UNO SGUARDO SULLA CITTA’
Appunti del circolo Pd della Cervese per il programma dei candidati
a sindaco e presidente della Provincia
– Il cittadino protagonista
In una fase difficile e di grande instabilità come quella che stiamo vivendo, occorre innanzi tutti
restituire alla città un senso di maggiore vicinanza tra l'Amministrazione e i cittadini. Occorre
mettere in atto una serie di politiche legate ad una maggiore condivisione delle scelte
(soprattutto per quelle che riguardano in senso stresso i quartieri e le frazioni) con i residenti,
mentre è fondamentale instaurare un rapporto di scambio di informazioni tra il Comune e i
cittadini costante e periodico, che non sia limitato al solo invio dal magazine comunale ma che
si estenda alle nuove tecnologie e al pieno coinvolgimento dei quartieri nel mantenere un filo
diretto con i cittadini sulle novità e sulle scelte operate dall'Amministrazione. Il cittadino ha il
dovere di conoscere ma ha anche il diritto di essere messo nelle condizioni di apprendere nel
modo più vasto, completo e trasparente possibile il lavoro svolto dall'amministrazione. Utile ad
accrescere la partecipazione del cittadino, anche nelle aree periferiche della città, è l'escuzione
di sondaggi tra la popolazione (magari a cadenza semestrale) oltre che la realizzazione di
forum tematici per coinvolgere tutti gli attori della città e del territorio per illustrare, discutere
e confrontarsi sui progetti di sviluppo di Forlì a breve, medio e lungo termine.
- Allarghiamo l’orizzonte
Forlì si pone al centro di un territorio che si presenta come un’entità geografica piuttosto
unitaria, a fronte della quale, però, negli ultimi anni ciascuna realtà comprensoriale e comunale
ha agito in maniera quasi sempre scollegata dal resto del territorio. Occorre quindi recuperare
la capacità di ‘leggere’ e interpretare il territorio romagnolo come un’unica entità, sforzandosi
di fare breccia nel muro del campanilismo che molto spesso impedisce lo sviluppo di politiche
coordinate ad efficaci. E’ il caso ad esempio del problema delle infrastrutture (si pensi ad
esempio al problema del collegamento tra Forlì e Ravenna e tra Forlì e l’appennino toscoromagnolo), delle politiche culturali, del sistema fieristico, del sistema aeroportuale, delle
politiche culturali, della programmazione urbanistica del territorio. Occorre quindi sapere
coniugare l’interesse della singola municipalità con quello del comprensorio e delle realtà
confinanti.
– Il Pd come cerniera tra Amministrazione e cittadini
Quello del Partito e quello dell’Amministrazione comunale sono ruoli ben distinti tra loro.
Occorre tuttavia rendere più pregnante la presenza del Pd sul territorio e sul dibattito politico
locale, sapendo interpretare i bisogni e le paure dei cittadini (tutti, non solo quelli degli iscritti),
sapendo in questo modo fornire un valido supporto al lavoro dell’Amministrazione, sapendo
proiettare la visione e l’attività del partito su una scala più vasta di quella interna agli
organismi e all’Amministrazione. La crisi economica, il senso di insicurezza, la questione
ambientale, la disaffezione alla politica, la condivisione delle scelte: sono temi sui quali il Pd
deve saper dare risposte, deve saper dettare l’agenda politica locale, deve saper dare un senso
di presenza e vicinanza che fino ad oggi non si è avvertito. I cittadini devono sapere quali sono
le posizioni del Pd su ogni tema del dibattito politico, sia locale che nazionale, perché solo così
potranno capire qual è l’identità del nostro soggetto politico. Occorre pertanto fare un salto di
qualità nel lavoro degli organismi dirigenti, che devono essere capaci di produrre prese di
posizione, proposte e più in generale devono avere una maggiore sensibilità a ciò che avviene
fuori dalle riunioni interne. Giusto il ricorso alle nuove tecnologie e a internet per comunicare
(senza dimenticare, però, i tanti cittadini che ancora non utilizzano questi strumenti e
valorizzando quelli esistenti), ma prima di discutere di questo occorre costruire le proposte, le
idee e l’identità che si vogliono comunicare attraverso gli strumenti che saranno realizzati.
- Una nuova politica urbanistica
In campo urbanistico occorre una immediata revisione del PRG ed un approfondito dibattito
sulle infinite aree di sviluppo residenziale individuate come potenziamento delle frazioni.
