Le basi di ACER Sintesi dei principali strumenti di irrigazione Testo di Lucia Bortolini, Irricentre - Dipartimento Territorio e Sistemi agroforestali, Università degli Studi di Padova IRRIGATORI STATICI E DINAMICI a gamma di irrigatori presenti sul mercato è estremamente articolata ed è possibile trovare l’irrigatore adatto a risolvere qualsiasi necessità per le diverse condizioni di installazione, potendo scegliere tra una infinità di modelli che differiscono per prestazioni e caratteristiche di funzionamento. L 1 costantemente interrata ed emerge solo durante il funzionamento. Dal punto di vista della modalità con cui avviene la distribuzione dell’acqua, si possono distinguere due tipi di irrigatore: statico e dinamico (tabella 1). Gli irrigatori statici non hanno alcuna parte in movimento e formano un getto che distribuisce l’acqua nello stesso istante in tutta l’area a essi sottoposta, non necessariamente circolare. Gli irrigatori dinamici sono dotati di uno o più getti che ruotano bagnando un’area circolare. La rotazione avviene per mezzo di un meccanismo interno a turbina (irrigatori a turbina) o a sfera ruotante (irrigatori rotativi a sfera), o di un meccanismo esterno a deflettore (irrigatori a martelletto) o con braccio circolare (irrigatori a massa battente). Quale scelta fare La scelta tra statici e dinamici si basa sulle caratteristiche dell’area da irrigare. Se lo spazio è limitato La gamma d’irrigatori in commercio è estremamente diversificata. è preferibile installare gli statici che evitano di bagnare camminamenti o altre aree poste al di fuori di quella da irrigare. Quando invece l’area è di dimensioni maggiori, è decisamente consigliabile installare irrigatori dinamici, scegliendo eventualmente modelli con arco di lavoro differente ma prestando attenzione alla proporzionalità dei boccagli. Una differenza importante è la più bassa intensità di aspersione degli irrigatori dinamici rispetto agli statici che ne permette un più corretto utilizzo in terreni caratterizzati da una bassa capacità di infiltrazione del suolo (terreni argillosi) o in pendenza, al fine di evitare il ruscellamento di acqua fuori del- l’area irrigata. Dato che gli irrigatori statici e dinamici differiscono tra loro, dal punto di vista idraulico, sia per la pressione di funzionamento che per la portata, è bene ricordare la necessità di una zonizzazione dell’intera area da irrigare, in modo da suddividere l’impianto perlomeno in due zone (idrozone), una di statici e una di dinamici. Sia gli irrigatori statici sia quelli dinamici sono disponibili in due versioni: • fuori terra o fissi (stationary); •sottosuolo o a scomparsa (cosiddetti pop-up). Gli irrigatori fuori terra restano sempre sopra il livello del terreno, mentre quelli a scomparsa sono dotati di una torretta che rimane TABELLA 1 - CARATTERISTICHE TECNICO-FUNZIONALI DEGLI IRRIGATORI STATICI E DINAMICI Irrigatori Gittata Statici Dinamici Sotto i 5 m Dai 5 ai 30 m 99 • ACER 6/2008 Intensità di aspersione Elevata Bassa Pressione di funzionamento Bassa (1-3 bar) Medio-alta (3-8 bar) Gli irrigatori stationary Gli irrigatori stationary sono generalmente irrigatori a martelletto montati su tubo in postazione fissa. Appositi portaugelli consentono comunque di montare le testine dei pop-up statici per un utilizzo fuori terra. Sono indicati soprattutto nell’irrigazione delle aiuole e degli arbusti (da qui anche il nome di shrub), e in tutti i casi in cui risulti difficile l’installazione di irrigatori a scomparsa (foto 1). Questa tipologia di irrigatori presenta due vantaggi: il costo contenuto e la facilità di variare l’altezza dell’irrigatore in relazione alla crescita delle piante. Per contro sono poco gradevoli dal punto di vista estetico, possono essere di ostacolo per le operazioni di manutenzione del