Il pensiero moderno
L’empirismo inglese
Prof. Daniele Pelini
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John Locke (1632-1704)
“Niente può fare la ragione, questa
potente facoltà di argomentare, se
qualcosa non è prima posta e
concessa. La ragione fa uso dei
principi del sapere per costruire
qualcosa di più grande e di più alto
ma non pone questi principi. Essa
non pone il fondamento, sebbene
frequentemente
eriga
una
costruzione maestosa e sollevi fino
al cielo la sommità del sapere”
(Saggi sul diritto di natura, II)
Saggio sull’intelletto umano (1690)
Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di
stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione
della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra
portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra
di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine
«empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista
come la fonte originaria di tutto il sapere umano
Saggio sull’intelletto umano (1690)
Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di
stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione
della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra
portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra
di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine
«empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista
come la fonte originaria di tutto il sapere umano
L’esperienza costituisce “il fondamento di tutte le nostre conoscenze; da
qui esse traggono la loro prima origine. Le osservazioni che facciamo sia
intorno agli oggetti esteriori e sensibili, sia intorno alle operazioni interiori
della nostra mente, che percepiamo e sulle quali noi stessi riflettiamo,
forniscono alla nostra intelligenza tutti i materiali del pensiero. Sono
queste le due sorgenti da cui discendono tutte le idee che abbiamo”
(Saggio sull’intelletto umano, I)
Saggio sull’intelletto umano (1690)
Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di
stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione
della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra
portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra
di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine
«empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista
come la fonte originaria di tutto il sapere umano
Esperienza
Ragione
Saggio sull’intelletto umano (1690)
Idea centrale del Saggio è quella di operare una ricognizione storicogenetica della capacità conoscitiva dell’intelletto umano al fine di
stabilirne i limiti: occorre accertare “l’origine, la certezza e l’estensione
della conoscenza umana”, ossia definire “quali oggetti siano alla nostra
portata e quali invece siano superiori alla nostra comprensione”. La pietra
di paragone in base a cui condurre l’esame è l’esperienza: il termine
«empirismo» pone un accento sull’esperienza, nel senso che questa è vista
come la fonte originaria di tutto il sapere umano
Esperienza
Rifiuto dell’innatismo
Ragione
Saggio sull’intelletto umano (I): la critica dell’innatismo
Locke definisce cartesianamente
dell’attività intellettuale umana”
l’idea come “qualsiasi oggetto
Saggio sull’intelletto umano (I): la critica dell’innatismo
Locke definisce cartesianamente
dell’attività intellettuale umana”
l’idea come “qualsiasi oggetto
Se vi fossero idee innate circa Dio, i principi logici e morali esse
dovrebbero essere sempre presenti al pensiero di ogni essere umano.
Invece:
a) non tutti gli uomini riconoscono l’esistenza di Dio, né fra quelli che
l’ammettono vi è accordo su cosa sia Dio
b) i bambini e gli idioti non hanno consapevolezza dei principi logici e
morali
c) i diversi popoli hanno diversi principi morali
Saggio sull’intelletto umano (I): la critica dell’innatismo
Locke definisce cartesianamente
dell’attività intellettuale umana”
l’idea come “qualsiasi oggetto
Se vi fossero idee innate circa Dio, i principi logici e morali esse
dovrebbero essere sempre presenti al pensiero di ogni essere umano.
Invece:
a) non tutti gli uomini riconoscono l’esistenza di Dio, né fra quelli che
l’ammettono vi è accordo su cosa sia Dio
b) i bambini e gli idioti non hanno consapevolezza dei principi logici e
morali
c) i diversi popoli hanno diversi principi morali
L’intelletto è come “un foglio bianco, privo di ogni carattere”: tutta la
nostra conoscenza deriva dall’esperienza
Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee
qualità primarie
Sensibilità  idee semplici
(phantasms)
di sensazione
qualità secondarie
(esperienza esterna)
Mind
Le qualità primarie, che sono originarie dei corpi e inseparabili da essi, si
riconoscono perché sono oggetto di più sensazioni e producono in noi le
idee semplici di solidità, estensione, figura, movimento, quiete e numero.
Le qualità secondarie, che non esistono negli oggetti ma sono prodotte in
noi da varie combinazioni di qualità primarie, producono in noi le idee
semplici dei meri dati sensoriali (tattili, visivi, uditivi, olfattivi, gustativi)
Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee
qualità primarie
Sensibilità  idee semplici
(phantasms)
Mind
di sensazione
qualità secondarie
(esperienza esterna)
di riflessione
(esperienza interna)
Le idee semplici di riflessione sorgono nella mente allorché riflettiamo sul
flusso dei nostri atti spirituali elementari (desiderare, immaginare,
ricordare, ecc.)
Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee
Sensibilità  idee semplici
(phantasms)
Mind
di sensazione

