Cos'è il TTIP
L'accordo denominato Transatlantic Trade and Investment
Partnership (TTIP) viene in questo periodo negoziato tra USA e UE.
L'avvio del negoziato è avvenuto nel Giugno 2013.
Riporta la pagina web della Commissione Europea:
«Il TTIP è un accordo commerciale che è attualmente in corso di
negoziato tra l'unione Europea e gli Stati Uniti.
Esso ha l’obiettivo di rimuovere le barriere commerciali in una
vasta gamma di settori economici per facilitare l'acquisto e la
vendita di beni e servizi tra Europa e Stati Uniti.
Oltre a ridurre le tariffe in tutti i settori, l'Unione Europea
e gli Stati Uniti vogliono affrontare il problema delle
barriere doganali – come le differenze nei regolamenti tecnici,
le norme e le procedure di omologazione.
Spesso questi rappresentano un aggravio inutile in termini di
tempo e denaro per le società che vogliono vendere i loro
prodotti su entrambi i mercati.»
Cos'è il TTIP
Fulcro fondamentale dell'architettura del TTIP sono:
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Il mandato negoziale
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Le questioni normative
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La protezione degli investimenti e la risoluzione delle controversie
tra investitore e Stato (ISDS) negli accordi dell'UE
Esiste un Gruppo Consuntivo sul TTIP che si occupa della discussione
dei punti sopra.
I paesi membri della UE hanno approvato l'avvio del negoziato USAUE su commercio e investimenti dando mandato alla Commissione
Europea (CE) di intavolare un negoziato formale con gli USA e
formulando gli obiettivi cui la CE avrebbe dovuto attenersi.
Il mandato negoziale
Riporta la pagina web della CE:
«Obiettivo: aumentare il flusso commerciale e di
investimenti tra l'UE e gli USA attingendo al potenziale
ancora inutilizzato costituito da un mercato che abbracci
entrambe le sponde dell'Atlantico.
Si prevede che l'accordo indurrà la creazione di posti di
lavoro e crescita, grazie ad un migliore accesso al
mercato statunitense, ad una maggiore compatibilità tra
le norme dell'UE e degli USA e preparando il terreno per
la definizione di nuovi standard globali.
L'accordo porterà ad un incremento tra lo 0.5 e 1% del
PIL europeo, ovvero 119 miliardi di Euro annui (a fronte
di 95 miliardi di aumento per gli USA), garantendo lo
sviluppo sostenibile. Inoltre, produrrà un aumento di 187
miliardi dell'export UE verso gli USA (2%).»
Il mandato negoziale
«Lo scopo dell'accordo è la riduzione di dazi e altre
limitazioni al commercio e agli investimento, assicurando
il massimo livello di tutela, certezza, e parità di
condizioni agli investitori europei in USA.
Per arrivare a questo accordo commerciale l'UE dovrà
rinunciare ai suoi alti standard attuali? Assolutamente
no!
Il mandato comprende sostanzialmente tre elementi:
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Migliore accesso ai mercati
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Allineamento delle regole
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Norme in materia di commercio che sappiano rispondere
alle comuni sfide globali.»
Il mandato negoziale
«È disponibile al pubblico il testo del mandato?
Il mandato del negoziato per un partenariato
transatlantico su commercio e investimenti è un documento
riservato: ciò si impone per tutelare gli interessi
dell'UE e per non pregiudicare le possibilità di un esito
positivo.
All'inizio di un gioco non si comincia la partita
rivelando agli altri fin dai primi momenti la propria
strategia; tale ragionamento è valido anche per la
situazione attuale dell'UE.
La Commissione europea comunque è molto attenta alla
necessità di assicurare ai cittadini europei la massima
trasparenza del processo di negoziazione.»
Come si è evoluto il negoziato
Il negoziato si è mosso con l'obiettivo di armonizzare le norme, la
regolamentazione e gli standard su una serie di settori come
alimenti e sicurezza, protezione ambientale, gestione dei prodotti
tossici chimici e delle biotecnologie, brevetti farmaceutici, servizi
finanziari e bancari e varie altre tematiche interessate da politiche
pubbliche, con l'importante esclusione dei settori dei servizi
pubblici, audio-visivi, comunicazioni e sicurezza dei dati.
Anche se entrambe la parti si sono attenute al “diritto di
regolamentare”, nei fatti questa prerogativa verrà comunque
limitata dalla priorità data alla riduzione delle barriere al commercio
e agli investimenti per le aziende trans-nazionali.
