3 - 2012 1/2012 Newsletter a cura di Laura Mariani Area Welfare - Politiche abitative CGIL nazionale In collaborazione con Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani del Centro Studi FILLEA nazionale In questo numero: ■ Le spese per l'abitazione (affitto, mutuo, spese ordinarie, straordinarie, per bollette e tasse) diventano sempre più insostenibili: la CGIL stima che l'incidenza media di spesa legata alla casa è passato dal 28,4% del 2010 al 31,1% per il 2012 e aumentano le famiglie in “serio disagio”, oltre 3 milioni. Acuiscono le criticità per chi ha un'abitazione, in proprietà o in affitto, per chi vuole accedere al mercato abitativo non c'è compatibilità con l'offerta, da anni costituita quasi esclusivamente da abitazioni prodotte per l'acquisizione in proprietà. Ne è dimostrazione la forte quota di invenduto denunciata da più voci. Nonostante ciò si continua a mettere in campo politiche in questo senso. E' necessario rivendicare risposte abitative orientate ai bisogni della popolazione con una programmazione strutturale e ricercando risposte anche nei programmi oggi presenti: il Piano di housing sociale e il Piano nazionale per le città. ■ La riqualificazione degli edifici, la loro gestione e conduzione sostenibile, l'impatto che hanno sull'ambiente, sono temi di sempre maggiore attualità. Gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia e L’UE ha posto obiettivi precisi che possono essere raggiunti solo intervenendo, in modo radicale, anche sugli edifici esistenti, con la necessità di approcci e iniziative fortemente incisivi. Un passaggio impostante è rappresentato dalle agevolazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, che hanno rappresentato uno strumento efficace in tema di sostenibilità ambientale, di sostegno del mercato dell’edilizia di qualità e di risparmio di emissioni di CO2, con disposizioni nel tempo più volte modificate, delle quali risulta necessario rivendicare la stabilizzazione. ■ POLITICHE ABITATIVE: Condizioni economiche delle famiglie e incidenza dei costi dell'abitazione (Costi dell'abitare con dati ISTAT e rilevazione CGIL - Difficoltà delle famiglie negli studi EURISPES - Proroga seconda rata IMU e modifica aliquote); Politiche abitative e settore immobiliare per la ripresa (Piano nazionale per le città e scadenza dei termini per la presentazione dei progetti – Ultimi accordi di programma approvati dal CIPE – Stato di attuazione del Piano di edilizia abitativa con dati CdP) ■ DAI TERRITORI: Emilia Romagna: “Programma per il ripristino, la riparazione ed il potenziamento del patrimonio edilizia residenziale pubblica” e fondi del D.lgs. 74 per le aree colpite dal sisma; Lazio: norme del Piano Casa impugnate dal Consiglio dei Ministri; Lombardia: Riqualificazione urbana e housing sociale nel nuovo Piano Casa; Trentino Alto Adige: acquisto e costruzione nuovi alloggi a Bolzano. ■ ABITARE SOSTENIBILE: Edilizia sostenibile (approvazione al consiglio europeo della nuova Direttiva UE sull'efficienza energetica – Riqualificazione e gestione sostenibile degli immobili con proposte della Prima Agenda nazionale); Risparmio energetico (Detrazioni per efficienza energetica e nuova guida dell'Agenzia delle Entrate – Certificazione energetica e proposte ANCE) ■ DAI TERRITORI: Lombardia: progetto "Con-dividere la sostenibilità"; Sardegna: accordo BEI, San Paolo ed Equiter per interventi di efficientamento energetico; Toscana: regolamento edilizio unificato approvato a Pisa; Valle d'Aosta: norme della legge regionale per il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. ■ STUDI E RICERCHE: Immobili residenziali efficienti (indagine Pike Research); Futuro sostenibile per i centri storici delle città europee (Bollettino URBACT) ■ Buone pratiche di innovazione sostenibile - Lombardia / Villaggio Selvino classificato Classe energetica Casa Clima A Politiche dell’abitare e abitare sostenibile newsletter La Newsletter si articola nell’approfondimento di quattro sezioni tematiche: le sezioni Politiche Abitative e Abitare Sostenibile di cui si evidenziano le news a carattere nazionale e regionale, la sezione Studi e Ricerche che seleziona i report relativi ai temi precedenti e infine la sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile, che mostra esempi di realizzazioni sostenibili. Politiche abitative Condizioni economiche delle famiglie e incidenza dei costi dell'abitazione Oggi comprare una casa, pagare il mutuo o l'affitto, sostenere le spese ordinarie e straordinarie, quelle per bollette e tasse è diventata una spesa insostenibile. La CGIL stima che l'incidenza media di spesa legata alla casa è passato dal 28,4% del 2010 al 31,1% per il 2012. Secondo l'Eurispes solo una famiglia su tre arriva a fine mese senza difficoltà e le nuove forme di tassazione, che colpiscono le famiglie senza considerare le capacità reddituali, acuiscono le criticità. E' indispensabile cercare risposte a queste difficoltà crescenti dei cittadini, sapendo che gli alti costi legati all'abitare incidono soprattutto sulle fasce più esposte di popolazione, quelle più sensibili e più deboli. Costi dell'abitare e famiglie in “forte disagio” nelle rilevazioni CGIL La CGIL ha messo a confronto le voci di spesa maggiori delle famiglie rilevate dall'ISTAT dal 1975 ad 2010, evidenziando il mutamento dei consumi ed il peso di alcune voci. Emerge come diminuiscano negli anni le voci di spesa per alimentari, vestiario, mentre restano stabili le altre voci. Aumentano sensibilmente quelle per i trasporti ed in modo preponderante quelle per l'abitazione. ll dato per l'abitazione diventa ancora più allarmante, se si tiene conto di alcune voci non considerate nelle medie del 2010 (rincari di utenze ed IMU): per il 2012 l'incidenza media delle spese della casa passa dal 28,4%, come stimato dall'ISTAT per il 2010, arriva al 31,1, come stimato dalla CGIL per il 2012. La stima dell'ISTAT relativa al 2010 individuava in 2,4 milioni le famiglie in condizione di «serio disagio», per le quali le spese per l'abitazione pesavano per oltre il 40% sul reddito disponibile. Oggi per effetto degli incrementi registrati nel corso dell'anno, la CGIL stima che le famiglie in questa condizione siano circa 3 milioni. Ad incidere pesantemente sul bilancio