SPECIALE INFOEUROPA
La Tassa sulle Transazioni finanziarie
Infoeuropa nasce dalla collaborazione tra APICE,
Associazione per l'incontro delle culture in Europa
presieduta da Franco Chittolina, ed il Dipartimento
internazionale USR CISL Lombardia diretto da Miriam
Ferrari. Dall'inizio del 2008 la newsletter è realizzata da
apiceuropa, la società cooperativa nata dall'associazione
Apice.
[email protected]
Sommario
Premessa .............................................................................................................................................2
1. La prima proposta della Commissione .....................................................................................2
2. La cooperazione rafforzata........................................................................................................3
3. I contenuti della proposta di direttiva ......................................................................................3
4. La posizione del Parlamento Europeo ......................................................................................4
5. Le campagne a sostegno della TTF ...........................................................................................5
5.1. La Campagna europea “A financial transaction tax, now!”...................................................5
5.2. La Campagna “zerozerocinque.it”............................................................................................5
5.3. “Sbilanciamoci.info” lancia # unmilionedifirme ......................................................................6
6. Il dibattito tra favorevoli e contrari ..........................................................................................7
7. La TTF nell’ordinamento Italiano ............................................................................................8
Parole chiave.......................................................................................................................................9
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Gennaio 2014
Tassa sulle Transazioni
Finanziarie
Premessa
Nel terzo Speciale Infoeuropa, la Cisl Lombardia in collaborazione con la FNP
Lombardia, affronta il tema della Tassa sulle Transazioni Finanziarie.
Erede della Tobin Tax (vd. parole-chiave) la Tassa sulle Transazioni
Finanziarie è tornata oggetto dell’attenzione dei decisori politici europei e
nazionali e della società civile, dopo il deflagrare in Italia, Francia e Germania,
della crisi economico-finanziaria avviata nel 2007-2008.
Favorevoli e contrari si sono lungamente confrontati, fino a quando, grazie
allo strumento della cooperazione rafforzata, 11 Paesi (Italia, Germania,
Francia, Spagna, Austria, Belgio, Estonia, Grecia, Portogallo, Slovacchia e
Slovenia) hanno trovato un accordo per una tassazione comune sulle
transazioni finanziarie.
In questo speciale, vedremo attraverso quale percorso si è giunti all’attuale
versione della TTF (oggetto di una proposta di direttiva presentata dalla
Commissione Europea nel febbraio 2013).
Vedremo anche quali sono le posizioni in campo, quali forze si sono mosse a
sostegno della TTF e con quali motivazioni, chi è favorevole e chi è contrario.
Il percorso per una piena attuazione della TTF è ancora lungo, soprattutto per
due ordini di ragioni.
In primo luogo perché, se è vero che gli undici Paesi che hanno sottoscritto la
cooperazione rafforzata hanno introdotto nei loro ordinamenti la TFF, è anche
vero che una direttiva vincolante non c’è ancora e addirittura, è in corso una
disputa (che contrappone il Servizio giuridico del Consiglio dell’Unione
Europea alla Commissione) sulla presunta incompatibilità della proposta di
direttiva con l’ordinamento comunitario.
In secondo luogo perché, come segnalano molti dei promotori delle
Campagne a sostegno della, TFF è concreto il rischio che i gruppi di interesse
contrari a questo strumento di equità ne rallentino l’entrata in vigore e ne
depotenzino la rilevanza.
È dunque necessario «tenere alta l’attenzione» e cogliere l’occasione delle
prossime elezioni europee per aprire la discussione anche su questo fronte,
senza lasciare il tema ai tecnici dell’economia.
Tassare le transazioni finanziarie significa, come vedremo, fare in modo che
ciascuno faccia la sua parte nel sostenere i costi della crisi.
Stabilire su questo regole comuni a livello europeo, vuol certamente dare
all’Europa in quanto tale uno strumento di equità, ma vuol anche dire renderla
capace di aprire un dibattito sulla questione su scala più ampia e potrebbe
addirittura voler dire l’inizio di una riflessione più generale sulla fiscalità
europea, soprattutto se si riuscisse a decidere che il gettito della TTF può
essere utilizzato come fonte di finanziamento del sempre più magro bilancio
UE.
