Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare IMPIANTO DI SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI MEDIANTE OPERAZIONI DI DEPOSITO PRELIMINARE ALL'INTERNO DI UN CAPANNONE UBICATO IN VIA DEL MARZOCCO N.7, IN PROSSIMITÀ DEL VARCO PORTUALE VALESSINI, A LIVORNO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE Ai fini della procedura di Verifica di assoggettabilità ai sensi dell’art. 48 della L.R. Toscana n. 10/2010 1. Presentazione del progetto e finalità dello studio preliminare ambientale 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 Premessa Dati identificativi dell’azienda Localizzazione dell’area Inquadramento storico dell’area Motivazioni del progetto 2. Riferimenti programmatici 2.1 Vincoli territoriali ambientali 2.1.1 Aree naturali protette 2.1.2 Rete Natura 2000 2.1.3 Vincolo idrogeologico 2.1.4 Vincolo paesaggistico 2.1.5 Indicazioni dal Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico - Bacino Toscana Costa 2.1.6 Vincoli di procedure di bonifica attivate e/o di Siti di Interesse Nazionale 2.1.7 Fasce di rispetto stradale, autostradale, gasdotti, oleodotti, elettrodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari 2.2 Piano Territoriale di Coordinamento (2008) 2.3 Piano Strutturale del Comune di Livorno 2.4 Regolamento Urbanistico del Comune di Livorno 2.5 Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani 3. Descrizione dell'impianto 3.1 3.2 3.3 3.4 Descrizione dell'area di proprietà e del capannone destinato al deposito preliminare Viabilità esterna ed interna all’area portuale Area di manovra per l'accesso allo scarico Le opere previste per l'adeguamento ed il completamento dell'impianto 4. Descrizione del processo produttivo 4.1 Quantità e tipologie di rifiuti conferiti presso l’impianto 1 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 4.2 4.3 4.4 Procedura di accettazione e controllo del rifiuto in entrata all'impianto Modalità operative di scarico e messa a dimora del petcoke Identificazione e qualifica del personale addetto all'impianto 5. Descrizione delle componenti ambientali 5.1 5.2 5.2.1 5.2.2 5.3 5.4 5.4.1 5.4.2 5.5 5.5.1 5.5.2 5.5.3 5.5.4 5.6 5.7 5.7.1 Sensibilità ambientale delle zone geografiche che risentono degli impatti Atmosfera Inquadramento meteoclimatico Qualità dell’aria nel Comune di Livorno Il contesto acustico Ambiente idrico Stato delle Acque superficiali, Assetto idraulico e descrizione dei corpi idrici superficiali Stato delle Acque sotterranee Suolo e sottosuolo Geologia di superficie Aspetti geomorfologici e geolitologici Elementi macro-sismici Pericolosità e fattibilità geomorfologica ed idraulica Vegetazione, Flora e fauna Paesaggio Sintesi della valutazione sulla componente ecologico-ambientale naturalistica (morfologia, naturalità, tutela) Sintesi della valutazione sulla Componente Storico-insediativa, architettonica e culturale (uso del suolo, valori storico-testimoniali) Sintesi della valutazione sulla Componente Estetica e visuale-percettiva (panoramicità, singolarità, detrattori) 5.7.2 5.7.3 6. Analisi degli impatti ambientali 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6 6.7 6.8 6.9 6.10 6.11 6.12 6.12 6.13 Griglia sulle caratteristiche degli impatti Emissioni diffuse in atmosfera Impatto viabilistico Impatto odorigeno Impatto acustico Approvvigionamento idrico Gestione delle Acque Meteoriche Dilavanti Consumi energetici Produzione dei rifiuti Fabbisogno materie prime Vibrazioni e Radiazioni Utilizzo materiali pericolosi Rischio incidente rilevante Impatti sull'ambiente naturale 2 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 6.14 Impatti sul Paesaggio 7. Misure per la migliore mitigazione possibile degli impatti, tenendo conto anche della sostenibilità economico-finanziaria per l’attivitàesistente. 7.1 7.2 7.3 Emissioni diffuse in atmosfera Impatto Viabilistico Attività di monitoraggio 8. Valutazioni finali e conclusioni sintetiche Elenco Allegati 1) Copia contratto tra Locatrice Intercontainers Livorno srl e Locatario Terminal Calata Orlando srl; Copia contratto tra Committente SACCI spa e Prestatore d'opera Terminal Calata Orlando srl. 2) Copia dell'Atto del 04 ottobre 2013 con cui l'Autorità Giudiziaria di Taranto ha autorizzato il trasferimento del petcoke presso l'area denominata Intercontainers. 3) Copia della documentazione che comprova la natura del rifiuto in oggetto e la relativa attribuzione del CER. 4) Certificazione urbanistica dell'area in studio - Comune di Livorno. 5) Documentazione fotografica relativa al sito destinato al Deposito preliminare del rifiuto. 6) Copia conforme del dettaglio progettuale dell'impianto antincendio e relativa documentazione amministrativa (C.P.I.). 3 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 1. Presentazione del progetto e finalità dello studio preliminare ambientale 1.1 Premessa La Soc. Terminal Calata Orlando srl (TCO) è il Soggetto Proponente l’attività di Deposito preliminare di rifiuti speciali non pericolosi presso l'area di proprietà della Intercontainers Livorno srl, la cui ubicazione è visibile in TAV. 1. Attualmente l'area è nella disponibilità della TCO, Società quest'ultima con la quale la Gruppo SACCI spa (SACCI) ha un contratto per la gestione di una partita di rifiuti speciali non pericolosi; in Allegato 1 sono proposti in copia i documenti che comprovano gli accordi tra le Società sopramenzionate ed il conseguente titolo di disponibilità dell'area di TCO per la presentazione del Progetto e relativa richiesta di Autorizzazione alla realizzazione dell'Impianto in argomento a cui il presente studio si allega. SACCI ha oggi in custodia circa 8.500 tons di petcoke stoccato presso i propri stabilimenti oggetto di provvedimento restrittivo da parte dell'Autorità Giudiziaria di Taranto; la medesima Autorità Giudiziaria ha autorizzato il trasferimento del petcoke presso l'area denominata Intercontainers con Atto del 04 ottobre 2013, visibile in copia in Allegato 2. Il “carbone” oggetto della richiesta di Autorizzazione per il deposito preliminare è stato classificato come rifiuto speciale non pericoloso con attribuzione del relativo codice CER 050199 "rifiuti non specificati altrimenti" (in Allegato 3 è proposta la documentazione che comprova la natura del rifiuto e la relativa attribuzione del CER). Il petcoke sarà stoccato interamente all'interno del capannone di 1.550 mq su superficie in cls; il materiale sarà conferito e scaricato direttamente all'interno della struttura adibita al deposito. Il presente Studio preliminare ambientale per la Verifica dell’assoggettabilità viene predisposto ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., in quanto l’impianto in esame ricade tra quelli previsti alla lettera t dall’Allegato IV del D.Lgs. 152/2006,e dell’art. 48 della L.R. Toscana n. 10/2010, nell’ambito della Procedura per la Progetto ed Autorizzazione alla realizzazione e gestione di impianto di smaltimento rifiuti ai sensi degli Art. 208 del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.. 4 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 1.2 Dati identificativi dell’azienda Si riportano di seguito i dati identificativi della Società Gruppo TCO srl: Sede amministrativa: Via A. Cappellini 12 - 57123, Livorno Sede dell’impianto: Via del Marzocco 7, vicinanze Varco Portuale Valessini Codice Fiscale/Partita IVA: 01178380497 Zona destinazione d’uso PRG: aree per attività portuali - art. 22 NNTTA del R.U. 1.3 N. addetti: 4-5 N.C.T. di Livorno: Foglio 8 particella: 260 Localizzazione dell’area L’area in cui è previsto il progetto si colloca nel territorio comunale di Livorno, nella zona prospiciente il porto industriale, nelle vicinanze del Varco portuale Valessini, in Via del Marzocco. Il piazzale ed il relativo capannone di proprietà della Intercontainers Livorno srl si insedia nell’area destinata ad attività portuali- TAV. 2 “Corografia dell’area”-, ed ha avuto negli ultimi decenni destinazione d'uso connessa allo stoccaggio di merci di varia natura. L'area è situata nella zona portuale più prossima all'abitato di Livorno, vi si accede dalla Via S. Orlando, quindi dalla Via del Marzocco attraverso un ponte sul Canale dei Navicelli ad uso esclusivo; il perimetro del piazzale è percorso dalla Via Donegani che collega, a senso unico in uscita, il Varco Valessini alla Via del Marzocco e quindi alla viabilità principale. Altri elementi geografici toponomastici sono la Via Salvatore Orlando ed il Canale dei Navicelli a nord, la Stazione ferroviaria S. Marco e l'omonima Piazza ad est, il quartiere cittadino della Venezia, con la Fortezza Nuova a sud, infine il Porto industriale ed il Varco Valessini ad ovest. Tenendo presente la longitudine dal meridiano di Roma (Monte Mario: 12°27’08’’, 40 da Greenwitch) e di conseguenza alle coordinate geografiche Gauss-Boaga riferite all’elissoide internazionale orientato a Roma Monte Mario, il sito in questione si trova in prossimità della Latitudine 4983021,19 Nord e Longitudine 1637763,38 Est. L’area in studio si sviluppa altimetricamente con quote comprese tra 1,80 e 2,50 m s.l.m.m. a circa 500 m dalla banchina più vicina del Porto Industriale, la Darsena Pisa. L'area in studio si 5 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare situa nel sistema territoriale portuale e delle attività ed è inserito nella estrema propaggine sudorientale del Porto di Livorno. In questa parte del territorio del Comune di Livorno si concentrano le principali attività industriali e produttive (Centrale ENEL, depuratore fognario cittadino e genericamente le attività industriali connesse al porto) che costituiscono la principali fonti locali di pressione ambientale. Altra importante sorgente d’inquinamento ambientale nella zona è il traffico connesso alla viabilità secondaria di raccordo alla S.G.C. FI-PI-LI, alla Variante Aurelia ed alla Autostrada A12. 1.4 Inquadramento storico dell’area L’evoluzione storica di un’area come questa, ubicata ai margini dell'abitato del Comune di Livorno, riveste un indubbio interesse poiché le trasformazioni che sono avvenute e si sono susseguite nei tempi protostorici e storici, per la presenza dell’uomo e per le sue volontà di sviluppo, sono in stretto collegamento con la determinazione di un modello geologicoambientale attendibile e con buon margine di confidenza. La diffusione degli uomini, con la loro capacità operativa crescente, costituisce un fatto nuovo della massima importanza nella storia della superficie terrestre, anche se l’occupazione umana appare come un evento molto recente nel quadro dei tempi geologici. Le modificazioni apportate dall'uomo e quelle naturali sono determinanti negli studi geologicoambientali, tanto più ci troviamo di fronte aree costiere e di retro-costa, con un legame stretto con il mare (e quindi con le sue variazioni anche in termini di livello) che hanno mutato il loro status geomorfologico passando in continue situazioni di transizione da paludi più o meno boscose, a lagune sbarrate da complessi sistemi di barre costiere, fino ad essere state trasformate in terraferma o essere state annesse al sistema marino. In effetti, non esiste forse un ambiente più complesso da questo punto di vista di quello oggetto di questo studio, ricco di sfumature paleogeografiche, rapido nell’equilibrarsi a repentine mutazioni come quelle poste al margine di una terra salda. 6 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Epoca romana Il Porto Pisano si ubicava nella pianura di Pisa a Sud dell’Arno che era caratterizzata da ampie superfici lagunari e palustri; tutte le superfici del delta dell’Arno erano ricoperte dal mare; la costa formava una vasta insenatura poco profonda – si veda Fig. 1 -. Il Sinus Pisanus andò mano mano insabbiandosi con i detriti trascinati in mare dai vari rami dell’Arno; ciò comporterà nei secoli uno spostamento degli attracchi portuali dall’attuale San Piero a Grado sino a Livorno. La primitiva linea di costa del sinus iniziava a Nord-Est nel minuscolo insediamento di Liburnia vicino a dove sorgerà la Fortezza Nuova, per poi lambire la Torretta. La linea di costa in corrispondenza del Sinus proseguiva toccando la foce del torrentello Riseccoli (da Rivu secco, torrente secco), poco oltre la costa, aggirato il lieve promontorio dove si trova attualmente il Cimitero comunale, passava presso quella che era la foce originaria del Rio Cigna (da etrusco Cinna e dal latino Cinnius) dove poi sorgerà il borghetto di Santo Stefano ai Lupi località posto sul fronte dell’antica falesia marina (la “Gronda dei Lupi”). Epoca medioevale L’approdo di Porto Pisano in età medioevale era rappresentato da un settore più contenuto dell’antico porto d’età tardo-romana, all’interno del settore meridionale del vecchio Sinus, che si era ristretto per l’avanzamento della linea di costa. Tale porto è noto nelle documentazioni e nell’iconografia dal giugno dell’891 ed aveva come confini il mare ad occidente, il Torrente Cigna a Sud, le Colline Livornesi ad oriente ed il Torrente Ugione a Nord – si veda Fig. 2 -. Dal 904, invece, com’è ampiamente noto, si ha la prima notizia documentaria di Liburnia in quel secolo dominata dalla solitaria torre d’avvistamento a base quadrata presso l’omonima cala: da questo piccolo insediamento fortificato, la sponda del ridimensionato Sinus toccava ancora le località di Torretta, la foce del Torrentello Riseccoli e la località di Bastia da cui passava la via perimetrale del Porto Pisano. La sponda litoranea lambiva le località di Stagno e di Isola (toponimi che documentano l’ormai avvenuto impaludamento di tale aree dell’insenatura originaria all’estuario del Paleo-Serchio, costituendo ampie lagune litoranee), toccava la località di Stagnolo a valle dell’Ugione (Lugione), rasentava ad occidente la località di Struffolo (toponimo derivante da “stuffo”, brandello, lacerto di terreno, isola ancora coltivabile) a confine con le paludi dell’Altura, la foce 7 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare vecchia del Calambrone ed il Tombolo litoraneo settentrionale. Assai più a Nord l’Arno si gettava in mare dopo aver descritto ampie anse (di Barbacina, di Vettola e di San Rossore); il porto vecchio di Grado risultava oramai completamente interrato. Il duecento: l’epoca delle grandi torri I sedimenti portati dall’Arno e l’avanzamento progressivo della costa lunense-pisana avevano fatto sì che nel XII-XIII secolo anche il tratto fra l’Arno ed il Calambrone si fosse notevolmente spostato verso Occidente,nel contempo il porto interno più prossimo a Liburnum non sembrò più sufficiente – si veda Fig. 3-. Tra il 1156 ed il 1157 fu eretta la Torre della Meloria presso le omonime secche, all’imbocco del porto erano state costruite almeno quattro o cinque torri dai Pisani che controllavano l’accesso, protetto da palizzate: un vero e proprio porto artificiale, come appariva duecento anni dopo al Petrarca. Nell’agosto del 1165 venne costruito un grande edificio ad uso dei marinai, fu scavato un pozzo vicino ad esso e furono poste le catene tra le due torri del Magnale (le cosiddette Catene di Bocca di Porto). Fu quindi edificata a Nord-Ovest delle precedenti la policroma Torre Rossa (Turris Rubra, in mattoni) con probabili funzioni di faro del porto. Infine non distante dalle precedenti, venne innalzata la più grande ed imponente Torre Magna o Magnana o di Magnale (Turris Magnalis). Di tale torre si conservano gli ultimi resti poco all'interno del Varco Valessini, in direzione nord. Tra il Duecento ed il Trecento Assistiamo ad un momento storico piuttosto lungo in cui la potenza pisana aveva attirato inevitabilmente le ire della Repubblica marinara di Genova, che coinvolse l’area in esame in vari atti bellici. Ciò porterà alla distruzione talvolta reiteratamente delle costruzioni erette nel tempo. L’insenatura portuale (dove attraccavano ancora numerose imbarcazioni) si insabbiò sempre di più, determinando il suo sostanziale abbandono alla fine del trecento mentre veniva potenziato lo scalo di Liburnia dove era stata già eretta la torre del Fanale dal 1303. 