CONCORSO DIRIGENTI SCOLASTICI Domande SIMULAZIONE COLLOQUIO LA PROVA ORALE DAL BANDO DI CONCORSO DD 13/07/2011 LA PROVA ORALE CONSISTE IN UN COLLOQUIO INTERDISCIPLINARE SULLE MATERIE INDICATE NEL BANDO IN RELAZIONE ALLE TEMATICHE DI CUI ALL’ART. 8 E ACCERTA LA PREPARAZIONE PROFESSIONALE DEL CANDIDATO ANCHE CON EVENTUALI RIFERIMENTI AI CONTENUTI DEGLI ELABORATI SCRITTI LA PROVA ORALE “L’ACCERTAMENTO DELLA PREPARAZIONE PROFESSIONALE DEL CANDIDATO” PONE L’ACCENTO SULLE CONOSCENZE E LE COMPETENZE CORRELATE AL RUOLO PROFESSIONALE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO IL PROFILO PROFESSIONALE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO CONTIENE UNA MOLTEPLICITA’ DI ASPETTI CHE SONO RICONDUCIBILI A DIVERSE AREE TEMATICHE E CHE TUTTAVIA TROVA LA SUA COMPLETA DEFINIZIONE SOLO ATTRAVERSO LA RICOMPOSIZIONE DELLE STESSE IL COLLOQUIO RICHIEDERA’ PERTANTO CHE IL CANDIDATO SAPPIA ESPRIMERE, PER CIASCUNA RICHIESTA FORMULATA DALLA COMMISSIONE, GLI ASPETTI PIU’ SIGNIFICATIVI DELLA FUNZIONE DEL DIRIGENTE NEL CONTESTO SCOLASTICO E IN QUELLO TERRITORIALE SIA IN RELAZIONE AL QUADRO NORMATIVO SIA IN RELAZIONE ALLA CONDUZIONE DELLA SCUOLA AUTONOMA IN QUANTO ORGANIZZAZIONE COMPLESSA AREA 1 LA UE, LE SUE POLITICHE E I SUOI PROGRAMMI IN MATERIA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE, I SISTEMI FORMATIVI E GLI ORDINAMENTI DEGLI STUDI IN ITALIA E NEI PAESI DELLA UE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL RAPPORTO TRA AUTONOMIE SCOLASTICHE E QUELLE TERRITORIALI E AI PROCESSI DI RIFORMA ORDINAMENTALI IN ATTO AREA 2 GESTIONE DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA, PREDISPOSIZIONE E GESTIONE DEL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA NEL QUADRO DELL’AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E IN RAPPORTO ALLE ESIGENZE FORMATIVE DEL TERRITORIO AREA 3 AREA GIURIDICO AMMINISTRATIVA FINANZIARIA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA GESTIONE INTEGRATA DEL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA E DEL PROGRAMMA ANNUALE AREA 4 AREA SOCIO PSICO PEDAGOGICA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI PROCESSI DI APPRENDIMENTO, ALLA VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO E DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA, ALLA MOTIVAZIONE, ALLA DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO, ALL’USO DEI NUOVI LINGUAGGI MULTIMEDIALI NELL’INSEGNAMENTO E ALLA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO OFFERTO DALLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE AREA 5 AREA ORGANIZZATIVA, RELAZIONALE E COMUNICATIVA, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLA INTEGRAZIONE INTERCULTURALE E ALLE VARIE MODALITA’ DI COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE AREA 6 MODALITA’ DI CONDUZIONE DELLE ORGANIZZAZIONI COMPLESSE E GESTIONE DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE STRATEGIE DI DIREZIONE GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL COLLOQUIO Candidato INDICATORI Punteggio A B C D Sufficiente 21 Buono 22-25 A) Conoscenza specifica delle tematiche tecnicoprofessionali Conosce in modo essenziale i fondamentali contenuti tecnicoprofessionali Conosce in modo approfondito i contenuti tecnico-professionali Conosce in modo ampio ed approfondito tutti i contenuti tecnico-professionali B) Padronanza del linguaggio tecnico specifico C) Capacità di argomentare le affermazioni e di collegare gli ambiti tecnico-professionali D) Capacità di contestualizzare le conoscenze nelle situazioni possibili dell’attività professionale Si esprime in modo chiaro usando i termini essenziali delle tematiche professionali Conosce in modo articolato alcuni contenuti tecnicoprofessionali, pur dimostrando una preparazione di base omogenea Si esprime in modo molto chiaro usando con sicurezza i termini di quasi tutti gli ambiti tecnico-professionali Argomenta in modo rigoroso soprattutto alcune affermazioni e collega