Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76 anno LXiii n.72 sabato 28.03.2015 secoLoditaLia.it EDITORIALE sondaggio ixé: cala la fiducia in Renzi. crescono Lega e forza italia Ancora in calo la fiducia per Matteo Renzi che scende al 40 per cento mentre resta stabile quella nel governo (32 per cento). Secondo l’ultimo sondaggio di Ixè per Agorà il premier perde un punto netto nell’ultima settimana mentre il Pd resta il primo partito italiano con il 38,9% (+0,1 punti). Nonostante il voto al Senato sul ddl anti-corruzione, secondo il sondaggio, per gli italiani il governo non fa abbastanza contro la corruzione. In una settimana, infatti, la quota di italiani insoddisfatti delle iniziative dell’esecutivo rimane molto alta, pur passando dal 65 al 62 per cento. Deriva autoritaria nel Pd di Renzi di Redazione Per quasi 4 italiani su 10 c’è una deriva autoritaria nel Pd targato Matteo Renzi che viene percepito come un leader impermeabile al confronto interno. A leggere il sondaggio, però, il Partito democratico trova nuovo slancio e può vantare un consenso più che doppio rispetto al Movimento 5 Stelle e quasi triplo rispetto alla Lega Nord. Non condivide l’opinione sull’autoritarismo del Pd il 50% mentre l’11% non si esprime. Il Movimento 5 Stelle cala ancora di 0,1 punti (arrivando al 18,5%) mentre la Lega Nord sale al 13,4% (+0,3 punti). Lieve crescita anche per Forza Italia che è al 12,7% mentre il dato sull’affluenza alle urne cresce toccando il 65,5%. In testa all’indice di gradimento degli italiani, secondo gli intervistati nel sondaggio Ixè, c’è sempre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il 71%. Alla vigilia della manifestazione Fiom a Roma alla domanda se Maurizio Landini debba scendere in politica, il 57% ha risposto no, mentre solo il 27% caldeggia un impegno diretto del leader della Fiom. Il 16 per cento degli intervistati, invece, «non sa». PRIMO PIANO Pensioni, sottRatti ai Pensionati 9.7 miLiaRdi daLLa RifoRma foRneRo di Alberto Fraglia 2 Le conseguenze della riforma Fornero sulle pensioni sono devastanti. Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati. Lo denuncia lo Spi-Cgil secondo cui, con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti ai pensionati... La cLinica: iL coPiLota Lubitz non eRa in cuRa PeR dePRessione di Redazione 3 Andreas Lubitz, il copilota responsabile della tragedia del volo Germanwings, è stato un paziente della clinica universitaria di Duesseldorf, ma ”le notizie secondo cui fosse in cura per depressione sono inesatte”. Lo ha reso noto la stessa clinica universitaria... 6 RitRovata una statua Romana tRafugata. “a casa” anche un Picasso Rubato di Redazione Una preziosa statua romana completamente integra risalente al II-III secolo d.C. è stata recuperata dai carabinieri dei Beni culturali nei dintorni di Roma. La statua, trafugata nel Lazio con uno scavo clandestino, stava per essere esportata. Si tratta di un’opera molto rara... 2 PENSIONI, SOTTRATTI AI PENSIONATI 9.7 MILIARDI DALLA RIFORMA FORNERO di calcolo della rivalutazione, infatti, ai pensionati sarebbero sottratti ulteriori 3,6 miliardi di euro. Lo studio del sindacato va oltre e indica alcuni interventi correttivi sui meccanismi attuali di rivalutazione per non penalizzare ulteriormente i pensionati italiani. Bisogna applicare a tutti il 100% di ri- valutazione fino a 5 volte il trattamento minimo, pari a 2.500 euro lordi al mese, per poi scendere al 50% per gli importi eccedenti tale cifra. “Si tratta – continua lo Spi-Cgil – di una correzione non particolarmente onerosa e quindi realizzabile con un costo di circa 350 milioni di euro per ogni punto di inflazione”. Il Sindacato dei pensionati della Cgil propone inoltre di intervenire sui coefficienti di trasformazione, la cui definizione oggi è resa particolarmente incerta dalla riforma Fornero con conseguenze molto pesanti su tutti quelli che dovranno andare in pensione. “Sarebbe utile – afferma in tal senso lo Spi-Cgil – lavorare su un coefficiente che si basi sulla data di nascita e sull’età di maturazione del diritto alla