PIANO DI ZONA . Sistema integrato di interventi e servizi sociali 2012 – 2014 AMBITO TERRITORIALE DI TIRANO Ambito territoriale di Tirano APRICA 1.601 BIANZONE 1.277 GROSIO 4.610 GROSOTTO 1.611 LOVERO 673 MAZZO VALT. 1.046 SERNIO 501 TEGLIO 4.736 TIRANO 9.221 TOVO S.AGATA 627 VERVIO 211 VILLA DI TIRANO 2.976 Abitanti al 31.12.2011 29.090 2 INDICE PDZ 2012 2014 INDICE pg.3 CAPITOLO 1 - SCENARIO pg.5 1.1 PREMESSA: la programmazione sociale e la crisi del welfare pg.6 1.2 FENOMENI SOCIALI IN MUTAMENTO: pg.9 Minori e famiglie pg.9 Rischi ed opportunità per i giovani pg.17 Disabilità e non autosufficienza pg.21 Povertà e vulnerabilità pg.23 Immigrazione e diritti di cittadinanza pg.25 CAPITOLO 2 -DIREZIONI DI LAVORO pg.29 2.1 PRIORITA' pg.30 2.2 MANTENIMENTO E SVILUPPO DEI SERVIZI IN GESTIONE ASSOCIATA pg.42 2.3 SNODI PER L'INTEGRAZIONE pg.51 CAPITOLO 3 - LE RISORSE DEL SISTEMA pg.61 3.1 IL QUADRO DELLE RISORSE pg.62 3.2 LE RISORSE DELL'UFFICIO DI PIANO pg.69 3.3 LE RISORSE DIFFUSE pg.88 CAPITOLO 4 - LA GOVERNANCE E LA GESTIONE ASSOCIATA pg.115 4.1 L'UFFICIO DI PIANO DI TIRANO E IL MODELLO DI GESTIONE ASSOCIATA pg.116 4.2 L'ASSEMBLEA DEI SINDACI E IL COMITATO POLITICO RISTRETTO pg.122 4.3 LA COLLABORAZIONE CON IL TERZO SETTORE pg.125 CAPITOLO 5 - MONITORAGGIO E VALUTAZIONE pg. 129 5.1 IL SISTEMA DI VALUTAZIONE pg.130 APPENDICE PG.133 3 4 CAPITOLO 1 – LO SCENARIO Nel primo capitolo del Piano di Zona vengono forniti alcuni elementi di lettura di fenomeni sociali in rapido mutamento che rendono necessario ridefinire le politiche sociali e il sistema dei servizi. Una necessità aggravata dal quadro economico complessivo e dal taglio alla spesa pubblica che, come indicato dalle Linee d’indirizzo per la programmazione sociale a livello locale per il triennio 2012-2014 emanate dalla Regione Lombardia, ci spingono a focalizzare l’attenzione sulla ricomposizione istituzionale e finanziaria degli interventi, delle decisioni e delle linee di programmazione. 5 1.1. PREMESSA: LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE E LA CRISI DEL WELFARE Lo stato sociale attraversa una fase di grave crisi determinata da un quadro economico internazionale di forte instabilità e da un sistema di welfare italiano già debole e frammentato. E’ cosa nota come il sistema di protezione sociale in Italia sia tra i più deboli d’Europa con un’organizzazione degli interventi assistenziali che non è diffusa in modo organico su tutto il territorio nazionale. Il deterioramento delle condizioni di reddito e di vita sperimentate da un numero sempre maggiore di famiglie non fa che aumentare le disuguaglianze e il rischio di conflittualità sociale imponendo la necessità di una profonda revisione dell’assetto e dell’orientamento dei servizi sociali. A partire dalla legge 328/2000 si era dato corso ad un primo investimento significativo sulle politiche socioassistenziali e ad un tentativo, non pienamente realizzato, di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali. Questa legge quadro aveva inoltre individuato nel Piano di Zona lo strumento elettivo di programmazione per gli ambiti territoriali. L’esperienza maturata in questi anni, anche a livello locale, ha dimostrato che è possibile garantire un assetto di servizi e prestazioni essenziali e di qualità (un esempio che sarà approfondito in questo documento è quello del Servizio Sociale di Base) e di strutturare un’organizzazione fondata sulla compartecipazione delle risorse umane ed economiche che può garantire maggiore uniformità ed equità nelle risposte (l’Ufficio di Piano). Tuttavia la difficile situazione nazionale oltre a porre in evidenza i limiti del sistema complessivo, penalizza il welfare locale su più fronti: quello dei finanziamenti specifici per le politiche sociali e quello più generale dei tagli alla spesa pubblica. Solo per dare un’idea dell’entità dei tagli ai trasferimenti dedicati al sostegno del welfare locale, si segnala che il totale dei trasferimenti statali e regionali destinati all’Ufficio di Piano di Tirano passa da un 625.674,00 euro erogati nel 2008 ad una previsione per il 2012 di soli 224. 694,00 euro. Una progressiva riduzione dei trasferimenti che è stata parzialmente bilanciata dall’investimento di risorse economiche sempre maggiori da parte dei Comuni dell’ambito territoriale di Tirano (capitolo 3 “le risorse del sistema”) che si trovano però in una condizione di tale ristrettezza finanziaria da dover governare al proprio interno una difficile conciliazione tra i diversi compiti e priorità a cui sono chiamati. A questo quadro economico si accompagna un profondo mutamento della società, determinando una combinazione di fattori che può mettere in crisi lo stesso modello di welfare faticosamente costruito, anche a livello locale, attraverso l’esperienza dei Piani di Zona. E’ un momento in cui “i nodi vengono al pettine” e in cui, sia a livello generale che a livello locale, si impone una revisione delle ordinarie modalità di intervento ed una inevitabile contrazione degli interventi e dei servizi. Come accennato, con i Piani di Zona i Comuni hanno sperimentato la possibilità di programmare in modo organico un sistema integrato di servizi che ha ridotto le disuguaglianze tra diversi territori, ha aumentato il livello di conoscenza dei bisogni della popolazione e ha consentito di finalizzare più adeguatamente le risorse. Se in precedenza l’obiettivo era quello di implementare e razionalizzare li interventi sociali (i primi due piani di zona) e di governare la complessità in un’ottica di maggiore integrazione (il piano appena concluso), la quarta generazione dei piani di zona si trova di fronte alla necessità di ridurre il portfolio dei servizi gestiti direttamente e contemporaneamente di programmare le politiche sociali in un contesto connotato da maggiore incertezza (a causa di cambiamenti più imprevedibili e repentini) e maggiore conflittualità (per l’innesco di una maggiore competizione per le risorse). 6 Un’incertezza che può essere affrontata concentrando gli sforzi su alcune problematiche più rilevanti e condivise, cercando nel contempo di tutelare alcuni diritti fondamentali (si pensi al diritto alla salute, alla casa e al lavoro) e il divario crescente tra la domanda di servizi e le possibilità di intervento. Le linee d’indirizzo per la programmazione sociale a livello locale per il triennio 2012-2014 approvate dalla Regione Lombardia nel novembre del 2011, indicano che “per affrontare la nuova fase di welfare si rende necessario focalizzare l’attenzione sulla ricomposizione istituzionale e finanziaria degli interventi, delle decisioni e delle linee di programmazione”. A partire dalla contrazione complessiva delle risorse pubbliche a disposizione, la Regione Lombardia sembra proporre un cambio culturale sostanziale, che può prendere avvio da un allargamento del perimetro d’azione tradizionale dei servizi sociali e dalla promozione di una maggiore corresponsabilità tra i diversi attori della comunità locale: istituzioni pubbliche (la stessa Regione, le ASL, la Provincia…), terzo settore, privati cittadini e mondo dell’impresa. Secondo questa prospettiva il Piano di Zona potrebbe essere uno strumento a disposizione del territorio per favorire la connessione delle reti, lo sviluppo di una maggiore coesione sociale e l’utilizzo concertato di risorse economiche ed umane, evitandone la dispersione in microinterventi a basso impatto o ad iniziative/organizzazioni sempre più piccole, specializzate ed in concorrenza tra loro. Il Piano di Zona 2012-2014 dell’Ambito territoriale di Tirano si propone quindi di identificare, a partire da una breve analisi di alcuni fenomeni sociali in mutamento, alcune priorità d’intervento attorno alle quali far convergere le energie e le risorse di più soggetti, sperimentando ove possibile approcci innovativi ai problemi evidenziati. I Comuni dell’Ambito territoriale di Tirano attraverso l’approvazione di questo Piano s’impegnano a garantire i servizi minimi essenziali, a contrastare la riduzione delle risorse attraverso il sostegno della gestione associata dei servizi ed intendono sviluppare processi di integrazione e collaborazione con alcuni interlocutori chiave per affrontare alcuni grandi problemi. A conclusione di questa premessa pare utile accennare alla collaborazione tra gli Uffici di Piano della provincia di Sondrio per l’elaborazione del Piano di Zona 2012-2014. Anticipando quanto previsto nelle linee regionali e in continuità con quanto già sperimentato nel precedente triennio, i cinque uffici di piano hanno partecipato a un percorso di accompagnamento condotto dallo Studio APS di Milano ed organizzato dall’Amministrazione Provinciale. Nel corso del 2011, un anno caratterizzato da una grande incertezza relativamente sia alle risorse disponibili che agli indirizzi di programmazione, il gruppo di tecnici ha lavorato sulla condivisione dei quadri di riferimento, sull’analisi di una prima rappresentazione delle maggiori problematiche sociali specifiche di ogni territorio o trasversali e presenti a livello provinciale, condividendo le informazioni, le conoscenze disponibili e i framework interpretativi. Queste prime ipotesi d’identificazione delle priorità sono poi state confrontate a livello di ambito con gli amministratori, con le altre istituzioni (ASL, Provincia, Azienda Ospedaliera) e con gli organismi del terzo settore (prevalentemente nei tavoli di area) per arricchire la lettura dei fenomeni, focalizzare con maggior cura le problematiche individuate e valutare l’impatto delle azioni intraprese nel triennio 2009-2011. I risultati di questo processo di confronto e di consultazione sono poi stati nuovamente condivisi dal gruppo di lavoro ed è stato elaborato uno schema base, poi sottoposto all’Assemblea dei Sindaci, per la predisposizione del nuovo piano di zona comprendente le direzioni di lavoro e gli snodi per sperimentare processi d’integrazione interistituzionale intorno a specifici problemi. Il percorso ha così offerto l’opportunità ai cinque uffici di piano presenti in provincia di Sondrio di avviare, fin dalla fase di elaborazione del nuovo piano di zona, una riflessione rispetto ad un 7 contesto più ampio del proprio ambito territoriale, avanzando ipotesi di collaborazione sovradistrettuali. Vista l’instabilità e la continua evoluzione dello stato del welfare a livello nazionale e locale si prevede di proseguire il percorso formativo con ASP, nell’ottica di monitorare ed aggiornare annualmente quanto presentato nel presente piano, per consentire una revisione delle priorità individuate e consentire una integrazione degli strumenti e della programmazione in linea con la logica di azione sistema regionale. 8 FENOMENI SOCIALI IN MUTAMENTO MINORI E FAMIGLIE E’ noto come sia radicalmente cambiato l’assetto delle famiglie in Italia: riduzione del numero di componenti, tasso di fecondità tra i più bassi al mondo, aumento delle famiglie deprivate.1 In Regione Lombardia secondo l’indicatore Eurostat2 le famiglie deprivate sono passate dal 6,7% nel 2006 all’8,2% nel 2008. Se da una parte si registra quindi un progressivo impoverimento delle famiglie (per un approfondimento rimandiamo al paragrafo “Povertà e vulnerabilità”) dall’altra si evidenzia un aggravamento dei compiti assistenziali che si accompagna all’invecchiamento della popolazione. Esistono infatti più famiglie lombarde con almeno un anziano (33%) che famiglie lombarde con almeno un minore (27,1%). Questi due elementi, fragilità economica e carico d’assistenza, producono una situazione di vulnerabilità tale per cui l’aggravamento di uno dei fattori (indotto ad esempio dalla perdita del lavoro, della casa o dalla malattia/invalidità di un componente), fa precipitare la famiglia in una condizione di deprivazione da cui diventa estremamente difficile uscire. Come evidenziato dai dati che riportiamo al fondo di questo paragrafo, l’invecchiamento della popolazione è particolarmente rilevante nell’Ambito di Tirano e la presenza, percentualmente superiore rispetto al dato provinciale e regionale, dei così detti “grandi anziani” pone le famiglie residenti in questo territorio in condizioni sfavorevoli quanto al carico d’assistenza. Un altro fattore importante per analizzare la condizione delle famiglie è quello concernente il tasso di natalità (nascite/1000 abitanti) che, sia in Italia (9,18/1000) che in provincia di Sondrio (9,1/1000) è assai basso, parzialmente compensato dalla natalità della popolazione straniera. La bassa natalità si intreccia con la bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, in parte dipendente dalla disponibilità di servizi per la prima infanzia, poiché “la presenza di figli, specie se piccoli, è in genere negativamente correlata all’occupazione delle madri”3. Se la copertura delle scuole dell’infanzia è praticamente universale, la diffusione dei nidi è invece ancora ridotta. In Regione Lombardia gli investimenti nella direzione della sperimentazione di unità d’offerta innovative (nidi famiglia) e del sostegno dell’offerta privata sono stati consistenti, ma i risultati complessivi in termini di copertura dei servizi per la prima infanzia (si stima circa il 20%) sono ancora lontani dall’obiettivo europeo di Barcellona che fissava, entro il 2010, il 33% come quota di bambini fino a tre anni inseriti in servizi formali. Nel distretto di Tirano ci sono due asili nido privati: uno a Grosio ed uno a Tirano, convenzionato con il comune di Tirano, e due nidi famiglia. I due asili nidi vengono parzialmente sostenuti anche con l’avvio del Piano Nidi e dell’introduzione dei contributi alle famiglie, che consentono l’abbattimento delle rette nelle strutture private. Di seguito riportiamo l’indice di copertura relativi ai servizi per la prima infanzia dell’Ambito di Tirano rilevato nel 2011: SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA * BAMBINI 0 - 2 anni POSTI UNITA’ D’OFFERTA AMBITO TERRITORIALE DI TIRANO 645 55 se si considerano gli iscritti alla sezione primavera (22) l’indice di copertura sale a 11,94 %. INDICE DI COPERTURA % 8,27% 1 cioè di quelle famiglie che presentano almeno tre sintomi di deprivazione tra i seguenti: non riesce a sostenere spese impreviste, non si può permettere una settimana di ferie in un anno lontano da casa, ha accumulato arretrati, non può permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni, non può permettersi di riscaldare adeguatamente l’abitazione, non può permettersi lavatrice/tv /automobile 2 ISTAT 2010 3 IRS 2011 9 L’attuale crisi economico-finanziaria fa intravvedere alcuni rischi che potrebbero destabilizzare il sistema dei servizi per la prima infanzia con effetti sia a livello nazionale che locale. Se da una parte abbiamo visto crescere negli ultimi anni il sistema d’offerta, dall’altra si comincia a registrare una riduzione della domanda, ad indicare presumibilmente l’impossibilità per molte famiglie di accedere a causa della riduzione delle disponibilità di spesa e dell’aumento delle rette a carico delle famiglie. Inoltre è ipotizzabile un’ulteriore polarizzazione dell’accesso, nel senso di un orientamento delle famiglie fragili nel servizio pubblico (dove le rette sono commisurate alla capacità di spesa delle famiglie) e delle famiglie abbienti verso il servizio privato, con una sostanziale scopertura per il “ceto medio”. Si potrebbe creare a breve una curiosa situazione: a fronte di una offerta di servizi al di sotto dell’obiettivo europeo non si raggiunge una piena copertura dei posti disponibili, è quanto di fatto già accade a livello locale. 1 Tra gli impegni familiari quello dell’istruzione dei figli è, certamente, uno dei più gravosi se si considerano gli aspetti economici, organizzativi e di responsabilità nel dover orientare le scelte scolastiche e professionali successive, in un momento di particolare incertezza sul futuro. Il costo della scuola dell’obbligo, in particolare se pensiamo agli oneri derivanti dalla frequenza alle scuole medie, pesa sulle famiglie in modo consistente. Il tetto massimo complessivo per l’acquisto dei libri di testo fissato dal Ministero è di 290 euro per la prima media, quota spesso superata, cui vanno aggiunti i costi per la cancelleria e le varie strumentazioni richieste dalle scuole. Il Centro internazionale di studi sulla famiglia ha calcolato che per crescere un figlio servono 741 euro al mese e 160.140 euro nell’intero ciclo formativo, dall’asilo nido all’università, una somma pari al 35,3% della spesa familiare media. In Regione Lombardia la dote scuola copre solo in parte questi costi e l’ammontare del contributo si è andato riducendo di anno in anno. Ai costi diretti (libri, cancellerie, varie) si aggiungono i costi indiretti derivanti dal ricorso sempre più diffuso alle lezioni private e all’iscrizione a corsi e attività che in parte sopperiscono anche al progressivo prosciugarsi dell’offerta formativa pomeridiana; elementi che contribuiscono ad espandere la differenza di opportunità che si viene a creare tra famiglie di diversa appartenenza socio-culturale. Il rapporto sulla scuola in Italia 2011, curato dalla fondazione Giovanni Agnelli, mette in luce il fatto che è alle scuole medie ( scuole secondarie di primo grado) che esplodono i divari di apprendimento determinati dall’origine socio-culturale degli studenti. La probabilità di essere in ritardo alla fine delle medie, da parte di uno studente figlio di genitori con licenza media, è quattro volte superiore a quella del compagno figlio di genitori laureati, quello di uno studente straniero nato all’estero e scolarizzato in Italia è addirittura venti volte superiore a quella di un italiano. I divari sociali di apprendimento che nascono alle medie rischiano di compromettere il percorso scolastico, specialmente degli studenti di origine più svantaggiata. Può sembrare una lettura poco confacente alla provincia di Sondrio, ma è sufficiente pensare al numero di famiglie svantaggiate, con bassa scolarizzazione, seguite dai servizi sociali, per capire che non stiamo parlando di un’altra Italia. Se prendiamo in considerazione alcuni elementi, presenti anche nella nostra realtà, abbiamo la netta percezione di un lento aggravarsi della situazione: i dati rispetto al peggioramento delle performance degli studenti italiani (dati che emergono da rilevazioni internazionali e da cui difficilmente si scostano gli studenti valtellinesi), l’aumento delle richieste d’intervento rivolte ai servizi sociali per “casi difficili” dal punto di vista comportamentale (che spesso generano segnalazioni improprie al collegio per l’individuazione dell’alunno in situazione di handicap), l’allarme lanciato dalle scuole per la mancanza di fondi necessari per la gestione ordinaria dell’attività, l’aumento delle richieste di assistenza integrativa a carico dei Comuni per gli 1 rielaborazione da www.LombardiaSociale.it. 10 alunni disabili, il diffondersi di comportamenti di abuso di sostanze e di comportamenti a rischio tra i giovanissimi. Questioni che riguardano direttamente anche i Comuni e le politiche sociali sia per la pressione che queste richieste generano sui bilanci comunali, sia perché uno dei compiti del welfare è quello di attenuare la distanza esistente tra le opportunità di chi nasce in una famiglia scolarizzata e benestante e chi invece cresce in una famiglia svantaggiata. Questioni dunque non estranee al Piano di Zona, che impongono una programmazione intersettoriale, un confronto ed una collaborazione a livello distrettuale. Alcuni indicatori demografici1 Per comprendere più in generale la condizione delle famiglie forniamo qualche dato complessivo sulla popolazione dell’ambito territoriale di Tirano: Nella tabella 1.1 è presentata la distribuzione della popolazione residente nei 12 Comuni dell’ambito territoriale di Tirano, ne fanno parte 4 Comuni con una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, fra i quali Vervio è al di sotto dei 500 residenti, 5 Comuni con un numero di abitanti compreso fra 1.000 e 3.000, 2 Comuni con popolazione compresa fra 3.000 e 5.000 e un solo comune, Tirano, che supera i 5.000 residenti. Il confronto fra i dati permette di osservare che la popolazione totale ha subito dal 2008 al 2011 una diminuzione abbastanza significativa, è passata da 29.306 abitanti nel 2008 a 29.090 abitanti nel 2011. La contrazione ha toccato maggiormente i Comuni di Vervio, Grosio, Grosotto, Teglio e Aprica, come si nota se si osservano le variazioni percentuali con segno negativo nella tabella 1.1 Tabella 1.1 - Popolazione residente nel distretto di Tirano a livello comunale al 31.12.2011. Serie storica. Descrizione 2008 2009 2010 Variazione % 2008 2011 2011 Aprica 1.635 1.621 1.612 1.601 -2,08 -0,08 Bianzone 1.278 1.279 1.278 1.277 Grosio 4.756 4.693 4.634 4.610 -3,07 Grosotto 1.640 1.626 1.633 1.611 -1,77 666 658 670 673 1,05 1.075 1.056 1.061 1.046 -2,70 477 496 503 501 5,03 -1,36 Lovero Mazzo di Valtellina Sernio Teglio 4.801 4.765 4.769 4.736 Tirano 9.168 9.248 9.238 9.221 0,58 Tovo di Sant'Agata 608 619 630 627 3,13 Vervio 223 220 216 211 -5,38 0,10 -0,74 Villa di Tirano Totale 2.979 2.983 2.984 2.976 29.306 29.264 29.228 29.090 Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Movimento anagrafico della popolazione residente Mentre la popolazione residente a livello provinciale ha avuto complessivamente un aumento, passando dalle 182.084 unità del 2008 ai 183.169 del 2010, si è evidenziato un decremento nel mandamento di Tirano, questo conferma la crescita percentuale inferiore nel distretto di Tirano (0,28%) in confronto a quella a livello provinciale (0,87%), che già caratterizzava il territorio nel triennio precedente 2005-2007, che si conferma nel triennio 2008-2010 considerato nell’analisi. Tale tendenza si registra anche nel 2011 con un ulteriore calo di 138 abitanti al 31.12.2011. 1 Il lavoro di indagine relativo al contesto sociale e demografico del distretto di Tirano è stato svolto dall’équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano. 11 Se si approfondisce ulteriormente il dato sulla popolazione residente in provincia di Sondrio, considerando la variabile “genere”, nel 2010 sul totale di 183.169 residenti, 89.653 sono uomini, 93.516 sono donne, in percentuale il 48,9% sono maschi, mentre il 51,1% sono femmine, Il dato sul genere non varia di molto se si considera l’ambito territoriale di Tirano, valori si discostano poco da quelli dell’intera provincia: il 48,6% sono maschi, il 51,4% femmine. Grafico 1.1 Fonte: Annuario statistico Regionale. Istat, demografia in cifre popolazione al 31.12.2010 La scomposizione in classi d’età evidenzia in modo chiaro lo squilibrio tra fasce giovanili e popolazione anziana ed il peso significativo (e crescente) dei cosiddetti grandi anziani (coloro che TOTALE hanno compiuto ottanta anni) sul totale della popolazione (tab 1.2). Ambito Tirano Provincia di Sondrio Lombardia Ambito Tirano Provincia di Sondrio Lombardia Classi d'età 20-24 25-29 0-5 6-10 11-14 15-19 1.437 9.860 588.085 1.265 8.547 466.682 1.109 7.127 355.847 1.369 8.781 434.165 1.498 9.090 457.941 30-59 60-64 65 e + 1.633 10.144 536.106 12.540 80.983 4.456.211 1.912 11.721 632.194 6.465 36.916 1.990.483 5,0% 5,38% 5,93% 4,3% 4,67% 4,71% 3,8% 3,89% 3,59% 4,6% 4,79% 4,38% 5,1% 4,96% 4,62% 5,6% 5,54% 5,41% 1 Tab. 1.2. - popolazione residente al 31.12.2010 43,0% 44,21% 44,93% 6,5% 6,40% 6,37% 22,1% 20,15% 20,07% A fine 2011 la popolazione anziana nel distretto di Tirano costituisce il 12% della popolazione. grandi anz iani 12% >75 grandi anziani popolazione 88% Grafico 1.1 bis – popolazione residente al 31.12.20101 1 Fonte dati ISTAT – www.demo.istat.it 12 Totale 29.228 183.169 9.917.714 50,00% 45,00% 40,00% 35,00% 30,00% Ambito Tirano 25,00% Provincia di Sondrio 20,00% Lombardia 15,00% 10,00% 5,00% 0,00% 0_5 6_10 11_14 15_19 20_24 25_29 30_59 60_64 65 e + Grafico 1.1 ter. – popolazione residente al 31.12.20101 Fascia d’età Popolazione ambito 0/14 anni 6.465 65 e + 3.811 Indice di vecchiaia 169,64% Tab. 1.3. – indice di vecchia - popolazione al 31.12.20101 L’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in crescita a livello nazionale, ma il peso percentuale degli anziani sembra particolarmente rilevante nell’ambito territoriale di Tirano se paragonato sia al dato provinciale sia a quelli regionale. I Comuni del distretto di Tirano che al 1° gennaio 2011 hanno registrato una diminuzione dell’indice rispetto al 2008 sono solamente quattro e riportano una variazione percentuale minima: Bianzone (- 3,2), Lovero (- 3,4), Teglio (- 3,6), Vervio (- 8,5). In tutti i rimanenti Comuni l’indice di vecchiaia è andato crescendo dal 2008 al 2011. Alla data del 1° gennaio 2011 la popolazione dell’ambito territoriale di Tirano raggiungeva 29.228 unità, nella tabella 1.4, procedendo nell’analisi socio-demografica, è rappresentata la suddivisione della popolazione residente nei 12 Comuni per classe d’età. Si osserva che il peso in percentuale sul totale della popolazione della fascia d’età anziana è notevole, il 22,1% degli abitanti ha più di 65 anni, mentre la classe di età da 0 ai 19 anni arriva solo al 17,7%, e dai 20 ai 29 anni al 10,7% (Cfr. grafico 1.2.). A conferma dell’invecchiamento demografico nella tabella 1.5. si registra l’incremento del numero di abitanti con 65 anni e oltre, quasi in tutti i Comuni del mandamento di Tirano negli ultimi quattro anni, dall’anno 2008 in cui gli anziani erano 6.387 si passa infatti a un totale di 6.465 persone nel 2011. La variazione percentuale della popolazione over 65 nell’ambito di Tirano fra il 2008 e il 2011 è pari a +1,22, ha registrato quindi un trend di crescita. 13 Tabella 1.4. - Popolazione residente totale per classe di età. Totali tab. 1.2. Anno 2011 Femmine e maschi. Comuni Aprica Bianzone Grosio Grosotto Lovero Mazzo di Valtellina Sernio Teglio Tirano Tovo di Sant'Agata Vervio Villa di Tirano Totale (v.a.) % 0-5 6-10 11-14 15-19 CLASSI DI ETA' 20-24 25-29 30-59 60-64 65 e + Totale 96 61 209 94 44 53 22 242 428 31 10 147 1.437 78 48 202 85 28 42 25 186 398 34 7 132 1.265 58 38 184 58 21 40 22 144 394 29 6 115 1.109 62 50 224 74 33 75 28 192 450 32 12 137 1.369 90 64 270 84 28 59 26 212 465 31 14 155 1.498 104 87 314 78 42 54 33 277 447 43 8 146 1.633 703 567 1.944 674 278 473 208 2.057 3.990 281 95 1.270 12.540 94 92 308 100 47 66 26 335 611 28 14 191 1.912 327 271 979 386 149 199 113 1.124 2.055 121 50 691 6.465 1.612 1.278 4.634 1.633 670 1.061 503 4.769 9.238 630 216 2.984 29.228 5,0 4,3 3,8 4,6 5,1 5,6 43,0 6,5 22,1 100 Totale Lombardia 588.085 466.682 355.847 434.165 457.941 536.106 4.456.211 632.194 1.990.483 9.917.714 Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Demografia in cifre popolazione al 31.12.2010 Tabella 1.5. - Abitanti con 65 anni e oltre residenti nell'ambito territoriale di Tirano. Anni 2008, 2009, 2010, 2011 (valori assoluti). Anno 2008 2009 2010 2011 Comuni 65 e + 65 e + 65 e + 65 e + Aprica 313 311 322 327 Bianzone 280 275 272 271 1.006 1.007 995 979 380 383 382 386 Grosio Grosotto Lovero 151 152 149 149 Mazzo di Valtellina 196 194 198 199 Sernio 99 102 107 113 Teglio 1.131 1.120 1.135 1.124 Tirano 1.982 1.989 2.020 2.055 113 117 115 121 57 55 50 50 679 693 691 691 Totale 6.387 6.398 6.436 Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Demografia in cifre popolazione al 31/12/2010 6.465 Tovo di Sant'Agata Vervio Villa di Tirano 14 Al 1° gennaio 2011 i giovani tra gli 0 e i 19 anni corrispondevano al 17,7% della popolazione (Cfr. grafico 1.2.), nella tabella 1.6. e nel grafico 1.4. è presentato l’andamento demografico di questa classe di età, sintetizzando la variazione percentuale, dal 2008 al 2011, della popolazione dagli 0 ai 19 anni è pari a una diminuzione di -2,34. Questo significa che, al contrario che per gli anziani, c’è stata una diminuzione superiore di quasi il doppio rispetto all’incremento percentuale degli over 65 (+1,22). Si è passati da 5.304 unità nel 2008 a 5.180 nel 2011. Tabella 1.6. - Abitanti tra gli 0 e i 19 anni residenti nell'ambito territoriale di Tirano. Totali al 1.1. di ogni anno. Anni 2008, 2009, 2010, 2011 (valori assoluti). Anno 2008 2009 Comuni 2010 2011 Età 0 –19 Aprica 320 315 303 294 Bianzone 207 202 204 197 Grosio 891 894 852 819 Grosotto 315 307 304 311 Lovero 120 120 122 126 Mazzo di Valtellina 218 200 209 210 Sernio 90 91 95 97 Teglio 767 766 709 764 1682 1678 1697 1670 Tirano Tovo Sant'Agata di 124 123 129 126 Vervio 43 39 38 35 Villa di Tirano 527 537 541 531 Totale 5304 5272 5203 Fonte: Annuario Statistico Regionale. Istat, Demografia in cifre 5180 15 In sintesi l’analisi della popolazione residente nell’ambito di Tirano ci mostra: invecchiamento della popolazione superiore alla media regionale e crescente squilibrio tra le fasce d’età produttive e quelle improduttive; femminilizzazione della popolazione anziana; sostanziale stagnazione delle nascite e percentuali più basse della media regionale in tutte le classi d’età fino ai 29 anni. in tutti i Comuni del distretto il valore della mortalità supera quello della natalità. Ciò sta ad indicare un deficit di nascite rispetto ai decessi in tutto il distretto di Tirano. 16 RISCHI ED OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI Gli adolescenti e i giovani sono sempre di meno sia a livello nazionale che locale. In Italia la struttura demografica è fortemente squilibrata con una presenza di anziani over 65 che supera il 20% e di giovani (14-24 anni) pari solo alla metà (in Lombardia il 9%). Nell’Ambito territoriale di Tirano la percentuale di giovani residenti (14-24 anni) è <9,8% nel 2010, mentre quella degli over 65 > 22%. La progressiva riduzione dei giovani è una tendenza di carattere strutturale che nei prossimi anni, con molta probabilità, tenderà ad accentuarsi e che non costituisce, paradossalmente, una posizione di vantaggio (M. Livi Bacci -2008). Generazioni meno consistenti dovrebbero produrre maggiore attenzione e maggiori investimenti ed invece la realtà dimostra il contrario: giovani che non vengono aiutati, valorizzati ed incentivati ad essere attivi e responsabili nella società e nel mondo del lavoro. I giovani italiani percorrono assai più lentamente che in passato le tappe che portano all’autonomia dell’età adulta: dipendono economicamente sempre più dai genitori, vivono separati dai genitori e formano una famiglia molto più tardi di prima. Il fenomeno è più chiaro se si osserva un arco storico: nel 1983 in Italia entro i vent’anni si registrava un tasso di uscita di casa pari al 56% mentre nel 2010 si attestava intorno al 28%. Le ragioni sono diverse ma evidenti: percorsi di studio più lunghi che in passato, ingresso tardivo nel mondo del lavoro e precarizzazione sempre più accentuata delle forme di impiego. Nei primi giorni del 2012 l’Istat ha calcolato che è stato superato il limite del 30% della disoccupazione giovanile. Si calcola che sei lavoratori su dieci sotto i 35 anni hanno un lavoro a termine o part-time e mediamente i lavoratori atipici sotto i trent’anni guadagnano un terzo in meno dei propri colleghi a tempo indeterminato a parità di mansioni. L’80% dei giovani sotto i 35 anni non ha avuto accesso a nessun tipo di ammortizzatore sociale dopo la fuoriuscita dal mercato del lavoro e l’85% di loro guadagna meno di 1.000 euro al mese, rendendo impossibile una qualunque forma di previdenza integrativa o di risparmio. Cresce il numero dei ventenni che non studiano, non lavorano, non frequentano alcuna formazione: i cosidetti NEET (Not in education, employment or training). In Italia secondo l’Istat stiamo parlando di 2,1 milioni di persone, oltre il 20% della popolazione tra i 15 e i 30 anni. I valori sono assai più elevati nel sud d’Italia, ma in Regione Lombardia1 i NEET tra i 25 e 29 anni nel periodo 2004-2009 sono saliti dal 7,9 al 10,2 per i maschi e dal 20,9 al 23,2 per le femmine. E’ evidente come possiamo ritrovare molti elementi della condizione giovanile italiana anche nella vita dei ragazzi e delle ragazze della provincia di Sondrio che hanno aspirazioni e vivono un insieme di difficoltà ed opportunità del tutto simili ai loro coetanei, soprattutto se ci riferiamo al nord d’Italia e alla Lombardia. La disoccupazione giovanile in Valtellina a fine 2010 era solo di un punto e mezzo percentuale al di sotto del 29,8% nazionale2. L’ analisi della qualifica professionale dei ragazzi dai 19 ai 30 anni in provincia di Sondrio, che emerge dalla ricerca condotta da Fondazione Gruppo Credito Valtellinese & Centro di Studi e ricerche dell’università Cattolica Di Milano nel 2010, mette in luce una forte presenza di impiegati e insegnanti (45%); di operai (31%) ed anche una percentuale non irrilevante di giovani che si definiscono come titolari di qualifiche non esecutive: liberi professionisti (13%), imprenditori 1 2 “Disegniamo il welfare del futuro” – 2011 – IRS La Provincia del 15 aprile 2011 “ Sondaggio CGIL autunno 2010” 17 (7%), funzionari (2%) e dirigenti (1%), ciò significa che non sono rari i casi di giovani capaci di mettersi in gioco e di impegnarsi in ruoli di responsabilità. Il settore commerciale è quello che occupa il maggior numero di giovani, in particolare le ragazze che sono numerose anche nell’ambito educativo–scolastico e in quello amministrativo. La situazione è opposta nei settori artigianale e bancario–finanziario in cui la forza lavoro è prevalentemente maschile. Dall’osservazione della tabella è possibile notare la bassa frequenza di occupati nel settore agro– alimentare e turistico che viene confermata anche dal grafico sottostante relativa alle qualifiche in cui solo l’1% degli intervistati si dichiara agricoltore. Grafico1.5 (fonte “Giovani adulti: autonomia e lavoro” Fondazione Gruppo Credito Valtellinese & Centro di Studi e Ricerche dell’Università Cattolica di Milano 2010 ) Per quanto riguarda la tipologia contrattuale i risultati della ricerca, evidenziano che in Valtellina e Valchiavenna un terzo circa dei giovani intervistati ha un contratto a tempo indeterminato (32.6%) e ciò rende la situazione lavorativa della provincia di Sondrio meno precaria rispetto a quella esistente a livello nazionale. Sebbene non ci siano differenze sostanziali da un mandamento territoriale all’altro, la ricerca rileva che la zona di Bormio è quella che offre maggiore possibilità di impiego stabile ai giovani (62.3%). Nella “Relazione sull’andamento economico della provincia di Sondrio 2010” sono presenti anche i seguenti dati: l’occupazione è cresciuta proprio a Bormio del 5%, a Morbegno del 3%, a Chiavenna e Sondrio del 2% mentre si è ridotta a Tirano del 3.3%. Il rapporto fra giovani e mondo adulto, è stato indagato in diversi studi anche in provincia di Sondrio.1 Dal confronto tra questi studi emerge da una parte la rappresentazione di una famiglia “vicina, “presente” e “rassicurante” e dall’altra non sono pochi i giovani che evidenziano la difficoltà ad aprirsi con i genitori perché “sentono di non poter trovare una condivisione emotivo/cognitiva, oppure perché sentono che alcuni aspetti di sé e del proprio vissuto non 1 Nel 2010 realizzazione del progetto Giovani Energie d’Attivazione (GedA), un progetto finanziato dalla Regione Lombardia che ha coinvolto i distretti di Morbegno e di Sondrio e che è stato di grande utilità per sviluppare conoscenza e collaborazioni intorno alla questione dei giovani nella nostra provincia. . Il Laboratorio Sociale GedA, ha confrontato gli studi e le ricerche più recenti prodotte in provincia di Sondrio intorno a questo tema, confrontando questi studi con lo scopo di costruire una visione d’insieme. Molte osservazioni qui riportate sono tratte da questa analisi 18 verrebbero accolti in quanto non conformi alle aspettative e alle regole” della famiglia stessa. (Osservatorio Territoriale Droga e Tossicodipendenze -2008). Le ragioni sono diverse: si pensa che i genitori non abbiano tempo, non siano interessati, non possano capire e reagiscano in modo colpevolizzante. Dall’altra parte anche gli adulti si sentono disorientati nei confronti dei segnali comunicativi che mandano i ragazzi, non riescono a coglierli o faticano a comprenderne il significato. Uno dei nodi più controversi sembra essere quella della crisi delle alleanze educative fra adulti: conflittualità tra genitori sui diversi modelli educativi, contrasto tra genitori ed insegnanti o più in generale verso il mondo della scuola e delle istituzioni. La mancanza di “un patto educativo” tra famiglie ed istituzioni è forse uno degli anelli deboli più significativi della società contemporanea, ripiegata su una forte spinta all’individualismo e al consumismo. Una “cultura” in cui si è sviluppato il problema dell’alcolismo e dell’abuso di sostanze, considerato in provincia di Sondrio come uno dei problemi principali, sia dai ragazzi che dagli adulti. Si tratta di una percezione fondata che trova più di un riscontro sul piano epidemiologico, sia per quanto riguarda i giovani che gli adulti. I dati a disposizione non sono rassicuranti: per esempio nello studio dell’Osservatorio citato si osserva che il 92% degli studenti della provincia di Sondrio ha assunto bevande alcoliche una o più volte nella vita, di questi il 73,8% ha continuato a farlo anche nell’ultimo mese ed il 7,4% consuma alcolici tutti i giorni. Le ricerche tratteggiano in modo chiaro quanto il consumo di alcol sia caratterizzato non solo da un abbassamento dell’età di accesso alle sostanze ed una crescita percentuale del consumo femminile ma anche dal diffondersi del “binge drinking”, cioè di un modo di bere fuori pasto e concentrato in una stessa serata alla ricerca deliberata dello sballo. Un elemento che va ulteriormente considerato è il policonsumo dato che all’assunzione di alcol è non di rado intrecciato al consumo di sostanze psicoattive illegali. Problemi che richiedono una forte sinergia tra enti locali e ASL . I soggetti che hanno fatto domanda di trattamento al Servizio ambulatoriale per le Dipendenze (SerT) della ASL di Sondrio, nel corso dell’anno 2011, sono complessivamente 844. Tuttavia, a fronte di una larga diffusione dell’uso delle sostanze legali e illegali fra la popolazione in età scolare, i soggetti di età compresa fra 15 e i 19 anni che si rivolgono al Ser.T. sono in numero estremamente esiguo. Mentre nel tempo si dilata il periodo di latenza fra il primo uso di droghe e l’accesso al Sert: oggi è mediamente intorno ai 12 anni. Ai Ser.T. accedono prevalentemente persone che chiedono di essere seguite per problemi legati all’uso di droghe (46%), seguono le problematiche alcol correlate (38%), i problemi legati all’HIV (9%), il gioco d’azzardo patologico (3%), il tabagismo (1%), altro (3%). Nei distretti di Tirano, Chiavenna e Bormio prevalgono richieste legate all’abuso di alcol mentre nei distretti di Sondrio, Morbegno sono maggiormente frequenti le domande legata all’uso di droghe . 19 Di seguito la distribuzione degli utenti in carico presso il Ser.T. distinta per tipologia di domanda. Grafico 1.6 Fonte Dip.Dipendenze ASL Sondrio ute nza pe r tipologia e fas cia di e tà 80 70 60 tox 50 alcol hiv 40 gioco 30 tabag 20 10 0 00 14 Età utenti 15 19 20 24 25 29 30 34 35 39 40 44 45 49 50 54 55 59 60 64 65 99 dipdip sondrio chiavenna morbegno tirano bormio 15 19 16 7 2 6 1 0 20 24 65 31 3 25 5 1 25 29 88 41 3 28 8 8 30 34 95 37 10 27 16 5 35 39 106 45 12 24 16 9 40 44 121 42 8 26 30 15 45 49 136 49 15 32 24 16 50 54 103 33 9 17 27 17 55 59 50 18 3 8 13 8 60 64 35 14 6 4 8 3 65 99 29 8 4 6 9 2 203 157 84 00 14 totale 844 325 75 Fonte Dipartimento dipendenze ASL Sondrio Le Linee di indirizzo per una governance delle politiche giovanili in Lombardia 2012-2015 approvate con Delibera del 16 novembre 2011, costituiscono un’occasione anche per il territorio della Provincia di Sondrio “per offrire ai giovani opportunità e percorsi verso l’adultità, intesa come condizione di maggiore autonomia, consapevolezza e status di cittadinanza attiva”. L’approccio innovativo di questo provvedimento consente di intervenire sull’integrazione dei diversi strumenti di programmazione che impattano sulla condizione giovanile (come ad esempio i Patti territoriali per l’occupazione, i Piani di governo del territorio, i Piani di promozione della salute, i Piani del diritto allo studio ed ovviamente gli strumenti di programmazione sociale come questo Piano di zona o come il Piano di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari). Il lavoro di rete che in questi anni si è sviluppato tra gli Ufficio di Piano, ASL, Provincia e organismi del Terzo settore, costituiscono una posizione di vantaggio per recepire e attuare le linee guida citate. 