Nuovo speciale: la
TFF
La TFF e la
cooperazione
rafforzata
Proposta di direttiva
Il dibattito
Un cammino ancora
lungo
Dibattito sulla TTF e
prossime elezioni
europee
1. La prima proposta della Commissione
Presentata il 28 settembre 2011, la proposta prevedeva una tassazione per
tutte le operazioni di compravendita di prodotti finanziari, nelle quali almeno
uno dei due contraenti fosse fiscalmente domiciliato nell’UE.
Le aliquote fissate dalla proposta erano dello 0,1% per azioni e obbligazioni e
dello 0,01% per i derivati; il gettito previsto era stimato in 57 miliardi di euro
annui e l’entrata in vigore era stata calendarizzata per il primo gennaio 2014.
Le ragioni fondanti della proposta, sono state fondamentalmente due:
Fare sì che il settore finanziario dia il giusto contributo per far fronte ai
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28 settembre 2011:
la prima proposta
Le aliquote
Gli obiettivi
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Tassa sulle Transazioni
Finanziarie
costi della crisi economica, di cui è peraltro concausa, in un contesto di
risanamento di bilancio negli Stati membri. Non va dimenticato infatti, che nel
momento in cui questa proposta è stata formulata per la prima volta, le
amministrazioni pubbliche ed i cittadini europei stavano sopportando il peso di
imponenti misure di risanamento del settore finanziario, che tra l’altro godeva
di un regime di tassazione più leggero rispetto ad altri settori.
Rafforzare il mercato unico: La dimensione europea della proposta porta
con sé l’introduzione di nuove aliquote e l’armonizzazione delle disposizioni,
con conseguente riduzione dei rischi di concorrenza fiscale tra Paesi che
applicano regimi normativi ed aliquote differenti.
Altri elementi di forza indicati dalla Commissione al momento della
presentazione della proposta, risiedevano da un lato nella possibilità di
integrare in questo strumento interventi regolativi volti a prevenire future crisi
e dall’altro nell’opportunità di aggregare attorno ad una posizione comune
europea anche altri Paesi in vista dell’adozione di una TTF su scala mondiale.
Per circa un anno, la proposta della Commissione Europea è stata al centro Un anno di dibattito
di un grande dibattito che ha coinvolto sia gli Stati membri (da una parte la
Germania alla guida del gruppo dei “favorevoli”, dall’altra il Regno Unito che
capitanava il gruppo dei “contrari”), sia la società civile (si vedano in proposito
i paragrafi sulle Campagne promosse da numerose realtà europee nonchè,
per quanto riguarda l’Italia, “Sbilanciamoci” e la piattaforma “zerozerocinque”).
2. La cooperazione rafforzata
Il 9 ottobre 2012, il Consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze
(ECOFIN) viene «informato» circa gli sviluppi di una possibile cooperazione
rafforzata. Ci sono sette Paesi che ne hanno chiesto l’avvio in una lettera alla
Commissione: Belgio, Germania, Grecia, Francia, Austria, Portogallo e
Slovenia), mentre altri quattro (Estonia, Spagna, Italia e Slovacchia) si dicono
pronti a seguire la stessa strada.
Il via libera a questo percorso, viene proposto dalla Commissione Europea il
23 ottobre 2012 perché, come si legge nel comunicato stampa della
Commissione, «sono soddisfatti tutti i requisiti normativi per una tale misura».
La cooperazione rafforzata per l'imposta sulle transazioni finanziarie –
prosegue l’esecutivo di Bruxelles - non solo apporterebbe «vantaggi tangibili
e immediati" per i Paesi partecipanti», ma «contribuirebbe anche ad un
funzionamento più efficiente del mercato unico per l'insieme dell'Unione».
Nel gennaio 2013 il Consiglio ECOFIN (a cui, secondo i Trattati spetta la
decisione sull’effettiva apertura della procedura), ha accolto la proposta della
Commissione e ha autorizzato la Cooperazione rafforzata, aprendo di fatto la
strada alla proposta di direttiva presentata dalla Commissione Europea
nel febbraio 2013 .
