1 Bilancio Sociale: strumento di gestione e comunicazione per imprese ed enti no profit 2 Indice Evoluzione della cultura d’impresa: dalla shareholder economy alla stakeholder economy Orientamento delle imprese alla gestione della CSR (Corporate Social Responsibility) Esperienze e sviluppi metodologici del Bilancio Sociale come strumento di gestione e di rendiconto Le opportunità per gli Enti Locali Lo sviluppo del progetto: benefici interni e per il contesto sociale ed ambientale di riferimento Esperienze applicative del modello IBS Approccio operativo (project management) 3 Cultura d’impresa Compatibilità esterna “La cultura d’impresa è un insieme di orientamenti cognitivi, normativi ed affettivi attraverso i quali i membri di un’organizzazione rappresentano a se stessi ed agli altri la realtà della vita organizzativa aziendale, affrontando i problemi di adattamento esterno e di integrazione interna” Consenso interno Apprezzamento affettivo Legittimazione MISSIONE RUOLO VALORI Efficienza “Ebers-Marziantonio” Utilità 4 Valori e Missione La definizione dei Valori avviene attraverso la descrizione puntuale degli orientamenti valoriali e/o dei principi deontologici assunti dall’azienda come guida delle scelte strategiche e dei comportamenti operativi di tutti coloro che contribuiscono alla sua gestione La Missione è la ragion d’essere dell’azienda, un “arricchimento semantico” dello scopo sociale, nella consapevolezza che le possibilità sviluppo, inteso come raggiungimento delle finalità aziendali, sono correlate ad una corretta gestione della responsabilità sociale 5 Evoluzione della cultura d’impresa Si possono definire “socialmente organizzazioni (di ogni tipo): responsabili” le la cui cultura organizzativa dimostra un livello di attenzione equilibrato nei confronti di tutti gli interlocutori interni ed esterni, in quanto portatori d’interessi legittimi, ancorchè diversificati, nei confronti dell’organizzazione che si dotano di strumenti idonei per organizzare, gestire e comunicare responsabilmente l’impatto della propria attività non solo in termini economici e finanziari, ma anche sul piano sociale ed ambientale, aderendo in sostanza ai principi dello sviluppo sostenibile (social accountability) 6 Orientamento alla CSR La Corporate Social Responsibility: …si esplicita in un insieme di strategie d'impresa che ne accrescono il valore economico, rispettando l'ambiente e considerando le attese legittime dei portatori d’interessi (stakeholder) …si compone di 3 elementi interdipendenti (i cosiddetti “pilastri della sostenibilità”: ambientale, economico e sociale) e si basa sul concetto di sostenibilità delle relative scelte 7 Sostenibilità: insieme di scelte adottate per raggiungere determinati obiettivi di sviluppo, che non impediscano alle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze Responsabilità sociale Responsabilità economico – finanziaria Responsabilità ambientale Responsabilità etico - sociale Principi dello sviluppo sostenibile 8 Dalla CSR al Bilancio Sociale La gestione della responsabilità sociale è un processo per lo sviluppo sostenibile in cui confluiscono, coordinandosi fra loro, le diverse attività che qualificano il rapporto dell’impresa o dell’ente con i portatori d’interessi Il bilancio sociale (o di sostenibilità) è lo strumento di monitoraggio, di rendicontazione e di comunicazione del processo, che si pone come obiettivo primario la rappresentazione dei valori e degli effetti che l’attività dell’azienda o dell’ente produce sull’ambiente e sull’insieme degli stakeholder PRO.G.RE.S.S.