COSTRUZIONI
RIPARTE UN NUOVO CICLO?
La decima edizione di questa ricerca si colloca in un momento delicato per la nostra economia e per
il settore delle costruzioni.
La lunga fase di crisi sembra aver finito il suo ciclo, l’economia nazionale riprende, seppur
lentamente, nelle costruzioni appaiono i primi segnali di ripresa.
Questo lavoro analizza l’attuale fase congiunturale nel settore nazionale delle costruzioni, attraverso
la ricognizione dell’andamento più recente dei principali indicatori di fiducia e dell’economia reale.
L’analisi congiunturale ci porta a definire conclusa la fase della crisi, seppure la ripresa appaia ancora
incerta, e soprattutto, molto timida. Il recupero dei livelli produttivi pre-crisi appare impensabile, il
mercato è profondamente cambiato, si apre un nuovo ciclo edilizio.
Lo studio prosegue con un’analisi dei cambiamenti intervenuti durante la crisi nella struttura
imprenditoriale di settore e nelle caratteristiche del lavoro.
Frammentazione del sistema imprenditoriale e precarizzazione del lavoro hanno caratterizzato il
settore dal 2008 al 2014; solo nei primi trimestri del 2015 si cominciano a vedere i primi segnali di
inversione di tendenza.
All’analisi congiunturale e della fase di crisi segue un Focus sulle imprese, grandi gruppi e Pmi, e sui
relativi mercati di riferimento, ovvero quello delle infrastrutture e del rinnovo edilizio.
Il sistema delle grandi imprese nazionali delle costruzioni è ormai del tutto orientato verso il mercato
estero delle grandi opere, stante l’attuale mancanza di un analogo mercato nazionale. Seguono
approfondimenti sul calo degli investimenti pubblici, da un lato, e sulle cause dei ritardi nella
realizzazione delle grandi opere nazionali e dei programmi prioritari avviati dai diversi governi, fino
all’attuale. Alla riduzione del comparto delle opere pubbliche consegue la riduzione del lavoro da
esso generato, un lavoro mediamente più stabile, regolare e qualificato rispetto alla media del
settore.
Il mondo delle costruzioni, ormai quasi esclusivamente rappresentato dalle piccole e micro imprese,
ha trovato nel mercato del rinnovo edilizio l’unico comparto in grado di contenere gli effetti
devastanti del calo complessivo della domanda.
Un ruolo fondamentale è stato svolto in questi anni dalle politiche fiscali, miranti ad incentivare gli
interventi di riqualificazione edilizia ed energetica, ma il lavoro generato da questo mercato mostra
notevoli elementi di criticità, che in buona sostanza spiegano anche una evidenza occupazionale
inferiore alle attese.
Il mercato del rinnovo è attualmente costituito da piccoli lavori, svolti prevalentemente alla scala
dell’alloggio. Sono le piccole e micro imprese, i lavoratori autonomi, i soggetti che realizzano queste
opere per conto, principalmente, delle famiglie. In questo contesto, il lavoro è caratterizzato da
un’elevata elusione nell’applicazione del contratto nazionale dell’edilizia, da un alto tasso di
irregolarità, dal mancato riconoscimento ufficiale delle professionalità acquisite dai lavoratori.
Per contro, le potenzialità di sviluppo del mercato del rinnovo edilizio ed urbano sono enormi, ma è
necessario un passaggio di scala, dal singolo alloggio all’edificio ed alla città. Le politiche industriali
devono essere indirizzate alla crescita del mercato della riqualificazione edilizia ed urbana su vasta
scala, sia dal lato della domanda (incentivi, ma anche altri strumenti finanziari e programmi urbani),
che dell’offerta (sostegno all’aggregazione imprenditoriale e alla crescita dimensionale delle
imprese, legata a specifici mercati, qualificazione della richiesta nei lavori pubblici).
Centro Studi Fillea Cgil
Il materiale ed il video del Convegno saranno disponibili nei prossimi
giorni sul sito www.filleacgil.it
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