9 ottobre 2012: primi
passi della
cooperazione
rafforzata
23 ottobre 2012: vis
libera della
Commissione
Gennaio 2013: la
cooperazione
rafforzata e la
proposta di direttiva
3. I contenuti della proposta di direttiva
Il testo mantiene l’impianto della proposta iniziale della Commissione Viene mantenuto
Europea: viene mantenuto l’approccio secondo il quale sono assoggettate l’impianto
tutte le transazioni per le quali esista un collegamento con la zona di
applicazione (cioè gli undici Stati che hanno sottoscritto la cooperazione
rafforzata) e vengono mantenute le aliquote (0,1% per azioni e obbligazioni
e 0,01% per i derivati).
Il gettito stimato scende dai 57 miliardi di euro annui, ipotizzati in caso di Alcuni cambiamenti
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applicazione in tutti gli Stati membri, ai 30-35 miliardi di euro se ci si limita agli
11 Stati della cooperazione rafforzata.
I cambiamenti introdotti dalla proposta, spiega la Commissione in un
comunicato stampa, sono dovuti soprattutto al fatto che l’imposta sarà attuata
su una scala geografica ridotta rispetto a quanto inizialmente previsto e sono
finalizzati soprattutto a «garantire chiarezza giuridica e a rafforzare le
disposizioni anti-elusione e anti-abusi».
Il commissario per la Fiscalità Algirdas Šemeta ha definito la tassa, così come
disegnata dalla proposta di direttiva, «equa e tecnicamente solida».
Anche gli obiettivi della proposta originaria vengono di fatto confermati:
 rafforzamento del mercato unico;
 coinvolgimento del settore finanziario nel risanamento delle
economie e più in generale delle finanze pubbliche;
 Sostegno delle misure regolamentari al fine di incoraggiare il settore
finanziario ad impegnarsi in attività più responsabili, orientate
verso l’economia reale.
Come nella proposta originaria, le aliquote sono basse, la base imponibile è
ampia e sono previste reti di sicurezza contro il trasferimento delle attività del
settore finanziario.
È inoltre prevista l’applicazione del "principio di residenza" in base al quale
l’imposta è dovuta se una delle parti della transazione è stabilita in uno Stato
membro partecipante, indipendentemente dal luogo in cui l’operazione ha
luogo. Ciò vale sia se un ente finanziario coinvolto nell’operazione è esso
stesso stabilito nella zona in cui si applica la TTF, sia se tale ente agisce per
conto di una parte stabilita in tale zona.
Come ulteriore salvaguardia contro l’elusione dell’imposta, la proposta
contiene anche il “principio di emissione”, secondo il quale gli strumenti
finanziari emessi negli 11 Stati membri saranno tassati quando sono
negoziati, anche se coloro che li negoziano non sono stabiliti nella zona TTF.
La proposta, include inoltre disposizioni esplicite in materia di prevenzione
degli abusi.
Secondo quanto contenuto nel testo presentato dalla Commissione, la TTF
non si applica né alle attività finanziarie quotidiane dei cittadini e delle
imprese (ad esempio a prestiti, pagamenti, assicurazioni, depositi), né alle
tradizionali attività bancarie d’investimento nel quadro della raccolta di
capitali o alle operazioni finanziarie effettuate nell’ambito di ristrutturazioni;
queste disposizioni rispondono all’esigenza di proteggere l’economia reale.
La proposta esclude inoltre dal campo di applicazione della direttiva le attività
di rifinanziamento, la politica monetaria e la gestione del debito pubblico.
Pertanto, le operazioni effettuate con le banche centrali e la BCE, con la
European Financial Stability Facility e con il meccanismo europeo di stabilità,
oltre alle operazioni con l’Unione europea, sono esonerate dall’imposta.
in una normativa
«equa e solida»
Aliquote basse e
ampia base
imponibile
Principio di
Residenza
Principio di
emissione
Casi di non
applicazione
4. La posizione del Parlamento Europeo
Nella sessione plenaria del 3 luglio 2013, il Parlamento Europeo ha approvato Esito del voto
con 522 favorevoli, 141 contrari e 42 astenuti, un parere (relatrice Anni
Podimata, del gruppo S&D) sulla proposta di direttiva, chiedendo una TTF «di
ampia applicazione» e confermando le aliquote proposte dalla Commissione.
