Foto pratica Fare una gigantografia 80x60cm da una foto scattata con una compatta può sembrare una sfida impossibile. Eppure scegliendo gli strumenti adatti e con qualche trucco di ripresa si riescono a raggiungere ingrandimenti di oltre 100x. In prova la Canon Ixus 210 e il plotter Canon ImagePrograf iPF6350. 64 PC PHOTO Sfida impossibile: la gigantografia con una compatta A distanza di qualche anno da una sperimentazione simile torniamo a verificare un ʻincontroʼ tecnologico che in genere tende ad essere considerato, se non impossibile, quantomeno poco fattibile. Parliamo di eseguire una stampa di grande formato a partire dallo scatto di una compatta, una stampa che si esegue per mezzo del cosiddetto plotter. La tecnologia avanza, i pixel aumentano, il rumore generato dai piccoli sensori diminuisce ed al contempo i supporti di stampa e gli inchiostri impiegati dalle stampanti migliorano. Basterà questo per realizzare stampe realmente utilizzabili? Vediamo. Un binomio impossibile? Più che il termine plotter dovremmo usare quello di stampante a getto di inchiostro di largo formato. La fotocamera è invece una classica compatta che permette di puntare e scattare senza pensarci troppo su. I limiti dellʼincontro di queste attrezzature sono ovviamente nel differente livello di qualità. Una stampante di grande formato richiederebbe un file immagine di dimensioni coerenti con ingrandimenti che possono superare il metro di larghezza. Una compatta da qualche centinaio di euro al contrario dispone di un sensore che in genere è grande una manciata di millimetri per lato. Se prevediamo di usare un foglio di carta di dimensioni di 100x70cm e un sensore con 6mm di lato avremmo un ingrandimento lineare di ben... 143x! Insomma, un bel poʼ. È come scattare con una Full Frame per poi andare a stampare su un muro di 5x3,5 metri. Dovessimo essere fedeli alla regola che vuole i 300 dpi quale risoluzione standard per una stampa di qualità su carta dovremmo usare una fotocamera compatta in grado di realizzare file da Il sottile corpo della Ixus 210 usata per la prova; si possono notare le connessioni per i collegamenti e i comandi operativi. Bloccando il coperchio superiore della stampante iPF6350 è possibile osservare come la carta sia già ampiamente inchiostrata quando il foglio inizia ad uscire; è la conferma della rapidità di stampa. Sono ben 12 i nuovi inchiostri Lucia usati dalle stampanti Canon di grande formato e distribuiti su due testine di stampa; sono a pigmenti e i colori offrono una buona resistenza. I 130 millilitri di capacità dei serbatoi a colori separati della Prograf consentono una buona economia nei consumi. Inoltre le testine di stampa permettono di economizzare sui cicli di allineamento e di pulizia. quasi 100 Megapixel! Così, ovviamente, non è. La risoluzione sufficiente Anni di esperienza digitale dovrebbero averci abituati ormai a giudicare con prudenza la richiesta dei 300 dpi come risoluzione di stampa; altrimenti saremmo ancora fermi a stampare in 10x15cm. In senso opposto, la stessa prudenza dovrebbe essere usata quando si sentono discorsi del tipo ʻi Megapixel attuali bastano ed avanzano per stampare fino a.... Alcune considerazioni. In primo luogo stampare in grande presume che lʼopera sia osservata a distanza; se vedete qualcuno che esamina un ingrandimento fotografico a distanza di mezzo metro avete il pieno diritto di dargli una bacchettata sulla dita. Secondo: i megapixel non servono per la stampa; servono semmai per avere più materiale a disposizione per lʼelaborazione. Strano che questo concetto sia stato accettato in una qualche maniera per quello che riguarda la profondità di colore, mentre fatichi ad