quasi tutti gli ambiti professionali Si esprime in modo sicuro usando con precisione i termini agli ambiti tecnicoprofessionali Si esprime con grande scioltezza e precisione usando i termini più pertinenti dei vari ambiti tecnico-professionali Fornisce spiegazioni organiche delle proprie affermazioni, collegando gli aspetti di tutti gli ambiti professionali Argomenta in modo esaustivo e rigoroso le proprie affermazioni, stabilendo tutti i possibili collegamenti tra i vari ambiti professionali Contestualizza le conoscenze per esaminare quasi tutti gli aspetti delle situazioni professionali più ricorrenti Contestualizza tutte le conoscenze per esaminare le implicazioni delle possibili situazioni professionali Contestualizza le conoscenze per esaminare tutte le situazioni professionali, mettendone in luce tutte le implicazioni. Argomenta le affermazioni cogliendone solo i nodi essenziali e collega alcuni ambiti professionali Contestualizza le conoscenze per esaminare solo gli aspetti più evidenti delle situazioni professionali Ottimo 26-29 TOT Eccellente 30 DOMANDA 1 PRESENTARE GLI ELEMENTI NODALI DELLA STRUTTURA E DELL’IMPIANTO PEDAGOGICO DIDATTICO DEI NUOVI ORDINAMENTI DEL PRIMO E SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE E DEL REGOLAMENTO DI COORDINAMENTO DELLE NORME SULLA VALUTAZIONE, EVIDENZIANDO LA LORO COERENZA CON GLI INDIRIZZI EUROPEI IN TEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 1 QUADRO NORMATIVO -RIFORMA MORATTI:LEGGE 53/2003, DLVO 59/2004, DLVO 226/2005 -RIFORMA FIORONI:LEGGE 40/2007, DM DEL 31/07/2007, LEGGE 296/2007 E DM 139/2007 -RIFORMA GELMINI :LEGGE 133/2008, LEGGE 169/2008, DPR 87/2009, DPR 122/2009, DPR 87, 88, 89 DEL 2010, DM 9/2010 RIFERIMENTI EUROPEI: LA STRATEGIA DI LISBONA, L’APPRENDIMENTO PER TUTTO L’ARCO DELLA VITA, LE COMPETENZE E LA LORO CERTIFICAZIONE, IL QUADRO EUROPEO DELLE QUALIFICHE. SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 1 LA STRUTTURA DEGLI ORDINAMENTI: SCUOLA DELL’INFANZIA E DUE CICLI, PRIMO E SECONDO, ARTICOLATI, RISPETTIVAMENTE, IN SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO, SISTEMA DEI LICEI, DELL’ISTRUZIONE TECNICA E DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE. ENTRAMBI I CICLI SONO ARTICOLATI IN PERIODI DIDATTICI, IL PRIMO HA LA DURATA DI 5 + 3 ANNI,IL SECONDO DI 5 ANNI. IL PERIODO OBBLIGATORIO E’ DI 10 ANNI, DAI 6 AI 16 ANNI LA CERTIFICAZIONE DEI LIVELLI DI APPRENDIMENTO E DELLE COMPETENZE ACQUISITE DAGLI ALUNNI HA LUOGO AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA, AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO, AL TERMINE DEL PERIODO OBBLIGATORIO E AL TERMINE DEL SECONDO CICLO, CON FINI ORIENTATIVI, DI PASSAGGIO DA UN PERCORSO ALL’ALTRO, DI PROSECUZIONE DEGLI STUDI, DI INSERIMENTO DEL MONDO DEL LAVORO. GLI ESAMI SONO PREVISTI AL TERMINE DEL PRIMO CICLO E AL TERMINE DEL SECONDO CON L’ACQUISIZIONE DEL RELATIVO DIPLOMA SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 1 IMPIANTO PEDAGOGICO DIDATTICO: PRIMO CICLO: INDICAZIONI NAZIONALI, DA UN LATO, PER I PSP E, DALL’ALTRO, PER IL CURRICOLO (IN ATTESA DI ARMONIZZAZIONE), OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO, OBIETTIVI FORMATIVI, TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE DA UN LATO LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO E IL PORTFOLIO DELLE COMPETENZE, DALL’ALTRO IL CURRICOLO CON I CAMPI DI ESPERIENZE PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA E LE DISCIPLINE AGGREGATE NELLE TRE AREE DEI LINGUAGGI, STORICO ANTROPOLOGICA, SCIENTIFICA BIENNIO OBBLIGATORIO SECONDO CICLO: ASSI CULTURALI, DEI LINGUAGGI, MATEMATICO, SCIENTIFICO TECNOLOGICO, STORICO SOCIALE (IN CONTINUITA’ CON IL PRIMO CICLO), DECLINAZIONE DELLE COMPETENZE IN USCITA SECONDO GLI ASSI E IN RELAZIONE AL PRIMO LIVELLO DEL EQF SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 1 SECONDO CICLO: PER IL SISTEMA DEI LICEI: LE SCUOLE AUTONOME COSTRUISCONO IL CURRICOLO IN RELAZIONE AL