Ritratti d’impresa | Tetra Pak
Lo stabilimento modenese
è il Centro mondiale di ricerca
e sviluppo del gruppo svedese
Dida
L’invenzione
del
PACKAGING
Da oltre 30 anni in città,
Tetra Pak rappresenta
un punto di riferimento
per l’innovazione
e la valorizzazione
delle risorse umane
di Arianna De Micheli
foto di Serena Campanini
ovunque e sempre un passo avanti. E non soltanto perché vanta ben 165 bandierine sul mappamondo e ha già
fatto scuola in materia di formazione, attenzione alle risorse umane e reti d'impresa (oggi sulla bocca di tutti, ma nelle
intenzioni ancora di pochi). Ma anche e soprattutto perché da
quasi sessant'anni cavalca l'onda lunga delle soluzioni innovative nel rispetto della salvaguardia dell'ambiente ed è presente
nel nostro quotidiano dall'alba al tramonto, ovvero dal momen-
È
OUTLOOK 103
Ritratti d’impresa | Tetra Pak
La storia | Di.Co Service
in rete con gli svedesi
C
onciliare capacità imprenditoriale
e flessibilità organizzativa delle
piccole e medie imprese con il potere
contrattuale e la credibilità commerciale e finanziaria di un'azienda di grandi dimensioni. Un approccio al mercato
vincente che presuppone il sacrificio
dell'individualismo esasperato caratteristico di non pochi imprenditori.
Oggi ha un nome, rete di impresa, e
perfino una legge del governo che la
promuove, tanto che nelle intenzioni di
molti si vuole farla diventare una realtà. Eppure già nel 1988, ovvero in
tempi non sospetti e dominati da
cavalieri solitari, quando ispirarsi a un
trattato ante litteram di Giorgio Merli
sulle reti oloniche, «una opportunità
storica per la piccola media impresa»,
poteva a dir poco sembrare bizzarro,
tre aziende con visione di prospettiva
(Grandi, Andi-Mec, Laco) sposano quella causa e dunque un nuovo concetto
di aggregazione: l'impresa in rete.
Nasce a Ozzano Emilia, sotto la presidenza di Vittorio Grandi, Di.co. Service,
rete virtuale oggi forte di 20 aziende
che opera nel campo della subfornitura meccanica e che, grazie a un collaudato sistema di sinergie operative,
è in grado di offrire un servizio completo che va dalla progettazione di
macchine alla gestione di commesse
per la realizzazione di componenti e
linee complete soprattutto nel ramo
del packaging.
«Una presa di coscienza indispensabile volta a superare la dimensione del
piccolo contoterzista tenuto in scacco
dalle grandi imprese», sottolinea Alessandro Trippa, direttore commerciale
e marketing di Di.co. Service, «e che ha
bisogno di un sistema efficace per mettere in campo sinergie e ottimizzare lo
sfruttamento delle risorse. E questo
per gli imprenditori significa rinunciare in parte alla propria autonomia
strategica col fine di collaborare all'interno di una rete che vede i rapporti di
forza equiparati. Anche le aziende più
piccole infatti, nelle riunioni del nostro
"parlamentino" e nelle decisioni vincolanti, hanno la medesima voce in capitolo delle sorelle più importanti».
104 OUTLOOK
L'anno di nascita è il 1988, si diceva.
Ma è il 1994 l'anno della svolta: Tetra
Pak, il colosso svedese leader mondiale del brik, avvia un piano di ristrutturazione per portare, entro due anni,
il numero totale dei fornitori strategici
dai tremila di allora ai trecento odierni, ognuno con una struttura tale che
Tetra Pak resti per loro un cliente importante, ma con un'incidenza non superiore al 20-25 per cento del fatturato annuo.
Le micro imprese sono fuori dai giochi, mentre le aziende associate in
Di.co. al contrario, ancora oggi tra i
fornitori degli svedesi, da meri terzisti
diventano co-sviluppatori prima, comakership poi e nel 2006 produttori in
proprio. I soci operativi, 11 all'inizio del
terzo millennio, nel 2008 salgono a 20,
e anche il fatturato cresce costantemente e in modo rilevante, passando
dai 10 milioni di euro del 2000 a cifre
ben più consistenti, come i 30 milioni
del 2008.