esserlo nellʼambito della stampa. Eʼ come credere che mangiando tre chili di cibo si ingrassi di tre chili. Ci metto anche un terzo punto: oggi esiste la stampa via web o in negozio, ma la stampa personale fine-art di piccolo formato la praticano in pochi; chi è interessato a questʼultima tende ad utilizzare formati che viaggiano dallʼA3+ a salire. E sempre attuale è la stampa bianconero analogica, ma anchʼessa su formati discretamente ampi. Ecco il motivo per cui abbiamo rivolto le nostre attenzioni al mondo del grande formato. E perché usare una compatta? Perché capita spesso, e lo dico da appassionato fotografo, che ci si ritrova in momenti e situazioni irripetibili con in tasca la sola compatta. Capita a tutti prima o poi, così come capita a tutti prima o poi di cancellare una scheda di memoria prima di averla scaricata (a me è successo due giorni fa... arrrgh). Dʼaltra parte sono il primo a sostenere che è sensato impiegare le compatte quando le esigenze di ripresa non richiedono necessariamente rapidità operativa e flessibilità di utilizzo. La compatta poi non ci distrae da quello che stiamo facendo, mentre la reflex tende a creare una barriera con il soggetto. Inoltre non avere a che fare con troppe regolazioni (in genere non consentite dalle compatte) porta a concentrarsi sullʼinquadratura e sugli equilibri di PC PHOTO 65 Le due testine presenti sulle periferiche della serie imagePrograf, ottenute dalla lavorazione di un unico pezzo di silicio, garantiscono il sempre perfetto allineamento degli ugelli. La carta in uscita dalla stampante può essere tagliata automaticamente, ma si può anche scegliere la finitura manuale. In ogni caso la raccolta dei fogli evita che si possano rovinare. Canon IXUS 210 Sensore: CCD da1/2,3” Pixel effettivi: 14,1 Mpxl Processore: Digic 4 Focale: 24-120mm (equivalente nel 35mm) Diaframma: f/2,8 - f/5,9 Schema ottico: 7 elementi in 6 gruppi (1 lente asferica fronte/retro incluso 1 elemento lenti UA e 2 lenti asferiche con lato singolo incluso 1 elemento lenti UA) Stabilizzatore dʼimmagine: Di tipo ottico Messa a fuoco: AiAF (Face Detection/9 punti), 1 punto AF centrale fisso o Touch AF con funzione Object e Face Select and Track Distanza minima di messa a fuoco: 5cm (grandangolo) in macro Compensazione esposizione: +/- 2 EV in incrementi di 1/3 stop Sensibilità ISO: Auto, 80, 100, 200, 400, 800, 1600 Tempi di scatto: 1s - 1/3000s Monitor: Display TFT PureColor II Touch da 8,8 cm (3,5ʼʼ), rapporto di visualizzazione 16:9, 460.000 punti Modalità scatto: Automatico, P, Ritratto, Foto notturna, 66 PC PHOTO Bambini e Cuccioli, Interni, Otturatore intelligente (Autoscatto con sorriso o sbattere di palpebre, FaceSelfTimer), Luce Scarsa (3,5 MP), Accento colore, Cambio colore, Effetto grandangolare a 180°, Effetto miniatura, Effetti di luce creativi, Spiaggia, Fogliame, Neve, Fuochi dʼartificio, Tempi lunghi, Video Scatto continuo: 0,7 scatti/secondo. Dimensioni immagine: (L) 4320 x 3240, (M1) 3456 x 2592, (M2) 2592 x 1944, (M3) 1600 x 1200, (S) 640 x 480, (W) 4320 x 2432. Video: (HD) 1280x720, 30 fps, (L) 640x480, 30 fps, (M) 320x240, 30 fps Durata video: (HD) Fino a 4 GB o 10 minuti, (L e M) Fino a 4 GB o 1 ora File Video: Mov [H.264 + PCM lineare (mono)] Schede di memoria: SD, SDHC, SDXC, MMC. Dimensioni (LxAxP): 99,3x55,7x22,0mm Peso: Circa 160 grammi (inclusa batteria) Canon ImagePrograf iPF6350 Formato: 24 pollici Tipo di inchiostro: Inchiostro a pigmenti, 12 colori (nero foto, nero opaco, ciano, magenta, giallo, photo ciano, photo magenta, grigio, photo grigio, rosso, giallo, blu) Risoluzione massima di stampa: 2400 x 1200 dpi Dimensioni: Unità principale con unità di alimentazione