8 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Proprio presso Livorno (borghetto allora protetto da un modesto steccato ligneo) restavano alla fonda le navi più grandi, poi parzialmente scaricate delle merci mediante barche più piccole per poter entrare nelle acque più basse del porto passando “tra le due torri”. Sul finire del Medioevo la linea di costa a monte di Livorno passava a circa tre chilometri più ad oriente rispetto a quella odierna, essendo avanzata la terraferma di circa altrettanti chilometri rispetto all’età tardo-antica; Pisa allora distava allora dal Porto circa sette chilometri e mezzo. Il limite settentrionale del seno del Porto si trovava ad Ovest della Località Stagno (il “Padule”, ovvero laguna interna) coincidendo con la foce del Calambrone stesso dove a Nord si era formato un lungo tombolo. L’epoca dell’Umanesimo Fin dal 1439, è documentato un interesse crescente per il Porto Pisano da parte dei Fiorentini, che pare acquistarono, nel 1421, lo specchio d’acqua poco profondo posto immediatamente a Nord del piccolo abitato di Livorno. Al di sopra dei ruderi della Torre Rossa decisero di ricostruire una nuova torre, l’attuale Torre del Marzocco il cui progetto dovrebbe risalire agli ultimissimi anni del sesto decennio del Quattrocento (1457-1458) e la sua realizzazione si protrasse lentamente tra il 1466 ed il 1879. Sempre nel Quattrocento è riferibile un bassorilievo marmoreo nel quale è delineata la linea di costa definente il porto, ad iniziare dalla Gronda dei Lupi; quello che pare più reale sono la linea di costa ed una serie di tomboli in direzione di mare aperto che disegnano la superficie del porto. L’epoca del Cinquecento e del Seicento In una raffigurazione risalente intorno agli anni trenta del cinquecento – si vedano Figg. 3b e 3c-, la Torre del Marzocco è circondata da una fortificazione a pianta esagonale; lungo la costa, in corrispondenza del vecchio Porto Pisano, si nota ancora l’ampio specchio lacustre suddiviso in due principali bacini acquitrinosi uniti da vari canali detti Lo Stagno (toponimo ancora esistente lungo l’attuale corso del Calambrone – Scolmatore d’Arno) e l’Altura. Quest’ultima, in corrispondenza dell’attuale Canale Industriale, era allora collegata al mare aperto mediante la foce o Bocche di Stagno (ubicate all’incirca nel tratto compreso tra l’attuale Canale Industriale e l’odierna Darsena Ammiraglio Inghirami). 9 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Immediatamente a Nord dell’Altura e della vecchia foce o Bocca del Calambrone si estendevano i tomboli (da tumulus, duna) litoranei, mentre a Sud di essa, aldilà della vecchia foce del torrente Ugione, presso la Bocca dello Stagnolo (torrentello che originariamente, dopo aver lambito i costoni di santo Stefano ai Lupi, proseguiva con percorso rettilineo verso il mare), si incontravano i Mulini della Bastia nei pressi del Fosso dei Riseccoli (che ricalcava l’attuale Via Palestro). Nella pianta del Morozzi è ricostruita anche la linea di costa del 1694, tutte le Torri si trovano ancora in mare aperto – si veda Fig. 4 -. Non si registrano modificazioni sostanziali fino alla fine del cinquecento, escluso il costante impaludamento del vecchio Porto Pisano e l’avanzamento inesorabile della linea di costa, parallelamente alla quale (almeno nel tratto prossimo alla città labronica) per volontà di Cosimo I, tra il 1570 ed il 1580 fu aperto il Canale dei Navicelli da Livorno a Pisa (lungo 22 chilometri), canale già previsto nel 1543, riprendendo il vecchio progetto risalente alla prima metà del Quattrocento. Oltre che a favorire gli scambi commerciali ed il transito delle merci, il canale con le sue cateratte, doveva contribuire alla bonifica di quelle paludi prossime alla città. Alla fine del Seicento la crisi del modello urbanistico di Livorno aveva ormai condotto al suo ampliamento e ad una generale ristrutturazione delle fortificazioni poste a Nord-Ovest della città. Il Canale dei Navicelli su spostato verso Est, fu incanalato il nuovo Fosso delle Chiatte collegato al canale dei Navicelli nei pressi del rivellino di san marco e uscente nei portacci, ciò che rimaneva del vecchio porto pisano, corrispondente alla zona in cui ricade oggi l'area in studio. L’epoca del Settecento e dell’Ottocento In una veduta a volo d’uccello di Livorno eseguita nel 1708 è visibile per la prima volta in primo piano l’isola con il piccolo forte che circondava la Torre del Marzocco completata. Planimetricamente è documentato invece, nella pianta della città labronica di Alberto Carlo Seutter del 1720 e nella “Pianta della città di Livorno con le sue vicinanze e nomi dei padroni delle case di campagna” del 1740 circa una dettagliata descrizione delle campagne subito a Nord della città a cui seguì un dettagliato rilevamento del forte eseguito da Odoardo Warren nel 1748 – si veda Fig. 5 -. 10 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare A partire dalla seconda metà del Cinquecento fino allora, infatti, l’avanzamento della costa era stato di circa 400 metri, da non molto tempo si era formata una stretta penisola o tombolo e la costa (riunendo alcuni precedenti isolotti), che lambiva la vecchia Torre Magna e inglobava le Torracce. Tale penisoletta creava una sorta di golfo stretto o fiordo che aveva preso il nome di Portacci sin dal secolo precedente, in quanto tale specchio d’acqua, costituiva un settore del vecchio Porto Pisano, corrispondente in parte al quattro-cinquecentesco acquitrino (marazzo) dell’Altura. Per effettuare la bonifica della zona si diede vita ad una “Compagnia Impresaria” preposta alle bonifiche, costituita dai proprietari (una specie di consorzio). I grandi lavori vennero coordinati e seguiti in loco dal Sottoprovveditore alle Fortificazioni di Livorno, il Tenente Giovanni Masini, che nell’aprile 1751 sovrintendeva al “travaglio che và facendosi a queste Torracce (del vecchio Porto Pisano) per l’escavazione delle alighe (= alghe, in realtà posidonie) putrefatte”si veda Fig. 6 - . Infatti vennero eseguiti alcuni lavori per l’escavazione (veri e propri dragaggi) delle posidonie putrefatte per il prolungamento del Fosso delle Chiatte e per il prosciugamento e la ricolmatura del terreno dello Stagnetto. Nella relativa pianta - si veda Fig. 6 - si notano assai bene i Portacci e, tra il Fosso delle Chiatte ed il Canale dè Navicelli, i terreni acquistati con le ricolmature. Ad avvenuta bonifica, nel rilievo del Piano di Livorno del Morozzi pubblicato dal Targioni Tozzetti, la linea di costa passava allora a ridosso della Torre del Magnale; uno stretto canale la separava dall’isolotto delle Torracce, mentre l’isola del Marzocco era ancora sensibilmente distante in mare. Intorno al 1802, la laguna interna dei Portacci era ridotta ad uno specchio palustre contrattosi sensibilmente rispetto alla metà del Settecento. La penisola si era avvicinata alla linea di costa cosicché l’imbocco alla laguna era divenuto uno stretto canale, superato da un ponte in corrispondenza della strada detta del Marzocco che lambiva le Torrette e la Torre del Magnale. La Torre del Marzocco era ancora isolata nel mare, seppure a breve distanza dalla costa Nel 1823 tutta la zona compresa tra la Strada Regia Pisana e la Via Vecchia del Porto Pisano (allora detta Via del Campo Santo Nuovo) risulta completamente bonificata (segno che le attività di colmatazione proseguirono negli anni ed in maniera sistematica) mediante una trama fitta di 11 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare canali attraversata da Sud-Ovest a Nord-Est, dalla Via detta Erbosa (attuale Via Marco Mastacchi). Nel 1830 viene pubblicata la prima vera e propria Carta Geometrica della Toscana da parte di Giovanni Inghirami – si veda carta riprodotta in Fig. 7 -. Dalla sua analisi si riesce a percepire con una buona precisione la linea di costa; verso mare sono rappresentate delle quote di profondità (isobate): davanti alla Torre del Marzocco che si ritrova ancora circondata dal mare si trovano profondità comprese tra i 3,50 ed i 5,50 m..; tra la sinistra idraulica del Calambrone e la destra idraulica del Torrente Lugione (Ugione) si rintraccia una scacchiera di reticoli drenanti tipici delle azioni di bonifica dei terreni acquitrinosi (più o meno simili a quelli rappresentati nella stampa storica del 1751 in Fig. 6). Intorno al 1840 – si veda Fig. 8 - si hanno testimonianze di un processo momentaneamente inverso delle dinamiche del mare che aveva eroso nuovamente la porzione di costa corrispondente alla penisoletta formata nel Settecento. A Nord ed a Est, il terreno compreso tra i residui dei marazzi lungo costa, dell’Altura, dello Stagnolo ed il Fosso delle Chiatte, risultava ormai bonificato mediante un canale longitudinale (in parte ricalcato dall’odierno Canale dei Navicelli) e da una serie di sette canali trasversali (in corrispondenza dell’attuale Bacino di evoluzione del Porto Industriale e la darsena Ammiraglio Inghirami). Nel 1849 in una veduta dal Fanale di Livorno eseguita dal Guesdon il Forte del Marzocco e la Torre risultano ormai collegati alla terraferma mediante una lingua di terra che va a saldarsi alla spiaggia in corrispondenza della Torre del Magnale. Questo sottile arenile è visibile anche in varie raffigurazioni datate 1850 e nel rilievo eseguito in periodo post unitario dal Corpo dei Bersaglieri (1867-1869). Dopo vari progetti dell’uomo, la Natura aveva realizzato da sé l’unione dell’isoletta alla terraferma. – si veda Fig. 9 -. L’epoca del Novecento In un cartoncino di variazione catastale del 1906 risulta che la costa era allora avanzata ulteriormente riducendo sensibilmente la lunghezza della penisoletta che collegava il Marzocco, in un ulteriore cartoncino di variazione datato 1909 la linea di costa sembra aver subito un altro sia pur modesto cambiamento, significativo se viene commisurato in soli tre anni. 12 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare L’ambiente della zona in studio conservava ancora una sua naturalità, con attività dedicate alla pesca ed al mare. Proprio a Nord del Marzocco furono impiantati alcuni bagni estivi su palafitte (come il bagno Olimpia o i Bagni Arenosi), sorti appunto sul terreno arenoso che si era formato nell’ultimo mezzo secolo. Agli inizi del Novecento, per adeguarsi alle nuove esigenze nazionali fu ipotizzato un ampliamento del Porto di Livorno e furono elaborati cinque progetti. Con Decreto Luogotenenziale del 26 gennaio 1919, n. 85 fu costituito l’Ente Autonomo Porto preposto alla risistemazione ed all’ampliamento del porto sulla scia euforica della vittoria bellica – si veda Fig. 10 -. Con un Regio Decreto Legge n. 2395 del 22 dicembre 1927 venivano stabilite le norme per il ripristino dei porti franchi compreso Livorno. Il progetto del grande porto prevedeva la creazione di un ampio bacino (Bacino Santo Stefano) con una darsena Sud-orientale (Darsena Pisa) da realizzarsi nei pressi di un’area strappata al mare, a ridosso degli edifici ferroviari dove si trovavano le antiche Torracce, e di una seconda e più piccola darsena Nord-occidentale (Darsena Petroli), vicino ad una diga che iniziava nei pressi del Forte del Marzocco. Da qui il nuovo canale di accesso al porto interno, scavando il terreno tra il Marzocco e i ruderi della Torre Magnale e tagliando, di conseguenza, la via del Marzocco, immetteva nel bacino di evoluzione, che veniva a spezzare la continuità del canale dei Navicelli. Da tale bacino si aveva accesso alla Darsena n. 1 (attuale Darsena Ammiraglio Inghirami), mentre il Canale Industriale proseguiva aldilà del bacino, verso Nord-Est, secando il canale delle Chiatte ed innestandosi nel suo percorso. Anche la vecchia Via per Collesalvetti veniva ad essere recisa in due monconi dal nuovo canale (odierne Vie Salvatore Orlando e Via Leonardo Da Vinci). Il torrentello Ugione infine, doveva essere deviato per sboccare nella piccola omonima darsena che si apriva lungo il canale. Tutto ciò verrà realizzato entro la fine degli anni Trenta e questi lavori ingenti altereranno profondamente l’ecosistema palustre delle aree attorno al vecchio Porto Pisano, ma soprattutto snatureranno il sedimentato contesto ambientale del Forte del Marzocco che si trovò ad essere inglobato lungo la banchina Nord-occidentale del Canale Industriale – si veda Fig. 11 -. 