prato e lo sfalcio, e sono più facilmente soggetti a danneggiamento vandalico. Gli irrigatori pop-up Gli irrigatori pop-up sono quelli che meglio si adattano all’irrigazione del tappeto erboso. Infatti, oltre a sfuggire alla vista mimetizzandosi perfettamente nel prato (assicurando anche una certa protezione contro vandalismi e furti), evitano inutili perdite di tempo per rifilare l’erba attorno all’irrigatore; nello stesso tempo, se si sceglie un’adeguata altezza sul ▼ Irrigatori per impianto fisso Le basi di ACER ▼ livello del terreno dell’ugello distributore in fase di funzionamento, essi assicurano una buona distribuzione dell’acqua sull’area bagnata. Per tali motivi i pop-up sono gli irrigatori più comunemente impiegati nella realizzazione di impianti per il verde ornamentale e sportivo. Dal punto di vista costruttivo sono composti da tre parti: • corpo (o carter); • torretta (o canotto); • boccaglio (o ugello, negli statici chiamato anche testina). Durante l’irrigazione la torretta fuoriesce per effetto della pressione di esercizio, per poi rientrare completamente nel corpo a fine irrigazione grazie a una molla di richiamo, normalmente in acciaio inossidabile. Il corpo può avere dimensioni diverse, a cui corrisponde un’altezza di sollevamento della torretta compresa tra 5 e 30 cm, che negli statici è indicata in pollici (2”, 4” ecc.). Gli irrigatori statici Gli irrigatori statici sono costituiti da una torretta vuota nella quale è inserito il boccaglio (testina) che regola la portata in uscita e l’ampiezza dell’angolo di lavoro (foto 2). L’estrema semplicità costruttiva li rende poco costosi e molto affidabili nel funzionamento, in quanto sono ridotte le possibilità di occlusione anche con acqua 2 non perfettamente pulita; la presenza di un filtro posto sotto la testina ne riduce ulteriormente il rischio. Gli irrigatori statici sono caratterizzati da una ridotta pressione di esercizio (generalmente 2-3 bar) e da una gittata limitata, inferiore a 5 m; le sottili gocce di pioggia prodotte li rendono adatti anche alla vegetazione più delicata, come le aiuole fiorite. Possono essere equipaggiati con un’ampia gamma di boccagli intercambiabili a erogazione proporzionale: ad angolo fisso (contraddistinti da lettere acronime dell’angolo coperto come F per full 360° o H per half 180°), boccagli Van con regolazione dell’arco da 0° a 360°, boccagli a getti separati, boccagli con configurazioni speciali (strisce, quadrato ecc.). Caratteristica peculiare è l’elevata intensità di aspersione che, in un’area irrigata con la sovrapposizione di più getti, può superare i 50 mm di pioggia per ora di funzionamento; di conseguenza, si ha un alto fabbisogno d’acqua alla fonte (portata) al quale corrispondono però tempi di irrigazione limitati. Sebbene il costo del singolo irrigatore sia modesto, anche per piccoli tappeti erbosi è necessario un numero elevato di componenti e di metri di tubazione, che possono rendere il costo a metro quadro dell’impianto relativamente elevato. Un difetto molto importante degli irrigatori statici è la bassa uniformità di distribuzione, legata soprattutto all’impossibilità di bagnare adeguatamente la zona sottostante al boccaglio. Una buona omogeneità di bagnatura del tappeto erboso può essere perciò ottenuta solo con una sovrapposizione spinta dei getti, che però fa lievitare ulteriormente i costi d’impianto. Per una migliore distribuzione si possono montare testine con doppio taglio oppure particolari ugelli rotanti (foto 3) che, pur presentando le caratteristiche di funzionamento tipiche dei boccagli standard (distribuzione contemporanea su tutta l’area, bassa pressione di esercizio, limitata gittata, polverizzazione del getto), sono dotati di un esclusivo meccanismo rotativo che migliora sensibilmente le prestazioni distributive. La gittata degli ugelli rotanti varia tra 4 e 7 m. 3 5 Gli irrigatori dinamici Gli irrigatori dinamici distribuiscono l’acqua mediante un getto che ruota coprendo una circonferenza intera o l’angolo di lavoro impostato. Come detto in precedenza, la rotazione del getto può essere ottenuta con meccanismi diversi; sicuramente i più diffusi sono quelli a martelletto e a turbina. 