Il trattamento con Onde d’Urto nelle patologie muscolo-scheletriche O Vitali Matteo 1, Caforio Marco 1, Locatelli Elena 1, Mancini Nikj 1, Fraschini Gianfranco 2, De Bartolomeo Omar 3, Albisetti Walter 3 Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia I, Università degli Studi di Milano 2 Divisione di Ortopedia e Traumatologia Università Vita-Salute San Raffaele Milano 3 Università degli Studi di Milano. Istituto Ortopedico Gaetano Pini 1 A Introduzione La terapia con Onde d’Urto è stata introdotta in medicina già negli anni ’80 ed utilizzata nel trattamento della calcolosi renale, definita come litotrissia. Successivamente l’approfondimento sulla metodica ha portato alla nascita di un nuovo campo di applicazione: ESWT (Extracorporeal Shock Waves Therapy) ossia l’utilizzo di Onde d’Urto per il trattamento delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (1). Infatti è stato osservato come le Onde d’Urto producano importanti effetti sui tessuti colpiti esercitando una azione antinfiammatoria, antalgica e di rivascolarizzazione (2). A partire dai primi anni ’90 vennero iniziati i primi trattamenti con onde d’urto delle patologie a carico dei tendini e legamenti con una sensibile riduzione della sintomatologia dolorosa e una buona ripresa della motilità delle articolazioni trattate. Si sono osservati successi terapeutici nel trattamento delle epicondiliti-epitrocleiti, tendinopatie della cuffia dei rotatori, fasciti plantari, tendinopatie rotulee, achillee e pubalgia (3). In questo studio retrospettivo abbiamo valutato l’efficacia delle Onde d’Urto nel trattamento di queste frequenti patologie dolorose dell’apparato muscolo-scheletrico di comune osservazione negli ambulatori ortopedici. d Materiali e metodi Da Luglio 2004 a Dicembre 2006 sono stati trattati con ESWT 818 pazienti affetti dalle seguenti patologie: 152 fasciti plantari, 123 tendinopatie rotulee, 138 tendinopatie achillee, 58 pubalgie, 114 borsiti pertrocanteriche, 130 tendinopatie calcifiche della cuffia dei rotatori e 103 conflitti subacromiali (Tab.1). Il protocollo terapeutico Tab.1: Pazienti in studio seguito da ogni paziente 152 pazienti affetti da fascite plantare prevedeva una seduta di 123 pazienti affetti da tendinopatia rotulea 1700 impulsi di 0,28 138 pazienti affetti da tendinopatia achillea mJ/mm2 alla settimana 58 pazienti affetti da pubalgia 114 pazienti affetti da borsiti pertrocanteriche per tre volte consecutive, 130 pazienti affetti da tendinopatie calcifiche della cuffia dei rotatori previa puntamento della 103 pazienti affetti da conflitti subacromiali regione da trattare con sonda ecografica Wolf Piezoson 300 di 6,5 MHz. Per nessun paziente abbiamo praticato un’anestesia locale. I criteri di esclusione dal trattamento erano rappresentati da uno stato di gravidanza, portatori di pacemaker, patologie della coagulazione, patologie vascolari periferiche, patologie tumorali, Artrite Reumatoide, poliartriti reumatiche, infezioni locali ed età inferiore a 18 anni (Tab.2). O R 1 Tab.2 : Criteri di esclusione O Gravidanza Portatori di pacemaker Patologie della coagulazione Patologie vascolari periferiche Patologie tumorali Artrite Reumatoide Poliartriti reumatiche Infezioni locali Età inferiore a 18 anni I pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione clinica e strumentale prima dell’inizio della terapia con ESWT, successivamente al primo e quarto mese dal termine del trattamento; al fine di quantificare l’entità della sintomatologia dolorosa sono state utilizzate due scale di valutazione riconosciute: la NRS e la Mcgill Pain Questionnaire; per la valutazione della funzionalità articolare abbiamo utilizzato la Chronic Pain Grade Questionnaire (4). La valutazione strumentale si è avvalsa di indagini radiografiche, ecografiche e in alcuni casi selezionati RMN. Per la valutazione statistica è stato utilizzato il Wilcoxon signed rank test e stabilito un p value inferiore a 0,01. I pazienti sono stati suddivisi in 4 gruppi (A-B-C-D) in base al beneficio ottenuto dal trattamento al quarto mese dalla terapia. Il gruppo A racchiude i pazienti che hanno ottenuto un “ottimo” beneficio dalla terapia, B quelli con un beneficio “buono”, C con beneficio “scarso” e D coloro che non hanno avuto “alcun miglioramento” dopo la