X²
(esperienza esterna) (realtà corporea)
di riflessione

X¹
(esperienza interna) (realtà pensante)
Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee
Sensibilità  idee semplici
(phantasms)
Mind
di sensazione

X²
(esperienza esterna) (realtà corporea)
di riflessione

X¹
(esperienza interna) (realtà pensante)
idee generali (concetti astratti)  linguaggio
(notions)
Intelletto 
Saggio sull’intelletto umano (II): la classificazione delle idee
Sensibilità  idee semplici
(phantasms)
Mind
Intelletto 
di sensazione

X²
(esperienza esterna) (realtà corporea)
di riflessione

X¹
(esperienza interna) (realtà pensante)
idee generali (concetti astratti)  linguaggio
(notions)
a) Sostanze
(pensante, corporea)
idee complesse
b) Modi
(inerenze delle sostanze)
c) Relazioni
(causa-effetto, identità-diversità)
Saggio sull’intelletto umano (II): l’idea di sostanza
L’idea di sostanza è un’idea complessa che sorge spontaneamente
nell’intelletto dalla riunione di una molteplicità di idee semplici che si
presentano costantemente insieme (es: quest’uomo, questa pecora). In essa
è rappresentato in modo oscuro e confuso il “supposto ma sconosciuto
sostegno delle qualità effettivamente esistenti” e più precisamente:
Res corporea
a) l’esistenza indeterminata del sostrato non empirico (= X²) delle qualità
primarie date nella sensazione attuale
b) l’unità semplice ma indeterminabile delle qualità primarie di un corpo
(= essenza reale), quell’unità che si annuncia nella definizione
nominale di esso
Saggio sull’intelletto umano (II): l’idea di sostanza
L’idea di sostanza è un’idea complessa che sorge spontaneamente
nell’intelletto dalla riunione di una molteplicità di idee semplici che si
presentano costantemente insieme (es: quest’uomo, questa pecora). In essa
è rappresentato in modo oscuro e confuso il “supposto ma sconosciuto
sostegno delle qualità effettivamente esistenti” e più precisamente:
Res corporea
a) l’esistenza indeterminata del sostrato non empirico (= X²) delle qualità
primarie date nella sensazione attuale
b) l’unità semplice ma indeterminabile delle qualità primarie di un corpo
(= essenza reale), quell’unità che si annuncia nella definizione
nominale di esso
Res cogitans
a) l’esistenza indeterminata del sostrato non empirico (= X¹) dei miei atti
spirituali dati nella riflessione
b) l’unità semplice ma indeterminabile degli atti di pensiero del mio Io
(= essenza reale), quell’unità che vive in ogni operazione spirituale e
che si annuncia nella definizione nominale di esso
Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza
La genealogia degli oggetti immediatamente percepiti dallo spirito
(= idee) costituisce la base della questione circa la certezza e l’estensione
della conoscenza, la quale consiste nella percezione di un accordo o di un
disaccordo delle idee fra di loro. Lo svolgimento di questo problema
conduce al risultato che “noi abbiamo la conoscenza della nostra propria
esistenza per mezzo dell’intuizione; dell’esistenza di Dio per mezzo della
dimostrazione; e delle altre cose per mezzo della sensazione”
Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza
La genealogia degli oggetti immediatamente percepiti dallo spirito
(= idee) costituisce la base della questione circa la certezza e l’estensione
della conoscenza, la quale consiste nella percezione di un accordo o di un
disaccordo delle idee fra di loro. Lo svolgimento di questo problema
conduce al risultato che “noi abbiamo la conoscenza della nostra propria
esistenza per mezzo dell’intuizione; dell’esistenza di Dio per mezzo della
dimostrazione; e delle altre cose per mezzo della sensazione”
La sostanza pensante (idea oscura e confusa)
La conoscenza intuitiva dell’esistenza del mio pensiero costituisce
l’evidenza originaria: la percezione immediata delle idee da parte
dell’intelletto è la stessa affermazione immediata dell’esistenza del
sostrato non empirico dei miei atti spirituali; sono immediatamente certo
dell’esistenza del mio io ma ignoro in cosa consista
Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza
La sostanza corporea (idea oscura e confusa)
La conoscenza intuitiva dell’esistenza della realtà extramentale si estende
tanto quanto il raggio della sensazione attuale: la passività dell’intelletto
nel ricevere le idee di sensazione conduce immediatamente
all’affermazione dell’esistenza extramentale delle qualità primarie e, in
virtù del principio di causalità, all’affermazione del sostrato non empirico
cui esse si riferiscono. Sono ragionevolmente certo dell’esistenza effettiva
di qualcosa le cui qualità producono attualmente un gruppo di convergenti
e concomitanti idee di sensazione; ma ignoro che cosa sia questo qualcosa
e cosa gli accada nel momento in cui smetto di esperire in me i suoi effetti.
Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza
La sostanza corporea (idea oscura e confusa)
La conoscenza intuitiva dell’esistenza della realtà extramentale si estende
tanto quanto il raggio della sensazione attuale: la passività dell’intelletto
nel ricevere le idee di sensazione conduce immediatamente
all’affermazione dell’esistenza extramentale delle qualità primarie e, in
virtù del principio di causalità, all’affermazione del sostrato non empirico
cui esse si riferiscono. Sono ragionevolmente certo dell’esistenza effettiva
di qualcosa le cui qualità producono attualmente un gruppo di convergenti
e concomitanti idee di sensazione; ma ignoro che cosa sia questo qualcosa
e cosa gli accada nel momento in cui smetto di esperire in me i suoi effetti.
Questo implica che è impossibile una scienza rigorosa delle proprietà
universali e necessarie dei corpi innanzitutto perché le qualità primarie
non esprimo l’essenza reale della realtà extramentale (che resta
