Il pensiero moderno L’empirismo inglese Prof. Daniele Pelini Email: [email protected] John Locke (1632-1704) “Niente può fare la ragione, questa potente facoltà di argomentare, se qualcosa non è prima posta e concessa. La ragione fa uso dei principi del sapere per costruire qualcosa di più grande e di più alto ma non pone questi principi. Essa non pone il fondamento, sebbene frequentemente eriga una costruzione maestosa e sollevi fino al cielo la sommità del sapere” (Saggi sul diritto di natura, II) Saggio sull’intelletto umano (1690) Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine «empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista come la fonte originaria di tutto il sapere umano Saggio sull’intelletto umano (1690) Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine «empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista come la fonte originaria di tutto il sapere umano L’esperienza costituisce “il fondamento di tutte le nostre conoscenze; da qui esse traggono la loro prima origine. Le osservazioni che facciamo sia intorno agli oggetti esteriori e sensibili, sia intorno alle operazioni interiori della nostra mente, che percepiamo e sulle quali noi stessi riflettiamo, forniscono alla nostra intelligenza tutti i materiali del pensiero. Sono queste le due sorgenti da cui discendono tutte le idee che abbiamo” (Saggio sull’intelletto umano, I) Saggio sull’intelletto umano (1690) Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine «empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista come la fonte originaria di tutto il sapere umano Esperienza Ragione Saggio sull’intelletto umano (1690) Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine «empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista come la fonte originaria di tutto il sapere umano Esperienza Rifiuto dell’innatismo Ragione Saggio sull’intelletto umano (I): la critica dell’innatismo Locke definisce cartesianamente dell’attività intellettuale umana” l’idea come “qualsiasi oggetto Saggio sull’intelletto umano (I): la critica dell’innatismo Locke definisce cartesianamente dell’attività intellettuale umana” l’idea come “qualsiasi oggetto Se vi fossero idee innate circa Dio, i principi logici e morali esse dovrebbero essere sempre presenti al pensiero di ogni essere umano. Invece: a) non tutti gli uomini riconoscono l’esistenza di Dio, né fra quelli che l’ammettono vi è accordo su cosa sia Dio b) i bambini e gli idioti non hanno consapevolezza dei principi logici e morali c) i diversi popoli hanno diversi principi morali Saggio sull’intelletto umano (I): la critica dell’innatismo Locke definisce cartesianamente dell’attività intellettuale umana” l’idea come “qualsiasi oggetto Se vi fossero idee innate circa Dio, i principi logici e morali esse dovrebbero essere sempre presenti al pensiero di ogni essere umano. Invece: a) non tutti gli uomini riconoscono l’esistenza di Dio, né fra quelli che l’ammettono vi è accordo su cosa sia Dio b) i bambini e gli idioti non hanno consapevolezza dei principi logici e morali c) i diversi popoli hanno diversi principi morali L’intelletto è come “un foglio bianco, privo di ogni carattere”: tutta la nostra conoscenza deriva dall’esperienza Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee qualità primarie Sensibilità idee semplici (phantasms) di sensazione qualità secondarie (esperienza esterna) Mind Le qualità primarie, che sono originarie dei corpi e inseparabili da essi, si riconoscono perché sono oggetto di più sensazioni e producono in noi le idee semplici di solidità, estensione, figura, movimento, quiete e numero. Le qualità secondarie, che non esistono negli oggetti ma sono prodotte in noi da varie combinazioni di qualità primarie, producono in noi le idee semplici dei meri dati sensoriali (tattili, visivi, uditivi, olfattivi, gustativi) Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee qualità primarie Sensibilità idee semplici (phantasms) Mind di sensazione qualità secondarie (esperienza esterna) di riflessione (esperienza interna) Le idee semplici di riflessione sorgono nella mente allorché riflettiamo sul flusso dei nostri atti spirituali elementari (desiderare, immaginare, ricordare, ecc.) Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee Sensibilità idee semplici (phantasms) Mind di sensazione X² (esperienza esterna) (realtà corporea) di riflessione X¹ (esperienza interna) (realtà pensante) Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee Sensibilità idee semplici (phantasms) Mind di sensazione X² (esperienza esterna) (realtà corporea) di riflessione X¹ (esperienza interna) (realtà pensante) idee generali (concetti astratti) linguaggio (notions) Intelletto Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee Sensibilità idee semplici (phantasms) Mind Intelletto di sensazione X² (esperienza esterna) (realtà corporea) di riflessione X¹ (esperienza interna) (realtà pensante) idee generali (concetti astratti) linguaggio (notions) a) Sostanze (pensante, corporea) idee complesse b) Modi (inerenze delle sostanze) c) Relazioni (causa-effetto, identità-diversità) Saggio sull’intelletto umano (II): l’idea di sostanza L’idea di sostanza è un’idea complessa che sorge spontaneamente nell’intelletto dalla riunione di una molteplicità di idee semplici che si presentano costantemente insieme (es: quest’uomo, questa pecora). In essa è rappresentato in modo oscuro e confuso il “supposto ma sconosciuto sostegno delle qualità effettivamente esistenti” e più precisamente: Res corporea a) l’esistenza indeterminata del sostrato non empirico (= X²) delle qualità primarie date nella sensazione attuale b) l’unità semplice ma indeterminabile delle qualità primarie di un corpo (= essenza reale), quell’unità che si annuncia nella definizione nominale di esso Saggio sull’intelletto umano (II): l’idea di sostanza L’idea di sostanza è un’idea complessa che sorge spontaneamente nell’intelletto dalla riunione di una molteplicità di idee semplici che si presentano costantemente insieme (es: quest’uomo, questa pecora). In essa è rappresentato in modo oscuro e confuso il “supposto ma sconosciuto sostegno delle qualità effettivamente esistenti” e più precisamente: Res corporea a) l’esistenza indeterminata del sostrato non empirico (= X²) delle qualità primarie date nella sensazione attuale b) l’unità semplice ma indeterminabile delle qualità primarie di un corpo (= essenza reale), quell’unità che si annuncia nella definizione nominale di esso Res cogitans a) l’esistenza indeterminata del sostrato non empirico (= X¹) dei miei atti spirituali dati nella riflessione b) l’unità semplice ma indeterminabile degli atti di pensiero del mio Io (= essenza reale), quell’unità che vive in ogni operazione spirituale e che si annuncia nella definizione nominale di esso Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza La genealogia degli oggetti immediatamente percepiti dallo spirito (= idee) costituisce la base della questione circa la certezza e l’estensione della conoscenza, la quale consiste nella percezione di un accordo o di un disaccordo delle idee fra di loro. Lo svolgimento di questo problema conduce al risultato che “noi abbiamo la conoscenza della nostra propria esistenza per mezzo dell’intuizione; dell’esistenza di Dio per mezzo della dimostrazione; e delle altre cose per mezzo della sensazione” Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza La genealogia degli oggetti immediatamente percepiti dallo spirito (= idee) costituisce la base della questione circa la certezza e l’estensione della conoscenza, la quale consiste nella percezione di un accordo o di un disaccordo delle idee fra di loro. Lo svolgimento di questo problema conduce al risultato che “noi abbiamo la conoscenza della nostra propria esistenza per mezzo dell’intuizione; dell’esistenza di Dio per mezzo della dimostrazione; e delle altre cose per mezzo della sensazione” La sostanza pensante (idea oscura e confusa) La conoscenza intuitiva dell’esistenza del mio pensiero costituisce l’evidenza originaria: la percezione immediata delle idee da parte dell’intelletto è la stessa affermazione immediata dell’esistenza del sostrato non