Foto pratica
Fare una gigantografia
80x60cm da una
foto scattata con
una compatta può
sembrare una sfida
impossibile. Eppure
scegliendo gli strumenti
adatti e con qualche
trucco di ripresa si
riescono a raggiungere
ingrandimenti di
oltre 100x. In prova
la Canon Ixus 210
e il plotter Canon
ImagePrograf iPF6350.
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Sfida impossibile:
la gigantografia
con una compatta
A distanza di qualche anno da una sperimentazione simile torniamo a verificare
un ʻincontroʼ tecnologico che in genere
tende ad essere considerato, se non
impossibile, quantomeno poco fattibile.
Parliamo di eseguire una stampa di grande formato a partire dallo scatto di una
compatta, una stampa che si esegue per
mezzo del cosiddetto plotter. La tecnologia avanza, i pixel aumentano, il rumore
generato dai piccoli sensori diminuisce
ed al contempo i supporti di stampa e
gli inchiostri impiegati dalle stampanti
migliorano.
Basterà questo per realizzare stampe realmente utilizzabili? Vediamo.
Un binomio impossibile?
Più che il termine plotter dovremmo usare quello di stampante a getto di inchiostro di largo formato.
La fotocamera è invece una classica compatta che permette di puntare e scattare
senza pensarci troppo su.
I limiti dellʼincontro di queste attrezzature sono ovviamente nel differente livello
di qualità. Una stampante di grande formato richiederebbe un file immagine di
dimensioni coerenti con ingrandimenti
che possono superare il metro di larghezza. Una compatta da qualche centinaio di
euro al contrario dispone di un sensore
che in genere è grande una manciata di
millimetri per lato. Se prevediamo di
usare un foglio di carta di dimensioni
di 100x70cm e un sensore con 6mm di
lato avremmo un ingrandimento lineare
di ben... 143x! Insomma, un bel poʼ. È
come scattare con una Full Frame per poi
andare a stampare su un muro di 5x3,5
metri.
Dovessimo essere fedeli alla regola
che vuole i 300 dpi quale risoluzione
standard per una stampa di qualità su
carta dovremmo usare una fotocamera
compatta in grado di realizzare file da
Il sottile corpo
della Ixus
210 usata
per la prova;
si possono
notare le
connessioni per
i collegamenti
e i comandi
operativi.
Bloccando il coperchio superiore della stampante iPF6350 è
possibile osservare come la carta sia già ampiamente inchiostrata quando il foglio inizia ad uscire; è la conferma della
rapidità di stampa.
Sono ben 12 i
nuovi inchiostri
Lucia usati dalle
stampanti Canon
di grande formato
e distribuiti su due
testine di stampa;
sono a pigmenti e i
colori offrono una
buona resistenza.
I 130 millilitri di capacità dei serbatoi a colori separati della
Prograf consentono una buona economia nei consumi. Inoltre
le testine di stampa permettono di economizzare sui cicli di
allineamento e di pulizia.
quasi 100 Megapixel! Così, ovviamente,
non è.
La risoluzione sufficiente
Anni di esperienza digitale dovrebbero
averci abituati ormai a giudicare con
prudenza la richiesta dei 300 dpi come risoluzione di stampa; altrimenti saremmo
ancora fermi a stampare in 10x15cm. In
senso opposto, la stessa prudenza dovrebbe essere usata quando si sentono discorsi
del tipo ʻi Megapixel attuali bastano ed
avanzano per stampare fino a....
Alcune considerazioni. In primo luogo
stampare in grande presume che lʼopera
sia osservata a distanza; se vedete qualcuno che esamina un ingrandimento fotografico a distanza di mezzo metro avete
il pieno diritto di dargli una bacchettata
sulla dita.
Secondo: i megapixel non servono per
la stampa; servono semmai per avere
più materiale a disposizione per lʼelaborazione. Strano che questo concetto sia
stato accettato in una qualche maniera
per quello che riguarda la profondità di
colore, mentre fatichi ad esserlo nellʼambito della stampa. Eʼ come credere che
mangiando tre chili di cibo si ingrassi di
tre chili.