13 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare La situazione cartografica intorno al 1890 restituita nel 1939 – si veda Fig. 12 – restituisce una situazione con la Torre del Marzocco ormai definitivamente posta in terraferma con la presenza del canale dei Navicelli nella posizione attuale della Darsena Toscana, mentre appare già tracciato il Canale industriale e la Darsena Inghirami. In pochi anni di ricostruzione il Porto di Livorno diviene il maggior porto dell’Italia centrale; nell’ottobre del 1939 il regime fascista, con una solenne ed altrettanto retorica manifestazione, inaugurava il Porto Nuovo insieme al quartiere generale della Genepesca. Lo scoppio della guerra nel 1940 fermò i lavori di completamento delle attrezzature meccaniche e l’ulteriore espansione prevista dell’area portuale verso la foce del Calambrone. Dopo la conclusione della guerra gli Alleati avevano già previsto ed eseguito solamente i lavori di riattamento in funzione al traffico bellico; solo nel 1946 il Porto fu gradualmente reso all’Amministrazione Italiana in condizioni disastrose. Il Piano Regolatore del Porto di Livorno fu elaborato dal Genio Civile nel 1949 ed approvato il 21 gennaio 1953, da allora si sono succeduti numerosi interventi di ricostruzione e di ampliamento. In un periodo compreso tra il 1950 ed il 1955 la situazione dell’area in esame si presentava come ben evidenziato nella cartografia alla scala 1.25.000 in Fig. 24 in cui si evidenzia, specialmente nella parte più occidentale dell’area in esame ancora una partitura da coltivo (anche specializzato con il segno della vite) con buonissime gerarchie di canali, fossi scolatori e capi-fossi alla maniera delle centuriazioni. Solo nel 1973 fu approvata una variante al Piano concernente l’ampliamento del Canale dei Navicelli a monte del Marzocco per realizzare la Darsena Toscana. I lavori alla sponda occidentale, prossima al forte, iniziarono nel 1976, in seguito furono costruiti la strada ed i nuovi piazzali immediatamente confinanti (a Nord) con il forte stesso, cancellando così l’ultimo settore sopravvissuto della linea di costa nell’intorno del Marzocco, come si era andata configurando nel corso dell’Ottocento. Dall’osservazione della situazione planimetrica dell’anno 1968 e del 1994 bisogna evidenziare una linea di riva 1968 che dallo Scolmatore d’Arno chiudeva alla Torre del Marzocco, in vicinanza dei moli per le gasiere; attraverso i lavori di ampliamento del Canale Industriale, si è iniziato un avanzamento della linea di riva che di fatto, facendo punto circa 500 m. più a Sud 14 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare della foce dello Scolmatore d’Arno ha spostato di circa 25° verso Ovest la linea di riva precedente fino a raccordarsi con i moli delle gasiere. Difatti in aree come questa in studio che sono state sempre oggetto di intense attività industriali ed in cui si sono succeduti nel tempo imponenti lavori per l’espansione delle aree a terra verso mare, ci sembra interessante dettagliare per quanto possibile, anche in virtù della costruzione di un modello geologico-ambientale, livelli che in genere nella geologia rivestono un’importanza relativa (livelli antropici), soprattutto se, come ci è stato richiesto, questo assume importanza per una caratterizzazione litostratigrafia dei livelli. Nella Cartografia Regionale Tecnica alla scala 1:25.000 del 1990 - si veda Fig. 25 – l’area del SIN appare intensamente utilizzata sia a livello industriale che portuale; l’area occupata dalla ENI sembra ancora agricola, ma ciò è dovuto alla protezione apposta all’area per ragioni di sicurezza. 15 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 2. Riferimenti programmatici 2.1 Vincoli territoriali ambientali 2.1.1 Aree naturali protette Parchi Nazionali Nel Comune di Livorno non sono presenti Parchi Nazionali. Parchi Naturali Regionali e Interregionali Nel Comune di Livorno non sono presenti Parchi Regionali e Interregionali. Parchi Naturali Provinciali e ANPIL Parco provinciale delle Colline Livornesi Con Deliberazione di Consiglio provinciale n. 85 del 28 aprile 2004 è stato adottato il Piano del Parco dei Monti Livornesi; con successiva Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 61 del 11 marzo 2005 sono state approvate le osservazioni al Piano. Ad oggi la Provincia di Livorno è in attesa delle deduzioni conclusive della Regione Toscana. Dall’analisi della cartografia allegata al Piano l’area in esame non ricade in aree facenti parte del Parco dei Monti Livornesi”. Aree Naturali Protette di Interesse Locale (ANPIL) Con Delibera n. 15 del 18 gennaio 1999 l’Amministrazione comunale di Livorno, ai sensi dell’art. 19 comma 2° della L.R. 49/95 “ Aree naturali protette di interesse locale”, ha proposto la perimetrazione delle aree protette. Con Delibera del Consiglio n. 936 del 19 febbraio 1999, la Provincia ha recepito le proposte dell’Amministrazione comunale. L’area non ricade in A.N.P.I.L. (area naturale protezione di interesse locale). 2.1.2 Rete Natura 2000 Il sito in esame non ricade in S.I.C. Siti di Interesse comunitario (DIR 92/43/CEE proposti), in Z.P.S. (Zone a protezione speciale proposte (DIR 79/409/CEE- designate) nè in Zone a protezione speciale proposte anche come siti di interesse comunitario. Dall’esame delle ultime perimetrazioni della Regione Toscana risulta che nell’area in esame non sono presenti siti della Rete Natura 2000. 16 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 2.1.3 Vincolo idrogeologico Il sito in argomento non è soggetto al Vincolo Idrogeologico ai sensi della LR 39 del 2000, né risulta in area boscata pertanto non risulta necessario procedere alla richiesta per l’ottenimento dell’autorizzazione ai fini forestali prima di iniziare l’esecuzione dei lavori previsti dal progetto. 2.1.4 Vincolo paesaggistico L’area in esame non è sottoposta ad ex Vincolo paesistico “Galasso” L. 431/85 lett. C “Fascia fluviale” ora sostituito dal D.Leg.vo 42/04 ”T.U. delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali” e non è inclusa tra i "Territori costieri" soggetti a quanto disposto dall'art. 142, comma a, del D.Leg.vo 42/04 ”T.U. delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali” (si rimanda a quanto riferito nei Capitoli seguenti su PIT e PTC). 2.1.5 Indicazioni dal Piano stralcio dell’Assetto Idrogeologico - Bacino Toscana Costa L’area non ricade in aree a Pericolosità idraulica Elevata o Molto Elevata individuate dal Piano Strutturale o dal Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino Toscana Costa. 2.1.6 Vincoli di procedure di bonifica avviate e/o di Siti di Interesse nazionale Il sito in esame non ricade all'interno del Sito di Interesse Nazionale di Livorno. 2.1.7 Fasce di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, elettrodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari L’area in esame si pone al di fuori di ogni fascia di rispetto elencata nel sottotitolo. L’area in esame inoltre non ricade: In aree interessate da fenomeni quali faglie attive, aree a rischio sismico di 1° Categoria così come classificate dalla Legge 2 febbraio 1974, n. 64 e successivi provvedimenti; In corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale; In aree dove i processi geologici superficiali quali l’erosione accelerata, le frane, l’instabilità dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l’integrità della discarica; 17 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare In aree esondabili, instabili e alluvionabili; deve, al riguardo essere presa come riferimento la piena con Tempo di ritorno pari a 200 anni. 2.2 Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) La zona dell'abitato di Livorno ricade nei Sistemi territoriali del PIT nell'ambito "Toscana della Costa e dell’Arcipelago" e quella specificatamente in studio nella "Zona portuale con aree di deposito e stoccaggio merci". Ci sembra interessante citare quanto disposto dall’articolo 29 della Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana in cui si definisce, tra le infrastrutture di interesse unitario regionale quale invariante strutturale dello Statuto, i porti e tra questi quello di Livorno ovviamente. Il PIT individua il master plan dei porti toscani quale specifico atto di programmazione del sistema portuale (...) con i seguenti obiettivi operativi: a) definire il ruolo dei porti toscani secondo una gerarchia che individua i diversi elementi della rete e i relativi livelli di interesse; b) fornire uno scenario di riferimento per il sistema dei porti; c) fornire una analisi di contesto del sistema portuale, con particolare riferimento alla competitività dei porti commerciali, alla portualità turistica, all’accessibilità; d) definire lo stato attuale dei porti toscani commerciali e turistici e gli indirizzi per le linee di sviluppo; e) definire elementi statutari e indirizzi strategici. Il Quadro conoscitivo del Master plan dei porti toscani, alla Parte II relativa allo stato attuale e le possibili linee di sviluppo individua il Porto di Livorno, dal punto di vista dei porti commerciali toscani, quale uno dei maggiori porti italiani che ha già tutte le caratteristiche per essere il punto centrale della piattaforma logistica toscana. Nessun altro porto ha già realizzato come Livorno, dal punto di vista dello scorrimento delle merci, gli essenziali raccordi viari e ferroviari diretti con il corridoio tirrenico, con la Tav e poi le TEN. Nessun altro porto presenta i suoi spazi (ampliabili e riorganizzabili in modo sempre più efficiente), le sue diversificazioni, le sue attrezzature. Certo molto è da fare, ma senza dubbio il porto di Livorno è quello verso cui rivolgere la maggiore attenzione data la sua reale vocazione multipurpose diversamente dagli altri compresi i porti delle isole. Abbiamo illustrato come, per Livorno e i porti del nord Italia, i traffici di contenitori dovrebbero estendersi fino ai paesi del centro Europa a ridosso delle Alpi, mentre i 18 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare traffici di semirimorchi/camion su nave (SSS) potrebbero estendersi anche a quelli di TIR su treno per lunghissime percorreze. Gli stessi porti di Genova e La Spezia, tradizionali concorrenti di Livorno, non solo non possono ampliarsi altrettanto in termini di spazi ma non hanno gli stessi collegamenti diretti autostradali e ferroviari. Molto è da razionalizzare, potenziare, sviluppare, ma realmente le possibilità di Livorno sono forti. Anche i mercati di import-export italiani alle spalle di Livorno sono fra i più ampi in Italia e possono offrire merci oltre che riceverle. Esiste già un interporto che può accogliere e trattare lo sviluppo dei traffici rispetto a quelli attuali. Lo specchio acqueo del porto di Livorno si estende per 1.600.000 metri quadri, mentre la superficie terrestre è pari a 2.500.000 metri quadri, 800.000 dei quali si trovano all’interno dei varchi doganali. Il porto offre più di 11.000 metri lineari di banchine dotate di 90 accosti, con una profondità massima pari a circa -13 metri. L’area totale dei terminals copre una superficie di 1 milione di mq all’aperto e di 70.000 mq coperti. 2.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (2008) Analizzando la cartografia tematica di corredo al PTC (2008) risulta che: Nella Tavola “Sistemi territoriali” la zona in esame risulta classificata come: Sistema delle città e degli insediamenti. Nella Tavola “Sistema funzionale produttivo, turismo, commercio, industria” la zona in esame risulta nell'area del Porto di Livorno. Nella Tavola “Sistema funzionale provinciale delle Aree protette” la zona in esame risulta al di fuori di aree naturali di pregio, parchi o riserve. 2.4 Piano Strutturale del Comune di Livorno Nelle cartografie allegate alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Strutturale (TAV. 3) l’area in esame è azzonata come di seguito: Sistema Territoriale portuale e delle attività (art.23)(TAV. 3a); Sottosistema portuale 5A (art. 24)(TAV. 3b). 19 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 2.5 Regolamento Urbanistico Comune di Livorno L’impianto in oggettoper il Regolamento Urbanistico del Comune di Livorno ricade nelle aree per attività portuali - art. 22 delle Norme Tecniche di Attuazione. In Allegato 4 si propone in copia il Certificato di destinazione urbanistica dell’area in studio. 2.6 Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani Il fondamentale documento di riferimento per il progetto di cui trattasi è il Piano Regionale di gestione dei rifiuti, [secondo stralcio], relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi (DGRT n° 385/21.12.1999), in attuazione dell’art. 9, c.1 della L.R. 25/98. Ai sensi di questo riferimento normativo, il Piano regionale contiene, tra l’altro: (…) I criteri per l’individuazione, da parte delle Province, delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti. Le condizioni ed i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle norme vigenti in materia, gli impianti di gestione dei rifiuti possono essere localizzati nelle aree destinate ad insediamenti produttivi. Altro criterio suggerito dal Piano è lo svolgimento delle attività di gestione dei rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione della movimentazione dei rifiuti nonché la caratterizzazione dei prodotti recuperati ed i relativi processi di commercializzazione. Anche in relazione a questo aspetto la Soc. Gruppo Sacci spa svolgerà un ruolo coerente,avendo individuato il sito per il deposito preliminare in strettissima prossimità dell'area portuale, dove si trova attualmente il rifiuto in oggetto. 