La gestione dei materiali da scavo nel cantiere del nodo dell’AV/AC di Firenze Ing. Valentina Cecconi Convegno sul tema: La gestione sostenibile dei materiali da scavo: casi di studio III sessione Ferrara, 25 Settembre 2015 OPERE PROGETTO AV/AC di FIRENZE Lunghezza totale circa 8 km Profondità media di circa 25m Stazione AV Realizzazione di un camerone sotterraneo di due piani lungo circa 450 m, largo 52 m e profondo 25 m, contenente, oltre ai servizi necessari per l’esercizio ferroviario, uffici e spazi commerciali Verrà realizzata nella zona compresa tra l’area ferroviaria Belfiore e l’area ex “Macelli” Gallerie Passante AV 2 gallerie a semplice binario con imbocco sud nell’area della stazione ferroviaria di Campo di Marte e con imbocco nord nell’area ferroviaria compresa tra le stazioni di Rifredi e Castello Opere necessarie per la realizzazione delle gallerie che consentiranno alla futura linea AV di transitare al di sotto della città di Firenze 2 3 ITER GESTIONE TERRE E ROCCE DA SCAVO • 14.05.2008 approvato dall’Osservatorio Ambientale Piano di Gestione TRS art. 186 D.lgs. 152/2006 • 10.01.2013 approvato dal MATTM il Piano di Utilizzo (PUT) (D.M. 161/2012) • 24.10.2013 sospeso il PUT dal MATTM • 23.09.2014 avviata sperimentazione da parte del CNR • 31.07.2015 conclusa sperimentazione da parte del CNR (in attesa della sperimentazione sul terreno 2 per la parte geotecnica) • 27.08.2015 inviata relazione di ISPRA al MATTM sulla sperimentazione del CNR • 25.09.2015 riunione presso il MATTM 4 QUANTITATIVI DI TERRE Gallerie Passante AV 956.000 m3 Stazione AV 565.000 m3 Campo di Marte 36.000 m3 Totale 1.557.000 m3 5 SITI DI PRODUZIONE 1. Area Passante ferroviario 2. Area Nuova Stazione AV, che verrà realizzata nella zona compresa tra l’area ferroviaria Belfiore e l’area ex “Macelli” SITO DI RIUTILIZZO Ex miniera di lignite di Santa Barbara – Recupero Ambientale 6 MODALITA’ DI SCAVO Scavo in tradizionale (38%) Scavo effettuato esclusivamente mediante il ricorso a mezzi meccanici, senza l’uso di additivi o sostanze chimiche Stazione AV Parte degli scavi per la realizzazione del Passante AV 7 MODALITA’ DI SCAVO Scavo meccanizzato (62%) Scavo effettuato mediante l’utilizzo di una fresa a sezione piena TBM (Tunnel Boring Machine) di tipo EPB (Earth Pressure Balance) Gallerie del Passante AV 8 CARATTERIZZAZIONI TERRE ANTE OPERAM Stazione AV Campagna di indagine 2010- 2011(integrazioni ARPAT) 20 sondaggi fino a 27 m di profondità (0-3, 3-6, 6-9, 9-12, 1215, 15-18, 18-21, 21-24, 24-27) Tutti i campioni analizzati sono risultati conformi alle CSC di cui alla colonna A, Tabella 2, allegato 5 Parte IV Titolo V del D. Lgs.152/2006, fatta eccezione per alcuni campioni prelevati in corrispondenza dei sondaggi S9 e S12, S16 e S18 i cui risultati sono inferiori alle CSC di cui alla col. B (siti a destinazione d’uso “commerciale, industriale ed artigianale”) tab. 1, alle. 5, parte quarta, titolo quinto del D.Lgs. n. 152/2006 smi 9 CARATTERIZZAZIONI TERRE ANTE OPERAM Cantiere Campo di Marte Campagna di indagine 2010- 2011 34 campioni a profondità variabile a seconda della quota di fondo scavo da 0 a 12 m Tutti i campioni analizzati sono risultati conformi alle CSC di cui alla colonna A, Tabella 2, allegato 5 Parte IV Titolo V del D. Lgs.152/2006, fatta eccezione per 3 campioni i cui risultati sono inferiori alle CSC di cui alla col. B (siti a destinazione d’uso “commerciale, industriale ed artigianale”) tab. 1, alle. 5, parte quarta, titolo quinto del D.Lgs. n. 152/2006 smi 10 CARATTERIZZAZIONI TERRE ANTE OPERAM Gallerie Passante AV 6 giugno 2011 “Studio per la biodegradabilità di tensioattivi in terreni” laboratorio privato Creato in laboratorio un campione rappresentativo dei terreni che verranno incontrati durante lo scavo con la fresa (60% di terreno argilloso con il 40% di terreno ghiaioso) Lo studio ha previsto: 1. TEST DI BIODEGRADAZIONE TERRENO CONDIZIONATO 2. DETERMINAZIONE CSC 3. VERIFICA DELLE CSC 11 CARATTERIZZAZIONI TERRE ANTE OPERAM 1. TEST DI BIODEGRADAZIONE TEMPI T0 – T28 • • Terreno CONDIZIONATO schiume e polimeri Terreno NON CONDIZIONATO Biodegradazione dei principali