Elettronica di potenza Regolatori serie Regolatori di tensione dissipativi 1 Regolatori serie Schema elettrico Controllo della tensione d’uscita 2 ©2003 Politecnico di Torino 1 Elettronica di potenza Regolatori serie Regolatori serie Schema elettrico 3 Schema di principio I regolatori serie sono composti da un elemento che svolge le funzioni di resistenza variabile R, posto in serie tra ingresso e uscita un sistema che misura la tensione d’uscita e modifica il valore di R in modo da mantenere Vu al valore voluto 4 ©2003 Politecnico di Torino 2 Elettronica di potenza Regolatori serie Primo schema Di solito l’elemento serie è un transistor Vu =VREF (1+R1/R2) 5 Primo schema Il transistor è uno stadio finale di potenza che lavora in linearità (da qui il nome di regolatori lineari) 6 ©2003 Politecnico di Torino 3 Elettronica di potenza Regolatori serie Secondo schema Dovendo gestire molta corrente in uscita, spesso si usa una configurazione Darlington 7 Piedini Il regolatore ha tre piedini “fisici”: ingresso, uscita e 0V, ma altri 4 “concettuali”: Alimentazioni dell’operazionale Ingresso della rete di reazione per la lettura della tensione d’uscita Su alcuni dispositivi i 7 piedini sono tutti disponibili 8 ©2003 Politecnico di Torino 4 Elettronica di potenza Regolatori serie Headroom Perché un regolatore serie funzioni regolarmente occorre che i transistor del darlington funzionino in linearità: Vi >Vu+VBE 1+VBE 2 Il transistor di potenza ha circa 1V di VBE , quindi Vi >Vu+1,7V 9 Headroom Perché un regolatore serie funzioni regolarmente occorre che i transistor del darlington funzionino in linearità: Vi >Vu+VBE 1+VBE 2 Il transistor di potenza ha circa 1V di VBE , quindi Vi >Vu+1,7V La tensione sulla base del primo transistor deve essere però fornita dall’amplificatore operazionale, alimentato dalla tensione d’ingresso e la cui dinamica d’uscita non coincide in generale con l’alimentazione Vi >Vu+VHR Valori tipici di VHR sono 2-3V 10 ©2003 Politecnico di Torino 5 Elettronica di potenza Regolatori serie Headroom Perché un regolatore serie funzioni regolarmente occorre che i transistor del darlington funzionino in linearità: Vi >Vu+VBE 1+VBE 2 Il transistor di potenza ha circa 1V di VBE , quindi Vi >Vu+1,7V La tensione sulla base del primo transistor deve essere però fornita dall’amplificatore operazionale, alimentato dalla tensione d’ingresso e la cui dinamica d’uscita non coincide in generale con l’alimentazione Vi >Vu+VHR Valori tipici di VHR sono 2-3V VHR = tensione di HEADROOM è la minima caduta di tensione (drop-out) ai capi del regolatore che 11 ne permette il funzionamento regolare Potenza dissipata L’amplificatore operazionale richiede caduta di tensione per operare: Aumento della potenza dissipata 12 ©2003 Politecnico di Torino 6 Elettronica di potenza Regolatori serie Potenza dissipata L’amplificatore operazionale richiede caduta di tensione per operare: Aumento della potenza dissipata Soluzione: alimentare l’op-amp con una tensione esterna più alta Fattibile solo in casi particolari in cui si abbiano più tensioni a disposizione. Es: Alimentazione della CPU nei personal computer Regolazione delle uscite secondarie di regolatori switching 13 Potenza dissipata L’amplificatore operazionale richiede caduta di tensione per operare: Aumento della potenza dissipata Soluzione: alimentare l’op-amp con una tensione esterna più alta Fattibile solo in casi particolari in cui si abbiano più tensioni a disposizione. Es: Alimentazione della CPU nei personal computer Regolazione delle uscite secondarie di regolatori switching La dissipazione di potenza di un regolatore serie è bassa solo se la tensione d’ingresso è di poco più alta di quella d’uscita 14 ©2003 Politecnico di Torino 7 Elettronica di potenza Regolatori serie Regolatori di serie 15 Remote sense: due piedini Se il carico è lontano dal regolatore, la caduta di tensione sui fili d’alimentazione influisce sulla precisione della regolazione 16 ©2003 Politecnico di Torino 8 Elettronica di potenza Regolatori serie Remote sense: due piedini Se il carico è lontano