Risk Management Angela Peghetti Centro Studi EBN – Agenzia Sanitaria Regionale [email protected] Angela Peghetti 1 Sei sicuro di quello che fai??? La gestione del rischio “ Il governo clinico …. si esercita attraverso l’uso sistematico di corrente idonei e strumenti operativi-gestionali tesi ad evitare i rischi, ad individuare tempestivamente e apertamente gli eventi indesiderati, a trarre insegnamento dagli errori…” Piano sanitario regionale Regione Emilia-Romagna 1999-2001 Angela Peghetti 3 IL RISCHIO È: Un problema vecchio. Un problema di tutti i giorni. Un problema di tutti: gestori, operatori, pazienti. Angela Peghetti 4 Uno degli aspetti più controversi delle cure mediche è la capacità di causare disabilità e disagi. Ovunque le cure mediche vengano dispensate, il paziente corre il rischio di essere vittima di un danno in conseguenza involontaria di quelle stesse cure. Per questo, oggi, la percentuale di danni iatrogeni causati è diventata un importante indicatore di qualità delle cure.” Thomas 2000. Angela Peghetti 5 TRATTARE E RIDURRE IL RISCHIO . . . QUINDI . . . È una questione di etica e di valori. È una questione di cultura organizzativa. Angela Peghetti 6 Il rischio in sanità Dal momento che in ogni organizzazione complessa l’errore e la possibilità di incidente non sono eliminabili, devono essere utilizzati tutti gli interventi possibili perché siano, per lo meno controllabili. Angela Peghetti 7 Il rischio in sanità L’errore umano è inevitabile. ERRORE UMANO: il fallimento nel portare a temine, come nelle intenzioni, un’azione pianificata (errore di esecuzione) oppure l’uso di una pianificazione sbagliata per raggiungere un obiettivo (errore di pianificazione). To err is human: systems analysis. Healthc.Hazard.Mater.Manage. 1999;12:1-4.Ref ID: 110. Angela Peghetti 8 Il rischio in sanità Anche il sistema può sbagliare e creare le circostanze per cui un errore possa verificarsi. Esse rimangono latenti finché l’errore di un operatore non le rende manifeste. Angela Peghetti 9 Esistono due approcci Verso il comportamento umano Riduzione della variabilità inappropriata dei comportamenti. Gli sforzi sono tesi al miglioramento delle conoscenze e della formazione individuale. Verso le condizioni nelle quali accade l’errore Angela Peghetti Il fallimento di sistema viene trattato considerando i problemi nascosti e profondi ed è volto ad una rimodellizzazione dei processi. 10 Cambio di paradigma L’errore non è più fonte di biasimo. L’errore è la fonte di apprendimento per evitare il ripetersi delle circostanze che hanno portato a sbagliare. Angela Peghetti 11 Definizione di rischio clinico Il rischio clinico è la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi “danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte”. (Kohn, IOM 1999) Angela Peghetti 12 Clinical Risk Management Gestione del rischio clinico consistente: Nella conoscenza dei rischi di eventi indesiderati. Nella progettazione di misure organizzative in grado di prevenire il verificarsi di eventi indesiderati. Nella progettazione di organizzazioni sicure. Angela Peghetti 13 Monitoraggio delle misure messe in atto per la prevenzione dell’errore Il risk management efficace Sistemi di report, revisione delle cartelle, utilizzo di indicatori Conoscenza ed analisi dell’errore Root causes analysis, analisi di processo, Failure mode and Effect Analysis (FMEA) Individuazione e correzione delle cause di errore Implementazione e sostegno attivo delle soluzioni proposte Deve essere articolato e comprendere tutte le aree in cui l’errore si può manifestare nell’interezza del processo clinico assistenziale del paziente Angela Peghetti 14 Epidemiologia e costi Angela Peghetti 15 Dimensione del fenomeno Harvard Medical Practice Study To err is Human Australia New Zeland UK Eventi avversi (EA) 3.7% 4% 16.6% 12.9% 10.6% Eventi avversi prevenibili sul totale degli EA 58% 53% 53% 35% 47% Mortalità sul totale degli EA 13.6% 6.6% 4.9% <15% 8% Spesa Miliardi/anno $ 37.6 $ 17 su EA prevenibili $ 4.7 Fonte Kohn et al.; Wilson et al.; Leape et al.; New 1999; Med J Aust; Engl J Med; 1991; 370-84 Institute of Medicine 1995; 163:158-71 Davis et al.; 2001; Ministry of Health Vincent et al.; BMJ; 2001; 322: 517-19 Angela Peghetti 16 Dimensione del fenomeno 1117,215 2353,714 C. Vincent 2005 Angela Peghetti 17 Dimensione del fenomeno: i danni ai pazienti Angela Peghetti 18 Italia: principali aree di riferimento dei sospetti errori (%) AREA Ortopedia/Traumatologia Oncologia Ostetricia/Ginecologia Chirurgia generale Odontoiatria Oculistica Malattie s. circolatorio Chirurgia cardiovascolare Otorinolaringoiatria Medicina generale Chirurgia estetica 2002 2003 2004 17,9 13,4 12,6 11,9 5,4 5,3 5,2 4,9 3,3 3,9 3,3 16,5 13,0 10,8 10,6 6,5 6,4 5,0 4,6 3,5 3,4 3,1 16,3 12,9 11,1 10,8 6,5 5,9 4,8 4,6 3,6 3,5 3,0 Fonte: Tribunale per i diritti del malato Angela Peghetti 19 In Emilia Romagna: Angela Peghetti 20 Angela Peghetti Dati 2004 21 Angela Peghetti 22 Angela Peghetti 23 Costi 260 milioni di costi annui dovuti al prolungamento delle degenze a seguito di errori o eventi avversi. 