Occorre rivedere le aree complesse della città laddove vi è grande commistione fra residenza,
industria ed artigianato. Occorre promuovere uno sviluppo più armonico di questi insediamenti,
evitando ulteriore ‘consumo’ di territorio, specialmente nelle aree rurali. Riteniamo utile
pensare di recuperare alle funzioni abitative o di area verde per la città quelle aree dove vi
sono aziende inquinanti o dove le aziende stesse sono inefficienti o peggio ancora in
dismissione, anche con un nuovo sistema di riubicazione.
Al fine di una maggior tutela del territorio, occorre ripensare lo sviluppo altimetrico dell’edilizia
(promuovendo la realizzazione di fabbricati di almeno tre/quattro piani abitabili) nel comune ed
in generale nel comprensorio anche alla luce dei problemi legati al mantenimento delle aree
permeabili ed all’effettivo utilizzo di case e/o appartamenti privi di servizi e strutture adeguati
ai portatori di handicap, sia come acquirenti che come fruitori delle abitazioni.
- Edilizia residenziale
Lo sviluppo dell’edilizia privata degli ultimi anni, ha portato ad una crescita della popolazione in
quasi tutte le frazioni, facendo aumentare i bisogni di Servizi, Sicurezza e nuovi bisogni sociali.
Gli appartamenti costruiti in questi anni sono in gran parte stati proposti per l’acquisto, e/o
destinati all’affitto o da chi li ha acquistati per fare investimenti che li ha affittati a prezzi che
non convenienti per le famiglie più bisognose.
Pertanto sarebbero utili interventi edilizi di utilizzo e di completamento di aree già esistenti, ma
evitando assolutamente l’espansione di queste zone. Occorre favorire interventi finalizzati alla
costruzione di appartamenti in affitto per famiglie che non avranno per molto tempo, vista la
situazione economica, la possibilità di acquistare la casa.
- Infrastrutture, sviluppo ed efficienza
La via Emilia-bis è una priorità che va perseguita, ma non è l’unica delle grandi infrastrutture
di cui c’è bisogno. La via Emilia storica va riqualificata mediante la realizzazione di piste
ciclabili, l’individuazione di nuove attività direzionali, anche pubbliche, commerciali e di servizio
alla persona. Occorre fare ogni sforzo affinché venga completato il sistema tangenziale di
Forlì nei tempi stabiliti, mentre va riportato al centro dell’attenzione l’assoluta urgenza di un
intervento sulla Ss67, l’arteria di collegamento con Ravenna da un lato e la Toscana dall’altro,
senza commettere l’errore che il collegamento con le vallate sia un problema secondario per
Forlì.
Occorre aprire un dialogo concreto e produttivo con i territori vicini sul sistema fieristico
locale, che su un raggio di circa cento chilometri presenta almeno cinque poli fieristici (Rimini,
Cesena, Forlì, Faenza e Bologna). Vanno studiate forme attive di collaborazione per evitare la
sovrapposizione di eventi analoghi o a breve distanza tra loro (come spesso avviene) e tendere
verso una nuova realtà che raggruppi quanto meno gli enti fieristici di Forlì e Cesena, anche
per ridurre il peso di queste strutture pubbliche sui bilanci delle amministrazioni.
Ragionamento analogo va compiuto sul sistema aeroportuale. Non è pensabile che tra Forlì
e Rimini, che distano appena 50 chilometri tra loro, vi sia una concorrenza così accesa che non
porta benefici economici e di servizio a nessuno dei due scali, producendo inutili doppioni di
collegamenti aerei. L’aeroporto di Forlì è in grado di servire un territorio molto più ampio di
quello provinciale e occorre fare ogni tipo di sforzo per coinvolgere attivamente le istituzioni
ravennati, cesenati e quelle della costa (anche gli operatori turistici privati), nonché dar corso
al piano di rilancio dello scalo che prevede l’apertura di un nuovo filone di business sui voli
cargo.
Occorre rianimare il centro storico attraverso interventi strutturali a favore del commercio e
delle attività direzionali insediate anche mediante l’individuazione di aree utili alla realizzazione
di parcheggi interrati a ridosso della piazza come avviene in tante città di dimensioni analoghe
a quelle di Forlì. Occorre procedere anche alla creazione di silos sotterranei sottostanti le
strade da destinare alla vendita di posti auto ai privati o alla sosta temporanea.