Ci metto anche un terzo punto: oggi esiste la stampa via web o in negozio, ma
la stampa personale fine-art di piccolo
formato la praticano in pochi; chi è interessato a questʼultima tende ad utilizzare
formati che viaggiano dallʼA3+ a salire.
E sempre attuale è la stampa bianconero
analogica, ma anchʼessa su formati discretamente ampi.
Ecco il motivo per cui abbiamo rivolto
le nostre attenzioni al mondo del grande
formato.
E perché usare una compatta?
Perché capita spesso, e lo dico da appassionato fotografo, che ci si ritrova in momenti e situazioni irripetibili con in tasca
la sola compatta. Capita a tutti prima o
poi, così come capita a tutti prima o poi di
cancellare una scheda di memoria prima
di averla scaricata (a me è successo due
giorni fa... arrrgh).
Dʼaltra parte sono il primo a sostenere
che è sensato impiegare le compatte
quando le esigenze di ripresa non richiedono necessariamente rapidità operativa
e flessibilità di utilizzo. La compatta poi
non ci distrae da quello che stiamo facendo, mentre la reflex tende a creare una
barriera con il soggetto.
Inoltre non avere a che fare con troppe
regolazioni (in genere non consentite
dalle compatte) porta a concentrarsi
sullʼinquadratura e sugli equilibri di
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65
Le due testine presenti sulle periferiche della serie imagePrograf, ottenute dalla lavorazione di un unico pezzo di silicio,
garantiscono il sempre perfetto allineamento degli ugelli.
La carta in uscita dalla stampante può essere tagliata automaticamente, ma si può anche scegliere la finitura manuale.
In ogni caso la raccolta dei fogli evita che si possano rovinare.
Canon IXUS 210
Sensore: CCD da1/2,3”
Pixel effettivi: 14,1 Mpxl
Processore: Digic 4
Focale: 24-120mm (equivalente nel 35mm)
Diaframma: f/2,8 - f/5,9
Schema ottico:
7 elementi in 6 gruppi (1 lente
asferica fronte/retro incluso
1 elemento lenti UA e 2 lenti
asferiche con lato singolo incluso 1 elemento lenti UA)
Stabilizzatore dʼimmagine:
Di tipo ottico
Messa a fuoco: AiAF (Face
Detection/9 punti), 1 punto AF
centrale fisso o Touch AF con
funzione Object e Face Select
and Track
Distanza minima di messa a
fuoco: 5cm (grandangolo) in
macro
Compensazione esposizione:
+/- 2 EV in incrementi di 1/3
stop
Sensibilità ISO: Auto, 80,
100, 200, 400, 800, 1600
Tempi di scatto: 1s - 1/3000s
Monitor: Display TFT
PureColor II Touch da 8,8 cm
(3,5ʼʼ), rapporto di visualizzazione 16:9, 460.000 punti
Modalità scatto: Automatico,
P, Ritratto, Foto notturna,
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Bambini e Cuccioli, Interni,
Otturatore intelligente
(Autoscatto con sorriso o
sbattere di palpebre, FaceSelfTimer), Luce Scarsa (3,5 MP),
Accento colore, Cambio colore, Effetto grandangolare a
180°, Effetto miniatura, Effetti
di luce creativi, Spiaggia,
Fogliame, Neve, Fuochi dʼartificio, Tempi lunghi, Video
Scatto continuo:
0,7 scatti/secondo.
Dimensioni immagine: (L)
4320 x 3240, (M1) 3456 x
2592, (M2) 2592 x 1944, (M3)
1600 x 1200, (S) 640 x 480,
(W) 4320 x 2432.
Video: (HD) 1280x720, 30
fps, (L) 640x480, 30 fps, (M)
320x240, 30 fps
Durata video: (HD) Fino a 4
GB o 10 minuti, (L e M) Fino
a 4 GB o 1 ora
File Video:
Mov [H.264 + PCM lineare
(mono)]
Schede di memoria:
SD, SDHC, SDXC, MMC.