4 Irrigatori a martelletto L’avanzamento del getto è determinato da un deflettore oscillante posto di fronte all’ugello che viene spostato dalla pressione dell’acqua e il cui contraccolpo, causato dalla molla di richiamo, causa la rotazione progressiva (foto 4). Gli irrigatori a martelletto sono dotati di buona resistenza e durata nel tempo e funzionano anche con acque sporche. Per contro l’elevata rumorosità durante il funzionamento e le dimensioni ingombranti del corpo e della superficie visibile ne hanno determinato l’abbandono progressivo, per cui l’impiego è attualmente limitato a grandi spazi verdi pubblici e sportivi. Irrigatori a turbina Attualmente gli irrigatori dinamici sono i più utilizzati per l’irrigazione dei tappeti erbosi. La rotazione del getto avviene per il passaggio dell’acqua entro una serie di ingranaggi (turbina) posti all’interno del canotto dell’irrigatore (foto 5). La turbina può essere lubrificata ad acqua o a olio: nel secondo caso una fuoriuscita dell’olio potrebbe danneggiare il prato, perciò sono preferibilmente adottate turbine autolubrificate dall’acqua in transito. Rispetto agli irrigatori dinamici a martelletto, quelli a turbina presentano una maggiore silenziosità, un’ampia gamma di boccagli e una maggiore economicità dei modelli a grande gittata. Per contro necessitano di acqua pulita o filtrata, e in caso di occlusione della turbina occorre sostituire l’intero corpo dell’irrigatore. A seconda del raggio di gittata gli irrigatori dinamici a turbina vengono normalmente differenziati in dinamici per piccole aree verdi (residenziali) e per grandi aree verdi (professionali), con caratteristiche prestazionali differenti (tabella 2). Irrigatori con cestello porta zolla Utilizzato all’interno di campi da calcio o in altri impianti sportivi questo tipo di irrigatori a scomparsa è stato studiato in modo da assicurare la massima sicurezza agli atleti durante il gioco (foto 6). 6 ACER 6/2008 • 100 Le basi di ACER L’azione del vento Irrigatori dinamici Residenziali Professionali Impiego Giardini, parchi e piccole aree sportive Campi da golf e campi sportivi Infatti quest’irrigatore è provvisto di un cestello superiore in gomma morbida per contenere una zolla con erba naturale; in questo modo le parti rigide si trovano sotto il livello del piano di calpestio. Proporzionalità della gamma di boccagli Nella progettazione di un impianto d’irrigazione è importante verificare che la pluviometria sia uniforme in tutte le zone bagnate. Poiché gli irrigatori, per adattarsi alla diversa conformazione planimetrica dell’area da irrigare, devono avere angolo (arco) di lavoro diverso (quarto di cerchio, cerchio intero ecc.), affinché in ogni punto cada la stessa quantità di acqua (principio dell’uniformità di distribuzione) occorre che al variare dell’ampiezza dell’angolo sia variata anche la portata distribuita, ovvero il diametro del boccaglio. Nella scelta del modello di irrigatore dinamico, è particolarmente importante controllare se è assicurato il rispetto della proporzionalità, ovvero se è possibile trovare boccagli, entro la stessa gamma, che si adattino a ogni arco di lavoro. Per permetterne un più agevole riconoscimento a colpo d’occhio i boccagli sono spesso diversamente colorati. Gittata (m) 5-15 15-30 l’intensità di precipitazione (o intensità di aspersione) a seconda del posizionamento degli irrigatori sul prato, ovvero del loro schema