PIANO DI ZONA
.
Sistema integrato di interventi
e servizi sociali
2012 – 2014
AMBITO TERRITORIALE DI TIRANO
Ambito territoriale di Tirano
APRICA
1.601
BIANZONE
1.277
GROSIO
4.610
GROSOTTO
1.611
LOVERO
673
MAZZO VALT.
1.046
SERNIO
501
TEGLIO
4.736
TIRANO
9.221
TOVO S.AGATA
627
VERVIO
211
VILLA DI TIRANO
2.976
Abitanti al 31.12.2011
29.090
2
INDICE PDZ 2012 2014
INDICE
pg.3
CAPITOLO 1 - SCENARIO
pg.5
1.1 PREMESSA: la programmazione sociale e la crisi del welfare
pg.6
1.2 FENOMENI SOCIALI IN MUTAMENTO:
pg.9
Minori e famiglie
pg.9
Rischi ed opportunità per i giovani
pg.17
Disabilità e non autosufficienza
pg.21
Povertà e vulnerabilità
pg.23
Immigrazione e diritti di cittadinanza
pg.25
CAPITOLO 2 -DIREZIONI DI LAVORO
pg.29
2.1 PRIORITA'
pg.30
2.2 MANTENIMENTO E SVILUPPO DEI SERVIZI IN GESTIONE ASSOCIATA
pg.42
2.3 SNODI PER L'INTEGRAZIONE
pg.51
CAPITOLO 3 - LE RISORSE DEL SISTEMA
pg.61
3.1 IL QUADRO DELLE RISORSE
pg.62
3.2 LE RISORSE DELL'UFFICIO DI PIANO
pg.69
3.3 LE RISORSE DIFFUSE
pg.88
CAPITOLO 4 - LA GOVERNANCE E LA GESTIONE ASSOCIATA
pg.115
4.1 L'UFFICIO DI PIANO DI TIRANO E IL MODELLO DI GESTIONE ASSOCIATA
pg.116
4.2 L'ASSEMBLEA DEI SINDACI E IL COMITATO POLITICO RISTRETTO
pg.122
4.3 LA COLLABORAZIONE CON IL TERZO SETTORE
pg.125
CAPITOLO 5 - MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
pg. 129
5.1 IL SISTEMA DI VALUTAZIONE
pg.130
APPENDICE
PG.133
3
4
CAPITOLO 1 – LO SCENARIO
Nel primo capitolo del Piano di Zona vengono forniti alcuni elementi di lettura di
fenomeni
sociali in rapido mutamento che rendono necessario ridefinire le politiche
sociali e
il sistema dei servizi. Una necessità aggravata dal quadro economico
complessivo e dal taglio alla spesa pubblica che, come indicato dalle Linee d’indirizzo per
la programmazione sociale a livello locale per il triennio 2012-2014 emanate dalla
Regione Lombardia, ci spingono a
focalizzare l’attenzione sulla ricomposizione
istituzionale e finanziaria degli interventi, delle decisioni e delle linee di programmazione.
5
1.1. PREMESSA: LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE E LA CRISI
DEL WELFARE
Lo stato sociale attraversa una fase di grave crisi determinata da un quadro economico
internazionale di forte instabilità e da un sistema di welfare italiano già debole e frammentato. E’
cosa nota come il sistema di protezione sociale in Italia sia tra i più deboli d’Europa con
un’organizzazione degli interventi assistenziali che non è diffusa in modo organico su tutto il
territorio nazionale. Il deterioramento delle condizioni di reddito e di vita sperimentate da un
numero sempre maggiore di famiglie non fa che aumentare le disuguaglianze e il rischio di
conflittualità
sociale
imponendo
la
necessità
di
una
profonda
revisione
dell’assetto
e
dell’orientamento dei servizi sociali.
A partire dalla
legge 328/2000 si era dato corso ad un primo investimento significativo sulle
politiche socioassistenziali e ad un tentativo, non pienamente realizzato, di definizione dei livelli
essenziali delle prestazioni assistenziali. Questa legge quadro aveva inoltre individuato nel Piano
di Zona lo strumento elettivo di programmazione per gli ambiti territoriali.
L’esperienza maturata in questi anni, anche a livello locale, ha dimostrato che è possibile garantire
un assetto di servizi e prestazioni essenziali e di qualità (un esempio che sarà approfondito in
questo documento è quello del Servizio Sociale di Base) e
di strutturare un’organizzazione
fondata sulla compartecipazione delle risorse umane ed economiche che può garantire maggiore
uniformità ed equità nelle risposte (l’Ufficio di Piano).
Tuttavia la difficile situazione nazionale oltre a porre in evidenza i limiti del sistema complessivo,
penalizza il welfare locale su più fronti: quello dei finanziamenti specifici per le politiche sociali e
quello più generale dei tagli alla spesa pubblica. Solo per dare un’idea dell’entità dei tagli ai
trasferimenti dedicati al sostegno del welfare locale, si segnala che il totale dei trasferimenti statali
e regionali destinati all’Ufficio di Piano di Tirano passa da un 625.674,00 euro erogati nel 2008 ad
una previsione per il 2012 di soli 224. 694,00 euro. Una progressiva riduzione dei trasferimenti
che è stata parzialmente bilanciata dall’investimento di risorse economiche sempre maggiori da
parte dei Comuni dell’ambito territoriale di Tirano (capitolo 3 “le risorse del sistema”)
che si
trovano però in una condizione di tale ristrettezza finanziaria da dover governare al proprio
interno una difficile conciliazione tra i diversi compiti e priorità a cui sono chiamati.
A questo quadro economico si accompagna un profondo mutamento della società, determinando
una combinazione di fattori che può mettere in crisi lo stesso modello di welfare faticosamente
costruito, anche a livello locale, attraverso l’esperienza dei Piani di Zona. E’ un momento in cui “i
nodi vengono al pettine” e in cui, sia a livello generale che a livello locale, si impone una revisione
delle ordinarie modalità di intervento ed una inevitabile contrazione degli interventi e dei servizi.
Come accennato, con i Piani di Zona i Comuni hanno sperimentato la possibilità di programmare
in modo organico un sistema integrato di servizi che ha ridotto le disuguaglianze tra diversi
territori, ha aumentato il livello di conoscenza dei bisogni della popolazione e ha consentito di
finalizzare più adeguatamente le risorse.
Se in precedenza l’obiettivo era quello di implementare e razionalizzare li interventi sociali (i primi
due piani di zona) e di governare la complessità in un’ottica di maggiore integrazione (il piano
appena concluso), la quarta generazione dei piani di zona si trova di fronte alla necessità di ridurre
il portfolio dei servizi gestiti direttamente e contemporaneamente di programmare le politiche
sociali in un contesto connotato da maggiore incertezza (a causa di cambiamenti più imprevedibili
e repentini) e maggiore conflittualità (per l’innesco di una maggiore competizione per le risorse).
6
Un’incertezza
che può essere affrontata
concentrando gli sforzi su alcune problematiche più
rilevanti e condivise, cercando nel contempo di tutelare alcuni diritti fondamentali (si pensi al
diritto alla salute, alla casa e al lavoro) e il divario crescente tra la domanda di servizi e le
possibilità di intervento.
Le linee d’indirizzo per la programmazione sociale a livello locale per il triennio 2012-2014
approvate dalla Regione Lombardia nel novembre del 2011, indicano che “per affrontare la nuova
fase di welfare si rende necessario focalizzare l’attenzione sulla ricomposizione istituzionale e
finanziaria degli interventi, delle decisioni e delle linee di programmazione”.
A partire dalla contrazione complessiva delle risorse pubbliche a disposizione, la Regione
Lombardia sembra proporre un cambio culturale sostanziale, che può prendere avvio da un
allargamento del perimetro d’azione tradizionale dei servizi sociali e dalla promozione di una
maggiore corresponsabilità tra i diversi attori della comunità locale: istituzioni pubbliche (la stessa
Regione, le ASL, la Provincia…), terzo settore, privati cittadini e mondo dell’impresa.
Secondo questa prospettiva il Piano di Zona potrebbe essere uno strumento a disposizione del
territorio per favorire la connessione delle reti, lo sviluppo di una maggiore coesione sociale e
l’utilizzo concertato di risorse economiche ed umane, evitandone la dispersione in microinterventi a basso impatto o ad iniziative/organizzazioni sempre più piccole, specializzate ed in
concorrenza tra loro.
Il Piano di Zona 2012-2014 dell’Ambito territoriale di Tirano si propone quindi di identificare, a
partire da una breve analisi di alcuni fenomeni sociali in mutamento, alcune priorità d’intervento
attorno alle quali far convergere le energie e le risorse di più soggetti, sperimentando ove
possibile approcci innovativi ai problemi evidenziati.
I Comuni dell’Ambito territoriale di Tirano attraverso l’approvazione di questo Piano s’impegnano
a garantire i servizi minimi essenziali,
a contrastare la riduzione delle risorse attraverso il
sostegno della gestione associata dei servizi ed intendono sviluppare processi di integrazione e
collaborazione con alcuni interlocutori chiave per affrontare alcuni grandi problemi.
A conclusione di questa premessa pare utile accennare alla collaborazione tra gli Uffici di Piano
della provincia di Sondrio per l’elaborazione del Piano di Zona 2012-2014.
Anticipando quanto previsto nelle linee regionali e in continuità con quanto già sperimentato nel
precedente triennio, i cinque uffici di piano hanno partecipato a un percorso di accompagnamento
condotto dallo Studio APS di Milano ed organizzato dall’Amministrazione Provinciale.
Nel corso del 2011, un anno caratterizzato da una grande incertezza relativamente sia alle risorse
disponibili che agli indirizzi di programmazione, il gruppo di tecnici ha lavorato sulla condivisione
dei quadri di riferimento, sull’analisi di una prima rappresentazione delle maggiori problematiche
sociali specifiche di ogni territorio o trasversali e presenti a livello provinciale, condividendo le
informazioni, le conoscenze disponibili e i framework interpretativi.
Queste prime ipotesi d’identificazione delle priorità sono poi state confrontate a livello di ambito
con gli amministratori, con le altre istituzioni (ASL, Provincia, Azienda Ospedaliera) e con gli
organismi del terzo settore (prevalentemente nei tavoli di area) per arricchire la lettura dei
fenomeni, focalizzare con maggior cura le problematiche individuate e valutare l’impatto delle
azioni intraprese nel triennio 2009-2011.
I risultati di questo processo di confronto e di consultazione sono poi stati nuovamente condivisi
dal gruppo di lavoro ed è stato elaborato uno schema base, poi
sottoposto all’Assemblea dei
Sindaci, per la predisposizione del nuovo piano di zona comprendente le direzioni di lavoro e gli
snodi per sperimentare processi d’integrazione interistituzionale intorno a specifici problemi.
Il percorso ha così offerto l’opportunità ai cinque uffici di piano presenti in provincia di Sondrio di
avviare, fin dalla fase di elaborazione del nuovo piano di zona, una riflessione rispetto ad un
7
contesto più ampio del proprio ambito territoriale, avanzando ipotesi di collaborazione
sovradistrettuali.
Vista l’instabilità e la continua evoluzione dello stato del welfare a livello nazionale e locale si
prevede di proseguire il percorso formativo con ASP, nell’ottica di monitorare ed aggiornare
annualmente quanto presentato nel presente piano, per consentire una revisione delle priorità
individuate e consentire una integrazione degli strumenti e della programmazione in linea con la
logica di azione sistema regionale.
8
FENOMENI SOCIALI IN MUTAMENTO
MINORI E FAMIGLIE
E’ noto come sia radicalmente cambiato l’assetto delle famiglie in Italia: riduzione del numero di
componenti, tasso di fecondità tra i più bassi al mondo, aumento delle famiglie deprivate.1 In
Regione Lombardia secondo l’indicatore Eurostat2 le famiglie deprivate sono passate dal 6,7% nel
2006 all’8,2% nel 2008.
Se da una parte si registra quindi un progressivo impoverimento delle famiglie (per un
approfondimento rimandiamo al paragrafo “Povertà e vulnerabilità”) dall’altra si evidenzia un
aggravamento dei compiti assistenziali che si accompagna all’invecchiamento della popolazione.
Esistono infatti più famiglie lombarde con almeno un anziano (33%) che famiglie lombarde con
almeno un minore (27,1%).
Questi due elementi, fragilità economica e carico d’assistenza, producono una situazione di
vulnerabilità tale per cui l’aggravamento di uno dei fattori (indotto ad esempio dalla perdita del
lavoro, della casa o dalla malattia/invalidità di un componente), fa precipitare la famiglia in una
condizione di deprivazione da cui diventa estremamente difficile uscire.
Come evidenziato dai dati che riportiamo al fondo di questo paragrafo, l’invecchiamento della
popolazione è particolarmente rilevante nell’Ambito di Tirano e la presenza, percentualmente
superiore rispetto al dato provinciale e regionale, dei così detti “grandi anziani” pone le famiglie
residenti in questo territorio in condizioni sfavorevoli quanto al carico d’assistenza.
Un altro fattore importante per analizzare la condizione delle famiglie è quello concernente il tasso
di natalità (nascite/1000 abitanti) che, sia in Italia (9,18/1000) che in provincia di Sondrio
(9,1/1000) è assai basso, parzialmente compensato dalla natalità della popolazione straniera. La
bassa natalità si intreccia con la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, in parte
dipendente dalla disponibilità di servizi per la prima infanzia, poiché “la presenza di figli, specie se
piccoli, è in genere negativamente correlata all’occupazione delle madri”3. Se la copertura delle
scuole dell’infanzia è praticamente universale, la diffusione dei nidi è invece ancora ridotta.
In Regione Lombardia gli investimenti nella direzione della sperimentazione di unità d’offerta
innovative (nidi famiglia) e del sostegno dell’offerta privata sono stati consistenti, ma i risultati
complessivi in termini di copertura dei servizi per la prima infanzia (si stima circa il 20%) sono
ancora lontani dall’obiettivo europeo di Barcellona che fissava, entro il 2010, il 33% come quota di
bambini fino a tre anni inseriti in servizi formali.
Nel distretto di Tirano ci sono due asili nido privati: uno a Grosio ed uno a Tirano, convenzionato
con il comune di Tirano, e due nidi famiglia. I due asili nidi vengono parzialmente sostenuti anche
con l’avvio del Piano Nidi e dell’introduzione dei contributi alle famiglie, che consentono
l’abbattimento delle rette nelle strutture private. Di seguito riportiamo l’indice di copertura relativi
ai servizi per la prima infanzia dell’Ambito di Tirano rilevato nel 2011:
SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
*
BAMBINI
0 - 2 anni
POSTI UNITA’
D’OFFERTA
AMBITO TERRITORIALE DI TIRANO
645
55
se si considerano gli iscritti alla sezione primavera (22) l’indice di copertura sale a 11,94 %.
INDICE DI
COPERTURA %
8,27%
1
cioè di quelle famiglie che presentano almeno tre sintomi di deprivazione tra i seguenti: non riesce a sostenere spese impreviste, non
si può permettere una settimana di ferie in un anno lontano da casa, ha accumulato arretrati, non può permettersi un pasto adeguato
almeno ogni due giorni, non può permettersi di riscaldare adeguatamente l’abitazione, non può permettersi lavatrice/tv /automobile
2
ISTAT 2010
3
IRS 2011
9
L’attuale crisi economico-finanziaria fa intravvedere alcuni rischi che potrebbero destabilizzare il
sistema dei servizi per la prima infanzia con effetti sia a livello nazionale che locale. Se da una
parte abbiamo visto crescere negli ultimi anni il sistema d’offerta, dall’altra si comincia a registrare
una riduzione della domanda, ad indicare presumibilmente l’impossibilità per molte famiglie di
accedere a causa della riduzione delle disponibilità di spesa e dell’aumento delle rette a carico
delle famiglie. Inoltre è ipotizzabile un’ulteriore polarizzazione dell’accesso, nel senso di un
orientamento delle famiglie fragili nel servizio pubblico (dove le rette sono commisurate alla
capacità di spesa delle famiglie) e delle famiglie abbienti verso il servizio privato, con una
sostanziale scopertura per il “ceto medio”. Si potrebbe creare a breve una curiosa situazione: a
fronte di una offerta di servizi al di sotto dell’obiettivo europeo non si raggiunge una piena
copertura dei posti disponibili, è quanto di fatto già accade a livello locale.
1
Tra gli impegni familiari quello dell’istruzione dei figli è, certamente, uno dei più gravosi se si
considerano gli aspetti economici, organizzativi e di responsabilità nel dover orientare le scelte
scolastiche e professionali successive, in un momento di particolare incertezza sul futuro.
Il costo della scuola dell’obbligo, in particolare se pensiamo agli oneri derivanti dalla frequenza
alle scuole medie, pesa sulle famiglie in modo consistente. Il tetto massimo complessivo per
l’acquisto dei libri di testo fissato dal Ministero è di 290 euro per la prima media, quota spesso
superata, cui vanno aggiunti i costi per la cancelleria e le varie strumentazioni richieste dalle
scuole. Il Centro internazionale di studi sulla famiglia ha calcolato che per crescere un figlio
servono 741 euro al mese e 160.140 euro nell’intero ciclo formativo, dall’asilo nido all’università,
una somma pari al 35,3% della spesa familiare media. In Regione Lombardia la dote scuola copre
solo in parte questi costi e l’ammontare del contributo si è andato riducendo di anno in anno. Ai
costi diretti (libri, cancellerie, varie) si aggiungono i costi indiretti derivanti dal ricorso sempre più
diffuso alle lezioni private e all’iscrizione a corsi e attività che in parte sopperiscono anche al
progressivo prosciugarsi dell’offerta formativa pomeridiana; elementi che contribuiscono ad
espandere la differenza di opportunità che si viene a creare tra famiglie di diversa appartenenza
socio-culturale.
Il rapporto sulla scuola in Italia 2011, curato dalla fondazione Giovanni Agnelli, mette in luce il
fatto che è alle scuole medie ( scuole secondarie di primo grado) che esplodono i divari di
apprendimento determinati dall’origine socio-culturale degli studenti. La probabilità di essere in
ritardo alla fine delle medie, da parte di uno studente figlio di genitori con licenza media, è
quattro volte superiore a quella del compagno figlio di genitori laureati, quello di uno studente
straniero nato all’estero e scolarizzato in Italia è addirittura venti volte superiore a quella di un
italiano. I divari sociali di apprendimento che nascono alle medie rischiano di compromettere il
percorso scolastico, specialmente degli studenti di origine più svantaggiata. Può sembrare una
lettura poco confacente alla provincia di Sondrio, ma è sufficiente pensare al numero di famiglie
svantaggiate, con bassa scolarizzazione, seguite dai servizi sociali, per capire che non stiamo
parlando di un’altra Italia. Se prendiamo in considerazione alcuni elementi, presenti anche nella
nostra realtà, abbiamo la netta percezione di un lento aggravarsi della situazione: i dati rispetto al
peggioramento delle performance degli studenti italiani (dati che emergono da rilevazioni
internazionali e da cui difficilmente si scostano gli studenti valtellinesi), l’aumento delle richieste
d’intervento rivolte ai servizi sociali per “casi difficili” dal punto di vista comportamentale (che
spesso generano segnalazioni improprie al collegio per l’individuazione dell’alunno in situazione
di handicap), l’allarme lanciato dalle scuole per la mancanza di fondi necessari per la gestione
ordinaria dell’attività, l’aumento delle richieste di assistenza integrativa a carico dei Comuni per gli
1
rielaborazione da www.LombardiaSociale.it.
10
alunni disabili, il diffondersi di comportamenti di abuso di sostanze e di comportamenti a rischio
tra i giovanissimi.
Questioni che riguardano direttamente anche i Comuni e le politiche sociali sia per la pressione
che queste richieste generano sui bilanci comunali, sia perché uno dei compiti del welfare è quello
di attenuare la distanza esistente tra le opportunità di chi nasce in una famiglia scolarizzata e
benestante e chi invece cresce in una famiglia svantaggiata. Questioni dunque non estranee al
Piano di Zona, che impongono una programmazione intersettoriale, un confronto ed una
collaborazione a livello distrettuale.
Alcuni indicatori demografici1
Per comprendere più in generale la condizione delle famiglie forniamo qualche dato complessivo
sulla popolazione dell’ambito territoriale di Tirano:
Nella tabella 1.1 è presentata la distribuzione della popolazione residente nei 12 Comuni
dell’ambito territoriale di Tirano, ne fanno parte 4 Comuni con una popolazione inferiore ai 1.000
abitanti, fra i quali Vervio è al di sotto dei 500 residenti, 5 Comuni con un numero di abitanti
compreso fra 1.000 e 3.000, 2 Comuni con popolazione compresa fra 3.000 e 5.000 e un solo
comune, Tirano, che supera i 5.000 residenti.
Il confronto fra i dati permette di osservare che la popolazione totale ha subito dal 2008 al 2011
una diminuzione abbastanza significativa, è passata da 29.306 abitanti nel 2008 a 29.090 abitanti
nel 2011. La contrazione ha toccato maggiormente i Comuni di Vervio, Grosio, Grosotto, Teglio e
Aprica, come si nota se si osservano le variazioni percentuali con segno negativo nella tabella 1.1
Tabella 1.1 - Popolazione residente nel distretto di Tirano a livello comunale al 31.12.2011. Serie storica.
Descrizione
2008
2009
2010
Variazione
% 2008 2011
2011
Aprica
1.635
1.621
1.612
1.601
-2,08
-0,08
Bianzone
1.278
1.279
1.278
1.277
Grosio
4.756
4.693
4.634
4.610
-3,07
Grosotto
1.640
1.626
1.633
1.611
-1,77
666
658
670
673
1,05
1.075
1.056
1.061
1.046
-2,70
477
496
503
501
5,03
-1,36
Lovero
Mazzo di Valtellina
Sernio
Teglio
4.801
4.765
4.769
4.736
Tirano
9.168
9.248
9.238
9.221
0,58
Tovo di Sant'Agata
608
619
630
627
3,13
Vervio
223
220
216
211
-5,38
0,10
-0,74
Villa di Tirano
Totale
2.979
2.983
2.984
2.976
29.306
29.264
29.228
29.090
Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Movimento anagrafico della popolazione residente
Mentre la popolazione residente a livello provinciale ha avuto complessivamente un aumento,
passando dalle 182.084 unità del 2008 ai 183.169 del 2010, si è evidenziato un decremento nel
mandamento di Tirano, questo conferma la crescita percentuale inferiore nel distretto di Tirano
(0,28%) in confronto a quella a livello provinciale (0,87%), che già caratterizzava il territorio nel
triennio precedente 2005-2007, che si conferma nel triennio 2008-2010 considerato nell’analisi.
Tale tendenza si registra anche nel 2011 con un ulteriore calo di 138 abitanti al 31.12.2011.
1
Il lavoro di indagine relativo al contesto sociale e demografico del distretto di Tirano è stato svolto dall’équipe di ricerca della
Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano.
11
Se si approfondisce ulteriormente il dato sulla popolazione residente in provincia di Sondrio,
considerando la variabile “genere”, nel 2010 sul totale di 183.169 residenti, 89.653 sono uomini,
93.516 sono donne, in percentuale il 48,9% sono maschi, mentre il 51,1% sono femmine, Il dato
sul genere non varia di molto se si considera l’ambito territoriale di Tirano, valori si discostano
poco da quelli dell’intera provincia: il 48,6% sono maschi, il 51,4% femmine.
Grafico 1.1 Fonte: Annuario statistico Regionale. Istat, demografia in cifre popolazione al 31.12.2010
La scomposizione in classi d’età evidenzia in modo chiaro lo squilibrio tra fasce giovanili e
popolazione anziana ed il peso significativo (e crescente) dei cosiddetti grandi anziani (coloro che
TOTALE
hanno compiuto ottanta anni) sul totale della popolazione (tab 1.2).
Ambito Tirano
Provincia di Sondrio
Lombardia
Ambito Tirano
Provincia di Sondrio
Lombardia
Classi d'età
20-24
25-29
0-5
6-10
11-14
15-19
1.437
9.860
588.085
1.265
8.547
466.682
1.109
7.127
355.847
1.369
8.781
434.165
1.498
9.090
457.941
30-59
60-64
65 e +
1.633
10.144
536.106
12.540
80.983
4.456.211
1.912
11.721
632.194
6.465
36.916
1.990.483
5,0%
5,38%
5,93%
4,3%
4,67%
4,71%
3,8%
3,89%
3,59%
4,6%
4,79%
4,38%
5,1%
4,96%
4,62%
5,6%
5,54%
5,41%
1
Tab. 1.2. - popolazione residente al 31.12.2010
43,0%
44,21%
44,93%
6,5%
6,40%
6,37%
22,1%
20,15%
20,07%
A fine 2011 la popolazione anziana nel distretto di Tirano costituisce il 12% della popolazione.
grandi anz iani
12%
>75 grandi anziani
popolazione
88%
Grafico 1.1 bis – popolazione residente al 31.12.20101
1 Fonte dati ISTAT – www.demo.istat.it
12
Totale
29.228
183.169
9.917.714
50,00%
45,00%
40,00%
35,00%
30,00%
Ambito Tirano
25,00%
Provincia di Sondrio
20,00%
Lombardia
15,00%
10,00%
5,00%
0,00%
0_5
6_10 11_14 15_19 20_24 25_29 30_59 60_64 65 e +
Grafico 1.1 ter. – popolazione residente al 31.12.20101
Fascia d’età
Popolazione ambito
0/14 anni
6.465
65 e +
3.811
Indice di vecchiaia
169,64%
Tab. 1.3. – indice di vecchia - popolazione al 31.12.20101
L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in crescita a livello nazionale, ma il peso
percentuale degli anziani sembra particolarmente rilevante nell’ambito territoriale di Tirano se
paragonato sia al dato provinciale sia a quelli regionale.
I Comuni del distretto di Tirano che al 1° gennaio 2011 hanno registrato una diminuzione
dell’indice rispetto al 2008 sono solamente quattro e riportano una variazione percentuale
minima: Bianzone (- 3,2), Lovero (- 3,4), Teglio (- 3,6), Vervio (- 8,5). In tutti i rimanenti Comuni
l’indice di vecchiaia è andato crescendo dal 2008 al 2011.
Alla data del 1° gennaio 2011 la popolazione dell’ambito territoriale di Tirano raggiungeva 29.228
unità, nella tabella 1.4, procedendo nell’analisi socio-demografica, è rappresentata la suddivisione
della popolazione residente nei 12 Comuni per classe d’età. Si osserva che il peso in percentuale
sul totale della popolazione della fascia d’età anziana è notevole, il 22,1% degli abitanti ha più di
65 anni, mentre la classe di età da 0 ai 19 anni arriva solo al 17,7%, e dai 20 ai 29 anni al 10,7%
(Cfr. grafico 1.2.).
A conferma dell’invecchiamento demografico nella tabella 1.5. si registra l’incremento del numero
di abitanti con 65 anni e oltre, quasi in tutti i Comuni del mandamento di Tirano negli ultimi
quattro anni, dall’anno 2008 in cui gli anziani erano 6.387 si passa infatti a un totale di 6.465
persone nel 2011. La variazione percentuale della popolazione over 65 nell’ambito di Tirano fra il
2008 e il 2011 è pari a +1,22, ha registrato quindi un trend di crescita.
13
Tabella 1.4. - Popolazione residente totale per classe di età. Totali tab. 1.2. Anno 2011 Femmine e maschi.
Comuni
Aprica
Bianzone
Grosio
Grosotto
Lovero
Mazzo di Valtellina
Sernio
Teglio
Tirano
Tovo di Sant'Agata
Vervio
Villa di Tirano
Totale (v.a.)
%
0-5
6-10
11-14
15-19
CLASSI DI ETA'
20-24
25-29
30-59
60-64
65 e +
Totale
96
61
209
94
44
53
22
242
428
31
10
147
1.437
78
48
202
85
28
42
25
186
398
34
7
132
1.265
58
38
184
58
21
40
22
144
394
29
6
115
1.109
62
50
224
74
33
75
28
192
450
32
12
137
1.369
90
64
270
84
28
59
26
212
465
31
14
155
1.498
104
87
314
78
42
54
33
277
447
43
8
146
1.633
703
567
1.944
674
278
473
208
2.057
3.990
281
95
1.270
12.540
94
92
308
100
47
66
26
335
611
28
14
191
1.912
327
271
979
386
149
199
113
1.124
2.055
121
50
691
6.465
1.612
1.278
4.634
1.633
670
1.061
503
4.769
9.238
630
216
2.984
29.228
5,0
4,3
3,8
4,6
5,1
5,6
43,0
6,5
22,1
100
Totale Lombardia
588.085 466.682 355.847 434.165 457.941 536.106 4.456.211 632.194 1.990.483 9.917.714
Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Demografia in cifre popolazione al 31.12.2010
Tabella 1.5. - Abitanti con 65 anni e oltre residenti nell'ambito territoriale di Tirano. Anni 2008, 2009, 2010, 2011 (valori
assoluti).
Anno
2008
2009
2010
2011
Comuni
65 e +
65 e +
65 e +
65 e +
Aprica
313
311
322
327
Bianzone
280
275
272
271
1.006
1.007
995
979
380
383
382
386
Grosio
Grosotto
Lovero
151
152
149
149
Mazzo di Valtellina
196
194
198
199
Sernio
99
102
107
113
Teglio
1.131
1.120
1.135
1.124
Tirano
1.982
1.989
2.020
2.055
113
117
115
121
57
55
50
50
679
693
691
691
Totale
6.387
6.398
6.436
Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Demografia in cifre popolazione al 31/12/2010
6.465
Tovo di Sant'Agata
Vervio
Villa di Tirano
14
Al 1° gennaio 2011 i giovani tra gli 0 e i 19 anni corrispondevano al 17,7% della popolazione (Cfr.
grafico 1.2.), nella tabella 1.6. e nel grafico 1.4. è presentato l’andamento demografico di questa
classe di età, sintetizzando la variazione percentuale, dal 2008 al 2011, della popolazione dagli 0
ai 19 anni è pari a una diminuzione di -2,34. Questo significa che, al contrario che per gli anziani,
c’è stata una diminuzione superiore di quasi il doppio rispetto all’incremento percentuale degli
over 65 (+1,22). Si è passati da 5.304 unità nel 2008 a 5.180 nel 2011.
Tabella 1.6. - Abitanti tra gli 0 e i 19 anni residenti nell'ambito territoriale di Tirano. Totali al 1.1. di ogni anno. Anni 2008, 2009,
2010, 2011 (valori assoluti).
Anno
2008
2009
Comuni
2010
2011
Età 0 –19
Aprica
320
315
303
294
Bianzone
207
202
204
197
Grosio
891
894
852
819
Grosotto
315
307
304
311
Lovero
120
120
122
126
Mazzo di Valtellina
218
200
209
210
Sernio
90
91
95
97
Teglio
767
766
709
764
1682
1678
1697
1670
Tirano
Tovo
Sant'Agata
di
124
123
129
126
Vervio
43
39
38
35
Villa di Tirano
527
537
541
531
Totale
5304
5272
5203
Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Demografia in cifre
5180
15
In sintesi l’analisi della popolazione residente nell’ambito di Tirano ci mostra:
invecchiamento della popolazione superiore alla media regionale e crescente squilibrio tra le
fasce d’età produttive e quelle improduttive;
femminilizzazione della popolazione anziana;
sostanziale stagnazione delle nascite e percentuali più basse della media regionale in tutte le
classi d’età fino ai 29 anni.
in tutti i Comuni del distretto il valore della mortalità supera quello della natalità. Ciò sta ad
indicare un deficit di nascite rispetto ai decessi in tutto il distretto di Tirano.
16
RISCHI ED OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI
Gli adolescenti e i giovani sono sempre di meno sia a livello nazionale che locale. In Italia la
struttura demografica è fortemente squilibrata con una presenza di anziani over 65 che supera il
20% e di giovani (14-24 anni) pari solo alla metà (in Lombardia il 9%).
Nell’Ambito territoriale di Tirano la percentuale di giovani residenti (14-24 anni) è <9,8% nel
2010, mentre quella degli over 65 > 22%.
La progressiva riduzione dei giovani è una tendenza di carattere strutturale che nei prossimi anni,
con molta probabilità, tenderà ad accentuarsi e che non costituisce, paradossalmente, una
posizione di vantaggio (M. Livi Bacci -2008). Generazioni meno consistenti dovrebbero produrre
maggiore attenzione e maggiori investimenti ed invece la realtà dimostra il contrario: giovani che
non vengono aiutati, valorizzati ed incentivati ad essere attivi e responsabili nella società e nel
mondo del lavoro.
I giovani italiani percorrono assai più lentamente che in passato
le tappe che portano
all’autonomia dell’età adulta: dipendono economicamente sempre più dai genitori, vivono separati
dai genitori e formano una famiglia molto più tardi di prima. Il fenomeno è più chiaro se si osserva
un arco storico: nel 1983 in Italia entro i vent’anni si registrava un tasso di uscita di casa pari al
56% mentre nel 2010 si attestava intorno al 28%. Le ragioni sono diverse ma evidenti: percorsi di
studio più lunghi che in passato, ingresso tardivo nel mondo del lavoro e precarizzazione sempre
più accentuata delle forme di impiego. Nei primi giorni del 2012 l’Istat ha calcolato che è stato
superato il limite del 30% della disoccupazione giovanile. Si calcola che sei lavoratori su dieci sotto
i 35 anni hanno un lavoro a termine o part-time e mediamente i lavoratori atipici sotto i trent’anni
guadagnano un terzo in meno dei propri colleghi a tempo indeterminato a parità di mansioni.
L’80% dei giovani sotto i 35 anni non ha avuto accesso a nessun tipo di ammortizzatore sociale
dopo la fuoriuscita dal mercato del lavoro e l’85% di loro guadagna meno di 1.000 euro al mese,
rendendo impossibile una qualunque forma di previdenza integrativa o di risparmio.
Cresce il numero dei ventenni che non studiano, non lavorano, non frequentano alcuna
formazione: i cosidetti NEET (Not in education, employment or training). In Italia secondo l’Istat
stiamo parlando di 2,1 milioni di persone, oltre il 20% della popolazione tra i 15 e i 30 anni. I
valori sono assai più elevati nel sud d’Italia, ma in Regione Lombardia1 i NEET tra i 25 e 29 anni nel
periodo 2004-2009 sono saliti dal 7,9 al 10,2 per i maschi e dal 20,9 al 23,2 per le femmine.
E’ evidente come possiamo ritrovare molti elementi della condizione giovanile italiana anche nella
vita dei ragazzi e delle ragazze della provincia di Sondrio che hanno aspirazioni e vivono un
insieme di difficoltà ed opportunità del tutto simili ai loro coetanei, soprattutto se ci riferiamo al
nord d’Italia e alla Lombardia.
La disoccupazione giovanile in Valtellina a fine 2010 era solo di un punto e mezzo percentuale al
di sotto del 29,8% nazionale2.
L’ analisi della qualifica professionale dei ragazzi dai 19 ai 30 anni in provincia di Sondrio, che
emerge dalla ricerca condotta da Fondazione Gruppo Credito Valtellinese & Centro di Studi e
ricerche dell’università Cattolica Di Milano nel 2010, mette in luce una forte presenza di impiegati
e insegnanti (45%); di operai (31%) ed anche una percentuale non irrilevante di giovani che si
definiscono come titolari di qualifiche non esecutive: liberi professionisti (13%), imprenditori
1
2
“Disegniamo il welfare del futuro” – 2011 – IRS
La Provincia del 15 aprile 2011 “ Sondaggio CGIL autunno 2010”
17
(7%), funzionari (2%) e dirigenti (1%), ciò significa che non sono rari i casi di giovani capaci di
mettersi in gioco e di impegnarsi in ruoli di responsabilità.
Il settore commerciale è quello che occupa il maggior numero di giovani, in particolare le ragazze
che sono numerose anche nell’ambito educativo–scolastico e in quello amministrativo. La
situazione è opposta nei settori artigianale e bancario–finanziario in cui la forza lavoro è
prevalentemente maschile.
Dall’osservazione della tabella è possibile notare la bassa frequenza di occupati nel settore agro–
alimentare e turistico che viene confermata anche dal grafico sottostante relativa alle qualifiche in
cui solo l’1% degli intervistati si dichiara agricoltore.
Grafico1.5 (fonte “Giovani adulti: autonomia e lavoro” Fondazione Gruppo Credito Valtellinese & Centro di Studi e Ricerche
dell’Università Cattolica di Milano 2010 )
Per quanto riguarda la tipologia contrattuale i risultati della ricerca, evidenziano che in Valtellina e
Valchiavenna un terzo circa dei giovani intervistati ha un contratto a tempo indeterminato (32.6%)
e ciò rende la situazione lavorativa della provincia di Sondrio meno precaria rispetto a quella
esistente a livello nazionale.
Sebbene non ci siano differenze sostanziali da un mandamento territoriale all’altro, la ricerca rileva
che la zona di Bormio è quella che offre maggiore possibilità di impiego stabile ai giovani (62.3%).
Nella “Relazione sull’andamento economico della provincia di Sondrio 2010” sono presenti anche i
seguenti dati: l’occupazione è cresciuta proprio a Bormio del 5%, a Morbegno del 3%, a Chiavenna
e Sondrio del 2% mentre si è ridotta a Tirano del 3.3%.
Il rapporto fra giovani e mondo adulto, è stato indagato in diversi studi anche in provincia di
Sondrio.1 Dal confronto tra questi studi emerge da una parte la rappresentazione di una famiglia
“vicina, “presente” e “rassicurante” e dall’altra non sono pochi i giovani che evidenziano la
difficoltà ad aprirsi con i genitori perché “sentono di non poter trovare una condivisione
emotivo/cognitiva, oppure perché sentono che alcuni aspetti di sé
e del proprio vissuto non
1
Nel 2010 realizzazione del progetto Giovani Energie d’Attivazione (GedA), un progetto finanziato dalla Regione Lombardia che ha
coinvolto i distretti di Morbegno e di Sondrio e che è stato di grande utilità per sviluppare conoscenza e collaborazioni intorno alla
questione dei giovani nella nostra provincia. . Il Laboratorio Sociale GedA, ha confrontato gli studi e le ricerche più recenti prodotte in
provincia di Sondrio intorno a questo tema, confrontando questi studi con lo scopo di costruire una visione d’insieme. Molte osservazioni
qui riportate sono tratte da questa analisi
18
verrebbero accolti in quanto non conformi alle aspettative e alle regole” della famiglia stessa.
(Osservatorio Territoriale Droga e Tossicodipendenze -2008). Le ragioni sono diverse: si pensa
che i genitori non abbiano tempo, non siano interessati, non possano capire e reagiscano in modo
colpevolizzante. Dall’altra parte anche gli adulti si sentono disorientati nei confronti dei segnali
comunicativi che mandano i ragazzi, non riescono a coglierli o faticano a comprenderne il
significato. Uno dei nodi più controversi sembra essere quella della crisi delle alleanze educative
fra adulti: conflittualità tra genitori sui diversi modelli educativi, contrasto tra genitori ed
insegnanti o più in generale verso il mondo della scuola e delle istituzioni. La mancanza di “un
patto educativo” tra famiglie ed istituzioni è forse uno degli anelli deboli più significativi della
società contemporanea, ripiegata su una forte spinta all’individualismo e al consumismo.
Una “cultura” in cui si è sviluppato il problema dell’alcolismo e dell’abuso di sostanze, considerato
in provincia di Sondrio come uno dei problemi principali, sia dai ragazzi che dagli adulti. Si tratta
di una percezione fondata che trova più di un riscontro sul piano epidemiologico, sia per quanto
riguarda i giovani che gli adulti. I dati a disposizione non sono rassicuranti: per esempio nello
studio dell’Osservatorio citato si osserva che il 92% degli studenti della provincia di Sondrio ha
assunto bevande alcoliche una o più volte nella vita, di questi il 73,8% ha continuato a farlo anche
nell’ultimo mese ed il 7,4% consuma alcolici tutti i giorni.
Le ricerche tratteggiano in modo chiaro quanto il consumo di alcol sia caratterizzato non solo da
un abbassamento dell’età di accesso alle sostanze ed una crescita percentuale del consumo
femminile ma anche dal diffondersi del “binge drinking”, cioè di un modo di bere fuori pasto e
concentrato in una stessa serata alla ricerca deliberata dello sballo.
Un elemento che va ulteriormente considerato è il policonsumo dato che all’assunzione di alcol è
non di rado intrecciato al consumo di sostanze psicoattive illegali. Problemi che richiedono una
forte sinergia tra enti locali e ASL .
I soggetti che hanno fatto domanda di trattamento al Servizio ambulatoriale per le Dipendenze
(SerT) della ASL di Sondrio, nel corso dell’anno 2011, sono complessivamente 844. Tuttavia, a
fronte di una larga diffusione dell’uso delle sostanze legali e illegali fra la popolazione in età
scolare, i soggetti di età compresa fra 15 e i 19 anni che si rivolgono al Ser.T. sono in numero
estremamente esiguo. Mentre nel tempo si dilata il periodo di latenza fra il primo uso di droghe e
l’accesso al Sert: oggi è mediamente intorno ai 12 anni.
Ai Ser.T. accedono prevalentemente persone che chiedono di essere seguite per problemi legati
all’uso di droghe (46%), seguono le problematiche alcol correlate (38%), i problemi legati all’HIV
(9%), il gioco d’azzardo patologico (3%), il tabagismo (1%), altro (3%).
Nei distretti di Tirano, Chiavenna e Bormio prevalgono richieste legate all’abuso di alcol mentre nei
distretti di Sondrio, Morbegno sono maggiormente frequenti le domande legata all’uso di droghe .
19
Di seguito la distribuzione degli utenti in carico presso il Ser.T. distinta per tipologia di domanda.
Grafico 1.6 Fonte Dip.Dipendenze ASL Sondrio
ute nza pe r tipologia e fas cia di e tà
80
70
60
tox
50
alcol
hiv
40
gioco
30
tabag
20
10
0
00 14
Età utenti
15 19
20 24
25 29
30 34
35 39
40 44
45 49
50 54
55 59
60 64
65 99
dipdip
sondrio
chiavenna
morbegno
tirano
bormio
15 19
16
7
2
6
1
0
20 24
65
31
3
25
5
1
25 29
88
41
3
28
8
8
30 34
95
37
10
27
16
5
35 39
106
45
12
24
16
9
40 44
121
42
8
26
30
15
45 49
136
49
15
32
24
16
50 54
103
33
9
17
27
17
55 59
50
18
3
8
13
8
60 64
35
14
6
4
8
3
65 99
29
8
4
6
9
2
203
157
84
00 14
totale
844
325
75
Fonte Dipartimento dipendenze ASL Sondrio
Le Linee di indirizzo per una governance delle politiche giovanili in Lombardia 2012-2015
approvate con Delibera del 16 novembre 2011, costituiscono un’occasione anche per il territorio
della Provincia di Sondrio “per offrire ai giovani opportunità e percorsi verso l’adultità, intesa come
condizione di maggiore autonomia, consapevolezza e status di cittadinanza attiva”. L’approccio
innovativo di questo provvedimento consente di intervenire sull’integrazione dei diversi strumenti
di programmazione che impattano sulla condizione giovanile (come ad esempio i Patti territoriali
per l’occupazione, i Piani di governo del territorio, i Piani di promozione della salute, i Piani del
diritto allo studio ed ovviamente gli strumenti di programmazione sociale come questo Piano di
zona o come il Piano di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari).