La segretezza del negoziato e la difesa degli interessi di aziende e
corporations dalle interferenze del regolatore hanno tuttavia trovato
l'opposizione crescente di società civile, movimenti, gruppi di
azione, organizzazioni non governative, sindacati, in tutta Europa e
negli Stati Uniti.
Impatto del TTIP
Uno studio del CEPR del Marzo 2013, svolto per conto della CE, ha
stimato l'impatto del TTIP [CEPR, Reducing Transatlantic Barriers to
Trade and Investment: An Economic Assessment, Final Project
Report, March 2013]. Lo studio trova che:
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La UE vedrà un aumento del reddito di € 119 mld all'anno, contro i
€ 95 mld degli USA
Il maggior flusso commerciale mondiale aumenterà il reddito
mondiale di circa € 100 mld
Export UE verso USA aumenterà del 28% (€ 187 mld), per un
aumento dell'export UE complessivo del 6%, contro l'8% degli USA
Le barriere non tariffarie giocheranno la parte del leone, dal
momento che l'80% dei vantaggi complessivi dell'accordo
deriveranno dall'abolizione di quelle barriere
Aumento della produttività del lavoro in UE
Impatto del TTIP
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Ridotto impatto sulle ri-collocazioni di lavoratori nella UE (nei limiti
dei normali movimenti verso e dal mercato del lavoro) – solo tra lo
0.2 e lo 0.5 della forza lavoro della UE cambierà lavoro
Effetti macroeconomici stimati dal CEPR con diversi scenari:
Impatto del TTIP
Lionel Fontagné & Jean Sébastien Jean, TTIP is about regulatory
coherence, voxeu.org, 16 November 2014
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a phasing-out of tariffs accompanied by a 25% cut in the trade
restrictiveness of non-tariff measures would increase trade in
goods and services between the two regions by 50%.
L'effetto macro sarà però limitato
L'effetto economico dell'abolizione o riduzione delle barriere non
tariffarie è difficile da quantificare. Gli autori usano modello CGE
L'impatto di lungo termine sul commercio bilaterale sarà così
ripartito:
Impatto del TTIP
Impatto del TTIP
GED Fondazione Bertelsmann,
TTIP. Who will benefits from a
free-trade deal? 2014
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Nei grafici: costi commerciali per
tipo prima e dopo il TTIP
Le stime sono basate sulle
elasticità dei flussi alle tariffe.
Ad es. se il flusso aumenta
dell'80% e l'elasticità è 5, allora il
costo commerciale deve calare
del 80/5=16%. Se le tariffe erano
pari al 3.5% del flusso, ciò
implica che le barriere non
tariffarie diminuiranno del
16-3.5=12.5%
Impatto del TTIP
Principali effetti evidenziati dallo studio GED-FB:
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I flussi commerciali della Germania aumentano verso paesi extra
UE e diminuiscono verso I paesi UE. Lo stesso vale per la GB
I flussi commerciali della Germania diminuiscono verso tutti i paesi
periferici UE mentre variano nei confronti dei paesi BRICS. Lo
stesso vale per i flussi USA.
I flussi commerciali UE verso i paesi vicini diminuiscono, ma non
sempre, mentre i flussi dei paesi periferici verso gli USA
aumentano
Gli effetti su reddito del TTIP saranno invece considerevoli,
particolarmente in uno scenario di liberalizzazione “profonda”
Effetti sull'occupazione di tariffe nulle? Minimi ma visibili. I tassi di
disoccupazione tra i paesi UE diminuiranno e convergeranno. Con
liberalizzazione profonda, gli effetti saranno più marcati
Impatto del TTIP
Centro Studi Confindustria, TTIP. Analisi e osservazioni, Mag. 2013:
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Confindustria è favorevole all’avvio dei negoziati per l’accordo di
libero scambio UE-USA e ritiene sostanzialmente condivisibile la
bozza di mandato negoziale, che può tuttavia essere migliorata per
tenere conto degli interessi dell’industria italiana.
Le dogane USA attualmente richiedono molta documentazione,
effettuano controlli capillari, con procedure lente e complesse,
quindi costose, perciò la cooperazione doganale è fondamentale,
soprattutto per le PMI. La UE è più avanzata in termini di ECustom, celerità dei controlli e sveltimento delle procedure.