Realizzare di silos in elevazione o parcheggi di gronda in posti strategici della città dove far
affluire le auto private e collegarli al centro con autobus navetta ad alta frequenza di corse,
sarebbe un altro utile strumento per promuovere l’accesso al centro storico. Infine sul piano
dell’animazione del centro, va assolutamento predisposto un piano di manifestazioni, tra cui
anche alcuni grandi eventi capaci di catalizzare l’attenzione di migliaia di persone, anche dalle
città vicine. Ad esempio è impensabile che a Forlì non sia possibile organizzare una “notte
bianca”, come avviene in tante realtà anche sul nostro territorio.
Il Comune di Forlì deve adoperarsi per snellire il più possibile la burocrazia che ogni giorno
cittadini e imprese si trovano di fronte, soprattutto in materia urbanistica ma non solo: un
valido strumento in questo senso può essere un maggior ricorso all’autocertificazione, che da
un lato responsabilizza cittadino e imprenditore, e dall’altro consente di dare risposte in tempi
più rapidi. Accanto a ciò l’amministrazione pubblica compirà controlli a campione sulle
autocertificazioni presentate, introducendo pene severe e inflessibili per i trasgressori
- Scuola e formazione
Non ci convince e non ci piace quello che sta succedendo oggi nella scuola a livello nazionale:
mutamenti che mirano esclusivamente al risparmio, riducono il tempo scuola, il tempo per
l’apprendimento e mettono in difficoltà le famiglie.
A Forlì vorremmo continuare a pensare ad una scuola “fiore all’occhiello” della nostra città,
dove le giovani generazioni imparano a diventare “cittadini” con l’aiuto di insegnanti preparati
e motivati, dove la solidarietà si intreccia con l’eccellenza, dove la formazione disinteressata
delle persone si coniuga con le competenze necessarie per continuare ad occupare i primi posti
nella qualità della vita, nella innovazione tecnologica, nella società della conoscenza.
Occorre porre continua attenzione agli edifici scolastici qualificandoli per benessere, sicurezza,
coerenza con una didattica individualizzata e innovativa, salvaguardando la qualità di un tempo
scuola “disteso” per gli allievi. Le nuove costruzioni e l’aggiornamento dei fabbricati esistenti
devono avvenire nel rispetto dell’ambiente, utilizzando principi di biotecnologia.
Accogliere la diversità e le nuove presenze multiculturali, contrastare l’handicap, il disagio e le
difficoltà di apprendimento con adeguate risorse e servizi di supporto nell’ambito degli accordi
di programma e delle intese interistituzionali; ripensare i protocolli in materia di “cura
educativa” e di coesione sociale.
Consolidare le esperienze educative di qualità per i bambini da 0 a 6 anni, puntando
all’azzeramento delle liste per i nidi d’infanzia e al mantenimento della risposta generalizzata
alla domanda di scuola dell’infanzia. In tale contesto è importante valorizzare il rapporto
pubblico/privato col sistema delle convenzioni.
Sviluppare esperienze di continuità dei percorsi educativi anche mediante istituzioni scolastiche
di base meglio articolate e coerenti con i quartieri di residenza. Costruire un “progetto genitori”
a partire dal coordinamento dei genitori eletti nei consigli di circolo e di istituto.
Intensificare il rapporto tra scuola e formazione professionale, moltiplicando le opportunità di
educazione permanente e continua, forme di orientamento, esperienze di alternanza scuolalavoro-stage. In questo contesto bisogna promuovere occasioni forti di rilancio del rapporto tra
scuole e sedi universitarie romagnole, a partire dalla ricerca applicata alla didattica, dalle
vocazioni presenti nel sistema universitario (polo economico, tecnologico, linguistico, dei beni
culturali, ecc..).
Va data vita ad un nuovo protagonismo degli insegnanti e degli operatori della scuola,
considerandoli interlocutori autorevoli per le politiche di sviluppo della città e prevedendone la
partecipazione a tavoli di lavoro per i piani sociali di zona, per la definizione di piani di
formazione a loro dedicati, per la programmazione culturale, ecc.
- Sicurezza e legalità
Il problema della sicurezza dei cittadini e della tranquillità di vita nei luoghi pubblici e nelle
abitazioni, rispetto i fenomeni di disturbo e violenza (specie verso le donne) di furti e rapine,
non va sottovalutato anche in realtà come la Romagna dove la situazione è meno
preoccupante.