familiare sono soprattutto le spese legate all'affitto o al mutuo, che determinano difficoltà crescenti e un'incidenza sul reddito insostenibile. Le difficoltà delle famiglie negli studi EURISPES Recenti studi dell'Eurispes evidenziano come i redditi delle famiglie italiane non bastino a far fronte alle spese necessarie per una vita dignitosa. L'Istituto ha coniato il temine di "spread italiano" tra ricchezza reale, redditi dichiarati e tenore di vita delle famiglie, un differenziale che, soprattutto al sud, registra livelli elevati. Solo una famiglia su tre riesce in modo sereno ad arrivare a fine mese e sempre più spesso un italiano su 4 è costretto a ricorrere al credito al consumo come forma di integrazione al reddito per fare fronte alle necessità. A causa di ciò molte persone sono costrette a svolgere un doppio lavoro. Sorprende molto la diversa distribuzione del fenomeno sul territorio nazionale. Mettendo a confronto le principali voci di entrata e uscita del bilancio di una famiglia italiana-tipo, emergono differenziali significativi tra le regioni del paese con il primato assoluto delle regioni del Mezzogiorno. Il primo posto va alla Puglia, dove il differenziale tra ricchezza dichiarata e benessere reale si attesta a 54 punti base. Seguono Sicilia, Campania e Calabria, con uno spread di 53, 51 e 50 punti. In senso opposto Valle d’Aosta, Trentino, Lombardia e Lazio dove il differenziale registra valori minimi di 1, 11, 12, 13 e 16. Punti base. Proroga per seconda rata e modifica aliquote I termini per pagare la seconda rata dell’IMU, per chi aveva scelto tre rate anziché due, scaduti a settembre, sono stati prorogati al 31 ottobre, data entro la quale potranno anche essere modificate le aliquote comunali, per cui il pagamento potrà essere effettuato con le aliquote comunali, maggiorate o diminuite rispetto a quelle fisse nazionali. La proroga è contenuta nel decreto sui costi della politica ed dovrebbe così allinearsi sia alla scadenza dell’intero pacchetto IMU per la delibera dei regolamenti e delle aliquote definitive da parte dei Comuni, sia all’altra scadenza chiave per i conti degli enti locali, quella relativa alla chiusura dei bilanci preventivi. Termine che quest’anno è slittato al 31 ottobre proprio a causa delle incertezze legate al gettito IMU per ogni ente e quindi ai tagli compensativi ai fondi di riequilibrio. Politiche abitative e settore immobiliare per la ripresa Nel nostro Paese esiste una domanda abitativa estremamente differenziata che non incontra l'offerta, da anni costituita quasi esclusivamente da abitazioni prodotte per l'acquisizione in proprietà. Ne è dimostrazione la forte quota di invenduto denunciata da più voci. Nonostante ciò si continua a mettere in campo politiche in questo senso. E' necessario rivendicare risposte abitative orientate ai bisogni della popolazione anche nei programmi oggi presenti: il Piano di housing sociale e il Piano nazionale per le città Piano nazionale per le città e riduzione della tensione abitativa E' scaduto il termine per la presentazione delle proposte per il Piano nazionale per le Città. L'ANCI non ha fornito informazioni ufficiali sui progetti che dovevano pervenire dal 23 agosto al 5 ottobre 2012, esclusivamente per posta elettronica (come richiesto nel DL 83/2012) e rispettare le linee guida contenute nel Vademecum pubblicato da ANCI in accordo con il Ministero delle Infrastrutture siglato il 3 agosto. Solo i progetti presentati in questo arco temporale e rispondenti alle linee guida del vademecum saranno vagliati dall'ANCI e trasmessi alla Cabina di Regia. Le proposte saranno oggetto di selezione da parte della Cabina di Regia che, dopo aver verificato disponibilità degli investimenti e apporti dei soggetti interessati, le graduerà secondo priorità alta, media e bassa “in base al livello di concorrenza con gli obiettivi e con le finalità del Piano nazionale per le città. In particolare le proposte dovranno: a) riferirsi ad ambiti urbani appositamente definiti all’interno dei quali è possibile individuare un insieme coordinato di interventi di riqualificazione e rigenerazione, anche puntuali, comunque in grado di conseguire la valorizzazione integrale degli ambiti urbani interessati; b) dare priorità a uno o più dei criteri individuati dall’art. 12, comma 3, del D.L. 22 giugno 2012, n. 83.” Riproponiamo i criteri richiamati: a) prossimità alla cantierabilità degli interventi; b) capacità e modalità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati; c) riduzione di fenomeni di tensione abitativa, di marginalizzazione e degrado sociale; d) miglioramento della dotazione infrastrutturale anche con riferimento all'efficientamento dei sistemi del trasporto urbano; e) miglioramento della qualità urbana, del tessuto sociale ed ambientale. Accordi di programma regionali per l'housing sociale Con la delibera dell'11 luglio 2012 il Cipe ha espresso parere favorevole sui tre accordi di programma siglati tra il Ministero delle Infrastrutture e Regioni Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Provincia di Bolzano, per l'attuazione del Piano nazionale di edilizia abitativa. Si tratta degli ultimi tre accordi che completano il Piano nazionale per l'housing sociale, che ha raggiunto una dote finanziaria (investimenti pubblici e privati) di 2.967 mln di euro, per la realizzazione di 17.101 alloggi sociali. I tre accordi beneficiano complessivamente di 14,7 mln di euro di fondi statali, a cui si aggiungono quelli messi a disposizione dalle Regioni (8,8 mln) da altri soggetti pubblici (7,7 mln), e da fondi privati (7 mln). Friuli Venezia Giulia: la dotazione finanziaria è pari 20,9 mln di euro (7,9 di risorse statali), e prevede la realizzazione di 115 alloggi, dei quali 71 di proprietà pubblica e 44 di proprietà privata, provenienti in 32 casi da nuova costruzione, in 30 da recupero e in 53 da acquisto, finalizzati in 105 casi alla locazione permanente o per almeno 25 anni, e in 10 al riscatto dopo 10 anni. Valle d'Aosta: la dotazione è di 2,7 mln (700 mila di risorse statali) per realizzare 34 alloggi, di proprietà privata, reperiti tramite recupero/ristrutturazione, 28 finalizzati a riscatto dopo 10 anni di affitto, 6 all'edilizia libera. Provincia di Bolzano: 14,6 mln (6,1 milioni di risorse statali) per realizzare 54 alloggi di proprietà pubblica, di nuova costruzione e destinati a locazione permanente. Possibilità attuative del FIA: ruolo di Cassa Depositi e Prestiti Il FIA, fondo immobiliare di CDP istituito con il Piano di Edilizia Abitativa, costituito da un fondo nazionale che investe, fino a un massimo del 40%, in fondi immobiliari locali per il social housing, alla chiusura del primo periodo di sottoscrizioni, aveva raggiunto un patrimonio di circa 2 miliardi di euro. Questi risultano, dalle dichiarazioni di CdP, impegnati per il 14% in via definitiva e per il 25% con delibere preliminari. In gran parte, quindi, ancora non utlizzati, a dimostrazione delle difficoltà di attuazione del Piano, più volte denunciate dalla CGIL. Le difficoltà di rendere compatibili gli investimenti, innanzitutto, con la finalità del fondo e le attese di rendimento degli investitori privati che intervengono nei fondi locali. A luglio è stato firmato un Dpcm che elimina il tetto del 40%, non è ancora operativo, perchè da registrare da parte della Corte dei Conti e da deliberare del Cda e ratificare da parte dell'assemblea degli investitori. Questo permetterebbe, rimosso il vincolo del 40%, di partecipare, da parte di CdP, alle proposte locali con investimenti maggiori. Sarà da verificare, tuttavia, se l'aumento di quota (che potenzialmente potrebbe arrivare anche al 100%), porterà ad interventi con priorità di alloggi sociali in affitto, oggi residuali nei progetti messi in campo. Emilia Romagna: 15 milioni di euro per gli alloggi ERP e 322 milioni per la ricostruzione L’ordinanza n. 49 del 2 ottobre 2012, emanata dal Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani ha approvato il “Programma per il ripristino, la riparazione ed il potenziamento del patrimonio edilizia residenziale pubblica”, che prevede, tra l’altro, riparazione e ripristino immediato di edifici e unità immobiliari ad uso abitativo danneggiati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, sia temporaneamente o parzialmente inagibili ('B' e 'C') che inagibili (‘E’ ). Il provvedimento prevede una spesa pari a 8 milioni e 783 mila euro per 733 alloggi classificati B e C (122 in provincia di Bologna, 206 nel modenese, 325 nel ferrarese, 80 nel reggiano), 4 milioni e 578 mila euro per 183 alloggi “E leggere” (42 nel bolognese, 141 nel modenese), 1,7 milioni per interventi già realizzati (in provincia di Modena, Reggio e Bologna). Sono arrivati i primi 321.775.000 euro previsti dal D.lgs. 74 per le aree colpite dal sisma. Si tratta di una prima quota dei 475 milioni stanziati per il 2012 a favore dell’Emilia-Romagna, e serviranno per poter pagare gli interventi programmati e decisi con ordinanze dal commissario per la ricostruzione Errani, assieme al Comitato istituzionale composto da sindaci e presidenti delle Province interessate (ripristini e moduli per le scuole, piano per l’avvio della ricostruzione dei municipi e dei beni monumentali, opere provvisionali, moduli abitativi temporanei, gestione delle tendopoli e tutto quanto riguardi edifici pubblici o di fruizione pubblica). Inoltre, questi fondi serviranno ai Comuni per liquidare ai cittadini il contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) che nella prima fase ha riguardato 14.327 nuclei familiari distribuiti in 51 comuni, per complessivi 9 milioni e 600 mila euro. Politiche abitative: dai territori Regione Lazio: Il Governo impugna alcune norme del Piano Casa Il Consiglio dei Ministri dinanzi alla Corte Costituzionale ha impugnato i commi 1, 7, 11 e 19 dell'art.1 della legge re gionale 12/2012 (Piano Casa) perché “in contrasto con le norme statali in materia di tutela del paesaggio e in materia di governo del territorio”. Il Governo non ha ritenuto sufficienti le modifiche approvate dalla Regione Lazio nel luglio scorso, introdotte per correggere norme sulle quali il ministero dei Beni culturali aveva sollevato obiezioni. Secondo il Governo, la norma introdotta dall'art. 1, comma 7 “Interventi finalizzati al riutilizzo del patrimonio edilizio dimesso attraverso il cambiamento della destinazione in altro uso non residenziale”, che consente anche nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici “cambi di destinazione ad altro uso non residenziale attraverso interventi di ristrutturazione edilizia, di sostituzione edilizia, con demolizione e ricostruzione, e di completamento”, si pone in contrasto con quanto previsto all'art. 9 del d.P.R. n. 380/2001 che nelle zone sprovviste di strumenti urbanistici consente esclu sivamente interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di restauro e risanamento conservativo. L'esecutivo ha osservato che “la definizione degli interventi edilizi realizzabili in assenza di strumenti urbanistici effettuata dall'art. 9 del d.P.R. n. 380/2001 costituisce un principio fondamentale della materia del governo delle regioni, in relazione al quale le leggi regionali possono introdurre unicamente limiti più restrittivi (art. 9, c. 1)”. Per quanto riguarda l'art. 1, comma 11 in materia di programmi integrati di riqualificazione urbana e ambientale, il Consiglio dei Ministri evidenzia che le ultime modifiche non superano le censure già prospettate con riferimento al precedente testo, continuando ad attribuire ai programmi integrati di riqualificazione urbana e ambientale compiti che il Codice dei beni culturali assegna in via esclusiva alla pianificazione paesaggistica. Lombardia: Riqualificazione urbana e housing sociale nel nuovo Piano Casa Riqualificazione delle aree urbane, valorizzazione degli edifici esistenti e incremento dell'offerta di alloggi sociali sono i punti cardine del cosiddetto nuovo 'Piano casa' della Regione Lombardia che traduce in norme operative il recente “Patto per la casa'” e si pone come obiettivo quello di dare una risposta abitativa a chinon riesce ad acquisire o affittare un alloggio sul libero mercato. Avviare azioni che rendano disponibili alloggi a prezzi calmierati. È stata dichiarata una priorità inserita nell'agenda delle Amministrazioni e nel Documento di Piano dei Piani di governo del territorio (Pgt), perché i Comuni sono i primi a sapere i reali bisogni dei cittadini sul fronte abitativo. In quest'ottica