2-03-2009 14:33 Pagina 1 numero 155 il Podologo in medicina Rivista bimestrale dell’Associazione Italiana Podologi XXIV Congresso Nazionale: La podologia per la qualità della vita Il programma di Pesaro: gli interventi dal 23 al 26 aprile 2009 Progetto IGEA. Presentato il poster scientifico dell’Aip Mario Falconi: podologo figura indispensabile nella sinergia multidisciplinare gennaiofebbraio2009 Anno XXXII • n. 1 • Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46 art. 1, comma1, DCB (Roma) • Italy • prezzo di copertina: E 0,60 • Editore: Associazione Italiana Podologi ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:33 Pagina 2 MATERIALE DESTINATO ESCLUSIVAMENTE AD OPERATORI DEL SETTORE. ilpodologo 155:ilpodologo 155 NELLE FARMACIE, SANITARIE, ORTOPEDIE E NEGOZI SPECIALIZZATI. www.sanagens.it ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:33 Pagina 3 il Podologo in medicina Rivista bimestrale dell’Associazione Italiana Podologi DIRETTORE RESPONSABILE Mauro Montesi Presidente Aip DIRETTORE SCIENTIFICO Francesco Fallucca Docente di diabetologia della II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università “La Sapienza” di Roma. VICEDIRETTORE SCIENTIFICO Marco Cavallini Docente e Direttore del Master “Diagnosi e cura del piede diabetico”, II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università “La Sapienza” di Roma. Presidente del Corso di Laurea in Podologia. VICEDIRETTORE SCIENTIFICO Giovanni Pepé Vicepresidente Aip VICEDIRETTORE SCIENTIFICO Antonio D’Amico Consigliere Aip DIRETTORE EDITORIALE Benedetto Leone Responsabile comunicazione Aip COORDINAMENTO EDITORIALE Giuseppe Raffa Giornalista CONSULENTI SCIENTIFICI Joseph B. Addante Podoiatra - Francesco Albo Chirurgo del piede Alberto D’Ari Dermatologo - Tara Giorgini Chirurgo podoiatrico Gilberto Grossi Neurochirurgo - Arcangelo Marseglia Podologo Fabio Moro Podologo - Francesco Papa Specialista radiologia diagnostica Guglielmo Pranteda Dermatologo Abbonamento annuo: Euro 3,00 per gli associati Aip. I versamenti vanno effettuati tramite vaglia postale o assegno bancario non trasferibile, intestato all’Istituto Podologico Italiano. Via dei Berio 91, 00155 Roma. Prezzo di Copertina: Euro 0,60. È vietata la riproduzione anche parziale degli articoli senza autorizzazione. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati è esclusivamente degli autori. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17397 del 26 settembre 1978. Iscrizione al R.O.C. n.10606/2004. ASSOCIAZIONE ITALIANA PODOLOGI PRESIDENTE Mauro Montesi VICEPRESIDENTI Arcangelo Marseglia Giovanni Pepè CONSIGLIO DIRETTIVO Giovanni Antonacci, Takis Capitini, Bruno Cordazzu, Marco Costantini, Antonio D’Amico, Erica Marini, Mauro Montesi, Arcangelo Marseglia, Linda Passaro, Giovanni Pepè, Enrico Bertoncelli (Rapp. Studenti) COLLEGIO DEI PROBIVIRI Isabella Bianco, Catia Filippi, Stefano Mella, Gerardo Russo, Luigi Ursida COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Fabio Bascherini, Carlo Bruziches, Amalia Carpinella, Antonietta Meloni, Susanna Pacifici COMUNICAZIONE E RAPPORTI ISTITUZIONALI Benedetto Leone INDIRIZZO SITO AIP www.associazionepodologi.it e-mail: [email protected] Editore Associazione Italiana Podologi Direzione e redazione Via E. Longoni, 81 - 00155 Roma Tel. 06/2282023, E-mail: [email protected] - Internet: www.associazionepodologi.it Impaginazione e stampa Eurolit, Roma - Tel. 06/2015137 Fax 06/2005251 In tipografia il 27 febbraio 2009 Distribuzione Istituto Podologico Italiano associato all’Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana) INSERZIONISTI SanaGens tel. (0422) 406160 - Valleverde Bimbi tel. (0541) 657601 Europodos tel. e fax (06) 2252353 - Valleverde tel. (0541) 657147 Novartis Farma S.p.A. tel. (02) 96541 CORSO DI LAUREA IN PODOLOGIA 03 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:33 Pagina 4 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:33 Pagina 5 Con il XXIV Congresso Aip esaltiamo le capacità e le potenzialità della podologia editoriale L’ argomento “dominante” di questo numero della rivista non poteva che essere la presentazione del grande evento organizzato dall’Associazione italiana podologi: la ventiquattresima edizione del Congresso scientifico. Questa grande occasione di conoscenza e formazione professionale e scientifica quest’anno, come già annunciato, si terrà a Pesaro dal 23 al 26 aprile e, leggendo le pagine che seguono, si potrà comprendere facilmente qual è stato lo sforzo organizzativo messo in campo dall’Associazione. Il Congresso del 2009 si caratterizza, come ormai è da tradizione, per la grande attenzione ai temi scientifici e della ricerca, ma anche per gli aspetti tecnici della professione ai quali saranno dedicati, per due giorni, ben quattro sessioni di workshop. Per quest’ultimi, si spazierà dalla dermatologia alla posturologia, dalla fisioterapia alla diabetologia, con particolare attenzione alla prevenzione delle complicanze del piede diabetico. Ai workshop, “struttura portante” del convegno, si affiancheranno sia le relazioni scientifiche che gli incontri più legati agli aspetti professionali del lavoro del podologo. Vogliamo sottolineare l’impegno profuso dal comitato organizzatore per offrire ai partecipanti una tavola rotonda, in programma giovedì 23 aprile, in apertura dei lavori, che vuole mettere in rilievo il contributo che i podologi possono dare all’efficienza del Sistema sanitario nazionale e, cosa più importante, al miglioramento della qualità della vita della popolazione italiana. Parteciperanno all’incontro politici, tecnici, docenti universitari, amministratori pubblici e dirigenti della sanità. L’obiettivo sarà quello di riflettere sul quadro complessivo della sanità italiana e di far comprendere quali spazi in questo contesto potrà avere la podologia. “La figura del Podologo è certamente indispensabile nella filiera assistenziale e la si può ancora di più evidenziare attraverso la concretizzazione di appropriate sinergie multidisciplinari. Un moderno sistema sanitario pubblico deve considerare anche questa figura con la possibilità da parte della collettività di usufruirne nel rispetto delle competenze del proprio ambito professionale e della gestione medica del paziente”. Con queste le parole, tratte dall’intervista che potrete leggere all’interno della rivista, il presidente dell’Ordine dei Medici, Mario Falconi, che presiederà il XXIV Congresso, centra perfettamente il cuore della questione che si vuole dibattere alla tavola rotonda di Pesaro: la necessità di inserire le prestazioni podologiche, soprattutto quelle legate alla cura e prevenzione del piede diabetico, all’interno dei Livelli essenziali di assistenza definiti dal Sistema sanitario nazionale. Prevedere la copertura con fondi pubblici di alcune attività offerte dai podologi, anche limitatamente ad una parte della popolazione, potrebbe realmente garantire più elevati livelli di salute con risparmio di risorse pubbliche. La tavola rotonda sarà preceduta da un incontro-dibattito che affronterà il tema della formazione podologica in Europa in confronto a quella svolta nel nostro Paese. Sarà lo spunto per parlare della necessità in Italia sia di innalzare il livello della qualità della formazione che di allargare gli orizzonti verso la podoiatria attraverso una laurea di secondo livello che dovrà essere professionalizzante. Tra i seminari più stimolanti segnaliamo quelli ideati dall’Associazione per i giovani professionisti e neolaureati sugli aspetti economici e fiscali, che riguardano la scelta di aprire uno studio, e sui profili giuridici che investono l’attività del podologo. Sarà una vera e propria guida operativa e pratica per aiutare i giovani professionisti a districarsi tra le tante e varie incombenze burocratiche. L’augurio è che le centinaia di podologi che saranno presenti a Pesaro vivano questo appuntamento non solo come un momento di formazione professionale, ma come opportunità per incontrarsi, confrontarsi e misurare competenze e saperi in una dimensione “comunitaria”. Insieme possiamo, anzi dobbiamo, esaltare quelle capacità e potenzialità che questa categoria è in grado di esprimere nel mondo dell’assistenza e della cura alle persone. D’altronde in questa direzione i buoni segni non mancano. L’esempio è dato dalla partecipazione dell’Associazione al terzo convegno dell’Istituto Superiore di Sanità organizzato a Roma per fare il punto sullo stato di attuazione del progetto IGEA (Integrazione, GEstione e Assistenza per la malattia diabetica). Qui, in collaborazione con l’Istituto podologico italiano, è stato presentato un poster scientifico sul ruolo del podologo nelle strategie di prevenzione delle complicanze del piede diabetico. Un lavoro che ha sintetizzato, con grande precisione ed efficacia, le linee strategiche del progetto dell’Aip volte a ridurre il numero delle amputazioni maggiori e minori e conseguentemente il numero delle giornate di ricovero ospedaliero. Il tutto dimensionato in una logica forte di medicina del territorio ove gli ambulatori podologici siano messi in grado di svolgere un compito di autonoma professionalità, pur se integrata con la medicina di base e la medicina specialistica. Le buone basi, dunque, ci sono. Ora spetta a tutti noi dare il nostro contributo alla crescita della podologia italiana. ■ 05 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:33 Pagina 6 sommario CONGRESSO AIP La podologia italiana si dà appuntamento a Pesaro ___________07 Il saluto del Presidente dell’Aip __________________________10 07 La podologia per la qualità della vita ______________________11 20 Gli abstract delle relazioni scientifiche e dei workshop ________14 IL PERSONAGGIO Mario Falconi: il podologo figura indispensabile soprattutto attraverso sinergie multidisciplinari ______________20 PARLANO I PODOLOGI Fantasia, manualità e voglia di studiare: tre qualità essenziali per un buon podologo_________________23 23 AIP L’Osservatorio di Sanità e Salute per l’innovazione e l’eccellenza del Ssn__________________________________26 Caro Licio, vogliamoci tutti bene, ma difendiamo i podologi dai furbi_________________________27 30 Prevenire le complicanze del diabete dalla ricerca di base all’assistenza________________________29 MEDICINA Il podologo e le strategie di prevenzione del piede diabetico____30 A maggio visite gratuite per il mese del piede nche quest’anno a maggio, in occasione del “Mese della prevenzione mondiale della salute del piede”, l’Associazione italiana podologi organizzerà una giornata dedicata alle visite gratuite. L’iniziativa verrà pubblicizzata sui più importanti mass media appena sarà concordata, probabilmente in occasione del congresso di Pesaro, con i podologi che vorranno aderire. L’operazione “Porte aperte”, sarà promossa anche su sito dell’Aip www.associazionepodologi.it - e nella sezione “Studi Podologici” saranno evidenziati i podologi a cui poteri rivolgersi per la visita di controllo gratuita. ■ A 06 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:34 Pagina 7 Il contributo della nostra professione al miglioramento della qualità della vita della popolazione al centro della riflessione della XXIV edizione del Congresso nazionale che si terrà nel capoluogo marchigiano. congresso AIP Benedetto Leone La podologia italiana si dà appuntamento a Pesaro Responsabile comunicazione Aip a macchina organizzativa della XXIV edizione del Congresso Nazionale di Podologia gira a pieno regime. Al momento di andare in stampa con la rivista il Comitato organizzatore ha già definito gli ultimi dettagli per l’evento scientifico più importante del panorama podologico italiano che si terrà a Pesaro dal 23 al 26 aprile prossimo. Innanzitutto il programma dell’assise, che pubblichiamo nelle pagine a seguire. È stato pensato per offrire alle centinaia di podologi che saranno presenti nel capoluogo marchigiano una serie di relazioni scientifiche ed interventi di personalità del mondo della medicina e delle istituzioni pubbliche, oltre ai contributi di podoiatri e professionisti provenienti da nazioni in cui la podologia ha un ruolo forte e riconosciuto. L I dibattiti di apertura Come da tradizione, oltre ai temi scientifici e quelli relativi alle più significative tecniche della pratica podologica, l’evento darà spazio sia ad un incontro-dibattito dedicato alla formazione che ad una tavola rotonda, a cui parteciperanno esperti e rappresentanti delle istituzioni di grandissimo livello, in merito all’inserimento di alcune prestazioni podologiche nei livelli essenziali di assistenza del Sistema sanitario nazionale. Infatti, nella sala convegni del Baia Flaminia Resort di Pesaro - scelta dall’organizzazione come sede dei lavori dopo i saluti alle autorità e l’introduzione del Presidente del Congresso, compito affidato quest’anno a Mario Falconi, Presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Roma, è programmato un momento di confronto sulla formazione podologica in Europa in relazione a quella svolta nel nostro Paese. Sarà lo spunto per parlare, con il contributo di Virginia Novel Martì, Vincenzo Ziparo, Mauro Montesi e Marco Cavallini, della necessità in Italia sia di innalzare il livello della qualità della formazione che di allargare i percorsi universitari verso la podoiatria attraverso una laurea di secondo livello che dovrà fortemente professionalizzante. Giovedì 23 aprile, alle 15.00, dunque Raffaele d’Ari, condurrà in qualità di moderatore anche una discussione che vuole mettere in rilievo il contributo che i podologi possono dare all’efficienza del Sistema sanitario nazionale e, cosa più importante, al miglioramento della qualità della vita della popolazione italiana. Parteciperanno alla tavola rotonda i senatori Cesare Cursi e Maria Pia Garavaglia; Giovanni Leonardi, Direttore generale delle Risorse umane e delle professioni sanitarie del Ministero della Salute; Mauro Montesi, presidente dell’Aip; Filippo Palumbo, Capo Dipartimento della programmazione sanitaria e livelli di assistenza