La divergenza regolamentare costituisce, di fatto, un costo fisso
per le imprese, per taluni settori assai elevato, riducendone
l’accesso al mercato e la competitività. Le parti hanno chiarito che
non intendono modificare le proprie legislazioni, perciò l’approccio
dovrà volgere al mutuo riconoscimento, e/o all’adozione di
standard comuni o internazionali.
Impatto del TTIP
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La liberalizzazione dei servizi ha successo solo con il pieno accesso
al mercato e trattamento pari a quello degli operatori nazionali
con limitate eccezioni, applicando norme e requisiti domestici
senza discriminazione ed assicurando la protezione dei dati senza
ulteriori costi o vincoli.
Il mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali favorirebbe
il superamento di molti limiti e restrizioni.
L’accesso agli appalti pubblici è attualmente sbilanciato favore
degli USA, il cui mercato è aperto alle imprese europee soltanto
per poco più del 30%, con regole diverse a livello federale e statale,
un’applicazione non uniforme dell’accordo WTO sugli appalti
pubblici, clausole “Buy American” ed altre restrizioni.
Impatto del TTIP
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Nel caso della Proprietà intellettuale, UE e USA sono membri
dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO) e
sono firmatari dell’Accordo Multilaterale sulla Proprietà
Intellettuale in ambito WTO (TRIPs), pertanto gli standard di
protezione sono alti. L’accordo dovrebbe permettere di estendere
l’armonizzazione al trattamento dei dati, dei segreti e delle
informazioni confidenziali industriali, fondamentali per alcuni
settori [ma ancora così non è]
Altresì prioritari gli aspetti legati al riconoscimento delle
Indicazioni Geografiche e le problematiche connesse al fenomeno
dell’Italian sounding, particolarmente grave per il settore
agroalimentare.
UE e USA intendono operare congiuntamente in una sorta di
“cooperazione esterna” per una più efficace governance
economica globale contrastando comportamenti protezionistici,
sussidi pubblici, restrizioni all’export e pratiche commerciali sleali.
Le reazioni al TTIP
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Se approvato, il TTIP darebbe vita alla più grande area di libero
scambio della storia. I dettagli di tale accordo sono coperti da
riservatezza, perché come visto sopra, troppa trasparenza
complicherebbe la posizione negoziale degli europei.
Una volta definito, l’accordo il trattato dovrà essere votato dal
Parlamento europeo e dal Consiglio UE: il secondo passaggio è
quello più complicato, perché il veto di un solo paese dell’UE può
fare saltare tutto.
Obiettivo prioritario del trattato di libero scambio, come detto,
non è abbattere le barriere tariffarie (i dazi), ma le barriere
regolamentari.
Le reazioni al TTIP
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L’accordo, secondo alcuni,
i) azzererebbe la disciplina sulla tutela del consumatore,
ii) potrebbe impedire alle istituzioni ed ai tribunali degli Stati
Europei di vietare alle imprese americane di compiere operazioni
rischiose come la costruzione di centrali nucleari,
iii) potrebbe rimettere in discussione i compromessi raggiunti a
fatica sulla tutela dell’ambiente o aggirare il voto con cui il
parlamento europeo ha bocciato il trattato internazionale ACTA
relativo alla lotta alla contraffazione.
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La CE ha pubblicato diversi documenti in cui assicura che la tutela
dell’ambiente, del consumatore e dei lavoratori non verranno
messe in discussione.
Le reazioni al TTIP
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Più di recente, però, la Commissione Juncker, più tiepida sul TTIP, a
differenza della precedente, è parsa ostile alla clausola del trattato
che prevede il diritto delle imprese estere, ma non di quelle
nazionali e degli Stati membri, di ricorrere ad un collegio arbitrale,
noto come ISDS, nel caso in cui si ritengano pregiudicate da una
nuova normativa. I collegi arbitrali ISDS ci sono in molti trattati per
la tutela degli investimenti (un simile istituto fu per la prima volta
visto in un accordo tra Germania e Pakistan del 1959).
Proprio in Germania sono state levate forti critiche a tali collegi
arbitrali. Secondo Die Zeit il vero problema di tale tipo di clausole
non sono i risarcimenti miliardari, che pure gli Stati potrebbero
essere chiamati a pagare, ma il fatto che il collegio arbitrale
potrebbe divenire un’insolita ed insana sede dell’ultima frontiera
del lobbying, ove le multinazionali usano la possibilità di chiedere
un risarcimento per ottenere che vengano ammorbidite normative
a loro ostili.