PECUP, AI RISULTATI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DI OGNI PERCORSO LICEALE, ALLE INDICAZIONI NAZIONALI DEGLI OSA PER OGNI DISCIPLINA NEL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE TECNICA E DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE: CURRICOLO FLESSIBILE NEL SECONDO BIENNIO E NELL’ULTIMO ANNO CON CURVATURA DELLA SPECIALIZZAZIONE PROFESSIONALE IN BASE A ELENCHI DI PROFILI PROFESSIONALI FISSATI CON LE REGIONI. RUOLO SURROGATORIO SVOLTO DALL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE PER I CORSI DI FORMAZIONE FINALIZZATI ALL’ACQUISIZIONE DELLA QUALIFICA PROFESSIONALE. DECLINAZIONE DELLE COMPETENZE IN USCITA PER I DIVERSI PERCORSI, SUDDIVISE IN COMPETENZE TRASVERSALI E SPECIFICHE DELL’INDIRIZZO I TRE SISTEMI SI CONCLUDONO CON L’ESAME DI STATO CHE E’ TITOLO DI ACCESSO PER IL PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI ALL’UNIVERSITA’, NEGLI ITS E IFTS E PER L’INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 1 LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI E DEL COMPORTAMENTO DEGLI ALUNNI: IL VALORE FORMATIVO DELLA VALUTAZIONE, IL RISPETTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI. LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE, MODELLI MINISTERIALI ANCORA DA DEFINIRE A PARTE QUELLO RELATIVO AL TERMINE DEL BIENNIO OBBLIGATORIO NELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO COERENZA CON LE INDICAZIONI EUROPEE: IMPIANTO PEDAGOGICO FONDATO SULLE COMPETENZE E SUL CURRICOLO, ACQUISIZIONE DI CAPACITA’ DI AUTOFORMAZIONE PER TUTTO L’ARCO DELLA VITA, ACQUISIZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADIMANZA, COERENZA MODELLO CERTIFICATIVO OBBLIGO CON L’EQF. ADESIONE AI PROGETTI EUROPEI DI LLP DOMANDA 2 LA SCUOLA AUTONOMA PUO’ ESSERE RAPPRESENTATA, NELLA TEORIA DELL’ORGANIZZAZIONE, DA UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA COMPLESSA A LEGAMI DEBOLI (WEICK) FONDATA SUI MODELLI PROPOSTI DA MINTZBERG. LA DEBOLEZZA DEI LEGAMI TRA I DOCENTI COSTITUISCE DA UN LATO UN ELEMENTO DI CRITICITA’ PER LA COESIONE E LA STABILITA’ DELL’ORGANIZZAZIONE, DALL’ALTRO E’ UN PUNTO DI FORZA PER LA SUA FLESSIBILITA’, CONDIZIONE NECESSARIA PER RECEPIRE GLI IMPULSI ALLE MODIFICHE E AL RINNOVAMENTO. CON QUALI STRATEGIE IL DS, PREDISPONENDO UN PIANO DI FORMAZIONE DEL PERSONALE DOCENTE, PUO’ AFFRONTARE LE CRITICITA’ DELL’ORGANIZZAZIONE SALVAGUARDANDO I SUOI PUNTI DI FORZA? LE AREE DELLA FORMAZIONE FANNO RIFERIMENTO A QUANTO PREVISTO DALLA DIRETTIVA EUROPEA SUGLI INDIRIZZI AI QUALI SI DEVE ISPIRARE LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI. TALI INDIRIZZI SONO RINVENIBILI NEL DM CHE DISCIPLINA LA FORMAZIONE INIZIALE DEGLI INSEGNANTI? SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 2 QUADRO NORMATIVO: DPR 275/99, CCNL PERSONALE DOCENTE, DLVO 165/2001, DM 249/2010, EMANATO AI SENSI DELLA LEGGE 244/2007, ART.2, COMMA 416, DIRETTIVA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL SETTEMBRE 2007 SULLA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI TEORIE ORGANIZZATIVE: UNA DEFINIZIONE DI ORGANIZZAZIONE “INSIEME DI PERSONE E DI CONNESSE RISORSE CHE COOPERANO ALL’INTERNO DI UN SISTEMA RELATIVAMENTE STABILE NEL TEMPO PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI COMUNI” I MODELLI DI MINTZBERG: BUROCRAZIA MECCANICA (CONFIGURAZIONE ORGANIZZATIVA BASATA SULLA STANDARDIZZAZIONE DEI PROCESSI LAVORATIVI, NEL CASO DELLA SCUOLA IL RISPETTO DELLE PROCEDURE E DELLE REGOLE) BUROCRAZIA PROFESSIONALE: NUCLEO OPERATIVO DELL’ORGANIZZAZIONE COSTITUITO DA PROFESSIONISITI, I DOCENTI NEL CASO SCOLASTICO, CHE POSSIEDONO IN MODO ESCLUSIVO LE COMPETENZE PROFESSIONALI E OPERANO CON VASTI MARGINI DI DISCREZIONALITA’ RISPETTO ALL’AUTORITA’ AMMINISTRATIVA BUROCRATICA SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 2 L’ADHOCRAZIA FONDATA SU UN MODELLO NON GERARCHICO E INFORMALE NELLA QUALE IL NUCLEO DI SPECIALISTI COLLABORA CON IL VERTICE STRATEGICO NELLA RICERCA