1 I Presidi e Comunità del cibo Slow Food in Alto Adige I Presidi Slow Food dell’Alto Adige I Presidi Slow Food Graukäse della Valle Aurina 4 Razza grigio alpina 8 Ur-Paarl della Val Venosta 12 Pecora Villnösser Brillenschaf 16 Comunità del cibo Slow Food in Alto Adige Comunità del cibo della Val Martello 22 Comunità del cibo del “Caffè di Anterivo” 23 > Sono esempi concreti e virtuosi di un nuovo modello di agricoltura basata sulla qualità, sul recupero dei saperi e delle tecniche produttive tradizionali, sul rispetto delle stagioni, sul benessere animale. > Salvano prodotti buoni, di alta qualità e radicati nella cultura del territorio; prodotti ottenuti con tecniche sostenibili e nel rispetto del territorio; prodotti giusti, realizzati in condizioni di lavoro rispettose delle persone, dei loro diritti, della loro cultura, e che garantiscono una remunerazione dignitosa. > Rafforzano le economie locali e favoriscono la costituzione di un’alleanza tra chi produce e chi consuma. > I produttori sono riuniti in associazioni che assicurano il rispetto delle regole esercitando un severo controllo sui propri associati. Graukäse della Valle Aurina Graukäse della Valle Aurina Il formaggio primordiale L’Ahrntaler Graukäse - formaggio grigio della Valle Aurina - appartiene alla famiglia dei “Sauermilchkäse”, i formaggi a coagulazione acida che non prevedono l’utilizzo del caglio, diffusi nell’arco alpino tirolese. Già questo particolare testimonia di un’origine antichissima, pre-tecnologica, e colloca di diritto il Graukäse nel ristretto novero dei prodotti di sussistenza della magra economia montanara di un tempo. E magro il Graukäse lo è davvero tanto che la materia grassa sul residuo secco non supera il due per cento. Si tratta infatti di un prodotto realizzato con il latte avanzato dalla produzione del burro, che, assieme alle grigie farine d’altura e al maiale domestico, stava alla base della dieta tirolese di montagna fino a pochi decenni fa. In Alto Adige, il cuore dell’antico Tirolo, il Graukäse ha conosciuto particolare diffusione soprattutto in valle Aurina e nelle valli che da questa si dipartono: Selva dei Molini e Rio Bianco. Per trovare i primi documenti scritti sulla presenza di questo antico formaggio di latte vaccino in Valle Aurina bisogna però risalire almeno al 1325, e consultare 4|5 i registri di Castel Badia (Sonnenburg), che per secoli ospitò un convento per le figlie della nobiltà locale. Ad esse spettavano le decime più golose, spesso in prodotti naturali, tra cui, ovviamente il Graukäse. L’originale tecnica di produzione del Graukäse della Valle Aurina prevede una sola lavorazione al giorno. Una volta scremato, il latte rimane nel contenitore fino a due giorni, in questo arco di tempo si innesta la coaugulazione acida. La massa viene quindi riscaldata molto lentamente e portata fino a un massimo di 50 °C. La cagliata viene quindi estratta a mano con un telo di cotone o lino e poi appesa per favorire la spurgatura. Dopo circa mezz’ora viene frantumata con le mani. Segue la salatura a secco e raramente l’aggiunta di un pizzico di pepe. La massa passa quindi in stampi rotondi o quadrati (le forme possono pesare dai 500 grammi ai 5 chili) e viene pressata a mano. La stagionatura avviene in un ambiente temperato (a circa 25 °C) e a umidità naturale. Il formaggio stagiona quindi fino a due/tre settimane su ripiani di abete. Le forme non vengono pulite durante la stagionatura ma sono regolarmente rivoltate. Si pratica anche una particolare stagionatura a “freddo”: la maturazione a circa 25 °C viene interrotta dopo una decina di giorni e le forme vengono portate in un posto più “freddo” dove continua la maturazione fino a 12 settimane al massimo. Durante la stagionatura il Graukäse sviluppa