20 DISABILITA’ E NON AUTOSUFFICIENZE In Italia la speranza di vita è pari a 78,7 anni per gli uomini e 84,0 per le donne11 , un risultato tra i più alti al mondo, indice di aumentato benessere e di bisogni di cura destinati a crescere. Si vive più lungo e parallelamente crescono le malattie di tipo cognitivo, mentre le malattie invalidanti si spostano in età più avanzata (la non autosufficienza si presenta in modo consistente dopo i 75/80 anni). Allo stesso tempo rimane assai rilevante il numero di disabili non anziani con una crescita di patologie gravi tra i minori. Nella scuola italiana gli alunni disabili sono passati da 139.000 (1,59% sul totale degli alunni) nell’anno scolastico 2001/2002 a 200.000 (2,24%) nel 2009/2010 12 Si calcola che il tasso di disabilità complessiva aumenterà nei prossimi anni per l’allungamento della vita media e dell’aspettativa di vita. In provincia di Sondrio di rileva una costante crescita nell’utilizzo della scuola da parte di alunni con disabilità, nello specifico, della scuola di secondo grado, ove si è passati da n. 62 iscritti nell’anno scolastico 2000-2001 a n. 148 nell’anno 2011-201213; Le scuole del distretto di Tirano registrano un incremento pari al 33% della frequenza degli alunni disabili dall’anno scolastico 2008-2009 all’a.s. 2011-12. L’onere della cura rimane in gran parte accollato sulla famiglia e sulle sue risorse14 e il taglio delle risorse al welfare non può che aggravare il carico familiare. Da una semplice osservazione quotidiana ciascuno può notare come aumentino le famiglie di anziani che si trovano ad accudire i loro genitori ultraottantenni (in Regione Lombardia il 44% circa degli ultraottantenni vive solo), o le famiglie che devono intaccare le proprie limitate risorse per sostenere i parenti anziani non autosufficienti che, se hanno una pensione sociale, sia pur aumentata dall’indennità di accompagnamento, non possono sostenere da soli i costi di una badante o di un ricovero in RSA o le spese per frequentare un Centro Diurno. Spese che, non sufficientemente supportate dal sistema pubblico, generano disuguaglianze sociali rilevanti tra famiglie in grado di sostenere i soggetti fragili e famiglie sprovviste di risorse economiche sufficienti. La rete dei servizi territoriali (assistenza domiciliare, strutture diurne per disabili, servizi infermieristici..) è piuttosto diffusa e capillare sul nostro territorio ed a costi mediamente accessibili anche se con una copertura rispetto alla popolazione anziana ancora molto bassa. L’intervento domiciliare erogato dai comuni del distretto di Tirano si attestava nel 2010 sullo 0,4% ( n° utenti sulla popolazione totale), in linea con il dato medio lombardo ma nettamente inferiore a quella di molti paesi europei. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’aumento di prestazioni erogate da organizzazioni private che si rivolgono direttamente alle famiglie e all’aumento del ricorso alle badanti, un fenomeno che, dopo aver raggiunto in pochi anni una consistenza di grande rilievo, inizia a registrare un leggero calo. Si stimano circa 126.182 badanti sul territorio lombardo, una percentuale che se rapportata al territorio dell’ambito territoriale di Tirano corrisponde a circa 350 badanti, anche se la ridotta propensione alla regolarizzazione del lavoro delle badanti, non consente di avere un dato certo. L’azzeramento del fondo per la non autosufficienza ha fatto mancare risorse fondamentali che avevano permesso l’incremento degli interventi domiciliari. Il taglio netto di oltre 155.000 euro per il solo distretto di Tirano ha portato all’incremento delle quote a carico dei Comuni per cercare 11 ISTAT 2007 Rapporto Fondazione Agnelli-Caritas 2011. 13 Asl Sondrio 14 European Commission 2009 12 21 di venire incontro alle famiglie che affrontano da sole il problema della cura di anziani e disabili. Le risorse regionali destinati ai Comuni per gli interventi domiciliari sono state ridotte anche se, parallelamente sono aumentate le risorse destinate dalla Regione all’Assistenza Domiciliare Integrata Sono sufficienti queste sommarie considerazioni per far comprendere come sulla questione della disabilità e della non autosufficienza si debbano concentrare i maggiori sforzi per una ricomposizione delle risorse economiche e professionali, sociali e sociosanitarie. In considerazione della particolare congiuntura del nostro paese si rende necessario una maggiore integrazione di tutti i servizi che nel territorio si occupano di problematiche sociali e socio sanitarie al fine anche di supportare le inevitabili riduzioni di risorse complessive a disposizione (sia dell’ASL che degli Udp), per poter assicurare continuità delle cure e sostegno della domiciliarità. Il Piano d’azione Regionale sulla disabilità indica alcune priorità che dovranno essere tradotte nel Piano d’azione Locale, su cui dovranno convergere le risorse e l’impegno di tutti gli attori locali. I risultati raggiunti dai Comuni nell’organizzazione dei servizi in forma associata per la disabilità devono portare, considerato il quadro complessivo delle risorse e dei fenomeni emergenti, ad una rivisitazione dei servizi per salvaguardare l’equità delle risposte garantita in questi anni (pari trattamento per l’accesso ai servizi per disabili su tutto il territorio), proseguire le esperienze più innovative si pensi ad esempio alla sperimentazione del progetto Lavoro&Psiche, che si propone di validare e diffondere un modello innovativo di integrazione lavorativa di persone affette da disturbi psichiatrici gravi, con l’introduzione della figura del coach, ripensare ai servizi semiresidenziali (standard e criteri di accreditamento, modalità di funzionamento e costi), mantenere e potenziare la collaborazione tra il Servizio Sociale di Base, la Neuropsichiatria Infantile e l’U. O Fragilità dell’ASL per migliorare la programmazione, ed infine ripensare in forme associate e di collaborazione tra comuni alcuni servizi come l’assistenza scolastica. 22 POVERTA’ E VULNERABILITA’ In Italia si stima la presenza di 1 milione 50 mila famiglie in condizioni di “povertà alimentare”, famiglie che non dispongono di risorse economiche sufficienti per soddisfare le più elementari necessità nutrizionali. Stiamo parlando del 4,4% delle famiglie residenti in Italia ed anche se le differenze tra le regioni sono enormi (dal 3,1% della Regione Lombardia al 10,8% della Sardegna), il fenomeno è intercettato abitualmente anche tra l’utenza che si rivolge ai servizi sociali dei comuni dell’ambito territoriale di Tirano. La povertà che, si manifesta nelle forme più gravi, colpisce da una parte le persone sole (poiché è spesso associata alla rottura di precedenti legami familiari a seguito di conflitti, dipendenze, gravidanze e nascite indesiderate, abbandoni, separazioni, scelte migratorie) dall’altra si espande, anche se in modo meno visibile, tra le famiglie con bambini ed in particolare tra le donne sole con figli minorenni. Solo una parte di queste persone viene intercettata dal servizio sociale ma è evidente come le condizioni di vita di queste famiglie produca situazioni di oggettiva disuguaglianza che si riproducono di generazione in generazione e che si manifestano in varie forme di disagio. In Italia le misure di contrasto delle forme più gravi di povertà sono frammentate e ridotte, spesso lasciate alla libera iniziativa dei Comuni o delle associazioni di volontariato (si pensi ad esempio alla Caritas o al programma del Banco Alimentare). Anche nell’ambito territoriale di Tirano gli aiuti in forma di contributo economico agli indigenti sono erogati in modo molto disomogeneo tra i Comuni determinando una forte disparità di trattamento delle persone in condizione di grave povertà. Le iniziative concertate e ricomprese nella gestione associata riguardano essenzialmente gli interventi di “contenimento” e prima risposta alle forme di grave emarginazione che trovano una parziale risposta grazie alla presenza a livello provinciale del Centro di Prima Accoglienza, alla collaborazione con la Caritas e la Croce Rossa per l’erogazione del pacco viveri e agli interventi economici straordinari. Nel 2011 si sono rivolte al il Centro di Ascolto Caritas di Tirano: 259 persone, 38 italiane e 221 provenienti da altri paesi comunitari ed extra comunitari in prevalenza moldavi, rumeni ed Ucraini. Gli utenti che si sono rivolti per la prima volta al centro sono stati 85: 14 italiani e 71 stranieri. Più del 75% dei bisognosi accolti sono disoccupati. I nuclei familiari che hanno usufruito dei prodotti alimentari sono stati in media 85 al mese, per un numero complessivo di 285 persone (24% Italiani e 76% stranieri) di cui 58% adulti e 42% minori. Tra i bisogni espressi e rilevati nel 2011 emergono i beni ed i servizi materiali, alloggio e lavoro. bis ogni e s pr e s s i 1 57 s tranieri s us sidi ec onomici 15 24 lavoro alloggio e ac coglienz a 2 beni ed i s ervizi materiali 6 itliani 2 7 0 20 40 60 Grafico 1.7 Nel paragrafo sulle famiglie e i minori si è visto come siano in aumento anche le famiglie “deprivate” che hanno superato nel 2008 la soglia dell’8%, famiglie che non sono considerate povere in senso stretto ma che sono particolarmente esposte al rischio di cadere in una condizione di difficoltà progressiva. Sono le cosiddette famiglie vulnerabili che subiscono più violentemente l’impatto dei cambiamenti che stiamo attraversando, famiglie che si ritenevano al sicuro dal 23 rischio di cadere in una condizione di povertà e che mai avrebbero creduto di dover chiedere aiuto per far fronte ai bisogni primari come la casa, la cura e l’assistenza di un familiare, le spese per l’istruzione e l’accudimento dei figli. Famiglie vulnerabili che appartengono ad un ceto medio impoverito, che si sentono sempre più sole e che si trovano costrette a confrontarsi con i servizi pubblici per ricevere informazioni e aiuto, sperimentando spesso vissuti di inadeguatezza e vergogna determinati da una società dominata dalla cultura del successo e della performance individuale e da un sistema di welfare poco evoluto e impreparato a rispondere ai bisogni di questa fascia d’utenza. Le misure statali e regionali di sostegno economico alle famiglie sono totalmente insufficienti o sporadiche (come ad esempio il sistema dote o il fondo sostegno affitto). L’assegno al nucleo familiare, l’assegno alla maternità sono esempi di erogazioni settoriali (possono accedere solo alcune categorie di lavoratori e sono escluse alcune famiglie come quelle straniere che non possiedono la carta di soggiorno) e di entità ridotta. I Comuni del distretto di Tirano hanno registrato nel corso del Triennio un significativo aumento di domande relative alla dote scuola e tale numero nel Comune di Tirano è raddoppiato passando da 97 domande nel 2009 a 181 nel 2011. La limitatezza delle risorse e delle risposte “pubbliche” (statali, regionali e comunali) concorre ad innescare il risentimento verso tutto ciò che è istituzionale, genera nelle persone sentimenti di avversione verso i servizi e negli operatori sentimenti di impotenza. Un circolo vizioso che si può spezzare investendo sulla competenza dei servizi nel dare informazioni accurate, precise e utili alla soluzione dei problemi quotidiani, senza creare illusioni ma sostenendo processi partecipativi per la sperimentazione di nuovi interventi da costruire insieme agli stessi cittadini, alle associazioni, alle altre istituzioni pubbliche e private che possono avere interesse alla soluzione di quei problemi. In questo senso anche il ruolo del servizio sociale può essere non solo di frontiera per le situazioni di emergenza e assoluta povertà (che richiedono comunque, come abbiamo accennato, un presidio costante e più diffuso di quello attualmente attivato) ma anche di prossimità e di connessione di risorse rivolte a cittadini che si sentono spaesati e soli a fronteggiare le difficoltà quotidiane. Un impegno che deve ovviamente essere accompagnato anche dal tentativo di mantenere e possibilmente adeguare gli interventi di sostegno alla famiglia che possono essere attivati dai comuni come le politiche tariffarie dei servizi alla persona, il fondo sostegno affitto, i contributi per le famiglie con minori o quelli integrativi per l’accesso alle strutture socio-sanitarie, i buoni per l’assistenza. Se da una parte dobbiamo adattarci all’idea di servizi pubblici che saranno “più leggeri”, dobbiamo costruire servizi più duttili e capaci di stanare le contraddizioni e di richiamare più soggetti alle loro responsabilità, capaci di adattarsi a mutamenti veloci ma solidamente ancorati ad orientamenti chiari e condivisi per non farsi sopraffare dalle emergenze. 24 IMMIGRAZIONE E DIRITTI DI CITTADINANZA Gli immigrati sono, per il nostro paese, una risorsa. E’ dimostrato che i migranti versano nelle casse pubbliche più di quanto ricevono come prestazioni e servizi sociali1 che l’immigrazione costituisce un rimedio, seppure parziale, al continuo processo di invecchiamento demografico e al basso tasso di fecondità (1,29 per le donne italiane rispetto a 2,13 per quelle straniere)2. Gli stranieri sono più giovani (l’età media è di 32 anni contro 44 degli italiani), in piena attività lavorativa (78,8%), ancora distanti dalla pensione (gli ultra 65enni stranieri superano di poco il 2% contro un quinto tra la popolazione italiana). La presenza degli immigrati disponibili a svolgere attività lavorative disagevoli e scarsamente retribuite permette inoltre di sopperire alle carenze del welfare italiano e di rispondere alle esigenze delle famiglie. La crescita della popolazione straniera in Italia è stata assai rapida e concentrata in un breve arco temporale. Nel 1991 gli stranieri rappresentavano circa l’1% della popolazione mentre a dicembre 2010 ha raggiunto il 7,5% (circa il 10% in Regione Lombardia). Negli ultimi dieci anni la popolazione straniera è più che triplicata (+ 267% in Provincia di Sondrio) modificando l’assetto di molti contesti relazionali, si pensi a determinati settori di lavoro, alla scuola, alla concentrazione in alcune aree territoriali o cittadine, all’impatto che scaturisce dall’ingresso in famiglia di una badante. Questa rapida crescita sembra, però, aver subito una battuta d’arresto, determinata presumibilmente da una serie di concause tra le quali l’aumentata facilità di circolazione nei paesi della comunità europea, la riduzione delle opportunità di lavoro e l’aumento del costo della vita. Come evidenziato nella tabella che segue anche in provincia di Sondrio si registra nel 2011, per la prima volta nel decennio una contrazione della crescita di immigrati stranieri. Complessivamente si è passati da 2,5 mila a gennaio 2001 a 9,2 mila a luglio 2011, comunque sempre con una presenza percentuale più bassa tra tutte le provincie lombarde. Per dare un’idea basti pensare che la presenza straniera in provincia di Sondrio è stimabile all’incirca in un rapporto di un immigrato ogni venti italiani, mentre altrove in Lombardia si colloca su livelli di almeno uno su dodici. 3 Grafico 1.8 aspetti quantitativi e tipologia della presenza straniera in provincia di Sondrio L’ambito territoriale di Tirano è al terzo posto nella nostra provincia per la presenza di stranieri, in termini assoluti, ed in generale possiamo osservare che ad aumentare di numerosità sono tanto più gli ambiti in cui era già maggiore la presenza di cittadini stranieri. 1 IRS - 2011 Dossier statistico 2011- Caritas/Migrantes 3 Annuario Statistico 2010 – Provincia di Sondrio 2 25 Distretto socio-sanitario Sondrio Totale presenze al 1° luglio 2010 3.260 Morbegno 2.660 Tirano 1.420 Bormio 1.060 Chiavenna 790 Totale 9.180 Tab. 1.7- L’immigrazione nei distretti socio-sanitari1 Tabella 1.8 Cittadini stranieri residenti nell'ambito territoriale di Tirano. Totali al 1.1. di ogni anno. Anni 2003, 2008, 2009, 2010, 2011 (valori assoluti).1 Comuni Aprica Bianzone Grosio Grosotto Lovero Mazzo di Valtellina Sernio Teglio Tirano Tovo di sant'agata Vervio Villa di tirano * dato al 31/12/2011 2003 2008 2009 26 19 25 9 6 18 15 65 223 1 4 27 70 51 52 26 17 32 11 179 389 2 7 56 64 46 58 31 26 28 17 221 435 2 9 90 2010 66 53 54 35 27 28 30 245 468 2 10 96 2011* 72 62 66 23 28 25 30 278 540 8 6 120 La maggior parte degli stranieri ha un’età compresa tra i 30 e i 59 anni, questo dato si discosta dalla media provinciale che registra le maggior presenze tra i 32 e i 36 anni di età. Tabella 1.9 - Popolazione straniera residente per classe di età al 1.1. Comunale. Anno 2011 Femmine e maschi. (Valori assoluti).dati al 1° gennaio 2011 Comuni CLASSI DI ETA' 0-5 6-10 11-14 15-19 20-24 25-29 30-59 60-64 65 e + Totale Aprica Bianzone Grosio Grosotto Lovero Mazzo di Valtellina Sernio Teglio Tirano Tovo di Sant'Agata Vervio Villa di Tirano 7 3 4 3 2 7 2 19 56 1 0 7 0 3 1 0 2 2 4 15 29 0 0 5 6 3 5 1 2 1 6 16 39 0 2 9 15 3 11 4 6 2 1 23 56 3 1 9 27 32 23 12 13 15 12 164 243 2 3 59 0 0 0 0 0 0 0 4 9 0 0 3 0 1 3 1 0 0 1 1 15 0 0 2 61 49 51 22 26 36 30 269 504 6 6 108 6 3 4 1 0 6 1 18 33 0 0 6 0 1 0 0 1 3 3 9 24 0 0 8 Un’altra considerazione significativa che si può fare osservando la suddivisione della popolazione immigrata per fasce d’età è quasi inesistente popolazione immigrata in età anziana, questa è una caratteristica che si ritrova anche negli anni scorsi. Ciò sta ad indicare che il fenomeno dell’immigrazione nel mandamento di Tirano è ancora piuttosto recente. Fenomeno caratteristico della provincia di Sondrio è l’alta presenza di donne straniere. La composizione di genere mostra come la quota di uomini diminuisca tendenzialmente con il passare degli anni scendendo sotto il 50% nel 2008-2010 mentre la presenza femminile sia in crescita in questi anni fino a raggiungere il 51,7 % nel 2011, la percentuale più alta in tutta la regione Lombardia. Fenomeno determinato oltre che dai ricongiungimenti familiari registrati 1 Dati équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo 26 nell’ultimo decennio, anche dalla domanda di lavoro femminile, che in questi anni ha attratto nella nostra provincia molte lavoratrici nei settori dell’assistenza, dei lavori domestici e del turismo. Da segnalare inoltre che rispetto ai dati regionali la percentuale delle case in proprietà agli stranieri è decisamente più bassa, mentre la quota di case in affitto si porta al di sopra della media regionale e al primo posto tra tutte le provincie lombarde. Il momento di recessione economica colpisce quindi anche le famiglie straniere, spesso più esposte e vulnerabili. Per un cittadino che non appartiene alla comunità europea il protrarsi dello stato di disoccupazione pregiudica il rinnovo del permesso di soggiorno, costringe al rimpatrio (del lavoratore o dell’intera famiglia e ad un ulteriore sradicamento dei figli) o a trattenersi irregolarmente. La precarietà del lavoro si riflette pesantemente sul piano abitativo, dove l’Istat ha accertato che si trova in condizione di disagio il 34% degli immigrati (contro il 14% degli italiani). Nel 2011 Centro di Ascolto e di Aiuto Caritas Alta Valtellina di Tirano ha registrato 259 persone, 38 italiane e 221 provenienti da altri paesi comunitari ed extra comunitari in prevalenza moldavi, rumeni ed Ucraini. Grafico 1.9 fasce età 35 Utenti caritas 2011 30 80 60 uomini 40 donne 20 25 minori di 30 anni 20 da 30 a 50 15 da 50 a 65 10 >65 5 0 0 itliani stranieri itliani stranieri Da varie indagini condotte nel 2010 risulta che la maggior parte degli immigrati si trova bene o abbastanza bene in Italia, ma che questo sentimento si attenua nel tempo a seguito della delusione mano a mano maturata rispetto alle proprie aspettative. Un crescente numero di giovani immigrati, così come avviene sempre più tra i giovani italiani, finisce con l’essere incentivato a ipotizzare il proprio trasferimento all’estero 1 Così come la perdita dei giovani rappresenta un freno allo sviluppo del paese, anche il peggioramento delle condizioni di vita degli stranieri (in particolare dei giovani stranieri che sono cresciuti e hanno studiato in Italia) ed il loro allontanamento, costituisce un limite alla sostenibilità dell’attuale sistema sociale ed economico. Per questo, garantire servizi per tutti i cittadini, investire sulla cittadinanza e sulla partecipazione, estendere il sistema di protezione sociale a tutti i soggetti in condizioni di maggiore bisogno, sono impegni che rispondono non solo ad un principio di equità e responsabilità, ma anche di economicità e di propensione al futuro. 1 Dossier statistico 2011- Caritas/Migrantes 27 28 CAPITOLO 2 -DIREZIONI DI LAVORO Nel secondo capitolo del Piano di Zona vengono indicate le priorità che caratterizzano in modo specifico l’azione del piano, approvate dall’Assemblea dei Sindaci nel febbraio 2012. Selezionare e delimitare alcune priorità non significa ridurre a queste il piano, ma individuare delle problematiche rispetto alle quali operare progettazioni o riprogettazioni più specifiche coinvolgendo in forma mirata dei soggetti del territorio. Di seguito vengono indicate le piste di lavoro già avviate in questi anni che è significativo mantenere o migliorare ed alcuni snodi, temi, questioni legate all’integrazione tra servizi. 29 2.1 PRIORITA' Come indicato dalla Regione Lombardia nelle linee di indirizzo per la programmazione dei piani di zona per triennio 2012-14 vanno considerati quali obiettivi centrali nella pianificazione sociale zonale1: • Percorsi di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro; • Percorsi di assistenza domiciliare orientati allo spostamento del baricentro dall’offerta alla • Piano di Azione Regionale a favore delle persone con disabilità che promuove l’integrazione domanda e volti alla qualificazione della rete dell’assistenza domiciliare; delle politiche secondo un approccio trasversale, del livello di accessibilità e di fruibilità dei servizi; • Valutazione di nuove modalità di compartecipazione alla spesa che riconoscano i carichi di cura familiari, l’introduzione del Fattore Famiglia; • Semplificazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e Terzo Settore; • Semplificazione dei percorsi di accesso per il cittadino, con attenzione ai processi organizzativi, alle procedure, alla comunicazione ed all’informazione degli operatori e dei cittadini; • Linee regionali per l’affido familiare orientate al superamento della frammentarietà degli interventi, del supporto alla famiglia affidataria e della buona riuscita del progetto. Il Presente piano recepisce le linee proposte dalla programmazione regionale ed è in sintonia con i diversi strumenti2 di programmazione locale. La programmazione locale è realizzata attraverso la più ampia partecipazione di tutti gli attori del sistema di welfare e riguarda principalmente: - la facilitazione dell'accesso dei cittadini e famiglie al sistema degli interventi e dei servizi; - la garanzia di risposte non frammentate e appropriate al bisogno espresso; - la costruzione di un ambiente capace di sostenere la volontà delle persone con disabilità di perseguire la propria piena realizzazione personale e sociale; - lo sviluppo di processi di cambiamento e innovazione attraverso la condivisione di obiettivi comuni e l'apprendimento specifico tra i diversi stakeholder. In particolare riguarda le seguenti aree di attività: Piani di zona ed integrazione socio sanitaria Obiettivo prioritario è l'integrazione tra le politiche socio sanitarie e sociali per facilitare e promuovere l'accesso ai servizi e alle prestazioni da parte dei cittadini. A tal fine appare opportuno:- coordinamento e collaborazione con ASL nella fase di stesura dei piani di zona affinché sia assicurata la coerenza con gli obiettivi regionali, la programmazione locale e l'integrazione tra servizi;- sottoscrizione accordo di programma;- promuovere la costituzione di equipe integrate al fine di favorire l'accesso unico dei cittadini ai servizi. 1 Cfr. Un welfare della sostenibilità e della conoscenza. Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012 – 2014, novembre 2011, Regione Lombardia. 2 Regione Lombardia fa riferimento a le Linee regionali di indirizzo per le politiche giovanili, gli Accordi Quadro per lo Sviluppo Territoriale (AQST), la programmazione triennale 2010/2012 delle Province, il Documento di Programmazione e Coordinamento dei servizi sanitari e sociosanitari dell’ASL, i Piani integrati locali di promozione della salute, il Piano di Governo del Territorio, il Piano territoriale degli orari dei servizi, i Patti territoriali per l’occupazione. 30 Rete di conciliazione Gli ambiti territoriali garantiscono la collaborazione con la rete territoriale di conciliazione così come previsto “dall’Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete territoriale di conciliazione famiglia-lavoro” firmato dall’ASL, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dalla Consigliera di parità provinciale e da tutti i presidenti delle Assemblee dei Sindaci nel 2011. In particolare: _ promuovono azioni informative e progetti concordati con la rete; - includono nei propri bandi requisiti che valorizzino gli aspetti legati alla conciliazione; - monitorano progetti realizzati finanziati dal bando per la conciliazione vita e lavoro; _ contribuiscono a dare attuazione al piano d'azione territoriale ed a collaborare al buon funzionamento dello sportello sulla conciliazione aperto presso la sede dello STER. Raccordo con le priorità provinciali Nelle linee di indirizzo per i Piani di Zona si individua a livello di Governance che “compete alle Province programmare interventi formativi di qualificazione e aggiornamento professionale, nel rispetto della normativa nazionale e delle linee di indirizzo regionale, nonché sostenere, nel quadro della programmazione regionale, la realizzazione di investimenti e interventi innovativi per le unità d’offerta sociali e sociosanitarie, d’intesa con i comuni interessati. Inoltre alle Province concorrono, ai sensi dell’art. 12 della l.r. 3/2008, alla programmazione e realizzazione della rete delle unità d’offerta sociale e sociosanitaria, con specifico riferimento al sistema dell’istruzione, della formazione professionale e delle politiche del lavoro, oltre ad intervenire nella raccolta dei fabbisogni formativi e nell’erogazione di percorsi di formazione continua per il personale sociale, l’organizzazione degli Osservatori, il sostegno ai disabili sensoriali”. Pertanto nel contesto del nuovo piano di zona si individuano le seguenti priorità di intervento che valgono per tutto il territorio provinciale: 1) Concorrere all’attuazione del piano provinciale “Sviluppo rete di cura a domicilio: assistenti familiari”, finanziato da d.d.u.o lavoro n. 11052 del 23/11/2011, che ha approvato il piano operativo Lombardia per la realizzazione di interventi in materia di servizi alla persona. Il piano operativo provinciale prevede le seguenti iniziative: - implementazione dell’attività dello Sportello provinciale assistenti familiari in una logica di rete con i servizi territoriali;- sviluppo di una banca dati di assistenti familiari qualificati per la cura al domicilio;- azioni di supporto alla famiglia nella gestione del ruolo di datore di lavoro attraverso processi di informazione e supervisione;- attività di formazione/informazione ai diversi operatori della rete ed ai lavoratori. 2) Azioni di sistema nell’ambito del piano lavorativo disabili “Mediazione al lavoro ed inserimento lavorativo” che prevede la creazione di una rete dell’inserimento lavorativo nelle progettazioni degli interventi mirati sulla persona con disabilità, riconosciuta ai sensi della Legge 68/99, con il coinvolgimento delle aziende, delle cooperative, delle agenzie formative, delle organizzazioni datoriali, delle istituzioni, delle associazioni che il soggetto stesso intercetta, affidando all’ufficio provinciale il ruolo di coordinamento. Di seguito vengono indicate le priorità, distinte per macroaree, che orientano le scelte di attuazione del presente Piano, definite come sopra indicato, sulla base del confronto a livello di ambito con gli amministratori, con le altre istituzioni (ASL, Provincia, Azienda Ospedaliera) e con gli organismi del terzo settore (prevalentemente nei tavoli di area). 31 che operative; n. proroghe richieste per intervento; tecnico ed operativo dei servizi ambito di Tirano e segretariato carico; . dare stabilità al personale ivi incaricato; l’intervento assistenti sociali; potenziare di più sociale comuni periferici territorio del distretto; strutturare un servizio in modo In quest’ottica, a fine 2011, l’Assemblea dei Sindaci ha disposto l’ appalto del progetto di consolidamento e sviluppo di servizi sociali associati del distretto di Tirano con particolare riferimento a: attività relative al servizio Tutela minori ed altri interventi correlati e attività relative allo sportello sociale area disabili, area adulti in difficoltà, area minori e famiglia. A di base e Servizio tutela Piano di zona risultino coordinare il percorso di costruzione dei Piani di Zona con ASL e Provincia. individuate per consentire una integrazione degli strumenti e della programmazione in linea con la logica di azione sistema regionale. prevede una revisione annuale delle priorità formativo con ASP, percorso stato del welfare a livello nazionale e locale si il proseguire Vista l’instabilità e la continua evoluzione dello rimane comunque in capo all’Ufficio di Piano. controllo dei servizi affidati, la titolarità del caso detiene le funzioni di indirizzo, coordinamento e sociale dei Comuni. suo coordinatore; L’Ente capofila- Ufficio di Piano segretariato del collaborazione con l’Ufficio di Piano attraverso il e raccordo con il personale Sindaci mantiene un rapporto costante e continuo di dei strumenti l’Assemblea condivisi; dall’ elaborando esplicite le finalità e le che approvati cooperativa apposita normativa nazionale, regionale, dei regolamenti alla di operative, affidato espletamento prassi selettiva dell’ al o nei Ippogrifo. La cooperativa opera in conformità alla procedura seguito rispetto piccoli base servizio delle Zona programmate nei Piani di degli interventi e delle azioni Monitoraggio ed aggiornamento . ottimizzare tempi e risorse; politico- mondo Settore, Comuni. ASL, Provincia; Terzo UDP, coinvolti: coordinamento attori n. incontri svolti sociale dei Comuni coinvolti: attori prassi codifichino le nella introdotti continuità progettualità sulla persona in dare . Sociale, e valorizzare Piano. Servizio ruolo servizi; organizzative a lungo termine per l’Ufficio di Ufficio di Piano, il strumenti nuovi degli n. qualitativa personale; soluzioni stessi; ricercare mondo crescita la a tecnico ed operativo dei sottoscrittori tra ed Enti over servizi 2012-2017 ha previsto un impegno degli turn amministrativa: politico- tecnica casi verifica n. . dare continuità ai servizi e per Indicatori per creare maggior vicinanza promuovere Obiettivi La convenzione per la gestione associata dei da Organizzazione Azioni/Processi situazione area 32 Annuale semestrale Monitoraggio provvedimento stimolare famiglia verso l’assunzione di un ruolo attivo nella crescita proprio figlio; concretizza in atti di vandalismo, nell’utilizzo di sostanze stupefacenti in età sempre più precoce, nel fenomeno della dispersione scolastica, nel bullismo e nella precocità sessuale (il consultorio rileva un incremento del numero di interruzioni gravidanza tra le preadolescenti residenti nel distretto di Tirano superiore rispetto a quello del accompagnamento alla adolescenziale mediante fase alle lavoro supporto famiglie di minori del disagio e la promozione separazioni minorile precoce penale, che coinvolti:: di mediazione sociale per minori stranieri; nell’ambito di Tirano. Nell’anno 2009 i minori denunciati per aver commesso reati erano 4 che, . promuovere progettazione di attività d’informazione, animazione sensibilizzazione di pari; anni, tutti di nazionalità italiana, di questi 3 erano già in carico nell’anno precedente. Nel genitori dei 2010 gli utenti minorenni erano in totale 8, di cui 2 segnalati nell’anno 2010, sempre di il numero degli . coinvolgere ed attivare le risorse del territorio. .rafforzare la tra scuole e servizi sociali per la lettura, la rilevazione degli elementi di disagio nei minori e la gestione delle situazioni numero totale dei minori seguiti è 12, dei quali 2 già noti f. civile e 10 in f. penale, con 5 segnalazioni di reati sono pervenute nel 2011 dalla Procura della Repubblica al Tribunale per i Minorenni, di questi 3 sono di nazionalità italiana e 2 nati da un genitore italiano e uno straniero. più problematiche complesse collaborazione sociali (rette di accoglienza); nazionalità italiana. In riferimento al 2011 il riduzione di costi economici residenziali con conseguente inserimenti presso le strutture ridurre devianti; al momento dei fatti, avevano fra i 14 e i 18 e dei minori che compiono azioni educative funzioni il ed recupero delle riappropriazione sperimentazione di attività la promuovere Scuole, Sociali, minori soggetti a procedimenti penali seguiti o Oratorio, Fondazioni, carcerario Cooperative Consultorio, Comuni, Ufficio di Piano, Asl attori regime compiuto a di “reati bisogni minori”, non sono soggetti a avendo ai sottoposti rispondere riflessione si sottolinea l’aumento dei casi di del la . familiare; Forze dell’Ordine. educativa sostenere della qualità della vita, Associazioni, si . promuovere e favorire la problema restrittivo; Il per progetti; resto della provincia). A conferma di questa conflittuali. di operanti sul territorio situazioni disagio e di allontanamento prevenire . promuovere la prevenzione tratta di nuclei monoparentali o di genitori con la 9-10 anni di età in famiglie fragili, spesso si situazioni attinenti attivate con network crescita e di recupero; collaborazioni n. educativi ed opportunità di questi minori; percorsi raggiunti; innovativi n. interventi e risultati ad ed atte . promuovere l’offerta di nuovi intervento di affrontare le esigenze di devianza Indicatori per verifica sviluppare nuove strategie della devianza minorile, che coinvolge minori dai livello provinciale, è la precocizzazione del fenomeno a in anche ed ma intervento Tirano, Obiettivi prevenzione di da distretto e Un fenomeno che emerge dai dati relativi al minori Area Azioni/Processi promuovere Famiglia situazione area 33 annuale Monitoraggio minori specialistici; ASL e servizi che della coinvolga Minori Tutela tema riguardo al di distrettuale sovra confronto processo avvio di un e Famiglia Area area di linee guida comuni sui livelli minimi di finanziamento a sostegno dei Servizi Tutela. innovativa di collaborazione tra più ambiti, al fine di ottenere un Progetto verrà presentato in Regione, in quanto esperienza dato disponibilità a sostenere i costi inerenti la formazione. Il Il percorso è sostenuto dall’Amministrazione Provinciale, che ha (A.G., Forze dell’Ordine, enti gestori, scuole…) e il Terzo Settore. e restituzione con gli altri soggetti istituzionali del territorio attraverso il loro coinvolgimento diretto nel percorso; confronto Sert) e quelli dell’AO.VV. (Neuropsichiatria Infantile e CPS), prestazioni;collaborazione con i servizi dell’ASL (Consultorio e fasi:definizione di alla Tutela Minori. Si ipotizza di sviluppare il progetto in più istituzioni territoriali chiamate ad una corresponsabilità rispetto Tutela Minori stessi, gestiti dagli Uffici di Piano, e con le altre L’intento è quello di implementare la collaborazione tra i Servizi realizzazione di interventi nell’ambito della tutela minori. sviluppare forme di collaborazione inter istituzionale per la mira a predisporre un assetto organizzativo volto a rinforzare e inerente la tutela minori. Nello specifico il progetto sperimentale prestazioni sanitarie e socio sanitarie da garantire alla casistica condivise a livello provinciale sui livelli minimi e uniformi un “Progetto sperimentale triennale” per l’elaborazione di linee Provincia di Sondrio e l’ASL si sono accordati per la definizione di per i cinque Servizi. Il Coordinamento degli Uffici di Piano della e di fondo, che li accomunano, che possa portare stimoli positivi utile un confronto / scambio, soprattutto sugli aspetti trasversali organizzativa e funzionale, sono del parere che possa essere mandato istituzionale della tutela minori e la propria autonomia Morbegno, Sondrio e Tirano. I cinque Enti gestori, entro il fanno capo ai cinque Uffici di Piano: Bormio, Chiavenna, In Provincia di Sondrio sono cinque i Servizi Tutela Minori, che situazione Azioni/Processi da minimi livelli AOVV – UONPIA per i Gestori, Scuole Forze dell’Ordine, Enti Tribunale Ordinario Minorenni, Tribunale servizi specialistici; di coinvolgimento attivo collaborazione; Mentale e aspettative Dipendenze Dipartimento di Salute una alla Tutela Minori. specialistici ad e locali e condivisione servizi i Provincia di Sondrio con corresponsabilità rispetto evolutiva chiamate territoriali Dipartimento U.O.C. età - istituzioni ASL di Piano, e con le altre Minori – Famiglia, infanzia ed Tutela Piano Servizi Tutela Minori stessi, gestiti dagli Uffici Servizi tra di Uffici collaborazione i Gli attori coinvolti la . implementare sviluppo; instaurata sulla di sui linee n. soggetti coinvolti; collaborazione riflessione prestazione; comuni guida di . condividere ipotesi di definizione . analizzare snodi cardine; operativi presenti sul territorio; di modelli interventi base; definire gruppo di lavoro; . n. .condividere competenze; convocazioni Indicatori per verifica . ottimizzare risorse; Obiettivi confronto tra i diversi lavoro; istituzione gruppo di promuovere 34 annuale Monitoraggio Obiettivi sportive, associazioni oratorio) distretto di Tirano; relativi all’evoluzione del fenomeno sul nostro territorio evidenziano la rapida espansione del consumo di droghe e alcol, in particolare fra i riflessione, ricerca e condivisione. di attività e evolutiva Provincia fra il primo uso e al consumo indicata di e popolazione preadolescenziale ipercontrollo. adolescenziale” . e nella atteggiamenti di allarme di delega e di dipendenze forme di la prevenzione delle diverse vulnerabilità nei giovani da luogo ad tema dalle linee guida regionali per questo e su sopratutto ad identificare i fattori di confrontarsi a indicato adolescenti quanto ed secondo giovani droghe ed alcol da parte di selettiva prevenzione la difficoltà e l’inadeguatezza degli adulti l’accesso al Sert è di 12 anni, Il tempo di latenza dell’età; e di problematico sperimentazione di interventi dell’uso all’entità la la bassa percezione dei rischi è correlata all’esito reale rispetto un promuovere importante ad problematico dell’assunzione di sostanze. variabile Mentale con problemi di dipendenza; una L’aspetto rappresenta reinserimento delle persone dell’uso di tali sostanze. precocità volti normalizza all’interno di una “diffusa tolleranza” della AOVV – UONPIA Dipartimento di Salute percorsi di presa in carico, accompagnare non ostacola e argina il fenomeno, ma lo e favorire una dimensione sociale e culturale che, non solo Forze dell’Ordine Scuole e associazionismo Terzo settore condizione giovanile Osservatorio Provincia di Sondrio e Dip. FF.OO, Polizia Locale; Dipendenze terzo settore, scuola,AOVV, educative e dell’istruzione per età Famiglia, ed infanzia di ASL U.O.C. Sociale tra le diverse istituzioni anche e base Servizio di popolazione sono direttamente coinvolti in Asl – diversi ambiti di vita. Sempre più ampi segmenti fra progettuali che rafforzino la realizzazione interventi; Piano collaborazione nel di Servizi Tutela Minori, Ufficio Gli attori coinvolti seminario divulgativo; promozione di collaborazioni operanti della favorire l'integrazione degli dipendenza; coinvolgono profondamente gli adulti, nei loro giovani e giovanissimi, le cui conseguenze (scuole, stakeholders precoce di sostanze legali ed illegali, i dati e di processi amministratori agli provinciale, un utilizzo sempre più diffuso e Costruire abuso. incontri fenomeno ed formativi ed informativi rivolti percorsi di triennio 2009-2011 si è registrato, a livello comportamenti di nell’ultimo zona di diffondersi particolare conoscenza aggiornata del col dipartimento dipendenze priorità provinciali della programmazione di in soddisfare il bisogno di una Promozione, in collaborazione Il tema dell’adolescenza a rischio rientra tra le il fronteggiare 2012-2014, Indicatori per n. incontri realizzati, da verifica Azioni/Processi promuovere Giovani: situazione area 35 Annuale Monitoraggio adeguate alle sue possibilità; all’a.s. 2011-12. col continuità progetto di vita in all’autonomia, eliminando frammentazione in risorse tenendo le provincia e la scuola; che hanno terminato gli studi e che dovrebbero della media, la valutazione delle situazioni e famiglie; Le persone e le famiglie chiedono di essere accolte, inserite e accompagnate, soprattutto in concomitanza con i passaggi da una fase all’altra della vita. definizione di procedure per di essere meglio orientate all’interno della rete. l’accompagnamento delle interventi livello deve garantire e sanitario, scolastico a loro progetto di vita. per il raggiungimento del alle persone con disabilità lavorativo, riabilitativo, assistenziale, servizi, che la rete integrata dei degli per l’analisi della casistica e la organica informazioni sull’offerta esistente e la richiesta ottenere dell’AOVV– UONPIA e dell’ASL di maggiori l’esigenza famiglie servizi rappresenta la definizione i sistematico con avvio quindi, Emerge dalle persone con disabilità e dalle loro che Individuale, . promuovere Il Progetto grave). gravità (lieve, acquisire la propria autonomia. confronto di disabilità cercare di immettersi nel mondo del lavoro per un il servizio fragilità dell’ASL, la di neuropsichiatria infantile, con disorientamento nei confronti di questi ragazzi, la scolastico a volte si verificano situazioni di disabili collaborazione alunni implementare degli si scolastico ricollega al fatto che, al termine dell’obbligo livelli personali, .valorizzare del sistema dei servizi; l’attuale risposta, contesto la offra considerazione dei diversi con che unitarietà e continuità nella e Piano Sociale di – e di cooperative associazioni centro impiego. operanti nel settore; e Mentale; Dipartimento di Salute AOVV – UONPIA Provincia di Sondrio ASL servizio fragilità base Servizio Ufficio Gli attori coinvolti realizzate domanda n. che parta dall’ascolto della collaborazioni Indicatori per verifica . creare un circolo virtuoso Obiettivi La tendenza a prolungare la permanenza nel di socializzazione per il disabile o alunni disabili, dall’anno scolastico 2008-2009 lavorative orientare le famiglie verso scelte incremento pari al 33% della frequenza degli post- Nel distretto di Tirano la scuola registra un quello ed a benessere 148 per continuo volto al n. scolastico; a scuola 2000-2001 nell’anno 2011-2012; in scolastico nell’anno lavoro e famiglia, percorso secondo grado, ove si è passati da n. 62 iscritti giovane-scuola- un passaggio dal mondo della alunni con disabilità, in specifico, della scuola di situazione disabile il famiglia) crescita nell’utilizzo della scuola da parte di consentire creare rete informativa tra soggetti (enti-terzo settore e In provincia di Sondrio di rileva una costante tra Raccordo da Area Disabili Azioni/Processi promuovere situazione area 36 Annuale Monitoraggio appropriati proprie esigenze; “dipendenza” la percorsi flessibili; progetto di vita autonoma e di indipendenza delle potenzino gestione confini del mero accudimento. di certo sempre più critico l’inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti disabili. azione di sistema nell’ambito consapevoli, vita, il una rete sulla Piano – settore; di Piano – inserimento lavorativo” sociali; categorie; cooperative di Organizzazioni di ed servizio fragilità; DPL; “mediazione Inps, Inail, AOVV, ASL sviluppo di azioni specifiche anagrafi dei Comuni;; Provincia di Sondrio; ASL servizio fragilità Servizio Sociale di base Ufficio Gli attori coinvolti n. incontri tavoli Associazioni Familiari. nel e associazioni operanti Fondazioni,cooperative ASL servizio fragilità lavorativo”: sensi L.68/99 persona con disabilità ai mirati degli lavorativo progettazioni interventi nelle dell’inserimento .Creare di Servizio Sociale di base Ufficio Gli attori coinvolti attivate n. collaborazioni Indicatori per verifica inserimento dello strumento di tirocinio; sperimentazione dell’utilizzo al ed e di lavoro accordi “mediazione di collaborazione definizione definizione buone prassi; costituzione tavolo tecnico; forme di intervento. nella famiglie; settore sperimentazione di nuove Terzo .collaborazione con ASL e esclusione sociale; superamento dello stato di e promuovendo l’auto-realizzazione di rispetto al proprio progetto scelte problematiche da parte delle diverse di disabili lavoro del sentirsi parte della società la crisi attuale rende priorità Provinciali Piano Il lavoro consente alle persone con disabilità di con Integrazione indipendenza capacità le promuovere percorso di sviluppo della persona e che supera i un mantengono livello dalle figure genitoriali, che costituisce il naturale la disabilità nonostante che più funzionali a progettare rappresentare un’occasione in cui realizzare quel azioni cercando modalità che siano alternative e possibilità abitative, che possano esclusivamente persone ridotta della famiglia di che bisogni delle non rispetto alla casa altre in carico da parte dei servizi abitative a modo incontrati e a mettere in ai in finalizzata personalizzato rispondere persona, della grado la persona di fare alle più globale distribuita rispetto e carico -Promuovere la presa in Obiettivi possa però essere maggiormente articolata, più dipendenza servizi famiglia e centro speciale, ed offrire soluzioni situazioni questa dei conoscenza rimodulare la forma di presa di necessaria, la tra e flessibili di persona disabile ha una sua condizione di percorsi realizzazione la fruizione che verso assumendo percorsi di noi” volte alla dove, campo dal sistema dei servizi, devono costruire del “prima e dopo flessibili persona e della sua famiglia delle persone con disabilità le azioni messe in della accompagnamento Considerando l’aumento dell’aspettativa di vita considerazione da Area Disabili Azioni/Processi promuovere situazione area 37 Annuale Annuale Monitoraggio attuazione condivisi, già esistenti. rappresentano il 12% della popolazione residente in e protocolli ASL assistita e condividere coi vari servizi coinvolti forme di regia protezione e sicurezza. momenti della rete e tutte le valutazione in ASL Integrazione con famiglie e delle di nuovo assistenza del domiciliare integrata. modello Condivisione di cura più appropriate; relative scelte di assistenza e dell’invecchiamento e della familiare domiciliari d'offerta dei servizi frammentazione della rete Superamento contesto socio ambientale di vita; le del sue dimensioni tenendo conto bisogno lettura . sviluppare strumenti di famiglie; delle persone e delle loro attrezzino nell’evolversi a volte rapido dei servizi di “prendersi cura” capacità dell’anziano); facilmente di gli . sostenere e sviluppare la persona fragile; del sostegno di di fase accessibili che supportino e gestione e nella degli dimissione ospedaliera della interventi integrazione . creare maggior sinergia ed Obiettivi bisogni nella (conflitti accompagnamento crisi incentivare forme dei percorsi di presa in carico; di di (ospedale-casa) e passaggio nei persona autosufficienti con crescenti bisogni di cura, esiste, della rete familiare della laddove non e non) a supporto, soggetti bisogni di dimostrano l’aumento valutativo della necessità e dare importanza al momento di con I dati relativi ai servizi sociali e socio-sanitari dimissioni rafforzare e protette (segnalate di particolare nei casi autosufficienti nell’ambito. A.O.V.V., mediante la reale con età superiore ai 65 e 75 anni, al 31/12/2011 gli anziani over 75, i così detti grandi anziani, di non Interventi a favore anziani conferma il progressivo aumento degli anziani consolidare la collaborazione L’andamento demografico nel distretto di Tirano autosufficenti da Area Anziani e non Azioni/Processi promuovere situazione area casi attori coinvolti ASL/UdP assistenziale comune n° di PAI con percorso domiciliari; A.O.V.V. U.O. fragilità e cure Ufficio di Piano; ASL Gli maniera coordinata; ospedaliera seguiti in n. dimissione Indicatori per verifica 38 semestrale Annuale Monitoraggio settore, interventi a sostegno dei familiare. formare e spesa, farmaci,pasti,- assistono domiciliare delle che si prendono cura degli persone e le famiglie in una condizione di del caregiver assume in pieno questo concretizza in un'ottica di individuarne i bisogni di cura e le risposte più adeguate per farvi fronte; favorire il reale protagonismo della famiglia; progressiva perdita di autonomia comporta. a ad disposizione congiunto, e fragili, spezzati o di responsabilizzazione; percorsi di emancipazione e accompagnare le famiglie in consentano sociali legami favoriscano il consolidarsi di strumenti e condizioni che mettere proprio cura", vita. si come e dei di tutti i cittadini. condizione "normale" di vita intesa significato, Preoccuparsi domiciliarità di "naturali" dei propri contesti risorse quelle di tipo relazionale, che la situazione di le "prendersi potenziando del quelle di tipo socio-assistenziali e sanitarie a scelte e di sostegno le accompagnamento affrontare assistenziali che riguardano il gestione di una molteplicità di esigenze, da dover fragilità legata al carico di cura in sé ed alla di forme che sviluppano la filosofia . valorizzazione esperienze a domicilio. promuovendo le famiglie, che si trovano a supportare accompagnare e La disabilità connessa all’invecchiamento pone le valorizzare il ruolo caregiver un ruolo di supervisione. domicilio; anziani non autosufficienti qualificare l'azione di coloro professionisti, mantenendo servizi come formatori di non a etc. ) permanenza solo promuovere, persone, preoccupandosi di carico . investire sulla presa in consentendogli la e sostenere, forme di aiuto a chi aiuta; che proporre i professionisti dei esigenze manutenzioni, momenti di semplice compagnia domicilio- alle dell’anziano attori coinvolti e attori coinvolti A.O.V.V.; Terzo settore. domiciliari; U.O. fragilità e cure Ufficio di Piano; ASL Gli n. famiglie supportate volontari. ed settore A.O.V.V.; associazionismo cooperative Terzo domiciliari; U.O. fragilità e cure Gli Ufficio di Piano; ASL frequenta volontari che abitualmente. luoghi volontari/familiari coinvolti/caregiver n. ascolto dei familiari e dei a ed varie riferimento, n. incontri realizzati gratuite a preparazione finalizzati di proprio vicino alle persone ed ai contesto nel all’anziano la iniziative di prossimità (ad esempio consegne di promuovendo permanenza . consentire Indicatori per verifica forme progetti caregiver Terzo Obiettivi Si ritiene di dover promuovere e valorizzare le a venire incontro volta di una servizi di trasporto e accompagnamento, piccole volontariato rete supportare a destinati di cui la persona anziana non ha alcun sostegno progetti promozione cooprogettare, in anziani si registra un aumento le situazioni in col collaborazione Alla luce delle analisi fatta all’interno del tavolo autosufficenti da Area Anziani e non Azioni/Processi promuovere situazione area 39 Annuale Annuale Monitoraggio popolazione, promozione Piano;Servizio sociale di base; Segretariato sociale dei Comuni; numero sempre maggiore di famiglie; promuovere con le assistenti sociali, segretariato sociale agenzie operanti nel settore, momenti di scambio di informazioni su strumenti primari. Il costante aumento delle situazioni di povertà coinvolge non solo gli immigrati, ma i ‘nuovi poveri, di cui fanno parte soprattutto le persone che negli ultimi anni hanno perso il posto di nuclei quotidiana lavoro, monoreddito e le famiglie monogenitore, si registra sostegno di adulti che di familiare emarginazione. Esaminare significative Altro problema emergente è quello dei nuclei familiari con situazioni di sfratto o che si trovano Promozione forme di housing sociale e fenomeno. cooperative sensibili a tale tale maggiore difficoltà. a sensibili fenomeno. associazioni, fondazioni risorse proprie, a far fronte alle situazioni di e housing sociale, coinvolgendo problematico e vede i Comuni impegnati, con e cooperative attori di coinvolti esperienze esperienze settore, impiego; di coinvolti settore, base;Comuni ni, cooperative. Associazioni,fondazio Terzo di Piano;Servizio sociale Ufficio Gli promosse; fondazioni ad n, supporto cultura dell’ospitalità esaminate; n. sul co-abitare e forme di la nuove forme di abitare basate verso locazione. Il fenomeno appare particolarmente sensibilizzino . promuovere iniziative che in difficoltà a far fronte al rincaro delle spese di alle Parrocchia. Terzo Centro attori associazioni, relative esperienze di dei di lavoro. a rischio rispetto sociale utilizzati soggetti persone territorio, dell’inclusione delle del si rivolgono al Comune per un aiuto nella ricerca aumento i del e le alle tematiche del lavoro e un numerose, referenti piccoli, donne e uomini ultra cinquantenni) che infatti famiglie ed alla soddisfazione dei bisogni difficoltà (invalidi civili ed INAIL, donne sole con figli e/o personale. disagio situazioni attraversano le Ufficio economiche affrontate da un alla gestione delle attività relative alla vita a orientativi i Gli delle problema lavoro e il problema di sostenere le spese legate ed informativi e di povertà; situazioni d’emarginazione in collaborazione difficoltà al riferimento particolare in particolare le criticità emerse soggetti del Terzo Settore con n interventi promossi n famiglie sostenute nel territorio di Tirano interessano la perdita del di prevenendo Indicatori per verifica percorsi particolare periodi le persone appartenenti a fasce deboli della di . supportare le famiglie in Investire sul governo della rete e dei rapporti con i L’attuale crisi economica penalizza ulteriormente Povertà Obiettivi Adulti in difficoltà da Area Azioni/Processi promuovere situazione area 40 Annuali Annuali Monitoraggio biblioteche. promuovere relazionali uomini in particolare a partire dagli ultimi anni. civica) che nel e norme isolamento. disagio e a per livello nazionale vigenti tradizioni e al di convivenza ; regole rispetto delle responsabilizzazione sviluppare senso civico e di comunale di alla conoscenza accompagnamento di di donne provocando percorsi nuovo facilitano l’ esperienze soprattutto per le promuovere per partecipazione contesto culturale; inserimento la integrazione interculturale e registra prolungarsi tende a di periodo assestamento il spesso d’inserimento, difficoltà trovano genere mostra una diminuzione nella quota degli attori con le delle famiglie di interculturale; mentalità confronto .favorire lo sviluppo di una straniere; relazioni miglioramento di coinvolti base; nel Terzo scuole, settore,operante di Piano;Servizio sociale Ufficio settore, Gli alla vita locale; si il nel mandamento di Tirano la composizione di di Inoltre, analogamente alla provincia di Sondrio, stranieri genere, per gli l’attivazione durante tale fase il educazione riguarda strategie facilitare attraverso un’immigrazione equilibrata tra uomini e donne. quanto e nelle straniere italiano locali donne (insegnamento comunità delle stranieri 1258 stranieri pari al 4% della popolazione totale . Per fase contano n. interventi sostenuti degli si accoglienza, Indicatori per verifica d’ingresso 31/12/2011 di il miglioramento delle politiche . Obiettivi alla al particolare al coinvolgimento stranieri, sostenere azioni destinate in nella nostra provincia per la presenza di L’ambito territoriale di Tirano è al terzo posto legato problema da Immigrazione Azioni/Processi promuovere situazione area 41 Annuale Monitoraggio 2.2 MANTENIMENTO E SVILUPPO DEI SERVIZI IN GESTIONE ASSOCIATA Di seguito vengono indicate, distinte per area, le piste di lavoro già avviate in questi anni che è significativo mantenere o migliorare, attorno alle quali vi possono anche già essere in atto situazioni di tavolo o di coordinamento. COMUNICAZIONE MIGLIORAMENTO COMUNICAZIONE/ INFORMAZIONE AL CITTADINO E AGLI OPERATORI DEI DIVERSI SERVIZI Portare a termine la realizzazione della Carta dei Servizi Sociali dell’Ambito Territoriale di Tirano, per offrire un’ampia panoramica dei principali servizi socio-assistenziali a disposizione dei cittadini, gestiti dall’Ufficio di Piano e rientranti nel progetto di consolidamento appaltato ad Ippogrifo, fornendone una sintetica descrizione che includa la prestazione, le finalità e le modalità di attivazione. Il documento verrà reso disponibile nei Comuni anche in versione cartacea, per consentire una facile consultazione a disposizione degli utenti, dei famigliari e di tutti coloro che hanno la necessità di orientarsi nel complesso sistema dei servizi, Tutti i servizi saranno raggruppati sia per area di intervento che per tipologia. Obiettivo della Carta dei Servizi Sociali è che possa rappresentare uno strumento di dialogo e partecipazione dei cittadini, ma soprattutto uno strumento per rendere il più possibile fruibile e accessibile l’offerta di servizi e migliorarne la qualità. In quest’ottica verrà migliorato anche l’utilizzo del sito internet sia per pubblicizzare bandi e regolamenti che per valorizzare e rendere visibili gli interventi sociali attivati nel distretto. Un altro aspetto che andrà in parte ricostruito in parte incrementato è la collaborazione con i referenti del segretariato sociale dei comuni dell’ ambito, con i servizi pubblici e privati del territorio e con quelli gestiti dal terzo settore attraverso l’individuazione di momenti di incontro e confronto su questioni comuni sia in occasione dei tavoli d’area che di gruppi di lavoro più ristretti. MINORI E FAMIGLIE 1. Valorizzazione interventi socio-educativi extrascolastici per minori ed a sostegno delle famiglie volti alla conciliazione tempi di vita e di lavoro; promuovendo un maggior raccordo tra la rete dell’offerta. In linea con l’accordo di collaborazione per costituzione rete territoriale ex d.g.r. 381/2010; 2. Continuare la promozione piano nidi azione "Acquisto da parte del sistema pubblico di posti già autorizzati nel sistema privato" DGR 3 febbraio 2010 N.VIII/11152; collaborazione con la Provincia per raccolta fabbisogni formativi servizi prima infanzia e nella realizzazione di tali percorsi; 3. Mantenere una consultazione periodica tra tutti i soggetti del terzo settore, le scuole e l’Ufficio di Piano che garantisca un livello informativo e di scambio e confronto sulle attività e progetti in corso nell’area di riferimento; 42 4. Mantenimento e monitoraggio degli interventi di supporto alle famiglie: Assistenza Domiciliare Minori, Spazio Neutro: ciascun minore è inserito in una complessa rete di relazioni delle quali occorre occuparsi. E’ necessario pertanto lavorare sia direttamente con il minore e la sua famiglia, ma anche con il contesto più ampio, che comprende la Scuola, i Servizi Socio-Sanitari, la Comunità in genere. 5. Mantenimento dell’equipe integrata della Tutela Minori e Convenzione con ASL: L’UdP di Tirano è stato delegato dai Comuni del predetto ambito territoriale per la gestione delle competenze relative alla seguente casistica: minori non riconosciuti alla nascita; minori in stato di grave pregiudizio per i quali va attivato un provvedimento amministrativo d’urgenza (art. 403 c.c.); minori per i quali è da prevedersi l’affido consensuale; minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. La Convenzione con ASL e UDP rappresenta l’atto che sancisce formalmente l’accordo tra gli Enti per garantire una elevata integrazione tra le prestazioni socio-assistenziali (garantite dagli assistenti sociali) e quelle sanitarie e socio-sanitarie (garantite dagli psicologi) e la presa in carico unitaria della casistica della Tutela Minori, attribuendo all’Ufficio di Piano il coordinamento e la regia dell’équipe integrata per la gestione dei progetti di tutela. L’ASL compartecipa al costo dell’équipe, riconoscendo per lo svolgimento delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie di competenza dello psicologo, un importo derivante dalla valorizzazione delle prestazioni sanitarie sulla base del tariffario della specialistica ambulatoriale e del numero di minori e dei nuclei familiari a favore dei quali sono state erogate le suddette prestazioni. La gestione integrata, così come sopra descritta, in capo all’Ufficio di Piano delle funzioni di Tutela Minori permette di ricomporre in una progettualità condivisa gli interventi a favore dell’utenza, favorendo la presa in carico unitaria e la continuità di rapporto con le famiglie e i minori. La Convenzione prevede l’istituzione di una Cabina di regia, composta dai Responsabili dei cinque Uffici di Piano, dal Direttore del Dipartimento ASSI, dal Direttore dell’U.O.C. Famiglia, Infanzia ed Età Evolutiva e dal Responsabile dell’U.O. Coordinamento Amministrativo della Direzione Sociale, con compiti di valutazione e monitoraggio dell’attività di Tutela Minori, raccolta e confronto dati sulla casistica, attivazione di servizi e iniziative a supporto dell’attività stessa. La Convenzione ha durata annuale e potrà essere rinnovata, di comune accordo tra le parti per il successivo biennio, previa verifica del permanere delle condizioni indicate nel documento stesso. Centro adozione: nella convenzione vengono inoltre individuate le competenze del Centro Adozione Provinciale, gestito dall’ASL, con delega da parte degli Uffici di Piano per le prestazioni sociali. Al Centro Adozione afferiscono tutte le attività inerenti all’adozione nazionale ed internazionale compresi i compiti di tutore per i minori stranieri collocati a scopo adottivo per l’intero territorio provinciale. L’Asl – U.O. Famiglia, infanzia ed età evolutiva - assicura il funzionamento del Centro Adozione e sostiene tutti gli oneri relativi alla figura dello psicologo. Gli oneri previsti per l’assistente sociale sono a carico degli Enti Locali. 6. Convenzione per la gestione del Servizio Affido in capo a Cooperativa Ippogrifo: la rete degli attori dell’affido familiare della Provincia di Sondrio e in particolare gli Uffici di Piano della Provincia di Sondrio, l’Associazione Una Famiglia per l’Affido e la Cooperativa sociale Ippogrifo hanno condiviso la necessità di continuare ad operare per sostenere azioni nel campo dell’affido familiare e, in particolare, garantendo la continuità del Servizio Affidi Minori e Famiglie e favorendo lo sviluppo di iniziative finalizzate a sostenere le famiglia 43 affidatarie nello svolgimento delle loro funzioni; I suddetti attori per rispondere a tale esigenza hanno condiviso e definito: a) le attività che il Servizio Affidi Minori e Famiglie deve svolgere nell’ambito delle proprie funzioni; b) il progetto denominato “SOS affido” per il quale si è ottenuto finanziamento nell’ambito del Bando Regionale ai sensi della DGR 28.07.2011, n. 2055, per la promozione di progetti per sostenere, incentivare e sviluppare politiche regionali volte a favorire la famiglia e la conciliazione; 7. Sottoscritta Convenzione con Centro di Pronto Intervento: Il C.P.I. è un servizio residenziale che opera nei casi in cui si renda necessario fornire una proposta di accoglienza immediata e temporanea favore di minori e/o madri con minori , sottoposti a provvedimenti di tutela in attuazione della normativa vigente. L’attività del C.P.I. di cui all’Art. 1 risponde in prima istanza a bisogni inderogabili di carattere primario dei minori, per garantire accoglienza, nutrimento, socializzazione ed interventi socio educativi adeguati alla condizione di ciascuno. Possono essere inseriti al C.P.I.: o minori maschi che alla data di ingresso abbiano un’età compresa tra i tre e gli undici anni; o minori femmine che alla data di ingresso abbiano un’età compresa fra i tre e i diciotto anni. 8. Rete di Conciliazione: partecipazione alla rete ed implementazione azioni di conciliazione nell’Ambito Territoriale di Tirano: L’occupazione femminile in Lombardia (56,6%) è superiore alla media nazionale (47,2%) vicino all’obiettivo prefissato dall’Unione Europea (60%) – ma tale risultato non si traduce in una completa parità nel mondo del lavoro: quasi una donna su 5 (il 20% circa) lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio (500mila nel 2009 secondo gli ultimi dati dell’analisi sulla forza lavoro femminile e maschile in Lombardia, e solo nel primo anno di vita del bambino). Secondo le stime ufficiali Istat, in provincia di Sondrio il tasso di occupazione è diminuito dal 66% del 2009 al 64,3 % nel 2010 e tale contrazione interessa tanto la componente maschile (dal 74,1 del 2009 al 72,4 del 2010) quanto la componente femminile (dal 57,7 del 2009 al 56 % del 2010). Inoltre, il tasso di disoccupazione generale è passato dal 4,4 % del 2009 al 6,5% del 2010 ed è sensibilmente più elevato per le donne che dal 4,3% del 2009 è passato all’8 % del 2010. Questi dati vengono riportati per evidenziare quanto sia importante garantire la sostenibilità delle azioni da intraprendere per favorire lo sviluppo di una nuova progettualità e di una responsabilità diffusa sul tema conciliazione vita-lavoro, attraverso la co-progettazione e la sottoscrizione di accordi operativi territoriali. Anche in provincia di Sondrio è stato sottoscritto “l’Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete territoriale di conciliazione famiglia-lavoro” firmato dall’ASL, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dalla Consigliera di parità provinciale e da tutti i presidenti delle Assemblee dei Sindaci. Con questo accordo si “intende imprimere un adeguato sviluppo alla valorizzazione della famiglia come soggetto attivo e come risorsa imprescindibile del welfare, attivando un complesso di azioni e di interventi rivolti a donne e uomini di diverse generazioni, promuovendo ogni intervento congiunto teso al miglioramento della conciliazione famiglia-lavoro, attraverso la collaborazione tra persone, famiglie, associazioni, mondo del terzo settore, enti e istituzioni a livello locale e in particolare attraverso la collaborazione con il sistema imprese e le parti sociali”. 44 Obiettivi da raggiungere valorizzando le risorse territoriali nelle tre aree principali del lavoro, della formazione e dei servizi promuovendo i seguenti interventi: • Armonizzazione della programmazione territoriale attraverso l’integrazione delle politiche di conciliazione con gli altri strumenti della programmazione locale; • Programmi di informazione/formazione che contribuiscano alla diffusione e rafforzamento della cultura della conciliazione; • organizzazione e coordinamento dei servizi e delle prestazioni per migliorarne l’accessibilità in base a costi, orari, logistica e mobilità; L’Ufficio di Piano partecipa al Tavolo provinciale per la conciliazione, contribuisce a dare attuazione al piano d’azione territoriale ed in particolare ad armonizzare la programmazione dei servizi ai principi della conciliazione famiglia, promuove la partecipazione degli enti locali ai bandi che verranno promossi a livello territoriale, collabora con gli enti partner. Nel 2012 sarà data attuazione ai progetti finanziati sul bando 2011 e verranno individuate nuove iniziative da sperimentare sui prossimi bandi in tema di conciliazione. A livello provinciale verrà promosso lo sportello conciliazione e verranno individuate iniziative finalizzate alla promozione del tema della conciliazione nelle aziende locali. I GIOVANI 1. Continuare a promuovere la partecipazione dei giovani alla vita di comunità e sostenere i programmi relativi alla creatività giovanile e all’occupazione. Regione Lombardia promuove, attraverso le linee di indirizzo, approvate con la d.g.r. 2508 del 16 novembre 2011, un modello sperimentale di governance per le politiche giovanili, che riconosce il ruolo centrale del territorio e dei Comuni, in rete con altri soggetti pubblici, e del privato sociale. I giovani vanno considerati non semplici destinatari di servizi ma soggetti attivi e propositivi, inoltre dato che rappresentano un target trasversale a tutte le politiche, tale caratteristica richiama alla necessità ed alla responsabilità di una maggiore convergenza e integrazione ai diversi livelli di intervento, che comprenda il coinvolgimento di soggetti altri rispetto a quelli tradizionali. In continuità con le iniziative progettuali a valenza territoriale, attuate nello scorso piano di zona nel distretto di Tirano ed in linea con i principi di riferimento indicati nelle linee di indirizzo delle politiche giovanili, ci si pone la finalità di sviluppare le competenze alla vita dei giovani apprese in ambiti complementari ai sistemi educativi e formativi non tradizionali, creare opportunità per lo sviluppo della creatività, promuovere lo sviluppo dell’autonomia e della responsabilità attraverso l’aumento delle occasioni per la transizione alla vita adulta che possano valorizzare anche la capacità imprenditive dei giovani; quanto indicato appare realizzabile a partire dal riconoscimento dei sistemi sussidiari e puntando alla condivisione con gli stakeholder territoriali; I processi che si intendono promuovere: − sostenere una programmazione locale differenziata, ma non frammentata con una forte attenzione a lavorare per obiettivi e mettere a sistema le diverse iniziative, evitando du45 plicazioni di intervento e favorendo la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse (in linea col Programma Regionale di Sviluppo per la IX Legislatura , approvato con d.c.r.n.56 del 20 settembre 2010); −sviluppare un approccio progettuale e di intervento capace di leggere l’intera filiera dei processi (dalla fase dell’analisi delle esigenze, a quello dell’accesso alle opportunità, a quello della qualificazione delle dotazioni, a quello dell’autonomia e della produzione); -sviluppare connessioni, integrazioni e sinergie di obiettivi, di metodi, di strumenti e di risorse, -far evolvere le politiche giovanili da “politiche a progetto” a politiche stabili e strutturate; - promuovere la ricercare di nuovi canali di finanziamento per la presentazione di progetti con ampie partnership territoriali; 2. Adesione al progetto Fuori Luogo: rientra nel "Piano Regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e delle loro famiglie" (ex dgr 9502/09) ed è sviluppato in collaborazione con gli Uffici di Piano dei distretti di Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano e Bormio, il Centro di Servizio per il Volontariato LA.VO.P.S. e il Consorzio Sol.Co. Sondrio. Un progetto che prevede interventi di prevenzione, accompagnamento e sostegno per minori con comportamento a rischio e le loro famiglie. Si rivolge a minori, famiglie, servizi territoriali, forze dell'ordine, scuole, realtà aggregative del territorio e a tutta la cittadinanza con l'obiettivo di contribuire alla promozione della cultura della legalità, della responsabilità individuale e sociale e alla prevenzione di comportamenti antisociali, in particolare nell'adolescenza. 3. Si prevede di mantenere Il Tavolo d’area (minori e famiglia) che rappresenta: - uno strumento concreto per coinvolgere tutti gli attori del territorio nel processo di progettazione e attuazione delle politiche a favore delle nuove generazioni, secondo una logica di sussidiarietà e responsabilità, tanto più necessaria e opportuna in considerazione della trasversalità del target giovanile;- una sede permanente per promuovere l’incontro e il di confronto e coordinamento raccordo tra soggetti preposti alla programmazione e alla gestione del governo delle politiche giovanili e per favorire uno sviluppo organico degli interventi;- uno strumento di promozione per affrontare un percorso partecipato di confronto, riflessione e valorizzazione delle esperienze riguardanti il mondo giovanile;- uno strumento di informazione e comunicazione per migliorare la sinergia e l’integrazione tra le diverse azioni riferite alle politiche giovanili;- un ambito di osservazione e approfondimento dei fenomeni e dei fattori di sviluppo e cambiamento. 4. Ampliare il confronto tra i diversi servizi e soggetti che a vario titolo si occupano di preadolescenti e adolescenti a rischio, per condividere una lettura del problema e costruire ipotesi di lavoro convergenti; 46 DISABILITA’ 1. Promozione di iniziative ludiche ricreative comunitarie per il tempo libero comprendenti proposte che prevedano e consentano la partecipazione delle persone disabili, che consentano inclusione e miglioramento delle competenze sociali. Promuovendo e valorizzando tutte le iniziative sociali, culturali, turistiche e imprenditoriali che prevedano un’attenzione specifica a garantire condizioni di pari opportunità a tutte le persone con disabilità e siano volte ad aumentare il livello di accessibilità e fruibilità dei servizi e delle strutture pubbliche e private; 2. continuare e la collaborazione con l’Amministrazione Provinciale per la realizzazione di interventi a favore di disabili sensoriali (ai sensi dell’art. 5 Legge 67/1993); costruzione azioni sinergiche sulle attività assistenziali a favore dei disabili sensoriali: mantendo costanti contatti tra provincia con gli operatori degli uffici di piano per i casi in carico; incrementando la collaborazione con i Comuni, le scuole e la neuropsichiatria infantile per consentire un maggior raccordo degli interventi rivolti ad alunni con disabilità. 3. Collaborazione con Provincia per la sperimentazione di buone prassi negli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate (disabili L 68/99, e L. 148/2001), promuovendo azioni di sistema su piano di lavoro Piano disabili 2010/2012, per creare una rete con gli uffici di piano e la provincia; 4. Sviluppare e revisionare strumenti di inserimento lavorativo presenti sul territorio in particolare la formula relativa alla borsa lavoro; 5. Stipulata Convenzione triennale per il pagamento dei contributi economici per l’integrazione delle rette di frequenza ai centri diurni per persone con disabilità (C.D.D.) San Michele e Beata Chiara Bosatta gestiti dalla san Michele società cooperativa sociale di Tirano; 6. Centri socio educativi: revisione/ mantenimento con analisi puntuale appropriatezza ingressi da parte del servizio sociale di base. Analisi congiunta ASL/Uffici di Piano/Terzo Settore dei dati sulla disabilità per una programmazione di medio/lungo periodo dei servizi rivolti ai disabili, risulta necessaria soprattutto in considerazione dei cambiamenti registrabili nei percorsi intrapresi dalle famiglie di persone disabili (rapporto con le associazioni, prolungamento presenza nella scuole, utilizzo ed articolazione della rete d’offerta); 7. Sottoscrizione accordo operativo ha per oggetto la realizzazione di un sistema integrato della protezione giuridica delle persone fragili in provincia di Sondrio, condiviso con L’ASL, l’AOVV-Dipartimento Salute Mentale, gli Uffici di Piano di Sondrio, Morbegno, Chiavenna, Tirano e Bormio e l’Associazione FAD. La legge 6/2004, introducendo l’art. 406 c.c., attiva nuovi livelli di responsabilità, attribuendo uno specifico ruolo ai servizi sanitari e sociali direttamente impegnati nella cura ed assistenza della persona che, ove a conoscenza di fatti tali da rendere opportuna l’apertura del procedimento di amministrazione di sostegno, sono tenuti a proporre al Giudice Tutelare il ricorso o a fornirne comunque notizia al Pubblico Ministero; L’ Uffici di piano si impegnano a: -collaborare con l’Ufficio di Protezione Giuridica dell’ASL al fine di promuovere interventi in un’ottica di rete, per evitare sovrapposizioni e per rendere gli interventi maggiormente efficaci; -svolgere attività di orientamento e promozione dell’istituto dell’AdS nei confronti dell’utenza afferente al servizio; 47 -promuovere lo strumento dell’AdS coi referenti dei servizi del territorio all’interno del progetto individualizzato della persona in carico; -promuovere il ricorso o l’ invio della segnalazione da parte degli operatori per situazioni più complesse; -affiancare l’utente e l’Amministratore di Sostegno nella realizzazione delle azioni previste dal decreto laddove richiesto; -ricerca e sensibilizzazione di persone disponibili a svolgere il ruolo dell’AdS; 8. Proseguimento della collaborazione tra UdP e U.O. Fragilità dell’ASL sarà in particolare rivolta alle seguenti priorità che rientrano nel Piano d’azione Locale: Salute e Assistenza: sostegno alla famiglia nell’accoglienza e nella cura; sostegno alle persone con disabilità nel loro progetto di vita; accompagnamento della persona e della sua famiglia; garantire la continuità di risposta lungo tutto l’arco della vita; Educazione accrescere la qualità delle prestazioni offerte e di rafforzare l’importante ruolo e l’azione svolta per favorire l’integrazione scolastica; Accessibilità, fruibilità e mobilità garantire reale accessibilità e fruibilità dei servizi; costruire una rete integrata dei servizi; Lavoro favorire il consolidamento della rete dei servizi per il lavoro pubblici e privati che accompagnano e sostengono le persone con disabilità e realizzare interventi utili a promuovere una più consapevole cultura dell’inserimento lavorativo all’interno delle organizzazioni pubbliche e private, profit e non profit. 9. Collaborazione Dipartimento di Salute Mentale per sviluppare la definizione degli aspetti organizzativi ed operativi adottati ed applicati nelle singole realtà distrettuali per la gestione di situazioni complesse di comorbilità: patologia psichiatrica in persone in situazione di disabilità ed integrazione tra Enti Locali e ASL per la gestione integrata delle problematiche connesse alla salute mentale. 10. Collaborazione col Gruppo di lavoro, volto al proseguimento degli obiettivi del progetto Lavoro & Psiche per l’inserimento pazienti psichiatrici nelle aziende supportati dal lavoro dei “coach”; per favorire l’integrazione lavorativa di persone affette da disturbi psichici, attraverso interventi finalizzati ad integrare le risorse del territorio e a far crescere fra gli operatori psichiatrici una cultura della riabilitazione attraverso il lavoro. NON AUTOSUFFICIENZE 1. Continuare la promozione del bando per l’erogazione di titoli sociali a favore di disabili e anziani residenti nell’ambito territoriale di Tirano curati a domicilio da assistenti familiari (badanti) di interventi a favore della domiciliarità, collegando il lavoro di assistenza familiare con i servizi territoriali e contrastando il lavoro nero e l’illegalità; 2. promuovere forme di qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari, cercando di integrarlo nella rete dei servizi (per esempio corsi di formazione, accompagnamento e tutoring nel rapporto badante-famiglia, ecc); 3. mantenimento servizio assistenza domiciliari facendo sistema con altri enti prioritariamente con A.O.V.V. ed ASL ed il terzo settore, per migliorare l’accessibilità dei servizi e delle prestazioni da parte delle famiglie, garantendo una conoscenza diffusa ed una integrazione degli interventi a più livelli. Inoltre verrà prevista una revisione dei requisiti d’accesso ai voucher socio assistenziali che tenga in considerazione la relazione tra bisogno e grado di copertura dello stesso realizzato da parte dell’azione della rete familiare; 48 4. sviluppare e dare attuazione al Progetto “volontariamente” in collaborazione col tavolo anziani: promozione volontariato a sostegno di azioni di prossimità volte a consentire la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti; 5. mantenimento posti di sollievo nella RSA gestita da Fondazione Casa di Riposo Città di Tirano a potenziamento di interventi a supporto delle famiglie con anziani non autosufficienti; 6. continuare la collaborazione tra Ufficio di Piano/Organismi del Terzo Settore e ASL con l’Ufficio di Protezione Giuridica. Come per l’area disabili viene evidenziata la necessità di sostenere e potenziare le iniziative di tutela e protezione dell’anziano e in tal senso il nuovo Ufficio istituito dall’ASL potrà rappresentare un aiuto anche per le famiglie di persone anziane o di anziani soli. POVERTA’ E VULNERABILITA’ 1. Consolidamento rete comunicazione tra enti e terzo settore a sostegno di chi ha superato i quarant’anni con fragilità personali e senza rete familiare, che ha bisogno di essere supportato nella ricerca di casa e lavoro; 2. I programmi di inserimento sociale e di inserimento lavorativo sono proseguiti nel triennio 2009-11. Le persone in carico ai servizi spesso presentano esperienze di vita e condizioni di grave emarginazione, in particolare si tratta di persone sole e di quei nuclei di adulti che si trovano in condizioni di povertà, emarginazione, con una scarsa rete familiare di supporto (ad esempio a causa di relazioni deteriorate), con problemi legati alla salute fisica, mentale, alle dipendenze, alla precarietà socio-abitativa ed economica, le quali richiedono un lavoro importante rispetto all’individuazione e sostegno delle capacità residue; ne consegue la necessità di percorsi di accompagnamento a forte integrazione socio-sanitaria, con tempi di presa in carico più lunghi e con frequenti rischi di cronicizzazione. La complessità delle problematiche legate a tali condizioni di fragilità sociale, l’aumento della disoccupazione con conseguente maggior difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti a rischio di emarginazione impone un nuovo impegno in questo settore ed in particolare richiede l’attività congiunta e coordinata di coloro che operano a livello del welfare locale. Il tavolo di area ha sottolineato la necessità di sostenere e incentivare l’attività delle cooperative sociali (in particolare quelle di tipo “B”), e la sensibilizzazione delle aziende locali; 3. convenzione triennale con Caritas per gestione del Centro di Prima Accoglienza Provinciale: per rispondere alle situazioni di emergenza abitativa si è aderito anche per il triennio 2012-14 alla convenzione con il Comune di Sondrio, le Comunità Montane e la Provincia di Sondrio per la gestione del Centro di Prima Accoglienza, gestito dalla Fondazione Caritas di Como; 4. nell’ambito delle iniziative rivolte all’inclusione sociale dei soggetti fragili si prevede l’estensione ai 5 ambiti territoriali del progetto “traning di cittadinanza attiva indoor e outdoor” rivolto a soggetti sottoposti all’autorità giudiziaria. Il progetto è finanziato all’interno del “piano regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie”. L’ente capofila e gestore è la cooperativa sociale Ippogrifo, i partner sono: il Comune di Sondrio, l’associazione Quarto di Luna, Lavops, la cooperativa sociale Il Prisma; gli altri enti coinvolti sono la Casa Circondariale di Sondrio, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) e l’Asl della provincia di Sondrio. 