Impero carolingio, relazioni feudovassallatiche
Verona 10 marzo 2014
Lo stanziamento dei Franchi
260
IV sec
L’espansione franca tra V e VI sec
460
480
L’espansione franca tra V e VI sec
481-511
VI sec
486
.
iberica.
526
L’età merovingia
• Alla morte di Clodoveo il regno, idealmente
unitario, fu diviso in frazioni territoriali
– Neustria
– Austrasia
– Aquitania
– Burgundia
Il regno dei
franchi in età
Merovingia
inizio VI – fine
VIII sec
(511 –754)
.
• La vivacità delle aristocrazie regionali e l'affermazione dei
pipinidi
• I Maestri di palazzo di Austrasia
• Pipino di Héristal
– Carlo Martello (732 battaglia di Poitiers)
– Pipino il breve nel 751 si fa nominare re
• prima consacrato da san Bonifacio
• poi confermato da Stefano II
.
• Le relazioni feudo-vassallatiche nella società
franca delle origini:
• Relazioni sociali tra uomini liberi, in assenza di
un potere pubblico efficiente, che fungono da
strumento di disciplinamento sociale e
politico-militare.
• Inizialmente, contenuto prevalentemente
militare: compagnonnage d’armes, solidarietà
tra uomini liberi che fanno la guerra assieme
,
• La componente dell’onore e della fedeltà (fidelitas)
• La reciprocità, il tradimento dell’onore (fellonia): la nascita del
diritto feudale, il giudizio dei pari (curia parium)
• La componente gerarchica: la dialettica senior / vassus (dal
celtico gwas, «ragazzo», giovane»): l’addestramento alla
guerra e ai valori delle armi. I «riti di passaggio» di una
aristocrazia militare
• Successivamente, il rapporto vassallatico passa da una
funzione prevalentemente militare a una funzione più
largamente «sociale», di coordinamento. La fiducia
dell’aristocratico franco nei suoi «fedeli» si trasforma in una
delega politica. Dall’entourage dei vassalli di Carlo Magno
usciranno i conti (comites, Graf) e i Marchesi (markgraf o
conte della Marca), i funzionari dell’impero
.
• Il vassaticum (1) E’ un legame personale,
privato, non riguardante, in sé,
l’amministrazione dello stato. Ma formalizzato
in modo ufficiale e pubblico, con una sorta di
“contratto”. Il vassaticum, o vassallaggio, è
“un’amicizia sanzionata giuridicamente” (G.
Tabacco).
.
• Il vassaticum (2) E’ un legame stretto da
persone di condizione sociale elevata. Non va
confuso con altre forme di subordinazione (ad
esempio il rapporto tra un proprietario
terriero e i suoi coloni). Non riguarda
necessariamente un re o un imperatore, ma
sempre dei potentes.
.
• Il vassaticum (3) E’ un legame (amicitia) che
non comporta uguaglianza: c’è un inferiore
(vassus) che si sottomette ad un superiore
(senior, dominus). Il sottomesso non è visto
come un servo, ma come un “familiare” del
superiore
• Il vassaticum (4) Il legame istituisce obblighi
reciproci: Il vassus ha l’obbligo della fedeltà al
senior e del servizio, per lo più in armi. Il
senior ha l’obbligo della protezione e, in un
secondo tempo, quello di compensare il
vassus con l’assegnazione di un beneficio. Il
beneficio è un bene fondiario concesso
temporaneamente in uso (non è una
proprietà); nel caso del vassallo, per tutta la
durata del servizio.
• Il vassaticum (5) L’amicizia vassallatica può
essere infranta solo dall’infedeltà del vassus
(“fellonia”), altrimenti dura fino alla morte di
uno dei due contraenti. Essendo un rapporto
personale non è trasmissibile per via
ereditaria Non era però infrequente che un
senior ben servito accettasse come vassus
l’erede di un vassallo defunto.