Il Parlamento, che per altro in materia fiscale ha solo un ruolo consultivo, ha Principio di titolarità
chiesto che fino al gennaio 2017 si applichino tassi più bassi alle
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Finanziarie
compravendite di titoli sovrani e ai fondi pensione. È stato inoltre chiesto un
principio di titolarità per rendere meno conveniente l'elusione della tassa.
«Il Parlamento è rimasto fedele e coerente», ha dichiarato la relatrice,
ribadendo la ferma convinzione» che «tale imposta sia il modo migliore in cui
il settore può contribuire ad uscire dalla crisi e tornare al buon lavoro di
servire l'economia reale»
Il testo, affronta poi problematiche specifiche come ad esempio le aliquote:
pur confermando l’impianto generale del testo della Commissione, il
Parlamento propone che fino al primo gennaio 2017 le transazioni in titoli
sovrani siano tassate solo allo 0,05% e quelle per i fondi pensione allo 0,05%,
così come per azioni e obbligazioni e allo 0,005% per i derivati.
Il testo introduce clausole per rendere l'elusione dell'imposta potenzialmente
molto più costosa del pagamento della stessa, in quanto in caso di mancato
pagamento della tassa viene meno la certezza giuridica sull’effettiva proprietà
del titolo.
Proposte aliquote più
basse fino al 1
gennaio 2017
Eludere l’imposta
costa di più che
pagarla
5. Le campagne a sostegno della TTF
5.1. La Campagna europea “A financial transaction tax, now!”
I promotori della campagna (lanciata nel 2009) sono molti: forze politiche (come i socialisti e i Verdi
europei), organizzazioni sindacali (tra gli altri la Confederazione Europea dei Sindacati e Global
Union), reti di ONG (ad esempio Solidar, il Global Progressive Forum).
Partendo dal dato di realtà secondo il quale «in risposta all’attuale crisi i governi hanno protetto le
economie con i soldi dei contribuenti», i promotori della Campagna si fanno interpeti della
domanda e delle aspettative dei cittadini circa una maggiore equità nella ripartizione dei costi
generati dalla crisi e dalle conseguenti politiche di risanamento dei bilanci pubblici.
Obiettivo della Campagna, è l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie che,
con un’aliquota dello 0,05% «aumenterebbe l’equità» e farebbe aumentare le entrate dei governi
con risorse utilizzabili «per una transizione verso una società più giusta e inclusiva».
Le risorse ricavate da questa tassa, che secondo le organizzazioni aderenti alla Campagna
rappresentano un punto percentuale del PIL dell’UE, potrebbero essere utilizzati per la gestione
della transizione verso un’economia più giusta e inclusiva, nonché per la gestione dei cambiamenti
climatici.
Sito della Campagna
5.2. La Campagna “zerozerocinque.it”
La Campagna italiana collegata a quella europea sopra descritta, è stata intitolata
“zerozerocinque.it” ed è stata lanciata nel marzo 2010 in concomitanza con il Consiglio Europeo e
con il meeting delle Nazioni Unite sul tema “Finanza e Sviluppo”.
“zerozerocinque.it” è promossa in Italia da Social Watch,, Sistema Banca Etica, ATTAC Italia, FIBA
CISL, CISL, Consorzio Goel, Lega Missionaria studenti, CVX, GCAP, FOCSIV - Volontari nel
Mondo, Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, Valori, AMISnet, Azione Cattolica.
«Le firme raccolte – si legge nel comunicato di lancio della campagna - saranno inoltrate al
governo Italiano ed in particolare al ministro dell’Economia» (incarico allora ricoperto da Giulio
Tremonti n.d.r.) «per chiedergli di farsi promotore a livello nazionale ed in tutte le sedi
internazionali appropriate, dell’introduzione di una Tassa sulle Transazioni finanziarie».
Anche gli organizzatori italiani chiedono l’introduzione di una tassa con aliquota pari allo 0,05%
«valore intermedio nella forbice tra le proposte più severe che puntano allo 0,1 e le più morbide
che propongono lo 0,01» su ogni compravendita di titoli e strumenti finanziari nella sola UE.