composti presenti negli additivi 67% per il Trimetilenglicol monobutil etere al tempo T2 88% per il tensioattivo [Sodio Alchil Etossi Solfato] al tempo T2 12 CARATTERIZZAZIONI TERRE ANTE OPERAM 2. DETERMINAZIONE DELLE CSC «per le sostanze non esplicitamente indicate in tabella, i valori di concentrazione limite accettabili sono ricavati adottando quelli indicati per la sostanza tossicologica mente più affine» - allegato 5 alla Parte Quarta, titolo V del D.Lgs. n. 152/2006 smi,. Per la ricerca del parametro Trimetilenglicol monobutiletere CSC – individuate in tab. 1, all. 5, parte quarta, titolo quinto del D.Lgs. n. 152/2006 smi – per il parametro Idrocarburi C>12 – affinità tossicologica Approccio differente per il parametro Sodio Alchil Etossi Solfato In assenza di parametri affini (da un punto di vista tossicologico) è stato implementato un modello per cui è verificato (in presenza – in senso cautelativo – di un evento di sversamento dell’intero contenuto in tensioattivi anionici dei terreni costituenti la collina nel limitrofo lago di Castelnuovo) il mantenimento delle condizioni di tutela delle matrici ambientali potenzialmente impattate (bersagli). 3. VERIFICA DELLE CSC SUL TERRENO CONDIZIONATO Configurabile come “materiale da scavo” come indicato nell’articolo 3, co.1, lettera b) del DM 161 del 10 Agosto 2012 13 MODALITA’ DI MOVIMENTAZIONE E TRASPORTO • Movimentazione scavo in tradizionale Dal punto di scavo ai piedi del mezzo meccanico e successivamente caricato direttamente su container. I container verranno posti su convogli ferroviari destinati al sito di Santa Barbara. Ogni treno conterrà 40 containers (20 carri). • Movimentazione scavo con fresa TBM Dal fronte scavo tramite una serie di nastri trasportatori al punto di carico dello smarino sui container caricati su carri ferroviari, posizionati in area di cantiere Campo di Marte. Ogni treno conterrà 40 containers (20 carri). Il materiale scavato, sia quello proveniente dallo scavo in tradizionale che quello prodotto dallo scavo con fresa TBM, una volta posizionato all’interno dei containers, sarà trasportato nel sito di utilizzo (ex miniere S. Barbara) su ferro e successivamente, sarà trasportato, mediante camion, alle piazzole di caratterizzazione, dove si procederà alla loro caratterizzazione.. 14 TRACCIABILITA’ DEI MATERIALI Al fine di garantire la tracciabilità dei materiali scavati durante il tragitto dal sito di produzione al sito di riutilizzo, sarà predisposto un documento di trasporto (DDT). Il documento di trasporto sarà redatto in tre copie: l’originale al responsabile del sito di utilizzo, una copia al produttore e una copia al responsabile del trasportatore. Sistema informatizzato che registrerà l’arrivo del convoglio a destino e sarà data corrispondenza tra container - targa camion e piazzola. 15 PIANO DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI DA EFFETTUARSI IN CORSO D’OPERA Il materiale terrigeno proveniente, via ferro, dai cantieri di produzione della Stazione AV e Campo di Marte sarà depositato all’interno di piazzole di caratterizzazione ubicate in posizione adiacente al terminal ferroviario di Bricchette. Il materiale verrà campionato, per tutti i materiali terrigeni che saranno oggetto di scavo, con un campione medio composito di una volumetria massima pari a 5.000 mc, ossia pari al volume stoccato in ciascuna piazzola di campionamento. 16 PIANO DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI DA EFFETTUARSI IN CORSO D’OPERA Per il campionamento verrà eseguita una check list di parametri che vada a tener conto di: A. “Piano gestione terre” già approvato dall’OA nel 2008 B. la check list minima all’insieme dei parametri previsti dal DM 161 del 10 Agosto 2012; C. assicurare – in conformità con quanto previsto dall’allegato 4 del DM 161 del 10 Agosto 2012 – la ricerca dei parametri che, in conseguenza dell’additivazione del terreno con schiume e polimeri biodegradabili per la realizzazione dello scavo meccanizzato (TBM), saranno presenti nei materiali di risulta prodotti dalla fresa. A seguito dei risultati analitici si potranno essere i seguenti scenari: Caso “A”: campione mostrante valori di concentrazione degli inquinanti ricercati inferiori alle CSC di cui alla tabella 1, colonna A: il materiale terrigeno potrà essere collocato nella collina; Caso “B”: campione mostrante valori di concentrazione degli inquinanti ricercati superiori alle CSC di cui alla tabella 1, colonna A; il materiale terrigeno, potrà essere gestito in ambito normativo di rifiuto. 