empirico dei miei atti spirituali; sono immediatamente certo dell’esistenza del mio io ma ignoro in cosa consista Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza La sostanza corporea (idea oscura e confusa) La conoscenza intuitiva dell’esistenza della realtà extramentale si estende tanto quanto il raggio della sensazione attuale: la passività dell’intelletto nel ricevere le idee di sensazione conduce immediatamente all’affermazione dell’esistenza extramentale delle qualità primarie e, in virtù del principio di causalità, all’affermazione del sostrato non empirico cui esse si riferiscono. Sono ragionevolmente certo dell’esistenza effettiva di qualcosa le cui qualità producono attualmente un gruppo di convergenti e concomitanti idee di sensazione; ma ignoro che cosa sia questo qualcosa e cosa gli accada nel momento in cui smetto di esperire in me i suoi effetti. Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza La sostanza corporea (idea oscura e confusa) La conoscenza intuitiva dell’esistenza della realtà extramentale si estende tanto quanto il raggio della sensazione attuale: la passività dell’intelletto nel ricevere le idee di sensazione conduce immediatamente all’affermazione dell’esistenza extramentale delle qualità primarie e, in virtù del principio di causalità, all’affermazione del sostrato non empirico cui esse si riferiscono. Sono ragionevolmente certo dell’esistenza effettiva di qualcosa le cui qualità producono attualmente un gruppo di convergenti e concomitanti idee di sensazione; ma ignoro che cosa sia questo qualcosa e cosa gli accada nel momento in cui smetto di esperire in me i suoi effetti. Questo implica che è impossibile una scienza rigorosa delle proprietà universali e necessarie dei corpi innanzitutto perché le qualità primarie non esprimo l’essenza reale della realtà extramentale (che resta inconoscibile); in secondo luogo giacché la natura, quale oggetto della fisica (= indefinita serie causale della totalità dei fenomeni), è un’idea complessa inverificabile. La nostra conoscenza dell’insieme del mondo è soltanto opinione fondata sulla probabilità: possiamo affermare con certezza e conoscere con qualche esattezza soltanto quella parte del mondo di cui abbiamo una percezione attuale Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza La sostanza divina (idea oscura e confusa) Poiché sono intuitivamente certo della mia esistenza e ragionevolmente certo dell’esistenza di molteplici corpi fuori di me sono anche dimostrativamente certo, in virtù del principio di causalità e dell’impossibilità di un regresso infinito nella serie delle cause, dell’esistenza della causa eterna e non empirica di tutta la realtà non eterna. A giudicare dagli effetti questa causa è una sostanza onnisciente e onnipotente; tuttavia, non essendo in alcun modo oggetto di esperienza, sulla sua natura regna la più assoluta ignoranza (“absolute ignorance”). Occorre rilevare che questa dimostrazione non è un’inferenza deduttiva che conclude dall’universale al particolare, bensì un’inferenza induttiva che conclude dal particolare all’universale. Essa non è cioè il tipo di dimostrazione della quale si avvale la matematica Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti Scienza empirica dell’intelligenza umana Conoscenza (certa e probabile) Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti Scienza empirica dell’intelligenza umana Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente ma l’essenza reale di esso è inaccessibile al pensiero Conoscenza (certa e probabile) Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti Scienza empirica dell’intelligenza umana Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente ma l’essenza reale di esso è inaccessibile al pensiero Matematica: conoscenza intuitiva e dimostrativa che non riguarda la realtà extramentale Conoscenza (certa e probabile) Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti Scienza empirica dell’intelligenza umana Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente ma l’essenza reale di esso è inaccessibile al pensiero Matematica: conoscenza intuitiva e dimostrativa che non riguarda la realtà extramentale Conoscenza (certa e probabile) Fisica: la conoscenza delle proprietà dei corpi è sempre solo ipotetica e provvisoria giacché la realtà extramentale, pur localmente accertabile, è impenetrabile al pensiero Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti Scienza empirica dell’intelligenza umana Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente ma l’essenza reale di esso è inaccessibile al pensiero Matematica: conoscenza intuitiva e dimostrativa che non riguarda la realtà extramentale Conoscenza (certa e probabile) Fisica: la conoscenza delle proprietà dei corpi è sempre solo ipotetica e provvisoria giacché la realtà extramentale, pur localmente accertabile, è impenetrabile al pensiero Teologia: il suo oggetto è dimostrabile ma l’essenza reale di esso è inaccessibile al pensiero David Hume (1711-1776) “Il solo mezzo per ottenere dalle nostre ricerche filosofiche l’esito che ne speriamo è di abbandonare il tedioso, estenuante metodo seguito fino ad oggi: e invece d’impadronirci, di tanto in tanto, d’un castello o d’un villaggio alla frontiera, muovere direttamente alla capitale, al centro di queste scienze, ossia alla stessa natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottener ovunque una facile vittoria” Trattato sulla natura umana (1739) L’idea centrale del Trattato è del tutto simile a quella del Saggio di Locke: istituire una analisi concreta (empirico-osservativa) della natura umana volta a sondare “la portata e la forza dell’intelletto umano”, nonché “la natura delle idee” e “delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti”; in altri termini, la “scienza della natura umana” costituisce la base e il centro di tutto il sapere Trattato sulla natura umana (1739) L’idea centrale del Trattato è del tutto simile a quella del Saggio di Locke: istituire una analisi concreta (empirico-osservativa) della natura umana volta a sondare “la portata e la forza dell’intelletto umano”, nonché “la natura delle idee” e “delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti”; in altri termini, la “scienza della natura umana” costituisce la base e il centro di tutto il sapere “Non c’è questione di qualche importanza la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell’uomo, e non c’è nessuna che possa essere risolta con certezza se prima non ci rendiamo padroni di quella scienza. Accingendoci, quindi, a spiegare i principi della natura umana, noi in realtà miriamo a un sistema di tutte le scienze costruito su di una base quasi del tutto nuova, e la sola su cui possiamo poggiare con sicurezza. E come la scienza dell’uomo è la sola base solida per le altre scienze, così la sola base solida per le scienze dell’uomo deve essere l’esperienza e l’osservazione” Trattato sulla natura umana (1739) Esperienza Scienza della natura umana Trattato sulla natura umana (1739) Esperienza Scienza della natura umana Sistema delle scienze Trattato sulla natura umana (1739) Esperienza Morale Scienza della natura umana Politica Estetica Sistema delle scienze Matematica Filosofia naturale Religione naturale Trattato sulla natura umana (1739) Percezioni = “tutto ciò che può essere presente alla mente, sia che (perceptions) esercitiamo i nostri sensi, sia che siamo mossi dalla passione e che esercitiamo il pensiero e la riflessione” Trattato sulla natura umana (1739) semplici Sensibilità Impressioni (sensazione) (impressions) complesse Percezioni (perceptions) Le impressioni sono quelle percezioni che si presentano alla nostra mente “con maggior forza e violenza” e che per questo sono “chiare ed evidenti”: comprendono tutte le sensazioni, le emozioni e le passioni “quando fanno la loro prima apparizione nella nostra anima”. Si ha un’impressione “quando proviamo una passione o un’emozione di qualsiasi specie o i sensi ci trasmettono le immagini degli oggetti esterni” Trattato sulla natura umana (1739) semplici Sensibilità Impressioni (sensazione) (impressions) Percezioni (perceptions) complesse semplici Intelletto Idee (riflessione) (ideas) complesse