I terremoti Dal greco seismòs, scossa. I terremoti sono movimenti improvvisi della crosta terrestre accompagnati dalla liberazione di grandi quantità di energia. I movimenti che percepiamo sono le scosse che si distinguono in: 1. Sussultorie= movimenti verticali 2. Ondulatorie= movimenti orizzontali Tali scosse vengono avvertite soprattutto nell’epicentro (epìsopra ) da cui partono le onde sismiche superficiali (effetti devastanti). Se dall’epicentro si traccia una linea verticale diretta all’interno della terra incontriamo l’ipocentro (ypò-sotto), tale punto può essere localizzato a poche centinaia di metri o addirittura trovarsi a 600-700 km di profondità, provocando sismi percepibili solo a livello strumentale. In base alla profondità si distinguono: 1. Terremoti superficiali fino a 70 km 75% 2. Terremoti intermedi tra 70 e 300 km 22% 3. Terremoti profondi > di 300 km 3% Onde Vengono classificate in: 1. Onde P o prime: Provengono dall’ipocentro e sono le più veloci 5,5-14 km/s si propagano nei solidi e nei liquidi; si tratta di onde longitudinali che provocano dilatazioni e compressioni nel mezzo che attraversano le cui particelle oscillano parallelamente alla direzione di propagazione. 2. Onde S o seconde: Provengono anch’esse dall’ipocentro sono meno veloci 3-7 km/s si propagano solo nei solidi sono onde trasversali e le particelle del mezzo oscillano perpendicolarmente alla direzione di propagazione 3. Onde SUPERFICIALI: Provengono dalla riflessione delle onde P e S si muovono con velocità costante (3,5 km/s) e si propagano dall’epicentro. Le onde superficiali vengono ulteriomente classificate in : a. Onde di Love imprimono alle particelle un moto di oscillazione orizzontale b. Onde di Rayleigh fanno oscillare le particelle sul piano verticale su traiettorie ellittiche (onde del mare) Fenomeni di riflessione e rifrazione dell’onda sismica Fronte d’onda = tutti i materiali attraversati contemporaneamente dall’onda sismica. Il fronte è rappresentato da una superficie sferica la cui perpendicolare è detta raggio sismico che rappresenta la direzione di propagazione se il mezzo attraversato cambia di struttura l’onda cambia direzione e si individua una superficie di discontinuità (raggio riflesso e raggio rifratto) Cause dei terremoti 1. Terremoti di faglia- ipocentro sul piano di faglia 2. Terremoti vulcanici- risalita del magma 3. Terremoti di crollo- cedimento della volta di cavità sotterranee Le rocce sono sottoposte a forti tensioniche provocano un progressivo acumulo di energia potenziale. All’inizio si deformano ma in seguito si fratturano dando origine a 2 blocchi di scorrimento reciproco (faglia trascorrente). Formatasi la faglia, le forze distensive cercano di spostare i 2 blocchi rocciosi che a causa dell’attrito provocano un’ulteriore accumulo di energia potenziale generando il terremoto. La faglia si comporterebbe dunque come una molla. una parte dell’ energia accumulata viene trasformata in calore mentre la restante origina le vibrazioni. I terremoti vengono misurati con i sismografi ed il tracciato che si ottiene è il sismogramma Individuazione ipocentro ed epicentro Metodo curve dromocrone (dròmos-luogo khrònos-tempo), esse sono rappresentate in un diagramma cartesiano: Ascisse –distanza in km tra epicentro e sismografo Ordinate- intervallo di tempo in minuti che intercorre tra l’arrivo delle onde P ed S. Una volta determinato il ritardo si delle S rispetto alle P per mezzo del grafico con opportuni calcoli si determina l’epicentro. Si effettuano tali operazioni in 3 stazioni e si traccia per ciascuna stazione una circonferenza con raggio pari alla distanza della stazione dall’epicentro e centro nella stazione stessa. Il punto d’intersezione delle tre circonferenze è esattamente l’epicentro-ipocentro. scala Richter M= logA/Ast M=Magnitudine A= ampiezza terremoto Ast= ampiezza terremoto standard- oscillazione di 0,001 mm Es sisma M=1 è 10 volte più forte di quello standard (scala logaritmica) Sisma M=5 10 volte più forte di quello con M=4 Il più forte fino ad oggi è 9