Lavorare
con le cellule staminali.
Prof. Maurizio Pietro Faggioni
Introduzione
Uno
dei
campi
più
affascinanti della ricerca
biomedica odierna è quello
legato alle ricerche sulle
cellule staminali.

Gli studi in corso per penetrarne le dinamiche
differenziative e per poterle impiegare in ambito
terapeutico hanno raggiunto la ribalta dei mezzi di
comunicazione di massa e hanno acceso un nuovo e
appassionante dibattito pubblico.

Ci sono urgenti e delicate questioni etiche e legali
connesse con la produzione e alla manipolazione
delle cellule staminali.

Si profilano infine orizzonti inediti e rivoluzionari per
la stessa comprensione del fenomeno della vita.
Biologia
delle cellule staminali
Distinguiamo tre tipi di staminali
1. Staminali adulte
2. Staminali derivate da embrioni
3. Staminali pluripotenti indotte
le prime si trovano in natura, le
altre due sono frutto di
manipolazioni.
1. Cellule staminali adulte
Nell’embrione le cellule,
dapprima totipotenti
(capaci di dare origine a
ogni tessuto, inclusi gli
annessi), si differenziano
nelle cellule pluripotenti
del disco embrionale
(capaci di dare origine ai
diversi tipi cellulari) e poi
nelle multi e unipotenti
dei tre foglietti
embrionali.
Le cellule dell’embrione tendono a
differenziarsi
nelle
cellule
specializzate dei diversi tessuti
adulti.
Però, restano, anche nell’adulto, alcune
cellule
solo
parzialmente
differenziate.
Sono dette “cellule staminali” (stem
cells).
Stamen in latino significa “filo”, ma
anche “gambo” o “tronco” di una pianta
(in castigliano “cèlulas troncales”)
Le cellule staminali sono capaci di
moltiplicarsi, se necessario, per
sostituire le cellule dei tessuti a
rapido “turn over” (epidermide,
mucosa intestinale, sangue che
sono detti tessuti labili o
rinnovabili) e per reintegrare
cellule morte o danneggiate.
.
Esse possono andare incontro a
mitosi e dare origine a una progenie
di cellule figlie
– una parte progredisce nel cammino
differenziativo sino a uno specifico
tipo cellulare;
– un’altra
parte
permane
indifferenziata
e
funge
da
“serbatoio” di nuove staminali.
Presenza ubiquitaria
Classicamente si pensava che le cellule
staminali fossero presenti solo nei
tessuti adulti che vanno incontro a
rapida e fisiologica sostituzione (turnover) o capaci di riparazione.
Una delle scoperte fatte alla fine degli
anni ‘90 riguarda la loro presenza in
tessuti finora ritenuti non rinnovabili.
Staminali nel Sistema
Nervoso Centrale
Anche nel SNC sono presenti cellule
staminali che possono dare origine ai
principali tipi cellulari del tessuto
nervoso: le cellule gliali e i neuroni.



JOHANSSON ha dimostrato che nel ratto la
sede delle cellule staminali neurali è l’ependima,
il
sottile
rivestimento
epiteliale
monostratificato che ricopre la superficie dei
ventricolari cerebrali.
Frammiste fra le cellule ependimali mature,
sono state evidenziate cellule staminali che
presentano i tipici marcatori delle cellule
neurali immature e che, sebbene raramente,
entrano in mitosi.
La possibilità di autoriparazione del SNC è,
però, molto limitata.
Plasticità
delle staminali dell’adulto





Si riteneva che le cellule staminali dell’adulto
avessero perso del tutto la pluripotenzialità delle
cellule embrionali e potessero differenziarsi entro
un ambito alquanto più ristretto.
Questa persuasione era in linea con la comprensione
tradizionale della biologia sulla unidirezionalità del
processo differenziativo normale.
È stata evidenziata una flessibilità maggiore di
quella che si supponeva classicamente.
In particolari condizioni, una staminale dell’adulto
può dare origine anche a tipi cellulari molto diversi.
Tale
capacità
è
transdifferenziazione.
detta
plasticità
o
Plasticità delle staminali
Mesenchimali nel ratto
Le staminali nello
stroma del midollo
osseo, di origine
mesenchimale,
possono
differenziarsi non
solo negli elementi
del sangue e in
cellule di analoga
derivazione
embriologica
(miociti, osteociti,
condrociti; microglia
del SNC), ma anche,
in particolari
condizioni, in cellule
di derivazione
neuroepiteliale, quali
gli astrociti.


Nel gennaio del 1999 C. Bjornson e A.
Vescovi hanno riferito di aver
osservato che alcune cellule staminali
nervose prelevate dal cervello di topo,
trasferite in topi il cui midollo
emopoietico era stato distrutto per
irradiazione, potevano evolvere in
cellule ematiche.
L’anno seguente lo stesso gruppo ha
mostrato come le cellule staminali
cerebrali umane, al pari di quelle
murine, sono in grado di dare origine a
cellule di muscolo scheletrico.
Da dove provengono le
staminali di tipo adulto?
Da donatori (bambini o adulti)
Dal sangue del cordone ombelicale
Dal liquido amniotico
Da organismi adulti
Le cellule staminali da organismo adulto provengono
da donatori (bambini e adulti).
Molto diffusa è la pratica del dono di midollo osseo
per il trasferimento di staminali emopoietiche.
Molto diffusa è la pratica del dono di midollo osseo
per il trasferimento di staminali emopoietiche.

Si possono fare anche autotrapianti di staminali
raccolte nell’organismo stesso che se ne gioverà.

Un grande vantaggio dell’autotrapianto è l’assenza di
rigetto.