La risposta non è quella delle “ronde”, né tantomeno quella di toni che alimentano un clima di
intolleranza promosso da alcune forze politiche che rischia di sfociare in episodi incresciosi.
Occorre in primo luogo prevedere una maggiore presenza delle forze dell’ordine nel territorio,
accentuando il coordinamento dei vari corpi di polizia e dei vigili urbani (con specifiche
mansioni) e la vigilanza nelle zone a rischio, in modo da rassicurare e proteggere la
popolazione. Va progressivamente diminuita la quota di personale impegnata nei servizi
d’ufficio per mettere a disposizione del pattugliamento della città (non solo nel centro ma
anche nei quartieri periferici) un maggior numero di agenti.
Politiche di integrazione e accoglienza non possono non prevedere l’ipotesi di favorire
l’inserimento nella comunità forlivese dei cittadini stranieri attraverso corsi per l’apprendimento
della lingua italiana (da organizzare con il coinvolgimento delle associazioni) e per una più
generale illustrazione della città e dei suoi servizi.
- Ambiente e una nuova cultura del risparmio energetico
La vera sfida dei prossimi anni sarà quella di coniugare un nuovo modello di sviluppo
economico con la sostenibilità ambientale, caratteristica, quest’ultima, imprescindibile. Occorre
mettere in campo una serie di azioni coordinate almeno in termini di comprensoriali ma ancora
meglio di area vasta romagnola tese alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi temi,
ma soprattutto sul raggiungimento di obiettivi concreti e scadenzati nel tempo.
Il primo intervento va compiuto sul traffico veicolare, mettendo a punto un piano di
sostituzione dei mezzi pubblici inquinanti con messi elettrici o a impatto ambientale ridotto,
coinvolgendo le Fondazioni bancarie.
Occorre ridurre la mobilità delle persone sui veicoli a motore e cominciare sin da subito a
trattare con le Ferrovie dello Stato l’ipotesi di dare al servizio ferroviario locale un carattere
metropolitano. Accanto a ciò va compiuto un efficientamento delle linee di trasporto pubblico,
anche mediante la non più procrastinabile realizzazione di corsie preferenziali al fine di rendere
davvero conveniente e fruibile l’utilizzo del mezzo pubblico.
Altrettanto urgente è la necessità di realizzare parcheggi esterni al centro della città
adeguatamente e frequentemente serviti dai mezzi pubblici, ampliando contestualmente le
zone pedonali e pensando ad una rete di piste ciclabili e sistemi di bike-sharing che consenta di
rendere facilmente raggiungibile il centro città.
Occorre lavorare con Cesena e la Provincia affinché si possa realizzare anche nella città
malatestiana un selettore dei rifiuti urbani per dividere i materiali secchi dalle materie umide
(che verranno conferite in discariche), al fine di migliorare l’utilizzo dell’inceneritore e, tra
l’altro, diminuire l’inquinamento prodotto dal trasporto di rifiuti da Cesena verso il
termovalorizzatore di Forlì. Contestualmente va ampliato in misura massiccia la raccolta dei
rifiuti porta-a-porta, assieme ad una vasta campagna di sensibilizzazione ed informazione.
Nuovi regolamenti edilizi dovranno introdurre rigidi parametri di eco-compatibilità nella
realizzazione dei nuovi edifici, accentuando quei caratteri di bio-edilizia già introdotti con le
recenti normative. Inoltre va studiata la possibilità di introdurre sgravi fiscali per chi ristruttura
gli edifici esistenti dotandoli degli strumenti di risparmio energetico, con particolare riferimento
all’uso delle fonti rinnovabili. Sotto questo profilo occorre mettere a punto un piano di
installazione di pannelli solari e tecnologie capaci di sfruttare le fonti rinnovabili negli edifici
pubblici, nelle scuole e – attraverso accordi con le associazioni di categoria – negli insediamenti
produttivi.
Tutte queste azioni, però, rischiano di restare carta bianca se non vengono adeguatamente
pubblicizzate e divulgate tra i cittadini con mirate campagne di comunicazione, anche con
incontri nelle frazioni e coinvolgendo attivamente i Comitati di quartiere.