175 milioni per la raccolta annua di premi di assicurazione riferiti all’ambito sanitario. 413 milioni i risarcimenti pagati a seguito delle cause intentate nei confronti di medici e ospedali. * Dati espressi in Euro Salute inchiesta 2003 Angela Peghetti 24 Lesioni da pressione: i costi Advances in skin and wound care La problematica del wound care negli Stati Uniti, ha assorbito nel 2000 oltre il 5% delle risorse sanitarie di Medicare e Medicaid (Advances in Skin & Wound care vol. 3 N°5 ) COSTI - dati per Paziente 400-4000 € (GB) per paz. Per 4 mesi di trattamento con bendaggi e medicazioni (Harkiss 1985) 4000 € (GB) per ulcera (durata media 21 mesi) (Moffatt 1989) 8000 € (GB) per paziente per 3 mesi di trattamento convenzionale (Freak 1995) 10000 € per Paziente con ulcere degli arti inferiori (stima Nelzen 2000) Costi Un recente studio inglese ha stimato che il costo degli Eventi ammonterebbe avversi da a miliardi 0,8 farmaci di (ADE) dollari, approssimativamente 1,5% del bilancio annuale del sistema sanitario britannico. Audit Commition, 2001 Angela Peghetti 27 Costi Gli autori del rapporto commentano che “il problema è che nessuno conosce la reale entità del problema”; solo uno fra gli ospedali visitati aveva un sistema per la rilevazione. John Ovretveit, 2004 Angela Peghetti 28 …eventi avversi da farmaci (ADE) i dati suggeriscono che un ospedale avrebbe notevoli margini di risparmio implementando progetti per ridurre gli eventi avversi legati all’uso degli analgesici (che costituiscono circa il 30% degli ADE) e antibiotici (che costituiscono circa il 24% degli ADE), probabilmente migliorando il sistema per ordinare i farmaci (56% degli errori) e per somministrarli (34% degli errori). Bates et al.,1995 Angela Peghetti 29 Esempi di costi conseguenti ad eventi avversi Provost et al, Jama 2003 Un’ infezione postoperatoria “costa” 10,89 giorni aggiuntivi di ricovero rischio di mortalità del 21,96% costo aggiuntivo di 57.727 US$ Una deiscenza di ferita “costa” 9,42 giornate aggiuntive di ricovero rischio di mortalità del 9,63% costo aggiuntivo di 40.323 US$ Angela Peghetti 30 Il Glossario Angela Peghetti 31 Quasi evento (Near miss) Ogni accadimento che avrebbe potuto, ma non ha per fortuna o abilità di gestione, originato un evento. (es. Pavimento bagnato/ preparazione di un farmaco sbagliato ma non somministrato/ trascrizione di un valore glicemico sulla scheda di un altro paziente ma intercettato, ecc.). Angela Peghetti 32 Evento (Incident) Ogni accadimento che ha causato danno, o ne aveva la potenzialità, nei riguardi di un paziente, visitatore od operatore, Ovvero ogni evento che riguarda il malfunzionamento, il danneggiamento o la perdita di attrezzature o proprietà, Ovvero ogni evento che potrebbe dar luogo a contenzioso. Angela Peghetti 33 Incidente (Accident) Accadimento imprevisto e sfavorevole, causativo di un danno (evento avverso) per l’utente/cittadino/ paziente o per l’operatore sanitario (es. cadute, inesatta/ritardata/omessa procedura diagnostica, terapeutica, chirurgica ecc. che causano danni lievi, disabilità, morte.) Angela Peghetti 34 Evento avverso da farmaci (adverse drug event, ADE) Evento avverso conseguente all’uso di farmaci Esempi: -anafilassi alla penicillina -emorragia da eparina -insufficienza renale da aminoglicosidi -agranulocitosi da cloramfenicolo Un ADE non rappresenta necessariamente negligenza od errore. Può rappresentare negligenza od errore se l’ADE era prevedibile (anafilassi alla penicillina in paziente con segnalata allergia alla penicillina). Angela Peghetti 35 Evento sentinella Un evento con esiti particolarmente gravi (morte, danno grave), con dinamica ripetitiva che è indizio (ma non prova, che viene definita dall’analisi dell’evento) di gravi disfunzioni nella catena della sicurezza del paziente Esempio: - chirurgia sul lato sbagliato - polmonite da ventilatore - strangolamento da spondine - decesso da polmonite (necrotizzante, lipoidea) causata da utilizzo di SNG erroneamente posizionato nel polmone Angela Peghetti 36 Angela Peghetti 37 A cura di ASR Emilia-Romagna Classificazione degli errori Angela Peghetti 38 Angela Peghetti 39 Classificazione degli errori In relazione al tipo Organizzativi/latent failure In relazione alla causa Umani/active failure Slips Lapses Mistakes Violazioni In relazione alla azione Angela Peghetti Ruled-based Knowledgebased di commissione di omissione 40 Caratteristiche degli Active Failure Sono atti commessi\omessi da chi è in diretto contatto con il paziente che: Infrangono le barriere. Hanno effetti diretti puntuali. Sono visibili e apparentemente facili da imputare. Angela Peghetti 41 Tre tipologie di comportamento umano (Rasmussen, 1987) Skill based behaviour: comportamento automatico in presenza di uno stimolo. Si acquisisce con l’esperienza. Ruled based behaviour: comportamento conforme ad una regola definita come la migliore in una situazione. Il soggetto sceglie la regola da applicare. Angela Peghetti 42 Tre tipologie di comportamento umano (Rasmussen, 1987) Knowledge based behaviour: a fronte di una situazione sconosciuta, si identifica la strategia per farvi fronte. Richiede un complesso processo mentale che dalle conoscenze possedute, permette l’elaborazione di un piano per raggiungere gli obiettivi. Angela Peghetti 43 I tre comportamenti si acquisiscono in sequenza Errore Skill-based behaviour Reazione automatica ad uno stimolo Ruled-based behaviour Scelta di una norma/regola adeguata Knowledge-based behaviour Pianificazione di una strategia di azione Angela Peghetti 44 Le cause di errore (active failure) Interpretazione errata di uno stimolo Scelta di una norma non adeguata Pianificazione di una strategia non adatta Angela Peghetti 45 Errore Errore (Reason, 1990) è il fallimento del raggiungimento di un obiettivo desiderato, per difetto di progettazione o di esecuzione, che non può essere attribuito al caso, e perciò è potenzialmente prevenibile. L’errore è connaturato alla natura umana e quindi è inevitabile. Il rischio, pertanto può essere minimizzato ma non eliminato. Angela Peghetti 46 Tipologia di errori (active failure) Errori di esecuzione che si verificano a livello di abilità (slips). Errori d’esecuzione provocati da un fallimento della memoria (lapses). Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione (mistakes). Ruled-based. Knowledge-based. Violazioni. Angela Peghetti 47 Errori di esecuzione che si verificano a livello di abilità (slips) Azioni che vengono eseguite in modo diverso da quanto pianificato: il soggetto sa come dovrebbe eseguire un compito, ma non lo fa, oppure, inavvertitamente lo esegue in maniera non corretta. Es: contaminazione dei guanti sterili durante una procedura asettica, per svolgimento di una manovra scorretta o contaminazione accidentale. Angela Peghetti 48 Errori d’esecuzione provocati da un fallimento della memoria (lapses) L’azione ha un risultato diverso da quello desiderato a causa di un fallimento della memoria. ES. eseguire l’antisepsi della cute del paziente con Betadine, dimenticando che egli è allergico allo iodio. Angela Peghetti 49 Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione (mistakes) Errori che si sviluppano durante i processi di pianificazione delle strategie: l’obiettivo non viene raggiunto perché le tattiche ed i mezzi attuati per raggiungerlo non lo permettono. (es. diagnosi sbagliata) Angela Peghetti 50 Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione (mistakes) Ruled-based – è stata applicata una regola o procedura non utile per il raggiungimento di quell’obiettivo o si esegue una violazione delle regole prestabilite. (es. non esecuzione profilassi antibiotica) Angela Peghetti 51 Errori non commessi durante l’esecuzione pratica dell’azione (mistakes) Knowledge-based - i percorsi d’azione ideati non sono adeguati a causa della carenza di conoscenze, indipendentemente dalla corretta esecuzione delle azioni. (es. sospensione improvvisa del cortisone) Angela Peghetti 52 Violazioni Azioni che vengono eseguite, anche se formalmente ciò è impedito da un regolamento, una direttiva, ecc. ES. incapucciamento dell’ago usato; posizionamento della trasfusione da parte dell’infermiere senza la presenza del medico. Angela Peghetti 53 Modalità di classificazione degli errori