuri che formano colori quelle ombre, e scintilla e ch'eglivi farlo appunto pare vivo, facile,presente, lui. Una sirna è guizzare riflessione grave raccontato 1' arte del Manzoni. , pensiero guizza suo mente gittati maestrevol- quasi per e addensa scintillar e attraverso tutto ti sbuca tirata a per sopra meglio. Tutto ti ti par nuovo da fatterello un gioco; un'immagine impensatamente quei in comunis- lampeggiarti tutta 149 — — periodo alla materiale quenti, giacitura di quegl'incisi o di quelle parentesi frefare è slegatoe andovresti dire che il suo che ti accorgi presto di una interiore bizzarro*; ma e fuori passione. Di una mirabile di armonia , in contenga in sé; finisci col e lampi, e , luce una in quelleparole e cari che non si pare quelleimmagini, prese correrglidietro, coir innamorarti dell'uomo, del libro e nel , e delle sue maniere, di quei salti, della capricci,come cosà più seria questo mondo. di In « quel paragone .... basta il letto è duro che dire una lisca Per farti sentire che qui lì e gli nostro, per esempio, non o scomodo, che ma ha bernoccolo, che quasi li tocchi. un glialtri uomini hanno tutti,a un gli stessi nostri fastidii,eccoti d'un tratto sere schierati e dipintiquei letti in fila,che ti par d'esin uno che ha spedale. Dallo stare nel letto in mente al Manzoni ha stare descritto, quel verbo di lancio preso un significato ampissimo, morale; e gli si è in un lampo affacciato un altro verbo, anche vato ampissimo, fare; e messiglidi rincontro, ne ha cadi presso, , una e insieme massima uno Il Persico del Manzoni, inaspettata,il succo scherzo paragona del paragone, pieno di gioconda modestia... anche acconciamente, le due così: lezioni nella » del passo prima zione edi- leggeva « Non vi deste però ad intendere ed ecco vi fosse qualche fastidiuccio; che che non si legge quello spigliatoNon vi crenella nuova diate che è di certo migliore.Più giù un egli è la frase; e poi un tolto via, per fare più scorrevole pesante del comporpassategli anche questa meno tategli ci si E così il si figura che che vi era... si , 150 — deve benone star di soave prima, si e l'accomodato dello invece — è che in in stecco invece messo verità luogo il e di non bernoccolo di purtroppo benino, se e di durezza, quanto Alessandro studiare giacervi che An- soave. era dell'allogato, , cambio quel la e lisca vivo cosi cioè di studio Manzoni un'astrazione, ci voglia non a rifina in , , no mostrascrivere di per gere correg- APPENDICE LIBRO IL In Ili al si P. (17-89) S. nota a e della (301-311), e studio di proposito a (313-325). nuovi, al F. Pretesi e due in veri parti Rigulini (261-299). Documenti, due ') edizioni V. di sono che dei più sopra, e P. p. S. 5. di nità dell'u- (91-169); dei una un de'P. Risposta chiude lavori due Risposta titolo col al con S., suddiviso al prof cioè 6. prof F. una saggio comparativo (329-366) zoni Man- gnola Casta- E. 1' altro S. , Risposta si P. P. e dialetto, e 20 pag. discorso anche forma una Il libro sono: a commedia (171-209) , (211-259) già aveva V Introduzione Lingua difetti che edizioni citato un si trovano Ovidio d9 noi giudizio un Ci V . Manzoni suljedue Morandi alla del articoletto,Leopardi "col titolo l'uno prof. su altro un la lettera da *) prefazione (p una ristampato rispetto lingua uno opuscolo 25; pag. ristampato dopo il cui con neir MORANDI L. il discorso (1-16) e accompagnata in PROF. ristampata trova Casanova dei DEL libro, adunque, questo -XII), VI. vidio d'O- serie di delle l'Introduzione e 152 — il cap. XXXIV quali è la loro vecchia stampati testo due redazione si (ilqual saggio non servire dopo l'edizione del a — colonne veramente del Folli);un de' P. S. delle una nell'altra la e vede italiano in nuova che a possa saggio comparativo tfaduzione la -con Montgrand (366-380),del Vocabolario della Crusca con quello di Rigutini e Fanfani, con l'Accademi quello di Giorgini e Broglio,coi due Dizionarjdelfrancese con e quello del Littró (381— circa le prime idee 422); un brano del Sainte-Beuve del Manzoni brano sulla lingua italiana (422-426), un lo stile delle Lettere Critiche del Bonghi concernente (426-429). francese del 1/ autore può I « scrive anche servire giovani in forma una alle scuole troverebbero vi piana e franca conoscenza capolavoro manzoniano, raccolte egliaver il che frontespizio sul molte non men nello tutte torto. ni, giuste consideraziomolto corretta, ha non e »; libro suo buon che le forze e del accurata del studio gusto, quale bra sem- dell' ingegno e dell'animo. Di certo rispetto,e se con però il libro avrebbe guadagnato sott'ogni dattica, dipiù che mai in quanto a convenienza il Morandi più temperanza bello, né di di buon condotta avesse e discrezione. esempio ai la sua Non mica polevero è dav- teggiamento giovani,quell'at- superioritàimpaziente e canzonatoria assumere sdegnosa sicurezza di sé, ch'egliama far la voce verso quellicui contraddice ; quel suo ad ogni più lieve occasione gabellando per grossa cetti falsi,falsissimi,sbagliatida cima a fondo i coni ragionamenti altrui,e avventando e mento ogni mosimili espressioni brusche, che per verità non e di , 154 — mi ne, il Morandi che par diversamente gioni ra- permetta che si gioni ra- noscere rico- giungere. a anche in sé medesimo , di cui polemica » andatura quella « si di auguriamo correggersene per , non e che ammetta non da lui lui. Gli come — altro un lentuomo va- , gli si è confessato reo; giusta il Morandi, vela speriamo dopo averglienechiesto il permesso, ci ria Ma p. 307 lui che al lavoro già fiorentino volta è di fermarci quelleosservazioni già considerate nelle giunte e abbiam I. Il Morandi avesse L'affar nostro suo. più importanti non ritocchi libro. suo à affar questo sulle qui del di tra nei nostro. s'è il Romanzo, quando che mente fermato nettamente fin da in messo il Manzoni il criterio si mise a scrivere dell' uso la prima si maraviglia molto che « parecchi letterati e tutt'altro che ignoranti,per esempio l'egregioD'Ovidio » (pag.22) seguitino a dire contrario. Veramente l'ignoranza o la dottrina il e , in questa faccenda ci han poco a vedere : si tratta fatti alcuni rettamente d'interpretare più o meno molto da tutti conosciute, ovvj e alcune parole del Manzoni che basta,fortunatamente, l'aver criterio. a Ed il Morandi, che di dovuto accorgersi che Morandi nella a suo dove luogo s'è il citarlo mi ho come parse ristampa tenuto visto, assai a tacitamente tacitamente ingiuste. siccome del portava questo poi abbonda, avrebbe ho mio l'opinionemia lavoro, l'ho volentieri. Solo confessato, come spesso di sue casi, in rarissimi qualche complicazione nella conto è non osservazioni respinto quelle che sione, esprese mi sure; censon 155 - che T in cui opinione' — tutti finora sospetto si senza adagiati,ed è 1' opinione sua quella che viene così a lui s'addiceva, a perturbare le idee di tujti, un come piuttostochèdi darsi a rappresentare me abbagliato d'affaccendarsi anzi ben bene a povero sono , la provare che riesce prova dice che italiano Fiorentini di trovarla Relazione quel lungo periodo sulla lingua,dove il suo il in romanzo un interrogando quanti gliclasserò *)nelle unghie. Fiorentine il Manzoni ivi stesso lette nei La suo? andava vivo di richiamarsi anche favor a in per iscrivere fosse e Sennonché, che tutti ! Intanto, contro egli ad addurre più forte eglicrede dell'Appendice alla Manzoni tesi nuova sua dice alla memoria libri toscani cercava le locuzioni secolo ogni , scane toe che rio spogliava il vocaboladella Crusca lettera poi al Casanova ; e nella aggiunge ( p. 5 del libro del Morandi ) che Y altro suo grande espedientenella prima edizione era stato di fabbricar lui di suo sognavan le locuzioni che gli bicapo E tutto questo, dimostra che egli allora non era ancor giunto a quella precisa idea, qual l'ebbe poi, dell' uso moderno parlato fiorentino ! dico che Non egli fosse allora un trissiniano, un a peperticariano arrabbiato! Ma egli stava ancora scar la sua lingua nei libri e a compierlacon frasi leggeva di il altri libri toscani, d' che invenzione, sua fiorentino toscano chiaramente ancora sceverava non dal e e attribuiva al toscano , semplicemente quella ') Nel Toscani Romanzo, nell' adottare altre cose, abbiam come dossi negli scritti il toscano della parlato. superiorità sugli altri certa detto anziché a pag. dessi. In vecchiaja andò 67, non seguì questa come più oltre nel i in guire se- 156 — idiomi tutti d'Italia che attribuita. più o quando tardi Più — , Carena, egli diceva ai gli han meno sempre al la lettera scrisse volete sugi avversarj:« lamente so- preferenza dell'altre città dete intenNon d'Italia,si deva prender un qualcosa.... dite, punto di concedere, che il dialetto, come di Firenze la lingua degl'Italiani; dete intendeva esser solamente una so non d'attribuirgli quale superiorità, il primo tra i dialetti di riconoscerlo come italiani ». Or è appunto questa dottrina, che dopo che nella Firenze, lettera al Carena nella quella si da forza egli poi a ben altro mano anche che venne lettera lo sforzo non gli altri Italiani riposava ma romanzo. a di là ebbe ma ; dirò non timida, e quella dottrina insufficiente su mano a guardi, la se insufficiente il compose di meditare fiorentino chi dichiarò quale egli tuttora agitava, allorché A a quella ultima le prese al Carena mosse. è non l'uso delE , appunto obbligare con la logica fare tutto quel cammino, di a eglispontàneamente torturandosi il pensiero aveva fatto,dal postulatouniversalmente della ammesso semplice superiorità del dialetto fiorentino sino al siva universalmente teorema osteggiatodell'autorità escludi 0 esso. il Carena stesso, p. es., che andava raccoglierevoci pel suo Prontuario ? forse la supremazia del toscano riconosceva non era egli forse per questo già di quella precisa eppure va cercaa lui pel primo opinione che il Manzoni in Toscana a , il Goldoni d'inculcare?! E il Morandi anni concetto lingua * stesso in conta Toscana, così poco andato, era non (pag. 97-9), a benché preciso ne della passar tornasse con come tro quatun questione della 157 — Che il Manzoni, opinione suo fosse lo mostra comune dell' dapprincipio quello stesso ,. periodo s'appoggia;lo mostra, quel della prima redazione stessa la dicitura Romanzo; né smentirlo a il Manzoni che adunque, cui il Morandi a più, — scrivesse Capitani d'aver sig. De meglio di il fatto tempi assai voluto il Romanzo mettere in basta nella che quello posteriorial viva ne edizio- di Firenze riuscito gli era del minuscolo nella seconda lingua ch'è la prima parole troppo volta: compendiose, su cui è imprudente fare gran fondamento, quando si consideri che oramai lingua viva di Firenze per il Manzoni buon italiano erano e espressioniperfettamentesi- mente facilmente che nonime la sotto e l'accennare si alle sue penna, e che ogni nella primaria le varie definitiva, il barlume mente natural- fasi di esse, colla forma rudimentale e sua scrittore nel- opinioni capitali troppo permette di confondere la lor forma e sua scambiavamo si teriore ul- crepuscolare con la ammenoché abbia forti non piena luce meridiana preciso e ad ragioni che lo obblighino ad essere nell' espressione. D' altro evitare ogni anacronismo la corrispondenza( in francese ) del in tutta lato testé Manzoni col Fauriel pubblicata( tradotta in nella Nuova dal De Gubernatis Antologia, italiano!) zoni sola parola la quale mostri che il Manv'è una non il proposito avesse quando scriveva il Romanzo , , , di seguir 1' uso parole da cui lontano: vivo si rileva lontano vi anzi fiorentino sono molte , che dico, non egli ne però era ben ancora incamminato al polo nel 1845 s'era giovato opposto. Già il Sainte-Beuve di quella corrispondenzaper determinare quali idee avesse avute dapprima il Manzoni sulla lingua; ed 158 — pubblicazionedel la ora italiana ci non Gubernatis De 1.° che : cose sull' Fauriel al Manzoni due di sicuri — Sainte-Beuve che ce 2.° che ne la lettera d*idee che rappresentato è quale gli altri non quale Che Gubernatis non ce ne € écrit,s'il n'est pas verosimile), Sainte-Beuve fu temporanea con- 4).E l'ordine da tale lettera è per io l' eravamo ce punto l'apmaginato, im- l'ò voluto se di. fingereil MoranImaginez-vous » (ilDe « vorrà, del il francese dal sospetto del Morandi tutti ed il Manzoni? dice del lingua usufruita del Romanzo alla redazione lettere tutt'altro che dal usata derci ren- a della quella già il (e del resto era potess'essere altre argomento oltre sono viene se all'italiano suo Manzoni ) Toscan, dans « feriamo pre- Italien un qui langue qu'il une « demando si Qu'il se jamais parlée.,.. la phrase qu'ilvient d'écrire est italienne; comment pourra-t-ilfaire une réponse assurée à une question qui n'est pas précise? Car que signifie Selon quelques-uns ce italien dans ce sens? qui est consigné dans la Crusca; selon quelques autres, ce qui est compris dans toute l'Italie ou par les à ce mot classes cultivées; la plupart n'appliquent idée déterminée.... à présent ce Dites-moi aucune doit faire un sachant faire Italien qui, ne que « autre « sespoir « « « « « « € « € n'a presque , , chose, de veut trouver écrire. Pour une règie moi, dans constante le deet spé- 1821; e soli sette ') La lettera ha la data del 3 Novembre scriveva allo stesso mesi dopo, il 29 Maggio 1822, il Manzoni nel suo immerso Fauriel che egli era e il 21 Maggio romanzo, che l'avea già portato innanzi fino alla metà 1823 gli scriveva ed del quarto c'è scampo! ultimo "volume. Veda dunque il Morandi che non 159 — bien « ciale « dant, qu'ily « mative pour du a — faire métter, je crois,cepen- ce perfectionapproxtpour y atteindre le plus il faut penser beaucoup une nous pour style,et que, € possibledans ses écrits à ce qu'on va dire, avoir beaucoup lu les Italiens laridits classiques et. les écrivains des autres « gues, « € , Ma les Francais surtout.... questi quesitinon li sarebbe se posti con sì, tanti risposto con alcuni anni dopo, v' avrebbe né incertezza penosa ». espedienti indiretti il Manzoni quando avea già fisso il criterio dell' uso attuale di Firenze! il quesito:come si fa a scrivere Posto ramente veitaliano, avrebbe di attuale Firenze, risposto: ! tutto ecco le difficoltà pratiche per tato sulla necessità ma avrebbe non avuto o fosse lingua il ! E arrivato alla Manzoni che già eseguire questa meglio per , ineertezza nessuna bensì ed efficacia della ricerca , più Avrebbe » 1' uso cercate « dire , definitiva diceva ancora ca, ricerstessa ebbe non pretende che il Morandi sua no- teoria sulla di volersela alla meglio strappando una parola ai nostri classici antichi, una parola ai Francesi, e via via!! E del resto consultiamo un po' le testimonianze di quelliche essendo stati vicini al Manzoni e avendolo cavare , studiato ben prima del Morandi e di no posso- me le cose sieno andate. sapere meglio di noi come Cosa dice, per esempio, il Bonghi, che potè frugar tanto (e anzi nei dice: « « chi n'era più degno pensieri del Il Manzoni non nella all'improvviso € Si « norma vede come l'uso necessaria Manzoni di ? lui?)nelle, Ecco quel era venuto teorica che a un difese da carte eh' tratto e egli né ultimo... gli appare fin da principiola della lingua;e come si renon ' 160 — « «; — dopo una stringeall'uso parlatofiorentino,se non ricerca faticosa negli scrittori ,nei vocabolari nei dialetti diversi,seguita per molti anni » '). , « Ma il alla pervenuto spettatore e Tommaso quand'era già dottrina sulla lingua;cerchiamo più efficace perchè stato ancora partecipedi sarà e il Manzoni ultima sua testimone un su conobbe Bonghi tutta Cantù. Grossi ") racconta: che Questi prima « esista « per « quante dizioni del milanese « bocche « chi. ricchezza a , le scritture; dei e Toscani, lo o tutti i riscontrare si trovino scritte nei dapdialetti, può adoperarsi dal provava lettere sue il Manzoni che comune del Manzoni; nelle « fondo in « una la evoluzione Cesare opinava, , vive sulle libri anti- o loro « Sapete che dappoi modificò capitalmente quell'opinione, riducendola più pratica col sosteche bisogna i nteramente nere riportarsial fiorentino: cioè non obbligarsia studiar tutti i dialetti ma quel che abbiano di comune, per riconoscere impossessarsid' un solo, e a quello pienamente e « confidentemente attenersi. « improntarono le « € « « due Son le due dei lezioni che maniere P. S. Nella « le guise lombarde, tutte però prima abbondavano l'autore dichiarò esempii, come giustificabilicon nella prefazione.Noi allora seguitavamo il grande di lomesempio: e quindi i pedantici tacciavano serie di modi bardismi. Uno e appuntò una pa- « role « « « « ne'nostri scritti. Io ebbi a durar poca fatica «) Vedi l'Edizione del Folli, pag. XXIV-V. della Galleria Nazionale volumetto un x) Costituiscono 1862, tipografico-editrice, sec, XIX, Torino, Unione del 162 — negai come nella forma sua II. Quanto randi la ci fosse che nego , — la dottrina ancora , concreta poi prende definitiva. e