Tesi per il conseguimento del diploma di secondo livello Children’s Music Laboratory Viaggio alla ricerca delle parole (che ho pensato) ma che non ho mai detto Allievo: Armando Alfano Relatore: M° Marco Messina con dedica... all’amore ed all’invincibilità di due genitori che non conoscono stanchezza... Antonio e Maria Indice: Prefazione Introduzione La patologia Presentazione e storia clinica di Giulia Aree di problematicità Area motoria Area cognitiva Area affettiva – relazionale Viaggio alla ricerca delle parole Conclusione Bibliogra>ia Prefazione L’ho voluto chiamare “viaggio” perché per compierlo molto spesso uno si pre;igge una meta, ma poi le strade che si presentano durante il percorso diventano innumerevoli. L’intuito, la percezione di quale imboccare ha un unico ;ine, dare dei mezzi delle risorse in più a Giulia per potersi esprimere con la parola. Ho raccontato incontro dopo incontro quello che è venuto fuori durante i laboratori cercando di creare un legame tra me e Giulia che mi permettesse di entrare nel suo mondo ed attraverso il gioco e gli elementi del CML dargli dei mezzi in più per accrescere il suo esercizio di articolazione dei suoni. Introduzione L’idea che mi sono fatto di ciò che abbia bisogno Giulia è questa: lei manca di coordinazione del messaggio cerebrale con apparato fonatorio. Questa è la palestra di cui ha bisogno. Il fratellino di 5 anni fa CML con me, ascoltando frequentemente le canzoncine contenute nel Cd del metodo, in casa, in auto, Giulia si è molto affezionata ad esse. Volevo sfruttare questo vantaggio ed utilizzare le molteplici parole contenute in ogni canzoncina per fare esercizio di coordinazione con Giulia. La patologia La meningite è de;inita come un'in;iammazione delle meningi che si caratterizza per un numero abnorme di globuli bianchi nel liquido cerebrospinale. La sindrome meningitica può essere causata da un'ampia varietà di agenti infettivi ed essere anche una manifestazione di malattie non infettive. La meningite batterica è l'infezione più comune e rilevante del Sistema Nervoso Centrale, che può progredire rapidamente e portare a morte o debilitazione permanente, per questo motivo tale infezione provoca giusti;icabili risposte emotive molto forti e intervento medico immediato. A seconda del decorso può essere: FULMINANTE: con evoluzione rapida in coma e stato di shock quasi sempre irreversibile ACUTA: esordio e sviluppo nel corso di ore o di pochi giorni SUBACUTA: decorso lento e insidioso, più prolungato con segni meningei sfumati che talora non richiamano l'attenzione del medico (solitamente causata da bacillo tubercolare oppure da miceti). RICORRENTE: ripetuti episodi anche a distanza che sono espressione generalmente di un difetto dell'ospite, o dell'anatomia locale oppure delle difese antibatteriche immunologiche (es: trauma cranico, pazienti HIV+, ecc). DECAPITATA: forma il cui decorso è attenuato per il precoce intervento con terapia antibiotica. Per esempio la N. meningitidis è molto sensibile agli antibiotici per cui la sintomatologia è attenuata ed è alta la frequenza di falsi negativi nelle indagini colturali del microorganismo. L’avvento e l’uso diffuso degli antibiotici nel trattamento delle meningiti ha ridotto drasticamente la mortalità dovuta a questa malattia. Ciò nonostante, sia la morbilità (da 0.2 a 6 casi per 100.000 all’anno) e la mortalità (da 3 a 33%) delle meningiti batteriche non trattate o trattate in modo inappropriato rimangono alte negli Stati Uniti. La meningite batterica rappresenta un problema importante anche in pazienti ospedalizzati. PATOGENESI DELLE MENINGITI BATTERICHE Ci si può trovare nella condizione in cui non è dimostrabile un processo infettivo localizzato o a distanza dalle meningi, cui attribuire la responsabilità primaria della infezione (non c’è concomitante batteriemia o viremia sistemica). Oppure è evidenziabile una estensione secondaria di una infezione contigua parameningea (otite, mastoidite, ...) o in alternativa, la localizzazione "metastatica", tramite il torrente circolatorio, di una qualsiasi altra infezione (endocardite, pleuropolmonite, nefrite, ecc.). I batteri quindi possono raggiungere le meningi attraverso varie vie: a) Batteriemia sistemica (la più frequente). b) Ingresso diretto dal tratto respiratorio superiore o dalla cute attraverso un difetto anatomico (frattura cranica, meningocele, ...). c) Passaggio intracranico attraverso una venula dal nasofaringe (l’adesione faringea è favorita come nel caso dello Str. pneumoniae dalla capacità di produrre proteasi delle IgA; oppure endocitosi come nel caso dei meningococchi; oppure per via intercellulare con separazione delle giunzioni serrate apicali tra le cellule epiteliali colonnari come nel caso dell’H.in;luenzae). d) Diffusione da focus contiguo di infezione (infezione dei seni paranasali, trasudazione da un ascesso cerebrale, ...). STREPTOCOCCUS AGALACTIAE Lo Streptococco di gruppo B è la causa più comune di meningite del neonato. Lo streptococco beta emolitico del gruppo B noto anche come Streptococcus agalactiae è presente nel 15/20% di donne sane ovvero che non presentano alcuna sintomatologia; questo germe in grado di provocare infezione, può attaccare le vie respiratorie, le vie urinarie e la pelle ma si combatte con antibiotici speci;ici e non presenta complicazioni; sebbene non sia pericoloso se si manifesta in qualsiasi momento della vita e della gravidanza, il problema si presenta se si scopre l'infezione durante la >ine della gravidanza, perchè l'infezione se trasmessa durante il parto da madre a ;iglio può avere conseguenze molto gravi sul neonato, proprio per questo a misura preventiva intorno alla 28a settimana di gestazione, attraverso coltura di cellule prelevate tramite tamponi vaginale e rettale, se ne ricerca il batterio, e ancora verso la 37a settimana e in;ine al momento dell'accettazione per il ricovero al momento del parto; in questo modo, se si rileva la presenza del batterio, si attua immediatamente terapia antibiotica che riduce le possibilità che il neonato durante la discesa nel canale del parto contragga l'infezione, che può essere generalizzata o manifestarsi con polmoniti e meningiti. Anche se spesso l'infezione si presenta senza sintomi nella gestante, alcuni segni di streptococco possono essere febbre, malessere riconducibile ad una banale in;luenza e tuttavia ci sono anche alcune altre situazioni che fungono da spia: quando per esempio dall'esame delle urine o nell'emocromo si evidenzia un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi), o nelle urine batteri sospetti, il ginecologo prescrive l'urinocoltura che ricerca speci;icatamente lo streptococco b e della quale presenza ne dà conferma l'esito positivo del tampone vaginale e/ o rettale. Il tampone si effettua prelevando dei piccoli campioni di secreti vaginale e rettale, attraverso dei sottili e lunghi bastoncini simili a dei cotton‐;ioc, il materiale prelevato va inviato in laboratorio dove si esegue la ricerca del germe ed entro 48 ore si hanno gli esiti. Nel caso l'esito sia positivo si prescrive terapia antibiotica orale mentre se il tampone risulta positivo al momento del parto, si interviene con terapia antibiotica per via endovenosa o intramuscolare, più rapida e diretta. L'infezione può causare la rottura prematura delle membrane durante la gravidanza. Purtroppo non esistono dimostrazioni scienti;iche che il parto con taglio cesareo diminuisca le probabilità che il feto contragga l'infezione durante la nascita quindi è raro che il ginecologo decida di intervenire con taglio cesareo elettivo. Infatti la trasmissione dell'infezione avviene in utero poco prima del parto, attraverso le membrane rotte; inoltre, maggiori saranno i sintomi nella mamma e più sarà aggressiva l'infezione nel neonato. Ci sono anche altri fattori che aggravano la possibilità di contaggio materno‐ fetale e sono: ‐ rottura delle membrane prima delle 37 settimane, ‐ parto dopo 12/18 ore dalla rottura delle membrane; ‐ rialzo della temperatura materna durante il travaglio; ‐ precedente ;iglio affetto da streptococco beta emolitico di gruppo B; Nel neonato sebbene siano state attuate le terapie antibiotiche prima del parto direttamente alla mamma e dopo la nascita al neonato stesso, entro le prime 72 ore di vita, l'infezione si può manifestare con problemi respiratori quali tachipnea e dispnea, cianosi, ipotensione, tachicardia e iperpiressia, alta irritabilità e scarsa alimentazione. Solo raramente i sintomi si presentano entro i sei giorni dalla nascita celando un'infezione molto grave, la meningite, che si manifesta con questi segni: il neonato appare assente, con scarsa vitalità, piange tanto, ha