Dimensioni (LxAxP):
99,3x55,7x22,0mm
Peso:
Circa 160 grammi (inclusa
batteria)
Canon ImagePrograf iPF6350
Formato:
24 pollici
Tipo di inchiostro:
Inchiostro a pigmenti, 12
colori (nero foto, nero opaco,
ciano, magenta, giallo, photo
ciano, photo magenta, grigio,
photo grigio, rosso, giallo,
blu)
Risoluzione massima
di stampa:
2400 x 1200 dpi
Dimensioni:
Unità principale con unità di
alimentazione rotolo automatica (standard) 1.177 (L) x 670
(P) x 344 (A) mm
Peso:
51 kg
Consumo:
Fino a 100 W
Pressione acustica:
In funzione circa 47 dB (A).
Pannello di controllo:
LCD 160 x 128 pixel, 5 LED,
13 tasti
Hard Disk:
2,5”, 80 GB (modello
iPF6350)
Interfaccia:
USB Hi-Speed, Ethernet
Testina di stampa:
2 testine di stampa Bubble Jet,
6 colori, tipo integrato (6 chip
per testina)
Passo ugelli:
1200 dpi x 2
Ugelli per chip:
2.560 ugelli x 6 colori, 2 testine di stampa
Dimensione gocce:
4 pl
Serbatoio inchiostro:
Set installazione 90 ml; ricambi 130 ml.
Gestione dei supporti:
Carta in rotolo, foglio singolo
(caricamento frontale e uscita
frontale, caricamento superiore e uscita frontale)
Spessore supporto:
Carta su rotolo 0,07 - 0,8 mm,
foglio singolo superiore 0,07
- 0,8 mm, alimentazione manuale frontale 0,5 - 1,5 mm
Serbatoio inchiostro:
PFI-105
Testina di stampa:
PF-05
Cartuccia
di manutenzione:
MC-16
Le dimensioni di stampa che abbiamo raggiunto a partire dalla
compatta Ixus lascia stupefatti,
soprattutto se si considera il
formato del sensore, un CCD da
1/2,3”.
Un sistema pratico per valutare
lʼeffetto di una stampa osservata a
distanza. Stampiamo la foto a 300 dpi
nel formato massimo che la nostra fotocamera ci consente e accostiamo la
stampa alla parete; tenendola a braccia tese davanti a noi, indietreggiamo
fino a quando non copra la superficie
desiderata. Potremo quindi stampare
lʼingrandimento per la parete con la
medesima risoluzione con cui abbiamo stampato la prova che teniamo in
mano, sapendo che, a quella distanza,
avremo la stessa percezione visiva del
dettaglio.
luci ed ombre. Eʼ una piccola palestra
insomma.
La scelta della compatta
Per questa prova abbiamo scelto di usare
strumenti Canon; è infatti lʼunico produttore che dispone sia di fotocamere che di
tecnologie di stampa di largo formato.
Guardando il suo catalogo per quello
che riguarda le fotocamere compatte, si
spazia dai modelli Ixus di piccolissime
dimensioni e finiture di alto livello ai modelli PowerShot destinati ad un impiego
più pratico, per passare a modelli speciali
come la serie G caratterizzati da elevate
prestazioni, o a modelli subacquei come
la D10. Cʼè di tutto insomma.
La tentazione di orientarci su modelli
dalle prestazioni elevate è stata forte, ma
la nostra prova non prevedeva di usare
delle fuoriclasse; abbiamo dunque scelto
un modello di impiego comune, anche se
di qualità ben oltre la sufficienza. Si tratta
della bella Ixus 210 da circa 300 euro.
I dati tecnici di questa compatta parla-
no di una risoluzione di 14 Megapixel
spalmati su un sensore CCD da 1/2,3” e
gestiti da un processore Digic4; lʼottica
è uno zoom stabilizzato da 24-120mm,
diaframmabile da f/2.8-5.9. La sensibilità
varia da 80 a 1600 Iso mentre il display
posteriore è un bel PureColor II Touch da
8.8cm (3 pollici e mezzo), con rapporto
di visualizzazione 16:9 e 460.000 punti di
risoluzione. Per chi non lo avesse notato,
si tratta di un touch-screen 16:9; vedremo
come questa modalità porti sia vantaggi
che svantaggi. Altre caratteristiche sono
la ripresa video in formato HD 720p
(H.264) e le molte modalità di scatto assistito di cui la macchina dispone.
