Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76
anno LXiii n.72
sabato 28.03.2015
secoLoditaLia.it
EDITORIALE
sondaggio ixé: cala la fiducia in Renzi. crescono Lega e forza italia
Ancora in calo la fiducia per Matteo
Renzi che scende al 40 per cento mentre resta stabile quella nel governo (32
per cento). Secondo l’ultimo sondaggio
di Ixè per Agorà il premier perde un
punto netto nell’ultima settimana mentre il Pd resta il primo partito italiano
con il 38,9% (+0,1 punti). Nonostante il
voto al Senato sul ddl anti-corruzione,
secondo il sondaggio, per gli italiani il
governo non fa abbastanza contro la
corruzione. In una settimana, infatti, la
quota di italiani insoddisfatti delle iniziative dell’esecutivo rimane molto alta,
pur passando dal 65 al 62 per cento.
Deriva autoritaria nel Pd di Renzi
di Redazione
Per quasi 4 italiani su 10 c’è una deriva
autoritaria nel Pd targato Matteo Renzi
che viene percepito come un leader impermeabile al confronto interno. A leggere il sondaggio, però, il Partito
democratico trova nuovo slancio e può
vantare un consenso più che doppio rispetto al Movimento 5 Stelle e quasi triplo rispetto alla Lega Nord. Non
condivide l’opinione sull’autoritarismo
del Pd il 50% mentre l’11% non si
esprime.
Il Movimento 5 Stelle cala ancora di 0,1
punti (arrivando al 18,5%) mentre la
Lega Nord sale al 13,4% (+0,3 punti).
Lieve crescita anche per Forza Italia
che è al 12,7% mentre il dato sull’affluenza alle urne cresce toccando il
65,5%. In testa all’indice di gradimento
degli italiani, secondo gli intervistati nel
sondaggio Ixè, c’è sempre il presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, con
il 71%.
Alla vigilia della manifestazione Fiom a
Roma alla domanda se Maurizio Landini debba scendere in politica, il 57%
ha risposto no, mentre solo il 27% caldeggia un impegno diretto del leader
della Fiom. Il 16 per cento degli intervistati, invece, «non sa».
PRIMO PIANO
Pensioni, sottRatti ai Pensionati
9.7 miLiaRdi daLLa RifoRma foRneRo
di Alberto Fraglia
2
Le conseguenze della riforma Fornero sulle pensioni sono devastanti. Una vera e propria tagliola
si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati. Lo denuncia lo Spi-Cgil secondo cui, con il blocco della rivalutazione degli
assegni, sono stati sottratti ai pensionati...
La cLinica: iL coPiLota Lubitz
non eRa in cuRa PeR dePRessione
di Redazione
3
Andreas Lubitz, il copilota responsabile della
tragedia del volo Germanwings, è stato un
paziente della clinica universitaria di Duesseldorf, ma ”le notizie secondo cui fosse in
cura per depressione sono inesatte”. Lo ha
reso noto la stessa clinica universitaria...
6
RitRovata una statua Romana tRafugata.
“a casa” anche un Picasso Rubato
di Redazione
Una preziosa statua romana completamente
integra risalente al II-III secolo d.C. è stata recuperata dai carabinieri dei Beni culturali nei dintorni di Roma. La statua, trafugata nel Lazio con
uno scavo clandestino, stava per essere esportata. Si tratta di un’opera molto rara...
2
PENSIONI, SOTTRATTI AI PENSIONATI
9.7 MILIARDI DALLA RIFORMA FORNERO
di calcolo della rivalutazione, infatti,
ai pensionati sarebbero sottratti ulteriori 3,6 miliardi di euro. Lo studio
del sindacato va oltre e indica alcuni
interventi correttivi sui meccanismi
attuali di rivalutazione per non penalizzare ulteriormente i pensionati italiani.
Bisogna applicare a tutti il 100% di ri-
valutazione fino a 5 volte il trattamento minimo, pari a 2.500 euro
lordi al mese, per poi scendere al
50% per gli importi eccedenti tale
cifra. “Si tratta – continua lo Spi-Cgil
– di una correzione non particolarmente onerosa e quindi realizzabile
con un costo di circa 350 milioni di
euro per ogni punto di inflazione”. Il
Sindacato dei pensionati della Cgil
propone inoltre di intervenire sui coefficienti di trasformazione, la cui definizione oggi è resa particolarmente
incerta dalla riforma Fornero con
conseguenze molto pesanti su tutti
quelli che dovranno andare in pensione. “Sarebbe utile – afferma in tal
senso lo Spi-Cgil – lavorare su un coefficiente che si basi sulla data di nascita e sull’età di maturazione del
diritto alla pensione, sulla falsa riga
del sistema ‘svedese’. In questo
modo il futuro pensionato avrà almeno la certezza del coefficiente minimo che determinerà l’importo
della sua pensione”.
senza vergognarsi. Vorrei vivere in
una società ordinata – spiega – dove
la famiglia tradizionale sia tutelata e
dove siano ben chiari gli obbiettivi
della scuola: valori che oggi sono
messi in discussione dalle ricette improbabili di Renzi su una scuola del
tutto improvvisata». Bene i valori, poi?
