s eventi di Alberto Moretti Redaelli Wire Ropes Un passeggero... eccezionale È difficile definire diversamente una bobina da 68 t destinata a operazioni sottomarine off-shore, da trasportare per via aerea dall’Italia alla Norvegia. È quanto è successo per l’allestimento di una gru installata su una nave appoggio ed equipaggiata con una fune speciale realizzata da Redaelli Wire Ropes g RIS luglio/agosto 2006 20 iderurgia e meccanica sono da sempre due punte di diamante dell’industria nazionale, che in questi ambiti può vantare interpreti d’eccezione. Non è un caso, quindi, che siano numerose le imprese italiane ad essere impegnate come fornitrici di materiali e tecnologie in contesti operativi che richiedono il massimo in termini di qualità, prestazioni e affidabilità. Ed è proprio questo che è accaduto nell’interessante caso presentato in queste pagine: un’azienda di riconosciuto prestigio, Redaelli Wire Ropes (divisione del Gruppo S Redaelli) alle prese con una fornitura di notevole complessità tecnica e logistica: la realizzazione di una fune speciale per impieghi off-shore ad alte profondità. UN LAVORO DA SPECIALISTI Il Gruppo Redaelli è specializzato nella produzione e nelle applicazioni dei fili e delle funi d’acciaio fin dal 1819. I principali rami di attività in cui il Gruppo è impegnato sono demandati a specifiche divisioni: Redaelli Wire Ropes, con sede a Gardone Valtrompia (Bs), si occupa della produzione di funi speciali per sol- levamento industriale, trasporto di persone e materiali, industria petrolifera e mineraria, ponti e strutture sospese, ascensori, marina e pesca, trefoli per linee elettriche; Redaelli Tecnasud, sita a Caivano (Na), specializzata nella produzione di fili, trecce e trefoli per cemento armato precompresso, fili e trefoli per ponti e strutture sospese; Sodetal, infine, filiale francese del Gruppo localizzata a Tronville, realizza cordicelle in acciaio per produttori di pneumatici, fili di acciaio per taglio wafer al silicio, fili di acciaio ad alto contenuto di carbonio. A tali realtà si affiancano Teci, organizzazione di distribuzione sul territorio nazionale di funi di acciaio, catene e nastri e di una vasta gamma di accessori per il sollevamento industriale, e la sua divisione Tensoteci Engineering, che svolge opera di consulenza, progettazione e produzione di funi in acciaio per tensostrutture tra cui impianti sportivi, ponti, passerelle strallate e sospese, coperture di grandi spazi aperti e chiusi. Nei mesi scorsi la Redaelli Wire Ropes ha gestito un’importante commessa - la produzione e consegna di una bobina di fune speciale antigiro, destinata all’impiego sottomarino ad alte profondità - per la società norvegese DOF, fornitrice di servizi tramite una propria flotta navale noleggiata a industrie petrolifere o a contractor incaricati della realizzazione di strutture offshore. UNA SFIDA IMPEGNATIVA La commessa s’inserisce nel quadro di un’operazione di riconversione che ha interessato una delle navi della flotta DOF, la Skandi Neptune, oggetto nel 2005 di un massiccio intervento. Originariamente adibita alla posa di cavi sottomarini e perciò caratterizzata da una specifica configurazione, la nave ha subito una serie di importanti modifiche finalizzate alla sua trasformazione in nave appoggio per costruzioni e operazioni off-shore sottomarine. La riconversione ne consentirà l’utilizzo per operazioni quali l’abban- dono/recupero di tubazioni e la posa di vere e proprie strutture, in particolare destinate all’industria petrolifera, così come il supporto di altre navi per la costruzione di piattaforme off-shore permanenti o semipermanenti. In questo quadro s’inserisce l’equipaggiamento della Skandi Neptune, attualmente noleggiata alla società SubSea 7, con una gru fabbricata da un costruttore norvegese di primo piano, acquisita due anni or sono da un Gruppo americano. Il suo allestimento ha richiesto l’installazio- Il cavo Flexpack antigirevole a bassissima rotazione e altissima capacità di carico realizzato da Redaelli Wire Ropes ha un diametro complessivo di 70 mm Il gruppo fune–bobina ha un peso complessivo di 68 t, di cui 60 t per la fune e le restanti 8 t per bobina e capocorda Due barre in acciaio sono state posizionate sulle corsie di scorrimento della rampa per agevolare lo scivolamento della bobina e limitarne l’attrito luglio/agosto 2006 RIS 21 k s eventi ne di una fune dalle caratteristiche idonee ad un impiego fortemente impegnativo come quello sottomarino ad alte profondità; la sua realizzazione è stata quindi commissionata alla Redaelli Wire Ropes in virtù della grande esperienza maturata dall'azienda lombarda in questo particolare settore. LA FORNITURA Le applicazioni off-shore comportano la necessità di utilizzare funi in acciaio di caratteristiche molto particolari. Negli impieghi ad alta profondità, infatti, il peso stesso del cavo rappresenta un notevole carico, che va a sommarsi a quelli implicati dalla tipologia di operazione in corso: ne deriva l’esigenza di un sovradimensionamento del cavo stesso, con una sezione in grado di sopportare carichi di rottura particolarmente elevati. Per soddisfare tali richieste, Redaelli Wire Ropes ha realizzato nel proprio