- Cultura fa rima con turismo
Infiniti sono i beni culturali e ambientali presenti a Forlì nel suo comprensorio e che, se inseriti
in un contesto unitario e in un progetto di valorizzazione di ampio respiro, posso portare
benefici a tutto il territorio. Serve in primo luogo una sorta di ‘censimento’ di tutto il patrimonio
culturale, museale, artistico ed ambientale presente. Sulla base di questo va preparato
un’offerta culturale a pacchetto che, magari partendo da un grande evento come le mostre del
San Domenico e sfruttando la presenza dell’aeroporto, sappia catturare l’attenzione dei
potenziali visitatori, investendo su alcune fiere del settore e facendo pressioni dell’Apt affinché
vengano destinate risorse adeguate anche per la promozione dell’area forlivese (fino ad oggi
poco o nulla considerata sotto il profilo turistico e culturale degli enti regionali). Accanto a ciò
va svolto un lavoro di valorizzazione del patrimonio attraverso una maggior evidenza e
riscoperta dei palazzi storici, delle chiese, dei musei, delle opere, dei borghi storici del
comprensorio, delle rocche, dei castelli e dei prodotti tipici e soprattutto della storia della città
e del comprensorio, sviluppando attorno ad essa e ad alcuni personaggi (come Caterina Sforza,
Marco Palmezzano, il Melozzo e così via) intense campagne di marketing territoriali come
‘pretesto’ per visitare un territorio più ampio.
LA ZONA DELLA “CERVESE”
- Fotografia del territorio
L’area della Cervese un territorio molto vasto, che si estende da Bagnolo fino al confine con la
Provincia di Ravenna, col Comune di Forlimpopoli e col Comune di Ravenna. Sono almeno nove
le frazioni incluse nel suo territorio (Bagnolo, Carpinello, Villa Selva, San Leonardo, Villa Rotta,
Borgo Sisa, Pievequinta, Caserma, Casemurate) e vi operano sei Comitati di quartiere.
Insistono su questa area una zona industriale, un’arteria stradale trafficata mediamente da
16mila veicoli (la Cervese), importanti nuovi insediamenti produttivi e attività agricole di
pregio.
Il Partito democratico sul territorio della Cervese è attivo con un Circolo che conta circa 200
iscritti, un direttivo composto da 15 persone. Il circolo ha realizzato anche un proprio
giornalino, che in questi mesi ha già prodotto 3 edizioni e, dopo la serata di oggi, preparerà la
quarta uscita. La platea elettorale a cui si rivolge il Pd poggia su 4.371 potenziali elettori. Alle
ultime elezioni politiche hanno votato in quest’area 3729 persone, di cui il 50.16% ha scelto il
Partito democratico, pari a 1834 voti. Complessivamente il centrosinistra nell’area della
Cervese ha ottenuto 2194 consensi. Alle elezioni primarie del 14 dicembre, il Pd della Cervese
ha avuto la forza di gestire tre seggi elettorali, portando al voto 366 persone.
- Infrastrutture
Cervese
Definizione dell’appalto per il nuovo tracciato e la messa in sicurezza della strada di
comunicazione verso il mare nell’attraverso dei centri abitati. Particolare priorità va data alla
realizzazione della rotatoria tra via Del Bosco, via Brasini e via Cervese, opera che potrebbe
essere già cantierabile sin da questa legislatura.
Zona Industriale Villa Selva
Esiste una programmazione di dotazione di infrastrutture che risale al 1974 (epoca del primo
PRG di Forlì) e mai realizzata. La zona industriale necessita di un polo di servizi direzionali e di
servizi alla persona mediante negozi anche generici di superficie di vendita limitata. E’ urgente
dare impulso al progetto da troppo tempo annunciato e mai venuto alla luce. Occorre definire
quali siano i tempi ed il perimetro delle nuove aree di espansione già previste o di previsione,
attraverso un utilizzo di Sapro come strumento che consenta allo stesso tempo di valorizzare i
terreni ma anche di salvaguardare il territorio circostante.
Nuova area industriale Bagnolo-Carpinello-Rotta
Si tratta di un rettangolo di terreno molto vasto e destinato ad ospitare nuove aree produttive.
E’ necessario definire con chiarezza che tipo di attività vi si insedieranno, quali garanzie
saranno fornite circa il mantenimento della vivibilità dei quartieri vicini, qual è la contropartita
in termini di investimenti per la collettività (strade, illuminazioni, parcheggi, rotonde). Valutare
anche l’opportunità, in un periodo di crisi come quello attuale, di sviluppare nuovi
insediamenti, piuttosto che valorizzare quelli già esistenti. Peraltro si tratta di un’area che è già
sottoposta ai disagi dell’Autostrada, Cervese e all’inceneritore. Tutto ciò con una forte
attenzione alla protezione dei centri abitati collocati nei pressi dell’area.
