RELAZIONI DIMENSIONALI E COSTANTI DI PROGETTAZIONE Basandosi sulle relazioni di funzionamento dei componenti elettromagnetici è possibile stabilire una serie di relazioni dimensionali che consentono di stabilire le linee principali di progetto e l’effettuazione di progettazioni di massima che permettono di prevedere costo e pesi dei componenti stessi. È inoltre possibile stabilire costanti di progettazione e determinare sollecitazioni elettriche e termiche. Ai fini di una corretta progettazione e di un dimensionamento adeguato è fondamentale identificare le sollecitazioni e le grandezze specifiche che consentono di valutare il grado di sfruttamento di un componente elettromeccanico con funzionamento elettromagnetico. SOLLECITAZIONI ELETTRICHE NELLE MACCHINE ROTANTI Densità di corrente: I (A/mm2) con S cu a I = corrente nominale dell’avvolgimento; Scu = sezione del conduttore considerato; a = numero di rami in parallelo dell’avvolgimento. Densità lineare di corrente: Nt I n cqm2pI Ai (Afili / cm) aDi aDi Nt = numero totale dei conduttori sulla periferia del traferro; Di = diametro al traferro; nc = numero dei conduttori in cava; q = numero di cave per polo e fase; m = numero di fasi; 2p = numero di poli. GRANDEZZE SPECIFICHE NELLE MACCHINE ROTANTI Perdite per unità di superficie del traferro: Pcu Nt L i I 2 A i p'cu 2 Di Li Scu a Di Li (W/mm2) dove si è posto: Li = lunghezza ideale della macchina; = conducibilità del materiale conduttore Carico termico della cava: Nt L i I 2 Pcu a Scu Nt 2Scu nc 2Scu p"cu (W / mm 2) NcSc Nc uc L i Nc uc uc 2 dove si è posto: Nc = numero delle cave; uc = perimetro della cava; Sc = superficie della cava; nc = numero di conduttori per cava. Aumentare e/o Ai significa aumentare il carico termico della cava, è quindi necessario intervenire sul sistema di raffreddamento della macchina. SOLLECITAZIONI MAGNETICHE NELLE MACCHINE ROTANTI Valore dell’induzione nelle varie parti della macchine ed in particolare: B induzione al traferro valutata dove il traferro è minimo. Il valore di Bè condizionato dal valore di B nelle altre parti della macchina e dalla saturazione nei materiali ferromagnetici. SOLLECITAZIONI ELETTRICHE E MAGNETICHE NEI TRASFORMATORI I Scu a (A / mm 2 ) NI Ai (A spire / m) h densità di corrente densità lineare di corrente dove si è posto: N = numero delle spire dell’avvolgimento; h = altezza della colonna. Si considera BMc valore massimo dell’induzione nella colonna, correlata a BMg nei gioghi. MACCHINE OMOTETICHE Studio delle proprietà di macchine geometricamente simili, che variano nello stesso rapporto. Rende possibile il dimensionamento di nuove macchine a partire dal progetto o da altre macchine già realizzate. Lo studio viene effettuato a parità di sollecitazioni unitarie. Sono considerate omotetiche macchine morfologicamente simili che abbiano: lo stesso principio di funzionamento; lo stesso tipo di raffreddamento; la stessa velocità di rotazione o di traslazione; la stessa frequenza; le stesse sollecitazioni elettriche; le stesse sollecitazioni magnetiche. RELAZIONI DIMENSIONALI Consideriamo due macchine omotetiche A e B: s = fattore di scala lineare lA = dimensione lineare della macchine A. lB = dimensione lineare della macchina B. La potenza interna P è proporzionale al prodotto della f.e.m. E per la corrente I: P EI Per la f.e.m. si ha: E B Straf per le macchine rotanti E B M cS c per i trasformatori con Straf = superficie del traferro e Sc = sezione della colonna Per la corrente si ha: I Scu si ha quindi: IA 2 s IB EA s2 EB Si ottiene perciò: PA s4 PB se G e V sono rispettivamente il peso ed il volume della macchina si ha: G A VA = s3 G B VB considerando il peso per unità di potenza g = G/P abbiamo: gA 1 = gB s Si ha quindi una diminuzione di g al crescere di P. Chiamiamo Pt le perdite pt = Pt/P le perdite per unità di potenza. Si ha: PtA G A 3 = s PtB Gb e p tA 1 p tB s Si ha quindi una diminuzione di p al crescere di P. Ciò comporta, al crescere della potenza, la