A questo punto la domanda sorge
spontanea: la rete si è rivelata un antidoto efficace contro la crisi? «Nel 2009
abbiamo assistito a un calo del fatturato aggregato del 15 per cento», risponde Trippa, «e, visto i tempi, non è
certo un risultato da gettare alle ortiche. Nel periodo di crisi essere in rete
comporta un vantaggio finanziario,
nessuna azienda riscontra infatti problemi di liquidità in quanto è la rete
stessa a sostenere la massa degli affidamenti».
Il rovescio della medaglia? Presto detto: i vuoti legislativi. «La legge 33 del
2009 specifica che "con il contratto di
rete due o più imprese si obbligano a
esercitare in comune una o più attività
economiche allo scopo di accrescere
la reciproca capacità innovativa e la
competitività sul mercato". Una legge
che non fornisce alcuna direttiva, stigmatizza il responsabile marketing, ma
si limita a equiparare le reti d'azienda
ai distretti produttivi. Sarebbe invece
opportuno, senza però imporre una
struttura troppo rigida, che su alcuni
aspetti, patrimonializzazione in primis, la norma fosse più esplicita».
Le tappe di Tetra Pak
Nel 1951 lo svedese
Ruben Rausing "inventa" Tetra Classic,
il contenitore alternativo al vetro
per gli alimenti
Negli anni ’60 l'imprenditore
Danilo Severi
diventa rappresentante
dei macchinari Tetra Pak in Italia
La collaborazione porta nel 1979
la multinazionale svedese ad aprire
a Modena un suo stabilimento
Nel 1992 Tetra Pak Carton Ambient
diventa Centro mondiale
di ricerca e sviluppo
I numeri di Tetra Pak
711 addetti che provengono
da 28 nazioni diverse
e con un'età media di 37 anni
Il 35% dei dipendenti
è composto da donne
450 persone sono impegnate
nella ricerca
con un investimento di 360 milioni
di euro all'anno
circa il 4% del fatturato
Si deve a Tetra Pak la nascita
della International School of Modena
to in cui afferriamo il cartone del latte
ancora assonnati a quando, a tarda sera, indugiamo sul divano con il telecomando in una mano e il succo di frutta
nell'altra.
«Tetra Pak protegge la bontà» ammicca ogni giorno il bollino, nonché azzeccato marchio, dalle mensole della dispensa o del frigorifero. Uno slogan
ormai scontato, cui siamo talmente assuefatti da non ricordarne neppure l'origine. «Quando si parla di
Tetra Pak si pensa al materiale finito, plastificato e stampato. Nessuno può immaginare», puntualizza un enorme tomo biografico
nell'atrio aziendale alla mercé degli ospiti in attesa di essere ricevuti, «quali pene sia costato il processo per ottenerlo. Il concetto di
sviluppo del materiale non abbraccia soltanto la plastificazione,
ma anche la carta, che rimane l'elemento basilare e portante».
L'idea innovativa che ha tenuto a battesimo l'azienda e ha
scritto il prologo di un successo senza battute d'arresto si identifica con il colpo di genio dello svedese Ruben Rausing che, nato ad
«L’imballaggio
deve fare risparmiare
più di quanto costa»,
ammoniva già nel 1951
Ruben Rausing,
fondatore di Tetra Pak,
mostrando
che crescita economica
e sostenibilità ambientale
devono procedere
insieme
Andersson nel villaggio di pescatori di Raa, ma da tutti indicato come «l'uomo di Rauss», pensò bene
di rinunciare all'inflazionato nome di famiglia in favore di quel soprannome assai meno consueto. In
un'epoca che ha visto i suoi figli fagocitati da grandi agglomerati urbani dove consumare il latte alla
fonte non era più opzione praticabile bensì nostalgica utopia, il 18 maggio del 1951 Rausing tirò
fuori il proprio coniglio dal cappello e lo presentò al pubblico con
nome e cognome: Tetra Classic. Ovvero il primo packaging per il
latte votato alla cellulosa incapace di rotolare perché a forma di
tetraedro e che, capostipite di una lunga e fortunata genia, non
soltanto rappresenta l'alternativa più efficiente ed ecocompatibile alla bottiglia di vetro, ma soprattutto è il fondamento su cui è
stato costruito quell'impero con sede a Lund che da decenni è leader indiscusso nelle soluzioni di confezionamento degli alimenti.
E questo grazie anche al sistema Uht che, nato nel 1961 e dunque
OUTLOOK 105
Ritratti d’impresa | Tetra Pak
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Tetra Pak è presente in 165
Paesi con un fatturato di 8,9
miliardi di euro
e oltre 21.600 dipendenti
in 43 siti produttivi
che garantiscono
140 miliardi di “cartoni”
all’anno per un totale
di 70,5 miliardi di litri
coetaneo del primo contenitore asettico, ha
rivoluzionato il modo di conservare gli alimenti liberandoli dal giogo del freddo.
