Alghero (Sassari)
LE TORRI
DI “ALGUER”
Un itinerario suggestivo lungo le mura
e le torri catalano-aragonesi che cingono
il centro storico del vecchio borgo marinaro
DI ORNELLA D’ALESSIO - FOTOGRAFIE DI GIANMARIO MARRAS
Veduta del centro
storico di Alghero,
con la cattedrale di
Santa Maria sullo
sfondo e in primo
piano parte della
cinta muraria e
delle torri, in gran
parte demolite
a partire dalla fine
del XIX secolo.
A
lghero, la catalana Alguer, frizzante come una coppa di champagne, continua
a rinnovarsi. E a valorizzarsi riscoprendo i tesori
più antichi. Nasce così il museo diffuso, un insieme
di realtà diverse, collegate in un itinerario culturale
che comprende il complesso del Caval Marì, che tra
luglio e agosto ospita la terza edizione della mostra
“Trama doppia” dello stilista Antonio Marras, il
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Museo Diocesano e quelli in fieri della Città, in via
Carlo Alberto accanto alla chiesa di San Michele, e
del Corallo, in una villa Liberty all’inizio di via XX
Settembre (apertura entro la fine del 2006).
E poi le torri, che insieme alle mura cingono il
centro storico e si mostrano in tutta la loro imponenza, fiere custodi dell’antico borgo genovese, diventano dei veri e propri centri espositivi. È un’iniziativa in divenire, ma promette molto bene. La torre di Porta a Terra
MEDIOEVO
(Portal Reial), la prima a essere
SUL MARE
stata recuperata, nei secoli pasIn alto: uno
sati era l’ingresso principale delscorcio del porto
turistico di
la città e oggi mantiene il suo
Alghero visto
ruolo in chiave moderna. Al piadai Bastioni
Magellano; sullo
no terra ospita il Centro di
sfondo, il profilo
informazione e accoglienza turidi capo Caccia.
stica (Cooperativa Itinera, 079/
A sinistra:
la torre di Santa
9.73.40.45), oltre a un angolo deBarbara o della
dicato ai libri su Alghero e la
Polveriera, dove
Sardegna, mentre al primo piano
venivano
depositate le
accoglie il museo multimediale:
polveri per i
nove computer touch screen per
cannoni collocati
poco distante.
conoscere il passato della città.
Nella pagina
La storia è suddivisa in temi diseguente: il porto
versi, dal periodo pre-genovese
turistico e alle
spalle il campanile
fino al 1867, quando Alghero
gotico-catalano
perse la funzione di piazzaforte.
della cattedrale
Ognuno, liberamente, può apdi Santa Maria.
profondire gli aspetti che gli interessano. In mezzo al salone troneggia un grande
plastico di Alghero fortificata, prima dell’abbattimento delle mura avvenuto nella seconda metà dell’Ottocento. Salendo sulla terrazza, appena aperta al
SPALTI
E CANNONI
Sopra: uno dei
cannoni situati alle
spalle della più bella
e imponente delle
sei torri catalanoaragonesi, la torre
dello Sperone, oggi
torre Sulis in onore
del patriota Vittorio
Sulis, qui rinchiuso
dal 1799 per 21 anni.
Una scala elicoidale
ricavata nelle mura
perimetrali permette
l’accesso alla terrazza.
Destinata in origine
a luogo carcerario,
la torre, restaurata,
è oggi uno spazio
espositivo. Nella
pagina seguente:
torre della Maddalena
inglobata nel bastione
omonimo, l’unico
superstite dei tre
bastioni fortificati
costruiti nel XVI
secolo. Situata nella
zona del porto, ha
dimensioni minori
rispetto alle altre. È
chiamata anche torre
Garibaldi da quando
l’”eroe dei due
mondi” approdò ad
Alghero nel 1855.
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pubblico, si ha una visuale a 360 gradi sul centro
storico e sul porto turistico, sullo sfondo del promontorio di Capocaccia. Uno spettacolo.
