Festivaletteratura Mantova ETGAR KERET Sarà a Festivaletteratura 2012 indicativamente nei giorni di: Luogo dell’evento (non definito): Biografia Etgar Keret è nato a Tel Aviv nel 1967. Ha iniziato a scrivere a diciannove anni, durante il servizio militare. Autore di sceneggiature per il cinema, storie per la televisione, novelle, libri di fumetti e un musical, è considerato uno dei maggiori esponenti della nuova generazione di scrittori israeliani. Assieme alla moglie Shira Geffen ha firmato la regia del film Meduse, premiato a Cannes con la Caméra d’Or e distribuito in Italia dalla Sacher. I suoi libri sono tradotti in molti paesi. Le Edizioni E/O hanno pubblicato le raccolte di racconti Pizzeria Kamikaze, Le tette di una diciottenne (inizialmente apparso nella collana Dal mondo con il titolo Io sono lui) e Abram Kadabram; il racconto per bambini Papà è scappato col circo; Gaza blues, scritto insieme al palestinese Samir El-Youssef. Keret è anche lettore presso l’università di Ben-Gurion del Negev e scrive per numerose testate. Bibliografia: Libri: Mi manca Kissinger, Theoria, 1997 Papà è scappato col circo, E/O, 2003 Gaza Blues, E/O, 2005 Le tette di una diciottenne, E/O, 2006 (inizialmente Io sono lui, E/O, 2004) Abram Kadabram, E/O, 2008 La notte in cui morirono gli autobus, E/O, 2010 Fumetti: Pizzeria Kamikaze, E/O, 2004 Cinema: Meduse, Warner Home Video, 2011 (regia) Festivaletteratura Mantova Note bibliografiche: La notte in cui morirono gli autobus, E/O, 2010 C'è Yurden che ha lavorato per dodici anni al Mossad e si concede di impallidire per la seconda volta nella vita: la cassaforte dove custodiva i tre fascicoli degli “Eliminati” è vuota e può essere stato solamente lui stesso a rubarne il contenuto, perché solo lui conosceva la combinazione. S'infila in fretta una mano in fondo alla testa e ne tira fuori un nanetto col colbacco. Ecco il colpevole... Ci sono gli autobus che durante la notte sono stati uccisi da ignoti ed ora giacciono nel piazzale rovesciati, gomme all'aria, senza vita. Rivoli di benzina secca sgorgano irrimediabilmente dal serbatoio muto: non c'è più niente da fare... Ci sono i quanti che piangono, si disperano, perché proprio non se lo immaginavano che la storia di Hiroshima sarebbe finita così. Istrioni o innocenti? Chi può dirlo... C'è la maestra Nava a cui sono scomparsi uno dopo l'altro tutti i suoi allievi, va a cercarli e scompare anche lei, senza lasciare traccia... Ci sono Hans e Zvi, malati terminali che giocano a scacchi malgrado i vuoti di memoria e il tumore al cervello. Come si muovono i pezzi? Non sempre ne hanno idea... C'è Ludwig che stava con Ana qualche anno fa, ma lei poi ha preferito Hitler: parliamo dei tempi in cui Adolf non usava portare i baffi, era sempre brutto ma già si faceva notare per una grande immaginazione... C'è Katzenstein che ha sempre saputo fare tutto meglio degli altri, la sua fortuna sfacciata lo ha fatto persino finire all'altro mondo... La notte in cui morirono gli autobus è una raccolta di ventiquattro brevi o brevissimi racconti attraversata da motivi ricorrenti: l'assurdo in cui sfociano quasi tutte le storie, l'impossibilità di attribuire la colpa degli eventi ad un unico soggetto, perché vittima e carnefice si scambiano i ruoli, la predilezione per i finali aperti e passibili di molteplici interpretazioni. Molti racconti sono ambientati a scuola o hanno come protagonisti bambini, quasi sempre incapaci di capire il mondo che li circonda, vuoi per la giovane età, vuoi perché nessun adulto è in grado di fornire risposte convincenti. Il filo logico di ogni racconto viene spezzato e fatto deviare improvvisamente, come nel racconto “Non sono esseri umani” nel quale un ufficiale sventra un prigioniero e dalla sua pancia escono caramelle, bandierine arrotolate, volantini e gettoni. O come ne “I viaggi di Gulliver in islandese” dove compare tutto ad un tratto una morte personificata che da dietro somiglia ad una suora. Attraverso questi ed altri espedienti, l'abbondante umorismo cinico ad esempio, emerge la visione di Tel Aviv e d'Israele di Keret, scrittore considerato tra gli esponenti più notevoli della nuova generazione di autori israeliani, nata negli anni Novanta e posteriore a quella di Abraham Yehoushua, Amos Oz o David Festivaletteratura Mantova Grossman. Alcuni racconti sono davvero geniali, uno su tutti Terminal, che disattende le aspettative del lettore già a partire dal titolo, altri somigliano più ad appunti privati, è il caso di “Compleanno” e “Ninna nanna al tempo”, altri ancora perdono di forza durante la narrazione. Ma tra vere perle e frammenti di pirite, la raccolta lascia comunque una considerevole voglia di continuare a sbirciare nel mondo di Keret. Mangialibri.com Premi: 2007: Premio “Camera d’Or” del Festival del Cinema di Cannes per “Meduse” 2008: Jewish Quarterly Wingate Prize 2010: St Petersburg Public Library`s Foreign Favorite Award Link utili http://www.etgarkeret.com/ http://www.edizionieo.it/catalogo_risultati.php?Keywords=Etgar+Karet&Type=per+autore&Vai 1=Vai&Page=1