SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 1 di 24 Versione 1.4 In scadenza il 27/06/2015 Allegato alla Procedura Operativa N° PO2280 Gruppo di Lavoro* Dr. Gerbi R. SOC PP.OO.RR. Rivetti D. SOC SISP REDAZIONE: APPROVAZIONE: EMISSIONE: Gruppo di Lavoro* Cognome/Nome Arrabito Rosario Bergese Bogliolo Patrizia Bona Roberto Bosco Edda Bosso Giuseppina Bruno Tiziana Ciaceri Donatella Dini Nicola Fanzago Elisabetta Ghelardi Paolo Gianotto Giorgio Graziano Efrem Manuela Marchese Giuseppina Martino Luisella Mesto Anna Novelli Maria Teresa Pozzebon Mirella Roasio Agostino Scienza Federico Valle Mauro Ente ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT ASL AT Ruolo CPSI Sale Operatorie, Anestesia RAD Chirurgia, Materno infantile Dir. Med. SOC Chirurgia Generale Dir. Med. Anestesia e Rianimazione CPSE Sale Operatorie RAD referente aree ospedaliere Dir. Med. SOC PP.OO.RR. CPSI Sale Operatorie Dir. Med. Anestesia e Rianimazione Dir. Med. Risk Management Dir. Med. SOC SIMT Dir. Med. SOC Urologia CPSI CIO Dir. Med. SOC PP.OO.RR. Dir. Med. Risk Management Dir. Med. Anestesia e Rianimazione CPSI CIO Dir. Med. Anestesia e Rianimazione Dir. Med. SOC PP.OO.RR. Dir. Med. SOC Malattie Infettive Recapito (Tel/e-mail) 5300 8106 8201 5202 5300 8321 6200 5300 5202 4444 5400 9201 6207 3211 4901 5202 6206 5202 6200 6400 AGGIORNAMENTI E REVISIONI DEL DOCUMENTO N° Sezione IO0000 Pagina Data Descrizione 10/06/2014 Redazione; prima edizione IO-Ob05-2014-06-10-VD01 Avviso Le indicazioni sulla diagnosi e terapia della IPERTERMIA MALIGNA sono alle pagine 16 e 17 Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 1 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 1 Scopo 2 Generalità 3 Aree di applicazione 4 Personale presente in Sala Operatoria 5 Il contesto anestesiologico 6 Possibili eventi in corso di atto chirurgico 7 Conduzione anestesiologica in Sala Operatoria 8 Atti preliminari all’intervento chirurgico 9 Monitoraggio strumentale • • • • • • • Monitoraggio laboratoristico 11 Dotazioni di Sala Operatoria 12 Allegati • Pagina 2 di 24 Versione 1.4 In scadenza il 27/06/2015 9.1 funzioni di allarme 9.2 funzione cardiocircolatoria 9.3 funzione respiratoria (segni fisici e reperti auscultatori / ossigenazione / ventilazione / anestetici inalatori) 9.4 temperatura corporea 9.5 funzione renale 9.6 funzione neuromuscolare 9.7 funzione cerebrale 10 • • • • IO 2280.05 12.1 funzione cardiocircolatoria (PVC, PA cruenta, Swan Ganz) 12.2 funzione respiratoria (onda di polso, curva capnografica, MAC, rischi da anestetici inalatori) 12.3 temperatura corporea (sonda esofagea, >> ipertermia maligna <<) 12.4 funzione neuromuscolare (TOF) 12.5 funzione cerebrale (BIS, Potenziali evocati uditivi, rischi di awareness) 13 Flow chart 14 Matrice delle responsabilità 15 Indicatori di qualità 16 Bibliografia Avviso Le indicazioni sulla diagnosi e terapia della IPERTERMIA MALIGNA sono alle pagine 16 e 17 Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 2 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 1 IO 2280.05 Pagina 3 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 SCOPO DELLE INDICAZIONI AZIENDALI Le presenti Indicazioni Aziendali si propongono di attuare, con condotta codificata, quanto previsto dell’Obiettivo Ministeriale N°5 in un contesto di sicurezza per i Pazienti e tutela della loro salute nella delicata fase anestesiologica che ha luogo durante l’intervento chirurgico. La prevenzione degli eventi avversi correlati all’anestesia viene attuata garantendo un adeguato monitoraggio delle funzioni vitali, attraverso elevati standard tecnologici, anche se l’osservanza di questi standard non è garanzia assoluta dell’esito dell’anestesia. Per ogni équipe operatoria sono previsti un Medico Anestesista e un Infermiere di anestesia, che devono essere presenti in Sala Operatoria durante tutto l’arco dell’intervento chirurgico, a partire dalla fase preoperatoria fino al completo risveglio e stabilizzazione delle funzioni vitali, salvo il trasferimento del paziente in Recovery Room o UTI, dove verrà affidato al personale apposito, come da relative Indicazioni. Queste ultime hanno come scopo quello di fornire le informazioni e le indicazioni per la gestione del monitoraggio nel Paziente sottoposto ad anestesia generale, subaracnoidea, peridurale, combinata, locale oppure sedazione in Sala Operatoria, compatibilmente con la disponibilità strumentale, facendo riferimento agli standard di sicurezza raccomandati. Si persegue l’obiettivo di garantire che durante la fase perioperatoria venga applicato al Paziente un adeguato monitoraggio delle funzioni vitali, incidendo positivamente sulla riduzione di morbilità o mortalità anestesiacorrelate e si mira a razionalizzare ed ottimizzare l’utilizzo delle Risorse Umane, secondo competenza e specificità di ruolo nell’Area Critica. 2 GENERALITA’ Logiche di riferimento. Questo documento stabilisce i criteri di sorveglianza clinica e strumentale da impiegare nel Paziente in corso di assistenza anestesiologica e si ispira a vari documenti emessi da Società Scientifiche con revisione della letteratura sulla sicurezza in anestesia. Secondo quanto riportato nel Documento “Standard per il monitoraggio in Anestesia” del Gruppo di Studio SIAARTI per la Sicurezza in Anestesia, cui si rifà, l’elaborazione delle presenti Indicazioni soddisfa i criteri di accreditamento delle Strutture Sanitarie Nazionali, i disposti Ministeriali e le normative che governano, a livello nazionale e comunitario, la produzione e la certificazione di conformità delle apparecchiature elettromedicali. 3 AREE DI APPLICAZIONE Le presenti Indicazioni si applicano in tutti gli ambiti operativi e logistici nei quali è richiesta una prestazione professionale da parte di un Medico anestesista responsabile del processo. Tale campo contempla almeno: - anestesia generale - blocchi neuroassiali - blocchi nervosi periferici - tecniche di sedazione (MAC, Anestesia Locale Assistita). Presso l’ASL AT sono attive due Sedi in cui vengono effettuati interventi chirurgici di varia complessità: - Ospedale Cardinal Massaia di Asti, dotato sia di Blocco Operatorio, sia di Sale per la Day Surgery - Ospedale Valle Belbo di Nizza (AT), dotato di Sale Operatorie Responsabili dell’applicazione - Direttori di SOC chirurgiche - RAD Dipartimento chirurgico - CPSE di SOC chirurgiche, Sala Operatoria Destinatari - Anestesisti - Personale Infermieristico di Reparto - Personale Infermieristico del Blocco Operatorio Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 3 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 4 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Le Indicazioni Aziendali sono indirizzate in particolare agli Operatori Sanitari che gestiscono la fase operatoria (anestesia generale e/o locoregionale, atto chirurgico). I Responsabili della loro applicazione sono: i Sigg.ri Direttori di SOC delle Strutture aziendali coinvolte, i RAD e CPSE; il coinvolgimento applicativo è esteso a tutto il Personale medico ed infermieristico interessato al Processo Assistenziale che comprende le fasi preoperatoria, intraoperatoria e postoperatoria. 