Il gettito stimato dai promotori di questa Campagna, al momento del suo lancio è tra i 163 e i 400
miliardi di dollari annui, denari che, affermano gli organizzatori, «permetterebbero agli Stati di
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colmare gradualmente quelle voragini che si sono aperte nei conti pubblici con i salvataggi delle
grandi banche e con le misure di sostegno all’economia, rese necessarie per contrastare la
pesante crisi economica provocata dagli eccessi della finanza speculativa».
I fondi dovrebbero essere destinati a politiche sociali, ambientali e di cooperazione internazionale
efficaci ed efficienti e più che mai necessarie visto l’elevatissimo costo sociale della crisi.
«Non solo – spiega Andrea Baranes, ricercatore della Campagna per la Riforma della Banca
Mondiale e di Social Watch - la tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe anche un ottimo
strumento per permettere alla politica di regolamentare i mercati finanziari. Una tassazione dello
0,05% infatti, non scoraggerebbe certo quegli investitori che operano sui mercati con ottica di
lungo periodo e che mettono i propri risparmi a disposizione di aziende che operano nel mondo
dell’economia reale. Essa sarebbe tuttavia un valido deterrente per chi usa la finanza solo per
speculare: quegli operatori che comprano e vendono strumenti finanziari centinaia o anche migliaia
di volte in un giorno, rendendo i mercati instabili e volatili, sarebbero costretti a pagare lo 0,05% su
ogni transazione».
«Il ricorso imponente alla finanza speculativa da parte delle grandi banche d’affari è diventato
elemento prevalente rispetto al ruolo di sostegno al lavoro, alle famiglie e allo sviluppo. Il sistema
finanziario ha creato un evidente squilibrio economico con un rischio con un rischio che è stato
caricato alla collettività, ai contribuenti – sottolinea Maurizio Petriccioli, Segretario Confederale
della Cisl - che ancora una volta sono stati chiamati ad intervenire per salvare le stesse banche. La
tassa sulle transazioni finanziarie di carattere speculativo avrebbe il pregio – come affermato
dall’economista Paul De Grauwe – di far pagare un prezzo assicurativo contro tale rischio. Ne
sosteniamo con forza l’introduzione per investire in coesione sociale, nel lavoro e per contrastare
la povertà».
http://www.zerozerocinque.it/
5.3. “Sbilanciamoci.info” lancia # unmilionedifirme
Da sempre in prima linea a favore della TTF anche “Sbilanciamoci.info” che dapprima aveva
aderito sia alla campagna europea sia a quella nazionale.
Nel febbraio 2013 poi, “Sbilanciamoci.info” aveva preso posizione in maniera chiara sulla proposta
di direttiva della Commissione, definendola «un notevole passo in avanti» che recepiva le istanze
delle organizzazioni promotrici delle diverse campagne.
Apprezzata, in particolare, l’ampiezza della base imponibile, l’applicazione della tassa anche ai
derivati (misura che è al tempo stesso un freno alla speculazione e un modo per aumentare il
gettito) e le molte clausole antielusive e antievasive.
Già all’indomani della proposta di direttiva però, sbilanciamoci.info non sottaceva le criticità ancora
presenti.
In primo luogo, sottolinea la testata, è necessario completare la TFF con altre misure quali
l’aumento della trasparenza dei mercati, la lotta contro i paradisi fiscali e la separazione delle
Banche commerciali da quelle di investimento.
In secondo luogo, è necessario tenere alta l'attenzione e la pressione dell'opinione pubblica per
evitare che le lobbies finanziarie possano diluire ed indebolire la proposta prima della sua
introduzione, come è avvenuto diverse volte per altre direttive e normative europee.
Proprio su questa questione, nell’ottobre 2013 Sbilanciamoci.info ha fatto partire una nuova
campagna, invitando a firmare la « Million Petition» per chiedere «maggiore uguaglianza,
trasparenza ed equità nel mondo finanziario e per riportare la finanza al servizio dell’economia
reale».
http://www.sbilanciamoci.info/
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6. Il dibattito tra favorevoli e contrari
Come detto nelle pagine precedenti, Il dibattito sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie (e prima
sulla Tobin Tax) si protrae da tempo.
Vale dunque la pena di sintetizzare nella tabella che segue, le principali obiezioni e le relative
argomentazioni messe in campo dallo schieramento dei “favorevoli .