Si stanno perfezionando le tecniche per l’isolamento
delle staminali dal sangue e dai tessuti.
Staminali da sangue cordonale
Una ulteriore fonte di staminali di tipo adulto è
costituita dal sangue del cordone ombelicale.
Le cellule cordonali hanno mostrato di essere meglio
tollerate immunologicamente dai riceventi rispetto a
quelle dei donatori adulti.
Sono in scarsa quantità rispetto alle necessità di un
organismo adulto, ma hanno il vantaggio di essere
facilmente e largamente disponibili, senza
danneggiare né le madri, né i neonati.
Staminali
da sangue di cordone
ombelicale
Raccolto,centrifugato,
purificato, congelato.
150 gr. di sangue
Cellule staminali sono estratte da feti risultato
di aborti spontanei o indotti.
Cellule staminali sono state raccolte anche dal
liquido amniotico.
2. Cellule staminali derivate
da embrioni (ESC)
Le staminali dall’embrione (ESC)
Le cellule staminali embrionali provengono dalla
blastocisti.
Prelevando con tecniche di immunochirurgia i
singoli blastomeri della massa cellulare
interna, quella che darà origine al corpo del
nuovo essere.
Disgregazione della blastocisti
Si possono usare anche le
cellule germinali primordiali,
cellule presenti nel feto dopo
la 4a settimana, da cui si
formeranno spermatozoi ed
ovociti.
Le ESC sono pluripotenti.
Possiedono una grande flessibilità,
maggiore di quella delle staminali
da adulto, potendo dare origine
praticamente a qualsiasi tipo
cellulare e tessuto, esclusi solo
quelli degli annessi.
Differenziazione in un’ampia gamma
di tipi cellulari
Isolare cellule indifferenziate da
embrioni è agevole, mantenerle in
coltura allo stato pluripotenziale
impedendo
la
loro
spontanea
progressione verso la specializzazione
è invece arduo.
Esiste,
infatti,
una
intrinseca
tensione delle forme viventi a
muoversi verso stadi evolutivi e
maturativi sempre più definiti.
Una volte poste in coltura mostrano
una
spontanea
tendenza
a
differenziarsi e a formare strutture
organizzate multicellulari note come
corpi embrioidi (embryoid bodies)
che contengono elementi riferibili ai
tre foglietti embrionali, ectoderma,
mesoderma ed endoderma.
Da qui si possono estrarre
staminali di vario tipo
cellule
Dopo lunghe esperienze con gli
animali, il 5 novembre 1998 la
Geron Corporation ha annunciato
che un gruppo di scienziati era
riuscito a stabilire linee di coltura
di cellule staminali embrionali
umane dando origine a cellule
virtualmente immortali, capaci cioè
di riprodursi indefinitamente.
Linee di cultura di staminali provenienti
dalla massa cellulare interna
Colture di cellule staminali
La possibilità di isolare le cellule staminali
e la capacità di mantenerle in coltura ha
acceso speranze e attese irrealistiche e ha
suscitato gravi problemi etici.
3. Cellule staminali
pluripotenti indotte
Riprogrammare
le cellule somatiche
per avere iPS cells
(induced pluripotent
stem cells)
Metodica proposta
nel 2006
da Takahashi e
Yamanaka di
Kioto.
Premio Nobel 2012
Induction of
Pluripotent Stem
Cells from Mouse
Embryonic and
Adult Fibroblast
Cultures by Defined
Factors, Cell ,
august 2006, vol.
126, 663-676.

La tecnica descritta da Yamanaka
presenta il rischio tumorale proveniente
dagli oncogeni.

Si
stanno
sviluppando
tecniche
biologicamente più sicure che non
prevedono il ricorso a retrovirus.
Se si dimostrerà priva di seri rischi,
sembra
essere
la
via
eticamente
preferibile per avere staminali autologhe
di tipo embrionale.
Un limite che si va evidenziando è che
sembrano presentare una velocità di
invecchiamento maggiore delle staminali
derivate da embrioni.
Tre vie
per riprogrammare
le cellule adulte
Fonti di cellule staminali
Provenienza delle cellule staminali
Embrione precoce
cellule totipotenti
Blastocisti
cellule pluripotenti
Adulto
cellule stam. multi e
unipotenti
Adulto
cellule differenziate
Tipi di staminali
1. Embrioni e feti
Le cellule staminali embrionali sono prelevate
da embrioni provenienti da tecniche di
procreazione artificiale (soprannumerari o
prodotti ad hoc).
Uso terapeutico
delle cellule staminali
Le nostre conoscenze sulle cellule staminali sono
ancora incomplete.
– conosciamo ancora in modo insufficiente i segnali
biochimici che determinano la differenziazione dei
blastomeri embrionali totipotenti in cellule
pluripotenti e multipotenti e infine nei vari tipi di
cellule specializzate;
– non sappiamo ancora abbastanza sui markers
biologici che le contraddistinguono e che le fanno
riconoscere;
– non sappiamo molto sui meccanismi fisiologici
che presiedono al loro funzionamento e al loro
ciclo vitale nell’organismo adulto.
Nonostante le conoscenze ancora
imperfette, le staminali stimolano
speranze nei malati e ricerca negli
scienziati.
Un campo nel quale si ha una
esperienza
clinica
ormai
consolidata è quello del trapianto
di cellule staminali ematopoietiche
del midollo osseo.
Le potenziali applicazioni terapeutiche
delle
cellule
staminali
sono
entusiasmanti, soprattutto per quanto
riguarda la sostituzione di cellule e
tessuti
danneggiati:
nell’infarto
miocardico, nel SNC dopo ictus
(stroke) e nei processi degenerativi
(nel diabete insulinodipendente o nel
cervello).
Possibili usi delle staminali neurali
Nel morbo di Parkinson sono già stati
sperimentati trapianti di cellule dopaminoproduttrici prelevate da feti umani e si va
studiando la possibilità di trapianti a
partire da cellule staminali neuronali
prelevate dal cervello fetale, messe in
coltura e fatte sviluppare, con gli
opportuni fattori di crescita e di
differenziazione.
STAMINA - Business e speranze
2007 Davide Vannoni inizia trattamenti a base di
staminali mesenchimali
2009 Nasce Stamina Foundation.
2010 In seguito a decessi e lesioni a pazienti,
inchiesta.
2011 Inizia collaborazione
sovvenzioni regionali.
con
Brescia
con
2012 L’AIFA, dopo controlli blocca i trattamenti
– mass media e giudici insorgono.
STAMINA - Business e speranze
2013 Inizia iter della sperimentazione sui dati
forniti – dopo lunga reticenza – da Stamina.
Accuse e preoccupazioni di scienziati italiani
Articolo veentemente contrario su Nature.
Blocco della sperimentazione progettata
Staminali e organi bioartificiali
Un altro settore promettente è quello della
produzione di tessuti ed organi bioartificiali.
La possibilità di poter disporre di una fonte
sicura di cellule umane ha aperto orizzonti
nuovi per questa branca della bioingegneria.
Un saggio impiego di interazioni cellulari e
tissutali e l’uso di matrici extracellulari
potrebbe permetterci in futuro di produrre
organi complessi come rene o polmone.
Trachea artificiale
struttura biopolimerica e staminali
Trapianti di staminali in utero
Si sono sperimentati trapianti in utero di
cellule staminali emopoietiche estratte dal
fegato o dal timo di feti provenienti da
aborti spontanei o procurati.
Trapianti di staminali in utero
Vantaggi del trapianto precoce
– Essendo il sistema immunitario ancora immaturo,
sono meglio tollerate;
– la
rapida
espansione
del
compartimento
emopoietico fetale permette alle cellule
trasferite di trovare più facilmente spazio per
attecchire;
– la correzione precoce della disfunzione permette
uno sviluppo più soddisfacente del feto.
Staminali e terapia genica
Una combinazione di terapia genica e
autotrapianto potrebbe essere realizzata in
soggetti affetti da gravi malattie genetiche.
Le cellule staminali di un certo tipo cellulare,
un volta estratte dal soggetto o prodotte da
cellule somatiche del soggetto, potrebbero
essere corrette dall’anomalia genica e
reintrodotte nel soggetto di provenienza
per costituire una nuova popolazione sana.
Staminali e progresso scientifico
Le cellule staminali potranno essere
impiegate per lo studio della biologia
dello sviluppo e chiarire lati oscuri
dell’embriologia in riferimento al
funzionamento
dei
geni,
alla
regolazione dei rapporti fra i tessuti,
all’azione dei fattori di crescita, con
benefiche ricadute in campo clinico e
terapeutico.
Staminali e sperimentazione
farmacologica
Si può prevedere anche l’utilità
pratica delle cellule staminali come
sistemi di riferimento per valutare la
tossicità e l’efficacia di nuovi farmaci
e sostanze chimiche.
Rischi nell’uso delle cellule staminali