• Il Vassaticum (6) E’ istituito attraverso una
cerimonia, detta “omaggio” che prevedeva
vari gesti simbolici: l’immixitio manuum con la
quale il vassus si metteva nella mani del
senior; il giuramento, che chiamava Dio come
testimone dell’impegno di fedeltà; la
consegna del beneficio (investitura) attraverso
un simbolo.
• Diffusione del vassaticum Il vassallaggio si
diffonde nella prima metà del VIII secolo nel
regno dei Franchi, come risposta alla crisi
dell’esercito di popolo (in origine tutti i liberi
dovevano accorrere alla chiamata del re,
“eribanno”). I maestri di palazzo merovingi si
circondano di una clientela militare,
compensata con beni sottratti alla Chiesa.
Un passo indietro. I longobardi e la
chiesa di Roma
• 728 Liutprando è indotto da papa Gregorio II a
ritirarsi e a donare Sutri al papato (il primo nucleo del
Territorio di S. Pietro).
• 733-742 Liutprando in lotta contro i bizantini e il
papato occupa l'Emilia e le Marche e assedia Roma.
• 749 Astolfo, re dei longobardi, occupa Ravenna e la
Pentapoli (750-751) e attacca i territori della Chiesa.
La svolta: Roma chiede aiuto ai Franchi
• 754 Chiamato dal papa Stefano II (753) scende
in Italia il re dei franchi Pipino il Breve, che,
battuto Astolfo, lo costringe con la pace di Pavia
a “restituire” al papa le terre tolte ai bizantini.
• 756 Astolfo riprende le ostilità contro il papa e
assedia Roma. Pipino il Breve scende
nuovamente in Italia, sconfigge Astolfo e con il
secondo trattato di Pavia lo obbliga a rinunciare
all'esarcato e alla Pentapoli, che cede a sua volta
al papa (donazione di Pipino).
Un colpo di stato “benedetto”
• nasce il mito della “figlia primogenita della chiesa
di Roma”: il papa promette di erigere una chiesa
presso san Pietro a Santa Petronilla.
Carlo (Magno)
Alla morte di Pipino, nel 768,
il regno viene diviso tra:
- Carlomanno (Alemannia,
Alsazia, Burgundia,
Settimania e Provenza)
- Carlo (Austrasia, Neustria,
Aquitania)
771 muore Carlomanno,
Carlo riunisce nelle sue mani
tutto il regno
Divisioni del
regno dei
Franchi
Dante così lo ricorda …
E quando il dente longobardo morse
la Santa Chiesa, sotto le sue ali
Carlo Magno, vincendo, la soccorse.
Paradiso VI, 94-96
Le guerre di Carlo
• 772 guerra contro i Sassoni
– dura circa 30 anni. Widukindo deve sottomettersi ed accettare il
battesimo
• guerra contro i Bavari (il duca Tassilone riconosce la
sovranità di Carlo)
• 791-805 guerra contro gli Avari
• guerra contro gli “arabi” di Spagna (810 accordo con
l’emiro di Cordoba: a nord del fiume Ebro si costituisce la
Marca di Spagna) Nel corso di una spedizione, sulla via
del ritorno vi è la scaramuccia di Roncisvalle nella quale,
ad opera di bande Basche, muore Rolando
• 774 si completa la conquista del Regno dei Longobardi.
La notte di Natale
dell’anno 800
• A Roma le diverse famiglie
dell’aristocrazia esercitano
pressioni sul papa
• Leone III chiama l’imperatore
in sua difesa e, in pubblico
giudizio, Carlo gli da ragione
• La notte di Natale il papa
incorona imperatore a San
Pietro il re Franco
Come reagì Carlo?
Il racconto di Eginardo mostra che Carlo non
dovette essere molto soddisfatto:
«In questo periodo prese il titolo di imperatore e di Augusto. Il
che dapprima lo contrariò a tal punto che giunse a dichiarare che il
quel giorno, anche se era una delle più grandi festività, mai sarebbe
entrato in chiesa se avesse potuto supporre quale era il progetto del
pntefice.
