CILENTO BIKERS FMI Tourist Rally "Tour del Cilento 3" Dal 26 al 30 Giugno 2013 Il Moto Club Cilento Bikers è onorato di ospitare per il terzo anno consecutivo l’evento designato dalla FMI. Siamo lieti di presentarvi il programma dell’evento, sicuri di aver adottato le condizioni indispensabili affinché tutti possano godere della permanenza nel Cilento, alla scoperta del territorio del Parco Nazionale ricco di cultura-storia-tradizioni e panorami mozzafiato; Siamo certi che chi vi parteciperà rimarrà stupefatto dalla bellezza incontaminata, dai percorsi dalle 1000 curve scelti e dall’ottimo connubio tra ospitalità e tradizioni, che sicuramente faranno portare a tutti con se un bagaglio di emozioni, di ricordi e di nuovi amici, ma ancor più certi che chi visita i nostri luoghi ci ritornerà sicuramente 1 Programma Mercoledì 26 Giugno Ore 16:00, nello splendido scenario del lungomare di Agnone C.to (Montecorice), con l’accoglienza, la registrazione e la sistemazione (albergo, agriturismo, B&B o camping, secondo le prenotazioni) dei Partecipanti; alle ore 19.00 Aperitivo di benvenuto offerto dall’Amministrazione del Comune di Montecorice e saluti del Sindaco; Ore 20.00 cena con menù prettamente CILENTANO; a seguire spiegazione del programma per il week end.. e poi ….. il pernottamento. Giovedì 27 Giugno Itinerario: Agnone, Casal Velino, Scavi di Velia Ore 09.00 Partenza alla volta di Casalvelino, ore 10.30 visita agli scavi di Velia; Ore 13:00 pranzo presso un ristorante locale. Ore 16.00 partenza per il ritorno e breve sosta durante il tragitto all’Oasi dell’Alento (area protetta) il rientro è previsto per le ore 19:00; riposo presso la tipologia di struttura scelta dall’ospite; Ore 20:00 cena con piatti prettamente cilentani; Venerdì 28 Giugno Ore 09:00 prima colazione, partenza per Roscigno Vecchia, passando per Paestum; Ore 10.00 sosta per un aperitivo a Paestum presso in bar Venus; ore 11:00 partenza per Roscigno Vecchio (il centro storico, è una frazione completamente disabitata da tempo) luogo di rilevanza internazionale, visita al piccolissimo paese fantasma, andremo, visiteremo il museo locale di antiche attrezzature e andremo a pranzo alle ore 14:00 lungo il percorso, partenza ore 16:00; ore 18:00 visita e degustazioni di liquori artigianali (Limoncello e non solo) del Cilento presso l’azienda “L’ANTICO CILENTO” in San Mauro C.to. Ore 20:00 cena con piatti tipici Cilentani; 2 Sabato 29 Giugno Giornata di pesca Turismo: Ore 09:00; prima colazione, trasferimento in barca per una splendida giornata in compagnia dei pescatori ; pranzo al sacco o a bordo con il pescato del giorno; Ore 16:00 rientro Ore 18:00 di nuovo in sella per proseguire poi con i partecipanti del motoraduno nazionale l’itinerario verso Ortodonico con visita al Museo della Civiltà contadina ed al borgo, è situato nel centro storico del comune di Montecorice, nei locali di un vecchio frantoio abbandonato, al piano terra di un palazzo settecentesco. Fondato da un’Associazione volontaria nel 1975, è custode di oggetti, segni, simboli e testimonianze, memoria storica di un lontano passato contadino e contribuisce a conservare la memoria storica e le radici socio–antropologiche e culturali di Ortodonico e del Cilento. E’ organizzato in 5 sezioni: cicli produttivi, mondi intimo–familiari, costumi, tradizioni, folklore, religiosità. Le raccolte nel loro insieme rappresentano un mosaico di 3 vita vissuta. Il Museo rappresenta oggi un centro di cultura ed un laboratorio di idee, finalizzate allo sviluppo del territorio e delle comunità locali, ma è soprattutto il simbolo di un modo di fare accoglienza turistica. Con la Torre medievale, attraverso le vie del borgo, offre un percorso della memoria che lascia nel visitatore il segno, impresso, nelle tante valenze storico–culturali e nelle tradizioni. Ore 21:00 MOTORADUNO NAZIONALE FMI/FESTA