questa dottrina a difendere a il Mo- stessa , calorosamente contro assalita che v' hanno voluto o quelliche V hanno bensì che essa fare qualche restrizione. Egli ammette bravi difetti(p. è imperfetta,che ha i suoi teoria tosa difetdice che la segue perchè è la men 237), ma intendo di tutte. E veramente, qui io non più si abbracci nulla. Che un espediente pratico non d'inconvenienti,sol perchè ogni altro espediente scevro si difenda di maggiori che abbracciatolo n' avrebbe e d' ogni fosse puro così tenacemente come se l'uomo si capisce benissimo, anzi qui è l'abilità deldifettò, veramente pratico.Ma che la teoria si possa i difetti difendere tal quale è pur riconoscendone delle cose una è, mi pare più curiose che si sieri , , , , , dette mai in questo tante ! Quando una qualunque parte, una ciò in rigor di termini nostra, in cui ed è che ma anche prima correzione perciò che 1' autor noi siam conto. abbiamo noi più ne sempre Ma da teoria ci volle di non diremo di falso è che Diremo e sempre a la teoria superiore una molto essa e vera a un , remossa a farne fatta e' è voluto quella resta umilissimi che confessato abbiamo verità. n' abbiam riconosciuto la teoria una dicono ne se di falso, con picciola, quella picciolaparte sostituita la teoria subito è non dove sia pur abbiamo noi stesso móndo, gitar esco- quella poco maestro e , e tro questo è un aldiscepoli: giammai che vogliamo tutte le imperfezioni con pigliarquella teoria ut sic che ci scorgiamo; perchè ripugna alla mente che si prestiun assentiménto pieno a concetti umana astratti 163 — che pajano non il Morandi da esenti vuol — ogni eccesso o nel manzoniano rimanere difetto. Ma piò. senso pedisce parola,mentre il suo buon gusto gì'imd'accettare della certe rigoroseconseguenze teoria manzoniana; quindi ricoire a sotterfugi ad che potrebbe risparmiarsi se si risolvesse a artjficj, confessare che quella teoria va un po' ritoccata e rata completata. Su certi punti egli in realtà batte riti- della assoluto , modifica cedendo manzoniano il criterio alle , che censure mai questo furon a egli vuol L'Ascoli, p. ! X in uo di parere detto: aveva , buono in ecc. che posto pro- lite ci abo- non all'uso omaggio nale così l'uso tradizio- disturbate fiorentino, che attuale più persisterenel primo es. nuovo, allora fatte, ma cordemente, gì*Italiani persistonoconbisogno, sciupandomi per giunta, senza la rispondenza fonistorica bella caratteristica una latino *).E voi dell'uo italiano all'o breve accentato in cui tutti letterario , voi in •e una ironia 4)P. un cflr,mtivet qudr"odo mentre ecc , di altra parlato e scritto. si ha pone, però o rìftvus solo, come di certo ecc. da , ponti, sdlus insisterebbe non bònus, per il la quale fosse fonistorica, d'ogni uso locale e nazionale, caratteristica interamente Insiste semplice al che . , anzi modo è tanto che fare perchè 1' uo, per di tutti sostituirvi T da , gì'Italiani mantenerlo, bisognerebbe abitudini per fuori uscita ecc. muove cuore L' Ascoli ecc. mantenimento ormai normalmente » buono, nuovo, es. scrivendo pur scoli, però, vogliao non voglial'Ad' arte e di stile, scriverete o per ragioni commedia con pietosa p. $s. per indicare dicono Roma, pasciocco* a marito, come casi in certi « uo, (p. 158) che, dite adesso non durare toscano! una gran vivo uno nelle sforzo lotta per" 164 — scriverete ne, ! E — sta che buon bene ; di certo senza sapere , dar che non cosa darà buon tutte già mo uo- mini, questi ter- a le io, che altrove V aveste che e )a ridotta e le debbo ve ! omo figuro,vi l'Ascoli, mi e — ragioni; ho so espres- voi ,' il espresso pensiero1).Ma, siamo sinceri, questa cevate che diè egli proprio quello stesso che dite adesso o pensavate quando scrivevate a tutto pasto r il bon conte (Perticari; a p. 28 di questo stessa sione conclulibro che stiamo esaminando) nella nova scritto (p.212), nel novo (p. 264), ecc. ecc. ed il Manzoni scriveva bon pezzo a un (ibidem,p. 7) il core novo un (ib. p. 8) piacere, mi toccavano Novo ed il Giorgini e il Broglio intitolavano ecc., il loro libro, il quale sarà eterno forse Vocabolario con rebbero vorsommo me dispiaceredi quelliche come vederlo è certo né pasciocfinito,ma non né altro di simile ?! Il vero cone è, signor mio, che allora eravate vo, impedantiti appresso al bono, al no- vostro stesso , , , , al core ecc., e forzando il vostro, son dire, per così perchè credevate pudore grammaticale scrivevate obbligo l'obbedire all'uso fiorentino anche in questo; ed ora, dopo le critiche dell' Ascoli ci avete pensato meglio: vi siete ridotti al veramente nevole, ragio, vi siete la T pedanteria o per cioè contraria anche uo ridotti a la quale , dove per semplicemente ragioni volesse negare proibire di stile sia ! E così ? indotti ') Vedi perchè darvi l'aria d'aver pensato perchè non ringraziare l'Ascoli che a trarre d9 entro Saggi Critici,*p. 563; alle e leggi portuno oppre sem- bia v'ab- vostre quésto libercolo, a il p. 48, 165 — troppo il e il pagine» anche — abbia invece difeso è stata si mostra tissime quattro fit- con « Quasi che dittongo no! la difesa che stare Il Morandi ') l'Ascoli che seccato ? vano — lasciando — s' è come visto , infruttuosa tutt'altro che vi fossero non sé per condensate la da le sapesse le dovrebbe caso buone cose tutte persi sa- quasi ! In menadito a studiate dopo certamente ai sonetti commenti suoi a letterato ! 0 un già aver pubblicazionedi quei quelle quattro pagine tante anche stesse •che il Morandi tal in — , maneschi ro- del Belli !! III. Il Morandi dicono più {p. 186), e che a (p. 96) che diventare usata « non Firenze così e dice » oltre a malmente nor- Firenze dovenlare ci lascia anche V adito a usar a Italia. E tutta che più esplicitamente anche più in comune usata ma esiterebbe comune » , forme, l'una a dice si poi più (p.238-9) due tra è men scrivere a se , Firenze diventare altrove sebbene j « buono anche però Fadito ciò ci lascia buono Dice bono, dicono spesso con i colti Fiorentini che avverte V altra Firenze a , Italia,egli in tutta comune poco onde preferirela più italiana, a commettimale « quantunpreferirebbemettimale que rentini quest'ultimo sia addirittura il più usato dai Fiosecondo che il » e preferirebbepolenta di Fanfani esiste a Vocabolario e Rigutini neppure tando Firenze, al ftoren Unissimo polenda, e via via. E tratfiorentina ufizio (p. 234) a cui della forma , , « il Manzoni direbbe scartare... 4) Dante, s'attenne sempre cori sicurezza « , VI, 12. ei confessa abbia che uffìzioe ufficio» Parad » la , fatto quale che non bene ultima « a in 166 — certi sensi fuor è confessioni e buon e senso alla non Broglio » — coerenza si che con le di accettare ma crude più rispondendo manzoniana teoria , attaccato a giornale che V aveva si peritò di so proposito di non più che uffizi,non ammonire in parentesiil giornale che un'altra volta il Mos' accorge randi badasse scrivere a ufizi. 0 non che chi che volta eh* egli ha concesso una vocabolo la d' un scrive preferiscatra due forme forma usata meno Firenze, e talora anche quella a volta una ad al onore rigore logico. Il raggiosa una logica più co- suo , sgomenta della conseguenze al e esempio non certo gusto del prof. Morandi, al buon sua di fanno concessioni per , preferitada molti, specialmente Or tutte queste giuste (p. 238). ancora di Toscana — un , usata non punto che pienamente da v'è all'uso correttivo fiorentino e Un s' accorda resta esso con discorda ne Morandi l* mai io chiadi cui il , si burla. Prescindiamo una a Milano persona che abbia non fede piena buona colta di Napoli la smania ogni o cetto precon- mo domandia- di Roma o dì della affettazione , e dell' insolito o deve? vedendo? in e da momento un per sistematico, una ma ; ? letterario attuale uso vertito inav- ritti, i suoi di- Ebbene, questo qualcosaè appunto quel eh' altra volta fa che l'uso badi, al- si reclamare a dere conce- a qualcosa qualcosa, che subito sorge il fiorentino appena un' dunque il fiorentino si scopre, venuto fiorentino; anche, colto? finché che Firenze, egliè a : si dice oggi veggio, si dice pulzella in italiano o una o veggo polrebbono ragazza si dice o debbe, dee veggendo o potrebbero? si dice ? E quella persona vedo, 167 — colta, senza T punto deve fiorentino uso veggo , anche e più debbe dee e e , che si dice ecc. è lo sapeva s'era né ancora ciò un dice uffizio e a e , veggio , , trovato che la per pur adesso è voce ancora in alcuni paura che a è classici,ma si dicesse ricercate viete; e Firenze: questo so sempre , scrivere prima seguiterò ufizio tutti ! » C'è — letterario,che letterario a arcaico (lo sa non le conoscesse e anche ficio uf- moderno dall'uso sceverare sceverare preferiscele forme arcaiche fa, potrebbefuggire,come se sa : i Toscani ne l'Italiano colto non scrivo maraviglierà,neanche dunque, io concludo, un uso se i a diranno questa parola e mentre che bisogno c'era di scriver così!; se nessuno mi di toscanesimo ricercatezza scrivo dite mi perchè , Io piacevo com- io nep- ma scriverla ricercatezza. se mi voi ora l'ho non che sia pure, oso Sarà ufficio,perchè si fermeranno Toscani non le se e anche di ricercato. ma che derà rispon- , viva che sempre ! vi Firenze a appunto e , dicono scritto le dite: soggiungete: ma ufizio!, risponderà:« questo ufizio di forme sa o Firenze mai perchè parole risponderà e e veggendo d'antiquato,o di saperlo.E se le proponete quesito:si dice oficio,ufiuffizio? risponderà che si ufficio e che oficio ecc. un' affettazione ; l'avevo vedendo di pajono le dice le chiedete se saperlo, ma nuovo più si , forme curata ufficio,ufizio o dice si E oggi di contenta scer cono- , potrebbono, e pulzella, gli sanno Se poetico:di ricercato insomma. deve, vedo senza e risponderà che vedo potrebbero, una ragazza. non preferiscequelle altre che Toscana in stata essere — colui che ambiziose, perchè non le forme comuni e plici, sem- !);e quest'uso letterario 168 — moderno, randi dissi io però or egli nativo di che ha , intendere: l'ha casi buon molto cioè lo quel- il Mo- dire, 1' ha (aju- minuto gusto, ed anche sentimento vivo facilmente dall' esser della mana, ro- lingua e gli elementi dagli elementi intendere voluto è che e singoli,a rentino, fio- parte di quellaItalia centrale una distingueperciò più peculiaridel toscano non parecchi anni, voluto molto suo moderno Questo — praticamente,nei dal l'uso con differisce ! ne sono mai ha non inteso tato là e qua che coincide spesso se — locali comuni), teoricamente, e ma blocco in ! Dic'egli,p. es., che F « uso letterario » ci getterebbe in maggiore incertezza, presentandoci oflcio,ofizio, officio,oflìzioe u/tcio « tutte forme che, con 1' edi barba, contrasterebtanto bero sempio di classici con il campo no hana ufizio,uffizio,ufficio« che » anch'esse barba loro esempi lunga meno non lo vede, per le dalla Or ». di altri classici intende egli con ognun , il complesso di tutte forme voci che da che si scrive la lingua italiana e fino a noi sono carsi stacstate scritte: egli non sa dal vecchio della lingua letteraria seconcetto condo cui F esempio anche scrittore unico di uno anche antico « bastava anche È l'avevano ha il Morandi ! Noi » della il concetto i puristi;e gioco ! buon diciamo : di Fuso coonestare a disusato. come nostro letterario uso contro Ma teraria, lingualetcetto quel conè il non uficio,ofizio ma vuole il non son sono nel vocabolario disusati, Morandi, e noi, alla barba li adopereremo; quantunque sia anch'esso come a storico , gua, della lin- dispetto,o, dei classici che non useremo in testiclassici e cetto con- officio , offìziO)oficio cabolo vo- un se li cosi rono, usa- ufìzio$ quantunque 170 — C è staccio uno è cibata della farina ci rinfaccia Il Morandi fonetiche di varianti vocaboli quale ha. vocaboli, vocabolo: *); e che nessuno il , sfida , è come che assurdo il eh' io , incerto veramente non accanto al ha anche il posto al sappia che la festuca vede *) Vedi a è gli , sempre 177 Roma che è usuale veramente del tutto adoperabile che in disusata ed poesia melancolia e non se scappano maninconia ma- e può proprio dir di lui,ch'egli altrui e resto, sia detto fa poco grande discrezione, direbbe italiana tura nomencla- altro scavare attuale, quella Milano, o nella incerto la non trave XVIII. Del — sia malinconia nell' occhio al fiorentino ricorrere o pag. saputo si Glott, I, pag. Arch. talvolta melancolia, sicché %)»; lenconia l'italiano cui fiorenti uo melanconia, fuori in materiale non materiale, « e l'italiano ditale, esempj cosiffatti a manate; dovrebbe di saperlo meglio del sig. Moranmia quasi raccogliereuna quale, volendo almeno che mi si adducesse uno esempio di objetto non l'Ascoli che cedesse nessuno ciamo addu- difficile il trovare molto *) burattata ab- sempre mai e sarebbe quanto lo sperare pur discutiamo noi potuto replicare.Rispondo ha e che vero un anello fiorentino d'averla proprj.Rispondo e mostrato pretendere o secoli s' è da dopo ma di certi veri citato anche tutta, che toscana, quel della di suo! modo a del più formidabile ancor quello dell' Italia Crusca: ha — subito e ed moderna; ha anche il resto una colta edificati malinconia con , senza di la poli Nasua è la forma che l'altra, melanconia, tinta poetica che la fa poetici della sa; pro- nei momenti son passata tal persona ci ha che di rancidumi. 171 - nell'occhio l'esistenza di un d' anche benissimo logica.Un italiana dai a meno quella dell'uso anche dicono, l'ha a di a provare cesso con- avesse concesso per parecchi) forma preferire la alla forma Firenze una subito ta usa- venuto superiore a norma han aggiustatotutto, quando l'Uso dèi Fiorentini fiorentini,conoscono come italiani come basta colti, sarebbe d'aver prenda si una fiorentino. Credono che assodato, di il Morandi si debba l'esistenza riconoscere detto (e usata non o se caso scrivere Fiorentini IV. Onde unico nello bene effetto evidente causa. un (col di Firenze concorda),basta casi caso, l'occorr al- capace o solo la esiste che all'uso dimostrare grammaticale italiana che scacci fiorentina. Poiché qui è questione la risolutamente per solo un fonetica sola forma che anche imporsi resto, in moltissimi quale, del di Rispondo infine, che per letterario moderno, uso ! suo — (giacchéFirenze colti. la sti, Que- va; lingua vi- alla fin fine è pure colti, conoscono e applicano Italia)e com'uomini glie nazionale, che toquel correttivo letterario, riflesso, al dialetto la crudezza d' un linguaggioincolto, spontaneo, locale : sulla loro bocca dunque non glieremo coche la parola che è viva insieme colta. e in E in tutta questo ragionamento c'è del precisioneche la dell'uomo alcuni elementi smessi dall'altro o immaginano. colto fiorentino Nella regionale.Le hanno naturalmente questo stato di cose. usciti dalla non secolari avuta B molta sempre lato un colti cipale muni- dell' Italia parte nel il Fiorentino, caismi ar- d'Italia, cerchia divisioni però sazione conver- si trovano prettamente locali : da da tutti gli altri uomini neologismi c'è non vero; quando creare con- 172 — è versa tanto più , quegli elementi ov'è ad corrivo locali in stesso che essi gliati germo- , clima nello stesso e francamente usare quanto , sul suolo — idiomatico la nostra lingua letteraria,hanno con questa un* omogeneità grandissima. Ma locali elementi adoperarli fuori di queir ambiente ; e signi* riuscire affettati, dover fare la guere significa ra nata sono fica ad altri elementi già lia generalmente in Itafissi nelle menti di tutti gl'Italiatenacemente e ni. si può dunque prendere la conversazione Non fiorentina colta, e stamparla tal quale senza una più o men grande manipolazione letteraria. E badiamo fare e abbia che, usati volere a che, più cosa però almeno zoni all' idea del Man- stare o legittimache men sia , la logica e pratica,si possibilità tratterebbe la appunto di prendere com' ho detto conversazione colti Fiorentini. Perchè degli uomini all'Uso degli uomini si dà il senso colti di Firenze se troppo lato (che talora gli dà il Morandi) di tutto dice quando parla e scrive soFiorentino ciò che un lennemente, , pretesa letteraria,cercando con altro , le Italiano letterarie forme com' ogni schivando e di , e proposito gl'idiotismi per colto uomo enfatico fiorentino o l'enfatico si fa rientrar , gettato dalla finestra. sono anche anche avvocato di E per tra se catore predi- lora Firenze; al- al concetto la porta poiché il ; ciò zoniano man- che si è i Fiorentini ci catezze, e delle ricerdegli arcaismi anche glVmallora di ripigliarci gli amatori c'è il perciocchè s' intende ogni preciso contorno si leva e peculiaritàfiorentine le e caso i conciossiachè, che credevamo Nello splendidoe spodestati. dell'onorando Vannucci, vocabilment irre- nobile stile nello stile elaborato e al- 173 — quanto rettorico al Manzoni che scommetterei al Niccolini correggere il suo di badar raccomandato nello stile certo Romanzo non nel bavano. gardare a a molto gliavrà carità per voci tante son il Manzoni bene troppo , Niccolini, ci costrutti che e E Capponi Giambattista di maniere e di Gino greve — sostituirvi Niccolini, avrebbe già le voci e maniere ch'egli, letterato ma adoprate volentieri come quelle che terei fiorentino; e scommétadoprate come egli avrebbe non , che pure fiorentina e forse il Niccolini glieleavrà della co§e del insistenza nel Manzoni giusto quelle! voler Il Morandi s' è che pensiero alla sola adagiato i guai si tutti classe comodamente cosi rivolgersi giungere una da di Firenze colta volta d* altre nell'Uso vive secondo un campo le forme Tutte posto in metter a di questa fatta: sofisma ne' Promessi che Sposi tengono fiorentino troppo particolarial s' hanno manzoniana il son , civili di Firenze, delle persone la teoria nel col rimedino , « parlata condiscendenza, suggerite per della sorridendo certe di, quin- e dire a , non meno, anzi ma colti e caratteristica si non che diventare Italiani ; dunque poi son è la forma usuale pria pro- tini i Fioren- Firenze; ma dimenticati la forma è di di »* quell'altre d'esempj,vorrebbe più fiorentine (p. 268). Il che, parlando per via così: « doventare dire press'apoco usuale , di interamente tra tutti i colti , ventare ». Ma diventa?