pensione, sulla falsa riga del sistema ‘svedese’. In questo modo il futuro pensionato avrà almeno la certezza del coefficiente minimo che determinerà l’importo della sua pensione”. senza vergognarsi. Vorrei vivere in una società ordinata – spiega – dove la famiglia tradizionale sia tutelata e dove siano ben chiari gli obbiettivi della scuola: valori che oggi sono messi in discussione dalle ricette improbabili di Renzi su una scuola del tutto improvvisata». Bene i valori, poi? «Poi occorre sbrigarsi -insiste- perché abbiamo fatto troppi incontri e pochi fatti. A tal proposito dal palco chiederò chiarimenti dal punto di vista organizzativo a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia – del cui consiglio di presidenza faccio parte – sulle modalità del proseguimento di questa storia comune». Molto atteso Pasquale Viespoli, presidente di “Mezzogiorno Nazionale”, che sabato intende partire da un nodo centrale, strutturale per ogni ripartenza: le idee. «C’è l’esigenza di riorganizzare il pensiero della Destra, da declinare sul piano culturale e istituzionale insieme. Ritengo che solo le idee ci possano far superare le contrapposizioni e le accuse reciproche». Il suo intervento verterà sul rilancio delle idee e del radicamento territoriale, «nella consapevolezza che noi tutti abbiamo delle responsabilità per continuare a raccontare una storia che non può finire. Ci vuole uno scatto d’orgoglio comunitario – dice – perché questa grande storia non può finire così». Manca, per esempio, la voce della Destra nel processo riformista che si sta avviando, sostiene Viespoli, che promuoverà «la necessità di avviare una riflessione su una grande fase costituente che vada oltre le banalizzazioni renziste». Di questa esigenza Viespoli vuole farsi interprete nel corso del dibattito, sostenendo «che non basta più dire “siamo presidenzialisti”, ma occorre far sentire questa come un’esigenza del sistema Paese». Si dice molto «fiducioso» che possa nascere qualcosa di positivo da questo incontro molto esteso a tutta la destra “diffusa”e lancia la sua proposta: «Sono convinto che la Destra abbia una grande possibilità di repupero, se collegata al recupero di centralità della questione del Sud nell’agenda politica». di Alberto Fraglia Le conseguenze della riforma Fornero sulle pensioni sono devastanti. Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati. Lo denuncia lo Spi-Cgil secondo cui, con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti ai pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779 euro. Nel biennio 2012-2013, spiega il sindacato in uno studio, l’adeguamento delle pensioni è stato bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400 euro lordi. Nel biennio 2014-2015 invece l’adeguamento è stato sull’intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo, mentre è diminuito per le altre categorie d’importo dallo 0,95% fino allo 0,40%. Si tratta, prosegue lo studio, di uno scenario destinato a peggiorare se, come stabilito dagli obiettivi della Bce, il tasso di inflazione dovesse tornare sopra il 2%. Secondo gli attuali meccanismi IL CONVEGNO SULLA DESTRA PER LA TERZA REPUBBLICA, POLEMICHE TRA GLI EX AN di Guglielmo Federici Tutto pronto per l’appuntamento di sabato al Residence di Ripetta per discutere di “Una Destra per la Terza Repubblica”, incontro che sulle doppie coordinate dell’identità e delle prospettive future si pone l’obbiettivo di riannodare i “fili” di una destra diffusa in tanti rivoli, in tante anime, ma “orfana” di una casa-madre che le rappresenti tutte in un momento cruciale della politica italiana. Un convegno che è stato accompagnato da polemiche, interne alla fondazione An, tra chi ritiene sia opportuno finanziare solo iniziative che hanno a che fare con la memoria storica della destra e chi invece giudica naturale sponsorizzare eventi legati all’attualità del dibattito sul futuro della destra italiana. Sarà un tavolo nutrito, dove le varie componenti che hanno fatto parte di Alleanza Nazionale si confronteranno per rilanciare la destra politica in Italia, discutendo delle