È con quella coppia di carte vincenti che
gli svedesi allargarono gli orizzonti e, non
paghi di aver costruito a Rubiera nel 1965
la prima fabbrica di produzione al di fuori
della Svezia (otto anni più tardi fu la volta
di Latina) e con l'intento di scrivere un ulteriore capitolo italiano della loro epopea
nordica, approdarono a Modena nel 1979.
E non per caso. «Il nostro territorio vanta
un'eccellente tradizione nel campo meccanico» chiosa Ivano Selmi, vicepresidente di
Tetra Pak Packaging Solutions Spa, nonché direttore generale
della sede che si affaccia su via Emilia Ovest, alle porte di Modena. Vuoi dunque per quella riconosciuta competenza, vuoi per
l'invidiabile posizione centrale da dove partire per essere ovunque, ecco che Modena diviene luogo deputato per l'assemblaggio
dei sistemi asettici di confezionamento Tetra Pak, attività sino a
quel momento prerogativa esclusiva di Lund. E questo per merito
anche degli ottimi risultati ottenuti dal primo agente Tetra Pak
per l'Italia, ovvero quello stesso Danilo Severi, industriale agricolo modenese che tanta influenza ebbe sulla scelta di Rausing e che
già nel 1953 comprese l'enorme potenzialità del sistema di confe-
zionamento svedese vestendo i panni di promotore del latte «dentro la carta» tra le massaie del Belpaese.
E se il 1979 significò l'inizio, il 1992 ha segnato il passaggio da
Tetra Pak Carton Ambient a Centro mondiale di ricerca e sviluppo. Un salto di qualità molto importante per lo stabilimento modenese che vanta un ambiente giovane (l'età media è di 37 anni) e
ben 28 nazioni rappresentate, con una presenza femminile del 35
per cento («una buona percentuale, ma per quanto non siano poche le donne che ricoprono ruoli importanti, in proposito c'è ancora molto da fare», riconosce Selmi). Già, perché sebbene la sede locale dell'azienda svedese sia radicata nel territorio, non c'è soda-
L’azienda | Il gigante svedese che ama Modena
L
'avventura Tetra Pak viene scritta in prima
battuta nel 1951 dallo svedese Ruben Rausing il cui colpo di genio si concretizza nell'invenzione del primo packaging innovativo a
base di cellulosa per la conservazione del
latte, ovvero quel Tetra Classic da cui la stessa azienda mutuò il nome. Con un fatturato
complessivo di 8,8 miliardi di euro, Tetra Pak
è presente in 165 paesi e, con un numero di
dipendenti che supera le 21.600 unità, vanta
ben 43 siti produttivi in grado di far uscire
oltre 140 miliardi di «cartoni» all'anno per un
totale di alimenti liquidi confezionati pari a
70,5 miliardi di litri. L'Italia è da sempre tappa
fondamentale nell'espansione della multinazionale di origine nordica: è infatti nel 1965
che a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia,
viene inaugurata la prima fabbrica di produzione fuori dai confini svedesi. Nel 1973 è la
volta di Latina, quindi, sei anni dopo, di Modena dove viene costruito un sito per l'assemblaggio finale e la prova delle macchine da
rifornimento. Dal 1992 lo stabilimento modenese di via Delfini è diventato Centro mondiale di ricerca e sviluppo sui sistemi di confezionamento. Forte di 711 addetti (di cui oltre 450
impegnati appunto nella ricerca), l'azienda,
per quanto radicata nel territorio, con oltre 25
nazioni rappresentate mostra una vocazione
fortemente internazionale e una predilezione
per le menti giovani. L'età media dei dipendenti è infatti di 37 anni. E per quanto Tetra
Pak abbia un debito di riconoscenza nei confronti del latte, da tempo l'azienda ha allargato l'attenzione ad altri alimenti, anche solidi:
l'ultima evoluzione del Tetra Classic, ovvero il
Tetra Recart, è stata infatti concepita per la
conservazione dei cibi solidi senza l'uso del
processo asettico Uht.
