Dipartimento Chirurgico UU.OO. Ortopedia Traumatologia
FOGLIO INFORMATIVO
TENOLISI DEI FLESSORI IN ANESTESIA LOCALE PER DITO A SCATTO
Obiettivo
La terapia risolutiva consiste nel ricostituire il fisiologico scorrimento dei tendini flessori nelle rispettive guaine al livello delle articolazioni metacarpo-falangee. Infatti il dito a scatto è il risultato della
costrizione della puleggia dell'apparato flessore digitale che causa dolore e difficoltà nella escursione in flesso-estensione dell'articolazione interfalangea prossimale.
Descrizione
Può colpire tutte le dita ma più frequentemente interessa il pollice e il IV dito alcune volte manifestandosi contemporaneamente su più dita. Sembra che l'indurimento della puleggia, dovuto ad una
sorta di trasformazione fibrocartilaginea della stessa, porti ad un restringimento della struttura di
contenzione del tendine con conseguente difetto di scorrimento dei tendini flessori rispetto alla loro
guaina. L'ispessimento della puleggia potrebbe progredire fino al punto da strozzare il tendine flessore in posizione di flessione obbligata della articolazione interfalangea che può essere risolta solo
con l'aiuto dell'altra mano che riporta in estensione il dito dopo uno scatto doloroso.
La terapia per le forme dolenti e strutturate è chirurgica e si avvale della apertura longitudinale della puleggia associata alla liberazione del tendine dalla guaina ipertrofica ed infiammata , responsabili della costrizione meccanica del tendine e del suo deficit di scorrimento (tenolisi).
(dito a scatto)
(apertura della puleggia A1)
L'intervento chirurgico viene eseguito in anestesia locale, infatti pochi minuti prima dell’intervento
viene effettuata un’iniezione con anestetico locale alla base del dito interessato.
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L'applicazione del laccio emostatico alla radice dell'arto è facoltativa, infatti l'atto operatorio può facilmente essere eseguito senza determinare ischemia dell'arto. Il suo utilizzo viene maggiormente
esplicato durante l'intervento al 1° raggio per consentire una migliore identificazione del fascio vascolo-nervoso che presenta un decorso adiacente al tendine flessore.. L’intervento consiste
nell’effettuare un’incisione (1,5 cm) a livello della piega flessoria palmo-digitale. Si rimuove il tessuto adiposo della superficie palmare della guaina del tendine flessore mediante dissezione smussa
utilizzando due piccoli divaricatori per proteggere i fasci neurovascolari. Si identifica il confine distale della puleggia metacarpo-falangea che viene incisa risalendo prossimalmente, (effettuando
contemporaneamente la asportazione) della sinovia infiammata e degenerata. Si valuta lo scorrimento del tendine attivo e passivo che deve avvenire senza scatti o impedimenti, poi si esegue la
sutura cutanea. Si applica un bendaggio con benda elastica invitando immediatamente il paziente
al movimento attivo e passivo autoassistito delle dita compreso quello operato.
Probabilità di successo:
Circa il 70% dei pazienti è completamente soddisfatto del risultato ottenuto.
Eventuali Rischi e Complicanze (anche post – operatorie):
Rischi generici:
L’intervento comporta i rischi comuni a tutti gli interventi chirurgici,legati al tipo di anestesia, all’età
del paziente e alle sue condizioni generiche.
Complicanze infettive superficiali e profonde con deiscenza (cedimento dei punti) della ferita chirurgica e allungamento dei tempi di guarigione.
Rischi specifici:
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L’esito dell’intervento è influenzato da molti fattori quali l’età, il grado originario della lesione, il periodo intercorso dall’inizio dei sintomi il potenziale evolutivo della malattia, la tendenza a formare
aderenze fra i vari piani anatomici e cicatrici ipertrofiche,le abitudini di vita, le caratteristiche ambientali e lavorative.
Fra le complicanze locali, durante l’atto operatorio sussiste la possibilità di una:
A) lesione accidentale dei fasci vascolo-nervosi, che comportano rispettivamente dolore, sanguinamento e conseguente formazione di ematoma, con alterazioni della circolazione del dito, mentre la
lesione del nervo digitale, comporta alterazioni della sensibilità con presenza di parestesie, ipoestesia ed anestesia,(es. la sezione del nervo digitale radiale del pollice,che può avvenire durante
l’incisione cutanea se si penetra troppo in profondità con la lama el bisturi).A voltepuò essere necessaro un reintervento per riparare il nervo leso;
B) possibile formazione di una cicatrice chirurgica ipertrofica e dolorosa o alterazioni del colore e
della sensibilità nella zona dell’incisione chirurgica;
C) modesta riduzione della forza di presa del dito;
D) recidiva dello scatto tale da richiedere un reintervento;
E) sezione accidentale della puleggia A2 che comporta l’effetto corda d’arco, causato dalla contemporanea apertura delle puleggie A1 e A2 ciò comporta una lussazione del tendine con difficoltà
alla flessione. In questi casi è necessario un reintervento di ricostruzione della puleggia accidentalmente sezionata.