rotolo automatica (standard) 1.177 (L) x 670 (P) x 344 (A) mm Peso: 51 kg Consumo: Fino a 100 W Pressione acustica: In funzione circa 47 dB (A). Pannello di controllo: LCD 160 x 128 pixel, 5 LED, 13 tasti Hard Disk: 2,5”, 80 GB (modello iPF6350) Interfaccia: USB Hi-Speed, Ethernet Testina di stampa: 2 testine di stampa Bubble Jet, 6 colori, tipo integrato (6 chip per testina) Passo ugelli: 1200 dpi x 2 Ugelli per chip: 2.560 ugelli x 6 colori, 2 testine di stampa Dimensione gocce: 4 pl Serbatoio inchiostro: Set installazione 90 ml; ricambi 130 ml. Gestione dei supporti: Carta in rotolo, foglio singolo (caricamento frontale e uscita frontale, caricamento superiore e uscita frontale) Spessore supporto: Carta su rotolo 0,07 - 0,8 mm, foglio singolo superiore 0,07 - 0,8 mm, alimentazione manuale frontale 0,5 - 1,5 mm Serbatoio inchiostro: PFI-105 Testina di stampa: PF-05 Cartuccia di manutenzione: MC-16 Le dimensioni di stampa che abbiamo raggiunto a partire dalla compatta Ixus lascia stupefatti, soprattutto se si considera il formato del sensore, un CCD da 1/2,3”. Un sistema pratico per valutare lʼeffetto di una stampa osservata a distanza. Stampiamo la foto a 300 dpi nel formato massimo che la nostra fotocamera ci consente e accostiamo la stampa alla parete; tenendola a braccia tese davanti a noi, indietreggiamo fino a quando non copra la superficie desiderata. Potremo quindi stampare lʼingrandimento per la parete con la medesima risoluzione con cui abbiamo stampato la prova che teniamo in mano, sapendo che, a quella distanza, avremo la stessa percezione visiva del dettaglio. luci ed ombre. Eʼ una piccola palestra insomma. La scelta della compatta Per questa prova abbiamo scelto di usare strumenti Canon; è infatti lʼunico produttore che dispone sia di fotocamere che di tecnologie di stampa di largo formato. Guardando il suo catalogo per quello che riguarda le fotocamere compatte, si spazia dai modelli Ixus di piccolissime dimensioni e finiture di alto livello ai modelli PowerShot destinati ad un impiego più pratico, per passare a modelli speciali come la serie G caratterizzati da elevate prestazioni, o a modelli subacquei come la D10. Cʼè di tutto insomma. La tentazione di orientarci su modelli dalle prestazioni elevate è stata forte, ma la nostra prova non prevedeva di usare delle fuoriclasse; abbiamo dunque scelto un modello di impiego comune, anche se di qualità ben oltre la sufficienza. Si tratta della bella Ixus 210 da circa 300 euro. I dati tecnici di questa compatta parla- no di una risoluzione di 14 Megapixel spalmati su un sensore CCD da 1/2,3” e gestiti da un processore Digic4; lʼottica è uno zoom stabilizzato da 24-120mm, diaframmabile da f/2.8-5.9. La sensibilità varia da 80 a 1600 Iso mentre il display posteriore è un bel PureColor II Touch da 8.8cm (3 pollici e mezzo), con rapporto di visualizzazione 16:9 e 460.000 punti di risoluzione. Per chi non lo avesse notato, si tratta di un touch-screen 16:9; vedremo come questa modalità porti sia vantaggi che svantaggi. Altre caratteristiche sono la ripresa video in formato HD 720p (H.264) e le molte modalità di scatto assistito di cui la macchina dispone. Stampa: una soluzione professionale Sul fronte stampa ci siamo invece subito orientati verso soluzioni prettamente professionali. La linea di stampanti a getto di inchiostro Canon per il grande formato va dai 17” del modello ImagePrograf iPF5100 fino ai 60” dellʼ ImagePrograf iPF9100. Si va quindi da 43cm a ben oltre un metro e mezzo. Tra questi estremi vi sono due interessanti modelli che costituiscono forse le periferiche attualmente più interessanti per un utente professionale attento alla qualità della stampa