Stampa:
una soluzione professionale
Sul fronte stampa ci siamo invece subito
orientati verso soluzioni prettamente professionali. La linea di stampanti a getto
di inchiostro Canon per il grande formato
va dai 17” del modello ImagePrograf
iPF5100 fino ai 60” dellʼ ImagePrograf
iPF9100. Si va quindi da 43cm a ben
oltre un metro e mezzo.
Tra questi estremi vi sono due interessanti modelli che costituiscono forse le
periferiche attualmente più interessanti
per un utente professionale attento alla
qualità della stampa fine-art. Si tratta
dellʼImagePrograf iPF6300/6350 da 24”
e dellʼ ImagePrograf iPF8300 da 44”.
Questi due modelli sono identici tranne
che per la luce di stampa, che varia dai
60cm del primo ai 110cm del secondo.
Si tratta di attrezzature che se dal punto
di vista professionale non hanno un costo
elevatissimo, sono comunque destinate a
quanti possono rendere produttivo lʼinvestimento di circa 3.000 euro necessario
allʼacquisto del modello da 24 pollici. I
fotoamatori potranno comunque rivolgersi ai laboratori che ne dispongono.
Vediamo ora i dati tecnici di queste
macchine da stampa: prima di tutto i
12 inchiostri a pigmenti Lucia EX a
cartucce separate; la loro capacità è di
130ml. Le gocce di inchiostro ʻsoffiateʼ
PC PHOTO
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Questi due scatti sono stati realizzati fotografando le stampe a
pochissimi centimetri di distanza.
La resa è più che sufficiente per la
maggior parte delle esigenze.
dalle due testine di stampa del modello
iPF6350 hanno una dimensione minima
di 4 picolitri; la risoluzione di stampa è di
2400x1200 dpi.
Tanti i supporti disponibili, citiamo solamente i rotoli (18 metri di lunghezza
massima) di carta fotografica opaca e lucida ad elevatissimo spessore e i supporti
telati, oggi assai apprezzati. Lo spessore
può variare dai 0.8mm della carta in rotolo a ben 1.5mm per i supporti inseriti
manualmente dal fronte della stampante.
Canon garantisce ovviamente la massima
compatibilità di hardware e software,
ovvero i prodotti relativi alle normali
pratiche di gestione colore (CMS e profilatura) e Rip.
Queste stampanti sono quelle che, sulla
carta, offrono le maggiori credenziali di
flessibilità grazie ai 12 inchiostri separati
(la concorrenza ne usa meno, contando
quelli ʻcromaticiʼ e non di ottimizzazione), alla possibilità di stampare su
qualunque supporto lucido o opaco senza
dover sostituire nessuna cartuccia (senza
68 PC PHOTO
sprechi di inchiostro e tempi morti dunque) e alle doti di rapidità.
Da notare che le testine non richiedono
procedure di allineamento essendo ricavate da un unico wafer di silicio.
Per la nostra prova abbiamo usato la
iPF6350 (differisce dalla 6300 solo per
la dotazione di un disco fisso) stampando
in due differenti formati, ovvero tenendo
lʼimmagine in orizzontale, e quindi con
il lato lungo di 60cm, e ruotandola in
verticale per destinare la luce di stampa
al lato corto, con unʼarea di stampa da
80x60cm. Non male.
Abbiamo anche impiegato il software
PowerPlotter di DEV Studio, un software
di gestione delle fasi di stampa RIP.
Come scegliere il formato
di stampa, ovvero
la distanza di visione
Pur essendo chiaro che non sarà la finezza del dettaglio ciò che andremo a cercare
nella nostra stampa, tale aspetto merita
una riflessione. I 14 Megapixel della
Ixus 210 consentirebbero di raggiungere
a 300 dpi un formato di stampa di circa
30x40cm. Tale risoluzione non è però
quella che potrebbe offrire una reflex di
pari pixellaggio, dato che il sensore è
decisamente più piccolo.
Anche lʼottica, per quanto pregevole
per la piccola Ixus, non può certo essere
paragonata ad un obiettivo professionale.
Insomma, quello che stamperemo mostrerà di certo un buon dettaglio, ma la
risoluzione non potrà essere il parametro
principale di valutazione.