Da quest’estate proprio da Porta a Terra partono
sette itinerari tematici guidati, tra cui quello dedicato ai panorami crepuscolari. Il più suggestivo e
romantico. Al tramonto si sale nei punti alti del centro storico, tra cui il campanile della cattedrale, e si
osserva il sole che infuoca il golfo. Da quest’anno il
centro informazioni propone anche visite audioguidate in sei lingue, compreso ovviamente il catalano,
parlato comunemente tra la gente di Alghero. La
torre di San Giovanni, appena restaurata, diventa
uno spazio espositivo attrezzato per mostre temporanee. Lungo l’itinerario vale una sosta la Slurperia,
in largo San Francesco che in estate propone cinquanta gusti di gelato diversi: da provare il gelato
al torrone di Tonara. Pochi passi ed ecco piazza Sulis: una spianata sul mare dominata dalla cinquecentesca torre dell’Esperò Reial o Sulis, in onore di
Vincenzo Sulis, notaio, patriota e memorialista, una
sorta di Che Guevara della Sardegna. Nel 1793 combattè attivamente contro l’invasione dei francesi e
poi fu protagonista delle insurrezioni antipiemontesi per cacciare il viceré da Cagliari (1794). Condannato al carcere a vita, venne rinchiuso prima
nella torre dell’Aquila a Cagliari e, dal 1799, nella
torre dello Sperone di Alghero (oggi torre Sulis),
dove visse fino al 1821, quando fu graziato dal re
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Vittorio Emanuele. Morì esule alla Maddalena nel
1834. Interessante l’autobiografia di Sulis riscritta
dai “Marinai del Tempo”, un gruppo di studenti del
liceo classico Gramsci di Olbia, pubblicata dalla
piccola casa editrice sassarese Doramarkus. La torre
Sulis a settembre ospiterà una mostra di foto, curata
da Salvatore Ligios, che s’inserisce nei network europei dei festival di fotografia (European month of
photography e Festival of Union), a cui partecipano
20 giovani fotografi europei. In piazza Sulis si concentrano alcuni dei grandi nomi della ristorazione
algherese: Il Pavone (079/97.95.84) , che propone
una cucina creativa, e La Lepanto (079/97.91.16),
dove si mangiano le migliori aragoste.
Seguendo il litorale verso nord, davanti al
UN LUNGO
pronao della seicentesca chiesa del Carmen, si
CAMMINO
incontra la torre di San Giacomo o dei cani,
DI PIETRA
perché nel XX secolo era utilizzata anche come
L’ultimo tratto
canile, prossima sede di un nuovo spazio mudelle fortificazioni
spagnole è
seale. Una sosta per un drink al Girasol (079/
costituito dai
9.73.50.16), fruit bar per ogni età, dove fanno
bastioni Marco
frullati e cocktail dal sapore esotico, o per un
Polo, recentemente
restaurati;
pranzo alla trattoria La Cuina (079/97.69.38),
separano l’antico
dove preparano piatti della vecchia cucina alquartiere ebraico
dal mare, che si
gherese: minestra di pesce, di ricotta fresca,
apre verso nord
agliata di pescatrice e di gattuccio, ricci e sarsul bellissimo
dine fritte. Da qui comincia la passeggiata sulla
muralla (la muraglia in algherese).
Il percorso di pietra che circonda l’antico borgo di
origine genovese prosegue sui bastioni Marco Polo,
recentemente restaurati. È l’angolo più intimo, più
autentico, parallelo alla zona un tempo abitata dagli
ebrei catalani, che hanno avuto un ruolo importante
come finanziatori per la conquista spagnola di Alghero. La passeggiata lungo il mare arriva alla Garitta reale, utilizzata storicamente come punto vedetta
e deposito di armi. La torre della Polveriera e quella
della Madonnina (Sant’Elm) sono ancora da recuperare. L’ultima parte di bastioni, la più bohémienne,
d’estate pullula di artisti di strada. Seduti ai tavolini
del Caffè Latino (079/97.65.41), si assiste a simpatici
spettacoli improvvisati. Con una scalinata si scende
alla Porta a mare, detta Poltu Salve (in passato era il
solo ingresso in città dal mare), dove si dice sia passato Garibaldi. Chiude il giro la Maddalenetta, unico
forte rimasto del sistema catalano-aragonese. Il recupero di questo monumento storico, grazie a un
elegante allestimento teatrale dotato di 500 posti a
sedere, ha trasformato un severo baluardo in una
delle due sedi dei grandi eventi di Festivalguer
(www.sardegnaconcerti.it), insieme all’anfiteatro
Maria Pia, sul litorale per Fertilia. panorama della
rada di Alghero.
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