OUTLOOK 107
Ritratti d’impresa | Tetra Pak
Il problema | Infrastrutture inadeguate alle esigenze
I
l matrimonio tra Tetra Pak e Modena non
conosce incrinature. «Certamente è la sicurezza di poter acquisire una professionalità
che punta all'eccellenza ad attirare tante persone dall'estero. Ma è anche vero che, con il
passare del tempo si comprendono i vantaggi di una città che è ancora a misura d'uomo»,
commenta Ivano Selmi in merito alla scelta di
fare di Modena una base operativa fondamentale della multinazionale svedese. «Senza contare che abbiamo la fortuna di beneficiare di una posizione geografica davvero
ottima».
Una fortuna che però, a detta dello stesso direttore generale (un modenese doc che, seppure abituato a un linguaggio internazionale,
mostra profondo affetto nei confronti della propria terra d'origine), spesso viene lasciata a
se stessa. E questo perché le notevoli opportunità che una buona posizione sottintende il più delle volte non vengono sfruttate in
modo adeguato. «Per quanto Tetra Pak abbia
sempre fatto leva sul meglio del made in Italy
e sull'innegabile competenza meccanica propria del nostro territorio, in qualche misura
l'azienda subisce le carenze del sistema
Modena», lamenta Selmi con misurato disap-
la tua fortuna
siamo noi
Climatic: competenza, esperienza e affidabilità per gli impianti della tua azienda.
REFRIGERAZIONE
CLIMATIZZAZIONE
RISCALDAMENTO
ANTINCENDIO
Climatic: la fortuna di avere un partner.
Climatic S.r.l. 6IA6IGNOLESEs3PILAMBERTO-Os4ELs&AXsINFO
CLIMATICGESTIONEIT
«La scelta di insediarsi a Modena
si deve alla sua eccellente tradizione
in campo meccanico», ricorda Ivano Selmi,
vicepresidente di Tetra Pak Packaging Solutions.
«Qui gli svedesi hanno importato
una nuova idea di relazione con i fornitori
basata sulla partnership che si è rivelata vincente
e che è stata trasferita al territorio»
lizio esclusivo che tenga: Tetra Pak non parla dialetto modenese,
il suo pedigree è infatti internazionale. «Quando, attirato da un
annuncio sul giornale e dopo essermi fatto le ossa in un'azienda di
Vignola, iniziai la mia lunga avventura in Tetra Pak», rammenta
Selmi che dagli esordi nello stabilimento appena aperto a Modena, forte di un'acuta e palpabile intelligenza, ha saputo conquistare la fiducia degli svedesi e di conseguenza la vetta aziendale,
«eravamo uno sparuto gruppo di persone. Una scommessa piuttosto che una certezza. Sono passati trent'anni, oggi i dipendenti
sono 711 di cui oltre 450 addetti alla ricerca e allo sviluppo, ambito in cui ogni anno investiamo dai 330 ai 360 milioni di euro, ovve-
Climatic offre una consulenza qualificata e un’assistenza continua per la gestione
degli impianti industriali. Azienda certificata ISO 9001, Climatic si fa carico
di ogni responsabilità, occupandosi della manutenzione, di eventuali riparazioni,
di ottimizzazioni e adeguamenti per una migliore resa e durata degli impianti.
La capacità acquisita e il costante impegno nella ricerca delle più moderne tecniche
d’intervento fanno dell’azienda un punto di riferimento sul mercato.
www.climaticgestione.it
punto. «Accogliamo centinaia di
aprirsi alle rotte internazionali con
visitatori provenienti da ogni
slancio rinnovato, a seconda delparte del globo, ma le infrastrutl'umore mutevole della viabilità e
ture restano sempre un passo inal terno al lotto autostradale può
dietro rispetto alle aspettative e
sembrare tanto vicino quanto
alle reali esigenze. E mi riferisco
assai lontano. Nulla di nuovo, ma
non solo alla viabilità, ma anche
non certo quisquilie. Che però non
all'ospitalità turistica».