Categorie generali: Errori di commissione: errori dovuti all’esecuzione di atti medici o assistenziali non dovuti o praticati in modo scorretto. Errori di omissione: errori dovuti alla mancata esecuzione di atti medici ed assistenziali ritenuti, in base alle conoscenze ed alle esperienze professionali, necessari per la cura del paziente. Angela Peghetti 54 Categorie per tipo di errore Errore umano: Slips. Lapses. Mistakes. Violazioni: deviazioni da procedure sicure, standard o regole. Errori organizzativi: errori dovuti all’organizzazione del lavoro, alla emergenze, pianificazione alla della disponibilità gestione ed delle accessibilità d’apparecchiature sanitarie e/o di supporto. Angela Peghetti 55 Alcune categorie specifiche Errore nell’uso di farmaci: Errori di prescrizione, preparazione, trascrizione, distribuzione, somministrazione, monitoraggio. Ma di chi è la colpa? Angela Peghetti 56 Angela Peghetti 57 Angela Peghetti 58 Angela Peghetti 59 Angela Peghetti 60 Alcune categorie specifiche Errore chirurgico: Corpi estranei nel focolaio chirurgico; Intervento su parte o lato del corpo sbagliata; Esecuzione di chirurgia impropria; Chirurgia non necessaria; Gestione non corretta del paziente chirurgico. Angela Peghetti 61 Alcune categorie specifiche Errore nell’uso di apparecchiature. Malfunzionamento dovuto a problemi tecnici di fabbricazione (non causati dall’utilizzatore). Malfunzionamento dovuto all’utilizzatore (manutenzione, impostazione, altri errori d’uso). Uso in condizioni non appropriate. Angela Peghetti 62 Alcune categorie specifiche Errore nell’uso di apparecchiature. Manutenzione inadeguata. Istruzioni inadeguate. Pulizia non corretta. Utilizzo oltre i limiti di durata prevista. Angela Peghetti 63 Angela Peghetti 64 Alcune categorie specifiche Esami o procedure diagnostiche: Non eseguite. Programmate ma non eseguite. Eseguite in modo inadeguato o scorretto. Eseguite appropriatamente ma su pazienti sbagliati. Non appropriate. Angela Peghetti 65 Alcune categorie specifiche Errori di tempistica: Ritardo nel trattamento farmacologico. Ritardo nell’esecuzione dell’intervento chirurgico. Ritardo nella diagnosi. Altri ritardi gestionali/logistici. Angela Peghetti 66 Errore umano ed errore organizzativo Angela Peghetti 67 Errore Reason (1990) distingue tra: errori attivi (active failure), provocano conseguenze immediate; errori latenti (latent failure), tutti i difetti che restano silenti nel sistema finché un evento scatenante non li renderà manifesti. . L’errore è una, non l’unica causa di incidente, l’ultimo anello della catena dei fattori contribuenti Angela Peghetti 68 Errori attivi e Errori latenti I primi (errori attivi), sono rappresentati dagli errori che determinano immediate conseguenze. I secondi (errori latenti), sono gli errori che restano silenti nel sistema fino all’insorgenza di eventi scatenanti, che determinano danni più o meno gravi. Angela Peghetti 69 Errori attivi e Errori latenti Perché si verifichi il danno occorre che sussistano le condizioni per cui l’errore superi tutte le barriere di sicurezza tecniche e organizzative predisposte all’interno della struttura per contenere gli effetti di possibili errori. Angela Peghetti 70 Teoria degli errori latenti (Reason, 2000, 2001) Angela Peghetti 71 Teoria degli errori latenti (Reason, 2000, 2001) I buchi sono sia causati da errori attivi (slips e lapses) che da errori latenti (mistakes). Per fare in modo che non si verifichino incidenti occorre che l’organizzazione realizzi barriere, influendo sulle criticità latenti, sulle quali gli errori attivi si innescano. Angela Peghetti 72 Teoria degli errori latenti (Reason, 2000, 2001) Gli incidenti che si verificano sono solo la punta dell’iceberg: a fronte di un incidente, che ha avuto luogo, ce ne sono molti altri che non sono avventi solo perché l’operatore ha impedito che accadesse (near miss events). Nashef, 2003 Il verificarsi di un incidente è quindi la concatenazione di eventi che hanno superato le difese messe in atto. Angela Peghetti 73 Cause immediate e sottostanti Fattori legati al paziente/individuali/ team/ambientali Cause immediate Cause sottostanti Fattori organizzativi gestionali Cause profonde Angela Peghetti 74 Il Modello di Reason LATENT FAILURE Strategiche favoriscono l’errore Processi Condizioni che organizzativi favoriscono ecc. le violazioni Organizzazione Ambiente di lavoro Angela Peghetti Errori Violazioni Difese Condizioni che Difese