Il lavoro di rete che in questi anni si è sviluppato tra gli Ufficio di Piano, ASL, Provincia e organismi
del Terzo settore, costituiscono una posizione di vantaggio per recepire e attuare le linee guida
citate.
20
DISABILITA’ E NON AUTOSUFFICIENZE
In Italia la speranza di vita è pari a 78,7 anni per gli uomini e 84,0 per le donne11 , un risultato tra i
più alti al mondo, indice di aumentato benessere e di bisogni di cura destinati a crescere. Si vive
più lungo e parallelamente crescono le malattie di tipo cognitivo, mentre le malattie invalidanti si
spostano in età più avanzata (la non autosufficienza si presenta in modo consistente dopo i 75/80
anni).
Allo stesso tempo rimane assai rilevante il numero di disabili non anziani con una crescita di
patologie gravi tra i minori. Nella scuola italiana gli alunni disabili sono passati da 139.000 (1,59%
sul totale degli alunni) nell’anno scolastico 2001/2002 a 200.000 (2,24%) nel 2009/2010
12
Si
calcola che il tasso di disabilità complessiva aumenterà nei prossimi anni per l’allungamento della
vita media e dell’aspettativa di vita.
In provincia di Sondrio di rileva una costante crescita nell’utilizzo della scuola da parte di alunni
con disabilità, nello specifico, della scuola di secondo grado, ove si è passati da n. 62 iscritti
nell’anno scolastico 2000-2001 a n. 148 nell’anno 2011-201213;
Le scuole del distretto di Tirano registrano un incremento pari al 33% della frequenza degli alunni
disabili dall’anno scolastico 2008-2009 all’a.s. 2011-12.
L’onere della cura rimane in gran parte accollato sulla famiglia e sulle sue risorse14 e il taglio delle
risorse al welfare non può che aggravare il carico familiare. Da una semplice osservazione
quotidiana ciascuno può notare come aumentino le famiglie di anziani che si trovano ad accudire i
loro genitori ultraottantenni (in Regione Lombardia il 44% circa degli ultraottantenni vive solo), o le
famiglie che devono intaccare le proprie limitate risorse per sostenere i parenti anziani non
autosufficienti che, se hanno una pensione sociale, sia pur aumentata dall’indennità di
accompagnamento, non possono sostenere da soli i costi di una badante o di un ricovero in RSA o
le spese per frequentare un Centro Diurno. Spese che, non sufficientemente supportate dal
sistema pubblico, generano disuguaglianze sociali rilevanti tra famiglie in grado di sostenere i
soggetti fragili e famiglie sprovviste di risorse economiche sufficienti.
La rete dei servizi territoriali (assistenza domiciliare, strutture diurne per disabili, servizi
infermieristici..) è piuttosto diffusa e capillare sul nostro territorio ed a costi mediamente
accessibili anche se con una copertura rispetto alla popolazione anziana ancora molto bassa.
L’intervento domiciliare erogato dai comuni del distretto di Tirano si attestava nel 2010 sullo 0,4%
( n° utenti sulla popolazione totale), in linea con il dato medio lombardo ma nettamente inferiore a
quella di molti paesi europei. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’aumento di prestazioni
erogate da organizzazioni private che si rivolgono direttamente alle famiglie e all’aumento del
ricorso alle badanti, un fenomeno che, dopo aver raggiunto in pochi anni una consistenza di
grande rilievo, inizia a registrare un leggero calo. Si stimano circa 126.182 badanti sul territorio
lombardo, una percentuale che se rapportata al territorio dell’ambito territoriale di Tirano
corrisponde a circa 350 badanti, anche se la ridotta propensione alla regolarizzazione del lavoro
delle badanti, non consente di avere un dato certo.
L’azzeramento del fondo per la non autosufficienza ha fatto mancare risorse fondamentali che
avevano permesso l’incremento degli interventi domiciliari. Il taglio netto di oltre 155.000 euro
per il solo distretto di Tirano ha portato all’incremento delle quote a carico dei Comuni per cercare
11
ISTAT 2007
Rapporto Fondazione Agnelli-Caritas 2011.
13
Asl Sondrio
14
European Commission 2009
12
21
di venire incontro alle famiglie che affrontano da sole il problema della cura di anziani e disabili.
Le risorse regionali destinati ai Comuni per gli interventi domiciliari sono state ridotte anche se,
parallelamente sono aumentate le risorse destinate dalla Regione all’Assistenza Domiciliare
Integrata
Sono sufficienti queste sommarie considerazioni per far comprendere come sulla questione della
disabilità e della non autosufficienza si debbano concentrare i maggiori sforzi per una
ricomposizione delle risorse economiche e professionali, sociali e sociosanitarie.
In considerazione della particolare congiuntura del nostro paese si rende necessario una maggiore
integrazione di tutti i servizi che nel territorio si occupano di problematiche sociali e socio
sanitarie al fine anche di supportare le inevitabili riduzioni di risorse complessive a disposizione
(sia dell’ASL che degli Udp), per poter assicurare continuità delle cure e sostegno della
domiciliarità.
Il Piano d’azione Regionale sulla disabilità indica alcune priorità che dovranno essere tradotte nel
Piano d’azione Locale, su cui dovranno convergere le risorse e l’impegno di tutti gli attori locali.
I risultati raggiunti dai Comuni nell’organizzazione dei servizi in forma associata per la disabilità
devono portare, considerato il quadro complessivo delle risorse e dei fenomeni emergenti, ad una
rivisitazione dei servizi per salvaguardare l’equità delle risposte garantita in questi anni (pari
trattamento per l’accesso ai servizi per disabili su tutto il territorio), proseguire le esperienze più
innovative si pensi ad esempio alla sperimentazione del progetto Lavoro&Psiche, che si propone di
validare e diffondere un modello innovativo di integrazione lavorativa di persone affette da
disturbi psichiatrici gravi, con l’introduzione della figura del coach,
ripensare ai servizi
semiresidenziali (standard e criteri di accreditamento, modalità di funzionamento e costi),
mantenere e potenziare la
collaborazione tra il Servizio Sociale di Base, la Neuropsichiatria
Infantile e l’U. O Fragilità dell’ASL per migliorare la programmazione, ed infine ripensare in forme
associate e di collaborazione tra comuni alcuni servizi come l’assistenza scolastica.
22
POVERTA’ E VULNERABILITA’
In Italia si stima la presenza di 1 milione 50 mila famiglie in condizioni di “povertà alimentare”,
famiglie che non dispongono di risorse economiche sufficienti per soddisfare le più elementari
necessità nutrizionali. Stiamo parlando del 4,4% delle famiglie residenti in Italia ed anche se le
differenze tra le regioni sono enormi (dal 3,1% della Regione Lombardia al 10,8% della Sardegna),
il fenomeno è intercettato abitualmente anche tra l’utenza che si rivolge ai servizi sociali dei
comuni dell’ambito territoriale di Tirano. La povertà che, si manifesta nelle forme più gravi,
colpisce da una parte le persone sole (poiché è spesso associata alla rottura di precedenti legami
familiari a seguito di conflitti, dipendenze, gravidanze e nascite indesiderate, abbandoni,
separazioni, scelte migratorie) dall’altra si espande, anche se
in modo meno visibile, tra
le
famiglie con bambini ed in particolare tra le donne sole con figli minorenni.
Solo una parte di queste persone viene intercettata dal servizio sociale ma è evidente come le
condizioni di vita di queste famiglie produca situazioni di oggettiva disuguaglianza che si
riproducono di generazione in generazione e che si manifestano in varie forme di disagio.
In Italia le misure di contrasto delle forme più gravi di povertà sono frammentate e ridotte, spesso
lasciate alla libera iniziativa dei Comuni o delle associazioni di volontariato (si pensi ad esempio
alla Caritas o al programma del Banco Alimentare).
Anche nell’ambito territoriale di Tirano gli aiuti in forma di contributo economico agli indigenti
sono erogati in modo molto disomogeneo tra i Comuni determinando una forte disparità di
trattamento delle persone in condizione di grave povertà. Le iniziative concertate e ricomprese
nella gestione associata riguardano essenzialmente gli interventi di “contenimento” e prima
risposta alle forme di grave emarginazione che trovano una parziale risposta grazie alla presenza
a livello provinciale del Centro di Prima Accoglienza, alla collaborazione con la Caritas e la Croce
Rossa per l’erogazione del pacco viveri e agli interventi economici straordinari.
Nel 2011 si sono rivolte al il Centro di Ascolto Caritas di Tirano: 259 persone, 38 italiane e 221
provenienti da altri paesi comunitari ed extra comunitari in prevalenza moldavi, rumeni ed Ucraini.
Gli utenti che si sono rivolti per la prima volta al centro sono stati 85: 14 italiani e 71 stranieri. Più
del 75% dei bisognosi accolti sono disoccupati. I nuclei familiari che hanno usufruito dei prodotti
alimentari
sono stati in media 85 al mese, per un numero complessivo di 285 persone (24%
Italiani e 76% stranieri) di cui 58% adulti e 42% minori. Tra i bisogni espressi e rilevati nel 2011
emergono i beni ed i servizi materiali, alloggio e lavoro.
bis ogni e s pr e s s i
1
57
s tranieri
s us sidi ec onomici
15
24
lavoro
alloggio e ac coglienz a
2
beni ed i s ervizi
materiali
6
itliani
2
7
0
20
40
60
Grafico 1.7
Nel paragrafo sulle famiglie e i minori si è visto come siano in aumento anche le famiglie
“deprivate” che hanno superato nel 2008
la soglia dell’8%, famiglie che non sono considerate
povere in senso stretto ma che sono particolarmente esposte al rischio di cadere in una condizione
di difficoltà progressiva. Sono le cosiddette famiglie vulnerabili che subiscono più violentemente
l’impatto dei cambiamenti che stiamo attraversando, famiglie
che si ritenevano al sicuro dal
23
rischio di cadere in una condizione di povertà e che mai avrebbero creduto di dover chiedere aiuto
per far fronte ai bisogni primari come la casa, la cura e l’assistenza di un familiare, le spese per
l’istruzione e l’accudimento dei figli. Famiglie vulnerabili che appartengono ad un ceto medio
impoverito, che si sentono sempre più sole e che si trovano costrette a confrontarsi con i servizi
pubblici per ricevere informazioni e aiuto, sperimentando spesso vissuti di inadeguatezza e
vergogna determinati da una società dominata dalla cultura del successo e della performance
individuale e da un sistema di welfare poco evoluto e impreparato a rispondere ai bisogni di
questa fascia d’utenza.
Le misure statali e regionali di sostegno economico alle famiglie sono totalmente insufficienti o
sporadiche (come ad esempio il sistema dote o il fondo sostegno affitto). L’assegno al nucleo
familiare, l’assegno alla maternità sono esempi di erogazioni settoriali (possono accedere solo
alcune categorie di lavoratori e sono escluse alcune famiglie come quelle straniere che non
possiedono la carta di soggiorno) e di entità ridotta. I Comuni del distretto di Tirano hanno
registrato nel corso del Triennio un significativo aumento di domande relative alla dote scuola e
tale numero nel Comune di Tirano è raddoppiato passando da 97 domande nel 2009 a 181 nel
2011.
La limitatezza delle risorse e delle risposte “pubbliche” (statali, regionali e comunali) concorre ad
innescare il risentimento verso tutto ciò che è istituzionale, genera nelle persone sentimenti di
avversione verso i servizi e negli operatori sentimenti di impotenza. Un circolo vizioso che si può
spezzare investendo sulla competenza dei servizi nel dare informazioni accurate, precise e utili
alla soluzione dei problemi quotidiani, senza creare illusioni ma sostenendo processi partecipativi
per la sperimentazione di nuovi interventi da costruire insieme agli stessi cittadini, alle
associazioni, alle altre istituzioni pubbliche e private che possono avere interesse alla soluzione di
quei problemi.
In questo senso anche il ruolo del servizio sociale può essere non solo di frontiera per le situazioni
di emergenza e assoluta povertà (che richiedono comunque, come abbiamo accennato, un presidio
costante e più diffuso di quello attualmente attivato) ma anche di prossimità e di connessione di
risorse rivolte a cittadini che si sentono spaesati e soli a fronteggiare le difficoltà quotidiane.
Un impegno che deve ovviamente essere accompagnato anche dal tentativo di mantenere e
possibilmente adeguare gli interventi di sostegno alla famiglia che possono essere attivati dai
comuni come le politiche tariffarie dei servizi alla persona, il fondo sostegno affitto, i contributi
per le famiglie con minori o quelli integrativi per l’accesso alle strutture socio-sanitarie, i buoni
per l’assistenza. Se da una parte dobbiamo adattarci all’idea di servizi pubblici che saranno “più
leggeri”, dobbiamo costruire servizi più duttili e capaci di stanare le contraddizioni e di richiamare
più soggetti alle loro responsabilità, capaci di adattarsi a mutamenti veloci ma solidamente
ancorati ad orientamenti chiari e condivisi per non farsi sopraffare dalle emergenze.
24
IMMIGRAZIONE E DIRITTI DI CITTADINANZA
Gli immigrati sono, per il nostro paese, una risorsa. E’ dimostrato che i migranti versano nelle
casse pubbliche
più di quanto ricevono come prestazioni e servizi sociali1 che l’immigrazione
costituisce un rimedio, seppure parziale, al continuo processo di invecchiamento demografico e al
basso tasso di fecondità (1,29 per le donne italiane rispetto a 2,13 per quelle straniere)2.
Gli stranieri sono più giovani (l’età media è di 32 anni contro 44 degli italiani), in piena attività
lavorativa (78,8%), ancora distanti dalla pensione (gli ultra 65enni stranieri superano di poco il 2%
contro un quinto tra la popolazione italiana). La presenza degli immigrati disponibili a svolgere
attività lavorative disagevoli e scarsamente retribuite permette inoltre di sopperire alle carenze del
welfare italiano e di rispondere alle esigenze delle famiglie.
La crescita della popolazione straniera in Italia è stata assai rapida e concentrata in un breve arco
temporale. Nel 1991 gli stranieri rappresentavano circa l’1% della popolazione mentre a dicembre
2010 ha raggiunto il 7,5% (circa il 10% in Regione Lombardia).
Negli ultimi dieci anni la
popolazione straniera è più che triplicata (+ 267% in Provincia di Sondrio) modificando l’assetto di
molti contesti relazionali, si pensi a determinati settori di lavoro, alla scuola, alla concentrazione in
alcune aree territoriali o cittadine, all’impatto che scaturisce dall’ingresso in famiglia di una
badante.
Questa
rapida
crescita
sembra,
però,
aver
subito
una
battuta
d’arresto,
determinata
presumibilmente da una serie di concause tra le quali l’aumentata facilità di circolazione nei paesi
della comunità europea, la riduzione delle opportunità di lavoro e l’aumento del costo della vita.
Come evidenziato nella tabella che segue anche in provincia di Sondrio si registra nel 2011, per
la prima volta nel decennio una contrazione
della crescita
di immigrati stranieri.
Complessivamente si è passati da 2,5 mila a gennaio 2001 a 9,2 mila a luglio 2011, comunque
sempre con una presenza percentuale più bassa tra tutte le provincie lombarde. Per dare un’idea
basti pensare che la presenza straniera in provincia di Sondrio è stimabile all’incirca in un rapporto
di un immigrato ogni venti italiani, mentre altrove in Lombardia si colloca su livelli di almeno uno
su dodici.
3
Grafico 1.8 aspetti quantitativi e tipologia della presenza straniera in provincia di Sondrio
L’ambito territoriale di Tirano è al terzo posto nella nostra provincia per la presenza di stranieri,
in termini assoluti, ed in generale possiamo osservare che ad aumentare di numerosità sono tanto
più gli ambiti in cui era già maggiore la presenza di cittadini stranieri.
1
IRS - 2011
Dossier statistico 2011- Caritas/Migrantes
3
Annuario Statistico 2010 – Provincia di Sondrio
2
25
Distretto
socio-sanitario
Sondrio
Totale presenze
al 1° luglio 2010
3.260
Morbegno
2.660
Tirano
1.420
Bormio
1.060
Chiavenna
790
Totale
9.180
Tab. 1.7- L’immigrazione nei distretti socio-sanitari1
Tabella 1.8 Cittadini stranieri residenti nell'ambito territoriale di Tirano. Totali al 1.1. di ogni anno. Anni 2003, 2008, 2009, 2010,
2011 (valori assoluti).1
Comuni
Aprica
Bianzone
Grosio
Grosotto
Lovero
Mazzo di Valtellina
Sernio
Teglio
Tirano
Tovo di sant'agata
Vervio
Villa di tirano
* dato al 31/12/2011
2003
2008
2009
26
19
25
9
6
18
15
65
223
1
4
27
70
51
52
26
17
32
11
179
389
2
7
56
64
46
58
31
26
28
17
221
435
2
9
90
2010
66
53
54
35
27
28
30
245
468
2
10
96
2011*
72
62
66
23
28
25
30
278
540
8
6
120
La maggior parte degli stranieri ha un’età compresa tra i 30 e i 59 anni, questo dato si discosta
dalla media provinciale che registra le maggior presenze tra i 32 e i 36 anni di età.
Tabella 1.9 - Popolazione straniera residente per classe di età al 1.1. Comunale. Anno 2011 Femmine e maschi. (Valori
assoluti).dati al 1° gennaio 2011
Comuni
CLASSI DI ETA'
0-5 6-10
11-14
15-19
20-24
25-29
30-59
60-64
65 e +
Totale
Aprica
Bianzone
Grosio
Grosotto
Lovero
Mazzo di Valtellina
Sernio
Teglio
Tirano
Tovo di Sant'Agata
Vervio
Villa di Tirano
7
3
4
3
2
7
2
19
56
1
0
7
0
3
1
0
2
2
4
15
29
0
0
5
6
3
5
1
2
1
6
16
39
0
2
9
15
3
11
4
6
2
1
23
56
3
1
9
27
32
23
12
13
15
12
164
243
2
3
59
0
0
0
0
0
0
0
4
9
0
0
3
0
1
3
1
0
0
1
1
15
0
0
2
61
49
51
22
26
36
30
269
504
6
6
108
6
3
4
1
0
6
1
18
33
0
0
6
0
1
0
0
1
3
3
9
24
0
0
8
Un’altra considerazione significativa che si può fare osservando la suddivisione della popolazione
immigrata per fasce d’età è quasi inesistente popolazione immigrata in età anziana, questa è una
caratteristica che si ritrova anche negli anni scorsi. Ciò sta ad indicare che il fenomeno
dell’immigrazione nel mandamento di Tirano è ancora piuttosto recente.
Fenomeno caratteristico della provincia di Sondrio è l’alta presenza di donne straniere. La
composizione di genere mostra come la quota di uomini diminuisca tendenzialmente con il
passare degli anni scendendo sotto il 50% nel 2008-2010 mentre la presenza femminile sia in
crescita in questi anni fino a raggiungere il 51,7 % nel 2011, la percentuale più alta in tutta la
regione Lombardia. Fenomeno determinato oltre che dai ricongiungimenti familiari registrati
1
Dati équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo
26
nell’ultimo decennio, anche dalla domanda di lavoro femminile, che in questi anni ha attratto nella
nostra provincia molte lavoratrici nei settori dell’assistenza, dei lavori domestici e del turismo.
Da segnalare
inoltre che rispetto ai dati regionali la percentuale delle case in proprietà
agli
stranieri è decisamente più bassa, mentre la quota di case in affitto si porta al di sopra della media
regionale e al primo posto tra tutte le provincie lombarde.
Il momento di recessione economica colpisce quindi anche le famiglie straniere, spesso più
esposte e vulnerabili. Per un cittadino che non appartiene alla comunità europea il protrarsi dello
stato di disoccupazione pregiudica il rinnovo del permesso di soggiorno, costringe al rimpatrio
(del lavoratore o dell’intera famiglia e ad un ulteriore sradicamento dei figli) o a trattenersi
irregolarmente. La precarietà del lavoro si riflette pesantemente sul piano abitativo, dove l’Istat ha
accertato che si trova in condizione di disagio il 34% degli immigrati (contro il 14% degli italiani).
Nel 2011 Centro di Ascolto e di Aiuto Caritas Alta Valtellina di Tirano ha registrato 259 persone,
38 italiane e 221 provenienti da altri paesi comunitari ed extra comunitari in prevalenza moldavi,
rumeni ed Ucraini.
Grafico 1.9
fasce età
35
Utenti caritas 2011
30
80
60
uomini
40
donne
20
25
minori di 30 anni
20
da 30 a 50
15
da 50 a 65
10
>65
5
0
0
itliani
stranieri
itliani
stranieri
Da varie indagini condotte nel 2010 risulta che la maggior parte degli immigrati si trova bene o
abbastanza bene in Italia, ma che questo sentimento si attenua nel tempo a seguito della
delusione mano a mano maturata rispetto alle proprie aspettative. Un crescente numero di giovani
immigrati, così come avviene sempre più tra i giovani italiani, finisce con l’essere incentivato a
ipotizzare il proprio trasferimento all’estero
1
Così come la perdita dei giovani rappresenta un freno allo sviluppo del paese, anche
il
peggioramento delle condizioni di vita degli stranieri (in particolare dei giovani stranieri che sono
cresciuti e hanno studiato in Italia) ed
il loro allontanamento, costituisce un limite alla
sostenibilità dell’attuale sistema sociale ed economico.
Per questo, garantire servizi per tutti i cittadini, investire sulla cittadinanza e sulla partecipazione,
estendere il sistema di protezione sociale a tutti i soggetti in condizioni di maggiore bisogno,
sono impegni che rispondono non solo ad un principio di equità e responsabilità, ma anche di
economicità e di propensione al futuro.
1
Dossier statistico 2011- Caritas/Migrantes
27
28
CAPITOLO 2 -DIREZIONI DI LAVORO
Nel secondo capitolo del Piano di Zona vengono indicate le priorità che caratterizzano in
modo specifico l’azione del piano, approvate dall’Assemblea dei Sindaci nel febbraio
2012. Selezionare e delimitare alcune priorità non significa ridurre a queste il piano, ma
individuare delle problematiche rispetto alle quali operare progettazioni o riprogettazioni
più specifiche coinvolgendo in forma mirata dei soggetti del territorio. Di seguito
vengono indicate le piste di lavoro già avviate in questi anni che è significativo mantenere
o migliorare ed alcuni snodi, temi, questioni legate all’integrazione tra servizi.
29
2.1 PRIORITA'
Come indicato dalla Regione Lombardia nelle linee di indirizzo per la programmazione dei piani di
zona per triennio 2012-14 vanno considerati quali obiettivi centrali nella pianificazione sociale
zonale1:
•
Percorsi di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro;
•
Percorsi di assistenza domiciliare orientati allo spostamento del baricentro dall’offerta alla
•
Piano di Azione Regionale a favore delle persone con disabilità che promuove l’integrazione
domanda e volti alla qualificazione della rete dell’assistenza domiciliare;
delle politiche secondo un approccio trasversale, del livello di accessibilità e di fruibilità dei
servizi;
•
Valutazione di nuove modalità di compartecipazione alla spesa che riconoscano i carichi di
cura familiari, l’introduzione del Fattore Famiglia;
•
Semplificazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e Terzo Settore;
•
Semplificazione dei percorsi di accesso per il cittadino, con attenzione ai processi
organizzativi, alle procedure, alla comunicazione ed all’informazione degli operatori e dei
cittadini;
•
Linee regionali per l’affido familiare orientate al superamento della frammentarietà degli
interventi, del supporto alla famiglia affidataria e della buona riuscita del progetto.
Il Presente piano recepisce le linee proposte dalla programmazione regionale ed è in sintonia con i
diversi strumenti2 di programmazione locale.
La programmazione locale è realizzata attraverso la più ampia partecipazione di tutti gli attori del
sistema di welfare e riguarda principalmente:
- la facilitazione dell'accesso dei cittadini e famiglie al sistema degli interventi e dei servizi;
- la garanzia di risposte non frammentate e appropriate al bisogno espresso;
- la costruzione di un ambiente capace di sostenere la volontà delle persone con disabilità di
perseguire la propria piena realizzazione personale e sociale;
- lo sviluppo di processi di cambiamento e innovazione attraverso la condivisione di obiettivi
comuni e l'apprendimento specifico tra i diversi stakeholder.
In particolare riguarda le seguenti aree di attività:
Piani di zona ed integrazione socio sanitaria
Obiettivo prioritario è l'integrazione tra le politiche socio sanitarie e sociali per facilitare e
promuovere l'accesso ai servizi e alle prestazioni da parte dei cittadini.
A tal fine appare opportuno:- coordinamento e collaborazione con ASL nella fase di stesura dei
piani di zona affinché sia assicurata la coerenza con gli obiettivi regionali, la programmazione
locale e l'integrazione tra servizi;- sottoscrizione accordo di programma;- promuovere la
costituzione di equipe integrate al fine di favorire l'accesso unico dei cittadini ai servizi.
1
Cfr. Un welfare della sostenibilità e della conoscenza. Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012 – 2014,
novembre 2011, Regione Lombardia.
2
Regione Lombardia fa riferimento a le Linee regionali di indirizzo per le politiche giovanili, gli Accordi Quadro per lo Sviluppo
Territoriale (AQST), la programmazione triennale 2010/2012 delle Province, il Documento di Programmazione e Coordinamento dei
servizi sanitari e sociosanitari dell’ASL, i Piani integrati locali di promozione della salute, il Piano di Governo del Territorio, il Piano
territoriale degli orari dei servizi, i Patti territoriali per l’occupazione.
30
Rete di conciliazione
Gli ambiti territoriali garantiscono la collaborazione con la rete territoriale di conciliazione così
come previsto “dall’Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete territoriale di
conciliazione famiglia-lavoro” firmato dall’ASL, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dalla
Consigliera di parità provinciale e da tutti i presidenti delle Assemblee dei Sindaci nel 2011.
In particolare:
_ promuovono azioni informative e progetti concordati con la rete;
- includono nei propri bandi requisiti che valorizzino gli aspetti legati alla conciliazione;
- monitorano progetti realizzati finanziati dal bando per la conciliazione vita e lavoro;
_ contribuiscono a dare attuazione al piano d'azione territoriale ed a collaborare al buon
funzionamento dello sportello sulla conciliazione aperto presso la sede dello STER.
Raccordo con le priorità provinciali
Nelle linee di indirizzo per i Piani di Zona si individua a livello di Governance che “compete alle
Province programmare interventi formativi di qualificazione e aggiornamento professionale, nel
rispetto della normativa nazionale e delle linee di indirizzo regionale, nonché sostenere, nel
quadro della programmazione regionale, la realizzazione di investimenti e interventi innovativi per
le unità d’offerta sociali e sociosanitarie, d’intesa con i comuni interessati. Inoltre alle Province
concorrono, ai sensi dell’art. 12 della l.r. 3/2008, alla programmazione e realizzazione della rete
delle unità d’offerta sociale e sociosanitaria, con specifico riferimento al sistema dell’istruzione,
della formazione professionale e delle politiche del lavoro, oltre ad intervenire nella raccolta dei
fabbisogni formativi e nell’erogazione di percorsi di formazione continua per il personale sociale,
l’organizzazione degli Osservatori, il sostegno ai disabili sensoriali”.
Pertanto nel contesto del nuovo piano di zona si individuano le seguenti priorità di intervento che
valgono per tutto il territorio provinciale:
1) Concorrere all’attuazione del piano provinciale “Sviluppo rete di cura a domicilio: assistenti
familiari”, finanziato da d.d.u.o lavoro n. 11052 del 23/11/2011, che
ha approvato il piano
operativo Lombardia per la realizzazione di interventi in materia di servizi alla persona.
Il piano operativo provinciale prevede le seguenti iniziative:
- implementazione dell’attività dello Sportello provinciale assistenti familiari in una logica di rete
con i servizi territoriali;- sviluppo di una banca dati di assistenti familiari qualificati per la cura al
domicilio;- azioni di supporto alla famiglia nella gestione del ruolo di datore di lavoro attraverso
processi di informazione e supervisione;- attività di formazione/informazione ai diversi operatori
della rete ed ai lavoratori.
2) Azioni di sistema nell’ambito del piano lavorativo disabili “Mediazione al lavoro ed inserimento
lavorativo” che prevede la creazione
di una rete dell’inserimento lavorativo nelle progettazioni
degli interventi mirati sulla persona con disabilità, riconosciuta ai sensi della Legge 68/99, con il
coinvolgimento delle aziende, delle cooperative, delle agenzie formative, delle organizzazioni
datoriali, delle istituzioni, delle associazioni che il soggetto stesso intercetta, affidando all’ufficio
provinciale il ruolo di coordinamento.
Di seguito vengono indicate le priorità, distinte per macroaree, che orientano le scelte di
attuazione del presente Piano, definite come sopra indicato, sulla base del confronto a livello di
ambito con gli amministratori, con le altre istituzioni (ASL, Provincia, Azienda Ospedaliera) e con
gli organismi del terzo settore (prevalentemente nei tavoli di area).
31
che
operative;
n. proroghe richieste
per intervento;
tecnico ed operativo
dei servizi ambito di
Tirano e segretariato
carico;
. dare stabilità al personale ivi
incaricato;
l’intervento
assistenti sociali;
potenziare
di
più
sociale
comuni
periferici
territorio del distretto;
strutturare un servizio in
modo
In quest’ottica, a fine 2011, l’Assemblea dei
Sindaci ha disposto l’ appalto del progetto di
consolidamento e sviluppo di servizi sociali
associati del distretto di Tirano con particolare
riferimento a: attività relative al servizio Tutela
minori ed altri interventi correlati e attività
relative allo sportello sociale area disabili, area
adulti in difficoltà, area minori e famiglia.
A
di base e Servizio
tutela
Piano di zona
risultino
coordinare il percorso di
costruzione dei Piani di
Zona con ASL e Provincia.
individuate per consentire una integrazione degli
strumenti e della programmazione in linea con la
logica di azione sistema regionale.
prevede una revisione annuale delle priorità
formativo con ASP,
percorso
stato del welfare a livello nazionale e locale si
il
proseguire
Vista l’instabilità e la continua evoluzione dello
rimane comunque in capo all’Ufficio di Piano.
controllo dei servizi affidati, la titolarità del caso
detiene le funzioni di indirizzo, coordinamento e
sociale
dei Comuni.
suo coordinatore; L’Ente capofila- Ufficio di Piano
segretariato
del
collaborazione con l’Ufficio di Piano attraverso il
e
raccordo con il personale
Sindaci
mantiene un rapporto costante e continuo di
dei
strumenti
l’Assemblea
condivisi;
dall’
elaborando
esplicite le finalità e le
che
approvati
cooperativa
apposita
normativa nazionale, regionale, dei regolamenti
alla
di
operative,
affidato
espletamento
prassi
selettiva
dell’
al
o
nei
Ippogrifo. La cooperativa opera in conformità alla
procedura
seguito
rispetto
piccoli
base
servizio
delle
Zona
programmate nei Piani di
degli interventi e delle azioni
Monitoraggio ed aggiornamento
. ottimizzare tempi e risorse;
politico-
mondo
Settore, Comuni.
ASL, Provincia; Terzo
UDP,
coinvolti:
coordinamento
attori
n. incontri svolti
sociale dei Comuni
coinvolti:
attori
prassi
codifichino le
nella
introdotti
continuità
progettualità sulla persona in
dare
.
Sociale,
e
valorizzare
Piano.
Servizio
ruolo
servizi;
organizzative a lungo termine per l’Ufficio di
Ufficio di Piano,
il
strumenti
nuovi
degli
n.
qualitativa
personale;
soluzioni
stessi;
ricercare
mondo
crescita
la
a
tecnico ed operativo dei
sottoscrittori
tra
ed
Enti
over
servizi 2012-2017 ha previsto un impegno degli
turn
amministrativa:
politico-
tecnica
casi
verifica
n.
. dare continuità ai servizi e per
Indicatori per
creare maggior vicinanza
promuovere
Obiettivi
La convenzione per la gestione associata dei
da
Organizzazione
Azioni/Processi
situazione
area
32
Annuale
semestrale
Monitoraggio
provvedimento
stimolare
famiglia verso l’assunzione
di un ruolo attivo nella
crescita
proprio figlio;
concretizza in atti di vandalismo, nell’utilizzo di
sostanze stupefacenti in età sempre più precoce,
nel fenomeno della dispersione scolastica, nel
bullismo e nella precocità sessuale (il consultorio
rileva un incremento del numero di interruzioni
gravidanza tra le preadolescenti residenti nel
distretto di Tirano superiore rispetto a quello del
accompagnamento
alla
adolescenziale
mediante
fase
alle
lavoro
supporto
famiglie
di
minori
del disagio e la promozione
separazioni
minorile precoce
penale,
che
coinvolti::
di mediazione sociale per
minori stranieri;
nell’ambito di Tirano. Nell’anno 2009 i minori
denunciati per aver commesso reati erano 4 che,
.
promuovere progettazione
di attività d’informazione,
animazione
sensibilizzazione di pari;
anni, tutti di nazionalità italiana, di questi 3
erano già in carico nell’anno precedente. Nel
genitori
dei
2010 gli utenti minorenni erano in totale 8, di
cui 2 segnalati nell’anno 2010, sempre di
il
numero
degli
. coinvolgere ed attivare le
risorse del territorio.
.rafforzare la
tra scuole e servizi sociali per
la lettura, la rilevazione degli
elementi di disagio nei minori
e la gestione delle situazioni
numero totale dei minori seguiti è 12, dei quali 2
già noti f. civile e 10 in f. penale, con 5
segnalazioni di reati sono pervenute nel 2011
dalla Procura della Repubblica al Tribunale per i
Minorenni, di questi 3 sono di nazionalità
italiana e 2 nati da un genitore italiano e uno
straniero.
più problematiche complesse
collaborazione
sociali (rette di accoglienza);
nazionalità italiana. In riferimento al 2011 il
riduzione di costi economici
residenziali con conseguente
inserimenti presso le strutture
ridurre
devianti;
al momento dei fatti, avevano fra i 14 e i 18
e
dei
minori che compiono azioni
educative
funzioni
il
ed
recupero
delle
riappropriazione
sperimentazione di attività
la
promuovere
Scuole,
Sociali,
minori soggetti a procedimenti penali seguiti
o
Oratorio, Fondazioni,
carcerario
Cooperative
Consultorio, Comuni,
Ufficio di Piano, Asl
attori
regime
compiuto
a
di
“reati
bisogni
minori”, non sono soggetti a
avendo
ai
sottoposti
rispondere
riflessione si sottolinea l’aumento dei casi di
del
la
.
familiare;
Forze dell’Ordine.
educativa
sostenere
della qualità della vita,
Associazioni,
si
. promuovere e favorire la
problema
restrittivo;
Il
per progetti;
resto della provincia). A conferma di questa
conflittuali.
di
operanti sul territorio
situazioni
disagio e di allontanamento
prevenire
.
promuovere la prevenzione
tratta di nuclei monoparentali o di genitori con
la
9-10 anni di età in famiglie fragili, spesso si
situazioni attinenti
attivate con network
crescita e di recupero;
collaborazioni
n.
educativi ed opportunità di
questi minori;
percorsi
raggiunti;
innovativi
n. interventi e risultati
ad
ed
atte
. promuovere l’offerta di nuovi
intervento
di
affrontare le esigenze di
devianza
Indicatori per
verifica
sviluppare nuove strategie
della devianza minorile, che coinvolge minori dai
livello
provinciale, è la precocizzazione del fenomeno
a
in
anche
ed
ma
intervento
Tirano,
Obiettivi
prevenzione
di
da
distretto
e
Un fenomeno che emerge dai dati relativi al
minori
Area
Azioni/Processi
promuovere
Famiglia
situazione
area
33
annuale
Monitoraggio
minori
specialistici;
ASL e servizi
che
della
coinvolga
Minori
Tutela
tema
riguardo
al
di
distrettuale
sovra
confronto
processo
avvio di un
e Famiglia
Area
area
di
linee guida comuni sui livelli minimi di
finanziamento a sostegno dei Servizi Tutela.
innovativa di collaborazione tra più ambiti, al fine di ottenere un
Progetto verrà presentato in Regione, in quanto esperienza
dato disponibilità a sostenere i costi inerenti la formazione. Il
Il percorso è sostenuto dall’Amministrazione Provinciale, che ha
(A.G., Forze dell’Ordine, enti gestori, scuole…) e il Terzo Settore.
e restituzione con gli altri soggetti istituzionali del territorio
attraverso il loro coinvolgimento diretto nel percorso; confronto
Sert) e quelli dell’AO.VV. (Neuropsichiatria Infantile e CPS),
prestazioni;collaborazione con i servizi dell’ASL (Consultorio e
fasi:definizione di
alla Tutela Minori. Si ipotizza di sviluppare il progetto in più
istituzioni territoriali chiamate ad una corresponsabilità rispetto
Tutela Minori stessi, gestiti dagli Uffici di Piano, e con le altre
L’intento è quello di implementare la collaborazione tra i Servizi
realizzazione di interventi nell’ambito della tutela minori.
sviluppare forme di collaborazione inter istituzionale per la
mira a predisporre un assetto organizzativo volto a rinforzare e
inerente la tutela minori. Nello specifico il progetto sperimentale
prestazioni sanitarie e socio sanitarie da garantire alla casistica
condivise a livello provinciale sui livelli minimi e uniformi
un “Progetto sperimentale triennale” per l’elaborazione di linee
Provincia di Sondrio e l’ASL si sono accordati per la definizione di
per i cinque Servizi. Il Coordinamento degli Uffici di Piano della
e di fondo, che li accomunano, che possa portare stimoli positivi
utile un confronto / scambio, soprattutto sugli aspetti trasversali
organizzativa e funzionale, sono del parere che possa essere
mandato istituzionale della tutela minori e la propria autonomia
Morbegno, Sondrio e Tirano. I cinque Enti gestori, entro il
fanno capo ai cinque Uffici di Piano: Bormio, Chiavenna,
In Provincia di Sondrio sono cinque i Servizi Tutela Minori, che
situazione
Azioni/Processi
da
minimi
livelli
AOVV – UONPIA
per
i
Gestori, Scuole
Forze dell’Ordine, Enti
Tribunale
Ordinario
Minorenni,
Tribunale
servizi specialistici;
di
coinvolgimento attivo
collaborazione;
Mentale
e
aspettative
Dipendenze
Dipartimento di Salute
una
alla Tutela Minori.
specialistici
ad
e
locali e condivisione
servizi
i
Provincia di Sondrio
con
corresponsabilità rispetto
evolutiva
chiamate
territoriali
Dipartimento
U.O.C.
età
-
istituzioni
ASL
di Piano, e con le altre
Minori
–
Famiglia, infanzia ed
Tutela
Piano
Servizi Tutela Minori
stessi, gestiti dagli Uffici
Servizi
tra
di
Uffici
collaborazione
i
Gli attori coinvolti
la
.
implementare
sviluppo;
instaurata
sulla
di
sui
linee
n. soggetti coinvolti;
collaborazione
riflessione
prestazione;
comuni
guida
di
. condividere ipotesi di
definizione
. analizzare snodi cardine;
operativi
presenti sul territorio;
di
modelli
interventi
base;
definire
gruppo di lavoro;
.
n.
.condividere competenze;
convocazioni
Indicatori per
verifica
. ottimizzare risorse;
Obiettivi
confronto tra i diversi
lavoro;
istituzione gruppo di
promuovere
34
annuale
Monitoraggio
Obiettivi
sportive,
associazioni
oratorio)
distretto di Tirano;
relativi all’evoluzione del fenomeno sul nostro
territorio evidenziano la rapida espansione del
consumo di droghe e alcol, in particolare fra i
riflessione, ricerca
e condivisione.
di
attività
e
evolutiva
Provincia
fra il primo uso e
al
consumo
indicata
di
e
popolazione
preadolescenziale
ipercontrollo.
adolescenziale” .
e
nella
atteggiamenti di allarme di delega e di
dipendenze
forme
di
la prevenzione delle diverse
vulnerabilità nei giovani da luogo ad
tema
dalle linee guida regionali per
questo
e
su
sopratutto ad identificare i fattori di
confrontarsi
a
indicato
adolescenti
quanto
ed
secondo
giovani
droghe ed alcol da parte di
selettiva
prevenzione
la difficoltà e l’inadeguatezza degli adulti
l’accesso al Sert è di 12 anni,
Il tempo di latenza
dell’età;
e
di
problematico
sperimentazione di interventi
dell’uso
all’entità
la
la bassa percezione dei rischi è correlata
all’esito
reale
rispetto
un
promuovere
importante
ad
problematico dell’assunzione di sostanze.
variabile
Mentale
con problemi di dipendenza;
una
L’aspetto
rappresenta
reinserimento delle persone
dell’uso di tali sostanze.
precocità
volti
normalizza all’interno di una “diffusa tolleranza”
della
AOVV – UONPIA
Dipartimento di Salute
percorsi di presa in carico,
accompagnare
non ostacola e argina il fenomeno, ma lo
e
favorire
una dimensione sociale e culturale che, non solo
Forze dell’Ordine
Scuole
e associazionismo
Terzo settore
condizione giovanile
Osservatorio
Provincia di Sondrio
e
Dip.
FF.OO, Polizia Locale;
Dipendenze
terzo settore, scuola,AOVV,
educative e dell’istruzione per
età
Famiglia,
ed
infanzia
di
ASL U.O.C.