Le reazioni al TTIP
Le reazioni in Italia: scarse, poco informate, poco puntuali
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Carlo Pelanda: “Non possiamo permettere che questo accordo di libero
scambio tra Stati Uniti e Unione europea non vada in porto. Il mercato
globale si frammenta e, guardando al lungo termine questo piano
sembra essere l'unica risposta per la costruzione di una nuova
economia” .
Franco Frattini. “Questo non è solo un accordo, ma è un rinascimento
transatlantico. E’ sicuramente la mossa politica più importante da anni,
perché non interessa solo l'economia, ma anche la credibilità che la
politica europea e americana devono confermare ai propri cittadini” .
La clausola Isds è lesiva della sovranità nazionale. Scrive Fausto Durante,
ex Fiom: “Solo una visione mercantile del commercio internazionale,
ispirata a un primato del denaro sempre e comunque, può motivare una
richiesta che, se accolta, metterebbe i diritti del lavoro e degli stati in
un’inaccettabile condizione di subalternità nei confronti delle
multinazionali”.
Le reazioni al TTIP
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Il governo italiano, per il momento, rimane tra i sostenitori più espliciti
delle intese in fieri. Matteo Renzi: “Ogni giorno che passa è un giorno
perso per l’intesa, il nostro è un appoggio totale e incondizionato”.
Giorgio Squinzi : “il negoziato va rilanciato mettendo in luce i vantaggi,
che sono tanti. Bisogna perseguire con tenacia la strada del dialogo
intercontinentale perché c’è sempre più bisogno di accesso al mercato”.
“Dobbiamo muoverci rapidamente perché le voci dei detrattori si fanno
più insistenti e la congiuntura internazionale non consente stalli
prolungati.” “Il negoziato va rilanciato con progressi in tempi brevi sulla
rimozione dei dazi e il superamento degli ostacoli tariffari” .
Le voci contrarie sono molte, però, e sono informate. I problemi
che l'accordo solleva sono molteplici. Secondo uno studio del
Global Development and Environment Institute, il TTIP
causerebbe una perdita di reddito da lavoro variabile da 3.400
Euro pro-capite annuali in Germania a 5.500 Euro in Francia.
Inoltre, esso causerebbe una riduzione netta dell’occupazione.
Le reazioni al TTIP
Campagne, gruppi di pressione e movimenti si stanno organizzando
per prevenire la sigla dell'accordo secondo i termini negoziati finora.
Citiamo ad esempio tra i molti che si possono elencare:
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EU investment policy; behind closed doors, una pagina che
raccoglie varie campagne europee
Corporate Europe Observatory: A Brave New Transatlantic
Partnership: the social & environmental consequences of the
proposed EU-US trade deal, Ottobre 2013
TransNational Institute (TNI), A transatlantic corporate bill of
rights. Investor privileges in EU-US trade deal threaten public
interest and democracy, Giugno 2013
Marc Maes, Investment protection in the EU-US TTIP, Seattle to
Brussels Network – 11.11.11, Marzo 2014
Le reazioni al TTIP
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Friends of the Earth Europe, The hidden cost of EU trade deals,
dicembre 2014. Questo rapporto riporta tutti i dati pubblicamente
disponibili sulle dispute tra investitori e Stati sollevate contro la UE
dal 1994. Mostra l'attacco irrefutabile ai paesi di recente ingresso
nella UE e contro l'ambiente, nonché i costi che il sistema ha già
impartito ai contribuenti europei (e alla democrazia)
Institute of Modern Politics (Bulgaria), The road to modern slavery,
dicembre 2014.
Fondazione Friedrich Ebert, The growth and employment engine
that couldn't, novembre 2014
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La pagine web dei Verdi al Parlamento UE, TTIP what lies beneath
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La pagina della campagna STOP TTIP!
Aggiornamenti sul negoziato TTIP
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La pagina della CE sul TTIP
American Chamber of Commerce in Italy – notizie e commenti
sulle riunioni e i documenti pubblicati
Il nostro dibattito
Oggi abbiamo qui:
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Kait Bolongaro, che scrive su CafèBabel
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Luca Basile, chimico, che ha aderito a Stop TTIP Italia
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Dario Guarascio, che scrive su Sbilanciamoci e ha già scritto vari
articoli sul negoziato e gli effetti del TTIP
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