© - Processo di gestione responsabile per lo sviluppo sostenibile9 Rendiconto di gestione “Bilancio Sociale” - Modello IBS Percorsi di eccellenza •Carta dei Valori e Codice Etico •Corporate governance •D. Lgs 231/2001 •Unificazione e razionalizzazione del sistema organizzativo (Integrazione Rete ex Enel) Corporate Identity Premessa Metodologica Il Bilancio Sociale seguirà un modello di rendicontazione sociale, elaborato da IBS e coerente con le linee guida sia nazionali (principi GBS) sia internazionali (A1000, GRI). Un modello che evidenzia le coerenze di declinazione tra valori, strategie e comportamenti e aziendali Storia Contesto di riferimento Valori Visione e Missione Assetto Istituzionale e Organizzativo Disegno Strategico Piano programmatico Scelte qualificanti Sistema integrato di Controllo di Gestione Rendiconto Dati significativi di gestione (Financial Highlights) Processo di creazione di valore per gli azionisti e per gli altri gruppi d’interesse (calcolo del Valore Aggiunto e sua distribuzione) Sistema integrato di certificazioni (Qualità, Amnbiente, Sicurezza), nel rispetto delle norme ISO 9001, ISO 14001 e OHSAS 18001 Carte dei servizi Iniziative di carattere sociale, assistenziale e umanitario … Scambio Sociale con gli Stakeholder Sistema di rilevazione Risorse Umane Clienti Fornitori Pubblica Amministrazione Collettività Ambiente Total Quality Management Proposta di miglioramento Attuazione di un sistema di rilevazione del grado di consenso, al fine di raggiungere un dialogo sempre più partecipativo e costruttivo fra l’azienda ed i suoi stakeholder Stakeholders Dialogue AA 1000 Standard Internazionale di processo per la rendicontazione di tipo sociale che enfatizza il dialogo ed il confronto con gli stakeholders GRI Guidelines per un reporting volontario delle performance in campo economico, sociale ed ambientale delle imprese 10 La “doppia valenza” del Bilancio Sociale Processo: ovvero il bilancio sociale come insieme delle attività svolte dall’ente per la gestione del rapporto coi propri portatori d’interesse (stakeholder) Modello di governance dell’intera realtà organizzativa, basato sulla definizione, condivisione e comunicazione dei valori di riferimento (ovvero della cultura aziendale) e dei relativi piani strategici e programmatici 11 La “doppia valenza” del Bilancio Sociale Rendiconto: ovvero il bilancio sociale come rendiconto del processo di gestione della responsabilità sociale Resoconto puntuale e sistematico dei risultati raggiunti, documento semplice ma esaustivo, rivolto a tutti gli interlocutori, nel quale imprese ed enti dimostrano la coerenza delle proprie scelte con i valori condivisi e con i piani programmatici, evidenziando fra l’altro la destinazione degli impieghi economici nelle varie aree di intervento che qualificano il rapporto con i propri interlocutori portatori d’interessi 12 Linee guida In Italia esistono dei principi di redazione, emessi nel maggio 2001 da un gruppo di lavoro interdisciplinare (il GBS – Gruppo di Studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio Sociale), che “sintetizzano” i più accreditati modelli di accountability e le migliori esperienze nell’approccio al bilancio sociale esistenti a livello nazionale ed internazionale Si tratta di una metodologia flessibile, studiata principalmente per il mondo imprenditoriale, ma che può essere facilmente adattata alle esigenze di tutte le organizzazioni, pubbliche o private, con o senza fini di lucro 13 I principi GBS di redazione del Bilancio Sociale I Principi GBS hanno recepito una metodologia di approccio al bilancio sociale elaborata dall’Istituto Europeo del Bilancio Sociale (IBS), presieduto dal Prof. Roberto Marziantonio Si tratta di una scuola di pensiero che attribuisce al bilancio sociale l’obiettivo di rendere visibili le coerenze gestionali dell’impresa o dell’ente ai valori condivisi del contesto sociale ed ambientale in cui si trova ad operare Il bilancio sociale (o di sostenibilità) Visibilità delle coerenze con i valori di riferimento Valori I. Identità Aziendale Missione II. Rendiconto Strategie e politiche e scelte qualificanti Produzione e distribuzione del Aggiunto Risorse umane Soci e Finanziatori Ambiente naturale Clienti e Fornitori Pubblica Amministrazione Stakeholder’s dialogue Orientamenti per la futura gestione Collettività III. Relazione Sociale IV. Rilevazione del grado di consenso V. Proposta di Miglioramento 15 Il Bilancio Sociale degli enti territoriali Un’evoluzione del Bilancio di Mandato BILANCIO DI MANDATO BILANCIO