^ chi può tale, direi quasi, sopruso per Dio, vedere è ! E la forma più la forma men è più fiorentino volersi ad sottomettere dialettico ? Più usuale di do- a Firenze! od fiorentina un fiorentina, 0 state anche a non , fiorentina è oramai , quella languidamente usata a 174 — Firenze, riconosciutavi come in vita stentatamente A me assai questo in che, pare in Firenze e genere influsso letterario! da cavilli, si possa sincero e tavi convenienza, tenu- per tanti senza semplice — discòrso. La fu la ispecie italiana. Gli lingua letteraria Toscana della patria , , fare altri Italiani smisero i dei dialetti, alcuni qualigià s'erano incominciati alla meglio,e adottarono a scrivere per potentiragioni il dialetto toscano e più particolarmentefiorentino. Questo fiorentino scritto,sparsosie tramandatosi coi libri e nelle scuole, venuto ad alterarsi alquanto pei loro contatti avuti in secoli, dove tanti in dagl'influssi è secolari Toscani, non dati casi che questo scrivono stentano e di antico che naturale anche ed plebe delle grandissima che della gente colta e coincide e fiorentino italiano letteraria i nostri sono fa un nostra sicurezza sono E maestri esercizio ripeto, ci antico in nel maestri di sintassi, di lessico, linguaggio è in anche ma e' è derno mo- solo non e genere, quello parte una , quel perfettamente con che sopravvive nell'uso questa parte aumenta i tra .tutti loro, infinitamente scrivere parlare e anche i Toscani Stando naturali. pratico che lingui, bi- come nel fiorentino de' campi , essere non Ora in toscano città letti dia- i loro l' letterario,cioè del- sostanza essi. per nel della toscano in liani Ita- gY presenti milje particolarità dell' italiano toscano, veramente toscano ad pronunzia, di grammatica, di sinonimica nel perciò tener a rotto cor- parlano in e però smesso si trovan e , dove e letterario. Ma mai corse della intera nazione, questo , nativi le vicende per corretto comune hanno non e insomma T italiano ora Italia tutta italiano. plebeitoscani. si la E Un 175 — Siciliano,un Lombardo, distinto ad e poco prima uscir di buona dormire. dal le per servitpre stesso V per dialettale da si da meno elemento più seguire si riduce quella colta tra a *),né vocali che tu vuoi ì per la tua nomina li pare, ? bigliettod'invito? via. Né questo la stoltezza parlano ') Ne conviene poi in male ; anche un sempre assai non seguiremo aspireremo il e gutturale non dicano né diremo hai dire tali che quasi che il Morandi: p. dicono per , diremo hai l'invito? che dicono o noi che il tuo e così mo seguiai il lor dialetto 200. che ricevuta ricevuto ricevuto vorrà quei tanto e , questo né dire di verà tro- , né hai o plebe perchè sia quello della plebe diremo per dalla pur lo per elemento imparare, si troverà vuoi? anno gente colta,si sig.professore ?, che pure e., un Se a Ma stiaffonno , più da gente, e perciò né lo si, spas- camera cose. adottare. ! E zero in né più gentile di però quando poi dire, p. locale, che e insegnata i suoi per egli vedrà di tanto ben del sole lo vede e della rifiutare, ma e : rivato ar- mai sera ciò conversazione dialettale scarso in e naturalmente di verrà altre mille e passato anno non alla passa faccende si sentirà schiaffarono, ecc., sono pos- sono ha non del tramonto sue bensì: buona glidirà in mille così un si dice non notte, quando lo accompagna E passo che la distinzione dopo oppur casa primo treno, che toscano, servo e col da notte sera che servitore Meridionale un in Toscana, vanno se Veneto, un , stamattina ; dal dal imparare arrivai Leccese, un Piemontese, un ivi ' Calabrese, — rentini Fionon 176 - fosse il più prossimo che anche la alla lingua letteraria parte dialettale sua affatto omogeneo alla parlasse meglio — lingua non colore avesse che quasi e , quasi , infine italiano ( cioè suppergiù fiorentino ) il Lombardo il Napoletano o il Romano ! Il o vecchio in bocca adagio lingua toscana romana si riferisce fosse anche se semplicemente giusto (e non importerebbe suol dirsi, de* Romani, di quello facendo, altro abbiam detto fidanza a sentono da in nell'uso sian , come il Fiorentino lingua dialettali quella, naturalmente è gli altri Italiani, fuorviati minima fiorentino, notevolmente sempre zo, sfor- suo invece se non il Fiorentino cose cose ei la parte , del dialettale puramente che non , alcun sono ogni colta italiane, più quante non che bocche d' più sopra, la Romani, i pure dialetti ! Se a qui perfettamente, senza letterario; nelle quali si trova loro e armonioso e anche con altre dimenticarsi e sia) l'accento, amabile se che pare che più Che certi vezzi si bisogna sia da non non non all'accento, , , Italiano guarda gorga me a se de' Toscani. com' si dai altro alla minima spetto ri- più grande, prossimi,cioè di tutta l'Italia centrale, e più rispetto a quella grandissima dei dialetti de'dialetti tanto più lontani; vi ciò sia. Avanti ; vuol alla quale , italiana; o vuole, riconoscere se rigore non come , tante parte si posson la non dere pren- dottrina abitudini del della , colta vera vie , urtando adottarla , è due tal una applicando rigorosamente o Manzoni gente dire che non rifiutandola, che la za pruden- dunque quella dottrina all' ingrosso voleva come alla , il terribile buona, ma ragionatore non non a che la Ì78 — le solo ciane « il dicano, anche che il rammarico Sforza)— costi caso ai Giusti Voc. dell' Che si dica 1) Né dice col parenti da la la mia nominata una ciò cioè con dicono i col solo lamia toglie che nome si tratti la familiarità che abbia loro amica se « donna, mai. Ma ; volta, e come sia che le amiche ; Lettera ai da premettan viceversa , è non in momenti il sia nome il Morandi volgo mate chia- son in benché tal non caso , gentiliragioni.— A men siego sus- famiglia,ciò di di familiarità sempre e ciso pre- , del non persone si moglie nome dice che donne le povere se col solo familiari » di mia dunque che naturale più altro da in momenti Dunque persone che chi è nominata titolo,o dicono familiare anche qualche proporzione però tutte volta e' è le volte me ve non i Toscani tra meno pare, V articolo sempre i Meridionali che il tralasciarlo sul sia)? Certo dai è fatto precedere nome e un da vezzo i Toscani pure il Toscani) o ecc. non , di Lettera concedere a da i parenti l'articolo ! Che con al Piazza sul to Quan- Boccaccio Var., articolo che altrimenti ; anche quel di volontà. donna una senza o nei quali è troppo familiari; enunciato e quasi vien Difatti amiche donna e St. tal il le in che ; negli scrittori,dal con (con moglie, di riflessione gli; Lettera sempre. le danno o , o che anche pato stam- donna, soprattuttoparlandone certo par ha lingua. signora (la sora, titolo. Ed me di , d. nome dalle o ecc. ci storpia- « esprima, come Buscaino-Càmpo v. s' accorge semplice a , tose, sotto addirittura anche si trovano compilatori deirU. le (non » sforzò uno le the uso ');e » , provo... al Fanfani. e le al resto, tra ne sempre gli z= lo mettono familiare vezzo ticolo l'ar- mi permetta egli scriveva : «... partire dalla Toscana, gliesprima almeno parlandole non , che per dicono, possono ecc. assieme di al momento dice »; i fiorentini per 1' autografo mostrarmene lo « possano li mette, eglime che volta qualche mercatini « femminili a'nomi avanti solo i e » — lo al tralascino come clusione connome premettono il tralasciarlo una in ticolo l'ar- qualche il Man- 179 - ture » ho gli « spropositidella plebe e il sentirmi dire il vero, a sicurezza che 'un le forme più usuali coltissime, e non per che curiosa così — in bocca da come se sieno non alle persone ciane « mi uno colte, fa mi », s'io tanta con il resto tutto roba son sorpresa asseverare e anche 1).Ora, » una che sostenesse • di Firenze Lungarni di Pisa e gian che i béceri, o che sui si d'estate! E comincio essicca solo spiritosistematico il Morandi e spacca anni a levati a sentire zoni di fatto ? ha E (ne vede non « familiare vezzo 1) del Ci possono),il queste forme più sicuro, colte Toscani è vadino io fiorentine. coltissimi. comunissimo nei per Né ecc. per vadano ecc., e voglio pronunziare mi delle il Morandi crede Lucia, la Marta fosse non benissimo sopportare letteraria abitudine potrebbano ecc. come infine, il non potrebbero potrebbono [toscano antico]: : non questa differenza ne l'autore ? il potrebbano resto Ed soprat- ma Perpetua, Agnese, ragioni di se anche mette mio? moni!), testi- parecchi che il Morandi da dia mi Siena, sempre a in certi casi l'eroica lontano tenuto avessero », e di persone, familiare abbastanza soggetto satta ine- l'ha addurre concernente anche e (dell'Innominato), di Firenze classe all'intento discorso un a per egli imparato fiorentino sul quale se oso me, parlarne che ho dimorato più a posso ogni proporzioni basta che Dove gli è mesi più orecchi non il Morandi Quanto asseveranza, e che troppo per Toscana smentite! tanto? Pisa, a anche ma fiumicello che un credere a quest'uso vivo pesa qualche con è , franche così e , della cognizione tante l'Arno ci passeg- non altre,che Ma ricordo è necessario sien forme bensì , usuali nei che possano: volle. Su per poiché d' averle ricordare anche cinquecentisti, volse : (e occ. non delle sentite vadino son sone per- da ecc. più solenni.— Non 180 — tutto, com'è naturale, persone di esserlo, via e dotte anzi in o tire condiscepoli;a senToscana, ma con fidente più cone naturalmente, premura, desto colte maestri come d'ogni parte di nativi — vigileper notare ogni sfumatura i nel « Fiorentini;e sempre libro della mia moria me- del linguaggio toscano, e la mia anche glottide.E sebbene per abituarci bene abbia poi vagato in più altre parti di questa nostra Italia, pure quel « libro della mia e sventurata cara lo son memoria me » grazie al cielo,porsempre, tato appresso; e se qualche pagina se n'è già, ahimè, è però tanto lacera o sbiadita, non sfasciato,che io mi non raccapezzi più a leggerci quei « dolci, che tornan mai, tempi di Pisa »! Il Morandi scerà cononon forse l'uso fiorentino un po' nei suoi sogni d'innamorato, l'ombra un po' per qualche brevissima sosta aldel campanil di Giotto, un po' per indirette Ma anche per quest'ultima avutene. via informazioni » è difficileil venire (in questo caso, in trovarsi a chiamata ch'ella possiedein cosa miliare in » a si dica in una Ancona e se paese si dica riflesso nozioni in modo si lascia d'inconsapevolezza, dalle domande un po'suggesti- che aver lo soggetti d'ogni maniera: Memorie, tal cosa, suo , (p. 271), quando D' nel istato voglia dire dal La minuzie. sospetto e in suggezione neispecie di smarrimento formulare fuorviare facilmente poi come Firenze)la a l'esser so di certe così', si mette o viene chiaro interrogata del persona così in in dicatti trovo dal un « usato è da /a- ni parecchi Tosca- Montanelli, articolo dell' uso solo p. e s., nelle dal critico sue Tabarrini , in una pag. relazione 19). all'Accademia della Crusca!! (del1869 e 70; 181 — — i rispondere ciò che può accarezzare ed a negare ciò che le preconcetti dell'interrogante, screditare il linguaggio della sua patria, possa pare inclina ve a , F facilmente dà e di uso per concittadini tutti i suoi personale: il quale, poi, s' ella vive fuori è più perfettamente quella patria di solito non uso di suo , Per genuino. di certe sincerarsi essere occorre cose, tempo, sorprendere le luogo e non per breve stanno parole in bocca ai parlanti quand' essi non senza sull'avviso, interrogaremaliziosamente parere, sopra sentire molte verità ci sia si consegue, difficilmente tornando ecc. colta di Firenze il Morandi come , neanche sopra gì'idiotismi goffimalintesi naturali non di quando e rena quando scorrezioni. sono forme colta dice pur su forme trinseca in- dell'uso « che sian ecc. letterario \ facessero per alterazioni pajon locale d'un cose che te, sacrosan- dialetto E di dir così; fiorentino uso il Morandi, fiorentino e , fiorentino quel di smettere queste forme dal sieno pajono Voglio semplicemente dire che 'un ecc. locali,e quindi dialettali,e che l'Italia ha nessuna non voglia nepecc., e non lontanissima coincidono. bene son sono arena per nell'uso sono che » come spropositi son non spropositidel resto si fondino plebei( quando non alterazioni linguistiche ). Sono meno , no, dico- per nell'attribuirli alla classe Non , fedssent vazione, l'osser- con dicano non, per voglia dire io cattive. dice la terminologia l'esperimento. che è neppure non la insomma cose lecito usurpare con all' 'un , queste fisiche, facilmente delle scienze Or In persone. coincide in poi tutto che ci con e che quindi letterario uso le e estirpaprima vdice: « vedete non bea che l'uso letterario mo- il 182 — derno! », m'ha che conta : dopo avere anche « Al VI. tutta l'aria di cui ben a questo quel Diogene, di pelato un pollodicesse bipede implume è che Mamiani — d'essere il Manzoni italiana, risposero benissimo prosa Tommaseo vecchi francesi maniere poteva in verità fare simile: cosetta davvero tenne ebbe tra Manzoni parve sola per ninnolarsi artificiosi , nelle vuote ") Vedi a) V. *) V. e qualche per tra al- varlo tro- zoni hiogo,poi, il Mancome ideale suo di farne cercar italiana ridicolo che e « divor-r la sequestrata dal nella manifattura l'ideale francese. nostra sale del suo di che lingua italiana,Palermo e europeo , e strascichi pomposa seg. 1876, Al avesse periodi sonori palazzo una Folli, p. XXVII prosa consorzio quasi incipriatamatrona p. 32-34. ( di che testa Y illustre benignità di supporre anzi di stringere il più forte cercò l'edizione del Della peccato il Manzoni d'avanzo alla mente che sol Ora meno) In secondo non la prosa restar a una la Mamiani, connubio di n'era ce avanti francese; e com' conte dare a un li testa anche non troppo francese? » i come lo scrittore ì" anima. dannar a all'eccesso, rimaner zio sa quattro voci o anche come scrisse la prosa si ci trovassero ito, al modo basta mortale un'aura , beli' e era che il e , presto scrittore; tre uno sua il Mamiani luogo facevano letterati cosiffatta ad taccia che del Manzoni capisce. In primo si , nostri meno nella prosa sentissero francese non ora nella Bonghi 1),e il bene risponde il ').Del resto, sig. Morandi il o 8),ed Zendrini rimpianto accusò troppo francese rimasto tone Pla- ! » il Tommaseo, come , si p. 74-78. veste 183 — all'antica derisa e e non fastidita. E e da risulta al lettera tante al franbese che cose, Fauriel e di cui la salda perfetta unità la forma e nazionale, curata e bella e e subordinazione e non del secolo di metterlo bene fece che — o e anni a , a ma perchè egli i d'ogni voce se e puristici o fu fatto un suo il costrutto, Vindomani non sapesse hanno credette o uso fracidi che per queste grandi anche credere fosse insufficiente!