1
Bilancio Sociale:
strumento di gestione
e comunicazione per
imprese ed enti
no profit
2
Indice

Evoluzione della cultura d’impresa: dalla shareholder
economy alla stakeholder economy

Orientamento delle imprese alla gestione della CSR
(Corporate Social Responsibility)

Esperienze e sviluppi metodologici del Bilancio
Sociale come strumento di gestione e di rendiconto

Le opportunità per gli Enti Locali

Lo sviluppo del progetto: benefici interni e per il
contesto sociale ed ambientale di riferimento

Esperienze applicative del modello IBS

Approccio operativo (project management)
3
Cultura d’impresa
Compatibilità esterna
“La cultura d’impresa è un
insieme di orientamenti
cognitivi, normativi ed
affettivi attraverso i quali i
membri di
un’organizzazione
rappresentano a se stessi
ed agli altri la realtà della
vita organizzativa
aziendale, affrontando i
problemi di adattamento
esterno e di integrazione
interna”
Consenso interno
Apprezzamento
affettivo
Legittimazione
MISSIONE
RUOLO
VALORI
Efficienza
“Ebers-Marziantonio”
Utilità
4
Valori e Missione
La definizione dei Valori avviene attraverso la
descrizione puntuale degli orientamenti valoriali e/o dei
principi deontologici assunti dall’azienda come guida
delle scelte strategiche e dei comportamenti operativi di
tutti coloro che contribuiscono alla sua gestione
La Missione è la ragion d’essere dell’azienda, un
“arricchimento semantico” dello scopo sociale, nella
consapevolezza che le possibilità sviluppo, inteso come
raggiungimento delle finalità aziendali, sono correlate ad
una corretta gestione della responsabilità sociale
5
Evoluzione della cultura d’impresa
Si possono definire “socialmente
organizzazioni (di ogni tipo):


responsabili”
le
la cui cultura organizzativa dimostra un livello di attenzione
equilibrato nei confronti di tutti gli interlocutori interni ed
esterni, in quanto portatori d’interessi legittimi, ancorchè
diversificati, nei confronti dell’organizzazione
che si dotano di strumenti idonei per organizzare, gestire e
comunicare responsabilmente l’impatto della propria
attività non solo in termini economici e finanziari, ma anche
sul piano sociale ed ambientale, aderendo in sostanza ai
principi dello sviluppo sostenibile (social accountability)
6
Orientamento alla CSR
La Corporate Social Responsibility:
…si esplicita in un insieme di strategie d'impresa che ne
accrescono il valore economico, rispettando l'ambiente e
considerando le attese legittime dei portatori d’interessi
(stakeholder)
…si compone di 3 elementi interdipendenti (i cosiddetti
“pilastri della sostenibilità”: ambientale, economico e
sociale) e si basa sul concetto di sostenibilità delle
relative scelte
7
Sostenibilità:
insieme di scelte adottate per
raggiungere determinati
obiettivi di sviluppo, che non
impediscano alle generazioni
future di soddisfare le proprie
esigenze
Responsabilità sociale
Responsabilità
economico –
finanziaria
Responsabilità
ambientale
Responsabilità
etico - sociale
Principi dello sviluppo sostenibile
8
Dalla CSR al Bilancio Sociale