del Ministero della Salute e Vincenzo Ziparo, preside della II facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Roma “Sapienza”. Sarà l’occasione per capire quale collocazione potrà avere la podologia nella sanità italiana del prossimo futuro e che relazioni professionali potrà costruire con i vari soggetti che vi operano. Ma, cuore della discussione, sarà il possibile inserimento di alcune prestazioni podologiche all’interno dei Livelli essenziali di assistenza definiti dal Sistema sanitario nazionale. Prevedere le prestazioni relative alla prevenzione e cura del piede diabetico significa ottenere una riduzione del numero delle amputazioni, ma anche un notevole risparmio dei costi dei ricoveri ospedalieri. Dopo la tavola rotonda l’attenzione sarà spostata su alcuni temi legati al nuovo ruolo della podologia. Si alterneranno sul palco Fabio Romagnoli (L’urgenza medica nell’ambula- 07 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:34 Pagina 8 congresso AIP Il Baia Flaminia Resort, a Pesaro torio podologico), Mauro Montesi (Progetto medico-podologo: l’assistenza podologica del paziente diabetico sul territorio) e Arcangelo Marseglia (Prevalenza di vasculopatia e neuropatia degli arti inferiori in una popolazione diabetica in rapporto alla presenza di nefropatia, retinopatia e cardiopatia). I workshop La seconda giornata, venerdì 24, vedrà l’apertura dei workshop che si svolgeranno, sia al mattino che al pomeriggio, contemporaneamente in quattro sale appositamente attrezzate. Verranno affrontati svariati temi che riguardano teorie medico scientifiche e tecniche pratiche di assistenza podologica. Il filo conduttore di questi incontri formativi è l’interazione che può svilupparsi tra la podologia e le altre professioni sanitarie e mediche. Interazione che ovviamente è orientata a offrire alle varie fasce della popolazione italiana una migliore qualità della vita. Dunque si alterneranno, fino a sabato 25, interventi dedicati alla dermato- Assemblea dei soci Aip ome già annunciato, con convocazione ufficiale, l’Assemblea ordinaria dei soci si terrà in seconda convocazione alle ore 18 del 23 aprile 2009 presso la sede del XXIV Congresso Nazionale. C Questo l’ordine del giorno: 1. Relazione del Presidente. 2. Relazione dei Revisori dei Conti. 3. Approvazione del Bilancio 2008. 4. Rinnovo delle cariche dei Revisori dei Conti e Collegio dei Probiviri. 5. Linee programmatiche 2009. 6. Varie ed eventuali. Inviare entro e non oltre il 15 aprile le candidature per il rinnovo delle cariche elettive. La sala Mare logia, posturologia, fisioterapia, diabetologia (con particolare attenzione alla prevenzione delle complicanze del piede diabetico). Per un elenco più dettagliato, vi rimandiamo al programma del Congresso pubblicato a pagina 11. Un occhio ai giovani Nel pomeriggio di sabato, in sessione plenaria, la scaletta del programma prevede, come ormai da tradizione, la premiazione del miglior poster scientifico elaborato da podologi e studenti universitari. Agli autori della migliore presentazione scientifica verrà assegnato un premio di 250 euro. Ma, oltre il Poster, ai giovani professionisti e quelli che si accingono ad acquisire l’ambita laurea, l’Associazione quest’anno ha voluto dedicare specificatamente uno spazio. Infatti, tra i seminari previsti nella giornata di venerdì segnaliamo quello moderato dall’estensore di questo articolo. Questo workshop “speciale”, con relatori Maria Antonietta Codella e Marco Croce, sarà una vera e propria Guida operativa e pratica per i giovani podologi sugli aspetti economici e fiscali, che riguardano la scelta di aprire uno studio, e sui profili giuridici che investono l’attività del podologo. Vicini alla professione Dopo la premiazione del Poster, il sabato pomeriggio i partecipanti potranno assistere a due interventi di sicuro interesse per chi vuole gestire correttamente il proprio studio professionale dal punto di vista amministrativo. Sempre a Maria Antonietta Codella sarà affidato il compito di spiegare come gli studi podologici possono affrontare al meglio la crisi che sta colpendo la nostra economia anche grazie ad alcune novità fiscali e tributarie. Argomento, dunque, attualissimo e che certamente darà l’occasione ai presenti di sciogliere i propri dubbi attraverso domande da porre alla relatrice. Marco Croce, di seguito, invece tratterà il tema della Sanità come organizzazione che deve conciliare l’erogazione di un servizio essenziale per i cittadini e, al tempo stesso, perse- 08 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:34 Pagina 9 congresso AIP Notizie utili Ecco qualche informazione in “pillole” per chi vuole sapere il come, il dove e il quando del XXIV Congresso Aip. • La sede del convegno è il Baia Flaminia Resort, a Pesaro, frazione Baia Flaminia, in via Parigi 8 (tel.0721.400303). Per chi viene in auto occorre percorrere l’Autostrada A14, uscire a Pesaro Urbino, e proseguire seguendo le indicazioni per il mare. L’Hotel dista circa 2 Km dalla stazione ferroviaria di Pesaro e può essere raggiunto con un taxi o utilizzando i bus n.40 o 41. Questi, infine, gli aeroporti più vicini alla città adriatica: Rimini 35 km; Bologna 150 km; Ancona Falconara 60 km. • Giovedì 23 Aprile 2009 dalle ore 11.00 alle 14.00 presso il “Baia Flaminia Resort” sarà attivata la segreteria per l’accoglienza e la registrazione dei partecipanti. Anche la sala espositiva sarà disponibile per una visita agli stand. è necessaria la massima puntualità per consentire l’inizio dei lavori alle ore 14.00. • Giovedì 23 Aprile (pomeriggio) e sabato 25 Aprile (pomeriggio) il Congresso si terrà in sessione plenaria. Venerdì 24 (mattina e pomeriggio) e sabato 25 (mattina) si terranno i workshop ai quali potranno partecipare i congressisti che avranno compilato e inviato la scheda di scelta e prenotazione. L’Aip ha organizzato per i giovani laureati e per gli studenti il workshop di venerdì 24 alle ore 14.30 sugli aspetti giuridici e fiscali, e sulle indicazioni per aprire uno studio podologico. • Anche per questa edizione è prevista la Sessione Poster. All’autore del poster giudicato vincitore verrà corrisposto un premio di 250 Euro. • Sabato 25 alle ore 20.30 si terrà la Cena di Gala nel salone di rappresentanza del “Baia Flaminia Resort”. È previsto uno spettacolo coinvolgente durante la cena e dopo cena, musica dal vivo per finire la serata danzando. • La scheda di iscrizione e la scheda di scelta e prenotazione dei workshop, che si trovano all’interno del programma inviato a casa dei soci o scaricabile dal sito dell’Aip www.associazionepodologi.it, possono essere utilizzate dai podologi associati e ai non associati, nonché dagli studenti. Tali schede devono essere restituite entro il 20 marzo direttamente al “Baia Flaminia Resort” (fax 0721403757; e-mail bookingbaiaflaminiaresort.com; info: tel. 0721400303). • Per quanto riguarda la scheda di prenotazione da inviare al “Baia Flaminia Resort”, quanto più sarà tempestiva l’iscrizione dei congressisti - e in ogni caso entro il 20 Marzo - tanto più sarà facilitato il lavoro organizzativo. Le cancellazioni saranno soggette alle condizioni indicate nella scheda stessa. • Per Domenica 26 alle ore 10.00 l’Aip ha organizzato una visita alla “Valleverde”, nel Comune di Coriano di Rimini, a circa 25 Km. È previsto un servizio di pullman per quanti non ritenessero utile usare la macchina propria. Per gli eventuali acquisti presso il punto vendita è stato stabilito uno sconto del 15% sul prezzo di fabbrica. Per facilitare l’organizzazione dell’iniziativa, è opportuno che essa venga confermata sulla scheda relativa alla scelta dei workshop. • Ogni informazione relativa alla sistemazione alberghiera deve essere richiesta direttamente al “Baia Flaminia Resort” (tel. 0721400303). guire obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica. Attività, questa, inutile dirlo, che deve comunque tendere al miglioramento della qualità dei servizi sanitari. La chiusura dei lavori del Congresso troverà il suo suggello con la cena di Gala che si terrà nella serata di sabato. Domenica 26, infine, prima della partenza, l’Aip ha orga- nizzato un’interessante visita agli stabilimenti della “Valleverde”, nel Comune di Coriano di Rimini, a soli 25 Km da Pesaro. Dunque, l’invito non può essere che quello di prendere le vostre agende e segnare questo appuntamento imperdibile per il mondo della podologia italiana. ■ 09 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:34 Pagina 10 congresso AIP Roma - 23 Aprile 2009 Il saluto del Presidente dell’Aip E’ con grande orgoglio, ma anche con sincero affetto, che desidero rivolgere a voi tutti, associati, colleghi, studenti, un caloroso indirizzo di saluto in occasione del XXIV Congresso Nazionale di Podologia, al quale avete voluto partecipare in gran numero, sensibili ai valori formativi e sociali dell’evento. Non a caso abbiamo intitolato il Congresso “La Podologia per la qualità della vita”. Deve essere chiaro a tutti, infatti, che le nostre capacità professionali sono ormai in grado di assicurare ai bambini, agli adulti e soprattutto agli anziani, un’assistenza specialistica di grande impatto nei confronti della qualità della vita. Questo, nonostante le difficoltà derivanti da un profilo professionale ormai non più adeguato sia alle patologie che siamo in grado di affrontare, sia rispetto a quello vigente nei Paesi più sviluppati con i quali ci confrontiamo. Occorre, quindi, che venga compreso e valorizzato il nostro ruolo e che la professionalità del podologo venga considerata fondamentale in una strategia che privilegi la Medicina del Territorio. Occorre, quindi, che almeno alcune prestazioni podologiche, come quelle inerenti alla complicanza del piede diabetico, siano comprese nei LEA. A tal proposito ci aspettiamo un grande risultato e soprattutto indicazioni concrete ed operative dai dibattiti di apertura, il primo sulla Formazione in Europa; il secondo sul tema “La Podologia. Un’opportunità per il Ssn”, discusso in un’apposita tavola rotonda. Alla prima come alla seconda iniziativa porteranno il loro autorevole contributo alcuni dei massimi rappresentanti della podologia spagnola, delle istituzioni nazionali e della politica, ai quali fin d’ora desidero rivolgere un caloroso ringraziamento per aver accolto il nostro invito. Su questa linea - qualità della vita, Formazione e Servizio Sanitario Nazionale - sono stati individuati i temi di maggior interesse che verranno sviluppati in questi tre giorni di relazioni in sessione plenaria e di workshop nelle sessioni parallele. Basta scorrere il programma per capire l’interesse dei temi all’ordine del giorno e comprendere ancora una volta che saranno i podologi, i medici, gli specialisti, sia come docenti che come partecipanti, ad offrire un contributo non indifferente al Congresso, che viene a buona ragione definito, come la maggiore occasione di formazione e di ricerca, oltre che di socializzazione, di incontro, di scambi di esperienze, diretti soprattutto a valorizzare lo straordinario patrimonio di quei giovani che, studenti o neo laureati, avranno scelto di essere presenti accanto ai più anziani ed esperti colleghi. Ma quello che più mi aspetto da questo XXIV Congresso è una rinnovata e consolidata sintonia e unità nella nostra professione, che possano agevolare il non facile cammino verso la piena affermazione della nostra professione e del ruolo che ad essa deve spettare nel contesto della Sanità Nazionale, ma anche nei confronti della Sanità Internazionale. A tutti un cordiale benvenuto e buon lavoro. Mauro Montesi Presidente dell’Associazione Italiana Podologi 10 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:35 Pagina 11 Il programma del XXIV Congresso Nazionale che si svolgerà al Baia Flaminia Resort di Pesaro dal 23 al 26 aprile 2009 congresso AIP La podologia per la qualità della vita GIOVEDÌ 23 APRILE 2009 11.00 Registrazione partecipanti. Visita agli stand 14.00 Apertura del XXIV Congresso Nazionale di Podologia “La podologia per la qualità della vita”. Saluto delle autorità SESSIONE PLENARIA Mario Falconi (Presidente dell’Ordine dei medici della Provincia di Roma) - Presidente del Congresso 14.30 La podologia in Europa: formazione a confronto Virginia Novel Martì, Vincenzo Ziparo, Mauro Montesi, Marco Cavallini 15.00 TAVOLA ROTONDA Moderatore: Raffaele d’Ari La podologia. Un’opportunità per il Sistema sanitario nazionale Cesare Cursi, Raffaele d’Ari, Mario Falconi, Maria Pia Garavaglia, Giovanni Leonardi, Mauro Montesi, Filippo Palumbo, Vincenzo Ziparo 16.00 L’urgenza medica nell’ambulatorio podologico Fabio Romagnoli 16.30 Progetto medico-podologo: l’assistenza podologica del paziente diabetico sul territorio Mauro Montesi 17.00 Prevalenza di vasculopatia e neuropatia degli arti inferiori in una popolazione diabetica in rapporto alla presenza di nefropatia, retinopatia e cardiopatia Arcangelo Marseglia 17.30 Coffee break e visita agli stand 18.00 Assemblea dei Soci VENERDÌ 24 APRILE 2009 SESSIONI PARALLELE WORKSHOP - Sala A Moderatori: Antonietta Meloni, Valentina Mancini La rianimazione cardiopolmonare nell’arresto cardiaco Alessandro Totteri, Guglielmo Vitaliani 08.30 Cenni di etimologia ed etiopatogenesi nell’arresto cardiaco Guglielmo Vitaliani 09.10 Algoritmo Universale BLSD nell’arresto cardiaco - Le nuove linee guida BLSD Alessandro Totteri 09.50 Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo nell’adulto Guglielmo Vitaliani 10.30 Coffee break e visita agli stand 11.00 Elementi di rianimazione cardiopolmonare nel bambino Alessandro Totteri 11.50 Dimostrazione pratica su manichino con utilizzo di simulatori di defibrillatore semiautomatico esterno 12.30 Scheda di valutazione Ecm WORKSHOP - Sala B Moderatori: Ferruccio Montesi, Erica Marini Piede-bocca, bocca-piede: quali correlazioni? Giovanni Pepè, Paola Gallo, Fabio Moro 08.30 I Sessione - Introduzione: interdisciplinarietà L’impegno organizzativo dell’Associazione italiana podologi l XXIV Congresso nazionale di podologia è