49 Il “Training” consiste sostanzialmente nell’accompagnare i detenuti in misura alternativa o gli ex detenuti nel loro percorso di reinserimento nella società, partendo da un lavoro all’interno del carcere di Sondrio che prosegue all’esterno, cercando di garantire alla persona il rispetto dei diritti di cittadinanza, favorendo quindi l’opportunità di avere un lavoro, un’abitazione e una vita sociale. IMMIGRAZIONE 1. Sostenere la promozione iniziative da parte del Terzo settore volte a favorire interscambio culturale e prevenzione forme di esclusione ed emarginazione dei bambini stranieri da parte dei compagni mediante valorizzazione attività interculturali; 2. valorizzare la presenza degli stranieri sul territorio, riconoscendone il ruolo svolto in particolari settori di rilevanza sociale tra i quali quello delle assistenti familiari straniere che contribuiscono attivamente a rispondere ai bisogni assistenziali del territorio; 3. continuare a sostenere la promozione di programmi di protezione sociale in favore delle vittime di sfruttamento sessuale e del lavoro forzato per consentire il consolidamento di una rete di sensibilizzazione nel contesto territoriale rinnovando l’adesione con tutti gli Ufficio di Piano al Progetto T.R.A.T.T.A. - Tutela Regionale Articolo Tredici Territori per l’Accoglienza (Programmi di Assistenza previsti dall’art. 13 della Legge 11.08.03 n. 228, e art. 1 del regolamento di attuazione approvato con Decreto del Presidente della Repubblica, 19 settembre 2005, n. 237), che vede coinvolti: Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione, Prefettura, ASL, Provincia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri, Comando Provinciale Guardia di Finanza, Sindacati CGIL, CISL E UIL; 4. continuare la collaborazione con Centro Multifunzionale di Accoglienza Immigrati (CMAI) che fornisce prestazioni di ascolto, orientamento e accoglienza a molti immigrati, attraverso l’adesione al progetto “Intermediando” promosso dal Comune di Sondrio, al fine di poter usufruire della collaborazione di mediatori culturali, che coordinati dagli operatori del centro offrono prestazioni di mediazione nei servizi socio-sanitari-sociali-educativi di tutta la provincia. 50 2.3 SNODI PER L'INTEGRAZIONE In relazione alle priorità, definite al paragrafo 1 del presente capitolo, vengono ora individuate in modo più specifico quali sono alcuni snodi, temi, questioni legate all’integrazione tra servizi: • area Organizzazione tecnica Lavorare nei termini di chiarezza di ruoli e compiti dei diversi livelli politico-tecnico-operativo sia a livello di distretto ed che e dei singoli Comuni, elaborare forme di comunicazione efficaci. amministrativa: Ufficio di Piano, Servizio Sociale, di base e Servizio Lavoro comune dei diversi soggetti (Assemblea dei Sindaci, 12 Comuni, Comitato Politico ristretto, Ente capofila, Ufficio di Piano e privato sociale) ⎯ che preveda un loro coinvolgimento attivo; tutela. ⎯ che garantisca l’esercizio concertato delle funzioni di direzione e gestione (ambito politico, tecnico, operativo), pur mantenendo le prerogative dell’Assemblea dei Sindaci in materia della definizione delle strategie e delle finalità di intervento in ambito sociale; in modo da creare, in base ai specifici incarichi e competenze, un sistema coeso, che abbia un assetto stabile e che consenta un’articolazione organizzativa dei servizi efficace ed efficiente. Ai diversi livelli del sistema, vanno attribuiti compiti e specifiche responsabilità direzionali e gestionali, distinguendo tra le responsabilità funzionali (che hanno come oggetto i contenuti del lavoro) dalle responsabilità gerarchiche, che si sviluppano nelle relazioni tra ruoli di autorità ed operatori. Perché questo sistema coeso si realizzi va data priorità ai processi di comunicazione, decisione, cooperazione ed integrazione. In quest’ottica, andrà rivalutata anche l’organizzazione del segretariato sociale svolta dall’attuale rete di sportelli esistente sul territorio, al fine di garantire una maggiore efficacia nel contatto diretto con la cittadinanza, mediante una ridefinizione del ruolo degli operatori dei Comuni. Si prevede di attivare una modalità di collaborazione tra assistenti sociali con le amministrazioni locali comunali, finalizzata al supporto ed alla maggior conoscenza reciproca, in termini di compiti e della regolamentazione di riferimento. Compito dell’Ufficio di Piano sarà quello di mantenere e garantire una interlocuzione e una collaborazione con la pluralità dei soggetti (pubblici, del privato sociale, del volontariato e privati) presenti sul territorio, attivi e competenti in una determinata area, mettendo al centro il bene della comunità valorizzando le migliori risorse presenti e disponibili per raggiungere l’obiettivo comune. • Raccordo con Cooperativa Ippogrifo per l’ attuazione progetto di consolidamento e sviluppo di servizi sociali associati del distretto di Tirano con particolare riferimento a: attività relative al servizio Tutela minori e famiglia e altri interventi correlati e attività relative allo sportello sociale area disabili, area adulti in difficoltà e minori e famiglia, e forme di valutazione e di controllo. 51 La scelta compiuta dell’Assemblea dei Sindaci, dell’indizione dell’appalto del progetto di consolidamento e sviluppo dei servizi sociali associati del distretto di Tirano, ha l’obiettivo, non tanto d’esternalizzare i servizi, quanto di creare le condizioni per consentire la continuità e la crescita qualitativa degli stessi, grazie all’apporto progettuale della cooperativa ed alla stabilizzazione del personale. Per l’attuazione del progetto di consolidamento sarà importante creare un rapporto di collaborazione tra Ufficio di piano e la Cooperativa Ippogrifo, nel rispetto del proprio mandato e delle diverse forme giuridiche, con l’impegno reciproco dell’ente pubblico e della cooperativa a mettere a disposizione le proprie risorse umane e competenze professionali. La costruzione di questa alleanza tra ente pubblico e privato sociale sarà facilitato dall’assunzione da parte della cooperativa di una posizione collaborativa e costruttiva nei confronti dell’Ufficio di Piano, dall’instaurazione di un rapporto basato sul dialogo e sull’esplicitazione dei reciproci rapporti, ruoli e compiti, al fine di verificarne la coerenza con quelli dell’Ufficio di Piano e con le linee d’indirizzo politico, evitando di lasciare delle prefigurazioni implicite e quindi potenzialmente generatici di conflitti. A tal fine sarà importante definire obiettivi da conseguire, condividere le finalità degli interventi e le prassi operative, elaborando insieme strumenti che consentano di rendere la comunicazione informativa, circolare ed efficace, e permettano di ottimizzare tempi e risorse e di valorizzare l’apporto progettuale, che porti elementi innovativi e di miglioramento della qualità dei servizi gestiti e di contenerne i costi. I principali strumenti da adottare: Atti di definizione delle prassi operative di ogni servizio con indicazione delle fasi ed esplicitazione della tempistica messe in relazione le con fasi operative di competenza dell’ufficio di piano; Report semestrali che consentano di valutare lo stato d’avanzamento delle attività in relazione alle risorse disponibili; Relazione annuale sull’andamento del progetto di consolidamento. area • Coordinamento con ASl nel percorso di costruzione dei Piani di Zona. Piani di Zona. azioni: Analisi dei bisogni sociosanitarie sociali, delle risposte, dei soggetti e dei network attivi sul territorio effettuata entro un perimetro di conoscenza sovra distrettuale; indicatori per verifica: condivisione di un report, realizzato da ASL, di sintesi degli interventi rendicontati con Monitoraggio Piani di Zona, Monitoraggio Titoli e Intese e Monitoraggio Economico finanziario dei Piani di Zona (per livello ambito) e Spesa Sociale Comuni (per livello Comune) Anno 2010; monitoraggio semestrale. 52 area Area minori Famiglia. e • Applicazione protocollo sperimentale Ufficio di Piano e Consultorio; ampliare e consolidare l’ integrazione socio-sanitaria assistenziale tra i servizi offerti dall’ASL, dagli Udp terzo settore su area materno e socio- e dall’AOVV e infantile/adolescenza dal /famiglia, approfondimento rispetto alle offerte e alle modalità di lavoro reciproche in particolare a livello distrettuale, maggior coinvolgimento de Referenti Sociali di Distretto; • collaborazione con Osservatorio Permanente sulla Condizione Giovanile in Provincia di Sondrio per sviluppare e valorizzare un sistema di «antenne» sul territorio per la raccolta di informazioni e dati utili ad interpretare le tendenze in atto e i bisogni emergenti, al fine di individuare elementi significativi ai fini di scelte strategiche nell’ambito della programmazione delle politiche giovanili; • migliorare rete rapporti con scuola- Comuni e Terzo settore; promuovere occasioni di confronto e di condivisione di iniziative monitorando l’esperienza delle iniziative extrascuola; • definizione del rapporto con i servizi specialistici e predisposizione di un assetto organizzativo volto a rinforzare e sviluppare forme di collaborazione inter istituzionale per la realizzazione di interventi nell’ambito della tutela minori (progetto sperimentale triennale in convenzione con ASl); • collaborazione fra Sert/SSB per la gestione comune dell’utenza con problemi di tossico-alcoldipendenza anche in presenza di figli minori; • mappatura dettagliata delle Comunità disponibili e delle loro caratteristiche: E’ importante poter selezionare le strutture disponibili, sia in provincia che fuori provincia, definendo a priori le condizioni che il Servizio ritiene necessarie per l’inserimento di un minore, anche attraverso l’adozione di un sistema di convenzionamento con le comunità ritenute più idonee, che permetta di verificare e monitorare nel tempo i requisiti di qualità proposti da ciascuna. area Giovani. • Predisposizione del Piano locale per la prevenzione delle dipendenze. -azioni: Individuare le priorità, le tipologie di intervento e le azioni preventive da attuare nel territorio provinciale, in collaborazione con Dipatimento Dipendenze, referenti progettisti del Terzo settore e i referenti Sert per la prevenzione; -indicatori per verifica: Stesura del Piano locale prevenzione dipendenze;-monitoraggio annuale; • sperimentazione di interventi di prevenzione indicata e selettiva al consumo di droghe e alcol in giovani ed adolescenti; • allargare il campo ad interventi che non si collochino unicamente sul versante ripartivo: sembra utile intraprendere strade “nuove” (es.banca del tempo) che sappiano partire dai fallimenti degli interventi già sperimentati per esplorare in modo creativo iniziative che, a più ampio raggio, tengano dentro l’area della prevenzione, l’attenzione alle difficoltà e alle richieste di aiuto dei genitori e delle scuole. 53 area Disabili. • Raccordo con priorità individuate dal Piano d’azione regionale D. G. R, – Regione Lombardia - 15 dicembre 2010 n. 9/983 e previste da ASL nel piano azione locale della provincia di Sondrio per le politiche in favore delle persone con disabilità e della loro famiglia, condivisione,diffusione e promozione delle attività previste; • migliorare l’integrazione sociosanitaria soprattutto per quanto riguarda gli interventi domiciliari, per di garantire risposte integrate e fluidità dei percorsi assistenziali; In tal senso verranno adottate forme di integrazione tra voucher sociale e voucher socio-sanitario e la definizione di Programmi di Assistenza Integrata concordati tra ASL e Ufficio di Piano sulle situazioni di maggiore gravità; • miglioramento dell’integrazione degli operatori ASL-UdP per facilitare l'accesso degli utenti fragili e delle loro famiglie alla rete dei servizi, Revisione degli orari di apertura e del coinvolgimento delle figure professionali nei CeAD e nei PUA (DGR n. 10759 del11/12/2009); • collaborazione con equipe multidimensionale per una valutazione multidimensionale della domanda al fine di indirizzare l'utente fragile verso l'unità d'offerta più adeguata per rispondere al bisogno rilevato; • raccordo con priorità individuate dalla Provincia nel piano lavoro disabili 2010-12 “mediazione al lavoro ed inserimento lavorativo”:considerando che risulta sempre più critico l’inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti disabili ed è stata prevista una maggiore collaborazione con la Provincia per far fronte a questo problema mediante l’adesione ad azioni di sistema; • collaborazione con la provincia per interventi assistenziali e gestioni casi di soggetti con disabilità sensoriale e assistenza casi nelle scuole superiori; • promozione e/o revisione accordi e protocolli che definiscono i rapporti e le collaborazioni con servizio fragilità, neuropsichiatria infantile, psichiatria, enti gestori di strutture socio sanitarie per disabili, Provincia e ufficio di piano; _ il Protocollo d’intesa promosso in accordo con l’U.O.N.P.I.A. e gli Uffici di Piano. Prevede due modalità operative diversamente in risposta a: minori con disabilità per i quali si ritiene necessaria una ridefinizione del progetto prima del termine del percorso scolastico; minori con disabilità per i quali va previsto il passaggio di presa in carico dall’U.O.N.P.I.A. ai servizi per l’età adulta in prossimità del termine del percorso scolastico; _ il Protocollo realizzato in collaborazione con l’U.O. di Psichiatria. E’ finalizzato a favorire la gestione di situazioni complesse di comorbilità: patologia psichiatrica in persone in situazione di fragilità, in specifico attraverso una reale integrazione tra professionalità appartenenti ai due servizi; _ il Protocollo predisposto con gli Uffici di Piano e gli Enti gestori di Strutture socio-sanitarie accreditate per Disabili. Lo strumento 54 è attualmente in fase di riosservazione e di approfondimento delle procedure previste, in specifico, per la regolazione delle iniziative di interesse comune rispetto alla valutazione/rivalutazione della persona, alle modalità di ammissione e dimissione,alla verifica degli interventi proposti; Tale Protocollo operativo, in atto tra A.S.L. della Provincia di Sondrio, Uffici di Piano ed Enti gestori di strutture socio-sanitarie accreditate per disabili, è focalizzato sull’iter di accesso, dimissioni e modalità di collaborazioni tra le parti, in particolare, per quanto concerne la valutazione e l’eventuale rivalutazione sanitaria e/o sociale, le modalità di ammissione/dimissione, l’inserimento in lista d’attesa, l’ingresso in strutture di comune interesse;si prevede l’estensione o la stesura di un nuovo protocollo per l’accesso alle strutture socio assistenziali; • raccordo e collaborazione con Comuni e scuole, anche in accordo con l’ASL sarà necessario definire nuove modalità di collaborazione tra servizi socio-sanitari e sociali e scuole, nonché sviluppare maggiori sinergie tra interventi di supporto scolastico e interventi domiciliari; • recuperare rapporti con associazioni terzo settore, quali interlocutori attivi e significativi del territorio in grado di fornire informazioni utili all’analisi dei bisogni e delle priorità relative all’area disabili, cooprogettazione e ruolo di regia dell’UDP; • prevedere interlocuzione con soggetti altri come ad esempio col Gruppo di azione locale GAL Valtellina (piano di sviluppo rurale) per temi relativi alla mobilità ed inserimenti lavorativi. area Area Anziani e non • migliorare l’integrazione tra interventi domiciliari delegati dai Comuni autosufficienti. all’Ufficio di piano e interventi di Assistenza Domiciliare Integrati favorendo il superamento della frammentazione della rete d'offerta dei servizi domiciliari azioni: condivisione del nuovo modello di assistenza domiciliare integrata; indicatori per verifica: n° di PAI con percorso assistenziale comune ASL/UdP; monitoraggio: semestrale; • condivisione di un nuovo modello di assistenza domiciliare con ASL e collaborazione alla sostituzione di una equipe multidimensionale per una Valutazione multidimensionale della domanda al fine di indirizzare l'utente fragile verso l'unità d'offerta più adeguata per rispondere al bisogno rilevato; • integrazione con Centro di assistenza domiciliare CeAD e definizione ruolo operatori, Incontri con le équipes di condivisione delle competenze e modalità di lavoro;partecipazione delle assistenti sociali ai corsi di aggiornamento (CeAD - ICF) in collaborazione con la provincia; • attuazione del piano provinciale “sviluppo rete di cura a domicilio:assistenti familiari”, mediante la sottoscrizione di protocollo d’intesa tra Provincia di Sondrio, Fondazione Onlus casa di Riposo città di 55 Sondrio ed Enti gestori degli Uffici di piano sulla base di quanto previsto da Regione Lombardia con d.d.u.o lavoro n. 11052 del 23/11/2011; • applicare il modello di gestione integrata di assistenza dell’anziano in situazione di dimissione protetta dall’ospedale mediante l’attuazione protocollo d’intesa tra ASL della provincia di Sondrio, Azienda ospedaliera della Valtellina e valchiavenna per dimissioni protette dei pazienti anziani con recente frattura di femore e difficoltà di rientro a domicilio (D.G. R. n. VIII/001375 del 14.12.2005); • collaborazione dell’Ufficio di piano di Tirano con Cooperative sociali, associazioni di volontariato ANTEAS e AUSER, Comune di Tirano e Ufficio di piano dell’Alta Valtellina mediante sottoscrizione convenzione per il servizio di trasporto di pazienti che si sottopongono a terapie presso l’ospedale di Sondrio, in linea con quanto previsto dal Piano territoriale conciliazione famiglia e lavoro ex d.g.r. 381/2010. Attuazione del progetto “NON solo Viaggio”; • collaborazione con Auser Lombardia per attivare azioni innovative di telefonia sociale e/o di rete,come strumento a disposizione dei cittadini fragili a potenziamento del sistema di domiciliarità ; area Area Povertà Adulti in difficoltà • Migliorare collaborazione tra Ufficio di Piano, Centro Pscico Sociale e SERT, Terzo settore per fronteggiare situazioni individuali ma che necessitano di percorsi di accompagnamento a forte integrazione sociosanitaria; • potenziare le collaborazioni con la Provincia di Sondrio (Centro per l’Impiego) sia per la rivalutazione dei progetti locali sia per la condivisione di strategie ed obiettivi comuni per inserimenti lavorativi; • raccordo con misure previste dai Comuni a sostegno degli adulti in difficoltà consolidando e sviluppando il ruolo del Servizio Sociale di Base del distretto,sia nel rapporto di collaborazione con gli amministratori locali, sia come punto di riferimento per la cittadinanza locale: individui, famiglie, gruppi del territorio; • collaborazione con osservatorio provinciale sul disagio e i servizi sociali: l’”Osservatorio sul disagio e i servizi sociali” si è confermato uno strumento di particolare rilevanza per le problematiche che va a monitorare. Vale a dire: - “quelle dei fenomeni e delle relazioni che con sempre maggiore intensità si presentano e si sviluppano nel contesto e nel tessuto sociale; - quelle delle risposte che devono essere date a diverse situazioni di disagio in un contesto che evolve sempre più rapidamente; - quelle relative al ruolo e alle funzioni, progressivamente più articolate, degli Enti locali e in particolare della Provincia nell’affrontare e gestire con modalità adeguate le situazioni (in generale, di disagio) che emergono dalla realtà sociale”. 56 area Immigrazione • Consolidamento azione sinergica tra scuola-terzo settore ed enti, sindacati etc. per favorire l’inclusione sociale ed agevolare l’integrazione e l’interscambio culturale; • collaborazione con Osservatorio provinciale sull’immigrazione di Sondrio per risponde all'esigenza di fornire informazioni corrette e precise sul fenomeno migratorio per prevenire e contrastare varie forme di discriminazione; attraverso ricerche e rilevazioni attinenti a diverse aree di interesse e garantire un flusso sistematico di informazioni a livello territoriale all’l’Osservatorio Regionale per l’integrazione e Multietnicità. (ORIM). 57 la Sintesi degli snodi per l’integrazione socio sanitaria Area famiglia, minori, adolescenti e giovani Obiettivo/risultato Obiettivo/risultato Azioni previste atteso ASL22 atteso ASL-UDP Priorità/ mantenimento Tutela minori Avvio di un progetto sperimentale di confronto sulla Tutela minori Integrazione tra Consultorio familiare e Servizi Sociali di Base Sperimentazione di interventi di prevenzione indicata e selettiva al consumo di droghe e alcol in giovani e adolescenti Garantire interventi psico-sociali preventivi e di sostegno a favore di minori e famiglie in difficoltà Realizzazione delle attività progettuali in collaborazione con il Dipartimento Dipendenze, Il Terzo Settore, la Scuola e la Polizia Locale Rete conciliazione L’ASL garantisce la governance della rete territoriale conciliazione così come previsto dagli accordi di programma sottoscritti nel 2011. Priorità/ mantenimento Interventi domiciliari di Enti e coinvolti servizi Stesura del progetto provinciale sulla tutela Offerta percorsi di presa in carico congiunta UdP ASL AOVV Avvio di un confronto più ampio sul tema degli adolescenti a rischio per avviare modalità di interventi innovative Confronto tra i diversi attori Avvio di interventi sperimentali Raccordo con il Tavolo provinciale per la Conciliazione FamigliaLavoro per il sostegno delle sperimentazioni. Confronto tra i diversi attori Avvio di interventi sperimentali UDP: Servizio Tutela Minori e SSB ASL: dipartimento dipendenze, Consultorio adolescenti AOVV: NPI e Dipartimento salute mentale (progetto Tempo Zero) UdP ASL Provincia CCIA STER (Sede Territoriale Regione) Consigliera di parità provinciale Area anziani, disabilità e non autosufficienza Obiettivo/risultato Obiettivo/risultato Azioni previste atteso ASL23 atteso ASL-UDP delle Attuazione del nuovo Superamento della - applicazione Linee guida regionali modello di assistenza frammentazione per il percorso di domiciliare integrata della rete d’offerta riforma dell’ADI servizi (ADI) centrata sulla dei - condivisione ASLdomanda delle domiciliari UdP del nuovo persone non modello di ADI autosufficienti e delle - percorsi assistenziali loro famiglie comuni attraverso l’elaborazione di Piani di assistenza integrata (PAI) ASL-UdP Servizio Sociale di Base (SSB) Consultorio Familiare Servizi coinvolti - UdP: SSB - ASL: servizio domiciliari Fragilità - Enti gestori Cure U.O. 22 Dal documento dell’ASL di Sondrio “Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari Anno 2012” , ai sensi della D.G.R n. IX/2633 del 6.12.2011. 23 Dal documento dell’ASL di Sondrio “Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari Anno 2012” , ai sensi della D.G.R n. IX/2633 del 6.12.2011. 58 CeAD Facilitare l’accesso degli utenti fragili e delle loro famiglie, alla rete dei servizi Garantire supporto all’utenza e appropriatezza alla domanda di inserimento degli utenti nelle strutture per disabili Collaborazione UdP- U.O Fragilità per la valutazione sociale degli inserimenti nelle strutture Piano d’azione locale sulla disabilità Diffondere, condividere ed iniziare ad applicare il Piano d’azione locale Contribuire all’elaborazione e alla implementazione del Piano Priorità/ mantenimento Piano Locale per la prevenzione delle dipendenze Collaborazione con servizi specialistici Obiettivo/risultato atteso ASL24 Predisposizione del Piano Locale per la prevenzione delle dipendenze Servizi residenziali semiresidenziali e Miglioramento dell’integrazione degli operatori distrettuali dell’ASL con altri servizi/uffici dell’ASL e dell’UdP Applicazione del protocollo d’intesa ASL-UdP Partecipazione ai Tavoli tematici dell’ASL con enti gestori - UdP: SSB - ASL: U.O. domiciliari Fragilità Incontri di approfondimento UdPASL per la revisione della bozza del Piano Confronto con gli altri attori della rete interessati Condivisione di dati e informazioni relativi alla domanda e all’offerta di interventi e servizi per disabili Tutti gli atori coinvolti nell’elaborazione e nell’implementazione del Piano d’azione locale Area adulti e vulnerabilità sociale Obiettivo/risultato Azioni previste atteso ASL-UDP Collaborazione con Incontri di ASL – dipartimento approfondimento per dipendenze per la individuare le priorità, le stesura del Piano tipologie di intervento e le azioni preventive Affinare le modalità di collaborazione tra Incontri di confronto e servizi per la segnalazione, la presa in monitoraggio carico e la gestione della casistica afferente Stesura linee di azione per la collaborazione tra a più servizi servizi Cure U.O. - UdP: SSB - ASL: U.O. Fragilità - Enti gestori Servizi coinvolti UdPASL – dipartimento dipendenze UdP ASL – dipartimento dipendenze AOVV – Centro psico sociale 24 Dal documento dell’ASL di Sondrio “Programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari Anno 2012” , ai sensi della D.G.R n. IX/2633 del 6.12.2011. 59 Sintesi degli snodi per l’integrazione Linee di intervento della Provincia di Sondrio Tipologie Interventi da Relazione Previsionale Programmatica 2012/2014 Interventi Assistenziali per Soggetti con Disabilità Sensoriali Formazione del Personale addetto ai Servizi SocioAssistenziali Gestione Registri Soggetti del Terzo Settore (Associazioni, Organizzazioni di Volontariato, Cooperative Sociali) Osservatorio Sociale Attivita’ di Mantenimento Attività di Sviluppo Priorita’ Protocollo d’intesa sugli interventi e gestione casi − − Rilevazione fabbisogni Definizione piani annuali della formazione Osservatorio sul disagio e i servizi sociali Sperimentazioni territoriali Linee di indirizzo regionali sulla semplificazione nei rapporti terzo settore e pubblica amministrazione Osservatorio sulla condizione giovanile Osservatorio provinciale immigrazione Attuazione progettualità Sistema Integrato dei Servizi Sociali Centro prima accoglienza (Ente capofila: Comune di Sondrio) Piano territoriale conciliazione famiglia e lavoro (Ente capofila: Asl di Sondrio) Sviluppo rete della cura a domicilio: assistenti famigliari (a partire da piano operativo regionale 2012) Partecipazione a progetti sovra distrettuali o provinciali di particolare interesse sociale Inserimenti socio lavorativi soggetti con disabilità (UFFICIO DISABILI legge 68/99) LAVORO AZIONI DI SISTEMA nell’ambito del PIANO LAVORO DISABILI 2010/2012 “Mediazione al lavoro e inserimento lavorativo” 60 CAPITOLO 3 - LE RISORSE DEL SISTEMA Nel terzo capitolo del Piano di Zona vengono esaminate le risorse economiche, le risorse dell’ufficio di piano e le risorse sociali diffuse rilevando le presenze dei servizi e i loro posizionamenti. 61 3.1 IL QUADRO DELLE RISORSE In Italia la responsabilità della spesa sociale è suddivisa tra più livelli di governo (Stato, Regioni, Comuni), il rischio è quello di frammentazione delle risorse, e della disomogeneità delle modalità di utilizzo, legato alla difficile ricomposizione delle politiche sociali e ad una difficoltà ad integrare gli interventi sanitari con quelli sociali e socio-sanitari. Segue un breve excursus sull’andamento dei fondi nazionali e regionali degli ultimi anni: Le risorse statali finalizzate: Le risorse statali per il welfare locale sono in costante riduzione da diversi anni ma nel 2011 il taglio si è radicalizzato. Dal 2010 al 2011 il settore sociale ha perso i due terzi circa delle sue risorse passando da 1.472 milioni di euro di trasferimenti finalizzati a 538 milioni di euro. I trasferimenti dello Stato alla Regione Lombardia per le Politiche Sociali (Fondo Nazionale per le Politiche Sociali Legge 8 novembre 2000 n. 328) hanno subito dal 2008 al 2012 con una decurtazione complessiva del 75% in cinque anni. Il Fondo nazionale per le politiche sociali prosegue nel suo costante trend di riduzione e si avvia a scomparire entro il 2013, anno in cui raggiungerà la cifra di 44,6 milioni di euro per tutta l’Italia. Il taglio più radicale è costituito dal Fondo per la non autosufficienza che scompare e perde i 400 milioni che gestiva nel 2009 e 2010. Nel complesso se teniamo conto dei 4 principali fondi che sono gestiti quasi totalmente dai Comuni – e cioè del FNPS, dal Fondo per la non autosufficienza, dal Fondo per le locazioni e dal Fondo per le politiche familiari – il taglio dal 2010 al 2011 è di 805 milioni di euro. Come si evince, da quanto sopra indicato, gli anni più recenti sono segnati dalla progressiva cancellazione dei principali canali di finanziamento nazionale alle politiche sociali e da una fortissima decurtazione del Fnps. Per effetto di queste scelte nazionali, le risorse trasferite agli enti locali lombardi, per il tramite degli ambiti distrettuali, si sono ridotte fortemente e sono destinate a diminuire ulteriormente. Anno Fondo nazionale politiche sociali (esclusa quota ministeriale) Fondo infanzia e adolescenza Fondo inclusione immigrati Fondo NA Fondo politiche giovanili Fondo politiche della famiglia Fondo pari opportunità TOTALE TABELLA 3.1 2007 2008 2009 2010 2011 745 656 518 374 274 44 50 100 130 220 50 1339 44 0 300 130 330 44 1504 44 0 400 130 239 30 1361 40 0 400 81 174 3 1072 39 0 0 13 51 17 394 25 Andamento dei fondi nazionali politiche sociali – valori in milioni di euro – anno di stanziamento Le risorse regionali: Ai tagli nazionali si sono sommati quelli regionali sul Fondo Sociale, che sono diventati particolarmente pesanti nel 2011. Per quest’annualità la regione aveva inizialmente individuato uno stanziamento di 40 milioni (quindi meno della metà delle risorse 2010), poi in corso d’anno ha provveduto ad un reintegro (riportandolo a 70 milioni). Volendo fare il quadro complessivo degli effetti sulla situazione lombarda delle scelte nazionali e regionali per gli anni più recenti, possiamo dire che dopo il 2008 i budget destinati agli ambiti (Pdz) si sono contratti fortemente e le risorse di competenza 2011 sono state meno della metà di quelle 2008. Nell’ultimo biennio la capacità di spesa si è fortemente ridotta, fatto che sta rendendo 25 “Disegnamo il welfare di domani” – Convegno Prospettive Sociali e Sanitarie del 29.09.2011– IRS 62 particolarmente arduo difendere il livello di servizi finora assicurati. Per il 2012 si prevedono ulteriori riduzioni a carico di tale fondo. Occorre infine segnalare che tra il 2010 e il 2011 alla rete territoriale sono pervenute risorse straordinarie relative alle assegnazioni 2007-2009 del Piano nidi (fondi statali con 30% di cofinanziamento regionale). Si è trattato di un contributo quantitativamente non trascurabile (37 milioni) sul cui utilizzo gli ambiti hanno avuto tuttavia scarsi margini di discrezionalità (la Regione ha predefinito che dovessero essere destinati esclusivamente all’acquisto di posti negli asili convenzionati). A queste risorse si sono aggiunte nel 2011 quelle quantificate dalla Giunta Regionale con d.g.r. n. 1576 del 24 aprile 2011, in ordine all’attuazione del Piano Regionale per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro da assegnare a ciascuna finalità specificata prevista dalla d.g.r. 381/201026. TABELLA 3.2 27 Analisi fondi 2008-2012 TRASFERIMENTO NAZIONALE A REGIONE LOMBARDIA: Anno 2008 100.700.000,00 Anno 2009 94.915.901,87 Anno 2010 73.327.562,56 Anno 2011 53.801.546,15 Anno 2012 25.269.642,37 Differenza 2008_2012 - 75.430.357,77 pari a una decurtazione del 75% PARTE FONDO NAZIONALE TRATTENUTO DA REGIONE LOMBARDIA Anno 2008 5.000.000,00 = 4,97% Anno 2009 12.240.901,87 = 12,9 % Anno 2010 34.327.562,56 = 46,8% Anno 2011 9.801.546,15 = 18,2% Anno 2012 5.269.642,37 = 20,8% TRASFERIMENTI DIRETTI AGLI AMBITI TERRITORIALI (Comuni) Anno 2008 95.700.000 Anno 2009 82.675.000 Anno 2010 39.000.000 Anno 2011 44.000.000 Anno 2012 20.000.000 Differenza 2008_2012 - 75.700,00 pari a una decurtazione del 79% TRASFERIMENT0 FONDO NON AUTO SUFFICIENZA Anno 2012 00,00 AZZERATO Di anno in anno, come mostra la tabella allegata (TABELLA 3.2), la Regione Lombardia ha trattenuto, per interventi di carattere regionale, quote rilevanti che per il 2012 corrispondono a circa il 21% delle risorse trasferite dallo stato. Con deliberazione n° IX/2866 del 29/12/2011, la Regione Lombardia ha stabilito per l’anno 2012 il riparto delle risorse economiche del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali pari a complessivi € 25.269.642,37, destinando € 20.000.000,00 agli Ambiti Territoriali di associazione dei Comuni per l’attuazione dei Piani di Zona e riservando il restante 20,8%, pari ad € 5.269.642,37, ad interventi regionali. 26 La d.g.r. n. 1576 destina 90.000,00 euro alla provincia di Sondrio. 63 L’attuale situazione di crisi economica globale colpisce pesantemente i Comuni e produce gravi ricadute sulle famiglie e sulle comunità locali, compromettendo la possibilità di garantire interventi di aiuto e sollievo alle famiglie con maggiori fragilità e, contemporaneamente, di mantenere il sistema dei servizi costruito in questi anni di gestione associata; La progressiva riduzione del Fondo Sociale Regionale (TABELLA 3.3), destinato prioritariamente al contenimento delle rette dei servizi socioassistenziali e sociosanitari, ha registrato nello scorso anno una decurtazione del 20% circa e per il quale si è addirittura paventato un sostanziale dimezzamento per il prossimo anno: TABELLA 3.3 TRASFERIMENT0 FONDO SOCIALE REGIONALE AGLI UDP DELLA PROVINCIA DI SONDRIO Anno 2008 1.764.492,49 Anno 2009 1.644.732,00 Anno 2010 1.639.805,00 Anno 2011 1.344.005,00 Differenza - 420.487,49 pari ad una decurtazione del 23,8% A fronte delle riduzioni dei finanziamenti per le politiche sociali e dei trasferimenti in generale, nel corso degli anni, i Comuni si sono comunque impegnati fortemente con proprie risorse per mantenere e incrementare i servizi a livello associato (tabella 3.4 e grafici 1,2 e 3); Grafico 1 Fonte Ufficio di piano Andamento fondi distretto di Tirano 300.000,00 250.000,00 200.000,00 importi anno2009 anno 2010 150.000,00 anno 2011 anno2012 100.000,00 50.000,00 0,00 fnps frs fna fondo riequilibrio fondo intesa fondi Grafico 2 Fonte Ufficio di piano Distretto Tirano 900000 800000 700000 600000 500000 400000 Quote comuni per piano di Zona 300000 200000 100000 0 anno 2009 Quote comuni per piano di Zona annno 2010 anno 2011 previsione 2012 64 666 Comune Lovero 9168 608 223 2979 Comune Tirano C Tovo S.Agata Comune Vervio C. Villa Di Tirano 1612 509.953,02 3.331,64 50.802,36 9.328,79 173.680,08 93.953,17 10.571,59 16.018,65 9.920,55 72.842,49 24.525,50 19.326,22 25.651,98 17,40 2010 Grafico 3 Fonte UDP Tirano 29221 216 2984 630 9238 4769 496 1061 670 4634 1633 1278 2009 509.953,02 3.216,72 51.565,65 8.658,89 177.011,60 93.400,70 10.960,91 15.482,37 9.574,68 71.939,95 24.047,71 18.345,67 25.748,17 17,43 o o l io n o gata rvio an o ne tto ver no sio ni g i a o r l o o r l r e z r s A T Ve i Ti Ti Lo alte Se G ro an S. i G D B V o ov lla zo i T z V a M a 29264 220 2983 619 9248 4765 496 1056 658 4693 1626 1279 al 31.12.2010 Quote Comuni piano di Zona 2009-2011 1621 al 31.12.2009 ric Ap 0,00 50.000,00 100.000,00 150.000,00 200.000,00 250.000,00 29306 4801 Comune Teglio Totale 477 Comune Sernio 1075 4756 1640 Comune Grosio Comune Grosotto Comune Mazzo Valtellino 1635 1278 Comune Bianzone al 31.12.2008 Comune Aprica quota per abitante Popolazione TABELLA 3.4 27.692,73 35.282,50 21,56 2011 2010 2009 629.903,98 4.738,40 64.359,25 13.324,56 193.030,53 105.060,40 12.433,97 22.741,05 14.168,89 102.229,62 34.842,08 2011 1.649.810,02 11.286,76 166.727,26 31.312,24 543.722,21 292.414,27 33.966,47 54.242,07 33.664,12 247.012,06 83.415,29 65.364,62 86.682,65 Totale 2009-2011 65 Risorse socio sanitarie L’ultimo biennio ha visto crescere discretamente le risorse dedicate ai servizi socio-sanitari. Il 2010 si è chiuso con un +3,8% rispetto all’anno precedente, un aumento proseguito anche per il 2011: stando ai più recenti aggiornamenti delle assegnazioni complessive alle Asl per 2011 (1.553 milioni, fonte Decr. 10035 del 2/11/2011) 28 l’Assi riceve circa un +3,5 di fondi rispetto al consuntivo 2010. Una quota importante delle risorse aggiuntive 2011 (40 milioni) è stata riservata all’implementazione dell’assistenza domiciliare. La manovra regionale preventiva per il 2011 (D.g.r. 937/2010 e il Bilancio Preventivo Regionale) ha riconosciuto centralità al sociosanitario assegnandovi risorse oltre che dal Fondo sanitario anche a carico del bilancio regionale (27 milioni) per un budget complessivo Assi di 1.577 milioni. TABELLA 3.5 QUOTA CAPITARIA CONTRIBUTI C/ESERCIZIO DESTINAZONE VINCOLATA IN A FUNZIONI NON TARIFFATE TOTALE ASSEGNAZIONI ASSEGNAZIONI REGIONALI ASL SONDRIO 2009 2010 222.127 226.495 2011 233.794 3.133 1.529 1.416 907 979 980 226.167 229.003 236.190 Fonte ASL Sondrio Stanziamenti ASL anno 2009; 226.167 anno 2011; 236.190 anno 2009 anno 2010 anno 2011 anno 2010; 229.003 Grafico 4 Fonte ASL Sondrio E’ del tutto evidente quanto la spesa socio-sanitaria rappresenti una voce determinante delle risorse che concorrono alla definizione di un quadro d’insieme del sistema di welfare. Gli interventi di cura territoriali (domiciliari e ambulatoriali, i centri diurni e le strutture protette) così come gli interventi per le dipendenze e per i disabili o quelli afferenti all’area materno infantile, hanno ricadute determinanti sul sistema socio-assistenziale. L’assegnazione all’Asl per il 2012, per la formulazione del bilancio preventivo, in fase di assegnazione, viene definita dalla Direzione Generale Sanità. 28 www.lombardiasociale.it 66 Con le risorse assegnate l’ASL deve garantire il soddisfacimento di tutti i bisogni sanitari e sociosanitari, ripartendo, anche nel 2012, le risorse nei tre livelli di assistenza individuati dal Piano Sanitario Nazionale, come evidenziato nella seguente tabella: TABELLA 3.6 Livello essenziale di Risorse Incidenza assistenza regionali programmata disponibili regionale anno (milioni di euro) 2012 anno 2012 1 - Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro 2 - Assistenza distrettuale 3 - Assistenza ospedaliera TOTALE Saldo di mobilità attiva per cittadini fuori regione TOTALE COMPLESSIVO Incidenza ASL 2010 935 5,50% 6% 8.670 7.395 17.000 450 Fino al 51,% Fino al 43,5% 100% 58,2% 35,8% 100% 17.450 Fonte ASL Sondrio Il volume complessivo di queste risorse è tale che non si può prescindere, anche a livello di ambito, dai benefici che potrebbero derivare da un’integrazione tra le politiche socio-sanitarie e quelle socio-assistenziali, integrazione che può prendere avvio da una ricostruzione complessiva delle voci di spesa e da una ricomposizione degli interventi territoriali. Come affermato nelle linee di indirizzo regionali per la programmazione sociale 2012-2014 “il quadro delle risorse finanziarie appare estremamente frammentato, ed evidenzia la necessità di azioni che siano in grado di mettere in rete le risorse detenute dai diversi attori”. La tabella che segue mostra la contribuzione alla spesa sociale e sociosanitaria dei principali attori del welfare, con l’esclusione dell’INPS e del privato sociale. 