Contrari
Una TTF non applicata su scala mondiale e nello
stesso momento, potrebbe causare massicci
spostamenti di operazioni sui mercati nei quali la
tassa non è applicata.
Favorevoli
Esistono imposte simili in diversi Paesi (ad esempio
la Stamp Duty nel Regno Unito o imposte su
specifiche transazioni finanziarie in Austria, Grecia,
Lussemburgo,
Polonia,
Portogallo,
Spagna,
Svizzera, Hong Kong, Cina, Singapore).
L’introduzione di queste imposizioni fiscali non
genera lo spostamento delle transazioni perché in
genere, gli operatori decidono se stare su
determinati mercati sulla base di altri fattori quali: la
sicurezza degli scambi, la dimensione del mercato, il
numero di operatori presenti.
Fino a quando il costo della tassa resta inferiore a
quello che dovrebbe essere sostenuto per
rilocalizzare gli scambi il problema non si pone.
La TTF avrebbe effetti negativi per i mercati, la
liquidità e l’economia.
In realtà, esempi di tassazione sulle transazioni
finanziarie sono attivi sui mercati caratterizzati dal
maggior livello di liquidità (Wall Steet e la City). In
realtà, la TTF avrebbe come conseguenza una
riduzione del numero di transazioni ed un
allungamento dei loro tempi, cioè di fatto una forte
riduzione o addirittura un annullamento delle
transazioni a scopo speculativo.
La TTF avrebbe effetti negativi sull’efficienza dei
mercati
finanziari,
essendo
un
ostacolo
all’allocazione ottimale delle risorse economiche
che, nel caso di specie sono i capitali (di cui hanno
bisogno le imprese) e i risparmi (che famiglie e
privati vogliono investire).
La TTF annullerebbe gli effetti positivi dei
processi
speculativi,
che
consistono
sostanzialmente nella formazione dei giusti prezzi
(perché le richieste degli speculatori si orientano
verso i titoli sottovalutati il cui prezzo sale e non
verso quelli sopravvalutati il cui prezzo scende) e nel
raggiungimento degli equilibri di mercato.
Secondo i suoi detrattori, la TFF non risolverebbe i
principali problemi dell’attuale crisi finanziaria.
Anche su questo punto i sostenitori della TTF fanno
riferimento al fatto che la TTF frenerebbe
soprattutto gli scambi caratterizzati da una
dimensione speculativa forte, non quelli legati
all’economia reale.
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In realtà, sostengono coloro che sono a favore della
TTF la “positività” della speculazione esiste solo fino
a quando essa resta confinata a livelli marginali,
situazione ben diversa da quella degli odierni
mercati finanziari in cui il volume delle transazioni
valutarie è di 70 volte superiore a quelle relative a
beni e servizi.
su questa obiezione convengono anche i sostenitori
della TTF. Le radici profonde della crisi infatti,
attengono ad errori, mancanza di controllo e alla
prevalenza di modelli culturali
che hanno
incentivato la finanziarizzazione dell’economia a
scapito della produzione di beni e servizi.
L’adozione di questa misura però, sostengono,
potrebbe dare un importante contributo.
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Tassa sulle Transazioni
Finanziarie
7. La TTF nell'ordinamento Italiano
Alla fine del 2012, lo schema della “TTF” italiana viene inserito nella legge di stabilità.
Esso prevede tre diverse imposte fiscali.
La prima si applica alla compravendita sul mercato finanziario italiano di azioni e obbligazioni
emesse da società italiane quotate in borsa e con capitalizzazione superiore al mezzo miliardo di
euro (le cosiddette società grandi capitalizzate o blue chips).
La seconda si applica alla compravendita di strumenti derivati con sottostante rappresentato per
oltre il 50% dalle azioni o obbligazioni delle blue chips.
La terza colpisce il trading algoritmico ad alta frequenza. Più precisamente, se nel corso di una
giornata di contrattazioni un operatore che fa uso di un algoritmo di trading modifica o cancella
entro 5 secondi dall’immissione più del 60% degli ordini giornalieri immessi, l’operatore dovrà
versare una tassa dello 0.1% sull’eccedenza. La tassa vuol così scoraggiare il fenomeno del
layering che si configura come una vera e propria manipolazione del mercato con ordini di
acquisto o vendita cancellati pochi secondi o frazioni di secondo prima di essere eseguiti,
falsando le informazioni sulle reali intenzioni trasmesse ad altri operatori.