Ma come calcolare la risoluzione che
ci occorre per stampare un originale in
dimensioni A3, A2 o A1? Vi suggerisco
un metodo empirico ma che offre ottimi
risultati.
Stampiamo a 300 dpi nel formato massimo che la nostra fotocamera ci consente;
a questo punto prendiamo la stampa e
accostiamola alla parete che intendiamo
abbellire; tenendola a braccia tese davanti
a noi, indietreggiamo fino a quando tale
supporto non copra la superficie che vor-
Un bianconero esaltato dalla scelta di un soggetto facile e grafico al tempo stesso, in cui il controluce gioca un ruolo fondamentale per dare pienezza e contrasto. Eʼ una composizione che distoglie lʼattenzione dal dettaglio fine.
Lʼeffetto “bronzing” è la distorsione cromatica (tonalità bronzea) che può nascere per la riflessione della luce. Gli inchiostri Lucia consentono di limitare tale effetto, che scompare usando della carta satinata.
PC PHOTO
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La saturazione dei colori può essere un altro espediente per distogliere lʼattenzione dellʼosservatore dai dettagli fini. Ovviamente occorre il soggetto adatto.
remmo ricoprire. Ecco, con la medesima
risoluzione con cui abbiamo stampato
la prova che teniamo in mano potremo
stampare lʼingrandimento per la parete
sapendo che, a quella distanza, avremo la
stessa percezione visiva del dettaglio.
Possiamo anche lavorare al contrario e
decidere la distanza di osservazione a cui
si troverà il nostro pubblico: allunghiamo le braccia ed avremo la dimensione
massima di stampa cui potremo aspirare
mantenendo inalterata la risoluzione di
partenza ed il livello di dettaglio.
Vi consiglio però di essere flessibili nei
riguardi di tali metodi: 14 Megapixel permettono di eseguire stampe in dimensioni
veramente elevate, ma ci sono aspetti più
interessanti della risoluzione a cui porre
attenzione.
Il soggetto dello scatto
Se è il soggetto a caratterizzare unʼimmagine, il fatto che possa essere identificabile è unʼaltra questione. Il soggetto può
infatti essere la luce stessa, il rapporto
che crea con le ombre, oppure il colore o,
ancora, un effetto grafico.
In questa sperimentazione intendo però
considerare come soggetto una persona,
una casa, un oggetto, un animale. Avere
un soggetto riconoscibile e ben collocato
nel contesto, può far passare in secondo
piano il fatto che lʼingrandimento è probabilmente eccessivo.
Il segreto quindi è di avere un soggetto
valido. Questo vale ovviamente quando
i pregi della nostra immagine non si
basano sulla definizione. Eʼ il motivo
per cui molte immagini ʻreggonoʼ anche
se realizzate da fotocopie bianconero
70 PC PHOTO
ingrandite!
Mosso e sfocato: unʼopportunità
Fatta la regola, trovata lʼeccezione. Ci è
sempre stato insegnato che il mosso e lo
sfocato ʻneganoʼ in una qualche misura il
soggetto. O, meglio, che sono da evitare
quando si vuole dare al soggetto il massimo risalto.
Sappiamo però che il mosso e lo sfocato
possono essere impiegati in chiave creativa per ʻdipingereʼ il fotogramma. Basta
saperlo fare e che lʼosservatore sia in
grado di leggere il soggetto nonostante
non sia nitido; sono tecniche che, se ben
dominate, introducono nellʼimmagine un
sapore creativo che ben si sposa con gli
esperimenti che ci apprestiamo ad affrontare. Ci tengo a precisare che stiamo
parlando di ingrandimenti di oltre 100x
rispetto allʼimmagine sul sensore della
fotocamera.
Il vantaggio principale di avere un soggetto caratterizzato da effetti di mosso
e sfocato sta nel fatto che in fase di
post-produzione possiamo andare ad
ammorbidire ulteriormente lʼimmagine
senza perdere leggibilità del dettaglio,
rimuovendo qualunque traccia di pixel
o compressione Jpeg. Questo vuole dire
in poche parole poter raggiungere dimensioni di stampa davvero grandi senza
perdere lʼefficacia dello scatto; certo,
bisogna essere piuttosto abili per riuscire
a conservare il carico espressivo dellʼimmagine a tali ingrandimenti.