4 PERSONALE PRESENTE IN SALA OPERATORIA La dotazione minima di Personale medico ed infermieristico è rapportata alla tipologia e al volume degli interventi chirurgici; l’attivazione di una Sala Operatoria deve comunque prevedere almeno un Medico anestesista, due Chirurghi e due Infermieri professionali. 5 IL CONTESTO ANESTESIOLOGICO L’intervento chirurgico è reso possibile solo grazie alla presenza della funzione anestesiologica. Questa consiste nella transitoria sospensione della percezione del dolore e/o della coscienza, nonchè, laddove serva, nella paralisi muscolare. Nel primo caso si configurano atti di anestesia locale o locoregionale, nel secondo caso eventi di anestesia generale. Possono coesistere aspetti di sovrapposizione delle due tecniche con vari gradi di sedazione del Paziente associati a tecniche locali o locoregionali. Il termine anestesia è quindi usato, in genere, in modo indistinto. In realtà annovera, variamente sovrapposti, i tre elementi specifici: la narcosi o ipnosi (cioè il sonno o, meglio, il coma), l’analgesia e la paralisi (indispensabile per consentire al chirurgo di lavorare). Dunque, tre componenti separate che agiscono insieme per dare quello che poi si chiama lo «stato di operabilità». In genere con il termine anestesia si intende il raggiungimento dello stato di operabilità. Ruolo dell’anestesista. Egli stratifica il rischio anestesiologico, stabilisce un insostituibile canale informativo e verifica la raggiunta consapevolezza del Paziente in merito alle scelte terapeutiche che effettuerà; tutela l’integrità psicofisica dell’individuo nei confronti dell’aggressione chirurgica. E’ la persona di riferimento per il Paziente, interlocutore in tutte le fasi dell’intervento stesso, mediatore, interprete e custode dell’istinto all’autoconservazione. Garantisce la continua cura ed il monitoraggio delle funzioni d’organo in corso di intervento. Programma, per quanto di sua competenza, l’assistenza perioperatoria. 6 POSSIBILI EVENTI IN CORSO DI INTERVENTO Introduzione. Ogni tecnica di anestesia nel Paziente sottoposto a procedure diagnostico-terapeutiche può associarsi a rare complicanze determinate da farmaci e modalità dell’anestesia stessa, da problemi correlati alla procedura o da patologie di cui è affetto l’Ammalato. Sebbene la frequenza degli incidenti correlati all’anestesia sia notevolmente diminuita negli ultimi anni, la possibilità di un evento avverso non può essere azzerata. Anche il monitoraggio del Paziente non può prevenire ogni evento avverso, tuttavia vi è una chiara evidenza che la sua applicazione riduce il rischio di incidenti, anticipando le situazioni di criticità. La presenza continua di un Medico anestesista costituisce il fattore determinante per la sicurezza del Paziente durante l’anestesia. Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 4 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 7 IO 2280.05 Pagina 5 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 CONDUZIONE ANESTESIOLOGICA IN SALA OPERATORIA L’anestesia (generale o locoregionale) viene eseguita da un Medico qualificato con specializzazione in Anestesia e Rianimazione. Poiché durante l’anestesia si verificano modificazioni delle funzioni vitali per effetto dei farmaci impiegati, della procedura intrapresa o di patologie del Paziente, la presenza dell’Anestesista è continua. Lo stesso criterio si applica anche alle tecniche di sedazione. Nel caso in cui esista un temporaneo rischio per l’Anestesista (impiego di raggi X, radioterapia ecc.), il controllo diretto e continuo del Paziente può essere sostituito, per un breve periodo di tempo, da un controllo a distanza (presala) con possibilità di osservazione dell’Ammalato e dei parametri monitorizzati. L’Anestesista che inizia la sua attività su un Paziente, la conclude, qualora tale fase finale rientri nel suo orario di servizio. Nel caso quest’ultimo sia superato, l’Anestesista che subentra riceve adeguate informazioni relative alla condotta dell’anestesia, alla procedura diagnostico-terapeutica, ad eventuali problematiche del Paziente e alla regolazione delle apparecchiature. Si raccomanda che in cartella di anestesia venga segnalato il momento in cui avviene la sostituzione tra gli anestesisti e siano registrati i parametri del Paziente al momento della sostituzione, nonché gli eventuali accertamenti già eseguiti od in attesa di refertazione urgente. L’Anestesista deve verificare l’avvenuto controllo (di norma eseguito dal CPSI) di corretto funzionamento di tutte le apparecchiature prima del loro impiego sul Paziente (compresi i collegamenti con le fonti di alimentazione) o dopo il subentro ad altro Collega e la disponibilità di farmaci e presidi strumentali per l’emergenza. Per il controllo dell’apparecchio di anestesia, si rimanda alle indicazioni di provenienza istituzionale nazionale, regionale o aziendale, nonché alle raccomandazioni emesse da parte di società scientifiche pertinenti e, infine, alle indicazioni del costruttore. Nel caso in cui il controllo dell’apparecchio di anestesia avvenga mediante test automatico e sia eseguito da altri operatori, il Medico anestesista non è esentato da una responsabile presa d’atto del risultato di tale test. L’impiego del monitoraggio strumentale standard non è alternativo alla continua osservazione clinica del Paziente da parte dell’Anestesista. In particolari situazioni legate alla complessità dei Pazienti e/o ad uno specifico contesto chirurgico, i livelli di base del monitoraggio strumentale potranno essere integrati da altre metodiche, secondo il giudizio dell’Anestesista responsabile. Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 5 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 6 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Si raccomanda che gli specifici standard di monitoraggio impiegati durante anestesia generale, loco-regionale o sedazione, vengano applicati in tutte le aree dove tali metodiche vengono eseguite. 8 ATTI PRELIMINARI Quanto descritto nella presente Sezione fa riferimento ai contenuti di altre Procedure Aziendali, soddisfatti a mezzo della compilazione della Check List, cui si rimanda: - Accoglienza nel Blocco Operatorio Verifica identità del Paziente (Obiettivo Ministeriale N°1) Verifica completezza documentale e dei consensi Verifica idoneità all’intervento Verifica sito chirurgico (Obiettivo Ministeriale N°1) Verifica del digiuno preoperatorio Digiuno preoperatorio L’Anestesista, congiuntamente all’Infermiere di Anestesia, accerta che siano stati rispettati i seguenti intervalli di tempo: - Dopo pasto regolare: 8 ore - Dopo pasto leggero: 6 ore - Dopo liquidi chiari: 2 ore Per i Pazienti con reflusso è opportuno diminuire la secrezione acida e prevenire eventuali rigurgiti all’induzione. Particolare attenzione va riservata ai Tagli Cesarei ed ai casi di subocclusione od occlusione intestinale. Controllo apparecchiature di ventilazione L’Infermiere di Anestesia verifica quotidianamente al momento della prima accensione il corretto funzionamento delle macchine di anestesia, secondo la procedura Aziendale “Controlli e verifiche periodiche delle apparecchiature per narcosi e linee gas medicali, norme anti-inquinamento e procedure per la riduzione del rischio da gas e vapori anestetici. soluzioni organizzative procedurali” (Area Intranet, Servizio Prevenzione e Protezione, 2008 ). 