20 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 3. Descrizione dell’impianto 3.1 Descrizione dell'area di proprietà e del capannone destinato al deposito preliminare del rifiuto Area di proprietà Intercontainers Livorno srl Il Piazzale di proprietà della Soc. Intercontainers Livorno srl oggetto di studio è situato nel Comune di Livorno, nella zona prospiciente il porto industriale, nelle vicinanze del Varco portuale Valessini, in Via del Marzocco; l'area, in piena concordanza con la destinazione urbanistica, è destinata ad attività di deposito e stoccaggio merci in containers, colli e "sfusa", in relazione alla specifica natura, sia sulla superficie scoperta del piazzale sia all'interno del capannone esistente nella parte nord-orientale dell'area. La proprietà ha un’estensione complessiva di circa 19.000 mq, suddivisa in 1.550 mq di area coperta, rappresentata dal capannone in cui si prevede di svolgere l'attività di deposito preliminare del rifiuto, 420 mq di area coperta destinata ad uffici e logistica ed i restanti 17.030 mq di piazzale; la suddivisione delle aree e la disposizione delle varie strutture sono rappresentate nella planimetria proposta in TAV. 4a e nell'Allegato 5 – prospetti fotografici -. La zona di pesata si trova in corrispondenza dell’ingresso di fronte alla postazione di accettazione carichi entranti, Ufficio pesa, ed in prossimità dell’Ufficio amministrativo. La superficie complessiva dell’area in studio di 19.000 mq è suddivisa come sintetizzato nella seguente tabella: Area operativa Manovra e viabilità mezzi e deposito all'aperto Capannone per deposito al coperto mq 17.500 15.950 1.550 Area a parcheggi, uffici e servizi Parcheggio, mobilità non operativa e pesa Ufficio amministrativo, deposito e servizi mq 1.500 1.080 420 L'area è adeguatamente dotata di sistema di captazione delle acque meteoriche mediante un sistema fognario provvisto di caditoie e condotte sotterranee che garantiscono la veicolazione delle medesime al Fosso dei Navicelli; il sistema capta e smaltisce anche le acque di competenza 21 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare della copertura del capannone che vengono scaricate sul piazzale per caduta diretta, senza l'ausilio di pluviali. In TAV.4a sono evidenziati il tracciato e le componenti del sistema fognario. Il Piazzale è altresì provvisto di sistema antincendio debitamente certificato dall'Autorità competente, il Corpo dei Vigili del Fuoco; il dettaglio progettuale dell'impianto e la relativa documentazione amministrativa (C.P.I.) sono proposti in copia conforme in Allegato 6. Capannone destinato al deposito preliminare Il rilievo del capannone destinato al deposito preliminare del rifiuto speciale non pericoloso è visibile nel dettaglio in TAV. 4b; il fabbricato nel complesso si presenta in buono stato di conservazione. E' realizzato da un telaio di pilastri c.a. prefabbricati e travi in carpenteria metallica; la copertura è stata realizzata in lastre di pannelli in fibrocemento posati su carpenteria metallica. Per la realizzazione delle pareti perimetrali sono stati utilizzati pannelli verticali spessore 25 cm. Il capannone ha forma rettangolare e un'estensione complessiva di 1.550 mq. Il lato maggiore è di circa 51,0 m, quello minore circa 30,0 m. La copertura è "a capanna" in pannelli tipo "ondulina" in fibrocemento, con altezza minore al raccordo tra le falde con le pareti dei lati maggiori della struttura, pari a circa 7,60 m ed altezza massima al colmo di circa 10,20 m. Il basamento del fabbricato è in cls armato rialzato di circa 10 cm dal piazzale circostante interamente asfaltato. La struttura ha 5 portali di accesso scorrevoli, 2 sul lato settentrionale, 2 su quello meridionale ed uno su quello orientale; la luce delle aperture permette ampiamente l'accesso ai mezzi conferitori (circa 4,75 m di larghezza per 5,75 m di altezza). 3.2 Viabilità interna ed esterna all’area portuale In Allegato 5 è visibile il percorso che i mezzi seguiranno dall'area di attuale stoccaggio presso i capannoni nella disponibilità della SACCI per giungere all'area di deposito. In realtà il percorso si articola completamente all'esterno del Varco Valessini, e quindi del Porto Industriale, tuttavia un tratto del percorso si svolge su viabilità praticamente ad "uso esclusivo" di mezzi operativi e di addetti ai lavori, mentre un tratto del percorso si svolge su viabilità ad "uso ordinario", 22 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare percorsa abitualmente anche da mezzi di privati e, nel periodo estivo, anche dal transito "da" e "per" i traghetti e le navi da crociera. Di seguito saranno trattati nel dettaglio i 2 tratti del percorso distinguibili in Allegato 5 da specifica colorazione. Viabilità di ristretta pertinenza dell'area portuale Dai capannoni nella disponibilità della SACCI dove è attualmente stoccato il rifiuto oggetto del presente studio, i camion percorreranno la Via del Marzocco fino alla piazza antistante il Varco Doganale Valessini quindi imboccheranno la Via Donegani, strada a senso unico, fino alla rotatoria mediante la quale si inserisce sulla Via Donegani stessa il traffico proveniente dalla Calata Carrara e dalla Stazione Marittima (traghetti e crociere), sopratutto nella stagione primaverile ed estiva. Viabilità "ordinaria" non di stretta pertinenza dell'area portuale Dalla rotatoria di raccordo con il Varco di accesso alla Stazione Marittima i mezzi continueranno la percorrenza della Via Donegani fino alla Via Enrico Mattei che sarà percorsa in direzione nord fino alla rotatoria che consentirà l'inversione di marcia sul medesimo asse viario in direzione sud; a metà della Via Mattei in direzione sud i mezzi svolteranno a destra in Via Lugetti per immettersi in Via S. orlando quindi in Via Paleocapa per tornare infine in Via del Marzocco fino all'accesso all'area di destinazione. 3.3 Area di manovra per l'accesso allo scarico Il piazzale della Intercontainers adibito al deposito merci è di dimensioni tali da non rappresentare alcun problema per l'accesso con i mezzi conferitori al capannone adibito al deposito preliminare del petcoke; eventuali merci in stoccaggio sul piazzale saranno naturalmente disposte in modo tale da non rappresentare un impedimento alla manovra dei camion conferenti da ognuna delle 4 aperture di accesso. In TAV. 4a è individuata l'area di manovra circostante il capannone necessaria e sufficiente all'azione di manovra-accesso-scarico del rifiuto. 23 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 3.4 Le opere previste per l'adeguamento ed il completamento dell'impianto Il completamento dell'impianto consta nella realizzazione, completamento e/o ripristino delle seguenti opere connesse anche all'adeguamento del fabbricato e del piazzale circostante al Certificato di Prevenzione Incendi: 1. Capannone. E’ previsto il ripristino della porzione destra del lato meridionale del fabbricato con il ripristino del portale mancante, come visibile in Allegato 5; 2. Area di Propr. Intercontainers. E’ previsto l'accoglimento delle prescrizioni e raccomandazioni eventualmente previste nell'ambito della richiesta del CPI ai Vigili del Fuoco di Livorno, il cui progetto è proposto in copia conforme in Allegato 6. 24 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 4. Descrizione del processo produttivo Il ciclo produttivo effettuato è quello di un tipico impianto per operazioni di deposito preliminare di rifiuti propedeutiche al smaltimento, che in pratica corrisponde allo stoccaggio del rifiuto in un ambiente idoneo alla conservazione del medesimo in condizioni di massima sicurezza ambientale e generica, preventivamente al loro avvio a discarica/trattamento/incenerimento ecc. L'attività avverrà in Procedura ordinaria ai sensi dell'Art. 208 del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. e sarà svolta come previsto dall'Allegato B alla Parte IV del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. come la seguente operazione: D15 - Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14, che avverrà appunto all'interno del capannone descritto nel dettaglio nel Capitolo 3 e nell'elaborato di Progetto Preliminare in TAV. 4b. 4.1 Quantità e tipologie di rifiuti conferiti presso l’impianto Il quantitativo di rifiuto speciale non pericoloso in custodia alla SACCI ammonta al momento a circa 8.500 tons corrispondenti a circa 9.500 mc, in ragione di un peso specifico del materiale prossimo a 0,9 tons/mc. Il materiale deriva da una partita di petcoke risultata non idonea all'uso per il quale è stato preso in carico ed ha quindi acquisito la qualifica di rifiuto; a seguito della classificazione eseguita mediante specifica analisi dal Laboratorio Theolab spa di Volpiano (TO), è risultato non pericoloso riconducibile al CER 05 01 99 "rifiuti non specificati altrimenti". In Allegato 3 è visibile in copia la documentazione che ha consentito di attribuire la natura di non pericoloso al rifiuto in questione ed il relativo CER. 4.2 Procedura di accettazione e controllo del rifiuto in entrata all'impianto Il processo produttivo prevede esclusivamente il carico dei rifiuti in oggetto sui mezzi conferitori ed il loro trasporto fino alla destinazione finale; a valle di tale azione si ritiene non probabile la comparsa nel rifiuto di frazioni indesiderate di alcun genere. 25 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Nella fase di accettazione del rifiuto in impianto verrà comunque eseguito un controllo preliminare a vista da parte del personale addetto; eventuali sporadiche frazioni indesiderate che dovessero essere individuate in fase di accettazione o in qualsiasi altra fase del ciclo di lavorazione (carico - trasporto - scarico - messa a dimora) saranno comunque caratterizzate ed asportate dal materiale in entrata per essere successivamente smaltite in relazione alla loro specifica natura e secondo la Normativa vigente. 4.3 Modalità operative di trasporto scarico e messa a dimora del petcoke Il rifiuto attualmente in custodia in un capannone nella disponibilità della SACCI, sarà caricato mediante pala meccanica gommata direttamente sui mezzi conferitori, 2 camion da 30 tonnellate ciascuno, idonei ed autorizzati al trasporto di rifiuti della natura di quello in questione (copertura completa del cassone di carico); il lavoro sarà svolto in 1 turno giornaliero per un totale di 6/7 viaggi complessivi. Ciascun mezzo conferitore accederà al piazzale della Intercontainers attraverso il percorso descritto nel Cap. 3, sarà debitamente pesato all'entrata, ed eseguendo la manovra nell'area individuata in TAV. 4a, accederà all'interno del capannone dove scaricherà direttamente il petcoke. All'interno del fabbricato una seconda pala meccanica gommata con il supporto di uno o più pale di dimensioni ridotte (tipo bob-cat) disporranno il rifiuto in un cumulo delle dimensioni e forma idonee alla sua stabilità, condizioni note alla TCO quale prestatore d'opera nel settore. Si fa presente che al momento della trasmissione del presente studio all'attenzione delle Amministrazioni Competenti, all'interno del capannone oggetto di studio è stoccato petcoke "sfuso", ovviamente con la qualifica di materia prima. Il lavoro previsto in progetto si prevede si esaurisca in 45 giorni lavorativi estensibili a 60 in caso di imprevisti, condizioni atmosferiche avverse ecc. 4.4 Identificazione e qualifica del personale addetto all'impianto Gli addetti saranno 5 per ciascun turno, ovviamente adeguatamente qualificati allo svolgimento della specifica funzione: 2 conduttori dei mezzi conferitori e 2 operatori sulle pale meccaniche, 1 26 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare nell'area di carico ed 1 nell'area di scarico e messa a dimora. Tutte le operazioni saranno supervisionate da un responsabile che verificherà sul corretto svolgimento delle azioni. Sarà quindi impiegato il seguente personale: 1) n. 1 responsabile delle operazioni; 2) n. 1 impiegato, con mansioni amministrative (mansione che può essere svolta dal responsabile delle operazioni); 3) n. 2 autisti di camion; 4) n. 2 operatori specializzati sulle pale meccaniche. La presenza del Responsabile delle operazioni sarà auspicabile durante l'intero svolgimento delle medesime, sopratutto in ragione della loro intensa e ridotta durata nel tempo. 27 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 5. Descrizione delle componenti ambientali 5.1 Sensibilità ambientale delle zone geografiche che possono risentire degli impatti L’attuale utilizzazione dell’area oggetto del deposito preliminare e della circostante zona è, come detto, industriale e produttiva. L’area su cui si intende eseguire l’attività di deposito temporaneo di rifiuti inerti e non pericolosi ed il circostante comparto industriale e produttivo, non rientrano, né sono contigui a: Zone umide; Zone montuose e forestali Riserve e parchi naturali, comprese le aree contigue; Aree carsiche; Zone nelle quali gli standard di qualità ambientale della legislazione comunitaria sono già superati (non esistono agli atti provvedimenti di infrazione); Zone di importanza storica, culturale, paesaggistica o archeologica; Aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche; Zone classificate o protette dalle norme vigenti; zone protette speciali designate in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CE; Aree a rischio di esondazione; Territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art. 21 del D.Lgs. 18 maggio 2001, n. 228. La relativa prossimità dell’area all’abitato di Livorno nonché ad alcuni caseggiati isolati non rende comunque coerente richiamare l’aspetto del costituire fattore escludente la vicinanza dai centri abitati (distanza dal nucleo abitato così come definito dal Codice della Strada) rilevando nel caso specifico distanze ragguardevoli, oltre alla specifica coerenza dell’attività di produzione deposito di merci varie, già in corso da tempi storici nel sito in oggetto, con lo Strumento urbanistico. Le distanze fanno riferimento al limite dell’area di impianto, intendendo con tale termine l’area strettamente connessa al ciclo di lavorazione, appunto concernente nello stoccaggio dei rifiuti in questione. 