L’uso terapeutico di cellule staminali,
specie
quelle
di
derivazione
embrionale comporta gravi rischi.
Le
staminali
murine
si
sono
dimostrate
tumorigeniche,
sviluppandosi
in
teratomi
o
teratocarcinomi, quando sono state
inoculate in topi adulti
Le staminali provenienti da
embrioni, nei modelli
sperimentali animali hanno
dato origine non di rado a
teratomi.
Teratoma mediastinico
Problemi etici
nel prelievo di cellule staminali
Applicando le regole generali del prelievo da vivente,
sono da ritenersi in generale eticamente corretti i
prelievi di cellule staminali provenienti da organismi
umani viventi
se
a. viene rispettata la dignità e la libertà del donatore.
b. non ci sono danni per l’integrità e la sussistenza
del donatore.
Prelievo da adulto
Il prelievo e l’uso di staminali provenienti da un
adulto, a parte i consueti problemi clinici legati alla
incompatibilità genetica e al rigetto, non pone
questioni morali sostanzialmente diverse da quelle
poste da qualsiasi prelievo di materiale biologico a
fini di trapianto o di sperimentazione.
Prelievo da bambino

Quando il donatore è un bambino si pone la questione
del consenso da parte dei genitori nei confronti di un
prelievo da figli minorenni.

Il prelievo, infatti, non è motivato dal bene del minore
stesso (es. prelievo di midollo osseo a vantaggio di un
fratellino con grave patologia di natura linfoematica).

Il prelievo si può fare se non comporta un rischio serio
per il bambino donatore.

Ilecito il concepimento in vitro e la selezione di un
potenziale donatore per il fratellino o la sorellina
bisognosi di un trapianto di cellule staminali.
Prelievo
da cordone ombelicale
Riguardo all’uso di cellule
staminali ricavate dal sangue
del cordone ombelicale non
esistono
problemi
morali
insuperabili, ma sono stati
evidenziati alcuni aspetti eticodeontologici peculiari.
Prelievo da cordone ombelicale

Ragionevolezza della
autologo e/o eterologo.
conservazione
per
uso

Modi di raccolta e rischi.

Titolarità del tessuto conservato: consenso e uso.

Uso autologo del tessuto conservato nel pubblico.

Uso eterologo del tessuto conservato nel privato.

Indennizzo per l’uso sociale di tessuto conservato
nel privato.

Automaticità della donazione anche nel privato.
Ragionevolezza della conservazione
– Uso autologo (dubbio valore, tranne per
rischi familiari o personali noti).
– Uso eterologo (ragionevole).
– Le Banche private tendono a enfatizzare i
benefici della conservazione autologa.
Modi di raccolta e rischi
– Raccolta dopo il taglio del cordone e prima
del distacco di placenta.
– Le modalità del parto non devono essere
condizionate dalla raccolta.
Titolarità del tessuto conservato
– Il cordone è parte dell’organismo del nascituro.
– Non è possesso della madre.
– La madre prende decisioni in sostituzione del figlio.
– L’eventuale dono risponde a una presunzione
solidaristica, non essendoci danno per il donatore.
– Nel privato si tende a fare contratti per 18-20 anni
(maggiore età del soggetto e attualmente limite
ragionevole per l’uso delle cellule).

In Italia fino al gennaio 2008, in base ad una
ordinanza del 2004 rinnovata nel 2007, era
possibile solo libera donazione e
conservazione nel pubblico.

Erano vietate le banche private per
l’autologo, anche se associazioni (es.
Osidea) mediavano con centri stranieri.

