Modello di aggregazione all’italiana “La nostra risposta alla necessità di andare all’estero” Lecce, 15 settembre 2007 DENIS PANTINI Coordinatore Area Agricoltura e Industria Alimentare Le tematiche analizzate Il modello italiano di industria alimentare: posizionamento competitivo, caratteri strutturali ed economici L’internazionalizzazione dell’industria alimentare italiana: connotazioni evolutive, potenzialità di mercato, criticità Le direttrici dello sviluppo sui mercati esteri: alcuni spunti di riflessione Denis Pantini Il posizionamento 110 Miliardi di euro di fatturato 2006 16% del fatturato sui mercati esteri 10% del Valore Aggiunto del manifatturiero italiano 2° posto dopo il settore metalmeccanico 13% del fatturato Industria Alimentare UE 3° posto classifica UE dopo Francia e Germania 7% dell’export alimentare mondiale 7° posto dopo Usa, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna e Belgio Denis Pantini La struttura dimensionale (numerosità delle imprese dell’IA per classe di addetti, 2004) 69.966 100% 90% 4% 6% 68.143 32.581 5% 6% 7.066 11% 15% 33% 80% 18% 16% 60% 40% 4.545 11% 29% 70% 50% 29.801 15% 90% 89% 79% 30% 66% 56% 52% Germania Regno Unito 20% 10% 0% Fonte: Eurostat ITALIA Francia 1--9 10--19 >20 Spagna Paesi Bassi Denis Pantini La relazione tra fatturato e dimensioni (% del fatturato dell’IA per classe di addetti, 2004) 100% 90% 80% 70% 60% 75% 86% 83% 14% 17% Francia Germania 82% 97% 50% 94% 40% 30% 20% 10% 0% Fonte: Eurostat 25% ITALIA 1--19 18% 3% Regno Unito 20 e oltre Spagna 6% Paesi Bassi Denis Pantini La produttività (Valore aggiunto per addetto dell’IA nei principali Paesi UE, 2005) € 90.000 € 80.000 € 70.000 € 60.000 € 50.000 € 40.000 € 30.000 € 20.000 Spagna Germania Italia Francia UE-15 Belgio Fonte: Eurostat Regno Unito €0 Paesi Bassi € 10.000 Denis Pantini Le dimensioni guidano le performance (ROE medio per fatturato PMI e Grandi Imprese IA) 14 11,6 12 10 8 6 4 2 12,1 9,6 6,9 8,5 6,0 6,0 6,3 3,6 4,3 3,9 4,1 3,7 3,5 2003 2004 2,0 0 2001 2002 2--10 Mln € 10--50 Mln € 2005 >100 Mln € Denis Pantini Gli stimoli alla crescita dimensionale/1 (Quota di mercato e concentrazione della GDO in Europa) 0% 20% 40% 60% 80% 100% Francia Regno Unito Germania Spagna Italia Quota GDO % Quota Top 5 Catene Distributive Denis Pantini Gli stimoli alla crescita dimensionale/2 (Le dimensioni delle catene distributive europee, 2005) Paese 1. Carrefour 2. Tesco 3. Metro 4. Ahold 5. Rewe 6. Lidl & Schwartz 7. Aldi 8. Auchan 9. Edeka Zentrale 10. ITM Enterprises FR GB DE NL DE DE DE FR DE FR Vendite (Mrd $) 92,7 79,2 69,3 55,3 51,9 45,8 45,3 41,8 41,3 37,7 Vendite estero (% sul totale) 52% 20% 52% 77% 31% 43% 45% 45% 7% 10% Denis Pantini Gli stimoli all’internazionalizzazione (L’incidenza dei consumi alimentari nei singoli Paesi UE) Consumi domestici escluse bevande alcoliche (euro per abitante, 2005) Italia Francia Belgio Spagna Germania EU 15 EU 27 USA Consumi Alimentari pro-capite Incidenza su Consumi totali (%) 2.200 2.100 2.000 1.800 1.700 1.900 1.600 1.200 15% 14% 13% 14% 11% 12% 13% 9% Fonte: Nomisma su dati Eurostat e US Census Bureau Denis Pantini Ma i concorrenti arrivano sotto casa … (Italia: import di prodotti alimentari, valori 1996=100) 180 Import 2006 di prodotti alimentari 170 160 20 Mrd € +25% vs 2000 150 140 130 120 110 100 UE-27 Extra UE 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 90 Totale Import Denis Pantini … e i mercati esteri crescono in fretta (Import di alimentari e bevande nei principali mercati esteri) Import 2006 (Mrd $) Variazione 05-06/00-01 STATI UNITI GERMANIA GIAPPONE REGNO UNITO FRANCIA SPAGNA CANADA 58,5 40,1 39,6 36,2 31,4 18,9 14,6 54% 59% 14% 70% 59% 79% 56% CINA RUSSIA INDIA BRASILE 14,3 11,7 2,9 2,5 134% 101% 179% 116% Denis Pantini Il posizionamento dell’Italia all’estero (Quota di mercato dei prodotti alimentari italiani all’estero) Import 2006 Import 2000 STATI UNITI GERMANIA GIAPPONE REGNO UNITO FRANCIA SPAGNA CANADA 5,0% 8,8% 1,7% 5,8% 8,6% 4,7% 3,8% 4,5% 8,4% 1,2% 6,1% 8,0% 4,1% 3,1% CINA RUSSIA INDIA BRASILE 0,5% 2,2% 0,6% 2,5% 0,3% 1,6% 0,6% 2,7% (%) (%) Denis Pantini Il trend degli “IDE” nell’alimentare (consistenze in Milioni di Euro) 14.000 12.698 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 5.275 2.000 In Italia di imprese italiane all'estero 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 0 Denis Pantini La provenienza degli “IDE” nell’alimentare italiano (stock 2006 e var % sul ‘99) +10 % Germania Paesi 9% extra-UE 8% +235 % Altri UE 5% +1360 % Spagna 29% -48 % Francia 21% +96 % Regno Unito 28% +1870 % Denis Pantini La percezione dell’Italia all’estero (immagine evocata dai consumatori stranieri) Prima risposta, Indagine ICE 2004 