Nuovi percorsi segreti
del Castello Aragonese
TARANTO
storia
D
opo i lavori
conservativi
attinenti il
corpo a mare e i
restauri sulle componenti esterne, il
Castello Aragonese di Taranto continua a vivere un
momento di gloria
grazie alla scoperta di nuove strutture che nei millenni,
per rimaneggiamenti e adeguamenti, sono state
oscurate.
I nuovi ritrovamenti
sono stati illustrati
dall'Amm. Francesco Ricci mediante un audiovisivo
fotografico nel
corso di una cerimonia svoltasi nei
locali del castello
alla presenza del
Comandante in
Capo del Dipartimento Amm. di
Sq. Gian Maria
Faggioni e di numerosi studiosi e
archeologi.
“Il Castello Aragonese rappresenta
uno degli obiettivi
turistici-culturali primari per Taranto il
cui merito va innanzitutto alla
Marina Militare”, ha esordito
nel corso della cerimonia il direttore generale regionale per i
Ben i Culturali e Ambientali
Dott. Ruggero Martines, rievocando, nel contenuto, la paternità architettonica di Francesco Di Giorgio Martini, autore
nel XV secolo anche delle forti-
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1899 - Una incisione di acciaio colorato
del Castello Aragonese di Taranto.
ficazioni di Sassocorvaro e di
San Leo su commissione di
Francesco da Montefeltro. Altrettanto elogiativo è stato l'intervento dell'archeologa Teresa
Cinquantaquattro, funzionario
del Museo Archeologico Nazionale (M.AR.TA.), per la disponibilità presentata dalla Marina
Militare a collaborare con le
istituzioni deputate.
Nel corso dei lavori di ristrutturazione dell'ala nord-orientale
dell'antico maniero, eseguiti in
massima parte da personale
della Marina Militare, sono stati
messi in luce locali logistici, postazioni difensive, un tratto della cinta muraria svevo-angioina
e una scala interna alla cinta
medesima con accesso ai locali di accasermamento delle
truppe spagnole, antecedenti
agli Aragonesi, artefici del rinnovamento del castello tra il
1480 e il 1492.
L'impegno profuso nell'ultimo
decennio ha consentito una ricostruzione approfondita e storicamente convalidante del
castello facendo risalire la sua
funzione ad epoca romana.
Superato il periodo dell'Alto
Medioevo, il maniero subì la
sorte dell'intera città, distrutta
nel X secolo dal saraceno Saba
e fu il bizantino Niceforo II Foca
che, ricacciando gli arabi, ricostruì la città e le opere difensive
che ebbero vita per l'intero periodo del Principato di Taranto,
durato oltre quattro secoli. Il
tutto ampiamente dimostrato
da reperti venuti alla luce durate gli impegnativi lavori di ristrutturazione e consolidamento che l'Amm. Ricci dispose nel
corso del suo mandato, quale
Comandante del Dipartimento
tarantino in collaborazione con
la Sopraintendenza all'Archeologia, e condotti successivamente su incarico del Capo di
Stato Maggiore della Marina;
incarico riconvalidato per i
prossimi cinque anni.
Il percorso storico successivo
del castello, dalla ricostruzione
aragonese ai tempi attuali è
abbastanza noto.
La minaccia turca, incomben-
Lo stemma Aragonese con la data di costruzione del Castello.
te sul versante adriatico e mirante alla conquista delle terre
meridionali, indusse il re d'Aragona a fortificare le piazze marittime prevedendo per Taranto
la ricostruzione del vecchio
maniero esistente sul versante
sud-orientale della città. La costruzione, basata in principio su
quattro torri (San Cristofalo e
San Lorenzo sul lato di Levante
- della Bandiera e dell'Annunziata sul lato interno), ebbe inizio tra il 1480 ed il 1485 e comprendeva anche l'escavazione
di un fossato divisorio dalla terraferma (oggi canale navigabile). Dopo un rallentamento, i lavori furono ripresi a seguito di
una minaccia di aggressione
da parte dei veneziani, già padroni di Gallipoli. Il corpo del
castello venne quindi completato nel 1492 sotto l'egida di
Ferdinando d'Aragona e affidato a Matteo Crispano.
Scongiurata la minaccia veneziana, si ripresentò quella turca
ed il castellano Crispano pensò
bene , contro il parere del sindaco Pompeo de Manfreda, di
prolungare la fortificazione verso Nord incorporando la "Torre
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Sant'Angelo" creando, in tal
modo, un vero ostacolo difensivo sull'intero fronte orientale,
con ponti levatoi verso la terraferma; allo stesso tempo venne
realizzato un "rivello" a mare sul
lato sud, verso Mar Grande.
La diversa destinazione d'uso
del castello nel corso dei secoli
non ha influito sul suo aspetto
esteriore fino al 1883 quando,
per fare posto al ponte girevole
e normalizzare la linea d'asse
del canale navigabile, fu abbattuta la Torre Sant'Angelo.
Completati i lavori, nel 1889 il
castello divenne sede del Comando Marina e affidato al
contrammiraglio Gaspare Nicastro che ne mantenne l'incarico sino al 1893, data in cui la
piazzaforte di Taranto fu elevata a Comando Militare Marittimo.
Nel 1911, il Comando Militare,
elevato a Comando Dipartimentale, fu trasferito nell'attuale edificio del Corso Due Mari
mentre al castello venivano
delegati compiti logistici e di
supporto foraneo e, oggi, Comando Servizi Base.
Aldo De Florio ■
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