APPROCCIOALLE METODOLOGIE DELLA DIDATTICA E DELLA VALUTAZIONE L’esperienza della Facoltà di Medicina Documento realizzato dalla Prof. Marcella Cintorino. RIFERIMENTI NORMATIVI DECRETI ATTUATIVI DM 270/04 . . . . 7- Nel definire gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea, le Università specificano gli obiettivi formativi in termini di risultati di apprendimento attesi, con riferimento al sistema di descrittori adottato in sede europea, e individuano gli sbocchi professionali anche con riferimento alle attività classificate dall’ISTAT. Descrittori di Dublino” (così denominati dalla sede del Seminario che ha concluso la loro elaborazione). Descrittori generali di ciclo che mirano a indicare, per ogni titolo appartenente ad un determinato ciclo, le competenze di chi lo acquisisce in termini di: • conoscenze e comprensione • capacità di applicare le conoscenze e la comprensione • espressione di giudizi • abilità nella comunicazione • capacità di studio I risultati dell’apprendimento devono essere espressi non solo in termini di conoscenze attese (come è tradizionale oggi), ma anche in termini di competenze (es. valutazione critica; di comunicazione; linguistiche; di progettazione/calcolo) e di abilità/capacità (di soluzione di problemi; di apprendere). DIPLOMA SUPPLEMENT 1. Dati anagrafici identificativi del laureato 2. Informazioni sul titolo di studio e sull'istituzione che lo rilascia 3. Informazioni sul livello del titolo di studio (ciclo, durata e requisiti di ammissione) 4. Informazioni sul curriculum e sui voti ottenuti dallo studente con informazioni sui requisiti per il conseguimento e il sistema di votazione 5. Informazioni sulle funzioni del titolo di studio (accesso a studi ulteriori, status professionale conferito dal titolo) 6. Altre informazioni o fonti di informazione 7. Certificazione 8. Informazioni sul sistema di istruzione superiore del paese in cui è stato conseguito il titolo. L’INSEGNAMENTO DELLA MEDICINA A partire dagli anni ’50, negli USA, si è assistito alla nascita di una corrente di pensiero (Miller, Abrahmson) nell’educazione medica che mette l’accento sul processo di apprendimento in antitesi a quello di insegnamento e sulla necessità di definire obiettivi formativi che siano misurabili. Grande attenzione è dedicata alla valutazione: viene criticata l’eccessiva importanza data alla verifica della memorizzazione rispetto a quella del processo intellettuale che permette di utilizzare le conoscenze. Ciò ha creato i presupposti per la Pedagogia Medica. Concetti trasferibili anche ad altre discipline Alcuni principi: non esiste un metodo di insegnamento ottimale insegnare non equivale ad imparare Occorre pertanto: prefissare gli obiettivi di apprendimento stabilire le basi di conoscenza minima scegliere le metodologie didattiche idonee scegliere la metodologia di valutazione più idonea PROGETTAZIONE DIDATTICA IL PROGRAMMA DI ESAME E’ la descrizione dell’insieme delle conoscenze che lo studente deve dimostrare di avere acquisito al momento della verifica. Può essere stilato per argomenti (così come l’indice di un libro), ma, più appropriatamente, in termini di conoscenza (sapere, saper fare, saper essere). In questo senso, è utile premettere all’obiettivo di conoscenza: “Lo studente deve essere in grado di descrivere …, illustrare…, fare …., riconoscere…”, ecc.., a seconda della tipologia dell’obiettivo stesso (teorico, teorico-pratico, comportamentale). PRINCIPALI ASPETTI METODOLOGICI LEZIONE APPRENDIMENTO A PICCOLI GRUPPI APPRENDIMENTO PER PROBLEMI LA VALUTAZIONE EDUCAZIONE PERMANENTE E-LEARNING LA LEZIONE Che cosa è una lezione? Un processo definito come “….dare informazioni, generare comprensione e creare interesse” (Brown, 1978). Introduzione: attirare l’attenzione, stimolare, strutturare Sviluppo: spiegare, stabilire collegamenti e variazioni Conclusioni: rivedere e valutare. Perché fare lezione? Tradizione Costi contenuti Possibilità di illustrare con ampiezza e libertà il campo di studio, filtrato dalla propria esperienza, quale deriva anche dall’attività di ricerca nel campo Possibilità da parte dello studente di prendere appunti (da ½ a 1/10 di quello che viene presentato) Tipi di lezione Lezione classica Lezione centrata per problemi Lezione sequenziale Lezione comparativa Lezione a tesi Lezione classica Ampie sezioni secondo un ordine logico, con ramificazioni o relative sottosezioni sviluppate ed illustrate con esempi e conclusa da un breve riassunto E’ adatta per argomenti di carattere descrittivo che rispondono per lo più a domande tipo “che cosa”. Lezione