Il colore per aumentare
lʼimpatto visivo
Il colore è il colore. Se è vero che il bian-
conero ha una forte componente emozionale, è anche vero che il colore aumenta
lʼimpatto visivo. Il problema è: a quali
immagini si addice al colore? Questione
complessa. In linea di massima suggerisco di considerare le immagini che vivono del colore; fotografare bene a colori
non è facile, vi sono molti elementi di disturbo a cui badare, per evitare il rischio
di un “pasticcio” compositivo.
Per un ingrandimento come quello che ci
accingiamo a realizzare il colore ci può
essere utile al fine di accentuare lʼimpatto visivo in quanto i colori forti o le
armonie cromatiche attirano lʼattenzione
dellʼosservatore distratto. Lʼediting digitale poi ci darà una mano, con i controlli
della tonalità e della saturazione.
Si prestano a questo gioco le immagini
orientate alla grafica, oppure gli accostamenti forti di colori complementari.
Suggerisco di scegliere scatti eseguiti in
buona luce solare, o con illuminazione
flash, in modo da abbinare vivacità cromatica e un buon contrasto.
Lavorare col colore in luce morbida è
molto difficile.
Unʼavvertenza è quella di dosare opportunamente il ritocco fotografico per non
finire nellʼeccesso di unʼelaborazione
carnevalesca, non credibile e dai dettagli
ʻmangiatiʼ da unʼeccessiva bruciatura.
Il montaggio per aumentare
la risoluzione
Se poi siamo di quelli che non ammettono di stampare a meno di 300 dpi possiamo sempre sfruttare un escamotage vecchio, ma che offre risultati generalmente
pregevoli: il montaggio fotografico.
In questa epoca digitale il termine montaggio può assumere significati diversi,
ma nel nostro caso vuol dire ottenere una
maggiore quantità di dati (pixel) fondendo diversi fotogrammi.
Come unire gli scatti dipende da noi.
Oggi la fusione panoramica è alla portata
di chiunque e non mi pare occorra approfondirne la tecnica; ma eseguire con una
compatta gli scatti da montare potrebbe
non essere facile come sembra, se non
si conoscono le basi dellʼesposizione e
della messa a fuoco.
E poi non si sa ruotare la fotocamera sul
suo punto nodale (per coloro che vogliono essere precisi).
Conviene allora piegare nuovamente
la nostra Ixus ad un utilizzo creativo e
gestire il montaggio come ʻaccostamentoʼ degli scatti, ma con lʼavvertenza di
lasciare che si percepisca la loro natura
ʻgiuntataʼ.
Un poʼ come faceva David Hockney
negli anni ʻ70. Si possono anche fare
sovrapposizioni di scatti ingranditi, alla
Jasper Johns. Insomma: giocare con
le immagini non costa nulla oggi e le
possibilità creative consentite da un ela-
In questo caso lʼimmagine si regge praticamente sui colori: riempie lo sguardo dellʼosservatore ancor prima che si avvicini! Paradossalmente sarebbe stata sufficiente anche una risoluzione inferiore ai 14 Megapixel della Ixus.
boratore anche mediamente potente sono
davvero infinite.
Mi raccomando: un risultato troppo ʻleccatoʼ farebbe nascere nellʼosservatore la
tentazione di avvicinarsi alla stampe per
verificare come è stata realizzata. Meglio
quindi lasciare che sia evidente il montaggio.
La stampa ʻsempliceʼ
Lo scopo di questo articolo è però quello
di verificare se una compatta di buona
qualità è in grado di ʻreggereʼ un ingrandimento di oltre 100x.
I file li ho preparati nel modo classico
(per me); quando iniziai a fotografare mi
dissero ʻGuai a ritagliare il fotogramma:
Cartier Bresson non lo fa mai!ʼ. Storie.
Ma è un fatto che i fotogrammi della
pellicola di qualche decennio addietro di
informazioni non è che ne contenessero
tante; bisognava quindi sfruttare al meglio il materiale a disposizione e ritagliare voleva dire sprecare. In questo senso
era giusto imparare a sfruttare al massimo
la pellicola.