fine-art. Si tratta dellʼImagePrograf iPF6300/6350 da 24” e dellʼ ImagePrograf iPF8300 da 44”. Questi due modelli sono identici tranne che per la luce di stampa, che varia dai 60cm del primo ai 110cm del secondo. Si tratta di attrezzature che se dal punto di vista professionale non hanno un costo elevatissimo, sono comunque destinate a quanti possono rendere produttivo lʼinvestimento di circa 3.000 euro necessario allʼacquisto del modello da 24 pollici. I fotoamatori potranno comunque rivolgersi ai laboratori che ne dispongono. Vediamo ora i dati tecnici di queste macchine da stampa: prima di tutto i 12 inchiostri a pigmenti Lucia EX a cartucce separate; la loro capacità è di 130ml. Le gocce di inchiostro ʻsoffiateʼ PC PHOTO 67 Questi due scatti sono stati realizzati fotografando le stampe a pochissimi centimetri di distanza. La resa è più che sufficiente per la maggior parte delle esigenze. dalle due testine di stampa del modello iPF6350 hanno una dimensione minima di 4 picolitri; la risoluzione di stampa è di 2400x1200 dpi. Tanti i supporti disponibili, citiamo solamente i rotoli (18 metri di lunghezza massima) di carta fotografica opaca e lucida ad elevatissimo spessore e i supporti telati, oggi assai apprezzati. Lo spessore può variare dai 0.8mm della carta in rotolo a ben 1.5mm per i supporti inseriti manualmente dal fronte della stampante. Canon garantisce ovviamente la massima compatibilità di hardware e software, ovvero i prodotti relativi alle normali pratiche di gestione colore (CMS e profilatura) e Rip. Queste stampanti sono quelle che, sulla carta, offrono le maggiori credenziali di flessibilità grazie ai 12 inchiostri separati (la concorrenza ne usa meno, contando quelli ʻcromaticiʼ e non di ottimizzazione), alla possibilità di stampare su qualunque supporto lucido o opaco senza dover sostituire nessuna cartuccia (senza 68 PC PHOTO sprechi di inchiostro e tempi morti dunque) e alle doti di rapidità. Da notare che le testine non richiedono procedure di allineamento essendo ricavate da un unico wafer di silicio. Per la nostra prova abbiamo usato la iPF6350 (differisce dalla 6300 solo per la dotazione di un disco fisso) stampando in due differenti formati, ovvero tenendo lʼimmagine in orizzontale, e quindi con il lato lungo di 60cm, e ruotandola in verticale per destinare la luce di stampa al lato corto, con unʼarea di stampa da 80x60cm. Non male. Abbiamo anche impiegato il software PowerPlotter di DEV Studio, un software di gestione delle fasi di stampa RIP. Come scegliere il formato di stampa, ovvero la distanza di visione Pur essendo chiaro che non sarà la finezza del dettaglio ciò che andremo a cercare nella nostra stampa, tale aspetto merita una riflessione. I 14 Megapixel della Ixus 210 consentirebbero di raggiungere a 300 dpi un formato di stampa di circa 30x40cm. Tale risoluzione non è però quella che potrebbe offrire una reflex di pari pixellaggio, dato che il sensore è decisamente più piccolo. Anche lʼottica, per quanto pregevole per la piccola Ixus, non può certo essere paragonata ad un obiettivo professionale. Insomma, quello che stamperemo mostrerà di certo un buon dettaglio, ma la risoluzione non potrà essere il parametro principale di valutazione. Ma come calcolare la risoluzione che ci occorre per stampare un originale in dimensioni A3, A2 o A1? Vi suggerisco un metodo empirico ma che offre ottimi risultati. Stampiamo a 300 dpi nel formato massimo che la nostra fotocamera ci consente; a questo punto prendiamo la stampa e accostiamola alla parete che intendiamo abbellire; tenendola a braccia tese davanti a noi, indietreggiamo fino a quando tale supporto non copra la superficie che vor- Un