DELLA BIRRA. Ad Ortodonico sotto la torre medievale si svolgerà la serata evento del motoraduno nazionale Abbinato ad una giornata speciale della festa della birra, preparata appositamente per l’evento per intrattenere i nostri ospiti bikers (qua la festa della birra si fa ogni anno a settembre con possibilità di alloggiare in zona A PREZZI MOLTO CONTENUTI). BUON DIVERTIMENTO E BUONA PERMANENZA DA PARTE DI TUTTI NOI 4 Scavi di Velia (Elea) fu fondata nella seconda metà del VI secolo a.C., da esuli Focei in fuga dalla Ionia (sulle coste dell'attuale Turchia, nei pressi del golfo di Smirne) per sfuggire alla pressione militare persiana. La fondazione avvenne a seguito della Battaglia di Alalia, combattuta dai Focei di Alalia contro una coalizione di Etruschi e Cartaginesi, evento databile a un arco temporale che va dal 541 al 535 a.C. La città fu edificata sulla sommità e sui fianchi di un promontorio, comprato dai Focei agli Enotri, situato tra Punta Licosa e Palinuro. Il nome Hyele, con cui fu inizialmente chiamata, era lo stesso della sorgente posta alle spalle del promontorio. Intorno al V secolo a.C., la città era felicemente nota per i floridi rapporti commerciali e la politica governativa. Assunse anche notevole importanza culturale per la sua famosa tradizione filosofica presocratica, detta appunto Scuola eleatica, fondata da Parmenide e portata avanti dal suo allievo Zenone. Nel IV secolo entrò nella lega delle città impegnate ad arrestare l'avanzata dei Lucani, che avevano già occupato la vicina Poseidonia (Paestum) e minacciavano Elea. Con Roma, invece, Elea intrattenne ottimi rapporti: fornì navi per le guerre puniche (III-II secolo) e inviò giovani sacerdotesse per il culto a Demetra (Cerere), provenienti dalle famiglie aristocratiche del posto. Divenne infine luogo di villeggiatura e di cura per aristocratici romani, forse grazie anche alla presenza della scuola medico-filosofica.Nell'88 a.C. Elea fu ascritta alla tribù Romilia, divenendo municipio romano con il nome di Velia (cfr. la scheda a lato, Le diverse forme del nome greco), ma con il diritto di mantenere la lingua greca e di battere moneta propria. Nella seconda metà del I secolo servì come base navale, prima per Bruto (44 a.C.) e poi per Ottaviano (38 a.C.). La prosperità della città continuò fino a tutto il I secolo d.C., quando si costruirono numerose ville e piccoli insediamenti, unitamente a nuovi edifici pubblici e alle thermae, ma il progressivo insabbiamento dei porti e la costruzione, avviata nel 132 a.C., della Via Popilia che collegava Roma con il sud della penisola tagliando fuori Velia, condussero la città a un progressivo isolamento e impoverimento.Dalla fine dell'età imperiale, gli ultimi abitanti furono costretti a rifugiarsi nella parte alta dell'Acropoli per sfuggire all'avanzamento di terreno paludoso, e l'insediamento è riportato nei codici con vari nomi, corrispondenti a differenti periodi, tra cui Castellammare della Bruca. Alla fine del Medioevo, nel 1420, diventò feudo dei Sanseverino che però sarà presto donato alla Real Casa dell'Annunziata di Napoli. Dal 1669 non è più censito alcun abitante sul posto, e le tracce della città si perdono nelle paludi. Solo nell'Ottocento l'archeologo François Lenormant comprese che l'importanza storica 5 e culturale del luogo si prestava a interessanti studi e approfondimenti, tuttora in corso, ma va anche rilevato che purtroppo, a causa degli scavi iniziati nel secolo scorso, l'abitato superstite dall'epoca medievale fino al Seicento fu quasi completamente distrutto. . Paestum, nome latinizzato dell'antica Paistom, è un'antica città della Magna Grecia, sacra a Poseidone, dal quale fu chiamata anche Poseidonia, ma devotissima anche a Era e Atena. Nel tempo assunse il nome di Pesto che mantenne fino al 1926, quando venne ribattezzata con il suo attuale