di avanzamento. Altrettanto importante, però, sarebbe conoscere i parametri relativi alla modalità e uniformità di distribuzione dell’acqua sul suolo. La loro conoscenza, infatti, è estremamente interessante nella progettazione, in quanto questi parametri sono in grado di fornire indicazioni sulla qualità dell’irrigatore, ma anche sulla distanza e posizionamento che assicurano la più elevata uniformità di distribuzione d’acqua. Particolarmente interessante per il corretto posizionamento degli irrigatori è la curva di caduta (detta anche diagramma di distribuzione) prodotta da ogni irrigatore sull’area interessata dal suo getto. Si tratta di un grafico che riporta sull’asse delle ascisse la distanza dall’irrigatore e sull’asse delle ordinate l’intensità di aspersione (mm/h o litri all’ora per metro quadro) e in pratica per- Pressione (bar) 2-4 4-7 Portata (l/min) 10-40 Fino a 300 mette di visualizzare la variazione di tale intensità sulla superficie bagnata dall’irrigatore; anche la curva di caduta varia notevolmente con la pressione di funzionamento. Ancora più accurata e significativa è la visualizzazione bidimensionale o tridimensionale della pluviometria delle mappe di distribuzione. Un’elaborazione precisa e attendibile di questi dati può essere ottenuta presso laboratori specializzati, come il Laboratorio nazionale per l’irrigazione di Pisa. Alcune case produttrici, in base alle curve di caduta e ai valori del coefficiente di uniformità (Cu) ottenuti nella fase di test, consigliano le distanze massime d’installazione, espresse in percentuale del diametro di lavoro e diversificate per tipo di avanzamento, a quadrato o a triangolo. Vi sono inoltre in commercio particolari software che possiedono un database con i dati (curve di caduta, Cu ecc.) di molti dei più diffusi irrigatori per il verde. Un fattore che può influenzare le caratteristiche distributive di un irrigatore è il vento. Quest’ultimo agisce sul getto d’acqua modificando la forma e la posizione della zona bagnata, che assume una forma ovoidale allungata in direzione del vento, e alterando l’andamento della curva di caduta. È evidente che in condizione di vento forte anche l’uniformità di distribuzione viene decisamente pregiudicata per cui, in fase di progettazione, dovrà essere attentamente valutata l’opportunità di scegliere irrigatori a getto teso, caratterizzati da minore gittata, ma anche maggiore resistenza al vento, e/o di modificare lo schema di avanzamento. Resta comunque sempre valido il principio di riservare all’intervento di irrigazione momenti della giornata normalmente con minore presenza di vento (alba e tramonto). Gli schemi di avanzamento Nello stabilire la distanza tra gli irrigatori, in mancanza delle curve di caduta, è necessario conoscere la gittata utile, ovvero il raggio dell’area effettivamente bagnata dall’irrigatore. Questo valore può essere desunto dai valori di gittata riportati nelle tabelle pubblicate dalle ditte costruttrici, scegliendo quello corrispondente alla pressione a cui verrà fatto funzio▼ TABELLA 2 - CARATTERISTICHE DELLE DUE PRINCIPALI CLASSI DI IRRIGATORI DINAMICI TABELLA 3 - ESEMPI DI PARTICOLARI DISPOSIZIONI DI IRRIGATORI Aiuole strette o strisce di terreno Confini regolari o irregolari Presenza di alberi o arbusti Irrigatori statici disposti in doppia fila a quadrato, una soluzione che evita fuoriuscite d’acqua ma necessita di un numero elevato di irrigatori. Due soluzioni irrigue per aree dai confini regolari. Una soluzione per l’irrigazione di un’albero. L’importanza della sovrapposizione dei getti L’intensità di aspersione di un irrigatore diminuisce all’aumentare della distanza dallo stesso. Questo è dovuto al fatto che l’irrigatore bagna superfici con aree sempre maggiori a mano a mano che ci si allontana da esso. Per avere