dif;icoltà ad alimentarsi, vomita continuamente e appare pallido con chiazze diffuse nel corpo. In questo caso il prelievo del liquor celebrospinale servirà a confermare o no la diagnosi ed attuare, in caso di positività, la terapia atta a combattere l'infezione, che spesso è mortale ma in alcuni casi è superabile senza che lasci neanche danni cerebrali. Al momento della nascita comunque il neonatologo effettuerà un'accurata visita del piccolo compresi i tamponi per la ricerca del batterio e nel caso di positività inizierà subito a somministrare la terapia anche al piccolo Negli Stati Uniti questo microrganismo incide per il 3‐6% dei casi con una mortalità che varia dal 12 al 27%. Il rischio di trasmissione dalla madre al suo bambino è aumentato quando l’inoculazione del microrganismo e il numero dei siti di colonizzazione materna sono alti; lo Streptococco di gruppo B è stato isolato dalle colture vaginali o rettali del 15‐40% delle gravide asintomatiche. La trasmissione orizzontale è stata anche documentata attraverso il contatto delle mani del personale infermieristico con i bambini. Molti casi di meningite neonatale sono causati dal sottotipo 3 e si veri;icano dopo la prima settimana di vita. Il gruppo B può causare meningite anche negli adulti e la sua incidenza appare in aumento. I fattori di rischio per gli adulti comprendono l’età oltre i 60 anni, il diabete mellito, il parto, le cardiopatie, le vasculo‐collagenopatie, le neoplasie, l’alcolismo, l’insuf;icienza epatica e renale, la terapia steroidea; malattie manifeste sono state osservate nel 43% dei pazienti. La meningite pneumococcica può essere più frequentemente osservata negli adulti, incidendo per il 13‐17% di tutti i casi di meningite negli Stati Uniti ed associandosi ad una mortalità del 19‐26%. I pazienti spesso presentano foci di infezione pneumococcica distanti o contigui, come polmonite, otite media, mastoidite, sinusite ed endocardite. Una infezione grave può essere osservata in pazienti con varie condizioni cliniche latenti, i n c l u s a l a s p l e n e c t o m i a o l ’ a s p l e n i s m o , i l m i e l o m a m u l t i p l o , l’ipogammaglobulinemia, l’alcolismo, la malnutrizione, le malattie croniche epatiche o renali, le neoplasie e il diabete mellito. Inoltre lo Pneumococco è il più comune agente di meningite in pazienti che abbiano riportato una frattura della base cranica con fuoriuscita di liquido cerebrospinale. Presentazione e storia clinica di Giulia Giulia nasce il 21 dicembre 2009, è nata a 38 settimane di età gestazionale da parto spontaneo con eventi perinatali nella norma. In data 7/1/2010 alle ore 01:00 la madre Maria ha notato che la bambina appariva soporosa e ri;iutava l’alimentazione. Temperatura corporea 35° C, durante la notte la piccola è diventata lamentosa e grigiastra, pertanto la mattina è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Napoli ed è stata ricoverata in neonatologia. Durante il ricovero ha presentato crisi convulsive ripetute, trattate con Fenobarbitale e Diazepan (proprietà anticonvulsonanti). Gli esami di laboratorio hanno mostrato aumento degli indici di ;logosi con leucopenia (diminuzione del n° di globuli bianchi circolanti). Considerato il quadro clinico ha praticato puntura lombare ed ha iniziato terapia antibiotica. La liquorcultura e l’emocoltura ( arrivate il giorno dopo) sono risultate positive per STREPTOCOCCUS AGALACTIAE. La sera Giulia ha presentato depressione cardiorespiratoria, per cui è stata intubata, praticato massaggio cardiaco esterno ed ha ricevuto adrenalina per via endotracheale. E’ stata poi trasferita al reparto di terapia intensiva neonatale del Fatebenefratelli di Napoli. Aree di problematicità Area motoria Area cognitiva Area affettiva – relazionale Referti dell’Ospedale Santobono di Napoli A 12 mesi Giulia presenta ritardo psicomotorio lieve, l’indagine della risonanza magnetica ha evidenziato una sofferenza cerebrale diffusa con atro;ia corticale. Dal punto di vista neuromotorio sperimenta marcia autonoma con qualche incertezza. Passaggi posturali autonomi. E’ curiosa, esplora l’ambiente circostante, è attirata da oggetti che non conosce e manipola adeguatamente. Comprende i divieti, gioca a nascondino, mostra di ricordare attività e luoghi conosciuti. Pronuncia una decina di sillabe con signi;icato comunicativo A 20 mesi Giulia