Sociale
tra le diverse istituzioni anche
e
base
Servizio
di popolazione sono direttamente coinvolti in
Asl
–
diversi ambiti di vita. Sempre più ampi segmenti
fra
progettuali che rafforzino la
realizzazione
interventi;
Piano
collaborazione
nel
di
Servizi Tutela Minori,
Ufficio
Gli attori coinvolti
seminario divulgativo;
promozione di collaborazioni
operanti
della
favorire l'integrazione degli
dipendenza;
coinvolgono profondamente gli adulti, nei loro
giovani e giovanissimi, le cui conseguenze
(scuole,
stakeholders
precoce di sostanze legali ed illegali, i dati
e
di
processi
amministratori
agli
provinciale, un utilizzo sempre più diffuso e
Costruire
abuso.
incontri
fenomeno
ed
formativi ed informativi rivolti
percorsi
di
triennio 2009-2011 si è registrato, a livello
comportamenti di
nell’ultimo
zona
di
diffondersi
particolare
conoscenza aggiornata del
col dipartimento dipendenze
priorità provinciali della programmazione di
in
soddisfare il bisogno di una
Promozione, in collaborazione
Il tema dell’adolescenza a rischio rientra tra le
il
fronteggiare
2012-2014,
Indicatori per
n. incontri realizzati,
da
verifica
Azioni/Processi
promuovere
Giovani:
situazione
area
35
Annuale
Monitoraggio
adeguate alle sue possibilità;
all’a.s. 2011-12.
col
continuità
progetto di vita
in
all’autonomia,
eliminando
frammentazione
in
risorse
tenendo
le
provincia e la scuola;
che hanno terminato gli studi e che dovrebbero
della
media,
la valutazione delle situazioni
e
famiglie;
Le persone e le famiglie chiedono di essere
accolte, inserite e accompagnate, soprattutto in
concomitanza con i passaggi da una fase all’altra
della vita.
definizione di procedure per
di essere meglio orientate all’interno della rete.
l’accompagnamento
delle
interventi
livello
deve
garantire
e
sanitario,
scolastico
a
loro progetto di vita.
per il raggiungimento del
alle persone con disabilità
lavorativo,
riabilitativo,
assistenziale,
servizi,
che la rete integrata dei
degli
per l’analisi della casistica e la
organica
informazioni sull’offerta esistente e la richiesta
ottenere
dell’AOVV– UONPIA e dell’ASL
di
maggiori
l’esigenza
famiglie
servizi
rappresenta la definizione
i
sistematico
con
avvio
quindi,
Emerge dalle persone con disabilità e dalle loro
che
Individuale,
. promuovere Il Progetto
grave).
gravità
(lieve,
acquisire la propria autonomia.
confronto
di
disabilità
cercare di immettersi nel mondo del lavoro per
un
il servizio fragilità dell’ASL, la
di
neuropsichiatria infantile, con
disorientamento nei confronti di questi ragazzi,
la
scolastico a volte si verificano situazioni di
disabili
collaborazione
alunni
implementare
degli
si
scolastico
ricollega al fatto che, al termine dell’obbligo
livelli
personali,
.valorizzare
del sistema dei servizi;
l’attuale
risposta,
contesto
la
offra
considerazione dei diversi
con
che
unitarietà e continuità nella
e
Piano
Sociale
di
–
e
di
cooperative
associazioni
centro impiego.
operanti nel settore;
e
Mentale;
Dipartimento di Salute
AOVV – UONPIA
Provincia di Sondrio
ASL servizio fragilità
base
Servizio
Ufficio
Gli attori coinvolti
realizzate
domanda
n.
che parta dall’ascolto della
collaborazioni
Indicatori per
verifica
. creare un circolo virtuoso
Obiettivi
La tendenza a prolungare la permanenza nel
di
socializzazione per il disabile
o
alunni disabili, dall’anno scolastico 2008-2009
lavorative
orientare le famiglie verso
scelte
incremento pari al 33% della frequenza degli
post-
Nel distretto di Tirano la scuola registra un
quello
ed
a
benessere
148
per
continuo volto al
n.
scolastico;
a
scuola
2000-2001
nell’anno 2011-2012;
in
scolastico
nell’anno
lavoro e famiglia,
percorso
secondo grado, ove si è passati da n. 62 iscritti
giovane-scuola-
un
passaggio dal mondo della
alunni con disabilità, in specifico, della scuola di
situazione disabile
il
famiglia)
crescita nell’utilizzo della scuola da parte di
consentire
creare rete informativa tra
soggetti (enti-terzo settore e
In provincia di Sondrio di rileva una costante
tra
Raccordo
da
Area Disabili
Azioni/Processi
promuovere
situazione
area
36
Annuale
Monitoraggio
appropriati
proprie esigenze;
“dipendenza”
la
percorsi flessibili;
progetto di vita autonoma e di indipendenza
delle
potenzino
gestione
confini del mero accudimento.
di
certo
sempre più critico l’inserimento nel mondo del
lavoro dei soggetti disabili.
azione di sistema
nell’ambito
consapevoli,
vita,
il
una
rete
sulla
Piano
–
settore;
di
Piano
–
inserimento lavorativo”
sociali;
categorie; cooperative
di
Organizzazioni
di
ed
servizio fragilità; DPL;
“mediazione
Inps, Inail, AOVV, ASL
sviluppo di azioni specifiche
anagrafi dei Comuni;;
Provincia di Sondrio;
ASL servizio fragilità
Servizio Sociale di base
Ufficio
Gli attori coinvolti
n. incontri tavoli
Associazioni Familiari.
nel
e associazioni operanti
Fondazioni,cooperative
ASL servizio fragilità
lavorativo”:
sensi L.68/99
persona con disabilità ai
mirati
degli
lavorativo
progettazioni
interventi
nelle
dell’inserimento
.Creare
di
Servizio Sociale di base
Ufficio
Gli attori coinvolti
attivate
n.
collaborazioni
Indicatori per
verifica
inserimento
dello strumento di tirocinio;
sperimentazione dell’utilizzo
al
ed
e
di
lavoro
accordi
“mediazione
di
collaborazione
definizione
definizione buone prassi;
costituzione tavolo tecnico;
forme di intervento.
nella
famiglie;
settore
sperimentazione di nuove
Terzo
.collaborazione con ASL e
esclusione sociale;
superamento dello stato di
e
promuovendo
l’auto-realizzazione
di
rispetto al proprio progetto
scelte
problematiche da parte delle
diverse
di
disabili
lavoro
del
sentirsi parte della società la crisi attuale rende
priorità Provinciali
Piano
Il lavoro consente alle persone con disabilità di
con
Integrazione
indipendenza
capacità
le
promuovere
percorso di sviluppo della persona e che supera i
un
mantengono
livello
dalle figure genitoriali, che costituisce il naturale
la
disabilità
nonostante
che
più funzionali a progettare
rappresentare un’occasione in cui realizzare quel
azioni
cercando modalità che siano
alternative e possibilità abitative, che possano
esclusivamente
persone
ridotta
della famiglia di
che
bisogni
delle
non
rispetto alla casa
altre
in carico da parte dei servizi
abitative
a
modo
incontrati e a mettere in
ai
in
finalizzata
personalizzato
rispondere
persona,
della
grado la persona di fare
alle
più
globale
distribuita
rispetto
e
carico
-Promuovere la presa in
Obiettivi
possa però essere maggiormente articolata, più
dipendenza
servizi
famiglia e centro speciale, ed offrire soluzioni
situazioni
questa
dei
conoscenza
rimodulare la forma di presa
di
necessaria,
la
tra
e
flessibili
di
persona disabile ha una sua condizione di
percorsi
realizzazione
la
fruizione
che
verso
assumendo
percorsi
di noi” volte alla
dove,
campo dal sistema dei servizi, devono costruire
del “prima e dopo
flessibili
persona e della sua famiglia
delle persone con disabilità le azioni messe in
della
accompagnamento
Considerando l’aumento dell’aspettativa di vita
considerazione
da
Area Disabili
Azioni/Processi
promuovere
situazione
area
37
Annuale
Annuale
Monitoraggio
attuazione
condivisi, già esistenti.
rappresentano il 12% della popolazione residente
in
e
protocolli
ASL
assistita e condividere coi vari
servizi coinvolti forme di regia
protezione e sicurezza.
momenti
della
rete
e
tutte
le
valutazione
in
ASL
Integrazione
con
famiglie
e
delle
di
nuovo
assistenza
del
domiciliare integrata.
modello
Condivisione
di cura più appropriate;
relative scelte di assistenza e
dell’invecchiamento
e
della
familiare
domiciliari
d'offerta
dei
servizi
frammentazione della rete
Superamento
contesto
socio ambientale di vita;
le
del
sue
dimensioni tenendo conto
bisogno
lettura
. sviluppare strumenti di
famiglie;
delle persone e delle loro
attrezzino
nell’evolversi a volte rapido
dei
servizi di “prendersi cura”
capacità
dell’anziano);
facilmente
di
gli
. sostenere e sviluppare la
persona fragile;
del
sostegno
di
di
fase
accessibili che supportino e
gestione
e
nella
degli
dimissione ospedaliera della
interventi
integrazione
. creare maggior sinergia ed
Obiettivi
bisogni
nella
(conflitti
accompagnamento
crisi
incentivare
forme
dei percorsi di presa in carico;
di
di
(ospedale-casa) e
passaggio
nei
persona
autosufficienti con crescenti bisogni di cura,
esiste,
della rete familiare
della
laddove
non
e non) a supporto,
soggetti
bisogni
di
dimostrano
l’aumento
valutativo della necessità e
dare importanza al momento
di
con
I dati relativi ai servizi sociali e socio-sanitari
dimissioni
rafforzare e
protette (segnalate
di
particolare nei casi
autosufficienti
nell’ambito.
A.O.V.V., mediante la reale
con età superiore ai 65 e 75 anni, al 31/12/2011
gli anziani over 75, i così detti grandi anziani,
di
non
Interventi a favore
anziani
conferma il progressivo aumento degli anziani
consolidare la
collaborazione
L’andamento demografico nel distretto di Tirano
autosufficenti
da
Area Anziani e non
Azioni/Processi
promuovere
situazione
area
casi
attori
coinvolti
ASL/UdP
assistenziale comune
n° di PAI con percorso
domiciliari; A.O.V.V.
U.O. fragilità e cure
Ufficio di Piano; ASL
Gli
maniera coordinata;
ospedaliera seguiti in
n.
dimissione
Indicatori per
verifica
38
semestrale
Annuale
Monitoraggio
settore, interventi a sostegno
dei
familiare.
formare
e
spesa,
farmaci,pasti,-
assistono
domiciliare
delle
che si prendono cura degli
persone e le famiglie in una condizione di
del
caregiver assume in pieno
questo
concretizza in un'ottica di
individuarne i bisogni di cura
e le risposte più adeguate per
farvi fronte; favorire il reale
protagonismo della famiglia;
progressiva perdita di autonomia comporta.
a
ad
disposizione
congiunto,
e
fragili,
spezzati
o
di
responsabilizzazione;
percorsi di emancipazione e
accompagnare le famiglie in
consentano
sociali
legami
favoriscano il consolidarsi di
strumenti e condizioni che
mettere
proprio
cura",
vita.
si
come
e
dei
di tutti i cittadini.
condizione "normale" di vita
intesa
significato,
Preoccuparsi
domiciliarità
di
"naturali" dei propri contesti
risorse
quelle di tipo relazionale, che la situazione di
le
"prendersi
potenziando
del
quelle di tipo socio-assistenziali e sanitarie a
scelte
e di sostegno
le
accompagnamento
affrontare
assistenziali che riguardano il
gestione di una molteplicità di esigenze, da
dover
fragilità legata al carico di cura in sé ed alla
di
forme
che sviluppano la filosofia
. valorizzazione esperienze
a domicilio.
promuovendo
le famiglie, che si trovano a
supportare
accompagnare e
La disabilità connessa all’invecchiamento pone le
valorizzare il ruolo
caregiver
un ruolo di supervisione.
domicilio;
anziani non autosufficienti
qualificare l'azione di coloro
professionisti,
mantenendo
servizi come formatori di non
a
etc. )
permanenza
solo
promuovere,
persone, preoccupandosi di
carico
. investire sulla presa in
consentendogli la
e
sostenere,
forme di aiuto a chi aiuta;
che
proporre i professionisti dei
esigenze
manutenzioni, momenti di semplice compagnia
domicilio-
alle
dell’anziano
attori
coinvolti
e
attori
coinvolti
A.O.V.V.;
Terzo settore.
domiciliari;
U.O. fragilità e cure
Ufficio di Piano; ASL
Gli
n. famiglie supportate
volontari.
ed
settore
A.O.V.V.;
associazionismo
cooperative
Terzo
domiciliari;
U.O. fragilità e cure
Gli
Ufficio di Piano; ASL
frequenta
volontari
che
abitualmente.
luoghi
volontari/familiari
coinvolti/caregiver
n.
ascolto dei familiari e dei
a
ed
varie
riferimento,
n. incontri realizzati
gratuite
a
preparazione
finalizzati
di
proprio
vicino alle persone ed ai
contesto
nel
all’anziano la
iniziative di prossimità (ad esempio consegne
di
promuovendo
permanenza
. consentire
Indicatori per
verifica
forme
progetti
caregiver
Terzo
Obiettivi
Si ritiene di dover promuovere e valorizzare le
a venire incontro
volta
di
una
servizi di trasporto e accompagnamento, piccole
volontariato
rete
supportare
a
destinati
di
cui la persona anziana non ha alcun sostegno
progetti
promozione
cooprogettare,
in
anziani si registra un aumento le situazioni in
col
collaborazione
Alla luce delle analisi fatta all’interno del tavolo
autosufficenti
da
Area Anziani e non
Azioni/Processi
promuovere
situazione
area
39
Annuale
Annuale
Monitoraggio
popolazione,
promozione
Piano;Servizio sociale
di base; Segretariato
sociale dei Comuni;
numero sempre maggiore di
famiglie;
promuovere con le assistenti
sociali,
segretariato sociale
agenzie
operanti nel settore, momenti
di scambio di informazioni su
strumenti
primari.
Il costante aumento delle situazioni di povertà
coinvolge non solo gli immigrati, ma i ‘nuovi
poveri, di cui fanno parte soprattutto le persone
che negli ultimi anni hanno perso il posto di
nuclei
quotidiana
lavoro,
monoreddito e le famiglie monogenitore, si
registra
sostegno di adulti
che
di
familiare
emarginazione.
Esaminare
significative
Altro problema emergente è quello dei nuclei
familiari con situazioni di sfratto o che si trovano
Promozione forme
di housing sociale
e
fenomeno.
cooperative sensibili a tale
tale
maggiore difficoltà.
a
sensibili
fenomeno.
associazioni, fondazioni
risorse proprie, a far fronte alle situazioni di
e
housing sociale, coinvolgendo
problematico e vede i Comuni impegnati, con
e
cooperative
attori
di
coinvolti
esperienze
esperienze
settore,
impiego;
di
coinvolti
settore,
base;Comuni
ni, cooperative.
Associazioni,fondazio
Terzo
di
Piano;Servizio sociale
Ufficio
Gli
promosse;
fondazioni
ad
n,
supporto
cultura dell’ospitalità
esaminate;
n.
sul co-abitare e forme di
la
nuove forme di abitare basate
verso
locazione. Il fenomeno appare particolarmente
sensibilizzino
. promuovere iniziative che
in difficoltà a far fronte al rincaro delle spese di
alle
Parrocchia.
Terzo
Centro
attori
associazioni,
relative
esperienze
di
dei
di lavoro.
a
rischio
rispetto
sociale
utilizzati
soggetti
persone
territorio,
dell’inclusione
delle
del
si rivolgono al Comune per un aiuto nella ricerca
aumento
i
del
e le
alle tematiche del lavoro e
un
numerose,
referenti
piccoli, donne e uomini ultra cinquantenni) che
infatti
famiglie
ed alla soddisfazione dei bisogni
difficoltà
(invalidi civili ed INAIL, donne sole con figli
e/o personale.
disagio
situazioni
attraversano
le
Ufficio
economiche affrontate da un
alla gestione delle attività relative alla vita
a
orientativi
i
Gli
delle
problema
lavoro e il problema di sostenere le spese legate
ed
informativi
e di povertà;
situazioni d’emarginazione
in collaborazione
difficoltà
al
riferimento
particolare
in particolare le criticità emerse
soggetti del Terzo Settore con
n interventi promossi
n famiglie sostenute
nel territorio di Tirano interessano la perdita del
di
prevenendo
Indicatori per
verifica
percorsi
particolare
periodi
le persone appartenenti a fasce deboli della
di
. supportare le famiglie in
Investire sul governo della
rete e dei rapporti con i
L’attuale crisi economica penalizza ulteriormente
Povertà
Obiettivi
Adulti in difficoltà
da
Area
Azioni/Processi
promuovere
situazione
area
40
Annuali
Annuali
Monitoraggio
biblioteche.
promuovere
relazionali
uomini in particolare a partire dagli ultimi anni.
civica)
che
nel
e
norme
isolamento.
disagio
e
a
per
livello
nazionale
vigenti
tradizioni e
al
di
convivenza ;
regole
rispetto
delle
responsabilizzazione
sviluppare senso civico e di
comunale
di
alla
conoscenza
accompagnamento
di
di
donne provocando
percorsi
nuovo
facilitano l’
esperienze
soprattutto per le
promuovere
per
partecipazione
contesto culturale;
inserimento
la
integrazione interculturale e
registra
prolungarsi
tende
a
di
periodo
assestamento
il
spesso
d’inserimento,
difficoltà
trovano
genere mostra una diminuzione nella quota degli
attori
con
le
delle
famiglie
di
interculturale;
mentalità
confronto
.favorire lo sviluppo di una
straniere;
relazioni
miglioramento
di
coinvolti
base;
nel
Terzo
scuole,
settore,operante
di
Piano;Servizio sociale
Ufficio
settore,
Gli
alla vita locale;
si
il
nel mandamento di Tirano la composizione di
di
Inoltre, analogamente alla provincia di Sondrio,
stranieri
genere,
per
gli
l’attivazione
durante tale fase
il
educazione
riguarda
strategie
facilitare
attraverso
un’immigrazione equilibrata tra uomini e donne.
quanto
e
nelle
straniere
italiano
locali
donne
(insegnamento
comunità
delle
stranieri
1258
stranieri pari al 4% della popolazione totale . Per
fase
contano
n. interventi sostenuti
degli
si
accoglienza,
Indicatori per
verifica
d’ingresso
31/12/2011
di
il miglioramento delle
politiche
.
Obiettivi
alla
al
particolare al coinvolgimento
stranieri,
sostenere azioni destinate in
nella nostra
provincia per la presenza di
L’ambito territoriale di Tirano è al terzo posto
legato
problema
da
Immigrazione
Azioni/Processi
promuovere
situazione
area
41
Annuale
Monitoraggio
2.2 MANTENIMENTO E SVILUPPO DEI SERVIZI IN GESTIONE
ASSOCIATA
Di seguito vengono indicate, distinte per area, le piste di lavoro già avviate in questi anni che è
significativo mantenere o migliorare, attorno alle quali vi possono anche già essere in atto
situazioni di tavolo o di coordinamento.
COMUNICAZIONE
MIGLIORAMENTO
COMUNICAZIONE/ INFORMAZIONE AL CITTADINO E AGLI OPERATORI DEI
DIVERSI SERVIZI
Portare a termine la realizzazione della Carta dei Servizi Sociali dell’Ambito Territoriale di Tirano,
per offrire un’ampia panoramica dei principali servizi socio-assistenziali a disposizione dei
cittadini, gestiti dall’Ufficio di Piano e rientranti nel progetto di consolidamento appaltato ad
Ippogrifo, fornendone una sintetica descrizione che includa la prestazione, le finalità e le modalità
di attivazione. Il documento verrà reso disponibile nei Comuni anche in versione cartacea, per
consentire una facile consultazione a disposizione degli utenti, dei famigliari e di tutti coloro che
hanno la necessità di orientarsi nel complesso sistema dei servizi, Tutti i servizi saranno
raggruppati sia per area di intervento che per tipologia. Obiettivo della Carta dei Servizi Sociali è
che possa rappresentare uno strumento di dialogo e partecipazione dei cittadini, ma soprattutto
uno strumento per rendere il più possibile fruibile e accessibile l’offerta di servizi e migliorarne la
qualità. In quest’ottica verrà migliorato anche l’utilizzo del sito internet sia per pubblicizzare bandi
e regolamenti che per valorizzare e rendere visibili gli interventi sociali attivati nel distretto.
Un altro aspetto che andrà in parte ricostruito in parte incrementato è la collaborazione con i
referenti del segretariato sociale dei comuni dell’ ambito, con i servizi pubblici e privati del
territorio e con quelli gestiti dal terzo settore attraverso l’individuazione di momenti di incontro e
confronto su questioni comuni sia in occasione dei tavoli d’area che di gruppi di lavoro più
ristretti.
MINORI E FAMIGLIE
1. Valorizzazione interventi socio-educativi extrascolastici per minori ed a sostegno delle
famiglie volti alla conciliazione tempi di vita e di lavoro; promuovendo un maggior
raccordo tra la rete dell’offerta. In linea con l’accordo di collaborazione per costituzione
rete territoriale ex d.g.r. 381/2010;
2. Continuare la promozione piano nidi azione "Acquisto da parte del sistema pubblico di
posti già autorizzati nel sistema privato" DGR 3 febbraio 2010 N.VIII/11152; collaborazione
con la Provincia per raccolta fabbisogni formativi servizi prima infanzia e nella
realizzazione di tali percorsi;
3. Mantenere una consultazione periodica tra tutti i soggetti del terzo settore, le scuole e
l’Ufficio di Piano che garantisca un livello informativo e di scambio e confronto sulle attività
e progetti in corso nell’area di riferimento;
42
4. Mantenimento e monitoraggio degli interventi di supporto alle famiglie: Assistenza
Domiciliare Minori, Spazio Neutro: ciascun minore è inserito in una complessa rete di
relazioni delle quali occorre occuparsi.
E’ necessario pertanto lavorare sia direttamente
con il minore e la sua famiglia, ma anche con il contesto più ampio, che comprende la
Scuola, i Servizi Socio-Sanitari, la Comunità in genere.
5. Mantenimento dell’equipe integrata della Tutela Minori e Convenzione con ASL: L’UdP di
Tirano è stato delegato dai Comuni del predetto ambito territoriale per la gestione delle
competenze relative alla seguente casistica: minori non riconosciuti alla nascita; minori in
stato di grave pregiudizio per i quali va attivato un provvedimento amministrativo
d’urgenza (art. 403 c.c.); minori per i quali è da prevedersi l’affido consensuale; minori
sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. La Convenzione con ASL e UDP
rappresenta l’atto che sancisce formalmente l’accordo tra gli Enti per garantire una elevata
integrazione tra le prestazioni socio-assistenziali (garantite dagli assistenti sociali) e quelle
sanitarie e socio-sanitarie (garantite dagli psicologi) e la presa in carico unitaria della
casistica della Tutela Minori, attribuendo all’Ufficio di Piano il coordinamento e la regia
dell’équipe integrata per la gestione dei progetti di tutela. L’ASL compartecipa al costo
dell’équipe, riconoscendo per lo svolgimento delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie di
competenza dello psicologo, un importo derivante dalla valorizzazione delle prestazioni
sanitarie sulla base del tariffario della specialistica ambulatoriale e del numero di minori e
dei nuclei familiari a favore dei quali sono state erogate le suddette prestazioni. La
gestione integrata, così come sopra descritta, in capo all’Ufficio di Piano delle funzioni di
Tutela Minori permette di ricomporre in una progettualità condivisa gli interventi a favore
dell’utenza, favorendo la presa in carico unitaria e la continuità di rapporto con le famiglie
e i minori.
La Convenzione prevede l’istituzione di una Cabina di regia, composta dai Responsabili dei
cinque Uffici di Piano, dal Direttore del Dipartimento ASSI, dal Direttore dell’U.O.C.
Famiglia,
Infanzia
ed
Età
Evolutiva
e
dal
Responsabile
dell’U.O.
Coordinamento
Amministrativo della Direzione Sociale, con compiti di valutazione e monitoraggio
dell’attività di Tutela Minori, raccolta e confronto dati sulla casistica, attivazione di servizi e
iniziative a supporto dell’attività stessa.
La Convenzione ha durata annuale e potrà essere rinnovata, di comune accordo tra le parti
per il successivo biennio, previa verifica del permanere delle condizioni
indicate nel
documento stesso.
Centro adozione: nella convenzione vengono inoltre individuate le competenze del Centro
Adozione Provinciale, gestito dall’ASL, con delega da parte degli Uffici di Piano per le
prestazioni sociali.
Al Centro Adozione afferiscono tutte le attività inerenti all’adozione nazionale ed
internazionale compresi i compiti di tutore per i minori stranieri collocati a scopo adottivo
per l’intero territorio provinciale. L’Asl – U.O. Famiglia, infanzia ed età evolutiva - assicura
il funzionamento del Centro Adozione e sostiene tutti gli oneri relativi alla figura dello
psicologo. Gli oneri previsti per l’assistente sociale sono a carico degli Enti Locali.
6.
Convenzione per la gestione del Servizio Affido in capo a Cooperativa Ippogrifo: la rete
degli attori dell’affido familiare della Provincia di Sondrio e in particolare gli Uffici di Piano
della Provincia di Sondrio, l’Associazione Una Famiglia per l’Affido e la Cooperativa sociale
Ippogrifo hanno condiviso la necessità di continuare ad operare per sostenere azioni nel
campo dell’affido familiare e, in particolare, garantendo la continuità del Servizio Affidi
Minori e Famiglie e favorendo lo sviluppo di iniziative finalizzate a sostenere le famiglia
43
affidatarie nello svolgimento delle loro funzioni;
I suddetti attori per rispondere a tale
esigenza hanno condiviso e definito: a) le attività che il Servizio Affidi Minori e Famiglie
deve svolgere nell’ambito delle proprie funzioni; b) il progetto denominato “SOS affido” per
il quale si è ottenuto finanziamento nell’ambito del Bando Regionale ai sensi della DGR
28.07.2011, n. 2055, per la promozione di progetti per sostenere, incentivare e sviluppare
politiche regionali volte a favorire la famiglia e la conciliazione;
7. Sottoscritta Convenzione con Centro di Pronto Intervento: Il C.P.I. è un servizio
residenziale che opera nei casi in cui si renda necessario fornire una proposta di
accoglienza immediata e temporanea favore di minori e/o madri con minori , sottoposti
a provvedimenti di tutela in attuazione della normativa vigente. L’attività del C.P.I. di cui
all’Art. 1 risponde in prima istanza a bisogni inderogabili di carattere primario dei minori,
per garantire accoglienza, nutrimento, socializzazione ed interventi socio educativi
adeguati alla condizione di ciascuno.
Possono essere inseriti al C.P.I.:
o
minori maschi che alla data di ingresso abbiano un’età compresa tra i tre e gli
undici anni;
o
minori femmine che alla data di ingresso abbiano un’età compresa fra i tre e i
diciotto anni.
8. Rete di Conciliazione: partecipazione alla rete ed implementazione azioni di conciliazione
nell’Ambito Territoriale di Tirano:
L’occupazione femminile in Lombardia (56,6%) è superiore alla media nazionale (47,2%) vicino all’obiettivo prefissato dall’Unione Europea (60%) – ma tale risultato non si traduce in
una completa parità nel mondo del lavoro: quasi una donna su 5 (il 20% circa) lascia il
lavoro dopo la nascita del primo figlio (500mila nel 2009 secondo gli ultimi dati dell’analisi
sulla forza lavoro femminile e maschile in Lombardia, e solo nel primo anno di vita del
bambino). Secondo le stime ufficiali Istat, in provincia di Sondrio il tasso di occupazione è
diminuito dal 66% del 2009 al 64,3 % nel 2010 e tale contrazione interessa tanto la
componente maschile (dal 74,1 del 2009 al 72,4 del 2010) quanto la componente
femminile (dal 57,7 del 2009 al 56 % del 2010). Inoltre, il tasso di disoccupazione generale
è passato dal 4,4 % del 2009 al 6,5% del 2010 ed è sensibilmente più elevato per le donne
che dal 4,3% del 2009 è passato all’8 % del 2010.
Questi dati vengono
riportati per evidenziare quanto sia importante
garantire la
sostenibilità delle azioni da intraprendere per favorire lo sviluppo di una nuova
progettualità e di una responsabilità diffusa sul tema conciliazione vita-lavoro, attraverso
la co-progettazione e la sottoscrizione di accordi operativi territoriali. Anche in provincia
di Sondrio è stato sottoscritto “l’Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete
territoriale di conciliazione famiglia-lavoro” firmato dall’ASL, dalla Provincia, dalla Camera
di Commercio, dalla Consigliera di parità provinciale e da tutti i presidenti delle Assemblee
dei Sindaci.
Con questo accordo si “intende imprimere un adeguato sviluppo alla valorizzazione della
famiglia come soggetto attivo e come risorsa imprescindibile del welfare, attivando un
complesso di azioni e di interventi rivolti a donne e uomini di diverse generazioni,
promuovendo ogni intervento congiunto teso al miglioramento della conciliazione
famiglia-lavoro, attraverso la collaborazione tra persone, famiglie, associazioni, mondo del
terzo settore, enti e istituzioni a livello locale e in particolare attraverso la collaborazione
con il sistema imprese e le parti sociali”.
44
Obiettivi da raggiungere valorizzando le risorse territoriali nelle tre aree principali del
lavoro, della formazione e dei servizi promuovendo i seguenti interventi:
•
Armonizzazione della programmazione territoriale attraverso l’integrazione delle
politiche di conciliazione con gli altri strumenti della programmazione locale;
•
Programmi di informazione/formazione che contribuiscano alla diffusione e
rafforzamento della cultura della conciliazione;
•
organizzazione e coordinamento dei servizi e delle prestazioni per migliorarne
l’accessibilità in base a costi, orari, logistica e mobilità;
L’Ufficio di Piano partecipa al Tavolo provinciale per la conciliazione, contribuisce a dare
attuazione
al
piano
d’azione
territoriale
ed
in
particolare
ad
armonizzare
la
programmazione dei servizi ai principi della conciliazione famiglia, promuove la
partecipazione degli enti locali ai bandi che verranno promossi a livello territoriale,
collabora con gli enti partner.
Nel 2012 sarà data attuazione ai progetti finanziati sul bando 2011 e verranno individuate
nuove iniziative da sperimentare sui prossimi bandi in tema di conciliazione.
A livello provinciale verrà promosso lo
sportello conciliazione
e verranno individuate
iniziative finalizzate alla promozione del tema della conciliazione nelle aziende locali.
I GIOVANI
1. Continuare a promuovere la partecipazione dei giovani alla vita di comunità e sostenere i
programmi relativi alla creatività
giovanile
e all’occupazione. Regione
Lombardia
promuove, attraverso le linee di indirizzo, approvate con la d.g.r. 2508 del 16 novembre
2011, un modello sperimentale di governance per le politiche giovanili, che riconosce il
ruolo centrale del territorio e dei Comuni, in rete con altri soggetti pubblici, e del privato
sociale.
I giovani vanno considerati non semplici destinatari di servizi ma soggetti attivi e
propositivi, inoltre dato che rappresentano un target trasversale a tutte le politiche, tale
caratteristica richiama alla necessità ed alla responsabilità di una maggiore convergenza e
integrazione ai diversi livelli di intervento, che comprenda il coinvolgimento di soggetti
altri rispetto a quelli tradizionali.
In continuità con le iniziative progettuali a valenza territoriale, attuate nello scorso piano di
zona nel distretto di Tirano ed in linea con i principi di riferimento indicati nelle linee di
indirizzo delle politiche giovanili, ci si pone la finalità di sviluppare le competenze alla vita
dei giovani apprese in ambiti complementari ai sistemi educativi e formativi non
tradizionali, creare opportunità per lo sviluppo della creatività, promuovere lo sviluppo
dell’autonomia e della responsabilità attraverso l’aumento delle occasioni per la transizione
alla vita adulta che possano valorizzare anche la capacità imprenditive dei giovani; quanto
indicato appare realizzabile a partire dal riconoscimento dei sistemi sussidiari e puntando
alla condivisione con gli stakeholder territoriali;
I processi che si intendono promuovere:
− sostenere una programmazione locale differenziata, ma non frammentata con una forte
attenzione a lavorare per obiettivi e mettere a sistema le diverse iniziative, evitando du45
plicazioni di intervento e favorendo la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse (in linea
col Programma Regionale di Sviluppo per la IX Legislatura , approvato con d.c.r.n.56 del 20
settembre 2010);
−sviluppare un approccio progettuale e di intervento capace di leggere l’intera filiera dei
processi (dalla fase dell’analisi delle esigenze, a quello dell’accesso alle opportunità, a
quello della qualificazione delle dotazioni, a quello dell’autonomia e della produzione);
-sviluppare connessioni, integrazioni e sinergie di obiettivi, di metodi, di strumenti e di
risorse,
-far evolvere le politiche giovanili da “politiche a progetto” a politiche stabili e strutturate;
- promuovere la ricercare di nuovi canali di finanziamento per la presentazione di progetti
con ampie partnership territoriali;
2. Adesione al progetto Fuori Luogo: rientra nel "Piano Regionale per la promozione e lo
sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità
giudiziaria e delle loro famiglie" (ex dgr 9502/09) ed è sviluppato in collaborazione con gli
Uffici di Piano dei distretti di Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano e Bormio, il Centro di
Servizio per il Volontariato LA.VO.P.S. e il Consorzio Sol.Co. Sondrio. Un progetto che
prevede interventi di prevenzione, accompagnamento e sostegno per minori con
comportamento a rischio e le loro famiglie. Si rivolge a minori, famiglie, servizi territoriali,
forze dell'ordine, scuole, realtà aggregative del territorio e a tutta la cittadinanza con
l'obiettivo di contribuire alla promozione della cultura della legalità, della responsabilità
individuale e sociale e alla prevenzione di comportamenti antisociali, in particolare
nell'adolescenza.
3. Si prevede di mantenere Il Tavolo d’area (minori e famiglia) che rappresenta: - uno
strumento concreto per
coinvolgere tutti gli attori del territorio nel processo di
progettazione e attuazione delle politiche a favore delle nuove generazioni, secondo una
logica di sussidiarietà e responsabilità, tanto più necessaria e opportuna in considerazione
della trasversalità del target giovanile;- una sede
permanente
per
promuovere
l’incontro
e
il
di confronto e coordinamento
raccordo
tra
soggetti
preposti
alla
programmazione e alla gestione del governo delle politiche giovanili e per favorire uno
sviluppo organico degli interventi;- uno
strumento di promozione per affrontare un
percorso partecipato di confronto, riflessione e valorizzazione delle esperienze riguardanti
il mondo giovanile;- uno strumento di informazione e comunicazione per migliorare la
sinergia e l’integrazione tra le diverse azioni riferite alle politiche giovanili;- un ambito di
osservazione e approfondimento dei fenomeni e dei fattori di sviluppo e cambiamento.
4. Ampliare il confronto tra i diversi servizi e soggetti che a vario titolo si occupano di preadolescenti e adolescenti a rischio, per condividere una lettura del problema e costruire
ipotesi di lavoro convergenti;
46
DISABILITA’
1. Promozione di iniziative ludiche ricreative comunitarie per il tempo libero comprendenti
proposte che prevedano e consentano la partecipazione delle persone disabili, che
consentano inclusione e miglioramento delle competenze sociali. Promuovendo e
valorizzando tutte le iniziative sociali, culturali, turistiche e imprenditoriali che prevedano
un’attenzione specifica a garantire condizioni di pari opportunità a tutte le persone con
disabilità e siano volte ad aumentare il livello di accessibilità e fruibilità dei servizi e delle
strutture pubbliche e private;
2. continuare e la collaborazione con l’Amministrazione Provinciale per la realizzazione di
interventi a favore di disabili sensoriali (ai sensi dell’art. 5 Legge 67/1993); costruzione
azioni sinergiche sulle attività assistenziali a favore dei disabili sensoriali: mantendo
costanti contatti tra provincia con gli operatori degli uffici di piano per i casi in carico;
incrementando la collaborazione con i Comuni, le scuole e la neuropsichiatria infantile per
consentire un maggior raccordo degli interventi rivolti ad alunni con disabilità.
3. Collaborazione con Provincia per la sperimentazione di buone prassi negli inserimenti
lavorativi di persone svantaggiate (disabili L 68/99, e L. 148/2001), promuovendo azioni di
sistema su piano di lavoro Piano disabili 2010/2012, per creare una rete con gli uffici di
piano e la provincia;
4. Sviluppare e revisionare strumenti di inserimento lavorativo presenti sul territorio in
particolare la formula relativa alla borsa lavoro;
5. Stipulata
Convenzione
triennale
per
il
pagamento
dei
contributi
economici
per
l’integrazione delle rette di frequenza ai centri diurni per persone con disabilità (C.D.D.)
San Michele e Beata Chiara Bosatta gestiti dalla san Michele società cooperativa sociale di
Tirano;
6. Centri socio educativi: revisione/ mantenimento con analisi puntuale appropriatezza
ingressi da parte del servizio sociale di base. Analisi congiunta ASL/Uffici di Piano/Terzo
Settore dei dati sulla disabilità per una programmazione di medio/lungo periodo dei servizi
rivolti ai disabili, risulta necessaria soprattutto in considerazione dei cambiamenti
registrabili nei percorsi intrapresi dalle famiglie di persone disabili (rapporto con le
associazioni, prolungamento presenza nella scuole, utilizzo ed articolazione della rete
d’offerta);
7. Sottoscrizione accordo operativo ha per oggetto la realizzazione di un sistema integrato
della protezione giuridica delle persone fragili in provincia di Sondrio, condiviso con L’ASL,
l’AOVV-Dipartimento Salute Mentale, gli Uffici di Piano di Sondrio, Morbegno, Chiavenna,
Tirano e Bormio e l’Associazione FAD. La legge 6/2004, introducendo l’art. 406 c.c., attiva
nuovi livelli di responsabilità, attribuendo uno specifico ruolo ai servizi sanitari e sociali
direttamente impegnati nella cura ed assistenza della persona che, ove a conoscenza di
fatti tali da rendere opportuna l’apertura del procedimento di amministrazione di sostegno,
sono tenuti a proporre al Giudice Tutelare il ricorso o a fornirne comunque notizia al
Pubblico Ministero;
L’ Uffici di piano si impegnano a:
-collaborare con l’Ufficio di Protezione Giuridica dell’ASL al fine di promuovere interventi in
un’ottica di rete, per evitare sovrapposizioni e per rendere gli interventi maggiormente
efficaci;
-svolgere attività di orientamento e promozione dell’istituto dell’AdS nei confronti
dell’utenza afferente al servizio;
47
-promuovere lo strumento dell’AdS coi referenti dei servizi del territorio all’interno del
progetto individualizzato della persona in carico;
-promuovere il ricorso o l’ invio della segnalazione da parte degli operatori per situazioni
più complesse;
-affiancare l’utente e l’Amministratore di Sostegno nella realizzazione delle azioni previste
dal decreto laddove richiesto;
-ricerca e sensibilizzazione di persone disponibili a svolgere il ruolo dell’AdS;
8. Proseguimento della collaborazione tra UdP e U.O. Fragilità dell’ASL sarà in particolare
rivolta alle seguenti priorità che rientrano nel Piano d’azione Locale: Salute e Assistenza:
sostegno alla famiglia nell’accoglienza e nella cura; sostegno alle persone con disabilità nel
loro progetto di vita; accompagnamento della persona e della sua famiglia; garantire la
continuità di risposta lungo tutto l’arco della vita;
Educazione accrescere la qualità delle prestazioni offerte e di rafforzare l’importante ruolo
e l’azione svolta per favorire l’integrazione scolastica;
Accessibilità, fruibilità e mobilità garantire reale accessibilità e fruibilità dei servizi;
costruire una rete integrata dei servizi;
Lavoro favorire il consolidamento della rete dei servizi per il lavoro pubblici e privati che
accompagnano e sostengono le persone con disabilità e realizzare interventi utili a
promuovere una più consapevole cultura dell’inserimento lavorativo all’interno delle
organizzazioni pubbliche e private, profit e non profit.
9. Collaborazione Dipartimento di Salute Mentale per sviluppare la definizione degli aspetti
organizzativi ed operativi adottati ed applicati nelle singole realtà distrettuali per la
gestione di situazioni complesse di comorbilità: patologia psichiatrica in persone in
situazione di disabilità ed integrazione tra Enti Locali e ASL per la gestione integrata delle
problematiche connesse alla salute mentale.
10. Collaborazione col Gruppo di lavoro, volto al proseguimento degli obiettivi del progetto
Lavoro & Psiche per l’inserimento pazienti psichiatrici nelle aziende supportati dal lavoro
dei “coach”; per favorire l’integrazione lavorativa di persone affette da disturbi psichici,
attraverso interventi finalizzati ad integrare le risorse del territorio e a far crescere fra gli
operatori psichiatrici una cultura della riabilitazione attraverso il lavoro.
NON AUTOSUFFICIENZE
1. Continuare la promozione del bando per l’erogazione di titoli sociali a favore di disabili e
anziani residenti nell’ambito territoriale di Tirano curati a domicilio da assistenti familiari
(badanti) di interventi a favore della domiciliarità, collegando il lavoro di assistenza
familiare con i servizi territoriali e contrastando il lavoro nero e l’illegalità;
2. promuovere forme di qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari, cercando di
integrarlo nella rete dei servizi (per esempio corsi di formazione, accompagnamento e
tutoring nel rapporto badante-famiglia, ecc);
3. mantenimento
servizio
assistenza
domiciliari
facendo
sistema
con
altri
enti
prioritariamente con A.O.V.V. ed ASL ed il terzo settore, per migliorare l’accessibilità dei
servizi e delle prestazioni da parte delle famiglie, garantendo una conoscenza diffusa ed
una integrazione
degli interventi a più livelli. Inoltre verrà
prevista una revisione dei
requisiti d’accesso ai voucher socio assistenziali che tenga in considerazione la relazione
tra bisogno e grado di copertura dello stesso realizzato da parte dell’azione della rete
familiare;
48
4. sviluppare e dare attuazione al Progetto “volontariamente” in collaborazione col tavolo
anziani: promozione volontariato a sostegno di azioni di prossimità volte a consentire la
permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti;
5. mantenimento posti di sollievo nella RSA gestita da Fondazione Casa di Riposo Città di
Tirano a potenziamento di interventi a supporto delle famiglie con anziani non
autosufficienti;
6. continuare la collaborazione tra Ufficio di Piano/Organismi del Terzo Settore e ASL con
l’Ufficio di Protezione Giuridica. Come per l’area disabili viene evidenziata la necessità di
sostenere e potenziare le iniziative di tutela e protezione dell’anziano e in tal senso il
nuovo Ufficio istituito dall’ASL potrà rappresentare un aiuto anche per le famiglie di
persone anziane o di anziani soli.
POVERTA’ E VULNERABILITA’
1. Consolidamento rete comunicazione tra enti e terzo settore a sostegno di chi ha superato i
quarant’anni con fragilità personali e senza rete familiare, che ha bisogno di essere
supportato nella ricerca di casa e lavoro;
2.
I programmi di inserimento sociale e di inserimento lavorativo sono proseguiti nel triennio
2009-11. Le persone in carico ai servizi spesso presentano esperienze di vita e condizioni
di grave emarginazione, in particolare si tratta di persone sole e di quei nuclei di adulti che
si trovano in condizioni di povertà, emarginazione, con una scarsa rete familiare di
supporto (ad esempio a causa di relazioni deteriorate), con problemi legati alla salute
fisica, mentale, alle dipendenze, alla precarietà socio-abitativa ed economica, le quali
richiedono un lavoro importante rispetto all’individuazione e sostegno delle capacità
residue; ne consegue la necessità di percorsi di accompagnamento a forte integrazione
socio-sanitaria, con tempi di presa in carico più lunghi e con frequenti rischi di
cronicizzazione. La complessità delle problematiche legate a tali condizioni di fragilità
sociale, l’aumento della disoccupazione con conseguente maggior difficoltà di inserimento
nel mondo del lavoro dei soggetti a rischio di emarginazione impone un nuovo impegno in
questo settore ed in particolare richiede l’attività congiunta e coordinata di coloro che
operano a livello del welfare locale.