una distribuzione costante l’irrigatore dovrebbe erogare una portata d’acqua progressivamente maggiore verso le zone più distanti. Normalmente le ditte produttrici riportano nei propri cataloghi i valori di gittata, portata e pressione ottimale di funzionamento, e in alcuni casi anche un valore indicativo del101 • ACER 6/2008 Irrigatori statici disposti in doppia fila a triangolo, una soluzione che presenta qualche fuoriuscita d’acqua ma necessita di minori elementi. Due soluzioni per confini concavi e convessi. Il posizionamento degli irrigatori deve evitare l’intercettazione del getto da parte dei tronchi. 7 nare l’irrigatore e apportando riduzioni a seconda delle condizioni di ventosità in cui normalmente verrà fatto operare l’impianto. Le riduzioni saranno pari a circa: 10% con assenza di vento; 20% con ventosità fino a 10 km/h; 30% con ventosità superiore a 10 km/h. Fondamentalmente gli irrigatori possono essere posizionati sull’area da irrigare secondo uno schema di avanzamento che li pone ai vertici di due diverse figure geometriche: quadrato e triangolo. Disposizione a quadrato Nella disposizione a quadrato (foto 7) ogni irrigatore è posizionato ai vertici di un quadrato; questo schema di avanzamento è consigliato nei piccoli giardini, con Le basi di ACER aree molto regolari dove normalmente si utilizzano irrigatori statici o piccoli dinamici residenziali. La distanza massima tra gli irrigatori si determina moltiplicando la gittata utile per un valore pari a 1,41. Così, per esempio, se la gittata dichiarata dalla ditta produttrice è pari a 5 m, prevedendo di installare l’impianto in zone caratterizzate generalmente da calma di vento, la gittata utile sarà 4,5 m e la distanza massima tra gli irrigatori risulterà pari a 4,5x1,41, ovvero circa 6 metri e mezzo. Nelle zone ventose in presenza di venti dominanti di precisa direzione, si può passare dalla disposizione a quadrato a quella a rettangolo, avvicinando gli irrigatori posti sulle file perpendicolari alla direzione del vento. In genere, comunque, con un vento superiore a 20 km/h è preferibile non irrigare perché, come già detto, la disomogeneità di aspersione diventa troppo elevata e si rischia di bagnare fuori dall’area stabilita. 8 La disposizione a rettangolo può essere anche adottata nell’irrigazione di aree irregolari nelle quali è necessario posizionare lungo le zone perimetrali irrigatori a settori variabili. Disposizione a triangolo La disposizione a triangolo (foto 8) si adatta maggiormente a prati di ampie dimensioni, dove si utilizzano irrigatori dinamici con gittata superiore a 10 m e dove lungo le zone perimetrali non siano necessari molti irrigatori a settore variabile, ovvero sia possibile debordare o bagnare un po’ “fuori”. In questo caso gli irrigatori sono posti a una distanza maggiore rispetto al quadrato, con una riduzione dei costi d’impianto. Naturalmente, in pratica, le superfici da irrigare difficilmente si presentano regolari. In tal caso si dovrà adottare un tipo di avanzamento misto passando, per esempio, da uno a triangolo a uno a rettangolo, variando legger- mente le distanze tra gli irrigatori e creando particolari disposizioni in base alla diverse destinazioni d’uso e caratteristiche dell’area nonché al tipo di vegetazione da irrigare (tabella 3, pag. 101). Al fine di assicurare un’elevata uniformità di distribuzione le ditte produttrici consigliano normalmente una distanza tra gli irrigatori pari quasi alla gittata. Prove eseguite in laboratorio hanno però dimostrato che tali sovrapposizioni “spinte” non garantiscono necessariamente una distribuzione uniforme. In realtà, solo conoscendo l’effettiva curva di caduta è possibile calcolare sia l’esatto raggio di gittata utile sia la distanza più idonea ad assicurare la massima uniformità di bagnatura.