centrata per problemi Si definisce una questione o un caso particolare, quindi si propongono e si valutano soluzioni alternativa, riassumendo infine i dati. E’ adatta per ricerche e argomenti controversi e risponde principalmente a domande tipo : “ come e perché”. Lezione sequenziale Sono presentate le tappe di un processo o di una serie ordinata di affermazioni, generalmente in una sequenza temporale, con un riassunto costruito progressivamente. E’ adatta per relazioni storiche, procedimenti matematici, scientifici o medici, rispondendo a domande tipo “quanto” o “come”. Lezione comparativa Sono trattate sistematicamente analogie e differenze tra concetti o procedimenti, in genere con un riassunto progressivo. E’ adatta per argomenti che richiedono una valutazione, rispondendo principalmente a domande tipo “che cosa” o “come”. Lezione a tesi Si pone una domanda, quindi si prospetta un’ipotesi, corredata dall’evidenza o dalle prove a sostegno della conclusione tratta. E’ adatta per ricerca e per argomenti teorici, risponde a domande tipo “perché”. Come si prepara una lezione? Occorre porsi una serie di domande: Che cosa sto cercando di fare con questa lezione? Che cosa devono imparare gli studenti dal suo svolgimento? Posso porre chiaramente le domande a cui dovrebbero rispondere per dimostrare d’aver compreso questo argomento? Didattica Verifica Fondamentale: adeguarsi alla popolazione studentesca alla quale ci si rivolge APPRENDIMENTO PER PICCOLI GRUPPI Efficace nel consentire allo studente di acquisire capacità nella soluzione di problemi, di ragionamento, di definizione di attitudini, di interazione personale, di lavoro in gruppo, di direzione di un gruppo. Può servire a migliorare gli atteggiamenti personali ed interpersonali. IL TUTORE LA FIGURA DEL TUTORE Accanto alla figura classica del docente, in particolar modo nell’ambito delle discipline professionalizzanti, gioca un ruolo decisivo la figura del tutore, una sorta di facilitatore per l’apprendimento didattica tutoriale RUOLO DEL TUTORE Il ruolo del tutore è quello un esperto della discussione, capace di condurre la didattica nell’ambito di un piccolo gruppo (6-8 studenti), sfruttando la dinamica del gruppo. Un tutore deve essere in grado di: mantenere vivace la discussione incoraggiare gli elementi più taciturni non comunicare informazioni limitarsi a correggere gli errori più grossolani incanalare la discussione nella giusta via Tecniche Soluzione di problemi (PS: Problem Solving; PBL: Problem Based Learning) Relazione dello studente Discussione in gruppo libera o associativa Giochi di ruolo Studio di casi Uso di prove Giochi e simulazioni Soluzione di problemi (PS: Problem Solving; PBL: Problem Based Learning) Mette gli studenti a confronto con problemi da risolvere. Il Tutor deve avere l’abilità di condurre la seduta non formulando domande, ma orientando la discussione in modo corretto. La risposta dovrebbe non essere ovvia per la maggior parte degli studenti. Pertanto occorre innescare un processo di revisione ed eliminazione di ipotesi, anche allo scopo di far scoprire agli studenti le carenze personali, ma anche sfruttare la dinamica del gruppo per innescare un processo che consenta uno scambio di informazioni, imparando talora dagli altri studenti. Trovare la risposta finale può non essere indispensabile. TEORIA DEI SETTE SALTI PER LA CONDUZIONE DI UNA SEDUTA DI DIDATTICA TUTORIALE 1 – Quali sono i termini che non capisco? 2 – Quali sono i fenomeni da spiegare? Qual è il problema ? Cosa mi sembra importante? 3 – Che cosa può spiegare il problema? Quali potrebbero essere i meccanismi? 4 – Come si possono classificare, sistematizzare le spiegazioni del problema e dei meccanismi sottesi? C ’è un ordine nella classificazione? 5 – Che cosa devo studiare per comprendere possibili spiegazioni del problema? 6 – Come posso ottimizzare il mio studio? Dove posso trovare le informazioni? Le informazioni raccolte hanno spiegato il problema? Le qualità delle informazioni che ho utilizzato per comprendere il problema è adeguata? 