Progetto cofinanziato dal programma LIFE+ DŝĐŚĞůĞWŝƐĂŶƚĞ FACOLTÀ DI AGRARIA ĞŶƚƌŽĚŝZŝĐĞƌĐĂĞ&ŽƌŵĂnjŝŽŶĞŝŶ ŐƌŽŶŽŵŝĂĞWƌŽĚƵnjŝŽŶŝsĞŐĞƚĂůŝ ŐƌŽŶŽŵLJ ĂŶĚƌŽƉ ^ĐŝĞŶĐĞƐ ZĞƐĞĂƌĐŚ ĂŶĚĚƵĐĂƚŝŽŶ ĞŶƚĞƌ Venerdì 11/06/2010, ore 14:00-19:00 IL TERRENO AGRARIO Tipologie e caratteristiche fisicochimiche dei suoli agrari; Dinamica e disponibilità di cationi, anioni e metalli pesanti; Il problema della salinità. Prof. Michele Pisante - Università degli Studi di Teramo TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE FISICO-CHIMICHE DEI SUOLI AGRARI SUOLO : DEFINIZIONI “È la parte superficiale della crosta terrestre, in grado di ospitare la vita vegetale” Il suolo è un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si forma dalla alterazione fisica e chimico fisica della roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Capace di sostenere la vita delle piante, è caratterizzato da una atmosfera interna, da una flora e da una fauna determinate e da una particolare economia dell’acqua. Rappresenta il mezzo di interazione dinamica tra atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera. Si suddivide in orizzonti aventi caratteristiche fisiche, chimiche, e biologiche proprie. (Soil Conservation Society of America –1986) Il suolo è parte integrante dell’ecosistema terrestre ed è situato all’intefaccia tra la superficie della terra e lo strato roccioso. E’ suddiviso in successivi orizzonti con specifiche caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche e con differenti funzioni. Dal punto di vista della storia dell’uso del suolo e sotto l’aspetto ecologico ed ambientale, il concetto di suolo abbraccia anche le rocce sedimentari e porose e gli altri strati di materiali permeabili assieme all’acqua in essi contenuta e alle riserve di acque sotterranee. (Council of Europe,1990). Il suolo è un corpo tridimensionale correlato ad un ampio numero di funzioni socioeconomiche e ecologiche. E’ un mezzo complesso formato da una matrice porosa, nel quale l’aria, l’acqua e gli organismi viventi convivono assieme ai flussi di sostanze e di fluidi che attraversano la matrice stessa. L’alterazione dei processi del suolo comporta dei cambiamenti nel funzionamento dell’ecosistema, e molti problemi ambientali nati apparentemente in altre matrici sono in realtà originati dal suolo (EEA-UNEP 2000). LE FUNZIONI DEL SUOLO ECOLOGICHE Produzione di biomassa (cibo, foraggi, energie rinnovabili e materie prime) SOCIO-ECONOMICHE Supporto agli insediamenti umani (case, industrie, infrastrutture e ricreazione) e allo smaltimento dei rifiuti Capacità di filtrare, tamponare e trasformare (protezione delle falde, delle catene alimentari, delle biodiversit biodiversità à) Difesa del patrimonio culturale e protezione di flora e fauna Fonte di materiali, incluse le acque Protezione e conservazione del patrimonio culturale, paleontologico e archeologico I PRINCIPALI ASPETTI DELLA RISORSA SUOLO Il suolo è multifunzionale, con funzioni ecologiche e socio-economiche Il suolo non è rinnovabile La resilienza del suolo è forse il suo peggior nemico C’è competizione tra i diversi usi del suolo (produzione di cibo, spazio vitale, supporto alle infrastrutture ed alla produzione industriale) dovuto alla concentrazione di molte attività in poco spazio Esiste un chiaro collegamento tra cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile, qualità ambientale e degradazione del suolo Richiede un approccio integrato a livello amministrativo, settoriale e geografico (urbano, rurale, montano, costiero…) Risolvere i problemi del suolo significa risolvere molti altri problemi EEA-UNEP – Down to earth: soil degradation and sustainable development in Europe 2000 TERRENO NATURALE È lo strato superficiale della crosta terrestre, prodotto dalla pedogenesi, in grado di ospitare la vita delle piante. È costituito da due strati: TERRENO AGRARIO Prodotto dalla pedogenesi. È caratterizzato dalle lavorazioni ripetute e dagli interventi agronomici; costituito da tre strati: Strato eluviale Strato illuviale Strato illuviale Roccia madre Roccia madre PEDOGENESI: ciclo di formazione e trasformazione del suolo, che ha inizio con l’alterazione della roccia madre causata da diversi agenti e giunge alla formazione di composti minerali solubili. Morfologia dei suoli e tipi di suolo Strati di inibizione orizzonti impermeabili lapidei • crostone o caranto (Puglia, Veneto): deposito e cementazione di carbonati (illuvazione o risalita capillare) • cappellaccio: strato di tufo litoide • ferretto: illuviazione e concrezione di composti ferrugginosi strati tossici (salini, pH anomalo) strati aridi suola di lavorazione: compattazione dopo lavorazione e transito del trattore con pneumatici ad alta pressione TERRENO AGRARIO SISTEMA TRIFASICO FASE LIQUIDA FASE SOLIDA FASE GASSOSA (acqua) (aria) MINERALI ORGANICI SOSTANZA ORGANICA VIVA (microfauna e microflora) SCHELETRO SABBIA MORTA (residui vegetali e animali) LIMO ARGILLA FASE LIQUIDA Composta dalla soluzione circolante: acqua e sali minerali in essa disciolti. Soggetta ad ampie fluttuazioni in funzione della dinamica degli apporti meteorici e della percolazione profonda. La proprietà fisica del terreno strettamente correlata alla fase liquida