organizzato dall’Associazione italiana podologi in collaborazione con la II Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e l’Istituto podologico italiano. L’Associazione ha presentato formale richiesta, presso il Ministero della Salute, dell’accreditamento dell’evento scientifico al sistema di Educazione continua in medicina per l’attribuzione dei crediti formativi riservati a Podologi e Medici. Il Comitato scientifico del Congresso 2009 è formato da Mauro Montesi, Giovanni Pepè, Arcangelo Marseglia, Antonio D’Amico, Raffaele d’Ari, Marco Cavallini, Fabio Moro e Joseph B. Addante. I componenti del Comitato organizzatore sono Benedetto Leone, Giovanni Antonacci, Erica Marini, Sonia Pierotti e Teresa Sessa. Le relazioni pubbliche e i rapporti con la stampa saranno curati da Benedetto Leone e da Giuseppe Raffa, mentre la segreteria organizzativa sarà coordinata da Debora Spinelli. ■ I 11 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:35 Pagina 12 congresso AIP 09.10 Definizione di una terminologia comune, concetto di occlusione, concetto di mal occlusione, aspetti odontoiatrici utili al podologo 09.50 Cartella clinica 10.30 Coffee break e visita agli stand 11.00 II Sessione - Catene muscolari e appoggio podalico, piede piatto, piede cavo 11.30 Analisi posturale: scoliosometro 12.00 Valutazione del paziente dal punto di vista posturale: problematiche ascendenti, problematiche discendenti - Test Posturali 12.30 Scheda di valutazione Ecm 14.30 III Sessione - Correlazione Piede-Bocca Aspetti posturali nel caso di piede piatto Aspetti posturali nel caso di piede cavo 15.00 Correlazione Bocca-Piede Effetti della variazione della dimensione verticale 15.30 Lingua e deglutizione Aspetti podologici correlati a quadri di alterata deglutizione 16,00 Funzione respiratoria Valutazione Aspetti podologici correlati a quadri di alterata respirazione I problemi trasversali 16.30 Coffee break e visita agli stand WORKSHOP - Sala C Moderatori: Arcangelo Marseglia, Bruno Cordazzu 08.30 Il metodo Ponsetti per correggere il piede torto Renato J. Giorgini 10.30 Coffee break e visita agli stand 11.00 Esercizi di fisioterapia del piede operato Tara Giorgini, Michele Calderaro, Gloria Stella 12.30 Scheda di valutazione Ecm WORKSHOP - Sala D Moderatori: Giovanni Antonacci, Antonio D’Amico 08.30 Le ortesi plantari Valerio Ponti 10.30 Coffee break e visita agli stand 11.00 Il bendaggio funzionale nelle comuni affezioni del piede Valerio Ponti 12.30 Scheda di valutazione Ecm 13.00 Pranzo WORKSHOP - Sala A Moderatori: Takis Capitini, Arcangelo Marseglia 14.30 La psoriasi del piede: dall’accertamento diagnostico ai presidi terapeutici non farmacologici Marcello Monti 16.30 Coffee break e visita agli stand 17.00 La psoriasi del piede: dall’accertamento diagnostico ai presidi terapeutici non farmacologici (segue) Marcello Monti 18.30 Scheda di valutazione Ecm e chiusura dei lavori WORKSHOP - Sala B Moderatori: Ferruccio Montesi, Erica Marini 17.00 IV Sessione - Concetto di asimmetria Asimmetrie podaliche Asimmetrie occlusali 17.20 Correlazione Bocca-Piede Aspetti posturali in caso di contrazione palatale Aspetti posturali in caso di precontatti dentali 17.40 Il Bite: Cosa è e quando consigliarlo 18.00 Funzione masticatoria e dinamica del passo 18.30 Scheda di valutazione Ecm e Chiusura dei lavori WORKSHOP - Sala C Moderatori: Marco Cavallini, Giacomo Vespasiani La prevenzione delle complicanze del piede nel paziente diabetico 14.30 La prevenzione del piede diabetico nel centro di diabetologia protocolli e ruoli del diabetologo e del podologo Giacomo Vespasiani 15.00 Il piede diabetico nella regione Lazio:aspetti clinici e formativi Marco Cavallini 15.30 Lo screening dei rischi morfo-strutturali Valerio Ponti 16.00 L’ambulatorio podologico: un’esperienza clinica Giovanni Antonacci 16.30 Coffee break e visita agli stand 17.00 Considerazioni sulla chirurgia del piede diabetico Joe B. Addante, G. Colin Mann 17.40 L’atleta e il suo piede: patologie e terapia Daniele Pacini 18.30 Scheda di valutazione Ecm e chiusura dei lavori WORKSHOP - Sala D Moderatore: Benedetto Leone Riservato ai giovani podologi laureati e laureandi 12 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:35 Pagina 13 congresso AIP 14.30 Guida operativa e pratica per aiutare i giovani podologi all’apertura di uno studio professionale sotto l’aspetto economico, fiscale e tributario Maria Antonietta Codella 16.30 Coffee break e visita agli stand WORKSHOP - Sala C Moderatori: Luca Rizzi, Marco Piacentini 08.30 Diagnosi differenziale podologica in ecografia. Risoluzione dei casi di difficile identificazione Francesco Papa, Alessandro Cribari, Alessandra Pausania, Giovanna Monticone 10.30 Coffee break e visita agli stand 17.00 Aspetti giuridici della professione sanitaria del Podologo Marco Croce 18.30 Scheda di valutazione Ecm e chiusura dei lavori 11.30 Diagnosi differenziale podologica in ecografia. Risoluzione dei casi di difficile identificazione (segue) 12.30 Scheda di valutazione Ecm SABATO 25 APRILE 2009 13.00 Pranzo SESSIONI PARALLELE WORKSHOP - Sala A Moderatore: Valerio Ponte 08.30 Miofibrolisi e kinesiotaping: applicazioni nelle più comuni patologie del piede Federico Grassetti SESSIONE PLENARIA 14.30 Premiazione Poster Moderatori: Mauro Montesi, Giovanni Pepè 14.50 Educazione continua in medicina per i podologi. Tradizione e innovazione 15.20 Valutazione crisi economica e studi, novità fiscali e tributarie. Riflessioni in merito alla crisi economica ed al suo inevitabile riflesso negli studi podologici; Impatto sugli "Studi di settore"; analisi e valutazioni; Rimozione dell'obbligo della Tracciabilità dei Movimenti Finanziari (D.L. 112/08); Le novità tributarie e fiscali introdotte nel 2008 e 2009; guida e scelta di strategie; Risposte ai quesiti dei partecipanti. Maria Antonietta Codella 10.30 Coffee break e visita agli stand 11.00 Patologie dermatologiche del piede con focus sul piede d’atleta Alberto d’Ari, Jeanette Gaido 12.30 Scheda di valutazione Ecm WORKSHOP - Sala B Moderatore: Bruno Cordazzu Il trattamento della sintomatologia correlata all'alluce rigido nel paziente sportivo: la ripresa del gesto atletico Francesco Albo, Roberto Remia 08.30 Concetti di biomeccanica e inquadramento clinico 08.50 Trattamento conservativo: risultati 09.10 Trattamento chirurgico: risultati 09.30 La stimolazione midollare nelle sindromi dolorose degli arti inferiori Gilberto Grossi, Pier Vittorio Nardi 09.50 Il piede piatto dell'adulto: biomeccanica, classificazione, criteri di trattamento conservativo e chirurgico Francesco Albo 10.10 Errori in ortoplastia: Un nuovo sguardo sulle ortesi digitali Maurizio Contorto, Vincenza Ienopoli 10.30 Coffee break e visita agli stand 11.00 Programma informatico Gapp: Gestione dell'Attività Professionale negli studi Podologici Teresa Sessa 12.30 Scheda di valutazione Ecm 16.30 Coffee break e visita agli stand 17.00 Sanità - servizio al cittadino: razionalizzare la spesa, migliorare la qualità. L’art. 32 della Costituzione: il diritto alla salute L'art. 117 della Costituzione e il nuovo riparto delle competenze in materia sanitaria tra Stato e Regioni - I L.E.A., Livelli Essenziali di Assistenza L'armonizzazione delle normative in ambito europeo. Marco Croce 17.50 Scheda di valutazione Ecm 18.10 Chiusura Congresso 20.30 Cena di Gala DOMENICA 26 APRILE 2009 VISITA ALLA VALLEVERDE 10.00 Partenza in pullman o auto privata per Coriano Sarà a disposizione dei partecipanti una sala dotata di lettore DVD per la visione di filmati riguardanti la storia della Podologia e alcuni interventi podologici. 13 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 congresso AIP Giuseppe Raffa Coordinatore editoriale 14:35 Pagina 14 Proponiamo una sintesi degli interventi che verranno svolti a Pesaro, in occasione del XXIV Convegno nazionale di podologia Gli abstract delle relazioni scientifiche e dei workshop Continua la tradizione, iniziata qualche anno fa, di pubblicare le sintesi delle relazioni scientifiche che verranno illustrate durante il XXIV Congresso nazionale di podologia. La raccolta degli abstract, resa possibile grazie al lavoro della segreteria organizzativa dell’Associazione italiana podologi, ci ha permesso di pubblicare una rassegna dei temi che saranno al centro del dibattito tecnico e scientifico dell’appuntamento di Pesaro. Ci scusiamo in anticipo con gli autori che, a causa dei tempi strettissimi concessi dalla stampa del giornale, non sono stati inseriti in questa sintesi. In ogni caso nei prossimi numeri del “Podologo in medicina” potrete leggere un’ampia selezione delle relazioni presentate al Convegno. Clinica e semeiotica in medicina generale F. Romagnoli Lo scopo di questa presentazione è di fornire una serie di raccomandazioni pratiche, riguardo le patologie acute e croniche, che il podologo deve conoscere nel momento in cui un paziente entra nell’ambulatorio. È di fondamentale importanza la conoscenza di alcune malattie che possono determinare la comparsa di eventi acuti e che richiedono un immediato intervento da parte di qualsiasi operatore sanitario. Il corretto approccio di qualsiasi paziente inizia con una breve ed orientata anamnesi in cui possono essere identificati quei fattori di rischio che implicano particolari attenzioni nell’operato del podologo. La relazione focalizza l’attenzione sui corretti comportamenti che il podologo deve assumere nella diagnosi e nell’ intervento di acuzie mediche. Prevalenza di vasculopatia e neuropatia degli arti inferiori in una popolazione diabetica in rapporto alla presenza di nefropatia, retinopatia e cardiopatia A. Marseglia II diabete mellito ha una prevalenza del 5-6% nella popolazione generale, considerando come criterio diagnostico l’iperglicemia a digiuno. Esso è gravato da complicanze a lungo termine che causano un aumento della morbilità e della mortalità quali: nefropatia, retinopatia, cardiopatia, vasculopatia e neuropatia. L’obiettivo dello studio è quello di valutare la prevalenza di neuropatia e vasculopatia degli arti inferiori in una popolazione diabetica ed il loro rapporto con la presenza delle altre maggiori complicanze del diabete mellito (nefropatia, cardiopatia, retinopatia). Progetto medico-podologo M. Montesi L’organizzazione per l’assistenza podologica al paziente diventa fondamentale per la prevenzione e la cura delle complicanze, intervenendo direttamente (anche in regime d’équipe multidisciplinare), nonché effettuando educazione sanitaria ai soggetti affetti. Per questo motivo è importante la collaborazione tra il podologo, il medico di medicina generale e il diabetologo. Il podologo identifica fattori di rischio per il paziente e li comunica al medico, in forma scritta, in quanto, molte patologie podaliche sono un campanello d’allarme di condizioni patologiche sistemiche che hanno bisogno di approfondimenti diagnostici, di laboratorio e clinici. La rianimazione cardiopolmonare nell’arresto cardiaco A. Totteri, G. Vitaliani Argomenti che saranno affrontati: Finalità e limiti BLSD; Concetto di danno anossico cerebrale; Importanza della corretta esecuzione delle manovre di BLSD; Concetto di defibrillazione precoce; Concetto della catena della sopravvivenza; Segni di allarme dell’attacco cardiaco; Cause di ostruzione delle vie aeree, di arresto respiratorio e di arresto cardiaco; Importanza delle fase di valutazione del respiro; Enfatizzazione del massaggio cardiaco nell’ambito della rianimazione cardiopolmonare; Sequenza di rianimazione cardiopolmonare (RCP) a uno e due soccorritori; Norme di sicurezza nell’impiego del DAE; Indicazioni, controindicazioni e funzionamento dei mezzi aggiuntivi per la respirazione; Necessità dell’impiego di ossigeno; Lesioni provocate dalla RCP non eseguita correttamente; Riconoscimento dell’ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo parziale e totale. La psoriasi del piede: dall’accertamento diagnostico ai presidi terapeutici non farmacologici M. Monti Argomenti: La psoriasi del piede: gli elementi clinici per la diagnosi; La psoriasi del piede: presentazione dei quadri clinici e domande e risposte sulla diagnosi; La psoriasi del piede: la questione della disidrosi; La psoriasi del piede: presentazione dei quadri clinici e domande e risposte sulla diagnosi; La psoriasi del piede: i principi di trattamento senza l’uso di farmaci; L’unghia psoriasica: elementi di riconoscimento e diagnosi differenziale; L’unghia psoriasica: il trattamento con l’approccio combinato. 