muffe fungine grigio-verdi. Graukäse della Valle Aurina Non stupisce quindi il suo sapore forte e l’odore potente e penetrante e la forma irregolare. Non ha crosta, la pasta si presenta marmorizzata, con nocciolo interno bianco-gesso che, a seconda del grado di maturazione, può diventare giallo e untuoso e dall’odore penetrante fatto di note pronunciate, decise, di animale date dalle componenti acidule e fermentative. Predominante è una nota di amaro, che si evolve in modo sempre più marcato, a seconda della quantità di siero che il casaro decide di lasciare al momento dello spurgatura. > Area di produzione Valli di Tures e Aurina da Gais fino a Casere (Kasern), comprese le valli laterali quali Selva dei Molini (Mühlwald), Lappago (Lappach), Rio Bianco (Weißenbach) e Riva di Tures (Rein) in provincia di Bolzano. Il Presidio Graukäse della Valle Aurina >Produttori Agnes Laner Valle Aurina (BZ) Selva dei Molini Maso Mittermairhof, 57 tel. +39 0474 653389 +39 338 8737161 Negli ultimi decenni, l’invasione di formaggi di valle e di latteria ha relegato lentamente la produzione del Graukäse quasi esclusivamente all’ambito domestico, nei masi di montagna e in un paio di latterie sociali, che utilizzano però latte pastorizzato e fermenti. Da qui il progetto del Presidio che vuole far riemergere una tradizione. Il Presidio vuole favorire il recupero della produzione artigianale del Graukäse e riprendere quindi questa originale tecnica di caseificazione utilizzando esclusivamente latte crudo proveniente da allevamenti locali. L’obiettivo è anche quello di coinvolgere nuovi produttori e di costituire un’associazione che li riunisca. Responsabile Slow Food del Presidio Martin Pircher tel. +39 0474 678495 [email protected] Walter Steger Valle Aurina (BZ) San Giacomo, 29 Maso Könighoftel +39 0474 650272 Martha Schneider Hirnerhof Valle Aurina (BZ) S. Giovanni 226 +39 0474 671162 Referente dei produttori del Presidio Walter Steger tel. +39 348 6926073 [email protected] 6|7 Razza grigio alpina Razza grigio alpina 8|9 La regina grigia delle Alpi senza sporadica in Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha mantenuto intatte quelle specificità che ne fanno la razza ideale per l’economia rurale di montagna. Di taglia e peso medi, questi animali possiedono arti robusti e unghioni particolarmente forti. Il colore del mantello è grigio chiaro quasi argento, con sfumature più scure sulla testa, sul collo, sulle spalle e sui fianchi. La razza bovina grigio alpina è senz’altro una delle più vecchie abitanti delle Alpi. Allevata per secoli dalle popolazioni locali soprattutto in contesti marginali ed estremi come quelli dei masi di alta quota (la sua presenza risulta infatti documentata sin dall’ottocento), è in grado di adattarsi perfettamente alle dure condizioni ambientali di queste regioni montane. Fino agli inizi del novecento l’isolamento delle vallate rendeva molto difficili gli scambi genetici e quindi le caratteristiche della razza si sono mantenute pressoché inalterate. Le uniche modificazioni si sono verificate in relazione alle condizioni ambientali e di allevamento e in parte per l’attività di selezione portata avanti dai pochi allevatori che da sempre hanno creduto nelle qualità di questa razza migliorandola in purezza. Fondamentalmente quindi la grigio alpina, la cui popolazione è concentrata soprattutto in Provincia di Bolzano e di Trento con qualche pre- Rustica e frugale, la grigio alpina possiede un innato istinto per la ricerca autonoma del foraggio ed è in grado di spingersi su pascoli estremamente impervi, inaccessibili per le altre razze bovine. Longeva e di ottima fertilità, un tempo considerata razza a triplice attitudine (latte, carne e lavoro), viene oggi allevata per la sua duplice