possibili sintesi per dare risposte a chi non vuole morire “renziano”. Vari gli interlocutori che in questi giorni ci hanno illustrato lo stato d’animo con cui si recano a questo appuntamento, da Isabella Rauti a Roberto Menia a Francesco Storace. Molto atteso l’intervento di Adriana Poli Bortone, presidente di “Io Sud”, che al cammino verso una riaggregazione ha sempre creduto: «Il mio stato d’animo è quello di sempre: ho sempre tentato di lavorare per una riunificazione sotto le insegne di Alleanza Nazionale: non ho cambiato idea», ci dice affermando che riaffermerà questa tesi nel suo intervento. «Io penso che An possa avere una vitata tutta sua, rinnovando il rapporto con le destre europee. Io riaprtirei da qui, senza quei protagonismi che ci hanno affossato». Ma il tempo non è galantuomo, sostiene la Poli Bortone. «Se non ci affrettiamo in questo processo di riunificazione, perderemo», dice in modo molto diretto. Nel suo intervento punterà sui punti di coesione dai quali costruire, ossia «dai valori fondanti, che oggi sono molto attuali e che bisogna riaffermare SABATO 28.03.2015 SABATO 28.03.2015 LA CLINICA: IL COPILOTA LUBITZ NON ERA IN CURA PER DEPRESSIONE 3 di Redazione Andreas Lubitz, il copilota responsabile della tragedia del volo Germanwings, è stato un paziente della clinica universitaria di Duesseldorf, ma ”le notizie secondo cui fosse in cura per depressione sono inesatte”. Lo ha reso noto la stessa clinica universitaria in un comunicato che smentisce indiscrezioni pubblicate dal Tagesspiegel. La clinica di Dusseldorf non ha diffuso ulteriori dettagli sullo stato di salute di Lubitz per rispetto della clausola di riservatezza, cui i medici sono obbligati in Germania anche dopo la morte del paziente. ”Le cartelle mediche saranno date alla procura di Dusseldorf che sta investigando” sulla vicenda, si legge nel comunicato: ”Sosterremo con decisione e senza riserve le indagini della procura”. La procura ha intanto reso noto che “non c’erano lettere d’addio” nelle case a disposizione di Andreas Lubitz. ”Non sono stati nemmeno trovati elementi che possano far pensare a uno sfondo politico o religioso” per la tragedia, hanno poi confermato gli inquirenti. delle turbe di Lubitz? Stando a notizie dell’ultima ora no, perché il pilota avrebbe nascosto la sua malattia ai datori di lavoro. Anche in questo caso, dunque, prima dell’informazione sembrano emergere pulsioni ideologiche. Beppe Grillo non si sottrae ad un uso strumentale della figura di Lubitz piegata a metafora propagandistica: “Ci sono inquietanti analogie tra Andrea Lubitz, il copilota dell’Airbus A320 della Germanwings che si è schiantato sulle Alpi francesi, e Matteo Renzie che sta schiantando l’Italia. Si tratta in entrambi casi di uomini soli al comando”. Inizia così l’ultimo post sul blog di Beppe Grillo dove il premier Matteo Renzi viene rappresentato alla guida di un aereo della Germanwings come quello che si è schiantato sulle Alpi francesi con 150 per- sone a bordo. E la psicosi anti-Lubitz non risparmia quelli che, pur non essendo parenti, portano lo stesso cognome: insulti e minacce telefoniche a tutti quelli che si chiamano Lubitz sono avvenute nella zona di Montabaur, in Germania, cittadina di origine del copilota responsabile del disastro aereo. La famiglia del copilota è da ieri “sotto alta sorveglianza”.dimenticarlo. SPECULAZIONI: IL GIORNALE USA LUBITZ CONTRO LA GERMANIA, GRILLO CONTRO RENZI di Renato Berio Speculare su una tragedia come quella dell’airbus Germanwings non è bello, eppure in alcuni casi il senso della misura è stato abbondantemente oltrepassato. E’ il caso del titolo di apertura del Giornale: Schettinen. Di sicuro impatto mediatico, ma assai discutibile nel giudizio che formula: come a voler addossare a un intero paese, la Germania, la vergogna e il disonore della follia di Andreas Lubitz. Va detto poi per inciso che ogni paragone di questo tipo (improprio perché Schettino non risulta folle ma nel pieno possesso delle sue facoltà mentali) non tiene conto del dato che dovrebbe stare a cuore a tutti, cioè il dolore