è il potenziale idrico. Tale fase, in rapporto con la matrice solida, influisce sulle proprietà proprietà meccaniche : ADESIVITÀ: tendenza del terreno ad aderire alle superfici di contatto con gli organi lavoranti degli attrezzi; diminuisce con l’aumentare dell’umidità del suolo. TENACITÀ O COESIONE: resistenza alla penetrazione o allo schiacciamento. Aumenta con il diminuire dell’umidità; a pari umidità è massima nei terreni argillosi e minima in quelli sabbiosi. PLASTICITÀ: è la proprietà del terreno di cambiare forma in maniera continua sotto l’ azione di una forza e di mantenerla dopo che la forza ha finito di agire. FASE GASSOSA Atmosfera del terreno in rapporto di complementarietà con la fase liquida, dal momento che entrambe occupano gli spazi vuoti. Tale fase non ha influenze dirette sulle proprietà fisiche del terreno, tuttavia interferisce indirettamente sulla struttura. FASE SOLIDA Composta dalle particelle elementari e dagli organismi viventi presenti nel terreno INORGANICA scheletro – sabbia – limo – argilla ORGANICA microfauna e microflora PRINCIPALI CARATTERISTICHE FISICHE • La granulometria • la struttura • la consistenza • la profondità • la temperatura • l’umidità • il colore • La porosità; • la sofficità; • il peso specifico; • la tenacità; • la crepacciabilità; • la coesione; • l’aderenza; • la plasticità; • lo stato di aereazione; • il calore specifico; • la conduttività termica. CLASSIFICAZIONE FRAZIONI GRANULOMETRICHE SCHELETRO: pietre > 20 mm; ghiaia 2020-2 mm TERRA FINE: < 2mm Classificazione ISSS Frazione Diametro (mm) Sabbia grossa 2 e 0.2 Sabbia fine Limo Argilla Classificazione USDA Frazione Diametro (mm) Sabbia molto 2.0 e 1.0 grossa Sabbia grossa 1.0 e 0.5 0.2 e 0.02 Sabbia media 0.5 e 0.25 Sabbia fine 0.25 e 0.10 Sabbia molto fine 0.10 e 0.05 0.02 e 0.002 Limo 0.05 e 0.002 < 0.002 Argilla < 0.002 Comparazione delle grandezze relative delle particelle del suolo Barile Piatto Moneta Argilla: Limo: 0,050-0,002 mm USDA 0,020-0,002 mm ISSS Sabbia: 2-0,050 mm USDA 2-0,020 mm ISSS <0,002 mm USDA <0,002 mm ISSS TRIANGOLO DELLA TESSITURA TESSITURA REGOLA LA SUPERFICIE MASSICA (superficie specifica) lato cubo unitario (mm) volume cubo unitario (mm3) superficie cubo unitario (mm2) numero cubi in 1 dm3 superficie totale del dm3 (in mm2) 1.E+02 1.E+01 1.E+00 1.E-01 1.E-02 1.E-03 1.E+06 1.E+03 1.E+00 1.E-03 1.E-06 1.E-09 6.E+04 6.E+02 6.E+00 6.E-02 6.E-04 6.E-06 1.E+00 1.E+03 1.E+06 1.E+09 1.E+12 1.E+15 6.E+04 6.E+05 6.E+06 6.E+07 6.E+08 6.E+09 i.e.: terreno franco, ca. 50-100 m2/g suolo TESSITURA REGOLA LA POROSITÀ Diametro pori > 0.5 mm 500 - 20 µ 20 - 0.5 µ < 0.5 µ Tipo ( funzione prevalente) fessurazioni (scambi gassosi) macropori (acqua gravitazionale) micropori (acqua disponibile) criptopori (riserva nutritiva) Caratteristiche crepe, decomposi- zione grandi radici, meso-fauna microfauna, piccole radici, peli radicali, ife fungine, batteri, capillizio capillare acqua non disponibile, interazioni chimicofisiche tra suolo e pianta TERMINOLOGIA INTERNAZIONALE RELATIVA ALLA TESSITURA DI UN SUOLO Sand = sabbia Silt = limo Clay = argilla Loam = suolo a grana media i.e.: sandy clay soil = suolo argilloso - sabbioso CONCETTO DI SUOLO FRANCO O A GRANA MEDIA •Scheletro: assente (o minimo 11-2%) •Sabbia: 2525-55% •Limo: 2525-45% •Argilla: Argilla: 1010-25% Terreni a scheletro prevalente Caratterizzazione: scheletro > 5%, sensibile 5-20%, abbondante > 20% Diffusione: zone pedemontane Piemontesi e Friulane Caratteristiche: minor volume di terra fine minore superficie massica totale del suolo nessun contributo (o lentissimo) alla nutrizione minerale elevata permeabilità (elevata richiesta irrigua) elevata aerazione (elevata mineralizzazione) difficoltà per la meccanizzazione aree ad elevata sensibilità ambientale Possibilità di utilizzazione allontanamento pietre (dipende da dimensioni) frantumazione pietre Sabbia • < 2 mm a > 0.05 mm • Visibile senza microscopio • Forma arrotondata o angolare • Le particelle di sabbia sono di quarzo se sono prevalentemente bianche, di altri minerali se sono colorate in maniera diversa. • Alcune sabbie presenteranno colori scuri, gialli e rossi a causa dell presenza di Fe, Al e Mn . SUOLI SABBIOSI, LEGGERI,SCIOLTI, A GRANA GROSSA Caratterizzazione: sabbia oltre il 50-60% Diffusione: ovunque, soprattutto suoli alluvionali Caratteristiche: facile penetrabilità (bassa tenacità) bassa superficie massica (1-20 m2/g) basso contributo alla nutrizione minerale e bassa CSC bassa capacità di trattenere elementi dilavabili (N!) elevata macroporosità, permeabilità (richiesta irrigua) elevata aerazione (mineralizzazione) facilissima meccanizzazione Possibilità di utilizzazione ampia, se disponibile acqua irrigua e fertilizzanti; veloci successioni (orticoltura) Suoli sabbiosi (tessitura grossolana) 20 10 Franco sabbioso Sabbioso franco sabbioso 70 50 Limo • < 0.050 mm a > 0.002 mm • Non è visibile senza microscopio • Il quarzo spesso è il minerale dominante, ma sono presenti altri minerali in diversi stadi di alterazione. SUOLI LIMOSI (1) Caratterizzazione: limo oltre il 50% (raro oltre 80%: terreni solo limosi) Diffusione: soprattutto a Nord del Po, suoli antichi, altopiani e terrazzi