SOCIALE Identità dell’Ente Identità aziendale Rendiconto delle entrate e degli impieghi Determinazione e distribuzione del Valore Aggiunto Rapporto sulle prestazioni e sui servizi offerti Relazione Sociale L’identità distintiva nel Bilancio Sociale degli Enti No Profit Questa prima parte del bilancio sociale è finalizzata a rendere espliciti: - il ruolo; l’organizzazione; le caratteristiche dell’impresa o dell’ente peculiari Attraverso l’espressione dei valori guida assunti dall’impresa o dall’ente, della sua missione, del suo disegno strategico e delle conseguenti linee politiche e scelte di intervento, emergono gli aspetti che contraddistinguono ogni organizzazione L’identità distintiva si articola nei seguenti punti: - storia dell’impresa/ente scenario di riferimento valori peculiari condivisi missione disegno strategico assetto organizzativo dell’ente aspetti qualificanti del piano programmatico L’acquisizione di consapevolezza in merito all’identità dell’ente (da parte sia del personale sia degli interlocutori chiave sterni), assume particolare rilevanza in uno scenario di forti cambiamenti nell’assetto organizzativo delle imprese e nel tessuto economico e sociale di determinati comparti. 16 L’identità distintiva nel Bilancio Sociale degli Enti No Profit 17 La definizione dell’identità distintiva dell’ente presuppone l’analisi preventiva delle sue caratteristiche e finalità istituzionali, da cui discende l’identificazione degli stakeholder Possibilità di realizzare il bilancio sociale per realtà aziendali diverse ed a livelli crescenti di aggregazione territoriale: Enti Pubblici: - Enti di governo superiore (Stato e Regioni) -Enti locali (Province, Comunità Montane, Comuni, ecc.) -Enti pubblici non economici (es.: ICE) -Associazioni e Consorzi di Comuni Enti No Profit: -Associazioni -Comitati -Fondazioni -Altri enti non lucrativi (es.: Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza - IPAB) L’identità distintiva nel Bilancio Sociale degli Enti No Profit 18 La definizione dell’identità distintiva dell’ente presuppone la preventiva analisi delle sue caratteristiche e finalità istituzionali, da cui discende l’identificazione degli stakeholder Possibilità di realizzare il bilancio sociale per realtà aziendali diverse ed a livelli crescenti di aggregazione territoriale: Enti Pubblici: -Enti di governo superiore (Stato e Regioni) -Enti locali (Province, Comunità Montane, Comuni, ecc.) -Enti pubblici non economici (es.: ICE) -Associazioni e Consorzi di Comuni Enti Non Profit: -Associazioni -Comitati -Fondazioni -Altri enti non lucrativi Bilanci Sociali di Area o di Territorio Creazione di sinergie fra strutture pubbliche e private che operano nell’ambito di progetti comuni sul territorio (Es.: Enti coinvolti da un grande evento sportivo come le Olimpiadi di Torino 2006) Patti Territoriali e Piani Integrati d’Area (PIA) Piani di Sviluppo Locale nel campo d’azione dei fondi strutturali dell’UE Piani Sociali di Zona (predisposti ai sensi della Legge quadro n 328/2000) 19 I Piani Sociali di Zona della Regione Piemonte (Art. 17 - LR 1/2004) Adozione della Carta dei Servizi e del Bilancio Sociale, all’interno di un Piano di Comunicazione degli enti gestori, strumenti/documenti che qualificano il rapporto tra cittadini e istituzioni Ruolo attivo di tutti i soggetti (IPAB, pubblici, privati e cd terzo settore) coinvolti nel processo di informazione, consultazione e valutazione dei servizi sociali Il Bilancio Sociale: uno strumento innovativo proposto agli enti gestori dei servizi sociali, capace di favorire la ricerca e l’attuazione delle necessarie sinergie nell’ambito del territorio di riferimento (ad esempio: integrazione con le politiche sociosanitarie delle ASL) Rendiconto 20 E’ la parte del Bilancio Sociale più direttamente collegata alla gestione economica e finanziaria degli enti e delle imprese che, attraverso opportune riclassificazioni contabili, mette in evidenza: Le fonti di finanziamento, suddivise fra entrate correnti ed entrate in conto capitale Il processo di formazione del