possibilità ottenere rendimenti elevati, pur con un sempre maggior sfruttamento della macchina. DISSIPAZIONE DEL CALORE Le perdite sono proporzionali al peso del componente. cessione all’ambiente del calore prodotto da tali perdite, avviene attraverso la superficie esterna. La peso dipende da s3 e la superficie di scambio termico da s2, quindi le perdite, al crescere delle dimensioni e quindi del volume e della superficie esterna della macchina, aumentano più rapidamente della superficie di scambio termico attraverso la quale vengono dissipate. Il fatto comporta che all’aumentare della potenza di una macchina elettrica devono essere adottati sistemi di raffreddamento sempre più sofisticati che portino ad uno scambio termico più efficace, cioè con un maggiore carico termico (W/cm2) sulla superficie di scambio. Tale Esempio: CAVO ELETTRICO Nella sua forma più semplice un cavo elettrico può essere considerato un cilindro di sezione circolare S con raggio r: S = r2 consideriamo un cavo di lunghezza l e quindi con superficie laterale SL = 2 r l poiché SL >> S il calore viene smaltito praticamente tutto attraverso SL. Le perdite sono proporzionali al volume V: V = r2 l Supponendo di raddoppiare il raggio la superficie laterale del cavo diventa: S1L = 4 r l ed il volume: V 1= 4 r2 l Supponiamo che la temperatura e la densità di corrente nei due casi rimangano costanti. Nel primo caso il rapporto fra le perdite e la superficie laterale vale: P = ( r2 l 2)/(2 r l) = 1/2 r 2 raddoppiando il raggio il rapporto diventa: P 1= (4 r2 l 2)/(4 r l) = r 2 Si ha cioè il raddoppio delle perdite per unità di superficie e quindi, in realtà, un aumento della temperatura del cavo. Per mantenere costante la temperatura è quindi necessario ridurre la densità di corrente PORTATE E DENSITÀ DI CORRENTE PER UN CAVO BIPOLARE CON POSA IN ARIA LIBERA Sezione Portata Densità di corrente mm2 A A/mm2 1,5 24 16 2,5 33 13,2 4 45 11,4 6 58 9,7 10 80 8 16 107 6,7 25 142 5,7 I (A) Portata I di un cavo in funzione della sezione S. 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Serie1 0 5 10 15 20 25 2 S (mm ) Densità di corrente in un cavo in funzione della sezione S. (A/mm2) 20 15 10 Serie1 5 0 0 5 10 15 S (mm2) 20 25 SOLLECITAZIONI DIELETTRICHE La sollecitazione a cui si fa riferimento per il dimensionamento dei sistemi di isolamento è il campo elettrico, la cui configurazione rappresenta un dato fondamentale di progetto. Considerando una situazione semplificata di campo uniforme, siano: - dis = spessore dell’isolamento; - K = gradiente elettrico. K A E A / d isA s KB E B / d isB Si può allora scrivere: All’aumentare di P (con s4), aumenta E (con s2) ed aumenta K (con s). Ciò comporta l’impossibilità di costruire, oltre un certo limite, macchine rigorosamente omotetiche. Per ogni macchina si ha un livello ottimale di tensione e corrente direttamente legato al valore della potenza nominale. Al crescere di P si ha un incremento più elevato di I ed una minore crescita di E. (P = E I). Questa situazione influenza la morfologia delle cave ed il numero dei conduttori in cava. Cava semichiusa per macchina di piccola potenza a bassa tensione. (nc elevato) Cava aperta per macchina di grande potenza ad alta tensione. (nc = 2) FREQUENZA Supponendo di operare con: I = cost. e B = cost. si ha: P E f Occorre valutare attentamente: i problemi meccanici; i problemi relativi all’isolamento elettrico. NUMERO DI COPPIE POLARI E GIOGHI DI STATORE A parità di flusso totale, di diametro al traferro e di altezza hd dei denti, lo spessore hg del giogo di statore diminuisce all’aumentare del numero dei poli 2p. Si ha ad esempio: per 2p = 2 per 2p = 20 - 30 hg/hd = 2,5 - 3,5 hg/hd = 0,7 - 1,5 In pratica all’aumentare del numero dei poli il rapporto Di/Li aumenta. GIOGHI STATORICI IN FUNZIONE DEL NUMERO DEI POLI. 2 POLI 4 POLI 8 POLI COSTANTI DI DIMENSIONAMENTO TRASFORMATORE COSTANTE DI UTILIZZAZIONE. P EI E B McS Cf I Aih Per macchine omotetiche BMc ed Ai sono costanti. si può