28 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 5.2 Atmosfera 5.2.1 Inquadramento meteo-climatico L’area interessata dal progetto, così come in generale il territorio di Livorno, è caratterizzata da un clima tipicamente mediterraneo. La presenza del mare mitiga le temperature nella stagione fredda e le rende più gradevoli in quella calda. La stessa presenza del mare comporta alcuni fenomeni tipici. Uno di questi è il verificarsi nella stagione calda, di uno scambio di masse d’aria tra mare e terra con ritmi giornalieri noto come “brezza termica”. Durante il giorno, nel primo pomeriggio, l’aria viene richiamata dal mare verso la costa dando origine a brezze di maestrale (proveniente da nord-ovest, appunto). La notte accade il fenomeno opposto, con il generarsi della brezza notturna “di terra”, ovvero proveniente da est. La presenza del mare comporta anche un arricchimento in aerosol marino (il cosiddetto “Salmastro”) dell’aria in seguito a forti fenomeni ventosi la cui provenienza sia dai settori SudOvest, Ovest e Nord-Ovest. Il fenomeno è particolarmente accentuato in seguito alle forti libecciate (vento da Sud-Ovest). Inquadramento Pluvio-termometrico dei luoghi Per quanto riguarda l'inquadramento termo-pluviometrico dell'area in esame, si portano a riferimento i dati derivanti dagli archivi meteo del Consorzio La.M.M.A,relativamente alla stazione di Livorno. Le precipitazioni, come possiamo vedere nel Grafico 1 e nella Tabella 1 sono più abbondanti nel periodo compreso tra settembre e dicembre, mentre hanno il loro minimo nei mesi estivi, facendo registrare una media annua di 790,3 mm. 29 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Grafico 1: Diagramma termopluviometrico (Fonte La.M.M.A.) Periodo Media (mm) Massimo (mm) Anno Minimo (mm) Anno Anno 790,3 1163,6 1984 462 1998 Primavera 174 272,6 1984 5,8 1973 Estate 102,4 249,4 1970 16,6 1962 Autunno 321,3 596 1966 75,2 1970 Inverno 192,7 382,2 1961 5,8 1993 Tabella 1: Precipitazioni (Fonte La.M.M.A.) Le temperature, come già detto, difficilmente assumono valori estremi sia in estate che in inverno. Le medie mensili (sempre in Grafico 1), mostrano che luglio e agosto sono i mesi più caldi con temperature massime intorno ai 27°C e minime vicine ai 20°C. I mesi più freddi sono dicembre, gennaio e febbraio con massime oscillanti tra 11°C e 12°C e minime sui 5-6°C. A riprova della mitezza del clima la Tabella 2 mostra inoltre come siano pochi, in media, i giorni in cui la temperatura scende sotto gli 0°C, così come quelli in cui la massima superi i 30 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 34°C. Non si è mai verificato (la serie dei dati va dal 1951 al 1996) che la temperatura massima non sia riuscita a superare lo zero. Media Numero di giorni di gelo* 5.3 giorni - 1.5 giorni Massimo 24 giorni (anno 1956) - 4 giorni (anno 1992) Parametro Numero di giorni senza disgelo** Numero G34°*** * Giorni di gelo: temperatura minima sotto gli 0°C ** Giorni senza disgelo: temperatura massima sotto gli 0°C *** G34° : giorni con temperatura massima uguale o superiore a 34°C Tabella 2 - Indici climatici (Fonte La.M.M.A.) La Tabella 3 riporta invece gli estremi registrati nel periodo tra il 1951 e il 1996 per quanto riguarda temperatura massima, minima e piovosità. Temperatura Minima Assoluta - 8.3 °C ( 11 Gennaio 1985 ) Temperatura Massima Assoluta 37 °C ( 30 Luglio 1983) Pioggia Massima giornaliera 195.8 mm (19 Giugno 1970) Tabella 3 - Gli estremi (Fonte La.M.M.A.). Serie di dati: 1955-2007. L’andamento della temperatura e dei millimetri di precipitazione in funzione dei mesi dell’anno individuano un classico clima mediterraneo in cui si rileva un massimo delle precipitazioni nell’autunno ed un massimo delle temperature nel bimestre luglio-agosto. Ne consegue un’alternanza di quattro stagioni caratterizzate da un’inversa proporzionalità tra temperatura e pioggia. Clima anemologico Tutta la fascia costiera Toscana è sottoposta alternativamente all’influenza di campi barici livellati dalle depressioni “sottovento” e di quelle note come “mediterranee”. I campi barici livellati sono determinati da aree di alta pressione atmosferica e da configurazioni anticicloniche vere e proprie. Tali campi inducono prevalentemente in estate un regime persistente di brezze di mare e di terra. Le depressioni “sottovento” sono dovute all’effetto barriera del sistema alpino, che genera una frontogenesi sul Golfo Ligure. La presenza di questo tipo di vento favorisce l’insorgere di venti 31 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare di Maestrale e di Foehn, che sulle coste toscane costituiscono la tipica Tramontana. Tale tipo di depressioni sono più frequenti nella seconda metà dell’inverno. Le depressioni “mediterranee” sono invece dovute prevalentemente alla presenza di fronti atmosferici stazionari o in moto lento che penetrano nel mediterraneo da NW e interessano le coste toscane con flussi d’aria da SW. La presenza di tale tipo di depressione determina un rialzo anomalo del regime termico, un’estesa e persistente copertura nuvolosa con abbondante piovosità. Le condizioni meteo nella zona del porto di Livorno sottoposto ad analisi sono riferite a registrazioni effettuate a Livorno per il quinquennio 1996-2000. In particolare i dati meteo impiegati per la caratterizzazione dell’area si riferiscono alla stazione meteorologica “Labromare” (UTM E=605283 m, N=4826327 m, altezza sul piano di campagna pari a 10 m, situata in una zona portuale aperta). La seguente Tabella 4 riporta la probabilità di direzione del vento per due classi di velocità, < 4 m/sec e > 4 m/sec.. Tabella 4: Probabilità di direzione del vento Direzione Velocità del vento < 4 m/sec >4 m/sec 47.00 % 53.00 % N 1.53 % 0.79 % NNE 4.04 % 0.93 % NE 7.65 % 1.73 % ENE 20.23 % 17.81 % E 19.71 % 22.14 % ESE 6.75 % 1.50 % SE 3.08 % 0.70 % SE 2.49 % 2.36 % S 1.04 % 4.59 % SW 3.02 % 5.89 % SW 4.28 % 7.74 % WSW 3.75 % 7.18 % W 7.82 % 10.12 % Probabilità 32 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare WNW 7.21 % 10.16 % NW 4.56 % 4.79 % NNW 2.15 % 1.51 % CALME 2.15 % 0.00 % 100.00 % 100.00 % TOTALE Sia i venti regnanti (più frequenti) che i venti dominanti (più intensi) risultano provenire principalmente dal settore di grecale ed, in maniera meno significativa, anche dal settore di ponente. La distribuzione spaziale delle frequenze di accadimento degli eventi risulta essere caratterizzata da un orientamento prevalente lungo la direzione Nordest-Sudovest. Per definire le classi di stabilità secondo PasquillGifford per due diverse condizioni meteo rappresentative, si è fatto riferimento ad una distribuzione probabilistica della velocità dei venti. Essendo la probabilità che la velocità del vento sia inferiore a 4 m/sec pari al 47 %, ad essa è stata assegnata la classe di stabilità F con una velocità caratteristica di 2 m/sec.. Ai venti che hanno invece una velocità superiore a 4 m/sec è stata assegnata la classe di stabilità D, con una velocità rappresentativa pari a 5 m/sec. Nel Grafico 2 è riportata la distribuzione, espressa come frequenza percentuale di accadimento, delle direzioni di provenienza dei venti. Il dato si riferisce ad una media dei rilevamenti effettuati tra il 1978 e il 1995. Sempre per quanto riguarda i venti, in Tabella 5 è rappresentata la distribuzione in classi di velocità. Rosa dei venti N NNW NW WNW W 25 20 15 10 5 0 NNE NE ENE E WSW ESE SW SE SSW SSE S Grafico 2 - Direzione di provenienza dei venti e frequenza percentuale (Fonte ARPAT) 33 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Frequenza % Velocità del vento 40 30 20 10 0 0,25-2 2-4 4-6 6-9 9-12 >12 Velocità (m/s) Tabella 5: Classi di velocità del vento 5.2.2 Qualità dell’aria nel Comune di Livorno La rete di monitoraggio della qualità dell’aria Ai sensi della normativa vigente in materia, la qualità dell’aria è monitorata a livello regionale attraverso una rete di centraline (stazioni) che misurano la concentrazione degli indicatori previsti dalla normativa di settore. Secondo le disposizioni del D. Lgs. 155/2010, e ai sensi della L. R. 9/2010, con Delibera di Giunta n. 1025 del 6/12/2010, la Regione Toscana ha definito la zonizzazione del territorio regionale ed ha individuato la rete regionale di rilevamento composta da un totale di n. 32 stazioni di monitoraggio. Questo sistema di monitoraggio costituisce la rete di riferimento a livello regionale a partire dal 1° gennaio 2011. La gestione operativa della rete di monitoraggio e le fasi di raccolta, validazione, elaborazione e restituzione dei dati sono competenza del Centro Operativo Provinciale gestito da A.R.P.A.T.. Ciascuna stazione è rappresentativa di una determinata zona in relazione al contesto di ubicazione (urbana, periferica, rurale) ed è classificata, sulla base della fonte di inquinamento principale, come stazione da traffico o di fondo. La rete di monitoraggio della qualità dell'aria nel territorio di Livorno si è basato sui dati rilevati in n.5 postazioni ubicate in posizioni "strategiche"; nelle Tabelle 6 e 7 di seguito vengono descritte le caratteristiche principali delle stazioni fisse. 34 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Tabella 6: Stazioni fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria Stazione Tipo di stazione Circo- Rete scrizione Tipo di zona Principale fonte di Localizzazione inquinamento Villa Maurogordato 5 Pubblica Suburbana Periferia/area suburbana Fondo * Via Godetti 1 Pubblica Urbana Zona a elevata densità Industriale abitativa Piazza Cappiello 5 Pubblica Urbana Zona a elevata densità Fondo Piazza Mazzini 3 Pubblica Urbana Zona ad elevato traffico Traffico Viale Carducci 4 Pubblica Urbana Zona ad elevato traffico Traffico abitativa * = Fondo: misura il livello di inquinamento determinato dall’insieme delle sorgenti di emissione non localizzate nelle immediate vicinanze della stazione. Tabella 7: Inquinanti monitorati nelle stazioni di rilevamento Inquinanti Stazione CO NO2, NO, NOx Viale Carducci X X Via Gobetti X X Piazza Mazzini X X Piazza Cappiello V. Maurogordato Gabbro X O3 PTS SO2 PM10 X X X PM2,5 BTEX X X X X X X X Altro NMHC, CH4 X X X X 35 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Potenziali fonti inquinanti La qualità dell’aria relativa all’area oggetto di studio è influenzata dalla presenza di numerose fonti inquinanti di diversa natura presenti sul territorio, classificati nelle categorie: industriale; da riscaldamento; da traffico veicolare; portuale. Le informazioni di seguito riportate derivano dal "Rapporto annuale sulla qualità dell'aria" redatto nel marzo 2011 dall'ARPAT - Dipartimento Provinciale di Livorno, relativamente alla serie di dati rilevati nel corso del 2010 per i Comuni di Livorno, Rosignano Marittimo e Piombino. Di seguito, per ciascun inquinante monitorato, vengono indicati i valori di riferimento rilevati nel 2010 e sono inoltre riportati i grafici con il trend temporale della media annuale riferita al periodo riportato in ordinata; per una migliore lettura dei grafici, riferiti ai dati delle stazioni dei tre comuni (Livorno, Rosignano M.mo e Piombino) in legenda sono evidenziate le stazioni appartenenti al solo comune di Livorno. Monossido di Carbonio – CO La concentrazione massima media mobile su 8 ore risulta di 1,4 μg/m3 (Valore limite 10 μg/m3 in vigore dal 01.01.2005) per la Stazione di Villa Maurogordato; 1,7 μg/m3 per la Stazione di Via Gobetti; 4,0 μg/m3 per la Stazione di Piazza Mazzini e 4,2 μg/m3 per la Stazione di Viale Carducci. Il numero delle medie massime su 8 ore > 10 μg/m3 è risultato pari a 0 μg/m3 (Valore limite 0 - in vigore dal 01.01.2005) in tutte le quattro Stazioni. 36 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Biossido di Zolfo – SO2 Il numero delle medie orarie > 350 μg/m3 è risultato pari a 0 μg/m3 (Valore limite 24 - in vigore dal 01.01.2005) per le Stazioni di Viale Carducci e Piazza Cappiello, ed anche numero delle medie giornaliere > 125 μg/m3 è risultato pari a 0 μg/m3 nelle due Stazioni (Valore limite 3 - in vigore dal 01.01.2005). Biossido di Azoto – NO2 Il numero delle medie orarie > 200 μg/m3 è risultato pari a 0 μg/m3 (Valore limite 18 - in vigore dal 01.01.2010) per le Stazioni di ViallaMaurogordato, Piazza Cappiello, Via Gobetti e Piazza Mazzini, mentre è risultato pari a 5 μg/m3 per Viale Carducci. Le medie annuali (Valore limite 40 μg/m3 - in vigore dal 01.01.2010) sono: 11 μg/m3 per Villa Maurogordato, 24 μg/m3per Piazza Cappiello, 27 μg/m3per Via Gobetti, 49 μg/m3per Piazza Mazzini e 49 μg/m3per Viale Carducci. 37 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Particolato – PM10 Il numero delle medie giornaliere > 50 μg/m3 è risultato pari a 0 μg/m3 per la Stazione di Villa Maurogordato, (Valore limite 35 - in vigore dal 01.01.2005), 7 μg/m3per Via Gobetti e 47 μg/m3per Viale Carducci. La media annuale si è attestata a 17 μg/m3 (Valore limite 40 μg/m3 in vigore dal 01.01.2005) per Villa Maurogordato, 28 μg/m3per Via Gobetti e 36 μg/m3per Viale Carducci. Particolato – PM2,5 La media annuale per la Stazione di Viale Carducci si è attestata a 14μg/m3 (Valore limite 25 μg/m3 - in vigore dal 01.01.2010), ma è opportuno indicare che il rendimento dell’analizzatore non è risultato superiore al 90% come richiesto dal D.Lgs. 155/2010. 38 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Ozono Il numero delle medie su 8 ore massime giornaliere > 120 μg/m3 è risultato pari a 33 μg/m3(Valore bersaglio 25 - in vigore dal 01.01.2010 – come media su 3 anni per Villa Maurogordato e di 50 μg/m3 per la Stazione di Piazza Cappiello. Nel lavoro sulla Qualità dell’Aria sono state eseguite delle analisi comparate sugli inquinanti prima elencati nel periodo 2002-2007 nelle quali non vengono evidenziate particolari criticità, ad eccezione di una stabilità piuttosto marcata nei cinque anni del periodo osservato con l’aumento del numero dei superamenti della media mobile per l’inquinante Ozono. 