Il tavolo di area ha sottolineato la necessità di
sostenere e incentivare l’attività delle cooperative sociali (in particolare quelle di tipo “B”),
e la sensibilizzazione delle aziende locali;
3. convenzione triennale con Caritas per gestione del Centro di Prima Accoglienza Provinciale:
per rispondere alle situazioni di emergenza abitativa si è aderito anche per il triennio
2012-14 alla convenzione con il Comune di Sondrio, le Comunità Montane e la Provincia di
Sondrio per la gestione del Centro di Prima Accoglienza, gestito dalla Fondazione Caritas di
Como;
4. nell’ambito delle iniziative rivolte all’inclusione sociale dei soggetti fragili si prevede
l’estensione ai 5 ambiti territoriali del progetto “traning di cittadinanza attiva indoor e
outdoor” rivolto a soggetti sottoposti all’autorità giudiziaria. Il progetto è finanziato
all’interno del “piano regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle
persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie”. L’ente
capofila e gestore è la cooperativa sociale Ippogrifo, i partner sono: il Comune di Sondrio,
l’associazione Quarto di Luna, Lavops, la cooperativa sociale Il Prisma; gli altri enti coinvolti
sono la Casa Circondariale di Sondrio, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) e l’Asl
della provincia di Sondrio.
49
Il “Training” consiste sostanzialmente nell’accompagnare i detenuti in misura alternativa o
gli ex detenuti nel loro percorso di reinserimento nella società, partendo da un lavoro
all’interno del carcere di Sondrio che prosegue all’esterno, cercando di garantire alla
persona il rispetto dei diritti di cittadinanza, favorendo quindi l’opportunità di avere un
lavoro, un’abitazione e una vita sociale.
IMMIGRAZIONE
1. Sostenere la promozione iniziative da parte del Terzo settore volte a favorire interscambio
culturale e prevenzione forme di esclusione ed emarginazione dei bambini stranieri da
parte dei compagni mediante valorizzazione attività interculturali;
2. valorizzare la presenza degli stranieri sul territorio, riconoscendone il ruolo svolto in
particolari settori di rilevanza sociale tra i quali quello delle assistenti familiari straniere
che contribuiscono attivamente a rispondere ai bisogni assistenziali del territorio;
3. continuare a sostenere la promozione di programmi di protezione sociale in favore delle
vittime di sfruttamento sessuale e del lavoro forzato per consentire il consolidamento di
una rete di sensibilizzazione nel contesto territoriale rinnovando l’adesione con tutti gli
Ufficio di Piano al Progetto T.R.A.T.T.A. - Tutela Regionale Articolo Tredici Territori per
l’Accoglienza (Programmi di Assistenza previsti dall’art. 13 della Legge 11.08.03 n. 228, e
art. 1 del regolamento di attuazione approvato con Decreto del Presidente della
Repubblica, 19 settembre 2005, n. 237), che vede coinvolti: Cooperativa Lotta Contro
l’Emarginazione, Prefettura, ASL, Provincia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri,
Comando Provinciale Guardia di Finanza, Sindacati CGIL, CISL E UIL;
4. continuare la collaborazione con Centro Multifunzionale di Accoglienza Immigrati (CMAI)
che fornisce prestazioni di ascolto, orientamento e accoglienza a molti immigrati,
attraverso l’adesione al progetto “Intermediando” promosso dal Comune di Sondrio, al fine
di poter usufruire della collaborazione di mediatori culturali, che coordinati dagli operatori
del centro offrono prestazioni di mediazione nei servizi socio-sanitari-sociali-educativi di
tutta la provincia.
50
2.3 SNODI PER L'INTEGRAZIONE
In relazione alle priorità, definite al paragrafo 1 del presente capitolo, vengono ora individuate in
modo più specifico quali sono alcuni snodi, temi, questioni legate all’integrazione tra servizi:
•
area
Organizzazione
tecnica
Lavorare nei termini di chiarezza di ruoli e compiti dei diversi livelli
politico-tecnico-operativo sia a livello di distretto
ed
che e dei singoli
Comuni, elaborare forme di comunicazione efficaci.
amministrativa:
Ufficio
di
Piano,
Servizio Sociale, di
base
e
Servizio
Lavoro comune dei diversi soggetti (Assemblea dei Sindaci, 12 Comuni,
Comitato Politico ristretto, Ente capofila, Ufficio di Piano e privato sociale)
⎯ che preveda un loro coinvolgimento attivo;
tutela.
⎯ che garantisca l’esercizio concertato delle funzioni di direzione e
gestione (ambito politico, tecnico, operativo), pur mantenendo le
prerogative dell’Assemblea dei Sindaci in materia della definizione
delle strategie e delle finalità di intervento in ambito sociale;
in modo da creare, in base ai specifici incarichi e competenze, un sistema
coeso, che abbia un assetto stabile e che consenta un’articolazione
organizzativa dei servizi efficace ed efficiente. Ai diversi livelli del sistema,
vanno attribuiti compiti e specifiche responsabilità direzionali e gestionali,
distinguendo tra le responsabilità
funzionali (che hanno come oggetto i
contenuti del lavoro) dalle responsabilità gerarchiche, che si sviluppano nelle
relazioni tra ruoli di autorità ed operatori.
Perché questo sistema coeso si realizzi va data priorità ai processi di
comunicazione, decisione, cooperazione ed integrazione.
In quest’ottica, andrà rivalutata anche l’organizzazione del segretariato
sociale svolta dall’attuale rete di sportelli esistente sul territorio, al fine di
garantire una maggiore efficacia nel contatto diretto con la cittadinanza,
mediante una ridefinizione del ruolo degli operatori dei Comuni. Si prevede di
attivare una
modalità
di collaborazione tra assistenti
sociali con le
amministrazioni locali comunali, finalizzata al supporto ed alla maggior
conoscenza reciproca, in termini di compiti e della regolamentazione di
riferimento.
Compito dell’Ufficio di Piano sarà quello di mantenere e garantire una
interlocuzione e una collaborazione con la pluralità dei soggetti (pubblici, del
privato sociale, del volontariato e privati) presenti sul territorio, attivi
e
competenti in una determinata area, mettendo al centro il bene della
comunità valorizzando le migliori risorse presenti e
disponibili per
raggiungere l’obiettivo comune.
•
Raccordo con Cooperativa Ippogrifo per l’ attuazione progetto di
consolidamento e sviluppo di servizi sociali associati del distretto di
Tirano con particolare riferimento a: attività relative al servizio Tutela
minori e famiglia e altri interventi correlati e attività relative allo sportello
sociale area disabili, area adulti in difficoltà e minori e famiglia, e forme
di valutazione e di controllo.
51
La scelta compiuta dell’Assemblea dei Sindaci, dell’indizione dell’appalto del
progetto di consolidamento e sviluppo dei servizi sociali associati del distretto
di Tirano, ha l’obiettivo, non tanto d’esternalizzare i servizi, quanto di creare
le condizioni per consentire la continuità e la crescita qualitativa degli stessi,
grazie all’apporto progettuale della cooperativa ed alla stabilizzazione del
personale.
Per l’attuazione del progetto di consolidamento sarà importante creare un
rapporto di collaborazione tra Ufficio di piano e la Cooperativa Ippogrifo, nel
rispetto del proprio mandato e delle diverse forme giuridiche, con l’impegno
reciproco dell’ente pubblico e della cooperativa a mettere a disposizione le
proprie risorse umane e competenze professionali.
La costruzione di questa alleanza tra ente pubblico e privato sociale sarà
facilitato dall’assunzione da parte della cooperativa di una posizione
collaborativa e costruttiva nei confronti dell’Ufficio di Piano, dall’instaurazione
di un rapporto basato sul dialogo e sull’esplicitazione dei reciproci rapporti,
ruoli e compiti, al fine di verificarne la coerenza con quelli dell’Ufficio di Piano
e con le linee d’indirizzo politico, evitando di lasciare delle prefigurazioni
implicite e quindi potenzialmente generatici di conflitti.
A tal fine sarà importante definire obiettivi da conseguire, condividere le
finalità degli interventi e le prassi operative, elaborando insieme strumenti che
consentano di rendere la comunicazione informativa, circolare ed efficace, e
permettano di ottimizzare tempi e risorse e di valorizzare l’apporto
progettuale, che porti elementi innovativi e di miglioramento della qualità dei
servizi gestiti e di contenerne i costi.
I principali strumenti da adottare:
Atti di definizione delle prassi operative di ogni servizio con
indicazione delle fasi ed esplicitazione della tempistica messe in
relazione le con fasi operative di competenza dell’ufficio di piano;
Report semestrali che consentano di valutare lo stato d’avanzamento
delle attività in relazione alle risorse disponibili;
Relazione annuale sull’andamento del progetto di consolidamento.
area
• Coordinamento con ASl nel percorso di costruzione dei Piani di Zona.
Piani di Zona.
azioni: Analisi dei bisogni sociosanitarie sociali, delle risposte, dei
soggetti e dei network attivi sul territorio effettuata entro un perimetro
di conoscenza sovra distrettuale;
indicatori per verifica: condivisione di un report, realizzato da ASL, di
sintesi degli interventi rendicontati con Monitoraggio Piani di Zona,
Monitoraggio Titoli e Intese e Monitoraggio Economico finanziario dei
Piani di Zona (per livello ambito) e Spesa Sociale Comuni (per livello
Comune) Anno 2010;
monitoraggio semestrale.
52
area
Area
minori
Famiglia.
e
• Applicazione protocollo sperimentale Ufficio di Piano e Consultorio;
ampliare
e
consolidare
l’
integrazione
socio-sanitaria
assistenziale tra i servizi offerti dall’ASL, dagli Udp
terzo
settore
su
area
materno
e
socio-
e dall’AOVV e
infantile/adolescenza
dal
/famiglia,
approfondimento rispetto alle offerte e alle modalità di lavoro reciproche
in particolare a livello distrettuale, maggior coinvolgimento de Referenti
Sociali di Distretto;
• collaborazione con Osservatorio Permanente sulla Condizione Giovanile
in Provincia di Sondrio
per sviluppare e valorizzare un sistema di
«antenne» sul territorio per la raccolta di informazioni e dati utili ad
interpretare le tendenze in atto e i bisogni emergenti, al fine di individuare
elementi significativi ai fini di scelte strategiche nell’ambito della
programmazione delle politiche giovanili;
• migliorare rete rapporti con scuola- Comuni e Terzo settore; promuovere
occasioni di confronto e di condivisione di iniziative monitorando
l’esperienza delle iniziative extrascuola;
• definizione del rapporto con i servizi specialistici e predisposizione di un
assetto
organizzativo
volto
a
rinforzare
e
sviluppare
forme
di
collaborazione inter istituzionale per la realizzazione di interventi
nell’ambito della tutela minori (progetto sperimentale triennale in
convenzione con ASl);
• collaborazione fra Sert/SSB per la gestione comune dell’utenza con
problemi di tossico-alcoldipendenza anche in presenza di figli minori;
• mappatura
dettagliata
delle
Comunità
disponibili
e
delle
loro
caratteristiche: E’ importante poter selezionare le strutture disponibili, sia
in provincia che fuori provincia, definendo a priori le condizioni che il
Servizio ritiene necessarie per l’inserimento di un minore, anche attraverso
l’adozione di un sistema di convenzionamento con le comunità ritenute
più idonee, che permetta di verificare e monitorare nel tempo i requisiti di
qualità proposti da ciascuna.
area
Giovani.
• Predisposizione del Piano locale per la prevenzione delle dipendenze.
-azioni: Individuare le priorità, le tipologie di intervento e le azioni
preventive da attuare nel territorio provinciale, in collaborazione con
Dipatimento Dipendenze, referenti progettisti del Terzo settore e i
referenti Sert per la prevenzione; -indicatori per verifica: Stesura del Piano
locale prevenzione dipendenze;-monitoraggio annuale;
• sperimentazione di interventi di prevenzione indicata e selettiva al
consumo di droghe e alcol in giovani ed adolescenti;
• allargare il campo ad interventi che non si collochino unicamente sul
versante ripartivo: sembra utile intraprendere strade “nuove” (es.banca
del tempo) che sappiano partire dai fallimenti degli interventi già
sperimentati per esplorare in modo creativo iniziative che, a più ampio
raggio, tengano dentro l’area della prevenzione, l’attenzione alle
difficoltà e alle richieste di aiuto dei genitori e delle scuole.
53
area
Disabili.
• Raccordo con priorità individuate dal Piano d’azione regionale D. G. R, –
Regione Lombardia - 15 dicembre 2010 n. 9/983 e previste da ASL nel
piano azione locale della provincia di Sondrio per le politiche in favore
delle persone con disabilità e della loro famiglia, condivisione,diffusione e
promozione delle attività previste;
• migliorare l’integrazione sociosanitaria soprattutto per quanto riguarda
gli interventi domiciliari, per di garantire risposte integrate e fluidità dei
percorsi assistenziali; In tal senso verranno adottate forme di integrazione
tra voucher sociale e voucher socio-sanitario e la definizione di Programmi
di Assistenza Integrata concordati tra ASL e Ufficio di Piano sulle situazioni
di maggiore gravità;
• miglioramento dell’integrazione degli operatori ASL-UdP per facilitare
l'accesso degli utenti fragili e delle loro famiglie alla rete dei servizi,
Revisione degli orari di apertura e del coinvolgimento delle figure
professionali nei CeAD e nei PUA (DGR n. 10759 del11/12/2009);
• collaborazione con equipe multidimensionale per una valutazione
multidimensionale della domanda al fine di indirizzare l'utente fragile
verso l'unità d'offerta più adeguata per rispondere al bisogno rilevato;
• raccordo con priorità individuate dalla Provincia nel piano lavoro disabili
2010-12 “mediazione al lavoro ed inserimento lavorativo”:considerando
che risulta sempre più critico l’inserimento nel mondo del lavoro dei
soggetti disabili ed è stata prevista una maggiore collaborazione con la
Provincia per far fronte a questo problema mediante l’adesione ad azioni
di sistema;
• collaborazione con la provincia per interventi assistenziali e gestioni casi
di soggetti con disabilità sensoriale e assistenza casi nelle scuole
superiori;
• promozione e/o revisione accordi e protocolli che definiscono i rapporti
e le collaborazioni con servizio fragilità, neuropsichiatria infantile,
psichiatria, enti gestori di strutture socio sanitarie per disabili, Provincia e
ufficio di piano;
_ il Protocollo d’intesa promosso in accordo con l’U.O.N.P.I.A. e gli Uffici di
Piano. Prevede due modalità operative diversamente in risposta a:
minori con disabilità per i quali si ritiene necessaria una ridefinizione del
progetto prima del termine del percorso scolastico;
minori con disabilità per i quali va previsto il passaggio di presa in carico
dall’U.O.N.P.I.A. ai servizi per l’età adulta in prossimità del termine del
percorso scolastico;
_ il Protocollo realizzato in collaborazione con l’U.O. di Psichiatria. E’
finalizzato a favorire la gestione di situazioni complesse di comorbilità:
patologia psichiatrica in persone in situazione di fragilità, in specifico
attraverso una reale integrazione tra professionalità appartenenti ai due
servizi;
_ il Protocollo predisposto con gli Uffici di Piano e gli Enti gestori di
Strutture
socio-sanitarie
accreditate
per
Disabili.
Lo
strumento
54
è
attualmente in fase di riosservazione e di approfondimento delle
procedure previste, in specifico, per la regolazione delle iniziative di
interesse comune rispetto alla valutazione/rivalutazione della persona, alle
modalità di ammissione e dimissione,alla verifica degli interventi proposti;
Tale Protocollo operativo, in atto tra A.S.L. della Provincia di Sondrio, Uffici
di Piano ed Enti gestori di strutture socio-sanitarie accreditate per disabili,
è focalizzato sull’iter di accesso, dimissioni e modalità di collaborazioni
tra le parti, in particolare, per quanto concerne la valutazione e l’eventuale
rivalutazione sanitaria e/o sociale, le modalità di ammissione/dimissione,
l’inserimento in lista d’attesa, l’ingresso in
strutture di comune
interesse;si prevede l’estensione o la stesura di un nuovo protocollo per
l’accesso alle strutture socio assistenziali;
• raccordo e collaborazione con Comuni e scuole, anche in accordo con
l’ASL sarà necessario definire nuove modalità di collaborazione tra servizi
socio-sanitari e sociali e scuole, nonché sviluppare maggiori sinergie tra
interventi di supporto scolastico e interventi domiciliari;
• recuperare rapporti con associazioni terzo settore, quali interlocutori
attivi e significativi del territorio in grado di fornire informazioni utili
all’analisi
dei
bisogni
e
delle
priorità
relative
all’area
disabili,
cooprogettazione e ruolo di regia dell’UDP;
• prevedere interlocuzione con soggetti altri come ad esempio col Gruppo
di azione locale GAL Valtellina (piano di sviluppo rurale) per temi relativi
alla mobilità ed inserimenti lavorativi.
area
Area Anziani e non
• migliorare l’integrazione tra interventi domiciliari delegati dai Comuni
autosufficienti.
all’Ufficio di piano e interventi di Assistenza Domiciliare Integrati
favorendo il superamento della frammentazione della rete d'offerta dei
servizi domiciliari
azioni: condivisione del nuovo modello di assistenza domiciliare
integrata;
indicatori per verifica: n° di PAI con percorso assistenziale comune
ASL/UdP;
monitoraggio: semestrale;
• condivisione di un nuovo modello di assistenza domiciliare con ASL e
collaborazione alla sostituzione di una equipe multidimensionale per una
Valutazione multidimensionale della domanda al fine di indirizzare
l'utente fragile verso l'unità d'offerta più adeguata per rispondere al
bisogno rilevato;
• integrazione con Centro di assistenza domiciliare CeAD
e definizione
ruolo operatori, Incontri con le équipes di condivisione delle competenze e
modalità di lavoro;partecipazione delle assistenti sociali ai corsi di
aggiornamento (CeAD - ICF) in collaborazione con la provincia;
•
attuazione
del
piano
provinciale
“sviluppo
rete
di
cura
a
domicilio:assistenti familiari”, mediante la sottoscrizione di protocollo
d’intesa tra Provincia di Sondrio, Fondazione Onlus casa di Riposo città di
55
Sondrio ed Enti gestori degli Uffici di piano sulla base di quanto previsto
da Regione Lombardia con d.d.u.o lavoro n. 11052 del 23/11/2011;
•
applicare il modello di gestione integrata di assistenza dell’anziano in
situazione di dimissione protetta dall’ospedale mediante l’attuazione
protocollo d’intesa tra ASL della provincia di Sondrio, Azienda ospedaliera
della Valtellina e valchiavenna per dimissioni protette dei pazienti anziani
con recente frattura di femore e difficoltà di rientro a domicilio (D.G. R. n.
VIII/001375 del 14.12.2005);
• collaborazione dell’Ufficio di piano di Tirano
con Cooperative sociali,
associazioni di volontariato ANTEAS e AUSER, Comune di Tirano e Ufficio
di piano dell’Alta Valtellina mediante sottoscrizione convenzione per il
servizio di trasporto di pazienti che si sottopongono a
terapie presso
l’ospedale di Sondrio, in linea con quanto previsto dal Piano territoriale
conciliazione famiglia e lavoro ex d.g.r. 381/2010. Attuazione del
progetto “NON solo Viaggio”;
• collaborazione
con Auser Lombardia per attivare azioni innovative di
telefonia sociale e/o di rete,come strumento a disposizione dei cittadini
fragili a potenziamento del sistema di domiciliarità ;
area
Area Povertà Adulti
in difficoltà
• Migliorare collaborazione tra Ufficio di Piano,
Centro Pscico Sociale e
SERT, Terzo settore per fronteggiare situazioni individuali ma che
necessitano di percorsi di accompagnamento a forte integrazione sociosanitaria;
• potenziare
le collaborazioni con la Provincia di Sondrio (Centro per
l’Impiego) sia per la rivalutazione dei progetti locali sia per la condivisione
di strategie ed obiettivi comuni per inserimenti lavorativi;
• raccordo con misure previste dai Comuni a sostegno degli adulti in
difficoltà consolidando e sviluppando il ruolo del Servizio Sociale di Base
del distretto,sia nel rapporto di collaborazione con gli amministratori
locali, sia come punto di riferimento per la cittadinanza locale: individui,
famiglie, gruppi del territorio;
• collaborazione con osservatorio provinciale sul disagio e i servizi sociali:
l’”Osservatorio sul disagio e i servizi sociali” si è confermato uno
strumento di particolare rilevanza per le problematiche che va a
monitorare. Vale a dire:
-
“quelle dei fenomeni e delle relazioni che con sempre maggiore
intensità si presentano e si sviluppano nel contesto e nel tessuto
sociale;
-
quelle delle risposte che devono essere date a diverse situazioni
di disagio in un contesto che evolve sempre più rapidamente;
-
quelle relative al ruolo e alle funzioni, progressivamente più
articolate, degli Enti locali e in particolare della Provincia
nell’affrontare e gestire con modalità adeguate le situazioni (in
generale, di disagio) che emergono dalla realtà sociale”.
56
area
Immigrazione
•
Consolidamento azione sinergica tra scuola-terzo settore ed enti,
sindacati etc. per favorire l’inclusione sociale ed agevolare l’integrazione
e l’interscambio culturale;
•
collaborazione con Osservatorio provinciale sull’immigrazione di Sondrio
per risponde all'esigenza di fornire informazioni corrette e precise sul
fenomeno migratorio per prevenire e contrastare varie forme di
discriminazione; attraverso ricerche e rilevazioni attinenti a diverse aree
di interesse e garantire un flusso sistematico di informazioni a livello
territoriale
all’l’Osservatorio
Regionale
per
l’integrazione
e
Multietnicità. (ORIM).
57
la
Sintesi degli snodi per l’integrazione socio sanitaria
Area famiglia, minori, adolescenti e giovani
Obiettivo/risultato
Obiettivo/risultato
Azioni previste
atteso ASL22
atteso ASL-UDP
Priorità/
mantenimento
Tutela minori
Avvio di un progetto sperimentale di confronto sulla
Tutela minori
Integrazione tra
Consultorio
familiare
e
Servizi Sociali di
Base
Sperimentazione
di interventi di
prevenzione
indicata
e
selettiva
al
consumo
di
droghe e alcol in
giovani
e
adolescenti
Garantire interventi psico-sociali preventivi e di
sostegno a favore di minori e famiglie in difficoltà
Realizzazione
delle
attività progettuali in
collaborazione con il
Dipartimento
Dipendenze, Il Terzo
Settore, la Scuola e la
Polizia Locale
Rete
conciliazione
L’ASL garantisce la
governance della rete
territoriale
conciliazione così come
previsto dagli accordi
di
programma
sottoscritti nel 2011.
Priorità/
mantenimento
Interventi
domiciliari
di
Enti
e
coinvolti
servizi
Stesura
del
progetto
provinciale sulla
tutela
Offerta percorsi
di presa in carico
congiunta
UdP
ASL
AOVV
Avvio di un confronto più
ampio sul tema degli
adolescenti a rischio per
avviare
modalità
di
interventi innovative
Confronto tra i
diversi attori
Avvio
di
interventi
sperimentali
Raccordo con il Tavolo
provinciale
per
la
Conciliazione FamigliaLavoro per il sostegno
delle sperimentazioni.
Confronto tra i
diversi attori
Avvio
di
interventi
sperimentali
UDP: Servizio Tutela
Minori e SSB
ASL:
dipartimento
dipendenze,
Consultorio
adolescenti
AOVV:
NPI
e
Dipartimento salute
mentale
(progetto
Tempo Zero)
UdP
ASL
Provincia
CCIA
STER
(Sede
Territoriale Regione)
Consigliera di parità
provinciale
Area anziani, disabilità e non autosufficienza
Obiettivo/risultato
Obiettivo/risultato Azioni previste
atteso ASL23
atteso ASL-UDP
delle
Attuazione del nuovo Superamento della - applicazione
Linee guida regionali
modello di assistenza frammentazione
per il percorso di
domiciliare integrata della rete d’offerta
riforma dell’ADI
servizi
(ADI) centrata sulla dei
- condivisione
ASLdomanda
delle domiciliari
UdP
del
nuovo
persone
non
modello di ADI
autosufficienti e delle
- percorsi assistenziali
loro famiglie
comuni
attraverso
l’elaborazione di Piani
di assistenza integrata
(PAI) ASL-UdP
Servizio Sociale di
Base (SSB)
Consultorio
Familiare
Servizi coinvolti
- UdP: SSB
- ASL: servizio
domiciliari
Fragilità
- Enti gestori
Cure
U.O.
22
Dal documento dell’ASL di Sondrio “Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari Anno 2012” , ai sensi della
D.G.R n. IX/2633 del 6.12.2011.
23
Dal documento dell’ASL di Sondrio “Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari Anno 2012” , ai sensi della
D.G.R n. IX/2633 del 6.12.2011.
58
CeAD
Facilitare l’accesso degli utenti fragili e delle
loro famiglie, alla rete dei servizi
Garantire
supporto
all’utenza
e
appropriatezza
alla
domanda
di
inserimento
degli
utenti nelle strutture
per disabili
Collaborazione
UdP- U.O Fragilità
per la valutazione
sociale
degli
inserimenti
nelle
strutture
Piano d’azione
locale
sulla
disabilità
Diffondere,
condividere
ed
iniziare ad applicare il
Piano d’azione locale
Contribuire
all’elaborazione e
alla
implementazione
del Piano
Priorità/
mantenimento
Piano
Locale
per
la
prevenzione
delle
dipendenze
Collaborazione
con
servizi
specialistici
Obiettivo/risultato
atteso ASL24
Predisposizione del
Piano Locale per la
prevenzione delle
dipendenze
Servizi
residenziali
semiresidenziali
e
Miglioramento
dell’integrazione degli
operatori
distrettuali
dell’ASL
con altri
servizi/uffici dell’ASL
e dell’UdP
Applicazione
del
protocollo
d’intesa
ASL-UdP
Partecipazione ai Tavoli
tematici dell’ASL con
enti gestori
- UdP: SSB
- ASL:
U.O.
domiciliari
Fragilità
Incontri
di
approfondimento UdPASL per la revisione
della bozza del Piano
Confronto con gli altri
attori
della
rete
interessati
Condivisione di dati e
informazioni
relativi
alla
domanda
e
all’offerta di interventi
e servizi per disabili
Tutti gli atori coinvolti
nell’elaborazione
e
nell’implementazione del
Piano d’azione locale
Area adulti e vulnerabilità sociale
Obiettivo/risultato Azioni previste
atteso ASL-UDP
Collaborazione con Incontri
di
ASL – dipartimento approfondimento
per
dipendenze per la individuare le priorità, le
stesura del Piano
tipologie di intervento e
le azioni preventive
Affinare le modalità di collaborazione tra Incontri di confronto e
servizi per la segnalazione, la presa in monitoraggio
carico e la gestione della casistica afferente Stesura linee di azione
per la collaborazione tra
a più servizi
servizi
Cure
U.O.
- UdP: SSB
- ASL: U.O. Fragilità
- Enti gestori
Servizi coinvolti
UdPASL – dipartimento
dipendenze
UdP
ASL – dipartimento
dipendenze
AOVV – Centro psico
sociale
24
Dal documento dell’ASL di Sondrio “Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari Anno 2012” , ai sensi della
D.G.R n. IX/2633 del 6.12.2011.
59
Sintesi degli snodi per l’integrazione
Linee di intervento della Provincia di Sondrio
Tipologie Interventi da
Relazione
Previsionale
Programmatica 2012/2014
Interventi Assistenziali per
Soggetti
con
Disabilità
Sensoriali
Formazione
del
Personale
addetto ai Servizi SocioAssistenziali
Gestione Registri Soggetti del
Terzo Settore
(Associazioni, Organizzazioni
di Volontariato, Cooperative
Sociali)
Osservatorio Sociale
Attivita’ di Mantenimento
Attività di Sviluppo
Priorita’
Protocollo d’intesa sugli
interventi e gestione casi
−
−
Rilevazione
fabbisogni
Definizione piani
annuali della
formazione
Osservatorio sul disagio
e i servizi sociali
Sperimentazioni
territoriali
Linee
di
indirizzo
regionali
sulla
semplificazione
nei
rapporti terzo settore e
pubblica amministrazione
Osservatorio
sulla
condizione giovanile
Osservatorio provinciale
immigrazione
Attuazione
progettualità
Sistema Integrato dei Servizi
Sociali
Centro prima accoglienza
(Ente capofila: Comune di
Sondrio)
Piano
territoriale
conciliazione famiglia e
lavoro
(Ente capofila: Asl di
Sondrio)
Sviluppo rete della cura a
domicilio:
assistenti famigliari
(a partire da piano
operativo regionale 2012)
Partecipazione a progetti
sovra
distrettuali
o
provinciali di particolare
interesse sociale
Inserimenti socio lavorativi
soggetti con disabilità
(UFFICIO
DISABILI
legge 68/99)
LAVORO
AZIONI DI SISTEMA
nell’ambito del
PIANO
LAVORO
DISABILI 2010/2012
“Mediazione al lavoro e
inserimento lavorativo”
60
CAPITOLO 3 - LE RISORSE DEL
SISTEMA
Nel terzo capitolo del Piano di Zona vengono esaminate le risorse economiche, le risorse
dell’ufficio di piano e le risorse sociali diffuse rilevando le presenze dei servizi e i loro
posizionamenti.
61
3.1 IL QUADRO DELLE RISORSE
In Italia la responsabilità della spesa sociale è suddivisa tra più livelli di governo (Stato, Regioni,
Comuni), il rischio è quello di frammentazione delle risorse, e della disomogeneità delle modalità
di utilizzo, legato alla difficile ricomposizione delle politiche sociali
e ad una difficoltà ad
integrare gli interventi sanitari con quelli sociali e socio-sanitari.
Segue un breve excursus sull’andamento dei fondi nazionali e regionali degli ultimi anni:
Le risorse statali finalizzate: Le risorse statali per il welfare locale sono in costante riduzione da
diversi anni ma nel 2011 il taglio si è radicalizzato. Dal 2010 al 2011 il settore sociale ha perso i
due terzi circa delle sue risorse passando da 1.472 milioni di euro di trasferimenti finalizzati a 538
milioni di euro. I trasferimenti dello Stato alla Regione Lombardia per le Politiche Sociali (Fondo
Nazionale per le Politiche Sociali Legge 8 novembre 2000 n. 328) hanno subito dal 2008 al 2012
con una decurtazione complessiva del 75% in cinque anni. Il Fondo nazionale per le politiche
sociali prosegue nel suo costante trend di riduzione e si avvia a scomparire entro il 2013, anno in
cui raggiungerà la cifra di 44,6 milioni di euro per tutta l’Italia. Il taglio più radicale è costituito dal
Fondo per la non autosufficienza che scompare e perde i 400 milioni che gestiva nel 2009 e 2010.
Nel complesso se teniamo conto dei 4 principali fondi che sono gestiti quasi totalmente dai
Comuni – e cioè del FNPS, dal Fondo per la non autosufficienza, dal Fondo per le locazioni e dal
Fondo per le politiche familiari – il taglio dal 2010 al 2011 è di 805 milioni di euro.
Come si evince, da quanto sopra indicato, gli anni più recenti sono segnati dalla progressiva
cancellazione dei principali canali di finanziamento nazionale alle politiche sociali e da una
fortissima decurtazione del Fnps. Per effetto di queste scelte nazionali, le risorse trasferite agli
enti locali lombardi, per il tramite degli ambiti distrettuali, si sono ridotte fortemente e sono
destinate a diminuire ulteriormente.
Anno
Fondo nazionale politiche sociali
(esclusa quota ministeriale)
Fondo infanzia e adolescenza
Fondo inclusione immigrati
Fondo NA
Fondo politiche giovanili
Fondo politiche della famiglia
Fondo pari opportunità
TOTALE
TABELLA 3.1
2007
2008
2009
2010
2011
745
656
518
374
274
44
50
100
130
220
50
1339
44
0
300
130
330
44
1504
44
0
400
130
239
30
1361
40
0
400
81
174
3
1072
39
0
0
13
51
17
394
25
Andamento dei fondi nazionali politiche sociali – valori in milioni di euro – anno di stanziamento
Le risorse regionali: Ai tagli nazionali si sono sommati quelli regionali sul Fondo Sociale, che sono
diventati particolarmente pesanti nel 2011. Per quest’annualità la regione aveva inizialmente
individuato uno stanziamento di 40 milioni (quindi meno della metà delle risorse 2010), poi in
corso d’anno ha provveduto ad un reintegro (riportandolo a 70 milioni). Volendo fare il quadro
complessivo degli effetti sulla situazione lombarda delle scelte nazionali e regionali per gli anni
più recenti, possiamo dire che dopo il 2008 i budget destinati agli ambiti (Pdz) si sono contratti
fortemente e le risorse di competenza 2011 sono state meno della metà di quelle 2008.
Nell’ultimo biennio la capacità di spesa si è fortemente ridotta, fatto che sta rendendo
25
“Disegnamo il welfare di domani” – Convegno Prospettive Sociali e Sanitarie del 29.09.2011– IRS
62
particolarmente arduo difendere il livello di servizi finora assicurati. Per il 2012 si prevedono
ulteriori riduzioni a carico di tale fondo.
Occorre infine segnalare che tra il 2010 e il 2011 alla rete territoriale sono pervenute risorse
straordinarie relative alle assegnazioni 2007-2009 del Piano nidi (fondi statali con 30% di
cofinanziamento regionale). Si è trattato di un contributo quantitativamente non trascurabile (37
milioni) sul cui utilizzo gli ambiti hanno avuto tuttavia scarsi margini di discrezionalità (la Regione
ha predefinito che dovessero essere destinati esclusivamente all’acquisto di posti negli asili
convenzionati).
A queste risorse si sono aggiunte nel 2011 quelle quantificate dalla Giunta Regionale con d.g.r. n.
1576 del 24 aprile 2011, in ordine all’attuazione del Piano Regionale per favorire la conciliazione
dei tempi di vita e di lavoro da assegnare a ciascuna finalità specificata prevista dalla d.g.r.
381/201026.
TABELLA 3.2
27
Analisi fondi 2008-2012
TRASFERIMENTO NAZIONALE A REGIONE LOMBARDIA:
Anno 2008
100.700.000,00
Anno 2009
94.915.901,87
Anno 2010
73.327.562,56
Anno 2011
53.801.546,15
Anno 2012
25.269.642,37
Differenza 2008_2012 - 75.430.357,77
pari a una decurtazione del 75%
PARTE FONDO NAZIONALE TRATTENUTO DA REGIONE LOMBARDIA
Anno 2008
5.000.000,00 = 4,97%
Anno 2009
12.240.901,87 = 12,9 %
Anno 2010
34.327.562,56 = 46,8%
Anno 2011
9.801.546,15 = 18,2%
Anno 2012
5.269.642,37 = 20,8%
TRASFERIMENTI DIRETTI AGLI AMBITI TERRITORIALI (Comuni)
Anno 2008
95.700.000
Anno 2009
82.675.000
Anno 2010
39.000.000
Anno 2011
44.000.000
Anno 2012
20.000.000
Differenza 2008_2012 - 75.700,00
pari a una decurtazione del 79%
TRASFERIMENT0 FONDO NON AUTO SUFFICIENZA
Anno 2012 00,00 AZZERATO
Di anno in anno, come mostra la tabella allegata (TABELLA 3.2), la Regione Lombardia ha
trattenuto, per interventi di carattere regionale, quote rilevanti che per il 2012 corrispondono a
circa il 21% delle risorse trasferite dallo stato.
Con deliberazione n° IX/2866 del 29/12/2011, la Regione Lombardia ha stabilito per l’anno 2012
il riparto delle risorse economiche del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali pari a complessivi €
25.269.642,37, destinando € 20.000.000,00 agli Ambiti Territoriali di associazione dei Comuni
per l’attuazione dei Piani di Zona e riservando il restante 20,8%, pari ad € 5.269.642,37, ad
interventi regionali.
26
La d.g.r. n. 1576 destina 90.000,00 euro alla provincia di Sondrio.
63
L’attuale situazione di crisi economica globale colpisce pesantemente i Comuni e produce gravi
ricadute sulle famiglie e sulle comunità locali, compromettendo la possibilità di garantire
interventi di aiuto e sollievo alle famiglie con maggiori fragilità
e, contemporaneamente, di
mantenere il sistema dei servizi costruito in questi anni di gestione associata;
La progressiva riduzione del Fondo Sociale Regionale (TABELLA 3.3), destinato prioritariamente al
contenimento delle rette dei servizi socioassistenziali e sociosanitari, ha registrato nello scorso
anno una decurtazione del 20% circa e per il quale si è addirittura paventato un sostanziale
dimezzamento per il prossimo anno:
TABELLA 3.3
TRASFERIMENT0 FONDO SOCIALE REGIONALE AGLI UDP DELLA PROVINCIA DI SONDRIO
Anno 2008
1.764.492,49
Anno 2009
1.644.732,00
Anno 2010
1.639.805,00
Anno 2011
1.344.005,00
Differenza - 420.487,49 pari ad una decurtazione del 23,8%
A fronte delle riduzioni dei finanziamenti per le politiche sociali e dei trasferimenti in generale, nel
corso degli anni, i Comuni si sono comunque impegnati fortemente con proprie risorse per
mantenere e incrementare i servizi a livello associato (tabella 3.4 e grafici 1,2 e 3);
Grafico 1 Fonte Ufficio di piano
Andamento fondi distretto di Tirano
300.000,00
250.000,00
200.000,00
importi
anno2009
anno 2010
150.000,00
anno 2011
anno2012
100.000,00
50.000,00
0,00
fnps
frs
fna
fondo riequilibrio
fondo intesa
fondi
Grafico 2 Fonte Ufficio di piano
Distretto Tirano
900000
800000
700000
600000
500000
400000
Quote comuni per piano di Zona
300000
200000
100000
0
anno 2009
Quote comuni per piano di Zona
annno 2010
anno 2011
previsione 2012
64
666
Comune Lovero
9168
608
223
2979
Comune Tirano
C Tovo S.Agata
Comune Vervio
C. Villa Di Tirano
1612
509.953,02
3.331,64
50.802,36
9.328,79
173.680,08
93.953,17
10.571,59
16.018,65
9.920,55
72.842,49
24.525,50
19.326,22
25.651,98
17,40
2010
Grafico 3 Fonte UDP Tirano
29221
216
2984
630
9238
4769
496
1061
670
4634
1633
1278
2009
509.953,02
3.216,72
51.565,65
8.658,89
177.011,60
93.400,70
10.960,91
15.482,37
9.574,68
71.939,95
24.047,71
18.345,67
25.748,17
17,43
o
o
l io
n o gata rvio an o
ne
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no
sio
ni
g
i
a
o
r
l
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an
S.
i
G
D
B
V
o
ov
lla
zo
i
T
z
V
a
M
a
29264
220
2983
619
9248
4765
496
1056
658
4693
1626
1279
al 31.12.2010
Quote Comuni piano di Zona 2009-2011
1621
al 31.12.2009
ric
Ap
0,00
50.000,00
100.000,00
150.000,00
200.000,00
250.000,00
29306
4801
Comune Teglio
Totale
477
Comune Sernio
1075
4756
1640
Comune Grosio
Comune Grosotto
Comune Mazzo Valtellino
1635
1278
Comune Bianzone
al 31.12.2008
Comune Aprica
quota per abitante
Popolazione
TABELLA 3.4
27.692,73
35.282,50
21,56
2011
2010
2009
629.903,98
4.738,40
64.359,25
13.324,56
193.030,53
105.060,40
12.433,97
22.741,05
14.168,89
102.229,62
34.842,08
2011
1.649.810,02
11.286,76
166.727,26
31.312,24
543.722,21
292.414,27
33.966,47
54.242,07
33.664,12
247.012,06
83.415,29
65.364,62
86.682,65
Totale 2009-2011
65
Risorse socio sanitarie
L’ultimo biennio ha visto crescere discretamente le risorse dedicate ai servizi socio-sanitari. Il
2010 si è chiuso con un +3,8% rispetto all’anno precedente, un aumento proseguito anche per il
2011: stando ai più recenti aggiornamenti delle assegnazioni complessive alle Asl per 2011
(1.553 milioni, fonte Decr. 10035 del 2/11/2011)
28
l’Assi riceve circa un +3,5 di fondi rispetto al
consuntivo 2010. Una quota importante delle risorse aggiuntive 2011 (40 milioni) è stata riservata
all’implementazione dell’assistenza domiciliare. La manovra regionale preventiva per il 2011
(D.g.r. 937/2010 e il Bilancio Preventivo Regionale) ha riconosciuto centralità al sociosanitario
assegnandovi risorse oltre che dal Fondo sanitario anche a carico del bilancio regionale (27
milioni) per un budget complessivo Assi di 1.577 milioni.
TABELLA 3.5
QUOTA CAPITARIA
CONTRIBUTI
C/ESERCIZIO
DESTINAZONE
VINCOLATA
IN
A
FUNZIONI
NON
TARIFFATE
TOTALE
ASSEGNAZIONI
ASSEGNAZIONI REGIONALI ASL SONDRIO
2009
2010
222.127
226.495
2011
233.794
3.133
1.529
1.416
907
979
980
226.167
229.003
236.190
Fonte ASL Sondrio
Stanziamenti ASL
anno 2009;
226.167
anno 2011;
236.190
anno 2009
anno 2010
anno 2011
anno 2010;
229.003
Grafico 4 Fonte ASL Sondrio
E’ del tutto evidente
quanto la spesa socio-sanitaria rappresenti una voce determinante delle
risorse che concorrono alla definizione di un quadro d’insieme del sistema di welfare. Gli
interventi di cura territoriali (domiciliari e ambulatoriali, i centri diurni e le strutture protette) così
come gli interventi per le dipendenze e per i disabili o quelli afferenti all’area materno infantile,
hanno ricadute determinanti sul sistema socio-assistenziale.
L’assegnazione all’Asl per il 2012, per la formulazione del bilancio preventivo, in fase di
assegnazione, viene definita dalla Direzione Generale Sanità.
28
www.lombardiasociale.it
66
Con le risorse assegnate l’ASL deve garantire il soddisfacimento di tutti i bisogni sanitari e sociosanitari, ripartendo, anche nel 2012, le risorse nei tre livelli di assistenza individuati dal Piano
Sanitario Nazionale, come evidenziato nella seguente tabella:
TABELLA 3.6
Livello essenziale di
Risorse
Incidenza
assistenza
regionali
programmata
disponibili
regionale anno
(milioni di euro)
2012
anno 2012
1 - Assistenza sanitaria
collettiva
in ambiente di vita e di
lavoro
2 - Assistenza distrettuale
3 - Assistenza ospedaliera
TOTALE
Saldo di mobilità attiva per
cittadini fuori regione
TOTALE COMPLESSIVO
Incidenza
ASL
2010
935
5,50%
6%
8.670
7.395
17.000
450
Fino al 51,%
Fino al 43,5%
100%
58,2%
35,8%
100%
17.450
Fonte ASL Sondrio
Il volume complessivo di queste risorse è tale che non si può prescindere, anche a livello di
ambito, dai benefici che potrebbero derivare da un’integrazione tra le politiche socio-sanitarie e
quelle socio-assistenziali, integrazione che può prendere avvio da una ricostruzione complessiva
delle voci di spesa e da una ricomposizione degli interventi territoriali.
Come affermato nelle linee di indirizzo regionali per la programmazione sociale 2012-2014 “il
quadro delle risorse finanziarie appare estremamente frammentato, ed evidenzia la necessità di
azioni che siano in grado di mettere in rete le risorse detenute dai diversi attori”.
La tabella che segue mostra la contribuzione alla spesa sociale e sociosanitaria dei principali attori
del welfare, con l’esclusione dell’INPS e del privato sociale.