17 SOSPENSIONE PUT DA PARTE DEL MATTM (ottobre 2013) Quesiti del MATTM nell’atto di Sospensione della Determina Dirigenziale di approvazione del PUT 1. “Verifica della destinazione urbanistica – paesaggistica dell’area dell’ex sito minerario S. Barbara, a cui sono destinate le terre da scavo risultanti dallo scavo nell’ambito dell’AV di Firenze, al fine di stabilire se va rispettata la colonna A o la colonna B” 2. “Nuovo accertamento, da parte del proponente PUT, del valore CSC delle terre risultanti della scavo con fresa, condizionate con gli additivi indicati nel PUT e nel presupposto parere, per il tramite di istituto pubblico, nonché, se dal caso, per conto del MATTM, da parte di ISPRA” 3. “Verifica della idoneità tecnica, anche sotto il profilo statico, delle terre risultanti dallo scavo con fresa, condizionate con gli additivi, rispetto al fine a cui risultano destinate (realizzanda collina nell’ex sito minerario S. Barbara)” 18 PROTOCOLLO CNR 1. SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE Finalizzata a verificare l’impatto sull’ambiente delle sostanze contenute nei prodotti commerciali utilizzati nelle operazioni di scavo meccanizzato del terreno con fresa TBM. 2. SPERIMENTAZIONE GEOTECNICA Finalizzata a verificare l’idoneità tecnica delle terre risultanti dallo scavo con fresa TBM, condizionate con additivi, rispetto al fine a cui sono destinate (realizzazione collina S. Barbara) 3. DEFINIZIONE DELLE CSC Relative alle sostanze utilizzate per lo scavo meccanizzato con TBM 19 SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE Finalizzata a verificare l’impatto sull’ambiente delle sostanze contenute nei prodotti commerciali utilizzati nelle operazioni di scavo meccanizzato del terreno con fresa TBM. Le attività sperimentali sono state eseguite sui terreni: • "terreno 1”, costituito da argille e limi con Iivelli sabbiosi; • “terreno 2”, costituito da ghiaie con matrice sabbiosa- limosa-argillosa. condizionati con gli agenti schiumogeni e con l’aggiunta di polimeri rafforzanti le schiume e di grassi di stillicidio utilizzati per la lubrificazione della fresa. FASI DELLA SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE 1. Analisi di rischio preliminare e Test eco-tossicologici sui quattro prodotti di tensioattivi (schiume) 2. Test di biodegradazione su due prodotti di tensioattivi (schiume) 3. Test eco-tossicologici eseguiti su schiume, polimeri biodegradabili e grassi di lubrificazione 20 SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE 1. Analisi di rischio preliminare e Test eco-tossicologici sui quattro prodotti di tensioattivi (schiume) Utilizzando i dati eco-tossicologici disponibili in letteratura sono state definite le PNEC (Concentrazione Soglia di non effetto ambientale) delle sostanze contenute nei tensioattivi. Test ecotossicologici effettuati sui 4 agenti schiumogeni – Saggio di inibizione della crescita algale. – Saggio di fitotossicità con la pianta Lepidium sativum con test di germinazione e di accrescimento. – Saggio di tossicità Microtox con il batterio Vibro Fischeri Dei 4 prodotti selezionati sono risultati meno impattanti i seguenti agenti schiumogeni: – POLYFOAMER ECO/100 – MasterRoc SLF41 21 SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE 2. Test di biodegradazione su due prodotti di tensioattivi Valutazione della biodegradazione in microcosmi di laboratorio (circa 2 L) dei due prodotti schiumogeni selezionati in miscela con le due tipologie di terreno. I dati di semivita del tensioattivo anionico componente principale sia del Polyfoamer ECO/100 che del MasterRoc SLF41, combinati con i dati microbiologici, mostrano che esso è biodegradabile, con un valore di DT50 di 6 giorni nel terreno 1 e di 8-9 giorni nel terreno 