ASPETTI TECNICO-METODOLOGICI DI VALUTAZIONE IMMUNOISTOCHIMICA DELL’ESPRESSIONE PROTEICA SU . CAMPIONI DI LINEE CELLULARI F. Savani, M. Cadei, L. Fontana, T. Gullotta, L. Orlandi e F. Facchetti Laboratorio di Anatomia Patologica, Spedali Civili-Università di Brescia Introduzione L’immunoistochimica, tecnica che permette il riconoscimento di antigeni a livello di tessuti e cellule tramite la formazione di un complesso Ag-Ab, viene eseguita routinariamente nei laboratori di Anatomia Patologica, su campioni istologici. Negli ultimi anni, sempre più frequentemente, tale metodo viene applicato anche a campioni citologici. Le cellule derivate da linea cellulare, pur non rientrando nei campioni “tipici” del nostro laboratorio, sempre più vengono utilizzate per testare anticorpi e, di conseguenza, è fondamentale avere un protocollo dedicato a questo tipo di materiale biologico. Scopo del lavoro Materiali e metodi Lo scopo di questo lavoro è stato quello di rielaborare un protocollo di colorazione immunoistochimica che meglio si adattasse a testare gli anticorpi CICLINA D1, FOX M1 e MIB 1 su linea cellulare. La linea cellulare, da noi utiizzata, è derivata da biopsia di carcinoma ovarico, allestita e fornita dal Laboratorio Nocivelli degli Spedali Civili di Brescia, per un progetto di collaborazione scientifica. Da essa sono stati allestiti 211 vetrini citologici su cui si sono testate: ESPERIMENTI IIC ESEGUITI IN CONDIZIONI ROUTINARIE DI ANTIGEN RETRIEVAL E DILUIZIONE ANTICORPALE CICLINA D1 FOX M1 MIB 1 Dil. 1:40; AR 10’ forno Dil. 1:400; AR 5’ forno Dil. 1:100; AR 5’forno microonde microonde microonde Risultati I primi risultati ottenuti mantenendo le condizioni routinarie della metodica IIC, non si sono dimostrati soddisfacenti in quanto, pur presentando positività agli anticorpi, mostravano un generalizzato effetto citopatico che si è attributo all’effetto termico dell’Antigen Retrieval (AR). Ciò è stato confermato dal confronto con le colorazioni istochimiche sulle medesime cellule che hanno dato buoni preparati dal punto di vista della citomorfologia. L’ipotesi di non trattare le cellule con AR, si è dimostrata fallimentare in quanto l’immunoreazione non avveniva; si è quindi deciso di cambiare la modalità di incubazione modificando e riducendo il tempo del trattamento (5 minuti di bagno termostatato). Nelle medesime sperimentazioni si è anche ricercata la miglior diluizione dei tre anticorpi primari rispetto a quella indicata in routine e si è cercato di dimostrare la specificità della reazione cromogenica. MIGLIORI RISULTATI CICLINA D1 FOX M1 MIB 1 ESPERIMENTI IIC ESEGUITI VARIANDO I PROTOCOLLI DI ROUTINE CICLINA D1 FOX M1 MIB 1 -AR 5’ forno - Dil. 1:200; AR 5’ - Dil. 1:300; AR 5’ bagno microonde; forno microonde; termostatato; -AR 5’ bagno - Dil. 1:200; AR 10’ -Dil. 1:1000; AR 5’ bagno termostatato bagno termostatato; termostatato - Senza AR. - Dil. 1:200; AR 5’ bagno termostatato - Senza AR EE, cellule di buona qualità IIC, AR routine, effetto citopatico Modifica dell’AR: - riduzione tempo - incubazione in bagno termostatato Ab 1:40 1:200 1:300 Dil. 5’ bagno termostatato 5’ bagno termostatato 5’ bagno termostatato AR Conclusioni: ISTOCHIMICA EMATOSSILINA -EOSINA PAPANICOLAOU Prova senza AR:, negatività della reazione: impossibilità di omettere l’AR Prova senza Ab primario, negativa: specificità della reazione Prova con anti-HBcAg, negativa: specificità della reazione dai risultati ottenuti si evince che la rimodulazione del tipo di smascheramento antigenico e una diluizione più adeguata forniscono informazioni con maggior attendibilità scientifica. Buona qualità morfologica dei preparati e specificità anticorpale sono due condizioni irrinunciabili per una valutazione ottimale del preparato al microscopio ottico.