29
Grafico 5 – Contribuzione alla spesa sociale e sociosanitaria degli attori del welfare al netto dei trasferimenti INPS
La d.g.r. 16 novembre 2011 n. 2505 se da una parte si attribuisce ai Comuni la funzione di
ricomposizione delle risorse e di connessione delle reti, dall’altra mette in evidenza, la centralità
dell’Azienda Sanitaria Locale come attore determinante del sistema. Si afferma, infatti, che “nel
processo di riforma del welfare lombardo, le direzioni sociali delle ASL dovranno sviluppare una
vocazione ed una visione spiccatamente territoriale per recuperare la centralità del bisogno della
29
“I dati della spesa sociale e sociosanitaria in Regione Lombardia” - Bocconi/ CERGAS
67
persona, per superare la frammentazione dei servizi e per sviluppare in modo proattivo le reti
territoriali”. Un mandato fondato su principi e obiettivi assai simili a quelli attribuiti ai Piani di Zona
(lavoro di rete, superamento della frammentazione, vocazione territoriale degli interventi), che
devono trovare una loro armonizzazione operativa in ciascun ambito territoriale per evitare
sovrapposizioni (si pensi ad esempio al confronto con i soggetti del terzo settore nei tavoli di area)
e l’innesco di processi competitivi tra le scarse risorse in campo.
Oltre ai Comuni e all’ASL vi sono altri attori che concorrono alla produzione di risorse dedicate
agli interventi in ambito sociale: l’INPS con le risorse dedicate ad erogazioni economiche
prettamente “sociali” (pensioni sociali, integrazioni al minimo, indennità di accompagnamento,
assegni per famiglie con tre o più figli, assegni di maternità), le famiglie con una spesa ingente per
servizi acquistati dal libero mercato (ad esempio badanti o prestazioni erogate dal privato sociale)
e dal servizio pubblico in qualità di utenti dei servizi sociali o sociosanitari, il terzo settore sia per i
servizi convenzionati con gli enti locali e le ASL sia per la parte, in crescita, di mercato privato sia
ancora per il vasto apporto del volontariato.
Nella tabella che segue riportiamo le “fonti della spesa sociale e sociosanitaria in Lombardia (stima
30:
2009”)
TABELLA 3.7
Ambito
Totale proAmbito Sociale
Totale
Sociosanitari
capite
Regione
Comuni
Province
Utenti
Inps
Totale
350.027.915,72
1.458.000.000,00
1.808.027.915,72
1.203.909.856,35
1.203.909.856,35
51.597.856,00
51.597.856,00
173.495.774,28
720.000.000,00
893.495.774,28
4.027.410.041,56
3.130.395.791,18
7.157.805.832,74
5.806.441.443,91
5.308.395.791,18
11.114.837.235,09
– Le fonti della spesa sociale e sociosanitaria in Lombardia (stima 2009)
185,58
124,86
5,33
91,89
734,69
1.142,35
Grafico 6 – Uno scenario frammentato sul versante delle fonti di spesa
A fronte del quadro degli attori e delle risorse sopra richiamato, appare quindi necessario che i
Piani di Zona non si limitino ad intervenire nel perimetro ristretto delle risorse a disposizione dei
Comuni per non rischiare di “rimanere ai margini della programmazione reale, rispetto alla quale è
possibile riposizionarsi, non tanto per gestire più risorse, quanto aumentando la competenza nel
31
mettere in relazione attori e risorse, nel negoziare e promuovere sinergia e razionalizzazione”
30
31
“Un welfare della sostenibilità e della conoscenza”
Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012-2014”- Regione Lombardia
68
1.2. LE RISORSE DELL’UFFICIO DI PIANO
Nel triennio 2009-11 il Servizio Sociale di Base è stato garantito alla popolazione del distretto
attraverso il lavoro di tre assistenti sociali una a tempo pieno
e 2 part-time, distribuito in
funzione delle diverse macro aree di intervento (n. 1 assistente sociale assegnata alle aree minori e
famiglia e adulti in difficoltà, n. 1 assistente sociale a 30 ore assegnata alle aree anziani e n. 1
assistente sociale a 28 ore disabili) e non sulla ripartizione territoriale.
L’assistente sociale, che rappresenta la figura professionale centrale del Servizio Sociale di Base,
ha garantito:
orientamento del cittadino all’interno della rete delle unità di offerta e consulenza
informativa sulle modalità di accesso;
un primo filtro della domanda attraverso ascolto e valutazione dei bisogni;
segnalazione di situazioni complesse ai servizi competenti dell’A.S.L. e dell’Azienda
Ospedaliera affinché sia assicurata la presa in carico della persona;
presa in carico, diagnosi e intervento psico-sociale delle situazioni di competenza della
propria area.
Il Servizio Sociale è gestito in forma associata per conto dei 12 Comuni dell’ambito territoriale
dall’Ufficio di Piano di Tirano e opera attraverso differenti tipi di interventi.
Di seguito sono elencati alcuni degli interventi di cui hanno beneficiato al 31.12.2011 gli utenti nel
mandamento di Tirano, suddivisi per Comuni32:
Tabella 3.2.1 - Numero di utenti nell’ambito territoriale di Tirano suddivisi per Comuni al 31.12.2011
Aprica Bianzone Grosio Grosotto Lovero Mazzo in Sernio Teglio Tirano Tovo di
Valtellina
S.Agata
Vervio
SERVIZI
Buoni sociali
Buoni
sociali
mirati
Voucher
educativi
Voucher socioassistenziali
ADM+Spazio
neutro
Servizio
Assistenza
Domiciliare
(SAD)
Residenza
Sanitariaassistenziale
disabili
Centro Diurno
per
Disabili
(CDD)
Centro
Socio
Educativo
(CSE)
Inserimenti
Lavorativi
2
1
1
1
2
2
1
2
7
2
1
2
1
1
3
1
3
9
8
3
15
1
5
1
13
7
25
8
62
2
5
3
14
5
15
2
24
2
2
1
9
3
8
3
38
1
2
3
3
2
14
1
1
2
4
1
2
2
1
1
3
12
2
1
Villa
TOTALE
di
distretto
Tirano
1
6
2
1
1
1
2
7
2
25
32
L’analisi del sistema dell’offerta e della domanda di servizi socio-assistenziali nel distretto di Tirano è stata condotta dall’équipe di
ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano.
69
Centro Pronto
Intervento (CPI)
2
Comunità
Affido
accoglienza
TOTALE
Comuni
1
1
1
4
2
4
33
97
1
4
6
1
9
e
8
7
29
8
2
12
8
6
4
2
27
237
Grafico3.2.1 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
Il grafico rappresenta la distribuzione dell’utenza per servizi utilizzati e per prestazioni erogate al
31.12.2011.
Lo strumento che è stato più utilizzato è il voucher socio-assistenziale. Questo significa che le
categorie di utenza che vengono maggiormente assistite sono gli anziani e i disabili (62 richieste
soddisfatte).
Il servizio più utilizzato nella categoria dei disabili è sicuramente il Centro Diurno per Disabili
(CDD), attualmente sono 38 le persone per le quali l’Ufficio di piano eroga un contributo ad
integrazione della retta, (3 di esse si rivolgono a strutture fuori provincia), secondo le modalità
previste da regolamento, che prevede la cooparteciazione degli utenti in base all’Isee individuale,
ciò vale anche per gli utenti della Residenza Sanitaria assistenziale disabili.
Altri strumenti diffusamente impiegati sono: il Servizio Assistenza Domiciliare (SAD) rivolto sempre
a disabili e anziani, appaltato fino al 31.12.2013 alla Cooperativa sociale Ardesia, ed il servizio di
inserimenti lavorativi erogato prevalentemente alla categoria dei disabili, ma anche a quella degli
adulti in difficoltà.
In conclusione, risulta evidente che le macroaree
che nel territorio di Tirano richiedono più
sostegno e che ricevono ad oggi maggiori risposte riguardano i disabili e gli anziani.
La domanda di assistenza continuativa ed è in continua crescita su tutto il territorio.
70
L’Ufficio di Piano ha avuto a disposizione gli strumenti elencati nella tabella 3.2.1 e si è occupato,
tramite il Servizio Sociale di Base, di regolarne l’accesso e l’erogazione agli utenti considerati
‘fragili’, residenti nei Comuni del distretto,che ne hanno fatto richiesta ai Comuni.
Questa categoria di soggetti comprende persone che sono in condizioni di non autosufficienza e,
per la maggior parte, necessitano per il loro stato di fragilità di un tipo di servizio qualificato, si
tratta spesso di individui con una limitata capacità economica, che non consente loro di attingere
direttamente al mercato privato.
Per la comprensione del lavoro del servizio sociale dell’Ufficio di Piano, di seguito si fornisce una
descrizione degli strumenti utilizzati nel triennio 2009-2011 e i dati relativi all’utilizzo:
Gli strumenti comuni alle macroaree
a)Buoni sociali
Assegni liberamente spendibili dall’utenza. Utilizzati per sostenere ed agevolare economicamente
l’attività di cura della famiglia o della rete di solidarietà sociale. Il Buono sociale, essendo
finalizzato prevalentemente al sostegno della domiciliarità, è rivolto a tutte le fasce di utenza che
presentano necessità di questo tipo, quindi principalmente anziani e disabili, ma anche minori,
emarginati o persone con problemi nell’area della salute mentale33. Nel distretto di Tirano
vengono erogati a persone residenti nell’ambito, considerando l’ISEE familiare e l’ Invalidità civile
certificata, Non frequentanti strutture sanitarie, socio-sanitarie, socio-assistenziali a carattere
residenziale o semi – residenziale, Non fruitori di Voucher Socio-Assistenziali, Servizio di
Assistenza Domiciliare, Voucher Educativi. L’importo mensile del Buono Sociale è stato definito
dall’Assemblea dei Sindaci del Distretto di Tirano.
Tabella 3.2.2- Buoni Sociali erogati nel triennio 2009 - 2011 nel territorio di Tirano.
Anno 2009
N. GENERE COMUNE
AREA
1
M
Teglio
Disabile
2
F
Tirano Psichiatrica
3
F
Teglio
anziana
4
F
Bianzone psichiatrica
5
M
Aprica
disabile
6
F
Mazzo
anziana
7
F
Bianzone anziana
8
F
Teglio
disabile
9
F
Tirano
anziana
Fonte:
33
Dati
Ufficio
di
Piano
di
Tirano
Cfr. http://www.famiglia.regione.lombardia.it
71
A
Annnnoo 22001100
N. GENERE COMUNE
AREA
1
M
Teglio
disabile
2
F
Tirano psichiatrica
3
F
Teglio
anziana
4
F
Bianzone psichiatrica
5
M
Aprica
disabile
6
F
Mazzo
anziana
7
F
Bianzone anziana
8
F
Teglio
disabile
9
F
Tirano
anziana
10
F
teglio
anziana
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
Anno 2011
N. GENERE COMUNE
AREA
1
F
Teglio
disabile
2
F
Tirano psichiatrica
3
F
Teglio
anziana
4
F
Bianzone psichiatrica
5
M
Aprica
disabile
6
F
Mazzo
anziana
7
F
Bianzone anziana
8
F
Teglio
disabile
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
b) Buoni sociali mirati
Assegnati a soggetti in condizione di fragilità o di emergenza sociale ( considerando ISEE familiare
e che non usufruiscono di Buoni sociali). L’entità del Buono Sociale Mirato, assegnato tramite
Progetto Individualizzato, erogato per un massimo di 12 mensilità per un importo, viene definito
dall’Assemblea dei Sindaci del Distretto di Tirano.
72
Nel triennio 2009-11 sono stati assegnati complessivamente i seguenti buoni:
BUONI SOCIALI MIRATI 2009
fascia età 31- 57 anni
M/F Comune
M
Villa Di
Tirano
M Villa Di
Tirano
F
Tirano
F
Tirano
Nazionalità
Italiana
Italiana
Italiana
Italiana
BUONI SOCIALI MIRATI 2010
fascia età 33- 48
M/F Comune Nazionalità
M
Villa Di Italiana
Tirano
M
Teglio
Italiana
M
Grosotto Italiana
F
Tirano
Albanese
BUONI SOCIALI
2011
fascia età 44- 56
M/F
M
F
M
Comune
Aprica
Grosio
Villa Di
Tirano
MIRATI
Nazionalità
Italiana
Italiana
Marocchina
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
Fra i Buoni sociali mirati si distinguono:
1. I buoni sociali mirati a sostegno della natalità, cui la centralità è rivolta al bambino e
prevedono il supporto all’accudimento fino ai 3 anni.
Nel triennio in esame hanno usufruito di questo tipo di buono esclusivamente soggetti stranieri in
prevalenza quarantenni:
BSM
2009
SOSTEGNO NATALITA’ BSM SOSTEGNO NATALITA’ BSM SOSTEGNO NATALITA’
2010
2011
M/F Comune Nazionalità Età
M
Grosio
Tunisina
41
F
Tirano
Tunisina
44
M/F Comune Nazionalità Età
M
Tirano
Marocco
39
M/F Comune Nazionalità Età
F
Tirano
Moldava
23
M
Sernio
Marocchina 48
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
2. I buoni sociali mirati a sostegno della maternità, con centralità rivolta alla madre
(principalmente in casi di assenza del padre), assegnato tramite Progetto Individualizzato,
l’importo mensile viene commisurato al bisogno valutato dall’assistente sociale.
Nel triennio 2009-11 sono stati assegnati solo due buoni sociali mirato a sostegno della maternità
a due mamme di 33 e 36 anni, una polacca e una italiana.
3. I buoni sociali mirati a sostegno delle famiglie numerose, che hanno l’obiettivo di sostenere le
spese economiche delle famiglie con almeno 4 figli all’interno del proprio nucleo familiare.
Nel triennio in esame di riferimento sono stati concessi 17 di questi buoni alle famiglie numerose
residenti nel distretto di Tirano, una solo delle quali di nazionalità italiana.
BSM FAMIGLIE NUMEROSE BSM FAMIGLIE NUMEROSE BSM FAMIGLIE NUMEROSE
2009
2010
2011
Comune
Tirano
Villa Di Tirano
Tirano
Tirano
Tirano
Tirano
Nazionalità
Marocchina
Pakistana
Italiana
Marocchina
Marocchina
Marocchina
Comune
Tirano
Mazzo Di Valtellina
Villa Di Tirano
Tirano
Tirano
Nazionalità
Marocchina
Pakistana
Pakistana
Romania
Marocchina
Comune
Tirano
Tirano
Villa Di Tirano
Mazzo Di Valtellina
Nazionalità
Marocchina
Marocchina
Pakistana
Pakistana
Tirano
Marocchina
Mazzo Di Valtellina Pakistana
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
73
4. Buono Badanti
Buono sociale per assistente familiare, erogato con frequenza trimestrale, finalizzato al sostegno
economico alle famiglie per il pagamento degli oneri contributivi e al concorso alle spese per la
retribuzione del personale dedicato all’assistenza familiare; viene definito un valore massimo per
anno di erogazione.
BUONI BADANTI 2009 fascia età 51- 90 anni
M/F
F
M
F
F
Comune
Tirano
Bianzone
Bianzone
TEGLIO
Nazionalità
Italiana
Italiana
Italiana
Italiana
BUONI BADANTI 2010 fascia età 72- 91
M/F
F
F
M
F
Tirano
Tirano
Tirano
Villa Di
Tirano
Tirano
Nazionalità
Italiana
Italiana
Italiana
Albanese
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
c) Voucher sociale
Il voucher sociale consiste nell’erogazione di un titolo di acquisto è finalizzato all’acquisto di
prestazioni di tipo assistenziale/educativo prestate da operatori (caregiver) professionali dell’area
sociale e rivolte direttamente alla persona, erogate da Agenzie fornitrici accreditate. L’erogazione
dei voucher sociali prevede la partecipazione dell’utente al costo del servizio, a seguito
dell’accertamento della condizione economica del richiedente, in base al Regolamento di
applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni sociali
come previsto dal D.Lgs. N. 109/1998 e successive modifiche e integrazioni.
Il Voucher sociale è rivolto ad anziani, disabili, ma anche a minori, emarginati o persone con
problemi di salute mentale che hanno necessità di prestazioni di tipo sociale o assistenziale
garantite da professionisti34.
Si dividono in:
1. Voucher socio-educativi
Ci si riferisce a forme di sostegno e di aiuto in attività prettamente di integrazione sociale rivolta ai
minori con problemi e a rischio emarginazione, difficoltà familiari e/o scolastiche, soggetti
diversamente abili. Si concretizzano in attività educative mirate. Nel triennio 2009-2011 sono
state accrediti all’erogazione del servizio la cooperativa sociale Ippogrifo e San. Michele.
Tabella 3.2.3. - Voucher socio-educativi attivati nell’anno 2009
AREA
Disabili
Minori
COMUNE
TOTALE
M
F
M
F
10
Tirano
3
2
4
1
2
Villa di Tirano
1
1
0
0
4
Teglio
0
1
2
1
3
Aprica
2
0
1
0
2
Grosotto
1
1
0
0
TOTALE
7
5
7
2
21
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
34
Cfr. http://www.famiglia.regione.lombardia.it
74
Tabella 3.2.4. - Voucher socio-educativi attivati negli anni 2010-2011
AREA
Disabili
Minori
COMUNE
TOTALE
M
F
M
F
6
Tirano
5
0
0
1
1
Villa di Tirano
1
0
0
0
5
Teglio
0
0
3
2
3
Aprica
2
0
1
0
2
Grosio
1
0
1
0
2
Grosotto
1
1
0
0
TOTALE
10
1
5
3
19
Negli anni 2010-2011 sono stati complessivamente attivati un numero leggermente minore di
voucher socio-educativi: 19 voucher socio-educativi attivati nel biennio 2010-11 rispetto ai 21
attivati nell’anno 2009.
2. Voucher socio-assistenziali
Il Voucher socio-assistenziale è rivolto ad anziani, disabili, ma anche a minori, emarginati o
persone con problemi di salute mentale che hanno necessità di prestazioni di tipo sociale o
assistenziale garantite da professionisti. Nel Triennio 2009-2011 sono state accreditate la
cooperativa sociale Ardesia e la cooperativa sociale S. Michele.
Tabella 3.2.5. - Voucher socio-assistenziali
Tab. 3.2.6. - Voucher socio-assistenziali
AREA Disabili Anziani TOTALE
2009
COMUNE
M F M F
AREA Disabili Anziani
TOTALE
6
Bianzone
1 0 2 3
anni 2010-2011
COMUNE
M F M F
11
Villa di Tirano
0 0 2 9
5
Bianzone
1 0 2 2
11
Teglio
1 1 4 5
15
Villa di Tirano
1 0 4 10
3
Aprica
0 0 2 1
18
Teglio
1 1 6 10
23
Tirano
0 0 10 13
3
Lovero
0 0 0 3
1
Mazzo
0 0 0 1
2
Aprica
0 0 1 1
10
Grosio
1 1 2 6
48
Tirano
1 3 17 27
3
Sernio
0 0 0 3
3
Mazzo
0 0 0 3
3
Tovo S.Agata
0 0 0 3
11
Grosso
1 1 3 6
1
Vervio
0 0 0 1
2
Grosotto
0 0 0 2
72
6
Serio
0 0 0 6
(+6 non
4
Tovo S.Agata
0 0 1 3
TOTALE
3 2 22 45 classificati)
2
Vervio
0
0
1
1
Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
119
TOTALE
0 5 35 74 (+ 3 non classificati)
Per quanto riguarda i voucher socio-assistenziali si rileva un significativo aumento nel numero di
attivazioni effettuate negli anni 2010-2011 rispetto all’anno 2009.
La crescita delle richieste è avvenuta soprattutto da parte della categoria anziani.
Nel triennio si è cominciato a promuovere il voucher formativo per assistente familiare finalizzato
all’erogazione di un numero di ore di assistenza domiciliare fino ad un massimo di dieci,
effettuate da personale specializzato dipendente dai soggetti accreditati per il servizio di
assistenza domiciliare, al fine di facilitare l’ingresso in famiglia dell’assistente familiare e fornire,
in situazione di compresenza e di guida ravvicinata, le prime nozioni relative alla gestione
dell’assistenza (igiene, pasti, cura della persona, organizzazione spazi).
75
Il servizio sociale di base ha promosso nel corso del triennio i seguenti strumenti per favorire
l’Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati o disabili:
•
Progetto di Socializzazione è una modalità di permanenza nel mondo del lavoro di persone con
invalidità certificata senza l’obiettivo dell’occupazione;
•
Percorso di Osservazione Formativo-Lavorativo è uno strumento di osservazione e/o
formazione in situazione di persone per le quali non si sono ancora acquisiti sufficienti
elementi di conoscenza per programmare un percorso di inserimento lavorativo finalizzato
all’assunzione;
•
Borsa
Lavoro
Propedeutica
all’Integrazione
Lavorativa
è
uno
strumento
finalizzato
all’assunzione di soggetti diversamente abili o in situazioni di svantaggio all’interno del
sistema produttivo. Si tratta di un percorso orientativo e professionalizzante, che non si
configura in alcun modo quale rapporto di lavoro o di subordinazione, né rappresenta una
forma di integrazione del reddito.
inserimenti lavorativi triennio 2009-11
18
17
16
16
16
14
SOCIALIZZAZIONE
11
12
10
8
6
6
6
PERCORSO FORMATIVOLAVORATIVO
5
5
BORSA LAVORO
3
4
2
0
anno 2009
anno 2010
anno 2011
Grafico3.2.2 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
utenti inserimenti lavorativi 2009-2011
100%
80%
7
4
5
2
2
6
minori
60%
adulti in difficoltà
40%
18
21
18
disabili
20%
0%
anno 2009
anno 2010
anno 2011
Grafico3.2.3 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
Un dato significativo è dettato dal numero di soggetti disabili in cerca di un impiego, che si
affidano al servizio sociale di base per l’ inserimento lavorativo. Questo indica un impegno diretto
non solo nella ricerca di un lavoro ma anche nella volontà di inserirsi nel mondo lavorativo, di
collaborare attivamente per la società e per se stessi al fine di perseguire un’autonomia anche
economica. Importante si è rilevata
la collaborazione con i Centri dell’impiego provinciale per
l’avvio di tirocini.
76
L’Ufficio di Piano di Tirano ha gestito per conto de i Comuni risorse destinate ad interventi socioassistenziali e socio-sanitari per promuovere il benessere e la tutela dei diritti del minore e della
sua famiglia, in carico al Servizio Sociale di Base e il Servizio Tutela Minori. In questi anni la
collaborazione con i servizi specialistici dell’A.S.L. e dell’Azienda ospedaliera, in particolare con la
Neuropsichiatria infantile35 si è maggiormente rafforzata anche grazie all’individuazione di una
modalità di lavoro più sistematica e condivisa.
Nel campo della tutela minorile gli interventi si possono così dividere:
•
interventi di sostegno al minore e alla famiglia (assistenza domiciliare minori, colloqui,
psicoterapia, attivazione servizi per il tempo libero…);
•
interventi di sostituzione temporanea alla famiglia (affido familiare, collocamento in
Comunità);
•
interventi di sostituzione del nucleo familiare.
ANALISI DEI DATI SULL’UTENZA – AREA MINORI E FAMIGLIA36 TRIENNIO 2009-2011
Dati Tutela e Penale Minori
L’equipe del Servizio Tutela Minori del distretto di Tirano, nel triennio 2009-11 costituita da 2
psicologi (16 e30 ore) e da 2 assistenti sociali 1 a tempo pieno ed 1 part-time si è occupata di
gestire le situazioni di fragilità di minori e nuclei familiari su mandato dell’Autorità Giudiziaria per
procedimenti civili o penali su minori.
I dati sono riferiti ai minori e ai rispettivi nuclei familiari in carico su mandato dell’Autorità
Giudiziaria (escluse le pratiche relative ad Adozioni e Penale Minori) e la fonte sono i report
annuali Servizio Tutela Minori. I dati presentati sono rilevati per Distretto di residenza del nucleo
familiare di origine dei minori o degli esercenti la potestà, in questa sede sono stati utilizzati i dati
relativi al Distretto di Tirano nel triennio 2009 - 2011.
In quest’analisi non ci sono i dati relativi ai minori presi in carico solo dal Servizio Sociale di Base.
Non sono conteggiati i minori seguiti esclusivamente per le SIT (audizioni condotte dalle Forze
dell’Ordine su mandato del Magistrato).
Tabella 3.2.7. - Numero totale di utenti a favore dei quali sono state erogate prestazioni. Anni 2009 2011 (valori assoluti).
2009
2010
2011
Casistica Tutela
Minori
58
67
65
Nuclei familiari
45
51
50
Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori I dati sono riferiti ai minori e ai rispettivi nuclei
familiari in carico su mandato dell’Autorità Giudiziaria – o ratificate dal GT (escluse le pratiche relative ad Adozioni e Penale Minori)
35
Il Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza afferisce al Dipartimento Salute Mentale dell'AOVV ed ha come suo
ambito specifico di intervento la salute neurologica e psichica della persona in età evolutiva, attraverso azioni che si caratterizzano per
l'apporto multidisciplinare e finalizzato alla prevenzione secondaria, alla diagnosi precoce, all'intervento terapeutico e riabilitativo del
bambino e dell'adolescente in rapporto al suo contesto famigliare ed ambientale.
36
L’analisi Tutela minori nel distretto di Tirano è stata condotta dall’équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in
collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano.
77
Grafico3.2.4 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano
Il numero di minori seguiti è aumentato nel triennio 2009 - 2011 passando da 58 a 65 casi, si
vede bene l’andamento nel grafico, che rappresenta i dati indicati nella tabella 3.2.7, dal quale si
deduce anche il picco nel 2010 con 67 minori seguiti dal Servizio Tutela nel distretto di Tirano.
Se si considera l’utenza suddividendola fra nuovi casi e archiviazioni che l’anno con il numero più
alto di nuovi casi è il 2009, mentre nel 2011 il numero scende a 9. I nuovi accessi nel 2010 e nel
2011 sono diminuiti (Cfr. tabella 3.2.8).
I minori sono in prevalenza femmine e l’arco di età più significativo come numero di utenti è
quello dagli 11 ai 18 anni quindi i pre-adolescenti e gli adolescenti (cfr. tabella 2.8).
I minori segnalati hanno in prevalenza entrambi i genitori di nazionalità italiana (cfr. tabella 2.9).
Tabella 3.2.8- Casistica tutela suddivisa per nuova casistica e archiviazioni. Anni 2009 e 2010 (valori
assoluti).
CASISTICA
2009
2010
2011
TUTELA
Utenti
21
19
9
Minori
Nuova casistica*
17
13
6
Minori
5
14
5
Nuclei familiari
7
12
5
Nuclei familiari
Archiviazioni**
* nuovi accessi nel 2010; ** casi chiusi nel 2010.
Tabella 3.2.9- Casistica totale seguita negli anni 2009-2011 per fascia d’età e genere (valori assoluti).
Età
0/5 anni
06/10 anni
11/14 anni
15/18 anni > 18 anni
Totale
UdP
58
Genere
2009
2010
M
1
F
6
M
8
F
3
M
11
F
8
M
6
F
14
M
0
F
1
4
5
8
6
13
10
9
10
0
2
67
2011
3
7
6
8
10
8
9
8
3
3
65
Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori
78
Tabella 3.2.10- Cittadinanza dei minori segnalati e seguiti nel 2009-2011 (valori assoluti).
Minori segnalati
2009 2010 2011
n°minori con genitore/i italiano/i
n°minori con 1 genitore italiano e 1 straniero
n° minori con genitore/i stranieri
Minori seguiti
15
10
4
1
4
0
5
5
1
2009 2010 2011
n°minori con genitore/i italiano/i
42
48
54
n°minori con 1 genitore italiano e 1 straniero
7
8
4
n° minori con genitore/i stranieri
Totale minori seguiti per anno
9
11
7
58
67
65
Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori
Tabella 3.2.11. - Casistica suddivisa per autorità giudiziaria inviante. Anni 2009-2011 (valori assoluti).
2009
2010
2011
Autorità giudiziaria inviante
Nuclei
Nuclei
Nuclei
Minori
Minori
Minori
familiari
familiari
familiari
4
5
5
4
4
4
Tribunale ordinario
Tribunale ordinario - Giudice tutelare
2
1
0
0
0
0
Tribunale
ordinario
civile
per
separazioni coniugali o misure restrittive
2
2
5
4
3
3
Tribunale ordinario penale
0
0
0
0
1
1
Corte d'appello
0
0
0
0
0
0
Tribunale per i minorenni (civile)
56
44
65
49
62
47
Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori
Tabella 3.2.12- Minori e nuclei familiari in carico su mandato del tribunale per i minorenni suddivisi
per tipologia di provvedimento. Anni 2009-2011 (valori assoluti).
Tipologia provvedimento
2009
2010
2011
Procura c/o T.M. Richiesta indagine
18
10
5
TM richiesta Indagine
0
13
11
33
37
42
T.M. civile x ADOZIONE
0
0
0
Amministrativo (condotta deviante del minore)
1
2
0
Amministrativo (prosieguo oltre i 18 anni)
3
3
4
Totale UdP
55
65
62
Civile (potestà
conviventi)
genitoriale
+
separazione
tra
Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori
Tabella 3.2.13. - Minori collocati al di fuori del nucleo familiare di origine e nuclei interessati. Anni
2010-2011 (valori assoluti).
Nuclei
familiari Nuclei
Minori
d'origine
affidatari
Madri
Numero utenti anno 2010
12
9
Affido pre-adottivo
0
0
Centro di Pronto Intervento di Traona
0
0
Comunità
8*
6
Affido
5**
5
0
2
4
* di cui 3 provenienti da progetti di affido chiusi; ** di cui 1 proveniente da comunità/CPI nel corso dell'anno.
79
Minori
Numero utenti anno 2011
Nuclei
d'origine
familiari Nuclei
affidatari
Madri
6
6
Affido pre-adottivo
0
0
Centro di Pronto Intervento di Traona
3
1
Comunità
4
0
Affido
2
2
2
Fonte: Report Servizio Tutela 2009, 2010 e 2011
Grafico3.2.5 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2009
Grafico 3.2.6 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2010
80
Grafico3.2.7 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2011 e dati UdP Tirano
I minori collocati al di fuori del nucleo familiare nel 2009 sono inseriti per la maggior parte in
comunità e hanno in prevalenza fra gli 11 e i 18 anni, sono invece inseriti in un percorso di affido
solo 3 utenti, di cui uno ha già superato i 18 anni.
Nel 2010 sempre nell’ambito territoriale di Tirano sono inseriti in numero maggiore in comunità e
hanno in prevalenza fra gli 11 e i 14 anni, fra i 15 e i 18 e in misura minore hanno fino a 5 anni,
mentre in meno casi sono in affido, questi si suddividono in pari numero in tutte le fasce d’età,
tranne che fra gli 11 e 14 anni dove nessun minore è collocato in un percorso di affido. Mentre
non risultano minori nel Centro di Pronto Intervento di Traona e in affido pre-adottivo.
Nell’anno 2011 i minori inseriti in comunità sono stati in totale 7 con una diminuzione lieve
rispetto al 2010 sia in termini numerici sia in termini di suddivisione per fasce d’età e genere, la
stessa situazione si configura per i minori inseriti in affido che sono solo 2 nel 2011.
Dati sull’affido familiare
Il numero di minori in affido familiare nei 12 comuni del territorio della Comunità Montana
Valtellina di Tirano varia di poco dal 2007 al 2010, si passa da 7 minori nel 2007 a 6 nel 2011.
Secondo i dati presentati nel Report Servizio Tutela negli anni 2009, 2010 e 2011, i minori
collocati lo sono, in tutte le situazioni, a tempo pieno, mentre in affido part-time non ne risulta
nessuno. Per quanto riguarda la tipologia di affido (giudiziali o consensuali) e la collocazione
(parentali o etero familiari), nel 2009 tutti sono in affido eterofamiliare giudiziale, nel 2010 nel
maggior numero di casi (4 su 5) si tratta di affidi eterofamiliari giudiziali, mentre solo un minore è
in affido parentale giudiziale, nel 2011 un caso è di affido eterofamiliare giudiziale e uno è di
affido parentale giudiziale.
Sempre considerando i dati presi dal Report Servizio Tutela Minori raccolti negli ultimi tre anni si
evince che tutti i minori inseriti in un percorso di affido familiare sono di nazionalità italiana e la
durata dell’affido è fino ai 4 anni nei casi del 2009, oltre i 4 anni, in un solo caso è fino a 2 anni
nel 2010, nel 2011 fino a 2 anni e oltre i 4 anni.
Rispetto all’affido l’associazione che sul territorio se ne occupa è “Una Famiglia per l’Affido”37.
Secondo la percezione degli operatori e dei volontari quello che forse è cambiato negli ultimi anni
è la durata dell’affido, spesso i minori restano nella famiglia affidataria fino alla maggiore età e
oltre. Sono pochi i casi in cui i minori rientrano in famiglia entro due anni.
37
L’Associazione una famiglia per l’affido nasce nel 2003 da una rosa di fondatori maggiormente legata al territorio di tirano, la mission
dell’associazione oltre a comprendere la promozione di una cultura dell’accoglienza è di una maggiore attenzione alle problematiche
dei minori in difficoltà promuove la condivisione tra persone interessate all’affido, sviluppando momenti di relazione e di aiuto
81
Tabella 3.2.14- Numero di minori in affido familiare suddivisi per ambito territoriale in provincia di
Sondrio. Anni 2007 - 2010.
2007
2008
2009
2010
Totale
per
ambito
12
18
18
15
63
Chiavenna
6
5
4
5
9
Morbegno
14
19
19
18
37
Sondrio
17
20
19
24
43
Tirano
7
6
3
5
21
56
68
63
67
173
Ambito territoriale
Bormio
Totale per anno
Fonte: Ufficio di Piano di Tirano
Comparando i dati relativi all’affido tra il distretto di Tirano e gli altri distretti di Bormio,
Chiavenna, Morbegno e Sondrio si osserva che nel 2009 e nel 2010 il numero di minori in affido è
il più basso a livello provinciale nell’ambito territoriale di Tirano.
A livello provinciale è aperto il Servizio Affidi, Minori e Famiglie gestito dalla Cooperativa Sociale
Ippogrifo per promuovere la cultura della tutela dell’infanzia e dell’accoglienza familiare, in
collaborazione con i Servizi Tutela Minori degli Uffici di Piano. Il Servizio Affidi individua le famiglie
affidatarie che possono occuparsi dei minori la cui famiglia sta attraversando un momento di crisi
e non può garantire loro una crescita serena e armoniosa.
Dati sulle adozioni
I dati si riferiscono alle coppie inviate dal Tribunale per i Minorenni per l’indagine psico-sociale in
relazione alla loro richiesta/disponibilità all’adozione nazionale (AD) e/o internazionale (AI).
L’ASL, entro 4 mesi dalla richiesta, invia al TM una relazione di valutazione dopo averla letta e
discussa con la coppia interessata.
Tabella 3.2.15- Coppie disponibili all'adozione seguite in provincia
di Sondrio nel corso del 2010
Distretto
AI+AD
AI
Art. 44
AD
Totale Distretto
Totale
Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL
4
3
9
1
2
19
2
1
1
0
0
4
0
0
0
0
0
0
1
2
1
1
0
5
7
6
11
2
2
28
Tabella 3.2.16. - Coppie inviate dal Tribunale per i
Minorenni nel corso del 2010
Distretto
AI+AD
AI
AD
Art. 44
Totale Distretto
Totale
Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL
3
2
6
1
2
14
1
1
1
0
0
3
0
2
0
1
0
3
0
0
0
0
0
0
4
5
7
2
2
20
Come si vede il distretto di Tirano, insieme a Bormio sono quelli con il minor numero di coppie
disponibili all’adozione. Rispetto al 2009 il numero di coppie che hanno presentato la domanda di
dichiarazione di disponibilità è circa lo stesso (18 coppie).
82
Tabella 3.2.17. - Minori seguiti
Totale
Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano
Bormio ASL
7
4
9
2
6
28
3
0
0
2
3
8
Distretto
AI
AD
Totale
Distretto
10
4
9
4
9
36
Tabella 3.2.18- Minori collocati in famiglia a scopo adottivo nel 2010
Totale
Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL
1
1
6*
0
4*
12
2
0
0
0
0
2
3
1
6
0
4
14
Distretto
AI
AD
Totale Distretto
*Bormio: 2 coppie di fratelli collocati in 2 nuclei familiari
*Morbegno: tre fratelli collocati nello stesso nucleo
I minori collocati nel 2010 in provincia di Sondrio sono stati 14, mantenendo un numero quasi
uguale al 2009 (15). In totale i minori seguiti a livello provinciale sono stati 36, valore di poco
inferiore al 2009 quando erano 40. Nel mandamento di Tirano nel 2010 non ci sono stati minori
collocati in famiglia a scopo di adozione, mentre nel 2009 erano stati 4.
Dati sul Servizio Spazio Neutro38
Lo spazio neutro è un servizio che permette incontri tra i minori e i loro genitori, familiari non
conviventi con modalità idonee e protette, nei casi prescritti dall’Autorità Giudiziaria.
Nell’ambito territoriale di Tirano nel 2009 è stato attivato un solo spazio neutro che si è chiuso a
fine anno, mentre nel 2010 i minori utenti del servizio sono stati 6, di cui 3 casi sono rimasti
aperti a fine anno, nel 2011 gli spazi neutri attivati lo sono stati in favore si 3 minori.
Dati sull’Assistenza Domiciliare Minori39
L’Assistenza Domiciliare Minori (A.D.M.) è un servizio che si attiva quando previsto dall’Autorità
Giudiziaria o venga ritenuto opportuno dagli operatori di riferimento per la famiglia.
Si presentano qui di seguito alcune tabelle riassuntive dell’utenza A.D.M nel mandamento di
Tirano nel triennio 2009 - 2011.
Tabella 3.2.19
Utenza
A.D.M
corso dell'anno
Tabella 3.2.19
nel
Utenza A.D.M. al 31.12
Minori
Nuclei familiari
Minori
Nuclei familiari
2009
8
8
2009
10
9
2010
6
6
2010
14
13
2011
4
4
2011
6
6
Tabella 3.2.20 Attivazioni chiusure A.D.M. numero minori
2009
2010
2011
Aperture
7
5
0
Chiusure
2
9
2
Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2009, 2010, 2011
38
39
gestito nel distretto di Tirano dalla Cooperativa Sociale Ippogrifo
gestito nel distretto di Tirano dalla Cooperativa Sociale Ippogrifo
83
Risorse economiche dell’Ufficio di Piano
Le risorse economiche che saranno disponibili per il Piano di Zona 2012-2014 sono costituite da:
-
Risorse Comunali;
-
Risorse statali: Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS);
-
Risorse Regionali : Fondo Sociale Regionale (FSR);
-
Risorse per Piano Nidi;
-
Entrate diverse (enti, privati, finanziamenti per progetti).
100%
90%
Altro
80%
70%
Fondo non Auto Sufficienza
60%
Fondo Nazionale Politiche
sociali
50%
40%
Fondo Sociale Regionale
30%
20%
Quote Comuni
10%
0%
2009
2010
2011
2012
Grafico 3.2.8 Fonte Ufficio di Piano
L’andamento delle entrate nel triennio 2009-2011 mostra con evidenza il peso sempre più
consistente delle risorse comunali e la progressiva riduzione sia delle risorse statali che delle
risorse regionali. Dal 2009 al 2011 le risorse del Fondo per le Non Autosufficienze hanno
rappresentato una leva essenziale per lo sviluppo di interventi di sostegno alla domiciliarità, in
particolare riferiti ad interventi professionali (il voucher per l’assistenza domiciliare gestita dalle
cooperative sociali).
Come evidenziato la gestione associata è sempre più sostenuta da risorse comunali erogate, dal
40
2012, in quota proporzionale
agli abitanti residenti e gestite in forma solidale. La percentuale
41
media di finanziamento comunale sulla spesa complessiva
passa da 43,06% nel triennio appena
trascorso ad una previsione del 65,67% nel triennio 2012/2014.
18%
5%
Comuni
Fondo sociale regionle
Fondo nazionale politiche sociali
Altro
12%
65%
Grafico 3.2.9 Fonte Ufficio di Piano
40
Nel triennio 2009-2011 le quote venivano definite ponderando in parte la spesa del singolo Comune al 31/12 dell’anno precedente,
relativa all’utilizzo di voucher socio assistenziali e del servizio di assistenza domiciliare ed in parte definendo una quota in solidarietà .
41
Viene considerato lo stanziamento a competenza al netto dei residui
84
L’assemblea dei Sindaci, visto l’azzeramento del fondo non autosufficienza e le importanti
riduzioni a carico dei fondi nazionali e regionali per le politiche sociali, ha stabilito un aumento
significativo delle quote procapite comunali per finanziare i servizi delegati all’Ufficio di Piano al
fine di consentire il mantenimento degli stessi, definendo gli stanziamenti in relazione all’utilizzo
che se ne è fatto nel triennio 2009-11 e prevedendo di finalizzare sempre meglio gli interventi.
Tabella 3.2.21 Andamento dei trasferimenti Statali e Regionali all’UdP di Tirano anni 2009-2011 e previsione 2012- anno di
erogazione
f.nazionale
politiche
anno sociali
2009 242.207,00
2010 111.473,00
fondo
sociale
regionale
273.243,07
Fondo non
auto
sufficienze
94.735,00
fondo
riequilibrio
9.034,69
fondo
fondo
intesa
nidi
15.173,60 0,00
fondo
accredi
tamento
6.606,00
totale
640.999,36
281.097,00 143.484,00
4.338,70
2.434,00
32.060,00
6.600,00
542.826,70
2011
123.728,00
229.917,00 155.318,00
4.125,00
0,00
32.060,00
6.600,00
513.088,00
2012
59.834,00
160.941,90 0,00
3918,75
0,00
32.060,00
6.576,00
224.694,65
Tabella 3.2.22 Andamento quote comunali
quote versate 2009-11
2009
2010
quote 2012-14
Totale 2009-2011 annuale
2011
quota
per
abitante
APRICA
BIANZONE
GROSIO
17,40
25.651,98
19.326,22
72.842,49
17,43
25.748,17
18.345,67
71.939,95
21,56
35.282,50
27.692,73
102.229,62
86.682,65
65.364,62
247.012,06
30,03
48.072,80
38.344,14
138.423,25
GROSOTTO
LOVERO
24.525,50
9.920,55
24.047,71
9.574,68
34.842,08
14.168,89
83.415,29
33.664,12
48.373,07
20.207,99
MAZZO
VALTELLINO
SERNIO
TEGLIO
TIRANO
16.018,65
10.571,59
93.953,17
173.680,08
15.482,37
10.960,91
93.400,70
177.011,60
22.741,05
12.433,97
105.060,40
193.030,53
54.242,07
33.966,47
292.414,27
543.722,21
31.407,97
15.043,39
142.206,62
276.876,53
9.328,79
3.331,64
8.658,89
3.216,72
13.324,56
4.738,40
31.312,24
11.286,76
18.826,76
6.335,64
50.802,36
509.953,02
51.565,65
509.953,02
64.359,25
629.903,98
166.727,26
1.649.810,02
89.359,57
873.477,75
TOVO
S.AGATA
VERVIO
VILLA
TIRANO
TOTALE
DI
La Comunità Montana, per far fronte alla situazione di crisi, ha incrementato del 31,96% lo
stanziamento a favore del bilancio dell’Ufficio di piano, rispetto al valore medio complessivo del
triennio 2009-2011.
stanziamento Comunità Montana
160.000,00
140.000,00
120.000,00
100.000,00
80.000,00
60.000,00
40.000,00
20.000,00
2009
2010
2011
2012
Grafico 3.2.10 Fonte Ufficio di Piano
85
In relazione alla spesa, in generale, possiamo dire che negli ultimi anni gli uffici di piano si sono
fatti carico delle le aree di specifica competenza dei Comuni (ad esempio la tutela dei minori) e
delle aree in cui è meno rilevante l’intervento regionale (ad esempio l’area disabili). Le aree
“Disabili” e “Famiglia e Infanzia” ed “Anziani” costituiscono per l’ufficio di Piano di Tirano quelle in
cui si concentra la spesa maggiore e in cui si realizzano pienamente gli interventi in forma
solidale.