bianconero esaltato dalla scelta di un soggetto facile e grafico al tempo stesso, in cui il controluce gioca un ruolo fondamentale per dare pienezza e contrasto. Eʼ una composizione che distoglie lʼattenzione dal dettaglio fine. Lʼeffetto “bronzing” è la distorsione cromatica (tonalità bronzea) che può nascere per la riflessione della luce. Gli inchiostri Lucia consentono di limitare tale effetto, che scompare usando della carta satinata. PC PHOTO 69 La saturazione dei colori può essere un altro espediente per distogliere lʼattenzione dellʼosservatore dai dettagli fini. Ovviamente occorre il soggetto adatto. remmo ricoprire. Ecco, con la medesima risoluzione con cui abbiamo stampato la prova che teniamo in mano potremo stampare lʼingrandimento per la parete sapendo che, a quella distanza, avremo la stessa percezione visiva del dettaglio. Possiamo anche lavorare al contrario e decidere la distanza di osservazione a cui si troverà il nostro pubblico: allunghiamo le braccia ed avremo la dimensione massima di stampa cui potremo aspirare mantenendo inalterata la risoluzione di partenza ed il livello di dettaglio. Vi consiglio però di essere flessibili nei riguardi di tali metodi: 14 Megapixel permettono di eseguire stampe in dimensioni veramente elevate, ma ci sono aspetti più interessanti della risoluzione a cui porre attenzione. Il soggetto dello scatto Se è il soggetto a caratterizzare unʼimmagine, il fatto che possa essere identificabile è unʼaltra questione. Il soggetto può infatti essere la luce stessa, il rapporto che crea con le ombre, oppure il colore o, ancora, un effetto grafico. In questa sperimentazione intendo però considerare come soggetto una persona, una casa, un oggetto, un animale. Avere un soggetto riconoscibile e ben collocato nel contesto, può far passare in secondo piano il fatto che lʼingrandimento è probabilmente eccessivo. Il segreto quindi è di avere un soggetto valido. Questo vale ovviamente quando i pregi della nostra immagine non si basano sulla definizione. Eʼ il motivo per cui molte immagini ʻreggonoʼ anche se realizzate da fotocopie bianconero 70 PC PHOTO ingrandite! Mosso e sfocato: unʼopportunità Fatta la regola, trovata lʼeccezione. Ci è sempre stato insegnato che il mosso e lo sfocato ʻneganoʼ in una qualche misura il soggetto. O, meglio, che sono da evitare quando si vuole dare al soggetto il massimo risalto. Sappiamo però che il mosso e lo sfocato possono essere impiegati in chiave creativa per ʻdipingereʼ il fotogramma. Basta saperlo fare e che lʼosservatore sia in grado di leggere il soggetto nonostante non sia nitido; sono tecniche che, se ben dominate, introducono nellʼimmagine un sapore creativo che ben si sposa con gli esperimenti che ci apprestiamo ad affrontare. Ci tengo a precisare che stiamo parlando di ingrandimenti di oltre 100x rispetto allʼimmagine sul sensore della fotocamera. Il vantaggio principale di avere un soggetto caratterizzato da effetti di mosso e sfocato sta nel fatto che in fase di post-produzione possiamo andare ad ammorbidire ulteriormente lʼimmagine senza perdere leggibilità del dettaglio, rimuovendo qualunque traccia di pixel o compressione Jpeg. Questo vuole dire in poche parole poter raggiungere dimensioni di stampa davvero grandi senza perdere lʼefficacia dello scatto; certo, bisogna essere piuttosto abili per riuscire a conservare il carico espressivo dellʼimmagine a tali ingrandimenti. Il colore per aumentare lʼimpatto visivo Il colore è il colore. Se è vero che il bian- conero ha una forte componente emozionale, è anche vero che il colore aumenta lʼimpatto visivo. Il problema è: a quali immagini si addice al colore? Questione complessa. In linea di massima