terapia. I risultati ottenuti dopo quattro mesi dal trattamento sono stati confortanti seppur con variazioni considerevoli a seconda della patologia muscolo-scheletrica trattata. A Risultati Fascite plantare: d Al controllo clinico eseguito a 4 mesi dalla terapia con Onde d’Urto i 152 pazienti affetti da fascite plantare hanno presentato un significativo miglioramento della sintomatologia algica, come illustrato nella Tab. 3. Infatti è stata evidenziata una scomparsa o importante riduzione della sintomatologia dolorosa e un ripristino della funzionalità articolare nel 75% dei pazienti (v. successiva Tab.10), associata ad un ritorno alle comuni attività quotidiane. Seppur i controlli clinici dimostrino una significativa riduzione della sintomatologia dolorosa, i controlli radiografici eseguiti a quattro mesi dal trattamento non hanno evidenziato la concomitante scomparsa della spina calcaneare. O Tendinopatia achillea: Nelle tendinopatie achillee trattate è stato riscontrato un miglioramento sia clinico che funzionale nell’82% dei pazienti affetti (Tab.10); tali risultati concordano con il controllo ecografico o in risonanza magnetica in cui non è più riscontrabile il processo flogistico a carico delle inserzioni tendinee (Tab. 4). Tendinopatia rotulea: Un simile miglioramento (84%), sia clinico che funzionale, è stato riscontrato anche nei pazienti affetti e trattati per tendinopatiea rotulea. (Tab.10). I risultati sono riassunti in Tab. 5. R Pubalgia: Nei pazienti affetti da pubalgia è stato riscontrato un miglioramento clinico e funzionale nel 78% (Tab.10). I valori di NRS, MPQ e CPG sono riassunti in Tab. 6. 2 Tab.3: Valori NRS, MPQ e CPG pre e 4 mesi dopo trattamento della fascite plantare O Tab.4: Valori NRS, MPQ e CPG pre e 4 mesi dopo trattamento delle tendinopatie achilee Pre ESWT Post 4 mth ESWT Pre ESWT Post 4 mth ESWT NRS 5,58 ± 1,6 2,62 ± 0,8. NRS 5,95 1,44. MPQ 12,13± 2,2 7,31±1.1 MPQ 12,54 5,91 CPG 2,23 ± 1,2 1,04±0,5 CPG 2,38 0,58 A Tab.5: Valori NRS, MPQ e CPG pre e 4 mesi dopo trattamento delle tendinopatie rotulee Tab.6: Valori NRS, MPQ e CPG pre e 4 mesi dopo trattamento delle pubalgie Pre ESWT Post 4 mth ESWT Pre ESWT Post 4 mth ESWT NRS 4,05 1,43 NRS 3,99 1,82 MPQ 9,54 5,75 MPQ 11,02 3,50 CPG 1,62 0,56 CPG 1,63 0,71 d Borsite pertrocanterica: Anche i pazienti affetti da borsite pertrocanterica hanno ottenuto una soddisfacente riduzione della sintomatologia dolorosa (86% di essi – Tab. 10). I risultati sono riportati in Tab. 7. Inoltre, al controllo ecografico effettuato a quattro mesi di distanza dall’ultima seduta di ESWT, è stata riscontrata la scomparsa del processo infiammatorio a carico della borsa (Fig 1). Tab.7: Valori NRS, MPQ e CPG pre e 4 mesi dopo trattamento della borsite pertrocanterica Fig.1 Borsite pertrocanterica - Immagini ecografiche pre e 4 mesi dopo trattamento con ESWT O Pre ESWT Post 4 mth ESWT NRS 3,81 1,69 MPQ 10,10 3,38 CPG 1,83 0,72 Fig1a R Fig1b Sindrome da conflitto subacromiale: I pazienti trattati per conflitto sub-acromiale, invece, hanno ottenuto un beneficio della sintomatologia dolorosa e una ripresa della funzionalità articolare solo nel 55% dei casi (Tab.10). I risultati vengono riportati in Tab. 8. Inoltre il controllo radiografico effettuato a distanza non ha evidenziato cambiamenti strutturali a carico della cuffia dei rotatori. 3 Tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori: Per quanto riguarda invece il trattamento della tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori si è una scomparsa o Fig.2 Immagini RX grafiche di tendinopatia calcifica della cuffia riscontrata un’importante riduzione del dolore dei rotatori, pre e 4 mesi dopo trattamento con ESWT associata ad una ripresa funzionale dell’articolazione nell’83% dei pazienti (Tab.10). I risultati vengono riportati in Tab. 9. I controlli radiografici eseguiti a quattro mesi dalla terapia rispecchiano una riduzione/scomparsa del processo Fig2a Fig2b calcifico a carico della cuffia stessa (Fig. 2) (5). Tab.8 Valori NRS, MPQ e CPG pre e a 4 mesi post trattamento delle sindromi da conflitto subacromiale Tab.9 Valori NRS, MPQ e CPG pre e a 4 mesi post trattamento delle tendinopatie calcifichi della cuffia dei rotatori Pre ESWT Post 4 mth ESWT Pre ESWT Post 4 mth ESWT NRS 5,58 2,62 NRS 