29 Grafico 5 – Contribuzione alla spesa sociale e sociosanitaria degli attori del welfare al netto dei trasferimenti INPS La d.g.r. 16 novembre 2011 n. 2505 se da una parte si attribuisce ai Comuni la funzione di ricomposizione delle risorse e di connessione delle reti, dall’altra mette in evidenza, la centralità dell’Azienda Sanitaria Locale come attore determinante del sistema. Si afferma, infatti, che “nel processo di riforma del welfare lombardo, le direzioni sociali delle ASL dovranno sviluppare una vocazione ed una visione spiccatamente territoriale per recuperare la centralità del bisogno della 29 “I dati della spesa sociale e sociosanitaria in Regione Lombardia” - Bocconi/ CERGAS 67 persona, per superare la frammentazione dei servizi e per sviluppare in modo proattivo le reti territoriali”. Un mandato fondato su principi e obiettivi assai simili a quelli attribuiti ai Piani di Zona (lavoro di rete, superamento della frammentazione, vocazione territoriale degli interventi), che devono trovare una loro armonizzazione operativa in ciascun ambito territoriale per evitare sovrapposizioni (si pensi ad esempio al confronto con i soggetti del terzo settore nei tavoli di area) e l’innesco di processi competitivi tra le scarse risorse in campo. Oltre ai Comuni e all’ASL vi sono altri attori che concorrono alla produzione di risorse dedicate agli interventi in ambito sociale: l’INPS con le risorse dedicate ad erogazioni economiche prettamente “sociali” (pensioni sociali, integrazioni al minimo, indennità di accompagnamento, assegni per famiglie con tre o più figli, assegni di maternità), le famiglie con una spesa ingente per servizi acquistati dal libero mercato (ad esempio badanti o prestazioni erogate dal privato sociale) e dal servizio pubblico in qualità di utenti dei servizi sociali o sociosanitari, il terzo settore sia per i servizi convenzionati con gli enti locali e le ASL sia per la parte, in crescita, di mercato privato sia ancora per il vasto apporto del volontariato. Nella tabella che segue riportiamo le “fonti della spesa sociale e sociosanitaria in Lombardia (stima 30: 2009”) TABELLA 3.7 Ambito Totale proAmbito Sociale Totale Sociosanitari capite Regione Comuni Province Utenti Inps Totale 350.027.915,72 1.458.000.000,00 1.808.027.915,72 1.203.909.856,35 1.203.909.856,35 51.597.856,00 51.597.856,00 173.495.774,28 720.000.000,00 893.495.774,28 4.027.410.041,56 3.130.395.791,18 7.157.805.832,74 5.806.441.443,91 5.308.395.791,18 11.114.837.235,09 – Le fonti della spesa sociale e sociosanitaria in Lombardia (stima 2009) 185,58 124,86 5,33 91,89 734,69 1.142,35 Grafico 6 – Uno scenario frammentato sul versante delle fonti di spesa A fronte del quadro degli attori e delle risorse sopra richiamato, appare quindi necessario che i Piani di Zona non si limitino ad intervenire nel perimetro ristretto delle risorse a disposizione dei Comuni per non rischiare di “rimanere ai margini della programmazione reale, rispetto alla quale è possibile riposizionarsi, non tanto per gestire più risorse, quanto aumentando la competenza nel 31 mettere in relazione attori e risorse, nel negoziare e promuovere sinergia e razionalizzazione” 30 31 “Un welfare della sostenibilità e della conoscenza” Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012-2014”- Regione Lombardia 68 1.2. LE RISORSE DELL’UFFICIO DI PIANO Nel triennio 2009-11 il Servizio Sociale di Base è stato garantito alla popolazione del distretto attraverso il lavoro di tre assistenti sociali una a tempo pieno e 2 part-time, distribuito in funzione delle diverse macro aree di intervento (n. 1 assistente sociale assegnata alle aree minori e famiglia e adulti in difficoltà, n. 1 assistente sociale a 30 ore assegnata alle aree anziani e n. 1 assistente sociale a 28 ore disabili) e non sulla ripartizione territoriale. L’assistente sociale, che rappresenta la figura professionale centrale del Servizio Sociale di Base, ha garantito: orientamento del cittadino all’interno della rete delle unità di offerta e consulenza informativa sulle modalità di accesso; un primo filtro della domanda attraverso ascolto e valutazione dei bisogni; segnalazione di situazioni complesse ai servizi competenti dell’A.S.L. e dell’Azienda Ospedaliera affinché sia assicurata la presa in carico della persona; presa in carico, diagnosi e intervento psico-sociale delle situazioni di competenza della propria area. Il Servizio Sociale è gestito in forma associata per conto dei 12 Comuni dell’ambito territoriale dall’Ufficio di Piano di Tirano e opera attraverso differenti tipi di interventi. Di seguito sono elencati alcuni degli interventi di cui hanno beneficiato al 31.12.2011 gli utenti nel mandamento di Tirano, suddivisi per Comuni32: Tabella 3.2.1 - Numero di utenti nell’ambito territoriale di Tirano suddivisi per Comuni al 31.12.2011 Aprica Bianzone Grosio Grosotto Lovero Mazzo in Sernio Teglio Tirano Tovo di Valtellina S.Agata Vervio SERVIZI Buoni sociali Buoni sociali mirati Voucher educativi Voucher socioassistenziali ADM+Spazio neutro Servizio Assistenza Domiciliare (SAD) Residenza Sanitariaassistenziale disabili Centro Diurno per Disabili (CDD) Centro Socio Educativo (CSE) Inserimenti Lavorativi 2 1 1 1 2 2 1 2 7 2 1 2 1 1 3 1 3 9 8 3 15 1 5 1 13 7 25 8 62 2 5 3 14 5 15 2 24 2 2 1 9 3 8 3 38 1 2 3 3 2 14 1 1 2 4 1 2 2 1 1 3 12 2 1 Villa TOTALE di distretto Tirano 1 6 2 1 1 1 2 7 2 25 32 L’analisi del sistema dell’offerta e della domanda di servizi socio-assistenziali nel distretto di Tirano è stata condotta dall’équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano. 69 Centro Pronto Intervento (CPI) 2 Comunità Affido accoglienza TOTALE Comuni 1 1 1 4 2 4 33 97 1 4 6 1 9 e 8 7 29 8 2 12 8 6 4 2 27 237 Grafico3.2.1 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano Il grafico rappresenta la distribuzione dell’utenza per servizi utilizzati e per prestazioni erogate al 31.12.2011. Lo strumento che è stato più utilizzato è il voucher socio-assistenziale. Questo significa che le categorie di utenza che vengono maggiormente assistite sono gli anziani e i disabili (62 richieste soddisfatte). Il servizio più utilizzato nella categoria dei disabili è sicuramente il Centro Diurno per Disabili (CDD), attualmente sono 38 le persone per le quali l’Ufficio di piano eroga un contributo ad integrazione della retta, (3 di esse si rivolgono a strutture fuori provincia), secondo le modalità previste da regolamento, che prevede la cooparteciazione degli utenti in base all’Isee individuale, ciò vale anche per gli utenti della Residenza Sanitaria assistenziale disabili. Altri strumenti diffusamente impiegati sono: il Servizio Assistenza Domiciliare (SAD) rivolto sempre a disabili e anziani, appaltato fino al 31.12.2013 alla Cooperativa sociale Ardesia, ed il servizio di inserimenti lavorativi erogato prevalentemente alla categoria dei disabili, ma anche a quella degli adulti in difficoltà. In conclusione, risulta evidente che le macroaree che nel territorio di Tirano richiedono più sostegno e che ricevono ad oggi maggiori risposte riguardano i disabili e gli anziani. La domanda di assistenza continuativa ed è in continua crescita su tutto il territorio. 70 L’Ufficio di Piano ha avuto a disposizione gli strumenti elencati nella tabella 3.2.1 e si è occupato, tramite il Servizio Sociale di Base, di regolarne l’accesso e l’erogazione agli utenti considerati ‘fragili’, residenti nei Comuni del distretto,che ne hanno fatto richiesta ai Comuni. Questa categoria di soggetti comprende persone che sono in condizioni di non autosufficienza e, per la maggior parte, necessitano per il loro stato di fragilità di un tipo di servizio qualificato, si tratta spesso di individui con una limitata capacità economica, che non consente loro di attingere direttamente al mercato privato. Per la comprensione del lavoro del servizio sociale dell’Ufficio di Piano, di seguito si fornisce una descrizione degli strumenti utilizzati nel triennio 2009-2011 e i dati relativi all’utilizzo: Gli strumenti comuni alle macroaree a)Buoni sociali Assegni liberamente spendibili dall’utenza. Utilizzati per sostenere ed agevolare economicamente l’attività di cura della famiglia o della rete di solidarietà sociale. Il Buono sociale, essendo finalizzato prevalentemente al sostegno della domiciliarità, è rivolto a tutte le fasce di utenza che presentano necessità di questo tipo, quindi principalmente anziani e disabili, ma anche minori, emarginati o persone con problemi nell’area della salute mentale33. Nel distretto di Tirano vengono erogati a persone residenti nell’ambito, considerando l’ISEE familiare e l’ Invalidità civile certificata, Non frequentanti strutture sanitarie, socio-sanitarie, socio-assistenziali a carattere residenziale o semi – residenziale, Non fruitori di Voucher Socio-Assistenziali, Servizio di Assistenza Domiciliare, Voucher Educativi. L’importo mensile del Buono Sociale è stato definito dall’Assemblea dei Sindaci del Distretto di Tirano. Tabella 3.2.2- Buoni Sociali erogati nel triennio 2009 - 2011 nel territorio di Tirano. Anno 2009 N. GENERE COMUNE AREA 1 M Teglio Disabile 2 F Tirano Psichiatrica 3 F Teglio anziana 4 F Bianzone psichiatrica 5 M Aprica disabile 6 F Mazzo anziana 7 F Bianzone anziana 8 F Teglio disabile 9 F Tirano anziana Fonte: 33 Dati Ufficio di Piano di Tirano Cfr. http://www.famiglia.regione.lombardia.it 71 A Annnnoo 22001100 N. GENERE COMUNE AREA 1 M Teglio disabile 2 F Tirano psichiatrica 3 F Teglio anziana 4 F Bianzone psichiatrica 5 M Aprica disabile 6 F Mazzo anziana 7 F Bianzone anziana 8 F Teglio disabile 9 F Tirano anziana 10 F teglio anziana Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano Anno 2011 N. GENERE COMUNE AREA 1 F Teglio disabile 2 F Tirano psichiatrica 3 F Teglio anziana 4 F Bianzone psichiatrica 5 M Aprica disabile 6 F Mazzo anziana 7 F Bianzone anziana 8 F Teglio disabile Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano b) Buoni sociali mirati Assegnati a soggetti in condizione di fragilità o di emergenza sociale ( considerando ISEE familiare e che non usufruiscono di Buoni sociali). L’entità del Buono Sociale Mirato, assegnato tramite Progetto Individualizzato, erogato per un massimo di 12 mensilità per un importo, viene definito dall’Assemblea dei Sindaci del Distretto di Tirano. 72 Nel triennio 2009-11 sono stati assegnati complessivamente i seguenti buoni: BUONI SOCIALI MIRATI 2009 fascia età 31- 57 anni M/F Comune M Villa Di Tirano M Villa Di Tirano F Tirano F Tirano Nazionalità Italiana Italiana Italiana Italiana BUONI SOCIALI MIRATI 2010 fascia età 33- 48 M/F Comune Nazionalità M Villa Di Italiana Tirano M Teglio Italiana M Grosotto Italiana F Tirano Albanese BUONI SOCIALI 2011 fascia età 44- 56 M/F M F M Comune Aprica Grosio Villa Di Tirano MIRATI Nazionalità Italiana Italiana Marocchina Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano Fra i Buoni sociali mirati si distinguono: 1. I buoni sociali mirati a sostegno della natalità, cui la centralità è rivolta al bambino e prevedono il supporto all’accudimento fino ai 3 anni. Nel triennio in esame hanno usufruito di questo tipo di buono esclusivamente soggetti stranieri in prevalenza quarantenni: BSM 2009 SOSTEGNO NATALITA’ BSM SOSTEGNO NATALITA’ BSM SOSTEGNO NATALITA’ 2010 2011 M/F Comune Nazionalità Età M Grosio Tunisina 41 F Tirano Tunisina 44 M/F Comune Nazionalità Età M Tirano Marocco 39 M/F Comune Nazionalità Età F Tirano Moldava 23 M Sernio Marocchina 48 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano 2. I buoni sociali mirati a sostegno della maternità, con centralità rivolta alla madre (principalmente in casi di assenza del padre), assegnato tramite Progetto Individualizzato, l’importo mensile viene commisurato al bisogno valutato dall’assistente sociale. Nel triennio 2009-11 sono stati assegnati solo due buoni sociali mirato a sostegno della maternità a due mamme di 33 e 36 anni, una polacca e una italiana. 3. I buoni sociali mirati a sostegno delle famiglie numerose, che hanno l’obiettivo di sostenere le spese economiche delle famiglie con almeno 4 figli all’interno del proprio nucleo familiare. Nel triennio in esame di riferimento sono stati concessi 17 di questi buoni alle famiglie numerose residenti nel distretto di Tirano, una solo delle quali di nazionalità italiana. BSM FAMIGLIE NUMEROSE BSM FAMIGLIE NUMEROSE BSM FAMIGLIE NUMEROSE 2009 2010 2011 Comune Tirano Villa Di Tirano Tirano Tirano Tirano Tirano Nazionalità Marocchina Pakistana Italiana Marocchina Marocchina Marocchina Comune Tirano Mazzo Di Valtellina Villa Di Tirano Tirano Tirano Nazionalità Marocchina Pakistana Pakistana Romania Marocchina Comune Tirano Tirano Villa Di Tirano Mazzo Di Valtellina Nazionalità Marocchina Marocchina Pakistana Pakistana Tirano Marocchina Mazzo Di Valtellina Pakistana Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano 73 4. Buono Badanti Buono sociale per assistente familiare, erogato con frequenza trimestrale, finalizzato al sostegno economico alle famiglie per il pagamento degli oneri contributivi e al concorso alle spese per la retribuzione del personale dedicato all’assistenza familiare; viene definito un valore massimo per anno di erogazione. BUONI BADANTI 2009 fascia età 51- 90 anni M/F F M F F Comune Tirano Bianzone Bianzone TEGLIO Nazionalità Italiana Italiana Italiana Italiana BUONI BADANTI 2010 fascia età 72- 91 M/F F F M F Tirano Tirano Tirano Villa Di Tirano Tirano Nazionalità Italiana Italiana Italiana Albanese Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano c) Voucher sociale Il voucher sociale consiste nell’erogazione di un titolo di acquisto è finalizzato all’acquisto di prestazioni di tipo assistenziale/educativo prestate da operatori (caregiver) professionali dell’area sociale e rivolte direttamente alla persona, erogate da Agenzie fornitrici accreditate. L’erogazione dei voucher sociali prevede la partecipazione dell’utente al costo del servizio, a seguito dell’accertamento della condizione economica del richiedente, in base al Regolamento di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni sociali come previsto dal D.Lgs. N. 109/1998 e successive modifiche e integrazioni. Il Voucher sociale è rivolto ad anziani, disabili, ma anche a minori, emarginati o persone con problemi di salute mentale che hanno necessità di prestazioni di tipo sociale o assistenziale garantite da professionisti34. Si dividono in: 1. Voucher socio-educativi Ci si riferisce a forme di sostegno e di aiuto in attività prettamente di integrazione sociale rivolta ai minori con problemi e a rischio emarginazione, difficoltà familiari e/o scolastiche, soggetti diversamente abili. Si concretizzano in attività educative mirate. Nel triennio 2009-2011 sono state accrediti all’erogazione del servizio la cooperativa sociale Ippogrifo e San. Michele. Tabella 3.2.3. - Voucher socio-educativi attivati nell’anno 2009 AREA Disabili Minori COMUNE TOTALE M F M F 10 Tirano 3 2 4 1 2 Villa di Tirano 1 1 0 0 4 Teglio 0 1 2 1 3 Aprica 2 0 1 0 2 Grosotto 1 1 0 0 TOTALE 7 5 7 2 21 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano 34 Cfr. http://www.famiglia.regione.lombardia.it 74 Tabella 3.2.4. - Voucher socio-educativi attivati negli anni 2010-2011 AREA Disabili Minori COMUNE TOTALE M F M F 6 Tirano 5 0 0 1 1 Villa di Tirano 1 0 0 0 5 Teglio 0 0 3 2 3 Aprica 2 0 1 0 2 Grosio 1 0 1 0 2 Grosotto 1 1 0 0 TOTALE 10 1 5 3 19 Negli anni 2010-2011 sono stati complessivamente attivati un numero leggermente minore di voucher socio-educativi: 19 voucher socio-educativi attivati nel biennio 2010-11 rispetto ai 21 attivati nell’anno 2009. 2. Voucher socio-assistenziali Il Voucher socio-assistenziale è rivolto ad anziani, disabili, ma anche a minori, emarginati o persone con problemi di salute mentale che hanno necessità di prestazioni di tipo sociale o assistenziale garantite da professionisti. Nel Triennio 2009-2011 sono state accreditate la cooperativa sociale Ardesia e la cooperativa sociale S. Michele. Tabella 3.2.5. - Voucher socio-assistenziali Tab. 3.2.6. - Voucher socio-assistenziali AREA Disabili Anziani TOTALE 2009 COMUNE M F M F AREA Disabili Anziani TOTALE 6 Bianzone 1 0 2 3 anni 2010-2011 COMUNE M F M F 11 Villa di Tirano 0 0 2 9 5 Bianzone 1 0 2 2 11 Teglio 1 1 4 5 15 Villa di Tirano 1 0 4 10 3 Aprica 0 0 2 1 18 Teglio 1 1 6 10 23 Tirano 0 0 10 13 3 Lovero 0 0 0 3 1 Mazzo 0 0 0 1 2 Aprica 0 0 1 1 10 Grosio 1 1 2 6 48 Tirano 1 3 17 27 3 Sernio 0 0 0 3 3 Mazzo 0 0 0 3 3 Tovo S.Agata 0 0 0 3 11 Grosso 1 1 3 6 1 Vervio 0 0 0 1 2 Grosotto 0 0 0 2 72 6 Serio 0 0 0 6 (+6 non 4 Tovo S.Agata 0 0 1 3 TOTALE 3 2 22 45 classificati) 2 Vervio 0 0 1 1 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano 119 TOTALE 0 5 35 74 (+ 3 non classificati) Per quanto riguarda i voucher socio-assistenziali si rileva un significativo aumento nel numero di attivazioni effettuate negli anni 2010-2011 rispetto all’anno 2009. La crescita delle richieste è avvenuta soprattutto da parte della categoria anziani. Nel triennio si è cominciato a promuovere il voucher formativo per assistente familiare finalizzato all’erogazione di un numero di ore di assistenza domiciliare fino ad un massimo di dieci, effettuate da personale specializzato dipendente dai soggetti accreditati per il servizio di assistenza domiciliare, al fine di facilitare l’ingresso in famiglia dell’assistente familiare e fornire, in situazione di compresenza e di guida ravvicinata, le prime nozioni relative alla gestione dell’assistenza (igiene, pasti, cura della persona, organizzazione spazi). 75 Il servizio sociale di base ha promosso nel corso del triennio i seguenti strumenti per favorire l’Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati o disabili: • Progetto di Socializzazione è una modalità di permanenza nel mondo del lavoro di persone con invalidità certificata senza l’obiettivo dell’occupazione; • Percorso di Osservazione Formativo-Lavorativo è uno strumento di osservazione e/o formazione in situazione di persone per le quali non si sono ancora acquisiti sufficienti elementi di conoscenza per programmare un percorso di inserimento lavorativo finalizzato all’assunzione; • Borsa Lavoro Propedeutica all’Integrazione Lavorativa è uno strumento finalizzato all’assunzione di soggetti diversamente abili o in situazioni di svantaggio all’interno del sistema produttivo. Si tratta di un percorso orientativo e professionalizzante, che non si configura in alcun modo quale rapporto di lavoro o di subordinazione, né rappresenta una forma di integrazione del reddito. inserimenti lavorativi triennio 2009-11 18 17 16 16 16 14 SOCIALIZZAZIONE 11 12 10 8 6 6 6 PERCORSO FORMATIVOLAVORATIVO 5 5 BORSA LAVORO 3 4 2 0 anno 2009 anno 2010 anno 2011 Grafico3.2.2 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano utenti inserimenti lavorativi 2009-2011 100% 80% 7 4 5 2 2 6 minori 60% adulti in difficoltà 40% 18 21 18 disabili 20% 0% anno 2009 anno 2010 anno 2011 Grafico3.2.3 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano Un dato significativo è dettato dal numero di soggetti disabili in cerca di un impiego, che si affidano al servizio sociale di base per l’ inserimento lavorativo. Questo indica un impegno diretto non solo nella ricerca di un lavoro ma anche nella volontà di inserirsi nel mondo lavorativo, di collaborare attivamente per la società e per se stessi al fine di perseguire un’autonomia anche economica. Importante si è rilevata la collaborazione con i Centri dell’impiego provinciale per l’avvio di tirocini. 76 L’Ufficio di Piano di Tirano ha gestito per conto de i Comuni risorse destinate ad interventi socioassistenziali e socio-sanitari per promuovere il benessere e la tutela dei diritti del minore e della sua famiglia, in carico al Servizio Sociale di Base e il Servizio Tutela Minori. In questi anni la collaborazione con i servizi specialistici dell’A.S.L. e dell’Azienda ospedaliera, in particolare con la Neuropsichiatria infantile35 si è maggiormente rafforzata anche grazie all’individuazione di una modalità di lavoro più sistematica e condivisa. Nel campo della tutela minorile gli interventi si possono così dividere: • interventi di sostegno al minore e alla famiglia (assistenza domiciliare minori, colloqui, psicoterapia, attivazione servizi per il tempo libero…); • interventi di sostituzione temporanea alla famiglia (affido familiare, collocamento in Comunità); • interventi di sostituzione del nucleo familiare. ANALISI DEI DATI SULL’UTENZA – AREA MINORI E FAMIGLIA36 TRIENNIO 2009-2011 Dati Tutela e Penale Minori L’equipe del Servizio Tutela Minori del distretto di Tirano, nel triennio 2009-11 costituita da 2 psicologi (16 e30 ore) e da 2 assistenti sociali 1 a tempo pieno ed 1 part-time si è occupata di gestire le situazioni di fragilità di minori e nuclei familiari su mandato dell’Autorità Giudiziaria per procedimenti civili o penali su minori. I dati sono riferiti ai minori e ai rispettivi nuclei familiari in carico su mandato dell’Autorità Giudiziaria (escluse le pratiche relative ad Adozioni e Penale Minori) e la fonte sono i report annuali Servizio Tutela Minori. I dati presentati sono rilevati per Distretto di residenza del nucleo familiare di origine dei minori o degli esercenti la potestà, in questa sede sono stati utilizzati i dati relativi al Distretto di Tirano nel triennio 2009 - 2011. In quest’analisi non ci sono i dati relativi ai minori presi in carico solo dal Servizio Sociale di Base. Non sono conteggiati i minori seguiti esclusivamente per le SIT (audizioni condotte dalle Forze dell’Ordine su mandato del Magistrato). Tabella 3.2.7. - Numero totale di utenti a favore dei quali sono state erogate prestazioni. Anni 2009 2011 (valori assoluti). 2009 2010 2011 Casistica Tutela Minori 58 67 65 Nuclei familiari 45 51 50 Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori I dati sono riferiti ai minori e ai rispettivi nuclei familiari in carico su mandato dell’Autorità Giudiziaria – o ratificate dal GT (escluse le pratiche relative ad Adozioni e Penale Minori) 35 Il Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza afferisce al Dipartimento Salute Mentale dell'AOVV ed ha come suo ambito specifico di intervento la salute neurologica e psichica della persona in età evolutiva, attraverso azioni che si caratterizzano per l'apporto multidisciplinare e finalizzato alla prevenzione secondaria, alla diagnosi precoce, all'intervento terapeutico e riabilitativo del bambino e dell'adolescente in rapporto al suo contesto famigliare ed ambientale. 36 L’analisi Tutela minori nel distretto di Tirano è stata condotta dall’équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano. 77 Grafico3.2.4 Fonte: Dati Ufficio di Piano di Tirano Il numero di minori seguiti è aumentato nel triennio 2009 - 2011 passando da 58 a 65 casi, si vede bene l’andamento nel grafico, che rappresenta i dati indicati nella tabella 3.2.7, dal quale si deduce anche il picco nel 2010 con 67 minori seguiti dal Servizio Tutela nel distretto di Tirano. Se si considera l’utenza suddividendola fra nuovi casi e archiviazioni che l’anno con il numero più alto di nuovi casi è il 2009, mentre nel 2011 il numero scende a 9. I nuovi accessi nel 2010 e nel 2011 sono diminuiti (Cfr. tabella 3.2.8). I minori sono in prevalenza femmine e l’arco di età più significativo come numero di utenti è quello dagli 11 ai 18 anni quindi i pre-adolescenti e gli adolescenti (cfr. tabella 2.8). I minori segnalati hanno in prevalenza entrambi i genitori di nazionalità italiana (cfr. tabella 2.9). Tabella 3.2.8- Casistica tutela suddivisa per nuova casistica e archiviazioni. Anni 2009 e 2010 (valori assoluti). CASISTICA 2009 2010 2011 TUTELA Utenti 21 19 9 Minori Nuova casistica* 17 13 6 Minori 5 14 5 Nuclei familiari 7 12 5 Nuclei familiari Archiviazioni** * nuovi accessi nel 2010; ** casi chiusi nel 2010. Tabella 3.2.9- Casistica totale seguita negli anni 2009-2011 per fascia d’età e genere (valori assoluti). Età 0/5 anni 06/10 anni 11/14 anni 15/18 anni > 18 anni Totale UdP 58 Genere 2009 2010 M 1 F 6 M 8 F 3 M 11 F 8 M 6 F 14 M 0 F 1 4 5 8 6 13 10 9 10 0 2 67 2011 3 7 6 8 10 8 9 8 3 3 65 Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori 78 Tabella 3.2.10- Cittadinanza dei minori segnalati e seguiti nel 2009-2011 (valori assoluti). Minori segnalati 2009 2010 2011 n°minori con genitore/i italiano/i n°minori con 1 genitore italiano e 1 straniero n° minori con genitore/i stranieri Minori seguiti 15 10 4 1 4 0 5 5 1 2009 2010 2011 n°minori con genitore/i italiano/i 42 48 54 n°minori con 1 genitore italiano e 1 straniero 7 8 4 n° minori con genitore/i stranieri Totale minori seguiti per anno 9 11 7 58 67 65 Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori Tabella 3.2.11. - Casistica suddivisa per autorità giudiziaria inviante. Anni 2009-2011 (valori assoluti). 2009 2010 2011 Autorità giudiziaria inviante Nuclei Nuclei Nuclei Minori Minori Minori familiari familiari familiari 4 5 5 4 4 4 Tribunale ordinario Tribunale ordinario - Giudice tutelare 2 1 0 0 0 0 Tribunale ordinario civile per separazioni coniugali o misure restrittive 2 2 5 4 3 3 Tribunale ordinario penale 0 0 0 0 1 1 Corte d'appello 0 0 0 0 0 0 Tribunale per i minorenni (civile) 56 44 65 49 62 47 Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori Tabella 3.2.12- Minori e nuclei familiari in carico su mandato del tribunale per i minorenni suddivisi per tipologia di provvedimento. Anni 2009-2011 (valori assoluti). Tipologia provvedimento 2009 2010 2011 Procura c/o T.M. Richiesta indagine 18 10 5 TM richiesta Indagine 0 13 11 33 37 42 T.M. civile x ADOZIONE 0 0 0 Amministrativo (condotta deviante del minore) 1 2 0 Amministrativo (prosieguo oltre i 18 anni) 3 3 4 Totale UdP 55 65 62 Civile (potestà conviventi) genitoriale + separazione tra Fonte: Report 2009, 2010 e 2011 Servizio Tutela Minori Tabella 3.2.13. - Minori collocati al di fuori del nucleo familiare di origine e nuclei interessati. Anni 2010-2011 (valori assoluti). Nuclei familiari Nuclei Minori d'origine affidatari Madri Numero utenti anno 2010 12 9 Affido pre-adottivo 0 0 Centro di Pronto Intervento di Traona 0 0 Comunità 8* 6 Affido 5** 5 0 2 4 * di cui 3 provenienti da progetti di affido chiusi; ** di cui 1 proveniente da comunità/CPI nel corso dell'anno. 79 Minori Numero utenti anno 2011 Nuclei d'origine familiari Nuclei affidatari Madri 6 6 Affido pre-adottivo 0 0 Centro di Pronto Intervento di Traona 3 1 Comunità 4 0 Affido 2 2 2 Fonte: Report Servizio Tutela 2009, 2010 e 2011 Grafico3.2.5 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2009 Grafico 3.2.6 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2010 80 Grafico3.2.7 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2011 e dati UdP Tirano I minori collocati al di fuori del nucleo familiare nel 2009 sono inseriti per la maggior parte in comunità e hanno in prevalenza fra gli 11 e i 18 anni, sono invece inseriti in un percorso di affido solo 3 utenti, di cui uno ha già superato i 18 anni. Nel 2010 sempre nell’ambito territoriale di Tirano sono inseriti in numero maggiore in comunità e hanno in prevalenza fra gli 11 e i 14 anni, fra i 15 e i 18 e in misura minore hanno fino a 5 anni, mentre in meno casi sono in affido, questi si suddividono in pari numero in tutte le fasce d’età, tranne che fra gli 11 e 14 anni dove nessun minore è collocato in un percorso di affido. Mentre non risultano minori nel Centro di Pronto Intervento di Traona e in affido pre-adottivo. Nell’anno 2011 i minori inseriti in comunità sono stati in totale 7 con una diminuzione lieve rispetto al 2010 sia in termini numerici sia in termini di suddivisione per fasce d’età e genere, la stessa situazione si configura per i minori inseriti in affido che sono solo 2 nel 2011. Dati sull’affido familiare Il numero di minori in affido familiare nei 12 comuni del territorio della Comunità Montana Valtellina di Tirano varia di poco dal 2007 al 2010, si passa da 7 minori nel 2007 a 6 nel 2011. Secondo i dati presentati nel Report Servizio Tutela negli anni 2009, 2010 e 2011, i minori collocati lo sono, in tutte le situazioni, a tempo pieno, mentre in affido part-time non ne risulta nessuno. Per quanto riguarda la tipologia di affido (giudiziali o consensuali) e la collocazione (parentali o etero familiari), nel 2009 tutti sono in affido eterofamiliare giudiziale, nel 2010 nel maggior numero di casi (4 su 5) si tratta di affidi eterofamiliari giudiziali, mentre solo un minore è in affido parentale giudiziale, nel 2011 un caso è di affido eterofamiliare giudiziale e uno è di affido parentale giudiziale. Sempre considerando i dati presi dal Report Servizio Tutela Minori raccolti negli ultimi tre anni si evince che tutti i minori inseriti in un percorso di affido familiare sono di nazionalità italiana e la durata dell’affido è fino ai 4 anni nei casi del 2009, oltre i 4 anni, in un solo caso è fino a 2 anni nel 2010, nel 2011 fino a 2 anni e oltre i 4 anni. Rispetto all’affido l’associazione che sul territorio se ne occupa è “Una Famiglia per l’Affido”37. Secondo la percezione degli operatori e dei volontari quello che forse è cambiato negli ultimi anni è la durata dell’affido, spesso i minori restano nella famiglia affidataria fino alla maggiore età e oltre. Sono pochi i casi in cui i minori rientrano in famiglia entro due anni. 37 L’Associazione una famiglia per l’affido nasce nel 2003 da una rosa di fondatori maggiormente legata al territorio di tirano, la mission dell’associazione oltre a comprendere la promozione di una cultura dell’accoglienza è di una maggiore attenzione alle problematiche dei minori in difficoltà promuove la condivisione tra persone interessate all’affido, sviluppando momenti di relazione e di aiuto 81 Tabella 3.2.14- Numero di minori in affido familiare suddivisi per ambito territoriale in provincia di Sondrio. Anni 2007 - 2010. 2007 2008 2009 2010 Totale per ambito 12 18 18 15 63 Chiavenna 6 5 4 5 9 Morbegno 14 19 19 18 37 Sondrio 17 20 19 24 43 Tirano 7 6 3 5 21 56 68 63 67 173 Ambito territoriale Bormio Totale per anno Fonte: Ufficio di Piano di Tirano Comparando i dati relativi all’affido tra il distretto di Tirano e gli altri distretti di Bormio, Chiavenna, Morbegno e Sondrio si osserva che nel 2009 e nel 2010 il numero di minori in affido è il più basso a livello provinciale nell’ambito territoriale di Tirano. A livello provinciale è aperto il Servizio Affidi, Minori e Famiglie gestito dalla Cooperativa Sociale Ippogrifo per promuovere la cultura della tutela dell’infanzia e dell’accoglienza familiare, in collaborazione con i Servizi Tutela Minori degli Uffici di Piano. Il Servizio Affidi individua le famiglie affidatarie che possono occuparsi dei minori la cui famiglia sta attraversando un momento di crisi e non può garantire loro una crescita serena e armoniosa. Dati sulle adozioni I dati si riferiscono alle coppie inviate dal Tribunale per i Minorenni per l’indagine psico-sociale in relazione alla loro richiesta/disponibilità all’adozione nazionale (AD) e/o internazionale (AI). L’ASL, entro 4 mesi dalla richiesta, invia al TM una relazione di valutazione dopo averla letta e discussa con la coppia interessata. Tabella 3.2.15- Coppie disponibili all'adozione seguite in provincia di Sondrio nel corso del 2010 Distretto AI+AD AI Art. 44 AD Totale Distretto Totale Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL 4 3 9 1 2 19 2 1 1 0 0 4 0 0 0 0 0 0 1 2 1 1 0 5 7 6 11 2 2 28 Tabella 3.2.16. - Coppie inviate dal Tribunale per i Minorenni nel corso del 2010 Distretto AI+AD AI AD Art. 44 Totale Distretto Totale Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL 3 2 6 1 2 14 1 1 1 0 0 3 0 2 0 1 0 3 0 0 0 0 0 0 4 5 7 2 2 20 Come si vede il distretto di Tirano, insieme a Bormio sono quelli con il minor numero di coppie disponibili all’adozione. Rispetto al 2009 il numero di coppie che hanno presentato la domanda di dichiarazione di disponibilità è circa lo stesso (18 coppie). 82 Tabella 3.2.17. - Minori seguiti Totale Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL 7 4 9 2 6 28 3 0 0 2 3 8 Distretto AI AD Totale Distretto 10 4 9 4 9 36 Tabella 3.2.18- Minori collocati in famiglia a scopo adottivo nel 2010 Totale Sondrio Chiavenna Morbegno Tirano Bormio ASL 1 1 6* 0 4* 12 2 0 0 0 0 2 3 1 6 0 4 14 Distretto AI AD Totale Distretto *Bormio: 2 coppie di fratelli collocati in 2 nuclei familiari *Morbegno: tre fratelli collocati nello stesso nucleo I minori collocati nel 2010 in provincia di Sondrio sono stati 14, mantenendo un numero quasi uguale al 2009 (15). In totale i minori seguiti a livello provinciale sono stati 36, valore di poco inferiore al 2009 quando erano 40. Nel mandamento di Tirano nel 2010 non ci sono stati minori collocati in famiglia a scopo di adozione, mentre nel 2009 erano stati 4. Dati sul Servizio Spazio Neutro38 Lo spazio neutro è un servizio che permette incontri tra i minori e i loro genitori, familiari non conviventi con modalità idonee e protette, nei casi prescritti dall’Autorità Giudiziaria. Nell’ambito territoriale di Tirano nel 2009 è stato attivato un solo spazio neutro che si è chiuso a fine anno, mentre nel 2010 i minori utenti del servizio sono stati 6, di cui 3 casi sono rimasti aperti a fine anno, nel 2011 gli spazi neutri attivati lo sono stati in favore si 3 minori. Dati sull’Assistenza Domiciliare Minori39 L’Assistenza Domiciliare Minori (A.D.M.) è un servizio che si attiva quando previsto dall’Autorità Giudiziaria o venga ritenuto opportuno dagli operatori di riferimento per la famiglia. Si presentano qui di seguito alcune tabelle riassuntive dell’utenza A.D.M nel mandamento di Tirano nel triennio 2009 - 2011. Tabella 3.2.19 Utenza A.D.M corso dell'anno Tabella 3.2.19 nel Utenza A.D.M. al 31.12 Minori Nuclei familiari Minori Nuclei familiari 2009 8 8 2009 10 9 2010 6 6 2010 14 13 2011 4 4 2011 6 6 Tabella 3.2.20 Attivazioni chiusure A.D.M. numero minori 2009 2010 2011 Aperture 7 5 0 Chiusure 2 9 2 Fonte: Report Servizio Tutela Minori 2009, 2010, 2011 38 39 gestito nel distretto di Tirano dalla Cooperativa Sociale Ippogrifo gestito nel distretto di Tirano dalla Cooperativa Sociale Ippogrifo 83 Risorse economiche dell’Ufficio di Piano Le risorse economiche che saranno disponibili per il Piano di Zona 2012-2014 sono costituite da: - Risorse Comunali; - Risorse statali: Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS); - Risorse Regionali : Fondo Sociale Regionale (FSR); - Risorse per Piano Nidi; - Entrate diverse (enti, privati, finanziamenti per progetti). 100% 90% Altro 80% 70% Fondo non Auto Sufficienza 60% Fondo Nazionale Politiche sociali 50% 40% Fondo Sociale Regionale 30% 20% Quote Comuni 10% 0% 2009 2010 2011 2012 Grafico 3.2.8 Fonte Ufficio di Piano L’andamento delle entrate nel triennio 2009-2011 mostra con evidenza il peso sempre più consistente delle risorse comunali e la progressiva riduzione sia delle risorse statali che delle risorse regionali. Dal 2009 al 2011 le risorse del Fondo per le Non Autosufficienze hanno rappresentato una leva essenziale per lo sviluppo di interventi di sostegno alla domiciliarità, in particolare riferiti ad interventi professionali (il voucher per l’assistenza domiciliare gestita dalle cooperative sociali). Come evidenziato la gestione associata è sempre più sostenuta da risorse comunali erogate, dal 40 2012, in quota proporzionale agli abitanti residenti e gestite in forma solidale. La percentuale 41 media di finanziamento comunale sulla spesa complessiva passa da 43,06% nel triennio appena trascorso ad una previsione del 65,67% nel triennio 2012/2014. 18% 5% Comuni Fondo sociale regionle Fondo nazionale politiche sociali Altro 12% 65% Grafico 3.2.9 Fonte Ufficio di Piano 40 Nel triennio 2009-2011 le quote venivano definite ponderando in parte la spesa del singolo Comune al 31/12 dell’anno precedente, relativa all’utilizzo di voucher socio assistenziali e del servizio di assistenza domiciliare ed in parte definendo una quota in solidarietà . 41 Viene considerato lo stanziamento a competenza al netto dei residui 84 L’assemblea dei Sindaci, visto l’azzeramento del fondo non autosufficienza e le importanti riduzioni a carico dei fondi nazionali e regionali per le politiche sociali, ha stabilito un aumento significativo delle quote procapite comunali per finanziare i servizi delegati all’Ufficio di Piano al fine di consentire il mantenimento degli stessi, definendo gli stanziamenti in relazione all’utilizzo che se ne è fatto nel triennio 2009-11 e prevedendo di finalizzare sempre meglio gli interventi. Tabella 3.2.21 Andamento dei trasferimenti Statali e Regionali all’UdP di Tirano anni 2009-2011 e previsione 2012- anno di erogazione f.nazionale politiche anno sociali 2009 242.207,00 2010 111.473,00 fondo sociale regionale 273.243,07 Fondo non auto sufficienze 94.735,00 fondo riequilibrio 9.034,69 fondo fondo intesa nidi 15.173,60 0,00 fondo accredi tamento 6.606,00 totale 640.999,36 281.097,00 143.484,00 4.338,70 2.434,00 32.060,00 6.600,00 542.826,70 2011 123.728,00 229.917,00 155.318,00 4.125,00 0,00 32.060,00 6.600,00 513.088,00 2012 59.834,00 160.941,90 0,00 3918,75 0,00 32.060,00 6.576,00 224.694,65 Tabella 3.2.22 Andamento quote comunali quote versate 2009-11 2009 2010 quote 2012-14 Totale 2009-2011 annuale 2011 quota per abitante APRICA BIANZONE GROSIO 17,40 25.651,98 19.326,22 72.842,49 17,43 25.748,17 18.345,67 71.939,95 21,56 35.282,50 27.692,73 102.229,62 86.682,65 65.364,62 247.012,06 30,03 48.072,80 38.344,14 138.423,25 GROSOTTO LOVERO 24.525,50 9.920,55 24.047,71 9.574,68 34.842,08 14.168,89 83.415,29 33.664,12 48.373,07 20.207,99 MAZZO VALTELLINO SERNIO TEGLIO TIRANO 16.018,65 10.571,59 93.953,17 173.680,08 15.482,37 10.960,91 93.400,70 177.011,60 22.741,05 12.433,97 105.060,40 193.030,53 54.242,07 33.966,47 292.414,27 543.722,21 31.407,97 15.043,39 142.206,62 276.876,53 9.328,79 3.331,64 8.658,89 3.216,72 13.324,56 4.738,40 31.312,24 11.286,76 18.826,76 6.335,64 50.802,36 509.953,02 51.565,65 509.953,02 64.359,25 629.903,98 166.727,26 1.649.810,02 89.359,57 873.477,75 TOVO S.AGATA VERVIO VILLA TIRANO TOTALE DI La Comunità Montana, per far fronte alla situazione di crisi, ha incrementato del 31,96% lo stanziamento a favore del bilancio dell’Ufficio di piano, rispetto al valore medio complessivo del triennio 2009-2011. stanziamento Comunità Montana 160.000,00 140.000,00 120.000,00 100.000,00 80.000,00 60.000,00 40.000,00 20.000,00 2009 2010 2011 2012 Grafico 3.2.10 Fonte Ufficio di Piano 85 In relazione alla spesa, in generale, possiamo dire che negli ultimi anni gli uffici di piano si sono fatti carico delle le aree di specifica competenza dei Comuni (ad esempio la tutela dei minori) e delle aree in cui è meno rilevante l’intervento regionale (ad esempio l’area disabili). Le aree “Disabili” e “Famiglia e Infanzia” ed “Anziani” costituiscono per l’ufficio di Piano di Tirano quelle in cui si concentra la spesa maggiore e in cui si realizzano pienamente gli interventi in forma solidale. 