Era permesso l’uso “dedicato” per
situazioni particolari (es. famiglie con alto
rischio di patologie del sangue).
La privatizzazione della raccolta e dell'utilizzo del
sangue da cordone ombelicale ci lascia molto
perplessi per ragioni di giustizia sociale. E'
evidente, infatti, che solo chi avesse ampie
possibilità economiche potrebbe farvi ricorso.
Senza dire, poi, che in tal caso il 99% dei campioni
di sangue resterebbe di fatto inutilizzato.
Ma per dare un forte impulso alla donazione del
cordone, bisognerebbe dare alla madre la certezza
che, ove serva per il proprio figlio, possa farne
effettivamente ricorso.
Al limite potrebbe funzionare anche la via
spagnola, ossia un sistema misto. In Spagna è
previsto che ognuno possa conservare il proprio
sangue da cordone ombelicale (volontariamente e
pagando), ma ove serva ad un altro malato, lo
Stato può richiederlo.
Scienza e vita 13-3-2007

La direttiva europea sulle biobanche prevede
l’indennizzo delle spese sostenute se lo Stato
destina per l’uso sociale un tessuto conservato nel
privato.

Giustizia o larvata commercializzazione del corpo?

Automaticità della donazione anche per il tessuto
conservato nel privato o secondo regole generali
della donazione (autologa-solidale).
Solidarietà obbligata?
Modifiche dell’Ordinanza ministeriale
del 4 maggio 2007
approvate il 17 gennaio 2008
art. 8 bis.
Per incrementare la disponibilità di cellule
staminali del cordone ombelicale ai fini di
trapianto, è autorizzata la raccolta autologa, la
conservazione e lo stoccaggio del cordone
ombelicale da parte di strutture pubbliche e
private autorizzate dalle regioni o dalle
provincia autonome, sentiti il CNT e il CNS.
La raccolta avviene senza oneri per il SSN e
previo consenso alla donazione per uso
allogenico in caso di necessità per paziente
compatibile.
Il Governo con un emendamento inserito nella
legge del 27 febbraio 2009, n. 14, ha abrogato la
conservazione autologa solidale, ripristinando il
divieto, sancito con successive ordinanze urgenti
dal Ministero della Salute dal 2002.
Si prevede la possibilità di conservazione
autologa, o dedicata, qualora esistano in famiglia
rischi di malattie geneticamente determinate per
le quali risulti scientificamente fondato e
clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule
staminali da sangue cordonale.
In tali casi il SSN provvede gratuitamente, presso
le strutture pubbliche, alla raccolta e stoccaggio
per uso autologo o dedicato.
In conclusione, ci sembra ragionevole raccogliere le
raccomandazioni delle società scientifiche e dei
centri di bioetica succitati, che non raccomandano o
addirittura scoraggiano la conservazione autologa
del SdCO.
Crediamo che l’attuale legislazione italiana sia
coerente con quanto ora esposto e che essa sia
altamente rispettosa dei diritti dei cittadini, portando
ad un paritetico accesso ad una sorgente terapeutica
ben riconosciuta (cellule staminali adulte) ed
evitando lo spreco che si avrebbe se ognuno
tenesse per sé il sangue, precludendone l’accesso a
non consanguinei.
Scienza e vita, 27 febbraio 2009
Prelievo da feti abortiti

Il ricorso a feti come fonte di cellule staminali si
inscrive nel più vasto problema del prelievo di
organi e tessuti fetali a scopo di trapianto.

Non fa problemi il ricorso a feti provenienti da aborti
spontanei (cfr. Dignitas personae, n. 32)

Alcuni pur contrari all’aborto, accettano cellule da
aborti procurati se non c’è rapporto fra atto abortivo
e uso delle cellule.
Il CNB ritiene pertanto che l’ammissibilità bioetica
delle suddette pratiche sia da subordinarsi in primo
luogo all’accertabilità della piena indipendenza come
chiara separazione dei rispettivi processi decisionali
tra il personale medico e/o l’istituzione sanitaria che
praticano l’interruzione volontaria della gravidanza, e i
ricercatori e/o l’istituzione di ricerca che praticano la
sperimentazione scientifica o clinica.
Accertata tale indipendenza, ovvero sussistendo
l’assoluta garanzia che l’esecuzione dell’interruzione
volontaria di gravidanza non sia in alcun modo
finalizzata all’utilizzo dei tessuti fetali a fini
sperimentali e/o terapeutici, il reperimento di tessuto
fetale da interruzione volontaria di gravidanza e il suo
utilizzo ai predetti fini scientifici e/o terapeutici sono da
ritenersi pratiche moralmente ammissibili ove vengano
soddisfatte le seguenti condizioni.
Parere CNB 25 maggio 2005 (neuroni fetali e Huntington)
Bisogna evitare l’ipocrisia di giustificare l’impiego di
tessuti di dubbia origine con l’impossibilità morale di
venire a conoscere le circostanze dell’interruzione di
gravidanza, essendo a tutti noto che la fonte
principale di tali tessuti sono gli aborti procurati.
La scelta della tecnica abortiva e il coordinamento
dei tempi di aborto e di raccolta configura de facto la
partecipazione a una strategia abortiva.
È insufficiente il criterio dell’indipendenza formulato da
alcuni comitati etici, vale a dire, affermare che sarebbe
eticamente lecito l’utilizzo di “materiale biologico” di
illecita provenienza, sempre che esista una chiara
separazione tra coloro che da una parte producono,
congelano e fanno morire gli embrioni e dall’altra i
ricercatori che sviluppano la sperimentazione
scientifica.
Il criterio di indipendenza non basta a evitare una
contraddizione nell’atteggiamento di chi afferma di non
approvare l’ingiustizia commessa da altri, ma nel
contempo accetta per il proprio lavoro il “materiale
biologico” che altri ottengono mediante tale ingiustizia.
Quando l’illecito è avallato dalle leggi che regolano il
sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le
distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non
dare l’impressione di una certa tolleranza o
accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste.
Dignitas personae, 35
L’embrione precoce
come fonte
di cellule staminali
È molto forte il dibattito a livello scientifico,
etico e giuridico sul ricorso a embrioni
precoci o pre-embrioni ottenuti tramite
tecniche di fecondazione in vitro o – un giorno
- tramite clonazione.
 Il prelievo di cellule staminali dall’embrione ne
prevede in genere la distruzione, per cui la
questione di fondo ci riporta al valore della
vita embrionale soprattutto quando sono in
gioco gli interessi e i progetti delle persone.