Una valutazione tanto più importante in considerazione della vicinanza tra questa nuova maxiarea e il cosiddetto “quadrilatero” in confine fra i comuni di Forlì, Forlimpopoli Cesena e Cervia
sul quale si pensa di insediare aziende a forte impatto ambientale. Un’eventualità che
vorremmo venisse scartata o comunque non aggravata con ulteriore aree produttive vicine.
- Uso e ‘consumo’ del territorio
Considerato che il nostro territorio è attraversato dall’autostrada e dalla Cervese, sul versante
Bagnolo, Villa Selva è già coinvolto dallo sviluppo dell’area industriale, mentre oltre
l’autostrada è a vocazione agricola, servono scelte di Sviluppo che mantengano l’attuale
equilibrio.
Non ci pare utile l’utilizzo ai fini industriali di territorio a nord dell’autostrada, sia per la
delimitazione del territorio a vocazione agricolo, sia per le infrastrutture necessarie per i
collegamenti con la viabilità esistente (Autostrada) e con quella in fase di progettazione(nuova
Cervese). Occorre invece pensare ad azioni di tutela e valorizzazione della campagna
circostante.
- Più attenzione all’edilizia sociale
Serve continuare con gli interventi pubblici, dopo il recupero delle ex scuole di Carpinello e
S.Leonardo, con la costruzione di appartamenti di edilizia convenzionata con canoni calmierati:
bisogna utilizzare terreni e/o immobili di proprietà del Comune per continuare e consolidare
nella zona una presenza di abitazioni per l’affitto a canone ridotto. A tal fine vanno utilizzati il
Terreno di proprietà del Comune collocato davanti alla scuola di Carpinello, la ex scuola di
Casemurate ed inoltre vanno individuati altri punti dove sia possibile investire in accordo con
l’Acer.
- Scuola e formazione
La zona della Cervese dispone di un complesso scolastico integrato (scuola dell’infanzia e
primaria) moderno e qualificato, che necessita di ampliamento per il continuo incremento di
alunni.
In questi anni il continuo rapporto sviluppatosi tra i quartieri, la circoscrizione, l’ente locale, la
dirigenza dell’istituzione scolastica di appartenenza, ha consolidato l’apprezzamento di questa
struttura scolastica da parte del territorio, anche grazie all’offerta di un tempo scuola
rispondente alle richieste dei genitori. Va mantenuto e se possibile potenziato il già efficiente
sistema di trasporto dei ragazzi che frequentano il plesso scolastico.
- Trasporto pubblico
Consistenti fette del territorio risultano quasi o del tutto scoperte dal servizio di trasporto
pubblico. Al fine di favorire il dialogo e il rapporto tra la città e la periferia occorre impegnarsi
per colmare queste lacune. In particolare nei quartieri della Cervese, nuove lottizzazioni si
sono realizzate e altre si realizzeranno a Pievequinta, Caserma, Casemurate, Borgo Sisa,
Carpinello e Villa Rotta, con un significativo aumento della popolazione a cui si accompagna
una potenziale maggior richiesta di mobilità. E’ necessario estendere il percorso dell’autobus
urbano fino a Casemurate e Borgo Sisa (ad esempio ripensando i tempi di sosta di fine corsa a
Carpinello e Villa Rotta) in un sistema di migliore integrazione con il trasporto extraurbano. Per
le aree più lontane e difficili da servire, attivare servizi alternativi di mobilità come ad esempio
il cosiddetto “trasporto a chiamata”.
- La sicurezza dei quartieri
L’incremento dell’urbanizzazione del territorio della Cervese in molti casi non si è
accompagnato ad una adeguata programmazione e realizzazione di micro-infrastrutture e di
interventi per la messa in sicurezza dei centri abitati. La sicurezza di queste frazioni deve
essere un obbiettivo primario, promuovendo la realizzazione di attraversamenti pedonali
illuminati e protetti, rotonde che riducano la velocità nei centri abitati e permettano uno
scorrere del traffico in sicurezza. A tal proposito è imperativo fare tutto il possibile affinché la
rotonda sulla Cervese venga realizzati in tempi brevi e certi. Anche l’illuminazione delle vie e
una maggior attenzione alla pavimentazione di marciapiedi e ciclabili, concorrono ad
incrementare la vivibilità e la sicurezza dei territori. Tra questi interventi, quelli prioritari
andranno scelti dall’Amministrazione assieme ai Comitati di quartiere, con riunioni singole e di
area, che coinvolgano cioè tutti i quartieri dell’area Cervese. E’ infine fondamentale dare
seguito ad un più puntuale presidio da parte delle forze dell'ordine, anche a favore di una
maggior percezione di protezione e sicurezza da parte dei residenti.