attitudine di produzione, cioè utilizzata sia per la produzione del latte, particolarmente adatto alla caseificazione ma anche al consumo diretto fresco, che per quella della carne, di ottima qualità. In particolare tra le razze bovine di montagna italiane la grigio alpina possiede il miglior rapporto quali-quantitativo nel latte, fornendo quindi una maggiore percentuale di materia utile alla produzione di formaggio, mentre nel caso della carne sia l’accrescimento degli animali allevati al pascolo che la resa per quanto ne riguarda la macellazione risultano eccellenti. Razza grigio alpina Il Presidio razza grigio alpina Oggi la razza grigio alpina vede notevolmente ridotta la sua presenza sull’arco alpino, decimata, come altre razze bovine autoctone, dalle politiche zootecniche restrittive del passato e dal diffondersi negli ultimi decenni di allevamenti più intensivi che garantiscono elevate produzioni ma che non sono assolutamente legate dal territorio. Attualmente è una delle undici razze che aderiscono alla Federazione Europea delle Razze del Sistema Alpino e dal 2004 è stata riconosciuta in pericolo di estinzione. Il Presidio intende sostenere e rafforzare l’opera di salvaguardia e di tutela che l’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Grigio Alpina sta portando avanti, ha selezionato e riunito gli allevatori che allevano esclusivamente animali in purezza iscritti al Libro genealogico e con loro ha stilato un disciplinare riguardante sia le norme per la filiera del latte e della produzione dei formaggi che quella della filiera della carne. Il Presidio intende intervenire anche nella formazione dei produttori per migliorare il livello qualitativo delle produzioni, in collaborazione con la Federazione Latterie dell’Alto Adige, che già da tempo ne segue e cura l’assistenza tecnica nei piccoli caseifici e nelle malghe in alta montagna. 10 | 11 > Area di produzione Trentino Alto Adige Alta montagna della Provincia di Bolzano e della Provincia di Trento >Produttori Agriturismo “Fiordibosco” Di Lozzer Graziano Valfloriana (TN) Località Comuni tel. +39 0462 910002 Maso “Prener” Di Giovannini Andrea Baselga di Pinè (TN) Frazione Rizzolaga +39 340 5428531 Maso “Oberkaser” Famiglia Pixner Michael & Helene, Laces (BZ) St. Martin am Kofel, 12 tel. +39 0473 720125 Le carni di razza grigio alpina possono essere consumate e acquistate presso: Maso “Niedermair” Famiglia Ernst Kaserer Castelbello (BZ) Trumsberg, 4 tel. +39 0473 624091 Responsabile Slow Food del Presidio Sergio Valentini tel. +39 348 4020857 [email protected] Referente dei produttori del Presidio Christina Müller tel. +39 0471 063850 [email protected] Ur-Paarl della Val Venosta Ur-Paarl della Val Venosta Il pane dei monaci L’Ur-Paarl nach Klosterart, che in tedesco significa “l’originario pane di segale doppio alla maniera del convento”, è la variante più antica del tipico Vinschger Paarl della Val Venosta. La forma tradizionale è una specie di “otto” schiacciato, ottenuta unendo due pani rotondi e piatti. Per questo si chiama “paarl“, che significa coppia. La dimensione è variabile: il diametro va dai 10 ai 30 centimetri e lo spessore da 2 a 3 centimetri. I depositari della ricetta madre sono i frati benedettini del convento di Monte Maria, sopra Burgusio, nel comune di Malles. La riscoperta dell’Ur-Paarl è avvenuta grazie al recupero dell’antica ricetta custodita dall’ultimo frate fornaio, Fratel Alois Zöschg, ripresa da un gruppo di fornai dell’Alta Val Venosta, che producono i piccoli pani con farina di segale, farina di farro e lievito madre. Ognuno personalizza la ricetta aggiungendo dosi variabili di semi di finocchio, cumino selvatico e trigonella caerulea, erbe raccolte sui pascoli della valle. 