— non nell' vero più modo scrisse se fu di comune titolo per trovare quei di Firenze lui della (e legittimità maniera. o , era trovò radicati solo d'Italia), anzi struzioni co- e di appurare già perchè del Manzoni la mente francesismi maniere non che peso, studio che predicarcicomprender le quali si può ed trampoli all'eccesso, e qualche altro lo fece non francesismi questa carta; e Nessuno di lui nello anche ), e francesismo, l'aver passato, voci in da non del resto, i nostri scusa d'ogni voce legittimità la Ma senza scrupoloso e romanza, vacillante nell'italiano. francesi o egli trasportò di questo per fatto, non accurato neolatina goffamente resa economisti cose , schiettamente avean anni in relazione al , latini. Ma son di linguaggio , sforzata (e francesi una come pensiero non letale crittogama del pensiero qual era tra ci guardava si badi perchè in essi vedeva r andatura prima una la modernità e semplicemente , bene riferita , e come sarebbe guardava perchè nei prosatori perfettauniformità e determinazione trovava noi ; s' è su più dove egli guardasse, eglistesso nella lo dichiarò , parte. Ci strada sulla mai esca — grandissimo ideale la prosa precisoopposto merito del Manzoni francese, allora di tutti i vizjche che gua- 184 - la prosa stavano randi che scorgere la suppergiù la nostra vano ; è uh di altri il tenersi *) e ora del nostra — poi la in che italiana scrittori nostri, per prosa debba e possa ogni stretti ancora sfrondata sarebbe prosa, del naturale francese ragione della e le con una troppo e superarla. Quando che concetto gli dovessero varie sempre si le e- presentasse condizioni del fisse,rigide, parevano norme bella gran l'ideale, quel- tempo di pecchi,e in che francese immediata, allora sue a anche di forme in cerca sprimere,andavano ed insolite,fuggendo l'espressione che come del Mo- torto gran Ma cosa. che ora a quel vezzo capricciosae sguajata è ridotto a minime perchè mai accanirsi proporzioni fra noi di varianti contro naturali e quel certo numero lingua possiede,e che son spontanee che la nostra variazione , un'arme sempre Francese , per potente istare rinunziare spesso ad al in mano scrittore? Il deve modulo stretto suo , ogni pretesa effetto semi-poetico dello di eufonia,ad ogni delicatezze disprezzabili la lingua italiana spesso di stile: alle quali cose può provvedere. Si pensi intanto, quant'è infelice per la è se poesia il francese a petto dell'italiano ! *) Che due cose che diverse, ei vero son poesia e prosa è però a dire che sien due non che cose opposte; e anall'occorrenza la prosa atteggiamenti può avere momenti come e poetici;nei quali ora l'italiano, per la poesia vera e propria, riesce meglio del francese» alle precise riuscirebbe e non più, se lo riducessimo . a , *) V. pag. 160 e segg. ?) Il Sainte-Beuve, in un insista su di ciò: assai non brano riferito felicemente, come dal Mor. sempre. a p. 101-2, 186 — — abbia familiarità col francese antico Chiunque d'oil viene o gua lin- tersi leggerne i testi,ad imbatin certe belle libertà di linguae di sintassi,che lo cese oh perchè ci ha rinunziato esclamare: il fran- fanno spesso, nel moderno riducendosi schiavo di tante norme , ! Orbene assolute molti in casi e' son T italiano è libero più di son Italiano quelliche cui E scrittore. può non abbiamo noi francesi nego che dopo certi far si è che chiari li trascina stesso in gran nel suo movimento geniali,come *) Vedi la bella Protagora e con quello desiderano traduttori ; eh' ei sien mi da in dalla e d'uno Ma quanto a del non pregio seguire le stile"straniero. algebrico,non psicologico*).Quindi con 1859. alla I Platone, il pensiero alcuni stesso, il Courier prefazionedel Bonghi son nella mancanza, valore del l'È u tidemo, notare questo fa il Cousin il Littré tarne. dubi- cui traducono francese. parte come fedéli, tutti permetterei di solamente non e , lingua lingua rendono, il concetto suo la d'un'altra ti d' avvertire attuale, d'ogni duttilità lingua francese francesi più larga questo, ciò che qui importa storpiare il a i Francesi insieme meno i Francesi ; sebbene quanto nasce sinuosità a traduttori buoni in né riputati buoni son lasciando e tra legger quei rimpianti esperimentifattine son le me rimpiangono, coha più larga nessuno nel ! E quali per ! lo sieno Ma del tico, an- le del francese che dunque soddisfazione, nel piacciono nell' del francese di storica esperienzadi I e , conoscenza che che appunto quelle stesse il Littré es. p. 1' per stessi vi un francese al moderno mancano quelle libertà ,• , sua duttori tra, traduzione e 187 — in in lingua presente chiesto epoche più antiche più libero, più italiano *)! D* altro porta con il traduttore sé stro no- , ricalchi straniero, in metta e che, il ha ma taggio van- un personale.Invece par via; così e po' d' arte e di fino giudizio,si riprodurre qualunque stile nazionale con p. es. sempre, il tradurre i Francesi per disperazione! una la un campo intedescato può felicemente è lingua e il libro franciosa italiano troppo in- troppe) crudamente o Dante , che pericolo quello cioè gran e di dell' italiano lato, la grande duttilità un come , al francese soccorso al francese cioè han traduzioni certe nella questo difetto sentendo parte il Lamennais, lor — Dante francese in quanto si faccia, un per derno mo- eroe in ! pianellee in veste da camera Adesso, gli scrittori italiani suppergiù sono sopra via una ragionevole ; e ci basti ! Che si vada più oltre nella è dello sfrondare via desiderabile. Né di han essa salde scrittore uno starci e per in eterno per lui tra forme in ogni gli porti scritto permetto caso a un mio giugno 1879, Nuova Antologia tré, in lingua d'oil,dell'Inferno un a contra, un se domandarsi Ma via. di rimandare 15 a altro non qui : verò scri- discepoloche oserà dire: articolo,inserito sulla traduzione di Dante. di seri* interdirsi e contra, e sioni esclu- gherà ci obbli- padrone contro e certe a e come es., è tra fra, un del scelte p. fra così e presenti passato, sarebbe nostro certe sempre fra? le condizioni non più, potrà per proprioconto Il Morandi 1' altre o lingua nostra, rigorosamente;ma massima stare non *) Mi radici nel a obbligarsi gli altri? vere poi, dacché possibile.Tutt'al neppur la cor- nella del LiU 188 — — dandogli quasi a credere uno errore quei tanti scrittori,anche che scrivono anche disinvolti fra reggete ? Egli potrà schiribizzo, ad degli trovando scolari oserà ma gere corregin tutto ciò ; mi pedantiniehe bero stareb- umano rebbero crede- e , fallo,né in scrittore Cesari del pre sem- colpa, senza e genere quasi ogni trovar meno dei mezzo con via e scriver egli osasse egliformerebbe in guerra contra e e , tutti dicono che modernissimi sé a Manzoni, il scolare ? Se uno perdoni,ma né quanto , come ghiribizzo, bocca in , , dicendo cadano che ! più del' Puoti e che , influenza V indomani, proibite,sentenziavano per loro il Manzoni, ignoravan la lingua ed da scritto tanti , e altre che simili cose tutti, anche scrittori ! cattivi eran VI. più a Sulla questionedella lingua io tornare, sommariamente qualche questione e1 è La per Firenze, non capitalelinguistica, il d'Italia un un dominio suo lato, per reale numero un non vincolo l'ideale vincolo Toscana, dopo un in lia, in Ita- è principale è stata ha modo tamente cer- sempre mai però tuto po- te sommamenessa aver qui essa. sempre mentre rinsaldisse Motto meno o questa, che efficace ; da la più cui la esercitar resto stata ad intorno cosa parecchie ragioni, di la nostra aver non permetto di concludere mi però e vorrei politicoe avuto col civile che letterario ; dall' altro,perchè avere per più di due secoli pro- portentoso d' ingegni strapotenti , quando nel resto d' Italia scrittori eh' non si essa eran nò molti né potesse tirar appresso cellenti ecme co- restò poscia quasi esausta, quasi effeta discepoli, ielluSy e, salvo 1' ultimo sforzo di produrre il gran Galilei,non seppe più dar vita a nessun uomo vera* 189 — — mente grande giusto allora che potenti ingegni in Italia avrebbe il sorger , toscana 1).La di centro *) E affatto vera superfluo il protestare che copiosissima di grandi che relativo; continuare ancora ogni parte d'Italia valentuomini che parrà secoli , che e l'ha ha , inezie quelle sue stato pedanteria che infatti nella un in terzina « del creator dei il allo gigantesco stesso Carlo spirito satirico dei padrone di sé, v'è volta che una V della lirica mentre satira vena la Mentre il egli ? Manzoni del veramente niale, ge- ! Che se o, campo; tapinità , nuova barbara e in , teggiatura pun- di Francesca canto in Manzoni, critica storia, do cre- esempio altro i terale, unila- quisquiliecritiche del ogni storica , po, cam- ca criti- e poesia drammatica..., stampava e così una vasta « è impallidisce.Poiché vivo Giusti di rettori languisce,v' nell' invettiva è la — sciando la- tato confron- ma , sempre nel ! Ma » orma Manzoni il Giusti Porta è i Fra grandezza per pigmeo multilaterale Porta certa umore e da colombi e spirito» suo alcun in che grandezza che satirica di e uomini. appetto , quelle (compresa romanzo letteraria, poesia sentiva neghiamo solo alla cosa sue dantesche poesia, e un capaci d'onorare che Eppure passo attribuitaglirecentemente!)! prosa in continuato grandi più prossimo passo un i Che noi Diciamo civile. la sua? è fatto talora, è fatto il che valenti che egli stesso si della sua poesia egli non inteso va sempre uomini cosa eccezione Ad aver il Giusti. circoscritta,non era di lo stesso molti a credere a ogni paese son degli ultimi Toscani s'abbia produrre e anche così , il vanto a non uomini non gentile Toscana alla questo esaurimento dopo quella produzione inevitabile era come , senso si personificasse venti grandi ingegni toscani viall' ingrosso,ma è vera. Il coltura e dell' ingegno italia- dèlia gravità Toscana della è cosa salda monia l'ege- in concretasse e richiesto che mantenersi poter per di molti vi ca sono che e fresco pre sem- , momenti di languore, spiccia fuori ogni degenerazione Ma e lo questo non quente infre- tornando , al 190 — no la — spostando; e, se nel Mezzogiorno glior speculazione filosofica ebbe quasi sempre la sua misede, nell'ItaliaSettentrionale, specialmentenella si venne seconda del come del metà nostro, s'ebbe il della e son all'altra nell' egemonia varie letteraria. che fortuna la vita mai la e alma stessa stata figliuolinotevolmente il governo della la famigliaha la vivace entrati prodotto quel nostro e essa, via Grecia la Dori, sebbene eran più la capaci, la il Boccaccio?! e Toscana popea l'e- il Porta dava per mente recente- pur dividuale lirica in- stirpe attica, un secoli tanti la , quasi era prosa, mo ra- riserbo,si fece in generale, è perfettamente in regola. quando ove creata avea di cui il Manzoni via; na. colon- sua tanto contrappone avea sostituito operosità letteraria,aveano per molti di età, e nella rimaso discorso produceva i la della jonica,che la corale, allora e jonico e guente. lan- era così ; e bili no- , iniziata gli Eoli e più sue subito sempre anche nisse ve- non i fratelli che adulto avuto razza ed omerica esaurirsi, stato d' attitudini stato fatto questa la fortuna quando lingua possibile famigliadai quello tra ha , toscana, una famiglia, è fratello di recente Fu della delle madre come invecchiato appena cosicché è così diversi , dal quel alcuna quando pur L' Italia è dove solo l'una del resto intellettuale collettiva dell'Italia meno, parti, poiché ; liane, ita- razze Il che fatto, sott' ogni altro rispettoche la nostra prima grande poesia sottentrando venute come nella e della focolare vero letteratura. Le grande insomma, decimottavo secolo al V La Giusti ; Alighieri e bardia Lomma chi il Petrarca 191 — sorelle, ed raccoglierel'eredità delle razze quella fioritura stupenda,di poesia drammatica, avanti a ebbe di eloquenza, di civiltà mentre la alessandrina, quale Grecia della la razza si trascura, greche doro ed nico, corale al dramma questa delle turno il razza E una prime fulgidotramonto fu quella che nebre te- se), atenie- (e fugace aperse le quindi la loro varie nel espansione una proprio dialetto inevitabili, per cui p. suo jonico antico la sua mercè i forme sue attività letteraria, sempre stirpe scrisse e le naturalmente, la avesse influssi il dorico tutto salvo — es. doto Ero- *n neojoiorop("i omerici poemi il linguaggio s' immedesimò sperse co- tico poe- la lirica con , punto che ateniese dialetto anche dove non dire,che così consolò italiano. esercitarono di molte greco Se , e di il altrettanto ognuna scambj che invece il ciclo ) che nazionale, certi non grande nostra la dell'Italia, fu, per non dopo toscana siciliana tutto esso al Machiavelli. come boreale splendida aurora con se stupendo ciclo della letteratura greca trascura, naturalmente, la posteriore fase (qui si razze pre sem- lo attica concluse alba unico, questa specie di in della Grecia proprio razze, resterà nella storia della appunto nella Dante da toscana badi, si che filosofia, fenomeno un riscontro degno letteratura di e più ammirabili Direi umana. trovasse che, storia de'fenomeni uno qui — la trovava sebbene — ; e anche dorizzanti sono usò liberamente il i cori del proprio suo nella stirpeattica (specialmente meno ultima sa, pro- ché precedentinazionali) giac, entrata in iscena stirpe più energica, e più ricca trovava e già coltivato genere, però la era , , di attitudini dalle razze d' ogni anteriori che l'intera piuttosto i singoligeneri letterarj lette- 192 — Mentre ratura. la con dal in Italia,per contrario, la stirpesuperiore altre, la genialestirpe toscana, fu anche alle, di prima tempo decennio settimo che di il poi le riuscì il campo fin e volgare a della , quasi ciò cominla coltura con suggellarecosì impronta in campo han ritrarsi,non a , dialetto sorelle, venute razze forma dalla in breve e pensiero italiano cominciava essa potente il suo tanto quanta, fortemente larga e subito della letteratura ad immedesimare tutta preoccupò e , letteratura sua — sua , quando potuto più carsi stac- né emanciparsi da quella incrollabile primogenitura linguistica dei Toscani, pur rodendo hanno ogni tanto il freno. Le altre razze potuto dispiegarecon certa libertà altre loro qualità letti quella della lingua no. I varj diaetnologiche; ma far qualche cominciato italiani che aveano a li sopraffacesletteraria prima che il toscano se prova han daria, poi ritentato qualche prova affatto seconsfera letteraria inferiore e volgare, in in una toscana, , , linea di scherzo lingua soprattutto di Toscana venutaci ma a sostituirsi alla mai bire am- , non han osato seriamente. Ma, in la dittatura mentre genere e di Firenze in Toscana della linguistica determinata ispecie, da profonde furon inevitabile però ragioni storiche era fu esercitata ; per i mezzi ond' essa dittatorj poco comitanza conquelledue ragioniche si son dette : la mancata cadenza di una e la desupremazia anche politica, , della vigilanzasi se non rendeva nel più falsa, certamente stato continuo Toscana , di cose è stata , rinfocolarsi delle momento in necessaria. La fiacca, derivante cui la sua situazione, da sto code- principalcagione del questionisulla lingua; ed la 194 — scrivevano — modo allo stesso demica pretensioneaccaappunto accademica ; proprio regionale e con , *).E la questioneera oltreché era uno sfogo d' amor naturalissima cosa personale. Ma fu ad ogni modo allora che l'attività letteraria che la questione sorgesse della lingua s'allargavadalla Toscana Fuso e all'Italia. Ed carattere un ha sul avuto essa pure che storico più co prati- principiodi questo secolo,quando l'ha al Monti insieme assai ripresail conte Giulio Per- quale,speciosoe superficiale ingegno nel che la lingua letteraria non vesse dodi dimostrare di particolarealla Toscana fosse nulla ma in tutta Italia per effetto di un tificioso ripulimentoar- ticari. Il , cercar , nata gli scrittori che dialetti secondo ideale un da curialescamente solo non fatto dei avessero essi mise tutti in , soli fatti che le stare pareano più fitte ombre per la quelliche su i fatti stessi maliziosamente suo che i testi antichi gheggiato va- luce i tesi,gettando sua le stavan contro, alterò,ritoccando presentava spettivi ri- loro come a ma do mo- saggi della e le testimonianze tori lingua artificiale, degliantichi scritcui s'appoggiava.Ma altro conte, il moa un denese Giovanni Galvani, mettendo a nudo tutte queste miserie, ridava storia il modo si poco .più d'un decennio dopo alla colore genuino. Però, di storia,ad ogni disputava,più che di stile. Anzi, cosa tevole, no- suo il Perticari e il Monti difendevano la lingua ') Il Crivellucci di segnala giustamente la singolare eccezione queir originaleingegno che fu Bernardo Davanzati cosi , caldo fautore va della notevolmente popolarità dello stile. Ed sceverato dagli altri. anche il Machiavelli 195 — — la lingua degli scrittori,con artificiale, cile ed lettura amena storici del toscano lato Un questione.Il Perticari va al toscano libro un con e" era, praticopure toscanesimo del ai era trecento, La dell' arcaismo. diventata è il'Galvani difese i diritti tato. pesante,duro, affet- vogliamo, nella tempi del Monti e se rappresentato dal Cesari, che si ferma. del quel eh' e , libri di fa* e tazione predicava così l'affet- situazione diversa era col Manzoni dappoi il , da quale , mo attuale, fece del toscanesipredicando l'uso toscano l'insegnadella modernità della linguae dello stile. È quindi abbastanza naturale che come sar] gli avverdel Manzoni e del toscanesimo d'oggi son principalmen dell' affettazione arcaica, cosi gli amatori al Cesari e al suo contro stessero allora gli toscano scrittori più liberi e più progressivi.Con tutto ciò, tamente ripeto,la discussione, e nel Perticari ancor più netassai più storica che nel Monti, era che , pratica. Ma profondamente con l'indirizzo praticodell'arte la qualità dello