La prova che stiamo conducendo mi riporta a quel periodo, dato che i problemi
di dimensioni sono analoghi; ritagliare i
14 Megapixel della Ixus vuole dire sacrificare informazione preziosissima per
giungere alle dimensioni di stampa che
ci siamo proposti. Meglio scattare con
attenzione e privilegiare lʼintervento cromatico. Anche in questo ambito bisogna
avere alcune precauzioni. Eccedere con
la maschera di contrasto vuole dire far
emergere il rumore a cui un sensore di
piccole dimensioni è facilmente soggetto; in ripresa si dovrà dunque focheggiare
con attenzione ed evitare assolutamente
il mosso (a meno che non sia voluto). In
questo lo stabilizzatore della compatta
aiuta tantissimo.
Anche lʼesposizione va curata al meglio:
i file generati sono dei Jpeg, dunque ad
8 bit per canale, oltre che compressi.
Questo vuole dire che ogni tipo di intervento sui toni produrrà facilmente scalettature, soprattutto nelle zone uniformi del
fotogramma come il cielo o gli incarnati.
Questa sperimentazione si sta rivelando
una vera e propria palestra di tecnica fotografica. Il bello è che i risultati di questo
lavoro attento a conservare al massimo le
informazioni del file sono stati molto
incoraggianti, al punto da stupire più di
un fotografo, incredulo che la stampa
potesse derivare da un originale scattato
con una compatta.
Dopo aver eseguito la ripresa con attenzione, come intervento di fotoritocco mi
sono limitato ad accentuare il colore ed il
dettaglio.
La prova
Iniziamo dal ʻplotterʼ. Il Prograf iPF6350
corredato di hard-disk interno permette di
arrivare ad unʼelevata ottimizzazione del
processo produttivo, soprattutto quando
vi sono grandi volumi di stampa. Dal
punto di vista qualitativo non potrei dirne
meglio, e non mi riferisco solo alla nostra
sperimentazione; esaminando quello che
è in grado di fare a partire da un file professionale di svariati Gigabyte il livello
di definizione dei dettagli fini è eccellente, anche a densità medio-basse. La
calibrazione colore, come è facile intuire,
influisce notevolmente sulla resa della
stampa, ma devo dire che i profili colore
presenti allʼinterno del sistema, tramite
PowerPlotter, sono stati sufficienti.
I 12 colori su 2 testine di stampa hanno
permesso di rendere al meglio i passaggi
tonali, anche nei cieli e negli incarnati
che sono sempre complessi da gestire
cromaticamente.
E gli inchiostri neri e grigi, con una
ʻspruzzatinaʼ di colore che aiuta a limitare il metamerismo, garantiscono
una resa del bianconero effettivamente
neutra; occorre però scegliere una carta
adatta allʼopera fine-art, meglio se non è
molto lucida (satinata va già bene), dato
che con i pigmenti occorre considerare
che la stampa sarà osservata sotto angoli
PC PHOTO
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La tecnica di accentuazione del contrasto zonale permette di ottenere stampe capaci di competere con scatti di fotocamere
dotate di risoluzione molto maggiore.
La tecnica di sfocare una parte del fotogramma permette
in questo caso di ottenere due vantaggi:
da una parte toglie
leggibilità ai pixel
delle aree uniformi
in cui la risoluzione
ridotta (a causa del
forte ingrandimento) potrebbe dare
fastidio, dallʼaltra
sposta lʼattenzione
dellʼosservatore sul
soggetto principale
dello scatto.
72 PC PHOTO
di visione diversi. Rispetto al passato
il fenomeno del bronzing è comunque
limitato.
Buona la gestione dei supporti, tagliati
con precisione e con la possibilità di
stampare al vivo anche fogli singoli inseriti attraverso lʼalimentatore manuale
(bypass) frontale.