100% 90% 80% FSR QUOTA PER GESTORI 70% PROGETTI 60% POVERTA' EMARGINAZIONE IMMIGRAZIONI 50% ANZIANI 40% FAMIGLIA E INFANZIA 30% DISABILI 20% 10% 0% 2009 2010 2011 Grafico 3.2.11 Fonte Ufficio di Piano Il Piano economico per il triennio 2012-2014, di seguito rappresentato, evidenzia, in considerazione alle aree di intervento maggiormente presidiate dalla gestione associata ed alle ripartizioni della spesa, i seguenti aspetti: -per quanto riguarda l’area della disabilità sono stati mantenuti i fondi relativi agli interventi residenziali e semi residenziali con possibile revisione nel corso del triennio; -in relazione all’area anziani e non auto sufficienti è prevista la continua promozione del bando per buoni e voucher formativi per assistenti familiari finanziati attingendo ai fondi residui, il mantenimento dello stanziamento relativo al servizio di assistenza domiciliare ed ai voucher socio assistenziali prevedendo la revisione della quota di compartecipazione degli utenti; -in relazione all’area minori e famiglia è previsto un cambio di utilizzo dei fondi per la natalità ed un riesame dello strumento Voucher socio-educativi in relazione alla disponibilità di fondi; -per l’anno 2012 è stato disposto l’utilizzo dei fondi residui assegnati alle voci inerenti i buoni sociali mirati, che prevedono un'erogazione economica legata a situazioni contingenti a seguito della redazione di un progetto personalizzato, i buoni sociali per famiglie numerose e buoni sociali mirati a sostegno maternità. Non è più prevista l’assegnazione di buoni sociali; -la flessione dei costi del personale dell’ufficio di piano è da considerare in relazione allo stanziamento di per il Progetto di Consolidamento e Sviluppo servizi tutela-sportello socialeassistenza domiciliare minori; -si è cercato di mantenere invariata la spesa per gli enti gestori, finanziata dal Fondo Sociale Regionale, nonostante la flessione registrata nel triennio, un obbiettivo non difendibile nel 2012 se la regione taglierà ulteriormente queste risorse; -un taglio consistente hanno subito i fondi destinati alle leggi di settore e quelli destinati ai progetti, allocati a bilancio senza una specifica destinazione, con l’obiettivo di attingervi quale quota di compartecipazione nelle aree di intervento oggetto delle priorità previste nel presente Piano; -l’Assemblea dei Sindaci ha previsto una riduzione del fondo di solidarietà distrettuale, fondo destinato a situazioni di particolare fragilità a cui il singolo comune non può far fronte con risorse proprie. 86 PIANO ECONOMICO 2012 area spese Personale Udp 105.000,00 Costi gestione 40.226,00 Progetto di Consolidamento 321.000,00 funzioni delegate o accreditamento 6.576,00 Fondo sociale regionale CANALI DI FINANZIAMENTO Fondo entrate da nazionale residuo politiche entrate anno Entrate sociali varie precedente Comuni totale Entrate 28.417,00 76.583,00 105.000,00 40.226,00 40.226,00 296.600,00 321.000,00 10.000,00 14.400,00 6.576,00 6.576,00 disabili 313.277,00 8.000,00 150.000,00 28.139,47 127.137,53 313.277,00 famiglia e minori anziani e non autosuff. 238.188,00 56.645,95 3.918,75 92.189,08 85.434,22 238.188,00 442.260,00 56.645,95 112.080,05 245.117,00 442.260,00 28.417,00 immigrazione povertà ed emarginazione 1.200,00 1.200,00 6.050,00 3.670,00 progetti e leggi settore 12.960,00 FSR quota per gestori 29.650,00 piano nidi fondo di solidarietà totale 3.000,00 2.380,00 9.960,00 6.050,00 12.960,00 29.650,00 29.650,00 38.314,00 32.060,00 5.988,00 1.560.689,00 1.200,00 160.941,90 59.834,00 206.954,75 6.254,00 38.314,00 5.988,00 5.988,00 259.480,60 873.477,75 1.560.689,00 Nel 2013 e nel 2014, pur mantenendo fissa in € 30,03 la quota procapite a carico dei Comuni, si assisterà ad un’ulteriore riduzione delle risorse disponibili per l’attuazione del Piano di zona, in quanto non si prevedono residui sull’esercizio 2012, non è, ad oggi, previsto il rifinanziamento del Piano nidi. La previsione, pertanto, è la seguente: PIANO ECONOMICO 2013-14 area spese CANALI DI FINANZIAMENTO Fondo nazionale Fondo politiche entrate sociale sociali varie regionale totale 1.255.229,65 160.941,90 59.834,00 160.976,00 entrate da residuo anno Entrate precedente Comuni - totale Entrate 873.477,75 1.255.229,65 87 3.3 LE RISORSE DIFFUSE I soggetti che compongono la rete territoriale del sistema di welfare locale Di seguito si trova l’elenco degli enti, cooperative sociali, associazioni, fondazioni che - negli anni 2009, 2010, 2011 - hanno composto la rete territoriale dei servizi e interventi del welfare locale e che collaborano o hanno collaborato con l’Ufficio di Piano, presenti nel mandamento di Tirano in relazione alle categorie di utenza alle quali si rivolgono. ENTE/ORGANIZZAZIONE Minori e famiglia Circolo Didattico Tirano Scuola Statale Secondaria di 1° grado ’L. Trombini’ – Tirano Istituto Istruzione Superiore Statale ‘Pinchetti’ – Tirano Istituto Comprensivo “Visconti Venosta” Di Grosio Istituto Comprensivo Grosotto Istituo Comprensivo di Teglio Fondazione Giardino d’Infanzia’ – Tirano Cooperativa Sociale ‘La Cicogna’ ASL Dipartimento Salute Mentale dell'AOVV Centro dell’Impiego provinciali Sindacati Cooperativa Sociale ‘San Michele’ – Tirano Cooperativa Sociale Ippogrifo – Sondrio Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione Cooperativa Sociale ‘Ardesia’ - Tirano Cooperativa sociale Progetto Vita Cooperativa Sociale ‘Il Prisma’ – Tirano Associazione ‘Una Famiglia per l’Affido’ – Tirano Associazione ‘Bambini del mondo’ Onlus – Tirano Ente Minime Oblate del Cuore Immacolato di Maria (Centro Pronto Intervento ‘Piccola Opera’ – Traona) Parrocchia di Tirano AIAS - Sezione di Sondrio ANFASS – Onlus Sondrio Adulti in difficoltà AREA Anziani Immigrati Disabili X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X 88 Associazione Fiori di Sparta X RSA Fondazione ‘Visconti Venosta’ Onlus – Grosotto Fondazione Casa di Riposo ‘Bongioni Lambertenghi’ Onlus – Villa di Tirano Fondazione Casa di Riposo ‘S.Orsola’ Onlus – Teglio RSA Città di Tirano Associazione ‘Amici Anziani di Tirano’ ANTEAS - Sondrio AUSER-Sondrio Associazione Comunità ‘Il Gabbiano’ Onlus - Tirano Centro di Ascolto Caritas – Tirano Centro di prima Accoglienza Caritas – Como Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Sondrio Gal Valtellina S.c.a r.l Fondazione Cariplo Pro Valtellina, “Fondazione Della Comunità Locale” Fondazione Gruppo Credito Valtellinese X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Numerose inoltre sono le associazioni sportive e culturali locali che promuovono interventi a favore del benessere sociale della popolazione del distretto. MINORI E FAMIGLIE Oltre ai i servizi specifici42 per l’area minori e famiglia, che sono stati indicati nel paragrafo precedente quali: Il Servizio Di Assistenza Domiciliare Per Minori (Adm), Servizio Spazio Neutro, Servizio Di Affido Familiare E Accoglienza, Centro Adozioni, centro di pronto intervento per minori (CPI), ve ne sono altri promossi dalle scuole e dal Terzo Settore, in parte realizzati in collaborazione con l’ufficio di piano, in parte gestiti in autonomia. Gli istituti scolastici del distretto costituiscono un sistema attento alla domanda sociale e culturale del territorio in cui sono inseriti, lavorano in rete con gli altri enti e soggetti del terzo settore collaborando e partecipando a progetti ed iniziative destinate ai ragazzi ed ai loro genitori e talvolta facendosi promotori delle stesse, mostrano particolare attenzione all’integrazione dei bambini con disabilità ed agli alunni stranieri, organizzando attività e aderendo protocolli per l’accoglienza dei bambini stranieri per facilitarne l’inserimento; sostenerli nella fase d’adattamento; entrare in relazione con la famiglia immigrata; favorire un clima di accoglienza per prevenire tutti gli eventuali ostacoli all’inclusione. 42 Da settembre 2011 Cooperativa S. Michele gestisce La Comunità Educativa “L’Arco”:comunità Educativa per minori , in grado di accogliere 8 minori da 0 a 18 anni o con prosieguo amministrativo di entrambi i sessi, intende dare ospitalità a bambini e ragazzi provenienti da contesti familiari con scarsa capacità genitoriale e con rischio d’emarginazione e devianza o allontanati dalla famiglia di origine e in situazione di “grave pregiudizio”. 89 CIRCOLO DIDATTICO TIRANO (sedi Comuni di Tirano, Villa di Tirano, Sernio)43 la Mission della scuola (finalità educativa) della Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria “ L. Credano” può essere così riassunta: “Offrire un percorso educativo e di apprendimento, nel segno della cittadinanza attiva, che valorizzi e promuova le potenzialità e la costruzione individuale delle dimensioni cognitiva/emotiva e relazionale”.Vengono organizzati dalla scuola corsi di alfabetizzazione per mamme straniere. ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “BALILLA PINCHETTI” 44 l’istituto accoglie ragazzi e ragazze in larga misura provenienti dal distretto di appartenenza, ma si pone anche come riferimento scolastico e culturale per i giovani dell’alta Valle. L'offerta formativa dell'Istituto Pinchetti si articola nei seguenti indirizzi di studio:- Liceo Scientifico; - Liceo delle Scienze Umane; - Amministrazione, Finanza e Marketing, con l'articolazione Sistemi Informativi Aziendali; - Costruzioni, Ambiente e Territorio; - Informatica e telecomunicazioni; Servizi socio sanitari (professionale);- Produzioni industriali e artigianali, articolazione Industria (professionale, settore Legno);- Servizi di manutenzione e assistenza tecnica (professionale); IEFP - Operatore alla riparazione di veicoli a motore (professionale regionale). LA SCUOLA SECONDARIA “LUIGI TROMBINI “ DI TIRANO45 è costituita da: Scuola secondaria di 1° grado - sede di Tirano Scuola secondaria di 1° grado sezione staccata di Villa di Tirano, Numero alunni A.S. 2011-12 418, come attività integrative alle attività didattiche curriculari organizza progetti teatrali, educativi interculturali. ISTITUTO COMPRENSIVO “VISCONTI VENOSTA” DI GROSIO46 (sede Comune di Grosio) comprende la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria, la Scuola Secondaria di primo grado si colloca in una prospettiva di tipo relazionale dove scuola, famiglia e territorio sono interagenti e assumono le loro responsabilità sulla base della definizione delle rispettive competenze. ISTITUTO COMPRENSIVO GROSOTTO Istituto Comprensivo di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado di Grosotto". comprende due scuole dell’Infanzia, (una a Grosotto e l’altra a Mazzo); due scuole Primarie (a Grosotto e a Tovo); una scuola secondaria di I grado a Grosotto. L’organizzazione del lavoro si basa su gruppi e laboratori e sul pieno utilizzo delle risorse del territorio a supporto delle famiglie. L'ISTUTO COMPRENSIVO DI TEGLIO ha la sua sede principale in località Valgella nel comune di Teglio, in provincia di Sondrio.E' costituito da 3 plessi di Scuola dell'Infanzia, 5 plessi di Scuola Primaria e 3 plessi di Scuola Secondaria di primo grado. Il territorio che interessa l’ Istituto comprende i comuni di Teglio, Bianzone e Aprica. Ha adottato un protocollo per l’accoglienza dei bambini immigrati e offre programma di ampliamento del tempo scuola e dell'offerta formativa per “vivere il territorio”. 43 http://www.circolodidattico-tirano.it/ http://www.pinchetti.net/ 45 www.scuolatrombini.it 46 http://www.scuolegrosio.it 44 90 Servizio di assistenza scolastica comunale I servizi di assistenza scolastica presso gli istituti scolastici locali vengono gestiti direttamente dai Comuni e vengono appaltati a cooperative sociali (Cooperativa San Michele e Cooperativa sociale Progetto Vita) che si occupano con i loro operatori dell’affiancamento, durante le ore di lezione, degli alunni in difficoltà psicosociale; gli operatori, in possesso di specifici titoli di studio, si occupano dell’assistenza al minore su vari fronti, per migliorare il più possibile sia le sue abili-tà cognitive che la sua competenza sociale. Nel distretto di Tirano il numero complessivo degli alunni disabili iscritti a scuola nel triennio 2009-2011 è quantitativamente importante, ad eccezione della scuola dell’ infanzia, la cui frequenza è limitata. La scuola registra un incremento pari al 33% della frequenza degli alunni disabili dall’anno scolastico 2008-2009 all’a.s. 2011-12. Tabella 3.3.1 Alunni disabili presenti nel distretto di Tirano ripartiti per tipologia di scuola. alunni disabili 2009-10 2010-11 2011-12 Infanzia 6 5 4 primaria e secondaria 1° 56 63 61 Secondarie 2° 20 24 23 Totale 82 92 88 Fonte: Istituti scolastici del distretto (non sono stati conteggiati gli alunni con disturbo specifico) 2/3 degli alunni disabili sono maschi; il 55% di questi bambini ha una disabilità psichica ed il 40% ha oltre al sostegno scolastico anche l’assistenza comunale; Scuole di ogni ordine e grado distretto Tirano 100 80 60 alunni disabili 40 20 0 2008-2009 2009-10 2010-11 2011-12 Grafico 3.3.1 Fonte: Istituti scolastici del distretto Nido e Nido Famiglia Servizi educativi e sociali di interesse pubblico, aperti ai bambini di età compresa tra gli zero e i 3 anni. Concorrono alla crescita e alla formazione dei minori, alla loro formazione e socializzazione, alla cura nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle potenzialità (cognitive, affettive, relazionali e sociali). ASILO NIDO LA CICOGNA ASILO NIDO GROSIO Posti 16 GIARDINO D'INFANZIA DI TIRANO Posti 29 ASILO NIDO LA CICOGNA GROSIO Posti 16 NIDO FAMIGLIA AMICO BIMBO TIRANO Posti 5 NIDO FAMIGLIA "LA ZIA" TIRANO Posti 5 91 FONDAZIONE GIARDINO D’INFANZIA47 Si pone all’interno del servizio pubblico di formazione e di istruzione della scuola italiana, con specifica identità di scuola cattolica salesiana, in linea con tale impostazione opera a favore della famiglie più svantaggiate. Sul territorio di Tirano gestisce l’Asilo Nido, la sezione primavera, la scuola dell’infanzia a a Tirano e a Madonna di Tirano, inoltre organizza il servizio di doposcuola e di mensa per i bambini delle della scuola primarie e secondarie di primo grado. Convenzionata con l’Ufficio di Piano di Tirano per 11 posti piano nidi triennale48. Numero totale degli iscritti nell'anno scolastico 2010-11 N. 3 1 di cui maschi N. 1 7 di cui femmine N. 1 4 NIDO LA CICOGNA DI GROSIO 49 con sede a Grosio offre un servizio sociale aperto a tutti, si propone di essere uno spazio educativo tale da rispondere ai bisogni primari della vita del bambino da zero a tre anni. Convenzionata con l’Ufficio di piano di tirano per 11 posti piano nidi triennale. Numero totale degli iscritti nell'anno scolastico 2010-11 N. 1 7 di cui maschi N. 0 9 di cui femmine N. 0 8 NIDO FAMIGLIA AMICO BIMBO50 accoglie bambini da 0 a 3 anni organizza laboratori che si pongono come obiettivo di stimolare la curiosità su diversi aspetti della vita quotidiana, ed invogliare il bambino alla scoperta di nuovi modi di affrontare le sue prime esperienze con il mondo che lo circonda. I nidi del territorio offrono un servizio che va incontro in prevalenza alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di genitori, entrambi lavoratori, che non possono contare sul supporto della rete familiare. Servizio Doposcuola Tra le iniziative, volte a conciliare i tempi di vita e di lavoro, che interessano i minori si sono realizzate, nel corso del triennio 2009-11, esperienze di doposcuola e di centri estivi: proposti dalla la Fondazione Giardino d’Infanzia per bambini dai 3 ai 7 anni, dall’ “Associazione Bambini nel mondo” Onlus51 destinati a bambini stranieri, il Gioco-scuola gestito dalla’Associazione Arco e dalla cooperativa S. Michele,il doposcuola promosso dal Comune di Lovero e il doposcuola nell’oratorio di Tirano gestito dalle figlie di Maria Ausiliatrice, l’obiettivo è stato quello di sostegno alle famiglie e di prevenzione oltre alla finalità di integrare il lavoro fatto a scuola, aiutare nello svolgimento dei compiti e propone attività di svago e interazione. Per questo il doposcuola si configura anche come momento di socializzazione e integrazione. 47 http://giardinoinfanziatirano.it “Il Piano triennale per la prima infanzia” (c.d. “Piano Nidi”) che rappresenta uno strumento programmatico proprio dell’ente locale introdotto in Lombardia con la DGR 11152 del 03-02-2010. 49 www.nidolacicogna.it 50 http://www.amicobimbo.it/ 48 51 Associazione Bambini nel mondo” Onlus ha sede a Tirano, è costituita da un gruppo di volontari che dal 2006 opera per l’attuazione del progetto bambini del mondo, promosso e sostenuto a partire dall’anno 2001 dall’Associazione Sconfinando di Tirano (SO). 92 Centro di aggregazione giovanile L’oratorio sacro cuore di Tirano, in collaborazione con la cooperativa San Michele e con partner la Caritas ed il Comune di Tirano, gestisce un Centro di Aggregazione aperto tutti i giorni dell’anno con attività destinate a minori dai 7 ai 19 anni. E’ prevista una supervisione pedagogica per prevenire il disagio giovanile. Numero utenti abituali 2010 Utenti 6-10 anni Utenti 11-14 anni 30 Utenti 15-18 anni 50 Utenti oltre 18 anni 20 Numero utenti occasionali Totale utenti abituali 10 110 45 Fonte Parrocchia I GIOVANI Oltre che dalle parrocchie e dalle scuole i bisogni dei giovani vengono intercettati dalle attività svolte dalle cooperative, delle associazioni sportive e culturali locali e dal centro dell’Impiego. Protagonismo giovanile La cooperativa Lotta contro l’Emarginazione52 interviene a livello locale con progetti volti a sviluppare il protagonismo giovanile, come l’Informagiovani53, con progetti di comunità e di rete, spazi di ascolto, interventi nelle scuole, équipes di operatori di strada su obiettivi di prevenzione del disagio giovanile e sulla riduzione del danno, promuove esperienze di scambi giovanili internazionali. Per quanto concerne l’utenza con età compresa tra i 19 e i 24 anni l’Informagiovani si è invece riscontrato nell’ultimo periodo di apertura un aumento con richieste legate alle offerte di lavoro e a momenti di socializzazione e partecipazione. Dipendenze la Cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” in collaborazione con Il Dipartimento Dipendenze, , da anni conduce sul nostro territorio il progetto “Equipe mobile”, che sviluppa interventi di riduzione dei rischi connessi all’uso/abuso di sostanze psicoattive (in particolare di alcol) in prossimità dei luoghi del divertimento notturno della Provincia. Gli interventi effettuati mirano a promuovere consapevolezza, competenza e senso di responsabilità delle persone. Dall’analisi dei questionari, che sono stati somministrati dall’Equipe mobile nel periodo 2010-2011, emergono importanti osservazioni che sono utili alla rappresentazione dei reali fenomeni di consumo e dei comportamenti caratteristici della popolazione adolescenziale e giovanile del nostro territorio, come ad esempio rispetto ai contatti avuti nel 2011 di rilevazione del tasso alcol emico, emerge una percentuale di femmine pari al 17,74 % sul totale, in costante incremento se confrontato con i dati 2008 (13%) e 2009 (15%) ma in calo rispetto ai dati del rapporto ottobre-dicembre 2010; il dato del trimestre precedente è del 30,53 %. 52 nasce da un’istanza di impegno civile e partecipazione espressa da un gruppo di cittadini del quartiere Parpagliona di Sesto S.G.. dal 1980 progetta e gestisce oltre ad iniziative per i giovani, adolescenti e giovani in difficoltà, tossicodipendenti, persone in aids, interventi sociali e servizi rivolti a persone con handicap psichico e fisico, con disagio psichiatrico, interventi che hanno come finalità l´esigibilità e la difesa dei diritti delle persone straniere, siano esse regolarmente soggiornanti o clandestine. Organizza e gestisce corsi e moduli di formazione per operatori sociali – pubblici e privati – e formatori, anche per conto e su incarico di Comuni e della Regione Lombardia. 53 progetto terminato a giugno 2011 93 In relazione ai Ser.T. nel 2011 si sono presentati prevalentemente giovani che chiedono di essere seguiti per problemi legati all’uso di droghe (65%), seguono le problematiche alcol correlate (27%) Sert Tirano Età 00 14 15 19 20 24 25 29 30 34 TABELLA 3.3.1 Utenti tot tox 1 5 8 16 alcol 3 5 11 1 3 4 altro 0 1 1 0 1 Fonte Dipartimento Dipendenze Lavoro Il centro dell’ Impiego di Tirano propone tirocini formativi in azienda a giovani con più di 16 anni, nel 2011 i giovani disoccupati iscritti al centro con almeno una esperienza lavorativa alle spalle sono stati 136 (43 Femmine e 93 Maschi), mentre gli inoccupati 78 (42 Femmine e 36 Maschi) giovani 16-24 anni iscritti al centro dell'impiego 2011 M 100 80 60 F M 40 F M F 20 0 Disoccupati Inoccupati Grafico 3.3.2 Fonte Centro impiego DISABILITA’ E NON AUTOSUFFICIENZE Il territorio del distretto di Tirano si caratterizza per un ampia e variegata offerta in relazione all’area disabili ed anziani e la partecipazione attiva delle associazioni e delle cooperative sociali. AREA DISABILI: ASSOCIAZIONISMO AIAS - SEZIONE DI SONDRIO Associazione Italiana Assistenza Spastici nata nel 1970, opera sul territorio provinciale, si è adoperata per l’ integrazione delle persone in condizioni di disabilità e di handicap, per la creazione di servizi socio-sanitario-assistenziali, tenendo conto della peculiarità del territorio e della necessità di assicurare-garantire servizi primari in ogni distretto. Mantiene un’ attenzione particolare nella ricerca, riabilitazione e servizi per le persone affette da paralisi cerebrale infantile. Supporta la famiglia sia nel senso di conoscenza di leggi e diritti, sia per i vari iter burocratici e l’ accesso ai servizi, sia fornendo servizi di supporto e aiuto (corsi e laboratori, soggiorni marini, gite, visite escursione, incontri ecc.). 94 ANFASS – Onlus Sondrio54 nasce a Sondrio nel 1996, è una associazione di famiglie con presenza di persone con disabilità intellettive o relazionali, ma non solo; agisce su tutto il territorio provinciale; si impegna perché i servizi pubblici forniti da enti, terzo settore, scuole ecc. siano rispondenti ai bisogni e ai diritti delle persone con disabilità; fornisce informazione e assistenza. CROCE ROSSA ITALIANA55 La Croce Rossa Italiana, Associazione di volontariato ed Ente Pubblico non economico, è presente in Loc. Moreschi (Comune di Teglio), con un Centro Polifunzionale Riabilitativo e Risocializzante, sorto per offrire sul territorio una risposta alle richieste legate al problema della disabilità e del disagio sociale. Le utenze provengono in particolare dalla Comunità Montana di Tirano e dalla Comunità Montana di Sondrio, con alcune eccezioni, provenienti saltuariamente dall’area extraprovinciale. Attualmente frequenta il centro un solo utente del distretto di Tirano. FIORI DI SPARTA Coordinamento Famiglie con Disabili della comunità montana di Tirano, è un associazione di volontariato, iscritta nel registro regionale dall’anno della sua costituzione nel 1999. Opera principalmente nell’area del territorio della Comunità Valtellina di Tirano e si occupa di: promozione della cultura sull’handicap,favorire l’aggregazione di famiglie con soggetti disabili e di persone sensibili ai problemi legati all’handicap, collabora con Enti, Cooperative, Associazioni, Servizi al fine di ottenere spazi tesi all’individuazione di progetti e programmi specifici, nel rispetto delle caratteristiche individuali dei soggetti stessi, elaborare e proporre iniziative di formazione del personale volontario. COOPERAZIONE SOCIALE operante sul territorio COOPERATIVA SOCIALE “IL PRISMA” svolgere in modo organizzato attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone in difficoltà. Nasce nel 1987 per volontà di un gruppo di persone interessate a creare una realtà imprenditoriale in grado di creare le condizioni per lo sviluppo professionale e personale di soggetti svantaggiati, mediante la gestione di attività produttive (manutenzione del verde pubblico e privato, servizio di pulizie, servizio ausiliari del traffico, laboratorio di carpenteria metallica). COOPERATIVA SOCIALE “SAN MICHELE” il 31 maggio 2001 a Tirano per iniziativa di un gruppo di operatori dei servizi per disabili gestiti, negli anni precedenti, dall’Opera don Guanella. Cooperativa, di tipo A, opera principalmente nell'ambito del distretto socio-sanitario di Tirano, ma la sua attività si estende, per alcune attività, anche agli altri distretti. La Cooperativa lavora prevalentemente nell'ambito dei servizi rivolti a persone con disabilità, con particolare attenzione all'età adulta attualmente eroga i seguenti servizi: a) La R.S.D. Tirano è, per definizione, una Residenza Sanitaria assistenziale per persone con Disabilità grave o gravissima, con età fra i 18 e 65 anni, non assistibili a domicilio, che presentano una disabilità fisica, psichica e/o sensoriale. E’ un servizio aperto 24 ore al giorno, per tutti i giorni dell'anno. Il servizio è autorizzato al funzionamento per una capacità recettiva di 37 posti letto, dei quali 30 accreditati dalla Regione Lombardia. La RSD S.Michele: ospita attualmente n°30 persone. 54 http://www.anffassondrio.it 55 www.crisondrio.it 95 Nello specifico, si segnalano: N° 7 ospiti del distretto di Tirano;N° 18 ospiti del distretto di Sondrio; N° 2 ospiti del distretto di Morbegno; N° 2 ospiti del distretto di Chiavenna; N° 1 ospite di fuori provincia. Analizziamo più in dettaglio l’utenza della RSD residente del distretto di Tirano anno 2011 in base la ripartizione per genere degli ospiti della struttura (crf. tabella 3.3.2) e d alla fascia d’età (crf. tab.3.3.3).e secondo la classe SIDi di appartenenza (crf. tabella 3.3.4) e a seconda del periodo di permanenza all’interno della struttura (crf. tabella 3.3.5). . Tabella 3.3.2 Tabella 3.3.3. Tabella 3.3.4. Ripartizione per fasce d’età SIDi di appartenenza Ripartizione genere GENERE numero Femmine 4 Maschi 3 Totale 7 FASCE DI ETA' numero tra 0-18 anni 0 tra 19-35 anni 1 tra 36-50 anni 2 oltre 50 4 Totale 7 CLASSE SIDi Tabella3.3.5. Ripartizione per anni di permanenza numero Classe 1 2 Classe 2 2 Classe 3 2 Classe 4 1 Classe 5 7 ANNI DI numero PERMANENZA tra 0-5 anni 2 tra 6-15 anni 3 oltre 20 anni 2 Fonte: Coop. S. Michele Le persone residenti nel distretto di Tirano, che attualmente sono ospitati in strutture site fuori provincia sono n°2. b) I CDD. I Servizi CDD fanno riferimento allArea dei Servizi Diurni e territoriali della Cooperativa “San Michele”. - Il CDD “Beata Chiara Bosatta” è autorizzato al funzionamento, per un totale di 20 posti di cui 19 accreditati; Attualmente prendono parte alle attività proposte 17 utenti. - Il CDD “San Michele” è autorizzato al funzionamento, per un totale di 24 posti di cui 22 accreditati; Il Attualmente prendono parte alle attività proposte 18 utenti. Tabella 3.3.6 ospiti dei CDD per genere. CDD Maschi Femmine Tabella 3.3.7 Ripartizione dell’utenza dei CDD per fasce d’età. FASCE D'ETA' CDD S.Michele CDD Beata C.B. S. Michele 5 12 tra 0-18 anni 0 0 Beata Chiara Bosatta 9 8 tra 19-35 anni 5 7 tra 36-50 anni 5 7 oltre 50 anni 8 3 Totale 18 Fonte: Coop. S. Michele 17 96 Tabella 3.3.8 Ripartizione dell’utenza per classi SIDi.. CDD S. Michele CDD Beata C.B. Classe 1 1 2 Classe 2 5 4 Classe 3 8 7 Classe 4 2 2 Classe 5 2 2 CLASSE SIDi Tabella 3.3.9 Ripartizione dell’utenza per anni di permanenza. ANNI DI PERMANENZA CDD S. CDD Beata Michele C.B. tra 0-5 anni 2 1 tra 6-15 anni 4 5 11 11 oltre 15 anni Fonte: Coop. S. Michele c)Comunità Protetta "Paolino" La Comunità Protetta Media assistenza (ex C.P. a media protezione) è una struttura residenziale a riabilitazione estensiva; propone una offerta assistenziale di medio grado estesa almeno sulle 12 ore, con personale di assistenza alla persona dedicata al supporto abitativo. Prevede un organico adeguato per attuare i progetti riabilitativi e programmi di media intensità riabilitativa (della durata massima di 24 mesi estendibili a 36 mesi in specifiche situazioni e in coerenza con il P.T.I.) e di bassa intensità riabilitativa (della durata massima di 36 mesi rinnovabili). I destinatari dell’inserimento in Comunità sono pazienti afferenti all’area psichiatrica che presentano un quadro clinico stabilizzato ma che, a causa di disturbi psichici pregressi o attuali e trovandosi in situazioni socialmente precarie sotto l’aspetto relazionale, familiare e ambientale. d) C.S.E. Prove di Volo C.S.E. un servizio diurno privato per disabili la cui fragilità non sia compresa tra quelle riconducibili al sistema socio sanitario, è autorizzato al funzionamento, per un totale di 10 posti; può ospitare persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attualmente prendono parte alle attività proposte 5 utenti e hanno dai 22 ai 43 anni, con disabilità motoria/fisica ed intellettiva. Gli interventi socio-educativi o socio-animativi sono finalizzati:- allo sviluppo dell’autonomia personale; - al mantenimento del livello culturale;- all’incremento della socializzazione;- a favorire opportunità occupazionali e/o lavorative. Inoltre La Cooperativa opera nel settore fisioterapico nell'ambito delle cure domiciliari e con interventi di fisioterapia e ergoterapia presso le R.S.A. di Grosio e di Ponte in Valtellina. f) LFKT. Il Servizio di fisiokinesiterapia è destinato, oltre che agli utenti dei CDD e dellRSD della “San Michele” Società cooperativa sociale, agli utenti dellADI nei distretti di Tirano e BormioLivigno; è un Servizio a domicilio volto alla riabilitazione e al recupero funzionale che compren-de, oltre al recupero funzionale, la riabilitazione ortopedica, neurologica e respiratoria. Le pato-logie trattate sono per lo più dovute a esiti di cerebropatie infantili con conseguente limitazione motoria, psichica e respiratoria più o meno accentuata; esiti di traumi caratteristici delletà seni-le (soprattutto fratture femorali) ed esiti di danni cerebrali. 97 AREA ANZIANI: I servizi a favore degli anziani nel distretto RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI RSA le strutture residenziali socio sanitarie, extra ospedaliere presenti nel distretto di Tirano sono 5 : CASA DI RIPOSO “VISCONTI VENOSTA” DI GROSIO CASA DI RIPOSO “G.M. VENZOLI” DI GROSOTTO CASA DI RIPOSO CITTÀ DI TIRANO CASA DI RIPOSO “BONGIONI LAMBERTENGHI” DI VILLA DI TIRANO CASA DI RIPOSO “S. ORSOLA” DI TEGLIO Forniscono prestazioni sanitarie e di recupero, tutela e trattamenti riabilitativi ad anziani in condizione di non autosufficienza fisica e psichica, rispondendo ad esigenze di assistenza per le attività quotidiane, di carattere socio-psico-sanitarie, tutelare ed alberghiero. Tabella 3.3.10 Utenti RSA Triennio 2009-11 2009 RSA M F tot 2010 M F tot 2011 M F tot Totale utenti 100 311 411 103 289 392 98 310 408 Età >65 anni 87 303 390 82 279 361 83 299 382 Età ≤ 65 anni 13 8 21 14 10 24 15 11 26 Fonte RSA distretto Tirano In relazione agli Utenti delle RSA con sede nel Distretto di Tirano nel triennio 2009-10-11 si osserva nel complesso che le donne rappresentano più del 75 % del totale degli anziani inseriti con età superiori a 65 anni, nella fascia under 65 si registra una decisa inversione di tendenza, gli uomini rappresentano quasi il 60% degli ospiti. Per quanto riguarda la richiesta di inserimento questa viene inoltrata per quasi 85% dei casi dai familiari, inoltre è da rilevare che più dell’ 80% degli utenti delle RSA ha una rete familiare presente. Si dedicherà questa parte all’analisi ai dati riguardanti le liste di attesa nelle RSA56 per i soli utenti sul territorio della provincia di Sondrio. Grafico 3.3.3 56 Analisi condotta da èquipe Coop. Ippogrifo 98 Domande ricevute nelle RSA suddivise per distretto a luglio 2011. (Valori percentuali) Grafico 3.3.4 Per quanto riguarda le domande ricevute nelle Residenze Sanitario - assistenziali per anziani emerge che il distretto di Tirano è il secondo per numero di richieste dopo quello di Sondrio, con il 32,1% di domande, corrispondente a 601 richieste, se si considerano i valori assoluti, su un totale di 1871 utenti a livello provinciale. MINI ALLOGGI Sul territorio del tiranese sono presenti mini alloggi presso le RSA: Fondazione Casa di Riposo-Città di Tirano Onlus 18 Mini alloggi protetti (detti map) e presso la fondazione casa di S. Orsola” di Teglio 16 posti letto. Nei map è possibile ospitare 1 o 2 persone che durante la giornata necessitano di un ambiente tutelato e/o di supporto infermieristico ma che vogliono mantenere la loro indipendenza ed ampi spazi di autonomia. Il mini-alloggio offre uno spazio attrezzato ed adeguato per i bisogni della persona anziana che valorizza e stimola l'iniziativa personale pur garantendo una protezione adeguata, anche di notte, attraverso un sistema di allarme e la pronta reperibilità di un operatore. Tabella 3.3.11 utenti mini alloggio 2011 Tirano Teglio totale M=13 F=47 tot= 60* M=3 F=12 tot= 15 Residenti nel distretto di Tirano 39 5 • un solo utente ha <65 anni Il CENTRO DIURNO INTEGRATO, presente nella RSA di Tirano, è una struttura semiresidenziale, che offre agli anziani assistenza e programmi di riattivazione, socializzazione ed animazione nelle ore del giorno con rientro dell’anziano a domicilio alla sera, risponde alle esigenze di persone sole o con familiari che per motivi di lavoro o di altro genere hanno scarsa disponibilità di tempo. Attualmente sono presenti 25 utenti (F: 18; M:7) ed un solo utente ha <65 anni. RICOVERO DI SOLIEVO Attualmente è in essere una Convenzione tra l’ Ufficio di piano - Comunità Montana Valtellina di Tirano - l’azienda sanitaria locale della provincia di Sondrio – la fondazione casa di riposo città di Tirano – onlus per la gestione integrata del ricovero temporaneo, che risponde al bisogno dei familiari, che si prendono cura di persone anziane non autosufficienti, offrendo loro l’opportunità di usufruire di ricoveri temporanei di sollievo valorizzando le risorse esistenti sul territorio. 99 Valutando l’andamento dei giorni vuoti dal 2003 ad oggi si osserva come il numero dei giorni vuoti si sia andato progressivamente riducendo, a testimonianza dell’utilità di tale servizio. andamento ricoveri solievo RSA Tirano Giorni vuoti 60 50 40 andamento ricoveri solievo RSA anni Giorni vuoti 30 20 10 20 07 an no 20 08 an no 20 09 an no 20 10 an no 20 11 20 06 an no 20 05 an no 20 04 an no an no an no 20 03 0 Grafico 3.3.5 LA COOPERATIVA SOCIALE ARDESIA la cooperativa sociale Ardesia opera sul territorio di Tirano con una serie di iniziative Impegnata su diversi ambiti - dai servizi di assistenza domiciliare e domiciliare integrata, servizio erogato direttamente a casa dell'utente, che comprende a seconda dei casi prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali sui 12 comuni del Tiranese, dal 2006 la cooperativa sociale Ardesia è accreditata anche per il servizio di assistenza integrata cure palliative, destinato ai pazienti in fase terminale. ASSOCIAZIONISMO ANTEAS (Ass. Naz. Terza Età Attiva per la Solidarietà Sondrio) Le attività, svolte in tutto il territorio provinciale attraverso gruppi locali, comprendono l'attivazione di un Telefono Amico, telefono verde gratuito per dare collaborazione, risposte, aiuto e una voce amica. Altre attività svolte prevedono il trasporto a favore di anziani, la consegna dei pasti a domicilio, l'animazione nelle case di riposo, attività culturali, attività ricreative, partecipazione alla elaborazione dei Piani di Zona. AUSER servizi di accompagnamento per visite mediche, esami, e terapie, disbrigo di pratiche e di sorveglianza a favore di persone anziane e/o non autosufficienti. ASSOCIAZIONI AMICI DEGLI ANZIANI Promuovono e sostengono attività creative, culturali e di assistenza e ed intervento sociale operando prevalentemente a favore di anziani in condizioni di svantaggio e disabili. SINDACATIDEI PENSIONATI I Sindacati dei pensionati (Spi; FNP; Uil) organizzano e tutelano i pensionati di tutte le categorie del lavoro, soggetti a qualsiasi regime pensionistico. I sindacati sono impegnati nella difesa dei diritti degli anziani e dei pensionati, in confronto con gli enti previdenziali, con il Governo centrale e con Regioni Comuni e Provincie. Offrono una serie di agevolazioni per gli iscritti: servizi alla persona, formazione, attività socialmente util, assistenza fiscale etc. 100 POVERTA’ E VULNERABILITA’ CARITAS ALTA VALTELLINA Come descritto nel primo capitolo sulla povertà e vulnerabilità a Tirano opera il Centro di Ascolto e di Aiuto Caritas Alta Valtellina, che lavora in collaborazione con le Parrocchie, le Associazioni, i Servizi Sociali della zona Alta Valtellina il Centro di Ascolto Caritas offre: • la possibilità di esprimersi liberamente in un clima di attenzione e di ascolto; • l'aiuto per orientarsi e per riuscire a trovare possibili risposte; • un sostegno concreto per rispondere alle richieste specifiche (pacco viveri, fornitura indumenti e mobili, sussidi economici); • le informazioni necessarie per conoscere ed utilizzare i servizi già operanti sul territorio. Caritas sezione di Tirano gestisce la Casa di Prima accoglienza di Sondalo, destinata a persone in grado di gestirsi in modo autonomo, senza problemi di alcolismo o di tossico dipendenza e senza patologie psichiatriche. La struttura è costituita da un appartamento ed ha accolto, nel 2011, 21 donne 18 straniere e 3 italiane per un periodo di 20 giorni. CENTRO PRIMA ACCOGLIENZA DI SONDRIO Struttura di prima accoglienza a valenza provinciale gestita dalla la Fondazione Caritas “Solidarieta’ e Servizio” ONLUS di Como in convenzione col Comune di Sondrio e i cinque uffici di piano dei distretti della provincia; Offre interventi rivolti all’accoglienza di persone e nuclei familiari in condizioni di disagio con particolare riferimento a chi necessita di percorsi di accompagnamento e d’integrazione di lungo periodo. Di seguito si riportano dati relativi agli Ospiti del centro di prima accoglienza di Sondrio nel corso degli anni, dal 1997 al 2010 le persone accolte al centro, italiani e stranieri, si sono suddivise come presentato nella tabella Numero ospiti Centro prima accoglienza di Sondrio 140 120 100 80 60 N° totale ospiti accolti N° ospiti stranieri N° ospiti italiani 40 20 an no 1 an 9 9 no 7 1 an 9 9 no 8 1 an 9 9 no 9 an 20 0 no 0 an 200 no 1 an 200 no 2 an 200 no 3 an 200 no 4 an 200 no 5 an 200 no 6 an 200 no 8 an 200 no 9 20 10 0 Grafico 3.3.6 Fonte Caritas Como 101 IL GABBIANO – Comunità di Tirano57 L’Associazione Comunità ‘Il Gabbiano’ Onlus offre, a Madonna di Tirano, una Casa Alloggio ad Alta Integrazione Sanitaria. Struttura convenzionata per 10 posti in residenziale e 2 in diurno. Si occupa di adulti in difficoltà, tossicodipendenti uomini, donne, trans in hiv/AIDS, profughi. La comunità Terapeutico - Riabilitativa di Tirano offre un servizio residenziale, che s’inserisce nella logica di costruire programmi individuali su obiettivi graduali e realistici, anche minimi se necessario, pensati in riferimento ai livelli di responsabilità e di progettualità soggettivamente possibili. L'individualizzazione del percorso, principio cardine del progetto educativo, implica l'adozione di criteri di negoziazione e di flessibilità nei tempi e nei modi di svolgimento dell'iter terapeutico La Comunità offre i seguenti servizi: residenzialità, Servizi educativi, Assistenza psicologica, Servizi di documentazione-accompagnamento, Assistenza sanitaria, Assistenza nella ricerca di lavoro e di Inserimento nella rete di servizi territoriali. I SERVIZI CISL: servizi di consulenza Sindacale; caaf patronato INAS, dedicati agli immigrati: Patronati la cui attività è prevista da un protocollo tra patronati e Ministero dell’interno, mira a snellire procedimenti amministrativi di rilascio e di rinnovo dei Titoli di soggiorno. L’ Inas svolge funzioni d’informazione, assistenza e tutela a favore di cittadini stranieri collaborando alla compilazione e predisposizione della documentazione relativa a tali pratiche. L'ANOLF promuove una serie di attività al servizio degli immigrati, quali: consulenza e assistenza, finalizzate alla promozione dei diritti;processi formativi per l'acquisizione degli strumenti (lingua, cultura, normative) necessari per essere soggetti attivi di integrazione nella società, nonchè preparazione ed aggiornamento professionale con le strutture della CISL; assistenza nell'ambito delle attività bancarie e delle rimesse verso i paesi di provenienza; assistenza, con l'utilizzo delle strutture CISL, per le vertenze di lavoro; assistenza diretta o attraverso l'intervento di enti ed organismi CISL, per tutte le altre esigenze economico-sociali. ENTI E FONDAZIONI PRIVATI GRUPPO DI AZIONE LOCALE Il Gal Valtellina S.c.a r.l. è un ente che si propone di individuare alcune linee di sviluppo della Valtellina e della Valchiavenna e di lavorare in partnership con i diversi attori locali. Il GAL, Gruppo di Azione Locale, considera il territorio e le valli in cui lavora come un insieme di valori, saperi e sapori da promuovere e valorizzare, attraverso l'ascolto attento di chi vive e anima le nostre contrade: gli agricoltori, i commercianti, gli artigiani, i giovani in cerca di lavoro, le donne che desiderano una prima oppure un'ulteriore opportunità professionale. Il Gal è il soggetto promotore e attuatore del Piano di Sviluppo Locale (P.S.L.) che la Regione Lombardia ha ammesso al finanziamento con D.d.s. del 14 luglio 2009 nr. 7257. Si tratta di un fondo messo a disposizione dall'Unione Europea e dalla Regione Lombardia nell' ambito dell'Iniziativa Comunitaria Leader. Tale ente è sensibile alle problematiche socio-economico delle aree rurali più marginali e svantaggiate, e ritiene che potrebbero essere contrastate con il potenziamento dei servizi e delle funzioni essenziali a favore delle imprese e del cittadino e la realizzazione di iniziative di rivitalizzazione del tessuto economico, azioni volte a migliorare la 57 www.gabbianoonlus.org 102 qualità della vita delle persone e l’attrattività dell’area rurale. In particolare tra le priorità del Piano di Sviluppo Locale prevede misure che intendono sviluppare sistemi innovativi di offerta di servizi relativi alla mobilità delle persone, organizzando un servizio a chiamata da e per le frazioni montane disagiate sulle tratte dismesse o a rischio di dismissione della rete ordinaria dei trasporti. Si potrà così incoraggiare la diffusione del lavoro autonomo e l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro, in particolare di giovani e donne; favorire iniziative integrate per la diversificazione, la valorizzazione del patrimonio locale. FONDAZIONE CARIPLO è un soggetto filantropico che concede contributi a fondo perduto alle organizzazioni del Terzo Settore per la realizzazione di progetti di utilità sociale. Fondazione Cariplo mette a disposizione le proprie risorse, a livello economico e progettuale, per aiutare gli enti no profit a realizzare iniziative nell’interesse collettivo, agisce in base al principio di sussidiarietà, che prevede non di sostituirsi, ma di affiancare le organizzazioni della società civile che operano per il bene pubblico. Nel pianificare la propria strategia d’intervento, inoltre, la Fondazione presta attenzione ad anticipare i bisogni della comunità. Ciò significa, concretamente, trovare soluzioni a problemi irrisolti, risolvere in modo nuovo problemi non adeguatamente affrontati e favorire la diffusione di soluzioni di successo (vedi nel paragrafo successivo progetti finanziati). La PRO VALTELLINA, “Fondazione della Comunità Locale”, beneficia di fondi messi a disposizione dalla “Fondazione Cariplo” a sostegno di progetti di utilità sociale, nel campo dell’assistenza, della beneficenza, dell’istruzione e della cultura, per il perseguimento di una sempre migliore qualità della vita e di un attivo legame di solidarietà e di responsabilità sociale. Questa presenza attiva sul territorio si esplica mediante periodici “bandi territoriali”, che nella realtà locale, offrono l’opportunità alle organizzazioni pubbliche e private di ottenere gli incentivi per “progetti e interventi d’utilità sociale, culturale e di tutela del patrimonio ambientale”. Oltre a questo, rimane fisso, nella Pro Valtellina, il proposito e l’impegno di promuovere lo sviluppo di una vera e propria “cultura della donazione”, che si esplica mediante la raccolta di fondi e di elargizioni, destinati, che nel tempo, devono sostenere iniziative e progetti per migliorare le condizioni di vita della gente della provincia di Sondrio. FONDAZIONE GRUPPO CREDITO VALTELLINESE "La Fondazione non ha scopo di lucro. Scopo della Fondazione è la promozione ed il sostegno di iniziative finalizzate al progresso culturale, scientifico, sociale, socio-economico e morale del territorio nazionale italiano". Ispirandosi alle tradizioni solidaristiche proprie degli Istituti sostenitori, la Fondazione persegue lo scopo della promozione e del sostegno di iniziative finalizzate al progresso culturale, morale, scientifico, sociale e socio-economico prevalentemente nel territorio e per la Comunità ove operano gli Istituti bancari presenti nel Gruppo Credito Valtellinese; la Fondazione potrà altresì partecipare ad altre iniziative che siano in coerenza con i propri fini istituzionali. 