7 – Cosa posso dire e mettere a disposizione degli altri su quello che ho appreso partendo dall’analisi del problema e dei suoi meccanismi? Qual è secondo me la migliore spiegazione del problema? Ho ben compreso il problema? Ho altre domande suscitate dal problema alle quali non ho dato risposta? Relazione dello studente Può essere un metodo che inibisce la discussione, responsabilizzando un solo studente e trasformando la sessione in una miniconferenza. Rimedi: stimolare l’intervento degli altri con domande; assegnare agli studenti compiti diversi, ma tutti correlati all’argomento centrale; far lavorare gli studenti individualmente in una prima fase, di 10-15 minuti, per poi iniziare una discussione. Discussione in gruppo libera o associativa Applica principi della psicoterapia analitica di gruppo. Ad un lavoro individuale (es.: lettura di un lavoro scientifico, analisi del risultato di un test) segue una fase di discussione in cui il Tutor incoraggia gli studenti a parlare liberamente delle proprie reazioni ed a chiarire quali fattori li abbiano maggiormente influenzati. Giochi di ruolo E’ usata soprattutto nelle scuole di Medicina più avanzate. Gli studenti recitano brevi scene relative all’argomento oggetto di studio, relativo ad una situazione di ordine pratico. In genere 2-3 studenti recitano, mentre gli altri assistono. I primi sviluppano la capacità di capire come le persone reagiscono tra di loro, gli altri imparano a valutare dall’esterno i comportamenti di fronte a scenari di tipo teoricopratico. Poco usata da noi, per la scarsa dimestichezza della maggior parte dei docenti. Utile per l’apprendimento di attività comportamentali. Studio di casi Mette lo studente di fronte a situazioni che saranno oggetto della loro futura attività lavorativa. Vengono somministrate descrizioni di casi che sottintendono particolari situazioni problematiche. A ciò segue una discussione in aula. Agli studenti viene chiesto di produrre prove, in base alla lettura del caso, a sostegno del di previsioni e decisioni riguardanti la soluzione del caso. Utile soprattutto per gli studenti di Medicina. Uso di prove Si chiede allo studente di produrre materiale (“prove”) che possa avere importanza per la soluzione del problema in discussione. Tali prove possono essere di varia natura (testi, riviste, fotografie, filmati, ecc…). Queste prove devono essere interpretate e tale interpretazione implica l’esercizio di una capacità di giudizio. Offre numerosi vantaggi: la neutralità del docente, partecipazione stimolante, possibilità di dimostrare la capacità di valutazione sulle questioni discusse da parte di ogni studente. Giochi e simulazioni Gli esercizi di simulazione offrono opportunità di apprendimento uniche, consentendo l’attivo coinvolgimento degli studenti sia in attività pratiche che teoriche che comportamentali. Fondamentale la discussione finale su ciò che i partecipanti hanno appreso al termine della seduta. Occorre tenere presente la disponibilità di tempo per la preparazione della simulazione, la necessità di una prova generale per ridurre gli eventuali problemi, la necessità da parte del docente di prepararsi prima di affrontare questo tipo di attività. APPRENDIMENTO PER PROBLEMI Apprendimento conseguito in conseguenza di un’esperienza attuata su di un problema pratico in un certo campo professionale. E’ caratterizzato da un rovesciamento della sequenza tradizionale: “Impara e saprai risolvere il problema” in “Risolvi il problema ed avrai imparato” LA VALUTAZIONE Non esiste un sistema di valutazione ideale: ogni valutazione deve essere commisurata agli obiettivi di apprendimento i quali, a loro volta, devono essere raggiunti con la modalità di apprendimento ad essi più adeguata. Maggiore è la complessità degli obiettivi formativi, più complesso deve essere il sistema di valutazione. Una buona valutazione è quella che prende in esame più abilità di un soggetto: capacità di esposizione, capacità di comprensione di un testo, abilità pratiche, ecc…, anche in relazione agli obiettivi di conoscenza. Tipi di valutazione Esame scritto Tema Domanda a risposta aperta breve Domanda a tema modificato (a tappe successive) Domande a quiz a scelta multipla a risposta singola a risposta multipla Esame orale Esame pratico Autovalutazione Non è un’ulteriore tecnica per valutare i risultati raggiunti, ma implica la responsabilità del controllo della qualità dell’apprendimento. Contribuisce a sviluppare le capacità di apprendimento autonomo senza la necessità della presenza continua del docente o dell’esaminatore. E’ il presupposto per l’EP. MEZZI DIDATTICI Diapositive (.ppt) Lucidi Audiovisivi Didattica computer assistita Casi simulati Problemi Laboratori didattici EDUCAZIONE PERMANENTE Un aggiornamento protratto per tutta la vita è una caratteristica rilevante della professionalità. Presupposti: L’apprendimento nell’adulto è in gran parte autonomo negli inizi, nelle motivazioni, nella gestione e nelle valutazioni. Persone diverse hanno diverse preferenze nelle esperienze di apprendimento. L’apprendimento è più efficace nell’adulto quando