2. Pertanto, se i terreni vengono posti a contatto con l’ambiente di superficie, le condizioni di contorno sono tali che al 28° giorno il tensioattivo anionico non è praticamente più presente 22 2. Test di biodegradazione su due prodotti di tensioattivi 23 SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE 3. Test eco-tossicologici eseguiti su schiume, polimeri biodegradabili e grassi di lubrificazione La miscelazione di ogni tipologia di terreno (1 o 2) con i diversi additivi (agenti schiumogeni + lubrificanti + polimero) è stata effettuata dal CNR sulla base dei parametri di condizionamento standard indicati dalle case produttrici Sugli estratti acquosi sono stati eseguiti i seguenti test eco-tossicologici: • Test su Vibrio fischeri; • Test di germinazione (Lepidium sativum); • Test di inibizione della crescita algale (Pseudokirchneriella subcapitata); • Test FET con embrioni pesce Danio rerio; • Test con Daphnia magna. 24 SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE 3. Test eco-tossicologici eseguiti su schiume, polimeri biodegradabili e grassi di lubrificazione I risultati dei cinque test ecotossicologici sono stati valutati mediante un software, presentato nel manuale Ispra 88/2013 “Batterie di saggi ecotossicologici per sedimenti e acque interne”. Determinazione dei due indici di batteria, tossicità e rischio, che ove inferiori a 10 consentono di escludere un effetto ambientale. Risultati Terreno 2 trattato con Polyfoamer ECO/100 dopo 14 giorni di maturazione Terreno 1 trattato sempre con Polyfoamer ECO/100 dopo 28 giorni di maturazione possono essere considerati privi di tossicità e perciò assimilabili al terreno di controllo non trattato Terreni 1 e 2 trattati con MasteRoc SLF41 sono invece risultati sempre non conformi al terreno di controllo anche dopo 28 giorni di maturazione. 25 SPERIMENTAZIONE AMBIENTALE 26 DETERMINAZIONE DELLE CSC Le scarse informazioni reperite nelle varie banche dati consultate, rispetto alle proprietà chimico-fisiche e soprattutto tossicologiche, non hanno permesso di applicare il principio del “tossicologicamente affine” utilizzato dall’Istituto Superiore di Sanità per la definizione dei valori di riferimento da adottare per le sostanze non presenti nell’Allegato 5, della Parte Quarta Titolo V del D.Lgs. 152/06. Per lo stesso motivo, non è stato possibile far riferimento a quanto riportato per i contaminanti presenti nella Banca Dati Bonifiche, per i quali, negli anni, l’Istituto Superiore di Sanità ha fornito dei valori di riferimento. Mancando, quindi, dati specifici non è stato possibile elaborare le CSC richieste 27 ISPRA – CONSIDERAZIONI TECNICHE SULLA RELAZIONE DEL CNR «Con riferimento al Profilo 2 (nuovo accertamento, da parte del proponente PUT, del valore CSC delle terre risultanti della scavo con fresa, condizionate con gli additivi indicati nel PUT e nel presupposto parere, per il tramite di istituto pubblico, nonché, se dal caso, per conto del MATTM, da parte di ISPRA), alla luce del fatto che: • • • Non è stato possibile elaborare le CSC richieste con riferimento agli additivi, mancando i dati specifici; Sempre con riferimento agli additivi la determinazione condotta dall’Università Bicocca non può essere presa a riferimento come valore di PNEC, in quanto dipendente da un esiguo numero di di valori bibliografici e di letteratura, non sufficientemente supportata da prove di laboratorio specifiche; Si considera sufficientemente robusta l’analisi che porta a ritenere l’assenza di tossicità sotto il profilo meramente tecnico-scientifico si ritiene che l’unica strada attualmente percorribile, ai fini della qualificazione in cantiere delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti, sia prevedere la definizione, ad opera di soggetti con adeguate competenze tecnico-scientifiche, e la successiva applicazione di un protocollo che contempli puntuali controlli che includono l’applicazione di opportuni biotest sul materiale scavato nel contesto sito-specifico» 28 CONCLUSIONI • Gestione come materiali da scavo ai sensi del DM 161/2012? • Gestione come rifiuto? Grazie per l’attenzione [email protected] 29