9 MONITORAGGIO STRUMENTALE Il rilievo dei parametri descritti a seguire non può essere inteso a nessun titolo come sostitutivo dell’osservazione clinica continua. Principali tipi di monitoraggio • • • • • • • • • Monitoraggio E.C.G. in continuo Monitoraggio della pressione arteriosa (P.A.) con metodica invasiva o non invasiva Monitoraggio della pressione venosa centrale (P.V.C.) Monitoraggio emodinamico con catetere di Swan – Ganz Monitoraggio respiratorio: paO2 paCO2 Ossimetria Capnometria Monitoraggio della temperatura corporea Monitoraggio della diuresi Monitoraggio neurologico Monitoraggio della pressione intracranica (P.I.C.). (non descritto nella presente P.O.) FUNZIONI DI ALLARME Tutti gli strumenti di misurazione continua o periodica di parametri vitali, nonché le apparecchiature di erogazione di gas medicali o di ventilazione, sono dotati di allarmi, che devono essere regolati con impostazione adeguata al singolo caso clinico, ma che non possono essere mai esclusi. Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 6 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 7 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 FUNZIONE CARDIOCIRCOLATORIA Obiettivo: Assicurare un’adeguata funzione cardiocircolatoria durante ogni tipo di anestesia. ECG e frequenza cardiaca. Tutti i Pazienti sottoposti alle varie tecniche di anestesia debbono essere monitorizzati in continuo a mezzo del tracciato elettrocardiografico e della frequenza cardiaca con allarmi di massima e di minima. (figura 1) Pressione arteriosa. In tutti i Pazienti, la pressione arteriosa (sistolica e diastolica) deve essere misurata con tecnica non invasiva ad intervalli di 5 minuti, o ad intervalli maggiormente ravvicinati a giudizio dell’Anestesista. In caso di misurazione continua dei valori pressori, l’intervallo sopra menzionato sancisce la periodicità di registrazione del dato sulla cartella anestesiologica. Monitoraggio avanzato. In base alle caratteristiche del Paziente e della procedura in atto, l’Anestesista potrà, a sua discrezione, supplementare il monitoraggio di minima con tecniche invasive o non invasive, permettendo la determinazione di importanti parametri quali la pressione arteriosa cruenta, la pressione venosa centrale, la gittata cardiaca o parametri derivati della funzione miocardica (figura 2). Per dettagli su PVC, PA cruenta, Swan Ganz si rimanda agli allegati. FUNZIONE RESPIRATORIA Obiettivo: Assicurare, per tutta la durata dell’anestesia, adeguati scambi respiratori e adeguata concentrazione di eventuale anestetico inalatorio. Segni fisici e reperti auscultatori Il Paziente si giova sempre di controlli diretti dell’Anestesista che precedono e talora conducono ad una più corretta interpretazione dei dati di origine strumentale: - escursione toracica, ascultazione e osservazione del pallone réservoir colorito cutaneo, sudorazione, termotatto, letto ungueale contrasto od adattamento alla metodica ventilatoria segni di superficializzazione od affaticamento della meccanica respiratoria Ossigenazione Concentrazione inspirata di ossigeno. Durante l’anestesia generale la concentrazione di ossigeno erogata al Paziente attraverso il circuito respiratorio deve essere determinata mediante un analizzatore di ossigeno dotato di allarme acustico di concentrazione minima. Con la maschera Venturi si sceglie la frazione desiderata. Pulsossimetro. Durante tutte le metodiche di anestesia generale, loco-regionale o sedazione è necessario l’impiego continuo di un pulsossimetro. Il pulsossimetro deve disporre di un allarme acustico di minima e deve emettere un adeguato segnale ad ogni battito cardiaco (figure 3 e 4). Ventilazione Capnometria. Durante l’anestesia generale e la sedazione profonda, la ventilazione del Paziente deve essere controllata in continuo mediante capnometria. Segni clinici quali le escursioni respiratorie, la frequenza respiratoria e l’auscultazione del torace debbono precedere l’avvio della ventilazione meccanica postintubazione e quindi integrare il monitoraggio strumentale (tabelle 1 e 2; figura 5). Anche nel Paziente intubato o ventilato con presidio sovraglottico, il corretto posizionamento delle interfacce di ventilazione deve essere controllato, sia mediante auscultazione del torace subito dopo il loro posizionamento, sia mediante capnometria. Nel Paziente in cui non siano stati applicati presidi di ventilazione o di controllo delle vie aeree, lo standard del monitoraggio capnometrico può trovare giustificazione nel fatto che, sebbene la CO2 determinata in respiro Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 7 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 8 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 spontaneo con sonda nasale non corrisponda alla CO2 di fine espirazione, il trend di tale parametro rappresenta un indice indiretto certo della ventilazione. Qualora la sedazione sia di durata ridotta e l’accesso alle vie aree del Paziente sia agevole, la capnometria, può essere rimessa alla decisione motivata e documentata dell’Anestesista. Volumi e pressioni di ventilazione. Quando venga impiegata la ventilazione meccanica, oltre la modalità ventilatoria prescelta (di tipo volumetrico o pressometrico), si misurano altri parametri ai fini della sorveglianza respiratoria: volume corrente inspirato ed espirato, volume/minuto, pressioni di insufflazione, pressione di fine espirazione, PEEP (figura 6) . Un dispositivo in grado di segnalare la deconnessione del paziente dal sistema di ventilazione mediante un allarme acustico prioritario (pressione di insufflazione, volume espirato, capnometria) ed una valvola limitatrice della pressione massima di insufflazione debbono essere sempre operanti. Anestetici inalatori Quando l’anestesia generale è condotta con anestetici inalatori, la concentrazione inspirata e di fine espirazione deve essere misurata, al fine di assicurare adeguate concentrazioni anestetiche nella miscela respiratoria (tabella 3). Negli ultimi anni si è andato affermando un sempre maggior uso di anestestici per via endovenosa, tali in alcuni casi da sostituire del tutto gli inalatori, in altri da diminuirne drasticamente la frazione percentuale somministrata, il tutto anche a beneficio della sicurezza dei luoghi di lavoro. Il presente documento non svolge funzione didattica sugli effetti indesiderati da esposizione ad anestetici per via inalatoria, ma non può non sottolineare l’importanza di un corretto utilizzo di tali farmaci in circuito chiuso, perseguendo una prevenzione rilevante nell’inquinamento ambientale delle sale operatorie. I principali punti per il contenimento del rischio sono descritti nella tabella 4. TEMPERATURA CORPOREA Obiettivo: Assicurare l’omeostasi termica durante tutta la durata dell’anestesia. Durante ogni tecnica di anestesia o sedazione, deve essere assicurata un’adeguata temperatura corporea del paziente. A tale scopo debbono essere sempre