39 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Qui di seguito in Tabella 8 viene proposto il quadro sinottico con delle facili forme grafiche sulla situazione delle concentrazioni rilevate per ogni inquinante in ogni centralina della città di Livorno in relazione ai limiti normativi ed il loro trend. In particolare sono stati evidenziati i dati di Piazza Mazziniperchè, secondo noi possono essere significativi per la nostra area. Tabella 8: Quadro sinottico sull’evoluzione di ogni inquinante Inquinanti Stazione PM10 SO2 Viale Carducci Via Gobetti Piazza Mazzini NO2 O3 Benzene Piazza Cappiello Villa Maurogordato CO La Palazzina (Gabbro) Concentrazione inferiore ai 2/3 del limite Concentrazione superiore al limite Concentrazione compresa tra i 2/3 del limite ed il limite Trend in miglioramento Trend stazionario Trend in peggioramento 40 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 5.3 Il Contesto acustico Il Comune di Livorno, secondo quanto prescritto dalle normative vigenti di settore ha provveduto con propria Deliberazione di Consiglio Comunale n. 164/2004 ad approvare il Piano di Classificazione Acustica del proprio territorio. La struttura del territorio del Comune di Livorno è divisa longitudinalmente in due dalla presenza di infrastrutture stradali e ferroviarie: la parte ad occidente comprende l’agglomerato urbano con il centro storico ed i borghi di Ardenza e Antignano, la frazione di Quercianella ed a nord un polo industriale-portuale di rilevanza; la parte orientale, più estesa, comprende le frazioni di Montenero, Castellaccio, Valle Benedetta e la parte pedicolare dei Monti Livornesi. Una siffatta distribuzione morfologica determina relazioni dirette con la classificazione acustica; in particolare si evidenzia un’estesa distribuzione delle classi I e II nelle zone pedicolari e collinari, delle classi V e VI nell’area industriale e portuale. Le classi intermedie III e IV sono distribuite in maniera longitudinale e limitate da infrastrutture di grande scorrimento. L’area in esame ricade nella classe IV – si veda TAV. 5 “Stralcio del Piano Acustico comunale”, che racchiude le aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie a carattere prevalentemente industriali, con scarsa presenza di abitazioni. I valori limite di emissione insono 60 dB(A) nella fase diurna e 50 dB(A) nella fase notturna, valori del tutto compatibili con l'attività di deposito all'interno del capannone individuato in progetto; l'attività non differisce logisticamente in alcun modo da quella storicamente svolta nel sito oggetto di studio ed inoltre, da una semplice analisi dei luoghi, non sono stati riscontrati particolari corpi ricettori sensibili in un raggio di 200 m dall’area indagata. 5.5 Suolo e sottosuolo 5.5.1 Geologia di superficie Alcune campagne geognostiche effettuate in aree contermini a quella in esame hanno permesso di ottenere una prima conoscenza geo-stratigrafica del sito in esame. I dati da noi raccolti 41 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare direttamente in campo consentono l’individuazione delle possibili positure stratigrafiche che documentano la presenza di uno strato di riporto superficiale direttamente posto sui terreni in situ che originariamente hanno costituito lasuperficie del piano campagna. Dalla lettura del lavoro scientifico recentemente pubblicato sull’argomento del Quaternario del livornese (2004) – si vedano di seguito i sondaggi utilizzati e la correlazione stratigrafica proposta – e dall’analisi della Fig. 2.5 “Sezione stratigrafica di livello generale” per l’area in esame partendo dalla superficie è possibile delineare la seguente sequenza stratigrafica: L’area in esame si trova al di fuori del margine geomorfologico del Terrazzo di Livorno, l’analisi dell’ evoluzione geologica recente riferisce un luogo marino che piano piano divenne continentale mediante il passaggio transattivi: da ambiente costiero di basso fondo, passando per l’aspetto lagunare con aperture saltuarie verso mare fino alla conformazione palustre in progressiva chiusura tramite barre costiere. I luoghi hanno assunto poi lo stato attuale per azioni antropiche: imbonimenti, colmatazioni, riempimenti 42 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Orizzonte D: Strati compositi e variegati di riporto superficiale - Recente attività umana (100 anni) - presenta, nella sua eterogeneità caratteristiche litologiche comuni: tale spessore ha profondità variabili non inferiore ai 2,00 m dal piano campagna; la porzione superiore del riporto è costituita da stabilizzato o terre contenenti pietrisco e talvolta macerie ed assimilabili, generalmente in matrice sabbiosa di colore marrone, di spessore compreso tra 0,20 e 1,00 m e sempre coperto da manto asfaltato o da fabbricati. Orizzonte C6: Argille limose leggermente sabbiose passanti ad argille limose con passaggi eteropici di spessori organici (rizomi e talli di fanerogame) – Pleistocene superiore-attuale - La parte del Livello formata da ammassi di rizomi e talli di Posidonia oceanica (e altre fanerogame) non ancora fossilizzati con passaggi di sabbie grossolane è talvolta intercalata a spessori ben evidenti di sabbie e sabbie limose grigio verdi. In questo strato gli ammassi di fanerogame sono associati alle sabbie e sabbie limose grigio verdi per le modalità recenti di formazione che li legano; va tuttavia evidenziato che la matrice sabbiosa grossolana intercalata nel feltro di 43 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare fanerogame ha caratteristiche litologiche decisamente diverse dalle sabbie e/o sabbie limose grigio verdi infatti, mentre le prime deriverebbero dalla base deposizionale della Posidonia (che corrisponde ad una sabbia evoluta in calcarenite dei livelli sottostanti, sgretolata insieme allo smantellamento delle fanerogame e trasportata insieme fino al nuovo ambiente di deposizione), le seconde risultano nettamente più fini e ricordano un ambiente di sedimentazione più protetto. Orizzonte C4: Argilla limosa passante a sabbia argillo-limosa – Pleistocene superiore-attuale – con intercalazioni talvolta importanti di Spessore C1: Ghiaie sabbiose molto grossolane addensate. Orizzonte C2: Livelli di sabbia fine argillosa passante ad argilla limosa con eteropie di straterelli di sabbia più marcata o argilla – Pleistocene superiore-attuale – Più in profondità (intorno ai –15,00/18,00 m.) è possibile rintracciare intercalazioni di Spessore C3 costituito da Sabbie limose. I terreni naturali dell’originario piano campagna (Stage Europe VERSILIANO – Protostorico) su cui si sovrappone lo strato di riporto in tutta l’area in studio sono riconducibili alla frazione più fine delle alluvioni dei corsi d’acqua circostanti (a – alluvioni dell’Olocene). La natura litologica è presumibilmente limo-argillosa. Nella sequenza stratigrafica proposta occorre rilevare l’importanza della presenza di spessori a bassissima conducibilità idraulica che hanno un effetto di contenimento in termini di potenzialità di contaminazione degli acquiferi più superficiali. La presenza di tali spessori può generare un certo scetticismo poiché rappresenta indubbiamente un elemento positivo e determinante nelle logiche di bonifica; tuttavia sotto il profilo della storia geologico-tecnica dei luoghi in esame degli ultimi 10.000 anni non è raro imbattersi in ambienti deposizionali di transizione molto protetti con interferenze dirette con i versamenti a granulometria più fine (e quindi tendenzialmente più spandibili a livello di pianura) provenienti dai tratti terminali dei corsi d’acqua. Queste ricostruzioni paleogeografiche che hanno una connotazione di zona più ampia (si rimanda per una lettura più complessiva allo “Studio idrogeologico generale del Sito di Interesse nazionale di Livorno”) debbono essere calate con un approccio scientifico alle singole zone in esame poiché tra la base dei terreni di riporto ed il tetto di questi spessori non sono rari effetti di 44 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare disturbo geotecnici, rimaneggiamenti meccanici e/o frange di terreno in chiara interdipendenza. 5.5.2 Aspetti geomorfologici e geolitologici Geomorfologia L’assetto geomorfologico generale della Piana di Livorno, dal mare all’orlo occidentale dei Monti e delle Colline Livornesi è costituito da vari ordini di terrazzi morfologici e separato a Nord dalla zona depressa di Ponte Ugione da una scarpata morfica visibile tra Santo Stefano e la Fattoria Suese. –Schema e carta geologica proposte di seguito L’area in studio si situa in prossimità del margine occidentale di questo Terrazzo (vera e propria unità geomorfica locale) modellato alla base da una trasgressione marina che ha rappresentato un evento ben individuabile nel Livornese, perché segna l’inizio del Pleistocene superiore (230.000 anni fa). In età post-Pleistocenica quindi in fase di SCHEMA 2a 1 – Sands and Clays, 2 – NugolaVecchia Sands, 3 – FattoriadellePianacce continental deposits, 4 – Arno and Serchio gravels, 5 – Fluvial and marshy silts, 6a – Aeolian sand of Coltano, 6b – Sands and Muds of Vicarello, 7 – Holocene fluvial sediments, 8 – Holocene silts, clays and peat, 9 – Sediments of the Versilian transgression regressione marina e fino a poche centinaia di anni fa, la fascia di territorio posto a nord e ad ovest dell’originaria scarpata è stata interessata da successive fasi di deposizione di sedimenti marino-palustri e alluvionali. In tempi moderni a partire dal ‘500 sono iniziati i primi interventi di “imbonimento” della zona paludosa mediante la deviazione SCHEMA 2B 1 – Calcarenitic layer “Panchina I”, 2 - Calcarenitic layer “Panchina II”, 3 – Ardenza sands and Rio Maggiore Conglomerates, 4 – Sediments of thaVersiliantrasgression dei corsi d’acqua per guidarne la naturale deposizione verso le aree acquitrinose da colmare; successivamente e fino ai primi decenni del ‘900 oltre a questa tecnica le operazioni di colmata sono state integrate dalla movimentazione di terreni autoctoni dalle aree di maggiore accumulo già asciutte verso quelle ancora paludose. 45 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Solo negli anni ’30 e nell’immediato dopoguerra si sono svolte a fasi successive le definitive operazioni di bonifica dell’intera zona oggi sede dell’impianto industriale e portuale della città di Livorno, attraverso il riporto a macchia di leopardo di terreni alloctoni di varia natura e provenienza per uno spessore medio di circa 2,00 metri. Dettaglio geo-stratigrafico del sito La valutazione delle caratteristiche dei terreni affioranti nella zona di stretto interesse si è basata sugli esiti di indagini e studi eseguiti nell’ambito della realizzazione di manufatti ad uso industriale/commerciale nella medesima zona. Dall’analisi dei dati ricavati, correlati dalle informazioni bibliografiche a disposizione, è stato possibile ricostruire la stratigrafia dell’area e dare indicazione dei parametri geotecnici ritenuti maggiormente significativi: da p.c. a –1,50/2,00 m da p.c.: Pavimentazioni in asfalto o cls e rilevato di origine antropica in materiale di varia natura; da –1,50/2,00 a –5,00/6,00 m da p.c.: sabbia limosa grigio-verde da poco a mediamente addensata con abbondanti resti organici (fanerogame e resti conchigliari) che a tratti formano dei livelli esclusivi; = 1800 - 1900 kg/m3 φ’ = 23°-26° c’ = 0.0 - 0.01 kg/cm2; da – 5,00/6,00 a - 10,00/12,00 m da p.c.: sabbia media e grossolana marrone-ocra e grigia in variabile matrice limosa con ghiaia e ciottoli con presenza di sottili intercalazioni di livelli argillosi: = 1800 - 1900 kg/m3 φ’ = 30°-33° c’ = 0.00 kg/cm2; da – 10,00/12,00 a - 15.00/16,00 m da p.c.: limo argilloso grigio-azzurro con passate sabbiose e sporadici resti conchigliari: = 1900 - 2000 kg/m3 φ’ = 22°-24° c’ = 0.05 kg/cm2 cu = 0,2-0,3 kg/cm2; 46 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare da - 15.00/16,00 a – 30,00 m da p.c.: sabbia fine a tratti limosa grigio-azzurra da mediamente a molto addensata: = 1800 - 1900 kg/m3 φ’ = 30°-32° c’ = 0.00 kg/cm2 5.5.3 Elementi macro-sismici Il sistema di classificazione attualmente in vigore, secondo le “Norme Tecniche per le Costruzioni” (2008), prevede la suddivisione in diverse categorie di sottosuolo sulla base della velocità di propagazione delle onde di taglio (onde S) nel terreno per i primi 30 m di profondità (Vs,30). Le categorie di sottosuolo, ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, sono di seguito riportate: Classe A: Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/sec eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m; Classe B: Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 e 800 m/sec (ovvero Nspt>50 e cu>250 kPa); Classe C: Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/sec (15<Nspt<50 e 70<cu<250 kPa); Classe D: Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori ai 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori Vs30<180 m/sec (Nspt<15, cu<70 kPa); Classe E: Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs30 >800 m/sec); Classe S1: Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 inferiori a 100 m/sec (ovvero 10<cu<20 kPa) che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche; Classe S2: Depositi di terreno soggetti a liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di terreno non classificabili nei tipi precedenti. 47 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Per l’attribuzione della categoria di sottosuolo secondo la classificazione adottata nel D.M. 14/01/08, è stato scelto come riferimento uno stendimento sismico eseguito mediante la tecnica MASW nella disponibilità della Spett.le Committenza eseguito in Via Salvatore Orlando presso un capannone industriale, circa 400 m a nord dell’area in studio. Da tale indagine di riferimento, considerando la media pesata delle velocità calcolata sulla mediana dello stendimento, si ottiene un valore delle vs30 221 m/sec che permette di poter classificare i terreni oggetto di studio in classe C. 5.4 Ambiente idrico 5.4.1 Stato delle Acque superficiali, Assetto idraulico e descrizione corpi idrici superficiali Nella zona circostante l’area in studio è possibile evidenziare un assetto idraulico superficiale caratterizzato dai seguenti elementi: il Canale delle Cateratte in corrispondenza dell'inizio del tratto tombato al di sotto di Via Varese, circa 70 m ad est dell'area in studio, e s’immette nella Darsena Ugione ad una distanza di circa 1.000 m in direzione nord; il Canale dei Navicelli, storico lineamento idrologico artificiale che delimita l'area in studio in direzione nord e che sfocia nel Canale industriale circa 700 m a nord; Il Bacino S. Stefano e la Darsena Pisa del porto industriale che distano circa 500 m dall'area in studio in direzione ovest . All'interfaccia con il sistema di circolazione sotterraneo è presente un sistema di transizione regolato dai periodici apporti ora di acqua dolce da parte dei canali nei momenti di piena, ora di acqua salata da parte del mare in occasione delle alte maree. 