si collocano anche le misure a favore delle riqualificazioni e degli ampliamenti di edifici residenziali, industriali e terziari, che vogliono anche essere occasione di rilancio per il comparto edile. Nelle dichiarazioni riportate il “lavoro futuro dovrà vedere un impegno sinergico delle amministrazioni e dei professionisti, per soddisfare con qualità i bisogni abitativi e realizzare una crescita equilibrata delle città, contenendo il consumo di suolo e privilegiare la riqualificazione del patrimonio edile esistente, il cui mantenimento è sempre più oneroso, per via dell'azzeramento dei trasferimenti statali e per i maggiori costi per le Aler a seguito dell'applicazione dell'Imu".I Comuni sono stati direttamente coinvolti nella sottoscrizione, lo scorso 2 febbraio, del Patto per la casa, che è la cornice di riferimento per lo sviluppo di azioni mirate a garantire l'abitazione alle famiglie. Trentino Alto Adige: Bolzano, via libera ad acquisto e costruzione nuovi alloggi La Giunta provinciale ha preso tre importanti decisioni sull’edilizia abitativa. La prima è il via libera, nell'ambito del programma 2011-2015 dell'IPES, all'acquisto, anzichè alla costruzione, di 164 alloggi in 16 comuni altoatesini, per i quali è previsto un investimento di 31 milioni di euro. La seconda è l’approvazione di un progetto pilota per rendere più semplici gli interventi di risanamento sulla base di un appalto unico, evitando la gara per ogni singolo alloggio da risanare (ogni anno l'Istituto provinciale per l'edilizia sociale investe 11 milioni di euro per il risanamento di circa 200 alloggi) e individuando la soluzione di sperimentare un progetto pilota, che prevede gare generali a livello comprensoriale bandite dalla nuova stazione unica appaltante. La gara assegnerà i lavori per i vari ambiti sulla base delle offerte avanzate da parte di consorzi di aziende le quali riceveranno poi gli incarichi caso per caso. Il terzo è il via libera alla gara per l'acquisto di 50 alloggi per il ceto medio a Merano. Abitare sostenibile Edilizia sostenibile La riqualificazione degli edifici, la loro gestione e conduzione sostenibile, l'impatto che hanno sull'ambiente, sono temi di sempre maggiore attualità. Gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia e L’UE ha stabilito che le emissioni di CO2 vengano ridotte del 20% entro il 2020 e dell’80% entro il 2050. I nuovi progetti rappresentano al massimo il 2% all’anno degli edifici già realizzati: anche se tutti i nuovi progetti da oggi fossero ad emissioni zero, l’obiettivo di riduzione dell’80% entro il 2050 non può essere raggiunto se non intervenendo in modo radicale sugli edifici esistenti. Risulta evidente che gli approcci verso questi temi e le iniziative da metter in campo non possono essere più limitati a marginali riduzioni dei consumi: la crisi del settore delle costruzioni, la flessione del mercato immobiliare, le conseguenze della crisi finanziaria e il tema di urgente attualità dei cambiamenti climatici necessitano sicuramente di approcci più incisivi. La nuova Direttiva UE sull’efficienza energetica Il Consiglio Europeo ha approvato l’accordo politico sulla nuova direttiva europea sull'efficienza energetica, ora quindi in direttiva d'arrivo, dopo che il Parlamento Europeo aveva dato voto positivo l‘11 settembre. Ricordiamo che la Direttiva sull’efficienza energetica introduce misure giuridicamente vincolanti per intensificare gli sforzi degli Stati membri nell’uso più efficiente dell’energia in tutte le fasi della catena energetica, dalla trasformazione di energia e la sua distribuzione per il consumo finale. Essa impone, inoltre, agli Stati membri di fissare obiettivi indicativi nazionali per il 2020. Si prevede che la nuova Direttiva darà un contributo significativo al raggiungimento, da parte dell’Unione europea, dell’obiettivo del 20% di efficienza energetica entro il 2020. Il commissario europeo all’Energia, Gunther Oettinger ha accolto con grande favore il voto favorevole del Consiglio sulla direttiva sull’efficienza energetica sottolineando come la fase più importante del processo, l’attuazione, inizierà presto. Ha invitato gli Stati membri e le parti interessate ad un impegno supplementare per portare le nuove disposizioni nella vita degli europei. La Commissione ha confermato il suo impegno a sostenere il processo. I Presidenti e i Segretari generali del Parlamento europeo e del Consiglio dovranno firmare la Direttiva sull’efficienza energetica nel mese di ottobre. La Direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, prevista nel mese di novembre. A seguito dell’entrata in vigore, gli Stati membri avranno un anno e mezzo di tempo (cioè fino a maggio/giugno 2014) per recepire la maggior parte delle disposizioni della Direttiva negli ordinamenti nazionali ed avviare la fase di attuazione. Alcune delle disposizioni però devono essere attuate prima, mentre per le altre misure gli Stati membri dispongono di più tempo. Ad esempio, gli Stati membri devono comunicare entro il 30 aprile 2013 i loro obiettivi indicativi nazionali, mentre la relazione sull’attuazione di uno degli articoli chiave (l’art. 7 sui progetti di efficienza energetica obblighi o misure politiche alternative) dovrà essere consegnata un anno dopo l’entrata in vigore. Entro la fine del 2015 gli Stati devono redigere una valutazione del potenziale del teleriscaldamento e della cogenerazione. La Commissione si è impegnata a sostenere gli Stati membri nel loro lavoro di recepimento e attuazione della nuova Direttiva. Inoltre, come previsto dalla Direttiva stessa, nel primo semestre 2014 la Commissione esaminerà i progressi compiuto verso il 20% di efficienza energetica obiettivo, e valuterà eventuali ulteriori misure. Agenda Nazionale di riqualificazione e gestione degli immobili E' partito il percorso della Prima Agenda Nazionale della riqualificazione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari, una proposta che vuole essere destinata a confluire in un documento pubblico da sottoporre al Governo e alle principali associazioni di settore per rilanciare la riqualificazione e la conduzione immobiliare con criteri di sostenibilità per il raggiungimento degli obiettivi imposti dall'Unione Europea. Il percorso è partito nella