Caratteristiche: variabili in funzione della granulometria del limo variabili in funzione del grado di umettamento se umidi • elevata resistenza meccanica alla penetrazione, fangosi per adesività • rischi di asfissia radicale, • facilità al compattamento (zolle dure) SUOLI LIMOSI (2) se secchi: • polverulenti o molto tenaci si strutturano in modo instabile superficie massica media (100-150 m2/g) contributo alla nutrizione minerale medio-basso (dipende da minerali) medi rischi di perdite di nutrienti (media CSC, medie riserve idriche) bassa permeabilità, terreni "freddi“ (elevato calore specifico dell’acqua), difficile irrigazione, problemi di ristagno difficoltà di lavorazione se non in tempera Possibilità di utilizzazione ampia per colture di pieno campo nei casi peggiori foraggere permanenti Suoli franco/limosi (tessitura media) 60 35 Franco limoso argilloso Franco sabbioso argilloso 75 20 Franco Franco limoso 90 limoso 70 50 20 Argilla • < 0.002 mm • Forma prevalentemente di foglietti è possibile vederla al microscopio elettronico • Le particelle più piccole sono colloidali – Se vengono sospese in acqua non si depositano • Ampia area superficiale SUOLI ARGILLOSI O PESANTI O A GRANA FINE (1) Diffusione: molto ampia in Italia (suoli collinari ad argille plioceniche dell'Italia Centrale e Meridionale, suoli alluvionali della pianura emiliana e in genere di ampie zone padane) Caratteristiche variabili in funzione del tipo di argille variabili con umidità e struttura se umidi : elevata resistenza meccanica alla penetrazione, plastici, si rigonfiano se in tempera : si strutturano facilmente se secchi : induriscono le zolle per forte coesione tra le particelle (tenacità) SUOLI ARGILLOSI (2) • • • • • • • elevata crepacciabilità superficie massica elevata (150-250 m2/g) contributo alla nutrizione minerale alto (soprattutto K e NH4+) bassi rischi di perdite di nutrienti (alta CSC, alte riserve idriche) buone riserve idriche bassa permeabilità, terreni "freddi", problemi di ristagno difficoltà di lavorazione se non in tempera Possibilità di utilizzazione ampia per colture di pieno campo problemi di meccanizzazione Suoli argillosi (tessitura fine) argilloso 40 55 Argilloso limoso Argilloso sabbioso 60 Franco argilloso Franco-limoso argilloso Crepacciabilità Crepacciabilità Fenomeno di rigonfiamento e contrazione del suolo. Dimensione crepe: larg. 0,1 - 10 cm, prof. 20-80 cm Effetti negativi: dispersione acqua irrigua ostacolo a irrigazione per scorrimento maggiore evaporazione rottura apparati radicali Effetti positivi: rottura zolle (formaz.struttura del suolo) aumenta velocità d’infiltrazione (utile se la permeabilità è troppo bassa) arieggiamento riduzione sforzo per le lavorazioni STRUTTURA Localizzazione spaziale reciproca delle particelle elementari, modalità di aggregazione e intensità dei legami (stabilità dei legami) Organizzazione spaziale particelle elementari e spazi vani (pori) Classificazione della struttura Dimensioni degli aggregati: classificazione Aggregati astrutturali: diam. < 0.25 mm Microaggregati: diam. 1 - 0.25 mm Aggregati ottimali o grumi o glomeruli: diam. 1 - 5 mm Macroaggregati: diam. 5 - 50 mm Aggregati zollosi: diam. 50 - 150 mm Zolle: > 150 mm MICROSTRUTTURA (250-500 µm): FLOCCULAZIONE + CEMENTAZIONE MACROSTRUTTURA ( > 2 mm): INUMIDIMENTO E DISSECAMENTO DINAMICA ARGILLA E RADICI PROCESSI FISICI, CHIMICI E BIOLOGICI INFLUENZATI DALLA STRUTTURA DEL SUOLO Struttura di un suolo prima e dopo la distruzione degli aggregati Formazione della struttura (soil structure o soil fabric) Durante il processo di strutturazione le particelle primarie (sabbia, limo e argilla) si uniscono, secondo un ordine gerarchico, a formare unità secondarie chiamate “aggregati” Aggregati primari : legami tra argille e sesquiossidi idrati di Fe e Al Aggregati secondari: humus e favoriti da presenza di Ca Importante potere flocculante dei seguenti ioni: Na+<NH4+<K+<Mg2+<Ca2+<Al3+<Fe3+ LA NATURA GERARCHICA DELLA STRUTTURA Il modello gerarchico della struttura afferma che i macroaggregati sono il risultato dell’unione di microaggregati, microaggregati a loro volta formati da aggregati ancora più piccoli costituiti principalmente da flocculi di argilla (clay domains) I flocculi di argilla Il modello gerarchico è un altro modo per rappresentare il modello C-P-OM, nel quale C rappresenta l’argilla, OM i colloidi organici e P i cationi polivalenti che fungono da ponte tra le cariche elettriche negative presenti su C e OM LA GENESI DELLA STRUTTURA FLOCCULAZIONE + CEMENTAZIONE Processo di strutturazione: inizio con la flocculazione delle sostanze colloidali I colloidi sono sostanze con proprietà intermedie fra quelle di una soluzione e quelle di una sospensione, caratterizzate da aspetto gelatinoso; le particelle sospese hanno dimensioni tra 1 nanometro e 1µm - frazione più “attiva” del suolo e ne determinano in larga misura le proprietà fisiche e chimihe - si distinguono, sulla base della loro origine in COLLOIDI INORGANICI -minerali argillosi argille a struttura cristallina (fillosilicati) argille a struttura amorfa - sesquiossidi di Fe e Al ORGANICI - humus STRUTTURA : distribuzione spaziale particelle terreno teorico: un tipo di