per vittime innocenti, che nulla hanno a che fare con l’antipatia del Giornale per la cancelliera Angela Merkel. Anche Libero dà sfogo a sentimenti antitedeschi: Vergogna tedesca, criminale lui e quelli che l’han fatto volare. Questo il titolo odierno di apertura.Ma davvero la compagnia aerea Lufthansa era al corrente 4 SABATO 28.03.2015 RENZI COME LUBITZ, L’INFELICE USCITA DI GRILLO SCATENA LE REAZIONI DEL M5S di Redazione L’ennesima, clamorosa scivolata di Beppe Grillo, che ha avuto l’infelice idea di sfruttare la tragedia del Boing tedesco in cui sono morti 150 passeggeri a causa della follia suicida del copilota, per attaccare il premier Matteo Renzi, sta provocando reazioni stizzite anche all’interno del suo stesso Movimento.”Al di là del merito e delle questioni politiche, quando si fa comunicazione ci sono mille modi per farlo. La dissacrazione è un’altra cosa. Condoglianze sentite a tutte le vittime del Germanwings; scusate se è stata offesa la vostra sensibilità”. Lo scrive sulla sua pagina facebook la deputata del M5S Silvia Benedetti, prendendo le distanze dal post pubblicato sul blog di Beppe Grillo. Non è la sola deputata dei Grillini a sentirsi ferita dalla uscita mediatica dell’ex comico . Anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, da tempo in aperta contestazione nei confronti di Grillo e Casaleggio per il modo in cui viene condotto e gestito il gruppo parlamentare e l’intero movimento, non si è astenuto dalla critica. “Non mi ritrovo assolutamente nell’infelice uscita del blog, che utilizza la tragedia della Germanwings per attaccare il governo. – ha dichiarato – Si utilizzino contenuti per attaccare Renzi, che ci sono tutti, non le tragedie. Forse i comunicatori del Blog do- vrebbero cambiare tono, lo dico da tanto tempo, e non mi sembra di essere l’unico. Abbiamo tutti una responsabilità di fondo, che è quella di alzare il livello della politica, non di abbassarlo”. Insomma, questa volta Grillo l’ha fatta davvero grossa. Il blog su Renzi alla guida di un aereo con un esplicito riferimento allo schianto (“Renzi come il pilota dell’Airbus fa schiantare l’Italia”) rischia ora di provocare altri smot tamenti tra i Cinquestellati. Non sono pochi tra le file del Movimento che ormai non sopportano più le sue uscite estemporanee, aggressive, di pessimo gusto. loro”. Il vescovo si appella al Parlamento perché ci sia “la volontà e la capacità di interpellare le famiglie, sentire che cosa pensa la gente, altrimenti si va avanti soltanto a lobby”. «Ci sarà un momento in cui le famiglie con un padre, una madre e dei figli dovranno chiedere scusa di esistere», ha concluso Galantino usando un paradosso. «Il Pd va avanti: la legge sulle unioni civili è un impegno preso con i nostri elettori ed è un riconoscimento di diritti che la Consulta ci chiede con estrema sollecitudine». Così, interpellata al telefono, la relatrice Monica Cirinnà (Pd) ha commentato le dichiarazioni della Cei. «Rispetto le posizioni della Cei, ma io mi occupo di leggi e diritti, semmai di reati. Non di peccati». «Ognuno – prosegue la Cirinnà – sul tema delle unioni civili ha le sue posizioni. E la Cei parla, esprimendo opinioni che rispetto, per i vescovi italiani. Ma io rispondo al mio mandato di parlamentare e do risposte a quei cittadini che chiedono di avere dei diritti”, dice la senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, interpellata al telefono sulla posizione assunta dalla Cei in tema di unioni civili». Soddisfazione viene espressa anche da Nichi Vendola: «Io spero che regga la volontà del Pd e di Renzi di aprire un sentiero perché l’Italia possa diventare un Paese moderno e civile. Quello di ieri al Senato è un piccolo passo, spero però che almeno lo si faccia per davvero quel piccolo passo e che i clericali e i neoclericali che hanno ammorbato la scena pubblica italiana non abbiano la meglio, come sempre è avvenuto». UNIONI CIVILI, I VESCOVI CONTRO LA LEGGE DEL PD SULLE ADOZIONI AI GAY di Roberta Perdicchi Lo scontro è arrivato, puntuale, su quel testo che il Pd sta portando avanti, con l’aiuto