prima edizione di Re+Build, evento nel panorama nazionale del mercato dei servizi e tecnologie per la riqualificazione, gestione e conduzione sostenibile degli edifici esistenti. In Europa solo lo 0,5% del mercato è attualmente riferibile alle nuove costruzioni, il 3% è invece relativo a immobili oggetto di riqualificazione: verosimilmente in circa 30 anni, il 100% del patrimonio immobiliare a disposizione sarà oggetto di interventi di riqualificazione. Nell'evento è emerso come, a fronte di 2 miliardi di metri quadri oggi presenti nel nostro Paese, che necessitano di riqualificazione, si prospetta una grande sfida e una grande opportunità per diversi comparti e per il nostro Paese. Importante è conoscere e considerare l'ampia panoramica delle risorse su cui si può contare per creare un nuovo paradigma immobiliare. L'obiettivo della proposta lanciata in occasione di Re+ Build, è istituire un documento programmatico delle esperienze e delle opportunità che sono già oggi a disposizione, per contribuire alla ripresa economica di un settore oggi in forte crisi, al possibile rilancio dell'occupazione e alla creazione di posti di lavoro e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità imposti dall'Unione Europea. Quasi cento esperti nazionali e internazionali hanno presentato concreti modelli virtuosi e soluzioni innovative con l'obiettivo di incidere sul settore immobiliare e concorrere ad uscire dalla crisi. Risparmio energetico I benefici fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici hanno rappresentato lo strumento più efficace e virtuoso in tema di sostenibilità ambientale, di sostegno del mercato dell’edilizia di qualità e di risparmio di emissioni di CO2, con disposizioni più volte modificate. La stabilizzazione del 55% (basata sul miglioramento dell’efficienza rispetto ai costi, sull’introduzione di parametri di costo specifico massimo ammissibile per tipo di intervento, sulla differenziazione delle percentuali di spesa detraibili o dei tempi di rimborso) è stata presa in considerazione dal Governo e proposta in diverse sedi, ma una novità è la certificazione energetica degli edifici, che per i costruttori dovrebbe diventare obbligatoria per tutti gli immobili esistenti e non solo in caso di vendita o locazione. La guida alle agevolazioni dell'Agenzia delle Entrate Le disposizioni che regolano la materia dei benefici fiscali per il risparmio energetico sono state modificate più volte e, di conseguenza, negli ultimi anni sono cambiate anche le procedure da seguire per poterne usufruire Ricordiamo che la detrazione fiscale del 55% è stata prorogata al 30 giugno 2013 dal decreto legge n. 83/2012. Dal 1° luglio 2013 l'agevolazione sarà invece sostituita con la detrazione fiscale del 36% prevista per le spese di ristrutturazioni edilizie che, dal 2012, non ha più scadenza, perché resa strutturale e definitiva. .Al fine di rendere più chiare le procedure per usufruire dei benefici fiscali per il risparmio energetico l'Agenzia delle Entrate ha pubblicato una nuova Guida dove sono descritti i vari tipi di intervento per i quali si può fruire della detrazione del 55% e gli adempimenti necessari. ■ La detrazione spetta per le spese sostenute, e rimaste a carico del contribuente, per: - interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, che ottengono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori riportati in un’apposita tabella. Il valore massimo della detrazione è pari a 100.000 euro - interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, orizzontali, finestre comprensive di infissi, fino a un valore massimo di detrazione di 60.000 euro. La condizione è che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica U, espressa in W/m2K, in un’apposita tabella. - l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici, università. Il valore massimo di detrazione è di 60.000 euro - interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. Il valore massimo di detrazione è 30.000 euro. ■ Tra le altre indicazioni fornite nella guida: - è stato previsto l'obbligo di inviare una comunicazione all'Agenzia delle Entrate, quando i lavori proseguono oltre un periodo d'imposta; - è stato modificato il numero di rate annuali in cui deve essere ripartita la detrazione; - è stata sostituita la tabella dei valori limite della trasmittanza termica; - è stato previsto l'esonero della presentazione dell'attestato di certificazione (o qualificazione) energetica per sostituzione di finestre, installazione dei pannelli solari e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale; - è stata ridotta (dal 10 al 4%) la percentuale della ritenuta d'acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l'obbligo di operare; - dal 2012, la detrazione è stata estesa alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; - è stato eliminato l'obbligo di indicare il costo della manodopera, in maniera distinta, nella fattura emessa dall'impresa che esegue i lavori. Certificazione energetica: le proposte dei costruttori L'Ance ha lanciato proposte da far inserire nel documento sulla strategia energetica nazionale, la cui uscita è prevista a breve: rendere obbligatoria la certificazione energetica per tutti gli edifici esistenti e stabilizzare il 55%. La prestazione energetica dell’immobile dovrebbe essere inserita nei dati catastali. Dal 2020 o 2025 si propone inoltre di vietare la locazione e la commercializzazione degli immobili al di sotto di una certa classe energetica, consentendone l’uso e l’agibilità solo dopo l’effettuazione degli interventi di riqualificazione necessari. L’obiettivo delle proposte è stimolare gli interventi di riqualificazione, motivo per il quale sarebbe necessario un unico quadro normativo ed un'unica metodologia di confronto su scala nazionale. Ad oggi, secondo l'ANCE il sistema di certificazione non svolge un ruolo di informazione e orientamento del mercato a causa della frammentazione a della sua disciplina su scala regionale. Altrettante lacune sarebbero riscontrabili nel sistema di accreditamento, qualificazione e vigilanza dei certificatori energetici, che è affidato ad albi regionali gestiti da soggetti diversi. A tal proposito, per fornire una garanzia ad utenti e produttori, si propone che per le