effettua il test di sviluppo psicomotorio Brunet‐Lezine all’ospedale Santobono di Napoli con la seguente valutazione: Comportamento caotico, gioco arcaico, interesse agli oggetti proposti durante la valutazione. Migliore l’interazione relazionale a due. Scarso uso del canale verbale. Lieve ritardo di sviluppo psicomotorio prevalentemente sul versante comunicativo ‐ linguistico. A 3 anni Giulia presenta: Iperattività, impulsività, scarsa organizzazione del gioco che è prevalentemente di tipo senso‐motorio, de;icit nell’organizzazione spaziale, de;icit del linguaggio prevalentemente sul versante espressivo, repertorio limitato di parole, assenza di controllo s;interico. Viaggio alla ricerca delle parole 26\2\2013 1° incontro Il primo approccio per farmi a grandi linee un quadro di chi avevo difronte è avvenuto attraverso la tammorra, con la quale prima gli ho fatto ascoltare il suono stro;inando, tamburellando con le dita e poi percuotendolo convenzionalmente. Il suo momento è arrivato con colpi chiari forti e sicuri sullo strumento. L'ho imitata subito. Ho attirato poi la sua attenzione aprendo un barattolo con dentro della pasta che abbiamo insieme messo nello strumento, prima un pezzo alla volta e poi anche più di uno contemporaneamente. Nel rimetterli nel barattolo ad un pezzo alla volta dicevamo a voce sicura i numeri da 1 a 10. Si divertiva a metterli fuori dal barattolo e sentire me che non andavo avanti con la numerazione rimanendo sempre sulla stessa cifra, ;inché non eseguiva il movimento richiesto. Con la pasta che rotolava nella tammorra cercavo di imitare il mare. Nella tammorra abbiamo fatto saltare anche una pallina, era felice. Successivamente abbiamo giocato con dei campanellini, se li è portati verso la bocca per sentirne la consistenza. Il triangolo ed il piccolo battente l'hanno impegnata per poco. Molto interessante la prima conoscenza del glockenspiel(metallofono) intanto per aprirlo c’era da pronunciare una parola magica che era “bella stella” altrimenti lo strumento non si apriva. Lo strumento però si richiudeva all’ improvviso e quindi bisognava ripronunciarla. Lei ad certo punto mi dice " be a e a". Ha suonato con i due battenti in maniera convenzionale e ciò come si fa di solito. Sull’ arpeggio maggiore ho scritto un testo legato alle poche parole che pronuncia. Coco e mamma sono belli! Le parole che Giulia pronuncia bene sono veramente poche, e bisogna lavorare su questo: Mamma, Cocò e Gol e imita benissimo il suono di alcuni animali come la papera. 12\3\2013 2° incontro Le parole di Giulia sono aumentate: Sì, CACCA, PIPì, CIAO(AO) Il setting di strumenti per questo secondo incontro è stato lo stesso. Mi sono fotocopiato le parole del metodo Gleen Doman che utilizzo già per mio ;iglio di 8 mesi. Ho aggiunto però alcune parole che sono già nel mondo di Giulia, come Cocò che è il modo con cui chiama il fratellino Vincenzo di 5 anni, Gol, Ciao e Pappa. Il risultato dell’esercizio di coordinazione arriva quasi subito, la parola ancora non è scandita bene, ma l’esercizio di coordinazione è in pieno atto. Come nel primo incontro per compiere un’azione bisogna pronunciare la parola magica che oggi è pronunciata meglio “bea ella”. Per altre azioni gli ho fatto vedere scritte anche altre parole come BABBO, PAPPA, CIAO. Il sorriso e lo sguardo di Giulia quando gli ho fatto ascoltare il Cd del CML è una di quelle cose che ti porti dietro per sempre. Fino ad allora non avrebbe mai immaginato il collegamento con me e con l’ascolto del cd di suo gradimento. Sembra volermi dire, che bello lo conosci anche tu! Durante l’ascolto di Cinesin cerca di imitarmi quando gli mostro gli occhi del cinesino e gli occhi del pesciolino Ma in maniera rapida si dirige verso il metallofono, lo percuote anche con una discreta precisione ritmica, la mia risposta è pronta percuotendo con un battente la tammorra. Dopo uno scambio ritmico, ad ogni colpo comincio a scandire con voce sicura una parola. BABBO, BABBO, BABBO…. Lei mi guarda ;isso per 2 secondi ed infastidita si dirige verso la borsa degli strumenti. Ho notato che per lei l’esercizio di coordinazione dell’emissione di una parola è faticoso, e svolto ripetutamente non è di suo gradimento. Ma la mia costanza ed il tempismo giusto, dovranno af;inarsi sempre di più. 21/03/2013 3° incontro Giulia è contenta degli incontri. Prepariamo