- Assistenza medica e nuclei di cure primarie
Nel territorio della Cervese operano due ambulatori di medici di base a Carpinello e a Caserma
con presenze non continuative: non è una risposta sufficiente e adeguata al bisogno di
sicurezza per la salute che i cittadini percepiscono. Il medico di Carpinello fra un anno cesserà
l’attività lasciando un ambulatorio non a norma. Sarà pertanto difficile l’arrivo di un altro
medico e i cittadini assistiti non sanno a quale medico di base saranno assegnati. Vista la
crescita di popolazione anziana nel nostro territorio e le situazioni di emergenza serve una
continuità giornaliera dell’assistenza e non basta l’attuale servizio di guardia medica. Inoltre il
nucleo di cure primarie realizzato ad Ospedaletto, risulta troppo lontano per la popolazione
delle nostre frazioni. Occorre procedere al potenziamento dei Nuclei di Cure Primarie, facendoli
diventare unità operative dove operino professionalità fornite dall’Asl e dai servizi sociali in
grado di erogare servizi più efficienti e di qualità più elevata, estendendone la presenza sul
territorio, anche per diminuire gli accessi al pronto soccorso.
Per il territorio della Cervese, è necessario; -individuare un medico di base e una possibile
collocazione dell’ambulatorio nel quartiere di Carpinello a cui possano rivolgersi i cittadini che
sanno di perdere l’assistenza nel giro di un anno. I due medici continueranno ad operare nel
territorio della Cervese e a svolgere normalmente la loro attività nei rispettivi ambulatori, in
più, a turno, dovranno operare nella sede di nucleo.
La collocazione del centro di cure primarie per il territorio della Cervese và individuata tenendo
conto dell’area di riferimento e per la possibilità di raggiungerlo, non solo con propri mezzi, ma
anche con il mezzo pubblico e piste ciclabili in sicurezza.
- Decentramento: l’importanza dei quartieri
La riduzione delle Circoscrizioni da 5 a 3 impone uno scatto di attenzione verso i Comitati di
quartiere, che devono assumere un ruolo di primo piano nel rapporto tra l’Amministrazione
comunale e i cittadini. Alle Circoscrizioni occorre garantire le risorse minime affinché questi enti
intermedi possano avere ancora una loro reale funzione che vada oltre al mero spirito
assembleare. Nel territorio della Cervese, molti Comitati di quartiere si caratterizzano per il
loro forte attivismo, ma in questi anni molto spesso le difficoltà di dialogo tra enti di diverso
livello (Circoscrizione, Comune, Provincia) hanno impedito di portare a risultati concreti su
questioni importanti come quello della Cervese. Vanno anche individuati nei Comitati di
quartiere che ne sono sprovvisti (nell’area della Cervese sono più di uno), sedi da destinare
all’attività dei quartieri, ad esempio utilizzando nuove urbanizzazioni di proprietà comunale.
- Cultura: nuovo ruolo per la periferia
Quando si parla di cultura e tempo libero, molto spesso la discussione si limita entro i confini
delle mura cittadine. Tuttavia i quartieri periferici vanno resi protagonisti delle politiche
culturali della città, coinvolgendoli ad esempio con visite guidate organizzate assieme ai
Comitati di quartiere per i cittadini delle periferie alle mostre del San Domenico o ad altri
eventi analoghi. Le rassegne culturali che periodicamente vengono organizzate potrebbe
coinvolgere anche i luoghi periferici, tenuto conto dei luoghi di aggregazione presenti nei
quartieri. Nell’area della Cervese esistono risorse importanti come Palazzo MorattiniMonsignani a Pievequinta, il santuario di Fornò, l’area parrocchiale di Carpinello, che
potrebbero senza problemi ospitare eventi, anche di un certo rilievo, organizzati
dall’Amministrazione o dalle altre istituzioni culturali cittadine.
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