4,05 1,43 MPQ 12,13 7,31 MPQ 9,54 5,75 CPG 2,23 1,04 CPG 1,62 0,56 Tab 10: Risultati a 4 mesi dal trattamento Patologia n° pz Ottimo Buono Scarso Insoddisfacente Soddisfazione del trattamento Fascite plantare 152 60 54 20 18 75% Tendinopatia rotulea Tendinopatia achillea 123 55 46 12 10 82% 138 93 23 16 6 84% Pubalgia 58 38 7 6 7 78% Borsite pertrocanterica Tendinopatia calcifica cuffia rotatori Conflitto subacromiale 114 73 25 10 6 86% 130 91 17 13 9 83% 103 36 21 30 15 55% 4 Discussione Alla luce di tali risultati possiamo ritenere il trattamento con Onde d’Urto una terapia efficace nelle patologie muscolo-scheletriche (6); sicuramente i valori da noi ottenuti a quattro mesi dal trattamento dovranno essere rivisiti alla luce di un follow-up di maggior durata. Per quanto concerne il trattamento delle tendinopatie inserzionali, della fascite plantare e della pubalgia sembra che le Onde d’Urto offrano risultati particolarmente soddisfacenti; come già altri Autori avevano dimostrato in passato, il solo trattamento con Onde d’Urto nei confronti della fascite plantare non è necessario ad eliminare i segni radiografici di una probabile concomitante spina calcaneare (7). Anche per il trattamento della borsite pertrocanterica, della quale non vi sono esperienze descritte in letteratura, abbiamo riscontrato buoni risultati nei pazienti trattati. Mentre è particolarmente interessante la differenza dei risultati ottenuti nel trattamento delle patologie dolorose di spalla, rispettivamente la patologia calcifica e la patologia da conflitto subacromiale. Infatti la differenza di successi dopo terapia con Onde d’Urto risulta essere del 28% a favore dei pazienti affetti da tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori.Alla base di tale discordanza nei risultati tra queste due patologie riteniamo che, come ampiamente già dimostrato in letteratura (8-910-11-12), ci sia un differente meccanismo fisiopatologico; infatti la causa primaria del conflitto subacromiale è un fenomeno meccanico che non può essere eliminato definitivamente solo mediante una terapia con Onde d’Urto, bensì tramite l’associazione di un trattamento fisiokinesiterapico specifico. La spalla calcifica invece è l’espressione di un’infiammazione cronica a carico della cuffia dei rotatori e di conseguenza le Onde d’Urto, mediante il loro effetto neoangiogenetico e quindi analgesicoantinfiammatorio, sviluppano un notevole beneficio nella riduzione/scomparsa della sintomatologia dolorosa (13). Per quanto riguarda in particolare modo i pazienti trattati per spalla dolorosa deve essere dapprima definito il meccanismo fisiopatologico di tale patologia in atto in modo da poter prevedere quello che potrà essere il reale beneficio dalla terapia con Onde d’Urto. Comunque in entrambe le patologie dolorose di spalla bisogna altresì essere consapevoli come la terapia con Onde d’Urto non possa e non debba sostituirsi alla chirurgia. Il suo obiettivo infatti è quello di ridurre la sintomatologia dolorosa del paziente e di permettere il recupero della funzionalità articolare (9). Ricordiamo inoltre come resti di importante utilità l’associazione delle ESWT con la fisiokinesiterapia (10) sia per la patologia calcifica sia per il conflitto sub-acromiale. O A d O Conclusioni In base ai dati da noi ottenuti è possibile considerare la terapia con onde d’urto efficace ed utile nel primo trattamento di alcune tra le più frequenti patologie dolorose dell’apparato muscolo-scheletrico, con risultati diversi in relazione al distretto anatomico interessato dal processo flogistico. R 5 Fig.3 Serie di immagini del trattamento con Onde d’Urto – nostra esperienza. O A Bibliografia 1. Ogden J. (2001) Shock waves therapy in musculoskeletal disorders. Clin Orthop Relat Res, 387:4759 2. Brummer F. (1990) Biological effects of shock wave. World J Urol, 8:224-232 3. Delius M.: Medical applications and bioeffect of extracorporeal shock waves. Shock waves, 1994 4. Salaffi F., Ferraccioli G.: Comitato Esecutivo S.I.R. per lo sviluppo delle Linee Guida del Dolore Cronico Muscolo-scheletrico, 1990 5. Wang C., Ko J., Chen (2001) H.: Treatment of Calcifying Tendinitis of the Shoulder with Shock Wave Therapy. Clin Orthop Relat Res, 387:83-89 6. 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