100%
90%
80%
FSR QUOTA PER GESTORI
70%
PROGETTI
60%
POVERTA' EMARGINAZIONE
IMMIGRAZIONI
50%
ANZIANI
40%
FAMIGLIA E INFANZIA
30%
DISABILI
20%
10%
0%
2009
2010
2011
Grafico 3.2.11 Fonte Ufficio di Piano
Il Piano economico per il triennio 2012-2014, di seguito rappresentato, evidenzia, in
considerazione alle aree di intervento maggiormente presidiate dalla gestione associata ed alle
ripartizioni della spesa, i seguenti aspetti:
-per quanto riguarda l’area della disabilità sono stati mantenuti i fondi relativi agli interventi
residenziali e semi residenziali con possibile revisione nel corso del triennio;
-in relazione all’area anziani e non auto sufficienti è prevista la continua promozione del bando
per buoni e voucher formativi per
assistenti familiari finanziati attingendo ai fondi residui, il
mantenimento dello stanziamento relativo al servizio di assistenza domiciliare ed ai voucher socio
assistenziali prevedendo la revisione della quota di compartecipazione degli utenti;
-in relazione all’area minori e famiglia è previsto un cambio di utilizzo dei fondi per la natalità ed
un riesame dello strumento Voucher socio-educativi in relazione alla disponibilità di fondi;
-per l’anno 2012 è stato disposto l’utilizzo dei fondi residui assegnati alle voci inerenti i buoni
sociali mirati, che prevedono un'erogazione economica legata a situazioni contingenti a seguito
della redazione di un progetto personalizzato, i buoni sociali per famiglie numerose e buoni
sociali mirati a sostegno maternità. Non è più prevista l’assegnazione di buoni sociali;
-la flessione dei costi del personale dell’ufficio di piano è da considerare in relazione allo
stanziamento di per il Progetto di Consolidamento e Sviluppo servizi tutela-sportello socialeassistenza domiciliare minori;
-si è cercato di mantenere invariata la spesa per gli enti gestori, finanziata dal Fondo Sociale
Regionale, nonostante la flessione registrata nel triennio, un obbiettivo non difendibile nel 2012 se
la regione taglierà ulteriormente queste risorse;
-un taglio consistente hanno subito i fondi destinati alle leggi di settore e quelli destinati ai
progetti, allocati a bilancio senza una specifica destinazione, con l’obiettivo di attingervi quale
quota di compartecipazione nelle aree di intervento oggetto delle priorità previste nel presente
Piano;
-l’Assemblea dei Sindaci ha previsto una riduzione del fondo di solidarietà distrettuale, fondo
destinato a situazioni di particolare fragilità a cui il singolo comune non può far fronte con risorse
proprie.
86
PIANO ECONOMICO 2012
area
spese
Personale Udp
105.000,00
Costi gestione
40.226,00
Progetto di
Consolidamento
321.000,00
funzioni delegate
o accreditamento
6.576,00
Fondo
sociale
regionale
CANALI DI FINANZIAMENTO
Fondo
entrate da
nazionale
residuo
politiche
entrate
anno
Entrate
sociali
varie
precedente Comuni
totale
Entrate
28.417,00
76.583,00
105.000,00
40.226,00
40.226,00
296.600,00
321.000,00
10.000,00
14.400,00
6.576,00
6.576,00
disabili
313.277,00
8.000,00
150.000,00
28.139,47
127.137,53
313.277,00
famiglia e minori
anziani e non
autosuff.
238.188,00
56.645,95
3.918,75
92.189,08
85.434,22
238.188,00
442.260,00
56.645,95
112.080,05
245.117,00
442.260,00
28.417,00
immigrazione
povertà ed
emarginazione
1.200,00
1.200,00
6.050,00
3.670,00
progetti e leggi
settore
12.960,00
FSR quota per
gestori
29.650,00
piano nidi
fondo di
solidarietà
totale
3.000,00
2.380,00
9.960,00
6.050,00
12.960,00
29.650,00
29.650,00
38.314,00
32.060,00
5.988,00
1.560.689,00
1.200,00
160.941,90 59.834,00
206.954,75
6.254,00
38.314,00
5.988,00
5.988,00
259.480,60
873.477,75
1.560.689,00
Nel 2013 e nel 2014, pur mantenendo fissa in € 30,03 la quota procapite a carico dei Comuni, si
assisterà ad un’ulteriore riduzione delle risorse disponibili per l’attuazione del Piano di zona, in
quanto non si prevedono residui sull’esercizio 2012, non è, ad oggi, previsto il rifinanziamento del
Piano nidi.
La previsione, pertanto, è la seguente:
PIANO ECONOMICO 2013-14
area
spese
CANALI DI FINANZIAMENTO
Fondo
nazionale
Fondo
politiche
entrate
sociale
sociali
varie
regionale
totale
1.255.229,65
160.941,90
59.834,00
160.976,00
entrate
da
residuo
anno
Entrate
precedente
Comuni
-
totale
Entrate
873.477,75 1.255.229,65
87
3.3 LE RISORSE DIFFUSE
I soggetti che compongono la rete territoriale del sistema di welfare locale
Di seguito si trova l’elenco degli enti, cooperative sociali, associazioni, fondazioni che - negli anni
2009, 2010, 2011 - hanno composto la rete territoriale dei servizi e interventi del welfare locale e
che collaborano o hanno collaborato con l’Ufficio di Piano, presenti nel mandamento di Tirano in
relazione alle categorie di utenza alle quali si rivolgono.
ENTE/ORGANIZZAZIONE
Minori e
famiglia
Circolo Didattico Tirano
Scuola Statale Secondaria di
1° grado
’L. Trombini’ – Tirano
Istituto Istruzione Superiore
Statale ‘Pinchetti’ – Tirano
Istituto Comprensivo
“Visconti Venosta” Di Grosio
Istituto Comprensivo
Grosotto
Istituo Comprensivo di Teglio
Fondazione Giardino
d’Infanzia’ – Tirano
Cooperativa Sociale ‘La
Cicogna’
ASL
Dipartimento Salute Mentale
dell'AOVV
Centro dell’Impiego
provinciali
Sindacati
Cooperativa Sociale ‘San
Michele’ – Tirano
Cooperativa Sociale Ippogrifo
– Sondrio
Cooperativa Lotta contro
l’Emarginazione
Cooperativa Sociale ‘Ardesia’
- Tirano
Cooperativa sociale Progetto
Vita
Cooperativa Sociale
‘Il Prisma’ – Tirano
Associazione ‘Una Famiglia
per l’Affido’ – Tirano
Associazione
‘Bambini del mondo’ Onlus –
Tirano
Ente Minime Oblate del
Cuore Immacolato di Maria
(Centro Pronto Intervento
‘Piccola Opera’ – Traona)
Parrocchia di Tirano
AIAS - Sezione di Sondrio
ANFASS – Onlus Sondrio
Adulti in
difficoltà
AREA
Anziani
Immigrati
Disabili
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
88
Associazione
Fiori di Sparta
X
RSA Fondazione ‘Visconti
Venosta’ Onlus – Grosotto
Fondazione Casa di Riposo
‘Bongioni Lambertenghi’
Onlus – Villa di Tirano
Fondazione Casa di Riposo
‘S.Orsola’ Onlus – Teglio
RSA Città di Tirano
Associazione ‘Amici Anziani
di Tirano’
ANTEAS - Sondrio
AUSER-Sondrio
Associazione Comunità ‘Il
Gabbiano’ Onlus - Tirano
Centro di Ascolto
Caritas – Tirano
Centro di prima Accoglienza
Caritas – Como
Croce Rossa Italiana –
Comitato Provinciale di
Sondrio
Gal Valtellina S.c.a r.l
Fondazione Cariplo
Pro Valtellina, “Fondazione
Della Comunità Locale”
Fondazione Gruppo Credito
Valtellinese
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Numerose inoltre sono le associazioni sportive e culturali locali che promuovono interventi a
favore del benessere sociale della popolazione del distretto.
MINORI E FAMIGLIE
Oltre ai i servizi specifici42 per l’area minori e famiglia, che sono stati indicati nel paragrafo
precedente quali: Il Servizio Di Assistenza Domiciliare Per Minori (Adm), Servizio Spazio Neutro,
Servizio Di Affido Familiare E Accoglienza, Centro Adozioni, centro di pronto intervento per minori
(CPI), ve ne sono altri promossi dalle scuole e dal Terzo Settore, in parte realizzati
in
collaborazione con l’ufficio di piano, in parte gestiti in autonomia.
Gli istituti scolastici del distretto costituiscono un sistema attento alla domanda sociale e culturale
del territorio in cui sono inseriti, lavorano in rete con gli altri enti e soggetti del terzo settore
collaborando e partecipando a progetti ed iniziative destinate ai ragazzi ed ai loro genitori e
talvolta facendosi promotori delle stesse, mostrano particolare attenzione all’integrazione dei
bambini con disabilità ed agli alunni stranieri, organizzando attività e aderendo protocolli per
l’accoglienza
dei
bambini
stranieri
per
facilitarne
l’inserimento;
sostenerli
nella
fase
d’adattamento; entrare in relazione con la famiglia immigrata; favorire un clima di accoglienza per
prevenire tutti gli eventuali ostacoli all’inclusione.
42
Da settembre 2011 Cooperativa S. Michele gestisce La Comunità Educativa “L’Arco”:comunità Educativa per minori , in grado di
accogliere 8 minori da 0 a 18 anni o con prosieguo amministrativo di entrambi i sessi, intende dare ospitalità a bambini e ragazzi
provenienti da contesti familiari con scarsa capacità genitoriale e con rischio d’emarginazione e devianza o allontanati dalla famiglia di
origine e in situazione di “grave pregiudizio”.
89
CIRCOLO DIDATTICO TIRANO (sedi Comuni di Tirano, Villa di Tirano, Sernio)43
la Mission della scuola (finalità educativa) della Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria “ L. Credano”
può essere così riassunta: “Offrire un percorso educativo e di apprendimento, nel segno della
cittadinanza attiva, che valorizzi e promuova le potenzialità e la costruzione individuale delle
dimensioni
cognitiva/emotiva
e
relazionale”.Vengono
organizzati
dalla
scuola
corsi
di
alfabetizzazione per mamme straniere.
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “BALILLA PINCHETTI” 44
l’istituto accoglie ragazzi e ragazze in larga misura provenienti dal distretto di appartenenza, ma
si pone anche come riferimento scolastico e culturale per i giovani dell’alta Valle. L'offerta
formativa dell'Istituto Pinchetti si articola nei seguenti indirizzi di studio:- Liceo Scientifico; - Liceo
delle Scienze Umane; - Amministrazione, Finanza e Marketing, con l'articolazione Sistemi
Informativi Aziendali; - Costruzioni, Ambiente e Territorio; - Informatica e telecomunicazioni; Servizi socio sanitari (professionale);- Produzioni industriali e artigianali, articolazione Industria
(professionale, settore Legno);- Servizi di manutenzione e assistenza tecnica (professionale); IEFP - Operatore alla riparazione di veicoli a motore (professionale regionale).
LA SCUOLA SECONDARIA “LUIGI TROMBINI “ DI TIRANO45
è costituita da: Scuola secondaria di 1° grado - sede di Tirano Scuola secondaria di 1° grado sezione staccata di Villa di Tirano, Numero alunni A.S. 2011-12 418, come attività integrative alle
attività didattiche curriculari organizza progetti teatrali, educativi interculturali.
ISTITUTO COMPRENSIVO “VISCONTI VENOSTA” DI GROSIO46 (sede Comune di Grosio)
comprende la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria, la Scuola Secondaria di primo grado si
colloca in una prospettiva di tipo relazionale dove scuola, famiglia e territorio sono interagenti e
assumono le loro responsabilità sulla base della definizione delle rispettive competenze.
ISTITUTO COMPRENSIVO GROSOTTO
Istituto Comprensivo di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado di Grosotto".
comprende due scuole dell’Infanzia, (una a Grosotto e l’altra a Mazzo); due scuole Primarie (a
Grosotto e a Tovo); una scuola secondaria di I grado a Grosotto. L’organizzazione del lavoro si
basa su gruppi e laboratori e sul pieno utilizzo delle risorse del territorio a supporto delle famiglie.
L'ISTUTO COMPRENSIVO DI TEGLIO ha la sua sede principale in località Valgella nel comune di
Teglio, in provincia di Sondrio.E' costituito da 3 plessi di Scuola dell'Infanzia, 5 plessi di Scuola
Primaria e 3 plessi di Scuola Secondaria di primo grado.
Il territorio che interessa l’ Istituto comprende i comuni di Teglio, Bianzone e Aprica. Ha adottato
un protocollo per l’accoglienza dei bambini immigrati e offre programma di ampliamento del
tempo scuola e dell'offerta formativa per “vivere il territorio”.
43
http://www.circolodidattico-tirano.it/
http://www.pinchetti.net/
45
www.scuolatrombini.it
46
http://www.scuolegrosio.it
44
90
Servizio di assistenza scolastica comunale
I servizi di assistenza scolastica presso gli istituti scolastici locali vengono gestiti direttamente dai
Comuni e vengono appaltati a cooperative sociali (Cooperativa San Michele e Cooperativa sociale
Progetto Vita) che si occupano con i loro operatori dell’affiancamento, durante le ore di lezione,
degli alunni in difficoltà psicosociale; gli operatori, in possesso di specifici titoli di studio, si
occupano dell’assistenza al minore su vari fronti, per migliorare il più possibile sia le sue abili-tà
cognitive che la sua competenza sociale.
Nel distretto di Tirano il numero complessivo degli alunni disabili iscritti a scuola nel triennio
2009-2011 è quantitativamente importante, ad eccezione della scuola dell’ infanzia, la cui
frequenza è limitata. La scuola registra un incremento pari al 33% della frequenza degli alunni
disabili dall’anno scolastico 2008-2009 all’a.s. 2011-12.
Tabella 3.3.1 Alunni disabili presenti nel distretto di Tirano ripartiti per tipologia di scuola.
alunni disabili
2009-10
2010-11
2011-12
Infanzia
6
5
4
primaria e secondaria 1°
56
63
61
Secondarie 2°
20
24
23
Totale
82
92
88
Fonte: Istituti scolastici del distretto (non sono stati conteggiati gli alunni con disturbo specifico)
2/3 degli alunni disabili sono maschi; il 55% di questi bambini ha una disabilità psichica ed il 40%
ha oltre al sostegno scolastico anche l’assistenza comunale;
Scuole di ogni ordine e grado distretto Tirano
100
80
60
alunni disabili
40
20
0
2008-2009
2009-10
2010-11
2011-12
Grafico 3.3.1 Fonte: Istituti scolastici del distretto
Nido e Nido Famiglia
Servizi educativi e sociali di interesse pubblico, aperti ai bambini di età compresa tra gli zero e i 3
anni. Concorrono alla crescita e alla formazione dei minori, alla loro formazione e socializzazione,
alla cura nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle potenzialità
(cognitive, affettive, relazionali e sociali).
ASILO NIDO LA CICOGNA
ASILO NIDO
GROSIO
Posti 16
GIARDINO D'INFANZIA DI TIRANO Posti 29
ASILO NIDO LA CICOGNA
GROSIO
Posti 16
NIDO FAMIGLIA AMICO BIMBO
TIRANO
Posti 5
NIDO FAMIGLIA "LA ZIA"
TIRANO
Posti 5
91
FONDAZIONE GIARDINO D’INFANZIA47
Si pone all’interno del servizio pubblico di formazione e di istruzione della scuola italiana, con
specifica identità di scuola cattolica salesiana, in linea con tale impostazione opera a favore della
famiglie più svantaggiate. Sul territorio di Tirano gestisce l’Asilo Nido, la sezione primavera, la
scuola dell’infanzia a a Tirano e a Madonna di Tirano, inoltre organizza il servizio di doposcuola e
di mensa per i bambini delle della scuola primarie e secondarie di primo grado. Convenzionata con
l’Ufficio di Piano di Tirano per 11 posti piano nidi triennale48.
Numero totale degli iscritti nell'anno scolastico 2010-11 N.
3 1
di cui maschi
N.
1 7
di cui femmine
N.
1 4
NIDO LA CICOGNA DI GROSIO
49
con sede a Grosio offre un servizio sociale aperto a tutti, si propone di essere uno spazio
educativo tale da rispondere ai bisogni primari della vita del bambino da zero a tre anni.
Convenzionata con l’Ufficio di piano di tirano per 11 posti piano nidi triennale.
Numero totale degli iscritti nell'anno scolastico 2010-11
N.
1 7
di cui maschi
N.
0
9
di cui femmine
N.
0
8
NIDO FAMIGLIA AMICO BIMBO50
accoglie bambini da 0 a 3 anni organizza laboratori che si pongono come obiettivo di stimolare la
curiosità su diversi aspetti della vita quotidiana, ed invogliare il bambino alla scoperta di nuovi
modi di affrontare le sue prime esperienze con il mondo che lo circonda.
I nidi del territorio offrono un servizio che va incontro in prevalenza alle esigenze di conciliazione
dei tempi di vita e di lavoro di genitori, entrambi lavoratori, che non possono contare sul supporto
della rete familiare.
Servizio Doposcuola
Tra le iniziative, volte a conciliare i tempi di vita e di lavoro, che interessano i minori si sono
realizzate, nel corso del triennio 2009-11, esperienze di doposcuola e di centri estivi: proposti
dalla la Fondazione Giardino d’Infanzia per bambini dai 3 ai 7 anni, dall’ “Associazione Bambini nel
mondo” Onlus51 destinati a bambini stranieri, il Gioco-scuola gestito dalla’Associazione Arco e
dalla cooperativa S. Michele,il doposcuola promosso dal Comune di Lovero e il doposcuola
nell’oratorio di Tirano gestito dalle figlie di Maria Ausiliatrice, l’obiettivo è
stato quello di
sostegno alle famiglie e di prevenzione oltre alla finalità di integrare il lavoro fatto a scuola,
aiutare nello svolgimento dei compiti e propone attività di svago e interazione. Per questo il
doposcuola si configura anche come momento di socializzazione e integrazione.
47
http://giardinoinfanziatirano.it
“Il Piano triennale per la prima infanzia” (c.d. “Piano Nidi”) che rappresenta uno strumento programmatico proprio dell’ente locale
introdotto in Lombardia con la DGR 11152 del 03-02-2010.
49 www.nidolacicogna.it
50
http://www.amicobimbo.it/
48
51
Associazione Bambini nel mondo” Onlus ha sede a Tirano, è costituita da un gruppo di volontari che dal 2006 opera per
l’attuazione del progetto bambini del mondo, promosso e sostenuto a partire dall’anno 2001 dall’Associazione Sconfinando di Tirano
(SO).
92
Centro di aggregazione giovanile
L’oratorio sacro cuore di Tirano, in collaborazione con la cooperativa San Michele e con partner la
Caritas ed il Comune di Tirano, gestisce un Centro di Aggregazione aperto tutti i giorni dell’anno
con attività destinate a minori dai 7 ai 19 anni. E’ prevista una supervisione pedagogica per
prevenire il disagio giovanile.
Numero utenti abituali 2010
Utenti 6-10
anni
Utenti 11-14
anni
30
Utenti 15-18
anni
50
Utenti oltre 18
anni
20
Numero utenti
occasionali
Totale utenti
abituali
10
110
45
Fonte Parrocchia
I GIOVANI
Oltre che dalle parrocchie e dalle scuole i bisogni dei giovani vengono intercettati dalle attività
svolte dalle cooperative, delle associazioni sportive e culturali locali e dal centro dell’Impiego.
Protagonismo giovanile
La cooperativa Lotta contro l’Emarginazione52 interviene a livello locale con progetti volti a
sviluppare il protagonismo giovanile, come l’Informagiovani53, con progetti di comunità e di rete,
spazi di ascolto, interventi nelle scuole, équipes di operatori di strada su obiettivi di prevenzione
del disagio giovanile e sulla riduzione del danno, promuove esperienze di scambi giovanili
internazionali. Per quanto concerne l’utenza con età compresa tra i 19 e i 24 anni l’Informagiovani
si è invece riscontrato nell’ultimo periodo di apertura un aumento con richieste legate alle offerte
di lavoro e a momenti di socializzazione e partecipazione.
Dipendenze
la Cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” in collaborazione con Il Dipartimento Dipendenze, ,
da anni conduce sul nostro territorio il progetto “Equipe mobile”, che sviluppa interventi di
riduzione dei rischi connessi all’uso/abuso di sostanze psicoattive (in particolare di alcol) in
prossimità dei luoghi del divertimento notturno della Provincia.
Gli interventi effettuati mirano a promuovere consapevolezza, competenza e senso di
responsabilità delle persone. Dall’analisi dei questionari, che sono stati somministrati dall’Equipe
mobile
nel
periodo
2010-2011,
emergono
importanti
osservazioni
che
sono
utili
alla
rappresentazione dei reali fenomeni di consumo e dei comportamenti caratteristici della
popolazione adolescenziale e giovanile del nostro territorio, come ad esempio rispetto ai contatti
avuti nel 2011 di rilevazione del tasso alcol emico, emerge una percentuale di femmine pari al
17,74 % sul totale, in costante incremento se confrontato con i dati 2008 (13%) e 2009 (15%) ma in
calo rispetto ai dati del rapporto ottobre-dicembre 2010; il dato del trimestre precedente è del
30,53 %.
52
nasce da un’istanza di impegno civile e partecipazione espressa da un gruppo di cittadini del quartiere Parpagliona di Sesto S.G..
dal 1980 progetta e gestisce oltre ad iniziative per i giovani, adolescenti e giovani in difficoltà, tossicodipendenti, persone in aids,
interventi sociali e servizi rivolti a persone con handicap psichico e fisico, con disagio psichiatrico, interventi che hanno come finalità
l´esigibilità e la difesa dei diritti delle persone straniere, siano esse regolarmente soggiornanti o clandestine.
Organizza e gestisce corsi e moduli di formazione per operatori sociali – pubblici e privati – e formatori, anche per conto e su incarico di
Comuni e della Regione Lombardia.
53
progetto terminato a giugno 2011
93
In relazione ai Ser.T. nel 2011 si sono presentati prevalentemente giovani che chiedono di essere
seguiti per problemi legati all’uso di droghe (65%), seguono le problematiche alcol correlate (27%)
Sert Tirano Età
00 14
15 19
20 24
25 29
30 34
TABELLA 3.3.1
Utenti tot
tox
1
5
8
16
alcol
3
5
11
1
3
4
altro
0
1
1
0
1
Fonte Dipartimento Dipendenze
Lavoro
Il centro dell’ Impiego di Tirano propone tirocini formativi in azienda a giovani con più di 16 anni,
nel 2011 i giovani disoccupati iscritti al centro con almeno una esperienza lavorativa alle spalle
sono stati 136 (43 Femmine e 93 Maschi), mentre gli inoccupati 78 (42 Femmine e 36 Maschi)
giovani 16-24 anni iscritti al centro dell'impiego 2011
M
100
80
60
F
M
40
F
M
F
20
0
Disoccupati
Inoccupati
Grafico 3.3.2 Fonte Centro impiego
DISABILITA’ E NON AUTOSUFFICIENZE
Il territorio del distretto di Tirano si caratterizza per un ampia e variegata offerta in relazione
all’area disabili ed anziani e la partecipazione attiva delle associazioni e delle cooperative sociali.
AREA DISABILI:
ASSOCIAZIONISMO
AIAS - SEZIONE DI SONDRIO Associazione Italiana Assistenza Spastici nata nel 1970, opera sul
territorio provinciale, si è adoperata per l’ integrazione delle persone in condizioni di disabilità e di
handicap, per la creazione di servizi socio-sanitario-assistenziali, tenendo conto della peculiarità
del territorio e della necessità di assicurare-garantire servizi primari in ogni distretto. Mantiene
un’ attenzione particolare nella ricerca, riabilitazione e servizi per le persone affette da paralisi
cerebrale infantile. Supporta la famiglia sia nel senso di conoscenza di leggi e diritti, sia per i vari
iter burocratici e l’ accesso ai servizi, sia fornendo servizi di supporto e aiuto (corsi e laboratori,
soggiorni marini, gite, visite escursione, incontri ecc.).
94
ANFASS – Onlus Sondrio54 nasce a Sondrio nel 1996, è una associazione di famiglie con presenza
di persone con disabilità intellettive o relazionali, ma non solo; agisce su tutto il territorio
provinciale; si impegna perché i servizi pubblici forniti da enti, terzo settore, scuole ecc. siano
rispondenti ai bisogni e ai diritti delle persone con disabilità; fornisce informazione e assistenza.
CROCE ROSSA ITALIANA55 La Croce Rossa Italiana, Associazione di volontariato ed Ente Pubblico
non economico, è presente in Loc. Moreschi (Comune di Teglio), con un Centro Polifunzionale
Riabilitativo e Risocializzante, sorto per offrire sul territorio una risposta alle richieste legate al
problema della disabilità e del disagio sociale. Le utenze provengono in particolare dalla Comunità
Montana di Tirano e dalla Comunità Montana di Sondrio, con alcune eccezioni, provenienti
saltuariamente dall’area extraprovinciale. Attualmente frequenta il centro un solo utente del
distretto di Tirano.
FIORI DI SPARTA Coordinamento Famiglie con Disabili della comunità montana di Tirano, è un
associazione di volontariato, iscritta nel registro regionale dall’anno della sua costituzione nel
1999. Opera principalmente nell’area del territorio della Comunità Valtellina di Tirano e si occupa
di: promozione della cultura sull’handicap,favorire l’aggregazione di famiglie con soggetti disabili
e di persone sensibili ai problemi legati all’handicap, collabora con Enti, Cooperative, Associazioni,
Servizi al fine di ottenere spazi tesi all’individuazione di progetti e programmi specifici, nel
rispetto delle caratteristiche individuali dei soggetti stessi, elaborare e proporre iniziative di
formazione del personale volontario.
COOPERAZIONE SOCIALE operante sul territorio
COOPERATIVA
SOCIALE
“IL
PRISMA”
svolgere
in
modo
organizzato
attività
finalizzate
all’inserimento lavorativo di persone in difficoltà. Nasce nel 1987 per volontà di un gruppo di
persone interessate a creare una realtà imprenditoriale in grado di creare le condizioni per lo
sviluppo professionale e personale di soggetti svantaggiati, mediante la gestione di attività
produttive (manutenzione del verde pubblico e privato, servizio di pulizie, servizio ausiliari del
traffico, laboratorio di carpenteria metallica).
COOPERATIVA SOCIALE “SAN MICHELE” il 31 maggio 2001 a Tirano per iniziativa di un gruppo di
operatori dei servizi per disabili gestiti, negli anni precedenti, dall’Opera don Guanella.
Cooperativa, di tipo A, opera principalmente nell'ambito del distretto socio-sanitario di Tirano, ma
la sua attività si estende, per alcune attività, anche agli altri distretti.
La Cooperativa lavora prevalentemente nell'ambito dei servizi rivolti a persone con disabilità, con
particolare attenzione all'età adulta attualmente eroga i seguenti servizi:
a) La R.S.D. Tirano è, per definizione, una Residenza Sanitaria assistenziale per persone con
Disabilità grave o gravissima, con età fra i 18 e 65 anni, non assistibili a domicilio, che presentano
una disabilità fisica, psichica e/o sensoriale. E’ un servizio aperto 24 ore al giorno, per tutti i giorni
dell'anno. Il servizio è autorizzato al funzionamento per una capacità recettiva di 37 posti letto,
dei quali 30 accreditati dalla Regione Lombardia. La RSD S.Michele: ospita attualmente n°30
persone.
54 http://www.anffassondrio.it
55 www.crisondrio.it
95
Nello specifico, si segnalano: N° 7 ospiti del distretto di Tirano;N° 18 ospiti del distretto di
Sondrio; N° 2 ospiti del distretto di Morbegno; N° 2 ospiti del distretto di Chiavenna; N° 1
ospite di fuori provincia.
Analizziamo più in dettaglio l’utenza della RSD residente del distretto di Tirano anno 2011 in base
la ripartizione per genere degli ospiti della struttura (crf. tabella 3.3.2) e d alla fascia d’età (crf.
tab.3.3.3).e secondo la classe SIDi di appartenenza (crf. tabella 3.3.4) e a seconda del periodo di
permanenza all’interno della struttura (crf. tabella 3.3.5).
.
Tabella 3.3.2
Tabella 3.3.3.
Tabella 3.3.4.
Ripartizione per fasce d’età
SIDi di appartenenza
Ripartizione genere
GENERE
numero
Femmine
4
Maschi
3
Totale
7
FASCE DI ETA'
numero
tra 0-18 anni
0
tra 19-35 anni
1
tra 36-50 anni
2
oltre 50
4
Totale
7
CLASSE SIDi
Tabella3.3.5. Ripartizione
per anni di permanenza
numero
Classe 1
2
Classe 2
2
Classe 3
2
Classe 4
1
Classe 5
7
ANNI DI
numero
PERMANENZA
tra 0-5 anni
2
tra 6-15 anni
3
oltre 20 anni
2
Fonte: Coop. S. Michele
Le persone residenti nel distretto di Tirano, che attualmente sono ospitati in strutture site fuori
provincia sono n°2.
b) I CDD. I Servizi CDD fanno riferimento allArea dei Servizi Diurni e territoriali della Cooperativa
“San Michele”.
- Il CDD “Beata Chiara Bosatta” è autorizzato al funzionamento, per un totale di 20 posti di cui 19
accreditati; Attualmente prendono parte alle attività proposte 17 utenti.
- Il CDD “San Michele” è autorizzato al funzionamento, per un totale di 24 posti di cui 22
accreditati; Il Attualmente prendono parte alle attività proposte 18 utenti.
Tabella 3.3.6 ospiti dei CDD per genere.
CDD
Maschi Femmine
Tabella 3.3.7 Ripartizione dell’utenza dei CDD per
fasce d’età.
FASCE D'ETA' CDD S.Michele CDD Beata C.B.
S. Michele
5
12
tra 0-18 anni
0
0
Beata Chiara Bosatta
9
8
tra 19-35 anni
5
7
tra 36-50 anni
5
7
oltre 50 anni
8
3
Totale
18
Fonte: Coop. S. Michele
17
96
Tabella 3.3.8 Ripartizione dell’utenza per classi
SIDi..
CDD S. Michele
CDD Beata
C.B.
Classe 1
1
2
Classe 2
5
4
Classe 3
8
7
Classe 4
2
2
Classe 5
2
2
CLASSE SIDi
Tabella 3.3.9 Ripartizione dell’utenza per anni di
permanenza.
ANNI DI PERMANENZA
CDD S. CDD Beata
Michele
C.B.
tra 0-5 anni
2
1
tra 6-15 anni
4
5
11
11
oltre 15 anni
Fonte: Coop. S. Michele
c)Comunità Protetta "Paolino"
La Comunità Protetta Media assistenza (ex C.P. a media protezione) è una struttura residenziale a
riabilitazione estensiva; propone una offerta assistenziale di medio grado estesa almeno sulle 12
ore, con personale di assistenza alla persona dedicata al supporto abitativo. Prevede un organico
adeguato per attuare i progetti riabilitativi e programmi di media intensità riabilitativa (della durata
massima di 24 mesi estendibili a 36 mesi in specifiche situazioni e in coerenza con il P.T.I.) e di
bassa intensità riabilitativa (della durata massima di 36 mesi rinnovabili). I destinatari
dell’inserimento in Comunità sono pazienti afferenti all’area psichiatrica che presentano un quadro
clinico stabilizzato ma che, a causa di disturbi psichici pregressi o attuali e trovandosi in situazioni
socialmente precarie sotto l’aspetto relazionale, familiare e ambientale.
d) C.S.E. Prove di Volo
C.S.E. un servizio diurno privato per disabili la cui fragilità non sia compresa tra quelle
riconducibili al sistema socio sanitario, è autorizzato al funzionamento, per un totale di 10 posti;
può ospitare persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attualmente prendono parte alle attività
proposte 5 utenti e hanno dai 22 ai 43 anni, con disabilità motoria/fisica ed intellettiva. Gli
interventi socio-educativi o socio-animativi sono finalizzati:- allo sviluppo dell’autonomia
personale; - al mantenimento del livello culturale;- all’incremento della socializzazione;- a
favorire opportunità occupazionali e/o lavorative.
Inoltre La Cooperativa opera nel settore fisioterapico nell'ambito delle cure domiciliari e con
interventi di fisioterapia e ergoterapia presso le R.S.A. di Grosio e di Ponte in Valtellina.
f) LFKT. Il Servizio di fisiokinesiterapia è destinato, oltre che agli utenti dei CDD e dellRSD della
“San Michele” Società cooperativa sociale, agli utenti dellADI nei distretti di Tirano e BormioLivigno; è un Servizio a domicilio volto alla riabilitazione e al recupero funzionale che compren-de,
oltre al recupero funzionale, la riabilitazione ortopedica, neurologica e respiratoria. Le pato-logie
trattate sono per lo più dovute a esiti di cerebropatie infantili con conseguente limitazione
motoria, psichica e respiratoria più o meno accentuata; esiti di traumi caratteristici delletà seni-le
(soprattutto fratture femorali) ed esiti di danni cerebrali.
97
AREA ANZIANI: I servizi a favore degli anziani nel distretto
RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI RSA le strutture residenziali socio sanitarie, extra ospedaliere
presenti nel distretto di Tirano sono 5 :
CASA DI RIPOSO “VISCONTI VENOSTA” DI GROSIO
CASA DI RIPOSO “G.M. VENZOLI” DI GROSOTTO
CASA DI RIPOSO CITTÀ DI TIRANO
CASA DI RIPOSO “BONGIONI LAMBERTENGHI” DI VILLA DI TIRANO
CASA DI RIPOSO “S. ORSOLA” DI TEGLIO
Forniscono prestazioni sanitarie e di recupero, tutela e trattamenti riabilitativi ad anziani in
condizione di non autosufficienza fisica e psichica, rispondendo ad esigenze di assistenza per le
attività quotidiane, di carattere socio-psico-sanitarie, tutelare ed alberghiero.
Tabella 3.3.10 Utenti RSA Triennio 2009-11
2009
RSA
M
F
tot
2010
M
F
tot
2011
M
F
tot
Totale utenti
100
311
411
103
289
392
98
310
408
Età >65 anni
87
303
390
82
279
361
83
299
382
Età ≤ 65 anni
13
8
21
14
10
24
15
11
26
Fonte RSA distretto Tirano
In relazione agli Utenti delle RSA con sede nel Distretto di Tirano nel triennio 2009-10-11 si
osserva nel complesso che le donne rappresentano più del 75 % del totale degli anziani inseriti
con età superiori a 65 anni, nella fascia under 65 si registra una decisa inversione di tendenza, gli
uomini rappresentano quasi il 60% degli ospiti.
Per quanto riguarda la richiesta di inserimento questa viene inoltrata per quasi 85% dei casi dai
familiari, inoltre è da rilevare che più
dell’ 80% degli utenti
delle RSA ha una rete familiare
presente.
Si dedicherà questa parte all’analisi ai dati riguardanti le liste di attesa nelle RSA56 per i soli utenti
sul territorio della provincia di Sondrio.
Grafico 3.3.3
56
Analisi condotta da èquipe Coop. Ippogrifo
98
Domande ricevute nelle RSA suddivise per distretto a luglio 2011. (Valori percentuali)
Grafico 3.3.4
Per quanto riguarda le domande ricevute nelle Residenze Sanitario - assistenziali per anziani
emerge che il distretto di Tirano è il secondo per numero di richieste dopo quello di Sondrio, con il
32,1% di domande, corrispondente a 601 richieste, se si considerano i valori assoluti, su un totale
di 1871 utenti a livello provinciale.
MINI ALLOGGI Sul territorio del tiranese sono presenti mini alloggi presso le RSA: Fondazione Casa
di Riposo-Città di Tirano Onlus 18 Mini alloggi protetti (detti map) e presso la fondazione casa di
S. Orsola” di Teglio 16 posti letto. Nei map è possibile ospitare 1 o 2 persone che durante la
giornata necessitano di un ambiente tutelato e/o di supporto infermieristico ma che vogliono
mantenere la loro indipendenza ed ampi spazi di autonomia. Il mini-alloggio offre uno spazio
attrezzato ed adeguato per i bisogni della persona anziana che valorizza e stimola l'iniziativa
personale pur garantendo una protezione adeguata, anche di notte, attraverso un sistema di
allarme e la pronta reperibilità di un operatore.
Tabella 3.3.11
utenti mini alloggio 2011
Tirano
Teglio
totale
M=13 F=47 tot= 60*
M=3 F=12 tot= 15
Residenti nel distretto di Tirano
39
5
•
un solo utente ha <65 anni
Il CENTRO DIURNO INTEGRATO, presente nella RSA di Tirano, è una struttura semiresidenziale,
che offre agli anziani assistenza e programmi di riattivazione, socializzazione ed animazione nelle
ore del giorno con rientro dell’anziano a domicilio alla sera, risponde alle esigenze di persone
sole o con familiari che per motivi di lavoro o di altro genere hanno scarsa disponibilità di tempo.
Attualmente sono presenti 25 utenti (F: 18; M:7) ed un solo utente ha <65 anni.
RICOVERO DI SOLIEVO
Attualmente è in essere una Convenzione tra l’ Ufficio di piano - Comunità Montana Valtellina di
Tirano - l’azienda sanitaria locale della provincia di Sondrio – la fondazione casa di riposo città di
Tirano – onlus per la gestione integrata del ricovero temporaneo, che risponde al bisogno dei
familiari, che si prendono cura di persone anziane non autosufficienti, offrendo loro l’opportunità
di usufruire di ricoveri temporanei di sollievo valorizzando le risorse esistenti sul territorio.
99
Valutando l’andamento dei giorni vuoti dal 2003 ad oggi si osserva come il numero dei giorni
vuoti si sia andato progressivamente riducendo, a testimonianza dell’utilità di tale servizio.
andamento ricoveri solievo RSA Tirano Giorni vuoti
60
50
40
andamento ricoveri solievo
RSA anni Giorni vuoti
30
20
10
20
07
an
no
20
08
an
no
20
09
an
no
20
10
an
no
20
11
20
06
an
no
20
05
an
no
20
04
an
no
an
no
an
no
20
03
0
Grafico 3.3.5
LA COOPERATIVA SOCIALE ARDESIA
la cooperativa sociale Ardesia opera sul territorio di Tirano con una serie di iniziative Impegnata
su diversi ambiti - dai servizi di assistenza domiciliare e domiciliare integrata, servizio erogato
direttamente a casa dell'utente, che comprende a seconda dei casi prestazioni mediche,
infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali sui 12 comuni del Tiranese, dal 2006 la
cooperativa sociale Ardesia è accreditata anche per il servizio di assistenza integrata cure
palliative, destinato ai pazienti in fase terminale.
ASSOCIAZIONISMO
ANTEAS (Ass. Naz. Terza Età Attiva per la Solidarietà Sondrio)
Le attività, svolte in tutto il territorio provinciale attraverso gruppi locali, comprendono
l'attivazione di un Telefono Amico, telefono verde gratuito per dare collaborazione, risposte, aiuto
e una voce amica. Altre attività svolte prevedono il trasporto a favore di anziani, la consegna dei
pasti a domicilio, l'animazione nelle case di riposo, attività culturali, attività ricreative,
partecipazione alla elaborazione dei Piani di Zona.
AUSER servizi di accompagnamento per visite mediche, esami, e terapie, disbrigo di pratiche e di
sorveglianza a favore di persone anziane e/o non autosufficienti.
ASSOCIAZIONI AMICI DEGLI ANZIANI
Promuovono e sostengono attività creative, culturali e di assistenza e ed intervento sociale
operando prevalentemente a favore di anziani in condizioni di svantaggio e disabili.
SINDACATIDEI PENSIONATI
I Sindacati dei pensionati (Spi; FNP; Uil) organizzano e tutelano i pensionati di tutte le categorie del
lavoro, soggetti a qualsiasi regime pensionistico. I sindacati sono impegnati nella difesa dei diritti
degli anziani e dei pensionati, in confronto con gli enti previdenziali, con il Governo centrale e con
Regioni Comuni e Provincie. Offrono una serie di agevolazioni per gli iscritti: servizi alla persona,
formazione, attività socialmente util, assistenza fiscale etc.
100
POVERTA’ E VULNERABILITA’
CARITAS ALTA VALTELLINA
Come descritto nel primo capitolo sulla povertà e vulnerabilità a Tirano opera il Centro di Ascolto e
di Aiuto Caritas Alta Valtellina, che lavora in collaborazione con le Parrocchie, le Associazioni, i
Servizi Sociali della zona Alta Valtellina
il Centro di Ascolto Caritas offre:
•
la possibilità di esprimersi liberamente in un clima di attenzione e di ascolto;
•
l'aiuto per orientarsi e per riuscire a trovare possibili risposte;
•
un sostegno concreto per rispondere alle richieste specifiche (pacco viveri, fornitura
indumenti e mobili, sussidi economici);
•
le informazioni necessarie per conoscere ed utilizzare i servizi già operanti sul territorio.
Caritas sezione di Tirano gestisce la Casa di Prima accoglienza di Sondalo, destinata a persone in
grado di gestirsi in modo autonomo, senza problemi di alcolismo o di tossico dipendenza e senza
patologie psichiatriche. La struttura è costituita da un appartamento ed ha accolto, nel 2011, 21
donne 18 straniere e 3 italiane per un periodo di 20 giorni.
CENTRO PRIMA ACCOGLIENZA DI SONDRIO Struttura di prima accoglienza a valenza provinciale
gestita dalla la Fondazione Caritas “Solidarieta’ e Servizio” ONLUS di Como in convenzione col
Comune di Sondrio e i cinque uffici di piano dei distretti della provincia; Offre interventi rivolti
all’accoglienza di persone e nuclei familiari in condizioni di disagio con particolare riferimento a
chi necessita di percorsi di accompagnamento e d’integrazione di lungo periodo.