inconoscibile); in secondo luogo giacché la natura, quale oggetto della
fisica (= indefinita serie causale della totalità dei fenomeni), è un’idea
complessa inverificabile. La nostra conoscenza dell’insieme del mondo è
soltanto opinione fondata sulla probabilità: possiamo affermare con
certezza e conoscere con qualche esattezza soltanto quella parte del mondo
di cui abbiamo una percezione attuale
Saggio sull’intelletto umano (IV): la conoscenza
La sostanza divina (idea oscura e confusa)
Poiché sono intuitivamente certo della mia esistenza e ragionevolmente
certo dell’esistenza di molteplici corpi fuori di me sono anche
dimostrativamente certo, in virtù del principio di causalità e
dell’impossibilità di un regresso infinito nella serie delle cause,
dell’esistenza della causa eterna e non empirica di tutta la realtà non
eterna. A giudicare dagli effetti questa causa è una sostanza onnisciente e
onnipotente; tuttavia, non essendo in alcun modo oggetto di esperienza,
sulla sua natura regna la più assoluta ignoranza (“absolute ignorance”).
Occorre rilevare che questa dimostrazione non è un’inferenza deduttiva
che conclude dall’universale al particolare, bensì un’inferenza induttiva
che conclude dal particolare all’universale. Essa non è cioè il tipo di
dimostrazione della quale si avvale la matematica
Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti
Scienza empirica
dell’intelligenza umana
Conoscenza
(certa e probabile)
Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti
Scienza empirica
dell’intelligenza umana
Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente
ma l’essenza reale di esso è inaccessibile
al pensiero
Conoscenza
(certa e probabile)
Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti
Scienza empirica
dell’intelligenza umana
Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente
ma l’essenza reale di esso è inaccessibile
al pensiero
Matematica: conoscenza intuitiva e dimostrativa che
non riguarda la realtà extramentale
Conoscenza
(certa e probabile)
Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti
Scienza empirica
dell’intelligenza umana
Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente
ma l’essenza reale di esso è inaccessibile
al pensiero
Matematica: conoscenza intuitiva e dimostrativa che
non riguarda la realtà extramentale
Conoscenza
(certa e probabile)
Fisica: la conoscenza delle proprietà dei corpi è
sempre solo ipotetica e provvisoria giacché la
realtà
extramentale,
pur
localmente
accertabile, è impenetrabile al pensiero
Saggio sull’intelletto umano (1690): la ragione e i suoi limiti
Scienza empirica
dell’intelligenza umana
Psicologia: il suo oggetto è affermato intuitivamente
ma l’essenza reale di esso è inaccessibile
al pensiero
Matematica: conoscenza intuitiva e dimostrativa che
non riguarda la realtà extramentale
Conoscenza
(certa e probabile)
Fisica: la conoscenza delle proprietà dei corpi è
sempre solo ipotetica e provvisoria giacché la
realtà
extramentale,
pur
localmente
accertabile, è impenetrabile al pensiero
Teologia: il suo oggetto è dimostrabile ma l’essenza
reale di esso è inaccessibile al pensiero
David Hume (1711-1776)
“Il solo mezzo per ottenere dalle
nostre ricerche filosofiche l’esito che
ne speriamo è di abbandonare il
tedioso, estenuante metodo seguito
fino ad oggi: e invece d’impadronirci,
di tanto in tanto, d’un castello o d’un
villaggio
alla
frontiera,
muovere
direttamente alla capitale, al centro di
queste scienze, ossia alla stessa natura
umana: padroni di esso, potremo
sperare di ottener ovunque una facile
vittoria”
Trattato sulla natura umana (1739)
L’idea centrale del Trattato è del tutto simile a quella del Saggio di Locke:
istituire una analisi concreta (empirico-osservativa) della natura umana
volta a sondare “la portata e la forza dell’intelletto umano”, nonché “la
natura delle idee” e “delle operazioni che compiamo nei nostri
ragionamenti”; in altri termini, la “scienza della natura umana” costituisce
la base e il centro di tutto il sapere
Trattato sulla natura umana (1739)
L’idea centrale del Trattato è del tutto simile a quella del Saggio di Locke:
istituire una analisi concreta (empirico-osservativa) della natura umana
volta a sondare “la portata e la forza dell’intelletto umano”, nonché “la
natura delle idee” e “delle operazioni che compiamo nei nostri
ragionamenti”; in altri termini, la “scienza della natura umana” costituisce
la base e il centro di tutto il sapere
“Non c’è questione di qualche importanza la cui soluzione non sia
compresa nella scienza dell’uomo, e non c’è nessuna che possa essere
risolta con certezza se prima non ci rendiamo padroni di quella
scienza. Accingendoci, quindi, a spiegare i principi della natura
umana, noi in realtà miriamo a un sistema di tutte le scienze costruito su
di una base quasi del tutto nuova, e la sola su cui possiamo poggiare
con sicurezza. E come la scienza dell’uomo è la sola base solida per le
altre scienze, così la sola base solida per le scienze dell’uomo deve
essere l’esperienza e l’osservazione”
Trattato sulla natura umana (1739)
Esperienza
Scienza della
natura umana
Trattato sulla natura umana (1739)
Esperienza
Scienza della
natura umana
Sistema delle scienze
Trattato sulla natura umana (1739)
Esperienza
Morale
Scienza della
natura umana
Politica
Estetica
Sistema delle scienze
Matematica
Filosofia naturale
Religione naturale
Trattato sulla natura umana (1739)
Percezioni = “tutto ciò che può essere presente alla mente, sia che
(perceptions)
esercitiamo i nostri sensi, sia che siamo mossi dalla
passione e che esercitiamo il pensiero e la riflessione”
Trattato sulla natura umana (1739)
semplici
Sensibilità  Impressioni
(sensazione) (impressions)