Decisioni ACTIVE FAILURE Persone 75 Un esempio: le infezioni chirurgiche Condizioni latenti (latent failures) Modelli di cura Modelli assistenziali Decisioni gestionali/ economiche Azioni/ Condizioni di lavoro Gestione personale: -carichi lavoro -qualificazione -supervisione Gestione organizzativa: - strutture - logistica - integrazione - comunicaz. Omissioni (active failures) Inappropriato uso antibiotici Mancata somministr. antibiotico Omissione lavaggio mani Angela Peghetti Barriere/ difese SOFT Procedure Protocolli Linee guida ---------- INFEZIONI CHIRURGICHE HARD Dispositivi protezione ---------- 76 Importanza del modello di Reason per la gestione del rischio Superamento dei concetti di “colpa” ed “errore” per l’utilizzo gestionale delle informazioni derivate dallo studio dell’“incidente”. Angela Peghetti 77 Angela Peghetti 78 Importanza del modello di Reason per la gestione del rischio Individuazione delle “cause - radice” degli eventi (tecniche varie) per la prevenzione degli stessi. Angela Peghetti 79 I Fattori di rischio Contesto istituzionale. Fattori gestionali e organizzativi. Condizioni di lavoro. Fattori legati ai compiti. Fattori legati al team di lavoro. Fattori individuali. Caratteristiche del paziente. Angela Peghetti 80 Contesto istituzionale • Contesto economico e delle regole del SSN Fattori gestionali e organizzativi • Risorse e vincoli finanziari • Politiche, standard ed obiettivi • Cultura della sicurezza e delle priorità Angela Peghetti 81 Angela Peghetti 82 Angela Peghetti 83 Fattori legati ai compiti • Progettazione e chiarezza strutturale del compito. • Disponibilità ed utilizzo delle procedure. • Disponibilità ed accuratezza dei risultati dei test. I compiti specifici possono essere variamente connessi con le probabilità di errore. L’identificazione e la modifica dei compiti che maggiormente possono generare errori rappresentano una tappa essenziale nel risk management. Angela Peghetti 84 Condizioni di lavoro • Dotazioni di personale e mix delle competenze. • Carichi di lavoro e modalità di turnazione. • Progettazione, disponibilità e manutenzione delle attrezzature. • Supporto amministrativo e gestionale. Fattori individuali • Conoscenze ed abilità. • Motivazione. • Salute fisica e mentale. Angela Peghetti 85 Angela Peghetti 86 Fattori legati al team di lavoro • Comunicazione verbale. • Comunicazione scritta. • Supervisione ed opportunità di aiuto. • Struttura del team. Caratteristiche del paziente • Condizioni (complessità e gravità). • Barriere linguistiche e di comunicazione. • Personalità e fattori sociali. Angela Peghetti 87 Il processo e gli strumenti di risk management Angela Peghetti 88 La sicurezza del paziente Prevenzione: capacità di progettare e gestire le organizzazioni in grado di ridurre la probabilità che si verifichino errori. Protezione: capacità di recuperare e contenere gli effetti degli errori che comunque si verificano. Angela Peghetti 89 Fasi del Processo di Gestione del Rischio Il p r ocesso di gesti o ne del rischio Identificazione del rischio IDENTIFICAZIONE Analisi del rischio ANALISI E VALUTAZIONE Trattamento del rischio TRATTAMENTO Monitoraggio M O N I T O R A G G I O 85 Angela Peghetti 90 Gli approcci per la gestione del rischio Analisi reattiva: Sequenza incidentale Percorso di analisi è Errore attivo successiva dell’incidente al e verificarsi si realizza analizzando l’incidente. Fattori del posto di lavoro Analisi proattiva: analizza Fattori organizzativi lantenti Reason 1991 i processi che costituiscono l’attività al fine di individuare ed eliminare le criticità di sistema prima che si verifichino. Angela Peghetti 91 Analisi reattiva Angela Peghetti 92 Gli approcci reattivi comprendono: Incident reporting. Utilizzo dei dati amministrativi ed informativi. Indizi. Review. Root causes analysiss. Angela Peghetti 93 Incident reporting Raccolta volontaria di schede anonime per la segnalazione degli eventi avversi. Le schede sono standardizzate. Devono essere compilate in presenza di: eventi avversi, incidenti, near missess. • Essendo molti, consentono di avere molte più informazioni degli eventi avversi; •Non comportano coinvolgimento emotivo e sono “gratuiti”; •Consentono l’anonimato e quindi favoriscono il reporting; •Consentono di imparare prima che avvengano incidenti gravi; •Possono costituire un barometro per i rischi più seri. Angela Peghetti 94 La Scheda (prima parte) elementi “anagrafici” dove, quando, a chi, è occorso