disponibili dispositivi per la misurazione e dispositivi di controllo attivo della temperatura corporea. I sistemi di misura e di controllo attivo debbono essere sistematicamente utilizzati nei soggetti particolarmente vulnerabili al rischio di ipotermia non intenzionale, come ad esempio il neonato, il grande anziano o il paziente sottoposto a procedure di lunga durata e con ampia esposizione tissutale. Le stesse misure di controllo debbono essere sistematicamente applicate nei soggetti a rischio di ipertermia maligna (tabella 4) e nei casi in cui la realizzazione della procedura richieda modifiche intenzionali della temperatura corporea. La temperatura che maggiormente si avvicina alla temperatura centrale è quella determinata a livello esofageo, naso-faringeo (sonda, figura 7) o timpanico. Con le relative limitazioni, possono essere misurate la temperatura rettale o vescicale. Sistemi di riscaldamento intraoperatorio. L'organismo dei pazienti sottoposti ad anestesia non è in grado di regolare la temperatura centrale. Questo comporta un rischio d'ipotermia, anche indipendentemente dall'età, dal sesso o dalle condizioni fisiche. Numerose ricerche dimostrano che la temperatura corporea centrale si abbassa rapidamente (fino a 1,6°C già dopo un'ora) a seguito dell'induzione dell'anestesia generale o locoregionale. Le ipotermie si classificano in: lievi (36 – 34°C), moderate (34 – 30°C), severe (<30°C). Purtroppo, l'ipotermia inattesa è una complicazione abbastanza comune degli interventi chirurgici associata ad un maggiore tasso di mortalità, ad un aumento dei giorni di degenza ospedaliera e ad un maggiore tasso di incidenza di infezioni della ferita chirurgica. Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 8 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 9 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Numerosi studi dimostrano che riscaldare i pazienti, al fine di mantenere la loro temperatura centrale ≥ 36°C, aiuta a migliorare i risultati chirurgici riducendo l'incidenza delle complicazioni associate all'ipotermia inattesa. Il riscaldamento può essere ottenuto con mezzi fisici inerti o meglio con sistemi ad aria forzata. Si ricordano inoltre i sistemi di riscaldamento del sangue e dei fluidi. FUNZIONE RENALE Il Paziente, sulla base di caratteristiche cliniche valutate dall’Anestesista od allorquando debba essere sottoposto ad intervento chirurgico protratto per ore in narcosi o subaracnoidea, viene controllato anche nella sua funzione escretrice renale a mezzo cateterizzazione e raccolta urine; tale controllo, congiuntamente ai dati di P.A., SpO2, FC, consentono di inquadrare lo stato di compenso cardiorespiratorio od, in casi più gravi, il sopravvenire di stati di insufficienza renale. Altri dati possono essere forniti dallo stato di concentrazione delle urine, ad indicare vari gradi di idratazione del Paziente. Infine, urine rosate od ematiche indirizzeranno verso approfondimenti di funzionalità dell’apparato e dello stato coagulativo. Nei traumi da schiacciamento, ustioni ed altre condizioni ancora, sono da ricordare le urine di colore rosso-marrone da mioglobinuria ed il rischio di IRA. FUNZIONE NEUROMUSCOLARE Obiettivo: Ottimizzare la miorisoluzione durante l’anestesia ed un efficiente recupero dell’attività motoria. Farmaci miorilassanti. I bloccanti neuromuscolari (NeuroMuscular Blocking Agents o NMBA) sono farmaci che bloccano specificatamente le giunzioni neuromuscolari e vengono utilizzati durante l’anestesia generale per consentire l’intubazione necessaria alla ventilazione meccanica e facilitare l’esecuzione dell’intervento. Sulla base del loro meccanismo d’azione, gli NMBA vengono distinti in depolarizzanti e non depolarizzanti. La succinilcolina agisce mimando l’azione dell’acetilcolina (il neurotrasmettitore naturale che determina l’attivazione della placca neuromuscolare): innesca il meccanismo di contrazione delle fibre muscolari con la comparsa di fascicolazioni transitorie e depolarizzazione prolungata poiché viene idrolizzata più lentamente dell’acetilcolina, provocando il blocco neuromuscolare con paralisi flaccida. È il miorilassante ad azione più rapida tra quelli in uso e viene utilizzato soprattutto quando sono richiesti una rapida insorgenza e una breve durata d’azione, come nel caso in cui sia necessario solamente per consentire l’intubazione tracheale. Non esistono farmaci in grado di antagonizzarlo e, quindi, il recupero può essere soltanto spontaneo per effetto delle pseudocolinesterasi plasmatiche. I NMBA non depolarizzanti agiscono bloccando in maniera competitiva i recettori nicotinici dell’acetilcolina: a questa categoria appartengono i farmaci steroidei (vecuronio e rocuronio) e i benzilisochinolinici (atracurio, cisatracurio, mivacurio). Presentano un effetto prolungato e devono essere antagonizzati rapidamente in caso di intubazione difficile imprevista e impossibilità a ventilare il paziente (Cannot Intubate, Cannot Ventilate o CICV) e al termine dell’intervento per ripristinare la respirazione spontanea. Monitoraggio neuromuscolare. Ove siano impiegati farmaci bloccanti della trasmissione neuromuscolare, deve essere disponibile uno stimolatore periferico per il monitoraggio della trasmissione neuromuscolare. Per stabilire la ripresa della normale attività, deve essere utilizzata la misurazione del Train Of Four (TOF). Per dettagli si rimanda agli allegati. FUNZIONE CEREBRALE Obiettivo: Determinare il livello di ipnosi e prevenire l’insorgenza di awareness intraoperatoria. La coscienza intraoperatoria è un evento raro e grave che lascia un ricordo esplicito delle percezioni sensoriali vissute durante l'operazione chirurgica, che può provocare stati di ansia e disturbi tipici da stress post traumatico, proprio come accade dopo aver vissuto un trauma o un incidente. Specifici sistemi di monitoraggio cerebrale basati sull’elaborazione dell’EEG o sui potenziali evocati sono stati introdotti nella pratica clinica. Tuttavia il loro impiego di routine non può essere considerato parte integrale del monitoraggio standard: infatti, la letteratura Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 9 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 10 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 sulla possibilità di prevenire l’awareness intraoperatoria mediante i sistemi di monitoraggio cerebrale è controversa. Per particolari interventi e specifici pazienti indicati dalla letteratura come a maggior rischio di awareness intraoperatoria o per particolari tecniche di anestesia e sedazione, la decisione di impiegare detto monitoraggio è lasciata all’anestesista. Per dettagli si rimanda agli allegati. 