14 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:36 Pagina 15 congresso AIP La psoriasi è la malattia cutanea più frequente per l’uomo. L’interessamento del piede da parte della psoriasi è molto frequente. La Psoriasi al piede si manifesta in modo polimorfo, con aspetto alquanto differente da quella del resto del corpo e quindi spesso difficile da diagnosticare. Dopo un breve excursus sulla tecnica utilizzata nei vari periodi storici e nella letteratura. La sindattilazione del primo interspazio può essere completa o parziale. Quando le ossa della falange sono normali, il tipo è semplice; quando sono anormali in misura, numero e disposizione, il tipo è complicato. Piede-bocca, bocca-piede: quali correlazioni? G. Pepè, P. Gallo, F. Moro Dal punto di vista epistemologico il “Modello” è una strutturazione logica la cui misura di valore è “l’utilità” con la quale lo sperimentatore possa vantaggiosamente organizzare ed interpretare una funzione. Il sistema che regola l’equilibrio e la postura, pur essendo ancora parzialmente oscuro in alcune sue intercorrelazioni e in alcuni operatori, presenta tuttavia alcune caratteristiche ben definibili tipiche dei sistemi complessi (utilizzati, quindi, come modello interpretativo). Il sistema tonico posturale interagisce con l’ambiente (sistema aperto), necessita di un input per fornire un output,è formato da più sottosistemi intercorrelati (sistema complesso), è tempo-variante, in quanto le sue componenti cambiano valore nel tempo. L’ambulatorio podologico: un’esperienza clinica G. Antonacci Le strategie del podologo che prevedono la riduzione delle amputazioni si articolano in un ampia gamma di indagini che possono essere schematizzata come segue: obiettivi primari (identificazione precoce dei fattori di rischio e delle complicanze latenti; eliminazione o limitazione delle cause di lesione attraverso lo studio della postura ed utilizzo di ortesi plantari, digitali, di scarico e di protezione; educazione sanitaria e screening sul territorio); obiettivi secondari (controllo e cura della lesione, monitoraggio frequente); obiettivi terziari (mantenimento dei parametri di osservazione e cura, evitare Esercizi di fisioterapia del piede operato T. Giorgini, M. Calderaro, G. Stella La medicina riabilitativa ha identificato negli ultimi anni 4 concetti cardine quale fondamento della sua mission: 1) la centralità del paziente e della sua famiglia, che non sono semplicemente i destinatari di trattamenti e servizi ma vengono integrati attivamente nel team riabilitativo; 2) la necessità di un approccio bio-psico-sociale al paziente, che tiene conto di fattori “esterni” al processo di cura in senso stretto; 3) interventi riabilitativi che aumentino l’autonomia del paziente nelle diverse attività della vita quotidiana; 4) il lavoro in team interprofessionale, che valuta non tanto i risultati in ciascuna singola area di intervento, quanto piuttosto il livello di abilità raggiunto grazie all’insieme degli interventi svolti. In linea con questi principi la fisioterapia del piede operato si avvale di materiale didattico illustrato, per far partecipare il paziente al progetto riabilitativo e curare la comunicazione all’interno del team interprofessionale. Il metodo Ponsetti per correggere il piede torto R. J. Giorgini In questa relazione viene presentato un caso unico di disindattilazione del primo interspazio chirurgicamente usando l’innesto cutaneo della caviglia. L’approccio chirurgico elimina la necessità di coinvolgere un altro team chirurgico e quindi permette di risparmiare sui tempi dell’operazione, tempi di anestesia, ed in generale sui costi per il paziente. Dal punto di vista cosmetico, è altresì eliminata la formazione di cicatrici sopra la caviglia. Perchè partecipare al Congresso Primo Si tratta di una straordinaria opportunità di formazione sulle principali patologie podaliche. Secondo Le materie trattate nel corso del XXIV Congresso, infatti, riscuotono un interesse del tutto particolare, sia perché spaziano su patologie per le quali è necessaria la massima attenzione, sia perché affrontate con approccio non solo teorico, ma soprattutto pratico, avendo cura delle problematiche che quotidianamente affrontano i podologi. Terzo Perché, oltre ai vari temi formativi, si potranno avere utili informazioni dal dibattito su due temi di primario interesse: la formazione in Italia e in Europa; l’inserimento della podologia nel Sistema sanitario nazionale. Quarto È sempre più necessario che il Podologo non rimanga isolato, ma che venga coinvolto in un dialogo umano, culturale e professionale, che si realizza solo attraverso una massiccia partecipazione. Quinto Perché ancora una volta i podologi e gli studenti potranno contare su un’organizzazione - fatta in casa e quindi, con lo straordinario impegno di chi ci crede veramente che nulla lascia al caso, sia sotto l’aspetto scientifico, che sotto l’aspetto organizzativo e logistico. Sesto Perché nel corso del Congresso si terrà anche l’Assemblea dei Soci. Oltre che un diritto, è un dovere parteciparvi. Settimo Perché l’organizzazione ha ottenuto costi estremamente contenuti per una sistemazione alberghiera di grande prestigio. Ottavo Perché è stata prestata la massima attenzione ai giovani laureati e agli studenti, tant’è vero, che il workshop sull’apertura dello studio podologico è riservato proprio a loro. Il Comitato Organizzatore 15 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:36 Pagina 16 congresso AIP le recidive, supportare le menomazioni e le mutilazioni attraverso ortesi di supporto, migliorare la qualità di indipendenza e di relazione). I dati dello studio confermano il podologo è il professionista sanitario che, oltre a intervenire direttamente sulle lesioni del piede, è in grado di fornire adeguate informazioni al medico di base e/o allo specialista, nonché di raccordarsi con essi nella gestione del paziente. Considerazioni preoperative per i pazienti diabetici J. Addante Questi gli argomenti trattati nell’intervento: 1) Presenteremo considerazioni preoperative per i pazienti diabetici; 2) L’importanza di una completa storia clinica familiare; 3) Criteri per vari tipi di amputazione; 4) Scelta idonea per gli antibiotici; 5) Collaborazione essenziale del medico coi pazienti; 6) Anestesia: considerazione e selezione; 7) Necessità di chiarire l’importanza del riposo post-operatorio per un buon recupero, in caso contrario non fare chirurgia; 8) Essenziale la collaborazione del paziente. Le ortesi plantari V. Ponti Le ortesi plantari hanno avuto una lunga evoluzione negli anni, sia per quanto riguarda le tecniche sia per materiali utilizzati. Col nome ortesi (dal greco orthòs-tithemi: disporre correttamente) indichiamo tutti quegli artifici, fissi o mobili annessi alla calzatura, con i quali ci proponiamo di vizi del passo e deformità del piede a carattere reversibile e di compensare squilibri anatomici funzionali. L’ortesi plantare è un dispositivo medico su misura atto a riequilibrare l appoggio plantare, l’assetto meccanico del piede e la deambulazione in generale. Il plantare deve essere considerato come un completamento della terapia podologica, per questo motivo il podologo deve conoscere approfonditamente le varie tecniche di impronta, i diversi tipi di materiali presenti in commercio e le varie tecniche di lavorazione. L’atleta ed il suo piede: patologia e terapia D. Pacini L’uso di calzature particolari in alcuni sport e i numerosi micro traumi che agiscono sul piede determinano numerose patologie che richiedono interventi terapeutici appropriati sia sotto l’aspetto fisioterapico che podologico. Anche nel non professionista assistiamo ad un aumento di tali patologie e così accade anche nel bambino dove assistiamo ad un utilizzo di calzature spesso non appropriate o dettato dalla “moda” del momento. La terapia di tali patologie passa attraverso una diagnosi corretta alla quale far seguire metodiche terapeutiche moderne che rivolgano la loro attenzione sia all’aspetto patologico che funzionale. È necessario che gli operatori del settore prestino la massima attenzione alle patologie del piede in quanto esse possono poi ripercuotersi su altri distretti con l’insorgenza di problemi posturali e non solo. Il recupero dell’atleta deve mirare non solo ad un rapido ritorno all’attività agonistica ma soprattutto ad una risoluzione reale del problema con l’aiuto anche di ortesi e di tecniche di bendaggio adeguate. Bendaggio funzionale V. Ponti Troppo spesso il piede umano viene considerato una base semirigida, la cui funzione principale è di fornire un sostegno stabile al corpo sovrastante, ma il piede è invece un meccanismo dinamico, agente come parte integrale dell’apparato locomotore e deve essere studiato come tale e non come una struttura statica deputata solamente al sostegno del corpo. La podologia, scienza sanitaria, si prefigge lo scopo di prevenire e curare tutte le patologie del piede, con qualsiasi mezzo a sua disposizione. Il taping e lo strapping rientrano con pieno diritto negli scopi terapeutici del podologo, che quindi deve conoscere a pieno questa tecnica ed applicarla in tutti i casi che ne necessitano. Questa tecnica, che solo con l’ausilio di bende e cerotti applicati direttamente sulla cute, può in modo semplice e non traumatico risolvere, parzialmente o definitivamente, molte delle patologie muscolari o articolari che colpiscono il piede; può inoltre prevenire patologie a carico dei muscoli e delle articolazioni specie nei soggetti che praticano attività sportiva. Valutazione crisi economica e studi, novità fiscali e tributarie M.A. Codella Si affronterà il tema dell’impatto della crisi economica riflessa negli studi podologici. Come e se gli Studi di Settore, validati per la categoria, terranno conto di questa nuova situazione. Particolare evidenza verrà data anche alla rimozione dell’obbligo di tracciabilità dei movimenti finanziari come previsto dal Decreto Legge n.112/08. Inoltre, l’intervento verterà su temi di novità fiscali e tributarie a seguito degli interventi normativi 2008/2009, novità con le quali ogni podologo deve quotidianamente confrontarsi. Ci sarà spazio ai quesiti proposti dai partecipanti. Aspetti giuridici della professione sanitaria del Podologo M. Croce Questi gli argomenti trattati nell’intervento: 1) Aspetti giuridici della professione sanitaria del Podologo; 2) La dignità della professione; 3) Il codice di Deontologia come strumento di tutela della professione e dei pazienti; 4) Che cos’è la Deontologia; 5) Segreto professionale; 6) Consenso informato; 7) Privacy. Guida operativa e pratica per aiutare i giovani podologi all’apertura di uno studio professionale sotto l’aspetto economico, fiscale e tributario M.A. Codella Ai giovani Podologi verrà illustrato, in modo pratico, come e cosa fare per aprire uno studio Podologico e come rappor- 16 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:36 Pagina 17 congresso AIP tarsi con il sistema fiscale italiano sicuramente complesso e a volte poco comprensibile. Verrà evidenziato come aprire la partita iva e che adempimenti correlati ne conseguono; come emettere le fatture, come e cosa pagare ai fini contributivi e di tassazione. A quali forme di credito è possibile accedere e quali possono essere le scelte più convenienti. In modo pratico e realistico si cercherà di illustrare tutto ciò che è indispensabile sapere per iniziare un’attività professionale sia in modo autonomo che subordinato. Sarà dato spazio ai quesiti proposti dai partecipanti. Miofibrolisi e kinesiotaping: applicazioni nelle più comuni patologie del piede F. Grassetti La tecnica del Taping Neuro Muscolare é basata sui processi di guarigione naturale del corpo. I muscoli non sono solo legati ai movimenti del corpo, ma anche al controllo della circolazione dei liquidi venosi e linfatici, della temperatura corporea ecc. Quindi il funzionamento non appropriato dei muscoli induce differenti tipologie di sintomi. La tecnica Taping Neuro Muscolare si basa su un concetto terapeutico che, adottando i principi della scienza Kinesiologica, agevola liberi movimenti al fine di permettere al sistema muscolare di aiutare il corpo ad auto guarirsi biomeccanicamente. Tale metodologia si presta particolarmente per le patologie del piede e dell’arto inferiore ed insieme alla miofibrolisi offre al terapeuta una efficace modalità di intervento. Ruolo della stimolazione midollare (SCS) nel trattamento delle sindromi dolorose degli arti inferiori G. Grossi, P. V. Nardi La polineuropatia tipica del diabete insulino dipendente nella sua forma focale che chiamiamo piede diabetico trova ragione in un meccanismo di tipo ischemico e da una anomala reazione a qualsiasi tipo di compressione meccanica. Gli Autori presentano la loro esperienza chirurgica su pazienti trattati con stimolazione midollare in prova per un periodo variabile da 15 a 30 giorni e, al successivo posizionamento, in caso di efficacia, di pace-maker sottocutaneo Patologie dermatologiche del piede con focus sul “piede d’atleta” A. d’Ari, J. Gaido Le patologie dermatologiche del piede sono di continuo riscontro nell’ambito dell’attività professionale del Podologo, rappresentandone un’ampia fascia degna di attenzione sia per ciò che riguarda la prevenzione sia per ciò che riguarda il follow up. Il Corso, diviso in due sessioni, è mirato alla trattazione delle maggiori affezioni dermatologiche del piede dell’adulto, della loro diagnosi e dei principi di terapia messe in atto dal Dermatologo. Nella prima sessione verrà sottolineato il campo d’azione del Podologo nel riconoscimento e nel counselling delle patologie del piede, nonché dell’importanza del Suo ruolo di mediatore in particolar modo con il Dermatologo. Nella seconda parte il corso verterà principalmente sulle micosi del piede, con un focus specifico su diagnosi e trattamenti, illustrando le ultime novità in campo farmaceutico. Il trattamento della sintomatologia correlata all’alluce rigido nel paziente sportivo: la ripresa del gesto atletico F. Albo, R. Remia Coniato nel 1888 il termine “Alluce rigido”, descrive una delle più comuni affezioni dolorose del piede dell’adulto. Si tratta di una patologia degenerativo - artrosica della prima articolazione metatarso falangea e del sistema gleno - sesamoideo, caratterizzato dalla limitazione funzionale dolorosa dei movimenti di estensione dell’alluce e dalla presenza di proliferazioni osteofitiche periarticolari. Il riconoscimento precoce (hallux limitus) delle cause scatenanti, in età adolescenziale, da parte del podologo, permetterà un adeguato trattamento ortesico al fine di limitare i danni articolari. Nei casi di franco alluce rigido, l’intervento ortesico - podologico si rivela, invece, di fondamentale importanza, come sostegno della pratica pre e post chirurgica. Errori in ortoplastia: Un nuovo sguardo sulle ortesi digitali M. Contorto, V. Ienopoli Tra le patologie podaliche che interessano l’età pediatrica meritano particolare attenzione tutte le deformità digitali, che già in tenera età suscitano interesse e preoccupazione da parte dei genitori. Riposizionando in maniera corretta le dita l’una in rapporto alle altre già in età pediatrica, si agisce non solo sulle strutture ossee interfalangee, ma si condiziona in modo significativo la mediotarsica, la sottoastragalica nonché sui muscoli intrinseci ed estrinseci del piede, intervenendo in maniera importante sulla cinetica globale del paziente. Diagnosi differenziale podologica in ecografia. Risoluzione dei casi di difficile