impediscono a Tetra Pak di rivenPerché il turismo non è solo queldicare un ottimo rapporto con il
lo vacanziero: ci sono città che
territorio e le amministrazioni lovivono del flusso di presenze Ivano Selmi,
cali. Una partnership che si è conche fiere e aziende di grande ri- vicepresidente
cretizzata nella realizzazione dellevanza producono. «Parliamo di di Tetra Pak
l'asilo aziendale di proprietà del
strutture alberghiere e di tutto
Comune: «il giorno dell'inauguraPackaging Solutions
ciò che vi ruota attorno, strutture
zione abbiamo consegnato le chiapoco adeguate alle necessità
vi al sindaco», menziona Selmi. E a
che la nostra azienda presenta. Tanto che proposito di scuola, come non ricordare la
nella maggior parte delle occasioni la nostra International School of Modena? «Molti dipenscelta ricade su Bologna, città di fatto dietro denti si sono trasferiti a Modena con la famil'angolo ma, a causa del traffico spesso con- glia al seguito», ricorda il direttore generale,
gestionato, non sempre agevole da raggiun- «e dunque sin da subito è stato evidente che
gere». È come se Modena dimenticasse di non si poteva trascurare il problema delessere una realtà produttiva di grande richia- l’istruzione di quei bambini. La scuola è stata
mo, di avere importanti carte industriali da realizzata a Montale ed è rimasta svedese
giocare. Lo stesso dicasi per l'aereoporto Gu- sino al 1993; oggi di fatto è scuola internazioglielmo Marconi che, per quanto Selmi rico- nale e autosufficiente, per quanto sempre supnosca che negli ultimi anni abbia iniziato ad portata dalla nostra azienda».
Azienda con Sistema
Qualità Certificato
UNI EN ISO 9001-2000
N° 501003433
OUTLOOK 109
Ritratti d’impresa | Tetra Pak
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ro circa il 4 per cento del fatturato. InveIl marchio Tetra Pak
stimento che per noi rappresenta un eleè anche simbolo
mento competitivo fondamentale, tandella capacità del gruppo
to da non aver tagliato neppure un singodi trasferire sul territorio
lo euro nonostante il momento difficile».
la sua visione globale
Momento complesso per l'economia
e i suoi modelli organizzativi.
globale che non sembra lasciare indiffe«La nostra società non ragiona
rente neppure la regina indiscussa del
in termini di "mordi e fuggi"»,
packaging per alimenti, anche se sono
commenta Ivano Selmi.
in molti a immaginare che una multi«Internazionalizzazione
nazionale del calibro di Tetra Pak, forte
vuole anche dire soffrire per anni
di 21.000 addetti nel mondo e con un
senza la certezza del risultato,
fatturato complessivo annuo di 8,8
significa possedere spalle robuste
miliardi di euro, sia uscita quasi del
grazie a cui investire
tutto indenne da una crisi senza eguali
nel lungo periodo»
da decenni e ancora lungi dall'essere
archiviata. «Per quanto riguarda il grande business legato al materiale di confezionamento», puntualizza Selmi, «anGuardare al di là del proprio naso e
che nel 2009 l'azienda ha mantenuto le
ben oltre l'orizzonte conosciuto, ipotizusuali posizioni. Abbiamo avuto però
zando scenari alternativi, è infatti per
un calo del 30-35 per cento nelle comIl riciclo dei cartoni per bevande
Selmi presupposto indispensabile non somesse degli impianti, contrazione in liè in continua espansione:
lo per costruire e salvaguardare una renea con l'andamento del settore meccate di fornitura quanto mai efficiente, ma
nico. Come la maggior parte delle imnel
in Italia sono stati
prese, siamo stati quindi costretti a poanche per conquistare e mantenere quelseparati dai rifiuti generici
sticipare investimenti al momento non
la presenza globale «che rappresenta la
oltre miliardi di confezioni
ritenuti indispensabili. In simili condinostra fortuna». Per quanto, a dirla tutzioni risulta più che mai fondamentale
ta, la Dea bendata in proposito vanti ben
per alimenti,
non perdere nessuno per strada, motipochi meriti. «Non si può ragionare in
con circa
tonnellate
vo per cui il colloquio con i nostri fornitermini di "mordi e fuggi". Internaziodi materiale riciclato
tori non è mai venuto meno. Tanto più
nalizzare un'impresa vuole anche dire sofSono
i comuni italiani
che con alcuni di loro lavoriamo gomito
frire per anni senza la certezza del ria gomito sin dagli esordi».
sultato,
significa possedere spalle robudove la raccolta differenziata
Un dialogo costante che dello stretto
ste grazie a cui investire per molto temdei contenitori Tetra Pak
rapporto con i fornitori ha fatto la sua
po con scarso ritorno. Un esempio? Il paè già attiva.
dre degli attuali proprietari si interessò
cifra stilistica e che ha gettato le basi,
già in tempi non sospetti, di quel che di
alla Russia quando ancora il mercato
L’elenco completo dei comuni
fatto si traduce in una rete d'impresa anrusso
non esisteva».