l’evento elementi “oggettivi descrittivi” descrizione, classificazione evento, fattori contribuenti Angela Peghetti 95 La Scheda (seconda parte) elementi di valutazione dell’evento stima esito evento stima rischio futuro incremento dei costi attività intraprese lezioni apprese Angela Peghetti 96 Il percorso della scheda Operatori (segnalano gli eventi compilando la scheda) Responsabile UO (valuta l’esito e il rischio futuro degli eventi) Gestione del caso Analisi delle cause e proposte di miglioramento (GRUPPO DI RISK MANAGEMENT AZIENDALE ) Referente di Risk management aziendale (classifica gli eventi per tipologia e cause li registra nel database) ASR-RER (invia report aggregati alle Aziende/ Case di cura) Angela Peghetti 97 Tipologia degli eventi INESATEZZA/ INADEGUATEZZA • di paziente • di lato/sede •di diagnosi • di terapia • chirurgica • di prestazione assistenz. OMISSIONE RITARDO ALTRI EVENTI • di diagnosi • di diagnosi • infezione • di terapia • di terapia • caduta • chirurgica • chirurgico • di prestazione assistenz. • di prestazione assistenz. • lesione da decubito •di prescr./somm. farmaco •di prescr./somm. farmaco • danno da malfunzion. dispositivi/ apparecchiature •allontanamento da struttura •di prescr./somm. farmaco •eteroaggressiv. Angela Peghetti 98 Il Database Angela Peghetti 99 Angela Peghetti 100 La sperimentazione regionale dell’Incident reporting in Emilia Romagna Angela Peghetti 101 1. 2. 3. Strumenti Scheda di segnalazione (form australiano modificato) Database regionale su rete INTERNET per la registrazione degli eventi Classificazione eventi della tipologia Sperimentazione pilota 39 U.O. di 5 aziende (rilevazione trimestrale) degli sanitarie In corso 45 blocchi operatori (incidenti in anestesia) 43 case di cura private (incidenti in ambito assistenziale) Angela Peghetti 102 La sperimentazione pilota: quanto e dove 140 133 n. 403 segnalazioni in 3 mesi 120 67% 100 85 80 60 53 40 20 19 15 13 12 10 9 9 9 8 8 6 5 4 3 2 0 0 0 Angela Peghetti 103 0 Esiti degli eventi 119 102 67 39 14 11 1 3 livello 1 livello 2 livello 3 livello 4 livello 5 livello 6 livello 7 livello 8 80,9% GRAVITA’ ESITO EVENTO LIVELLO ESITO % Esito severo Livello 8 0.8 Esito significativo Livello 7 0.3 Esito tra moderato e significativo Livello 6 3.1 Esito moderato Livello 5 3.9 Esito minore Evento occorso/nessun danno Evento intercettato Livello 4 11.0 Livello 3 28.6 Livello 2 33.4 Situazione pericolosa Livello 1 18.9 Totale 100.0 104 Angela Peghetti Incident reporting Mediante esso si raccolgono le informazioni utili per tracciare il percorso che ha permesso il verificarsi dell’evento: Luogo, persone coinvolte, chi ha individuato l’evento, tipologia delle prestazioni fornite al momento dell’errore (routine o emergenza), gravità dell’evento (grave: morte o danni/incapacità permanenti; Medito: invalidità temporanea e cospicuo prolungamento della degenza; Lieve: disturbi temporanei e limitati). Angela Peghetti 105 Incident reporting Possibili cause (umane: distrazione, stanchezza, stress, ecc; Organizzativi: comunicazione, procedure, trasporto; Tecnologici: cattivo funzionamento, uso sconosciuto, ecc; infrastrutturali: impianti, spazio insufficiente, rumore, temperatura, ecc.). Angela Peghetti 106 Le segnalazioni Obbligatorie (definite per legge o mediante farmaco vigilanza). Volontarie confidenziali). (utili In per alcuni fornire sistemi informazioni di incident reporting, chi fa la segnalazione è tutelato da un punto di vista legale. Angela Peghetti 107 Utilizzo dei dati amministrativi ed informativi Mortalità intraospedaliera Scheda Istat, riscontri autoptici, SDO Mortalità perinatale Scheda Istat, SDO, Certificato di assistenza al parto (CEDAP) Eventi materno infantili CEDAP e registro del parto Complicanze intraospedaliere SDO, registro del parto, informazioni provenienti dalla microbiologia o dalla farmacia ospedaliera Angela Peghetti 108 Utilizzo dei dati amministrativi ed informativi Eventi intraoperatori Verbale intraoperatorio: complicanze, reinterventi informativi sulle Segnalazioni di guasti alle Report apparecchiature fornite dalle UO apparecchiature elettromedicali Analisi dei reclami dei pazienti Reclami Cause di responsabilità civile, gestite Responsabilità civile dalla azienda Rilevazione infettive delle malattie Analisi derivabili dai flussi interni ed obbligatori di denunce Angela Peghetti 109 Indizi: analisi delle cartelle Triggers rilevati all’interno delle cartelle, che