identificazione F. Papa, A. Cribari, A. Pausania, G. Monticone L’ecografia per lo studio morfologico e dinamico del piede consente una diagnosi spesso definitiva in casi di difficile soluzione. In numerosi casi podologici che non rispondevano ai classici protocolli terapeutici, abbiamo utilizzato l’ecografia per visualizzare in real time dinamico le strutture interne del piede (corticale ossea, articolazioni, muscoli, tendini, vasi e nervi), ottenendo diagnosi accurate, che hanno permesso di adottare o adattare la terapia più idonea (ad es. ortesi plantari, ortoplastia, riposo, terapie farmacologiche o chirurgiche). ■ 17 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:36 Pagina 18 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:36 Pagina 19 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 il personaggio 14:36 Pagina 20 “Un moderno sistema sanitario pubblico - afferma il Presidente dell’Ordine dei medici di Roma e coordinatore dei lavori del XXIV Congresso Aip - deve valorizzare questa professione, con la possibilità, da parte della collettività, di usufruirne nel rispetto delle proprie competenze e della gestione medica del paziente”. Giuseppe Raffa Coordinatore editoriale Mario Falconi: il podologo figura indispensabile soprattutto attraverso sinergie multidisciplinari a più voci autorevoli si ripete spesso quanto sia fondamentale, per la qualità della salute dei cittadini, che le varie professionalità che compongono l’universo della sanità italiana interagiscano con maggiore intensità e con modalità più efficienti. Un’organizzazione dei servizi sanitari centrata sulla forte collaborazione tra medici di famiglia, infermieri, professionisti sanitari e specialisti, e sulla realizzazione sul territorio di team interdisciplinari, non può che dare grandi benefici sia ai pazienti, posti al centro dell’assistenza di queste professionalità, sia all’efficienza dell’intero sistema sanitario nazionale. Questo modello, infatti, migliora la qualità dell’assistenza e della cura e, allo stesso tempo, capitalizza l’efficacia della prevenzione evitando le recidive o le complicanze di molte patologie. In questa visione della sanità italiana appare fondamentale rafforzare il collegamento tra medici di famiglia e podologi, i quali, ognuno nel proprio ambito professionale e di responsabilità, possono contribuire in modo determinante ad orientare al meglio il cittadino al mantenimento di livelli adeguati di qualità della salute. Per questo è necessario rilanciare l’alleanza con i medici di medicina generale, con cui l’Aip ha firmato un protocollo d’intesa nel 2004, finalizzato a fornire un’assistenza integrata ai pazienti e a tutelare la loro qualità della vita. Sull’argomento abbiamo sentito il dr. Mario Falconi, che guida l’Ordine dei medici della Provincia di Roma e che sarà, a Pesaro, il presidente del XXIV Congresso di podologia organizzato dall’Aip. D Dr. Falconi, dal suo “osservatorio”, in qualità di presidente dell’Ordine dei medici di Roma, può farci una “diagnosi” sullo stato di salute della sanità italiana? L’Italia è da sempre un Paese con storia e tradizioni che tutto il mondo ci invidia. Con l’istituzione del Servizio sanitario pubblico e solidale avevamo raggiunto livelli importanti nella tutela della salute, in assonanza con il dettato costituzionale e con riconoscimenti di notevole apprezzamento da parte di organismi internazionali. Attualmente le enormi criticità che attanagliano la Sanità italiana ne fanno una malata a cui sono state nel corso del tempo somministrate numerose terapie inadeguate. Quali sono gli interventi più urgenti che il Governo e le Regioni dovrebbero attivare? Il federalismo sanitario deve essere inteso non come una semplice delega alle regioni ma, soprattutto, come un’opportunità di acquisire una conoscenza diretta e specifica dei bisogni delle popolazioni locali con possibilità di tempestivi e adeguati interventi risolutivi mantenendo però la garanzia di un coordinamento centrale sia in termini di raccordo che di pianificazione generale. Le scelte del legislatore e dell’Amministratore regionale debbono interfacciarsi ed essere adeguate alla domanda di salute, sempre più specifica, che la collettività pone. Basti 20 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:36 Pagina 21 il personaggio pensare, ad esempio, alla necessità di una redistribuzione dell’offerta di servizi sanitari, di un’allocazione di risorse equa e ripartita tra ospedali e sistema di cure primarie. Quale ruolo dovrebbe avere, nel “suo” modello di sanità, il podologo? Una popolazione sempre più avanti con l’età, gli stili di vita improntati sempre di più ad un consumismo irrazionale a dispetto delle comuni regole di igiene e di abitudini alimentari, vedono un aumento esponenziale delle patologie a carico del piede che debbono essere affrontate da un modello di sanità all’altezza del compito. La figura del Podologo è certamente indispensabile nella filiera assistenziale e la si può ancora di più evidenziare attraverso la concretizzazione di appropriate sinergie multidisciplinari. Il Podologo in virtù del suo percorso formativo professionalizzante, inserito nell’area della riabilitazione, è in grado di supportare l’intervento medico concorrendo a pieno titolo al benessere e alla salute del piede. Un moderno sistema sanitario pubblico deve considerare anche questa figura con la possibilità da parte della collettività di usufruirne nel rispetto delle competenze del proprio ambito professionale e della gestione medica del paziente. Quali sono, secondo lei, gli ambiti in cui si può sviluppare una forte collaborazione tra medici di famiglia, medici specialisti e podologi, anche in considerazione della trasformazione demografica che investirà l’Italia nei prossimi anni? Il progressivo invecchiamento della popolazione con i relativi cambiamenti dei bisogni sanitari rende fondamentale la collaborazione tra medici di famiglia, medici specialisti e podologi essendo necessaria un’armonica multidisciplinarietà con un approccio metodologico improntato ad un’assistenza sviluppata più sul territorio che in regime di ricovero. Guardando alla formazione universitaria, come giudica il livello di preparazione dei podologi italiani e quali miglioramenti si potrebbero apportare? La preparazione dei Podologi italiani è senz’altro adeguata e compatibile con il proprio profilo professionale stante il livello qualitativamente elevato dei relativi corsi di formazione offerti dalle nostre Università. Forse l’articolazione degli insegnamenti e le modalità di espletamento degli stessi dovrebbe tener conto in maniera più specifica delle attuali esigenze e dei reali bisogni sanitari della popolazione. Può dirci la sua idea di come dovrebbe essere disegnato il nuovo profilo professionale dei podologi? Eventuali cambiamenti del profilo professionale del Podologo dovranno necessariamente derivare anche da suggerimenti dei vari organi istituzionali preposti alla for- Mario Falconi e Mauro Montesi mazione, all’assistenza nonché alla vigilanza delle altre professioni sanitarie. Su quale terreno e con quali strumenti è possibile, secondo lei, rilanciare il protocollo d’intesa tra l’Associazione italiana podologi e la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale siglato nel 2004? È opportuno che l’individuazione degli strumenti atti a rilanciare il protocollo d’intesa tra l’Associazione italiana podologi e la Federazione Italiana Medici di Famiglia venga discussa tra i responsabili delle associazione medesime tenendo conto che solo un’ampia e corretta collaborazione può continuare ad offrire alla cittadinanza quei benefici che il protocollo medesimo ha sin qui prodotto. Un suo giudizio sulla XXIV edizione del Congresso, di cui sarà il Presidente, sul piano delle tematiche che si affronteranno. Un particolare plauso va rivolto agli organizzatori della XXIV edizione del congresso sia per le eccellenti tematiche individuate sia per l’attualità scientifica delle stesse e, soprattutto, per l’ottima articolazione interattiva stabilita tra medici, medici specialisti e podologi in virtù di una collaborazione che dovrà essere sempre più proficua e finalizzata alla tutela della salute quale bene fondamentale dell’individuo. ■ Errata Corrige ello scorso numero della rivista (la numero 154 di novembre-dicembre) nell’articolo a pagina 24, dal titolo “Lauree e Master. Orgoglio per i grandi traguardi raggiunti dai giovani podologi”, abbiamo erroneamente riportato il voto di laurea di Michele Ciarmatori. Ce ne scusiamo con i lettori e con l’interessato, il quale ha conseguito il titolo universitario con il punteggio finale di 107/110. ■ N 21 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:37 Pagina 22 1 sola applicazione, 1 volta soltanto. Per liberare i tuoi piedi dalle micosi. È un medicinale indicato solo per adulti. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 27/5/2008. CC 10080041000 Micosi del piede? ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:37 Pagina 23 parlano i podologi Fantasia, manualità e voglia di studiare: tre qualità essenziali per un buon podologo Giuseppe Raffa Coordinatore editoriale L’intervista a Caterina Vajani, giovane podologa milanese che si divide tra il suo nuovo studio di Binasco e le collaborazioni con case di cura e poliambulatori. “Ai ragazzi che escono dall’università - afferma - consiglio di arricchire la propria formazione prima di aprire lo studio, attraverso tirocini, master ed, eventualmente, anche con esperienze all’estero per allargare ulteriormente i propri confini. La quarta puntata della rubrica dedicata ai podologi italiani si tinge di rosa. Abbiamo, infatti, raccolto la testimonianza di Caterina Vajani sulla sua esperienza formativa e sui primi passi fatti dopo l’apertura dello studio a Binasco, in provincia di Milano. Cosa ti ha spinto a fare il podologo? Una volta terminati gli studi superiori la scelta universitaria è stata difficile. A 19 anni non è semplice capire quale strada intraprendere, perciò presi un anno per meditare in cosa avrei voluto realizzarmi e, nel frattempo, decisi di insegnare nuoto e di seguire corsi riguardanti dei programmi posturali, esclusivamente per soddisfare una curiosità personale. Ho un fratello disabile che oggi ha 32 anni, la sua patologia si chiama mielomeningocele occipitale. Trenta anni fa i miei genitori decisero di seguire dei programmi fisiatrici americani, allontanandosi dalla fisioterapia italiana di quei tempi. Incuriosita dal programma fisiatrico “Doman”, messo in atto per mio fratello con ottimi risultati, mi riproposi di capirne di più frequentando dei corsi rivolti agli insegnanti e ai genitori ed è stato quello il momento in cui ho capito che volevo aiutare il prossimo, fare qualcosa di utile e aiutare con la mia professione le persone in difficoltà. Quale facoltà? Inizialmente la mia scelta era rivolta a Fisioterapia, ma valutando tutte le alternative dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, scoprii che tra le scelte esisteva anche podologia. Alzai subito il telefono e chiamai il podologo che seguiva me e la mia famiglia da molti anni; mi trasmise tanto entusiasmo e brevemente mi spiegò le tre qualità essenziali per affrontare questa professione: fantasia, manualità e voglia di studiare. E il mio primo mio pensiero è stato: è proprio ciò che fa per me! Scoperte nella pratica quotidiana le varie competenze del podologo, mi innamorai subito della professione. Dove ti sei laureata? Il percorso formativo da me intrapreso si è svolto presso l’Università Statale di Milano e, quando l’ho deciso, era so- Caterina Vajani a destra e la sua collaboratrice di segreteria Liliana a sinistra lo il secondo anno di vita di questa specializzazione. Ho iniziato nel 2002 e mi sono laureata nel 2005. Ho frequentato il tirocinio obbligatorio, ma ho cominciato fin dal secondo anno a frequentare lo studio podologico privato di Luca Rizzi, collega dell’Associazione Italiana Podologi, come tirocinante, al fine di osservare diversi modi di lavorare per trarne le mie conclusioni. Non finirò mai di ringraziarlo per la disponibilità e l’opportunità datami. L’università è stata dura per diverse ragioni tra cui la frequenza obbligatoria. Il tirocinio iniziava tutte le mattine alle ore 8.30 e l’ospedale si trovava diametralmente dalla parte opposta della mia residenza, e si sa che le tangenziali delle grandi città sono sempre e perennemente trafficate. Comunque mi piaceva quello che stavo facendo, ero curiosa e non volevo perdermi nulla! Cosa ti è rimasto dentro di quel periodo di formazione? Ammetto che ci sono stati dei giorni in cui scoraggiata, venivo travolta dallo sconforto, mi sentivo quasi vittima della scelta fatta e non più la protagonista, perché frequentando 23 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:37 Pagina 24 parlano i podologi A fianco l’ambulatorio di Caterina Vajani Sotto il Laboratorio per la realizzazione di ortesi plantare Unico del mio comune e, automaticamente, attendere l’autorizzazione dall’Asl. Con l’aiuto morale delle persone care e di Luca Rizzi che mi ha aiutato e sostenuto, sono riuscita a superare quei momenti in cui per l’ennesima volta mi sono chiesta se avessi fatto la scelta giusta. Ma finalmente tra lavori, ristrutturazioni, certificazioni e qualche sacrificio, ho cominciato a praticare la mia professione autonomamente! l’università e fin dal primo anno, mi ero resa conto che il ruolo del podologo in Lombardia non era ben conosciuto. A dir la verità, vista la breve vita della facoltà, non erano chiare neanche ad alcuni professori le materie d’insegnamento. Fortunatamente grazie ai pochi professori che ci credevano veramente, al tirocinio praticato al di fuori dell’università e alla complicità creatasi con i miei compagni di studi, ho continuato il mio percorso, sperando di poter cambiare qualcosa in futuro. Concluso il percorso universitario, ero consapevole di non avere ancora le capacità di svolgere in piena autonomia la professione