del M5S, sulle unioni civili rinforzate per le coppie gay, con la possibilità di arrivare alle adozioni. «Quella legge vuole fare una forzatura ideologica, ridurre realtà oggettivamente diverse ad una», ha detto oggi il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, citando la parte che tratta delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in senso matrimoniale. Precisando che il testo Cirinnà è solo la proposta sulla quale il Parlamento dovrà discutere, per Galantino “si tratta di lavorare perché questa proposta non vada avanti. Ci sono alcuni particolari che non convincono”. Per il segretario generale dei vescovi “si tratta di non confondere il doveroso rispetto dei diritti con l’appiattimento di realtà che storicamente, culturalmente e antropologicamente sono diverse tra SABATO 28.03.2015 ISIS, TORNA IL MERCATO DEGLI SCHIAVI: DONNE VENDUTE A 18 DOLLARI L’UNA di Giovanni Trotta Il cosiddetto Califfato continua a far scorrere indietro le lancette del tempo: «Tremila ragazze sono state vendute nei mercati degli schiavi a 18 dollari l’una dai jihadisti dell’Isis»: ha infatti denunciato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu Vian Dakhil, la parlamentare irachena della minoranza yazida che lo scorso agosto raccontò al mondo gli orrori dell’attacco subito dalla propria comunità da parte dell’Isis nel Nord Iraq. «Veniamo massacrati, uccisi, le nostre donne vengono violentate, le nostre ragazze vendute, i nostri bambini rapiti», ha detto alla riunione sulla persecuzione delle minoranza in Medio Oriente. La vicenda fa il paio con quanto accade in Nigeria, dove i jihadisti di Boko Haram rapiscono e vendono ragazze. Non si ferma infatti in Nigeria la spirale di violenza degli estremisti islamici. A pochi giorni dalle elezioni nel Paese africano, i terroristi islamici sono tor- nati a colpire Damasak, la stessa città liberata questo mese dalle truppe del Niger e del Ciad, e hanno rapito più di 400 tra donne e bambini. Lo riferisce il sito della Reuters che cita persone del posto. Se confermato, si tratta dell’ennesimo sequestro di massa da parte dei jihadisti. «Hanno preso 506 giovani donne e bambini (a Damasak). Ne hanno uccisi 50 prima di abbandonare la città», ha raccontato ai media un com- merciante del posto, Souleymane Ali. «Non sappiamo se ne hanno ucciso altri prima di andarsene, ma hanno catturato il resto degli abitanti portandoli con loro», ha aggiunto inorridito. La scorsa settimana, le truppe del Niger e del Ciad hanno trovato i cadaveri di almeno 70 persone sotto un ponte che porta a Damasak, un luogo probabilmente usato per le esecuzioni di massa. Il colonnello Toumva Mohamed, capo della coa- MOGADISCIO, AUTOBOMBA DI AL SHABAAB CONTRO L’HOTEL DEI PARLAMENTARI, 9 MORTI di Roberto Frulli Una enorme esplosione seguita da intense sparatorie si è verificata a Mogadiscio, secondo quanto rivela “The Heritage Institute for Policy Studies“, un think-tank che si occupa della Somalia. Testimoni su Twitter aggiungono che l’esplosione ha avuto luogo all’interno dell’albergo Maka al-Mukaram, è sarebbe stata causata dai fondamentalisti islamici al Shabaab, penetrati nella struttura. L’hotel è frequentato da parlamentari e funzionari amministrativi. Diversi parlamentari somali sono rimasti intrappolati all’interno del noto albergo a Mogadiscio attaccato dai fondamentalisti islamici al Shabaab. Lo riferiscono i media somali su Twitter. Testimoni hanno affermato di avere sentito almeno 4 esplosioni seguite da intense sparatorie. L’area è ora disseminata di sangue e veicoli in fiamme e vi sarebbero anche alcuni ostaggi trattenuti dai terroristi. Almeno nove le persone rimaste uccise nell’assalto dei fondamentalisti somali al Shabaab al noto albergo della capitale frequentato da parlamentari, molti politici e uomini d’affari perché si trova sulla strada principale che collega il palazzo presidenziale all’aeroporto della città. Lo riferisce la Bbc su Twitter citando testimoni. L’attacco sarebbe stato portato con un’autobomba, poi i terroristi di al Shabaab hanno iniziato a sparare. Gli alberghi di