10 MONITORAGGIO LABORATORISTICO Il Paziente può essere monitorato, non solo a mezzo di apparecchiature con funzioni di rilevazione strumentale di dati fisici, ma anche con l’ausilio di controlli seriati laboratoristici che veicolano preziose informazioni di natura biochimica all’Anestesista, offrendo informazioni preziose sulle iniziative terapeutiche già adottate e da adottare o sulla modificazione di condotte anestesiologiche in corso. Tali accertamenti sono prevalentemente riservati a Pazienti complessi e ad interventi di elevata specializzazione o rischio anestesiologico chirurgico. Ematochimici TEG tromboelastogramma apparecchiatura presso T.I.) - elettroliti (Na, K, Ca, Mg) emocromo (GR, GB, Hb, HCV) stato coagulativo (PT, PTT, INR) glicemia, creatinina prove di compatibilità per trasfusione - altri su specifica esigenza clinica - Valutazione della funzionalità piastrinica EGA emogasanalisi - equilibrio acido-base - PaO2 - PaCO2 - Elettroliti ACT (activated clotting time) 11 (disponibilità - Valutazione estemporanea dello stato coagulativo rapportato all’utilizzo intraoperatorio di eparina, utilizzato soprattutto negli interventi di chirurgia vascolare. DOTAZIONI DI SALA OPERATORIA CARRELLO DI ANESTESIA Per quanto previsto si faccia riferimento al Protocollo Aziendale già predisposto CARRELLO DI EMERGENZA Per quanto previsto si faccia riferimento al Protocollo Aziendale già predisposto Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 10 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 12 IO 2280.05 Pagina 11 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 ALLEGATI 12.1 FUNZIONE CARDIOCIRCOLATORIA Grafica sul monitor Monitoraggio invasivo Il monitoraggio invasivo della Pressione Arteriosa (PA) e della Pressione Venosa Centrale (PVC) avvengono attraverso il posizionamento rispettivamente di un catetere arterioso e di un catetere venoso centrale (CVC). Questi due sistemi comportano la presenza di un trasduttore che converte la pressione rilevata in un segnale elettrico visibile sul monitor attraverso un’onda e un valore; se ne elencano i componenti: - sacca di Soluzione Fisiologica per consentire il lavaggio manuale e continuo del circuito rilasciando dai 3 ai 5 ml di soluzione all’ora per evitare la formazione di coaguli nel catetere(flush) - sacca a pressione all’interno della quale è collocata la sacca di soluzione fisiologica citata in precedenza e che deve mantenere una pressione di 300 mm Hg - sostegno per il trasduttore e monitor con modulo specifico e cavo di connessione PVC Il CVC deve essere collegato al trasduttore esclusivamente dal lume distale per ottenere una corretta ed attendibile misurazione della PVC che corrisponde alla pressione rilevata in vena cava superiore all’ingresso dell’atrio destro e permette di valutare il funzionamento del ventricolo dx e il ritorno venoso nella parte dx del cuore; i valori normali variano da 0 a 8 mm Hg. La conversione in cmH2O prevede la moltiplicazione per 1,3. E’ necessario tenere conto delle fasi inspiratoria ed espiratoria che comportano oscillazioni, fra l’altro di segno opposto in ventilazione spontanea ed in ventilazione meccanica controllata. Significato clinico della PVC. Si riportano come esempio alcune indicazioni interpretative (in condizioni di normale pervietà del CVC): aumento della PVC: diminuzione della PVC: - ipervolemia, insufficienza cardiaca congestizia - ipovolemia Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 11 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 12 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Tecnica di misurazione della PVC. Per misurare correttamente la PVC è necessario che il punto di riferimento dello zero (corrispondente al livello del trasduttore) sia sempre a livello dell’atrio dx, detto livello flebostatico. Per la sua individuazione si suggerisce il seguente repere: il punto d’incrocio tra la linea che parte dal 4′ spazio intercostale sul margine sternale e si prolunga fino all’ascella, e la linea intermedia fra superficie anteriore e posteriore del torace. La misurazione della PVC può essere effettuata con il paziente in posizione semiseduta, mantenendo però il trasduttore alla stessa altezza del livello flebostatico. La manovra di azzeramento, previa sospensione delle infusioni in corso dal lume distale del CVC, avviene tramite la chiusura del rubinetto del trasduttore dal lato paziente sì da mettere in comunicazione il sistema con l’aria ambiente. Seguono la pressione del tasto di azzeramento sul monitor e l’attesa di conferma di azzeramento avvenuto. Si ripristina infine il collegamento del trasduttore con il paziente e si rileva il valore della PVC. Il valore della pressione venosa centrale non sempre coincide con quello rilevato dal monitoraggio e quello corretto dovrebbe essere rilevato a fine espirazione passiva o comunque in assenza di attività dei muscoli inspiratori ed espiratori (figura 6). Pressione arteriosa cruenta Posizionato l’accesso arterioso, frequentemente in sede radiale, collegato il sistema come descritto in precedenza, si procede con la verifica dell’efficienza della linea di monitoraggio: la trasmissione accurata e precisa del segnale pressorio, e quindi l’attendibilità dei dati rilevati, si valutano con il test descritto a seguire. Il test dell’onda quadra si effettua mantenendo la linea in connessione con il trasduttore ed aprendo repentinamente la valvola di lavaggio rapido per richiuderla dopo 3-4 secondi. In tal modo l’onda sfigmica va prima immediatamente fuori scala con una linea verticale, cui ne segue una orizzontale – finché il lavaggio rimane aperto – per tornare, non appena si chiude di scatto la valvola, ai valori basali con un’altra linea verticale (di qui l’onda quadra), cui seguono alcune onde di assestamento (damping). Una o due oscillazioni indicano uno smorzamento ottimale. Due condizioni attestano difettoso funzionamento: overdamping, (assenza di oscillazioni e quindi smorzamento eccessivo) con sottostima dei valori pressori, che può essere causata, per esempio, dalla presenza di bolle d’aria, angolazioni del catetere vascolare o della linea di monitoraggio, oppure da materiale ematico presente nella linea. underdamping, (elevato numero di oscillazioni e quindi smorzamento ridotto) con riproduzione di valori pressori superiori ai reali. Il monitoraggio emodinamico con il catetere di Swan – Ganz Quando gli altri monitoraggi non forniscono tutte le informazioni necessarie riguardanti l’emodinamica del paziente, per un migliore inquadramento diagnostico, terapeutico e assistenziale, si usa il catetere di Swan – Ganz che viene introdotto in arteria polmonare e poi fatto avanzare nelle camere cardiache. Questo monitoraggio consente di misurare ulteriori parametri e cioè: • • • • • • Pressione arteriosa polmonare, Pressione di incuneamento (wedge), Gittata cardiaca (con metodo della termo diluizione), Calcoli emodinamici derivati dalla G.C., quali resistenze vascolari polmonari e sistemiche, F.E., ecc. Saturazione venosa mista, P.V.C. Questo monitoraggio è indicato in caso di: • • Infarto miocardico acuto grave, Shock, Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 12 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 • • IO 2280.05 Pagina 13 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Insufficienza respiratoria grave, Cardiochirurgia o studio emodinamico per patologie cardiache congenite Le vie di accesso che possono essere usate sono: • • • Vena giugulare interna destra e sinistra, Vena succlavia destra e sinistra, Vena femorale. L’inserimento avviene per via per cutanea con metodica di Seldinger