103 I PROGETTI A LIVELLO PROVINCIALE TRIENNIO 2009-11 Il ruolo attivo del Terzo settore è ben evidenziato dalla capacità progettuale espressa nella partecipazione ai bandi di assegnazione di fondi regionali e nazionale. In questa sezione vengono elencati tutti i progetti di promozione sociale finanziati e attuati sul territorio provinciale durante il triennio 2009/2011, a cui ha aderito Ufficio di Piano dell'ambito territoriale di Tirano. Progetto Intermediando 3,4,5 Ente promotore: Comune di Sondrio Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Cooperativa Ipogrifo; Avvio: annualità 2009-2010-11; Legge di riferimento: L. 6-3-1998 n. 40; Obiettivi:favorire il superamento degli ostacoli nella comunicazione, nell’accesso e nella relazione tra cittadini stranieri e servizi; Nel 2011 nel distretto di Tirano si è ricorso ad interventi di intermediazione in prevalenza per attività svolte dal servizio tutela minori, hanno usufruito di alcune ore di mediazione anche gli istituti scolastici e le associazioni di volontariato. Progetto “Strade di periferia e reti di accoglienza MALPENSA 2000: programmi di protezione sociale in favore delle vittime di sfruttamento sessuale e del lavoro forzato” ed a progetto SISTEMA T.R.A.T.T.A. Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione; Enti aderenti: Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Prefettura, A.S.L., Provincia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri, Comando Provinciale Guardia di Finanza, Sindacati CGIL, CISL E UIL; Avvio: annualità 2009-2010-11; Legge di riferimento: ex art. 13 l. 228/2003; Obiettivi: contribuire all’attivazione e al consolidamento di una Rete di sensibilizzazione nel contesto territoriale di riferimento sui temi della tratta e dello sfruttamento sessuale e da lavoro;offrire la possibilità di diffondere, attraverso gli Sportelli Immigrazione e gli Sportelli Sociali di cittadinanza, materiale informativo che presenti le opportunità offerte dai percorsi di protezione sociali previsti dal Progetto; contribuire alla diffusione dei risultati e allo scambio di buone prassi. Progetto Equipe mobile controlla il tuo tasso Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione; Enti aderenti: Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Cooperativa; Avvio: annualità 2009-2010-11; Legge di riferimento:L45/99 DPR 309/1990; Obiettivi: informare, prevenire ed orientare alle reti locali del servizio persone che consumano droghe nei contesti d’incontro,aggregazione e divertimento. Quanto raccolto nel corso delle azioni ha consentito di avere una analisi del fenomeno in provincia di Sondrio e nel distretto di Tirano evidenziando le tendenze relative al consumo di sostanze e la percezione della consapevolezza del rischio nelle nuove generazioni. 104 Progetto Affidi Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo; Enti aderenti: uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, LAVOPS, Provincia di Sondrio; finanziatore Fondazione Cariplo; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: L. 4 maggio 1983 n° 184; L. 28 marzo 2001 n° 149 ; Obiettivi:Promuovere e sostenere reti per l’affido familiare, promuovere la cultura della tutela dell’infanzia e dell’accoglienza familiare. Il progetto ha ottenuto come risultato un significativo incremento delle famiglie che sono entrate a far parte della rete dell’affido alle 21 storiche se ne sono aggiunte altre 27 nuove, 8 di queste vivono nel distretto di Tirano. Progetto Fuoriluogo Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo; Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, LAVOPS, il Centro Servizi Volontariato LA.VO.P.S. Sondrio e il Consorzio SOL.CO Sondrio; finanziatore Fondazione Cariplo; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: ex dgr 9502/09 Obiettivi: promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e delle loro famiglie,interventi di prevenzione, accompagnamento e sostegno per minori con comportamento a rischio e le loro famiglie. Si rivolge a minori, famiglie, Servizi Territoriali, Forze dell'Ordine, scuole, realtà aggregative del territorio e a tutta la cittadinanza con l'obiettivo di contribuire alla promozione della cultura della legalità, della responsabilità individuale e sociale e alla prevenzione di comportamenti antisociali, in particolare nell'adolescenza. Nel corso del biennio il progetto si è rilevato un utile risorsa a supporto degli interventi attivati dal servizio tutela minori di Tirano. Progetto L’incontro sostenere proteggere e dare voce Ente promotore: Federazione Provinciale delle associazioni per la disabilità; Enti aderenti: Associazione Italiana Assistenza agli spastici di Sondro (A.I.A.S.),Associazione Nazionale Terza età attiva per la solidarietà (A.N.T.E.A.S.), Associazione Nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà di Sondrio (A.U.S.E.R), Associazione Volontariato Acli Lombardia di Sondrio (A.V.A.L.), Caritas, Coordinamento Famiglie con disabilità alta Valtellina (C.D.F), Associazioni Fiori di Sparta,Gabbiano, Navicella e Quadrifoglio. finanziatore Fondazione Cariplo; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: L. 6 del gennaio 2004 , Legge 328/00; Obiettivi: promuovere informazioni, rafforzare rete provinciale, formare persone che vogliono svolgere la funzione di amministratore di sostegno per tutelare persone incapaci. Gli incontri tenuti nel distretto di Tirano hanno visto la partecipazione di un buon numero di persone 10-15 interessate ad approfondire l’argomento. 105 Progetto di Residenzialità leggera Ente promotore:Cooperativa sociale la Breva; Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, Cooperative Sociali Nisida, Apanthesis, S. Michele; Avvio: anno 2011; Legge di riferimento: Legge 328/00. Obiettivi: risponde ai bisogni di coloro che dopo aver raggiunto un buon livello di autonomia nella gestione della quotidianità, possano auspicare ad un minor grado di protezione e/o ad un reinserimento sociale e/o familiare. Promuovere progetto personalizzato sulla persona fisicamente autosufficiente che presenta uno stato di disagio psichico e segnalato dai servizi psichiatrici, obiettivo riabilitativo individuale tendente a migliorare e valorizzare le potenzialità intrinseche dei singoli e quello più propriamente risocializzante mirato al miglioramento dei rapporti interpersonali e sociali in genere. Nel distretto di Tirano si è avuto un solo inserimento alla fine del 2011. Progetto di Lavoro e Piche Ente promotore: Dipartimento salute mentale della Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna; Enti aderenti:UDP; Provincia di Sondrio; Unione Commercianti, Lavops, Coop ipogrifo; Sol.Co. Consorzio delle Cooperative Sociali della Provincia di Sondrio, Coop. Il Prisma; Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Sondrio; Confcooperative; C.P.S. di Sondrio della AOVV; Unione Artigiani della Provincia di Sondrio; Unione Industriali della Provincia di Sondrio; Un. Commercio Servizi e Turismo Prov. di Sondrio; PMLab – Milano; finanziatore Fondazione Cariplo; Avvio: anno 2009; Legge di riferimento:, Legge 162/98. Obiettivi: Aumentare il numero e la tenuta dei pazienti psichiatrici inseriti al lavoro nel privato sociale, negli enti pubblici e nelle aziende - Favorirne e sostenerne l’inclusione lavorativa, sociale e relazionale- Promuovere una rete territoriale di servizi pubblici e privati a loro sostegno- Sensibilizzare il mercato del lavoro all’integrazione lavorativa dei pazienti psichiatrici- Avviare partnership tra aziende private, servizi pubblici e privato sociale sull’integrazione lavorativa di pazienti psichiatrici - Diffondere, in caso di successo del modello sperimentato, una policy di integrazione lavorativa di pazienti psichiatriciintegrazione socio-lavorativa dei pazienti psichiatrici presi in carico dai Coach; n. utenti= 30 soggetti; risultati raggiunti= 8 stabilizzazioni (3 lavorano,5 tirocini), 12 persone per cui bisogna individuare nuovi contesti lavorativi, 6 situazioni sospese, 4 situazioni di crisi; Progetto Affettività, sessualità, e disabilità: è possibile parlarne?” Ente promotore: AIAS sezione di Sondrio; Enti aderenti: uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, Avvio: annualità 2010; Legge di riferimento: L. Legge 162/98; Obiettivi: introdurre conoscenze teoriche e problematiche tecniche e metodologiche connesse alla sessualità ed alla disabilità fino alla progettazione di interventi educative. 106 I PROGETTI FINZIATI DAL F.N.P.S. In questa sezione vengono elencati tutti i progetti di promozione sociale finanziati sul territorio del mandamento per il triennio 2009/2011, promossi dall'Ufficio di Piano dell'ambito territoriale di Tirano o dal Terzo settore e per i quali l'Ufficio di Piano ha formalmente aderito. Progetto “Il paese dei ragazzi” Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, Cooperativa sociale Onlus Enti aderenti: Comune di Tirano, Comune di Mazzo, CISL, CGIL, Associazione Valtellina mountain bike, Informagiovani, Puntogiovani; Avvio: anno 2008 durata biennale; Legge di riferimento: Legge 285/97; Obiettivi: Offrire un’occasione stimolante in cui i ragazzi possano mettersi in gioco sperimentandosi come protagonisti della propria vita individuale e sociale, aumentare le competenze dei giovani nel campo sociale, aumentare la capacità dei ragazzi di fare proposte concrete rispetto alla loro vita reale. L’azione prevista dal progetto è un gigantesco gioco di ruoli che si svolge in una vera città in miniatura dove i ragazzi trovano riprodotte ed inscenate le più importanti strutture di una città, al fine di conoscerle e sperimentarle giocando. Progetto La Comunità dei Bambini Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione Enti aderenti: Circolo didattico di Tirano, Istituto comprensivo di Grosio; Istituto Comprensivo di Teglio; Comune di Grosio, Comune Villa di Tirano, Comune di Teglio; Avvio: anno 2010-1; Legge di riferimento: Legge 285/97. Obiettivi: Offrire ai bambini una occasione stimolante e formativa per mettersi in gioco sperimentando l’essere attori protagonisti della propria vita individuale e sociale. si tratta di vivere in un piccolo paese che permette ai bambini di sperimentare in un contesto protetto di gioco la vita degli adulti e i principali meccanismi che regolano il vivere in una comunità, bambini attraverso questa “simulazione” possono riconoscere l’importanza delle loro azioni e affinare la loro capacità di essere “cittadini” tra altri “cittadini”. Utenti coinvolti 243 bambini, 19,2% dei bambini da 6-10 anni del distretto di Tirano e 31,6% di quelli tra i 9-10 anni. Risultati raggiunti: l’esperienza è stata valutata positivamente dagli insegnanti, come un momento di formazione esperenziale, di messa alla prova dei bambini nella gestione di situazioni nuove e nell’attivazione di risorse personali e di capacità sociali per superare problemi ed ideare soluzioni. Progetto “Officine giovani – azioni di inclusione territoriale con persone diversamente abili” Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione Enti aderenti: Comune di Tirano Avvio: anno 2008, durata triennale Legge di riferimento: Legge 285/97, Legge 328/00 art.28 Obiettivi: Sviluppo del precedente progetto “Officine giovani 06/07 e 07/08, incrementare il numero di utenti coinvolti, sperimentare il modello di intervento anche con soggetti adulti. Le aree generali all’interno delle quali sarà articolato l’intervento educativo sono: riconoscimento delle proprie aspettative e sperimentazione di occasioni di integrazione sociale. 107 Progetto “Officine giovani – Cittadinanza attiva” Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione; Enti aderenti: Istituto Pinchetti, ASL, SerT Tirano; Avvio: anno 2008 durata triennale; Legge di riferimento: d.p.r. n° 309/90 e Legge 45/99; Obiettivi: Promuovere atteggiamenti più consapevoli rispetto all’uso/abuso di sostanze psicoattive, aumentare la capacità di relazione e comunicazione e realizzare l’evento (festa) di fine anno. Progetto “Informagiovani Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione; Enti aderenti: Ufficio di piano, Comuni dell’ambito di Tirano. Avvio: anno 2008, durata triennale; Legge di riferimento: Legge 285/97, Legge 328/00 art.28; Obiettivi: Progetto Informazione Orientamento mira a sviluppare sull’intero territorio esperienze e metodologie di politica giovanile e che si pone come obiettivo principale il consolidamento e lo sviluppo di servizi e interventi di informazione e aggregazione a favore di adolescenti e giovani. il progetto si pone come principale finalità quella di sviluppare servizi e interventi di informazione e aggregazione a favore di adolescenti e giovani nel territorio. “Informagiovani” non si limita ad erogare notizie, ma attraverso la comunicazione, avviando un procedimento costante di feed back, contribuisce a sviluppare nei giovani la capacità di relazionarsi autonomamente ed in modo funzionale con l’informazione. Progetto A2O:aggreg-Azione Oratorio Ente promotore: Oratorio Sacro Cuore Enti aderenti: Cooperativa San Michele, Comune di Tirano, Caritas. Avvio: anno 2010-11 Legge di riferimento: Legge 285/97. Obiettivi:Creare e strutturare la presenza di spazi e momenti educativi atti al protagonismo giovanile in ottica di prevenzione del disagio. Presenza media è aumentata nei mesi di giugno e luglio fino a 360 utenti della fascia d’età 713 anni e fino a 40 adolescenti con ruolo di animatori; in media 20 utenti stranieri al giorno. Progetto Cittadini si diventa Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo; Enti aderenti: Cooperativa la cicogna; Comune di Grosotto; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: Legge 162/98. Obiettivi:Miglioramento della qualità di vita delle persone disabili aumentando le possibilità di esprimere le proprie abilità a favore della loro comunità e quindi la loro integrazione sociale. Utenti 3/4 dai 18 ai 35 anni. 108 Progetto “Una mano alle famiglie in difficoltà” Ente promotore: Parrocchia di Tirano Enti aderenti: Caritas, Parrocchie del distretto, scuola Trombini, scuola elementare di Tirano; Avvio: anno 2008; Legge di riferimento: Legge 328/00 art.28; Obiettivi: Fornire sostegno economico a persone o famiglie in difficoltà per garantire la loro autonomia personale e una buona qualità della vita permettendo loro di fuoriuscire da situazioni di crisi. Progetto “A proposito di intercultura” Ente promotore: Cooperativa Ippogrifo Enti aderenti: Organizzazione di volontariato Agenzia per la pace; Avvio: anno 2008 triennale; Legge di riferimento: D.Lgs 286/98 e Legge 40/98; Obiettivi: Promuovere la capacità di autonomia degli immigrati fornendo loro degli strumenti per mettersi in relazione con la comunità, favorire la loro integrazione all’interno dei Servizi e della scuola, promuovere una maggiore sinergia tra servizi pubblici e privato sociale promuovendo una cultura di rete, favorire una maggiore integrazione dei minori stranieri nel contesto scolastico attraverso il sostegno degli insegnanti. Per tali scopi è prevista l’apertura di uno sportello, la consulenza ai servizi e l’offerta di mediazione culturale all’interno della scuola. Progetto “Bottega d’incontro” Ente promotore: Associazione La stiva di Navicella Enti aderenti: Associazione Navicella, Cooperativa sociale La Breva; Avvio: anno 2008-2009; Legge di riferimento: Legge 328/00 art.28; Obiettivi: Dare la possibilità alle persone con difficoltà di sperimentarsi nel mondo del lavoro, contrastare il fenomeno dell’emarginazione, favorire la permanenza del soggetto all’interno del proprio ambiente di vita, favorire processi di integrazione nel territorio di persone con disagio psichico. Il progetto prevede le seguenti azioni: apertura di un negozio dell’usato coinvolgendo persone con disagio, laboratori creativi tenuti da diversi esperti/artigiani, costituzione di gruppi di auto–mutuo aiuto, iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche del disagio. Progetto “Gioca Scuola” Ente promotore: Cooperativa San Michele; Enti aderenti: Comune Tirano; Comune Villa di Tirano, Comune Bianzone, Comune Sernio; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: Legge 285/97; Obiettivi: Cercare di stimolare o rendere possibile l’emergere le risorse dei bambini e nuclei familiari per massimizzare ed incrementare il successo scolastico. Utenti:6 classi elementari e 7 delle medie. Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati e sono state espresse valutazioni positive da parte degli utenti. 109 Progetto “Apertamente” Ente promotore: Cooperativa San Michele Enti aderenti: Associazione “Fiore di Sparta” , Pro Loco, Oratorio sacro cuore, città di Tirano ed Ufficio di Piano di Tirano; Avvio: annualità 2009; Legge di riferimento: Legge 162/98; Legge 328/00; Obiettivi: rafforzamento del proprio se e dell’immagine sociale, migliorare autostima, lo spirito di gruppo, potenziare l’autonomia,consolidare la competenza sociale e migliorare la qualità di vita di utenti portatori d’handicap, apertura al territorio,abbattimento barriere culturali e sociali; n. utenti=5 fascia d’età 31 a 43 anni; risultati ragiunti= integrazione sociale, miglioramenti a livello relazionale,delle capacità di lavoro nel gruppo ristretto, delle capacità pratiche ed organizzative degli utenti. ALTRI PROGETTI A LIVELLO DISTRETTUALE Progetto “Bambini del mondo” Ente promotore: Associazione Bambini del mondo Enti aderenti: Scuola L. Trombini, circolo didattico Credaro, Comune di Tirano, Associazione Sconfinando,San Michele; Comune di Tirano e Comune di Mazzo; Avvio: annualità 2008-2009-2010; Legge di riferimento: Leggi 23/99; Obiettivi:Aiutare i bambini stranieri del territorio a padroneggiare la lingua italiana per favorire il loro inserimento scolastico, fornire un aiuto per lo svolgimento dei compiti scolastici, fornire un servizio di prima accoglienza, favorire l’integrazione e la socializzazione. Il progetto propone quale azione l’apertura di spazi di aggregazione nel quale il fare i compiti, giocare, imparare la lingua italiana vissuta come presupposto di effettiva integrazione culturale. n. utenti= 16 minori stranieri di cui 12 dai 6 agli 11 anni e 4 dai 12 ai 14 anni. Progetto “Fare rete a sostegno alla maternità” Ente promotore: Centro aiuto alla vita di Sondrio; Enti aderenti: Associazione Navicella pro salute mentale; il Granello cooperativa sociale, Associazione Leche League; Associazione San Vincenzo; Associazione una famiglia per l’affido; Cooperativa Sociale Insieme; Avvio: annualità 2011; Legge di riferimento: Leggi di settore 23/99; Obiettivi:creazioni di rete di enti del territorio, creazione rete di volontariato; sostegno al nucleo familiare,sostegno a domicilio. Progetto “Di nuovo a scuola” Ente promotore: Circolo didattico di Tirano; Enti aderenti: Comunità Montana, Centro di ascolto Caritas di Tirano, Azienda Sanitaria Locale e Comunità Montana di Tirano; Avvio: annualità 2010; Obiettivi: integrazione madri e lavoratrici immigrate, alfabetizzazione ed educazione sanitaria. 110 Progetto “Estivo Gioca Bimbi” Ente promotore: Fondazione Giardino D’infanzia di Tirano; Enti aderenti: Comune Tirano; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: Legge 23/1999; Obiettivi: benessere individuale e collettivo dell’infanzia conciliazione esigenze espresse dalle famiglie attraverso attività ludiche, ricreative ed educative destinate a bambini da 3 a 6 anni nel mese di luglio; Utenti 2010=26 bambini e 30 genitori hanno partecipato all’organizzazione del servizio; Utenti 2011= 30/40; Progetto “Fiori di sparta per l’inclusione sociale: il sostegno, l’arte, il benessere” Ente promotore: Associazione Fiori di Sparta; Enti aderenti: Avvio: annualità 2010; Legge di riferimento: Legge 104/90; Legge 328/00; Obiettivi: benessere individuale e collettivo inclusione sociale attraverso attività artistico, ricreative ed educative. 111 PROGETTI A LIVELLO PROVINCIALE TRIENNIO 2012-14 Progetto “Strade di periferia e reti di accoglienza MALPENSA 2000: programmi di protezione sociale in favore delle vittime di sfruttamento sessuale e del lavoro forzato” ed a progetto SISTEMA T.R.A.T.T.A. Ente promotore: Cooperativa Lotta contro l’emarginazione; Enti aderenti: Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio, Morbegno,Chiavenna; Prefettura, A.S.L., Provincia, Questura, Comando Provinciale Carabinieri, Comando Provinciale Guardia di Finanza, Sindacati CGIL, CISL E UIL; Avvio: anno 2012; Legge di riferimento: ex art. 13 l. 228/2003 ex art. 18 d.lgs. 286/98; Obiettivi Contribuire all’attivazione e al consolidamento di una Rete di sensibilizzazione nel contesto territoriale di riferimento sui temi della Tratta e dello Sfruttamento sessuale e da lavoro;Offrire la possibilità di diffondere, attraverso gli Sportelli Immigrazione e gli Sportelli Sociali di cittadinanza, materiale informativo che presenti le opportunità offerte dai Percorsi di protezione sociali previsti dal Progetto; Contribuire alla diffusione dei risultati e allo scambio di buone prassi. Progetto Mediazione Interculturale Ente promotore: Comune di Sondrio Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Cooperativa Ipogrifo; Avvio: annualità 2012; Legge di riferimento: L. 6-3-1998 n. 40 Obiettivi:favorire il superamento degli ostacoli nella comunicazione, nell’accesso e nella relazione tra cittadini stranieri e servizi; Progetto L’incontro sostenere proteggere e dare voce Ente promotore: Federazione Provinciale delle associazioni per la disabilità; Enti aderenti: Associazione Italiana Assistenza agli spastici di Sondro (A.I.A.S.),Associazione Nazionale Terza età attiva per la solidarietà (A.N.T.E.A.S.), Associazione Nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà di Sondrio (A.U.S.E.R), Associazione Volontariao Acli Lombardia di Sondrio (A.V.A.L.), Caritas, Coordinamento Famiglie con disabilità alta Valtellina (C.D.F) Associazioni Fiori di Sparta,Gabbiano, Navicella e Quadrifoglio,finanziatore Fondazione Cariplo; Avvio: annualità 2010-11; Legge di riferimento: L. 6 del gennaio 2004 , Legge 328/00; Obiettivi: tutelare persone incapaci; promozione figura amministratore di sostegno. Progetto Fuoriluogo Ente promotore: Cooperativa Ipogrifo; Enti aderenti: ASL; uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna, LAVOPS, il Centro Servizi Volontariato LA.VO.P.S. Sondrio e il Consorzio SOL.CO Sondrio; finanziatore Fondazione Cariplo; Avvio: annualità 2012; Legge di riferimento: ex dgr 9502/09; 112 Obiettivi: promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e delle loro famiglie,interventi di prevenzione, accompagnamento e sostegno per minori con comportamento a rischio e le loro famiglie. Progetto bando “Conciliazione” “NON SOLO VIAGGIO” Ente promotore: Ufficio di Piano di Tirano; Enti aderenti: Comune di Tirano; Ambito Territoriale di Bormio e di Tirano Associazione Nazionale Terza età attiva per la solidarietà (A.N.T.E.A.S.), Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà di Sondrio (A.U.S.E.R); Avvio: annualità 2012; Legge di riferimento: la legge n. 328/ 2000 (in particolare il comma 1 dell’art.1) la LR n. 3/2008, il D.Lgs n. 267/2000 le direttive CEE 76/207, 200/73 e 2006/54, la legge 53/2000, il decreto dei ministri per le pari opportunità del 12/05/2009, le LL.RR. N. 23/1999, n. 22/2006 e n.28/2004; Obiettivi:servizio trasporto persone che devono sottoporsi a cicli di cure all’ospedale di Sondrio a supporto della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Progetto “TRANING DI CITTADINANZA ATTIVA INDOOR E OUTDOOR” Ente promotore: Cooperativa sociale Ippogrifo; Enti aderenti: il Comune di Sondrio, l’associazione Quarto di Luna, Lavops, la cooperativa sociale Il Prisma; gli altri enti coinvolti sono la Casa Circondariale di Sondrio, l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) e l’Asl della provincia di Sondrio, Uffici di piano di Bormio, Tirano,Sondrio,Morbegno,Chiavenna; Avvio: annualità 2012; destinatari: rivolto a soggetti sottoposti all’autorità giudiziaria. Il progetto è finanziato all’interno del “piano regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie”. Obiettivi: Il “Training” consiste sostanzialmente nell’accompagnare i detenuti in misura alternativa o gli ex detenuti nel loro percorso di reinserimento nella società, partendo da un lavoro all’interno del carcere di Sondrio che prosegue all’esterno, cercando di garantire alla persona il rispetto dei diritti di cittadinanza, favorendo quindi l’opportunità di avere un lavoro, un’abitazione e una vita sociale. 113 114 CAPITOLO 4 – LA GOVERNANCE E LA GESTIONE ASSOCIATA Nel quarto capitolo del Piano di Zona viene presentato il modello di gestione associata della rete degli interventi e dei Servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario che risponde a quanto delineato dalla legge regionale 3/2008 e nelle linee guida regionali. Vengono di seguito descritti gli organismi che concorrono alla gestione del Piano: · Ente gestore e Ufficio di Piano· Assemblea dei Sindaci· Comitato Politico Ristretto e gli organismi del Terzo Settore che concorrono all’attuazione delle azioni e raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona. 115 al 4.1 L'UFFICIO DI PIANO DI TIRANO E IL MODELLO DI GESTIONE ASSOCIATA LA GOVERNANCE DEL PIANO DI ZONA Il contesto istituzionale del Piano di Zona è disciplinato dalla Legge Regionale 12 marzo 2008 n°3 “Governo della rete degli interventi e dei Servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario” e dalle linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012-2014, approvate con deliberazione della Giunta Regionale n. 2505 del 16.11.2011, che completano il sistema delle regole del welfare per la Regione Lombardia. Il modello di gestione associata, qui di seguito descritto, risponde a quanto delineato nei provvedimenti citati, sottolineando in particolare il ruolo attribuito all’ASL e nello specifico “di sviluppare una vocazione e una visione spiccatamente territoriale per recuperare la centralità del bisogno e della persona, per superare la frammentazione dei servizi e per sviluppare in modo proattivo le reti territoriali”. La gestione associata dell’ambito territoriale del distretto di Tirano è regolata attraverso lo strumento dell'Accordo di Programma, relativamente alla gestione del Piano di Zona e da apposita convenzione tra Comunità Montana (in qualità di Ente capofila ed Ente gestore dell'Ufficio di Piano) e Comuni (in qualità di titolari delle funzioni socio-assistenziali). La convenzione è approvata dall’Assemblea della Comunità Montana e dai Consigli Comunali ai sensi dell’art.30 del d.lgs. n. 267/2000 (Testo unico Enti locali). La convenzione vigente è valevole per il periodo 1.01.2012 – 31.12.2017. Ai sensi dell’art. 18 della l.r.3/2008, il Piano di Zona è approvato dall’Assemblea dei Sindaci di Distretto. Ha valenza programmatoria triennale, integra la programmazione sociale con quella sociosanitaria regionale e definisce il quadro unitario delle risorse; annualmente potrà essere aggiornato rispetto alla definizione delle priorità di intervento, all’allocazione delle risorse economico-finanziarie, alle modalità organizzative e gestionali delle unità di offerta. L’Accordo di programma è lo strumento tecnico-giuridico che dà attuazione al Piano di Zona, così come disciplinato dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali - Decreto Legislativo 267/2000, art. 34 - nella l.r. 4 marzo 2003, n. 2 e nella l.r 12 marzo 2008, n. 3 art.18. comma 7. Lo stesso è sottoscritto da tutti i Sindaci dei Comuni del Distretto di Tirano, dall’A.S.L., dall’Ente gestore e dalla Amministrazione Provinciale. I soggetti del Terzo Settore, che partecipano all’elaborazione del Piano di Zona, aderiscono, su loro richiesta, all’Accordo di Programma. I livelli organizzativo/gestionali che concorrono al governo del Piano di Zona sono: · livello di indirizzo e amministrazione politica; · livello tecnico amministrativo di programmazione e gestione; · livello di consultazione e collaborazione con il terzo settore. Gli organismi che concorrono alla gestione del Piano sono: · Assemblea dei Sindaci · Comitato Politico Ristretto · Ente gestore e Ufficio di Piano Concorrono all’attuazione delle azioni e al raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona gli organismi del Terzo Settore. La gestione associata si è rivelata un processo in continua evoluzione. La Comunità Montana Valtellina di Tirano ha svolto la funzione di Ente capofila/Ente gestore dal mese di luglio 2004 in avanti, con deleghe che riguardavano inizialmente: 116 la gestione dell’ Ufficio di Piano; la gestione del Servizio Sociale di Base; la gestione dei servizi e delle prestazione relative all’Area Famiglia, infanzia, età evolutiva; la gestione di servizi e prestazioni relative all’Area dei Disabili, con esclusione di quelli gestiti direttamente dai Comuni; la gestione di servizi e prestazioni relative alle Aree Anziani, Adulti in difficoltà e Immigrazione. L’Ente gestore ha il ruolo di dare attuazione attraverso la propria struttura tecnico-amministrativa al Piano di Zona e allo svolgimento delle attività indicate nella convenzione. E' l'Ente strumentale a cui viene demandata la concreta attuazione delle decisioni assunte dall’Assemblea dei Sindaci. L’ufficio di Piano è la struttura tecnico amministrativa che assicura il coordinamento degli interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del piano. Le funzioni dell’Ufficio di Piano si possono sintetizzare in: presidio e controllo dei processi di programmazione del Piano; coordinamento e responsabilità gestionale dei fondi assegnati secondo l’indirizzo fornito dall’Assemblea dei Sindaci; rendicontazione economiche all’ASL, Regione Lombardia, e ai Comuni; predisposizione degli atti e della documentazione necessaria per il buon funzionamento del sistema integrato (accordi di programma, protocolli, convenzioni, modulistica…); attivazione dei gruppi tematici di programmazione e approfondimento per le diverse aree di intervento; predisposizione delle bozze di regolamenti e delle modalità di erogazione delle prestazioni e dei servizi; aggiornamento dei dati relativi alla domanda e all’offerta; attività di coordinamento degli interventi e dei progetti sperimentali previsti dal Piano di Zona; raccolta di informazioni sui servizi e sulle attività sociali attuate anche autonomamente dai Comuni del distretto; avvio, con i soggetti istituzionali preposti, di attività formative e di processi di monitoraggio e valutazione delle attività previste nel Piano di Zona; attività di supporto amministrativo e di segreteria all’Assemblea dei Sindaci e al Comitato Politico Ristretto; attivazione di servizi di assistenza domiciliare, ricovero di sollievo, interventi educativi, inserimenti lavorativi, progetti in comunità e affidi; predisposizione dei provvedimenti in merito all’integrazioni rette e ai titoli sociali; programmazione, valutazione e attivazione di progetti proposti dal terzo settore e approvati dall’Assemblea dei Sindaci. L’Ufficio deve inoltre: mantenere uno stretto raccordo con i Comuni associati, unificati nell’Assemblea dei Sindaci del Distretto di Tirano,fornendo loro consulenza; informazione; periodico aggiornamento sull’attività svolta; documentazione utile agli operatori amministrativi che devono garantire in ciascun Comune un servizio di segretariato sociale e di prima informazione al cittadino; garantire il raccordo e il funzionamento di tutte le attività in gestione associata. 117 La Regione Lombardia nelle linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 20122014 vede nell’ Uffici di Piano un potenziale protagonista nel coordinamento degli interventi locali, soggetto in grado di: - connettere le conoscenze dei diversi attori del territorio; - ricomporre le risorse che gli enti locali investono nei sistemi di welfare, favorendo l’azione integrata a livello locale; - interloquire con le ASL per l’integrazione tra ambiti di intervento sociale e socio sanitario; - promuovere l’integrazione tra diversi ambiti di policy. I SERVIZI GESTITI IN FORMA ASSOCIATA SERVIZIO SOCIALE DI BASE Il Servizio Sociale di Base si rivolge a tutta la popolazione dell’ambito territoriale di Tirano rappresentando un primo filtro della domanda e costituisce il primo luogo di ascolto dei cittadini che si trovano ad affrontare situazioni di disagio individuale o familiare di vario genere: economico, sociale, abitativo, relazionale, etc. La legge di riforma n° 328/2000 (art. 22, comma 4 lett. a) ha previsto, tra i livelli minimi di assistenza da garantire in ogni ambito territoriale, la presenza diffusa del Servizio Sociale Professionale e del Segretariato Sociale al fine di consentire una adeguata informazione a tutti i cittadini sui diritti e le opportunità offerte dal sistema integrato di servizi sociali e socio-sanitari ed una consulenza al singolo cittadino ed ai nuclei familiari per una effettiva personalizzazione degli interventi. Il Servizio sociale professionale effettua i seguenti interventi: 1. presa in carico: l’assistente sociale, dopo un’attenta valutazione del bisogno del cittadino, lo accompagna attraverso il percorso migliore per l’utilizzo delle prestazioni offerte dalla rete dei servizi; 2. sostegno relazionale: comprende tutto il lavoro svolto con gli utenti che si rivolgono al servizio per essere ascoltati e sostenuti e che non hanno necessariamente bisogno dell’attivazione di un servizio; 3. interventi economici: la voce racchiude tutte quelle richieste di aiuto economico come l’integrazione del minimo vitale in assenza di reddito e gli interventi economici straordinari attivati tramite i Comuni; 4. inserimento lavorativo: per questi interventi le Assistenti Sociali collaborano attivamente con altri Enti per tutte le opportunità offerte ai soggetti disabili sulla legge n° 68/1999 e le Azioni finanziate dal Fondo Sociale Europeo per le politiche del lavoro. In riferimento agli asili nido l’Ufficio di Piano di Tirano annualmente procede all’erogazione del contributo annuale del Fondo Sociale Regionale, nell’anno 2010 è stato approvato, in attuazione alla DGR 3 febbraio 2010 N.VIII/11152, un piano nidi mandamentale, che permette ai Comuni di avere dei posti riservati con tariffe agevolate a carico degli utenti, usufruendo del riparto fondo intese assegnato. SERVIZIO TUTELA MINORI A partire dal 1.01.2007, secondo le direttive della Regione Lombardia, l’Asl di Sondrio ha cessato la gestione delle deleghe Minori restituendone la competenza ai Comuni della provincia. Nella fattispecie per il distretto di Tirano questo ha significato la gestione dell’attività in capo all’Ufficio di Piano gestito dalla Comunità Montana. 