insieme la stanza con le casse e l’ ipod per ascoltare il cd. Mettiamo un sottofondo musicale per la costruzione del nostro strumento, valzer di Tchaikovsky e costruiamo uno strumento con due contenitori di plastica della pasta e dello scotch. Diamo un nome allo strumento e lei lo chiama "Bi". Ci gioca per un attimo ma poi fa subito altro. Ascoltiamo bella stella, mi guarda fare il binocolo ed imitandomi si mette completamente la mano aperta sugli occhi, non vedendo più nulla un pò si scoraggia e non ci riprova più. Tento di fargli vedere il resto della coreogra;ia ma invano. Passo a "col legnone" che la coinvolge parecchio. Eseguiamo la coreogra;ia con un unico legnone, l'aiuto indirizzandola nei movimenti. È molto felice di fare brum brum ed andate su e giù quasi rimanendo sospesa in aria. L'ho mandata di proposito dalla mamma prima a chiedergli se ci dava le parole(glenn doman)per giocare. Lei si è sforzata molto per farsi capire dicendo “mamma” e poi indicava con il dito la sua bocca, come a voler dire Armando a chiesto di darmi ciò che si dice con la bocca. Come parola nuova Giulia dice acqua, ed infatti in una seconda volta mando Giulia dalla mamma a chiedergli se mi portava un bicchiere d'acqua. Lei va con tutte le buone intenzioni ma non riesce a costruire le parole dell’intera frase. Per adesso miro all'esercizio ed alla ripetizione della funzione coordinativa, immaginare come poter fare e come organizzarsi per poter parlare. In questo gioco, punto al processo mentale immaginativo che fa Giulia nel momento in cui sta per arrivare davanti alla mamma. In quel corridoio prima della cucina avviene ciò che ci interessa. Quello che dice ha poca importanza per adesso, l’importante è ciò che pensa così che l’esercizio di coordinazione prende vita. 28/ 03/2013 4° incontro Oggi e stato un incontro un po’ speciale visto che Giulia aveva la febbre e quindi non si doveva fare l’incontro. Ma, vedendo che avevo la borsa con gli strumenti si è diretta verso di loro facendomi capire che voleva che andassimo nella stanza dove di solito ci incontriamo a fare il nostro solito laboratorio. E’ stato bello vedere la sua volontà nel non mancare al nostro incontro, gli ho fatto conoscere qualche strumento nuovo che lei ha provato divertendosi visto la presenza anche del fratellino ed anche di suo padre Antonio. Il metodo Doman sta dando i suoi risultati con la costanza della madre nel far visualizzare le parole durante la settimana. I genitori hanno preso atto che lei adesso riconosce benissimo già qualche parola come ad esempio la parola Gol. Non si è capito ancora se le altre, visto l’enorme sforzo che fa per elaborarle, veramente non le riconosce oppure per pigrizia non riesce a concentrarsi con maggiore attenzione. Sono processi nuovi che comportano molto dispendio di energia per lei. Solamente la costanza ed il tempo ci possono aiutare nel comprendere questa situazione. Questa settimana c'è la novità che adesso Giulia dice benissimo la parola papà iniziamo ad attivare le prime connessioni tra messaggio dal cervello ed apparato fonatorio. Naturalmente la presenza di elementi di distrazione come il fratellino ed il padre non mi hanno permesso di lavorare concretamente sulle canzoncine di repertorio, poi la sua condizione febbrile, anche se di poco, non ha aiutato. La presenza di Antonio, il padre, l’ha utilizza come veicolo per coccolarsi un po’ e per fare la malaticcia, quindi oggi ha lavorato pochissimo. Al suono di uno strumento molto particolare, il vibratone, ha chiaramente suscitato in Giulia un senso di stupore. L'ha fatta divertire tanto l'espressione sua a questo strumento è stata di “wooooo”! Una piccola interazione l’abbiamo avuta con la pallina, ho accennato la canzoncina dell’ometto naturalmente variandola un po’ cercando di fargli capire bene il su ed il giù, quindi l’ometto lanciava questa pallina prima su e poi la riprendeva durante la discesa. La pallina naturalmente poi si poteva dirigere anche sulla testa, sia sua, sia del fratellino, sia mia, e sia del padre. Questo gioco l’ha divertiva tantissimo e l’ho sfruttato cercando di sottolineare i termini palla, testa, su, giù, gira rigira. 