e, quindi, aprire lo studio, non ero ancora pronta ad assumermi la responsabilità nei confronti di un paziente. Ho deciso di continuare il tirocinio e la mia formazione presso ospedali e presso lo studio podologico di Luca Rizzi che già mi seguiva, così per quasi due anni mi sono trasferita nella sua città, a Mantova. Quando hai aperto il tuo studio e quali ostacoli hai incontrato? Nel settembre 2007, dopo aver incontrato numerose difficoltà burocratiche e organizzative, con il sostegno della mia famiglia, ho aperto ufficialmente il mio studio. Ho speso tanto tempo per cercare di spiegare agli impiegati dell’Asl che tipo di modulo dovessi compilare: la voce “podologo” nel mio distretto non esisteva. Dopo l’intervento dell’Associazione Italiana Podologi si stava per muovere qualcosa, ma nel frattempo la legge è cambiata e ho dovuto presentare semplicemente un’autodichiarazione allo Sportello Ci descrivi il tuo studio? Il mio studio è un appartamento di quasi 100 mq ed è costituito da una sala d’attesa, un laboratorio dove realizzare le ortesi plantari, un bagno per il pubblico predisposto per i disabili, un bagno personale con spogliatoio per la mia collaboratrice e me. Inoltre c’è una saletta per la sterilizzazione completa di autoclave, sigillatrice e spazio per il lavaggio dei ferri, un ufficio per l’amministrazione, una stanza che per ora è inutilizzata, ma già predisposta per una sala visite o per una seconda postazione per i trattamenti podologici e, infine, una sala diagnostica spaziosa completa di riunito e poltrona per le prestazioni podologiche e la cura del piede diabetico, di odoscopio, pedana baropodometrica e stabilometrica per le visite e di uno spazio per prendere l’impronta plantare. Lo studio è situato in Binasco, un paese di pochi abitanti in provincia di Milano che offre ancora una realtà a misura d’uomo e confinante con città più grandi. Infatti dista solo 15 km sia da Milano che da Pavia ed è esattamente sulla statale che collega le due province. Raccontaci la tua giornata quotidiana da podologo? La mia giornata non ha uno standard preciso: lavoro in media tre o quattro giornate intere presso il mio studio (visitando e ritagliandomi del tempo per la realizzazione di ortesi plantari) e uno o due giorni presso strutture esterne case di cura e poliambulatorio - nelle quali sto cercando di creare una solida collaborazione con l’equipe medica. La tua città e la podologia. Che rapporto c’è con il luogo dove lavori, con i tuoi pazienti, con i medici di famiglia e con gli altri professionisti sanitari? All’inizio è stato difficile far conoscere la mia professione. Come ho già accennato precedentemente, mi sono resa 24 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 25 parlano i podologi conto che nella mia zona mancava, e manca tuttora, l’informazione riguardo il ruolo del podologo. Per questo cominciai a tenere brevi incontri con le associazioni culturali di zona, con l’università della terza età, dedicai gran parte del mio tempo a far conoscere il ruolo fondamentale della podologia ai medici di base, ai centri di fisioterapia, di osteopatia, di chinesiologia dei dintorni e mi presentai a ortopedici e diabetologi di un’importante struttura ospedaliera. È capitato che mi imbattessi nella presunzione di chi credeva di sapere chi fosse il podologo, altre volte, invece, ho incontrato medici e operatori sanitari incuriositi e interessati. Tutto questo, insieme alla professionalità e al passaparola, ha portato a far sì che il lavoro andasse a incrementarsi sempre di più, la fiducia dei pazienti è cresciuta e le soddisfazioni mi incentivano ad andare avanti facendomi sentire che la scelta è stata quella giusta! Secondo te l’Aip quale iniziativa potrebbe avviare per migliorare la podologia in Italia? All’Aip posso consigliare di continuare a diffondere la cultura della figura del podologo in tutta Italia. Non conosco perfettamente la situazione in tutte le regioni, ma so che in Lombardia c’è davvero bisogno di informazione sia tra i medici e sia tra i cittadini. Sono d’accordo, inoltre, riguardo l’inserimento della nostra figura professionale all’interno del Ssn. Questo potrebbe far crescere la nostra professione ma, soprattutto, dare ai cittadini un’assistenza adeguata, specifica e professionale. Penso, infine, sia necessario l’intervento dell’Associazione riguardo la formazione in tutte le Università italiane dove esiste un corso di podologia, poiché, per alcune, la situazione è ancora molto confusa. Dai dei suggerimenti agli studenti in podologia che vogliono intraprendere la tua strada dopo la laurea. Peccherei di presunzione se dessi “grandi “ consigli ai miei colleghi neolaureati. È solo 4 anni che lo sono e ancora oggi io stessa ho bisogno di confrontarmi con altri colleghi, ma ho capito che è fondamentale cogliere e rubare con gli occhi il più possibile dai professori durante l’università, tutto tornerà utile, bisogna essere curiosi. Ai colleghi che escono dall’università consiglio di arricchire la propria formazione prima di aprire lo studio, attraverso tirocini, master ed, eventualmente, anche con esperienze all’estero per allargare ulteriormente i propri confini e creare una figura professionale completa. Per mia esperienza posso dire che solo una volta acquisita la capacità di assumermi la responsabilità nei confronti del paziente, ho affrontato l’avventura dell’apertura dello studio con tutte le sue annesse responsabilità burocratiche, amministrative ed etiche. Le paure sono state tante, ma una volta entrata in gioco ne ho vinta una ad una. La nostra è una professione sanitaria e in quanto tale è nostro dovere essere professionali e difenderla sconfiggendo anche quei falsi podologi che infangano la nostra categoria. Sinceramente i miei pazienti li reputo dei privilegiati, perché hanno il privilegio di aver capito l’essenza della nostra figura. È nostro dovere etico continuare a coltivare e crescere la nostra professionalità e penso che il continuo confronto sia fondamentale perché, riferendomi alle tre qualità necessarie citate precedentemente, la “fantasia” dei colleghi può essere arrivata dove la nostra non riesce ad arrivare. ■ Il castello visconteo di Binasco, che domina l’abitato dal XIV secolo 25 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 AIP Cesare Cursi Senatore PdL e Presidente della Xª Commissione Industria, commercio, turismo 14:38 Pagina 26 L’Associazione è nata a Roma lo scorso 28 luglio 2008 su iniziativa di importanti esponenti del mondo scientifico, universitario, sindacale ed imprenditoriale. Il progetto nasce dall’esigenza di dare risposte concrete al cittadino, agli operatori del mondo sanitario e alla politica, sulle criticità percepite intorno all’universo sanitario e sulla qualità dei servizi erogati. L’Osservatorio di Sanità e Salute per l’innovazione e l’eccellenza del Ssn i fa piacere condividere pubblicamente con gli amici dell’Aip e con tutti i podologi italiani un’iniziativa di cui mi sono fatto promotore e a cui tengo in modo particolare. Lo faccio perché ho sempre riconosciuto a questa categoria sia una straordinaria professionalità e sia un ruolo importante nell’azione di prevenzione e cura di moltissime malattie che incidono sulla salute del piede. Lo scorso 28 luglio 2008, insieme ad importanti esponenti del mondo scientifico, universitario, sindacale ed imprenditoriale, ho fondato l’Osservatorio di Sanità e Salute, associazione apartitica e senza fine di lucro avente come finalità principale quella dell’innovazione e ricerca dell’eccellenza nell’ambito del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale e nell’educazione e perseguimento della cura della Salute del cittaCesare Cursi dino. L’idea di costituire l’Osservatorio nasce dall’esigenza di dare risposte concrete al cittadino, agli operatori del mondo sanitario e alla politica stessa, sulle criticità oggettive percepite intorno all’universo sanitario e sulla qualità dei servizi erogati. L’Osservatorio di Sanità e Salute, nel pianificare ed implementare le proprie attività, parte da esperienze umane e professionali di enorme spessore, fondamentali per il perseguimento degli obiettivi sociali, scientifici e di politica della salute. Al primo posto poniamo la difesa del diritto del cittadino alla libertà di cure, su tutto il territorio nazionale, agevolando l’accesso alla diagnosi e cura presso le strutture pubbliche e private. Ovviamente vogliamo l’eliminazione delle liste d’attesa presso gli ospedali e, ancora, la valorizzazione del servizio farmaceutico pubblico e privato, anche come Presidio Sanitario e di assistenza domiciliare, oltre che la promozione di una Legge quadro a tutela degli anziani, dei non autosufficienti e delle categorie più deboli in generale. M L’Associazione si propone di fornire strumenti di analisi, progettualità, approfondimenti politici e tecnici, campagne di comunicazione sociale e di informazione sulle seguenti aree tematiche: • Piano sanitario nazionale del Ministero della Salute; • Rivisitazioni e innovazioni del sistema-salute; • Rapporto Stato-Regioni: federalismo fiscale solidale; • Gestione sanitaria nel rapporto tra pubblico e privato; • Ottimizzazione della spesa sanitaria regionale; • Politica del farmaco e sostegno ai presidi sanitari quali le farmacie; • I giovani e la salute; • Prevenzione doping; • Misure e servizi per gli anziani; • Fondi integrativi e assicurativi; • Etica e sostenibilità sociale e ambientale; • Sicurezza animale ed alimentare. Al fine di migliorare i criteri e le condizioni di operatività della scienza medica, l’Osservatorio di Sanità e Salute propone la valorizzazione del ruolo dei Medici, Infermieri e di tutto il Personale sanitario, e tra questi certamente i Podologi, per il rilancio del Ssn, mediante il loro coinvolgimento nella programmazione e nella gestione delle strutture sanitarie. L’Osservatorio di Sanità e Salute, visti gli obiettivi elencati, è organizzato per macro-aree di attività per le quali opereranno uno o più comitati tecnico-scientifici, promuovendo numerose ed eterogenee iniziative operative quali: forum di discussione, seminari, conferenze, convegni e corsi di formazione, campagne informative, progetti nazionali ed internazionali. Inoltre l’Associazione procederà all’elaborazione di ricerche e rapporti annuali sui temi fondamentali della salute, dell’ambiente e della società, che andranno ad impattare anche su temi economici e di politica nazionale ed internazionale; curerà la pubblicazione di libri, riviste, video, prodotti elettronici e telematici al fine di meglio diffondere i risultati dell’attività sociale. Spero vivamente che su questo terreno troveremo la collaborazione dei podologi italiani. ■ 26 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 27 Il direttore di “A piede libero”, il collega Licio Cappelletti, polemizza con l’Associazione per alcuni articoli pubblicati nei mesi scorsi sulla rivista “Il podologo in medicina” in merito ai corsi di formazione organizzati in Spagna. La risposta del presidente dell’Aip, Mauro Montesi: “Nessuna gogna per chi ha conseguito quei titoli, ma vogliamo tutelare i colleghi e valorizzare la formazione di qualità”. AIP Mauro Montesi Presidente Aip Caro Licio, vogliamoci tutti bene, ma difendiamo i podologi dai furbi ono convinto, come sostiene l’amico Licio Cappelletti, che l’egoismo non premia nessuno, e che è molto più bello volersi tutti bene. E come lui, anch’io avrei preferito non polemizzare con la sua rivista, “A piede libero”, anche per evitare di tediare i podologi che, in questi tempi di crisi economica, sono alle prese con altri ben più stringenti e concreti problemi. Ma, credo, che sia giusto, per amore della verità, puntualizzare un paio di questioni, anche per concludere definitivamente questo “vivace” confronto con un collega di cui ho grande stima. Innanzitutto, mi preme sottolineare che la mia decisione, qualche mese fa, di rifiutare il riconoscimento promosso dall’International Foot Club, e che avrei dovuto ritirare durante i lavori del congresso della Sipu, non è il frutto di un mio “delirio di onnipotenza”. Cappelletti è una persona onesta ed intelligente e non può negare che l’idea di assegnarmi quel premio, da parte di un soggetto privato praticamente sconosciuto alla maggior parte dei podologi, era soprattutto una scorciatoia per spingere i vertici dell’Associazione italiana podologi e i suoi soci ad un atteggiamento più benevolo nei confronti dei padroni di casa della Sipu ed assicurare qualche iscritto in più al loro congresso. Dunque, quando ho scritto che l’Aip non avrebbe mai aderito “a mosse studiate per avere la sua benedizione”, non pensavo certo di sostituirmi al Papa. Mi riferivo, purtroppo, a qualcosa di più prosaico e meno spirituale. A scanso di ulteriori equivoci ribadisco che se si vuole premiare l’Aip o coloro che hanno profuso le proprie energie per la crescita della professione, allora sarebbe molto più utile appoggiare apertamente le battaglie dell’Associazione, lavorando seriamente all’unità della categoria, senza tentennamenti o falsi alibi, o peggio, guardando al proprio tornaconto personale. S La questione del corso di formazione post-universitario organizzato in Spagna, d’altronde, rappresenta con chiarezza cosa vi sia dietro a determinate prese di posizione di organizzazioni (e dei loro pseudo leader) che pretendono di rappresentare gli interessi della podologia. L’amico Cappelletti sostiene nel suo editoriale che “non è carino discriminare tutti coloro che, sto parlando di colleghi podologi, con tanto entusiasmo, dedizione, sacrificio e quanto altro, si recano all’estero per frequentare stage o corsi universitari, per arricchire le loro esperienze, il proprio bagaglio professionale scientifico e per conoscere la cultura lavorativa di quei paesi”. Affermazione, questa, che personalmente sottoscrivo con totale convinzione. Né io, né l’Aip, abbiamo mai discriminato, attraverso dichiarazioni o prese di posizione pubbliche, quei podologi che hanno speso migliaia di euro per seguire il corso a Madrid. A loro va tutta la nostra simpatia e l’auspicio che possano, un giorno, utilizzare ciò che hanno appreso. D’altronde è nella storia dell’Associazione che presiedo valorizzare la formazione - quella con elevati standard qualitativi - dovunque si svolga, in Italia o all’estero. Proprio noi, negli anni ’80 abbiamo girato il mondo, studiando direttamente i modelli formativi dei podologi americani, spagnoli e inglesi, per poi trarne il meglio per il bene della categoria del nostro paese. Ecco, a differenza di altri che frequentano i corsi in Europa al solo scopo di crescere, individualmente, dal punto di vista professionale, i podologi dell’Aip hanno fatto queste esperienze di grande arricchimento culturale e scientifico divulgando, poi, a tutti i colleghi le informazioni e mettendo in comune le competenze acquisite. Dunque il nostro bersaglio - lo abbiamo sempre detto erano quelli che, per un loro interesse economico, hanno promosso l’evento con argomenti per così dire “opachi”. 