valore aggiunto La riclassificazione delle voci di spesa (per servizi e per funzioni) La distribuzione del valore aggiunto tra i diversi stakeholder 21 Rendiconto Valore aggiunto Stato Sistema impresa Risorse umane Collettività Soci/Finanziatori Ambiente Relazione (di scambio) sociale negli Enti No Profit Obiettivi: Rendere visibili per categoria di stakeholder i progetti quali risultati acquisiti dall’impresa o ente, od eventualmente in progress Evidenziare il rapporto di scambio con i singoli portatori di interesse Dimostrare il grado di coinvolgimento degli stakeholder attraverso il processo di rilevazione del consenso La relazione sociale è dedicata alla descrizione qualitativa e quantitativa dei flussi di scambio con i principali stakeholder Il contenuto della relazione sociale dipende dalla adeguatezza del sistema informativo rispetto a struttura e scelte strategiche dell’ente o impresa La relazione di scambio evidenzia in modo semplice ma esaustivo, attraverso un sistema appropriato di indicatori e di commenti, il livello qualitativo del rapporto dell’impresa con ciascuna categoria di interlocutori, evidenziando le arre di miglioramento su cui orientare la futura gestione 22 23 Proposta di miglioramento E’ la parte conclusiva in cui il vertice aziendale indica gli orientamenti di miglioramento per la futura gestione, anche sulla scorta dei risultati della rilevazione con gli stakeholder Stabilendo nuovi target di miglioramento delle performance economico-sociali, l’azienda avvia in concreto il circolo virtuoso del miglioramento continuo 1° Bilancio Sociale Progetti di miglioramento Obiettivi di miglioramento Gestione orientata alla CSR Impegno Alta direzione Progetti di miglioramento Obiettivi di miglioramento 2° Bilancio Sociale 24 I benefici per le imprese Immagine/reputazione Massimizzare i benefici delle iniziative già intraprese nel sociale ed in genere nel rapporto con gli stakeholder Gestione operativa Maggiore consapevolezza/assimilazione degli obiettivi strategici e di processo da parte dei “process owners” Stakeholder dialogue Dialogo più costruttivo e sistematico con tutti gli stakeholder esterni ed interni (maggiore selettività in risposta alle loro attese legittime) Reporting Trasparenza e completezza dell’informazione (ottica della “triple bottom line”) Adesione ai principi dello sviluppo sostenibile 25 Il Bilancio Sociale nell’ambito del No Profit Abbraccia la totalità del rapporto con gli stakeholder e costituisce il “normale” approccio con cui l’ente gestisce il rapporto con i propri interlocutori Fornisce un resoconto chiaro, completo ed esaustivo sui risultati della gestione e sul raggiungimento dello scopo istituzionale, superando la logica limitata del “command and control” Genera un processo virtuoso di coinvolgimento partecipativo degli stakeholder nella gestione strategica ed operativa dell’ente Facilita la gestione dei rischi connessi alla responsabilità amministrativa degli enti (D. Lgs 231/2001) Si inserisce nei progetti di Agenda 21 locale Favorisce l’introduzione di elementi di contabilità ambientale (DDL 188) Sostanziale adesione degli Enti No Profit ai principi dello sviluppo sostenibile 26 I benefici per il territorio Bilancio Sociale quale strumento di gestione e di comunicazione nell’ambito delle politiche di territorio, quali: Programmi di Agenda 21 Locale Piani sociali di zona (Regione Piemonte: LR 1/2004 “Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali”) Altri strumenti nel campo di azione dei fondi strutturali dell’Unione Europea (Patti Territoriali, Piani Integrati d’Area - PIA Piani di Sviluppo Locale - es. Leader Plus) Bilancio Sociale quale strumento flessibile che può essere esteso a tutte le entità pubbliche e private (imprese ed enti) che compartecipano a macroprogetti volti direttamente o indirettamente allo sviluppo (durevole e sostenibile) del territorio (ad esempio: gli attori di un grande evento come le Olimpiadi di Torino 2006) Il Bilancio Sociale come occasione per diffondere la cultura della CSR nel mondo PMI, promovendo