La domanda previa alla discussione
Lo status ontologico e assiologico conferito
alla blastocisti umana e all’embrione precoce.
Chi o che cosa è l’embrione?
Quale valore e quale tutela dare alla sua
esistenza?
Valore della vita embrionale

Alcuni – per motivi diversi – negano l’appartenenza a
pieno titolo dell’embrione al numero degli esseri
umani.

Per
esempio,
la
distinzione,
cara
ai
neocontrattualisti, fra gli esseri umani personali e gli
esseri umani non persone fornisce un quadro di
riferimento concettuale alla possibilità di usare gli
embrioni.
H. T. Engelhardt jr.
Non tutti gli esseri umani sono persone.
I feti, gli infanti, i ritardati mentali gravi e
coloro che sono in coma senza speranza
costituiscono esempi di non persone umane.
Tali entità sono membri della specie umana.
Non hanno status in sé e per sé, nella
comunità morale. Non sono partecipanti
primari all’impresa morale.
Solo le persone umane hanno questo status
H. T. Engelhardt, 1999
Valore della vita embrionale
In una visione utilitarista, qualunque sia la risposta
alla domanda sullo statuto ontologico dell’embrione,
possono darsi situazioni nelle quali è socialmente
vantaggioso permettere la sua manipolazione e che
sia giudicato irrazionale proibire la destinazione di
embrioni a studi e applicazioni che potrebbero
migliorare la vita e la salute di molte persone.
Valore della vita embrionale

Per la bioetica centrata sulla persona l’embrione,
incluso l’embrione precoce, è una vita umana e,
quindi, merita lo stesso rispetto che si deve ad ogni
altro essere umano.

Non si ritiene perciò accettabile distruzione diretta di
embrioni per qualsiasi motivo o finalità, anche
nobile: l’essere umano non può mai diventare un
mezzo.
La vita umana innocente merita rispetto dal
suo sorgere al suo tramontare, dal
concepimento alla morte, per cui la
distruzione intenzionale e diretta di un
embrione umano vivente, in qualunque stadio
di sviluppo si trovi e per qualsiasi scopo sia
fatta è un disordine morale grave.
CDF, Istruzione Donum Vitae, 1987
La realtà dell’essere umano, infatti, per
tutto il corso della sua vita, prima e
dopo la nascita, non consente di
affermare né un cambiamento di natura
né una gradualità di valore morale,
poiché
possiede
una
piena
qualificazione antropologica ed etica.
L’embrione umano, quindi, ha fin
dall’inizio la dignità propria della
persona.
Dignitas personae 5
Il prelievo di cellule staminali
dall’embrione umano vivente …
causa
inevitabilmente
la
sua
distruzione,
risultando
di
conseguenza gravemente illecito.
Dignitas personae, 32
Embrioni soprannumerari o residuali
e crioconservati

Esiste una certa convergenza,
con importanti eccezioni (UK),
sul divieto di produrre embrioni
per scopi diversi da quello
riproduttivo.

Si propone invece da più parti
l’uso sperimentale e terapeutico
degli embrioni soprannumerari,
provenienti
cioè
dalla
fecondazione in vitro e rimasti
inutilizzati in situazione di
crioconservazione.
Argomenti principali addotti

L’embrione precoce non ha statuto di piena
umanità.

Il dovere sociale di tutelare la vita embrionale
deve essere bilanciato con il dovere di
promuovere la salute dei cittadini.

Questi embrioni sono condannati, per cui è
meglio impiegarli per fini utili.

Si obietta che la vita di un essere umano non può
mai essere strumentalizzata e diventare un mezzo
per il conseguimento di fini anche buoni.

L’ineluttabile destino di morte verso cui sono avviati
gli embrioni soprannumerari non toglie il significato
etico di una loro soppressione diretta.

Dal punto di vista etico, esiste una differenza tra il
lasciar morire, quando non è possibile impedire la
morte, e causare la morte, quando l’estinzione della
vita dipende da un atto volontario evitabile.
CNB – Parere sull'utilizzo degli embrioni
soprannumerari - 11 Aprile 2003