suggerisco di considerare le immagini che vivono del colore; fotografare bene a colori non è facile, vi sono molti elementi di disturbo a cui badare, per evitare il rischio di un “pasticcio” compositivo. Per un ingrandimento come quello che ci accingiamo a realizzare il colore ci può essere utile al fine di accentuare lʼimpatto visivo in quanto i colori forti o le armonie cromatiche attirano lʼattenzione dellʼosservatore distratto. Lʼediting digitale poi ci darà una mano, con i controlli della tonalità e della saturazione. Si prestano a questo gioco le immagini orientate alla grafica, oppure gli accostamenti forti di colori complementari. Suggerisco di scegliere scatti eseguiti in buona luce solare, o con illuminazione flash, in modo da abbinare vivacità cromatica e un buon contrasto. Lavorare col colore in luce morbida è molto difficile. Unʼavvertenza è quella di dosare opportunamente il ritocco fotografico per non finire nellʼeccesso di unʼelaborazione carnevalesca, non credibile e dai dettagli ʻmangiatiʼ da unʼeccessiva bruciatura. Il montaggio per aumentare la risoluzione Se poi siamo di quelli che non ammettono di stampare a meno di 300 dpi possiamo sempre sfruttare un escamotage vecchio, ma che offre risultati generalmente pregevoli: il montaggio fotografico. In questa epoca digitale il termine montaggio può assumere significati diversi, ma nel nostro caso vuol dire ottenere una maggiore quantità di dati (pixel) fondendo diversi fotogrammi. Come unire gli scatti dipende da noi. Oggi la fusione panoramica è alla portata di chiunque e non mi pare occorra approfondirne la tecnica; ma eseguire con una compatta gli scatti da montare potrebbe non essere facile come sembra, se non si conoscono le basi dellʼesposizione e della messa a fuoco. E poi non si sa ruotare la fotocamera sul suo punto nodale (per coloro che vogliono essere precisi). Conviene allora piegare nuovamente la nostra Ixus ad un utilizzo creativo e gestire il montaggio come ʻaccostamentoʼ degli scatti, ma con lʼavvertenza di lasciare che si percepisca la loro natura ʻgiuntataʼ. Un poʼ come faceva David Hockney negli anni ʻ70. Si possono anche fare sovrapposizioni di scatti ingranditi, alla Jasper Johns. Insomma: giocare con le immagini non costa nulla oggi e le possibilità creative consentite da un ela- In questo caso lʼimmagine si regge praticamente sui colori: riempie lo sguardo dellʼosservatore ancor prima che si avvicini! Paradossalmente sarebbe stata sufficiente anche una risoluzione inferiore ai 14 Megapixel della Ixus. boratore anche mediamente potente sono davvero infinite. Mi raccomando: un risultato troppo ʻleccatoʼ farebbe nascere nellʼosservatore la tentazione di avvicinarsi alla stampe per verificare come è stata realizzata. Meglio quindi lasciare che sia evidente il montaggio. La stampa ʻsempliceʼ Lo scopo di questo articolo è però quello di verificare se una compatta di buona qualità è in grado di ʻreggereʼ un ingrandimento di oltre 100x. I file li ho preparati nel modo classico (per me); quando iniziai a fotografare mi dissero ʻGuai a ritagliare il fotogramma: Cartier Bresson non lo fa mai!ʼ. Storie. Ma è un fatto che i fotogrammi della pellicola di qualche decennio addietro di informazioni non è che ne contenessero tante; bisognava quindi sfruttare al meglio il materiale a disposizione e ritagliare voleva dire sprecare. In questo senso era giusto imparare a sfruttare al massimo la pellicola. La prova che stiamo conducendo mi riporta a quel periodo, dato che i problemi di dimensioni sono analoghi; ritagliare i 14 Megapixel della Ixus vuole dire sacrificare informazione preziosissima per giungere alle dimensioni di stampa che ci siamo