l’utilizzo da parte delle imprese pubbliche e private di strumenti la cui diffusione qualifica l’orientamento alla CSR di un intero territorio: la certificazione sociale (SA 8000), la certificazione ambientale dei processi (ISO 14001, EMAS 2), l’adozione di codici etici e principi di comportamento, l’introduzione di marchi di qualità ambientale (eco-label), ecc. Di qui l’innovativa esperienza dei Bilanci Sociali d’Area o di Territorio, che hanno il pregio di far emergere le dinamiche territoriali al di là delle politiche specifiche dei singoli enti 27 I Bilanci Sociali d’Area o di Territorio Una recente esperienza di questo tipo è costituita dal Bilancio Sociale del Comparto Chimico e Petrolifero di Livorno (già realizzato per il 1999 e 2000 ed in corso di realizzazione per il 2001), progetto cui hanno contribuito – su modello originale IBS - oltre alle principali aziende petrolchimiche dell’area, le Associazioni Industriali (Confindustria Toscana Servizi) e le Autonomie Locali (Regione e Provincia), con il coordinamento del mondo scientifico ed accademico: un approccio innovativo che sta trovando nuove applicazioni, fra cui quella in corso di realizzazione per il polo chimico di Ravenna (Bilancio Sociale aggregato 2002) In questi casi, il Bilancio Sociale diventa un vero e proprio strumento di governo responsabile del territorio, che consente di razionalizzare le numerose attività di tutela e promozione intraprese dai vari enti coinvolti, atte a migliorare la qualità dell’ambiente e realizzare politiche concrete di sviluppo sostenibile, la cui diffusione nel mondo economico qualifica l’orientamento alla CSR di un intero territorio 28 Sinergie col mondo accademico Ruolo del mondo universitario nella diffusione/persuasione culturale del tessuto delle imprese, anche attraverso rapporti di collaborazione sul campo (formazione intervento) Uno stimolo ulteriore per i Ragazzi del 2006: futuri studenti universitari e futuri attori del successo delle Olimpiadi di Torino 2006 come occasione di crescita anche culturale del nostro territorio Diffusione della cultura della CSR da parte dell’AIESEC: ruolo propositivo del Comitato Locale di Torino 29 Il Bilancio Sociale è dunque …. … Uno strumento flessibile per progettare e realizzare azioni concrete di sviluppo durevole, programmi di “formazioneintervento” che coinvolgono l’intera struttura organizzativa di un impresa o di un intero territorio, realizzando una “buona pratica” di gestione dello sviluppo … un “circolo virtuoso” di “programmazione – gestione – rendicontazione - verifica dei risultati”, che accresce la responsabilizzazione degli Amministratori (di un impresa, di un ente locale, di una istituzione non profit, ecc.) sul raggiungimento degli scopi sociali ed istituzionali, offrendo al tempo stesso agli interlocutori esterni una modalità di valutazione sul merito del loro operato; … quindi, un ambito ideale per le guidare politiche di concertazione sul territorio, orientate allo sviluppo durevole e sostenibile 30 Come si sviluppa un progetto? C.d.A. Coordinatore -Area comunicazione -Area CFO -Area HR Gruppo di lavoro (ristretto/allargato) Responsabil i delle diverse funzioni aziendali Gruppo di lavoro esterno 31 Gruppo di lavoro Direzione Generale La Direzione Generale, attraverso il Responsabile di Progetto: Definisce finalità, tempi e modalità di sviluppo del progetto Avvia il processo di rendicontazione sociale, rendendo espliciti i valori e la missione che guidano l’operato dell’azienda, promovendo l’assimilazione della responsabilità sociale all’interno dell’organizzazione 32 Gruppo di lavoro Coordinatore operativo E’ il responsabile dello sviluppo operativo, in staff al Responsabile di Progetto Ha la responsabilità primaria nel coordinamento delle attività interne, con particolare riferimento alla raccolta ed alla armonizzazione del materiale ottenuto dalle diverse funzioni aziendali E’ l’interlocutore primario del supporto esterno 33 Gruppo di lavoro Ristretto Ne fanno parte il Responsabile di Progetto ed il Coordinatore operativo