27 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 28 AIP L’etica e la deontologia di chi guida un’Associazione, o una Società scientifica, come di coloro che organizzano eventi formativi, dovrebbe indurre a comportamenti più trasparenti. E questo significa evitare di accreditare questo o quel percorso formativo come fonte di titoli in grado di abilitare il podologo a svolgere determinate attività, ad oggi a noi precluse. A scanso di equivoci dico che nessuno ha intenzione di mettere il cappello sulla formazione in podologia. In molti, in Italia, organizzano corsi ECM in podologia. C’è chi lo fa bene e c’è chi vende fumo. Qualcuno lo fa con coscienza e con l’obiettivo di far crescere la professione e, invece, c’è chi lo fa ormai per sbarcare il lunario. Tutto comprensibile, siamo uomini di mondo. Ma, sia chiaro, l’Aip opererà sempre, e in tutte le sedi, a tutela dei podologi e del buon nome della professione. Cappelletti dice che questi ragazzi “hanno sempre sperato che un giorno le leggi italiane potessero soddisfare tutte le mancanze tecniche scientifiche, incrementando il profilo professionale del podologo” e commenta “la sanità italiana non stia a guardare, dia loro una mano”. Caro Licio, sai benissimo che in passato (e anche oggi…) non c’è mai stato nessuno che abbia regalato qualcosa ai podologi. E le leggi non sono state approvate per benevolenza divina. Ciò che è stato ottenuto è il frutto di una battaglia combattuta in prima linea dall’Aip e dai suoi vertici da oltre trent’anni. Dunque, se si vogliono veramente aiutare questi ragazzi, non ci si può limitare a fare accorati appelli alla sensibilità del Parlamento o alla classe dirigente della sanità italiana. Serve il contributo, concreto, forte, determinato e fattivo, della parte migliore e dinamica della podologia a sostegno del raggiungimento di obiettivi fondamentali, individuati da tempo dall’Aip, come quello del nuovo profilo professionale e dell’istituzione della podoiatria, sulla scia dell’esperienza statunitense o spagnola. Questo è il progetto dell’Associazione italiana podologi. Ma gli altri per cosa (o per chi…) stanno lavorando? ■ Sui corsi di studio all’estero niente illusioni e un po’ di trasparenza RISPOSTA a Raffaello CIARDI, magistrato della Corte di Cassazione, in merito alla validità dei titoli universitari acquisiti nei Paesi europei Egregio Dott. Ciardi, facendo seguito al Suo intervento sulla rivista “A Piede Libero” del mese di dicembre 2008, si coglie l’occasione per svolgere alcune precisazioni sulla materia dei titoli professionali conseguiti all’estero ai fini dell’esercizio della professione di Podologo in Italia. La scrivente Associazione non ha sostenuto la aprioristica posizione secondo cui detti titoli rivestirebbero sempre e soltanto una valenza “ornamentale”. Quel che si è voluto salvaguardare, però, è la veridicità dell’informazione, di modo che non si insinui nella mentalità dei lettori, anche di quelli appartenenti alla categoria professionale dei Podologi, la distorta e infondata convinzione che l’acquisizione all’estero di un titolo professionale, ad esempio, proprio di Podologo, che in un paese europeo consenta di effettuare determinate prestazioni, automaticamente attribuisca tali medesime facoltà operative anche nel nostro paese. Insomma, quando si parla di corsi di studio su cui si investono tanti soldi l’Associazione ha il diritto di tutelare i podologi e, dunque, di chiedere a chiunque chiarezza e trasparenza. La disciplina da lei richiamata nel Suo intervento, infatti, si innesta nel cammino di armonizzazione tra gli ordinamenti degli Stati membri dell’Unione Europea. Si tratta di una normativa, oggi completata dalla Direttiva del 7 settembre 2005 n. 2005/36/CE (meglio nota come Direttiva Zappalà), che non arriva, però, mai a permettere, ad esempio, a un individuo provvisto del titolo di Podologo conseguito in Spagna, di praticare in Italia attività di chirurgia minore o minima chirurgia, almeno fino a quando anche i possessori del titolo di Podologo conseguito in Italia non avranno ottenuto per legge - come da tempo si auspica - un ampliamento delle loro competenze specifiche. Del resto, il Decreto del Ministero della Salute del 2 agosto 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 191, del 18 agosto 2006, cui Lei ha fatto riferimento, è stato emanato a seguito di un procedimento di riconoscimento di validità di titolo straniero cui lo scrivente Presidente dell’Associazione Italiana Podologi, ha preso parte attivamente quale componente della Conferenza Nazionale dei Servizi permanente all’uopo istituita. Sul punto, preme soggiungere che in quel caso concreto il riconoscimento in favore del candidato fu accordato in quanto il Corso di studi al cui esito era stato rilasciato il titolo straniero in questione coincideva, formalmente e sostanzialmente, con quello vigente in Italia. Giova, altresì, evidenziare che l’Aip concorre a comporre la suddetta Conferenza dei Servizi sin dal momento della costituzione di essa ed esprime il proprio parere necessario nell’ambito dei procedimenti di riconoscimento in parola inerenti alla Podologia. Pertanto, i redattori della rivista “A Piede Libero” possono restare sereni circa il fatto che l’Associazione italiana podologi non abbia nessuna intenzione di tarpare ali o dispensare “benedizioni” a chicchessia. Vigilare, però, sul corretto esercizio della Professione, questo sì, ha sempre costituito un nostro impegno, date anche le molte insidie che si avventano contro di essa. Con deferenti saluti. ■ Mauro Montesi 28 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 29 Questo il tema del III incontro del progetto IGEA tenuto a Roma lo scorso 16 febbraio presso l’Istituto Superiore di Sanità. Presenti al convegno l’Associazione e l’Istituto Podologico Italiano con un “poster” dedicato al ruolo del podologo nella prevenzione del piede diabetico. AIP Prevenire le complicanze del diabete dalla ricerca di base all’assistenza n progetto di trasferibilità: riportare le evidenze scientifiche nella pratica clinica per migliorare la qualità della cura e superare le disuguaglianze attraverso la definizione di linee guida nazionali. Questo l’obiettivo del progetto IGEA, coordinato, ormai dal 2006, dal reparto di Farmacoepidemiologia del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con il Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute. Esso nasce dalla consapevolezza che il diabete, con le sue complicanze, rappresenta ancora un grave problema sanitario per le persone di tutte le età e di tutte le aree geografiche e, nonostante i miglioramenti terapeutici e assistenziali, è ancora grande la distanza tra la reale qualità dell’assistenza erogata e quanto raccomandato in sede scientifica. Tra le attività previste dal progetto, è stato messo a punto un documento di indirizzo sui requisiti clinico-organizzativi per la gestione integrata del diabete mellito di tipo 2 nell’adulto. L’obiettivo generale del convegno è stato quello di ribadire l’ottimizzazione dei percorsi diagnostici e terapeutici, mettendo il paziente e non il sistema al centro dell’organizzazione assistenziale attraverso la realizzazione di un modello che garantisca interventi efficaci e che attui gli interventi secondo i principi dell’EBM (medicina basata sull’evidenza). La gestione integrata prevede, dunque, l’adozione di un protocollo diagnostico-terapeutico condiviso da tutti i soggetti interessati: Medici di Medicina Generale (MMG), specialisti del settore, specialisti collaterali delle complicanze e tra questi il podologo insieme ad altre figure importanti come psicologi, infermieri, dietisti. Il protocollo di cura concordato dovrebbe essere adattato alle singole realtà attraverso l’individuazione dei compiti e dei ruoli che ciascun operatore sarà chiamato a svolgere nell’ambito del percorso di cura stabilito. Altri elementi essenziali di questo modello di assistenza sono: la formazione degli operatori, il coinvolgimento attivo del paziente nel percorso di cura, il sistema informativo e l’adesione informata. U Giovanni Antonacci Podologo Aip Un progetto, per concludere, che richiede adeguate risposte per far fronte alla complessità di questo contesto sanitario, caratterizzato soprattutto dai costi crescenti, e per favorire il miglioramento dell’assistenza al paziente diabetico che prevede, appunto, l’apporto di un ampio numero di figure professionali. E per questo motivo, è strategico il lavoro interdisciplinare in team. ■ Prevenzione del piede diabetico. Un poster significativo na sintesi delle strategie di prevenzione; gli obiettivi primari, secondari e terziari; uno studio osservazionale; i risultati e le conclusioni. Questi i temi trattati in un interessantissimo Poster realizzato dall’Istituto Podologico Italiano, in collaborazione con Aip e con “Sapienza”, Università di Roma e presentato al III Incontro IGEA, di cui potete leggere qui a fianco. Gli autori (Mauro Montesi, Giovanni Antonacci e Marco Cavallini) hanno operato una mirabile sintesi sul ruolo del podologo nelle strategie di prevenzione delle complicanze del piede diabetico. Da tempo l’Associazione e la II Facoltà di Medicina hanno proposto alcune linee strategiche volte a ridurre il numero delle amputazioni maggiori e minori e conseguentemente il numero delle giornate di ricovero ospedaliero. Il progetto prevede, soprattutto in tema di prevenzione, una logica forte di medicina del territorio ove gli ambulatori podologici siano messi in grado di svolgere un compito di autonoma professionalità, pur se integrata con la medicina di base e la medicina specialistica. Tutto ciò è magistralmente esposto in questo Poster, che, con non più di cinque figure, riesce a realizzare una sintesi di rara efficacia e di straordinaria utilità nell’ambito del dibattito in corso sul progetto IGEA. ■ U Benedetto Leone 29 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 medicina Giovanni Antonacci Podologo Aip 14:38 Pagina 30 Un team multidisciplinare, con la presenza del professionista della cura del piede, ha il compito di svolgere una corretta valutazione dei fattori di rischio di lesione, ma ha anche un ruolo importante nel fornire al paziente quelle conoscenze che gli permettono di partecipare attivamente alla gestione del suo problema. Il podologo e le strategie di prevenzione del piede diabetico Introduzione Per piede diabetico si intende quella condizione clinica rappresentata da lesioni cutanee e/o osteoarticolari che si manifesta in pazienti diabetici già affetti da neuropatia e/o vasculopatia periferica. Si caratterizza per la comparsa di ulcere croniche che possono complicarsi con infezione dei tessuti molli, osteomieliti ed evolvere verso la gangrena. L’85% di tutte le amputazioni delle estremità inferiori legate al diabete sono, quindi, conseguenza di ulcere del piede. I fattori più importanti correlati allo sviluppo di ulcere del piede sono la neuropatia periferica, autonomica cui conseguono vari gradi di deformità e l’arteriopatia obliterante. Molti individui affetti da diabete perdono la sensibilità a livello delle estremità e sviluppano deformità e possono non rendersi conto di ripetuti microtraumi o di lesioni della cute del piede. La combinazione di più fattori rallenta il normale processo di guarigione di ferita e può favorire l’insorgere di infezione fino alla gangrena, con conseguente lunga degenza ospedaliera ed amputazione. Fattori determinanti predittivi per l’esito delle ulcere del piede diabetico sono la presenza di infezione, di ischemia, la tempestività in cui viene instaurato un adeguato trattamento, la riduzione del carico, la neuropatia e la presenza di altre forme di comorbilità. È importante sottolineare, quindi, che più del 75% delle amputazioni è evitabile con un attenta prevenzione del piede diabetico. I costi del piede diabetico Il piede diabetico, quindi, è un problema medico, economico e sociale di rilevanti proporzioni, che comporta un elevato rischio di amputazione maggiore con conseguenti incrementi dei costi sociali. Una recente analisi sull’impatto economico del diabete in Italia stima in 5,17 milioni di euro l’anno il costo totale di tale patologia, pari al 6,65% della spesa sanitaria nazionale complessiva. Il costo dell’assistenza sanitaria erogata ad un paziente diabetico aumenta da 3 a 4 volte se sussistono solo complicanze macrovascolari o solo complicanze microvascolari (a carico di rene, retina e sistema nervoso periferico) e di 5 volte se sono presenti ambedue questi tipi di complicanze. Tra le complicanze del diabete, comunque, quelle che interessano il piede comportano degli oneri maggiori per il paziente ma anche per il Sistema sanitario nazionale. Per questo mo- tivo risulta fondamentale l’introduzione di strategie per prevenire la comparsa sia delle lesioni cutanee iniziali, sia delle forme più complicate del piede che espongono al rischio di amputazione, e sia delle recidive, mediante la combinazione multidisciplinare delle