In relazione all'avvio del VI Programma Quadro di
Ricerca dell'U.E. il Ministro Moratti chiese al CNB
se sia eticamente lecito:
a) svolgere sul territorio nazionale ricerche utilizzanti
embrioni umani anche soprannumerari che ne
determinino la distruzione;
b)svolgere ricerche utilizzanti cellule staminali
derivate da embrioni umani prodotte in data
successiva all'avvio del VI Programma Quadro di
Ricerca dell'Unione Europea;
c) produrre cellule staminali derivate da embrioni
umani anche soprannumerari.
Considerato
a) che gli embrioni umani sono vite umane a pieno titolo;
b) che esiste quindi il dovere morale di sempre rispettarli
e sempre proteggerli nel loro diritto alla vita,
indipendentemente dalle modalita' con cui siano stati
procreati e indipendentemente dal fatto che alcuni di
essi possano essere qualificati - con una espressione
discutibile, perché priva di valenza ontologica soprannumerari;
c) che (secondo il dettato della c.d. Convenzione di
Oviedo) la sperimentazione a loro carico e' giustificata
unicamente se praticata nel loro specifico interesse e
non possa essere giustificata dal pur rilevante
interesse generale della società e della scienza e che
quindi non possa in alcun modo sostanziarsi nella
loro distruzione;
d) che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea, proclamata a Nizza, riconosce l'esistenza
di diritti fondamentali quali il diritto all'integrità
fisica e psichica di ogni individuo nei confronti
delle applicazioni della medicina e della biologia;
e) che l'eventuale finanziamento pubblico alla ricerca
sugli embrioni non può che rafforzare e avallare
ingiustificatamente l'erronea opinione che gli
embrioni siano un mero insieme di cellule, prive di
valore intrinseco, e quindi conseguentemente l'idea
dell'irrilevanza bioetica della vita umana nella fase
embrionale;
f) che la limitazione della sperimentazione agli
embrioni soprannumerari, oltre a non avere
motivazione logica, ma solo occasionale e
pragmatica, favorirebbe surrettiziamente la pratica
di produzione di embrioni in vitro a soli scopi di
ricerca, indipendentemente cioe' da specifiche
finalita' inerenti alla fecondazione assistita e in
violazione quindi di consolidati principi bioetici;
g) che il prelievo di cellule staminali umane da
embrioni, comportando la distruzione di questi
ultimi, deve essere a pari titolo stigmatizzato, anche
per l'ulteriore effetto eticamente inaccettabile di non
orientare la ricerca verso la sempre piu'
promettente
ed
eticamente
impeccabile
utilizzazione di cellule staminali prelevate da
cordone ombelicale o da feti spontaneamente
abortiti o di cellule staminali adulte;.
h) che le precedenti considerazioni trovano
conferma nelle valutazioni espresse dal CNB,
segnatamente nel documento Identita' e
statuto dell'embrione umano (del 22.6.1996) e
nel Parere del CNB sull'impiego terapeutico
delle cellule staminali (del 27.10.2000).
Di conseguenza, su ciascuno dei tre quesiti,
il CNB, nella seduta plenaria dell'11.04.2003,
dopo votazione per appello nominale, ha
espresso parere negativo.
(26 su 42)
Dalla mozione di minoranza
Sulla base di un attento bilanciamento dei valori in gioco - che tiene
anche conto del fatto che gran parte di tali embrioni sarebbero
comunque destinati ad essere distrutti - questa parte del Comitato ha
ritenuto che "la rimozione e la coltura in laboratorio di cellule staminali
da un embrione che non può essere impiantato non significhino una
mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma possano considerarsi se
mai un contributo, da parte della coppia donatrice, alla ricerca di
terapie per malattie difficilmente curabili e spesso inguaribili, che
deriva da un atto di solidarieta'"; e ha quindi concluso di ritenere
"eticamente lecita la derivazione di cellule staminali a fini terapeutici
dagli embrioni non più in grado di essere impiantati".
Sono chiaramente inaccettabili le proposte di
usare tali embrioni per la ricerca o di
destinarli a usi terapeutici, perché trattano gli
embrioni come semplice “materiale biologico”
e comportano la loro distruzione.
Neppure la proposta di scongelare questi
embrioni e, senza riattivarli, usarli per la
ricerca come se fossero dei normali cadaveri,
è ammissibile.
Dignitas personae, 18
Sorte degli embrioni
non più impiantabili
Cfr. Parere CNB 26 ottobre 2007

Possibile usare embrioni crioconservati che
sono morti.

Criteri di accertamento della morte
embrionale (perdita della autorganizzazione)

Sorte degli embrioni ancora vitali (lasciarli
morire? darli in adozione?).
“Il disordine entro cui la ragione etica si trova
ad operare segna profondamente gli stessi
tentativi di soluzione”.
FAGGIONI M. , La questione degli embrioni congelati,
"L'Osservatore Romano", 22-23 luglio 1996, 6.
Uso strumentale di embrioni
e cooperazione al male
La cooperazione al male

Cooperazione formale
(condivido l’intenzione cattiva)

Cooperazione materiale
(coopero all’atto cattivo o lo facilito)
Immediata
 Mediata (prossima e remota)

L’utilizzo
di
cellule
staminali
embrionali, o cellule differenziate da
esse derivate, eventualmente fornite
da altri ricercatori, sopprimendo
embrioni, o reperibili in commercio,
pone seri problemi dal punto di vista
della cooperazione al male e dello
scandalo.
Dignitas personae, 32

Anche
a
prescindere
dalla
condivisione
dell’intenzione moralmente illecita di chi le
produce, distruggendo embrioni, si corre il
rischio di rafforzare rafforza una fabbrica di
morte.

Lecito probabilmente, per motivi proporzionati,
usare linee cellulari già stabilite.

“Nelle imprese che utilizzano linee cellulari di
origine illecita non è identica la responsabilità di
coloro che decidono dell’orientamento della
produzione rispetto a coloro che non hanno alcun
potere di decisione”.
Nuove metodiche
per ottenere cellule staminali
di tipo embrionale
Gli
scienziati
stanno
ideando
procedure per la produzione di
cellule staminali di tipo embrionale
senza passare per la creazione o la
distruzione di embrioni.
Cellule staminali da singoli
blastomeri

Per ora non garantisce l’integrità dell’embrione

I blastomeri dell’embrione precoce sono
totipotenti (embryo splitting?)

Comunque è una operazione non fatta
nell’interesse dell’embrione
Partenogenesi
ovocitaria
Chi o che cosa è il partenote?

Organismo umano individuale
di origine agamica.

Struttura simil-embrionale
priva dell’imprinting genomico
tipico della specie umana.
Imprinting
genomico
Altered Nuclear Transfer
(ANT)
Citoplasma ovocitario alterato
prima dl trasferimento nucleare
Nonembryo
DNA di cellula somatica
alterato prima del
trasferimento nucleare

Si ottiene un embrione clonato, anche
se difettivo e disabile?