La gestione della responsabilità sociale è un processo per
lo sviluppo sostenibile in cui confluiscono, coordinandosi
fra loro, le diverse attività che qualificano il rapporto
dell’impresa o dell’ente con i portatori d’interessi
 Il bilancio sociale (o di sostenibilità) è lo strumento di
monitoraggio, di rendicontazione e di comunicazione del
processo, che si pone come obiettivo primario la
rappresentazione dei valori e degli effetti che l’attività
dell’azienda o dell’ente produce sull’ambiente e
sull’insieme degli stakeholder
PRO.G.RE.S.S.© - Processo di gestione responsabile per lo sviluppo sostenibile9
Rendiconto di gestione “Bilancio Sociale” - Modello IBS
Percorsi di
eccellenza
•Carta dei Valori e Codice
Etico
•Corporate governance
•D. Lgs 231/2001
•Unificazione e
razionalizzazione del
sistema organizzativo
(Integrazione Rete ex Enel)
Corporate
Identity
Premessa
Metodologica
Il Bilancio Sociale
seguirà un modello di
rendicontazione sociale,
elaborato da IBS e
coerente con le linee
guida sia nazionali
(principi GBS) sia
internazionali (A1000,
GRI). Un modello che
evidenzia le coerenze di
declinazione tra valori,
strategie e
comportamenti e
aziendali
Storia
Contesto
di riferimento
Valori
Visione e Missione
Assetto Istituzionale
e Organizzativo
Disegno Strategico
Piano programmatico
Scelte qualificanti
Sistema integrato
di Controllo di
Gestione
Rendiconto
Dati significativi di
gestione (Financial
Highlights)
Processo di
creazione di valore
per gli azionisti e per
gli altri gruppi
d’interesse
(calcolo del Valore
Aggiunto e sua
distribuzione)
Sistema integrato di certificazioni (Qualità,
Amnbiente, Sicurezza), nel rispetto delle norme ISO
9001, ISO 14001 e OHSAS 18001
Carte dei servizi
Iniziative di carattere sociale, assistenziale e
umanitario
…
Scambio Sociale con gli
Stakeholder
Sistema di
rilevazione
Risorse Umane
Clienti
Fornitori
Pubblica
Amministrazione
Collettività
Ambiente
Total
Quality
Management
Proposta di
miglioramento
Attuazione di un sistema di rilevazione
del grado di consenso, al fine di
raggiungere un dialogo sempre più
partecipativo e costruttivo fra l’azienda
ed i suoi stakeholder
Stakeholders Dialogue
AA 1000 Standard Internazionale di processo per la rendicontazione
di tipo sociale che enfatizza il dialogo ed il confronto con gli
stakeholders
GRI Guidelines per un reporting volontario delle performance in
campo economico, sociale ed ambientale delle imprese
10
La “doppia valenza” del Bilancio Sociale
Processo: ovvero il bilancio sociale come insieme delle attività
svolte dall’ente per la gestione del rapporto coi propri portatori
d’interesse (stakeholder)
Modello di governance dell’intera realtà organizzativa, basato
sulla definizione, condivisione e comunicazione dei valori di
riferimento (ovvero della cultura aziendale) e dei relativi piani
strategici e programmatici
11
La “doppia valenza” del Bilancio Sociale
Rendiconto: ovvero il bilancio sociale come rendiconto del
processo di gestione della responsabilità sociale
Resoconto puntuale e sistematico dei risultati raggiunti,
documento semplice ma esaustivo, rivolto a tutti gli interlocutori,
nel quale imprese ed enti dimostrano la coerenza delle proprie
scelte con i valori condivisi e con i piani programmatici,
evidenziando fra l’altro la destinazione degli impieghi economici
nelle varie aree di intervento che qualificano il rapporto con i
propri interlocutori portatori d’interessi
12
Linee guida

In Italia esistono dei principi di redazione, emessi nel
maggio 2001 da un gruppo di lavoro interdisciplinare
(il GBS – Gruppo di Studio per la statuizione dei
principi di redazione del Bilancio Sociale), che
“sintetizzano” i più accreditati modelli di accountability
e le migliori esperienze nell’approccio al bilancio
sociale esistenti a livello nazionale ed internazionale

Si tratta di una metodologia flessibile, studiata
principalmente per il mondo imprenditoriale, ma che
può essere facilmente adattata alle esigenze di tutte
le organizzazioni, pubbliche o private, con o senza
fini di lucro
13
I principi GBS di redazione del Bilancio
Sociale

I Principi GBS hanno recepito una metodologia di
approccio al bilancio sociale elaborata dall’Istituto
Europeo del Bilancio Sociale (IBS), presieduto dal
Prof. Roberto Marziantonio