sotto controllo radioscopico, o monitorizzando la morfologia delle onde pressorie che indicano l’avanzamento nelle camere cardiache sino al raggiungimento dell’arteria polmonare. Il catetere di Swan – Ganz ha un numero variabile da 3 a 5 lumi, tra questi una via prossimale è usata per la misurazione della P.V.C. e per la somministrazione di farmaci, una via distale per rilevare la pressione di incuneamento e la pressione arteriosa polmonare (P.A.P.), una via a valvola per il gonfiaggio del palloncino con 1,5 cc di aria e una via di connessione al termistore. Valori di riferimento • P.A.P. o Sistolica = 15 – 30 mmHg, o Diastolica = 5 – 15 mmHg, o Media = 10 – 17 mmHg. • PCWC (pressione di incuneamento o wedge) = 5 – 12 mmHg, • Cardiac Output o gittata cardiaca (Gittata sistolica, GS*FC, FC) = 4 – 6 l/min, • Indice cardiaco = 2,5 – 4 l/min/m2. La misurazione della G.C. mediante il sistema della temodiluizione viene effettuata iniettando 10 ml di soluzione fisiologica o glucosata al 5%, precedentemente raffreddata, a temperatura nota, nella via prossimale. Il termistore apicale rileva la variazione della temperatura subita dal sangue in un determinato tempo. 12.2 FUNZIONE RESPIRATORIA Grafica sul monitor Tabella 1 curva capnografica Tratto B-C Espirazione: rapida salita Tratto C-D Plateau (EtCO2) orizzontale: eliminaz. gas alveolari Tratto D-E Inspirazione: rapida discesa Tratto E-A Spazio morto Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 13 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 14 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Tabella 2 Variazioni della curva capnografica Riduzione improvvisa della EtCO2 con valori sopra zero Calo progressivo della EtCO2 con azzeramento esponenziale in 1-2 minuti Graduale aumento di ampiezza del plateau con progressivo aumento ETCO2 -bassa pressione vie aeree -ostruzione incompleta nelle vie aeree controllare circuito ventilazione! -arresto cardiocircolatorio -embolia polmonare -riduzione grave della pressione arteriosa -iperventilazione severa ed improvvisa -ipoventilazione -aum temperatura corporea -assorbimento di C02 dal cavo peritoneale (laparascopia) Improvviso aumento del plateau con rapido picco di ETCO2 -infusione di bicarb. di sodio -iperafflusso polm da improvvisa ipertensione Abbassamento del plateau con calo graduale ETCO2 -iperventilazione progressiva -raffreddamento corporeo -ridotta perfusione polmonare e sistemica. Modificazione morfologica della curva con allargamento dell’ angolo ABC -broncospasmo -ostruzione tubo tracheale Incisure più o meno profonde dell' onda durante ventilazione controllata -disadattamento al ventilatore Figura 6 curve di ventilazione pressometrica e volumetrica con PEEP inserita curve di flusso in ventilazione pressometrica e volumetrica Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 14 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 15 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Anestetici inalatori Tabella 3 Rapporto tra età e MAC MAC (minima concentrazione alveolare) valori della frazione di Sevorane al variare dell’età nella fase di mantenimento da SEVOFLURANE BAXTER PI Amended 101214 Età anni <3 3-<5 5 - 12 25 35 40 50 60 Sevoflurane in O2 3.3-2.6% 2.5% 2.4% 2.5% 2.2% 2.05% 1.8% 1.6% 80 1.4% Tabella 4 contenimento del rischio da esposizione agli anestetici inalatori Esistono due tipi di rischio per l’esposizione agli anestetici inalatori: - Rischio di esposizione acuta - Rischio di esposizione cronica a basse concentrazioni Le cause principali di diffusione di anestetici inalatori nelle sale operatorie sono: - Perdite del sistema di convogliamento del gas (tubi, raccordi, rubinetti, ecc.) - Diffusione del gas attraverso la respirazione del paziente - Diffusione del gas durante l’induzione della anestesia (per esempio per cattiva aderenza della maschera al volto del paziente) Per attuare un contenimento del rischio della esposizione agli anestetici inalatori occorre seguire le seguenti indicazioni: - Per quanto possibile, preferire l’anestesia generale totalmente endovenosa, locoregionale, locale a quella generale con componente inalatoria. - Per quanto possibile, evitare di utilizzare i gas anestetici prima od in assenza dell’intubazione del paziente. - Indossare guanti e maschere con filtri idonei al tipo di gas utilizzato - Non aprire i flussometri prima dell’induzione. - Far aderire nel miglior modo possibile la mascherina sul viso (scegliendo quella di dimensione più adatta) del paziente in caso di impiego di gas anestetici in induzione di anestesia. - Utilizzare evaporatori con sistema di caricamento a circuito chiuso, avendo cura di evitare dispersioni. - Prima di rimuovere l’intubazione al paziente procedere ad una abbondante ossigenazione. - Chiudere i gas a fine anestesia. - Rimuovere l’anestetico residuo (non utilizzato) dall’apparecchio. - Provvedere affinché vengano adottati sistemi di raccolta e scarico dei gas all’esterno. - Verificare che sia presente un numero sufficiente di ricambi d’aria in sala operatoria (almeno 15 volumi/ora). - Verificare che la ventilazione e il condizionamento siano funzionanti - Provvedere affinché vengano effettuate periodiche manutenzioni preventive su tutti gli elementi del circuito (tubi, raccordi, valvole) - Verificare il corretto attacco dei tubi all’impianto di erogazione - Verificare che non vi siano danni al circuito di erogazione - Effettuare dei test di tenuta in particolar modo dei punti di fuga (raccordi valvole, connessioni), sia per l’alta pressione (collegamenti fra le prese dell’impianto centralizzato e l’apparecchio di anestesia) che per la bassa pressione (dall’apparecchio di anestesia al paziente, passando per flussometri, raccordi, ecc.) e verificare che lungo i tubi che Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 15 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 16 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 collegano l‘anestetico al vaporizzatore (e viceversa) non si crei dispersione di anestetico nell’ambiente. - Posizionare correttamente il vaporizzatore, al fine di evitare perdite di gas alogenati 12.3 TEMPERATURA CORPOREA Figura 7 Andamento grafico della ipotermia in corso di intervento chirurgico Un sistema di riscaldamento ad aria forzata Sonda termica Tabella 4 Linee guida trattamento ipertermia maligna Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 16 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 17 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Riconoscere una crisi d’HM Gruppo Europeo dell’Ipertermia Maligna Il precoce riconoscimento di una crisi imminente di HM e il suo trattamento immediato sono essenziali per la sopravvivenza del Paziente. Poiché i segni clinici associati all’HM non sono univoci, gli anestesisti devono essere in grado di riconoscere un gruppo di sintomi, al fine di effettuare una diagnosi rapida. Ogni paziente può sviluppare l’HM durante o subito dopo la somministrazione di un anestetico se sono utilizzati agenti trigger; questo può verificarsi anche in pazienti che hanno avuto una precedente anestesia generale senza complicanze. I farmaci scatenanti