Progetto di restauro dell'Ospedale di S. Maria della Scala
Concorso a inviti
Siena 1992
Massimo e Gabriella Carmassi
Il progetto di restauro di un complesso monumentale quale è lo Spedale di Siena – si legge
nella lunga relazione allegata alle tavole di concorso – deve “senza alcun dubbio”
identificarsi con un progetto di conservazione, ovverosia prefiggersi il “mantenimento
dell’integrità e autenticità degli spazi e dei materiali che costituiscono un edificio antico”.
All’inizio degli anni novanta, a mo’ di (provvisoria) conclusione di una lunga serie di
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interventi in questo settore, lo studio Carmassi coglie l’occasione del cimento con l’antica
fabbrica senese per mettere a punto uno strumentario metodologico atto ad affrontare il tema
del restauro. Punti cardinali sono innanzitutto la concezione del rilievo come momento
fondamentale di conoscenza; un rilievo – architettonico, non solo geometrico – da compiersi
necessariamente parallelamente all’avvio del cantiere, poiché solo a partire da quel
momento è possibile approfondire l’indagine oltre lo strato superficiale dell’edificio. In
secondo luogo, la considerazione del progetto alla stregua di un canovaccio estremamente
flessibile, attento a cogliere le indicazioni che possono scaturire dai primi interventi
sull’opera e pronto a modificarsi di conseguenza.
L’obbiettivo è quello di riportare alla luce la ricchezza nascosta della fabbrica antica,
restituendo una lettura in filigrana dei suoi diversi strati – l’ultimo dei quali, costituito
dall’intervento
contemporaneo,
dovrebbe
essere
il
più
“trasparente”
di
tutti.
Conseguentemente, le prime operazioni “progettuali” compiute sullo Spedale sono state la
realizzazione di un’accurata indagine fotografica – quasi 3.000 immagini – e il paziente
completamento delle planimetrie di tutti i livelli della fabbrica, via via integrandole con la
tipologia degli orizzontamenti – a solaio piano, ligneo, a volta – e con le eventuali
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decorazioni, in modo da rendere immediatamente percepibile la molteplicità di elementi che
descrivono la qualità di un ambiente.
Acquisita tale conoscenza, l’ipotesi di riuso dell’organismo a nuove destinazioni –
prevalentemente museali e culturali – trova le prime effettive verifiche e il progetto di
recupero muove da una riconsiderazione complessiva del sistema distributivo, avvalorata
dall’individuazione di due sistemi spaziali principali che si sviluppano rispettivamente al di
sopra e al di sotto del livello della piazza del Duomo, su cui si affaccia il fronte nord dello
Spedale. La parte inferiore è costituita dalla cosidetta strada interna che attraversa il
complesso longitudinalmente da est ad ovest. Il percorso della strada interseca luoghi di
singolare bellezza, caratterizzati da grandi voltoni in laterizio poggianti su poderose costole
di muratura, nei quali sono inclusi ambienti “indipendenti” e compiuti, funzionalmente e
architettonicamente, quali ad esempio l’oratorio di Santa Caterina della Notte. Gli interventi
proposti puntano a chiarire la sovrapposizione e l’intreccio dei diversi spazi e percorsi con
la strada, demolendo le superfetazioni e i tamponamenti recenti per recuperare effetti di
trasparenza sia orizzontali che verticali; inoltre, conferiscono all’antica chiostra posta al
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centro del complesso un ruolo preminente di comunicazione con i livelli soprastanti. Pur
nell’inevitabile schematicità, la rappresentazione assonometrica dell’anello dei percorsi e le
prospettive di alcuni spazi che vi si affacciano restituiscono pienamente la complessità e la
potenzialità della strada interna.