particella, massima porosità porosità (48%) terreno teorico: un tipo di particelle, minima porosità porosità (26%) terreno teorico: due particelle, minima porosità porosità I PRINCIPALI TIPI DI MACROSTRUTTURA l’interazione degli agenti fisici, chimici e biologici che intervengono nel processo di formazione della struttura, origina aggregati di forma e dimensioni diverse In base alla forma degli aggregati si distinguono i seguenti tipi di struttura: • Granulare • Grumosa • Poliedrica angolare • Poliedrica subangolare a) b) c) d) • Prismatica • Sfenoidale • Colonnare • Lamellare e) f) a) prismatica, b) colonnare, c) poliedrica angolare, d) poliedrica subangolare, e) lamellare, f) granulare STRUTTURA GRANULARE STRUTTURA GRUMOSA Sono strutture tipiche degli orizzonti superficiali La s. grumosa: maggiore quantità di sostanza organica. I principali agenti stabilizzanti sono i prodotti originati dalla decomposizione microbica della sostanza organica, le ife fungine e il capillizio radicale La s. granulare si forma come conseguenza dei processi di inumidimento/essiccamento e gelo/ disgelo, che causano la disgregazione di aggregati di dimensioni maggiori STRUTTURA POLIEDRICA Gli aggregati hanno la forma di un solido con molte facce (poliedro) sulla cui superficie sono osservabili le impronte degli aggregati circostanti. Nel caso in cui si osservino spigoli netti la struttura e definita poliedrica angolare; angolare qualora gli spigoli siano smussati viene definita subsub-angolare. angolare Talvolta sulla superficie di questi aggregati si osservano pellicole di argilla. Aggregati con questa forma si osservano comunemente negli orizzonti B STRUTTURA PRISMATICA Nel caso in cui la struttura poliedrica presenti uno sviluppo prevalentemente verticale, con vertici angolari, si evidenziano le strutture prismatica e colonnare. Queste forme si originano tramite la fessurazione verticale del suolo, si rinvengono negli orizzonti profondi STRUTTURA SFENOIDALE Se le fessure sono sviluppate in diverse direzioni (vertisuoli) si hanno gli aggregati a cuneo “sfenoidi” STRUTTURA COLONNARE La principale differenza rispetto alla struttura prismatica è rappresentata dalla forma arrotondata che assume la parte superiore degli aggregati STRUTTURA LAMELLARE lamellare si osserva in genere in orizzonti sottosuperficiali, spesso in dipendenza dell’azione operata dai macchinari agricoli. Questo tipo di struttura può costituire un serio impedimento per l’approfondimento degli apparati radicali e per la percolazione dell’acqua La struttura STRUTTURA MASSIVA Può essere considerata una “non struttura”, tipica di orizzonti C nei quali sono assenti i processi di aggregazione o di strati interessati da forti fenomeni di compattamento STRUTTURA SCIOLTA Può essere considerata una “non-struttura”, tipica di orizzonti C sabbiosi STRUTTURA E PERMEABILITÀ Il deterioramento della struttura La struttura è una proprietà dinamica del suolo. Alcuni dei processi di formazione della struttura sono reversibili, e questo spiega perché tali processi presentano un ritmo ciclico legato alle vicende stagionali Alcuni fattori del dinamismo strutturale possono però avere effetti negativi sulla struttura. Tra questi fattori: • l’acqua (precipitazioni) • la temperatura • le lavorazioni del terreno ƌĂƚƵƌĂ͗ƐŝŶŽŶŝŵŽ Ěŝ 'Z/K>dhZ FATTORI CHE INFLUENZANO LA STABILITÀ DELLA STRUTTURA Sostanza organica (paglie, letame): sempre positivo Concimazioni azotate : variabile Concentrazione salina : sempre negativa Piante : residui, effetto aggregante radici, diversità graminacee e radici fittonanti Lavorazioni : calpestamento negativo, sminuzzamento suolo positivo, corretto sgrondo acque positivo Variazioni contenuto acqua : positivo Pioggia battente : negativo Gelo – disgelo : positivo Gelo suoli saturi : negativo Fauna : positivo Ammendanti artificiali : positivo, ma costoso POROSITÀ Esprime il volume degli spazi vuoti del terreno come rapporto percentuale sul volume totale. Porosità totale s’intende la porosità complessiva del terreno, all’interno della quale si distingue una microporosità e una macroporosità. Per convenzione: macropori quelli con diametro superiore a 10µ, micropori quelli con diametro inferiore a 10µ. MICROPOROSITÀ: ha riflessi sulla capacità di ritenuta idrica; correlata sia alla tessitura sia alla struttura; in generale aumenta con il tenore in particelle fini e finissime, raggiungendo i valori più alti nei terreni argillosi e limosi. MACROPOROSITÀ: ha riflessi sulla permeabilità e sui movimenti dell’aria e dell’acqua nel terreno ed è correlata principalmente alla tessitura, raggiungendo i valori più elevati nei terreni sabbiosi. MACROPORI (40%) e micropori (60%) RAPPORTO OTTIMALE MACROPOROSITÀ Sabbia MACROPORI Aggregati colloidali MACROPORI micropori + Flocculazione Aggregazione Porosità interna micropori POROSITÀ POROSITÀ Valori di porosità e di indice dei pori misurati in suoli diversi (modificata da Marshall e Holmes, 1979) SUOLI Porosità (P) Indice dei pori (e) m3/m3 Suolo argilloso bagnato 0.58 1.37 Suolo di tessitura franca 0.52 1.07 Suolo di tessitura sabbiosa 0.39 0.65 Suolo di tessitura francosabbiosa, compattato da frequente passaggio di macchine agricole 0.28 0.39 POROSITÀ e