Lo schema viene più volte rivisitato e rimaneggiato in tempi e con scadenze diverse senza mai
convincere fino in fondo però, coloro che in Italia erano stati i promotori della Campagna
zerozerocinque.it.
Vi è in primo luogo una sovrastima del gettito presunto e poi, elemento che preoccupa ancora di
più i sostenitori della TTF, «la normativa nazionale non risponde alla sua funzione primaria,
ovvero non rappresenta un valido strumento di contrasto alla speculazione sui mercati finanziari»,
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TFF PAROLE CHIVE
Parole chiave
Cooperazione rafforzata: La cooperazione rafforzata permette una cooperazione più stretta tra
i Paesi dell'Unione che desiderano approfondire la costruzione europea nel rispetto del quadro
istituzionale unico dell'Unione. Gli Stati membri interessati possono quindi progredire secondo ritmi
e/o obiettivi diversi. Tuttavia, la cooperazione rafforzata non consente l'estensione dei poteri
stabiliti dai trattati, né può essere applicata a settori che rientrano nel quadro delle competenze
esclusive dell'Unione. Inoltre la cooperazione rafforzata può essere messa in pratica unicamente
come ultimo ricorso, cioè dal momento in cui il Consiglio constata che gli obiettivi fissati in base a
tale cooperazione non possono essere raggiunti entro un termine ragionevole da tutta l'Unione.
Il concetto generale di cooperazione rafforzata è previsto dal trattato sull'Unione europea (titolo
IV). In linea di principio un numero minimo di nove Stati deve partecipare alla cooperazione
rafforzata, che rimane però aperta a qualunque Stato membro che desidera parteciparvi. Essa non
deve costituire una discriminazione tra gli Stati che partecipano e gli altri. Qualsiasi atto adottato
nel quadro di tale cooperazione vincola solo gli Stati membri partecipanti.
Debito sovrano: Termine con cui ci si riferisce alle obbligazioni vendute dallo Stato ad altri paesi
o alla liquidità “presa in prestito” da questi ultimi per soddisfare la spesa pubblica. Si ricorre a
questa misura quando il Paese, non riuscendo ad aumentare il reddito, ha una crescita economica
molto lenta; tuttavia, la somma ricevuta deve essere restituita con gli interessi ed entro una data
scadenza. Come conseguenza della crisi economica iniziata nel 2008, l’eurozona ha difficoltà nel
gestire il suo debito; si registra un eccesso di debito sovrano soprattutto nei Paesi più deboli
dell’area euro (si parla in proposito di crisi del debito sovrano).
Derivato Il Derivato è uno strumento finanziario il cui valore dipende dal valore di un’altra attività,
detta Sottostante. I contratti a termine (future e forward), i contratti di opzione e gli swap sono tipi
di strumenti derivati.
Finanziarizzazione dell’economia: Fenomeno tipico del capitalismo maturo che fa registrare
un progressivo aumento del complesso degli strumenti finanziari in circolazione in un determinato
periodo e il volume d’affari da questo creato. La globalizzazione economica ha ulteriormente
alimentato questo fenomeno, perché esiste una connessione tra sviluppo degli scambi commerciali
e formazione di attività finanziarie. La degenerazione degli strumenti finanziari verificatasi negli
ultimi anni ha poi ulteriormente squilibrato questo rapporto: si stima che le operazioni in derivati
realizzate al di fuori dei mercati regolamentati abbiano superato i 600.000 miliardi di dollari, cifra
equivalente a oltre 10 volte il Prodotto Mondiale Lordo.
Tobin Tax: Tassa sulle transazioni monetarie internazionali, proposta nel 1972, dopo la fine del
sistema di Bretton Woods, ed enunciata nel 1978 dall’economista statunitense J. Tobin nel saggio
A proposal for international monetary reform («Eastern Economic Journal», 1978, 4, 3/4).
Tino Fumagalli
FNP CISL LOMBARDIA
Speciale a cura di
Miriam Ferrari
USR CISL Lombardia
Marina Marchisio
La redazione ringrazia Pierre Jonckheer per l’indicazione delle fonti documentali
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