Definisce l’identità aziendale, l’evoluzione gestione e gli impegni di sviluppo futuro della 34 Gruppo di lavoro Allargato Ne fanno parte il Responsabile di Progetto, il Coordinatore operativo ed i responsabili dei diversi servizi aziendali coinvolti nel progetto Raccoglie le informazioni e la documentazione relative ai diversi servizi aziendali ed al rapporto con i diversi portatori di interessi 35 Gruppo di lavoro Supporto esterno Svolge una funzione di indirizzo e di supervisione metodologica/scientifica in ognuna delle fasi di realizzazione del progetto, a partire dalla stesura di un indice programmatico del Bilancio Sociale; Provvede al continuo aggiornamento sull’evoluzione della materia e stimola lo scambio di informazioni su esperienze di CSR del settore; Supporta il Gruppo di lavoro nell’esame di specifiche problematiche operative attinenti alle sue funzioni. 36 Tipologie applicative del modello IBS Servizi 2003: NOICOM - Bilancio Sociale 2002 (partecipa all’Oscar di Bilancio) 1997: ENEL (Prototipo/estensione grandi gruppi – ad uso interno) 2002: NOICOM - Bilancio Sociale al 30 giugno 2002 (Prototipo per aziende regionali di telecomunicazioni, presentato a Torino il 28 novembre 2002) 1997: AEM di Milano (Prototipo aziende ex municipali quotate in Borsa – ad uso interno) 1996: ASPIV Venezia (prototipo aziende ex-municipalizzate – Oscar di Bilancio 1997) 2000: BAS Bergamo Ambiente e Servizi (azienda di servizi – ad uso interno) 1999: Ambiente S.p.A. – Gruppo ENI (Prototipo per azienda leader nel contesto dei servizi ambientali) 37 Tipologie applicative del modello IBS Società industriali e di trasporto 2002: TNT Express Italy Torino (prototipo per aziende di corriere espresso) 2002: Sabaf (finalista Oscar di Bilancio) 2001: Sabaf (Prototipo per società quotate industriali) 2000: Tamoil (Gruppo petrolifero – ad uso interno) 1998/1999/2000: ATM Azienda Trasporti Milanesi (Prototipo aziende di trasporto municipale) 1997/1998: Agip Petroli (6 Raffinerie – Prototipo e progress bilanci caposettore ENI) 1992: Enichem (Stabilimenti di Porto Marghera e Ravenna – prototipo sperimentale) 1993/1994/1995: Ferrovie dello Stato (Prima applicazione prototipale del modello IBS – Oscar di Bilancio 1995) 38 Tipologie applicative del modello IBS Finanziario 2001: Gruppo IntesaBci (gruppo bancario – ad uso interno) 2000/2001: Banca Popolare Pugliese (Banca territoriale) 2001: Capitalia (Banca Roma) (gruppo bancario) 2001: Banca Popolare FriulAdria (Banca del Gruppo Intesa) 1998/1999/2000: Banca 121 (Prototipo Gruppi bancari – Oscar di Bilancio 2000) 1997/1999/2000: Cassa di Risparmio di Cento (Prototipo ACRI per Casse di Risparmio) 1998: Cassa di Risparmio di Volterra (Banca territoriale) 1995: Credito Valtellinese (Prototipo ABI per banche popolari) 2001: Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (Prototipo Fondazioni) 2000: EUR (Prototipo azienda di gestione dei patrimoni immobiliari) Supporto di ABI Formazione alle banche che intendono applicare l’approccio IBS (vi hanno ad oggi partecipato oltre 60 istituti bancari) 39 Tipologie applicative del modello IBS Sanità 1998-2000: ASL Città di Milano (Rapporto Salute – prototipo aziende sanitarie) 1997-2000: ISMETT Istituto Mediterraneo per i Trapianti (Rapporto sociale – Prototipo Istituti ospedalieri) 40 Tipologie applicative del modello IBS Territorio Enti Locali e aziende pubbliche Città di Torino (progetto in corso) Provincia di Bergamo (Rendiconto di Mandato 1995 – 1999) Città di Rivoli (progetto in corso) Comune di Como (Bilancio di Mandato 1998 – 2002) Comune di Cefalù (Bilancio di Mandato triennio 1998 – 2000) 2000: ICE Istituto Nazionale per il Commercio Estero (Prototipo Bilancio Sociale aziende pubbliche – ad uso interno) Provincia di Sassari (Bilancio di Mandato 1996 – 1998) Comparti territoriali Dal 1999 - Associazione fra gli Industriali della Provincia di Livorno: Bilancio Sociale del Comparto Chimico e Petrolifero di Livorno (prototipo Bilancio Sociale d’Area) 2002: Bilancio Sociale Aggregato del Polo Chimico di Ravenna (in progress)