12 | 13 Il Paarl è uno dei tre tipici “pani di scorta” dell’Alto Adige, conosciuti sin dall’antichità, gli altri sono lo “Schüttelbrot”, la schiacciata tradizionale della Valle Isarco, e il “Pusterer Breatl” della Val Pusteria. La loro caratteristica era quella di essere consumati anche dopo molte settimane: si conservavano in rastrelliere di legno dove essiccavano. L’Ur-Paarl ha una crosta morbida e marrone scuro e una pasta soffice e brunita per la presenza di farina di segale. Al naso e in bocca prevale, a volte prepotentemente, l’aroma dei semi di finocchio. Fresco, spalmato di un velo di burro, si accompagna alle marmellate – ottima quella di albicocche della Val Venosta, allo speck e ai salumi affumicati – oltre ad accompagnare i piatti della cucina tradizionale altoatesina. Con l’Ur-Paarl secco si prepara anche la Lottensuppe, la “minestra dei poveri”, fatta con il brodo, qualche pezzetto di carne o di speck e, appunto, il pane duro spezzato. Con l’aggiunta di frutta – albicocche, pere, frutti di bosco – diventa un pane dolce buonissimo: il Früchtebrot. Ur-Paarl della Val Venosta Il Presidio Ur-Paarl della Val Venosta Oggi l’Ur-Paarl viene sfornato quotidianamente, ma un tempo si cuoceva esclusivamente nei forni a legna dei contadini due o tre volte all’anno (come avviene ancora oggi in alcuni masi di montagna). Fanno parte della filiera del Presidio alcune decine di contadini del luogo che hanno reintrodotto la coltivazione della segale nei loro campi: fino agli anni cinquanta la segale era il cereale più comune in Alto Adige, grazie al particolare clima secco e poco piovoso. È un cereale molto resistente ai climi freddi e all’aridità, tanto che la media e l’alta Val Venosta sono sempre state considerate il “granaio del Tirolo” e la segale coltivata anche a quote alte in quest’area era venduta in tutta Europa. Il Presidio si propone di far conoscere e di valorizzare l’Ur-Paarl dei fornai venostani e in prospettiva, di reintrodurre la vecchia varietà di segale coltivata nei secoli scorsi. > Area di produzione Alta Val Venosta (provincia di Bolzano) >Produttori Eggerbrot di Horst Egger Laces (BZ), Via Bocce, 2 tel. +39 0473 623366 [email protected] www.eggerbrot.com Goldrainer Backstube di Albert Reinhard Coldrano (BZ) Via Piazzetta, 11 b tel. +39 0473 742472 +39 340 9647714 [email protected] Andreas Pilser Silandro (BZ), Località Corces Via Principale, 121 tel. +39 0473 730572 Responsabile Slow Food del Presidio Ivo De Pellegrin tel. +39 333 859 36 29 [email protected] Alois Riedl Glorenza (BZ) Via Malles, 11 tel. +39 0473 831348 Norbert Schuster Malles Venosta (BZ) Località Laudes, 139 tel. +39 0473 831340 [email protected] Andreas Tröger, Lasa (BZ) Via Venosta, 51 tel. +39 0473 747051 Karl Zerzer, Malles (BZ) Via G. Verdross, 4 tel. +39 0473 831141 - 830490 [email protected] Referente dei produttori del Presidio Horst Egger tel. + 39 0473 623366 + 39 335 249 420 [email protected] 14 | 15 Villnösser Brillenschaf Pecora Villnösser Brillenschaf La pecora con gli occhiali La Villnösser Brillenschaf (che letteralmente significa “pecora con gli occhiali della Val di Funes” ), è la razza ovina più antica del Sudtirolo: si è sviluppata nel Settecento, un ceppo locale altoatesino della pecora “Kärntner Brillenschaf” austriaca che deriva da un incrocio tra la “Alte heimische Landschläge”, la Bergamasca e la Paduaner Seidenschaf. La si riconosce perchè ha il vello bianco e anelli neri attorno agli occhi, gli “occhiali” appunto, e la colorazione nera di almeno un terzo, o metà, dell’orecchio. In passato era allevata per il consumo di carne e per la lana. Come altre razze locali rustiche è sfuggita negli anni trenta del secolo scorso alle politiche fasciste di “miglioramento” delle razze di interesse alimentare che imponevano