quindi porre: P = Cu f S c h e quindi: P Cu B Mc A i fS C h Il valore di Cu dipende dal tipo costruttivo e dalla potenza della macchina. Noti P ed f è quindi possibile determinare il prodotto Sc*h. COSTANTE DI FLUSSO. Per il progetto di un trasformatore è anche possibile basarsi su un diverso parametro. Per una singola colonna la f.e.m. primaria vale: E1 = N1f = 4,44 ; = BMcSf avendo posto: Sf = sezione netta del ferro; BMc = induzione massima nella colonna. La corrente nell’avvolgimento primario vale: I1 = Sr1 1 con Sr1 = sezione del conduttore dell’avvolgimento primario; 1 = densità di corrente nell’avvolgimento primario. La potenza di una colonna vale: P = E1I1 = N1fSr11 = (N1Sr1)1f Esprimiamo in funzione di grandezze caratteristiche del tipo di macchina. Se consideriamo: Gr = peso dell’avvolgimento primario; Gf = peso del ferro di una colonna; r = peso specifico del materiale conduttore; f = peso specifico del materiale ferromagnetico; lr = lunghezza della spira media; lf = lunghezza del tratto di circuito magnetico che compete alla colonna. si ha: Gr = 2rN1Sr1lr , Gf = fSflf Gr 2 r lr N 1S r1 Gf S f f lf da cui N 1S r1 Sf f lf Gr 2 r l r Gf Possiamo quindi scrivere: S f f lf Gr f lf G r 1f 2 P 1 f 2 r l r G f B Mc 2 r l r Gf da cui, adottando un valore medio di 1 per primario e secondario si ha: 2 r l r G f PB Mc f l f G r f Se introduciamo le perdite: Pr p r G r Pf p f G f Dove si è posto: Pr = perdite nei conduttori; pr = perdite specifiche nei conduttori; Pf = perdite nei materiali ferromagnetici; pf = perdite specifiche nei materiali ferromagnetici. Poiché si ha: r/f = 8,9/7,6 = 1,17 esprimendo P in kVA e sostituendo si ottiene: p r l r PB Mc 22,96 p f l f f Per trasformatori dello stesso tipo le grandezze: pr/pf ; lr/lf ; BMc ;; sonosensibilmente costanti, si può quindi porre: P 2 K 10 (wb) f Il valore di K influenza molti parametri caratteristici della macchina fra cui la tensione di spira, la sezione della colonna e la reattanza di dispersione e quindi la tensione di corto circuito. VALORI ORIENTATIVI DI K TIPO DI TRASFORMATORE TRIFASE A 3 COLONNE TRIFASE CORAZZATO MONOFASE A 2 COLONNE MONOFASE CORAZZATO VALORE DI K 1 - 1,6 2-3 1,2 - 1,9 3-4 COSTANTI DI DIMENSIONAMENTO MACCHINE ROTANTI COSTANTE DI UTILIZZAZIONE Anche in questo caso si ha: P EI ed inoltre I D i A i D i E nB p L i nB Li 2p Se si considerano macchine omotetiche si deve avere: B = cost. Ai = cost. Possiamo allora scrivere, se n sono i giri al minuto: P Cu nD i2 L i da cui: P Cu B Ai 2 nD i L i La costante di utilizzazione Cu costituisce un possibile punto di partenza per il progetto. Infatti fissato Cu, noti P ed n si determina il prodotto Di2Li. Fissato Di in base a criteri legati alle frequenze di risonanza dell’albero ed alla morfologia della macchine si ottiene Li, lunghezza ideale, vale a dire lunghezza equivalente della macchina al traferro tenendo conto dei canali di raffreddamento. VALORI RELATIVI DI CU PER TURBOALTERNATORI DI DIVERSA POTENZA 4 3,5 3 RAFFR. CON ARIA 2,5 RAFFRE. CON H2 2 1,5 RAFFR. CON ACQUA 1 0,5 0 0 500 1000 COSTANTE DI PESO Per caratterizzare una macchina sono normalmente assegnati i seguenti elementi di progetto: Tipo di macchina. Forma costruttiva. Tipo di raffreddamento. Tensione nominale. Potenza nominale (P). Frequenza nominale (f). Velocità di rotazione (n). Dalle relazioni dimensionali precedentemente considerate si può determinare la dipendenza del peso G da P, n ed f. Si può inoltre tenere conto degli elementi elencati ai punti 1, 2, 3, 4 con un coefficiente sperimentale Cp. Si può quindi porre per le macchine rotanti: P G Cpr n 3 4 in pratica è più aderente alla realtà la relazione: P G Cpr n 2 3 Per i trasformatori si può stabilire una relazione analoga: 3 P 4 G Cpt f Valori orientativi di Cpr e di Cpt. TIPO DI MACCHINA M. SINCRONA A POLI SALIENTI MACCHINA ASINCRONA M. A COMMUTAZIONE TRASF. DI DISTRIBUZIONE Cpr o Cpt 5.000 - 7.000 3.500 - 6.000 5.000 - 8.000 300 - 600 P in kVA, n in giri/minuto ed f in Hz.