DI SOLUZIONI INNOVATIVE NEL CAMPO DI AZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE USO DEL MODELLO IBRIDO CHE PREVEDE I TRE ASPETTI NELLE DIVERSE SITUAZIONI SCOLASTICHE I LEGAMI DEBOLI DI WEICK : LE NORME E LE DIRETTIVE SONO RESE INEFFICACI DALLA STRUTTURA SCOLASTICA NELLA QUALE I LEGAMI SONO ALLENTATI E L’INTEGRAZIONE DI TUTTI GLI OPERATORI E’ FORTEMENTE CRITICA SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 2 LE CINQUE PARTI DELL’ORGANIZZAZIONE DI MINTZBERG: IL VERTICE STRATEGICO (DS) LA LINEA INTERMEDIA TRA VERTICE STRATEGICO E NUCLEO OPERATIVO (STAFF DS) IL NUCLEO OPERATIVO (I DOCENTI) TECNOSTRUTTURA (ADDETTI LABORATORI, SICUREZZA … ) STAFF DI SUPPORTO ( DSGA E PERSONALE ATA) INTERVENGONO NELLA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI FORMAZIONE, OGNUNO PER LA PARTE DI PRORIA COMPETENZA SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 2 DIRETTIVA EUROPEA FORMAZIONE DOCENTI: DIMENSIONE CULTURALE, PSICO PEDAGOGICA, METODOLOGICO, DIDATTICA, DELLA PRATICA RIFLESSIVA, RELAZIONALE E SOCIALE, ORGANIZZATIVA MODELLO FORMATIVO DEL DM 249/2010: • DM 249/2010: • Art. 2 • Obiettivi della formazione iniziale degli insegnanti • 1. La formazione iniziale degli insegnanti di cui all'articolo 1 e' • finalizzata a qualificare e valorizzare la funzione docente • attraverso l'acquisizione di competenze disciplinari, • psico-pedagogiche, metodologico-didattiche, organizzative e • relazionali necessarie a far raggiungere agli allievi i risultati di • apprendimento previsti dall'ordinamento vigente. • 2. E' parte integrante della formazione iniziale dei docenti • l'acquisizione delle competenze necessarie allo sviluppo e al • sostegno dell'autonomia delle istituzioni scolastiche secondo i • principi definiti dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo • 1999, n. 275. • 3. Le competenze di cui ai commi 1 e 2 costituiscono il fondamento • dell'unitarietà della funzione docente SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 2 Percorsi formativi 1. I percorsi formativi sono preordinati, per tutte le classi di abilitazione all'insegnamento, all'acquisizione delle competenze di cui all'articolo 2. 2. I percorsi formativi sono così articolati: a) per l'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria, un corso di laurea magistrale quinquennale, a ciclo unico comprensivo di tirocinio da avviare a partire dal secondo anno di corso; b) per l'insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, un corso di laurea magistrale biennale ed un successivo anno di tirocinio formativo attivo. 3. I percorsi formativi preordinati all'insegnamento delle discipline artistiche, musicali e coreutiche della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado sono attivati dalle università e dagli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508, nell'ambito dei quali si articolano nel corso di diploma accademico di II livello e nel successivo anno di tirocinio formativo attivo secondo quanto prescritto dal presente decreto. SCHEDA RISPOSTA DOMANDA 2 PIANO DI FORMAZIONE CHE HA IL FINE DI RAFFORZARE ALCUNI LEGAMI TRA I DOCENTI: PER MIGLIORARE IL PROCESSO DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO, RAFFORZANDO IL SENSO DI APPARTENENZA E DEFINENDO UNA IDENTITA’ PROPRIA DELL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI UN LAVORO COMUNE CHE DIVENGA PRASSI CONSOLIDATA E NON TEMPORANEA SCELTA DEL SETTORE DI FORMAZIONE DOPO L’INDIVIDUAZIONE, IN BASE ALL’USO DI OPPORTUNI INDICATORI, DEI PUNTI DI MAGGIORE CRITICITA’, AD ES. VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI, RELAZIONE E COMUNICAZIONE, PROGETTAZIONE EDUCATIVO DIDATTICA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO CON IL COINVOLGIMENTO DELLO STAFF, FS, RESPONSABILI DI DIPARTIMENTO .. , APPROVAZIONE DA PARTE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI ORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA ATTORNO AL PIANO, REALIZZAZIONE, MONITORAGGIO