di sostituire le razze autoctone con altre internazionali più produttive. Tentativo fallito in parte, grazie alla passione degli allevatori locali che l’hanno testardamente custodita. Purtroppo oggi risente dell’abbandono della montagna e dell’agricoltura alpina: ne sono rimasti circa 2.400 capi adulti in tutto 16 | 17 l’Alto Adige, di questi circa 1.800 sono femmine che partoriscono ogni anno circa 2.500 agnelli. Fino agli anni sessanta tutti allevavano la razza Villnösser, oggi solo tre degli allevatori iscritti all’associazione di razza lavorano esclusivamente la terra, tutti gli altri allevano e coltivano piccoli appezzamenti come occupazione secondaria. A Funes, la zona di origine, quindici anni fa erano rimaste solo 150 pecore, oggi sono aumentate a 600 capi grazie al lavoro tenace di Günther Pernthaler, il tecnico di razza, e prima di lui, di Johann Messner, ex sindaco di Funes e grande appassionato di questa razza, che hanno lavorato al recupero genetico. Hanno ottenuto la pubblicazione del registro anagrafico, conservato presso la Federazione Zootecnica Alto Adige a Bolzano e l’iscrizione della razza tra quelle a rischio di estinzione, che dà diritto a contributi annuali per gli allevatori al fine di conservarla e riprodurla. La carne della pecora Villnösser è di grande qualità, grazie all’alimentazione naturale, fondata sull’erba dei pascoli e sui fieni locali, con solo una piccola percentuale di cereali (mais, avena, crusca). Dalla metà di maggio fino alla metà di settembre le pecore della valle sono tutte quante riunite insieme nell’alpeggio Ochsengarten, a 1.950 metri di altitudine, dove un pastore si occupa del gregge. Poi scendono a valle e brucano l’erba dei prati fino a quando non arriva il freddo e sono quindi ricoverate nella stalle durante l’inverno. Villnösser Brillenschaf Il Presidio Pecora Villnösser Brillenschaf Come altre razze che contano meno di 3.000 capi sopravvissuti, è riconosciuta dalla UE come razza in via di estinzione. Oggi gli allevamenti custodi sono circa un’ottantina, ciascuno con poche decine di capi allevati con grande passione, in particolare nella Val di Funes. Un gruppo di tre amici, due ristoratori e un commerciante, riuniti nella società Furchetta, raccoglie settimanalmente gli agnelli dagli allevatori, si occupa della macellazione e della distribuzione, soprattutto ai ristoranti e, insieme ad un norcino di Varna, Amort Werner, sta sperimentando anche una produzione di salumi. Il Presidio si propone di riportare questa razza a una maggiore consistenza, grazie alla valorizzazione delle sue carni sul mercato, e di trasformare la pecora Villnösser in una risorsa per un territorio alpino di grande bellezza. 18 | 19 > Area di produzione Comuni di Funes, Villandro, Renon, Barbiano, Chiusa, Velturno, Luson, Laion e Valbadia (provincia di Bolzano) > Presidio sostenuto da Provincia Autonoma di Bolzano, Comune di Funes, Associazione Turistica Villnöss (Funes) Associazione degli Allevatori di piccoli animali del Sudtirolo c/o Federazione Zootecnica Alto Adige Bolzano, Via Galvani, 40 Tel. +39 0472 855016, +39 347 5555853 [email protected] L’associazione riunisce un’ottantina di piccoli allevatori, per maggiori informazioni sugli allevamenti contattare direttamente Günther Pernthaler che cura anche un sito in lingua tedesca. www.villnoesser-brillenschaf.eu. Responsabile Slow Food del Presidio Sergio Valentini tel. +39 348 4020857 trentinoaltoadige. [email protected] Commercializzazione della carne di agnello Furchetta di Oskar Messner & C. Funes (BZ) Santa Maddalena, 89 Tel. +39 0472 840186, +39 347 3668339 [email protected], [email protected] www.furchetta.it Referente dei produttori del Presidio Stefan Unterkircher tel. +39 347 3668339 [email protected] 20 | 21 