stile-— di quel parola e con della dolce stil eh' essi iniziavano si complicava la questione teorica della lingua nei due invece che distanza di più che cinmassimi scrittori que a nuovo , secoli * T , dall' altro un — ricadevano fatalmente , ad agitarlacon tutte le forze della loro grande ma ani- oltrepotenteingegno : Dante e Man* della nostra zoni : il creatore e il riformatore poesia. mentate della nostra prosa. Le due opposte dottrine loro,fodalle opposte esigenze pratichedel momento, e del furono misura. loro da entrambi che da esagerate, benché in diversa lingo, linguaggio tuttavia casaquasi puramente parlatoancora, faceva lo sfor- Dante, un 196 — — messe una lingua che gli esprigigantesco di cavare magini, le più splendideimle più alte speculazioni, i sentimenti gio più riposti*),e in quel linguag- ro resistenza, trovava continua parlato trovava materia troppo spesso sorda necessità la continua mano con rispondere,e a una toccava d'innesti latini nieri stra- e la necessità insomma espedientiartificiosi, d' un d' un' elaborazione e complemento artistico e di quei « plebei» che ciotto,ed era quindistomacato col lor poetare pedestre mostravano di tal necessità di e di dico, Dante, avvedersi, non da era treché ciò, ol- tutto ragioni indotto a guardare con iil linguaggio parlato e a dare un' importanza sprezzo soverchia, perchè esclusiva, alla elaborazione da altre , , della potenza letteraria ; quasi scultore, che, conscio faticosa del conti dieesse scalpello, suo nulla ! Il Manzoni italiana imbellettata e che il non marmo invece, che trovava la prosa da un* elaborazione svisata teraria let- stosa, eccessiva, caricata, pedantesca,civettuola, fala cui sotto ta parola semplicee schiet- soffocata, e vide rimaneva la necessità mamente perciò e sentì vivissiritemprarlaalle natie fonti di linguaggio parlato, fu indotto del la sufficienza di esagerare Non e ') Chi avesse una calabrese fiuo; e la della necessità ci si momento un pò* la facile,pensi un lezione di logica napoletano provi! o o o a scere scono- vaggia sel- rinnegò l'ele- fatica di critica milanese raria. lette- la crudezza 1* illusione avesse e ad suo elaborazione rinnegò,s'intende,con cui Dante paradossale con esser esporre canto quest'ultimo la per a dal , alquanto di della vena o che che l' impresa gli costerebbe letteraria in dialetto qual altro sia il 197 — mento Manzoni, e tempi nostri. più veniva nel Egli dove più Ma pur avanti concetto credeva dire d' che pajono, quel *).Non o che che che è si è liberi esprimere vocabolo colte si ? che — e col Il che salverebbe, ci non e e alcuni ha non o o dato il al d'Italia;e di che è eglim'attribuisce plebei delle a ciane p. il l'uso questo già comune tal che an- adatto schivare esso, tenere e le persone tra zoni rispetto al Man- altro ò poi che letterario di in letti altri dia- vocabolo suo fiorentina vocabolo ad dicevo la contradizione que dun- immaginaria l'altra contradiziona 202; poiché altro non che si pensieriastru- al greco, ha opporsi. Dov* affatto 198-5. p. già detto che cinese...! Ma sotto può giustamente Parimenti, ha latino, la forma forma certi per Manzoni al a obiettare al Manzoni pensiero, può almeno una ad sempre» zione, questa distin- sa contradizione, il fiorentino cui in meglio il vocabolo di ricorrere un di memore cadesse ci di me male perchè , certi casi quel vocabolo, un che riflettuto italiani,al francese, ad colti Fiorentini. il Manzoni accasato fiorentino ecc. in dei rigore; a concessioni all' Italia colta avesse fanno nuovi caso le debite dove gloriosatradizione letteraria,apzioni affettainfatti,leziosaggini sono e avrebbe il dialetto starci Ma e il Morandi dicevo vocabolo. egli voleva avanti lunga non d'un , una Se alle tiche lingueanespedienteletterario, ogni altro mostrato che , *) sconoscendo. difatti il Manapni, dal cadere in certi vezzi dialettali tutta veniva che si ricorresse all'uso dosi infervoran- sempre la più , fatto tutte abbiam salvò non anni mancasse si stesse noi però negli 1' aveva, aver l'indole del era colto è il pensare dei la sconobbe in parte. E come ad il fiorentino misurata e bensì e più cauto suo moderne il fiorentino ben ben concedeva e Io ; che opposto — sono ò il fiorentino dire che tismi gl'idio- colto, e perciò 198 — — il suo gusto largamente dimostrato lo trattennero squisito e la sua grande coltura naturalmente guenze assai volte dal giungere alle ultime conseteoria ; e nell' esposizione pratiche della sua a qualche mancò di questa, non stessa eglidi accennare che s' è come , , restrizione, idiotismi e « con spesso nella il fiorentino a screditar colto abbia abbastanza ciò che su vede appena e, è che aspetti diversi, corre subito più spensieratamente ci corre, e a errare, lieto e . . non questo; si sa a . edita smarrirsi, nil dulcius doctrina atque ') E qui plebei Il Morandi non specialedi ciascun altri considera cosa una flette ri- sotto gridare alla contradizione;tanto pre, quanto che egli si trova semmo perchè, nella disposizioned'ani- il e chi est, bene specola della dall'alta pienza sa- gli altri poveri mortali far quam corbellerie,ed alios queas viam avesse criterio parlato, con cui munita sapientum tempia , do egli è bal- serena, superiore moderar lui serrar videre vitae...! (d.r.n.,11,7-10) palantls quaerere voluto tenere passimque con sorabile, quella logica ine- Capponi, egli usava altri/avrebbe potuto chiederglise un senz'esser che in dire che, al dir di Gino senza dire è perchò despicere unde errare a e educa- per altro che proprio glio fi- come e, , e idiotismi sapiente lucreziano, il quale guarda e vede in giù tutti , ad verità per del stema rigido si- suo natura, per all'uso letterario.— però conformi concetto, nel ma tese sottin- erano secolo jdecimottavo del giovare possono son le restrizioni mente: sua ch'egliera non troducend parlatosi posson venir ineran che s' intende » ').Ma giudizio, spiritosottile Il Manzoni, anche nunce pro- entravano. non non certe dell'uso fors' anche lampi questi; che diceva quando come o possibileil era almeno l'adozione troppo pari di a questo « con gli giudizio» quello dell' uso ! 199 — rigoroso e *) Quasi in faccenda una sicuro si ben morale perchè sol della ci non sognato che in resta ma questo: da La se usare da Morale Cattolica alle è vere sue opporle , della mezzo e abusata da del loro immemori sua intime originaria e purezza ragioni;ma Chiesa la vizj? acute, dotte, fusione che e , e la basta matrimonj ecc. dei caso Longobardi tanti incentivi storia letteraria,in conto i suoi guai ve, nuo- determinare religione la i né è allo e di fusione pur Zumbini) degl'Italiani tutt' in eccessivo esso considera non si in trovavan sieme as- volta !— Il discorso una storico, capolavoro di critica,e di filosofia della sul Romanzo tien nostri che, la lunga a della ma ecc.; quanto (devo qùest'osservazione nel il Si- , vicendevoli che forme di osservazioni sola comunanza mere di tanti esempio da occu" ragione nell' assodare basta non collegata ri- umana a avea Longobardi, pieno popoli non non il mal ingegnosissimo è di due convivenza origine sui Il Discorso — ridotta e sostanziale, valore 1' a praticamente parlando istituzione come mondani uomini di trovarci smondi tortura» riusciti mai , pata disse ne del Verri favore a , il terribile alla e considerando se confessarsirei di delitti impossibili!?— splendida e giusta difesa della pure una a ricondotta cristiana che quei giudici sarebbero , infelici il male , da stato abusare brutt' indizio dello un romanzo è sempre ci fosse fu qual s' era sperato squisitamente giusto e fino un !) tutto ultimo quegP morale trovò tesi una (un capolavoro giuridico, e ; , lo salvaron in fondo hanno critica nostra si fosse non o indurre resto romanzo , Infame , miserando stato del psicologico e ( nel dell'osservatore guarda po' sottile. Nella Colonna un del Manzoni minori le prose ogni eccesso), se da , , , tutte logicamentecompiuto che come ogni altra sistema un dell'artista e il tatto l'istinto o fare *),volle zione — che e sostanza ogni cjuasi le sue è altro esso genere contradizioni sul Romanticismo non pure letterario intrinseche— di manca estremo, dire che perchè ha Anche la alla non fine la Lettera religione e somma, esigerebbero 1' abolizione degli studj classici !— Inall' ingrosso le cose voleva guardar in ultimo non si faccia. 11 suo ragionamento, pur la pratica vuol che la morale , come sempre ha potentissimo, spesso 1' aria, direi, d' una stupenda 200 — — pratica,esige restrizioni e transazioni. Ed che diede soprattuttonella intonazione (cosa dottrina sua cioè nel colore rappresentò lo presente della stato fosco troppo , cedette ec- alla cui con lingua e nostra nell* importanza soverchia che dette a ciò che si possa fare per migliorarla. B in questa intonazione siva eccescrescendo, dalla lettera, più egli venne sempre temperata, al Carena, agli ultimi scritti sulla lingua. Ai quali anche ufficiale onde furon riveil carattere stiti, se aggiunse non poteva d' air Italia essere Alessandro solennità Manzoni giacché — sé stessa, per della solenne più che cosa , parola di soprattutto quan- fioco " ? lungo silenzio parea In dette l'aspettodi una certo maggiore urgenza. essi egligiunse fino a qualificare come coli « cinque sedi disputeinfruttuose » i cinque secoli della nostra ai Promessi dal Convivio Sposi linguache vanno passando per il Boccaccio, il Machiavelli, il Galilei! di alcuni seguaci. Nulla si dice poi delle esagerazioni In egli già questo « per — , discettato tra miratore, scuole se esso prescriva ai un mente grave- caldo suo o no maestri un « dell'arabo o studio prescriver lo indirizzo, certo dire che ! Per lingua , matematica che *) Una in che presuma in fin de'conti è poi prova casi egli riferisce , nota quella che dell' intolleranza poi singoli in schiacciare ce un la dà a il Morandi periodo del tale, sperimen- la fisica ha ragione , prof. Persico davvero. essi cui possan stesso matura sfu- una della particolare nell* insegnamento nazionale ! Eh via ! '). fisica ara. nelle prescrivere pite fiorentino» (p.167-8).Ca- debba il Governo del sanscrito dell* inglese, si ed Morandi l'insegnamentodel si disputerebbese come ? troviamo Morandi libro del stesso a vare arri- p. 4. Iv (vedi qui 202 — Firenze andare a intera che randi, ed io bri senz' articolo: Vi « : di la statua o Dupré ridotti non v'è parola altri in discutendo sera capisco non ha intenda la quando leggo che assicuro gli , una e che q uesto, su Manzoni non il Mo- Bonghi, insistito colto Italiano un cognomi diceva Il dell'uso di Firenze norma che i usare sogna avanzerebbe, bi- f Sposi quali il la modo o abbiam stesso Promessi secondo che decimo considerazione. un'altra fare nei già ! all' ultimo poi questa lingua quasi prendere a abbiamo Quanto — col Famdi Manzoni casa Andiamo — via, , desta co- rispondeva il Farabri, che infine più vivaci contestazioni, gridò: « giuratelo» ; e dopo sempre il pedante : « Lo giuro per Dio ! » (v. Pag. 3p.,II.a ed. p. 109), di setta » cosi il pedante è sem« 1' uom pre Egli è che come manzoniano: dico « sempre o quello ", sia poi cesariano è esagerazione una " « quello " tra neanche voglio confesso che non di tra le sette, ci sia U che nego male, meno come il Morandi che avessi pedanteggi sempre. pedanteggile sulla chiusa dovuto lo — del prof. Persico, piuttosto che censurato quello scrivere per 1) in scritto imito serio,sul punto che so aggiungere, a trovato che posto due amiche meglio il Persico tra me di cui ne e fa l'una è , arguzie troppa sotto bene, ha non sarà forse volentieri a meno egli è calvizie mi , il si e, di ! Intanto, altra di pii bianchi a seppellirete! e pensarci di roler a fese di- volta, il vecchio cane ! Ma la picco- dire che un* i ci avrebbe questa per tentato presunzione questa cui il Persico un circa sentenza orecchi avuto gli strappava alla quale ha nessuno rispetto.Ma il Morandi cosi l' avviavano e generab rifina può anche quel letterario rifina.Tanto più nessun il Morandi le mie come da in il " gius a una il censurare benho detto scriver avesse sotto poi pensarci bene, rigo mezzo ridire a stonatura i neri dello scrivere il Persico se uno solennità certa' con l' arte e « leziosetto di formulare Manzoni che non del periodo avrei dire se risto , pedanterie, come le del che esagerazioni certe per e delle l'altra anche indovinare le 203 - termini non letterario, e costoro libro che tutti lui restava suo libro da ancora e bene toscanesimo che di anche però egli stesso allo scriver appetto », de edizione deve ciò era il modello, come del nulla, un piccolcenno un « Si il Manzoni per era seconda la bene. sta questo fatto all'oscuro, cioè visti appunto esaminare che già dell'italiano sia non neschi, quegli oscuri riboboli fiorentisi, mesimmaginaron ch'eglici avesse veramente ! Tutto che li han ce aggiungere aveva cosa alcuni che senza v' è — mente toscana- quel che condo se- fare ! Se noi citiamo il si complesso tarlo, ci- può in inteso, inteso con zione, discre- i timidi assicurare giudizio », quasi per che noi più in là non aneleremmo, noi facciamo una buona deli fesiamo non cosa interpretiveramente ; ma del pensiero del maestro. Il quale s'aspettavada molta Firenze lingua da aggiungere a quelladel suo Romanzo decimo importerebbe,si badi ; poiché un alcune migliaja di voci nuove! far che il Manzoni A anzi, progredisse persistesse, buisse credo contripiù nella sua esagerazione sempre € con , , pure , delle la natura avversàrjch'eglivedeva Qualche gli e la qualitàdeobjezioni opporsi alla ca. teori- sua objezione era rio giustae qualche avversaabbastanza in complesso contro al sereno ; ma Manzoni non gandogli parlavano che pregiudizjstorici, neda molti l'innegabile originefiorentina della nostra lingua scritta; opinioni viete e grette contro i dialetti,considerati corruzione che si voleva ; da le da molti come una criterjpedanteschicirca molti pomposità ; per ancora conservato meschine quali a nella sua lo golata sre- stile, zionale tradi- nicipali, gelosiee superbie mudi piegarsi molti repugnava 204 — ai Toscani. Che più ? — giunse perfinoa vedere si una (!)nel quei paolotti(!)di del clericalismo del Manzoni nuova prova volerci mandare ! Contro scuola a ad da dottrina una che suo scani To- la nonostante , sua esagerazione, era il frutto pur ne meditazio- d'una assai viva coscienza e lunga e laboriosa, "T una coraggiosa del bisogno di riforma e d' innovazione go, nelle nostre quanto mai larlettere,d'un sentimento il grand'uomo vedeva dunque liberale,patriotico, tezze scagliarsipregiudizjvieti e improvvisate avventa, melense paure e insinuazioni ciò, naturalmente, gli sarà di trovare parso ! E temerarie in la come contropròva della perfetta verità della sua teoricatimerà, che all'ulUn contradittore degno di lui non sorse robusta va cominciaquando quella sua mente ahimè vacillare, ed era a già prossima a spegnersi! fu l'Ascoli,non Questo contradittore, che tina fiorendell'origine fatto storico sul il Manzoni taccò at- lingua '),né sul valore intrinseco, cioè sulla intrinseca organica, regolaritàe coerenza del dialetto ; che nessuno (e meglio di lui glottologo codesti quanto su qual glottologo!) poteva sapere due punti il Manzoni meno avesse ragione. Tanto della sconobbe 1' altezza efficacia riformatore come del dell' intento della Manzoni nostra e prosa la sua •); e quio più profondamente dell' Ascoli l'ossegrandezza; il quale ossequio anzi per la vera lui suol assumere come un particolare, cert'aspetto di religione, di pietas. Ma all'ideale del Manzo- sente nessuno in nostra ') Vedi Morandi Arch. a *) Ibid. p. Glott., I 153 del p. XXVIII. suo , p. XVH, libro. XXIX ; checché scriva il 205 — ni, che così avea Pingegno di formazione della l'Ascoli anch' profonde radici nella tempra deldel gran dell'animo e coltura sua della e alla tempra sua del s' s' èra manierato, e anch' nella e , esso quindi e , Manzoni ').Il francesi scrittori sugli * attività scientifica, sua alle prese trovato ingegno suo attentissima formato insomma era poi considerazione di lità qua- letteraria, attività sua qualità dei suoi studj e della epperciò.perfettamente sincero degno nella spirito, suo ideale un nell' educazione e nel modo Lombardo, alquanto diverso, volta profondamente radicato nella contrapponeva esso del educazione e — e f con nello scrivere italiano un libri poso pom- di letterarj sva- senza una a trattare possibili teratura lingua viva e ricca, e principalmenteun libro di letla sentiva e più d'ogni altra cosa amena, ^ preoccupazione del riuscir chiaro e semplice a tutti argomenti riatissimi formato s' è *) Questo frase l'ha inteso il non figliodi chiede Morandi, che, fermatosi certo degli scandalo scritti nel o di E scommetterei una solito a scritto della di ciò. Ma di senso immatura e rifare di non doves- ha alcuna preso . conoscenza possibilein lui l'improvvisazione meditazione d'idee essersi