DEI RISULTATI. DIFFUSIONE DI MATERIALI TRA I DOCENTI DOMANDA 3 IL DIRIGENTE SCOLASTICO E’ SOLO LEADER O SOLO MANAGER OPPURE LA COMPLESSA ARTICOLAZIONE DELLE SUE COMPETENZE RICHIEDE CHE IN RELAZIONE ALLE DIVERSE ATTIVITA’ DELLA VITA SCOLASTICA IL DIRIGENTE ASSUMA IL RUOLO DI LEADER O DI MANAGER? INDICARE LE ATTIVITA’ SCOLASTICHE RILEVANTI NELLE QUALI E’ RICHIESTO DI RICOPRIRE ALTERNATIVAMENTE LE DUE FUNZIONI E QUALE RUOLO SVOLGE, NEI DUE DIVERSI CONTESTI, LO STAFF ORGANIZZATIVO DI SUPPORTO DEL DS. SCHEDA RISPOSTA AREA 3 QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO: DLVO 165/2001, DPR 275799, DI 44/2001, CCNL, DLVO 297/94, DLVO 150/2009 STUDI SULLA LEADERSHIP E IL MANAGEMENT SECONDO J. P. KOTTER “LA LEADERSHIP E IL MANAGEMENT SONO DUE MODALITA’ DI AGIRE DISTINTE E COMPLEMENTARI, CIASCUNA CONNOTATA DA ATTIVITA’ E FUNZIONI PROPRIE. ENTRAMBE SONO NECESSARIE PER AVERE SUCCESSO IN UN CONTESTO DI MERCATO SEMPRE PIU’ COMPLESSO E INCERTO” IL MANAGER SI CONFRONTA CON LA GESTIONE DELLA COMPLESSITA’, LA SUA EFFICACIA SI MISURA CON IL CONSEGUIMENTO DEI RISULTATI PREVISITI IN SEGUITO ALL’ATTIVITA’ GESTIONALE IL LEADER SI MISURA CON IL CAMBIAMENTO OVVERO CON LO SVILUPPO DI UNA VISIONE DEL FUTURO E DELLE STRATEGIE GENERATIVE DI CAMBIAMENTO COERENTI CON DETTA VISIONE SCHEDA RISPOSTA AREA 3 RUOLO MANAGERIALE DEL DS: NEL PRIMO CASO, LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA AVVIENE ATTRAVERSO LA PRELIMINARE PREDISPOSIZIONE DEL POF E DEL PA AL QUALE SEGUONO I PROCESSI ORGANIZZATIVI E LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE CON L’ASSEGNAZIONE DI RUOLI E FUNZIONI AGLI OPERATORI SCOLASTICI E LE RELATIVE DELEGHE CON LO STAFF E LE ALTRE FIGURE PREVISTE DALL’ORGANIZZAZIONE (RESPONSABILI DI DIPARTIMENTO, COORDINATORI DI CLASSE, ADDETTI ALLA SICUREZZA, AI LABORATORI, … ,) IL DS SVOLGE L’ATTIVITA’ GESTIONALE OPERANDO ANCHE CONTROLLI DI GESTIONE AL FINE DI INDIVIDUARE E RIMUOVERE EVENTUALI DEVIAZIONI E DIFFICOLTA’ RISPETTO A QUANTO PROGRAMMATO. SCHEDA RISPOSTA AREA 3 • • • • • • • • • • LE ATTIVITA’ SONO: LA GESTIONE DEI PROGETTI DEL POF UNITAMENTE AI RESPONSABILI DI PROGETTO E AL DSGA LE ATTIVITA’ COLLEGIALI LE RELAZIONI SINDACALI E LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA, CON LE RSU E LE OOSS TERRITORIALI LE ATTIVITA’ COLLEGATE AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE, CON GLI ADDETTI AL SERVIZIO LE ATTIVITA’ AMMINISTRATIVE CHE RIGUARDANO IL PERSONALE E GLI ALUNNI, CON LO STAFF E LA SEGRETERIA LE ATTIVITA’ NEGOZIALI, CON IL SUPPORTO DEL DSGA LE ATTIVITA’ DI ACCOGLIENZA, INTEGRAZIONE E ORIENTAMENTO DI TUTTI GLI ALUNNI LA RELAZIONE E LA COMUNICAZIONE CON LE FAMIGLIE, IL TERRITORIO, L’AMMINISTRAZIONE ….. SCHEDA RISPOSTA AREA 3 RUOLO DA LEADER DEL DS: IL DS ORIENTA IL PERSONALE E GLI STUDENTI A PERCORRERE STRADE DI CAMBIAMENTO E DI RINNOVAMENTO IL DS FA LEVA SULLA MOTIVAZIONE CHE CERCA DI SUSCITARE LAVORANDO SUL SENSO DI APPARTENENZA, SUL RICONOSCIMENTO DELL’ALTRO E DEL SUO VALORE IL QUESTO CASO, IL DS PUO’ DIFFONDERE LA LEADERSHIP (LEADER TRASFORMAZIONALE) VERSO LO STAFF, SE ESSO E’ IN SINTONIA CON LA VISION DEL DIRIGENTE LA FIGURA DEL LEADER E’ STATO OGGETTO DI STUDI E AL CENTRO DI DIVERSI MODELLI, SI RICORDANO I SEI STILI DI GOLEMAN (VISIONARIO, AFFILIATIVO, DEMOCRATICO, REGOLATORE DEL RITMO, AUTORITARIO, FORMATORE). IN CONSIDERAZIONE DELLA COMPLESSITA’ DELLE FUNZIONI DEL DS, E’ LA COMBINAZIONE DEI SEI STILI, CIASCUNO DEI QUALI DA ASSUMERE IN SITUAZIONI DIVERSE, CHE PUO’ ESSERE CONDIZIONE NECESSARIA PER OTTENERE RISULTATI POSITIVI SCHEDA RISPOSTA AREA 3 BISOGNA ANCHE CONSIDERARE CHE LA SCUOLA OFFRE UN SERVIZIO PUBBLICO E QUINDI PRODUCE UN VALORE PUBBLICO, OVVERO UN VALORE PER LA COMUNITA’, TANTO PIU’ ELEVATO QUANTO MAGGIORE E’ IL LIVELLO DEI BISOGNI SODDISFATTI, ANCHE DAL PUNTO DI VISTA RELAZIONALE TRA TUTTI I SOGGETTI INTERESSARI AL SERVIZIO. SECONDO QUESTO PUNTO DI VISTA, E’ PREVALENTE IL CONCETTO DI GOVERNANCE RISPETTO