Comunità del cibo Slow Food in Alto Adige Comunità del cibo della Val Martello Comunità del cibo del “Caffè di Anterivo” Le Comunità del cibo sono gruppi di persone che producono, trasformano e distribuiscono cibo di qualità in maniera sostenibile e sono fortemente legate a un territorio dal punto di vista storico, sociale e culturale. La rete di Terra Madre è costituita da tutti coloro che vogliono agire per preservare, incoraggiare e promuovere metodi di produzione alimentare sostenibili, in armonia con la natura, il paesaggio, la tradizione. Al centro del loro impegno c’è un’attenzione particolare per i territori, per le varietà vegetali e le specie animali che hanno permesso nei secoli di preservare la fertilità delle terre. Terra Madre riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare e vogliono difendere l’agricoltura, la pesca e l’allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità del cibo. La rete di Terra Madre è stata lanciata nella riunione inaugurale del 2004 a Torino. Quel primo incontro ha radunato 5.000 produttori da 130 paesi e ha attirato – come mai prima di allora – l’attenzione dei media sulle loro problematiche. > Area di produzione Val Martello (provincia di Bolzano) Regione Trentino - Alto Adige > Area di produzione Anterivo (provincia di Bolzano) Regione Trentino - Alto Adige >Referente Leander Regensburger tel. +39 0473 744523 leander.regensburger@ comune.martello.bz.it >Referente Adam Givani M. Gamper 2 39040 Anterivo (BZ) tel. +39 0471 882026 [email protected] Condotta di riferimento Alto Adige - Südtirol Condotta di riferimento Alto Adige - Südtirol 22 | 23 Comunità del cibo della Val Martello Comunità del cibo del “Caffè di Anterivo” Questa valle laterale della Val Venosta, compresa nel Parco Nazionale dello Stelvio, conta una popolazione di appena 900 abitanti, la maggior parte dei quali vive tuttora nei tradizionali masi rurali. Famosa all’inizio del secolo per la segale, l’economia agricola della valle ha subito nel corso del tempo innumerevoli rovesci dovuti a esondazioni e malattie delle colture. Oggi le attività principali riguardano l’allevamento bovino da latte e l’ortofrutticoltura. I 66 soci della cooperativa ortofrutticola gestiscono la produzione, in ogni maso, di piccoli frutti, albicocche, cavolfiori e radicchio. Le colture sono seguite del Centro sperimentale Laimburg e si basano su metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente. Anche lo sviluppo dell’edilizia è sottoposto a rigidi vincoli ambientali. Venti soci hanno fondato nel 2006 l’associazione “Produttori di caffè di lupino di Anterivo” allo scopo di far rivivere una vecchia tradizione molto comune nella zona fino alla prima metà del secolo scorso. Il lupino peloso “Lupinus Pilosus Murr“ veniva infatti un tempo utilizzato per produrre un surrogato del caffè. L’associazione ha ripreso la coltivazione del lupino e ponendo grande attenzione nella fase di tostatura è riuscita a riportare sulle tavole un surrogato, che non contiene caffeina né glutine e presenta un gradevole gusto speziato e note di nocciola. L’associazione opera perchè il caffè di Anterivo sia utilizzato dai ristoratori locali, dai pasticceri e non solo. Infatti, alcuni birrifici dell’Alto Adige usano il prodotto per aromatizzare una birra chiamata “Lupinus” mentre in Baviera alcuni pasticceri hanno creato un cioccolatino ripieno di c‚aramello al Caffè di Anterivo e viene utilizzato anche in maniera innovativa in altri prodotti. www.presidislowfood.it Sostenuto da e realizzato in collaborazione con Foto: Marco Bruzzo, © Alberto Peroli 2007, Archivio Slow Food, Consorzio Alta Pusteria/Helmuth Rier, SMG/Andree Kaiser Informazioni sui Presidi Alto Adige Ivo De Pellegrin tel. +39 333 859 3629 [email protected]