Si tratta di una scuola di pensiero che attribuisce al
bilancio sociale l’obiettivo di rendere visibili le
coerenze gestionali dell’impresa o dell’ente ai valori
condivisi del contesto sociale ed ambientale in cui si
trova ad operare
Il bilancio sociale
(o di sostenibilità)
Visibilità delle
coerenze con i
valori di
riferimento
Valori
I. Identità
Aziendale
Missione
II. Rendiconto
Strategie e politiche e
scelte qualificanti
Produzione e
distribuzione del
Aggiunto
Risorse
umane
Soci e
Finanziatori
Ambiente
naturale
Clienti e
Fornitori
Pubblica
Amministrazione
Stakeholder’s dialogue
Orientamenti per la futura gestione
Collettività
III. Relazione
Sociale
IV. Rilevazione del grado di consenso
V. Proposta di Miglioramento
15
Il Bilancio Sociale degli enti territoriali
Un’evoluzione del Bilancio di Mandato
BILANCIO DI MANDATO
BILANCIO SOCIALE
Identità dell’Ente
Identità aziendale
Rendiconto delle
entrate e degli
impieghi
Determinazione
e distribuzione del
Valore Aggiunto
Rapporto sulle
prestazioni e sui
servizi offerti
Relazione Sociale
L’identità distintiva nel Bilancio Sociale degli
Enti No Profit

Questa prima parte del bilancio
sociale è finalizzata a rendere
espliciti:
-

il ruolo;
l’organizzazione;
le
caratteristiche
dell’impresa o dell’ente
peculiari
Attraverso l’espressione dei valori
guida assunti dall’impresa o
dall’ente, della sua missione, del
suo disegno strategico e delle
conseguenti linee politiche e
scelte di intervento, emergono gli
aspetti che contraddistinguono
ogni organizzazione
L’identità distintiva si articola
nei seguenti punti:
-
storia dell’impresa/ente
scenario di riferimento
valori peculiari condivisi
missione
disegno strategico
assetto
organizzativo
dell’ente
aspetti qualificanti del piano
programmatico
L’acquisizione di consapevolezza in merito all’identità dell’ente (da parte sia del personale
sia degli interlocutori chiave sterni), assume particolare rilevanza in uno scenario di forti
cambiamenti nell’assetto organizzativo delle imprese e nel tessuto economico e sociale di
determinati comparti.
16
L’identità distintiva nel Bilancio Sociale degli
Enti No Profit
17

La definizione dell’identità distintiva dell’ente presuppone l’analisi
preventiva delle sue caratteristiche e finalità istituzionali, da cui discende
l’identificazione degli stakeholder

Possibilità di realizzare il bilancio sociale per realtà aziendali diverse ed a
livelli crescenti di aggregazione territoriale:
Enti Pubblici:
- Enti di governo superiore
(Stato e Regioni)
-Enti locali (Province,
Comunità Montane,
Comuni, ecc.)
-Enti pubblici non economici
(es.: ICE)
-Associazioni e Consorzi di
Comuni
Enti No Profit:
-Associazioni
-Comitati
-Fondazioni
-Altri enti non lucrativi (es.:
Istituzioni pubbliche di assistenza
e beneficenza - IPAB)
L’identità distintiva nel Bilancio Sociale degli
Enti No Profit
18

La definizione dell’identità distintiva dell’ente presuppone la preventiva analisi delle sue
caratteristiche e finalità istituzionali, da cui discende l’identificazione degli stakeholder