possono indicare la presenza di errori. Altri indizi sono rappresentati dal verificarsi delle seguenti situazioni: Uso di antidoti. Alterazioni bioumorali. Dosaggi ematici di farmaci. La reale presenza di errori viene lasciata alla valutazione di esperti. Angela Peghetti 110 Review Gli studi sul rischio utilizzano questa tecnica: Definizione del campione rappresentativo. Scelta randomizzata delle cartelle. Revisione delle cartelle da parte di due infermieri, in relazione alla presenza di 18 indicatori. Angela Peghetti 111 Review Seconda analisi delle cartelle, in cui si è individuato almeno un indicatore, da parte di due medici e valutazione della presenza di errore e della sua prevedibilità. La comparazione difficoltosa. Angela Peghetti dei risultati è 112 Root Causes Analysis Analisi che a partire dal riscontro di un errore, ne ricerca le cause attraverso un metodo induttivo, mediante domande che ne esplorano il perché di ogni azione e di ogni sua possibile deviazione. Angela Peghetti 113 Root Causes Analysis La RCA si focalizza prima sulle cause di sistema e sui processi, quindi su quelle legate al personale: ad ogni errore umano si associano fattori latenti, legati all’organizzazione o al sistema. L’analisi delle cause deve identificare i cambiamenti necessari per evitare il ripetersi dell’evento. Angela Peghetti 114 Root Causes Analysis Può realizzarsi mediante: Diagramma a spina di pesce. I 5 perché. La mappa dei processi. Angela Peghetti 115 Diagramma a spina di pesce Causa primaria Problema o evento Causa primaria Causa primaria Causa secondaria Causa terziaria Causa primaria Causa primaria Causa primaria A seguito dell’individuazione di un evento, vengono dettagliate in sequenza le cause primarie, secondarie e terziarie. Questo tipo di analisi si presta alla valutazione di eventi in cui è possibile definire la sequenza temporale e organizzativa. Per ogni evento si identificano le cause primarie che hanno causato l’evento, le cause secondarie e terziarie, che vi hanno concorso. L’analisi termina quando non sono individuabili ulteriori cause. Angela Peghetti 116 I 5 perché Perché il medico ha sbagliato? Perché non ha prestato attenzione ad una parte importante del problema. tecnicaadpuò usatadel per Perché non haQuesta prestato attenzione una essere parte importante problema? Perché era stanco. approfondire il ragionamento del gruppo Perché era stanco? Perchéoltre si stavalaoccupando di due pazienti prima contemporaneamente causa ovvia. Aiuta inoltree non a aveva molta esperienza. definire problema la situazione Perché è successo? Non ilpoteva chiederee aiuto? Era troppo da inesperto per poter essere assegnato a questo lavoro? sottoporre ad analisi. Nella sua costruzione Il medico di turno più anziano non gradisce essere disturbato di notte ed il medico coinvolto era troppo utile inesperto per il caso che doveva gestire. può essere scrivere una serie di Esistono procedure che regolano il livello di training ed esperienza che i perché, che può terminare quando il gruppo medici devono raggiungere prima di essere assegnati a determinati compiti? Nei fatti no. si ritiene soddisfatto Angela Peghetti 117 Mappa dei processi È particolarmente utile nei casi complessi in cui agiscono molte variabili ed organizzazioni trasversali. È utile per identificare i fattori che stanno alla base del verificarsi di un evento avverso. Avviene secondo tre fasi. Angela Peghetti 118 Che cosa è successo? Quali sono i dettagli dell’evento? (descrizione) Evento sentinella Quando è avvenuto? (data, ora) Dove è avvenuto? (struttura) Angela Peghetti 119 Perché è successo? Quali sono i fattori più direttamente collegati all’evento? Processo o Quali sono le fasi del processo? (diagramma di attività in cui si è flusso) verificato Quali fasi del processo sono coinvolte o hanno contribuito all’evento? Fattori umani Quali sono stati i fattori umani rilevanti nella determinazione dell’esito (o l’evento)? Fattori legati alla Come il funzionamento della strumentazione ha strumentazione influenzato l’esito (o l’evento)? Angela Peghetti 120 Perché è successo? Quali sono i fattori più direttamente collegati all’evento? Fattori ambientali controllabili Quali sono i fattori che hanno direttamente influenzato l’esito (o l’evento)? Fattori esterni Ci sono fattori realmente al di fuori del controllo non controllabili dell’organizzazione? Altro Ci sono fattori che hanno direttamente influenzato l’esito (o l’evento)? Quali