nome. L'estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e romana poi. Il sito dell’odierna Paestum è stato abitato fin dall’epoca preistorica. Ad oriente della Basilica (cioè nell’area davanti al suo ingresso) si sono rinvenuti manufatti che vanno dall’età paleolitica fino all’età del bronzo, mentre a sud di essa, verso Porta Giustizia, i resti individuati di capanne testimoniano dell’esistenza di un abitato preistorico. Nell’area del Tempio di Cerere, e tra questo e Porta Aurea, si sono trovate documentazioni archeologiche che attestano uno stanziamento di età neolitica. In effetti sia la Basilica che il Tempio di Cerere si trovano su due lievi alture (probabilmente in epoca preistoria più accentuate), per cui bisogna immaginarsi che esse erano occupate da due villaggi, i quali erano separati da un piccolo torrente che scorreva dove oggi si trova il Foro (greto del torrente riconosciuto in profondità con dei saggi di scavo). Forse in epoca eneolitica le due alture furono abitate dalla popolazione di origine egeo-anatolica (chiamata “Civiltà del Gaudo”), che poi scelse come luogo privilegiato per le sue sepolture la località Gaudo, situata a 1,5 km a nord di Paestum. Nel 273 a.C. Roma sottrasse Paistom alla confederazione lucana, vi fondò una colonia, e cambiò il nome della città in Paestum. Nella Seconda Guerra Punica Paestum restò fedele a Roma, la qual cosa permise ai romani di resistere ad Annibale, nonostante che molte altre città le avessero voltato le spalle. Dopo la battaglia di Canne, Paestum addirittura offrì a Roma tutte le patere d’oro conservate nei suoi templi, offerta che tuttavia Roma rifiutò; in compenso Paestum rifornì i Romani assediati da Annibale entro le mura di Taranto di navi cariche di grano. Da parte di Roma, a Paestum fu permesso di battere moneta propria (in bronzo) fino ai tempi di Tiberio; essa si riconosce per la sigla PSSC ("Paesti signatum senatus consulto"). In epoca romana vengono realizzate importanti opere pubbliche: il Foro (che riduce un po’ l’area del santuario meridionale), il Tempio della Pace (Capitolium), il Ginnasio, l’Anfiteatro. Anche l’edilizia privata mostra che durante il periodo romano Paestum dovette godere di un certo benessere, benché in questa epoca fossero state aperte due importanti strade interne, la via Appia e la via Popilia che, di fatto tagliavano Paestum fuori dalle grandi rotte commerciali, soprattutto la via Appia che collegava Roma direttamente all’Adriatico e di qui all’Oriente, mentre la via Popilia 6 che scendeva in Magna Grecia ma aveva un percorso interno, lontano dalla città. La città fu cristianizzata relativamente presto; difatti ebbe martiri ai tempi di Diocleziano. Nel 370 un cittadino di Paestum di nome Gavinio, vi portò il corpo dell’apostolo San Matteo, poi trasferito a Capaccio Vecchio ed infine a Salerno. Roscigno si divide in due parti: Roscigno Vecchia e Roscigno Nuova. Roscigno Vecchio, il centro storico, è una frazione completamente disabitata da tempo a causa della presenza di diverse frane. Il centro storico di Roscigno inizia a svuotarsi intorno all'anno 1902 a causa di due ordinanze del genio civile (la legge speciale n. 301 del 7 luglio 1902 e la legge n. 445 del 9 luglio 1908) che obbligano la popolazione al trasferimento nell'attuale ubicazione del paese, Roscigno nuova. In Roscigno vecchia attualmente risiede un solo abitante (Giuseppe Spagnuolo) che, dopo la morte di Dorina, unica vera ultima residente, si è trasferito in una delle vecchie case, trascorre le giornate per le vie deserte del paese dove, talvolta, giunge qualche turista; il solitario abitante (poco più di 50 anni) ne approfitta allora per fare da cicerone. Nel 2000 il centro storico di Roscigno contava 1 abitante. Molti dei borghi fantasma che si trovano in Italia abbondano in particolare nell'Italia Meridionale dove la natura ostile e una cattiva manutenzione