capacità dei vari specialisti. Il ruolo del podologo nell’identificazione dei pazienti a rischio La prevenzione, la gestione della malattia e la riabilitazione richiedono molteplici azioni sia sotto l’aspetto esclusivamente terapeutico, sia sotto l’aspetto strategico ed organizzativo. A tal riguardo si deve innanzi tutto sottolineare l’importanza che riveste una buona organizzazione per la cura del piede del paziente diabetico sul territorio. L’integrazione tra le varie discipline mediche che si occupano del paziente diabetico è fondamentale per garantire una sempre migliore qualità di vita e una diminuzione dei costi che vanno a gravare sul Sistema sanitario nazionale. Pertanto meritano una particolare attenzione l’esame degli obiettivi che si articolano in un ampia gamma di indagini che iniziano con la identificazione precoce dei fattori di rischio e delle complicanze latenti e terminano con l’educazione sanitaria e screening sul territorio. Si tratta di obiettivi ambiziosi e non di agevole conseguimento. Ma è precisa convinzione che la sinergia coordinata ed organizzata di differenti figure professionali, che operino insieme e stabilmente nel tempo, possa fornire significativi contributi. Figura 1 30 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 31 medicina Esame obiettivo ed identificazione dei fattori di rischio Al primo contatto con il paziente dovrà essere compilata una cartella clinica (Figura 1) dove andranno riportati tutti i dati relativi ad esso con anamnesi familiare e clinica, iconografia ed eventuali fattori di rischio. All’esame analitico del piede (Figure 2) dovranno essere analizzati: pelle (superficie, colore, calore, grado di umidità, elasticità), unghie e annessi cutanei (modificazione morfologiche, cambiamenti trofici, possibili infezioni, presenza o assenza di peli), deformità, ipercheratosi, vesciche, erosioni, lesioni minori, ulcere, amputazioni. tarsali I III e V, delle dita I III e V, dell’arco mediale e laterale, del tallone ed infine del I spazio interdigitale permette di rilevare la sensibilità alla pressione. Non vi sono dati evidenti che indichino quali e quanti punti testare dei 10 originariamente proposti, secondo l’ultima Consensus Internazionale non meno di 4 punti sulle dita e il dorso del piede. Il test, comunque, è predittivo di comparsa di ulcerazione se il monofilamento non è avvertito in 5 punti su 9 o in 3 punti su 6 esaminati. Anche la perdita di sensibilità vibratoria è ormai accertato essere uno dei fattori predittivi di ulcerazione. A paziente supino e a occhi chiusi viene applicato l’ultrabiotesionmetro alla base dell’alluce (Figure 4) e in corrispondenza del malleolo esterno. Aumentando gradualmente il livello dell’intensità vibratoria, che viene misurata in volt, il paziente avverte la soglia di percezione vibratoria. È consigliabile provare lo strumento prima sul palmo della mano e successivamente all’arto inferiore ed è raccomandato ripetere tre volte la prova prendendo la media delle misurazioni come valore definitivo. Figure 2 La ragione dell’implementazione di strategie di prevenzione del piede diabetico risiede nel fatto che proprio la neuropatia periferica è considerato il principale fattore di rischio per la comparsa di lesioni ulcerative. Infatti i pazienti divengono consapevoli della loro condizione a rischio di amputazione solo dopo la comparsa di un’ulcera. Pertanto è bene attuare sistemi di identificazione dei soggetti più a rischio attraverso screening del piede con tecniche sensibili e non invasive proprio per riconoscere quei pazienti che necessitano di interventi educazionali, ortesici e trattamenti podologici. Figure 4 Screening del piede diabetico Tra i metodi che vengono maggiormente utilizzati, il monofilamento (Semmes-Weinstein) è uno tra i più diffusi. L’applicazione del monofilamento da 10 gr perpendicolarmente alla superficie cutanea (Figura 3) in corrispondenza delle teste meta- Valutazione della sensibilità termica mediante Termoskin® Figura 3 Valutazione della sensibilità discriminatoria 31 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 32 medicina paziente deve essere seguito da una struttura specialistica, in grado di eseguire uno studio angiografico e se necessario una rivariscolarizzazione endoluminale (angioplastica o aterectomia) o un intervento chirurgico di by-pass. Una corretta strategia preventiva potrebbe essere l’utilizzo del glucotest presso gli studi podologici, su pazienti che non sanno di essere affetti da diabete, ed indirizzarli precocemente al medico di famiglia e quindi al diabetologo. Un’altra delle importanti tecniche di identificazione del rischio di ulcerazione del piede è la misurazione delle pressioni plantari. Questo viene generalmente attuato attraverso strumenti quali il baropodemetro elettronico, in grado di misurare la pressione esercitata nei singoli punti del piede sia in statica che in dinamica (Figure 6). Figure 5 Valori di sensibilità vibratoria >25 V identificano soggetti ad alto rischio di ulcerazione. In alternativa può essere usato un diapason da 128 Hz graduato. La valutazione ambulatoriale del paziente diabetico permette anche di individuare i soggetti affetti da una vasculopatia periferica attraverso la ricerca dei sintomi (claudicatio, dolore a riposo) e dei segni (arti freddi, marezzature della cute etc.) e di ischemia, attraverso la valutazione dei polsi periferici. I pazienti sottoposti a procedure di screening vascolare meritano un approfondimento strumentale semplice che è la valutazione dell’Ankle Brachial Index (ABI) o Indice Gamba/Braccio. L’ABI è un indice facilmente ottenibile utilizzando una sonda doppler periferica per misurare la pressione a livello della caviglia (Figure 5). Si registra la pressione sistolica alla caviglia e si divide per il valore della pressione sistolica all’arto superiore. Quando l’ABI ha un valore superiore a 0.9 si possono escludere problemi di arteriopatia. Se ha un valore elevato, es. superiore a 1.3, ci troviamo in presenza di calcificazioni della parete vasale che rendono l’ABI inaffidabile per la valutazione dell’ischemia periferica. Quando l’ABI è compreso tra 0.9 e 0.5 siamo di fronte verosimilmente ad una arteriopatia, che richiede un intervento più aggressivo sui fattori di rischio ed una rivalutazione dell’indice a distanza di un anno. Un ABI inferiore a 0.5, è indicativo della presenza di una arteriopatia. In questo caso il Figure 6 Stratificazione del rischio Per poter effettuare una prevenzione è necessario identificare il paziente a rischio e definire le competenze e i ruoli degli operatori sanitari, in quest’opera di prevenzione. Una volta identificato il paziente a rischio è necessario classificarlo (Tabella 1), ed allo scopo vengono seguite le indicazioni proposta nelle linee guida, con piccole varianti per quello che riguarda la frequenza del controllo. 32 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:38 Pagina 33 medicina Tabella 1 classe 0 1 2 3 descrizione rischio Assenza di rischio. Neuropatia sensitiva assente, vasculopatia assente, deformità assenti, ipercarichi assenti frequenza check-up Una volta l’anno Rischio medio. Neuropatia sensitiva o motoria, leggere deformità, alterazioni biomeccaniche, alterato appoggio Una volta ogni 6 mesi Rischio elevato. Neuropatia sensitiva e segni di vasculopatia periferica e deformità del piede, ipercarichi pressori e presenza di cheratosi Ogni 3 mesi Rischio altissimo. Pregressa ulcera, piedi di Charcot, severe deformità digitali, neuropatia sensitivo motoria, vasculopatia, deformità strutturali severe ipercheratosi, severe alterazioni biomeccaniche Studio osservazionale Un studio osservazionale prospettico è stato condotto nell’arco di un anno su un campione di 60 pazienti diabetici afferenti all’Istituto Podologico Italiano. A tutti quei pazienti che riferivano di avere una storia familiare di diabete o che non si sottoponevano a controlli periodici di routine per controllare il proprio stato di salute, venivano effettuati test casuali della glicemia. Inoltre, su quei pazienti che già riferivano di una storia naturale di diabete, venivano effettuati screening del piede per monitorare lo stato neurologico e vascolare ed informare il proprio medico di famiglia o il diabetologo presso il quale è in cura, dello stato di salute in cui si trovava. 1-3 mesi Un esame obiettivo così articolato dà la possibilità al podologo di pianificare ed elaborare con il paziente, il MMG ed il diabetologo, un iter terapeutico, che può prevedere, a seconda dei casi, un trattamento sanitario (medicazioni delle lesioni), l’educazione del paziente; l’ausilio di ortesi plantari e/o digitali; semplici controlli periodici (a seconda della classe di rischio del paziente); l’indicazione della calzatura più idonea. Sicuramente, poi, vanno educati i pazienti, ma anche i familiari, e gli operatori sanitari. È importante, quindi, dare un ruolo nella prevenzione al podologo il quale, se opportunamente istruito, può contribuire fattivamente sia alla fase istruttiva che a quella educativa. Educazione del paziente diabetico Alcune semplici norme da far seguire al paziente diabetico per la cura dei suoi piedi sono: - Ispezionare i piedi ogni giorno anche con l’aiuto di uno specchio - Controllare la temperatura dell’acqua - Asciugare sempre bene i piedi soprattutto anche tra le dita - Non usare mai oggetti taglienti o caustici su callosità, e non usare mai forbici per tagliare le unghie - Usare sempre scarpe adatte al tuo piede con tomaia alta, tacco basso pianta larga e senza cuciture all’interno - Non camminare mai scalzi La riduzione delle amputazioni Una strategia che preveda il ruolo del podologo come sopra descritto persegue l’obiettivo di una notevole riduzione delle amputazioni. Infatti fin dal 1989 la Dichiarazione di St. Vincent indicava tra gli obiettivi da conseguire una riduzione del 50% delle amputazioni. Purtroppo in Italia sono addirittura in aumento a dimostrazione dell’esigenza di individuare altre, più utili, strategie di prevenzione e cura. Nello studio si è osservato quanto segue: - 60 pazienti (29 maschi e 31 donne) affetti da diabete mellito tipo 2 o tipo 1 da oltre 5 anni sono stati selezionati per effettuare uno screening del piede che comprendeva: - 1. Misurazione della glicemia casuale - 2. Test della sensibilità al monofilamento - 3. Test della sensibilità dolorifica e discriminatoria - 4. Test della sensibilità vibratoria - 5. Test della sensibilità termica - 6. Palpazione dei polsi periferici e misurazione dell’ABI - 7. Riflessi osteotendinei - 8. Acquisizione dell’ultima emoglobina glicosilata - L’età media dei pazienti era di 67 anni con una prevalenza di diabete mellito di tipo 2. - La durata della malattia era mediamente di circa 17 anni. La terapia predominante era con ipoglicemizzanti orali. - La glicemia casuale riportava mediamente valori di oltre i 220 mg/ml; in particolar modo su 5 pz si è rilevata una glicemia di oltre 300 mg/ml con punta massima di 590 mg/ml. - In 19 pazienti era ridotta o assente la sensibilità pressoria; discriminatoria, vibratoria e termica; - I polsi arteriosi erano impercettibili su 10 pazienti, i quali registravano anche un’ABI inferiore a 0,9; - La media registrata dell’Hb1Ac è stata del 7.5% con punta massima del 12% e punta minima del 5,1; - 8 pazienti (13,5%) erano stati inseriti in classe di rischio 3; 15 pazienti (24.5%) inseriti in classe di rischio 2; 20 pz (33%) in classe di rischio 1; i restanti 17 pz (29%) in classe di rischio 0. Al termine dello screening veniva rilasciata al paziente una lettera (Figura 7) di raccomandazione da presentare al proprio medico di famiglia o diabetologo presso il quale è in cura, con tutti i dati relativi allo screening, all’anamnesi e all’EO effettuato. Inoltre, in base alla classe di rischio di appartenenza, veniva data l’indicazione di ripetere lo screening tra tre, sei, dodici mesi. 33 ilPodologoinmedicina 155genfeb09 ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:39 Pagina 34 medicina Bibliografia - ANDREW J.M. BOULTON, RAYAZ A. MALIK, JOSEPH C. AREZZO, JAY M. SOSENKO, “Diabetic Neuropathies. A statement by the American Diabetes Association”. Diabetes care, vol. 28, n. 4, Aprile 2005. - ANTONIO GISMONDI, MARIO GIANCURSIO, MARIA MASI, Il piede diabetico. Approccio chirurgico, iperbarico e ortesico. 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È indispensabile una corretta valutazione dei fattori di rischio di lesione, ma è anche necessario fornire al paziente quelle conoscenze che gli permettono di partecipare attivamente alla gestione del suo problema (educazione terapeutica). È stato dimostrato chiaramente che la creazione di un gruppo multidisciplinare per la cura del piede si accompagna ad una successiva riduzione dei tassi delle amputazioni. Inoltre la costante sinergia tra figure sanitarie diverse (MMG, diabetologo, podologo ed altri) tiene sotto controllo lo stato di salute del paziente diabetico. Occorre poi ricordare un aspetto certamente non secondario: attualmente il paziente dimesso dall’ospedale che abbia subito una amputazione minima (ad es. un dito del piede), non sa a chi affidarsi per evitare recidive ed altre amputazioni. Sarebbe quindi auspicabile che anche il medico, durante la visita diabetologica oltre ai controlli di routine, indicasse ai pazienti le visite di controllo podologiche necessarie per monitorare lesioni pericolose esistenti o pregresse e per scongiurarne di nuove. Si deve, in definitiva, tener conto che il podologo è il professionista sanitario che, oltre a intervenire direttamente sulle lesioni del piede, è in grado di fornire adeguate informazioni al medico di base e/o allo specialista, nonché di raccordarsi con essi nella gestione del paziente. ■ 34 155genfeb09 ilPodologoinmedicina ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:39 Pagina 35 C O M PA C T P R O F E S S I O N A L T S TECNOLOGIA WIRELESS STEEL PU C O M PA C T P R O F E S S I O N A L ilpodologo 155:ilpodologo 155 2-03-2009 14:40 Pagina 36