118 Il Servizio Minori e Famiglia si occupa della promozione e tutela dei diritti e del benessere del minore e della sua famiglia. Gli ambiti di attività di tale servizio sono: la promozione, la prevenzione e la presa in carico delle situazioni. Per presa in carico si intende l’insieme delle azioni rivolte al minore e alla sua famiglia che attraversano un momento di crisi al fine di promuovere il superamento della stessa. Tale ambito è orientato alla tutela e alla cura dei minori e delle loro famiglie per problemi legati al maltrattamento, all'abuso e alla violenza sessuale a danno dei minori. In particolare il Servizio: svolge, su mandato dell’Autorità Giudiziaria (Tribunale per i Minorenni, Tribunale Ordinario e Corte d’Appello) attività di valutazione, indagine, diagnosi, sostegno, controllo e cura, sia nei confronti dei minori che degli adulti di riferimento ed opera in collegamento con i diversi attori pubblici e privati che si occupano di tutela del minore; fornisce informazioni e consulenze in merito a situazioni problematiche e/o di sospetto maltrattamento o abuso per aiutare a comprendere ciò che un minore sta vivendo, come agire di conseguenza a livello educativo e relazionale; svolge "indagini" psicosociali, sulla situazione in cui si trovano i minori e le loro famiglie, attraverso colloqui, osservazione, visite domiciliari per comprendere meglio vissuti, problemi e relazioni e fornire elementi all'Autorità Giudiziaria che consentano di prendere le decisioni che meglio tutelino il minore; propone ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie percorsi terapeutici e/o socio educativi, avvalendosi anche della collaborazione dei servizi dell’ ASL, dell’ Azienda Ospedaliera, di cooperative sociali e associazioni che operano in tale ambito. L’Assemblea dei Sindaci del distretto di Tirano nella seduta del 26.10.2011 ha deciso di procedere all'esternalizzazione di alcuni servizi inerenti l'Ufficio di Piano, come previsto dagli articoli 3 e 6 della convenzione sottoscritta in data 31.12.2011 ed ha approvato il progetto di consolidamento e sviluppo di servizi sociali associati del distretto di Tirano con particolare riferimento alle attività relative al servizio Tutela minori, all’assistenza domiciliare minori, allo Spazio neutro ed alle attività relative allo sportello sociale area disabili, area adulti in difficoltà e minori e famiglia. L’area relativa agli anziani è rimasta in capo alla Comunità Montana tramite un proprio operatore. La Cooperativa Sociale Ippogrifo da Sondrio è risultata aggiudicataria dell’appalto e ha iniziato ad operare dal 1° gennaio 2012. L’Assemblea dei Sindaci ed il Comitato Politico Ristretto operano il controllo, sulla base di quanto indicato dal presente Piano di zona; l’Ente capofila è garante del mantenimento dei requisiti richiesti e del rispetto di quanto previsto dal progetto approvato. La titolarità dei casi rimane in capo all’Ufficio di Piano. L’Ufficio di Piano mantiene le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dei servizi affidati, a tal fine: • accerta l’osservanza degli adempimenti previsti dal capitolato rispetto al personale, alle attività, al coordinamento e la loro corrispondenza al progetto presentato in sede di gara; • accerta la rispondenza e la permanenza delle condizioni e dei requisiti organizzativi,gestionali e socio/assistenziali che hanno dato luogo all’aggiudicazione; • verifica il rispetto dei diritti degli utenti; • dà supporto tecnico-amministrativo con i propri uffici; • mantiene un rapporto costante e continuo di collaborazione con il coordinatore della cooperativa; • assegna le comunicazioni in entrata alla cooperativa, effettua la verifica delle comunicazioni in uscita e l'attivazione degli interventi; • relaziona sull’andamento del Servizio al Comitato ed all’Assemblea dei Sindaci, 119 Integrazione con altri enti e con altri ambiti L’Ufficio di Piano frequentemente collabora con altri soggetti della rete territoriale: per invio di utenti, presa in carico congiunta, collaborazione per progetti specifici ecc. Questa collaborazione spesso si basa su buone prassi, in alcuni casi (es. Consultorio, N.P.I., Sert, C.P.S.) è stata formalizzata tramite protocolli o accordi di collaborazione, è necessario favorire la formalizzazione delle modalità di collaborazione partendo dall’analisi dei punti di forza e delle criticità delle attuali modalità di collaborazione, questo per evitare che queste varino in funzione di i elementi contingenti. Regione Lombardia incentiva la sperimentazione di una programmazione sociale condivisa tra più ambiti afferenti alla stessa Azienda sanitaria locale. In ogni caso è richiesto: - un’analisi dei bisogni, delle risposte, dei soggetti e dei network attivi sul territorio effettuata entro un perimetro di conoscenza sovra distrettuale, coincidente con il territorio dell’Azienda sanitaria locale di riferimento; - l’individuazione di obiettivi e azioni condivise con l’Azienda sanitaria locale e con gli ambiti del territorio di riferimento, per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria. L'integrazione a livello istituzionale La legge n. 328/2000 e la legge regionale n. 3 del 12/03/2008 prevedono l'organizzazione integrata degli interventi e dei servizi alla persona. In conformità con la normativa e per favorire l'integrazione istituzionale a livello provinciale sono stati costituiti dall’ASL: L'Ufficio di Supporto In conformità con quanto previsto dalla legge 3/2008 (art 13) e per favorire l'integrazione socio sanitaria si è costituito l'ufficio di supporto all'attività del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci e delle Assemblee distrettuali. L'Ufficio di protezione giuridica In conformità con la legge 3/2008 (art 19) l’ASL, in accordo con la Conferenza dei Sindaci, ha individuato una struttura finalizzata a promuovere o favorire, in collaborazione con i Comuni e con gli Enti Gestori di servizi socio-sanitari accreditati, i procedimenti per il riconoscimento degli strumenti di tutela delle persone incapaci, nonché dell’Amministratore di Sostegno. Tavolo di partecipazione dei soggetti del terzo settore e degli erogatori accreditati” nuovo strumento di raccordo con il Terzo Settore, istituito degli indirizzi regionali di programmazione socio sanitaria (c.d.”regole di sistema” perl’anno 2011 – DGR n.937/2010), si articola in Tavolo provinciale e Tavoli Tematici. Il Tavolo provinciale presieduto dalla Direzione Sociale, affronta tematiche ed argomenti aziendali di carattere generale: documenti di programmazione aziendale, progetti e collaborazioni, integrazione istituzionale e con il terzo settore. Per il Tavolo Provinciale è prevista la partecipazione di: associazioni/organizzazioni, operanti a livello provinciale, rappresentative di utenza e/o famiglie;· patronati;· organizzazioni rappresentative di categorie di soggetti del terzo settore;· Enti/associazioni/organizzazioni in rappresentanza dei soggetti erogatori nelle aree anziani,disabili, cure domiciliari, famiglia, minori, dipendenze, povertà (di norma n.2 per area); · Fondazioni locali, espressione dell’area Responsabilità Sociale d’Impresa;· Comuni (Uffici di Piano degli ambiti distrettuali) e Provincia. I Tavoli Tematici di partecipazione dei soggetti del terzo settore e degli erogatori accreditati sono istituti per le seguenti aree: Anziani, Disabili, Cure Domiciliari, Famiglia, Minori, Dipendenze. Presieduti e coordinati dai Responsabili o referenti delle Unità Organizzative dell’ASL, in raccordo 120 con la Direzione Sociale, sviluppano le tematiche emergenti nelle singole aree: bisogni espressi ed emergenti, rete di risposte ed unità d’offerta, programmazione e progettazione di interventi e servizi, integrazione tra sistema socio sanitario e sistema sociale, contributo del terzo settore. la partecipazione alle attività dei Tavoli può essere estesa agli Uffici di Piano. E’ inoltre garantita la partecipazione della Direzione Sociale a: Conferenza dei sindaci e Consiglio di rappresentanza dei sindaci Per garantire l'integrazione tra la programmazione d'offerta sociale e socio sanitaria il POA aziendale prevede la partecipazione della direzione sociale sia alla conferenza dei Sindaci (Regolamento n.1 del 24 aprile) che al Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci (art 9, legge 31/97). Assemblee distrettuali Per la trattazione di argomenti di natura socio sanitaria è prevista la partecipazione del Direttore Sociale o suo delegato e del Direttore di Distretto alle Assemblee Distrettuali. Comitati tecnici E’ prevista inoltre la partecipazione agli organismi tecnico-politici previsti in ogni ambito. Nel Distretto di Tirano è prevista la partecipazione della Direzione Sociale e del Direttore di distretto o loro delegati al Comitato Politico Ristretto per lo svolgimento dei seguenti compiti: attuazione degli indirizzi generali dell’Assemblea dei Sindaci, raccordo fra l’Assemblea dei Sindaci e l’Ufficio di Piano, monitoraggio delle funzioni integrate. Incontri periodici con i responsabili degli U.d.P. Per garantire l'uniformità della programmazione a livello provinciale e per la verifica della progettualità in corso sono previsti incontri periodici tra Direzione Sociale e responsabili degli U.d.P.. Tavoli distrettuali dei rappresentanti del Terzo Settore In ogni ambito è stato istituito un Tavolo dei rappresentanti Terzo Settore (D.G.R. 7797/2008); al tavolo di consultazione del Terzo Settore promosso dall'U.d.P. partecipano anche il Direttore Sociale e il Direttore di Distretto o loro delegati. 121 4.2 L'ASSEMBLEA DEI SINDACI ED IL COMITATO POLITICO RISTRETTO L'organo di rappresentanza politica per la programmazione del sistema di interventi e Servizi sociali è individuato nell'Assemblea dei Sindaci dell'ambito territoriale di Tirano e dal Comitato Politico Ristretto. Assemblea dei Sindaci L’Assemblea dei Sindaci è l’organismo di rappresentanza politica del Piano di Zona del distretto di Tirano ed è costituita da tutti i Sindaci del distretto o dagli assessori/consiglieri comunali formalmente delegati e, senza diritto di voto, dal Direttore Sociale dell’ASL o suo delegato, dal Presidente della Comunità Montana (o suo delegato) in qualità di Ente Gestore del Piano di Zona, oltre che dal responsabile dell’ Ufficio di Piano. Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e il Vice Presidente sono eletti dall’Assemblea dei Sindaci, possono partecipare a titolo consultivo e su invito altri soggetti, istituzionali e tecnici, a supporto del processo decisionale proprio dell’Assemblea. Le attribuzioni e le competenze dell’Assemblea dei Sindaci sono quelle previste dall’art 9 comma 6° della L.R. 11.07.1997 n. 31 e delle direttive approvate con D.G.R. n. 41788/1999, nonché quelle previste dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali. L’Assemblea dei Sindaci è l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo per le attività del Piano di Zona e ha competenza limitatamente ai seguenti atti fondamentali: - definisce gli indirizzi strategici delle politiche di ambito; - svolge funzioni di indirizzo complessivo del sistema integrato dei servizi sociali dell’ambito territoriale di Tirano; - definisce le modalità istituzionali e le forme di organizzazione gestionali più adatte all’organizzazione dell’ambito territoriale e della rete dei servizi sociali; - nomina il suo Presidente, il vice Presidente e individua l’ente capofila; - definisce le modalità di composizione degli organismi tecnici di supporto e di esecuzione; - definisce le forme di collaborazione fra i Comuni e l’Asl; - presiede alle diverse fasi della predisposizione e poi della gestione del Piano di zona; - individua e sceglie le priorità e gli obiettivi annuali e pluriennali delle politiche locali; - verifica la compatibilità impegni/risorse necessari; - procede all’allocazione delle risorse del FNPS (Fondo Nazionale per le Politiche Sociali), Fondo sociale regionale e quote di risorse autonome conferite per la gestione associata dell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano di Zona e in coerenza con le indicazioni regionali; - approva il Piano di Zona; - verifica annualmente il grado di raggiungimento degli obiettivi; - definisce gli elementi di indirizzo per regolare i rapporti economici tra i Comuni; - definisce la regolamentazione di servizi; - definisce le tariffe dei servizi e le relative contribuzioni; - esercita potere sostitutivo qualora il Comitato Politico Ristretto sia inadempiente o operi in contrasto con gli indirizzi. Le deliberazioni in ordine agli argomenti di cui sopra non possono essere adottate in via d'urgenza da altri organi del Piano di Zona, salvo quelle attinenti alle variazioni di bilancio adottate dal 122 Comitato Politico Ristretto e da sottoporre a ratifica dell’Assemblea nei sessanta giorni successivi, a pena di decadenza. Presidente e vicepresidente dell’Assemblea dei Sindaci. Il presidente dell’Assemblea dei Sindaci è un Sindaco o un suo delegato, votato dalla stessa e rimane in carica per tutta la durata del proprio mandato elettivo. L’elezione avviene a scrutinio segreto e a maggioranza semplice, secondo le quote da ciascun Comune rappresentate. Con le stesse modalità si procede alla nomina del Vice Presidente che sostituisce il Presidente nelle funzioni ed attività a lui ascritte, in occasione di ogni sua assenza. In caso di assenza o di impedimento concomitante del Presidente e del Vicepresidente, le funzioni sono esercitate dal componente dell’Assemblea più anziano d’età. Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci, convoca e presiede l’Assemblea e la rappresenta nei confronti dell’ASL. Funzionamento. Convocata dal Presidente su sua iniziativa, oppure su iniziativa del Comitato Politico ristretto, o su richiesta di almeno1/3 dei componenti. Le sedute non sono pubbliche. Il Responsabile dell'Ufficio di Piano partecipa alle riunioni dell'Assemblea senza poter esercitare il diritto di voto. I Comuni hanno un numero di voti pari alle quote da ciascuno rappresentate: - Comune con popolazione >5000 abitanti: n° 4 voti; - Comune con popolazione tra i 3000 e i 5000 abitanti: n° 3 voti; - Comune con popolazione tra i 1000 e i 3000 abitanti: n° 2 voti; - Comune con popolazione < a 1000 abitanti: n° 1 voto. L'Assemblea dei Sindaci in prima convocazione adotta le proprie determinazioni quando è presente un numero di componenti, secondo le quote a ciascuno assegnate, tali da rappresentare i 2/3 della popolazione. In seconda convocazione la riunione è valida quando è presente un numero di componenti, secondo le quote a ciascuno assegnate, tali da rappresentare il 50% della popolazione. Di norma le decisioni sono assunte a maggioranza di voti, con votazione palese. Sono invece soggette a scrutinio segreto le decisioni concernenti le persone. Gli avvisi di convocazione sono inviati dagli uffici della Comunità Montana almeno cinque giorni prima della riunione al recapito che verrà comunicato dai componenti l’Assemblea. Per motivi d’urgenza l’avviso potrà essere inviato o comunicato almeno 24 ore prima della riunione con opportuna modalità. Validazione delle decisioni. Le decisioni politiche relative alla definizione, attuazione e valutazione dei risultati conseguiti del Piano di Zona sono assunte a maggioranza dei voti dei Sindaci presenti, in ragione dei voti espressi secondo le quote di ciascun rappresentante. Le decisioni assunte dall'Assemblea dei Sindaci sono vincolanti per le Amministrazioni facenti parte dell'ambito e che hanno sottoscritto il Piano di Zona e la convenzione. Nel caso della non adesione di uno o più Comuni ad un servizio, progetto o attività sovra-comunale programmata, i fondi stanziati verranno comunque utilizzati per la realizzazione del progetto stesso in favore dei Comuni aderenti. La manifestazione della volontà dell'Assemblea dei Sindaci è documentata mediante la stesura di un verbale. Il verbale, sottoscritto dal Presidente e dal verbalizzante, dovrà essere inviato a tutti i Comuni entro 15 giorni dalla seduta. L'Ufficio di Piano provvederà alla conservazione dei verbali, ordinati con numerazione progressiva e curerà altresì la trasmissione ai Comuni del distretto per l'eventuale presa d'atto e/o predisposizione degli atti (deliberazioni o determinazioni) di propria competenza. 123 Comitato Politico Ristretto Per la funzionalità dell’organo politico è nominato da parte dell’Assemblea dei Sindaci un Comitato Politico Ristretto formato dal Presidente, nominato fra i membri del Comitato ed un rappresentante (Sindaco o suo delegato) per ogni tipologia di Comune secondo il numero di abitanti: - 1 per Comune superiore ai 5001 abitanti; - 1 per Comune tra i 3001 e i 5000 abitanti; - 2 per Comune tra i 1001 e i 3000 abitanti; - 1 per Comune sotto i 1000 abitanti. In caso di assenza o di impedimento concomitante del Presidente e del Vicepresidente, le funzioni sono esercitate dal componente dell’Assemblea più anziano d’età. Fanno inoltre parte di diritto del Comitato Politico Ristretto, senza diritto di voto, il Presidente della Comunità Montana, in qualità di Ente Gestore, o suo delegato, il Responsabile dell’Ufficio di Piano (supporto tecnico) il Direttore Sociale ed Direttore di Distretto o loro delegati. Il Comitato Politico Ristretto fornisce all'Ufficio di Piano gli indirizzi operativi necessari per la gestione delle attività e dei servizi integrati ed istruisce e trasmette all'Assemblea dei Sindaci gli elementi per la valutazione del sistema integrato di servizi sociali di zona. Compiti principali del Comitato Politico Ristretto sono: l’ analisi preventiva degli elaborati da sottoporre all’Assemblea dei Sindaci; l’analisi periodica delle attività svolta dall’Ufficio di Piano; l’analisi periodica delle attività socio sanitarie inerenti gli snodi dell’integrazione (come evidenziati al cap. 2); l’approfondimento degli strumenti di programmazione e delle risorse esterne al perimetro del Piano di Zona che concorrono alla realizzazione del welfare locale; il raccordo fra l’Assemblea dei Sindaci e l’Ufficio di Piano; l’attuazione degli indirizzi generali dell’Assemblea dei Sindaci; l’approvazione, in caso di urgenza, delle variazioni di bilancio che dovranno essere ratificate, pena la decadenza, dall’Assemblea dei Sindaci entro 60 giorni. Per il triennio 2012-2014 l’attività del Comitato Politico Ristretto dovrà caratterizzarsi per un’attenzione alle problematiche generali, anche al di fuori del perimetro di produzione dei servizi gestiti dall’ufficio di piano e diventare un tavolo di confronto permanente con l’ASL sulle questioni che intersecano il sistema assistenziale e quello sociosanitario. Il Comitato è convocato dal Presidente su sua iniziativa, su iniziativa del Comitato Politico Ristretto, oppure su richiesta di almeno la metà dei componenti. Le sedute non sono pubbliche. Il responsabile dell'Ufficio di Piano partecipa alle riunioni dell'Assemblea senza poter esercitare il diritto di voto. I Comuni hanno un numero di voti pari alle quote da ciascuno rappresentate, come previsto per il funzionamento dell’Assemblea dei Sindaci. Il Comitato è valido con la presenza di almeno la metà più 1 degli amministratori componenti. Di norma le decisioni sono assunte a maggioranza di voti dei presenti, con votazione palese. Sono soggette a scrutinio segreto le decisioni concernenti le persone. Per la validazione delle decisioni si rimanda alle stesse modalità previste per l'Assemblea dei Sindaci. 124 4.3 LA COLLABORAZIONE CON IL TERZO SETTORE La legge 328 esprime la necessità di favorire e coinvolgere, in tutte le fasi della pianificazione sociale, i soggetti non istituzionali attivi sul territorio, quelli cioè appartenenti al cosiddetto “Terzo settore”. Anche la Regione Lombardia, nella Legge Regionale n. 3 del 2008, dando attuazione al principio della sussidiarietà orizzontale, ha ribadito che il Terzo Settore è un soggetto attivo nella programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle unità d’offerta sociali. Si richiamano qui di seguito i soggetti del Terzo Settore (riff. Legge 8 novembre 2000 n. 328 e legge regionale 14 febbraio 2008 n. 1): · Le cooperative sociali e gli organismi della cooperazione; · Le organizzazioni di volontariato · Le associazioni e gli enti della promozione sociale; · Le fondazioni; · Gli enti di patronato; · Le associazioni familiari; · Gli enti riconosciuti dalle confessioni religiose (a titolo esemplificativo le Parrocchie); · Altri soggetti sociali senza fine di lucro (a titolo esemplificativo la Caritas). La partecipazione del Terzo Settore nello spirito della Legge 328 supera la tradizionale forma dell’affidamento o convenzionamento per la gestione dei servizi e assume un vero e proprio significato di partnership con l’Ente pubblico per la definizione del disegno complessivo del sistema di welfare locale. Il piano regionale di sviluppo, approvato con delibera di consiglio regionale n. IX/56 del 28 settembre 2010, al capitolo “la Lombardia del Welfare responsabile e della crescita inclusiva”, prevede il rafforzamento del terzo settore secondo una evoluzione che superi il ruolo di mero erogatore di servizi; La d.g.r. n. 1353/2011 approva le “Linee guida per la semplificazione amministrativa e la valorizzazione degli Enti del Terzo settore nell’ambito dei servizi alla persona”, le linee guida hanno come obiettivo la valorizzazione del terzo settore, nell’ambito della gestione, della sperimentazione e della promozione dei servizi alla persona, a maggior ragione quando ciò avvenga attraverso forme di regolazione delle reti locali composte da attori diversi (enti locali, aziende sanitarie, terzo settore, ma anche soggetti for profit). Regione Lombardia nella DGR n. 2505 del 16.11.2011 stabilisce che all’interno dell’Accordo di Programma, vadano regolamentate, le diverse forme di collaborazione con i soggetti del Terzo settore ed in particolare forme che riguardano: - la coprogettazione; - la sperimentazione di nuovi servizi, prevedendo anche la partecipazione economica di tali soggetti; - la sperimentazione di nuove modalità gestionali. In questa ottica si intende sviluppare una pianificazione che assicuri la più ampia partecipazione degli Organismi rappresentativi del Terzo settore che operano nel territorio. In coerenza con le indicazioni regionali l’intento è di dare nuovo impulso alla partecipazione dei soggetti del Tavolo del Terzo settore attraverso un processo di cooprogettazione (dgr 12884 del 28/12/2011) al fine di: • esprimere, interpretare e tutelare i bisogni sociali dell’Ambito territoriale e contribuire alla valorizzazione delle risorse locali; 125 • partecipare congiuntamente alla predisposizione e presentazione di progetti nei vari organismi pubblici e privati che finanziano a vario titolo il welfare locale e provinciale. Considerando che, la complessità dei fenomeni legati ai mutamenti sociali. richiede una forte innovazione nella definizione di politiche sociali, la creazione di sinergie e collaborazioni fra tutti i soggetti coinvolti, la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità disponibili attraverso la promozione della collaborazione tra tutti i soggetti pubblici e privati, in particolare coinvolgendo i soggetti del terzo settore e favorendo la responsabilità sociale; II Tavolo del Terzo settore (D.G.R. 7797/2008) rappresenta uno strumento partecipativo e consultivo di confronto e collaborazione finalizzato ad implementare un sistema locale basato sul principio della sussidiarietà orizzontale attraverso la ricerca e la valorizzazione dell'apporto degli organismi del Terzo Settore. Principale obiettivo del Tavolo è quello di assicurare l'effettiva consultazione dei soggetti del Terzo Settore in materia di programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle unità di offerta sociale e socio-sanitaria, nonché per il concreto esercizio delle prerogative riconosciute ai medesimi soggetti dalla legge regionale n.3/2008. In particolare andrà ad approfondire i temi che risultano trasversali ai vari tavoli d'area: - sviluppare la rete delle unità d'offerta sociali e contribuire ad individuare nuovi modelli gestionali esperimentali; - esprimere, interpretare e tutelare i bisogni sociali dell'ambito territoriale e contribuire alla valorizzazione delle risorse locali; - contribuite alla definizione dei requisiti di accreditamento delle unità di offerta sociali e alla eventuale identificazione di ulteriori livelli di assistenza rispetto a quelli previsti dalla Regione Lombardia; - fornire indicazioni per la determinazione dei parametri prioritari di accesso alle prestazioni sociali; - sviluppare in accordo con gli Uffici di Piano l'attività di segretariato sociale e di informazione al cittadino relativamente alla rete delle unità d'offerta; - contribuire alla promozione e divulgazione dell'istituto dell'amministratore di sostegno in accordo con l'Ufficio di Protezione Giuridica istituito presso l'A.S.L. Le modalità di funzionamento del Tavolo del Terzo settore saranno oggetto di apposito regolamento interno, a seguito di un confronto tra i membri dello stesso nel rispetto dei requisiti minimi stabiliti dalla Dgr. N° 7797 del 30 luglio 2008. Il Tavolo del Terzo settore risulta così costituito: Il Tavolo è presieduto: Presidente dell’Assemblea dei Sindaci o suo delegato; componenti del Terzo settore (provenienti da Aree d’intervento diverse): n° 1 membro per la Cooperazione; n° 1 membro per l’Associazionismo; n° 1 membro rappresentante dei Sindacati. Il Tavolo prevede la partecipazione istituzionale dei seguenti soggetti: - Responsabile dell'Ufficio di Piano; - Responsabili dei servizi sociali dei comuni di Teglio, Tirano e Grosio; - per l’integrazione socio-sanitaria: il Direttore Sociale dell’ASL o suo delegato e il Direttore di distretto o suo delegato. 126 · la convocazione del Tavolo deve essere almeno due volte l’anno a cura dell’UdP con indicazione preventiva dell’ordine del giorno e inoltro degli eventuali materiali a tutti i partecipanti; · il Tavolo del Terzo Settore può inoltre essere convocato su richiesta motivata da parte di almeno 1/3 degli organismi del Terzo Settore; I soggetti del terzo settore individuano i propri rappresentanti, avendo cura che venga garantita la rappresentanza a tutte le tipologie di soggetti sopra elencati. Al fine di garantire continuità e collegamento tra i Tavoli di Consultazione per Area ed il Tavolo di Consultazione del Terzo Settore, ogni Tavolo verrà rappresentato dal proprio Coordinatore. In relazione a particolari tematiche all'ordine del giorno, la partecipazione potrà essere estesa ad altri soggetti pubblici o privati, con competenze specifiche qualora gli argomenti in discussione lo rendano opportuno e su invito del Presidente. Dovrà essere prevista la possibilità che l’ASL o il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci convochino, in aggiunta o in alternativa a quanto previsto da ciascun Ente, riunioni congiunte dei Tavoli di Rappresentanza del Terzo Settore per l’esame di questioni inerenti sia la rete delle unità d’offerta sociali che quella riguardante le unità d’offerta sociosanitarie. Continuerà inoltre l’attività dei Tavoli di area (gruppi di lavoro per aree tematiche) a cui tutti i soggetti del Terzo settore potranno partecipare. In tale contesto risulta particolarmente qualificante la presenza dei rappresentanti dell’Azienda sanitaria locale al fine dell’integrazione socio-sanitaria, referenti del distretto o loro delegati. I Tavoli di Area dovranno lavorare con continuità per sviluppare opportunità di scambio informativo tra i partecipanti, elaborare sintesi delle specifiche unità d’offerta, approfondire l’analisi dei bisogni afferenti ad ogni area e collaborare a qualunque altra attività possa essere di supporto alla piena realizzazione di quanto previsto dal presente Piano di Zona. Sarà favorita la partecipazione ai Tavoli di Area di tecnici, esperti, referenti di Enti pubblici e privati o di soggetti in genere che possono portare un utile contributo alle tematiche trattate. In particolare sarà favorita la partecipazione dei rappresentanti delle Scuole. Ogni Tavolo di Area individuerà al proprio interno un coordinatore ed un referente politico. Nell’Ambito di Tirano, è previsto il mantenimento di cinque Tavoli di Area, organismi con funzione di analisi e progettazione tecnica di soluzioni alle problematiche sociali, identificati nelle diverse aree. Essi assumono, in questo modo, il ruolo di “aggregatori” e di “facilitatori” dei soggetti operanti nelle singole aree di intervento, al fine di contribuire alla costruzione di interventi e opportunità, in risposta ai bisogni sociali. come di seguito indicato: Area Minori e Famiglie; Area Adulti in difficoltà; Area Immigrazione;Area Disabili;Area Anziani. Su proposta degli organismi del Terzo Settore che aderiscono all’Accordo di Programma o individuati sulla base di specifici accordi ed in accordo con l’Ufficio di Piano potranno essere costituiti gruppi di lavoro integrati per la realizzazione di co-progettazioni e la co-gestione di interventi e progetti sociali di particolare rilevanza. I soggetti del Terzo Settore sono stati coinvolti nella fase di programmazione del presente Piano ed in particolare nell’analisi dei bisogni sociali e nella definizione delle priorità di Ambito. Nell’Ambito territoriale di Tirano, sulla base dell’esperienza e delle priorità indicate nel presente Piano nonché delle indicazioni raccolte nei tavoli di area nel triennio 2009-2011, si potrà procedere alla riduzione del n. Tavoli accorpando le tematiche o all’istituzione di nuove aree. 127 128 CAPITOLO 5– MONITORAGGIO E VALUTAZIONE 129 5.1 IL SISTEMA DI VALUTAZIONE La valutazione del Piano di Zona 2009-11 è stata condotta coinvolgendo soggetti plurimi in momenti e contesti diversi; ambito del servizio sociale; ambito degli amministratori (incontri Assemblea dei Sindaci e Comitato politico ristretto); ambito degli incontri con la Direzione sociale dell’ASL; ambito del percorso formativo della Provincia; ambito degli incontri di coordinamento provinciale dei responsabili U.d.P.; ambito della realtà sociale della Comunità, istituzionali e del privato sociale (Incontri tavoli d’area, tavolo terzo settore, incontri singoli con i rappresentanti che hanno partecipato ad iniziative comuni o alla realizzazione di progetti). Per un monitoraggio costante, nel triennio il responsabile del servizio ha elaborato un report/relazione annuale sull’operato del servizio sociale, relativamente agli interventi realizzati, alle analisi delle problematiche emergenti oltre che sulle risorse attive entro la Comunità, tali dati sono stati utilizzati dal servizio e condivisi con gli amministratori. Nel corso del triennio in ogni contesto interessato alla valutazione si è cercato di porre attenzione al n. tipologia e qualità degli interventi realizzati, sui processi di lavoro adottati, sull’esplicitazione delle rappresentazioni delle diverse problematiche raccordandole con quanto elaborato dall’ufficio di piano giungendo a nuove letture ed interpretazioni. A fine 2011 si è affidato ad un gruppo di ricerca1 l’analisi delle 5 macroaree individuate nel piano 1.Adulti in difficoltà, 2. Anziani e non autosufficienza; 3. Disabili; 4. Immigrati, 5. Minori e famiglia e delle informazioni ad esse inerenti, che hanno offerto un’idea dell’andamento dei fenomeni sociali del territorio e fatto emergere i bisogni prevalenti, le richieste e le problematiche, aiutando a prevedere i possibili sviluppi futuri. Sono stati utilizzati dati raccolti tramite il sistema informativo messo a disposizione dall’Ufficio di Piano di Tirano e dati rilevati nel contesto offerti dagli enti che compongono la rete territoriale dei servizi e interventi di welfare (quali: ASL, Cooperative sociali, Organizzazioni di Volontariato etc.). L’indagine sui servizi e sull’utenza ha avuto come obiettivi: • offrire una complessiva e coerente configurazione dei servizi presenti nel distretto di Tirano e la loro organizzazione in rete per aree di intervento; • individuare e comprendere l’area e le tipologie di servizio e intervento predominanti; • esaminare la collocazione dei diversi interventi e la distribuzione dell’utenza nei relativi servizi mediante l’utilizzo di indicatori numerici; (per gli esiti si rimanda ai cap. 3.1 e 3.2) Inoltre sono stati somministrati questionari agli enti che compongono la rete territoriale dei servizi e interventi del sistema di welfare locale per rilevare le percezioni riguardo l’evoluzione dei bisogni sociali dell’utenza nell’ambito territoriale di Tirano. 1 L’analisi del sistema dell’offerta e della domanda di servizi socio-assistenziali nel distretto di Tirano è stata condotta dall’équipe di ricerca della Cooperativa Sociale Ippogrifo in collaborazione con Ufficio di Piano di Tirano. 130 La fase di pianificazione del Piano di Zona 2012-2014 ha consentito di ripensare alle politiche sociali sviluppando interazioni con i Comuni, con i soggetti del terzo settore, con l’ASL la provincia e con la Comunità Montana per scambiare reciproche visoni sui problemi ritenuti prioritari. Questo processo di pianificazione non si esaurisce con l’approvazione del Piano ma presuppone una costante azione di monitoraggio, di revisione e di feed-back del processo in atto. Coerentemente il Piano sarà oggetto di una verifica e di un aggiornamento annuale che coinvolgerà tanto l’Ufficio di Piano quanto i sindaci dei Comuni dell’Ambito territoriale di Tirano e gli attori del welfare locale. Il modello di valutazione che si utilizzerà nella valutazione del Piano di Zona 2012-2014 partirà dagli obiettivi e priorità definiti dal Piano stesso. La valutazione verrà svolta utilizzando criteri per la valutazione della qualità degli interventi realizzati, e criteri relativi alla efficienza ed efficacia delle politiche sociali programmate. La valutazione del Piano di Zona dovrà tenere in considerazione due distinte esigenze: la valutazione dei processi di costruzione delle politiche territoriali, finalizzata alla individuazione di nodi strutturali su cui agire per supportare il processo di continuo aggiornamento del Piano e dei Programmi attuativi, e la valutazione dei servizi erogati, al fine di individuare elementi su cui intervenire in fase di riprogrammazione. La valutazione del Piano, seguirà un modello teorico basato sulla analisi di 4 diversi elementi: ANALISI DEGLI INPUT: intesi come le risorse messe in campo da ogni singolo soggetto. Considerare l’entità delle risorse impiegate in un ambito per i servizi sociali, gli input, rappresenterà un primo elemento essenziale per ogni considerazione successiva, poiché le politiche sociali possono esser valutate solamente in relazione alle risorse disponibili ed impiegate, e queste possono essere valutate unicamente facendo riferimento agli input. Questo approccio renderà conto della dimensione quantitativa delle risorse destinate alle politiche sociali nell’ambito, consentendo riflessioni comparative con i territori limitrofi. ANALISI DEL PROCESSO: inteso come valutazione delle modalità seguite per la costruzione della integrazione e della rete di soggetti erogatori. La valutazione del processo comporta l’analisi delle logiche e delle procedure seguite per svolgere la mediazione tra i diversi soggetti e tra gli interessi di cui erano portatori. L’integrazione sociale e sanitaria, la sussidiarietà orizzontale, le politiche per i minori si basano sulla costruzione di alleanze effettive tra i soggetti istituzionali e nonprofit che operano in un ambito: le modalità con cui tali relazioni sono state costruite e mantenute è un elemento importante per una valutazione del Piano di Zona. ANALISI DEGLI OUTPUT: analisi dei servizi che si sono svolti e le modalità della loro organizzazione. Valutare le scelte strategiche di un ambito, valutare i servizi che vengono erogati in termini di quantità e dimensione, è sicuramente necessario per poter dare un giudizio complessivo sugli orientamenti di politica sociale adottati, è anche necessario per poter ragionare in termini di efficacia o di coerenza tra bisogni e servizi. ANALISI DEGLI OUTCOME: la valutazione di impatto o di risultato. Questa è in linea teorica la modalità più interessante da seguire per ricostruire in che modo ed in che misura un Piano di Zona abbia funzionato e sia stato valido per la collettività. Valutare l’efficacia del Piano di Zona non sarà, tuttavia, per nulla semplice, poiché nel campo dei servizi sociali i criteri di valutazione delle politiche in termini di efficacia dei risultati prodotti scontano livelli di complessità non ancora pienamente risolti. Sarà quindi necessario assumere una logica incrementale, tesa a considerare i dati quanti-qualitativi delle politiche sociali per costruire interpretazioni progressive, in itinere, 131 che considerino e interpretino gli elementi di incoerenza tra quanto programmato e quanto effettivamente realizzato. Più in generale l’approccio alla valutazione del Piano di Zona dovrà partire dalla considerazione che le politiche integrate hanno diversi gradi di realizzabilità, dipendenti solo in parte da decisioni, interventi ed investimenti del soggetto programmatore. La valutazione incrementale sarà lo strumento che consentirà di interpretare i fenomeni dandone una lettura che permetta una riprogrammazione continua. Le diverse valutazioni verranno svolte attraverso il ricorso ad un modello teorico basato sulla individuazione di dimensioni, criteri ed indicatori da considerare, al fine di raccogliere dati che consentano di condividere una chiave di lettura comune dei processi programmatori messi in atto a livello provinciale, e a definire strumenti per il confronto delle politiche sociali dei diversi ambiti. 132 APPENDICE 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali"; legge regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario”; legge consiglio regionale n. 039 del 14 febbraio 2012 Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali 12 marzo 2008, n. 3 (Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario) e 13 febbraio 2003, n. 1 (Riordino della disciplina delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza operanti in Lombardia)”; la D.G.R. IX / 2505 Seduta del 16/11/2011 “Approvazione documento “un welfare della sostenibilità e della conoscenza – linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012-2014”; la D.C.R. 28 settembre 2010, n. 56 “Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura” (PRS) approvato con d.g.r. 30 giugno 2010 n. 164; il programma operativo 9 “Innovare la rete dei servizi sociali”, contenuto nel PRS della IX Legislatura; la D.C.R. 17 novembre 2010, n. 88 “Piano Socio Sanitario Regionale 2010-2014” (PSSR); la D.G.R. IX /350 del “determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l'esercizio 2012 - (di concerto con l'assessore boscagli)”; la D.G.R. 1 dicembre 2010, n. 937 “Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario regionale per l’esercizio 2011”, in particolare l’allegato 1 “Indirizzi di programmazione”; la D.G.R. 28 luglio 2011 n. 2034 “Documento strategico annuale 2012: approvazione della proposta da inviare al Consiglio regionale e al Consiglio delle autonomie locali della Lombardia”; la D.G.R. 25 febbraio 2011 n. 1353 “Linee guida per la semplificazione amministrativa e la valorizzazione degli enti del Terzo Settore nell’ambito dei servizi alla persona e alla comunità”; la D.G.R. 5 agosto 2010 n. 381 che approva il Programma regionale in attuazione dell’Intesa Stato Regioni in tema di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro; la D.G.R. 20 aprile 2011 n. 1576 che approva le linee di indirizzo per l’attuazione degli interventi contenuti nel programma regionale, di cui alla citata D.G.R. n. 381/2010 da realizzarsi in via sperimentale; la D.G.R. 13 ottobre 2011 n. 2368 relativa alla comunicazione del Presidente Formigoni di concerto con l’assessore Boscagli avente ad oggetto “Lombardia 2020. Libro Bianco. Roadmap per 133 la conciliazione famiglia lavoro. Tabella di marcia verso un sistema regionale favorevole alla conciliazione famiglialavoro”; la D.G.R. 15 dicembre 2010 n. 983 “Determinazioni in ordine al Piano d’Azione Regionale per le politiche in favore delle persone con disabilità e alla relativa relazione tecnica”; la D.G.R. 24 maggio 2011 n. 1772 “Linee guida per l’affidamento familiare (art.2 L. n.149/2001)”; la D.G.R. 3 dicembre 2008 n. 8551 “Determinazioni in ordine alle linee di indirizzo per la programmazione dei Piani di Zona – 3° triennio (2009-2011)” che definisce i principi e gli obiettivi della programmazione sociale a livello locale; la D.G.R. 30 luglio 2008 n. 7797 “Rete dei servizi alla persona in ambito sociale sociosanitario – Istituzione del tavolo di consultazione dei soggetti del Terzo Settore (art. 11, c. 1, lett. m), L.R. n. 3/2008)” la D.G.R. 30 luglio 2008 n. 7798 “Rete dei servizi alla persona in ambito sociale sociosanitario – Istituzione degli organismi di consultazione degli Enti Locali, dei soggetti di diritto pubblico e privato, delle Organizzazioni sindacali (art. 11, c. 1,lett. m), l.r. n. 3/2008)” il D.P.C.M 30 marzo 2001 “Atto di indirizzo e coordinamento sui sistemi di affidamento dei servizi alla persona previsti dall’articolo 5 della legge 8 novembre 2000, n. 328”; la D.G.R. n. 2508 del 16 novembre 2011, la Regione Lombardia ha approvato “Le linee di indirizzo per una governence della politiche giovanili in Lombardia 2012-2015”; la D.G.R. n° IX/1746 del 18 maggio 2011 – Determinazione in ordine alla qualificazione della rete dell’assistenza domiciliare in attuazione del PSSR 2010-2014; DG Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale: “Assegnazione alle Azienda Sanitarie Locali dei finanziamentio ex DGR 18.5.2011 No. 1746, Determinazioni in ordine alla qualificazione della rete dell’Assistenza Domiciliare in attuazione del PSSR 2010-2014, e conseguente rideterminazione dei budget aziendali ASSI per l’anno 2011. Primo provvedimento”. DG Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale n.G 12884 28/12/2011 “Indicazioni in ordine alla procedura di coprogettazione fra comune e soggetti del terzo settore per attività e interventi innovativi e sperimentali nel settore dei servizi sociali”; la D.G.R. n. 6219 del 19 dicembre 2007 “Approvazione delle linee guida regionali di prevenzione delle diverse forme di dipendenza nella popolazione preadolescenziale e adolescenziale”; la D.G.R. IX / 2185 del 04/08/2011 “Determinazioni in ordine al processo di individuazione e accompagnamento dell’alunno con disabilità ai fini dell’integrazione scolastica - (di concerto con gli assessori Bresciani e Rossoni)”; la D.G.R. n° IX/893 del15 dicembre 2010 “Determinazione in ordine al Piano d’Azione Regionale per le politiche in favore delle persone con disabilità` e alla relativa Relazione tecnica; 134