Di seguito si riportano dati relativi agli Ospiti del centro di prima accoglienza di Sondrio nel corso
degli anni, dal 1997 al 2010 le persone accolte al centro, italiani e stranieri, si sono suddivise
come presentato nella tabella
Numero ospiti Centro prima accoglienza di Sondrio
140
120
100
80
60
N° totale ospiti accolti
N° ospiti stranieri
N° ospiti italiani
40
20
an
no
1
an 9 9
no 7
1
an 9 9
no 8
1
an 9 9
no 9
an 20 0
no 0
an 200
no 1
an 200
no 2
an 200
no 3
an 200
no 4
an 200
no 5
an 200
no 6
an 200
no 8
an 200
no 9
20
10
0
Grafico 3.3.6 Fonte Caritas Como
101
IL GABBIANO – Comunità di Tirano57 L’Associazione Comunità ‘Il Gabbiano’ Onlus offre, a Madonna
di Tirano, una Casa Alloggio ad Alta Integrazione Sanitaria. Struttura convenzionata per 10 posti in
residenziale e 2 in diurno. Si occupa di adulti in difficoltà, tossicodipendenti uomini, donne, trans
in hiv/AIDS, profughi. La comunità Terapeutico - Riabilitativa di Tirano offre un servizio
residenziale, che s’inserisce nella logica di costruire programmi individuali su obiettivi graduali e
realistici, anche minimi se necessario, pensati in riferimento ai livelli di responsabilità e di
progettualità soggettivamente possibili. L'individualizzazione del percorso, principio cardine del
progetto educativo, implica l'adozione di criteri di negoziazione e di flessibilità nei tempi e nei
modi di svolgimento dell'iter terapeutico La Comunità offre i seguenti servizi: residenzialità,
Servizi
educativi,
Assistenza
psicologica,
Servizi
di
documentazione-accompagnamento,
Assistenza sanitaria, Assistenza nella ricerca di lavoro e
di Inserimento nella rete di servizi
territoriali.
I SERVIZI CISL: servizi di consulenza Sindacale; caaf patronato INAS, dedicati agli immigrati:
Patronati la cui attività è prevista da un protocollo tra patronati e Ministero dell’interno, mira a
snellire procedimenti amministrativi di rilascio e di rinnovo dei Titoli di soggiorno. L’ Inas svolge
funzioni d’informazione, assistenza
e tutela a favore di cittadini stranieri collaborando alla
compilazione e predisposizione della documentazione relativa a tali pratiche.
L'ANOLF promuove una serie di attività al servizio degli immigrati, quali: consulenza e assistenza,
finalizzate alla promozione dei diritti;processi formativi per l'acquisizione degli strumenti (lingua,
cultura, normative) necessari per essere soggetti attivi di integrazione nella società, nonchè
preparazione ed aggiornamento professionale con le strutture della CISL; assistenza nell'ambito
delle attività bancarie e delle rimesse verso i paesi di provenienza; assistenza, con l'utilizzo delle
strutture CISL, per le vertenze di lavoro; assistenza diretta o attraverso l'intervento di enti ed
organismi CISL, per tutte le altre esigenze economico-sociali.
ENTI E FONDAZIONI PRIVATI
GRUPPO DI AZIONE LOCALE
Il Gal Valtellina S.c.a r.l. è un ente che si propone di individuare alcune linee di sviluppo della
Valtellina e della Valchiavenna e di lavorare in partnership con i diversi attori locali.
Il GAL, Gruppo di Azione Locale, considera il territorio e le valli in cui lavora come un insieme di
valori, saperi e sapori da promuovere e valorizzare, attraverso l'ascolto attento di chi vive e anima
le nostre contrade: gli agricoltori, i commercianti, gli artigiani, i giovani in cerca di lavoro, le donne
che desiderano una prima oppure un'ulteriore opportunità professionale.
Il Gal è il soggetto promotore e attuatore del Piano di Sviluppo Locale (P.S.L.) che la Regione
Lombardia ha ammesso al finanziamento con D.d.s. del 14 luglio 2009 nr. 7257. Si tratta di un
fondo messo a disposizione dall'Unione Europea e dalla Regione Lombardia nell' ambito
dell'Iniziativa Comunitaria Leader. Tale ente è sensibile alle problematiche socio-economico delle
aree rurali più marginali e svantaggiate, e ritiene che potrebbero essere contrastate con il
potenziamento dei servizi e delle funzioni essenziali a favore delle imprese e del cittadino e la
realizzazione di iniziative di rivitalizzazione del tessuto economico, azioni volte a migliorare la
57
www.gabbianoonlus.org
102
qualità della vita delle persone e l’attrattività dell’area rurale. In particolare
tra le priorità del
Piano di Sviluppo Locale prevede misure che intendono sviluppare sistemi innovativi di offerta di
servizi relativi alla mobilità delle persone, organizzando un servizio a chiamata da e per le frazioni
montane disagiate sulle tratte dismesse o a rischio di dismissione della rete ordinaria dei trasporti.
Si potrà così incoraggiare la diffusione del lavoro autonomo e l’ingresso e la permanenza nel
mondo del lavoro, in particolare di giovani e donne; favorire iniziative integrate per la
diversificazione, la valorizzazione del patrimonio locale.
FONDAZIONE CARIPLO è un soggetto filantropico che concede contributi a fondo perduto alle
organizzazioni del Terzo Settore per la realizzazione di progetti di utilità sociale.
Fondazione Cariplo mette a disposizione le proprie risorse, a livello economico e progettuale, per
aiutare gli enti no profit a realizzare iniziative nell’interesse collettivo, agisce in base al principio di
sussidiarietà, che prevede non di sostituirsi, ma di affiancare le organizzazioni della società civile
che operano per il bene pubblico. Nel pianificare la propria strategia d’intervento, inoltre, la
Fondazione presta attenzione ad anticipare i bisogni della comunità. Ciò significa, concretamente,
trovare soluzioni a problemi irrisolti, risolvere in modo nuovo problemi non adeguatamente
affrontati e favorire la diffusione di soluzioni di successo (vedi nel paragrafo successivo progetti
finanziati).
La PRO VALTELLINA, “Fondazione della Comunità Locale”, beneficia di fondi messi a disposizione
dalla “Fondazione Cariplo” a sostegno di progetti di utilità sociale, nel campo dell’assistenza, della
beneficenza, dell’istruzione e della cultura, per il perseguimento di una sempre migliore qualità
della vita e di un attivo legame di solidarietà e di responsabilità sociale. Questa presenza attiva sul
territorio si esplica mediante periodici “bandi territoriali”, che nella realtà locale, offrono
l’opportunità alle organizzazioni pubbliche e private di ottenere gli incentivi per “progetti e
interventi
d’utilità
sociale,
culturale
e
di
tutela
del
patrimonio
ambientale”.
Oltre a questo, rimane fisso, nella Pro Valtellina, il proposito e l’impegno di promuovere lo
sviluppo di una vera e propria “cultura della donazione”, che si esplica mediante la raccolta di
fondi e di elargizioni, destinati, che nel tempo, devono sostenere iniziative e progetti per
migliorare le condizioni di vita della gente della provincia di Sondrio.
FONDAZIONE GRUPPO CREDITO VALTELLINESE
"La Fondazione non ha scopo di lucro. Scopo della Fondazione è la promozione ed il sostegno di
iniziative finalizzate al progresso culturale, scientifico, sociale, socio-economico e morale del
territorio nazionale italiano".
Ispirandosi alle tradizioni solidaristiche proprie degli Istituti sostenitori, la Fondazione persegue lo
scopo della promozione e del sostegno di iniziative finalizzate al progresso culturale, morale,
scientifico, sociale e socio-economico prevalentemente nel territorio e per la Comunità ove
operano gli Istituti bancari presenti nel Gruppo Credito Valtellinese; la Fondazione potrà altresì
partecipare ad altre iniziative che siano in coerenza con i propri fini istituzionali.
103
I PROGETTI A LIVELLO PROVINCIALE TRIENNIO 2009-11
Il ruolo attivo del Terzo settore è ben evidenziato dalla capacità progettuale espressa nella
partecipazione ai bandi di assegnazione di fondi regionali e nazionale.
In questa sezione vengono elencati tutti i progetti di promozione sociale finanziati e attuati sul
territorio provinciale durante il triennio 2009/2011, a cui ha aderito Ufficio di Piano dell'ambito
territoriale di Tirano.
Progetto Intermediando 3,4,5
Ente promotore: Comune di Sondrio
Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Cooperativa
Ipogrifo;
Avvio: annualità 2009-2010-11;
Legge di riferimento: L. 6-3-1998 n. 40;
Obiettivi:favorire il superamento degli ostacoli nella comunicazione, nell’accesso
e nella
relazione tra cittadini stranieri e servizi;
Nel 2011 nel distretto di Tirano si è ricorso ad interventi di intermediazione in prevalenza per
attività svolte dal servizio tutela minori, hanno usufruito di alcune ore di mediazione anche gli
istituti scolastici e le associazioni di volontariato.
Progetto “Strade di periferia e reti di accoglienza MALPENSA 2000: programmi di protezione
sociale in favore delle vittime di sfruttamento sessuale e del lavoro forzato” ed a progetto
SISTEMA T.R.A.T.T.A.
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione;
Enti aderenti: Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Prefettura, A.S.L.,
Provincia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri, Comando Provinciale Guardia di Finanza,
Sindacati CGIL, CISL E UIL;
Avvio: annualità 2009-2010-11;
Legge di riferimento: ex art. 13 l. 228/2003;
Obiettivi: contribuire all’attivazione e al consolidamento di una Rete di sensibilizzazione nel
contesto territoriale di riferimento sui temi della tratta e dello sfruttamento sessuale e da
lavoro;offrire la possibilità di diffondere, attraverso gli Sportelli Immigrazione e gli Sportelli
Sociali di cittadinanza, materiale informativo che presenti le opportunità offerte dai percorsi di
protezione sociali previsti dal Progetto; contribuire alla diffusione dei risultati e allo scambio di
buone prassi.
Progetto Equipe mobile controlla il tuo tasso
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione;
Enti aderenti: Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Cooperativa;
Avvio: annualità 2009-2010-11;
Legge di riferimento:L45/99 DPR 309/1990;
Obiettivi: informare, prevenire ed orientare alle reti locali del servizio persone che consumano
droghe nei contesti d’incontro,aggregazione e divertimento.
Quanto raccolto nel corso delle azioni ha consentito di avere una analisi del fenomeno in
provincia di Sondrio e nel distretto di Tirano evidenziando le tendenze relative al consumo di
sostanze e la percezione della consapevolezza del rischio nelle nuove generazioni.
104
Progetto Affidi
Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo;
Enti aderenti: uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, LAVOPS,
Provincia di Sondrio;
finanziatore Fondazione Cariplo;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: L. 4 maggio 1983 n° 184; L. 28 marzo 2001 n° 149 ;
Obiettivi:Promuovere e sostenere reti per l’affido familiare, promuovere la cultura della tutela
dell’infanzia e dell’accoglienza familiare.
Il progetto ha ottenuto come risultato un significativo incremento delle famiglie che sono
entrate a far parte della rete dell’affido alle 21 storiche se ne sono aggiunte altre 27 nuove, 8
di queste vivono nel distretto di Tirano.
Progetto Fuoriluogo
Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo;
Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, LAVOPS, il
Centro Servizi Volontariato LA.VO.P.S. Sondrio e il Consorzio SOL.CO Sondrio;
finanziatore Fondazione Cariplo;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: ex dgr 9502/09
Obiettivi: promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a
provvedimenti dell'autorità giudiziaria e delle loro famiglie,interventi di prevenzione,
accompagnamento e sostegno per minori con comportamento a rischio e le loro famiglie. Si
rivolge a minori, famiglie, Servizi Territoriali, Forze dell'Ordine, scuole, realtà aggregative del
territorio e a tutta la cittadinanza con l'obiettivo di contribuire alla promozione della cultura
della legalità, della responsabilità individuale e sociale e alla prevenzione di comportamenti
antisociali, in particolare nell'adolescenza.
Nel corso del biennio il progetto si è rilevato un utile risorsa a supporto degli interventi attivati
dal servizio tutela minori di Tirano.
Progetto L’incontro sostenere proteggere e dare voce
Ente promotore: Federazione Provinciale delle associazioni per la disabilità;
Enti aderenti: Associazione Italiana Assistenza agli spastici di Sondro (A.I.A.S.),Associazione
Nazionale Terza età attiva per la solidarietà (A.N.T.E.A.S.), Associazione Nazionale famiglie di
persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, Associazione per l’autogestione dei servizi e
la solidarietà di Sondrio (A.U.S.E.R), Associazione Volontariato Acli Lombardia di Sondrio
(A.V.A.L.), Caritas, Coordinamento Famiglie con disabilità alta Valtellina (C.D.F), Associazioni
Fiori di Sparta,Gabbiano, Navicella e Quadrifoglio.
finanziatore Fondazione Cariplo;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: L. 6 del gennaio 2004 , Legge 328/00;
Obiettivi: promuovere informazioni, rafforzare rete provinciale, formare persone che vogliono
svolgere la funzione di amministratore di sostegno per tutelare persone incapaci.
Gli incontri tenuti nel distretto di Tirano hanno visto la partecipazione di un buon numero di
persone 10-15 interessate ad approfondire l’argomento.
105
Progetto di Residenzialità leggera
Ente promotore:Cooperativa sociale la Breva;
Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, Cooperative
Sociali Nisida, Apanthesis, S. Michele;
Avvio: anno 2011;
Legge di riferimento: Legge 328/00.
Obiettivi: risponde ai bisogni di coloro che dopo aver raggiunto un buon livello di autonomia
nella gestione della quotidianità, possano auspicare ad un minor grado di protezione e/o ad
un reinserimento sociale e/o familiare. Promuovere progetto personalizzato sulla persona
fisicamente autosufficiente che presenta uno stato di disagio psichico e segnalato dai servizi
psichiatrici, obiettivo riabilitativo individuale tendente a migliorare e valorizzare le potenzialità
intrinseche dei singoli e quello più propriamente risocializzante mirato al miglioramento dei
rapporti interpersonali e sociali in genere.
Nel distretto di Tirano si è avuto un solo inserimento alla fine del 2011.
Progetto di Lavoro e Piche
Ente promotore: Dipartimento salute mentale della Azienda Ospedaliera Valtellina e
Valchiavenna;
Enti aderenti:UDP; Provincia di Sondrio; Unione Commercianti, Lavops, Coop ipogrifo; Sol.Co.
Consorzio delle Cooperative Sociali della Provincia di Sondrio, Coop. Il Prisma; Azienda
Sanitaria Locale della Provincia di Sondrio; Confcooperative; C.P.S. di Sondrio della AOVV;
Unione Artigiani della Provincia di Sondrio; Unione Industriali della Provincia di Sondrio; Un.
Commercio Servizi e Turismo Prov. di Sondrio; PMLab – Milano;
finanziatore Fondazione Cariplo;
Avvio: anno 2009;
Legge di riferimento:, Legge 162/98.
Obiettivi: Aumentare il numero e la tenuta dei pazienti psichiatrici inseriti al lavoro nel privato
sociale, negli enti pubblici e nelle aziende - Favorirne e sostenerne l’inclusione lavorativa,
sociale e relazionale- Promuovere una rete territoriale di servizi pubblici e privati a loro
sostegno- Sensibilizzare il mercato del lavoro all’integrazione lavorativa dei pazienti
psichiatrici- Avviare partnership tra aziende private, servizi pubblici e privato sociale
sull’integrazione lavorativa di pazienti psichiatrici - Diffondere, in caso di successo del
modello sperimentato, una policy di integrazione lavorativa di pazienti psichiatriciintegrazione socio-lavorativa dei pazienti psichiatrici presi in carico dai Coach;
n. utenti= 30 soggetti;
risultati raggiunti= 8 stabilizzazioni (3 lavorano,5 tirocini), 12 persone per cui bisogna
individuare nuovi contesti lavorativi, 6 situazioni sospese, 4 situazioni di crisi;
Progetto Affettività, sessualità, e disabilità: è possibile parlarne?”
Ente promotore: AIAS sezione di Sondrio;
Enti aderenti: uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, Avvio: annualità
2010;
Legge di riferimento: L. Legge 162/98;
Obiettivi: introdurre conoscenze teoriche e problematiche tecniche e metodologiche connesse
alla sessualità ed alla disabilità fino alla progettazione di interventi educative.
106
I PROGETTI FINZIATI DAL F.N.P.S.
In questa sezione vengono elencati tutti i progetti di promozione sociale finanziati sul territorio
del mandamento per il triennio 2009/2011, promossi dall'Ufficio di Piano dell'ambito territoriale di
Tirano o dal Terzo settore e per i quali l'Ufficio di Piano ha formalmente aderito.
Progetto “Il paese dei ragazzi”
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, Cooperativa sociale Onlus
Enti aderenti: Comune di Tirano, Comune di Mazzo, CISL, CGIL, Associazione Valtellina
mountain bike, Informagiovani, Puntogiovani;
Avvio: anno 2008 durata biennale;
Legge di riferimento: Legge 285/97;
Obiettivi: Offrire un’occasione stimolante in cui i ragazzi possano mettersi in gioco
sperimentandosi come protagonisti della propria vita individuale e sociale, aumentare le
competenze dei giovani nel campo sociale, aumentare la capacità dei ragazzi di fare proposte
concrete rispetto alla loro vita reale. L’azione prevista dal progetto è un gigantesco gioco di
ruoli che si svolge in una vera città in miniatura dove i ragazzi trovano riprodotte ed inscenate
le più importanti strutture di una città, al fine di conoscerle e sperimentarle giocando.
Progetto La Comunità dei Bambini
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione
Enti aderenti: Circolo didattico di Tirano, Istituto comprensivo di Grosio; Istituto Comprensivo
di Teglio; Comune di Grosio, Comune Villa di Tirano, Comune di Teglio;
Avvio: anno 2010-1;
Legge di riferimento: Legge 285/97.
Obiettivi: Offrire ai bambini una occasione stimolante e formativa per mettersi in gioco
sperimentando l’essere attori protagonisti della propria vita individuale e sociale. si tratta di
vivere in un piccolo paese che permette ai bambini di sperimentare in un contesto protetto di
gioco la vita degli adulti e i principali meccanismi che regolano il vivere in una comunità,
bambini attraverso questa “simulazione” possono riconoscere l’importanza delle loro azioni e
affinare la loro capacità di essere “cittadini” tra altri “cittadini”.
Utenti coinvolti 243 bambini, 19,2% dei bambini da 6-10 anni del distretto di Tirano e 31,6%
di quelli tra i 9-10 anni. Risultati raggiunti: l’esperienza è stata valutata positivamente dagli
insegnanti, come un momento di formazione esperenziale, di messa alla prova dei bambini
nella gestione di situazioni nuove e nell’attivazione di risorse personali e di capacità sociali per
superare problemi ed ideare soluzioni.
Progetto “Officine giovani – azioni di inclusione territoriale con persone diversamente abili”
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione
Enti aderenti: Comune di Tirano
Avvio: anno 2008, durata triennale
Legge di riferimento: Legge 285/97, Legge 328/00 art.28
Obiettivi: Sviluppo del precedente progetto “Officine giovani 06/07 e 07/08, incrementare il
numero di utenti coinvolti, sperimentare il modello di intervento anche con soggetti adulti. Le
aree generali all’interno delle quali sarà articolato l’intervento educativo sono: riconoscimento
delle proprie aspettative e sperimentazione di occasioni di integrazione sociale.
107
Progetto “Officine giovani – Cittadinanza attiva”
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione;
Enti aderenti: Istituto Pinchetti, ASL, SerT Tirano;
Avvio: anno 2008 durata triennale;
Legge di riferimento: d.p.r. n° 309/90 e Legge 45/99;
Obiettivi: Promuovere atteggiamenti più consapevoli rispetto all’uso/abuso di sostanze
psicoattive, aumentare la capacità di relazione e comunicazione e realizzare l’evento (festa) di
fine anno.
Progetto “Informagiovani
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione;
Enti aderenti: Ufficio di piano, Comuni dell’ambito di Tirano.
Avvio: anno 2008, durata triennale;
Legge di riferimento: Legge 285/97, Legge 328/00 art.28;
Obiettivi: Progetto Informazione Orientamento mira a sviluppare sull’intero territorio
esperienze e metodologie di politica giovanile e che si pone come obiettivo principale il
consolidamento e lo sviluppo di servizi e interventi di informazione e aggregazione a favore di
adolescenti e giovani. il progetto si pone come principale finalità quella di sviluppare servizi e
interventi di informazione e aggregazione a favore di adolescenti e giovani nel territorio.
“Informagiovani” non si limita ad erogare notizie, ma attraverso la comunicazione, avviando un
procedimento costante di feed back, contribuisce a sviluppare nei giovani la capacità di
relazionarsi autonomamente ed in modo funzionale con l’informazione.
Progetto A2O:aggreg-Azione Oratorio
Ente promotore: Oratorio Sacro Cuore
Enti aderenti: Cooperativa San Michele, Comune di Tirano, Caritas.
Avvio: anno 2010-11
Legge di riferimento: Legge 285/97.
Obiettivi:Creare e strutturare la presenza di spazi e momenti educativi atti al protagonismo
giovanile in ottica di prevenzione del disagio.
Presenza media è aumentata nei mesi di giugno e luglio fino a 360 utenti della fascia d’età 713 anni e fino a 40 adolescenti con ruolo di animatori; in media 20 utenti stranieri al giorno.
Progetto Cittadini si diventa
Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo;
Enti aderenti: Cooperativa la cicogna; Comune di Grosotto;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: Legge 162/98.
Obiettivi:Miglioramento della qualità di vita delle persone disabili aumentando le possibilità di
esprimere le proprie abilità a favore della loro comunità e quindi la loro integrazione sociale.
Utenti 3/4 dai 18 ai 35 anni.
108
Progetto “Una mano alle famiglie in difficoltà”
Ente promotore: Parrocchia di Tirano
Enti aderenti: Caritas, Parrocchie del distretto, scuola Trombini, scuola elementare di Tirano;
Avvio: anno 2008;
Legge di riferimento: Legge 328/00 art.28;
Obiettivi: Fornire sostegno economico a persone o famiglie in difficoltà per garantire la loro
autonomia personale e una buona qualità della vita permettendo loro di fuoriuscire da
situazioni di crisi.
Progetto “A proposito di intercultura”
Ente promotore: Cooperativa Ippogrifo
Enti aderenti: Organizzazione di volontariato Agenzia per la pace;
Avvio: anno 2008 triennale;
Legge di riferimento: D.Lgs 286/98 e Legge 40/98;
Obiettivi: Promuovere la capacità di autonomia degli immigrati fornendo loro degli strumenti
per mettersi in relazione con la comunità, favorire la loro integrazione all’interno dei Servizi e
della scuola, promuovere una maggiore sinergia tra servizi pubblici e privato sociale
promuovendo una cultura di rete, favorire una maggiore integrazione dei minori stranieri nel
contesto scolastico attraverso il sostegno degli insegnanti. Per tali scopi è prevista l’apertura di
uno sportello, la consulenza ai servizi e l’offerta di mediazione culturale all’interno della
scuola.
Progetto “Bottega d’incontro”
Ente promotore: Associazione La stiva di Navicella
Enti aderenti: Associazione Navicella, Cooperativa sociale La Breva;
Avvio: anno 2008-2009;
Legge di riferimento: Legge 328/00 art.28;
Obiettivi: Dare la possibilità alle persone con difficoltà di sperimentarsi nel mondo del lavoro,
contrastare il fenomeno dell’emarginazione, favorire la permanenza del soggetto all’interno
del proprio ambiente di vita, favorire processi di integrazione nel territorio di persone con
disagio psichico. Il progetto prevede le seguenti azioni: apertura di un negozio dell’usato
coinvolgendo persone con disagio, laboratori creativi tenuti da diversi esperti/artigiani,
costituzione di gruppi di auto–mutuo aiuto, iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche del
disagio.
Progetto “Gioca Scuola”
Ente promotore: Cooperativa San Michele;
Enti aderenti: Comune Tirano; Comune Villa di Tirano, Comune Bianzone, Comune Sernio;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: Legge 285/97;
Obiettivi: Cercare di stimolare o rendere possibile l’emergere le risorse dei bambini e nuclei
familiari per massimizzare ed incrementare il successo scolastico.
Utenti:6 classi elementari e 7 delle medie. Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati e sono
state espresse valutazioni positive da parte degli utenti.
109
Progetto “Apertamente”
Ente promotore: Cooperativa San Michele
Enti aderenti: Associazione “Fiore di Sparta” , Pro Loco, Oratorio sacro cuore, città di Tirano ed
Ufficio di Piano di Tirano;
Avvio: annualità 2009;
Legge di riferimento: Legge 162/98; Legge 328/00;
Obiettivi: rafforzamento del proprio se e
dell’immagine sociale, migliorare autostima, lo
spirito di gruppo, potenziare l’autonomia,consolidare la competenza sociale e migliorare la
qualità di vita di utenti portatori d’handicap, apertura al territorio,abbattimento barriere
culturali e sociali;
n. utenti=5 fascia d’età 31 a 43 anni;
risultati ragiunti= integrazione sociale, miglioramenti a livello relazionale,delle capacità di
lavoro nel gruppo ristretto, delle capacità pratiche ed organizzative degli utenti.
ALTRI PROGETTI A LIVELLO DISTRETTUALE
Progetto “Bambini del mondo”
Ente promotore: Associazione Bambini del mondo
Enti aderenti: Scuola L. Trombini, circolo didattico Credaro, Comune di Tirano, Associazione
Sconfinando,San Michele; Comune di Tirano e Comune di Mazzo;
Avvio: annualità 2008-2009-2010;
Legge di riferimento: Leggi 23/99;
Obiettivi:Aiutare i bambini stranieri del territorio a padroneggiare la lingua italiana per favorire
il loro inserimento scolastico, fornire un aiuto per lo svolgimento dei compiti scolastici, fornire
un servizio di prima accoglienza, favorire l’integrazione e la socializzazione. Il progetto
propone quale azione l’apertura di spazi di aggregazione nel quale il fare i compiti, giocare,
imparare la lingua italiana vissuta come presupposto di effettiva integrazione culturale.
n. utenti= 16 minori stranieri di cui 12 dai 6 agli 11 anni e 4 dai 12 ai 14 anni.
Progetto “Fare rete a sostegno alla maternità”
Ente promotore: Centro aiuto alla vita di Sondrio;
Enti aderenti: Associazione Navicella pro salute mentale; il Granello cooperativa sociale,
Associazione Leche League; Associazione San Vincenzo; Associazione una famiglia
per
l’affido; Cooperativa Sociale Insieme;
Avvio: annualità 2011;
Legge di riferimento: Leggi di settore 23/99;
Obiettivi:creazioni di rete di enti del territorio, creazione rete di volontariato; sostegno al
nucleo familiare,sostegno a domicilio.
Progetto “Di nuovo a scuola”
Ente promotore: Circolo didattico di Tirano;
Enti aderenti: Comunità Montana, Centro di ascolto Caritas di Tirano, Azienda Sanitaria Locale
e Comunità Montana di Tirano;
Avvio: annualità 2010;
Obiettivi: integrazione madri e lavoratrici immigrate, alfabetizzazione ed educazione sanitaria.
110
Progetto “Estivo Gioca Bimbi”
Ente promotore: Fondazione Giardino D’infanzia di Tirano;
Enti aderenti: Comune Tirano;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: Legge 23/1999;
Obiettivi: benessere individuale e collettivo dell’infanzia conciliazione esigenze espresse dalle
famiglie attraverso attività ludiche, ricreative ed educative destinate a bambini da 3 a 6 anni
nel mese di luglio;
Utenti 2010=26 bambini e 30 genitori hanno partecipato all’organizzazione del servizio;
Utenti 2011= 30/40;
Progetto “Fiori di sparta per l’inclusione sociale: il sostegno, l’arte, il benessere”
Ente promotore: Associazione Fiori di Sparta;
Enti aderenti:
Avvio: annualità 2010;
Legge di riferimento: Legge 104/90; Legge 328/00;
Obiettivi: benessere individuale e collettivo inclusione sociale attraverso attività artistico,
ricreative ed educative.
111
PROGETTI A LIVELLO PROVINCIALE TRIENNIO 2012-14
Progetto “Strade di periferia e reti di accoglienza MALPENSA 2000: programmi di protezione
sociale in favore delle vittime di sfruttamento sessuale e del lavoro forzato” ed a progetto
SISTEMA T.R.A.T.T.A.
Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione;
Enti aderenti: Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio, Morbegno,Chiavenna; Prefettura, A.S.L.,
Provincia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri, Comando Provinciale Guardia di Finanza,
Sindacati CGIL, CISL E UIL;
Avvio: anno 2012;
Legge di riferimento: ex art. 13 l. 228/2003 ex art. 18 d.lgs. 286/98;
Obiettivi Contribuire all’attivazione e al consolidamento di una Rete di sensibilizzazione nel
contesto territoriale di riferimento sui temi della Tratta e dello Sfruttamento sessuale e da
lavoro;Offrire la possibilità di diffondere, attraverso gli Sportelli Immigrazione e gli Sportelli
Sociali di cittadinanza, materiale informativo che presenti le opportunità offerte dai Percorsi di
protezione sociali previsti dal Progetto; Contribuire alla diffusione dei risultati e allo scambio di
buone prassi.
Progetto Mediazione Interculturale
Ente promotore: Comune di Sondrio
Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Cooperativa
Ipogrifo;
Avvio: annualità 2012;
Legge di riferimento: L. 6-3-1998 n. 40
Obiettivi:favorire il superamento degli ostacoli nella comunicazione, nell’accesso
e nella
relazione tra cittadini stranieri e servizi;
Progetto L’incontro sostenere proteggere e dare voce
Ente promotore: Federazione Provinciale delle associazioni per la disabilità;
Enti aderenti: Associazione Italiana Assistenza agli spastici di Sondro (A.I.A.S.),Associazione
Nazionale Terza età attiva per la solidarietà (A.N.T.E.A.S.), Associazione Nazionale famiglie di
persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, Associazione per l’autogestione dei servizi e
la solidarietà di Sondrio (A.U.S.E.R), Associazione Volontariao Acli Lombardia di Sondrio
(A.V.A.L.), Caritas, Coordinamento Famiglie con disabilità alta Valtellina (C.D.F) Associazioni
Fiori di Sparta,Gabbiano, Navicella e Quadrifoglio,finanziatore Fondazione Cariplo;
Avvio: annualità 2010-11;
Legge di riferimento: L. 6 del gennaio 2004 , Legge 328/00;
Obiettivi: tutelare persone incapaci; promozione figura amministratore di sostegno.
Progetto Fuoriluogo
Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo;
Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, LAVOPS, il
Centro Servizi Volontariato LA.VO.P.S. Sondrio e il Consorzio SOL.CO Sondrio;
finanziatore Fondazione Cariplo;
Avvio: annualità 2012;
Legge di riferimento: ex dgr 9502/09;
112
Obiettivi: promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a
provvedimenti dell'autorità giudiziaria e delle loro famiglie,interventi di prevenzione,
accompagnamento e sostegno per minori con comportamento a rischio e le loro famiglie.
Progetto bando “Conciliazione” “NON SOLO VIAGGIO”
Ente promotore: Ufficio di Piano di Tirano;
Enti aderenti: Comune di Tirano; Ambito Territoriale di Bormio e di Tirano Associazione
Nazionale Terza età attiva per la solidarietà (A.N.T.E.A.S.), Associazione per l’autogestione dei
servizi e la solidarietà di Sondrio (A.U.S.E.R);
Avvio: annualità 2012;
Legge di riferimento: la legge n. 328/ 2000 (in particolare il comma 1 dell’art.1) la LR n.
3/2008, il D.Lgs n. 267/2000 le direttive CEE 76/207, 200/73 e 2006/54, la legge 53/2000, il
decreto dei ministri per le pari opportunità del 12/05/2009, le LL.RR. N. 23/1999, n. 22/2006
e n.28/2004;
Obiettivi:servizio trasporto persone che devono sottoporsi a cicli di cure all’ospedale di
Sondrio a supporto della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Progetto “TRANING DI CITTADINANZA ATTIVA INDOOR E OUTDOOR”
Ente promotore: Cooperativa sociale Ippogrifo;
Enti aderenti: il Comune di Sondrio, l’associazione Quarto di Luna, Lavops, la cooperativa
sociale Il Prisma; gli altri enti coinvolti sono la Casa Circondariale di Sondrio, l’Ufficio di
Esecuzione Penale Esterna (Uepe) e l’Asl della provincia di Sondrio, Uffici di piano di Bormio,
Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna;
Avvio: annualità 2012;
destinatari: rivolto a soggetti sottoposti all’autorità giudiziaria. Il progetto è finanziato
all’interno del “piano regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle
persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie”.
Obiettivi: Il “Training” consiste sostanzialmente nell’accompagnare i detenuti in misura
alternativa o gli ex detenuti nel loro percorso di reinserimento nella società, partendo da un
lavoro all’interno del carcere di Sondrio che prosegue all’esterno, cercando di garantire alla
persona il rispetto dei diritti di cittadinanza, favorendo quindi l’opportunità di avere un lavoro,
un’abitazione e una vita sociale.
113
114
CAPITOLO 4 – LA GOVERNANCE E LA
GESTIONE ASSOCIATA
Nel quarto capitolo del Piano di Zona viene presentato il modello di gestione associata
della rete degli interventi e dei Servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario che
risponde a quanto delineato dalla legge regionale 3/2008 e nelle linee guida regionali.
Vengono di seguito descritti gli organismi che concorrono alla gestione del Piano: · Ente
gestore e Ufficio di Piano· Assemblea dei Sindaci· Comitato Politico Ristretto e gli
organismi
del
Terzo
Settore
che
concorrono
all’attuazione
delle
azioni
e
raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona.
115
al
4.1 L'UFFICIO DI PIANO DI TIRANO E IL MODELLO DI
GESTIONE ASSOCIATA
LA GOVERNANCE DEL PIANO DI ZONA
Il contesto istituzionale del Piano di Zona è disciplinato dalla Legge Regionale 12 marzo 2008 n°3
“Governo della rete degli interventi e dei Servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario” e
dalle linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012-2014, approvate con
deliberazione della Giunta Regionale n. 2505 del 16.11.2011, che completano il sistema delle
regole del welfare per la Regione Lombardia.
Il modello di gestione associata, qui di seguito descritto, risponde a quanto delineato nei
provvedimenti citati, sottolineando in particolare il ruolo attribuito all’ASL e nello specifico
“di
sviluppare una vocazione e una visione spiccatamente territoriale per recuperare la centralità del
bisogno e della persona, per superare la frammentazione dei servizi e per sviluppare in modo
proattivo le reti territoriali”.
La gestione associata dell’ambito territoriale del distretto di Tirano è regolata attraverso lo
strumento dell'Accordo di Programma, relativamente alla gestione del Piano di Zona e da apposita
convenzione tra Comunità Montana (in qualità di Ente capofila ed Ente gestore dell'Ufficio di Piano)
e Comuni (in qualità di titolari delle funzioni socio-assistenziali).
La convenzione è approvata dall’Assemblea della Comunità Montana e dai Consigli Comunali ai
sensi dell’art.30 del d.lgs. n. 267/2000 (Testo unico Enti locali).
La convenzione vigente è valevole per il periodo 1.01.2012 – 31.12.2017.
Ai sensi dell’art. 18 della l.r.3/2008, il Piano di Zona è approvato dall’Assemblea dei Sindaci di
Distretto. Ha valenza programmatoria triennale, integra la programmazione sociale con quella
sociosanitaria regionale e definisce il quadro unitario delle risorse; annualmente potrà essere
aggiornato rispetto alla definizione delle priorità di intervento, all’allocazione delle risorse
economico-finanziarie, alle modalità organizzative e gestionali delle unità di offerta.
L’Accordo di programma è lo strumento tecnico-giuridico che dà attuazione al Piano di Zona, così
come disciplinato dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali - Decreto
Legislativo 267/2000, art. 34 - nella l.r. 4 marzo 2003, n. 2 e nella l.r 12 marzo 2008, n. 3 art.18.
comma 7.
Lo stesso è sottoscritto da tutti i Sindaci dei Comuni del Distretto di Tirano, dall’A.S.L., dall’Ente
gestore e dalla Amministrazione Provinciale. I soggetti del Terzo Settore, che partecipano
all’elaborazione del Piano di Zona, aderiscono, su loro richiesta, all’Accordo di Programma.
I livelli organizzativo/gestionali che concorrono al governo del Piano di Zona sono:
· livello di indirizzo e amministrazione politica;
· livello tecnico amministrativo di programmazione e gestione;
· livello di consultazione e collaborazione con il terzo settore.
Gli organismi che concorrono alla gestione del Piano sono:
· Assemblea dei Sindaci
· Comitato Politico Ristretto
· Ente gestore e Ufficio di Piano
Concorrono all’attuazione delle azioni e al raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona gli
organismi del Terzo Settore.
La gestione associata si è rivelata un processo in continua evoluzione. La Comunità Montana
Valtellina di Tirano ha svolto la funzione di Ente capofila/Ente gestore dal mese di luglio 2004 in
avanti, con deleghe che riguardavano inizialmente:
116
la gestione dell’ Ufficio di Piano;
la gestione del Servizio Sociale di Base;
la gestione dei servizi e delle prestazione relative all’Area Famiglia, infanzia, età evolutiva;
la gestione di servizi e prestazioni relative all’Area dei Disabili, con esclusione di quelli
gestiti direttamente dai Comuni;
la gestione di servizi e prestazioni relative alle Aree Anziani, Adulti in difficoltà e
Immigrazione.
L’Ente gestore ha il ruolo di dare attuazione attraverso la propria struttura tecnico-amministrativa
al Piano di Zona e allo svolgimento delle attività indicate nella convenzione. E' l'Ente strumentale a
cui viene demandata la concreta attuazione delle decisioni assunte dall’Assemblea dei Sindaci.
L’ufficio di Piano è la struttura tecnico amministrativa che assicura il coordinamento degli
interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del piano. Le funzioni dell’Ufficio di Piano si
possono sintetizzare in:
presidio e controllo dei processi di programmazione del Piano;
coordinamento e responsabilità gestionale dei fondi assegnati secondo l’indirizzo fornito
dall’Assemblea dei Sindaci;
rendicontazione economiche all’ASL, Regione Lombardia, e ai Comuni;
predisposizione degli atti e della documentazione necessaria per il buon funzionamento
del sistema integrato (accordi di programma, protocolli, convenzioni, modulistica…);
attivazione dei gruppi tematici di programmazione e approfondimento per le diverse aree
di intervento;
predisposizione delle bozze di regolamenti e delle modalità di erogazione delle prestazioni
e dei servizi;
aggiornamento dei dati relativi alla domanda e all’offerta;
attività di coordinamento degli interventi e dei progetti sperimentali previsti dal Piano di
Zona;
raccolta di informazioni sui servizi e sulle attività sociali attuate anche autonomamente dai
Comuni del distretto;
avvio, con i soggetti istituzionali preposti, di attività formative e di processi di
monitoraggio e valutazione delle attività previste nel Piano di Zona;
attività di supporto amministrativo e di segreteria all’Assemblea dei Sindaci e al Comitato
Politico Ristretto;
attivazione di servizi di assistenza domiciliare, ricovero di sollievo, interventi educativi,
inserimenti lavorativi, progetti in comunità e affidi;
predisposizione dei provvedimenti in merito all’integrazioni rette e ai titoli sociali;
programmazione, valutazione e attivazione di progetti proposti dal terzo settore e
approvati dall’Assemblea dei Sindaci.
L’Ufficio deve inoltre:
mantenere uno stretto raccordo con i Comuni associati, unificati nell’Assemblea dei Sindaci del
Distretto di Tirano,fornendo loro
consulenza;
informazione;
periodico aggiornamento sull’attività svolta;
documentazione utile agli operatori amministrativi che devono garantire in ciascun
Comune un servizio di segretariato sociale e di prima informazione al cittadino;
garantire il raccordo e il funzionamento di tutte le attività in gestione associata.
117
La Regione Lombardia nelle linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 20122014 vede nell’ Uffici di Piano un potenziale protagonista nel coordinamento degli interventi locali,
soggetto in grado di:
- connettere le conoscenze dei diversi attori del territorio;
- ricomporre le risorse che gli enti locali investono nei sistemi di welfare, favorendo l’azione
integrata a livello locale;
- interloquire con le ASL per l’integrazione tra ambiti di intervento sociale e socio sanitario;
- promuovere l’integrazione tra diversi ambiti di policy.
I SERVIZI GESTITI IN FORMA ASSOCIATA
SERVIZIO SOCIALE DI BASE
Il Servizio Sociale di Base si rivolge a tutta la popolazione dell’ambito territoriale di Tirano
rappresentando un primo filtro della domanda e costituisce il primo luogo di ascolto dei cittadini
che si trovano ad affrontare situazioni di disagio individuale o familiare di vario genere:
economico, sociale, abitativo, relazionale, etc.
La legge di riforma n° 328/2000 (art. 22, comma 4 lett. a) ha previsto, tra i livelli minimi di
assistenza da garantire in ogni ambito territoriale, la presenza diffusa del Servizio Sociale
Professionale e del Segretariato Sociale al fine di consentire una adeguata informazione a tutti i
cittadini sui diritti e le opportunità offerte dal sistema integrato di servizi sociali e socio-sanitari
ed una consulenza al singolo cittadino ed ai nuclei familiari per una effettiva personalizzazione
degli interventi.
Il Servizio sociale professionale effettua i seguenti interventi:
1. presa in carico: l’assistente sociale, dopo un’attenta valutazione del bisogno del
cittadino, lo accompagna attraverso il percorso migliore per l’utilizzo delle prestazioni
offerte dalla rete dei servizi;
2. sostegno relazionale: comprende tutto il lavoro svolto con gli utenti che si rivolgono al
servizio per essere ascoltati e sostenuti e che non hanno necessariamente bisogno
dell’attivazione di un servizio;
3. interventi economici: la voce racchiude tutte quelle richieste di aiuto economico come
l’integrazione del minimo vitale in assenza di reddito e gli interventi economici
straordinari attivati tramite i Comuni;
4. inserimento
lavorativo:
per
questi
interventi
le
Assistenti
Sociali
collaborano
attivamente con altri Enti per tutte le opportunità offerte ai soggetti disabili sulla legge
n° 68/1999 e le Azioni finanziate dal Fondo Sociale Europeo per le politiche del lavoro.
In riferimento agli asili nido l’Ufficio di Piano di Tirano annualmente procede all’erogazione del
contributo annuale del Fondo Sociale Regionale, nell’anno 2010 è stato approvato, in attuazione
alla DGR 3 febbraio 2010 N.VIII/11152, un piano nidi mandamentale, che permette ai Comuni di
avere dei posti riservati con tariffe agevolate a carico degli utenti, usufruendo del riparto fondo
intese assegnato.
SERVIZIO TUTELA MINORI
A partire dal 1.01.2007, secondo le direttive della Regione Lombardia, l’Asl di Sondrio ha cessato
la gestione delle deleghe Minori restituendone la competenza ai Comuni della provincia. Nella
fattispecie per il distretto di Tirano questo ha significato la gestione dell’attività in capo all’Ufficio
di Piano gestito dalla Comunità Montana.