complesse
Percezioni
(perceptions)
Le impressioni sono quelle percezioni che si presentano alla nostra mente
“con maggior forza e violenza” e che per questo sono “chiare ed
evidenti”: comprendono tutte le sensazioni, le emozioni e le passioni
“quando fanno la loro prima apparizione nella nostra anima”. Si ha
un’impressione “quando proviamo una passione o un’emozione di
qualsiasi specie o i sensi ci trasmettono le immagini degli oggetti esterni”
Trattato sulla natura umana (1739)
semplici
Sensibilità  Impressioni
(sensazione) (impressions)
Percezioni
(perceptions)

complesse
semplici
Intelletto  Idee
(riflessione) (ideas)

complesse
Le idee invece sono invece percezioni che rappresentano “immagini
illanguidite” e copie più o meno adeguate delle corrispondenti
impressioni. Si ha un’idea “quando riflettiamo su una passione o su un
oggetto che non è presente”. Pertanto, “le nostre impressioni sono causa
delle nostre idee e non viceversa”; “le impressioni semplici precedono
sempre le idee corrispondenti: il contrario non ha mai luogo”
Trattato sulla natura umana (1739)
semplici
Sensibilità  Impressioni
(sensazione) (impressions)
Percezioni
(perceptions)

complesse
semplici (riprodotte)
Intelletto
(riflessione)
Memoria  Idee
(ideas)

complesse (riprodotte)
La memoria è la facoltà essenzialmente passiva che provvede a riprodurre
l’ordine e la forma con cui le impressioni si presentano alla mente, ossia a
tradurre un’impressione in un’idea corrispondente (semplice o complessa)
Trattato sulla natura umana (1739)
semplici
Sensibilità  Impressioni
(sensazione) (impressions)
Percezioni
(perceptions)

complesse
semplici (riprodotte)
Intelletto
(riflessione)
Memoria  Idee
(ideas)