sono: • Tutti gli anestetici per inalazione; • Succinilcolina. Segni clinici Sintomi precoci Metabolici • Forte aumento della produzione di C02 non altrimenti spiegabile (C02 di fine espirazione aumentata sul capnografo), tachipnea se è presente respirazione spontanea; • Aumento del consumo di ossigeno; • Acidosi mista respiratoria e metabolica; • Sudorazione profusa; • Marezzatura della cute. Cardiovascolari • Tachicardia non spiegabile; • Aritmie cardiache (soprattutto extrasistoli ventricolari e bigeminismo ventricolare); • Instabilità della pressione arteriosa. Muscolari • Spasmo dei masseteri se è stata utilizzata la succinilcolina; • Rigidità muscolare generalizzata. Sintomi più tardivi • Iperkaliemia; • Rapido aumento della temperatura corporea; • Forte aumento del CPK; • Forte aumento della mioglobinemia; • Urine scure per l’emoglobinuria; • Gravi aritmie cardiache e arresto cardiaco; • CID. Diagnosi differenziale - British Journal of Anaesthesia 105 (4): 417–20 (2010) Anestesia o analgesia insufficiente o entrambi Crisi tireotossica Infezione o setticemia Ischemia cerebrale Insufficienza ventilatoria o del flusso dei gas freschi Malattie neuromuscolari Cattivo funzionamento del ventilatore Aumento della C02 per chirurgia laparoscopica Reazione anafilattica Uso di ecstasy o di altre droghe Feocromocitoma Sindrome neurolettica maligna Trattare una crisi d’HM Gruppo Europeo dell’Ipertermia Maligna • Se si sospetta una crisi di HM iniziare il trattamento prima possibile; • Le manifestazioni cliniche dell’HM variano e il trattamento deve essere adattato ad esse. Terapia Immediatamente • Sospendere tutti gli agenti scatenanti; • Iperventilare (usando un volume minuto di 2--‐3 volte il normale) con l’02 al 100% a flussi alti; • Dichiarare di essere in emergenza e chiedere aiuto; • Passare a un’anestesia con farmaci non scatenanti (TIVA); • Informare il chirurgico chiedendo di terminare o di rinviare l’intervento; • Scollegare il vaporizzatore; non perdere tempo con la sostituzione dell’apparecchi d’anestesia e del circuito. Dantrolene • Somministrare 2 mg/Kg ev (1 flacone da 20 mg va diluito con 60 ml di acqua sterile); • Farsi inviare con urgenza dantrolene da altre strutture vicine (farmacie/ospedali vicini; possono essere necessari fino a 50-Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 17 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 18 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 ‐60 flaconi per un paziente adulto); • L’infusione di dantrolene deve essere ripetuta fino a quando fino alla stabilizzazione dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio); • Potrebbe essere necessario superare la dose massima (10 mg/Kg). Monitoraggio • Continuare il monitoraggio anestesiologico di routine; • Misurare la temperatura corporea; • Disporre di una buona via venosa con una cannula di ampio calibro; • Prendere in considerazione di posizionare una cannula arteriosa e un catetere venoso centrale e un catetere urinario; • Prelevare dei campioni per la determinazione del K+, CK, EGA, mioglobina e glicemia; • Controllare la funzionalità epatica, renale e la coagulazione; • Verificare la presenza di eventuali sindromi compartimentali; • Monitorare il paziente per almeno 24 ore in Terapia Intensiva o unità ad alto monitoraggio e assistenza. Terapia sintomatica • Somministrare per via endovenosa 2000--‐3000 ml di soluzione salina isotonica (fisiologica) raffreddata a 4 °C; • Raffreddamento di superficie: bagnare, teli freddi, aria fredda, e impacchi di ghiaccio all’ascella e all’inguine; se disponibili utilizzare altri mezzi di raffreddamento; • Interrompere il raffreddamento quando la temperatura scende a 38,5 °C. Trattare l’iperkaliemia • Somministrare glucosio al 50%, 50 ml con 50 UI di insulina (dose per adulti); • CaCl2 0,1 mmol/Kg ev (ad esempio 7 mmol = 10 ml per un adulto di 70 Kg); • potrebbe essere necessaria la dialisi. Trattare l’acidosi • Iperventilare fino alla normocapnia; • Somministrare bicarbonato di sodio ev se il pH < 7,2. Trattare le aritmie • Amiodarone 300 mg per un adulto (3 mg/Kg ev); • β--‐bloccanti (ad esempio propanololo/metoprololo/esmololo) se persiste la tachicardia Mantenere un flusso urinario >2 ml/Kg/h: • furosemide 0,5--‐1 mg/Kg; • mannitolo 1 mg/Kg; • Fluidi: cristalloidi (ad esempio ringer lattato o soluzione clorurata isotonica) ev. Consultazione del servizio di riferimento per il trattamento dell’HM • I pazienti sospetti di essere suscettibili di HM devono essere sottoposti a test diagnostici con il test di contrattura in vitro (IVCT) presso il laboratorio di riferimento. (www.emhg.org). 12.4 FUNZIONE NEUROMUSCOLARE La valutazione clinica del recupero neuromuscolare (per esempio la capacità di tenere la testa o la gamba sollevata per 5 secondi, capacità di restituire la stretta di mano per 5 secondi) non è invero spesso sufficiente a rilevare con adeguata sensibilità la PORC (Post-Operative Residual Curarization). E’ quindi fortemente raccomandato il monitoraggio strumentale: la tecnica più utilizzata è il Train-Of Four ratio (TOF) basata su misurazioni del libero movimento del pollice. Consiste nella somministrazione di 4 stimoli sopramassimali ogni 0,5 secondi: in condizioni normali le 4 contrazioni evocate sono di intensità uguale, mentre in presenza di un blocco non depolarizzante avviene una riduzione sequenziale della loro ampiezza. Il TOF ratio è il rapporto tra la 4° e la 1° contrazione (T4/T1). Il blocco neuromuscolare, e la conseguente PORC, vengono solitamente considerati risolti quando il TOF ratio è > 0,9. L’importanza del monitoraggio e dell’antagonismo farmacologico del blocco sono legati agli eventi avversi conseguenti come l’aumentata incidenza di ab ingestis e di ipossiemia post-operatoria da ostruzione delle vie aeree superiori. Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 18 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 12.5 IO 2280.05 Pagina 19 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 FUNZIONE CEREBRALE Tipi di monitoraggio su base EEG Fra gli altri si annoverano: • • • • • Bispectral index (BIS) Patient State Index (PSI- Sedline) State and Response Entropy SNAP Index Cerebral State Monitor Rischi potenziali di awareness Patient and Anesthetic History • Previous episode of awareness • Substance use or abuse • Chronic pain patients on high doses of opioids Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 19 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 20 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 • History of or anticipated difficult intubation • ASA physical status 4 to 5 • Limited hemodynamic reserve Surgical Procedures • Cardiac, trauma, emergency surgery • Cesarean section Anesthetic Management Planned use of: • Muscle relaxants during maintenance phase • Total intravenous anesthesia • Nitrous oxide–opioid anesthesia Reduced anesthetic doses during paralysis Considerazioni sul sistema di monitoraggio BIS Nel 60% delle sale operatorie americane, ma anche in Italia, sono presenti strumenti che permettono di monitorare il livello di sedazione. Il più diffuso è il Bispectral Index System, una