Le idee invece sono invece percezioni che rappresentano “immagini illanguidite” e copie più o meno adeguate delle corrispondenti impressioni. Si ha un’idea “quando riflettiamo su una passione o su un oggetto che non è presente”. Pertanto, “le nostre impressioni sono causa delle nostre idee e non viceversa”; “le impressioni semplici precedono sempre le idee corrispondenti: il contrario non ha mai luogo” Trattato sulla natura umana (1739) semplici Sensibilità Impressioni (sensazione) (impressions) Percezioni (perceptions) complesse semplici (riprodotte) Intelletto (riflessione) Memoria Idee (ideas) complesse (riprodotte) La memoria è la facoltà essenzialmente passiva che provvede a riprodurre l’ordine e la forma con cui le impressioni si presentano alla mente, ossia a tradurre un’impressione in un’idea corrispondente (semplice o complessa) Trattato sulla natura umana (1739) semplici Sensibilità Impressioni (sensazione) (impressions) Percezioni (perceptions) complesse semplici (riprodotte) Intelletto (riflessione) Memoria Idee (ideas) complesse (riprodotte) Immaginazione Idee complesse (prodotte) L’immaginazione è la facoltà libera e attiva in cui risiede “il potere creativo della mente”. Essa provvede a mescolare, trasporre e comporre le idee, guidata dal principio di associazione: una “dolce forza (gentle force) che comunemente s’impone, facendo che la mente venga trasportata da un’idea all’altra”; una “dolce forza di attrazione” “che opera tra le idee analogamente alla forza di gravitazione nei corpi fisici” Le idee complesse prodotte dall’immaginazione a) rassomiglianza Principio di associazione b) contiguità nel tempo e nello spazio c) causa ed effetto a) Tendiamo in primo luogo ad associare le idee simili: ad esempio l’idea di una fotografia può evocare l’idea del soggetto in essa rappresentato Le idee complesse prodotte dall’immaginazione a) rassomiglianza Principio di associazione b) contiguità nel tempo e nello spazio c) causa ed effetto a) Tendiamo in primo luogo ad associare le idee simili: ad esempio l’idea di una fotografia può evocare l’idea del soggetto in essa rappresentato b) Tendiamo poi ad associare le idee in base alla loro vicinanza nel tempo e nello spazio: ad esempio, l’idea della mia casa può evocare l’idea della strada in cui essa è situata Le idee complesse prodotte dall’immaginazione a) rassomiglianza Principio di associazione b) contiguità nel tempo e nello spazio c) causa ed effetto a) Tendiamo in primo luogo ad associare le idee simili: ad esempio l’idea di una fotografia può evocare l’idea del soggetto in essa rappresentato b) Tendiamo poi ad associare le idee in base alla loro vicinanza nel tempo e nello spazio: ad esempio, l’idea della mia casa può evocare l’idea della strada in cui essa è situata c) Tendiamo infine ad associare le idee in base a rapporti causali: ad esempio, l’idea del fumo può evocare l’idea del fuoco Le idee complesse prodotte dall’immaginazione a) rassomiglianza Principio di associazione b) contiguità nel tempo e nello spazio c) causa ed effetto Immaginazione “l’immaginazione non è tenuta al medesimo ordine e alla medesima forma delle impressioni originarie: la memoria, invece, è in certo modo in condizione d’inferiorità, in quanto non ha il potere di far cambiamenti” (Trattato sulla natura umana, I, I, III) Le idee complesse prodotte dall’immaginazione a) rassomiglianza Principio di associazione b) contiguità nel tempo e nello spazio c) causa ed effetto Immaginazione a) relazione di causa-effetto b) sostanza (materiale, spirituale) Idee complesse c) spazio d) tempo e) forza Le idee complesse prodotte dall’immaginazione a) rassomiglianza Principio di associazione b) contiguità nel tempo e nello spazio c) causa ed effetto Immaginazione Idee complesse Questione fondamentale: le idee complesse prodotte dall’immaginazione hanno senso? Corrispondono alla realtà esterna alla mente? La conoscenza a) Astratta: riguarda la relation of ideas ed è certa Conoscenza b) Empirica: riguarda i matters of fact ed è probabile “Tutti gli oggetti sui quali l’uomo ragiona e