PESO SPECIFICO Porosità : spazio aria e acqua (ma anche da piante e animali) Peso specifico o peso volumico o densità: g/cm3, kg/dm3 o t/m3. Peso specifico: apparente e reale Rapporti tra grandezze e quantificazione grandezze Porosità : (Vol. app. app. - Vol. reale) / Vol. app. app. (Dens. Dens. reale - Dens. Dens. app.) / Dens. Dens. reale i.e: CALCOLO POROSITÀ e PESO SPECIFICO Porosità Porosità : P % Densità Densità: reale Dr = 2,65 t m-3 apparente Da = 1,4 t m-3 P % = (2,65 – 1,4) / 2,65 = 47,2 % Massa volumica reale, apparente e porosità in cinque terreni diversi prima e dopo la lavorazione del terreno (da Giardini, 2002) non lavorato lavorato dens.reale dens.app. porosità dens.app. porosità -3 -3 -3 tm tm tm % % argilloso 2,6 1,2 54 0,9 65 grana media 2,6 1,4 48 1,0 62 sabbioso 2,6 1,6 38 1,3 50 calcareo-limoso 2,3 1,2 48 0,9 61 torboso 2,0 0,9 55 0,6 70 CARATTERISTICHE FISICHE E LAVORAZIONI TENACITA' O COESIONE (attrazione reciproca tra molecole della stessa natura) ADESIVITA‘ o ADESIONE (attrazione tra molecole di liquido e fase solida) PLASTICITA' A seconda delle condizioni di umidità un suolo: stato fluido, plastico o non plastico. I limiti della plasticità (espressi in umidità del suolo): verso lo stato fluido limite plastico superiore (l. di liquidità); verso lo stato non plastico limite plastico inferiore (l. di plasticità). Indice di plasticità: differenza tra le due umidità: bassa nei terreni sciolti (4-7) alta in quelli argillosi (20). TEMPERA Arrabiaticcio o caldafredda LAVORAZIONI E UMIDITA’ Stati U m i d i t à fisici del terreno: terreno coesivo plastico lavorabile adesivo non transitabile, liquido Stato ottimo: tempera z: zollosità p: polverizzazione s: sbriciolamento m: modellamento fetta nt: terreno non transitabile C: stato coesivo L: stato lavorabile A: stato adesivo Permeabilità-drenaggio • I suoli sabbiosi presenteranno un facile drenaggio e una bassa ritenzione d’acqua. • I suoli argillosi presenteranno un basso movimento d’acqua (drenaggio) e alta ritenzione d’acqua. LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE BIOLOGICHE Dipendono dal numero e dal tipo di macro e microrganismi presenti nel terreno. Da questi derivano importanti processi come: • la mineralizzazione della sostanza organica; • l’umificazione; • la nitrificazione; • la fissazione dell’azoto atmosferico; • il parassitismo; • la competizione. IL COLORE DEL SUOLO E’ la caratteristica del suolo più evidente e più facilmente determinabile. Costituisce la misura indiretta di altre e più importanti proprietà e qualità non valutabili con altrettanta semplicità ed accuratezza Colorazioni molto chiare sono conseguenti ad asportazione di sostanze umiche, di ossidi, di minerali argillosi o ad accumulo di sali e carbonati Colori variabili da giallo-bruno a rosso sono dovuti alla presenza di ossidi e idrossidi di ferro Macchie di colore diverso (screziature), chiare, grigie, inglobate o inglobanti zone più scure, più rosse, costituiscono indicazione di alternanza di condizioni di ossidazione e di riduzione Sfumature bluastre, grigiastre e verdastre, con o senza screziature, sono tipiche di climi umidi o di aree caratterizzate da prolungato impedimento nel drenaggio Denominazione dei colori del suolo al variare della combinazione di value e chroma per l’ l’hue 7.5YR La temperatura del suolo Influenza in vario modo il processo di pedogenesi, controlla la velocità delle reazioni chimiche e biologiche ed è fattore essenziale della vita del suolo Definisce l’intensità dell’evapotraspirazione e regola, quindi, la presenza dell’acqua e dell’aria. Agisce sullo sviluppo radicale delle piante superiori, influisce sul tipo e sulla quantità di vegetazione che si insedia nel suolo e, quindi, sul tipo e la quantità di residui organici che arrivano al suolo La distribuzione in profondità del calore nel suolo varia con il ciclo giornaliero e stagionale Si ha passaggio di calore verso gli strati più profondi del suolo durante le ore di insolazione e allontanamento di calore dal suolo durante le ore notturne Regimi di temperatura del suolo proposti dall’ dall’ USDA (1975) LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE CHIMICO E CHIMICO-FISICHE • La composizione; • il potere adsorbente; • il pH; • il potenziale di ossidoriduzione. LA COMPOSIZIONE È estremamente variabile e dipende, oltre che dai componenti mineralogici del substrato pedogenetico, anche dagli altri fattori che hanno contribuito alla sua evoluzione, come: • IL CLIMA • LA VEGETAZIONE • LA MORFOLOGIA • IL TEMPO • I MICRORGANISMI • GLI INTERVENTI AGRONOMICI LA COMPOSIZIONE Gli elementi principali della fertilità chimica: AZOTO (K), POTASSIO (K), FOSFORO (P), CALCIO (Ca), ZOLFO (Z). L’Azoto Si può trovare sotto forma organica o minerale, la forma organica è quasi sempre la prevalente e costituisce una riserva per il rifornimento azotato delle piante. Il bilancio dell’azoto elementare nel terreno agrario può essere sintetizzato con: con • l’apporto di concimi chimici azotati, • l’apporto di fertilizzanti organici, • la fissazione dell’azoto atmosferico da parte dei microrganismi, • l’apporto da parte delle acque meteoriche e del pulviscolo atmosferico, • apporti eventuali per sedimentazione di particelle terrose trasportate dall’aria e dall’acqua a seguito di fenomeni erosivi, • il dilavamento da parte dell’acqua di percolazione e di scorrimento superficiale, • l’erosione, • le reazioni di vario tipo che portano alla formazione di azoto gassoso dai nitriti, • le perdite per volatilizzazione dell’ammoniaca gassosa, • le perdite dovute al fuoco che si riscontrano quando si bruciano delle stoppie o residui colturali. 