11/ 04/ 2013 5° incontro L’incontro si è svolto sempre a casa di Giulia, facciamo il laboratorio sempre dopo il riposino pomeridiano. Ci mette un po’ a carburare ma poi è stesso lei che si dirige verso la borsa degli strumentini per chiedermi di ritirarci “nelle sue stanze” per fare musica. Abbiamo lavorato poco, ma c’è stata una buona interazione verbale tra di noi. Giocando con la pasta versata nella tammorra, quindi esplorando tutte le possibilità sonore da creare, gli ho esclamato: Giulia che dice se ci cuciniamo un po’ di pasta e facciamo ;inta che la nostra tammorra diventi una pentola? Lei mi guarda interdetta, ed io gli dico: adesso ci cuciniamo…. Io)La pasta al pomodoroooooo! Ti piace? Giulia) Tiiiiiiiii Ha risposto con una gioia in volto ed una energia per me spiazzante ed anche emozionante. Poi… Io) oppure panna e prosciutto! Giulia) Tiiiiiiiii Io) Adesso cuciniamo la pasta con il mais! Giulia) Tiiiiiiiiii Di sottofondo ai nostri giochi ci sono sempre le canzoncine del repertorio CML, Giulia le ascolta in continuazione ed ho saputo che in auto quando parte “Camminando lento lento” appena parte la canzone comincia ad urlare Tiiiiiiii! Anticipando il ;inale della canzone che termina con un sonoro “ SI” Successivamente oltre questa breve comunicazione non c’è stato niente di rilevante 25/ 04/ 2013 6° incontro Ho dato indicazioni ai genitori di Giulia sul metodo Gleen Doman. Lavorare sulla costanza della visualizzazione di parole è necessario af;inché l’esercizio della sincronizzazione sia svolto sempre con più frequenza, creando in seguito naturalezza nello svolgere questa funzione. Aimè però non sono tanto diligenti in questo, i mille impegni, il tempo è sempre poco, l’affanno della routine quotidiana lascia poco spazio a tutti, alla ;ine si tende sempre a trascurare le cose più importanti. Cercherò di far capire meglio l’importanza dell’esercizio ed anche il senso di educazione nello svolgere delle azioni quotidiane. Oggi pensavo di non fare laboratorio, Giulia al risveglio non mi è venuta nemmeno a salutare. Quando mi ha visto, anzi è scappata. Naturalmente sono quello che la fa lavorare, che gli porta fatica al cervello, gli attiva connessioni diverse dal solito, utilizzate molto di rado. Sono rimasto in silenzio attendendo, dopo un po’ di coccoline con la mamma e con il papà ancora una volta è stata lei a chiedermi di cominciare il laboratorio. Oggi ho portato con me tutta la valigetta del CML, e la novità ha portato cose interessanti. Col violino e l’arco gli ho mostrato la posizione di come suona un violinista ed ho incominciato a cantare “ Lumachina tira l’arco lentamente in giù, poi lo spinge……Su” Con le dovute pause molto teatrali gli ho strappato qualche sorriso quando l’arco tornava “Su” Adesso era la volta di far provare lei, quindi violino sulla spalla ed arco impugnato a mò di bastone, si è concentrata molto per far scorrere l’arco nel binario cercando di non farlo deragliare, era molto divertita quando era il momento di far saltare l’arco prima sullo strumento, poi sulla spalla e poi sulla testa. Non c’è stata nessuna espressione vocale ma seguiva con molta attenzione la mia sillabazione molto articolata sottolineando bene il sù ed il giù. Lo proporrò in seguito per vedere i risultati. E’ il momento delle castagnette che oggi si erano magicamente trasformate in conchiglie con all’interno perle preziose. Siamo riusciti ad interagire battendo a tempo la conchiglia mentre io cantavo, “camminando passeggiando dò un bacino alla conchiglia” Smack, alla ;ine della passeggiata un bacio faceva avvicinare le due conchiglie una tenuta da me e l’altra da Giulia. Anche se per poco ha portato molto bene il tempo da me proposto. Arco e cursore. Più che far girare il cursore era incuriosita nel cercare di far entrare l’arco in un buco così stretto, non sempre ci riusciva. Anellino, durante la presentazione della canzoncina era molto attenta ai movimenti delle mie mani. Momento molto bello quando l’anellino invece di passare tra le mie dita si alternava con le sue. I nostri curiosoni si sono incontrati ed il momento di contatto prima del passaggio dell’anello è stato molto intenso. Sono riuscito a farlo solo con un dito, poi a Giulia bisogna proporre subito un'altra cosa. La sua attenzione va conquistata ogni volta. 