A QUELLO DI MANAGEMENT, CHE RAPPRESENTA NON TANTO LA GESTIONE E IL CONTROLLO DI GESTIONE, QUANTO IL GOVERNO DI RAPPORTI E DI PROCESSI, NELL’INTERAZIONE CON I SOGGETTI PRESENTI SUL TERRITORIO, PER RISPONDERE IN MODO SODDISFACENTE AI DIVERSI PORTATORI DI INTERESSE DOMANDA 4 IL CANDIDATO RELAZIONI SU: I TRATTATI DELLA UE: LORO FUNZIONE, GLI ORIENTAMENTI RISPETTO ALL’ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE, A PARTIRE DA MAASTRICHT DEL 1992. I DIRITTI FONDAMENTALI RIPORTATI NELLA OMONIMA CARTA, DEFINITA NEL CONSIGLIO EUROPEO DI NIZZA 2000 L’ASSETTO ISTITUZIONALE DELLA UE, LA COMPOSIZIONE E LE COMPETENZE DEGLI ORGANI. IL DIRITTO DERIVATO: STRUMENTI NORMATIVI E LE PROCEDURE ADOTTATE DALL’UE. DOMANDA 5 ILLUSTRARE I PROGRAMMI EUROPEI FINANZIATI DALLA UE NEL CAMPO DELL’ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE, RICOMPRESI SOTTO LA SIGLA LLP (LIFELONG LEARNING PROGRAMM), IN RELAZIONE AI TRATTATI E ALLE STRATEGIE CHE HANNO INDIVIDUATO I PUNTI NODALI DELLA DIMENSIONE EUROPEA DELL’ISTRUZIONE. INDICARE QUALI OBIETTIVI SI PONE LA UE CON L’USO DELLO STRUMENTO DEI I FONDI STRUTTURALI EUROPEI E ILLUSTRARE LE MODALITA’ DI GESTIONE DEI FONDI DA PARTE DEI PAESI PARTNER ATTRAVERSO I PON. DOMANDA 6 IL DM 139/2007 CITA, NELLE PREMESSE, LA RACCOMANADAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 18/12/2006 SULLE COMPETENZE CHIVAVE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE. SI EVIDENZI COME IL DOCUMENTO TECNICO ALLEGATO A DETTO DM DELINEI UN CURRICOLO FINALIZZATO ALL’ACQUISIZIONE DI DETTE COMPETENZE E COME IL MODELLO DI CERTIFICAZIONE IN USCITA DAL PERCORSO OBBLIGATORIO SIA IN ARMONIA CON IL QUADRO EUROPEO DELLE QUALIFICHE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE QUALI SONO TUTTI I PERCORSI NEI QUALI, IN BASE ALLE NORME DEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO ATTUALMENTE IN VIGORE, E’ POSSIBILE ASSOLVERE ALL’OBBLIGO DI ISTRUZIONE? DOMANDA 7 IL REGOLAMENTO DI COORDINAMENTO DELLE NORME SULLA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI, DPR 122/2009, SI FONDA SU PRINCIPI E FINALITA’ CHE VENGONO DECLINATI NEL PRIMO ARTICOLO, NEL QUALE E’ INDIVIDUATO ANCHE L’OGGETTO DELLA VALUTAZIONE. SI INDICHINO E SI COMMENTINO DETTI PRINCIPI E L’OGGETTO DELLA VALUTAZIONE NONCHE’ LE COMPETENZE DI SOGGETTI E DI ORGANI NEL PROCESSO VALUTATIVO. COME E’ TRATTATA NEL DPR IN ESAME LA QUESTIONE DELLA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE? L’ORDINAMENTO SCOLASTICO ITALIANO PREVEDE DIVERSE TIPOLOGIE DI ESAMI SCOLASTICI. DESCRIVERLE INDICANDO GLI ASPETTI PRINCIPALI, LE FINALITA’, LE MODALITA’ DI SVOLGIMENTO E GLI ORGANI COINVOLTI QUAL’E’ LA FUNZIONE DELL’INVALSI RISPETTO AGLI APPRENDIMENTI DEGLI ALUNNI E QUALE RUOLO SVOLGONO LE RILEVAZIONI INTERNAZIONALI? DOMANDA 8 IL SISTEMA SCOLASTICO PREVEDE DUE IMPORTANTI ISTITUTI DI COLLEGAMENTO TRA ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE: 1) L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CHE E’ DISCIPLINATA DAL DLVO 77/2005, DELLA QUALE IL CANDIDATO DEVE INDICARE LE FINALITA’ EDUCATIVO DIDATTICHE E LE MODALITA’ PREVISTE DAL DLVO PER LA SUA REALIZZAZIONE. 2) L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE, CHE E’ STATA OGGETTO DI RIORGANIZZAZIONE CON IL DPCM DEL 25/01/2008, LO STESSO DPCM HA ISTITUITO GLI ITS. DESCRIVERE IL MODELLO FORMATIVO E I TITOLI CHE SI CONSEGUONO NEGLI ITS E NEI PERCORSI IFTS DOMANDA 9 IN SEGUITO AL PROCESSO DI RINNOVAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, CHE HA RIGUARDATO ANCHE LA STRUTTURA DEI MINISTERI, COMPRESO QUELLO DELL’ISTRUZIONE, CON LE RELATIVE ARTICOLAZIONI TERRITORIALI, DESCRIVERE L’ATTUALE STRUTTURA DEL MIUR (MINISTERO UNIFICATO DELL’ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA) E DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI E TERRITORIALI, CON LE RELATIVE FUNZIONI E COMPETENZE. INDICARE POI LE COMPETENZE IN MATERIA DI ISTRUZIONE DELLO STATO, DEGLI ENTI LOCALI E DELLE SCUOLE AUTONOME, COSI’ COME DISCIPLINATO DALLA LEGGE 59/97 E DAI RELATIVI REGOLAMENTI ATTUATIVI, E IL SISTEMA DELLE RELAZIONI TRA I TRE SOGGETTI DOMANDA 10 INDICARE LE FUNZIONI E I COMPITI, ASSEGNATI DA DIVERSI PROVVEDIMENTI NORMATIVI, AL DIRIGENTE SCOLASTICO, NONCHE’ LE RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVE, CIVILI E PENALI CONNESSE ALLA SUA FUNZIONE DOMANDA 11 L’AUTONOMIA SCOLASTICA, CARATTERISTICHE E LIMITI. L’AUTONOMIA FUNZIONALE, LE COMPETENZE AMMINISTRATIVE DELLA SCUOLA AUTONOMA. IL POF: PROCEDURE DI ELABORAZIONE, STRUTTURA, I REGOLAMENTI, LE COMPETENZE DEGLI ORGANI, RELAZIONE CON IL TERRITORIO, PROCEDURE DI DIVULGAZIONE E DI VERIFICA. DOMANDA 12 AVENDO COME RIFERIMENTO LE 5 PARTI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL MODELLO DI MINTZBERG, SPIEGARE COSA SI INTENDE PER GESTIONE INTEGRATA DEL POF E DEL PA, INDIVIDUANDO RUOLI E COMPETENZE DEL DS, DEL DSGA, DELLO STAFF E DEGLI ORGANI COLLEGIALI DELLA SCUOLA AUTONOMA, I RELATIVI ATTI DELIBERATIVI, IL COORDINAMENTO DELLE COMPETENZE. DOMANDA 13 IL RUOLO DEL DS, DEL DSGA, DEGLI ORGANI COLLEGIALI E DEI REVISORI DEI CONTI NELLA PREDISPOSIZIONE DEL PA IN RELAZIONE AL POF, DEL CONTO CONSUNTIVO E DELLA LORO APPROVAZIONE. GLI STRUMENTI CONTABILI. ATTIVITA’ NEGOZIALE DEL DS. FUNZIONE DEL PA E DEL CC COME STRUMENTI DI VERIFICA DELL’ATTIVITA’ GESTIONALE DEL DS DOMANDA 14 LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE: L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO DEL PERSONALE DOCENTE E ATA IN RELAZIONE AL POF, I PIANI ANNUALI DELLE ATTIVITA’, I RUOLI DEL DS E DEL DSGA, LA CONTRATTAZIONE DI ISTITUTO. LE MATERIE OGGETTO DI CONTRATTAZIONE, IL FIS. SEQUENZA TEMPORALE DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE RISPETTO ALLA PREDISPOSIZIONE DEL POF E DEL DOCUMENTO CONTABILE PA DOMANDA 15 RUOLO DEL DS, PROCEDIMENTI E SANZIONI NEL CONTENZIOSO DISCIPLINARE NEI CONFRONTI DEL PERSONALE DELLA SCUOLA. CONTROVERSIE IN MATERIA DI RAPPORTO DI LAVORO. L’ACCESSO AGLI ATTI E LA TUTELA DELLA PRIVACY DOMANDA 16 IL RUOLO DEL DS NEL CONTENZIOSO CON L’UTENZA IN RELAZIONE ALLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE DELLE SCUOLE. L’ACCESSO AGLI ATTI E LA TUTELA DELLA PRIVACY. DOMANDA 17 IL DS E LA SICUREZZA NELLA SCUOLA. ITER PROCEDURALE, DOCUMENTI FONDAMENTALI, PREDISPOSIZIONE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE. FUNZIONI, COMPITI E RESPONSABILITA’ DEGLI ADDETTI UN PARTICOLARE TIPO DI PREVENZIONE: LA VIGILANZA NEI CONFRONTI DEGLI ALUNNI. ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI VIGILANZA IN TUTTI I MOMENTI DELLA VITA SCOLASTICA, COMPITI E RESPONSABILITA’ DOMANDA 18 LA FUNZIONE EDUCATIVA DELLA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEGLI ALUNNI. I DIRITTI E I DOVERI DEGLI STUDENTI, LO STATUTO DELLE STUDENTESSE E DEGLI STUDENTI. IL PATTO DI CORRESPONSABILITA’ SCUOLA FAMIGLIA ALUNNI DOMANDA 19 IN RELAZIONE AL MODELLO SOCIALE DI DISABILITA’, CON QUALI STRUMENTI E FINALITA’ SI PUO’ REALIZZARE L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI DISABILI, NELL’AMBITO DELL’ATTUALE QUADRO NORMATIVO, E CON QUALI SOGGETTI OPERANTI NEL TERRITORIO IL DS DEVE RELAZIONARSI PER GARANTIRE INTERVENTI INTEGRATI TRA PIU’ SERVIZI NEL CASO DI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO, QUALI INTERVENTI REALIZZA LA SCUOLA AUTONOMA IN RELAZIONE AL RECENTE QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO? DOMANDA 20 LA SCUOLA AUTONOMA, IN QUANTO ORGANIZZAZIONE COMPLESSA, ADOTTA DIVERSI STILI DI COMUNICAZIONE: FORMALE E INFORMALE. FORNIRE ALCUNI ESEMPI DEGLI STRUMENTI APPARTENENTI ALLE DUE DIVERSE TIPOLOGIE IN RELAZIONI ALLE CONNESSE SITUAZIONI E ALLE RELATIVE FINALITA’. DOMANDA 21 L’ ATTRIBUZIONE DELL’ AUTONOMIA ALLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE HA PRODOTTO PROBLEMATICHE ORGANIZZATIVE DEL SISTEMA LA CUI COMPLESSITA’ HA RICHIESTO L’USO DI MODELLI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI PROPRI DEL MONDO AZIENDALE. SPIEGARE