Possibilità di realizzare il bilancio sociale per realtà aziendali diverse ed a livelli crescenti di
aggregazione territoriale:
Enti Pubblici:
-Enti di governo superiore (Stato e Regioni)
-Enti locali (Province, Comunità
Montane, Comuni, ecc.)
-Enti pubblici non economici (es.: ICE)
-Associazioni e Consorzi di Comuni
Enti Non Profit:
-Associazioni
-Comitati
-Fondazioni
-Altri enti non lucrativi
Bilanci Sociali di Area o di Territorio  Creazione di sinergie fra strutture
pubbliche e private che operano nell’ambito di progetti comuni sul territorio
(Es.: Enti coinvolti da un grande evento sportivo come le Olimpiadi di Torino
2006)
Patti Territoriali e Piani Integrati d’Area (PIA)
Piani di Sviluppo Locale nel campo d’azione dei fondi strutturali dell’UE
Piani Sociali di Zona (predisposti ai sensi della Legge quadro n 328/2000)
19
I Piani Sociali di Zona della Regione Piemonte
(Art. 17 - LR 1/2004)
 Adozione della Carta dei Servizi e del Bilancio Sociale, all’interno
di
un
Piano
di
Comunicazione
degli
enti
gestori,
strumenti/documenti che qualificano il rapporto tra cittadini e
istituzioni
 Ruolo attivo di tutti i soggetti (IPAB, pubblici, privati e cd terzo
settore) coinvolti nel processo di informazione, consultazione e
valutazione dei servizi sociali
Il Bilancio Sociale: uno strumento innovativo proposto agli enti
gestori dei servizi sociali, capace di favorire la ricerca e
l’attuazione delle necessarie sinergie nell’ambito del territorio di
riferimento (ad esempio: integrazione con le politiche sociosanitarie delle ASL)
Rendiconto
20
E’ la parte del Bilancio Sociale più direttamente collegata alla
gestione economica e finanziaria degli enti e delle imprese che,
attraverso opportune riclassificazioni contabili, mette in evidenza:
Le fonti di finanziamento,
suddivise fra entrate correnti
ed entrate in conto capitale
Il processo di formazione
del valore aggiunto
La riclassificazione delle
voci di spesa
(per servizi e per funzioni)
La distribuzione del valore
aggiunto
tra i diversi stakeholder
21
Rendiconto
Valore aggiunto
Stato
Sistema impresa
Risorse umane
Collettività
Soci/Finanziatori
Ambiente
Relazione (di scambio) sociale negli Enti
No Profit
Obiettivi:

Rendere visibili per categoria
di stakeholder i progetti quali
risultati acquisiti dall’impresa
o ente, od eventualmente in
progress

Evidenziare il rapporto di
scambio con i singoli portatori
di interesse

Dimostrare
il
grado
di
coinvolgimento
degli
stakeholder
attraverso
il
processo di rilevazione del
consenso

La relazione sociale è dedicata
alla descrizione qualitativa e
quantitativa
dei
flussi
di
scambio
con
i
principali
stakeholder

Il contenuto della relazione
sociale
dipende
dalla
adeguatezza
del
sistema
informativo rispetto a struttura e
scelte strategiche dell’ente o
impresa
La relazione di scambio evidenzia in modo semplice ma esaustivo, attraverso un
sistema appropriato di indicatori e di commenti, il livello qualitativo del rapporto
dell’impresa con ciascuna categoria di interlocutori, evidenziando le arre di
miglioramento su cui orientare la futura gestione
22
23
Proposta di miglioramento


E’ la parte conclusiva
in cui il vertice
aziendale indica gli
orientamenti di
miglioramento per la
futura gestione, anche
sulla scorta dei risultati
della rilevazione con
gli stakeholder
Stabilendo nuovi
target di miglioramento
delle performance
economico-sociali,
l’azienda avvia in
concreto il circolo
virtuoso del
miglioramento
continuo
1° Bilancio
Sociale
Progetti di
miglioramento
Obiettivi di
miglioramento
Gestione
orientata
alla
CSR
Impegno
Alta direzione
Progetti di
miglioramento
Obiettivi di
miglioramento
2° Bilancio
Sociale
24
I benefici per le imprese
Immagine/reputazione
Massimizzare i benefici delle iniziative già intraprese
nel sociale ed in genere nel rapporto con gli
stakeholder
Gestione operativa
Maggiore consapevolezza/assimilazione degli obiettivi
strategici e di processo da parte dei “process owners”
Stakeholder dialogue
Dialogo più costruttivo e sistematico con tutti gli
stakeholder esterni ed interni (maggiore selettività in
risposta alle loro attese legittime)
Reporting
Trasparenza e completezza dell’informazione (ottica
della “triple bottom line”)
Adesione ai principi dello sviluppo
sostenibile
25
Il Bilancio Sociale nell’ambito del
No Profit