tecnologia basata sull'indice bispettrale, che processa un elettroencefalogramma attraverso algoritmi e avverte l'anestesista se l'intensità dell'anestesia generale è inadeguata. L'indice varia in un intervallo da 100 a zero, i cui estremi corrispondono, rispettivamente, allo stato di veglia e all'assenza di attività cerebrale, e poiché in questo caso il giusto sta nel mezzo, il valore guida, da raggiungere e da mantenere durante l'intervento, oscilla tra 40 e 60. La sedazione guidata dall'indice BIS permette all'anestesista di aggiustare il dosaggio dei farmaci per evitare che il paziente mantenga uno stato di coscienza intraoperatoria. Non mancano tuttavia studi i cui risultati ingenerano dubbi sulla reale efficacia di tale sistema di rilevazione: il monitoraggio, infatti, che avviene tramite elettrodi superficiali, fa supporre che, data la scarsa invasività, non sia sufficiente a tracciare un elettroencefalogramma corticale, in quanto gli elettrodi usati nel BIS non riescono a rilevare l'attività dell'anestetico a livello dell'ippocampo e quindi a dare informazioni sull'attività della memoria. Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 20 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 IO 2280.05 Pagina 21 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 Altri tipi di monitoraggio: Potenziali evocati uditivi AEPs I potenziali evocati correlati ad un evento ERPs sono risposte cerebrali a stimoli detti eventi: questi ultimi possono essere stimoli sensoriali di varia natura, ad esempio lampi visivi o suoni. Quindi gli AEPs sono una sottoclasse di ERPs. Registrazioni della sorveglianza effettuata Frequenza delle registrazioni La registrazione dei dati clinici e strumentali che descrivono il decorso intraoperatorio deve consentire adeguata tracciabilità degli eventi occorsi. Le misurazioni per le quali è indicata una frequenza di almeno 5 minuti debbono essere riportate in documentazione con la stessa frequenza. Modalità di registrazione Le registrazioni possono essere effettuate sia su supporto cartaceo, sia su supporto elettronico. Eccezioni Situazioni particolari potranno richiedere l’interruzione del monitoraggio strumentale: in tal caso sarà cura dell’Anestesista segnalare nella cartella di anestesia l’intervallo di sospensione e le motivazioni. Termine del monitoraggio La durata della prosecuzione del monitoraggio dopo il termine della procedura è funzione del percorso postoperatorio richiesto per una gestione ottimale del caso e della successiva collocazione del paziente (area di recupero post anestesia, terapia intensiva, area di degenza). Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 21 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 13 IO 2280.05 Pagina 22 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 FLOW CHART Luogo ed esecutore atti preliminari accoglienza, identità, documenti e consensi, idoneità, sito chirurgico, digiuno Presala CPSI An apparecchiature An di sala controllo (check list specifica) apparecchiature inizio attività giornaliera e prima di ogni intervento SO CPSI An preparazione An Paziente monitor (PA, ECG, SpO2), accesso venoso, farmaci prescritti da Anestesista o di protocollo Presala CPSI An eventuale anestesia locoregionale e test ingresso SO monitorizz., posizionamento, ripetizione controlli PA, SpO2, ECG, predisposizione farmaci iniettivi induzione preossigenazione, avvio farmaci iniettivi, curarizzazione, intubazione, registrazione dati Med An, CPSI An Med An, (CPSI An) dopo induzione: cat. vesc., accesso art., ove previsti mantenimento registrazione dati monitor*, temp., (BIS), (TOF), adeguamenti anestetici inalatori e/o endovenosi Med An, CPSI* An eventuali esami laboratoristici, strumentali Med An, CPSI An risveglio controlli dati monitor (TOF), decurarizzazione, verifica ventilaz spontanea, estubazione osservazione postoperatoria monitorizzazione, verifica mantenimento ventilaz spontanea, PA, FC, SpO2, controllo dolore Recovery R CPSI RR invio al Reparto controllo documentazione, presenza indicazioni osservazione e terapia postoperatoria Recovery R CPSI RR Legenda: Med An = Medico Anestesia; CPSI An = CPSI Anestesia; (CPSI An) = collabora CPSI Anestesia; CPSI RR = CPSI della Recovery Room; SO = Sala Operatoria; PA = pressione arteriosa; ECG = elettrocardiogramma; TOF = train of four; BIS bispectral index system; SpO2 = saturazione di O2 Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 22 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 14 Pagina 23 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 MATRICE DELLE RESPONSABILITA’ Attività Trasferimento dal reparto Trasferimento al passamalati Conduzione alla presala Fase di identificazione, preparazione Fase di somministrazione farmaci, preanestesia o anestesia subaracnoidea Ingresso in sala operatoria e fissaggio del letto Collegamento alla monitorizzazione della sala operatoria, vie infusionali Primo posizionamento supino Induzione della anestesia ed approfondimento Adeguamento posizione Controlli collegamenti ventilatori, capnografia, capnometria, parametri pressori e del ritmo cardiaco, cateteri Variazioni di posizione su richiesta del chirurgo Concertazione su bilancio esigenze chirurgiche ed esigenze anestesiologiche Fase di riposizionamento del paziente al termine intervento se non supino Controllo connessioni ventilatorie e monitorizzazione; capnometria, capnografia, parametri pressori e del ritmo cardiaco; somministrazione Farmaci Fase di risveglio, estubazione Eventuale passaggio su altro letto Trasferimento alla recovery room Trasferimento al Reparto (autorizzazione) 15 IO 2280.05 Responsabile Squadra tr CPSI accoglienza CPSI accoglienza CPSI anestesia Medico Anestesia CPSI sala CPSI anestesia Medico Anestesia Medico Anestesia Equipe tutta Medico Anestesia Medico Anestesia Medico Chirurgo Medico Anestesia Equipe tutta Medico Anestesia Medico Anestesia CPSI sala CPSI anestesia CPSI anestesia Medico Anestesia Collaboratore OSS OSS CPSI anestesia OSS sala CPSI anestesia CPSI anestesia CPSI anestesia CPSI anestesia CPSI anestesia CPSI anestesia OSS sala OSS sala INDICATORI DI QUALITA’ Conformità percentuale alla corretta registrazione dei dati anestesiologici sulla scheda di anestesia rispetto ad un campione di cartelle cliniche di soggetti sottoposti ad intervento chirurgico, (due per reparto, una per ricoveri ordinari, una per day surgery) nell’anno esaminato / anno precedente Conformità percentuale alla corretta compilazione check list sala operatoria, modalità come precedenti Numero di trasferimenti in TI (non previsti) nelle prime 24 ore postoperatorie / anno precedente (fonte: controllo di gestione) Documento di proprietà esclusiva della ASL AT E' vietata la riproduzione o diffusione non autorizzata IO2280-05-V01-danni-anestesia-garantire-funzioni-vitali Pagina 23 di 24 SQA - Gestione Qualità Aziendale Indicazioni Aziendali per prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali, con riferimento all’Obiettivo Ministeriale N°5 16 IO 2280.05 Pagina 24 di 24 Versione 1.1 In scadenza il 27/06/2015 BIBLIOGRAFIA 1. 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