classi energetiche A e A+ la certificazione sia rilasciata da soggetti operanti sotto accreditamento dell'Ente unico nazionale Accredia. Ma il rilancio dell’edilizia passa anche attraverso la formazione di manodopera qualificata, con corsi di formazione e aggiornamento professionale rivolti ai tecnici operanti nei “green jobs”, e la definizione di regole di riferimento certe e stabili per l’avvio degli interventi di riqualificazione delle città previsti dai programmi Smart City e dal Piano nazionale per le Città recentemente approvato. Lombardia: progetto "Con-dividere la sostenibilità" Abitare sostenibile: dai territori Per abbattere i consumi energetici di un condominio, sempre più spesso vengono impiegati materiali o tecnologie sostenibili, senza pensare che anche il comportamento degli occupanti può in realtà contribuire a raggiungere questo scopo. La dimostrazione arriva dai risultati del progetto biennale "Con-dividere la sostenibilità", ideato dalla Coo perativa sociale «Cantiere del sole», finanziato da A2A e da Fondazione Cariplo e sostenuto dalle amministrazioni comunali di Brescia e Bergamo. Scopo del progetto, che ha coinvolto 4 condomini, due a Brescia e due a Bergamo, è stato quello di studiare il comportamento degli abitanti e ottenere da essi una riduzione dei consumi di energia e dei rifiuti. Alla fine l'obiettivo è stato raggiunto tanto che, secondo le stime, è stata riscontrata una diminuzione dei consumi medi annui procapite di 69 kWh; il che significa 11,5 tonnellate all'anno in meno di CO2 in atmosfera. Per riuscire a raggiungere questo risultato, come prima cosa sono stati distribuiti ai condomini alcuni questionari inerenti le abitudini di consumo di acqua ed energia elettrica e la raccolta differenziata; dopo di che è stata fatta un'ana lisi statistica delle bollette e una valutazione energetica degli immobili. A distanza di qualche mese, infine, è stata fat ta la raccolta dei dati di consumo per verificare l'effettiva riuscita del progetto. Ad esempio, nello stabile "Il Fungo" a Brescia è crollato il numero di famiglie che lasciano in stand-by gli apparecchi elettronici durante la notte, con un netto calo dal 35% al 10%, mentre la percentuale di chi ha installato riduttori di flusso per l'acqua nei rubinetti di casa è cresciuta dal 47 al 53%. Inoltre, il 75% dei casi analizzati ha fatto registrare un calo di consumi di energia elettrica: in media si è passati dai 855 kWh all'anno a persona del 2010 agli 823 del 2011, quando la media nazionale si atte sta a 1161 kWh e quella della città di Brescia a 1092. Sardegna: 33 mln per interventi di efficientamento energetico La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha siglato l'accordo operativo con San Paolo ed Equiter , i quali hanno vinto la gara per la gestione in Sardegna del Fondo di sviluppo Urbano specifico per l'Asse III Energia del Por Fesr 2007-2013. Tra il 2013 e il 2015 verranno immessi sul mercato sardo 33 milioni di euro: a disposizione di comuni e privati, la somma stanziata andrà a finanziare interventi di efficientamento. In particolare, gli interventi puntano a promuovere l'utilizzo dell'energia solare, dell'energia prodotta da biomasse, dell’energia idraulica ed eolica. Non soltanto: i lavori saranno promossi anche al fine di perseguire l'efficienza energetica e il risparmio energetico, a partire dagli edifici pubblici. Toscana: Risparmio energetico: Pisa: approvato regolamento edilizio unificato Regole uniche per l'edilizia di tutti i comuni dell'area pisana. Il consiglio comunale di Pisa, riunitosi lo scorso 27 settembre, ha approvato il regolamento edilizio unificato. Ora per aprire una nuova finestra, fare un balcone, sistemare un sottotetto, mettere dei pannelli fotovoltaici o per realizzare nuovi edifici ci sono le stesse regole in tutti i comuni. "Il regolamento, che velocizza e sburocratizza l'iniziativa civile ed economica recepisce in gran parte anche le regole per il risparmio energetico e l'edilizia sostenibile, che Pisa aveva già adottato. Valle d'Aosta: Bonus volumetrici per gli edifici efficienti L'aumento interessa sia le nuove case, sia quelle che vengono interamente ricostruite, così come le trasformazioni edilizie degli edifici esistenti. La Regione Valle D'Aosta ha introdotto alcune novità con la legge regionale sulle dispo sizioni regionali in materia di pianificazione energetica, di promozione dell'efficienza energetica e di sviluppo delle fonti rinnovabili (numero 26 del 2012). La normativa regionale, per ottenere il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, ha introdotto, con l’articolo 10, un bonus volumetrico che interessa sia le nuove case, sia quelle che vengono interamente ricostruite, così come le trasformazioni edilizie degli edifici esistenti. Relativamente alle nuove edificazioni, per i progetti che migliorano le prestazioni energetiche di almeno il 20% rispetto ai requisiti minimi stabiliti dalla legge stessa, gli spessori delle murature esterne, delle tamponature o dei muri portanti eccedenti i 30 centimetri non sono computati ai fini dell’ottenimento del permesso di costruire. E’ possibile eccedere i 30 cm di spessore senza che ciò sia computato per il rilascio del permesso di costruire fino ad un massimo di ulteriori 25 centimetri di spessore in più per gli elementi verticali e le coperture e di 15 centimetri in più per gli elementi orizzontali intermedi (le solette). Analogamente, lo stesso maggior spessore di 25 centimetri è consentito negli interventi di trasformazione edilizia di edifici esistenti che migliorano le prestazioni energetiche del 10% rispetto ai requisiti minimi. Se poi nelle nuove costruzioni oltre all’isolamento della struttura si utilizzano anche fonti rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico (ad esempio pannelli fotovoltaici) riuscendo a pervenire a prestazioni energetiche che superino del 30% i requisiti minimi fissati dalla legge, è possibile beneficiare di un ulteriore bonus volumetrico del 5% misurato sull’intero edificio. Stesso bonus volumetrico è concesso anche alle ristrutturazioni totali al di fuori dei centri storici. Gli stessi benefici volumetrici non possono essere cumulati a quelli previsti dalla cosiddetta legge casa (la l.r. 24/2009). Fanno eccezione