A ATTE EXX -- D RE ETTTTIIV DO OM MA AN VA ND AE DE EF EU UR FR RO RE OPPE EQ QU EA UE A EN NTTII SSU ULLLLA AN NU UO OV VA AD DIIR 1. Come distinguere tra i vari tipi di aree classificate? Le aree pericolose sono classificate sulla base di due parametri fondamentali: il tipo di materiale infiammabile; la probabilità che il materiale infiammabile sia presente. La IEC1 ha sviluppato un sistema di classificazione in zone, descritto nella norma IEC 60079 (adottata in Europa con la EN 60079), segnalate con il simbolo EEx. Per quanto riguarda la marcatura che il fabbricante deve apporre sui propri prodotti destinati ad essere impiegati in zone pericolose, il CENELEC2 ha definito la serie di standard europei EN 50014 – EN 50039. Il sistema di classificazione in zone prevede il raggruppamento dei gas nelle aree in superficie all’interno di tre classi di infiammabilità: in Tabella 1 è messo un elenco di sostanze tipiche presenti in ciascuna classe, in ordine decrescente di infiammabilità. Gruppo IIC Gruppo IIB Gruppo IIA Acetilene, Idrogeno Etilene, Etere dietilico, Etere di metilico, Ossido di etilene Propano, acetone, Alcoli, Ammoniaca, Benzene, butano, Etano, Acetato di etile, Benzina, Eptani, Esani, Metano, Ottani, Pentani, Toluene Tabella 1 – Classi di infiammabilità dei gas di superficie Quando l’uso è limitato solo in presenza di un particolare gas, il simbolo “II” deve essere seguito dalla formula chimica o dal nome del gas3. La IEC classifica inoltre le aree pericolose sulla base della probabilità che sia presente la sostanza infiammabile: la divisione è indicata in Zona 0, Zona 1 e Zona 2 in base alla continuità con cui l’atmosfera infiammabile è presente. 1 2 3 IEC CENELEC International Electotechnical Commission European Electrotechnical Committee for Standardization Apparecchi marcati IIB sono idonei anche per usi che richiedono apparecchi appartenenti al gruppo di esplosione IIA; analogamente gli apparecchi marcati IIC sono idonei ad usi ove è previsto l’impiego di apparecchi appartenenti ai gruppi di esplosione IIB e IIA. 2. Qual è la differenza tra i diversi metodi di protezione da possibili inneschi applicabili alle apparecchiature? La prevenzione delle esplosioni attraverso la riduzione delle probabilità di innesco presenti su un’apparecchiatura può includere uno qualunque dei seguenti metodi: contenimento; limitazione dell’energia, isolamento. Alcune installazioni particolari possono includere una combinazione dei metodi sopra indicati per ottenere un maggiore livello sicurezza. il principio su cui agisce non è quello di prevenire l’esplosione bensì di contenerla contenimento all’interno di custodie dalle quali l’esplosione non è in grado di propagarsi all’atmosfera circostante è una tecnica che previene il contatto tra le potenziali fonti di innesco e isolamento l’atmosfera potenzialmente esplosiva si basa sul principio che un innesco, ad esempio una scintilla, abbia limitazione dell’energia sufficiente energia per iniziare la reazione di combustione della miscela. È il caso tipico dei circuiti “intrinsecamente sicuri” per i quali non è richiesto alcun isolamento. Siccome la maggior parte della strumentazione di controllo e di misura opera su linee di potenza, corto-circuiti e circuiti aperti nel sistema possono rilasciare elevate tensioni sul sensore: un circuito intrinsecamente sicuro include dunque generalmente una barriera a diodi Zener per limitare la quantità di energia in ingresso nella zona pericolosa (v. Figura 1). Figura 1 – Installazione di strumentazione intrinsecamente sicura Si distingue inoltre tra apparecchi “senza accensioni” ed a “sicurezza aumentata”: i primi sono simili ai dispositivi intrinsecamente sicuri ma non necessitano di una barriera contro i guasti potenziali; i secondi sono un intermedio tra gli apparecchi a sicurezza intrinseca e apparecchi senza accensioni. In Tabella 2 è riportato uno schema dei metodi di protezione accettabili per le aree di rischio specifico. CLASSIFICAZIONE ZONA ZONA 0 ZONA 1 ZONA 2 METODO DI PROTEZIONE ia – Intrinsecamente sicuro (tolleranza a 2 guasti indipendenti) s – Speciale per zona 0 Qualsiasi metodo adatto alla Zona 0 ib – Intrinsecamente sicuro (tolleranza a 1 guasto) s – Speciale per zona 1 ma – Incapsulamento adatto alla Zona 1 d – Tenuta di fiamma p – Pressurizzazione, Inertizzazione, Diluizione continua e – Sicurezza aumentata q – Sotto sabbia o – Immersione in olio Qualsiasi metodo adatto alla Zona 0 e 1 mb – Incapsulamento adatto alla Zona 2 nA – A prova di scintilla nC – Sigillato / Ermeticamente sigillato / Senza accensioni nR – Ricambio d’aria limitato Tabella 2 – Classificazione delle aree e metodi di protezione accettabili (standards CENELEC) Infine, sia in condizioni di normale funzionamento che in caso di anomalia, l’apparecchio non deve produrre temperature superficiali capaci di produrre innesco. Per questa ragione la marcatura dell’apparecchiatura può riportare un codice di temperatura che indica la massima temperatura di superficie dell’apparecchio, in condizioni di normale funzionamento o di guasti (come ad esempio per i sovraccarichi). Nella seguente Tabella 3 è riportato il codice di temperatura riferito a condizioni di temperatura ambiente di 40 °C. Classe di Massima temperatura di temperatura superficie T1 450 °C T2 300 ÷ 215 °C T3 200 ÷ 160 °C T4 135 ÷ 120 °C T5 100 °C T6 85 °C Tabella 3 – Classi di temperatura nella marcatura degli apparecchi elettrici 3. Chi decide se uno strumento può essere installato in una particolare area in sicurezza e su quali basi è stabilito? In teoria esistono due tipi di organizzazioni: le agenzie di standardizzazione e i laboratori di prova. Le agenzie di standardizzazione stabiliscono le norme per la sicurezza degli apparecchi; esempi sono NFPA4 (USA), CSA5 (Canada), CENELEC (Europa), IEC (internazionale). I laboratori di prova stabiliscono la conformità agli standards. In pratica, i laboratori di test possono pubblicare standards di loro proprietà per la progettazione delle apparecchiature, specialmente negli Stati Uniti. In Europa è richiesto che tali laboratori valutino la conformità ai requisiti della direttiva comunitaria 94/9/CE. La riporta un elenco di alcuni degli organismi notificati all’interno della Comunità Europea quali enti riconosciuti per il rilascio delle certificazioni di conformità delle apparecchiature ai requisiti della Direttiva AtEx.. Nazione Austria Belgio Danimarca Finlandia Francia Germania Italia Olanda Norvegia Spagna Gran Bretagna Ente TÜV Österreich ISSeP DEMKO A/S VTT INERIS LCIE TÜV Nord Cert GmbH PTB CESI KEMA NEMKO AS DNV AS LOM SIRA BASEEFA TRL Codice 0408 0492 0539 0537 0080 0081 0032 0102 0722 0344 0470 0575 0163 0518 1180 0891 Tabella 4 – Alcuni organismi europei notificati per il rilascio delle certificazioni di conformità 4 5 NFPA CSA National Fire Protection Association Canadian Standards Association