altre strutture sono coinvolte? Angela Peghetti 121 Perché è successo? Quali sistemi e processi sono alla base dei fattori più direttamente collegati all’evento? Risorse umane Il personale sanitario e/o tecnico è qualificato e competente per le funzioni che svolge? L’attuale dotazione di personale quanto si avvicina allo standard ideale? Quali sono i piani per affrontare situazioni in cui si potrebbe verificare una riduzione del personale? Gestione della informazione Qual è il grado di disponibilità, accuratezza e completezza di tutte le informazioni quando si rendono necessarie? Quanto è adeguata la comunicazione tra il personale delle aree/servizi coivolti? Angela Peghetti 122 Perché è successo? Quali sistemi e processi sono alla base dei fattori più direttamente collegati all’evento? Gestione delle Quanto sono appropriate le condizioni condizioni ambientali, fisiche per i processi assistenziali che ambientali vi si svolgono? Quali sistemi di identificazione del rischio ambientale sono attivati? Quali modalità di risposta a emergenza o varie sono state pianificate e testate? Angela Peghetti 123 Perché è successo? Quali sistemi e processi sono alla base dei fattori più direttamente collegati all’evento? Dirigenza, Esiste un orientamento positivo leadeship, identificazione e riduzione dei rischi? cultura condivisa Promozione della comunicazione alla Quali sono le barriere che si oppongono alla comunicazione dei potenziali fattori di rischio? Angela Peghetti 124 Perché è successo? Quali sistemi e processi sono alla base dei fattori più direttamente collegati all’evento? Comunicazione Con quale enfasi viene comunicata chiara delle la priorità della prevenzione degli priorità eventi avversi? Fattori non Cosa può essere fatto per controllabili proteggersi dagli effetti di fattori non controllabili? Angela Peghetti 125 Analisi proattiva Angela Peghetti 126 Analisi proattiva Consiste nell’analisi del processo nelle sue fasi, al fine di individuare le sue criticità di sistema ed i possibili ambiti di errore umano, al fine di porvi un tempestivo rimedio. Angela Peghetti 127 Analisi proattiva Utilizza l’analisi di processo, in cui esso viene scomposto in macroattività ed in compiti. Per ognuno di essi si cercano di individuare i possibili errori, le modalità di errori, che vengono valutate quantitativamente al fine di identificare il rischio associato ad ognuna. Angela Peghetti 128 Il rischio Il rischio viene considerato come la misura della potenzialità di danno di un generico evento pericoloso e viene espresso come prodotto della probabilità di accadimento dell’evento (P) per la gravità del danno associato (D). Angela Peghetti 129 Fasi dell’analisi e valutazione del rischio 1. Analisi dei processi e delle attività: descrizione sistematica dello svolgimento delle attività di cura. 2. Identificazione delle situazioni pericolose. Angela Peghetti 130 Fasi dell’analisi e valutazione del rischio 3. Stima della probabilità di occorrenza dell’errore e della gravità del danno, in modo quantitativo o qualitativo. 4. Valutazione del grado di accettabilità del rischio Angela Peghetti 131 Strumenti per l’analisi del processo Esistono diversi strumenti per realizzare l’analisi del rischio. La regione Emilia Romagna ha adottato la FMEA: Failure Mode Effects and Criticality Analysis, cioè analisi critivca dei modi di guasto/erroree dei loro effetti. Angela Peghetti 132 Trattamento del rischio Accettazione del rischio. Il processo di gestione del rischio Rimozione. Trasferimento del rischio. Riduzione, minimizzazione del rischio. IDENTIFICAZIONE ANALISI E VALUTAZIONE TRATTAMENTO M O N I T O R A G G I O 85 Angela Peghetti 133 Riduzione, minimizzazione del rischio Miglioramenti fisici agli impianti, attrezzature. Organizzazione più adeguata. Revisione delle procedure. Formazione e qualificazione del personale. Angela Peghetti 134 Riduzione, minimizzazione del rischio La costruzione e il mantenimento di una cultura della sicurezza. Moltiplicazione dei controlli o dei controlli incrociati. Ottimizzazione del sistema informativo, (uso di liste di controllo, protocolli, procedure scritte). Angela Peghetti 135 Monitoraggio È volto al mantenimento Il processo di gestione del rischio del risultato ottenuto e si IDENTIFICAZIONE realizza mediante l’identificazione di ANALISI E VALUTAZIONE indicatori e lo svolgimento dell’audit. TRATTAMENTO M O N I T O R A G G I O 85 Angela Peghetti 136 Buon lavoro! Angela Peghetti 137