Mogadiscio sono spesso presi di mira da militanti di al -Shabaab , che sono stati cacciati dalla città alcuni anni fa, ma controllano ancora alcune zone rurali del sud. «C’era un’auto carica di esplosivo parcheggiata di fronte all’hotel – ha raccontato Farah Aden, un funzionario di polizia – questa autobomba è esplosa e ha bruciato le altre auto che erano parcheggiate accanto». Al-Shabab non ha tardato a rivendicare la responsabilità dell’attentato: «l’obiettivo dell’attacco erano le forze di sicurezza e funzionari 5 lizione Niger-Ciad nella zona, ha detto poi che i residenti locali hanno denunciato il rapimento di 400 tra donne e bambini. Non ci sono conferme ufficiali, ma il gruppo terroristico – che di recente ha proclamato la sua adesione alla linea dell’Isis, ponendosi nominalmente sotto l’autorità dell’autoproclamato califfo di Iraq e Siria, Abu Bakr al-Baghdadi – non è nuovo a sequestri di massa: nell’aprile dello scorso anno rapì 300 liceali, un caso che suscitò lo sdegno della comunità internazionale e risvegliò l’attenzione globale sul gruppo terroristico che da sei anni terrorizza il Paese con attentati, saccheggi e uccisioni. Nelle ultime settimane, le forze nigeriane, ciadiane e nigerine hanno condotto una serie di offensive in diverse città, liberandole dai miliziani. In una di queste operazioni, nel villaggio di Bama, l’esercito nigeriano ha scoperto i corpi di decine di donne massacrate da Boko Haram e gettate nei pozzi insieme ad altri cadaveri. Le donne sarebbero state uccise dai jihadisti per non farle cadere in mani “infedeli”, prima del loro ritiro dal villaggio. apostati. L’attacco ha avuto successo», ha detto il portavoce del gruppo per le operazioni militari, lo sceicco Abu Abulaziz Muscab, ha detto ad Al Jazeera. Il veicolo è esploso proprio accanto all’hotel Maka al-Mukarama, e la polizia ha provveduto a sigillare immediatamente l’area intorno all’edificio, che si trova lungo una strada trafficata di Mogadiscio. Diverse auto e moto sono state bruciate sul posto. Un testimone ha visto tre corpi di uomini della polizia di essere portati via e descrisse pezzi di carne umana sparsi nella zona. Quattro poliziotti sono fra i morti, mentre altre 15 persone sono rimaste ferite, ha detto Aden, aggiungendo: «Il bilancio delle vittime potrebbe aumentare». Il primo ministro somalo Abdi Farah Shirdon Saaid ha denunciato l’attacco dicendo: «Condanno questo attacco nei termini più forti e invio le mie condoglianze alle famiglie e agli amici di tutte le vittime innocenti che sono state uccise e ferite. Questi atti vili di terrorismo non possono deragliare i progressi compiuti a Mogadiscio e in tutta la Somalia». 6 RITROVATA UNA STATUA ROMANA TRAFUGATA. “A CASA” ANCHE UN PICASSO RUBATO SABATO 28.03.2015 di Redazione Una preziosa statua romana completamente integra risalente al IIIII secolo d.C. è stata recuperata dai carabinieri dei Beni culturali nei dintorni di Roma. La statua, trafugata nel Lazio con uno scavo clandestino, stava per essere esportata. Si tratta di un’opera molto rara che raffigura il Dio Mitra nell’atto di uccidere il toro. Si tratterebbe di un reperto particolarmente raro e prezioso, per l’eccezionale integrità e per il soggetto rappresentato. Due esemplari simili si trovano al British Museum e ai Musei Vaticani. Il valore di stima partirebbe dagli 8 milioni di euro. Nel corso di una conferenza stampa al ministero dei Beni culturali e turismo sono state mostrate le opere recuperate. Durante le ricerche della Madonna con i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, firmata dal Guercino e rubata dalla Chiesa di S. Vincenzo a Mo- dena, i carabinieri hanno sgominato una banda di 5 trafugatori modenesi. A dirlo è il Generale Mariano Mossa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che annuncia l’importante recupero (oltre che del Mitra nei pressi di Roma) del Violin e Bouteille de Bass di Picasso e di una LA STORIA DI FAUSTO ATTI, COMUNISTA DISSIDENTE UCCISO DAI COMUNISTI di Antonio Pannullo Il nome di Fausto Atti è spesso associato con quello, forse più famoso, di