Abbraccia la totalità del rapporto con gli
stakeholder e costituisce il “normale”
approccio con cui l’ente gestisce il rapporto
con i propri interlocutori

Fornisce un resoconto chiaro, completo ed
esaustivo sui risultati della gestione e sul
raggiungimento dello scopo istituzionale,
superando la logica limitata del “command
and control”

Genera
un
processo
virtuoso
di
coinvolgimento
partecipativo
degli
stakeholder nella gestione strategica ed
operativa dell’ente

Facilita la gestione dei rischi connessi alla
responsabilità amministrativa degli enti (D. Lgs
231/2001)

Si inserisce nei progetti di Agenda 21 locale

Favorisce l’introduzione di elementi di contabilità
ambientale (DDL 188)
Sostanziale adesione degli Enti No Profit ai principi dello sviluppo
sostenibile
26
I benefici per il territorio




Bilancio Sociale quale strumento di gestione e di comunicazione nell’ambito
delle politiche di territorio, quali:

Programmi di Agenda 21 Locale

Piani sociali di zona (Regione Piemonte: LR 1/2004 “Norme per la
realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali”)

Altri strumenti nel campo di azione dei fondi strutturali dell’Unione
Europea (Patti Territoriali, Piani Integrati d’Area - PIA Piani di Sviluppo
Locale - es. Leader Plus)
Bilancio Sociale quale strumento flessibile che può essere esteso a tutte le
entità pubbliche e private (imprese ed enti) che compartecipano a macroprogetti volti direttamente o indirettamente allo sviluppo (durevole e sostenibile)
del territorio (ad esempio: gli attori di un grande evento come le Olimpiadi di
Torino 2006)
Il Bilancio Sociale come occasione per diffondere la cultura della CSR nel
mondo PMI, promovendo l’utilizzo da parte delle imprese pubbliche e private di
strumenti la cui diffusione qualifica l’orientamento alla CSR di un intero
territorio: la certificazione sociale (SA 8000), la certificazione ambientale dei
processi (ISO 14001, EMAS 2), l’adozione di codici etici e principi di
comportamento, l’introduzione di marchi di qualità ambientale (eco-label), ecc.
Di qui l’innovativa esperienza dei Bilanci Sociali d’Area o di Territorio, che
hanno il pregio di far emergere le dinamiche territoriali al di là delle politiche
specifiche dei singoli enti
27
I Bilanci Sociali d’Area o di Territorio

Una recente esperienza di questo tipo è costituita dal Bilancio Sociale
del Comparto Chimico e Petrolifero di Livorno (già realizzato per il
1999 e 2000 ed in corso di realizzazione per il 2001), progetto cui
hanno contribuito – su modello originale IBS - oltre alle principali
aziende petrolchimiche dell’area, le Associazioni Industriali
(Confindustria Toscana Servizi) e le Autonomie Locali (Regione e
Provincia), con il coordinamento del mondo scientifico ed accademico:
un approccio innovativo che sta trovando nuove applicazioni, fra cui
quella in corso di realizzazione per il polo chimico di Ravenna
(Bilancio Sociale aggregato 2002)
 In questi casi, il Bilancio Sociale diventa un vero e proprio strumento di
governo responsabile del territorio, che consente di razionalizzare le
numerose attività di tutela e promozione intraprese dai vari enti
coinvolti, atte a migliorare la qualità dell’ambiente e realizzare politiche
concrete di sviluppo sostenibile, la cui diffusione nel mondo
economico qualifica l’orientamento alla CSR di un intero territorio
28
Sinergie col mondo accademico