complesse (riprodotte)
Immaginazione  Idee complesse (prodotte)
L’immaginazione è la facoltà libera e attiva in cui risiede “il potere
creativo della mente”. Essa provvede a mescolare, trasporre e comporre le
idee, guidata dal principio di associazione: una “dolce forza (gentle force)
che comunemente s’impone, facendo che la mente venga trasportata da
un’idea all’altra”; una “dolce forza di attrazione” “che opera tra le idee
analogamente alla forza di gravitazione nei corpi fisici”
Le idee complesse prodotte dall’immaginazione
a) rassomiglianza
Principio di associazione
b) contiguità nel tempo e nello spazio
c) causa ed effetto
a) Tendiamo in primo luogo ad associare le idee simili: ad esempio l’idea
di una fotografia può evocare l’idea del soggetto in essa rappresentato
Le idee complesse prodotte dall’immaginazione
a) rassomiglianza
Principio di associazione
b) contiguità nel tempo e nello spazio
c) causa ed effetto
a) Tendiamo in primo luogo ad associare le idee simili: ad esempio l’idea
di una fotografia può evocare l’idea del soggetto in essa rappresentato
b) Tendiamo poi ad associare le idee in base alla loro vicinanza nel tempo
e nello spazio: ad esempio, l’idea della mia casa può evocare l’idea della
strada in cui essa è situata
Le idee complesse prodotte dall’immaginazione
a) rassomiglianza
Principio di associazione
b) contiguità nel tempo e nello spazio
c) causa ed effetto
a) Tendiamo in primo luogo ad associare le idee simili: ad esempio l’idea
di una fotografia può evocare l’idea del soggetto in essa rappresentato
b) Tendiamo poi ad associare le idee in base alla loro vicinanza nel tempo
e nello spazio: ad esempio, l’idea della mia casa può evocare l’idea della
strada in cui essa è situata
c) Tendiamo infine ad associare le idee in base a rapporti causali: ad
esempio, l’idea del fumo può evocare l’idea del fuoco
Le idee complesse prodotte dall’immaginazione
a) rassomiglianza
Principio di associazione
b) contiguità nel tempo e nello spazio
c) causa ed effetto
Immaginazione
“l’immaginazione non è tenuta al medesimo ordine e alla medesima forma
delle impressioni originarie: la memoria, invece, è in certo modo in
condizione d’inferiorità, in quanto non ha il potere di far cambiamenti”
(Trattato sulla natura umana, I, I, III)
Le idee complesse prodotte dall’immaginazione
a) rassomiglianza
Principio di associazione
b) contiguità nel tempo e nello spazio
c) causa ed effetto
Immaginazione
a) relazione di causa-effetto
b) sostanza (materiale, spirituale)
Idee complesse
c) spazio
d) tempo
e) forza
Le idee complesse prodotte dall’immaginazione
a) rassomiglianza
Principio di associazione
b) contiguità nel tempo e nello spazio
c) causa ed effetto
Immaginazione
Idee complesse
Questione fondamentale: le idee complesse prodotte dall’immaginazione
hanno senso? Corrispondono alla realtà esterna alla mente?
La conoscenza
a) Astratta: riguarda la relation of ideas ed è certa
Conoscenza
b) Empirica: riguarda i matters of fact ed è probabile
“Tutti gli oggetti sui quali l’uomo ragiona e investiga possono dividersi
naturalmente in due classi, cioè in relazioni di idee e materia di fatto”
La conoscenza
a) Astratta: riguarda la relation of ideas ed è certa
Conoscenza
b) Empirica: riguarda i matters of fact ed è probabile
“Tutti gli oggetti sui quali l’uomo ragiona e investiga possono dividersi
naturalmente in due classi, cioè in relazioni di idee e materia di fatto”
a) Le idee della matematica hanno come tutte le idee un’origine empirica:
tuttavia, la matematica scopre le proprie proposizioni “per mezzo della