5.4.2 Stato delle Acque sotterranee L’evoluzione paleogeografia ci consegna un’area con linee di spiaggia in avanzamento, tomboli o alture retrodunali in continua trasformazione. Le fasi di imbonimento ed i riporti di terreno post-bellici complicano ancora di più la situazione con una lama di mare ed una linea di transizione salata-salmastra-dolce in avanzamento, ma mai uniforme. 48 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare In sostanza nell’area in studio si riconosce una falda freatica piuttosto limitata come spessore (s) nell’Orizzonte costituito da materiale di riporto; al di sotto dello spessore a frazione più limosa ed argillosa, che in un certo senso potrebbe sigillare idraulicamente l’acquifero freatico e ne costituirebbe la sua base, si trovano degli spessori che potenzialmente possono costituire un acquifero di tipo confinato/semiconfinato. In generale è possibile osservare che: a) L’Orizzonte da materiale di riporto antropico è dotato di una Permeabilità Media con un campo di valori piuttosto dilatato per la forte eterogeneità del mezzo poroso. b) L’Orizzonte intermedio nel suo complesso può essere considerato a Permeabilità Bassa; tutti gli spessori di cui è composto infatti si trovano in un range di conducibilità idraulica compreso tra 10-5 e 10-3 cm/sec. Questo basso valore di permeabilità è dovuto al fatto che gli spessori tendenzialmente a scheletro sabbioso sono completati da frazioni limose, limose organiche e talvolta argillose di un certo livello percentuale. c) Gli Orizzonti intercalari che contengono ispessimenti della frazione di sabbia e ghiaia hanno una Permeabilità da Media a Elevata, ma francamente dovrebbero essere situati a maggiori profondità. Da questa analisi è possibile individuare un modello teorico semplificato di una situazione idrogeologica invece piuttosto complessa che può essere sintetizzata come segue: Per i terreni superficiali di riempimento, è possibile individuare uno scorrimento “libero” freatico in rapporto ad una ricarica superficiale diretta o più occasionalmente coincidente con reti soffolte del reticolo idrico superficiale attuale o in interscambio con digitazioni idrauliche provenienti dalle acque del Canale dei Navicelli; Per gli spessori costituiti da sabbie limose e da limi organici con fanerogame è possibile individuare uno scorrimento semiconfinato. Di per sé, per le caratteristiche di permeabilità, queste costituiscono un relativo impermeabile (acquitardo/acquicludo) e quindi potenzialmente imprigionano un probabile scorrimento sottostante. Inoltre è possibile realisticamente che il tetto di questo spessore rappresenti la base dello scorrimento più superficiale freatico; 49 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Per gli spessori più profondi si ritiene possibile l’instaurazione di un acquifero più determinato con ricariche più “lontane” e coincidenti con le strutture dei paleo-alvei dei torrenti livornesi e dai margini geomorfologici del Terrazzo di Livorno. Dai numerosi dati scaturiti dallo Studio idrogeologico generale eseguito nell’area del Sito di Interesse Nazionale di Livorno si evince che il volume di terreno di riporto è interessato da uno scorrimento sotterraneo molto ridotto, eventualmente localizzato e disomogeneo, fortemente influenzato dagli apporti meteorici e scarsamente interessato da ricariche sotterranee da monte eventualmente molto localizzate. 5.5.4 Pericolosità geomorfologica e idraulica Dall’analisi delle Carte di pericolosità di corredo al Regolamento Urbanistico del Comune di Livorno, visibili in stralcio in TAV. 6, risulta che l’area viene classificata nella classe a “Pericolosità geomorfologica media" per le genericamente scarse qualità portanti dei terreni. La cartografia di Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino Toscana Costa relativa al DGRT 13/2005 e riguardante la Pericolosità Geomorfologica ed Idraulica del territorio, classifica la zona in oggetto come “Aree di particolare attenzione per la prevenzione da allagamenti” e quindi al di fuori degli ambiti di pericolosità. 5.6 Vegetazione, Flora e fauna Nella zona di progetto non sono rilevabili peculiarità naturalistiche degne di nota, né vincoli di salvaguardia e di tutela di aree di pregio ambientale, storico e/o archeologico (ZPS, SIC). Inoltre non sono state rilevate emergenze floro/faunistiche. Dall’analisi della vegetazione esistente nell’area interessata e nelle circostanti non si rilevano corpi boscati, né biotopi Naturali Peculiari. L’intorno è costituito da aree completamente urbanizzate complete di infrastrutture e solo marginalmente superfici a destinazione “a verde”. Nelle distanti aree boscate si rintracciano le tipiche essenze della macchia mediterranea con una prevalenza di lecci ed un arbustivo semplice di coronamento alle aree di bosco. Dall’analisi della componente vegetale è possibile fare le seguenti valutazioni prendendo come scala di valutazione di riferimento la classica: MA Valore alto M Valore medio B Valore Basso MB Valore molto basso 50 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Valutazione Giudizio Naturalità Nel contesto circostante non si può parlare di naturalità trattandosi di zona completamente urbanizzata con presenza di viabilità ad alta circolazione. Biodiversità Non si ravvede alcun sistema strutturato con una biodiversità particolare. Originalità Non si ravvedono elementi di paesaggio e strutture di particolare originalità. Rarità di popolazione Non si ravvede alcuna particolare rarità. MB Rarità di habitat MB Non si ravvede alcuna particolare rarità. MB MB MB Dall’analisi dei luoghi non si evidenziano specie rare endemiche, è perciò irrilevante il tasso di endemicità. Perciò il valore naturalistico della componente vegetale risulta molto basso. In relazione alla componente fauna, è possibile affermare che tra i mammiferi che frequentano l'area come transito del tutto occasionale - abbiamo specie diverse di topi e ratti. Per la destinazione d’uso e le caratteristiche della zona in studio non esistono altre specie che hanno minore capacità di adattamento ed hanno pesantemente sofferto per le variazioni dell’ambiente e la pressione antropica. Per quanto riguarda l'avifauna sono state censite, nell'area periurbana di Livorno, solamente alcune specie tra stanziali e migratrici secondo la ripartizione che segue: Sedentarie: Gheppio, Tortora dal collare orientale, Civetta, Gabbiano reale. Estivo nidificanti: Tortora, Rondone. Come per la componente vegetale anche per gli ecosistemi e la componente fauna è possibile tracciare una valutazione ante-operam prendendo come scala di valutazione di riferimento la classica: MA Valore alto M Valore medio B Valore Basso MB Valore molto basso Valutazione Rarità di specie. Ricchezza o faunistica. Suscettività. Adattabilità. Giudizio Non si rilevano specie identificative. MB diversità Non si rilevano specie identificative. MB Non si rilevano specie identificative. MB Alcune specie esaminate e confermate nell’analisi (specialmente in riferimento all’avifauna) mostrano un minimo di adattabilità. MB L’area in esame viene connotata da una qualità faunistica molto bassa. 51 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 5.7 Paesaggio Il PTC del 2008 ha individuato all'interno del territorio della Provincia di Livorno 27 Ambiti di Paesaggio, di cui 20 nella parte continentale e 7 in quella insulare. L'"Ambito di Paesaggio" può essere definito come una unità spaziale in cui si riscontra una determinata associazione di tipi paesaggistici, la cui distribuzione spaziale e quantitativa rende l'ambito unico ed irripetibile. Gli ambiti del PTC sono relazionati a 4 Sistemi di Paesaggio Provinciali che discendono dal riconoscimento dell'articolazione in areali sub-regionali effettuata dal PIT e vedono la distinzione in 3 sistemi nella parte continentale ed 1 sistema insulare. La zona in esame fa parte del Sistema di paesaggio “Sistema della pianura dell'Arno e delle colline livornesi”, risulta classificata come Ambito 1 - Paesaggio di pianura a dominante insediativa urbana e viene descritta secondo i seguenti caratteri distintivi principali: Geomorfologia Pianura terrazzata, interamente occupata dall’insediamento urbano di Livorno e, a nord, dalle aree urbanizzate per attività portuali, industriali e commerciali. A circa 5 miglia dalla costa di Livorno si trova un’ampia zona di bassi fondali, le Secche della Meloria. Idrografia antropica Presente un fitto reticolo di canali di bonifica. L’importante fascio di canali al margine settentrionale dell’ambito comprende lo Scolmatore dell’Arno, con funzioni di ormeggio per la nautica da diporto e potenziale navigabilità; il Canale Tora, tratto terminale dell’omonimo torrente, e il Canale Industriale. Il canale navigabile di Navicelli, che collega il porto di Livorno a Pisa, alla confluenza col Fosso Reale acquista caratteri fortemente antropizzati con punti di attracco, cantieri navali e banchine mineralizzate. Tombatura, cementificazione e rettificazione del tracciato di numerosi corsi d’acqua secondari di cui permangono i punti di estuario a mare. Idrografia naturale Reticolo idrografico secondario della pianura costiera con articolazione a pettine ortogonale alla linea di costa, comprendente, da nord a sud, i bassi corsi del torrente Ugione, del Rio Cigna, del Rio Maggiore, del Botro Feliciaio e del Rio Ardenza. Elevata vulnerabilità delle falde superficiali a causa dell’inquinamento derivante anche dalla captazione dei pozzi per uso orticolo 52 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare e domestico. I corsi d’acqua presentano un notevole grado di artificializzazione degli argini in prossimità delle foci. Mosaico forestale Limitato alle alberature degli spazi urbani e dei parchi delle ville sette-ottocentesche, con rare fasce vegetazionali lungo i corsi d’acqua minori e modeste presenze vegetali nelle aree di margine soggette a processi di trasformazione urbanistica. Mosaico agrario Aree agricole utilizzate per colture ortive e con minuta parcellizzazione in relazione alle aree residenziali. Diffusi fenomeni di abbandono colturale e progressiva urbanizzazione delle aree incolte. Residuali seminativi arborati ad olivo. Insediamento storico Centro storico della città di Livorno fortemente danneggiato dagli eventi bellici e successivamente ricostruito mantenendo l’orditura stradale originaria; permangono alcune strutture storiche quali il Porto Mediceo, il perimetro fortificato rinascimentale con il sistema di forti, fortezze e rivellini, il quartiere sei-settecentesco della Venezia ed i principali borghi verso Pisa, verso le colline e verso sud in prossimità delle principali porte della cerchia muraria (poi sostituita dalla più ampia Cinta Daziaria ottocentesca). Le trasformazioni pianificate nel corso del XIX secolo segnano la struttura della città moderna in continuità con l’impianto storico e con realizzazioni di interesse architettonico (Passeggiata boulevard dell’Acquedotto di Colognole con i monumentali serbatoi di città; complesso termale liberty delle Acque della Salute; Lungomare ottocentesco con il susseguirsi dei giardini della passeggiata, dei primi stabilimenti balneari, l’Accademia Navale, i Casini di Ardenza). A sud il borgo di Antignano sorge intorno all’omonimo Forte, nato in epoca medicea ad uso del corpo dei Cavalleggeri per la vigilanza della costa. Sulla scogliera della punta meridionale della Meloria, luogo della più celebre battaglia marittima del Medio Evo, rimane una torre dell’antico edificio fatto costruire dalla Repubblica Pisana nella seconda metà del XII secolo nell’ambito della ricostruzione e fortificazione del Porto Pisano che allora occupava una area più interna ormai interrata. 53 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Insediamento moderno e contemporaneo A nord del centro urbano, verso la foce dello Scolmatore le strutture del porto industriale e gli estesi agglomerati produttivi (come, ad esempio, autoparco Il Faldo e Raffineria Agip) determinano forti contrasti tra i caratteri insediativi e quelli paesaggistici del territorio aperto, anche in assenza di fasce di margine e/o compensazione che ne limitino l’impatto relativamente alle limitrofe aree urbane. Espansione e riqualificazione urbana dei Quartieri Nord. Area centrale portuale in trasformazione (STU Porta a Mare e nuovo porto turistico). Saturazione delle aree intercluse tra il centro urbano e la variante Aurelia tramite la recente urbanizzazione e l’edificazione dell’area commerciale di Porta a Terra. Reti ed impianti viari e tecnologici ed aree estrattive Reti stradali di connessione tra il sistema urbano e la rete nazionale e regionale, quali l’Autostrada, la Strada di Grande Comunicazione FI-PI-LI e la Variante Aurelia con svincoli e gallerie in prossimità della costa. Rete viaria di collegamento al porto caratterizzata da traffico pesante in relazione all’imbarco di merci e passeggeri e all’attività industriale. Rete ferroviaria Tirrenica. Tralicci Enel alta tensione. Termovalorizzatore localizzato nella zona artigianale del Picchianti. Attrezzature per la cantieristica navale (ex Cantiere navale Orlando ora Azimut- Benetti). Moli e dighe foranee con sistema di segnalazione e avvistamento. Il paesaggio dell'Ambito sopra descritto può essere analizzato attraverso tre componenti: Ecologico-ambientale naturalistica Storico-insediativa, architettonica e culturale Estetico e visuale-percettiva 5.7.1 Sintesi della valutazione sulla componente ecologico-ambientale naturalistica (morfologia, naturalità, tutela) Sotto il profilo altimetrico l’area presa in considerazione rappresenta l'ultima propaggine della pianura alluvionale che degrada dolcemente spostandosi dalle colline poste ad est dell'abitato 54 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare verso la linea di costa, con quote molto prossime al livello del mare (circa 2,0 m s.l.m.m.). La Morfologia risulta quindi uniforme; la componente quindi viene stimata media. L’area portuale e le immediate pertinenze di cui l'area in studio fa parte, risultano già ampiamente interessate da residenze, infrastrutture ed attività produttive quali l'abitato di Livorno, le darsene e le banchine portuali, la fascia compresa tra la Via Aurelia ed il mare, la viabilità urbana di raccordo con la S.G.C. FI-PI-LI, con l'asse autostradale A12 e la Variante Aurelia. Il valore della Naturalità è stimato Basso. Con riferimento alla carta dei vincoli sovraordinati del PTC, si rileva che la zona oggetto di studio non rientra nei vincoli paesaggistici. Al valore della Tutela è possibile attribuire un valore Basso. 