manzoniano non del soggetto digeste! ancor del Proemio stessa ogni periodo! è ' Proemio di esso, aver non quasi improvvisata", lo rimordeva disfare creder la redazione scandalizzato,l'Ascoli ! bisogna manifestazione qualche a », e, redazione insufficiente una che « « rapida il ' perchè l'Ascoli tendendo quasi improvvisando » in- di malumore dell'Ascoli, per all'Ascoli forse dire che concluso momento un dell' averlo scusa subito « scoli nello stile. L'A- anche principalmentesui tedeschi, invece troppo vibrata,ha subito s'esser che umile cristianamente quasi e non non se per tormentato Nel non lo resse pa- scrupolo quanto il mo «he, s'assicuri l'uo- assai più dei niani manzo- 206 — e s'è trovato scienza una ed alle prese è , il liana ita- ro stranie- paese aristocratico sentimento un della scienza, per elevatissimo nobile di in cresciuta e fare V italiano per con nata penetrato — quale sacrifica con raria lettesdegnoso scrupolo ogni soddisfazione dall' accondiscendere che gli potesse venire a di qualità brillanti non sone perfettamenteconprova dar e scientifica ; alla severità inesauribile se nel il Manzoni la preciso e un che lingua italiana la con sentimento vasta sua guzia ar- sua fa tacere tre, scientifico ').Inol- teraria larga esperienza let- sua d'artista e la la e discorso suo con di scrittore per la dissimula egli la interamente quasi così è che e aveva vivo più fosse il impazientedi e ciò desiderabile,l'Ascoli scientifica della conoscenza più concetto un storia pitiin grado di tracciare pazientemente i limiti del possibile. Lasciando stare tante osservazioni cettose preziosee condi tante diverse che lingue era si trovano accenniamo qui scaturiscono La che principali le idee alla buona — dell' Ascoli, noi Proemio nel la francese del condizione ne cui , dipende dall' accentramento unità del suo che , che sia V attività francese in Parigi,è buona, quantunque intellettuale ') Questo di tutta m'è rigore verso egli con aliena sempre parso un dalle un gran della segno giustezza lo stile abitualmente lepido, questo, tal a sue rigore viene non attitudini (le condanne vien di questo cosa , nere ge- imporre a so stesso prima che ad ogni altro una privazione.Il suo esempio mi pare efficace per la stessa ragione per la quale al « sarto» romeo, dei Promessi Sposi riusciva efficace l'esempiodi Federigo Boril sarto, « si sa il quale, diceva lui vive da che anche son sempre bensì sospette)*, condannare co di- quando potrebbe far pover' uomo..., si sia » (cap. XXIV). vita come a scelta, meglio di chi 207 — sia non la cui dipende invece unità , L'italiano ha non V Italia perchè ha non avuto XVI, p. la verso al meglio diffusa coltura E nostro. i grandi, che perchè se capiscuola, sono stati altrove i scarsi, sempre i abbiamo nel tersità altrettanti forma. fortificarci col molto tutt' altro qualcosa che perfezione e sarà di , è se Francia sempre e più la nostra laborioso e a la e vezza sal- sapere , lingua che desiderare , inutile. Quel né tempo; si può pretendere giorno, quella in Germania dappertutto,il o è minore stata situazioni solenni prodotto le quanto allo sti- solenne applicato a zione casalingo,è un' affettacasalingoapplicatoa soggetti anche il fare naturai lente. E men un' affettazione il fare qualsivogliasoggetto non niera ma- , storiche cause cupata preoc- solo la qualcosa a col , come stati dunque seguitarein questa in un artificialmente, in più Anziché strumento uno verrà manca che lascia che di ottenere forse sempre popolare,cerchiamo ajutandoci senza abbiamo ; la quale, se però e discepoli sono troppe schifiltosità con è la avuta deale all'ideale della tersità classica l'i- sostituire della tiamo bat- Italia gli uomini in prolungare la nostra debolezza col preoccupazione eccessiva, mutandone col diffusa , , della eccessivamente salda» la via che V Italia si è perchè e ne. la nazio- equamente , seguaci però , tutta Germania non tra , generale ( Proem. esempio, dunque, quadra della metà); il cui caso del il perfettoaccentramento nò tedesco. Pure 'suppergiù quella è do mo- dalla altrettanto la coltura modo al attivissima in unità una alla francese, né ed coltura della vivacità e ogni diversa, la condizione pure, benché è eccellente diffusione ad veniente; ma d'ogn'incon scevra tedesco — — 208 — Ma è in l'Ascoli direi che e ; scusa, e ha n ha confine, per non lo non go ne- preparata la confessione,egli stesso, quando, incorresse scritto : dall'un « eh' ottenere in o « qualche canto, par anche egli più e* è maestria, non ? Io volere inseguir l' inimico si debba geniale discorso eccesso senza il Manzoni », dall' altro ce e qualche a la quasi spiegarecome che elevatissimo questo andato — gerazione esa- sempre di là del al lo non rompa la temperanza, e , quale insista di soverchio in impedire che uno il quale propositoche gli par grande e mercè operato cose grandi» (v. più su, a p. 130-1). E un pò d'esagerazionefondamentale pare a basti a a un ha , che la questo. Che sia in possa condurre preoccupazione eccessiva F Ascoli è stata fin qui è vero nella ; ma maniera essa della pure che perpetuare quella forma, che secondo a de* maggiori quella norma, un con me dell'uso fiorentino rigida norma anch' tanto, in- il Manzoni nostri e 1' ha lanni, ma- tutto soprat- applicata , una tal eccessiva preoccupazione è e intollerante,e al libero ad ogni mette modo assai assai meno meno impacci metteva ne sviluppo del pensiero che non la norma la dottrina manzoniana Poiché dei puristi. ci obbligherebbe tutt' al più a qualche affettazione dialettale dove la parola fiorentina esiste; ma dove ad ogni esiste,ci lascia libero il campo questa non il puespedienteche a noi possa quadrare ; mentre rismo in certi cancelli,al di là dei quali vi chiudeva che la barbarie ! Supponiamo secondo era non esso che dell' e nel l'Ascoli parli del dittongamento francese bien dell' appalatinamento per cui è passato il e nel fr. cheval per poi venire air a ss ibidel coiisonantizzarsi del v nel siculo lamento, , 210 — — più complessivo e più ta, alto,essi si limitano e si compiono a vicenda. Ne risulcasalinga quanto allo stile,che anche dove la semplicità anche tempre; ma, adatta è dal soggetto, pure dove da della la favella dalla letteraria,la favella devono storiche vicende la nostra Manzoni tre l'Ascoli si della nostra E e considerato il controllo ebbe ha quei secoli; raria lettesivamente esclu- quella cui, cessata storia abbraccia mi pri- male, tutti e * di sei la negli ultimi tre secoli, che son migliano più prossima a noi, le nostre condizioni rassoa quelle della Germania, nei primi tre, che storia però i guardato troppo o il ma essa; la dittatura tre sècoli in la nostra Il insieme. dittatura, l'attività letteraria è stata, bene Italia. Ma zionale na- troppo esclusivamente l'Ascoli e sull'Italia, tutta zione tradi- e regolatitutti e due sulle lingua,per determinare secoli,in cui Firenze ai successivi alla quanto V elaborazione o nuta conte- sempre presente rispettoad condotta ha solenne situazione toscana sono sta è richie- severità cospirare assiduamente , e e naturalezza. parlata e , Manzoni levata sol- esser una dev'esser scientifica, limiti nei deve essa la solennità soggetto elevato, dalla trattazione lingua freno in anche converso senso un gentilezzae dignità in ogni scrittura ; e per indispensabile infine è che al tenuta e in e se collegatialla nostra coscienza cia. presente, rassomiglianoa quelledella FranSe dunque non si può prescinderedai tre ultimi cialmente secoli,e quasi saltarli a pie pari, restituendo artifisono ancora Firenze a voleva il Manzoni, un che poco fu per i strettamente anche non dittatura una si già deposta,come può dall'altro adesso, come primi tre secoli la a lato non modello, Parigi,o dare guara almeno quella l'A- -211 tene, d'Italia. Se — in Germania nessuno discerne 1* « lingua » e se neanche i dotti si mettono ivi alla « ricerca del precisoangolo della patria tedesca » da cui scaturì la prima fonte della linguadi Lutero, di Klopstock e di Kant, in Italia invece tutti sappiamo bene quale sia stata la culla della nostra lingua,tutti, indocti doctique sappiamo che la prima sua fonte dalla patria di Dante di Machiavelli. è scaturita e E come questa differenza così grande non avrebbe a altrettanto grande nel modo determinarne che una nel provveder alle sorti della nodobbiam tenere stra lingua ? E poiché tanta parte dell'uso fiorentino l'uso fiorentino antico, che alla presente coincide con letterario italiano volta è tanta parte dell'uso sua culla della , attuale, la dell'uso attuale di Firenze conoscenza non ajuterà ad acquistarepiù pronta e più precisala e' è letterario ? Questo di vero cognizione dell' uso del Manzoni, e c'era tanto bisogno che nella dottrina fosse generalmente riconosciuto, che pel momento che il grand'uomo fece. ne giovò anche l'esagerazione ner Adesso giova teperò, sfruttata quellaesagerazione, ci ben presente cismo riportata dal romanti- della vittoria Discorrendo il Manzoni dell'Ascoli. il correttivo soleva dire argutamente , che il , già perduto perchè i suoi no propugnatori si fossero ricreduti,ma perchè essi eramorti non a a poco poco, e quelliche nascevano si potrebbe agclassici. E sta bene; ma van nasce giungere: classicismo non i romantici e fatto è che classicismo esso siam aveva dove il romanticismo , dopo la parte esagerata nelle più né sue esagerazioni classici né più anch'essi? son aver del corrosa falsa, è morto e proprie; romantici , e e siamo Il noi un ch' annon po' 212 - — , poiché l'altra cosa, Tona e come esemplari non i classici antichi tenendo doci forman- e superabili, facilmente poi la principalmente su di loro, ci riserbiamo gli scrittori più grande libertà, sia nell' ammirare Tenuti qualunque dopo i classici sia nel trattare che crediam migliore per soggetto e in quel modo credo che lo stesso Io sia già quasi moderni. noi successo per la questione della lingua. Forse, per la , più diffusa t* altro se aspetto agitata avesse questo secolo in vincere e modestamente T avea già di s* immaginano abusare non che della battaglie la nostra che lingua la ! ad esser Coloro che debba manzoniana altri frutti s' , , battaglia anzi vittoria dottrina la ben ancora serie di cominciava e , s' è come finito di esistere. già quasi una tut- un questione s' accorgeva lui vinta tempo ha risorgeràmai non riformare per non il la immaginava ancora produrre che è certo pazione preoccu- risorgere sotto , Il Manzoni da a la coltura per la scemata forma, la questione anche Ma paese, generalizzata,per e della più. del nostro unificazione ottenuta ingannano : le ad aver destinate son esagerazioni non presa. morti purismo è morto, perchè i puristi son mai orche alcuno senza quasi tutti più ne nasca ; loro Il , i ma manzoniani ( il più così ne tardi nobile suoi più. e in E come nome quellesue cetre, ed sperare poiché , Italia nuova ) il romanticismo effetti in quanto ha all'arte in esso possibile giova parte della anch' spariranno , nascan nei sistematici esagerazioni,per Ippocrene, e Parche, è ma e le no so- che sopravvive le catene rotte del classicismo, senza essi imposte anche morto quali «; Grazie a ninfe, sostituiva 213 — — lune silfidi, gnomi, angeli,arpe, le rotte letteraria tradizione ');cosi il man- sopravviverà nei suoi effetti in quanto della catene imposte alla linguain nome zonianismo ha » esagerazioni per le sottentrerebbero le nelle anch'esso morrà ma , sue quali alle pedanterie classiche pedanterie dialettali. grande innovazione, in quanto è reazione al passato, eccede. Ma deglieccessi essa poi si sfronda e di foglie si spoglia come avvizzite;e resta immortale la parte vera e giusta.Non v'è grandezza d'ingegno Ogni non a che salvi l'individuo v'è grandezza lung' andare è d'esprit plus E fo il y ? bello : a c'est tout buona una in quelqu'un il Morandi grida imporre a tutti. Poiché a Voltaire que lo finiscano che suo che vero il vocabolario voti lo faccia riuscire che l'eccesso sempre dall'eccedere,come novatore stanza so- qui V a / le monde ! Anch' io — volta il Novo quando ingegnoso libro. Ma sarà ed finito, (lo argomento dalla parte pubblicata; anche da quella compilazione con cui gli un poco han le mosse il Fanfani rubate il Rigutini), si e Vocabolario, che troverà si caso è nostro quelleparole comune, so e al cquelTistesseche ci risulterebbero ddiscémo egualmente italiano, storico, che che ogni Italiano *) Cantù, op. di parole che già italiana, è già quella grandissima parte confanno nell'uso e colto trova da noi *), qualunque fosse sfrondato più o meno bolario voca- di ciò antiquato9)l cit. p. 14-5. *) Belli, Sonetto LI della raccolta del Morandi. veniva, senza volere, a concedere *) È quello che insomma il Manzoni ricorrendo stesso a , Morandi che ricorre a matterello esempj come (p. 181). grappolo ; e il 214 — si troverà in Italia ad infine ci che pure e voci mancano che in Italia si pre seguiteranno sem- contrapporre, non lingua effettiva,ma una , può certo della capitale come provincie per cose le , eccella quel manchi; le come , in cia singola provina lingue straniere solo quel influenze ancora tanto che ranno vor- non priamente pro- estrinseche séguito, e lo stesso in quistione. Sicuro, dei vocaboli Perchè valor quel è non relativo , il segno ha un'idea: dall'essere no quel notorio scrittore che che gli esser un abbia solo viene l'essere dal- ricevuto, di assoluto, che gliviene da derivato evidentemente o co. intrinse- il valore comunemente valore un intrinseco vocabolo un valore usuali, dal far cioè di vocaboli valore , ancora o che vero ci che artistiche, e il gusto dello molto gole' sin- la nomenclatura di le tutte letto il dia- come espressionidelle cui stesse contribuirà e lingua in una , tanto ma rispetto , , , italiano sarà contribuire che partibus 1' uso fiorentini,a cui da nulla air Italia abbia nissimi comu- degliequivalenti fiorentini ; ed boli quellaqualunque parte che risulterà di voca- ha darci modi e invece usare esclusivamente non — parte d'una vocabolo altri intera caboli vo- glia fami- isolato di ignota facile o difficile origine,ossia dall'esser insomma tuitament a capire e a ricordare; dal rassomigliareo no fora parole con cui non abbia nulla che fare facile o no cioè confondere esser a pel significato, altre parole;dall'essere di spedita o di difficoltosa con suono pronuncia, dall' aver grato o ingrato,e da e altre cose canterano fanno il loro simili. In son d' Toscana, uso ufficio tutti comune e due p. es., tutti cassettone e due, e efficacemente;ma lì 215 — dei due, dell'altro,che già, penetrata cT una il valore nazione, tutti quando neir le si chiede non basta sien che già più chiaro capisce perchè spontaneamente assoluto: che basta si non significa.Ora che quel è è intrinsecamente cassettone espressivo — più abbia se comune abbia il valor avvezzi gnifich si- parola una uso ed o no relativo, capirla e ad E il volerla tór di mezzo a disegno per sostituirle un'altra più bella, più buona, più ragionevole, sarebbe una stoltezza;o per dir meglio era una usarla. a stoltezza perchè più volte i nostri vecchi linguai far dipendere dalla vollero convenienza intrinseca il divieto d'usarla,send'una o parola il permesso za ch'ell'era già in uso conto tener ne *)!La riflessiovien d' una troppo tardi quando 1' adozione rola paè stata spontaneamente compiuta, e che oramai l'uso istintivo. Ma è diventato ne quando si tratta è nel caso di parole, che si vogliono, come nostro, adottare volete impedire alla come per riflessione di esaminarle riflessione la prima e di scrutarne , , convenienza? deliberato, volete Quando freddo, a che si adottino per i fiorentinismi fattisi italiani nell'epocadel' « cieco potrete impedire come che qui che ') Di in coda le restano da mi ciò discorre freddamente quel di lingua ed è d'un ch'è bisogna esclusivamente effettivo uso che a Firenze, la Prefazione badare qui è, fiorentina ma del si Morandi, in sarà ben bolario—Ma Voca- quella parte d'uso quanto si propone semplicemente possibile. ciole spic- del Novo che1 », ragioni principaliosservazioni fargli. benissimo non assorbimento di essi ? ciascuno sopra Vili. Ed ora, per finirla sul libro metterò proposito un tivo istin- all'Italia 216 — Die* che egli(p. 222) confutata mente Zendrini trionfai* « Diez, che Ve breve del norma ie in italiano vi si faccia accentato ha lo Zendrini si faccia latina accentata latino la » — Ma uo. e breve Yo il passo dello egli si riferisce *) è tutto un deplorabile da un ingenuo malinteso, e non garbuglio mosso « trionfalmente » altro, se non che giova a provare cui l'uscir dal la pretesa proprio mestiere e con d' una bucce ai più riputatimaestri le propria,conduce non errori tale di rimpiange Morandi l'immatura stesso , quando quel donò mi che il bili risi; che più nessuno fine. crudele e plina disci- a ingegno lo Zendrini, di cui permetto di dire io mi Zendrini di eletto le