sola operazione del pensiero, indipendentemente da ciò che è realmente
esistente in una qualsiasi parte dell’universo” (ossia, basandosi solo sul
principio di non-contraddizione)
La conoscenza
a) Astratta: riguarda la relation of ideas ed è certa
Conoscenza
b) Empirica: riguarda i matters of fact ed è probabile
“Tutti gli oggetti sui quali l’uomo ragiona e investiga possono dividersi
naturalmente in due classi, cioè in relazioni di idee e materia di fatto”
b) Le idee complesse che fondano la conoscenza delle “questioni di fatto e
di esistenza”, in quanto sono il semplice frutto della libera composizione
di copie di rappresentazioni “chiare ed evidenti”, risultano prive di
significato:
“Quando noi abbiamo, perciò, qualche sospetto che un termine filosofico
sia impiegato senza alcun significato ed idea (come è purtroppo
frequente), bisogna soltanto che ci domandiamo: da quale impressione è
derivata quella supposta idea? E se è impossibile assegnarne alcuna,
questo servirà per confermare il nostro sospetto”
La conoscenza e la credenza
L’esame del principio di causalità, ossia di quella legge che fonda tutti i
nostri asserti sui matters of fact e il nostro concreto agire, dimostra che il
nesso tra causa e effetto non può essere attribuito alla realtà extramentale
in se stessa ma solo alla “natura umana”: la nostra credenza (belief) nella
necessità oggettiva della relazione causale è solo il frutto dell’abitudine,
che ci spinge – necessariamente ma illegittimamente – ad estendere
all’esperienza futura quanto abbiamo sperimentato in passato; noi non
vediamo propriamente cause ed effetti, ma solo successioni di eventi, ai
quali per abitudine attribuiamo un carattere di necessità
“Solo l’abitudine ci induce a supporre che il futuro sia conforme al
passato. Quando vedo una palla da biliardo che si muove verso un’altra, la
mia mente è immediatamente spinta dall’abitudine verso il consueto
effetto ed anticipa la mia vista concependo la seconda palla in
movimento”
La conoscenza e la credenza
L’esame del principio di causalità, ossia di quella legge che fonda tutti i
nostri asserti sui matters of fact e il nostro concreto agire, dimostra che il
nesso tra causa e effetto non può essere attribuito alla realtà extramentale
in se stessa ma solo alla “natura umana”: la nostra credenza (belief) nella
necessità oggettiva della relazione causale è solo il frutto dell’abitudine,
che ci spinge – necessariamente ma illegittimamente – ad estendere
all’esperienza futura quanto abbiamo sperimentato in passato; noi non
vediamo propriamente cause ed effetti, ma solo successioni di eventi, ai
quali per abitudine attribuiamo un carattere di necessità
Se il principio di causalità è privo di necessità oggettiva, allora anche la
nostra persuasione dell’esistenza della nostra mente (quale sostanza
spirituale) e di una pluralità di sostanze corporee ad essa esterne risulta
una credenza fondata sull’abitudine e l’immaginazione (giacché nulla può
essere inferito dalla datità dell’impressione)
La natura umana e l’impossibilità del sistema
Scienza della natura umana
Scetticismo metafisico
(la realtà in sé è impenetrabile al pensiero)
La natura umana e l’impossibilità del sistema
Scienza della natura umana
Scetticismo metafisico
(la realtà in sé è impenetrabile al pensiero)
Indagine storico-genetica
del comportamento umano
a) etico
b) politico
c) estetico
d) religioso
Il sentimento quale principio dell’agire umano
credenza  conoscenza naturale e psicologica
simpatia  morale  politica
Sentimento
senso comune  estetica
speranza e timore  religione
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