del territorio, causano spesso movimenti franosi, smottamenti del terreno, alluvioni o terremoti disastrosi. Una delle zone maggiormente interessate è la provincia di Salerno, dove si trova lo splendido borgo fantasma di Roscigno Vecchia. Roscigno sorge nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, riserva naturale dell'Unesco. Grazie alla sua remota posizione oltre i Monti Alburni, il paese è rimasto a lungo nascosto a turisti e viaggiatori, per cui ancora oggi conserva la sua antica e originaria struttura urbanistica. Le origini di Roscigno risalgono al IV secolo a.C. ma solo nel 1500 si costituì Comune autonomo, ereditando il nome dal termine dialettale "Ruśignuòlo", che significa usignolo. Costruita su un terreno argilloso e instabile, tuttavia, Roscigno fu spesso soggetta a frane che, col passare del tempo e l'intensificarsi dei crolli, costrinsero la popolazione ad abbandonare il paese. Non tutti però se ne andarono e molti vi rimasero sino alla morte, come la signora Dorina che ha 7 vissuto nella sua casa sino al 2000, quando la morte ha portato via anche lei, l'ultima abitante di Roscigno... Roscigno è un vero e proprio museo a cielo aperto. Passeggiare per il borgo è come fare un salto nel passato e riscoprire la cultura e l'anima di una comunità rurale che sembra andata perduta. Ancora oggi i sentieri di Roscigno sono percorsi da mandrie di pecore, cavalli e contadini che vanno a lavorare nei campi, mentre la popolazione ha mantenuto un forte legame con il paese abbandonato, regalandogli una sorta di nuova vita. inoltre creato un museo nel quale viene conservata la memoria storica del paese. E' il Museo della Civiltà Contadina, nel quale sono stati riuniti i cimeli e le foto della comunità rurale del passato. Oasi dell’Alento L’obiettivo è di consentire la fruizione, in termini di educazione ambientale e svago a contatto con la natura, di un complesso, nato e sviluppatosi intorno alla diga Alento, costituito da un vero e proprio patrimonio ingegneristico, tecnologico, ambientale e paesaggistico, nonché di strutture adeguate all’accoglienza. In Italia, attualmente, la Diga Alento è tra le poche ad essere aperta continuativamente ai visitatori. In un’epoca di crisi energetica, di emergenza ambientale, di carenza di aree verdi attrezzate adeguatamente per lo svago, il polo turistico, costituito dall’Oasi e dalla diga, permette di coniugare educazione ambientale con relax all’aria aperta. Infatti, a fianco delle visite guidate alla diga, mirate a spiegare lo sfruttamento molteplice e razionalizzato della risorsa idrica, viene prestata grande attenzione al benessere di chi voglia semplicemente godersi da solo o in famiglia, un po’ di svago in un ambiente rilassante, naturale e protetto. Le aree sono state localizzate in modo tale che il flusso dei visitatori non interferisca con le attività che, normalmente, si svolgono in diga. È fondamentale che l’Oasi rimanga sostanzialmente un ecosistema integro e tutelato, dove eventuali passeggiate, escursioni, osservazioni naturalistiche (come il bird-watching) e pratiche sportive siano compiute nel più assoluto rispetto dell’ambiente 8 circostante a tutto vantaggio degli stessi visitatori che ne usufruiscono. Gastronomia Il Cilento, terra ricca di cultura contadina e di tradizioni, offre una cucina tradizionale basata sui suoi meravigliosi prodotti locali, prelibatezze del palato, prodotti genuini e di alta qualità che stanno alla base della famosa dieta mediterranea. Bianca, morbida e gustosa: la mozzarella di bufala di Paestum è famosa in tutto il mondo grazie al suo delizioso sapore! La sua produzione è saldamente legata alla piana di Paestum, una volta terreno paludoso sul quale pascolavano le mandrie di bufale. Oggi, altissimi standard di produzione e controllo di caseifici ed allevamenti garantiscono un prodotto genuino e sicuro.Altri prodotti di latte di bufala meritano un assaggio, come ricotte, trecce, formaggi, yogurt e dessert! 