proposti. Meglio scattare con attenzione e privilegiare lʼintervento cromatico. Anche in questo ambito bisogna avere alcune precauzioni. Eccedere con la maschera di contrasto vuole dire far emergere il rumore a cui un sensore di piccole dimensioni è facilmente soggetto; in ripresa si dovrà dunque focheggiare con attenzione ed evitare assolutamente il mosso (a meno che non sia voluto). In questo lo stabilizzatore della compatta aiuta tantissimo. Anche lʼesposizione va curata al meglio: i file generati sono dei Jpeg, dunque ad 8 bit per canale, oltre che compressi. Questo vuole dire che ogni tipo di intervento sui toni produrrà facilmente scalettature, soprattutto nelle zone uniformi del fotogramma come il cielo o gli incarnati. Questa sperimentazione si sta rivelando una vera e propria palestra di tecnica fotografica. Il bello è che i risultati di questo lavoro attento a conservare al massimo le informazioni del file sono stati molto incoraggianti, al punto da stupire più di un fotografo, incredulo che la stampa potesse derivare da un originale scattato con una compatta. Dopo aver eseguito la ripresa con attenzione, come intervento di fotoritocco mi sono limitato ad accentuare il colore ed il dettaglio. La prova Iniziamo dal ʻplotterʼ. Il Prograf iPF6350 corredato di hard-disk interno permette di arrivare ad unʼelevata ottimizzazione del processo produttivo, soprattutto quando vi sono grandi volumi di stampa. Dal punto di vista qualitativo non potrei dirne meglio, e non mi riferisco solo alla nostra sperimentazione; esaminando quello che è in grado di fare a partire da un file professionale di svariati Gigabyte il livello di definizione dei dettagli fini è eccellente, anche a densità medio-basse. La calibrazione colore, come è facile intuire, influisce notevolmente sulla resa della stampa, ma devo dire che i profili colore presenti allʼinterno del sistema, tramite PowerPlotter, sono stati sufficienti. I 12 colori su 2 testine di stampa hanno permesso di rendere al meglio i passaggi tonali, anche nei cieli e negli incarnati che sono sempre complessi da gestire cromaticamente. E gli inchiostri neri e grigi, con una ʻspruzzatinaʼ di colore che aiuta a limitare il metamerismo, garantiscono una resa del bianconero effettivamente neutra; occorre però scegliere una carta adatta allʼopera fine-art, meglio se non è molto lucida (satinata va già bene), dato che con i pigmenti occorre considerare che la stampa sarà osservata sotto angoli PC PHOTO 71 La tecnica di accentuazione del contrasto zonale permette di ottenere stampe capaci di competere con scatti di fotocamere dotate di risoluzione molto maggiore. La tecnica di sfocare una parte del fotogramma permette in questo caso di ottenere due vantaggi: da una parte toglie leggibilità ai pixel delle aree uniformi in cui la risoluzione ridotta (a causa del forte ingrandimento) potrebbe dare fastidio, dallʼaltra sposta lʼattenzione dellʼosservatore sul soggetto principale dello scatto. 72 PC PHOTO di visione diversi. Rispetto al passato il fenomeno del bronzing è comunque limitato. Buona la gestione dei supporti, tagliati con precisione e con la possibilità di stampare al vivo anche fogli singoli inseriti attraverso lʼalimentatore manuale (bypass) frontale. Veniamo ora alla Ixus. Eseguire delle riprese con una compatta sapendo che gli scatti dovranno essere stampati con un plotter non è semplice. La Ixus però ci ha aiutati. Prima di tutto per lʼefficace sistema di stabilizzazione ottica, e poi per la misurazione esposimetrica che mi ha consentito di lavorare sempre in Program con lʼunica avvertenza di bloccare, premendo a metà corsa il pulsante di scatto, esposizione e messa a fuoco