investiga possono dividersi naturalmente in due classi, cioè in relazioni di idee e materia di fatto” La conoscenza a) Astratta: riguarda la relation of ideas ed è certa Conoscenza b) Empirica: riguarda i matters of fact ed è probabile “Tutti gli oggetti sui quali l’uomo ragiona e investiga possono dividersi naturalmente in due classi, cioè in relazioni di idee e materia di fatto” a) Le idee della matematica hanno come tutte le idee un’origine empirica: tuttavia, la matematica scopre le proprie proposizioni “per mezzo della sola operazione del pensiero, indipendentemente da ciò che è realmente esistente in una qualsiasi parte dell’universo” (ossia, basandosi solo sul principio di non-contraddizione) La conoscenza a) Astratta: riguarda la relation of ideas ed è certa Conoscenza b) Empirica: riguarda i matters of fact ed è probabile “Tutti gli oggetti sui quali l’uomo ragiona e investiga possono dividersi naturalmente in due classi, cioè in relazioni di idee e materia di fatto” b) Le idee complesse che fondano la conoscenza delle “questioni di fatto e di esistenza”, in quanto sono il semplice frutto della libera composizione di copie di rappresentazioni “chiare ed evidenti”, risultano prive di significato: “Quando noi abbiamo, perciò, qualche sospetto che un termine filosofico sia impiegato senza alcun significato ed idea (come è purtroppo frequente), bisogna soltanto che ci domandiamo: da quale impressione è derivata quella supposta idea? E se è impossibile assegnarne alcuna, questo servirà per confermare il nostro sospetto” La conoscenza e la credenza L’esame del principio di causalità, ossia di quella legge che fonda tutti i nostri asserti sui matters of fact e il nostro concreto agire, dimostra che il nesso tra causa e effetto non può essere attribuito alla realtà extramentale in se stessa ma solo alla “natura umana”: la nostra credenza (belief) nella necessità oggettiva della relazione causale è solo il frutto dell’abitudine, che ci spinge – necessariamente ma illegittimamente – ad estendere all’esperienza futura quanto abbiamo sperimentato in passato; noi non vediamo propriamente cause ed effetti, ma solo successioni di eventi, ai quali per abitudine attribuiamo un carattere di necessità “Solo l’abitudine ci induce a supporre che il futuro sia conforme al passato. Quando vedo una palla da biliardo che si muove verso un’altra, la mia mente è immediatamente spinta dall’abitudine verso il consueto effetto ed anticipa la mia vista concependo la seconda palla in movimento” La conoscenza e la credenza L’esame del principio di causalità, ossia di quella legge che fonda tutti i nostri asserti sui matters of fact e il nostro concreto agire, dimostra che il nesso tra causa e effetto non può essere attribuito alla realtà extramentale in se stessa ma solo alla “natura umana”: la nostra credenza (belief) nella necessità oggettiva della relazione causale è solo il frutto dell’abitudine, che ci spinge – necessariamente ma illegittimamente – ad estendere all’esperienza futura quanto abbiamo sperimentato in passato; noi non vediamo propriamente cause ed effetti, ma solo successioni di eventi, ai quali per abitudine attribuiamo un carattere di necessità Se il principio di causalità è privo di necessità oggettiva, allora anche la nostra persuasione dell’esistenza della nostra mente (quale sostanza spirituale) e di una pluralità di sostanze corporee ad essa esterne risulta una credenza fondata sull’abitudine e l’immaginazione (giacché nulla può essere inferito dalla datità dell’impressione) La natura umana e l’impossibilità del sistema Scienza della natura umana Scetticismo metafisico (la realtà in sé è impenetrabile al pensiero) La natura umana e l’impossibilità del sistema Scienza della natura umana Scetticismo metafisico (la realtà in sé è impenetrabile al pensiero) Indagine storico-genetica del comportamento umano a) etico b) politico c) estetico d) religioso Il sentimento quale principio dell’agire umano credenza conoscenza naturale e psicologica simpatia morale politica Sentimento senso comune estetica speranza e timore religione