9 Di colore rosso intenso, si presenta magra e compatta con al centro un lardello. E’ un prodotto antichissimo che prende il nome dal paese di Gioi nel quale viene prodotta durante la stagione fredda. Si utilizzano le carni nobili e il lardo del maiale opportunamente selezionate, sminuzzate e condite con sale e pepe. Al centro del salume viene poi inserita a mano una fettuccia di lardo ed il tutto viene lasciato riposare per una decina di ore prima di essere insaccato. Si passa poi alla stagionatura, preceduta in alcuni casi da una fase di affumicatura. Per assaporare al meglio il suo gusto caratteristico, la soppressata deve essere affettata in modo molto sottile, quasi in trasparenza. La pesca delle alici, quella fatta ancora con la menaica (tradizionale rete) e la menaide (piccolo gozzo a remi), è sopravvissuta soltanto a Pisciotta, località marinara del Cilento. I pescatori escono la notte e all'alba le loro donne puliscono immediatamente le alici e le dispongono sotto sale nei vasetti di terracotta. Sia la pesca che la salagione sono tecniche antichissime, profondamente legate alla tradizione di questo piccolo borgo medioevale della costa cilentana ma, anche qui, sono rimasti in pochi a conoscerle e conservarle. Il fico bianco del Cilento ha caratteristiche esclusive: una buccia di colore giallo-verde, una polpa abbondante e un gusto molto dolce. Se ne producono mediamente circa 8000 tonnellate all'anno. Può essere mangiato fresco, essiccato o trasformato in sciroppo. Il fico secco è una produzione sicuramente aristocratica nel campo della frutta secca. Viene preparato in vari modi: con ripieno di noci e mandorle, o ricoperto di cioccolata o 10 infilati in una stecca di legno come gli spiedini. La coltivazione del fico nel Cilento ha origini antichissime e forse risale al IV secolo a. C. La pianta fu considerata sacra a Mercurio dai Greci ed è legata a episodi biblici e leggende. In passato i fichi erano usati per preparare tisane. Oggi i fichi, grazie alle loro qualità terapeutiche, sono generalmente usati nei preparati dietetici e in erboristeria. Importante è anche il ruolo che l'albero riveste nella salvaguardia dell'ambiente. L’olivo nel Cilento ha radici antiche (era presente già nel IV sec. a.C.). La tradizione, invece, vuole che le prime piante fossero state introdotte dai coloni Focesi, una popolazione profuga di origine greca. Furono essi infatti ad introdurre la più antica varietà da olio locale, la Pisciottana. L’olio Cilento DOP si ottiene dalla premitura di olive delle varietà Pisciottana, Rotondella, Ogliarola, Frantoio, Salella e Leccino per almeno l’ 85%. E’ discretamente fluido e di colore giallo paglierino. Per essere ammesse alla produzione di olio DOP le olive devono essere raccolte rigorosamente a mano e molite entro 48 ore dalla raccolta. Anche il Cilento produce vini DOC. Le denominazioni tutelano le caratteristiche produttive di queste zone, espresse con uve presenti da decenni e quindi considerabili tradizionali, come: Barbera, Sangiovese, Trebbiano e Malvasia. A queste si associano uve locali come: Aglianico, Greco e Fiano, già localmente denominato Santa Sofia. "TOUR DEL CILENTO 3" Dal 26 al 30 Giugno 2013 11 INFO/CONTATTI A. pernottamento in Agriturismo, Albergo o B&B x 4 pernottamenti € 350,00 (€ 410,00 supp. Singola) x 3 pernottamenti € 300,00 (€ 350,00 supp. Singola) x 2 pernottamenti €250,00 (€ 280,00 supp. Singola) x 1 Pernottamento €. 180,00 (Supp. Singola €. 210,00). B. pernottamento in Campeggio x4 € 260,00 x 3 € 200,00 x 2 € 140,00 x 1 €. 80,00 C. pernottamento libero o free camping x 4 notti € 200,00 x3 € 155,00 x 2 € 110,00 x 1 €. 