dal regolatore, la caduta di tensione sui fili d’alimentazione influisce sulla precisione della regolazione Se sono disponibili i terminali della retroazione, allora si possono aggiungere dei fili di “sense”, in cui non scorre corrente significativa, collegati direttamente al carico 17 Remote sense: piedino singolo Con un solo piedino di sense disponibile, esiste un’altra soluzione. La corrente che scorre nella connessione inferiore provoca una imprecisione, ma, essendo molto piccola, è trascurabile La resistenza RS serve ad evitare problemi nel caso si scolleghi il filo di sense 18 ©2003 Politecnico di Torino 9 Elettronica di potenza Regolatori serie Sense per regolazione tensione Se si inserisce un partitore sul carico, si può regolare (aumentare) la tensione d’uscita Infatti il regolatore manterrà costante la tensione presente tra Vsense e il proprio riferimento 19 Disturbi elettromagnetici I fili di sense possono raccogliere disturbi dovuti al campo elettromagnetico a 50Hz : L’area racchiusa tra i fili di sense costituisce una spira che si concatena con il campo magnetico e provoca una tensione aggiuntiva a 50Hz 20 ©2003 Politecnico di Torino 10 Elettronica di potenza Regolatori serie Disturbi elettromagnetici I fili di sense possono raccogliere disturbi dovuti al campo elettromagnetico a 50Hz : L’area racchiusa tra i fili di sense costituisce una spira che si concatena con il campo magnetico e provoca una tensione aggiuntiva a 50Hz Soluzione: coppia ritorta: diminuisce area e porta i disturbi sul modo comune 21 Disturbi in alta frequenza Anche i campi elettromagnetici ad alta frequenza possono portare disturbi I fili diventano antenne Le giunzioni degli elementi attivi hanno caratteristica non lineare e le componenti in alta frequenza provocano spostamento del punto di lavoro (vengono raddrizzate), facendo variare la tensione d’uscita 22 ©2003 Politecnico di Torino 11 Elettronica di potenza Regolatori serie Protezione da sovracorrenti Si può rendere anche regolabile la protezione contro le sovracorrenti In questo modo si hanno 5 piedini Vantaggi: Un solo regolatore per scopi diversi Svantaggi: Circuito stampato più complesso (meno affidabile, ecc.) 23 Regolatori a tensione regolabile E’ possibile avere un regolatore in cui sia modificabile la tensione di uscita, utilizzando solo tre piedini? 24 ©2003 Politecnico di Torino 12 Elettronica di potenza Regolatori serie Regolatori a tensione regolabile E’ possibile avere un regolatore in cui sia modificabile la tensione di uscita, utilizzando solo tre piedini? I regolatori mantengono costante la tensione tra il piedino d’uscita e il proprio piedino di riferimento 25 Regolatori a tensione regolabile E’ possibile avere un regolatore in cui sia modificabile la tensione di uscita, utilizzando solo tre piedini? I regolatori mantengono costante la tensione tra il piedino d’uscita e il proprio piedino di riferimento ©2003 Politecnico di Torino Non necessariamente il riferimento di tensione del regolatore deve essere 0V 26 13 Elettronica di potenza Regolatori serie Regolatori a tensione regolabile E’ possibile avere un regolatore in cui sia modificabile la tensione di uscita, utilizzando solo tre piedini? I regolatori mantengono costante la tensione tra il piedino d’uscita e il proprio piedino di riferimento Non necessariamente il riferimento di tensione del regolatore deve essere 0V IQ è la corrente assorbita dai circuiti interni del regolatore 27 Regolatori a tensione regolabile La tensione su R1 vale Vreg La corrente in R2 è IR2 =IQ +Vreg /R1 28 ©2003 Politecnico di Torino 14 Elettronica di potenza Regolatori serie Regolatori a tensione regolabile La tensione su R1 vale Vreg La corrente in R2 è IR2 =IQ +Vreg /R1 Vu =Vreg +R2·IR2 Vu =Vreg ·(1+R2 /R1) + +IQ· R2 29 Regolatori a tensione regolabile La tensione su R1 vale Vreg La corrente in R2 è IR2 =IQ +Vreg /R1 Vu =Vreg +R2·IR2 Vu =Vreg ·(1+R2 /R1) + +IQ· R2 IQ nei regolatori normali non è costante e rappresenta un termine d’errore Esistono regolatori appositi con IQ costante: LM317 30 ©2003 Politecnico di Torino 15