81 L’Azoto Classifica dei terreni agrari in base al contenuto di azoto Denominazione % di AZOTO POVERI < 1% MEDIAMENTE DOTATI 1 - 1,5 % BEN DOTATI 1,5 - 2,2 % RICCHI 2,2 - 5 % ECCESSIVAMENTE DOTATI >5% IL POTASSIO Il potassio dei terreni naturali deriva da silicati come ortoclasio, nefelina, leucite, muscovite; al quale si aggiunge nei terreni agrari quello apportato con i concimi minerali e organici. La frazione minerale è prevalente e si trova in quattro forme diverse: • K reticolare, • K legato – fissato, • K scambiabile, • K in soluzione Il contenuto totale di potassio nel terreno varia dallo 0,1% al 4%. IL POTASSIO Classifica dei terreni agrari in base al contenuto in potassio scambiabile espresso in K2O Denominazione POTASSIO in ppm POVERI < 80 MEDIAMENTE DOTATI 80 - 150 BEN DOTATI 150 - 250 RICCHI > 250 I terreni italiani, soprattutto quelli argillosi, sono ben dotati o ricchi di questo elemento IL fosforo Il fosforo disponibile per le piante nei terreni naturali trae origine da minerali primari o di neoformazione, rappresentati da fosfati di calcio, fosfati di ferro e fosfato di alluminio. Nei terreni agrari c’è anche l’apporto, dall’esterno, di quello contenuto nei concimi minerali ed organici. L’apporto di concimi fosfatici, contenenti fosfato monocalcico, comporta una più o meno consistente insolubilizzazione a contatto con il terreno, questo fenomeno riduce l’efficienza e l’efficacia dei fertilizzanti. Anche i fosfati precipitati possono essere parzialmente recuperati e portati in soluzione ad opera dell’acqua, dell’anidride carbonica, dei cambiamenti di pH, delle radici e dei microrganismi del suolo. Una frazione molto variabile del fosforo presente nel terreno è sotto forma organica in quanto presente nei residui vegetali, nell’humus e nella biomassa microbica. IL fosforo Classifica della dotazione fosfatica totale e assimilabile dei terreni. Assimilabile(ppm)1 è per i terreni con pH>7; Assimilabile(ppm)2 è per i terreni con pH<7 DOTAZIONE TOTALE in % ASSIMILABILE (ppm) 1 ASSIMILABILE (ppm) 2 RIDOTTA < 1 < 5 < 10 MEDIO RIDOTTA 1 – 1,5 5 – 10 10 – 20 MEDIA 1,5 – 2 10 – 18 20 – 30 ELEVATA 2 – 2,5 18 – 25 30 – 40 MOLTO ELEVATA > 2,5 > 25 > 40 IL CALCIO È un elemento indispensabile per la vita delle piante, ci sono alcune colture in cui si può andare incontro ad un depauperamento del CaO, più accentuato nei climi umidi o in ambienti fortemente irrigati, dove si può perdere anche 4-500 kg.ha-1 di CaO per anno. Il problema è più evidente nei terreni poveri di tale elemento e lo sarà ancor di più nel futuro in quanto si impiegano concimi minerali a titolo elevato e si limitano le letamazioni. Nel passato il rifornimento di calcio al terreno agrario avveniva attraverso: concimi organici, concimi minerali contenenti calcio legato chimicamente al fosforo e all’azoto, concimi minerali a basso titolo contenenti gesso o calcare come eccipiente. eccipiente LO ZOLFO Si può trovare nel terreno sia sotto forma minerale che sotto forma organica; nei terreni coltivati la forma minerale è rappresentata da solfati che solo raramente sono accompagnati da solfuri. La quantità di S presente nel terreno sotto forma organica è quasi sempre prevalente su quella minerale. Anche le acque di irrigazione possono contribuire ad apportare un certo quantitativo di S al terreno agrario. Vari interventi agronomici possono comportare un arricchimento di S nel terreno: le concimazioni organiche, certe concimazioni chimiche eseguite allo scopo di apportare altri elementi nutritivi, certi trattamenti antiparassitari. Il terreno agrario perde lo zolfo ad opera di alcune colture, mediamente da 20 a 40 kg.ha-1 per anno. Anche le perdite per dilavamento sono molto variabili a seconda delle piovosità, dall’uso o meno di acqua irrigua. Il terreno può perdere zolfo anche per erosione e per volatilizzazione. Il contenuto di zolfo nel terreno agrario può essere molto basso (anche solo 50 ppm) o anche molto alto. Soluzione circolante e potere adsorbente La soluzione circolante - fase liquida del terreno, formata dall’acqua e dalle sostanze in essa disciolte. - importante perché le piante assorbono da questa la quasi totalità degli elementi nutritivi unitamente all’acqua. - in continuo movimento nel terreno mentre la sua concentrazione è soggetta ad un gioco di equilibrio con la fase solida. Il complesso dei composti disciolti nella soluzione circolante assume una concentrazione dello 0,5 - 0,8%. Ci sono dei fattori che modificano le caratteristiche della soluzione circolante: le piogge, l’irrigazione, la temperatura, le concimazioni, le lavorazioni, l’attività microbiologica, l’assorbimento da parte delle piante. Essa sarebbe soggetta ad oscillazioni se la fase solida non fosse dotata di una proprietà importante: LA CAPACITA’ DI SCAMBIO IONICO: è un fenomeno che avviene continuamente fra la fase solida e la fase liquida del terreno, in quanto sia i cationi che gli anioni tendono a ristabilire qualsiasi alterazione dell’equilibrio fra le due fasi, attraverso i processi di adsorbimento e 89 desorbimento Soluzione circolante e potere adsorbente Il potere adsorbente È legato alla presenza di colloidi organici e minerali nel terreno, i primi sono rappresentati dall’humus, i secondi dal complesso delle argille; per tutti e due si parla di CAPACITA’ DI SCAMBIO CATIONICO(C.S.C.). Classificazione del terreno in base alla C.S.C. NOME C.S.C RIDOTTA < 6 MEDIO - RIDOTTA 6 – 12 MEDIA 12 – 18 ELEVATA 18 – 32 MOLTO ELEVATA > 32 Scambio di cationi • L’interscambio tra un catione in soluzione e un catione legato ai colloidi elettronegativi del suolo come argilla e sostanza organica suolo H+ Ca++ 2H+ suolo Ca++ H+ colloide Soluzione del suolo colloide soluzione suolo pH Soluzioni acide sono quando il pH è < 7.0 Soluzioni alcaline quando pH > 7.0 Un acido può essere definito come donatore di protoni, protoni una sostanza chimica che incrementa la concentrazione di H3O+ nella soluzione. Inversamente, una base è un acettore di protoni, protoni una sostanza chimica che riduce la concentrazione H3O+ nella soluzione ed incrementa la concentrazione degli ioni ossidrili OH-. H+ OHH2O Soluzione neutra Soluzione debolmente acida pH del suolo * pH – log negativo della concentrazione idrogenionica (H+) nella soluzione del suolo. pH = - log [ H+] * La scala di pH misura l’acidità e l’alcalinità di una soluzione. Alla neutralità (pH =7) il numero di H+ = OHA pH 6 ci sono 10x volte più ioni H+ rispetto a pH 7 e ce ne sono 100x di più tra pH 7 & 5 pH del suolo Ioni positivi e negativi sono sempre presenti nella fase liquida del suolo. L’accertamento di ioni H+ risulta funzione di equilibri che si stabiliscono nella pedosfera tra le fasi solida, liquida e gassosa. Tra questi: • meccanismi di scambio a livello delle superfici dei minerali argillosi e delle sostanze umiche. • Dissociazione di ossidrili OH- dalla struttura cristallina dei fillosilicati e dei gruppi carbossilici e fenolici delle sostanze umiche. Sostanza organica Minerale argilloso -+ -+ - + + + + + + + + + + pH del suolo La reazione del terreno o pH condiziona molto le funzioni di abitabilità e di nutrizione. Assume valori che oscillano da 0 a 14, ma nel terreno agrario i valori estremi non sono riscontrabili. La scala di pH corrisponde alla concentrazione di ioni idrogeno che sono in soluzione. Classificazione del terreno in base al pH NOME pH PERACIDI ACIDI MODERATAMENTE ACIDI SUBACIDI NEUTRI SUBALCALINI MODERATAMENTE ALCALINI ALCALINI PERALCALINI < 4,6 4,6 – 5,2 5,3 – 5,9 6 – 6,6 6,7 – 7,3 7,4 – 8 8,1 – 8,7 8,8 – 9,4 > 9,4 96 pH del suolo La fertilità chimica del terreno è influenzata fortemente dal pH: N, P, K e S sono più disponibili per le piante con reazione vicina alla neutralità. Al di sotto di pH 5,5 il loro assorbimento è compromesso; la stessa cosa vale per il Ca, Mg, Mo. A pH acido o subacido le piante possono assorbire abbastanza bene Fe, Mn, B, Cu, Zn. Sia un pH troppo basso che un pH troppo alto sono da considerarsi sfavorevoli per l’espletamento di una buona agricoltura per cui i terreni che possiedono tali caratteristiche sono detti a REAZIONE ANOMALA. Il pH del terreno è un’importante proprietà chimica così come la tessitura lo è per le proprietà fisiche. La conoscenza del pH del terreno permetterà di capire se il terreno è adatto per la coltivazione delle piante e se ci potranno essere limitazioni per qualche nutriente. Influenza del pH sulla migrazione di sostanze pH da 3 a 5 da 5 a 7 da 7 a 8,5 da 8,5 a 10 Humus Dispersione o migrazione da solo o allo stato di complesso con il ferro Dispersione o migrazione da solo o allo stato di complesso con l’argilla e con il ferro Tendenza alla stabilità stabilità Dispersione o migrazione allo stato di humati alcalini Argilla Dispersione e migrazione da sola o con l’l’humus e con il ferro. Dispersione e migrazione con l’humus come colloide protettore ed in assenza di Ca++ Tendenza alla stabilità stabilità Dispersione e migrazione allo stato di argilla sodica (o magnesiaca) Silice Migrazione sotto forma di raggruppamenti monomolecolari Si(OH)4 se la sua concentrazione non è troppa elevata; altrimenti dispersione e migrazione dei gel colloidali polimolecolari [Si(OH)4]n. Dispersione e migrazione come complesso ferrisilicico Stesse possibilità possibilità di migrazione che ai pH precedenti; ma a condizione che i sali di Ca non sorpassino la concentrazione limite Da pH 9 migrazione allo stato ionizzato Ferro ferroso Migrazione allo stato di ione ferroso, in ambiente riduttore fino fino a pH 8. Dispersione e migrazione allo stato di complesso elettronegativo elettronegativo associato all’ all’humus (colloide protettore), all’ all’argilla o alla silice Migrazione allo stato di complesso ferrosilicico se i sali di Ca non raggiungono la concentrazione limite, negli altri casi segue la sorte dell’ dell’humus e dell’ dell’argilla Dispersione e migrazione con gli humati alcalini Ferro ferrico Impossibilità Impossibilità di migrazione allo stato di ione ferrico (Fe+++), al di sopra di pH 3 Dispersione e migrazione allo stato di complesso elettronegativo associato all’ all’humus (colloide protettore), alla argilla o alla silice Migrazione allo stato di complesso ferrisilicico se i sali di Ca non raggiungono la concentrazione limite Alluminio Migrazione allo stato di ione Al3+ Allo stato di idrato insolubile, Al(OH)3, comportamento variabile, secondo le condizioni dell’ dell’ambiente. Per valori superiori a pH 10 ionizzazione possibile sotto forma di alluminato AlO2- Il pH del suolo influenza: • Le caratteristiche chimico-fisiche del sistema suolo • Disponibilità di elementi nutritivi Il pH del suolo influenza: • Tossicità di elementi. elementi In suoli a pH acido l’alluminio diviene tossico, inibendo la normale assimilazione di elementi nutritivi (intasamento delle pareti cellulari delle radici) ed impedendo la divisione cellulare (fissazione al DNA). • Lo sviluppo della biomassa microbica e quindi la decomposizione della sostanza organica. I batteri prediligono pH subalcalini, i funghi prediligono pH acidi per cui, in questo ultimo caso, risultano notevolmente rallentate l’evoluzione e la mineralizzazione dei residui vegetali. • Il destino dei pesticidi nel suolo. suolo Valori di pH nei suoli Le piogge provocano allontanamento delle basi di scambio e conseguente acidificazione del suolo. Le scarse precipitazioni lasciano in loco le basi di scambio ed il pH risulta alcalino. Fattori di variabilità del pH nel suolo • Presenza di particolari sostanze La presenza di ferro solfuro (FeS2) determina valori di pH inferiori a 3; la presenza di sodio bicarbonato (Na2CO3) conferisce valori superiori a 10. • Caratteristiche climatiche stagionali Durante la stagione invernale la ridotta attività biotica con minore produzione di specie chimiche che accrescono la concentrazione di ioni H+ e la relativa minore presenza di ioni alcalini ed alcalino terrosi favoriscono l’aumento dei valori di pH. Durante il periodo estivo, di contro, il metabolismo più spinto delle colonie microbiche, provoca maggiore produzione di CO2 con una diminuzione del pH. + + HCO - ←→ H+ + CO 2CO2 + H2O ←→ HDott.ssa 3 Livia 3Vittori Antisari Fattori di variabilità del pH nel suolo • Tecniche colturali La fertilizzazione mediante l’impiego di sali a reazione acida quali ammonio solfato, ammonio nitrato ed urea, favorisce la diminuzione del valore di pH. La somministrazione di concimi a reazione basica quali calcio nitrato, scorie Thomas, provoca l’innalzamento del pH. Acidità del suolo Acidità attiva – dovuta all’attività degli ioni H+ nella soluzione del suolo in un dato momento Acidità di riserva – viene rappresentata dagli ioni H+ e Al3+ che sono facilmente scambiabili da altri cationi (ioni caricati positivamente) HHHH H Suolo Mg Ca H H H Na Acidità di riserva H+ H+ Ca++ H+ Mg++ H+ Ca++ H+ H+ Acidità attiva-soluzione del suolo Fasi dell’acidità del suolo Acidità di legame Acidità scambiabile Acidità solubile Fonti di acidità del suolo * I cationi acidi Idrogeno e Alluminio sono responsabili dell’acidità del suolo * L’idrogeno scambiabile è la principale fonte di protoni (H+) a pH 6 e superiore. Al di sotto di pH 6 Alluminio è la principale fonte di protoni (H+) dovuta alla dissociazione di Al dai minerali argillosi. Al diventa solubile a pH molto acidi Al3+ + H20 ----> Al(OH)++ + H+ Al(OH)++ + H2O ---> Al(OH)2+ + H+ Al(OH)2+ + H20 ---> Al(OH)3 + H+ Determinazione dell’ acidità attiva Questa determinazione viene esguita in laboratorio per via potenzionetrica mediante pH-metro. Si pone in un baker contenente 25ml di acqua distillata, una quantità di terra fine pari a 10g (rapporto 1:2,5 peso/volume). Si agita e si lascia riposare per 30’. La determinazione potenziometrica si effettua immergendo gli elettrodi nella sospensione limpida. Determinazione dell’ acidità di riserva Questa determinazione viene eseguita in laboratorio per via potenziometrica mediante pH-metro. Si pone in un baker contenente 25ml di soluzione 1 molare di KCl, una quantità di terra fine pari a 10g (rapporto 1:2,5 peso/volume). Si agita e si lascia riposare per 30’. La determinazione potenziometrica si effettua immergendo gli elettrodi nella sospensione limpida. I valori risultano più bassi rispetto a quelli dell’acidità reale. Terreni acidi Col variare del tipo di terreno cambia il quantitativo di sostanza correttiva necessaria per determinare le stesse variazioni di pH. TERRENI CaO Ca(OH)2 CaMg(CO3)2 CaCO3 SABBIOSO 1-2 1,3 - 2,6 1,6 - 3,3 1,8 - 3,6 LIMOSO (10-20% DI ARGILLA) 2-3 2,6 - 3,9 3,3 - 4,9 3,6 - 5,4 ARGILLOSO O UMIFERO 3-5 3,9 - 6,6 4,9 - 8,2 5,4 - 9 Suoli acidi Problemi legati a: • ridotta attività della flora e fauna tellurica. •Tossicità legata all’Al, al Mn molto solubili. •Ridotta disponibilità elementi IL POTENZIALE DI OSSIDO-RIDUZIONE NEL SUOLO Elementi che possono trovarsi nel suolo in forma ridotta o ossidata ossidata In condizioni di aerazione normale essi si accertano in forma ossidata, in presenza di ristagno d’ d’acqua e di conseguente scarsa diffusione dello O2 sono presenti in forma ridotta Schematizzazione dei processi di ossidazione coinvolti nell’ nell’evoluzione della sostanza organica del suolo (modificata da Morel, 1989)