70,00 I prezzi sono validi per i tesserati F.M.I. mentre per i non tesserati F.M.I. i prezzi sono: A. pernottamento in Agriturismo, Albergo o B&B x 4 pernottamenti € 400,00 (€ 460,00 supp. Singola) x 3 pernottamenti € 350,00 (€ 400,00 supp. Singola) x 2 pernottamenti €. 300,00 (€ 330,00 supp. Singola) x 1 Pernottamento €. 230,00 (Supp. Singola €. 260,00). B. pernottamento in Campeggio x4 € 310,00 x 3 € 250,00 x 2 € 190,00 x 1 €. 130,00 C. pernottamento libero o free camping x 4 notti € 250,00 x3 € 255,00 x 2 € 160,00 x 1 €. 120,00 La quota comprende; pernottamenti, pranzi, cene, gita in barca e itinerari turistici e iscrizione al motoraduno T.T.R. del 29 e 30 Giugno 2013. • In caso di condizioni meteo avverse i trasferimenti presso gli itinerari programmati saranno garantiti da un servizio pullman GT • La visita negli itinerari è accompagnata da guide turistiche • Ogni partecipante avrà un tutor per ogni esigenza o necessità del partecipante • E disponibile un presidio medico ed una farmacia sul luogo • Il parco chiuso sarà sorvegliato giorno e notte • Un’officina attrezzata è a disposizione per ogni evenienza Nota: solo la partecipazione al programma completo (pack A) viene considerata valida ai fini dell’Albo Fedeltà ai Tourist Rally FMI ma da diritto, senza costi aggiuntivi, all’iscrizione, per chi lo desiderasse, al motoraduno, con conseguente partecipazione alle graduatorie previste) Come partecipare La prenotazione va effettuata nei seguenti modi: 1. Dopo aver scelto il pacchetto desiderato descritto negli articoli; A, B e C effettuare l’importo tramite bonifico bancario intestato a: Moto Club Cilento Bikers IBAN: IT12 W010 1076 1501 0000 0001 669; specificando nella causale il tipo di pacchetto scelto (vi ricordiamo che le cifre indicate sono per persona) 2. Successivamente inviare copia del bonifico al numero Fax: +39 0974 966858, o una email all’indirizzo: [email protected] specificando la tipologia di pernottamento scelto 3. Al seguito dell’accertamento del pagamento verrà inviata ricevuta legale 4. Le prenotazioni possono essere effettuate entro la data del 10/06/2013 Gli organizzatori, pianificando l’evento, hanno selezionato delle strutture dai requisiti comuni per cui sia l’agriturismo, l’albergo che il B&B si equivalgono come contenuti e servizi ma soprattutto la scelta è derivata dall’ottima professionalità e da una buona esperienza maturata nel campo dell’ospitalità turistica per cui prima di effettuare il bonifico della prenotazione consigliamo di telefonare per garantirvi la disponibilità dalla vostra scelta e di opzionarla in attesa della certezza del pagamento. CONTATTI PER INFO E PRENOTAZIONI: +39 333 64 54 581 Presidente Raffaele De Simone E_mail: [email protected] Fax: +39 0974 / 966858 12 Programma motoraduno 9° Evento 7° Motoraduno Nazionale Trofeo Turistico Regionale “Benvenuti ad Agnone...Benvenuti nel Cilento ” SABATO 29 giugno Apertura iscrizioni dalle ore 15:00 alle ore 20:00. Ore 18:30 Partenza per giro turistico (Ortodonico). Ore 21:00 Festa della birra ad Ortodonico. DOMENICA 30 giugno Apertura iscrizioni dalle ore 09:00 alle ore 12:30. Ore 09:00; Ritiro gadget e prima colazione. Ore 11.00 Partenza per giro turistico con un buffet lungo il percorso che và da Agnone a Pioppi per poi rientrare alle 13.30 circa. Ore 13.45 Premiazione come previsto da regolamento FMI . Ore 14.00 Pranzo presso ristorante convenzionato € 20.00 . *Per coloro che desiderano rimanere e gustare il sole e il mare di Agnone sono disponibili spiagge libere con tutti i confort. Quota di iscrizione al motoraduno per sabato e domenica : € 10,00 (iscritti FMI) e € 15,00 (non iscritti FMI) Prenotazione pranzo entro ore 11.30 presso lo Stand. • E disponibile un presidio medico ed una farmacia sul posto • Il parco chiuso sarà sorvegliato giorno e notte • Un’officina attrezzata è a disposizione per ogni evenienza INFO www.cilentobikers.com E-mail: [email protected] +39 333 64 54 581 Presidente Raffaele De Simone Fax: +39 0974 / 966858 13