In seguito però sopportò con grand etolleranza l’odio suscitato
dall’aver egli assunto quel titolo, sdegnandosi soprattutto di ciò gli
imperatori romani.
Vinse la loro arrogante fierezza con la sua magnanimità, nella
quale indubbiamente li superava di gran lunga, e ottenne ciò
mandando loro frequenti ambascerie e chiamandoli fratelli nelle sue
lettere»
Con quale autorità il papa consacra un
imperatore?
• La cosiddetta “donazione di Costantino”
• Il ciclo di affreschi dei Santi Quattro Coronati
Carlo e Roma
«Fra tutti gli altri sacri e venerabili luoghi portava particolare
devozione alla chiesa del beato Pietro apostolo a Roma, sui cui altari
votivi ammassò un valore tanto in oro che in argento e gemme, e
molti e innumerevoli fuorno I doni inviati ai pontefici.
E per tutto il tempo del suo regno la cosa che ebbe sempre più a
cuore fu questa: che la città di Roma tornasse all’antico prestigio
grazie all’opera e all’impegno suoi e che la chiesa di S. Pietro
risultasse non solo sicura e difesa dal suo intervento, ma anche
adornata e arricchita dalle sue ricchezze al di sopra di tutte le altre
chiese.
Ma, pur tenendo questa chiesa in così grande considerazione, nei
suoi 47 anni di regno partì alla sua volta per scuoglier voti e
rivolgere preghiere solo quattro volte.»
Eginardo, Vita Karoli, n. 27
,
.
.
.
- Il vassaticum e Carlomagno
- Carlo utilizzò il vassallaggio ad integrazione dell’apparato
pubblico. Con il tempo, però, si creò una confusione tra
ambito privato e pubblico: il vassallo-conte finì con il
confondere l’ufficium con il servitium e i vantaggi economici
legati alla sua funzione pubblica (a volte si trattava di benefici)
con il beneficio goduto in quanto vassallo.
- Equivoci da evitare
-
Non tutti i vassalli erano conti (= funzionari pubblici) I
legami vassallatici non riguardavano tutti i rapporti sociali.
La “piramide feudale” non è mai esistita
Relazioni feudo vassallatiche – testi
• (A) Che nessuno abbandoni il suo signore dopo che abbia ricevuto
da lui il valore di un soldo, salvo se [il signore] lo vuole uccidere o
colpire col bastone o violare sua moglie e sua figlia o togliergli
l'eredità.
• Capitolare di Aquisgrana, KK 1, c, 16 (802-803).
• (B) Se qualcuno vorrà abbandonare il suo signore e potrà
comprovare uno dei seguenti crimini: cioè, in primo luogo che il
signore abbia voluto ingiustamente ridurlo in servitù; in secondo
luogo, che abbia tramato contro la sua vita; in terzo luogo, che il
signore abbia commesso adulterio con la moglie del suo vassallo; in
quarto luogo, che il signore si sia scagliato con la spada sguainata
contro di lui con la volontà di ucciderlo; in quinto luogo, che il
signore non abbia prestato aiuto al suo vassallo dopo che questo si
era accomandato nelle sue mani, allora sia lecito al vassallo
abbandonarlo.
• Capitolari franchi, KK 1, c. 8 (801-813?).
• .