Oppure si ottiene una struttura biologica
non adeguatamente organizzata, un
semplice artefatto biologico?
Le obiezioni etiche, sollevate da più parti contro la clonazione
terapeutica e contro l’uso di embrioni umani formati in vitro,
hanno spinto alcuni scienziati a proporre nuove tecniche, che
vengono presentate come capaci di produrre cellule staminali di
tipo embrionale senza presupporre però la distruzione di veri
embrioni umani.
Queste proposte hanno suscitato non pochi interrogativi
scientifici ed etici, riguardanti soprattutto lo statuto ontologico
del “prodotto” così ottenuto. Finché non siano chiariti questi
dubbi, occorre tenere conto di quanto affermato dall’Enciclica
Evangelium vitae : “Tale è la posta in gioco che, sotto il profilo
dell’obbligo morale, basterebbe la sola probabilità di trovarsi di
fronte ad una persona per giustificare la più netta proibizione di
ogni intervento volto a sopprimere l’embrione umano”.
(nota) Nuove tecniche di questo genere sono, per esempio,
l’applicazione della partenogenesi all’uomo, il trasferimento di un
nucleo alterato (Altered Nuclear Transfer: ANT) e la
riprogrammazione assistita dell’ovocita (Oocyte Assisted
Reprogramming: OAR).
Dignitas personae, 30
Clonazione
e cellule staminali
Problemi di istocompatibilità


Parlando di trasferimento di materiale
istologico fra individui diversi, si profila il
grande ostacolo del rigetto.
Nel campo dei trapianti, le cellule
staminali potrebbero meglio dispiegare il
loro potenziale terapeutico grazie a linee
cellulari istocompatibili o addirittura
identiche a quelle del ricevente.
Staminali e istocompatibilità

Le cellule staminali trasferite in un
soggetto costituiscono un vero e
proprio trapianto e, come gli altri
trapianti, possono andare incontro al
fenomeno del rigetto.

L’organismo che le riceve le può
riconoscere come not-self e
attaccarle come estranee.
Soluzione ai problemi di istocompatibilità
1. Usare cellule staminali provenienti dal
soggetto stesso (raccolte nell’adulto o da
sangue cordonale autologo). Le cellule
staminali provenienti dal proprio cordone
ombelicale o dal proprio organismo adulto
non vanno incontro al rigetto (autotrapianti).
2. Riprogrammare cellule somatiche del
soggetto.
autotrapianto
Terapia
con cellule
staminali
autologhe
3. Cercare fra i consanguinei o i
potenziali donatori quelli che hanno
istotipi compatibili (matching ).
Le staminali da cordone ombelicale
sono più compatibili con i
consanguinei e, in generale, meglio
tollerate.
Si pensa alla possibilità di produrre e
conservare in apposite banche una larga
quantità di stipiti cellulari da cui scegliere
quelli maggiormente compatibili con i
riceventi,
magari
intervenendo
sugli
antigeni di istocompatibilità per via
genetica o rimuovendo dalla superficie
cellulare le sostanze glico-proteiche che
causano il riconoscimento da parte del
ricevente (mascheramento).
4. Anche per le staminali da embrione si
profila l’ostacolo del rigetto.
Si sta lavorando con la produzione di
embrioni per clonazione. (clonazione
terapeutica).
Si trasferisce il materiale nucleare
prelevato dalle cellule somatiche degli
stessi individui che hanno bisogno di
cellule staminali e dei loro derivati.
Terapia con cellule staminali
autologhe o istocompatibili da clonazione
Che cos’è la clonazione?

Le parole clone e clonazione derivano dal greco

dal sostantivo κλών = ramo, germoglio, rampollo

dal verbo κλωνίζω= taglio rami, divido.
Germoglio (κλών )

È la produzione di un organismo
geneticamente identico ad un altro attraverso
una riproduzione agamica o asessuata
(senza fusione di gameti).

È, insomma, la produzione per via asessuata,
di una copia di un organismo.

I primi tentativi risalgono ai primi del XX
secolo (Roux e Spemann).
Tecniche di clonazione
 Fissione
di un embrione o
embryosplitting
 Trasferimento
di nucleo
Clonazione per
trasferimento di nucleo
Confronto riproduzione normale/clonazione
Venerdì 5 luglio 1996 nasce
DOLLY pecora Finn Dorset
(nella foto con con la madre
surrogata Scottish Blackface) il primo mammifero
clonato a partire da cellule
di adulto, unico nato di 8
embrioni ottenuti su 277
tentativi presso il Roslin
Intitute di Midlothian in
Scozia.

Di tanto in tanto viene annunciato che si è
riusciti ad ottenere embrioni umani clonati.

Finora nessuna annuncio è stato confermato
con prove scientifiche.

Il fatto che si sia riuscito a clonare mammiferi
fa pensare che prima o poi qualcuno riuscirà
a clonare l’uomo.
Perché clonare,
cioè duplicare
un essere umano?




Riprodurre individui di grande genio o di
grande bellezza per migliorare la specie o
per rendere la vita più piacevole.
Riprodurre individui sani per evitare il rischio
della malattia genetica insito in quel gioco del
lotto che è la ricombinazione sessuale.
Produrre vasti gruppi di esseri umani
geneticamente identici, per consentire le
ricerche scientifiche sull’importanza relativa
della natura e dell’educazione riguardo ai
diversi aspetti delle prestazioni dell’uomo.
Produrre un figlio per una coppia sterile.





Produrre un figlio dotato di un genotipo di propria
scelta: di un personaggio famoso, di un ex-amante,
del proprio consorte o anche proprio.
Controllare il sesso dei figli che nasceranno; il sesso
di un nascituro clonato è lo stesso di quello
dell’individuo adulto da cui è stato prelevato il nucleo
donatore.
Produrre gruppi di persone identiche da destinare a
compiti particolari in pace e in guerra (non escluso lo
spionaggio).
Produrre copie di embrioni di ogni persona, da
congelare e conservare finché non vi sia bisogno di
una fonte di organi da trapiantare, geneticamente
identica ad essa.
Battere i Russi e i Cinesi, per evitare che
progrediscano troppo nel campo della clonazione.
Leon Kass, 1972
È stata introdotta una
clonazione
terapeutica
procreativa.
distinzione fra
e
clonazione
In effetti, non si tratta di tecniche diverse, ma
di finalità diverse.
La clonazione umana è in genere proibita dalle
legislazioni (non da quella Inglese)
Si è proposto di riservare il termine
clonazione alla sola clonazione riproduttiva.
La clonazione terapeutica viene come cell
nuclear replacement o sostituzione del nucleo
della cellula.
 Clonazione
riproduttiva =
clonazione
 Clonazione
terapeutica
= cell nuclear replacement o
transfer
In questo modo, quando una
legge dice che la clonazione è
proibita, si risponderà che la
clonazione terapeutica non è una
clonazione vera e propria perché
non è destinata a dar vita ad un
nuovo essere umano.
Bioetica
della
clonazione
umana

Le perplessità intorno alla clonazione umana
sono molteplici.