Località italiane Russia Località italiane USA Località italiane Svezia Abbigliamento Cina 0 10 20 Vino e prodotti alimentari 30 40 50 Altre immagini/prodotti Denis Pantini L’imitazione dei prodotti alimentari italiani negli USA (2003, mercato retail GDO) Riferimento a prodotti e nomi italiani 70% Prodotti Imitativi 16.206 mln $ 91,4% Imitazione delle indicazioni geografiche 30% Totale Mercato ITALIAN SOUNDING FOOD 17.735 mln $ Prodotti Italiani 1.529 mln $ 8,6% Denis Pantini Competitività ed internazionalizzazione/1 (I risultati di un’indagine diretta) Indagine Nomisma 2006 su un campione di 709 imprese alimentari situate nelle province di Parma, Reggio Emilia, Cremona, Piacenza, Modena, Mantova 50-250 addetti 8% >250 1% 1-9 addetti 60% 10-50 addetti 31% Denis Pantini Competitività ed internazionalizzazione/2 (I risultati di un’indagine diretta) I principali canali utilizzati per raggiungere i mercati esteri fanno riferimento a rapporti commerciali con importatori (29,5% del sub-campione che esporta) e distributori esteri (18,6%). Nel caso delle imprese di maggiori dimensioni economiche – con oltre 50 Mln di € di fatturato – aumentano le percentuali di risposta per i canali che prevedono un presidio diretto del mercato locale: filiale commerciale, stabilimento produttivo, propria rete di vendita. In merito agli enti di supporto all’internazionalizzazione, il 28% del sub-campione ha risposto di non aver riconosciuto un ruolo importante ad un ente specifico. Tra quelli identificati, figurano principalmente le società private di consulenza (21%) e le CCIAA (13%). Denis Pantini Competitività ed internazionalizzazione/3 (I risultati di un’indagine diretta) I principali punti di forza per competere all’estero sono la qualità del prodotto (64%) e l’origine italiana (45%). All’opposto, le principali criticità percepite riguardano i rischi collegati al sistema-Paese (21%), la mancanza di promozione dei prodotti italiani all’estero (13%), i problemi logistici (10%) e la ridotta dimensione d’impresa (10%). Per il 17% del campione non esistono ostacoli (si tratta delle imprese più grandi) Le strategie da implementare nei prossimi tre anni per rafforzare la posizione all’estero riguardano l’individuazione di nuovi mercati di sbocco (54% del campione), joint-venture con imprese estere (17%, imprese che ancora non esportano e di piccola dimensione), l’ampliamento della gamma di prodotti esportati (15%). Risulta marginale la percentuale di imprese (3%) che prevede l’internazionalizzazione produttiva. Denis Pantini Conclusioni/1 (Una sintesi dello scenario) Dal punto di vista dei consumi alimentari, pur in presenza di un mercato interno importante, i tassi di crescita delle importazioni nei mercati esteri evidenziano una maggiore e rilevante dinamicità. Il Made in Italy alimentare gode di ottima reputazione in tutto il mondo e rappresenta un’importante potenzialità di sviluppo per le imprese. Tuttavia, l’industria alimentare italiana soffre una doppia pressione competitiva di tipo orizzontale: una sul mercato interno, testimoniata dai notevoli flussi di IDE da parte di imprese straniere ed una sull’estero con l’italian sounding (entrambi risvolti della stessa medaglia, volti a carpire quote di valore aggiunto generato dall’immagine del Made in Italy ). Denis Pantini Conclusioni/2 (Quali interventi e percorsi di crescita?) Alla luce dello scenario di mercato attuale e futuro, la crescita dimensionale è fondamentale per le imprese alimentari italiane in quanto permette il raggiungimento di obiettivi necessari alla competitività “globale”, tra cui: • economie di scala • incrementi nel potere contrattuale con la GDO • maggiori risorse finanziarie per investimenti • presidio diretto dei mercati più lontani Occorre valutare nuove modalità di approccio al mercato, in particolare alla luce delle potenzialità offerte dai nuovi e crescenti mercati di importazione dove la qualità dei prodotti (pre-requisito) deve essere accompagnata da una maggiore flessibilità in termini di marketing e promozione (e quindi maggior decentramento gestionale al fine di poter contare su una conoscenza diretta del mercato e delle sue dinamiche operative). Denis Pantini Conclusioni/3 (Quali interventi e percorsi di crescita?) Risulta quindi indispensabile la promozione del Made in Italy sui mercati esteri (in particolare emergenti) nonché il supporto del sistema finanziario alla crescita dimensionale Valutare la strategicità di attuare percorsi di “aggregazione commerciale” per la vendita di prodotti all’estero con imprese italiane presenti e consolidate nel mercato internazionale: “fare sistema” attraverso l’utilizzo delle reti relazionali già esistenti nel settore. Denis Pantini