Veniamo ora alla Ixus. Eseguire delle
riprese con una compatta sapendo che gli
scatti dovranno essere stampati con un
plotter non è semplice. La Ixus però ci
ha aiutati. Prima di tutto per lʼefficace sistema di stabilizzazione ottica, e poi per
la misurazione esposimetrica che mi ha
consentito di lavorare sempre in Program
con lʼunica avvertenza di bloccare, premendo a metà corsa il pulsante di scatto, esposizione e messa a fuoco su un
particolare significativo dellʼimmagine;
ho usato anche la staratura intenzionale
dellʼesposizione, toccando lo schermo
touch-screen, per riequilibrare situazioni
troppo complesse da lasciar gestire agli
automatismi.
A proposito del touch-screen, sicuramente costituisce una nuova interessante
interfaccia, ma per come è implementata
sulla Ixus alcune cose sarebbero da sistemare; ovunque tocchiamo lo schermo
succede qualcosa, e questo può infastidire soprattutto nelle situazioni ʻtraballantiʼ in cui non sappiamo come tenere
la fotocamera e non vogliamo cambiare
le impostazioni.
Inoltre la superficie dello schermo finisce
per sporcarsi, e sotto il sole si nota. Per
fortuna abbiamo a disposizione un buon
istogramma (anche se appare solo dopo
lo scatto) che ci permette di decidere
cosa tenere e cosa gettare.
In generale dallʼesposizione e dal bilanciamento del bianco non si hanno brutte
sorprese, anche se è meglio evitare le
scene in forte controluce, pena la perdita
dei dettagli fini.
A livello di dettaglio la Ixus va bene se
scegliamo con attenzione il diaframma,
cercando di evitare quelli più chiusi: nelle compatte infatti la diffrazione incide
parecchio sulla qualità delle immagini.
Occorre prestare attenzione anche alla
scelta della focale, evitando quelle supergrandangolari per la resa agli angoli.
La Ixus è anche discretamente veloce
e dispone di ripresa video che in certe
situazioni si rivela utile. I suoi punti forti
sono lʼelevata risoluzione, la gestione
tramite touch-screen e lʼampiezza del
range di focali dello zoom.
Nellʼesame delle immagini è stato sorprendente scoprire che i 14 Megapixel
della Ixus si sono rivelati più che sufficienti per raggiungere le dimensioni di
stampa che ci eravamo proposti!
Ed abbiamo notato che lʼosservatore apprezza la dimensione dellʼingrandimento
e non è portato ad andare a verificare il
Eʼ possibile eseguire forti ingrandimenti anche con immagini scattate ad elevate
sensibilità. Occorre un soggetto che si presti ad una forte accentuazione del
contrasto per creare quasi dal nulla unʼimmagine di indubbio appeal. Almeno
se osservata a distanza.
dettaglio fine a distanza di naso.
Il dettaglio catturato dalla macchina alle
sensibilità basse è comunque stupefacente, e lo si può verificare sulla stampa: insomma si vedono i fili dʼerba del prato ed
i capelli del soggetto. Senza contare che
non ho nemmeno applicato una maschera
di contrasto particolare.
Il colore, dopo il necessario fotoritocco, lascia piacevolmente colpiti per la
pienezza delle tinte; merito dei Prograf.
Anche per questo non va sottovalutata
la possibilità di rendere il colore il tema
portante dellʼimmagine.
Conclusioni
Sorprendenti. Queste stampe 80x60cm
sono appese dietro alle mie spalle e vi
garantisco che chiunque le veda non può
immaginare che siano state fatte con una
compatta.
Certo occorre un poʼ di mestiere e qual-
che furbizia, ma si riescono ad ottenere
ingrandimenti davvero spinti; la fotografia professionale rimane ovviamente altra
cosa, e vi garantisco che i risultati che si
ottengono con i Prograf da file adeguati
sono di altissima qualità.
Il bilancio dellʼesperimento è quindi positivo; non ci si deve sentire penalizzati
a scattare con una semplice compatta sapendo che lʼingrandimento ʻterràʼ anche
a risoluzioni di stampa inferiori ai fatidici
300 dpi. Lʼimportante è che lʼimmagine
sia valida e che sia stata scattata con i
dovuti accorgimenti tecnici.
E non trascurate la scelta della carta, che
deve essere adeguata, e lʼesposizione al
pubblico: attaccare alla parete la nostra
opera con le puntine da disegno potrebbe
penalizzarla più che non averla scattata
con il cellulare.
Eugenio Tursi
PC PHOTO
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