Relazioni feudo-vassallatiche - testi
•
•
•
•
Tassilone duca di Baviera vassallo di Carlo Magno (774)
Ancora più dettagliato è il racconto della seconda redazione degli Annales regni
Francorum, scritta probabilmente dopo l'incoronazione imperiale di Carlo Magno
(800), secondo la quale
31
Allora venne anche Tassilone, duca di Baviera, con i grandi del suo popolo e
secondo l’uso franco si accomandò in vassallaggio con le sue mani nelle mani del
re e promise fedeltà sia a re Pipino, sia ai suoi figli Carlo e Carlomanno giurando sul
corpo di san Dionigi; promise anche sul corpo di san Martino e di san Germano di
prestare fede a questo giuramento ai suoi signori per tutta la sua vita. Allo stesso
modo tutti i grandi di Baviera, che erano venuti con lui innanzi al re, promisero su
quei luoghi venerabili di mantenere la fedeltà al re e aì suoi fedeli. Come s'è detto,
sulla base di questa testimonianza si è dato spesso per scontato che a metà secolo
il vassallaggio avesse assunto delle caratteristiche già ben delineate, a partire dalla
cerimonia con cui un uomo diveniva vassallo. Oggi si ritiene per lo più che la
descrizione della cerimonia del giuramento di Tassilone ritragga un rituale che si
consolidò solo negli ultimi decenni di quel secolo. Prima di analizzare il perché di
questa postdatazione è necessario soffermarsi brevemente sui gesti compiuti da
Tassilone di fronte a Pipino, poiché con essi abbiamo una delle rarissime
descrizioni dei riti vassallatici di età carolingia.
Relazioni feudo-vassallatiche, testi
• (C) 1. Giuramento dei fedeli. Io vi servirò fedelmente per quanto io saprò
e potrò, con l'aiuto di Dio, senza inganno o frode e con il consiglio e l'aiuto
secondo il mio ufficio e la mia persona affinché quel potere che Dio vi
concesse, voi possiate conservarlo ed esercitarlo secondo la sua volontà e
per la salvezza vostra e dei vostri fedeli.
2. Giuramento del re. Anche io per quanto saprò e potrò ragionevolmente
fare, con l'aiuto di Dio, onorerò ciascuno di voi secondo la sua condizione e
persona; e veglierò che egli sia onorato ed aiutato; gli conserverò la sua
propria legge e il suo diritto; e userò verso lui quella giusta misericordia di
cui egli avrà bisogno e di cui farà ragionevole richiesta, come un re fedele
deve onorare e salvare secondo giustizia i suoi fedeli. E per quanto lo
consente l’umana debolezza e per quanto Dio mi darà intelligenza e
potere, non abbandonerò questa decisione a favore di nessuna persona nè
per consiglio malevolo nè per alcuna altra indebita esortazione; e se io
sarò deviato a causa della mia debolezza, quando avrò capito ciò, cercherò
volontariamente di porvi riparo
• Giuramenti di Quierzy, KK 2, cc. 1-2 (858).
Relazioni feudovassallatiche, testi
• F) Comportamento da mantenere verso il tuo signore.
Dio, come credo, e tuo padre Bernardo, nel fiorente vigore
dell'inizio della tua gioventù hanno scelto il signore che tu hai ora
[un Carolingio]; ricordati ancora che è nato da una grande stirpe ed
è di origine nobile da entrambi i lati, e non lo servire in modo tale
che piaccia solo all'apparenza, ma anche che coinvolga i tuoi sensi,
e tieni il corpo e l'anima pura e preserva la fedeltà a lui in tutte le
cose [...]. Perciò, figlio, ti esorto perché tu mantenga finché vivi la
fedeltà con il corpo e con la mente [...]. Mai esca da te un
improperio a causa dell'insania dell'infedeltà; il male non nasca
neppure nel tuo cuore, al punto da farti essere infedele in qualcosa
al tuo signore [...], cosa che non credo che, avverrà né in te né nei
tuoi compagni d’arme [...]. Tu, pertanto, Guglielmo, figlio mio [...],
come ti ho detto sii sincero, vigile, utile e eccellente; e sforzati di
esibire, in ogni affare che sia di utilità del potere regio, per quanto
Dio ti darà le forze, la massima prudenza dentro e fuori.
• Dhuoda, Manuale per mio figlio, III, 4 (843).
,
• In un suo articolo pionieristico pubblicato ormai
più di venticinque anni fa, Jacques Le Goff mise in
evidenza come i rituali vassallatici mettessero in
gioco le tre categorie degli elementi simbolici per
eccellenza: la parola, il gesto e l'oggetto, che
ritroviamo nell'episodio che ebbe come
protagonista Tassilone, il quale si accomandò in
vassallaggio mettendo le mani nelle mani del re
(gesto) e giurò la sua fedeltà (parola) toccando le
reliquie di alcuni santi (gesto/oggetto).