118
Il Servizio Minori e Famiglia si occupa della promozione e tutela dei diritti e del benessere del
minore e della sua famiglia.
Gli ambiti di attività di tale servizio sono: la promozione, la prevenzione e la presa in carico delle
situazioni. Per presa in carico si intende l’insieme delle azioni rivolte al minore e alla sua famiglia
che attraversano un momento di crisi al fine di promuovere il superamento della stessa.
Tale ambito è orientato alla tutela e alla cura dei minori e delle loro famiglie per problemi legati al
maltrattamento, all'abuso e alla violenza sessuale a danno dei minori.
In particolare il Servizio:
svolge, su mandato dell’Autorità Giudiziaria (Tribunale per i Minorenni, Tribunale Ordinario
e Corte d’Appello) attività di valutazione, indagine, diagnosi, sostegno, controllo e cura, sia nei
confronti dei minori che degli adulti di riferimento ed opera in collegamento con i diversi attori
pubblici e privati che si occupano di tutela del minore;
fornisce informazioni e consulenze in merito a situazioni problematiche e/o di sospetto
maltrattamento o abuso per aiutare a comprendere ciò che un minore sta vivendo, come agire
di conseguenza a livello educativo e relazionale;
svolge "indagini" psicosociali, sulla situazione in cui si trovano i minori e le loro famiglie,
attraverso colloqui, osservazione, visite domiciliari per comprendere meglio vissuti, problemi e
relazioni e fornire elementi all'Autorità Giudiziaria che consentano di prendere le decisioni che
meglio tutelino il minore;
propone ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie percorsi terapeutici e/o socio educativi,
avvalendosi anche della collaborazione dei servizi dell’ ASL, dell’ Azienda Ospedaliera, di
cooperative sociali e associazioni che operano in tale ambito.
L’Assemblea dei Sindaci del distretto di Tirano nella seduta del 26.10.2011 ha deciso di procedere
all'esternalizzazione di alcuni servizi inerenti l'Ufficio di Piano, come previsto dagli articoli 3 e 6
della convenzione sottoscritta in data 31.12.2011 ed ha approvato il progetto di consolidamento
e sviluppo di servizi sociali associati del distretto di Tirano con particolare riferimento alle attività
relative al servizio Tutela minori, all’assistenza domiciliare minori, allo Spazio neutro ed alle
attività relative allo sportello sociale area disabili, area adulti in difficoltà e minori e famiglia.
L’area relativa agli anziani è rimasta in capo alla Comunità Montana tramite un proprio operatore.
La Cooperativa Sociale Ippogrifo da Sondrio è risultata aggiudicataria dell’appalto e ha iniziato ad
operare dal 1° gennaio 2012.
L’Assemblea dei Sindaci ed il Comitato Politico Ristretto operano il controllo, sulla base di quanto
indicato dal presente Piano di zona; l’Ente capofila è garante del mantenimento dei requisiti
richiesti e del rispetto di quanto previsto dal progetto approvato.
La titolarità dei casi rimane in capo all’Ufficio di Piano. L’Ufficio di Piano mantiene le funzioni di
indirizzo, coordinamento e controllo dei servizi affidati, a tal fine:
•
accerta l’osservanza degli adempimenti previsti dal capitolato rispetto al personale, alle
attività, al coordinamento e la loro corrispondenza al progetto presentato in sede di gara;
•
accerta
la
rispondenza
e
la
permanenza
delle
condizioni
e
dei
requisiti
organizzativi,gestionali e socio/assistenziali che hanno dato luogo all’aggiudicazione;
•
verifica il rispetto dei diritti degli utenti;
•
dà supporto tecnico-amministrativo con i propri uffici;
•
mantiene un rapporto costante e continuo di collaborazione con il coordinatore della
cooperativa;
•
assegna
le
comunicazioni
in
entrata
alla
cooperativa,
effettua
la
verifica
delle
comunicazioni in uscita e l'attivazione degli interventi;
•
relaziona sull’andamento del Servizio al Comitato ed all’Assemblea dei Sindaci,
119
Integrazione con altri enti e con altri ambiti
L’Ufficio di Piano frequentemente collabora con altri soggetti della rete territoriale: per invio di
utenti, presa in carico congiunta, collaborazione per progetti specifici ecc. Questa collaborazione
spesso si basa su buone prassi, in alcuni casi (es. Consultorio, N.P.I., Sert, C.P.S.) è stata
formalizzata
tramite
protocolli
o
accordi
di
collaborazione,
è
necessario
favorire
la
formalizzazione delle modalità di collaborazione partendo dall’analisi dei punti di forza e delle
criticità delle attuali modalità di collaborazione, questo per evitare che queste varino in funzione di
i elementi contingenti.
Regione Lombardia incentiva la sperimentazione di una programmazione sociale condivisa tra più
ambiti afferenti alla stessa Azienda sanitaria locale.
In ogni caso è richiesto:
- un’analisi dei bisogni, delle risposte, dei soggetti e dei network attivi sul territorio effettuata
entro un perimetro di conoscenza sovra distrettuale, coincidente con il territorio dell’Azienda
sanitaria locale di riferimento;
- l’individuazione di obiettivi e azioni condivise con l’Azienda sanitaria locale e con gli ambiti del
territorio di riferimento, per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria.
L'integrazione a livello istituzionale
La legge n. 328/2000 e la legge regionale n. 3 del 12/03/2008 prevedono l'organizzazione
integrata degli interventi e dei servizi alla persona. In conformità con la normativa e per favorire
l'integrazione istituzionale a livello provinciale sono stati costituiti dall’ASL:
L'Ufficio di Supporto
In conformità con quanto previsto dalla legge 3/2008 (art 13) e per favorire l'integrazione socio
sanitaria si è costituito l'ufficio di supporto all'attività del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci
e delle Assemblee distrettuali.
L'Ufficio di protezione giuridica
In conformità con la legge 3/2008 (art 19) l’ASL, in accordo con la Conferenza dei Sindaci, ha
individuato una struttura finalizzata a promuovere o favorire, in collaborazione con i Comuni e con
gli Enti Gestori di servizi socio-sanitari accreditati, i procedimenti per il riconoscimento degli
strumenti di tutela delle persone incapaci, nonché dell’Amministratore di Sostegno.
Tavolo di partecipazione dei soggetti del terzo settore e degli erogatori accreditati” nuovo
strumento di raccordo con il Terzo Settore, istituito degli indirizzi regionali di programmazione
socio sanitaria (c.d.”regole di sistema” perl’anno 2011 – DGR n.937/2010), si articola in Tavolo
provinciale e Tavoli Tematici. Il Tavolo provinciale presieduto dalla Direzione Sociale, affronta
tematiche ed argomenti aziendali di carattere generale: documenti di programmazione aziendale,
progetti e collaborazioni, integrazione istituzionale e con il terzo settore. Per il Tavolo Provinciale
è prevista la partecipazione di: associazioni/organizzazioni, operanti a livello provinciale,
rappresentative di utenza e/o famiglie;· patronati;· organizzazioni rappresentative di categorie di
soggetti del terzo settore;· Enti/associazioni/organizzazioni in rappresentanza dei soggetti
erogatori nelle aree anziani,disabili, cure domiciliari, famiglia, minori, dipendenze, povertà (di
norma n.2 per area);
· Fondazioni locali, espressione dell’area Responsabilità Sociale d’Impresa;· Comuni (Uffici di
Piano degli ambiti distrettuali) e Provincia.
I Tavoli Tematici di partecipazione dei soggetti del terzo settore e degli erogatori accreditati sono
istituti per le seguenti aree: Anziani, Disabili, Cure Domiciliari, Famiglia, Minori, Dipendenze.
Presieduti e coordinati dai Responsabili o referenti delle Unità Organizzative dell’ASL, in raccordo
120
con la Direzione Sociale, sviluppano le tematiche emergenti nelle singole aree: bisogni espressi ed
emergenti, rete di risposte ed unità d’offerta, programmazione e progettazione di interventi e
servizi, integrazione tra sistema socio sanitario e sistema sociale, contributo del terzo settore.
la partecipazione alle attività dei Tavoli può essere estesa agli Uffici di Piano.
E’ inoltre garantita la partecipazione della Direzione Sociale a:
Conferenza dei sindaci e Consiglio di rappresentanza dei sindaci
Per garantire l'integrazione tra la programmazione d'offerta sociale e socio sanitaria il POA
aziendale prevede la partecipazione della direzione sociale sia alla conferenza dei Sindaci
(Regolamento n.1 del 24 aprile) che al Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci (art 9, legge
31/97).
Assemblee distrettuali
Per la trattazione di argomenti di natura socio sanitaria è prevista la partecipazione del Direttore
Sociale o suo delegato e del Direttore di Distretto alle Assemblee Distrettuali.
Comitati tecnici
E’ prevista inoltre la partecipazione agli organismi tecnico-politici previsti in ogni ambito. Nel
Distretto di Tirano è prevista la partecipazione della Direzione Sociale e del Direttore di distretto o
loro delegati al Comitato Politico Ristretto per lo svolgimento dei seguenti compiti: attuazione
degli indirizzi generali dell’Assemblea dei Sindaci, raccordo fra l’Assemblea dei Sindaci e l’Ufficio
di Piano, monitoraggio delle funzioni integrate.
Incontri periodici con i responsabili degli U.d.P.
Per garantire l'uniformità della programmazione a livello provinciale e per la verifica della
progettualità in corso sono previsti incontri periodici tra Direzione Sociale e responsabili degli
U.d.P..
Tavoli distrettuali dei rappresentanti del Terzo Settore
In ogni ambito è stato istituito un Tavolo dei rappresentanti Terzo Settore (D.G.R. 7797/2008); al
tavolo di consultazione del Terzo Settore promosso dall'U.d.P. partecipano anche il Direttore
Sociale
e
il
Direttore
di
Distretto
o
loro
delegati.
121
4.2 L'ASSEMBLEA DEI SINDACI ED IL COMITATO POLITICO
RISTRETTO
L'organo di rappresentanza politica per la programmazione del sistema di interventi e Servizi
sociali è individuato nell'Assemblea dei Sindaci dell'ambito territoriale di Tirano e dal Comitato
Politico Ristretto.
Assemblea dei Sindaci
L’Assemblea dei Sindaci è l’organismo di rappresentanza politica del Piano di Zona del distretto di
Tirano ed è costituita da tutti i Sindaci del distretto o dagli assessori/consiglieri comunali
formalmente delegati e, senza diritto di voto, dal Direttore Sociale dell’ASL o suo delegato, dal
Presidente della Comunità Montana (o suo delegato) in qualità di Ente Gestore del Piano di Zona,
oltre che dal responsabile dell’ Ufficio di Piano.
Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e il Vice Presidente sono eletti dall’Assemblea dei Sindaci,
possono partecipare a titolo consultivo e su invito altri soggetti, istituzionali e tecnici, a supporto
del processo decisionale proprio dell’Assemblea.
Le attribuzioni e le competenze dell’Assemblea dei Sindaci sono quelle previste dall’art 9 comma
6° della L.R. 11.07.1997 n. 31 e delle direttive approvate con D.G.R. n. 41788/1999, nonché quelle
previste dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali.
L’Assemblea dei Sindaci è l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo per le attività
del Piano di Zona e ha competenza limitatamente ai seguenti atti fondamentali:
- definisce gli indirizzi strategici delle politiche di ambito;
- svolge funzioni di indirizzo complessivo del sistema integrato dei servizi sociali dell’ambito
territoriale di Tirano;
- definisce le modalità istituzionali e le forme di organizzazione gestionali più adatte
all’organizzazione dell’ambito territoriale e della rete dei servizi sociali;
- nomina il suo Presidente, il vice Presidente e individua l’ente capofila;
- definisce le modalità di composizione degli organismi tecnici di supporto e di esecuzione;
- definisce le forme di collaborazione fra i Comuni e l’Asl;
- presiede alle diverse fasi della predisposizione e poi della gestione del Piano di zona;
- individua e sceglie le priorità e gli obiettivi annuali e pluriennali delle politiche locali;
- verifica la compatibilità impegni/risorse necessari;
- procede all’allocazione delle risorse del FNPS (Fondo Nazionale per le Politiche Sociali), Fondo
sociale regionale e quote di risorse autonome conferite per la gestione associata
dell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano di Zona e in coerenza con le indicazioni
regionali;
- approva il Piano di Zona;
- verifica annualmente il grado di raggiungimento degli obiettivi;
- definisce gli elementi di indirizzo per regolare i rapporti economici tra i Comuni;
- definisce la regolamentazione di servizi;
- definisce le tariffe dei servizi e le relative contribuzioni;
- esercita potere sostitutivo qualora il Comitato Politico Ristretto sia inadempiente o operi in
contrasto con gli indirizzi.
Le deliberazioni in ordine agli argomenti di cui sopra non possono essere adottate in via d'urgenza
da altri organi del Piano di Zona, salvo quelle attinenti alle variazioni di bilancio adottate dal
122
Comitato Politico Ristretto e da sottoporre a ratifica dell’Assemblea nei sessanta giorni successivi, a
pena di decadenza.
Presidente e vicepresidente dell’Assemblea dei Sindaci.
Il presidente dell’Assemblea dei Sindaci è un Sindaco o un suo delegato, votato dalla stessa e
rimane in carica per tutta la durata del proprio mandato elettivo. L’elezione avviene a scrutinio
segreto e a maggioranza semplice, secondo le quote da ciascun Comune rappresentate.
Con le stesse modalità si procede alla nomina del Vice Presidente che sostituisce il Presidente nelle
funzioni ed attività a lui ascritte, in occasione di ogni sua assenza.
In caso di assenza o di impedimento concomitante del Presidente e del Vicepresidente, le funzioni
sono esercitate dal componente dell’Assemblea più anziano d’età.
Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci, convoca e presiede l’Assemblea e la rappresenta nei
confronti dell’ASL.
Funzionamento.
Convocata dal Presidente su sua iniziativa, oppure su iniziativa del Comitato Politico ristretto, o su
richiesta di almeno1/3 dei componenti. Le sedute non sono pubbliche. Il Responsabile dell'Ufficio
di Piano partecipa alle riunioni dell'Assemblea senza poter esercitare il diritto di voto.
I Comuni hanno un numero di voti pari alle quote da ciascuno rappresentate:
- Comune con popolazione >5000 abitanti: n° 4 voti;
- Comune con popolazione tra i 3000 e i 5000 abitanti: n° 3 voti;
- Comune con popolazione tra i 1000 e i 3000 abitanti: n° 2 voti;
- Comune con popolazione < a 1000 abitanti: n° 1 voto.
L'Assemblea dei Sindaci in prima convocazione adotta le proprie determinazioni quando è presente
un numero di componenti, secondo le quote a ciascuno assegnate, tali da rappresentare i 2/3 della
popolazione.
In seconda convocazione la riunione è valida quando è presente un numero di componenti,
secondo le quote a ciascuno assegnate, tali da rappresentare il 50% della popolazione.
Di norma le decisioni sono assunte a maggioranza di voti, con votazione palese. Sono invece
soggette a scrutinio segreto le decisioni concernenti le persone.
Gli avvisi di convocazione sono inviati dagli uffici della Comunità Montana almeno cinque giorni
prima della riunione al recapito che verrà comunicato dai componenti l’Assemblea.
Per motivi d’urgenza l’avviso potrà essere inviato o comunicato almeno 24 ore prima della riunione
con opportuna modalità.
Validazione delle decisioni.
Le decisioni politiche relative alla definizione, attuazione e valutazione dei risultati conseguiti del
Piano di Zona sono assunte a maggioranza dei voti dei Sindaci presenti, in ragione dei voti espressi
secondo le quote di ciascun rappresentante. Le decisioni assunte dall'Assemblea dei Sindaci sono
vincolanti per le Amministrazioni facenti parte dell'ambito e che hanno sottoscritto il Piano di Zona
e la convenzione. Nel caso della non adesione di uno o più Comuni ad un servizio, progetto o
attività sovra-comunale programmata, i fondi stanziati verranno comunque utilizzati per la
realizzazione del progetto stesso in favore dei Comuni aderenti.
La manifestazione della volontà dell'Assemblea dei Sindaci è documentata mediante la stesura di
un verbale. Il verbale, sottoscritto dal Presidente e dal verbalizzante, dovrà essere inviato a tutti i
Comuni entro 15 giorni dalla seduta.
L'Ufficio di Piano provvederà alla conservazione dei verbali, ordinati con numerazione progressiva e
curerà altresì la trasmissione ai Comuni del distretto per l'eventuale presa d'atto e/o
predisposizione degli atti (deliberazioni o determinazioni) di propria competenza.
123
Comitato Politico Ristretto
Per la funzionalità dell’organo politico è nominato da parte dell’Assemblea dei Sindaci un Comitato
Politico Ristretto formato dal Presidente, nominato fra i membri del Comitato ed un rappresentante
(Sindaco o suo delegato) per ogni tipologia di Comune secondo il numero di abitanti:
- 1 per Comune superiore ai 5001 abitanti;
- 1 per Comune tra i 3001 e i 5000 abitanti;
- 2 per Comune tra i 1001 e i 3000 abitanti;
- 1 per Comune sotto i 1000 abitanti.
In caso di assenza o di impedimento concomitante del Presidente e del Vicepresidente, le funzioni
sono esercitate dal componente dell’Assemblea più anziano d’età.
Fanno inoltre parte di diritto del Comitato Politico Ristretto, senza diritto di voto, il Presidente della
Comunità Montana, in qualità di Ente Gestore, o suo delegato, il Responsabile dell’Ufficio di Piano
(supporto tecnico) il Direttore Sociale ed Direttore di Distretto o loro delegati.
Il Comitato Politico Ristretto fornisce all'Ufficio di Piano gli indirizzi operativi necessari per la
gestione delle attività e dei servizi integrati ed istruisce e trasmette all'Assemblea dei Sindaci gli
elementi per la valutazione del sistema integrato di servizi sociali di zona.
Compiti principali del Comitato Politico Ristretto sono:
l’ analisi preventiva degli elaborati da sottoporre all’Assemblea dei Sindaci;
l’analisi periodica delle attività svolta dall’Ufficio di Piano;
l’analisi periodica delle attività socio sanitarie inerenti gli snodi dell’integrazione (come
evidenziati al cap. 2);
l’approfondimento degli strumenti di programmazione e delle risorse esterne al perimetro del
Piano di Zona che concorrono alla realizzazione del welfare locale;
il raccordo fra l’Assemblea dei Sindaci e l’Ufficio di Piano;
l’attuazione degli indirizzi generali dell’Assemblea dei Sindaci;
l’approvazione, in caso di urgenza, delle variazioni di bilancio che dovranno essere ratificate,
pena la decadenza, dall’Assemblea dei Sindaci entro 60 giorni.
Per il triennio 2012-2014 l’attività del Comitato Politico Ristretto dovrà caratterizzarsi per
un’attenzione alle problematiche generali, anche al di fuori del perimetro di produzione dei servizi
gestiti dall’ufficio di piano e diventare un tavolo di confronto permanente con l’ASL sulle questioni
che intersecano il sistema assistenziale e quello sociosanitario.
Il Comitato è convocato dal Presidente su sua iniziativa, su iniziativa del Comitato Politico
Ristretto, oppure su richiesta di almeno la metà dei componenti. Le sedute non sono pubbliche. Il
responsabile dell'Ufficio di Piano partecipa alle riunioni dell'Assemblea senza poter esercitare il
diritto di voto.
I Comuni hanno un numero di voti pari alle quote da ciascuno rappresentate, come previsto per il
funzionamento dell’Assemblea dei Sindaci.
Il Comitato è valido con la presenza di almeno la metà più 1 degli amministratori componenti. Di
norma le decisioni sono assunte a maggioranza di voti dei presenti, con votazione palese. Sono
soggette a scrutinio segreto le decisioni concernenti le persone.
Per la validazione delle decisioni si rimanda alle stesse modalità previste per l'Assemblea dei
Sindaci.
124
4.3 LA COLLABORAZIONE CON IL TERZO SETTORE
La legge 328 esprime la necessità di favorire e coinvolgere, in tutte le fasi della pianificazione
sociale, i soggetti non istituzionali attivi sul territorio, quelli cioè appartenenti al cosiddetto “Terzo
settore”. Anche la Regione Lombardia, nella Legge Regionale n. 3 del 2008, dando attuazione al
principio della sussidiarietà orizzontale, ha ribadito che il Terzo Settore è un soggetto attivo nella
programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle unità d’offerta sociali.
Si richiamano qui di seguito i soggetti del Terzo Settore (riff. Legge 8 novembre 2000 n. 328 e
legge regionale 14 febbraio 2008 n. 1):
· Le cooperative sociali e gli organismi della cooperazione;
· Le organizzazioni di volontariato
· Le associazioni e gli enti della promozione sociale;
· Le fondazioni;
· Gli enti di patronato;
· Le associazioni familiari;
· Gli enti riconosciuti dalle confessioni religiose (a titolo esemplificativo le Parrocchie);
· Altri soggetti sociali senza fine di lucro (a titolo esemplificativo la Caritas).
La partecipazione del Terzo Settore nello spirito della Legge 328 supera la tradizionale forma
dell’affidamento o convenzionamento per la gestione dei servizi e assume un vero e proprio
significato di partnership con l’Ente pubblico per la definizione del disegno complessivo del
sistema di welfare locale.
Il piano regionale di sviluppo, approvato con delibera di consiglio regionale n. IX/56 del 28
settembre 2010, al capitolo “la Lombardia del Welfare responsabile e della crescita inclusiva”,
prevede il rafforzamento del terzo settore secondo una evoluzione che superi il ruolo di mero
erogatore di servizi;
La d.g.r. n. 1353/2011
approva
le “Linee guida per la semplificazione amministrativa e la
valorizzazione degli Enti del Terzo settore nell’ambito dei servizi alla persona”, le linee guida
hanno come obiettivo la valorizzazione del terzo settore, nell’ambito della gestione, della
sperimentazione e della promozione dei servizi alla persona, a maggior ragione quando ciò
avvenga attraverso forme di regolazione delle reti locali composte da attori diversi (enti locali,
aziende sanitarie, terzo settore, ma anche soggetti for profit).
Regione Lombardia nella DGR n. 2505 del 16.11.2011 stabilisce che all’interno dell’Accordo di
Programma, vadano regolamentate, le diverse forme di collaborazione con i soggetti del Terzo
settore ed in particolare forme che riguardano:
- la coprogettazione;
- la sperimentazione di nuovi servizi, prevedendo anche la partecipazione economica di tali
soggetti;
- la sperimentazione di nuove modalità gestionali.
In questa ottica si intende sviluppare una pianificazione che assicuri la più ampia partecipazione
degli Organismi rappresentativi del Terzo settore che operano nel territorio.
In coerenza con le indicazioni regionali l’intento è di dare nuovo impulso alla partecipazione dei
soggetti del Tavolo del Terzo settore attraverso un processo di cooprogettazione (dgr 12884 del
28/12/2011) al fine di:
•
esprimere, interpretare e tutelare i bisogni sociali dell’Ambito territoriale e contribuire alla
valorizzazione delle risorse locali;
125
•
partecipare congiuntamente alla predisposizione e presentazione di progetti nei vari
organismi pubblici e privati che finanziano a vario titolo il welfare locale e provinciale.
Considerando che, la complessità dei fenomeni legati ai mutamenti sociali. richiede una forte
innovazione nella definizione di politiche sociali, la creazione di sinergie e collaborazioni fra tutti i
soggetti coinvolti, la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità disponibili attraverso la
promozione della collaborazione tra tutti i soggetti pubblici e privati, in particolare coinvolgendo i
soggetti del terzo settore e favorendo la responsabilità sociale;
II Tavolo del Terzo settore (D.G.R. 7797/2008) rappresenta uno strumento partecipativo e
consultivo di confronto e collaborazione finalizzato ad implementare un sistema locale basato sul
principio della sussidiarietà orizzontale attraverso la ricerca e la valorizzazione dell'apporto degli
organismi del Terzo Settore.
Principale obiettivo del Tavolo è quello di assicurare l'effettiva consultazione dei soggetti del Terzo
Settore in materia di programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle unità di
offerta sociale e socio-sanitaria, nonché per il concreto esercizio delle prerogative riconosciute ai
medesimi soggetti dalla legge regionale n.3/2008. In particolare andrà ad approfondire i temi che
risultano trasversali ai vari tavoli d'area:
- sviluppare la rete delle unità d'offerta sociali e contribuire ad individuare nuovi modelli gestionali
esperimentali;
- esprimere, interpretare e tutelare i bisogni sociali dell'ambito territoriale e contribuire alla
valorizzazione delle risorse locali;
- contribuite alla definizione dei requisiti di accreditamento delle unità di offerta sociali e alla
eventuale identificazione di ulteriori livelli di assistenza rispetto a quelli previsti dalla Regione
Lombardia;
- fornire indicazioni per la determinazione dei parametri prioritari di accesso alle prestazioni
sociali;
- sviluppare in accordo con gli Uffici di Piano l'attività di segretariato sociale e di informazione al
cittadino relativamente alla rete delle unità d'offerta;
- contribuire alla promozione e divulgazione dell'istituto dell'amministratore di sostegno in
accordo con l'Ufficio di Protezione Giuridica istituito presso l'A.S.L.
Le modalità di funzionamento del Tavolo del Terzo settore saranno oggetto di apposito
regolamento interno, a seguito di un confronto tra i membri dello stesso nel rispetto dei requisiti
minimi stabiliti dalla Dgr. N° 7797 del 30 luglio 2008.
Il Tavolo del Terzo settore risulta così costituito:
Il Tavolo è presieduto: Presidente dell’Assemblea dei Sindaci o suo delegato;
componenti del Terzo settore (provenienti da Aree d’intervento diverse):
n° 1 membro per la Cooperazione;
n° 1 membro per l’Associazionismo;
n° 1 membro rappresentante dei Sindacati.
Il Tavolo prevede la partecipazione istituzionale dei seguenti soggetti:
- Responsabile dell'Ufficio di Piano;
- Responsabili dei servizi sociali dei comuni di Teglio, Tirano e Grosio;
- per l’integrazione socio-sanitaria: il Direttore Sociale dell’ASL o suo delegato e il Direttore di
distretto o suo delegato.
126
· la convocazione del Tavolo deve essere almeno due volte l’anno a cura dell’UdP con indicazione
preventiva dell’ordine del giorno e inoltro degli eventuali materiali a tutti i partecipanti;
· il Tavolo del Terzo Settore può inoltre essere convocato su richiesta motivata da parte di almeno
1/3 degli organismi del Terzo Settore;
I soggetti del terzo settore individuano i propri rappresentanti, avendo cura che venga garantita la
rappresentanza a tutte le tipologie di soggetti sopra elencati. Al fine di garantire continuità e
collegamento tra i Tavoli di Consultazione per Area ed il Tavolo di Consultazione del Terzo
Settore, ogni Tavolo verrà rappresentato dal proprio Coordinatore. In relazione a particolari
tematiche all'ordine del giorno, la partecipazione potrà essere estesa ad altri soggetti pubblici o
privati, con competenze specifiche qualora gli argomenti in discussione lo rendano opportuno e su
invito del Presidente.
Dovrà essere prevista la possibilità che l’ASL o il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci convochino,
in aggiunta o in alternativa a quanto previsto da ciascun Ente, riunioni congiunte dei Tavoli di
Rappresentanza del Terzo Settore per l’esame di questioni inerenti sia la rete delle unità d’offerta
sociali che quella riguardante le unità d’offerta sociosanitarie.
Continuerà inoltre l’attività dei Tavoli di area (gruppi di lavoro per aree tematiche) a cui tutti i
soggetti del Terzo settore potranno partecipare. In tale contesto risulta particolarmente
qualificante la presenza dei rappresentanti dell’Azienda sanitaria locale al fine dell’integrazione
socio-sanitaria, referenti del distretto o loro delegati. I Tavoli di Area dovranno lavorare con
continuità per sviluppare opportunità di scambio informativo tra i partecipanti, elaborare sintesi
delle specifiche unità d’offerta, approfondire l’analisi dei bisogni afferenti ad ogni area e
collaborare a qualunque altra attività possa essere di supporto alla piena realizzazione di quanto
previsto dal presente Piano di Zona.
Sarà favorita la partecipazione ai Tavoli di Area di tecnici, esperti, referenti di Enti pubblici e privati
o di soggetti in genere che possono portare un utile contributo alle tematiche trattate. In
particolare sarà favorita la partecipazione dei rappresentanti delle Scuole.
Ogni Tavolo di Area individuerà al proprio interno un coordinatore ed un referente politico.
Nell’Ambito di Tirano, è previsto il mantenimento di cinque Tavoli di Area, organismi con funzione
di analisi e progettazione tecnica di soluzioni alle problematiche sociali, identificati nelle diverse
aree. Essi assumono, in questo modo, il ruolo di “aggregatori” e di “facilitatori” dei soggetti
operanti nelle singole aree di intervento, al fine di contribuire alla costruzione di interventi e
opportunità, in risposta ai bisogni sociali. come di seguito indicato:
Area Minori e Famiglie; Area Adulti in difficoltà; Area Immigrazione;Area Disabili;Area Anziani.
Su proposta degli organismi del Terzo Settore che aderiscono all’Accordo di Programma o
individuati sulla base di specifici accordi ed in accordo con l’Ufficio di Piano potranno essere
costituiti gruppi di lavoro integrati per la realizzazione di co-progettazioni e la co-gestione di
interventi e progetti sociali di particolare rilevanza.
I soggetti del Terzo Settore sono stati coinvolti nella fase di programmazione del presente Piano
ed in particolare nell’analisi dei bisogni sociali e nella definizione delle priorità di Ambito.
Nell’Ambito territoriale di Tirano, sulla base dell’esperienza e delle priorità indicate nel presente
Piano nonché delle indicazioni raccolte nei tavoli di area nel triennio 2009-2011, si potrà
procedere alla riduzione del n. Tavoli accorpando le tematiche o all’istituzione di nuove aree.
127
128
CAPITOLO 5– MONITORAGGIO E
VALUTAZIONE
129
5.1 IL SISTEMA DI VALUTAZIONE
La valutazione del Piano di Zona 2009-11 è stata condotta coinvolgendo soggetti plurimi in
momenti e contesti diversi;
ambito del servizio sociale;
ambito degli amministratori (incontri Assemblea dei Sindaci e Comitato politico ristretto);
ambito degli incontri con la Direzione sociale dell’ASL;
ambito del percorso formativo della Provincia;
ambito degli incontri di coordinamento provinciale dei responsabili U.d.P.;
ambito della realtà sociale della Comunità, istituzionali e del privato sociale (Incontri tavoli d’area,
tavolo terzo settore, incontri singoli con i rappresentanti che hanno partecipato ad iniziative
comuni o alla realizzazione di progetti).
Per un monitoraggio costante, nel triennio il responsabile del servizio ha elaborato un
report/relazione annuale sull’operato del servizio sociale, relativamente agli interventi realizzati,
alle analisi delle problematiche emergenti oltre che sulle risorse attive entro la Comunità, tali dati
sono stati utilizzati dal servizio e condivisi con gli amministratori.
Nel corso del triennio in ogni contesto interessato alla valutazione si è cercato di porre attenzione
al n. tipologia
e qualità degli interventi realizzati,
sui processi di lavoro adottati,
sull’esplicitazione delle rappresentazioni delle diverse problematiche raccordandole con quanto
elaborato dall’ufficio di piano giungendo a nuove letture ed interpretazioni.
A fine 2011 si è affidato ad un gruppo di ricerca1 l’analisi delle 5 macroaree individuate nel piano
1.Adulti in difficoltà, 2. Anziani e non autosufficienza; 3. Disabili; 4. Immigrati, 5. Minori e famiglia
e delle informazioni ad esse inerenti, che hanno offerto un’idea dell’andamento dei fenomeni
sociali del territorio e fatto emergere i bisogni prevalenti, le richieste e le problematiche, aiutando
a prevedere i possibili sviluppi futuri.
Sono stati utilizzati dati raccolti tramite il sistema informativo messo a disposizione dall’Ufficio di
Piano di Tirano e dati rilevati nel contesto offerti dagli enti che compongono la rete territoriale dei
servizi e interventi di welfare (quali: ASL, Cooperative sociali, Organizzazioni di Volontariato etc.).
L’indagine sui servizi e sull’utenza ha avuto come obiettivi:
•
offrire una complessiva e coerente configurazione dei servizi presenti nel distretto di
Tirano e la loro organizzazione in rete per aree di intervento;
•
individuare e comprendere l’area e le tipologie di servizio e intervento predominanti;
•
esaminare la collocazione dei diversi interventi e la distribuzione dell’utenza nei relativi
servizi mediante l’utilizzo di indicatori numerici; (per gli esiti si rimanda ai cap. 3.1 e 3.2)
Inoltre sono stati somministrati questionari agli enti che compongono la rete territoriale dei servizi
e interventi del sistema di welfare locale per rilevare le percezioni riguardo l’evoluzione dei bisogni
sociali dell’utenza nell’ambito territoriale di Tirano.
1
L’analisi del sistema dell’offerta e della domanda di servizi socio-assistenziali nel distretto di Tirano è stata condotta dall’équipe di
ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano.
130
La fase di pianificazione del Piano di Zona 2012-2014 ha consentito di ripensare alle politiche
sociali sviluppando interazioni con i Comuni, con i soggetti del terzo settore, con l’ASL la provincia
e con la Comunità Montana per
scambiare reciproche visoni sui problemi ritenuti prioritari.
Questo processo di pianificazione non si esaurisce con l’approvazione del Piano ma presuppone
una costante azione di monitoraggio, di revisione e di feed-back del processo in atto.
Coerentemente il Piano sarà oggetto di una verifica e di un aggiornamento annuale che
coinvolgerà tanto l’Ufficio di Piano quanto i sindaci dei Comuni dell’Ambito territoriale di Tirano e
gli attori del welfare locale.
Il modello di valutazione che si utilizzerà nella valutazione del Piano di Zona 2012-2014 partirà
dagli obiettivi e priorità definiti dal Piano stesso.
La valutazione verrà svolta utilizzando criteri per la valutazione della qualità degli interventi
realizzati, e criteri relativi alla efficienza ed efficacia delle politiche sociali programmate.
La valutazione del Piano di Zona dovrà tenere in considerazione due distinte esigenze: la
valutazione dei processi di costruzione delle politiche territoriali, finalizzata alla individuazione di
nodi strutturali su cui agire per supportare il processo di continuo aggiornamento del Piano e dei
Programmi attuativi, e la valutazione dei servizi erogati, al fine di individuare elementi su cui
intervenire in fase di riprogrammazione.
La valutazione del Piano, seguirà un modello teorico basato sulla analisi di 4 diversi elementi:
ANALISI DEGLI INPUT: intesi come le risorse messe in campo da ogni singolo soggetto.
Considerare l’entità delle risorse impiegate in un ambito per i servizi sociali, gli input,
rappresenterà un primo elemento essenziale per ogni considerazione successiva, poiché le
politiche sociali possono esser valutate solamente in relazione alle risorse disponibili ed
impiegate, e queste possono essere valutate unicamente facendo riferimento agli input. Questo
approccio renderà conto della dimensione quantitativa delle risorse destinate alle politiche sociali
nell’ambito, consentendo riflessioni comparative con i territori limitrofi.
ANALISI DEL PROCESSO: inteso come valutazione delle modalità seguite per la costruzione della
integrazione e della rete di soggetti erogatori. La valutazione del processo comporta l’analisi delle
logiche e delle procedure seguite per svolgere la mediazione tra i diversi soggetti e tra gli
interessi di cui erano portatori. L’integrazione sociale e sanitaria, la sussidiarietà orizzontale, le
politiche per i minori si basano sulla costruzione di alleanze effettive tra i soggetti istituzionali e
nonprofit che operano in un ambito: le modalità con cui tali relazioni sono state costruite e
mantenute è un elemento importante per una valutazione del Piano di Zona.
ANALISI DEGLI OUTPUT: analisi dei servizi che si sono svolti e le modalità della loro
organizzazione. Valutare le scelte strategiche di un ambito, valutare i servizi che vengono erogati
in termini di quantità e dimensione, è sicuramente necessario per poter dare un giudizio
complessivo sugli orientamenti di politica sociale adottati, è anche necessario per poter ragionare
in termini di efficacia o di coerenza tra bisogni e servizi.
ANALISI DEGLI OUTCOME: la valutazione di impatto o di risultato. Questa è in linea teorica la
modalità più interessante da seguire per ricostruire in che modo ed in che misura un Piano di Zona
abbia funzionato e sia stato valido per la collettività. Valutare l’efficacia del Piano di Zona non
sarà, tuttavia, per nulla semplice, poiché nel campo dei servizi sociali i criteri di valutazione delle
politiche in termini di efficacia dei risultati prodotti scontano livelli di complessità non ancora
pienamente risolti. Sarà quindi necessario assumere una logica incrementale, tesa a considerare i
dati quanti-qualitativi delle politiche sociali per costruire interpretazioni progressive, in itinere,
131
che considerino e interpretino gli elementi di incoerenza tra quanto programmato e quanto
effettivamente realizzato.
Più in generale l’approccio alla valutazione del Piano di Zona dovrà partire dalla considerazione
che le politiche integrate hanno diversi gradi di realizzabilità, dipendenti solo in parte da decisioni,
interventi ed investimenti del soggetto programmatore.
La valutazione incrementale sarà lo strumento che consentirà di interpretare i fenomeni dandone
una lettura che permetta una riprogrammazione continua.
Le diverse valutazioni verranno svolte attraverso il ricorso ad un modello teorico basato sulla
individuazione di dimensioni, criteri ed indicatori da considerare, al fine di raccogliere dati che
consentano di condividere una chiave di lettura comune dei processi programmatori messi in atto
a livello provinciale, e a definire strumenti per il confronto delle politiche sociali dei diversi ambiti.
132
APPENDICE 1
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali";
legge regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona
in ambito sociale e sociosanitario”;
legge consiglio regionale n. 039 del 14 febbraio 2012 Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali
12 marzo 2008, n. 3 (Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale
e sociosanitario) e 13 febbraio 2003, n. 1 (Riordino della disciplina delle istituzioni pubbliche di
assistenza e beneficenza operanti in Lombardia)”;
la D.G.R. IX / 2505 Seduta del 16/11/2011 “Approvazione documento “un welfare della
sostenibilità e della conoscenza – linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale
2012-2014”;
la D.C.R. 28 settembre 2010, n. 56 “Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura” (PRS)
approvato con d.g.r. 30 giugno 2010 n. 164;
il programma operativo 9 “Innovare la rete dei servizi sociali”, contenuto nel
PRS della IX
Legislatura;
la D.C.R. 17 novembre 2010, n. 88 “Piano Socio Sanitario Regionale 2010-2014” (PSSR);
la D.G.R. IX /350 del “determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale
per l'esercizio 2012 - (di concerto con l'assessore boscagli)”;
la D.G.R. 1 dicembre 2010, n. 937 “Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio
Sanitario regionale per l’esercizio 2011”, in particolare l’allegato 1 “Indirizzi di programmazione”;
la D.G.R.
28 luglio 2011 n. 2034 “Documento strategico annuale 2012: approvazione della
proposta da inviare al Consiglio regionale e al Consiglio delle autonomie locali della Lombardia”;
la D.G.R. 25 febbraio 2011 n. 1353 “Linee guida per la semplificazione amministrativa e la
valorizzazione degli enti del Terzo Settore nell’ambito dei servizi alla persona e alla comunità”;
la D.G.R. 5 agosto 2010 n. 381 che approva il Programma regionale in attuazione dell’Intesa Stato
Regioni in tema di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro;
la D.G.R. 20 aprile 2011 n. 1576 che approva le linee di indirizzo per l’attuazione degli interventi
contenuti nel programma regionale, di cui alla citata D.G.R. n. 381/2010 da realizzarsi in via
sperimentale;
la D.G.R. 13 ottobre 2011 n. 2368 relativa alla comunicazione del Presidente Formigoni di
concerto con l’assessore Boscagli avente ad oggetto “Lombardia 2020. Libro Bianco. Roadmap per
133
la conciliazione famiglia lavoro. Tabella di marcia verso un sistema regionale favorevole alla
conciliazione famiglialavoro”;
la D.G.R. 15 dicembre 2010 n. 983 “Determinazioni in ordine al Piano d’Azione Regionale per le
politiche in favore delle persone con disabilità e alla relativa relazione tecnica”;
la D.G.R. 24 maggio 2011 n. 1772 “Linee guida per l’affidamento familiare (art.2 L. n.149/2001)”;
la D.G.R. 3 dicembre 2008 n. 8551 “Determinazioni in ordine alle linee di indirizzo per la
programmazione dei Piani di Zona – 3° triennio (2009-2011)” che definisce i principi e gli obiettivi
della programmazione sociale a livello locale;
la D.G.R. 30 luglio 2008 n. 7797 “Rete dei servizi alla persona in ambito sociale sociosanitario –
Istituzione del tavolo di consultazione dei soggetti del Terzo Settore (art. 11, c. 1, lett. m), L.R. n.
3/2008)”
la D.G.R. 30 luglio 2008 n. 7798 “Rete dei servizi alla persona in ambito sociale sociosanitario –
Istituzione degli organismi di consultazione degli Enti Locali, dei soggetti di diritto pubblico e
privato, delle Organizzazioni sindacali (art. 11, c. 1,lett. m), l.r. n. 3/2008)”
il D.P.C.M 30 marzo 2001 “Atto di indirizzo e coordinamento sui sistemi di affidamento dei servizi
alla persona previsti dall’articolo 5 della legge 8 novembre 2000, n. 328”;
la D.G.R. n. 2508 del 16 novembre 2011, la Regione Lombardia ha approvato “Le linee di indirizzo
per una governence della politiche giovanili in Lombardia 2012-2015”;
la D.G.R. n° IX/1746 del 18 maggio 2011 – Determinazione in ordine alla qualificazione della rete
dell’assistenza domiciliare in attuazione del PSSR 2010-2014;
DG Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale: “Assegnazione alle Azienda Sanitarie
Locali dei finanziamentio ex DGR 18.5.2011 No. 1746, Determinazioni in ordine alla qualificazione
della rete dell’Assistenza Domiciliare in attuazione del PSSR 2010-2014, e conseguente
rideterminazione dei budget aziendali ASSI per l’anno 2011. Primo provvedimento”.
DG Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale n.G 12884 28/12/2011 “Indicazioni in
ordine alla procedura di coprogettazione fra comune e soggetti del terzo settore per attività e
interventi innovativi e sperimentali nel settore dei servizi sociali”;
la D.G.R. n. 6219 del 19 dicembre 2007 “Approvazione delle linee guida regionali di prevenzione
delle diverse forme di dipendenza nella popolazione preadolescenziale e adolescenziale”;
la D.G.R. IX / 2185 del 04/08/2011 “Determinazioni in ordine al processo di individuazione e
accompagnamento dell’alunno con disabilità ai fini dell’integrazione scolastica - (di concerto con
gli assessori Bresciani e Rossoni)”;
la D.G.R. n° IX/893 del15 dicembre 2010 “Determinazione in ordine al Piano d’Azione Regionale
per le politiche in favore delle persone con disabilità` e alla relativa Relazione tecnica;
134
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Allegato 002 - Comune di Teglio