F) Nelle forme croniche,nei pazienti diabetici, la contrattura in flessione( da 10° a 40°) della interfalangea prossimale(IPF) può persistere a lungo, anche dopo l’intervento di puleggiotomia dell’A1
per la tendenza spontanea alla fibrosi. La contrattura della IFP è causata da aderenze intratendinee, generalmente del flessore superficiale. In questi casi si interviene con un trattamento incruento che può richiedere fino a 4-6 mesi di splint dinamico in estensione, e nel caso di insuccesso si
interviene chirurgicamente rimuovendo le aderenze tendinee.
G) Il laccio emostatico quando utilizzato, può provocare lesioni temporanee o permanenti della
cute, dei nervi e della muscolatura nella zona in cui viene posizionato.
Le complicanze si verificano in una percentuale pari a 1% di tutti i casi.
Eventuali condizioni morbose concomitanti che costituiscono ulteriore fattore di rischio
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Eventuali possibili patologie che con maggior probabilità potranno essere scoperte
nel corso dell’intervento e quindi trattate:
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E’ possibile che durante l’intervento si rilevi la presenza di una cisti tendinea o della puleggia, che
spesso si associa a tale patologia e si decida quindi di asportarla.
La sezione della puleggia consente spesso di evidenziare tendini flessori degenerati con una guaina sinoviale ipertrofica, che si procede ad asportare.
Eventuali alternative terapeutiche:
Il trattamento conservativo viene ad essere attuato nelle forme di grado 1° e 2° Consiste nella
astensione da attività manuali ripetitive in cui è richiesta una presa di forza,con associazione di
fans, e nel trattamento o infiltrazione di corticosteroidi in corrispondenza della puleggia interessata.
E’ possibile effettuare un massimo di 2-3 infiltrazioni: l’indicazione alla loro esecuzione è limitata
alle forme iniziali della patologia e l'efficacia di tale procedura è maggiore in Pazienti in cui la sintomatologia sia presente da meno di tre mesi dal momento della diagnosi.
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Esiste una tecnica PERCUTANEA di liberazione della puleggia. La tecnica consiste nel sezionare
le fibre traverse della puleggia anulare A1 per via transcutanea.Il vantaggio di tale tecnica è l’atraumaticità dell’atto chirurgico, e le complicanze sono però rappresentate da una puleggiotomia incompleta o la lesione dei flessori. A distanza di circa 3 settimane dall’intervento i risultati clinici e
funzionali sono sovrapponibili per entrambe le procedure.
Vi è anche la possibilità della puleggiotomia per via endoscopica, che presenta una doppia incisione maggiore durata dell'intervento e costi elevati.
Possibili conseguenze derivate dal rifiuto dell’atto sanitario:
L’eventuale rifiuto dell’intervento chirurgico può determinare la persistenza della sensazione di
scatto e la comparsa di rigidità delle articolazioni del dito interessato
Eventuali conseguenze temporanee e permanenti prevedibili, eventuali ricadute
nell’ambito della vita familiare e sociale e sulle attività occupazionali:
L’intervento richiede il ricovero in regime di Day Hospital, per cui il Paziente viene rinviato a domicilio dopo qualche ora, previa verifica che non vi siano complicanze.
Il Paziente potrà utilizzare con cautela la mano nei giorni successivi, sino alla rimozione dei punti di
sutura a circa 15 giorni dall’intervento, ma è consigliata l’astensione da attività di forza. Dopo rimozione dei punti, la ripresa funzionale avviene in circa 5-7 giorni. In genere, il recupero funzionale è
completo anche se talora alcuni Pazienti, soprattutto lavoratori manuali, possono percepire una
modesta riduzione della forza di presa del dito interessato.
Data.........................................
FIRMA DEL PAZIENTE ………………………………………………………………………..
NOTA BENE
In caso di acquisizione del consenso con la collaborazione di mediatore - interprete è
richiesta, oltre alla firma del paziente, anche quella del mediatore stesso per attestare che il
paziente ha compreso quanto contenuto nel foglio informativo
dati identificativi del mediatore (nome cognome e data di nascita)
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FIRMA DEL MEDIATORE INTERPRETE
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