COME IL MODELLO DELLE “SETTE S” PROPOSTO DA MCKINSEY PUO’ RAPPRESENTARE LA STRUTTURA SCOLASTICA NELLA SUA DIMENSIONE DINAMICA IN RELAZIONE CON L’AMBIENTE ESTERNO DOMANDA 22 LA SCUOLA AUTONOMA PUO’ CONSIDERARSI UNA ORGANIZZAZIONE COMPLESSA. LE TRE LEGGI IDENTIFICATIVE DELLA COMPLESSITA’ ELABORATE NELLA OMONIMA TEORIA: LA LEGGE DELL’APERTURA, DEL RIORIENTAMENTO, DELL’EQUILIBRIO DINAMICO TRA CONTINUITA’ E DISCONTINUTA’ A QUALI PROCESSI DELL’ATTIVITA’ SCOLASTICA POTREBBERO ESSERE ASSOCIATE? DOMANDA 23 CONSIDERIAMOLA SCUOLA COME ORGANIZZAZIONE COMPLESSA IL CUI FINE E’ QUELLO DEL MIGLIORAMENTO CONTINUO PER LA REALIZZAZIONE DELLA MISSION, CONSISTENTE NEL RAGGIUNGIMENTO DEL SUCCESSO FORMATIVO PER TUTTI GLI ALUNNI. L’APPPLICAZIONE DELLE TEORIE DELLA QUALITA’ TOTALE E DEL CICLO DI DEMING TROVANO RISCONTRO NELLA STRUTTURA DEL BILANCIO SOCIALE INDIVIDUATA NELLE LINEEE GUIDA DEL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA? PERCHE’? DOMANDA 24 • La presenza di criticità, evidenziate dagli esiti delle prove Ocse PISA, INVALSI e altro pongono di fronte a necessari cambiamenti in vista di scelte didattiche più consapevoli ed adeguate al raggiungimento del miglioramento del sistema educativo e degli obiettivi stabiliti dalle riforme e dallo scenario europeo. Quali azioni può intraprendere il DS per favorire il miglioramento dei risultati dell’apprendimento degli studenti? DOMANDA 25 • I risultati delle prove d’ingresso di un istituto secondario di secondo grado evidenziano negli alunni lacune diffuse nella preparazione di base, che creano problemi di continuità e nella certificazione delle competenze alla fine dell’obbligo. Quali azioni può intraprendere il DS per contenere le criticità e assicurare la realizzazione di un percorso didattico che coniughi continuità e specificità di ogni ordine? DOMANDA 26 • Quale funzione svolge la valutazione degli apprendimenti e del comportamento nelle diverse fasi del processo di apprendimento? Come può essere migliorata la trasparenza e l’uniformità del processo con un coinvolgimento positivo di tutti i soggetti presenti nella scuola? DOMANDA 27 • Quali azioni può intraprendere il DS per promuovere le competenze digitali previste dalla certificazione dell’obbligo, tenendo conto dell’importanza che viene attribuita ad esse nel quadro dell’apprendimento permanente e delle competenze chiave di cittadinanza? DOMANDA 28 • L’introduzione di metodologie didattiche quali il cooperative learning, gli ambienti web e altro pongono cambiamenti di cui si dovrebbe monitorare l’efficacia ai fini dell’apprendimento. Quali strategie desunte dalla pedagogia sperimentale e dalle indagini qualitative e quantitative possono essere messe in atto per verificare l’efficacia di tali metodologie? DOMANDA 29 • Il Ministero ha stabilito le linee guida per rendere possibile l’accoglienza e l’inserimento degli studenti stranieri. Quali strategie possono essere messe in atto per la progettazione, valutazione e la scelta delle metodologie didattiche più efficaci per assicurare il successo scolastico e formativo nonché l’insegnamento dell’italiano L2 e creare le condizioni di uno scambio proficuo nella comunità scolastica? DOMANDA 30 • Quali strategie possono essere messe in atto per rendere efficace l’azione di orientamento, fondamentale per assicurare il successo scolastico e contenere la dispersione? In che modo si può impostare la progettazione, la valutazione e la scelta di metodologie didattiche per realizzare un’efficace azione di orientamento? DOMANDA 31 • Quali strategie possono essere messe in atto per rispondere a situazioni di disagio giovanile presenti in una realtà territoriale considerata a rischio o in un contesto in cui tale fenomeno non acquista rilevanza particolare? Come si può prevenire il bullismo e gli atteggiamenti prevaricatori che, pur non degenerando in forme di devianza, alterano in modo negativo i rapporti all’interno della comunità scolastica?