16/05/2013 7° incontro Sono passati circa venti giorni dal nostro ultimo incontro. Sono contento che la mia assenza non sia passata inosservata, quando Giulia mi ha visto, mi ha subito preso per mano facendomi capire che voleva andare nella sua stanza per giocare con la musica. Ha preso la borsa con lo strumentario ed ha iniziato a svuotarla, io la osservavo. Ha cominciato ad aprire il barattolo con all’interno la pasta e la riposta in un contenitore di plastica bello grosso, costruendo il suo Ocean Drum. Lo agitava da destra a sinistra e dall’alto al basso scandendo per pochi secondi un ritmo ben de;inito. Ho preso le castagnette del corredo Cml ed ho cominciato ad accompagnarla creando un insieme interessante. Successivamente ci ha giocato lei con le nacchere, ad attraverso curiosone e cane scandiva un ritmo e si divertiva ad ascoltarsi. Mentre lei giocava ho acceso la musica con la prima canzoncina del Cd “ Il violino suona senti com’è bello”, mi ha fatto un sorriso compiaciuto ed alzandosi mi ha raggiunto accanto alle cassa. Si è abbassata verso la fonte sonora ed ha posto l’orecchio vicinissimo alle casse godendosi una canzoncina a lei molto familiare poiché l‘ascolta quotidianamente in auto. E’ adesso il turno di “bella stella”, l’ha ascoltata tutta e poi gli ho spiegato ancora una volta la coreogra;ia, era molto divertita quando la guardavo attraverso i miei binocoli ma non mi ha imitato. Dall’ ipod ho acceso il registratore ed ho registrato la mia voce con l’inizio di bella stella, avevo conquistato la sua attenzione. Oggi Giulia era particolarmente calma, attenta e molto gentile nei modi ed anche nel toccarmi e mentre mi chiedeva di fare qualcosa che lei voleva. Era anche molto raffreddata e stavo in continuazione ad asciugargli il naso. Era stesso lei che mi chiamava quando ne aveva bisogno. Cominciamo a giocare a registrare e a risentire la nostra voce, è stato un momento molto divertente. Ad un certo punto gli ho chiesto di fare una dedica al suo papà che era in soggiorno, dicendo: Papà ti vogliamo tanto bene. Ha fatto del suo meglio è stato un momento culmine del laboratorio di oggi. Si è concentrata e mi guardava attentamente le labbra per cercare di imitarmi, non l’ho mai vista così concentrata. Ha registrato la sua versione, dando il meglio di sé, dicendo “papa t vo t bene” Abbiamo poi preso violino ed arco giocando con la canzoncina della lumachina, poi nella posizione del violoncello che gli veniva anche più facile. Gli ho mostrato legnone ed arco, che ho poi in;ilato nel buco. Prima ha tirato l’arco in maniera non convenzionale, teneva il legnone con due mani e con l’arco tra i denti andava su e giù poi successivamente l’ho aiutata e direzionata verso un uso corretto degli oggetti. Alla ;ine del laboratorio non voleva che andassi via, insisteva che restassi a giocare con lei, Giulia oggi era di una dolcezza indescrivibile. 23/ 5 / 2013 8° incontro Che bella l’accoglienza di Giulia quando non riesce a contenere la voglia di giocare con me e fare il laboratorio di ricerca delle parole. Ha cominciato come al solito svuotandomi tutte le borse che avevo portato con me, compreso il mio borsello con documenti, agendina, telefono, bigliettini da visita, ipod, chiavi della macchina. Era tutto sparso sul tappeto con la completa soddisfazione di Giulia. Ha svuotato anche la borsa di strumenti ed ha iniziato a farne suonare qualcuno. Ho catturato la sua attenzione con le nacchere, tenendole con “ Cane e Spilungone” le ho cominciato a cantare “ Camminando passeggiando vengo a prendermi un bacino” Smack ( Bacio tra le due nacchere, naturalmente molto sonoro e teatrale) torno indietro senza fretta e ritorno dalla mamma. Ha preso poi lei una castagnetta ed abbiamo cominciato a farlo insieme, ritmando al tempo giusto della canzone Vedendo tutti gli oggetti che erano davanti ai nostri occhi, ho pensato di giocare un po’ sulla sillabazione dei loro nomi e vedere che succedeva. Nel mio completo stupore Giulia ripeteva l’articolazione giusta di tutte le parole, se a due a tre o a quattro e ;inanche a cinque sillabe. Naturalmente scandiva le sillabe ed approssimativamente cercava di imitare il suono delle parole, avvicinandosi ad alcune anche alla pronuncia giusta. Invece di altre più dif;icici come “ Ca‐mpa‐ne‐lli‐no” inventava di sana pianta una sillabazione tutta sua, molto artistica. E’ stato divertentissimo e sia io che Giulia non siamo riusciti a trattenere le risate nell’ascoltare delle cose molto curiose che venivano fuori. L’esercizio della mente indirizzato nello speci;ico all’articolazione