su un particolare significativo dellʼimmagine; ho usato anche la staratura intenzionale dellʼesposizione, toccando lo schermo touch-screen, per riequilibrare situazioni troppo complesse da lasciar gestire agli automatismi. A proposito del touch-screen, sicuramente costituisce una nuova interessante interfaccia, ma per come è implementata sulla Ixus alcune cose sarebbero da sistemare; ovunque tocchiamo lo schermo succede qualcosa, e questo può infastidire soprattutto nelle situazioni ʻtraballantiʼ in cui non sappiamo come tenere la fotocamera e non vogliamo cambiare le impostazioni. Inoltre la superficie dello schermo finisce per sporcarsi, e sotto il sole si nota. Per fortuna abbiamo a disposizione un buon istogramma (anche se appare solo dopo lo scatto) che ci permette di decidere cosa tenere e cosa gettare. In generale dallʼesposizione e dal bilanciamento del bianco non si hanno brutte sorprese, anche se è meglio evitare le scene in forte controluce, pena la perdita dei dettagli fini. A livello di dettaglio la Ixus va bene se scegliamo con attenzione il diaframma, cercando di evitare quelli più chiusi: nelle compatte infatti la diffrazione incide parecchio sulla qualità delle immagini. Occorre prestare attenzione anche alla scelta della focale, evitando quelle supergrandangolari per la resa agli angoli. La Ixus è anche discretamente veloce e dispone di ripresa video che in certe situazioni si rivela utile. I suoi punti forti sono lʼelevata risoluzione, la gestione tramite touch-screen e lʼampiezza del range di focali dello zoom. Nellʼesame delle immagini è stato sorprendente scoprire che i 14 Megapixel della Ixus si sono rivelati più che sufficienti per raggiungere le dimensioni di stampa che ci eravamo proposti! Ed abbiamo notato che lʼosservatore apprezza la dimensione dellʼingrandimento e non è portato ad andare a verificare il Eʼ possibile eseguire forti ingrandimenti anche con immagini scattate ad elevate sensibilità. Occorre un soggetto che si presti ad una forte accentuazione del contrasto per creare quasi dal nulla unʼimmagine di indubbio appeal. Almeno se osservata a distanza. dettaglio fine a distanza di naso. Il dettaglio catturato dalla macchina alle sensibilità basse è comunque stupefacente, e lo si può verificare sulla stampa: insomma si vedono i fili dʼerba del prato ed i capelli del soggetto. Senza contare che non ho nemmeno applicato una maschera di contrasto particolare. Il colore, dopo il necessario fotoritocco, lascia piacevolmente colpiti per la pienezza delle tinte; merito dei Prograf. Anche per questo non va sottovalutata la possibilità di rendere il colore il tema portante dellʼimmagine. Conclusioni Sorprendenti. Queste stampe 80x60cm sono appese dietro alle mie spalle e vi garantisco che chiunque le veda non può immaginare che siano state fatte con una compatta. Certo occorre un poʼ di mestiere e qual- che furbizia, ma si riescono ad ottenere ingrandimenti davvero spinti; la fotografia professionale rimane ovviamente altra cosa, e vi garantisco che i risultati che si ottengono con i Prograf da file adeguati sono di altissima qualità. Il bilancio dellʼesperimento è quindi positivo; non ci si deve sentire penalizzati a scattare con una semplice compatta sapendo che lʼingrandimento ʻterràʼ anche a risoluzioni di stampa inferiori ai fatidici 300 dpi. Lʼimportante è che lʼimmagine sia valida e che sia stata scattata con i dovuti accorgimenti tecnici. E non trascurate la scelta della carta, che deve essere adeguata, e lʼesposizione al pubblico: attaccare alla parete la nostra opera con le puntine da disegno potrebbe penalizzarla più che non averla scattata con il cellulare. Eugenio Tursi PC PHOTO 73