dove si effettua la raccolta
te litteram. «Sin dal primo giorno abE visione di lungo termine significa
è consultabile sul sito
biamo mutuato il sistema di produzioanche prendere in considerazione le
www.tetrapak.com
ne svedese. Il che significa rivolgersi non
conseguenze dello strepitoso successo
più a diversi fornitori per singoli pezzi, codi massa dei propri prodotti e dunque
me era d'uopo negli anni Ottanta, ma piuttosto coinvolgere il par- considerare le conseguenze per l'impatto ambientale di un numetner nello sviluppo e nella produzione di intere parti delle nostre ro spropositato di contenitori usa e getta. «L'imballaggio deve far
macchine». Primo comandamento, dunque, lavorare in partner- risparmiare più di quanto costa» ammoniva già nel lontano 1951
ship con clienti e fornitori: un percorso comune che esige però una Ruben Rausing, che fin da allora aveva compreso come crescita
gestione autonoma sempre e comunque nel rispetto delle esigen- economica, sostenibilità ambientale e responsabilità civile siano
ze del committente. «Committente», ammonisce il direttore gene- gemelli siamesi impossibili da separare. Un concetto oggi assai
rale della sede modenese di Tetra Pak, «che non può mai esimersi gettonato ma che allora si presumeva fosse prerogativa di
dal possedere una visione di lungo termine».
un'esclusiva élite di menti illuminate di cui l'uomo di Rauss era
Impegno
ambientale
2008
2
16.000
2.000
OUTLOOK 111
Ritratti d’impresa | Tetra Pak
DIVISIONE ROBOTICA & LOGISTICA
DIVISIONE TILE
senza dubbio esimio esponente. Composti per il 74 per cento da
carta proveniente da foreste scandinave gestite in modo sostenibile dove, come ricorda Selmi, «per ogni albero tagliato ne vengono piantati quattro», i prodotti paladini della bontà nel corso degli
ultimi due decenni hanno ridotto il proprio peso del 20 per cento.
Gli impalpabili strati di polietilene a bassa densità che rivestono
i contenitori Tetra Pak tanto all'interno quanto all'esterno, garantiscono infatti il massimo delle prestazioni con il minimo impiego
di materiale, mentre l'alluminio presente negli imballaggi per alimenti destinati alla lunga conservazione vanta il merito di essere
il più sottile utilizzato a livello industriale, con un volume inferiore del 30 per cento rispetto a sei lustri fa. Inoltre l'azienda non è
seconda a nessuno nell'abilità di esplorare e mettere in atto tutte
le forme di recupero possibili (si passa dagli articoli di cancelleria
alle pubblicazioni editoriali) e questo anche grazie alla costante collaborazione con gli atenei italiani.
E se per il colosso del profondo nord invaghito dello stivale tricolore la vocazione ambientalista è una componente essenziale
della mission aziendale, altrettanto si può affermare in merito
alla puntuale attenzione nei confronti delle risorse umane. « Se
sono qui da così tanto tempo è perché Tetra Pak da sempre si prende
cura delle persone», ammicca non senza un pizzico di autoironia
Ivano Selmi. «Siamo consapevoli che sono le persone che lavorano
con noi a essere il nostro asset principale». E che, forti di un piano
di benefit flessibile pensato ad hoc e tarato sulle esigenze del singolo, possono, se necessario, lavorare da casa, trascorrere qualche
ora del proprio tempo libero nella palestra aziendale dotata di
sauna, oppure portare i propri figli in quello stesso asilo voluto
con forza da Tetra Pak ma di proprietà del Comune e realizzato in
accordo con l'amministrazione locale. Ma per «l'azienda degli
stranieri» (era chiamata così perché tecnici e dirigenti di aspetto
scandinavo che, con le famiglie al seguito, suscitavano notevole
curiosità in una città dei primi anni Ottanta ancora poco avvezza
alla presenza straniera) prendersi cura dei propri dipendenti in
primo luogo equivale a investire nella formazione di giovani leve.
«Young talent, giovani laureati subito assunti previa selezione
cui, oltre a un salario adeguato», tiene a precisare Selmi, «viene
data l'opportunità di seguire un percorso formativo della durata
di due anni che contempla anche un periodo di apprendistato all'estero. Ognuno di loro viene affiancato da un top manager». Ovvero una sorta di coach, o se si preferisce tutor (come si usa dire),
ben lieto di condividere il proprio sapere a beneficio del giovane
pupillo. Perché, come ricorda il nostro ospite, «è indispensabile
mettere l'esperienza a disposizione di coloro che devono crescere».
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