persone certamente era me anche immancabilmente di riveder Ed al dissi allo discorso suo malinconico ricordo, senza un ( eh' io serbavo come immaginarmi che altri mi costringessea scriverne): Quando il Diez dice che ne, sutor, ultra crepidam! esigilo,inneggia ecc. son le forme popolari,e esilio, — invidia , son le forme dotte , attualmente sian inveggial Intende più usati comunemente dire che se dire che intende non esiglio e i latinismi esilio e pigliatotanto il sopravvento da esser netica divenuti essi le forme Y alterazione fopiù usuali popolare però si vede solo nelle forme esiglio e inveggia. E quanto all'afe e sìlYuo egli non nega che in alcune parole italiane, derivanti da voci latine si è o con 8 accentato, codesto con dittongo o non luppatosi sia sviluppato (come è per es. in bene, rosa) o sviinvidia han , si sia *) Della Università per una ragione qualunque nuova- lingua italiana, Discorso inaugurale letto nella R. il Nov. 1876; p. 53-56. di Palermo 218 — _ il Morandi chia *),e per formularla almeno la era l'effetto non è se che da da vietare e un'altra cuore una a subordinata all'altra che dove voce è vero assoluta è che così di concetto un Per la esempio, di ecc. ad o non una far quando rola pa- nulla; si passa affine ossia , allora il voce fuori resta da che ma essa, dalla norma si passa se derivata un' altra passi che ci abbia non coordinata o avvenir può riuscito pedinare, corona=c8róna; ad voce Il ecc. *).Cioè, ad es. quale pexò gli è non pedata, si dice che è assoluta p. Alla li governa. che non è men certo che si dice genepiede, non ralmente piedino; e se si dice lieto e letizia,è pur si dice fiero e fierezza, siepe e assiepa* vieto re, intenzione. poiché norma se degli altri. Questa tutti i fatti e di formarsi della a certo buona sua la accampa, non esattamente , certo contro più rispose abbracciare preciso stesso è ove dittongo accentato lora d'accento,perchè al- complica un influsso di carattere morfologico o tematologico.Ho detto può realmente avvenir che passi,perchè le cose stanno così, che in alcune parole non passa: si dice novità, direbbe nuovità, piedata bontà, pedata e nessun ragion fonetica colla si , ecc.; in alcune altre passa, e assiepare, fierezza, vietare rezza e oscilla,e molto checché parola, e *) Tutti in sono vetare i in come dice nessun le forme grammatici, fe~ in altre ecc.; tutt' e due uso dicano e ecc. assepare, meno allora risolutamente, che della dietro i grammatici italiani empirici ne parlano. Si veda Osservazion poi anche Diez nel capitolo della Grammatica circa le vocali n. 7; Ascoli, nel già citato Proemio, p. V e V1H. ' ' *) Ne ' di ho pur Cesare toccato risila Tamagni, ' Storia continuata della letteratura da me; a pag. 580. na roma- i 219 — un* — unilaterale osservazione incompleta e regole assolute che formulano parole buonissimo come , dei fatti le ineseguite, restano cuoricino, nuotare non Se si volesse ricercare sproposito. il segreto di queste tante divergenze,si troverebbe forse che la principalenorma (non dico Tunica) è quella che risulta dal confrontare ferità,ferocia, bontà ecc. con pedone (soldato), fierezza, piedone (grosso piede),buonissimo ecc., cioè che il dittongo inaccentato difficilmente ha luogo quando la parola è la diretta continuazione d' una parola latina (/#ritatem ecc.)ie difficilmente invece si evita quando la parola italiana sia di coniazione posta, romanza, cioè commai parranno se assieme vede uno sol in ( non latina mente novissimus, anche non romanzo più, derivati bonus volte , -issimus),ma (-itia, mai detto *feritta o *bo~ parola è proprio effettiva-» la o da nuovissimo , pare di conio romanzo, ci fosse in latino,ci sarebbe ma è fiero latino novissimo come come da si come ), mediante oramai , perchè, se lo stesso in perchè par che buonissimo, facilissimo (latino italiano,epperciò è usuale sia era combinati ma , metallo Alle non buonissimo i latini abbian nissimus. latini, , più ferus suffissi di puro che il latino quando fierezza buono senza di elementi occorre, nuovissimo lo rimandiam facillimus). Molt'altro ci sarebbe a dire, ma a miglior tempo. Qui tronchiamo, non senza prima rilevare la stranissima pretesa $el Mo- randi che » un (p. 227).Lasciando poi una com'è stare tutte sia le un « re erro- ragioni generiche gli avverbj in -mente Essi son posto, comun ragione specialissima. risaputo,dell'ablativo d'un aggettivo toccate c'è del Manzoni ciecamente or ora , per 220 — femminile con l'accento di tutta e del sostantivo principalel'hanno però ne l' ablativo conserva la voce, — sul e, di mente, me com' accento pure, il mens; se gettivo l'ag- secondario se proprio accento: ognuno può sincerare pronunziando, p. es.f placidamente tura pulitamente. La lingua spagnola lo nota addirit- codesto suo beninteso accento in , lo noterebbe dove e scrive fossero se , plàcidamente plàcido e fuor quegli aggettivi di composizione putidamente e putido. Sicché con doppio un In secentista. e seicento ; in accento che è il Morandi un una nel cento sei- scrivesse si ha secentista il Morandi Manzoni il Manzoni iscorgere il perchè non ( sp. ciega- ciecamente mente) sta benissimo, e il cecamente in altro luogo del gode di trovare pedanteria ').Né più oculato è stato scrive come composto, si ha un rivato de- E poi indecomponibile,con un sol accento. ha niente che fare il dittongoet di sei (=zseod) non Vie di piede ecc., bensì è un con un dittongo come risultato simile a quello che si ha in noi, voi, poi ci menerebbe (z=nos, vos, post),e la regola del Morandi suo malgrado all'obbligodi dire e scrivere anche di pomeriggio ! poche per poiché al modo , " Erroneo fatto del il concetto è pure rapporto in cui stieno fa, sta, va, da, dai, dell'uso attuale alla U tra il Morandi loro s' è gì'imperativi gì'imperativifai, stai, vai, toscano (p.253-4). I primi sono e fosse se pronunzia anche cieco come affatto oziosa rispetto resterebbe e perciò la questione e, poiché pronuncia toscana. Ma qui si tratta d'ortografia; ') È ceco; che vero Manzoni che il Toscano scriver seguitò a Altra cosa è cieco,doveva scrivere anche cecità,cechità (sp.ceguedad). camente. cie- 221 — diretta la continuazione regolare e degl'imperativi da; i secondi fac, sta, vade, latini — le seconde sono persone funzione singolaridell'indicativo presente volti alla d'imperativo.I primi sono oggi usati in Toscana solamente dalli da9 né fa che dir stis, sicché moderni i troverebbero farebbe del A in € » seguito le titolo del un 158 p. del 1829 poi quel anche guente, parola se- male di avrebbe che ci ha ve- a lere va- lasciati » tutti certo a da vestigium rider di d'accordoa ha il Morandi escogitata, Etimologico.Intanto egli Y LXXXVI meditare dei Pensieri Leopardi. prosa al scrive e (p.245) ? Disputano i 1' originedi questa voce *), che dell'etimologia da qualche vecchio presa non ogni caso. fa (che segni fiamma cuore o toscano si dice vestigia flammae veteris etimologicirca si ma da derivazione dell' antica veste : iniziale della etimologicamente « la nel de' libri. Ma come comune fammi, darrètta). della dire ma in usati in sono meno la consonante raddoppiare e né più l'italiano è non E ecc.; talora troncare si possono retta, da* vattene nell'italiano odierno e secondi I composizione,come dagli,stacci, o antico 'in di dice il mille volte in Nova quattrocento ». Ma avrebbe codesto poesia», datoci citato pretto latinismo, e «) Vedi Vanicek, « seguitoanche fiorentino dell' o vezzo Vita Dante che da per si deve se un codice nella «edizione titolo sarebbe per da uo, convincersene in lui stare dei mi pri- pesarese ogni basta caso con- Griech. Latein. etym. Wortb., sotto la stig-\e gli autori ivi citati. dice ra- 222 — siderare — primi tre righi della Vita i novo E latineggianti son ecc. pure dà influsso in poesia, favoriti anche fiorentinismi eran ?) e non quando e donde sarebbe entrato*1' uo i che Dante siculo comunemente IX. allora i Fiorentini anche se centralità di Firenze è almeno ha ne non di come detto facile cosa mio a menti, ram- il Mo- me, ha scritto che mi ciò re, sottintende- a quanto la « Ascoli perchè,eh' io parlato.Ma mai avrebbe no italiano dimentichiamo io vero, quello stesso in se avessero (p. 155, 198).Dell' » materialmente egli,forse randi ed V Ascoli che neir venzale pro- ecc.? novo Dice usa e allora ; , letterario ; questione4) in gellare/ fla- a preso dovuto leggerequeste parole:«... a facilitare la diffusione del toscano giovò la maggior che in complesso esso conformità ha col latino specialmentenel vocalismo; e la sua posizione geografica , al lato fa ed il , partecipareche 8 un , l'Alta Italia,dall'altro e da il lessico specialmente per , l'Emilia con d' Italia centro perciò esso , , Roma con che dunque il Morandi ho dimenticato io non nulla ; ma gli è che codeste due ragioni,le quali del resto starebbero quasi altrettanto il e » Mezzogiorno... T Umbria per ') «In quella parte si poco dice incipit Vita Nova *) Vedasi, Del resto, ben del e le Marche della mia libro potrebbe leggere, si quale : j. Vede su di fuorché parlare le opere di Roma , memoria, dinanzi alla una rubrica,la quale piace, i miei Saggi Critici,p. 520.— dove , della per ». ciò, se si badi trova e ci fa da spia la ortografiadei manoscritti Dante, ma non di un' i suoi autografi. poiché ci mancano *) Saggi Critici, p. 441, nota. rima , antichi ortografiadi siamo postenenti con- Dante, 223 — quanto prima v* è X. simil una Dice causa p. 264-5 a quando ci fu la splendidasupremazia da Fiorentini;ma dei non cioè la somma, e sé con che io sero val- e concomitanti cause come poterono bensì valere la Toscana, per — causa raria lette- valgono poco, ed oggi la quale possano spirare. covolli intendere non un te veramen« Ma ragionamento,e poi ripiglia: eh* eglinon abbia ho detto troppo, affermando teso inintendermi. In un altro scritto... egli m'ha certo suo io voluto bene, che tanto eh' io addussi sicurezza Quanta viene Egli così si il Caix già contro del ad del medesimo serve... fatto suo, mento argo- contro e ». anzi del fatto altrui! di contradizione accusarmi lui me insie- di plagio,sopra una semplicesupposizionepeggio che gratuita e peggio che indiscreta. Chi ha al sig.Morandi che io avessi letto il suo detto ticolo ardell9 unità della lingua rispetto alla commedia (donde avrei secondo lui tratto quel ch'egli il suo chiama argomento) quando nei miei Sàggi Caix ? Il suo articolo io l?ho Critici disputaicol prof. letto la prima volta in questo stesso suo volume, dove egli rivede le bucce a quei miei Saggi ! Prima e , di trovarlo in questo volume, io non sapeva no nemme- da saqueirarticolo esistesse ; ed ho ancora pere lo avverte poiché nel ristamparlo egli non diamine egli V abbia pubblicato per la prima Certo però non nella Nuova Antologia,o in che , dove volta! , un'altra diffusione certa una il di rivista di non aver quel suo altri miei quelle che e immancabile. io ribattuta articolò , danno contradittori,né Sia delle nessuna là dove ad ribattevo notato mai un. come articolo si sia, objezioni quelle degli sue il mio accor- 224 — do lui con mentre alcuni su avevo scritti, lo avrebbe di punti qualche importanza, all' occorrenza citato pur — altri far accorto dovuto che E capolavoro m'era proprio sfuggito. fare l'ipotesi, almeno per cortesia, che si fosse incontrata una sua, altro non se il Morandi supporre del sua ! In manzoniano è non che Carmagnola suo Lettera Chauvet, a del mia gomentazione ar- con fa che ! tutto ! suo questo poi il Manzoni cenno Adelchi suo contrarono s'in- articolo un della e questa lettera al in pubblicata? ha non una ? Ma termini appunto che il Morandi Casanova poi come signormio e suo pareridi Perpetua fuorché ! Ah fosse passato inosservato quel inavvertitamente Cardinale quellidel con poteva i come suoi «Nel 1820» in Patrovandomi « quel padre incorrotto scritta,in rispostaad un critico corrigi,avevo dissertazione in mia tese (T una tragedia, una francese... Queir opuscolofu poi pubblicato,qualdal mio illustre e pianto amico che tempo dopo di quella traduzione una sua Fauriel, insieme con di un'altra ac e tragedia, che, tutto insieme, cornTeatro il mio tragico» (p. 14). pongono diceva « « « « "r « , Ma Questo sia detto pregiudizialmente. è che mia il Morandi copia diversa! certa » arricciati non forma, del resto in avrebbe sono anche tà, è in real- il Manzoni » avuto Fuso in in « baffi tava mu- ricciati ar- bisogno fiorentino di tuale at- questa precisa in origine,già si sa, come inanellati ecc.),ma oggi- punta parole fiorentine lo condo se- fatto estrinseca, af- quando consultare, per questa mutazione, : essere ne sua, all' estremità baffi inanellati in punta della consonanza che dico Io dovrebb' , una nopostante una « che la osservazione il piti bello sono , 226 — pensiamo Tanto è un E arabismo. ! per no in ? Sapete il toscanesimo antico un scritto avere che sciocco anche si sia dovuto di Firenze antico un cifra e espressione che noi attuale uso un' così usare è i Fiorentini che e dopo ! correggesse sono diremmo T sciocco romanziere oggi un se che baggèo Italiani che noi quanto pensiamo noi antico tedeschismo, fiorentinismo, guerra — più soplice, sem- con consigliare dove invece il toscanesimo mincerebbe co- attuale ? , dicessimo noi Quando minestra sciocca brodo , sciocco, nel di minestra senso scipita ecc., perchè è realmente fisico, questo significato quest'uso particolare, sero specialedei Toscani. Ma se i Toscani l'avesdivulgato ab antico in tutta Italia,noi adesso, in astratto la prima origine toscana pur riconoscendone lo adopreremmo abitudine tradizionale per , nazionale, C è in è che m' ha miei in contradizione ho mostrato a appartienead mi strada di credere p. 563-4 misi a nuovo che ho fare lo me ! ).Ma saggio disdirla , sarebbe Ho spoglio dei a cui stato l' insinuazione il Manzoni e il Morandi beli' Promessi a p. il fogliodi stampa un 563-4 a pezzo, per e settantina arrotondando fatta : giustificazione Sposi le p. che io dei fatto af- sbandisse tirato da e egli (« una bene p. 457 A sta, la falsità di code- però una 1873, ed spettan quei sessantatre sorpresa il Morandi ap. 196 in nota, certo per davvero dimostrato già era mia , si fa come d'avvedermene. scritto del uno quellapagina T altro fatto da , caduto al Manzoni. così, accusa contenente con stesso me son (p.196-7) sulla egli,mentre diciam quando con di sorprendermi la manìa , Saggi la p. 457 Morandi, ha mi ? Non discorso questo bugiardi*). una messo T il in contradizione co' testimoni 1) Ma alla Toscana. pensare contradizione Gli pare. senza porre com- ci trovai » il computo p. 563 457. Del dice già si richiamasrimanente , 227 — In XI. checchè nelle lunga una bella e nota a V mantengo che interrogazioni(chefa egli il Morandi? attuale,sebbene il lui modo stesso che come sporre, e ecc. ecc. , sce glisi sostitui- 'gli.I qualiultimi non sono egli;allo o egli,ma stranio,ta' estraneo, tali esporre, che stesso e' salvo è es.),dell'uso p. sempre ma , fondo, di certo, lo in non s'è creduto da molti come che vero il Mo- eglinon , sia 13*4 p. io il Morandi dica ne toscano sono — insomma sono lo stesso per questo si direbbe non che parole usuali. Il fatto è che quando diciamo egli di e' sa, Jgli studia sa, egli stadia, e perfinoancKegli, in cambio anche lui,noi facciam prevalerela tradizione letteraria sull' uso A proposito di questo benedetto toscano presente. pronome, ecc. sporre son — il Morandi frantende dicano non leggiamo i classici leggere mai scacciar mio quel al nominativo. che r e che dire voluto p penna? »; noi antichi trovarci dalla nostra , a , adoprano perciò subito passa il Machiavelli rentini i Fio- sempre lui lei loro al usa sempre a potremo il Morandi dà a s' io avessi come Vegli nominativo, il lui mai e catechizzarmi, a sia pur l' egli,non Ora, mente. dire: seguitando affatto arbitrario senso un e volevo e de'Toscani, ma i classici E c'importache quando a, noi tutti l' egli, loro grandi antenati,ci viene dei alla e toscani questo s em lui nelle opere bocca che : « rinarmi pretesto a scio- trae ne , sulle labbra Vegli in morto parole,e che altro più sempre spontaneo mie inutile. Io dicevo lezione una che alcune m' insegna e che e anche registrache gliantichi fanno un tale uso, e cita anzi della delle Lingue Grammatica Romanze del Diez il «lib. IV, sez. 1, così bella aritmetica, cap. Ili,§ 3 » (mi dispiacedi sciupare una il Diez ma dovea scrivere il Morandi solo ch'è notare questo che suo leggere letto lui, lei degliscrittori dove Boccaccio per ecc., pochino più e Dante lo che meno il di lui 1 dal fiorentino discorda « io,con da io dovrei ermeneutica sua , e senso che Boccaccio « gì"Italiani ! ) ; creda io volli presente moderno, co l'Ascoli,dimenti- letti sempre son che creda classici nel tenerci eglidica che ecc. nel sempre equivoco il suo; mero anche (a seguire la » un Creda § I,n.