stabilimento di Gardone Valtrompia una fune speciale, avvolta in una bobina di dimensioni particolarmente compatte per agevolarne il trasporto. Si tratta di un cavo Flexpack antigirevole a bassissima rotazione e altissima capacità di carico, del diametro complessivo di 70 mm, con anima in acciaio indipendente, per una lunghezza totale di circa 2.600 m, caratterizzato da una capacità di carico di 4.454 kN equivalente a una forza minima di rottura pari a 454 t. Destinata ad impieghi in profondità marine importanti (oltre 1.5002.000 m), la fune è realizzata con avvolgimento dei trefoli in senso parallelo, soluzione atta a migliorarne l’avvolgimento su tamburi multistrato ed evitare problemi di usura e abrasione reciproca tra i trefoli, garantendo al tempo stesso un’elevata resistenza anche in condizioni di forte carico laterale. Il gruppo fune–bobina, caratterizzato da un peso complessivo di 68 t di cui 60 t per la fune e 8 t per bobina e capocorda - è destinato all’installazione su una gru montata a bordo della Skandi Neptune. g RIS luglio/agosto 2006 22 Una volta in opera, la fune potrà svolgersi o direttamente dalla bobina sull’argano, con una tensione massima applicata alla fune di 5 t, o dalla bobina su un cabestano intermedio e, quindi, sull’argano della gru stessa. La fune, commissionata nel mese di gennaio 2006, è stata approntata in tempi molto rapidi grazie alla collaudata struttura produttiva di Redaelli Wire Ropes, oggi in grado di realizzare cavi e bobine di peso lordo complessivo sino a 200 t. Già alla metà di maggio, infatti, il gruppo cavo–bobina era pronto ad affrontare l’ultimo cruciale passaggio prima della definitiva entrata in servizio: il trasporto sino al cantiere di allestimento. Per il trasporto della bobina in aeroporto è stato utilizzato un semirimorchio a 8 assi Capperi, agganciato a una motrice Iveco Eurotrakker 520 Posizionamento del rimorchio in corrispondenza della rampa approntata per il trasferimento della bobina sul velivolo s eventi LE OPERAZIONI DI TRASPORTO I pesi e le dimensioni coinvolte hanno imposto un attento studio delle modalità di trasporto e la scelta di attrezzature e veicoli idonei a garantirne lo svolgimento in condizioni di assoluta sicurezza. In particolare, al fine di agevolare il carico e consentirne il trasferimento per via aerea, Redaelli Wire Ropes ha utilizzato una bobina di dimensioni molto compatte, appositamente progettata per questo tipo di applicazioni, il cui ingombro, una volta completata di armature, è limitato a 3,3 m in altezza per 3,2 m in larghezza. La scelta del velivolo è caduta su un classico protagonista del trasporto aereo con una consolidata esperienza di servizio: un Antonov 124-100, della capacità di carico di ben 120 t, che si è fatto preferire per le generose dimensioni del vano di carico interno (1.160 m3, per una lunghezza di 36,5 m, larghezza di 6,4 m e altezza di 4,4 m). Una volta individuato il velivolo, rimaneva da risolvere il non trascurabile problema del trasporto della bobina presso la struttura aeroportuale di partenza. Le operazioni sono state in questo caso affidate alla società specializzata Züst Ambrosetti, che ha gestito il trasporto tramite la Noventa Trasporti Eccezionali di Brescia. Date le caratteristiche del carico, per il trasferimento si g RIS luglio/agosto 2006 24 Il trasferimento della bobina sulla rampa è avvenuto per mezzo di due autogrù EuroGru Amici, della portata rispettivamente di 70 e 130 t. Sotto, fasi del carico della bobina sul velivolo è deciso di utilizzare un semirimorchio ribassato modulare Capperi a 8 assi agganciato a una motrice Iveco Eurotrakker 520 a 4 assi, su cui è stata caricata la bobina e assicurata per mezzo di catene. Una volta raggiunta l’aerostazione, il rimorchio è stato posizionato in corrispondenza di un’apposita rampa approntata per consentire il trasferimento sul velivolo; due barre di acciaio inossidabile, realizzate su misura, sono state posizionate sulle corsie di scorrimento della rampa stessa, al fine di agevolare lo scivolamento della bobina e limitare l’attrito dovuto ai consistenti pesi in gioco. Ha quindi avuto inizio il trasferimento vero proprio della bobina, sollevata dal semirimorchio e posizionata sulle barre tramite due autogrù - di marchio EuroGru Amici - della portata rispettivamente di 70 e 130 t. Al trascinamento della stessa all’interno della stiva hanno invece provveduto i quattro argani da 12 t l’uno di cui è equipaggiato il velivolo. Questa fase, di particolare delicatezza, ha richiesto notevole attenzione per collocare la bobina nel punto più idoneo del vano di carico, al fine di evitare il prodursi di eccessive sollecitazioni meccaniche a carico della fusoliera. Una volta completate le operazioni di trasferimento, la bobina è stata assicu- rata con reti, cinghie e catene per evitarne lo spostamento durante le operazioni di decollo, atterraggio e virata. Terminate le operazioni di carico, l’Antonov 124-100 è potuto decollare. E non si può dire che fosse con la “pancia piena”. o Al trasporto della bobina all’interno della stiva hanno provveduto i quattro argani da 12 t l’uno di cui è equipaggiato il velivolo, un Antonov 124-100, della capacità di carico di ben 120 t