corrisponde ad esigenze sentite sul piano personale. La motivazione che spinge ad apprendere è il frutto di un processo complesso derivato anche dall’ambiente circostante. Preparazione degli studenti all’EP Stabilire nel curriculum di studi obiettivi espliciti per preparare gli studenti ad un apprendimento che continui per tutta la vita Ammettere studenti di livello adeguato Affermare l’esigenza dell’EP, fornendo informazioni sulle modalità di attuazione Strategie Mettere in pratica modalità di apprendimento autonomo Mettere in pratica l’autovalutazione e la capacità di identificare le esigenze di apprendimento Introdurre all’uso degli strumenti tecnologici per il recupero e l’analisi delle informazioni Sviluppo della capacità di analisi critica dei dati Insegnamento delle abilità di gestione e ed efficace utilizzo del tempo Coinvolgimento nelle ricerche sull’educazione permanente E-LEARNING L'e-learning ( “apprendimento elettronico”, in analogia con e-mail = posta elettronica, o anche “teledidattica”) è un settore applicativo della tecnologia dell'informazione, che utilizza il complesso delle tecnologie Internet per distribuire online contenuti didattici multimediali. L'e-learning sfrutta le potenzialità rese disponibili da Internet per fornire formazione sincrona e/o asincrona agli utenti, che possono accedere ai contenuti dei corsi in qualsiasi momento e in ogni luogo in cui esista una connessione online. L'e-learning non è qualsiasi tipologia di formazione erogata tramite tecnologia informatica (di qualsiasi tipo: CD-ROM, Internet, intranet,…), comunemente conosciuta come FAD = Formazione A Distanza. La componente Internet e/o Web e la presenza di una tecnologia specifica, definita piattaforma tecnologica, distingue l'e-learning da altre versioni di FAD come i Computer Based Training (CBT), e le procedure di tracciabilità della formazione lo distinguono dai Web Based Training (WBT). Prendono parte al processo formativo figure e servizi fondamentali per la metodologia didattica: il Tutor e la comunità che consentono un reale e fattivo processo di apprendimento. L'e-learning può inserirsi in processi formativi definiti "misti" (o blended learning) in cui la componente online si affianca alla formazione di stampo tradizionale (interventi in aula, supporto telefonico, workshop, seminari,…). Una delle maggiori criticità dell'e-learning rispetto alla formazione tradizionale è l'apparente mancanza del docente. All'assenza di questa figura si sopperisce con azioni di tutoraggio che supportano la formazione degli utenti per quanto riguarda l'approfondimento degli argomenti di studio e per la motivazione: il tutor agisce in modo di limitare l'effetto abbandono dell'apprendimento prima del termine della formazione (drop-out), che nell'elearning ha un tasso di rischio notevolmente più alto rispetto alla formazione tradizionale. Per ora, poco affermata in Italia. Progettazione dei nuovi corsi di studio in coerenza con i principi di Bologna Documento di lavoro Prof.ssa E. Montanaro . . . progettazione dei curricula - in termini di allocazione dei crediti alle diverse attività formative, metodi didattici e metodi di valutazione degli studenti – coerenti con il riferimento ai “risultati di apprendimento attesi” espressi in termini di competenze, secondo quanto previsto dai descrittori di ciclo europei (Descrittori di Dublino). Questo riferimento dovrebbe facilitare la leggibilità dei titoli nel contesto europeo, la consultazione con il mondo della produzione e dei servizi e potrebbe rendere anche i titoli di I ciclo più appetibili per il mercato del lavoro. Linee guida e procedure per la progettazione dei nuovi corsi di studio . . . obiettivi di apprendimento (livelli minimi di entrata e di uscita) giudicati (minimi ) necessari per i diversi livelli di corsi di studio nelle conoscenze richieste per tutte le classi di laurea e di laurea magistrale: in particolare per le competenze linguistiche e informatiche; traduzione di questi obiettivi di apprendimento in termini di CFU minimi da riservare a queste attività formative e di metodi di valutazione delle competenze che le Facoltà dovranno applicare. Nella progettazione didattica dovrebbero rientrare anche: maggiore attenzione alla scelta delle metodologie didattiche selezione di modalità di valutazione obiettive ed adeguate agli obiettivi di apprendimento educazione all’autovalutazione ed alla formazione permanente dei discenti sviluppo di nuove tecnologie informatiche per l’ampliamento delle potenzialità didattiche potenziamento della figura e del ruolo del Tutor