Ruolo
del
mondo
universitario
nella
diffusione/persuasione culturale del tessuto delle
imprese, anche attraverso rapporti di collaborazione sul
campo (formazione intervento)
 Uno stimolo ulteriore per i Ragazzi del 2006: futuri
studenti universitari e futuri attori del successo delle
Olimpiadi di Torino 2006 come occasione di crescita
anche culturale del nostro territorio
 Diffusione della cultura della CSR da parte dell’AIESEC:
ruolo propositivo del Comitato Locale di Torino
29
Il Bilancio Sociale è dunque ….
… Uno strumento flessibile per progettare e realizzare azioni
concrete di sviluppo durevole, programmi di “formazioneintervento” che coinvolgono l’intera struttura organizzativa
di un impresa o di un intero territorio, realizzando una
“buona pratica” di gestione dello sviluppo
… un “circolo virtuoso” di “programmazione – gestione –
rendicontazione - verifica dei risultati”, che accresce la
responsabilizzazione degli Amministratori (di un impresa, di
un ente locale, di una istituzione non profit, ecc.) sul
raggiungimento degli scopi sociali ed istituzionali, offrendo
al tempo stesso agli interlocutori esterni una modalità di
valutazione sul merito del loro operato;
… quindi, un ambito ideale per le guidare politiche di
concertazione sul territorio, orientate allo sviluppo durevole
e sostenibile
30
Come si sviluppa un progetto?
C.d.A.
Coordinatore
-Area comunicazione
-Area CFO
-Area HR
Gruppo di
lavoro
(ristretto/allargato)
Responsabil
i delle
diverse
funzioni
aziendali
Gruppo
di lavoro
esterno
31
Gruppo di lavoro
Direzione Generale
La Direzione Generale, attraverso il Responsabile di
Progetto:

Definisce finalità, tempi e modalità di sviluppo del
progetto

Avvia il processo di rendicontazione sociale,
rendendo espliciti i valori e la missione che guidano
l’operato dell’azienda, promovendo l’assimilazione
della
responsabilità
sociale
all’interno
dell’organizzazione
32
Gruppo di lavoro
Coordinatore operativo

E’ il responsabile dello sviluppo operativo, in staff al
Responsabile di Progetto

Ha la responsabilità primaria nel coordinamento delle
attività interne, con particolare riferimento alla
raccolta ed alla armonizzazione del materiale
ottenuto dalle diverse funzioni aziendali

E’ l’interlocutore primario del supporto esterno
33
Gruppo di lavoro
Ristretto

Ne fanno parte il Responsabile di Progetto ed il
Coordinatore operativo

Definisce l’identità aziendale, l’evoluzione
gestione e gli impegni di sviluppo futuro
della
34
Gruppo di lavoro
Allargato

Ne fanno parte il Responsabile di Progetto, il
Coordinatore operativo ed i responsabili dei diversi
servizi aziendali coinvolti nel progetto

Raccoglie le informazioni e la documentazione
relative ai diversi servizi aziendali ed al rapporto con i
diversi portatori di interessi
35
Gruppo di lavoro
Supporto esterno

Svolge una funzione di indirizzo e di supervisione
metodologica/scientifica in ognuna delle fasi di
realizzazione del progetto, a partire dalla stesura di
un indice programmatico del Bilancio Sociale;

Provvede al continuo aggiornamento sull’evoluzione
della materia e stimola lo scambio di informazioni su
esperienze di CSR del settore;

Supporta il Gruppo di lavoro nell’esame di specifiche
problematiche operative attinenti alle sue funzioni.
36
Tipologie applicative del modello IBS
Servizi

2003: NOICOM - Bilancio
Sociale 2002 (partecipa
all’Oscar di Bilancio)

1997: ENEL
(Prototipo/estensione grandi
gruppi – ad uso interno)

