Le rocce di origine chimica
La formazione gessoso solfifera
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Il piano geologico
Messiniano (da Messina,
Italia), definito
internazionalmente da 7,24
Ma fa a 5,33 Ma fa, con
durata quindi di 1.9 milioni
di anni, è stato teatro tra
5,96 Ma fa ed il suo
termine, per 630 mila anni,
dell'evaporazione ripetuta
del Mediterraneo con la
deposizione ed accumulo
di 1 milione di km3 di
evaporiti, che si stima
equivalente a circa il 5%
dei sali disciolti negli
oceani (salinità attuale
media: 35 per mille).
•
Il gesso è un sale - solfato di
calcio bi-idrato,
CaSO4.2H2O - che fa parte
delle rocce sedimentarie
evaporitiche poichè deve la
sua origine all'evaporazione
di acqua marina. La
formazione dei gessi che
affiorano in Emilia-Romagna
risale a 5-6 milioni di anni fa
(Messiniano) quando il
Mediterraneo si trovò più
volte isolato dall'Oceano
Atlantico a causa della
temporanea chiusura dello
stretto di Gibilterra.
L'isolamento del
Mediterraneo determinò la
progressiva evaporazione
delle acque marine e la
conseguente precipitazione
dei sali minerali in esse
contenuti; si formarono così
le evaporiti messiniane.
• Quando un bacino
marino rimasto
isolato evapora
completamente o
quasi, sul fondo si
depositano i sali
contenuti
nell’acqua del mare
in ordine inverso
alla loro solubilità:
prima la calcite e la
dolomite, poi il
gesso e l’anidride,
infine il salgemma,
la silvite e la
carnallite; si
formano in questo
modo estesi
giacimenti di sale
con spessori di
decine di metri.
•
La fine della crisi di
salinità
Il ritorno dell'acqua
oceanica è stato rapido e
isocrono in tutto il
Mediterraneo, dal
momento che si osserva
un brusco cambiamento
nei sedimenti, con depositi
di argille immediatamente
sopra le evaporiti. Le
velocità di sedimentazione
che erano molto alte
durante il Messiniano
(diversi millimetri/anno) si
abbattono di colpo a pochi
cm/1000 anni.
Il rapido ritorno alle
condizioni iniziali deve
essere stato permesso da
collegamenti più vasti e
più profondi di quello
attuale di Gibilterra e,
considerando i volumi in
gioco, l'afflusso deve
essere stato
impressionante
IL PAESAGGIO DEI GESSI
A prescindere dall'età delle
formazioni gessose
affioranti ed anche
indipendentemente dal tipo
di grana cristallina ed in
buona parte anche
indipendentemente dalla
loro situazione strutturale, a
grande scala il paesaggio
dei gessi è caratterizzato
costantemente dal fatto che
quasi sempre essi si
trovano in posizione
elevata sui litotipi
circostanti e pertanto i rilievi
gessosi svettano e risultano
ben visibili all'orizzonte.
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La cosa potrebbe apparire a prima vista assai strana, dato che la solubilità intrinseca del
gesso è molto elevata (oltre 2,2 grammi/litro) e di conseguenza apparirebbe logico che la
demolizione della roccia gessosa affiorante, ad opera delle acque meteoriche, avvenisse
con maggiore rapidità di quella delle formazioni limitrofe impermeabili o comunque meno
solubili.
In realtà avviene l'esatto opposto poichè tutti i litotipi adiacenti ai gessi sono sottoposti ad
una erosione meccanica di gran lunga più intensa.
La spiegazione è relativamente semplice: il gesso è una roccia carsificabile e pertanto vige,
come accade per le rocce calcaree, il ben noto principio dell'inversione del rilievo (GEZE,
1969). In pratica, nelle aree di affioramento delle rocce carsificabili il ruscellamento di
superficie è insignificante: le acque meteoriche vengono "assorbite" in modo diffuso dalla
roccia, all'interno della quale poi scavano condotti più o meno grandi (le grotte, appunto).
L'usuale evoluzione geo-morfologica porta ad avere le formazioni carsificabili sempre
emergenti su tutte le altre.
Dolina dei bersaglieri (Trieste)
Grotta azzurra (Capri)
Grotta del gigante (Trieste)
Calcare massiccio (Marche)
• Anche in ambiente
continentale possono
formarsi calcari, per il
deposito di acque sorgive o
fluviali ricche in CaCO3,
che raggiunge la
saturazione per un
aumento di temperatura o
per una diminuzione di
pressione nell’acqua (come
accade, per esempio, dove
sbocca una sorgente); lo
stesso effetto si osserva
dove le acque ricche di
CaCO3 subiscono una forte
agitazione meccanica
(come si verifica in una
cascata); ne derivano
travertini e alabastro, tutti
in straterelli sovrapposti o
concentrici, non di rado di
colore diverso, per la
presenza di piccole
quantità di sostanze
diverse (in genere, ossidi di
ferro).
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