Nella riproduzione per clonazione

si oscura il legame fra trasmissione della vita e
relazione interumana espressa dalla coppia
coniugale attraverso i gesti del matrimonio.

e si tende a negare - almeno a livello
intenzionale - l’unicità irripetibile e la libertà
esistenziale della persona (cfr. Dignitas
personae, 28-29).
La clonazione umana è intrinsecamente
illecita, in quanto, portando all’estremo la
negatività etica delle tecniche di fecondazione
artificiale, intende dare origine ad un nuovo
essere umano senza connessione con l’atto di
reciproca donazione tra due coniugi e, più
radicalmente, senza legame alcuno con la
sessualità.
Tale circostanza dà luogo ad abusi e a
manipolazioni gravemente lesive della dignità
umana.
Dignitas personae 28
Procreazione e amore coniugale

La procreazione di una nuova persona avviene nel
contesto dell’amore coniugale come frutto e segno
della mutua donazione personale degli sposi, del
loro amore, della loro fedeltà.

L’inviolabile bonum humanum della procreazione,
consiste nella connessione fra la trasmissione
della vita e l’amore coniugale, in quanto amore
personale, unitivo e fecondo.

La connessione della genealogia della persona con
l’amore coniugale si attua per mezzo dei gesti
coniugali che di quell’amore sono il simbolo e
l’incarnazione (cfr. Dignitas personae, n. 9).
AMORE
CONIUGALE
ATTI CONIUGALI
FIGLIO
Qualora la clonazione avesse uno scopo
riproduttivo, si imporrebbe al soggetto clonato
un
patrimonio
genetico
preordinato,
sottoponendolo di fatto – come è stato
affermato – ad una forma di schiavitù biologica
dalla quale difficilmente potrebbe affrancarsi. Il
fatto che una persona si arroghi il diritto di
determinare arbitrariamente le caratteristiche
genetiche di un’altra persona, rappresenta una
grave offesa alla dignità di quest’ultima e
all’uguaglianza fondamentale tra gli uomini.
Dignitas personae 28
Dalla particolare relazione esistente tra Dio e
l’uomo fin dal primo momento della esistenza
deriva l’originalità di ogni persona, che obbliga
a rispettarne la singolarità e l’integrità, inclusa
quella biologica e genetica.
Ognuno di noi incontra nell’altro un essere
umano che deve la propria esistenza e le
proprie caratteristiche all’amore di Dio, del
quale solo l’amore tra i coniugi costituisce una
mediazione conforme al disegno del Creatore
e Padre celeste.
Dignitas personae 28

Tuttavia, la clonazione procreativa mantiene una
connessione con il senso umano del generare
perché pone in essere un creatura e quindi ne
ammette, sia pure in modo contraddittorio, la
qualità personale.

La clonazione terapeutica, invece –si legge in un
Documento del Centro di Bioetica dell’Università
Cattolica del 1999 – “stravolge il significato
umano della generazione, non più pensata ed
attuata per scopi riproduttivi, ma programmata
per finalità medico-sperimentali (e perciò anche
commerciali)”.
Ancora più grave dal punto
di vista etico è la
clonazione
cosiddetta
terapeutica.
Dignitas personae, 30
Dignità e valore degli embrioni clonati
Quanto si è detto circa la produzione di
embrioni come fonte di cellule staminali non
cambia quando si parla di embrioni umani
ottenuti per clonazione.
Le modalità attraverso le quali viene
chiamato alla vita un nuovo essere umano
non cambiano la qualità ontologica ed etica
di questa esistenza.
Creare embrioni con il proposito di
distruggerli, anche se con l’intenzione di
aiutare i malati, è del tutto incompatibile con
la dignità umana, perché fa dell’esistenza di
un essere umano, pur allo stadio embrionale,
niente di più che uno strumento da usare e
distruggere.
È gravemente immorale sacrificare una vita
umana per una finalità terapeutica.
Dignitas personae, 30
La clonazione ibrida
Sono stati prodotti recentemente ibridi uomoanimale ottenuti inserendo nuclei di cellule
somatiche umane in ovociti animali
denucleati, al fine di produrre cellule staminali
embrionarie dagli embrioni così ottenuti, detti
cybrid.
Si parla di clonazione ibrida.
La clonazione ibrida

Gli embrioni così ottenuti sono biologicamente
umani perché formati al 98 % da DNA umano e,
soprattutto, perché in possesso di un genoma
umano sostanzialmente integro.

Il restante è rappresentato dal DNA mitocondriale
di origine animale (DNA non nucleare) che, però,
è destinato a funzioni legate al metabolismo e alla
produzione di energia.
Recentemente sono stati utilizzati ovociti
animali per la riprogrammazione di nuclei di
cellule somatiche umane – generalmente
chiamata clonazione ibrida – al fine di estrarre
cellule staminali embrionali dai risultanti
embrioni, senza dover ricorrere all’uso di ovociti
umani.
Dal punto di vista etico simili procedure
rappresentano una offesa alla dignità
dell’essere umano, a causa della mescolanza
di elementi genetici umani ed animali capaci di
turbare l’identità specifica dell’uomo.
Dignitas personae, 33
La libertà di ricerca e biopolitica


Che rapporto fra ricerca
scientifica e società?
Qual è il rapporto corretto fra
controllo sociale e libertà di
ricerca?
GRAZIE
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6 - La Verna