2002: NOICOM - Bilancio
Sociale al 30 giugno 2002
(Prototipo per aziende regionali
di telecomunicazioni, presentato
a Torino il 28 novembre 2002)

1997: AEM di Milano (Prototipo
aziende ex municipali quotate in
Borsa – ad uso interno)

1996: ASPIV Venezia (prototipo
aziende ex-municipalizzate –
Oscar di Bilancio 1997)

2000: BAS Bergamo Ambiente
e Servizi (azienda di servizi – ad
uso interno)

1999: Ambiente S.p.A. –
Gruppo ENI (Prototipo per
azienda leader nel contesto dei
servizi ambientali)
37
Tipologie applicative del modello IBS
Società industriali e di trasporto

2002: TNT Express Italy Torino (prototipo per aziende
di corriere espresso)

2002: Sabaf (finalista Oscar
di Bilancio)

2001: Sabaf (Prototipo per
società quotate industriali)

2000: Tamoil (Gruppo
petrolifero – ad uso interno)

1998/1999/2000: ATM
Azienda Trasporti Milanesi
(Prototipo aziende di
trasporto municipale)

1997/1998: Agip Petroli (6
Raffinerie – Prototipo e
progress bilanci caposettore
ENI)

1992: Enichem (Stabilimenti
di Porto Marghera e
Ravenna – prototipo
sperimentale)

1993/1994/1995: Ferrovie
dello Stato (Prima
applicazione prototipale del
modello IBS – Oscar di
Bilancio 1995)
38
Tipologie applicative del modello IBS
Finanziario

2001: Gruppo IntesaBci (gruppo
bancario – ad uso interno)

2000/2001: Banca Popolare
Pugliese (Banca territoriale)

2001: Capitalia (Banca Roma)
(gruppo bancario)


2001: Banca Popolare
FriulAdria (Banca del Gruppo
Intesa)
1998/1999/2000: Banca 121
(Prototipo Gruppi bancari –
Oscar di Bilancio 2000)

1997/1999/2000: Cassa di
Risparmio di Cento (Prototipo
ACRI per Casse di Risparmio)

1998: Cassa di Risparmio di
Volterra (Banca territoriale)

1995: Credito Valtellinese
(Prototipo ABI per banche
popolari)


2001: Fondazione Cassa di
Risparmio di Verona, Vicenza,
Belluno e Ancona (Prototipo
Fondazioni)
2000: EUR (Prototipo azienda di
gestione dei patrimoni
immobiliari)
Supporto di ABI Formazione alle banche che
intendono applicare l’approccio IBS (vi hanno ad oggi
partecipato oltre 60 istituti bancari)
39
Tipologie applicative del modello IBS
Sanità

1998-2000: ASL Città di
Milano (Rapporto Salute –
prototipo aziende
sanitarie)

1997-2000: ISMETT
Istituto Mediterraneo per i
Trapianti (Rapporto
sociale – Prototipo Istituti
ospedalieri)
40
Tipologie applicative del modello IBS
Territorio
Enti Locali e aziende pubbliche

Città di Torino (progetto in
corso)

Provincia di Bergamo
(Rendiconto di Mandato 1995 –
1999)

Città di Rivoli (progetto in corso)

Comune di Como (Bilancio di
Mandato 1998 – 2002)

Comune di Cefalù (Bilancio di
Mandato triennio 1998 – 2000)

2000: ICE Istituto Nazionale per
il Commercio Estero (Prototipo
Bilancio Sociale aziende
pubbliche – ad uso interno)

Provincia di Sassari (Bilancio di
Mandato 1996 – 1998)
Comparti territoriali

Dal 1999 - Associazione fra gli Industriali della Provincia di Livorno:
Bilancio Sociale del Comparto Chimico e Petrolifero di Livorno (prototipo
Bilancio Sociale d’Area)

2002: Bilancio Sociale Aggregato del Polo Chimico di Ravenna (in
progress)
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TECNICA AMMINISTRATIVA