5.7.2 Sintesi della valutazione sulla Componente Storico-insediativa, architettonica e culturale (uso del suolo, valori storico-testimoniali) Vengono presi in esame i seguenti parametri: Uso del Suolo Valori storico testimoniali Per quanto riguarda l’uso del suolo, l’area in analisi è a destinazione industriale e produttiva, non si rinvengono aree a verde ne tanto meno a destinazione agricola; gli unici spazi verdi sono quelli limitati a piccoli giardini privati presenti nelle pertinenze delle residenze di Via del Testaio, Via de' Pazzi, Via delle Cateratte. Al parametro Uso del suolo si può attribuire un valore Basso. Per quanto riguarda gli Elementi storico testimoniali, si possono evidenziare la Fortezza Vecchia ed il Mastio della Contessa, la cinta muraria ottocentesca di Via della Cinta Esterna e le mura e testimonianze rinascimentali del centro cittadino a su e sud-ovest, i resti della Torre del Magnale all'interno del Varco Valessini, a nord-ovest dell'area in studio e più distante nella medesima direzione, sulla sponda opposta del Canale Industriale, la Torre del Marzocco. Si può quindi attribuire un valore Medio-Basso a questo parametro. 55 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 5.7.3 Sintesi della valutazione sulla Componente Estetica e visuale-percettiva (panoramicità, singolarità, detrattori) Questa è la fase più interpretativa del paesaggio, così per come viene percepito dalle strutture visive, mentali e culturali dell’osservatore. Vengono prese in esame i seguenti fattori: Panoramicità Singolarità Paesaggistica Detrattori Antropici Panoramicità: La morfologia del luogo non permette di evidenziare rilevanti punti panoramici, possiamo quindi attribuire un punteggio Basso a tale parametro. Al parametro Singolarità Paesaggistica verrà attribuito un punteggio Basso in quanto, i caratteri paesaggistici della pianura non vengono arricchiti da alcune peculiarità degna di nota. Per quanto riguarda i Detrattori Antropici, possiamo rilevare: La presenza di capannoni e depositi nelle aree industriali contigue all'area in studio; La viabilità di raccordo a quella di grande scorrimento con relativi svincoli; Le sporadiche strutture residenziali presenti nella zona ad est dell’area in studio. Si può attribuire un valore Basso che, per tale parametro, andrà sottratto al valore complessivo del paesaggio. 56 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare Incrociando i temi con i valori tradizionali del paesaggio: Insediamenti storici Valore storico-culturale Insediamenti moderni Valore socio-economico Viabilità storica Valore estetico-percettivo Vegetazione e colture Valore ecologico-naturalistico Visuali panoramiche e attribuendo i valori secondo l’abaco riportato Valore Basso Medio Alto Punteggio 0-1 2 3 è stata condotta una valutazione schematizzata di compatibilità paesaggistica riassunta nella tabella seguente: Insediamenti storici Insediamenti moderni Viabilità storica Vegetazione e colture Visuali panoramiche VALORE STORICO CULTURALE VALORE SOCIO ECONOMICO VALORE ESTETICO PERCETTIVO VALORE ECOLOGICO NATURALISTICO TOTALE VALORE X AMBITO 2 0 1 0 3 basso 1 3 0 0 4 medio 0 0 0 0 0 basso 0 0 0 0 0 basso 0 0 0 0 0 basso 3 3 1 0 7 basso GIUDIZIO 57 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 6. Analisi degli impatti ambientali 6.1 Griglia sulle caratteristiche degli impatti Sulla base della seguente legenda sono stati valutati i potenziali impatti dell’opera proposta: Probabilità: o nullo x probabile- incerto xx certo Portata: L limitata I importante Natura transfrontaliera: a assente p presente Ordine di grandezza: - limitato + importante Complessità: - limitato + importante Durata: BT breve termine MT medio Frequenza: PF poco frequente MF molto frequente Reversibilità RV reversibile IR irreversibile Portata Natura transfrontaliera Ordine di grandezza Complessità Durata Frequenza Reversibilità Emissioni diffuse in atmosfera x L a - - BT PF RV Viabilità x L a - - BT PF RV Impatto odorigeno o - a - - - - - Impatto acustico o - - - - - - - Approvvigionamento idrico x L a - - BT PF RV Gestione AMD o - a - - - - - Consumi energetici o - a - - - - - Produzione rifiuti o - a - - - - - Fabbisogno materie prime o - a - - - - - Vibrazioni e Radiazioni o - a - - - - - Utilizzo materiali pericolosi o - a - - - - - Rischio incidente rilevante o - a - - - - - Impatti ambiente naturale o - a - - - - - Impatti sul paesaggio o - a - - - - - Probabilità Probabilità LT lungo 58 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 6.2 Emissioni diffuse in atmosfera La fase connessa al conferimento del "carbone" petcoke ed alla sua movimentazione in fase di stoccaggio è potenzialmente all'origine di emissione diffuse in atmosfera non convogliabili delle polveri, presenti in aliquota non preponderante nel rifiuto a livello quantitativo. Il fatto che lo scarico ed il deposito avvengano completamente ed in ogni loro fase all'interno del capannone, secondo il "ciclo produttivo" descritto nei Capitoli precedenti, consente tuttavia di considerare l'impatto in effetti occasionale e non "probabile-incerto" come considerato cautelativamente nella matrice riportata al Paragrafo 6.1. Le emissioni diffuse non sono quindi intrinseche al processo produttivo ma effettivamente occasionali, ovvero connesse a condizioni atmosferiche particolarmente sfavorevoli e/o ad incidenti ai mezzi conferitori, fattori tuttavia molto improbabili in considerazione della limitazione nel tempo e nello spazio dell'azione di conferimento e scarico del rifiuto, 5/7 giorni lavorativi, ed alla modalità una tantum dell'intervento. 6.3 Impatto viabilistico Come già dettagliatamente trattato nel Par. 3.2, il percorso di movimentazione del rifiuto, dal sito di produzione a quello di deposito temporaneo è spazialmente molto ridotto ed è previsto che avvenga su viabilità in parte interna al perimetro del Porto Industriale individuato dai varchi doganali, ed in parte su viabilità ordinaria ma esclusivamente a servizio dell'attività portuale. Movimenti di merci come quello oggetto della presente valutazione (6/7 viaggi/die) su percorso pertinenziale all'area portuale, che in altri contesti anche industriali possono sembrare molto intensi e concentrati, sono tutt'altro che occasionali nell'ambito dell'attività commerciale e logistica di un porto come Livorno, quindi l'impatto atteso sarà del tutto compatibile con le infrastrutture ed il traffico esistenti nella zona. 6.4 Impatto odorigeno Impatti assenti. 59 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 6.5 Impatto acustico Le aree prospicienti i varchi del Porto Industriale sono costantemente percorsi da mezzi conferenti merci di ogni sorta alle aree di stoccaggio, siano esse all'aperto o all'interno di capannoni specificatamente dedicati; la zona all’interno della quale è inserita l'area in studio è inserita nella classe IV nel Piano di Classificazione Acustica comunale, che individua, tra le altre, le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare (...) e le aree portuali; i valori limite di emissione in Leq(A) della classe IV corrispondono a sono 60 dB(A) nella fase diurna e 50 dB(A) nella fase notturna – si rimanda al Par. 5.3 per la trattazione dettagliata dell'argomento -. Per quanto sopra si ritiene che l’attività in progetto sarà quindi svolta nel rispetto della Normativa a tutela dell’ambiente dall’inquinamento acustico ed in un contesto in cui l'intenso traffico pesante è del tutto ordinario. 6.6 Approvvigionamento idrico L'approvvigionamento idrico dell'impianto è destinato esclusivamente all'alimentazione dell'impianto antincendio (il cui dettaglio progettuale è visibile in Allegato 6), quindi si prevede un uso della risorsa esclusivamente connessa ad eventuali emergenze e/o incidenti; l'alimentazione dell'impianto mediante l'acquedotto portuale, la cui funzione specifica è proprio quella di alimentare apparati di servizio alle attività industriali, consente di poter valutare l'impatto del tutto ininfluente. 6.7 Gestione delle Acque Meteoriche Dilavanti Impatto assente. Lo stoccaggio del rifiuto all'interno di un capannone esclude che si possano generare Acque Meteoriche Dilavanti potenzialmente contaminate. 6.8 Consumi energetici Impatti assenti. 60 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 6.9 Produzione dei rifiuti E’ previsto un impatto positivo in quanto il materiale in entrata classificato come rifiuto, al termine del processo sarà avviato a smaltimento. L’impianto risponde genericamente al tema della riduzione dei rifiuti. Il ciclo produttivo di deposito preliminare non prevede per propria natura la produzione di alcun tipo di rifiuto. 6.10 Fabbisogno materie prime Impatti assenti. 6.11 Vibrazioni e Radiazioni Impatti assenti. 6.12 Utilizzo materiali pericolosi Impatto assente. 6.13 Rischio incidente rilevante Impatto assente. L'attività oggetto di studio non ricade tra quelle elencate dal Decreto Legislativo 334 dell'agosto 1999 e s.m.i. sulla prevenzione di incidenti rilevanti. 6.14 Impatto sull’ambiente naturale Impatto assente. Non si riscontra una particolare suscettibilità delle specie al disturbo antropico e neanche una lenta o bassa adattabilità a modificazioni ambientali dato il contesto della zona circostante, specificatamente dedicato ad attività industriali in genere e di deposito in particolare. 6.15 Impatti sul Paesaggio Impatto assente, infatti l'impianto è situato all'interno di un comparto dedicato ad attività industriali,produttive e di deposito di merci in genere. 61 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare 7. Misure per la migliore mitigazione possibile degli impatti. Come è noto le misure di mitigazione sono volte a ridurre o contenere gli impatti ambientali negativi previsti, ed in particolare quelli ritenuti significativi in relazione agli esiti dell’analisi degli impatti stessi. Il deposito temporaneo del rifiuto in oggetto all'interno di un capannone specificatamente dedicato al deposito di merci, anche "sfuse", e le modalità di conferimento e messa a dimora del materiale, descritte nei paragrafi precedenti, rende di per se gli impatti minimi, poco probabili, connessi a condizioni estreme e/o ad incidenti. Le misure di mitigazione saranno quindi le massime applicabili ma comunque riguardanti per lo più le modalità di svolgimento delle fasi progettuali e non l'applicazione di sistemi e apparati dedicati. 7.1 Le Emissioni diffuse in atmosfera La potenzialità dalla generazione di emissioni diffuse in atmosfera di polveri sarà minima e riconducibile esclusivamente alle fasi di scarico dei materiali e della loro movimentazione, che comunque avverrà internamente al capannone descritto in progetto. Sarà cura della Soc. TCO in qualità di prestatore d'opera dell'intervento oggetto di valutazione evitare di operare e/o eventualmente interrompere le operazioni di carico e scarico del rifiuto se si manifestassero condizioni meteorologiche particolarmente avverse, in relazione primariamente all'aspetto anemologico; la stazione meteo presente sulla torre di controllo dell'Avvisatore posta all'imboccatura del Porto Mediceo rappresenta il riferimento per lo svolgimento di tutte le operazioni di carico e scarico di pertinenza portuale. 7.2 Impatto viabilistico Premesso che la viabilità percorsa per il trasferimento del rifiuto in oggetto (visibile in Allegato 5) è ordinariamente oggetto di "passaggi concentrati" di camion che trasportano merci da e per il Porto Industriale, sarà comunque cura della Soc. TCO in qualità di prestatore d'opera dell'intervento oggetto di valutazione evitare di operare in concomitanza di periodi prossimi a 62 Terminal Calata Orlando srl Impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare Verifica di assoggettabilità – Relazione ambientale preliminare festività e/o periodi di traffico veicolare su gomma "da" e "per" la Stazione Marittima connesso a periodi di villeggiatura, al traffico crocieristico o altro. 7.3 Attività di monitoraggio Il monitoraggio ambientale dell'area di deposito deve essere concepito come l’acquisizione e l’organizzazione dei dati e delle informazioni relative all’andamento nel tempo delle variabili ambientali. Nella fattispecie tuttavia, trattandosi di un'operazione di mero deposito, l'azione sarà concentrata sulle verifiche della funzionalità delle strutture e delle opere di urbanizzazione interessate; il Piano di monitoraggio dell’ambiente interno ed esterno comprende quindi le seguenti azioni da svolgersi durante l'intero periodo di deposito: verifica e manutenzione del sistema di captazione e smaltimento delle acque meteoriche di competenza del capannone e del piazzale in oggetto; verifica strutturale e manutenzione delle parti e componenti del capannone; verifica della stabilità e sicurezza del cumulo del rifiuto in deposito; verifica e manutenzione dell'impianto antincendio. 8. Valutazioni finali e conclusioni sintetiche In relazione allo stato dei luoghi interessati ed alla luce delle valutazioni riportate nel presente studio, si ritiene che l'operazione di Deposito Preliminare quale attività propedeutica a quella di trattamento - smaltimento - incenerimento del rifiuto speciale non pericoloso che la Società SACCI spa intende avviare sia ambientalmente compatibile, non riscontrando alcuna condizione inibente. Chemical Controls srl Ingegnere Tommaso Chiavistelli Geologo Carlo Rafanelli 63