gli interventi ai sensi della legge casa che prevedono un ampliamento massimo del 20% del volume e allo stesso tempo intervengono sull’isolamento termico dell’intero edificio migliorandone le prestazioni energetiche del 20% rispetto ai requisiti minimi. In questo caso è possibile utilizzare un incremento del 5 per cento del volume portando l’aumento volumetrico dell’intervento al 25%. I benefici volumetrici concessi dalla legge, ossia il maggior spessore delle murature o della copertura, non sono considerati ai fini del calcolo delle distanze minime o delle altezze massime, fatto salvo il rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza stradale e antisismica e delle distanze minime tra edifici stabilite dalle disposizioni del codice civile. Studi e ricerche Immobili residenziali efficienti Oltre la metà del consumo energetico dello stock edilizio proviene dagli immobili residenziali. E' quanto emerge dall'ultima indagine di Pike Research che offre analisi dei mercati globali di tecnologie pulite. Non stupisce allora che, entro il 2020, il mercato dell'edilizia residenziale efficiente è destinato a espandersi notevol mente, passando dall'attuale valore commerciale di 14 miliardi annui a quasi 84 miliardi dollari. Pike Research pre vede che in otto anni verranno costruiti oltre 118 MLN di mq di spazi residenziali green Il comparto, spiegano gli analisti di Pike Research, ha rappresentato per lunghi anni uno dei pilastri della crescita economica nei paesi sviluppati. A mettere in crisi questo modello è stato lo scoppio della bolla immobiliare americana del 2007, con le sue conseguenze sul mondo occidentale. Oggi, mentre Cina e India stanno vivendo un boom senza precedenti nel mercato dell'edilizia residenziale, il settore è tornato protagonista, ma sotto nuove vesti: quella delle abitazioni a bassi consumi. L'edilizia residenziale, afferma Pike Research, oggi punta all'efficienza energetica, in particolare per ridurre il consumo energetico sempre più pesante. Un consumo che, secondo l'International Energy Agency (IEA), potrebbe aumentare da 31.983 terawattora (TWh) a 51.253 TWh entro il 2050. L'edilizia residenziale efficiente nasce anche allo scopo di risollevare un settore rimasto fermo in moltissimi paesi europei e mondiali. Entro il 2020 Pike Research considera che verranno creati in tutto il mondo oltre 118 milioni di metri quadrati di spazi residenziali ad alta efficienza energetica. Non si tratterà, però, di un fenomeno uniforme: al contrario, per quanto ri guarda la quantità e la tipologia degli interventi entreranno in gioco numerose variabili geografiche e politiche, dando vita ad abitazioni diverse da paese a paese, spesso addirittura da regione a regione, come ribadisce l’analista Britta ny Gibson, sottolineando come per ogni realtà esistano soluzioni di efficienza ad hoc. Nonostante le buone prospettive di crescita, lo studio di Pike Research ribadisce come al momento non sia ancora possibile capire se l’efficienza delle abitazioni possa davvero cambiare le sorti dei mercati immobiliari mondiali. Quello che non bisogna dimentica re, conclude l'indagine, è la diversità dei vari contesti e dunque anche il diverso impatto del fenomeno. Futuro sostenibile per i centri storici delle città europee L’edilizia sostenibile è diventata l’aspirazione per lo sviluppo urbano europeo, ma che dire delle migliaia di edifici storici nel cuore delle città di tutta l’Unione europea? Molte comunità sono state testimoni della trasformazione dei loro centri storici in “museumised” (musie dismessi) e della perdita della loro vitalità negli ultimi decenni. In una spirale di declino, gli abitanti abbandonano il centro e si trasferiscono in periferia in cerca di case più economiche e comode, facilmente raggiungibili in auto. Inoltre, gli edifici storici hanno un grande impatto sull’ambiente in termini di consumo energetico. La sfida è quella di migliorare l’isolamento e l’efficienza energetica di questi edifici, rendendoli posti più piacevoli in cui vivere.Essi possono essere simboli delle loro comunità e magneti per i turisti, ma questi edifici storici sono anche una grande sfida per gli enti locali: sono costosi da riscaldare e rinnovare, e può essere difficile viverci. Il progetto triennale di URBACT, LINKS, che si conclude quest’anno, ha come obiettivo ridurre il consumo energetico attraverso l'ecorestauro di edifici storici. Ha riunito nove capoluoghi di provincia con centri storici per condividere esperienze e idee: Anderlecht in Belgio, Kilkenny in Irlanda; Brasov in Romania; Freiberg in Germania; Bayonne in Francia; Almeria in Spagna; Veria in Grecia; Delft Olanda e Budrio in Italia . Nel maggio del 2012 la popolazione di Budrio (20mila abitanti, a 20 km da Bologna) si è resa drammaticamente conto della fragilità del proprio patrimonio, quando due terremoti in nove giorni hanno devastato i centri storici delle città uccidendo 27 persone. E' stato chiaro che, accanto al restauro di un edificio storico, l'azione dovesse essere anche di migliorare l’integrità della sua costruzione, monitorando l’attività sismica, con la necessità di predisporre misure per nuovi livelli di sicurezza. : Budrio ha avviato una verifica del consumo energetico in tutti i suoi edifici pubblici come parte del Piano d’azione per l’energia sostenibile, nell’ambito del patto dei sindaci che verrà presto firmato con la Commissione europea. Nel quadro del progetto LINKS è stata messa in evidenza la cultura: la città vanta un record di restauri dei suoi vecchi edifici, in particolare la trasformazione di un complesso di torri d’acqua del 19° secolo in un centro artistico con la partecipazione dei cittadini. Nell’ambito di LINKS Budrio si è focalizzata sul coinvolgimento della cittadinanza nella riqualificazione di una specifica strada nel suo centro storico, via Garibaldi. La strada ospita il teatro del 17° secolo della città nonché una biblioteca e quattro musei. Uno di questi è dedicato all’ocarina, strumento musicale a fiato inventato a Budrio nel 1853, che vanta decine di migliaia di estimatori, attirando turisti internazionali nella città. Nonostante la ricchezza di edifici pubblici della strada, questi non sono visibili dall’esterno, e molti dei suoi negozi sono chiusi. Si