Il progetto si configura insomma non come mero gioco di invenzione, bensì come
procedimento maieutico, volto ad estrarre dall’edificio ciò che esso già contiene. Affatto
diverse, in tal senso, sono le caratteristiche del sistema spaziale che si sviluppa al di sopra
della quota della piazza del Duomo. Il quarto livello – il principale della fabbrica – è infatti
costituito da un’insieme di grandi ambienti rettangolari, ancora ben leggibili nonostante i
numerosi tramezzi, soppalchi e controsoffitti che vi si affollano. Le nuove destinazioni
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museali e i relativi servizi sono distribuiti in altrettanti “comparti” – aggregazioni omogenee
e autonome, collegate tra loro da percorsi orizzontali e verticali – individuati dai progettisti.
Essi sono, a partire da ovest: il corpo di fabbrica della casa delle balie, adattata a foresteria e
abitazione per i custodi; l’adiacente casa del rettore, in cui si prevede la realizzazione di una
grande biblioteca e della farmacia; il complesso delle corsie parallele di San Pio e San
Leopoldo, destinate ad accogliere il museo degli ospedali d’Europa e il museo diocesano; i
due grandi ambienti del Passeggio e del Pellegrinaio, orientati nord-sud e leggermente
divaricati, utilizzabili per mostre temporanee; gli spazi a sud della chiostra centrale, attorno
al refettorio e alla sacrestia vecchia, destinati al museo dell’arte senese; il complesso dello
Spedale delle donne, ad est, con la lunga corsia rettangolare allestita a museo archeologico e
con i rimanenti spazi riservati all’omonimo dipartimento universitario; infine, la chiesa
affacciata sulla piazza del Duomo che, con la sacrestia, vede confermata la propria funzione.
Il progetto pone in costante relazione la lettura orizzontale di questo livello con quelli
soprastanti, al fine di individuare insiemi volumetrici omogenei – laddove gli ambienti
sovrapposti presentano caratteristiche analoghe – e inserire nei punti più deboli e incoerenti
nuovi elementi di comunicazione verticale, logge vetrate e terrazze. Tra le proposte più
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significative in tal senso, vi sono quelle avanzate per la chiostra centrale, ripulita da volumi
recenti e diaframmi orizzontali, intorno alla quale viene completato, per ogni livello, un
anello di percorsi tramite corridoi e scale; oppure gli interventi previsti nell’area del museo
degli ospedali d’Europa, in cui la scala esistente, opportunamente modificata, emerge su una
terrazza ricavata demolendo una soprelevazione recente. Il progetto affronta infine la
sistemazione delle aree esterne e, in particolare, il recupero del prospetto sud dello Spedale,
prevedendo la demolizione degli edifici costruiti negli anni cinquanta e sessanta a valle della
grande fabbrica e l’eliminazione delle numerose superfetazioni che ne occludono il fronte. Il
prospetto, finalmente liberato, offre numerose possibilità di affaccio dall’interno all’esterno
ma anche, in forza delle aperture fuori scala che lo contraddistinguono, recupera la rilevanza
paesistica propria di altre grandi fabbriche senesi; la ricchezza delle tessiture di laterizio,
frutto di un secolare processo di stratificazione, che il disegno del fronte – appositamente
realizzato – rivela, riassume eloquentemente la visione che ha ispirato l’intero progetto.
Informazioni
Progetto: Massimo e Gabriella Carmassi
Collaboratori: Salvatore Settis, Massimo Bernieri, Riccardo Francovic, Pierluigi Pierallini, Luca Sampaolesi, Roberto Parenti,
Marcello Sorbi
Collaborazione grafica: Dunia Andolfi, Monica Deri, Andrea Maffei
Strutture:
Impianti:
cronologia: 1992
Imprese:
Committenti: Comune di Siena
CARMASSI STUDIO DI ARCHITETTURA
Indirizzo: Borgo Santi Apostoli, 19 – 50123 Firenze – Tel./Fax: 055 295034 / 055 283591 – E-mail: [email protected]
Web: www.carmassiarchitecture.com
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