• Il "contratto vassallatico", infatti, era
essenzialmente orale e non comportava alcuna
registrazione scritta.
,
• Commendatio (atto attraverso il quale un
uomo libero si sottometteva alla protezione e
alla tutela (patrocinium / mundium)
• Immixtio manuum
• sacramentum
.
• Creazione di reti vassallatiche nelle terre conquistate dai
franchi (l’esportazione del rapporto vassallatico in
• Il rapporto feudo-vassallatico dall’alto al basso della società.
Diventa ‘sistema’
• Feudalizzazione delle cariche pubbliche (conte, marchese,
cariche di corte)
• Riconoscimento della ereditarietà dei feudi
• Resterà una struttura stabile della società occidentale :
Diritto feudale
Esportazione dei rapporti feudo vassallatici (XI sec.) nell’Oriente
crociato
.
• .
.
• Il ruolo delle istituzioni ecclesiastiche in età carolingia
• Vescovi e potere in età carolingia
•
•
• I Carolingi intendono sottrarre i vescovi al condizionamento
dell'aristocrazia militare (dalla quale provengono socialmente) e
inserirli in un sistema politico-ecclesiastico in cui la collaborazione
con il regno nel governo civile e religioso delle popolazioni fosse
piena.
•
• - dilatazione dei compiti affidati ai vescovi ed abati (missi
dominici….)
• Carlo Magno legifera in materia ecclesiastica e anche pastorale, si
percepisce come «vescovo esterno» della Chiesa
• Carlo Magno incorpora, sancisce la legislazione ecclesiastica, che
viene recepita nei capitolari
.
• Secondo i Libri carolini, Carlomagno "con
l'aiuto di Dio governava sulla Gallia, sulla
Germania e sull'Italia, nonché sulle province
ad essa finitime"
•
• Finché vive Carlomagno, la restaurazione .
dell'impero in Occidente sembra in qualche
momento riproporre il modello tardo antico
della "Chiesa imperiale" , alla Costantino o alla
Teodosio
.
• Anche vescovi e abati sono coinvolti nel
riordinamento carolingio delle strutture
militari
• - le chiese reclutano clientele vassallatiche
proprie a difesa dei beni ecclesiastici; gli
ecclesiastici sono immessi, come «seniores»
dei propri vassalli, nell'esercito regio.
• [obbligo ufficiale per i prelati di vigilare sul
buon andamento dei propri uomini e di
condurli o di farli condurre ad una guerra].
Relazioni feudo-vassallatiche, testi
• (E) Se il conte non amministra la giustizia
della sua circoscrizione, mantenga a sue spese
un nostro messo finché tutti i processi siano
conclusi; e se un nostro vassallo non avrà fatto
giustizia, allora si installino nella sua casa un
conte e un messo e vivano a sue spese, finché
non sia fatta giustizia.
• Capitolare di Héristal, KK 1, c. 21 (779).
,
• Si può parlare di una globale incorporazione
dell'organismo ecclesiastico nell'ordinamento
pubblico, e contemporaneamente totale
subordinazione dell'ordinamento pubblico alle
finalità ecclesiastiche».
Europa carolingia come reciproca integrazione su
base territoriale fra un apparato politico-militare e
un ordinamento di chierici e monaci a fini religiosi e
civili
.
• C'è strumentalizzazione e potenziamento ad
un tempo. Il re è investito di un potere
militare e giurisdizionale sovrano e
ammantato di sacralità religiosa, e sovrasta a
tutte le istituzioni del regno.
• C’è o non c’è necessariamente c'è confusione
sul piano dei principi?
• In Occidente si è aderito in modo
incondizionato alla "teoria dei due poteri" in
costante contrapposizione al "cesaropapismo"
bizantino? Questo è un problema aperto
• .