è voluto illuminare questi edifici pubblici durante la notte per rilanciare lo shopping in strada. Il comune ha tenuto un incontro con gli attori locali, commercianti, imprese, associazioni culturali e cittadini, per elaborare un piano. Tra questi è stata inclusa anche una società locale che si occupa di rendere energeticamente efficienti i sistemi di illuminazione a LED. Naturalmente, il finanziamento per questi progetti sarà difficile. Il Comune ha già ricevuto una sovvenzione dal piano energetico della Regione Emilia Romagna ma si spera di ricevere di più, sia dalla regione che dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale. E in linea con il modello Urbact, cerca anche finanziamenti dal settore privato. Regolamenti edilizi, tecniche di restauro e di finanziamento sono tutti temi suscettibili di essere discussi nell’ambito della conferenza finale di LINKS che si terrà a Bruxelles dal 9 all’11 gennaio. Per approfondire: * LINKS - sito URBACT Abitare sostenibile Sezione Buone pratiche di Innovazione Sostenibile: schede tecniche con esempi di realizzazioni sostenibili. Lombardia / Villaggio Selvino classificato Classe energetica Casa Clima A Selvino, piccolo centro della Val Seriana (Bergamo), ha adottato nel 2006 un allegato al regolamento edilizio denominato "Regolamento per l'Efficienza Energetica degli Edifici". Riconoscendo l'importanza della difesa dell'ambiente e della riduzione del consumo di energia, l'amministrazione comunale ha deciso di aderire al "Protocollo CasaClima", rendendo più restrittivi i livelli di consumo energetico per il riscaldamento invernale e incentivando l'uso di sistemi per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Selvino rappresenta una prima sperimentazione di applicazione di tale normativa comunale: si tratta della realizzazione di 16 unità abitative, efficienti energeticamente e avanzate tecnologicamente, caratterizzate da involucri prefabbricati di legno, materiali ad alte prestazioni termiche, sistemi radianti a pavimento innovativi, impianti fotovoltaici. L'idea della committenza è stata quella di definire abitazioni caratterizzate da uno stretto rapporto con l'ambiente naturale circostante e da una ridottissima emissione di CO2 in atmosfera. L'orientamento, l'iperisolamento, lo sfruttamento della radiazione solare, l'uso di fonti di energia rinnovabili, insieme alla tecnologia costruttiva prefabbricata di Wood Beton, hanno permesso il raggiungimento dell'obiettivo, coniugando velocità di realizzazione e innovative strategie tecnologico-impiantistiche. La concezione architettonica del villaggio, progettato dal Prof. Arch. Ettore Zambelli, prevede la definizione di edifici morfologicamente innovativi aventi la capacità spontanea di mantenere condizioni interne confortevoli, in ogni stagione, attraverso il controllo di una serie di parametri tra cui: orientamento dell'edificio e dei locali, captazione della radiazione solare in inverno e protezione in estate, riduzione delle dispersioni di calore invernali attraverso forti isolamenti, dotazione di un'adeguata quantità di luce naturale interna. Le abitazioni sono classificate come Classe A, raggiungendo il massimo standard energetico con un fabbisogno energetico stimato inferiore a 30 kWh/m2a, dato di non poca rilevanza se si considera la temperatura di progetto pari a -9 °C. Le 16 abitazioni vedono,anche la dicitura "eco" come ulteriore classe di merito per l'attenzione della committenza ai problemi di benessere, difesa dell'ambiente, riduzione degli sprechi energetici. L'immagine architettonica dei moduli abitativi deriva da un fronte sud ampiamente vetrato, dotato di una serra in grado di massimizzare il guadagno solare invernale e ridurre le dispersioni dell'edificio di circa 5 kWh/m2anno e da un nord opaco per minimizzare le dispersioni energetiche. La serra ha un'importante funzione dal punto di vista distributivo permettendo l'estensione del soggiorno verso il giardino a sud. La distribuzione spaziale interna è molto semplice: ogni modulo è dotato di un soggiorno-cucina (20 m2) espandibile attraverso aperture mobili verso la serra (4,5 m2), una camera matrimoniale (14 m2) e da un bagno (4 m2) Oltre allo sfruttamento passivo è previsto l'uso attivo dell'energia solare: la copertura alloggia pannelli fotovoltaici in grado di produrre energia pulita per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. La parte libera è trattata a verde estensivo con il posizionamento di uno strato di Sedum, scelta adottata considerando molteplici benefici (isolamento termico e acustico aggiuntivo, sgravio del carico idraulico sulla rete di smaltimento acque, incremento dei processi d'evaporazione con positivo effetto microclimatico estivo, protezione della copertura dai raggi ultravioletti, miglior inserimento nel contesto ambientale). La strategia impiantistica è stata studiata per sfruttare al meglio le risorse rinnovabili, limitando le emissioni di anidride carbonica. La maggior parte dell'energia elettrica necessaria per il riscaldamento è prodotta da pannelli solari fotovoltaici collocati sul tetto. Nello specifico è stato progettato un impianto costituito da 10 pannelli in silicio monocristallino da 225 W caratterizzati da una potenza di picco pari a 2,5 kW (con complessivamente 1,2 tonnellate annue di CO2 evitate per modulo abitativo). L'intervento usufruirà degli incentivi previsti dal Conto Energia e di conseguenza, quando non sarà fatto un uso diretto dell'elettricità prodotta, questa sarà immessa nella rete elettrica nazionale usufruendo dei vantaggiosi prezzi di vendita. L'insieme di tali strategie permetterà di raggiungere un consumo energetico "nearly net zero energy", come previsto dalla normativa europea. Caratteristiche di cantiere: prefabbricazione strutture in legno e montaggio in cantiere di Stato di Avanzamento del Progetto : Progetto:2011 Fonti utilizzate per questo numero: ISTAT, EURISPES, ANCI, CIPE, ANCE, Agenzia delle Entrate, sito URBACT, Pike Research, sito internet regioni.it, regione Emilia Romagna, regione Lombardia, provincia di Bolzano, sito internet casa e clima, sito internet edilportale, sito internet infobuild energia, sito internet woodbeton.it. Fonte foto scheda Abitare sostenibile: sito internet edilportale.com