delle parole stava avvenendo ed in più svolgeva anche un processo in più che è quello di astrazione ed espressione artistica personale. E’ curioso il modo in cui mi chiama Giulia, qualche volta “Arma” e qualche volta “ Do”. Abbiamo rifatto la canzoncina della lumachina sul violoncello, l’arco lo voleva tirare rigorosamente da sola senza alcun aiuto. Dalle varie cose tirate fuori dalla mia borsa c’era un block notes e lo abbiamo utilizzato per disegnare una “Bella Stella”, e scrivere la parola “Ciao” E’ continuato anche il gioco della registrazione, ho proposto oggi di salutare il Papà dicendo appunto “ Ciao Papà” e Giulia con enorme sforzo e concentrazione di più muscoli ha ripetuto “ iao pa pà” Durante questa sua operazione molto faticosa Giulia mi guarda attentamente le labbra e la bocca e cerca di emulare i miei movimenti. L’esercizio dovrebbe essere quotidiano e costante, ma noto che quando Giulia concede la sua completa attenzione, entrano in movimento muscoli del suo volto e della bocca che hanno bisogno di fare molto esercizio, sembrano poco abituati. 14/06/2013 9 incontro Continua l'appuntamento con Giulia ed è sempre entusiasta di giocare con me con la musica. Il suo approccio al materiale portato e sempre molto irruento e desidero di fare tutto e subito. Con Giulia sto cercando di fare anche un lavoro speci;ico per la respirazione come ad esempio respirare e insuf;lare nell'armonia. Quando riesce ad ottenere un suono è sempre molto contenta e sorridente. Quando prende ed apre il metallofono lo suona con molta vemenza colpi secchi e molto forti, cerco prima di imitarla e poi di ridurre la quantità sonora con sfumature più piano e glissati ascendenti e discendenti cercando di incuriosirla. Ho portato con me oggi dei numeri di forma gigante( come quelli per neonati)in modo da cercare di esercitarci a chiamarli. Sillabicamente a cercato di imitarmi non riuscendo però a nominarli in maniera corretta solo il numero 3 è riuscita a dire giusto. Questa settimana Giulia ha svolto dei test cognitivi con esito poco soddisfacente. La mamma Maria mi racconta però che era distratta, e non voleva svolgere i compiti che gli chiedeva una dottoressa che Giulia non aveva mai visto. Non voglio dare giudizi ma conoscendo la testardaggine di Giulia credo che non abbia preso in simpatia la dottoressa. Il laboratorio si è poi concluso con Giulia che tentava di manipolare l’ipod, cambiando canzoncina e curiosando tra le applicazioni che incontrava. Questo è stata il mio ultimo incontro con la dolce Giulia, avrei voluto fare di più ma non sono riuscito a liberarmi per poterla incontrare ancora. Sono contento di aver attivato dei processi interessanti sia per lei che per i genitori che hanno appreso dei metodi nuovi per poter interagire con lei in chiave più speci;ica alle esigenze della piccola. Conclusione Il tempo da dedicare a Giulia deve avere una costanza giornaliera, la ripetitività di rituali che possono essere esercizi di articolazione, sillabazione e ritmicità delle parole che attirano la sua attenzione. Questi esercizi in chiave di gioco la divertono molto, lasciando spazio anche al suo spirito allegro ed artistico. Questo mio percorso è voluto essere anche da aiuto a mamma Maria e papà Antonio, dando dei mezzi anche a loro per poter aiutare speci;icamente Giulia nel suo esercizio giornaliero. L’amore e la caparbietà della mamma sono stati di esempio per me dell’invincibilità di un genitore. Mi sono avvalso anche dell’aiuto del metodo di Gleen Doman per l’esercizio giornaliero delle parole, sono certo che Giulia riscontrerà giovamento di questa “palestra” nel momento in cui riuscirà a enunciare correttamente le parole e immediatamente troverà il riscontro di come scriverle. Vai mamma Maria vai papà Antonio, le insormontabili dif;icoltà, da voi già superate, sono da esempio a tutti noi. Non vi fermate mai così che Giulia possa, anche se le comporterà enorme sacri;icio, ringraziarvi per tutta la vita. Con amore Armando. Bibliogra>ia - Grammatica della fantasia Gianni Rodari Einaudi ragazzi - Suoni e musiche per i piccoli Mauele e Azzolin Erickson ‐ Crescere con la musica Shinichi Suzuki Carisch ‐ Suonare come parlare Elena Enrico Musica pratica ‐ Songwriting Tony Wigram Ismez ‐ Improvvisazione Tony Wigram Ismez La nuova musicoterapia R. O. Benenzon G. Wagner De Gainza ed. Il Minotauro