• .
• .
L’Italia carolingia
• 774-888
• Tentativo di accentramento
•
• Introduzione dell'istituto comitale in sostituzione (non immediata) di duchi
e gastaldi longobardi
•
• L'Italia centro-meridionale resta istituzionalmente longobarda e mantiene
nel ducato di Benevento anche la sua indipendenza politica
•
• Si rafforza la città, centro dell'antico territorio municipale: lotta contro i
distretti rurali longobardi (fines, iudiciarie...), e ripristino o introduzione
dei comitatus
•
• Si arricchiscono e si 'dotano' gli episcopi
•
• Si ordina ai conti di collaborare con il vescovo nell'amministrazione della
giustizia e nella gestione della cosa pubblica in genere
.
• Motivi del fallimento:
• - i franchi in Italia sono quattro gatti
• Carattere élitario del loro insediamento. Sino all’875 tutti i conti dei quali
si abbia notizia sono franchi, o alamanni; quasi tutti i vescovi sono franchi.
Si sentono assediati.
• Precoce tendenza dei conti alla dinastizzazione delle cariche, e alla
progettazione di una politica famigliare, dinastica
• Orientamento degli episcopati e dei monasteri a configurare i loro
possessi, grazie all’immunità, come a un’isola giurisdizionale all’interno
del comitato
• Il regnum non ha una politica stabile, ma è solo un potente blocco
itinerante, gli spostamenti del quale permettono di tenere a freno le forze
centrifughe
.
• Il concetto di regnum in Italia è circoscritto all'antico
• territorio del regno longobardo (Italia settentrionale e
Toscana), dove dapprima i discendenti dei Carolingi,
poi principi che esprimono il particoIarismo delle
grandi famiglie italiane di tradizione pubblica
(specialmente marchionale) esercitano un potere di
fatto .
• Nell’855-875 tentativi di Ludovico II, rex
Langobardorum (ma comincia ad apparire la dizione
rex e regnum Italie) e nominalmente imperatore, di
conquistare il sud ed espellere gli arabi
,
.
.
• 888 Berengario marchese del Friuli eletto re contro Guido di
Spoleto. Guerra e sconfitta di Berengario
• 888-894 Guido di Spoleto eletto re a Pavia
• 895 discesa in Italia di Arnolfo di Carinzia, incoronato
• imperatore nell'8 96
• Alla sua partenza Lamberto di Spoleto e Berengario si spartiscono il
regno
• 900 Adalberto di Toscana e Adalberto d'Ivrea invitano Lodovico di
Provenza (incoronato 901)
• 901 reazione di Berengario: Lodovico accecato in
• Verona.
• 915 Berengario incoronato imperatore in Roma
.
• 922 i marchesi di Toscana chiamano Rodolfo II di
• Provenza. Berengario è sconfitto e ucciso 924
• 926 contro Rodolfo, Berta di Toscana, Guido di Toscana
• e Adalberto d'Ivrea chiamano Ugo di Provenza (eletto
• imperatore, dal 931 col figlio Lotario come collega)
• 930-940 predominio di Ugo e di Lotario
• 940 scontro di Ugo e Lotario con Ottone di Sassonia
per
• il controllo della Borgogna
.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
950 Morte di Lotario e elezione a re di Berengario (Il)
marchese d'Ivrea (col figlio Adalberto). Crea le marche
Arduinica, AIeramica, Obertenga nell'ItaIÙi-nord
occidentale
951 scende in Italia Ottone di Sassonia che sposa
Adelaide, figlia di -Rodolfo di Borgogna e vedova di
Lotario di Provenza
960 nuova discesa di Ottone, chiamato da Giovanni XII
çontro Berengario II
,
• 3 caratteri originali dell’età carolingia
• - predominio della grande proprietà, laica o
ecclesiastica
• - tendenza (tendenza!!!) all’autarchia
• - marginalizzazione della moneta e delle
attività di scambio
•
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lezione 9 impero carol. relazioni feudo