Mario Acquaviva, due leader del Partito comunista internazionalista assassinati dal Pci di Togliatti, e sembra per disposizione dello stesso leader, nel 1945. Il Partito in questione, che tra l’altro è il più antico partito comunista italiano, commise l’errore capitale di schierarsi contro il Pci ufficiale, e lo fece in tempi in cui era pericoloso farlo. Era l’epoca del triangolo della morte (Bologna-Reggio Emilia-Ferrara), zona dell’Emilia Romagna dove – a guerra finita – si contarono migliaia di assassinii a opera delle cosiddette ronde rosse, i partigiani legati al Pci che in questo modo toglievano di mezzo non solo fascisti, possidenti terrieri, sacerdoti, democristiani, ma anche comunisti deviazionisti e nemici Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi personali degli stessi partigiani. Gli omicidi continuarono fino agli anni Cinquanta, quando lo stesso leader del Pci Palmiro Togliatti dovette andare alla federazione di Reggio Emilia per bloccare il bagno di sangue. Molto è stato scritto sul ruolo del Migliore in queste vicende, e certamente la struttura del Pci aiutò molti ex partigiani nella loro latitanza dopo i crimini, favorendone l’espatrio in Unione Sovietica e altrove, come capitò nel caso della famigerata Volante Rossa, gruppo di feroci killer che assassinò tra l’altro anche Franco De Agazio, direttore del Meridiano d’Italia, giornale anticomunista. Quando si celebrò il processo alla Volante Rossa, i protagonisti erano già uccel di bosco. E con loro tanti altri. Tornando alla storia di Fausto Atti, scrive Giampaolo Pansa nel suo saggio del 2009 Il revisionista: «Nel marzo Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (AD) Italo Bocchino Antonio Tisci Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76 1945, a Trebbo di Reno, una frazione di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, due killer erano entrati di notte nella casa di un comunista dissidente e lo avevano freddato. Si chiamava Fausto Atti, aveva quarantotto anni ed era un bracciante poi diventato operaio. Poteva vantarsi di essere “un compagno del Ventuno”, ossia tra quelli che a Livorno erano usciti dalla casa madre socialista per fondare il Pci. Atti era emigrato in Belgio per sfuggire alla polizia di Mussolini. Qui era stato arrestato dai tedeschi, ricondotto in Italia e mandato al confino di Ventotene. Liberato dopo il 25 luglio, era ritornato a Trebbo e si era fatto conoscere come dissidente, anche lui internazionalista. Dei due che lo uccisero la notte del 27 marzo non si seppe mai nulla». I comunisti internazionalisti attribuiscono l’esecuzione Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Veduta di Piazza S. Marco dall’attracco delle gondole di Luca Carlevarijs. «Sul Guercino stiamo ancora lavorando, così come su un’importante attività internazionale». Indagine in corso anche per i gioielli Castellani rubati il primo aprile 2013 dal Museo Nazionale Estrusco di Villa Giulia. senza alcun dubbio al Pci, definito stalinista. Dalle cronache, sembra che Atti fosse malato e quindi disteso a letto, quando due sicari entrarono i casa, chiesero di lui al figlio, e lo freddarono a revolverate. Dei due non fu mai trovata alcuna traccia e a quanto pare non fu mai neanche fatta una seria inchiesta. La verità sostanziale è che Atti a un certo punto divenne responsabile del partito comunista internazionalista per l’Emilia, e che in tale veste iniziò a fare politica tra i partigiani, sostenendo la necessità che il Cln non gestisse più l’antifascismo né la ricostruzione dell’Italia. Il Pci, che invece intendeva prendere in mano tutto il potere una volta finita la guerra, non poteva tollerare deviazioni ideologiche di alcun genere, reprimendo in ogni maniera ogni dissidenza. La storia ci racconta poi come andò: il silenzio dei massacri, la sordina sui crimini commessi dai partigiani rossi. Redazione via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected] Amministrazione via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected] Abbonamenti via della Scrofa 39 - 00186 Roma 06 68817503 [email protected]