° 3!).Troppo incomodo! :.. dopo (p. 198) Dante, taliani V ho antico poco che stato l'efficacia il fiorentino benché invece » che ora non tutti gì'I- intendere fanno il Machiavelli quanto lui,accorgendomi benissimo Diez, me lo perdoni, l'ho tro al- letto forse dei un 228 — riferisce randi confuta e — mio periodo dov' io dapprima toscaneggiava per un , che dico il Giusti, che istinto,dopo eh' ebbe mero continuò Egli che oppone del mente farlo a Giusti, anche convinzione per tanta teoria non che questi «era e zoni, col Man- amicizia stretta ca. teori- rimase e eh' io ^ico è che lo sentì Giusti , quel ; ma V influsso del Manzoni certo molto pre, sem- diceva egli stesso troppo modestamente lo nego orecchiante » 4).Ed io non come un in anche tutto nella mai entrò nel modo più , cui dopo parlò colloqujdi Milano, riservato con ne' vivaci dubbio senza discorso confronto il famoso che Romanzo, confermare tendenza. Certo, da il Manzoni mi comitiva, che ha i il , lingua si sarà anche del edizioni la già dispiegata Giusti, orecchiante, avrà seguita orecchiante s' è cui di delle due Giusti nel — n' è prova come fecero dovè religione ove ; appunto perdoni l' irriverente si sa, assai di il e — uno come po, zop- segue paragone, una accompagnato, zoppicando. Già si ogni scuola letteraria,ogni partitopolitico, ha ogni gradazione e ogni tinta ogni setta religiosa, di proseliti, ha i suoi teorici,ha i seguaciche sentono più che ragionare, ha i prudenti,ha i fanatici, furbi, e Crede il Giusti così poi il Morandi nel campo almeno colpa toscane, volta. in di certe *) Come quello che via. poi era, che del parte, tirato per forza io abbia Manzoni « alla teoria buire, poter attri- per manzoniana » la po troppo popolarie tropsguajataggini, del Giusti. Ma, il Giusti il Morandi sia ce stato lo lasciando troppo modesto spiegheràcon che, stare a comodo darsi se per un' altra — e* è vizio di cui credo dichiararmi immune, fini sistematici delle la stato sono io intrinseca pratica che E — che senza egli il primo la tra finisce con V accusarmi queste parole d' avvertire colui il quanto quale , della venie intorno dalle il era lingua, i Promessi chi : « della teoria (che ai fatti) con e' è bisogno che perfino nota sua prova vi" manzoniana alla storta ceduto fossero Sposi ? Lui, stato una , avesse è il fatto dir cosi lingua! sulla Non la e nientemeno stato violenza Giusti per , Manzoni questa sia notabile giustezza alla che di far finità stretta af- una relazione sua quale incomincia circa È egli poi sa ! Il contradittore: [dottrinadel ! la sincerità e mio trovare davvero trovarla il Morandi al a il Manzonijstesso, nella a fatti dei domando del Giusti ? No il terzo presunzione possa quello di alterare per è realtà impressioni,io che 229 opinione guastati stati correzioni». XII. 291-2) A proposito del tra e ribatte egli fra (p. pra (v. qui sola prep. fra sia sparita a p. 84). Egli crede dall' uso fiorentino perchè si confondeva con fra di frate. Potrebbe tronco anch' essere la spiega: zione è cosi bisbetica come forse parrebbe agl'innon esperti. Ma nell' uso italiano la prep. fra è sparita ciò che noi abbiamo ne scritto , forse ? Quale dice ? Chi ? Che mai la : « « colto ci sente o « sua non 1' ombra dicesse confusione è un la scrive non pur il Morandi se temere « Italiano fatto frate comune la dell' affettazione mo dobbia- davvero che con non e io , a sponderei gli ri- tutte le di parole di più un numero lingue,1' avere gran significatia distinguerei quali basta però quasi del discorso ? » ( cosi il Morandi il senso sempre , 230 — stesso a p. poniamo : « 296). Del rimanente, io non fra Jacopone e il Morandi la solamente » ecc. ; abbastanza avrei nessuno ore»,' male, suona sarebbe come ai in fra « abbiamo lettori mai franchezza e non » al* stato il fra quando sonerebbe il mune co- ne Jacopo- tra « adopro quando di v' è essendoci come il tra , nostri ! Insomma Me nome direi mai il Morandi e me le tasche adopero e fra « direi e , scrupolo, non frate di il tra patria » dire a ma rotto cun — in fra tra "c tre male, suona ci scortesia re cor- sche. frateluogo a confusioni Nei casi indifferenti adopro quel che mi capita. che fosse già Non risusciterei il tra o il fra », darebbe quando o , morto stantìo e i suoni all'uso omaggio per non ma locale di Firenze nell' uso entrambe radicatissime utilissime ecc., di variare il modo avere per , una ammazzerei in delle due voci, nazionale comune quella variazione. portunamen op- Il e valore, nessun soppressionidi parole anzi T inopportunitàdi certe dente eviuna preferenzeassolute di altre, sono prova di esagerazione in quel principiomanzoniano da cui tali soppressionie preferenzelogicamentederivano. Un far camminare tempo i puristi voleano i manzoniani molte parole morte no puri voglio; ora delle parole vive. Io non strozzare né recerco surrezioni e di morti Fin qui de de ? 0 Ma davvero fu forse consiglierianche con si, se la sua solita si considera e' è in questione anche ingannato questo, dolcezza che una del fra come il Manzoni si sarebbe il Fanfani il Novo in ritto, di- question di fatto, questo fra neir morto « di vivi. strozzamenti la trattato jure. È re. ho né di Firenze uso » dai suoi espresso ?! Parrebbe Vocabolario, e di non 231 - so il Morandi come fra forma come ci abbia non come forma a certamente tra , due i se il fra come per ricordati o del autori che sarebbe ciò 4L italiano «e anche « belli» registra più mandare ri- senza comune ; anzi verà èvtauxwv,arrircsptTcXoj/ivwv dovrà dire : vedi fra. Che , a usualissima, e il Vocabolario quando badato , normale tra a — Vocabolario avessero distrazione, per non non fosse una nuova dell' mantenuto essersi accorti ze, attuale di Firen- uso del prova quanto l'uso « esiste!)sopraffatrionfalmente il più accorto che Fiorentino gli si ri4). (che non . E che questo il Morandi \cui additai fa mi p. 272. a per forme spesso ecc.)che nella il Morandi S., dice che interpretatoil valore,giacché esse al Manzoni volontarie e fiorentino. dire se : Ma pure. queste forme che si dice resterà letterarie all' io zione edi- ho male girono sfug- « sviste» c" e non attuale uso questo a sempre fossero quella gran stridessero se ne certamente mere rarie lette- seconda io ribellioni consapevoli Sia stonatura furono », osservazione' Quelle anche sopravvanzate P. un'altra contro chi, sovente per come dei vale stesso in tanto una , moderna, prosa al Manzoni di tutto in sfuggite parecchie sarebbero ne come così minuta revisione una il libro tante in e , edizione riveduta? 1) Parole così: « « « Io vorrei (Proem., un dal della p. VII in nota):parole d' oro. particolare a cui ilMorandi accenna caso , sapere dipendenza » (daltoscano recato ristampe curata ac- 2). dell' Ascoli *) In quanto poi ad e D'Ovidio, dove che abbia cosa parlato)« è rimasta a giovato siffatta in- quel luogo la frase: « avere del cap. a cui XI.. con- 232 — E intorno qui terminiamo relegando quaggiù 4).Terminiamo « 4L fidare in al libro del pochi nota dolendoci », io » altri che Morandi appunti in ; ciali spe- di in- luogo rispondereiche l'intonazione quella frase appartiene,e cui a segreto un — del periodo del discorso tutto di cui quel periodo è l'esordio,è un'intonazione, per così dire, eroicomica; la sua nella quale il cui può aver diamo avuta ragion d'essere. Ricordelle più gran il periodo:€ Una consolazioni di questa vita è T amicizia: a cui confidare che parso e p. 21 4-5 differenza il Morandi sta nella accenti, ha in ricominciò ; mentre il M. in che frase in codesta come li Don dato comune 4L — alzava : che al 229, la faccia il Manzoni a non volesse specialriguardo visiva o non della frase i in cui — era sillaba due come Tedeschi)sul air accento p. 250-1 A nota » poco che che cap. — tal prima dopo quale credo è « alzava è detto alzi il viso. che Sennonché, che « di a terra, credo che adopra viso ecc. volto,se approvandola si mise fatto il Morandi » guardava , detto che il Griso D. A. « la mutazione il viso sudicio A p. 45 riferisce in avrebbe il viso del frase l'espressione più seguire l'uso toscano, momentanea la iscansar- per accorciata ; io essere più rilievo il possessivo sua! Il era figlia dice inutile I)in dev' in del corpo l'abbia Rigutini che alla funzione visiva la ha ragione della testa, che pasto (lavarsiil viso, avere tutto La occhio un per scansarli (D. Abb., » più opportuno è dato occhio un replicache, siccome così in cui anteriori lasciasse piace che occhio p. della ragione direbbero soppresse. il Manzoni al Morandi meglio a correggere: rincomincia, rincomincia bisogno di mettere quella che nientemeno avrebbe un A lontananza c'era dire Abbondio... avrebbe la le sillabe ecc. altrove frase a (ibravi)»; minor o esser pensò che lì,meglio che altrove,la sua figlia con quelle distinzioni ecc. » (cap.IX) ci « trattata Rigutini preferiva 4L Ma ecc. — l'articolo,che ; usa fretta,leggiereil più possibile nella sarebbe lasciò il Manzoni rispettoall'accento : un preaccento ( Vorton cioè s'accalcano che maggiore al Manzoni può ha. esso che nota queir avere è mente periodo quell'ariaironica- ricominciò, ricominciava iniziale si trova rin- il cui al che sentimentale e dell1 amicizia Dove ». conferire cospirasse a invece poi segreto un solenne 1) A delle consolazioni una e ) senza cioè sia la mutazione la lanterna di- 234 — — 289) abbia voluto, con aggressivo,costringerciad una a cenna ed fare un p. polemico di difesa neces- dal Morandi : un cangiò nal e. XXXIV questi osservati coir (ib.),pe'(XII; sempre per i),su (sempre cambiare, del resto), strumento (mus.; gli (XX), ricapitare (IX; di solito recapitare,), Alta d' sente V ),familiare (Vili,IX ; di solito famigliare che di prolissità nota (p. 243) nel periodo : Italia) Un momento L' innominato € legò anche quella e detto al lettighieroche sono , — , lì stesse fece entrare dove tutti pome mia? Tronco riferisco a » p. 267, non riferir tutto mi non 4L la Grammatica € E « « « « E « a prima due e si valsero scrivere sieno il Rodino siano « rispondereia uomo di io cittadino , adoprare secondo Rodino vocabolo un luogo è quello di a i Toscani, per amore novo ma tutto che dire sono scrivere avvezzi della ! Sulle si deve chi diceva e a pronta prime fare tai libro» un è per : dire, se i moderni». moderni non giungere un a avvezzi sono scrivere, novo, poco a ; e in quello del solo alcuni ma unificazione,lottiamo peneremo conveniente era similissimo a gramma- sia sciocchezze non ecc., di se , primo luogo me corispettabilissimo gì'Italiani nuovo del- in sermoni, , tutti son che non le nostre il Rodino che siano*. siano e se Nel- « di sognare vecchio ragionamento un , qual duro meno Sieno della seconda piene tutte d'un e , come e fossero vecchio un del lettore, e opuscolo « di nel Romanzo: comodo ! Parrebbe tiche parlando ma consigliagì'Italiani non che solo fa d'un più gli antichi,e queste sciocchezze — riferirli il Mastrofini: « » di per cosi secondo anziché allora randi il Mo- osservazione: questa questa ragione, per che rimprovera li cerchi se fors' anche mi — tutt' par per altro Non dice : Infine,quando il Morandi Rodinò..si legge: €Sieno meglio che in nota, voci buone studiare dell' autore del poi sotto, la « li vuole avvezzare. posso sole osservazioni. , comodo con mi nei miei due con disteso per entrò., . l'esempiomassimo passi dei P. S. come perchè non intendo i perchè chi accennarli certo se tasca, apri. — dunque monchi « Ma di Saggi (p. 133),del cap. furbi che agitato si quando han 1' animo la prolisMa dove metto sità glialtri uomini dei si tratta tradiscono a XXIII. del cap. " ecc. chiave una quello,che già accennai sempre XV, si levò aspettare, a tra e cordemente con- loro, dunque perchè tutti vano scri- farglielaintendere; all' unificazione ! 235 — — sita un modo, ogni di po' belle risentita buone libro. suo dovere il sentiamo e il contro di ed osservazioni Il quale ripeterlo, è è ad ricco poi tutto cui pienamente penetrato com- , del « grande amore in » , concordiamo a libro quel che immortale , « luce nuova, è , sole nuovo » della novella Italia. stato 35 p. Anche — cattivacci, l'epiteto che (XXXVIII), d'averlo p. il 41, senso Maggio ha che Rosa in Crusca, dà questi esempj noti ivi nel tanto 1/ giornaletto un d' tra senso per del verso Il tale del il Rosa io li vidi eh9 Senza loro a in ben (gli occhi prima far un* mossi non (Petrarca, Canz., zoppo vecchia aggiunge Laura) orma. p. 1 .*,canz. 8.*), vede. il cieco affretta Vormeì di (Chiabrera). E Yorma nel Insieme si ricorda Che E risposero, il serpente il persino senso feruto a la coda ài piede; questi testi: fai norme in forca fesse, l' insieme restrinse in orme. - (Dante, Inferno, XXV), Egli riman, Por orma che o trar a lui momento non si in concede altra (Tasso, parte Ger. il focolare alla rimandare è Cinque osservato grillo passo, E : Poi Il di passo. benissimo letterario, orma pare correzioni censurato al mi potini ni- i Lombardi. nel già suoi edizione, in ha ai Agnese muti Oltre Lendinara), esempio un si orma pie mortale). 1879, che lezioni dà seconda frequente anche orma di di : Si — (orma Gennaio più riga 4-5 rig. Sig. Ugo (1 assai sentito nella conservato 39, terzultima p. CORREZIONI. E GIUNTE Lib., XVI). 238 — E che dì orma raso il Rosa taci? orma dell'hnbonati versi in morte luce limpida Dentro al Manzoni, : vederlo Miparea . familiare poi molto questi due con . . A fosse per passo lo prova — a • . venire me . e Solo d'Ascra Esulando venian le destre Con (Omero) esso con fideamiche le vocali la mal e certa reggendo. orma è tanto 41; prosastico.Ma dall' esser Sposi da me luogo dei Promessi più significantein quanto è un luogo esso sfuggitoal Sig. Rosa io certo non dedurrò abbia mai Ed io v' ho ora riferito a che p. ch'eglinon d'una chiusa del suo letto anche p. cosa, buon don Alle fatta nelle — » correzioni egliha non subito: ha che aver badato aver benissimo a tenermi così si facesse no era- tito quando impazienentrar Fatelo ». l' innominato entrar rughe dice, senza già aspettato troppo ed lagrimevole e tragica. dall' aggiungere quella al Cardinale : « gola sin- una gli recitata- tinta di scherzo, so Ora può nella lista funebre cosa che si non in edizione diceva troppo aspettato ». entrar e nella cattiva dimenticarsi una*certa in bocca recisamente (XXIII).Nella prima libro af eano parole messe ordinò un dandomi Sposi;ben ricor- letto i Promessi Quelle parole « po' sconvenienti buone , eglimostra cioè articoletto, Abbondio perciò un il di cui ripetutamente parola di esso. 43, rig.9-10 da aggiunto tosto: di stile: a già telo Fa- 239 — p. 66, 3 Un — senso un con e « riga altro penult.della nel è avventura per avanti, a' ecc. 66. p. 68, riga 3: tassi stassi 8: buono buon ib. riga p. 71, riga 17: criminale, fXV) p. 72, quartult.deltesto: VII (VII) p. 80, riga 13: seguito dell' seguito 86, p. 5 nota Ammenoché — in languida reso questa volta, di (XXIII) = (XXII) . 89, riga 8. p. 109, riga 20: p. Ili La ?*— dar . quel triviale come quel un di e può amante nome da p. 214, E — . porta, andò si trovava voi quando — . . dosi veden- ». sarà suo suono e par e per fatto la per E si badi Ma 9 al testo. Io ho dialetto nese mila- l' impressione di per del governante ancora: indipendentemente altro, apposta melodramma, r. partito dal certo fra Galdino. a conduttore; — il 19— e si , si sa, un prete, ro Artu- come ecc. primo quel 224, riga penultima: da quel personaggio, premettano le lette virgo- riga. riga 19 mi il mendico come in quasi contradittoria parer 123, riga 18; e p. 124 alla sta po- giunto soprag- vicina, dove stanza si badi: Manzoni Perpetua fosse felici: non conduttore, E scemo; bella a il povero. iu nota dall' umore bargello alla vostra ostinato come produce, pel nome p. . questo. Il dir nel p. messo nella gli di mal malincorpo a = rimarrei p. esso che d'un compagnia XV) l' espressione dell' oste, che anzi l' imbasciata far a rifiutaste, io mi per in « il cardinale ciò s'era abbia non Aggiungi quest'altrecorrezioni — malegambe voluto soddisfazione avventore, capitar Renzo p. 87 sentir che non nuovo un insolito * criminale: il Manzoni modo ». a' avanti p. nota: XXXIII: cap. più forte, il terrore avventura per — si muti come in il. si sa, (come I N D I C E. Prefazione La pag. lingua Promessi dei Sposi I: Fra A. II: Un Galdino dei passo dal imposti ed A. alcuni Ili: Una Saggi dello Zumbini cristianesimo passi d' dell* Ascoli lettera all'arte altro un intorno* ai IV: Due del brani dello A. A. V: VI: Alcuni stile critico del Critica L' e allo 115-125 del stile alla intorno libro Due Letti del e dalla 127-134 » 135-141 Persico » 143-150 . ael questione T editore » zione esagera- Morandi, della ed lingua mario som- esame .... correzioni autore richieste dei 97-113 ...» intorno Amicis » na; manzonia- popolare periodi della Giunte De 21-95 miti li- Manzoni A. » . , Appendice 5-20 hanno legge per adempito la tutela della a tutte » 151-233 » 237-239 le formalità proprietà letteraria.