«Poi occorre sbrigarsi -insiste- perché
abbiamo fatto troppi incontri e pochi
fatti. A tal proposito dal palco chiederò chiarimenti dal punto di vista organizzativo a Giorgia Meloni e a
Fratelli d’Italia – del cui consiglio di
presidenza faccio parte – sulle modalità del proseguimento di questa storia comune».
Molto atteso Pasquale Viespoli, presidente di “Mezzogiorno Nazionale”,
che sabato intende partire da un
nodo centrale, strutturale per ogni ripartenza: le idee. «C’è l’esigenza di
riorganizzare il pensiero della Destra,
da declinare sul piano culturale e istituzionale insieme. Ritengo che solo le
idee ci possano far superare le contrapposizioni e le accuse reciproche».
Il suo intervento verterà sul rilancio
delle idee e del radicamento territoriale, «nella consapevolezza che noi
tutti abbiamo delle responsabilità per
continuare a raccontare una storia
che non può finire. Ci vuole uno
scatto d’orgoglio comunitario – dice –
perché questa grande storia non può
finire così».
Manca, per esempio, la voce della
Destra nel processo riformista che si
sta avviando, sostiene Viespoli, che
promuoverà «la necessità di avviare
una riflessione su una grande fase costituente che vada oltre le banalizzazioni renziste». Di questa esigenza
Viespoli vuole farsi interprete nel
corso del dibattito, sostenendo «che
non basta più dire “siamo presidenzialisti”, ma occorre far sentire questa
come un’esigenza del sistema Paese».
Si dice molto «fiducioso» che possa
nascere qualcosa di positivo da questo incontro molto esteso a tutta la
destra “diffusa”e lancia la sua proposta: «Sono convinto che la Destra
abbia una grande possibilità di repupero, se collegata al recupero di centralità della questione del Sud
nell’agenda politica».
di Alberto Fraglia
Le conseguenze della riforma Fornero sulle pensioni sono devastanti.
Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su
5,5 milioni di pensionati. Lo denuncia
lo Spi-Cgil secondo cui, con il blocco
della rivalutazione degli assegni,
sono stati sottratti ai pensionati 9,7
miliardi di euro, pari ad una perdita
media pro-capite di 1.779 euro. Nel
biennio 2012-2013, spiega il sindacato in uno studio, l’adeguamento
delle pensioni è stato bloccato per
importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400
euro lordi.
Nel biennio 2014-2015 invece l’adeguamento è stato sull’intero importo
della pensione con una percentuale
del 100% solo per tutti quelli che
hanno un assegno fino a tre volte il
trattamento minimo, mentre è diminuito per le altre categorie d’importo
dallo 0,95% fino allo 0,40%. Si tratta,
prosegue lo studio, di uno scenario
destinato a peggiorare se, come stabilito dagli obiettivi della Bce, il tasso
di inflazione dovesse tornare sopra il
2%. Secondo gli attuali meccanismi
IL CONVEGNO SULLA DESTRA PER LA TERZA REPUBBLICA, POLEMICHE TRA GLI EX AN
di Guglielmo Federici
Tutto pronto per l’appuntamento di
sabato al Residence di Ripetta per discutere di “Una Destra per la Terza
Repubblica”, incontro che sulle doppie coordinate dell’identità e delle
prospettive future si pone l’obbiettivo
di riannodare i “fili” di una destra diffusa in tanti rivoli, in tante anime, ma
“orfana” di una casa-madre che le
rappresenti tutte in un momento cruciale della politica italiana. Un convegno che è stato accompagnato da
polemiche, interne alla fondazione
An, tra chi ritiene sia opportuno finanziare solo iniziative che hanno a che
fare con la memoria storica della destra e chi invece giudica naturale
sponsorizzare eventi legati all’attualità
del dibattito sul futuro della destra
italiana. Sarà un tavolo nutrito, dove
le varie componenti che hanno fatto
parte di Alleanza Nazionale si confronteranno per rilanciare la destra
politica in Italia, discutendo delle possibili sintesi per dare risposte a chi
non vuole morire “renziano”. Vari gli
interlocutori che in questi giorni ci
hanno illustrato lo stato d’animo con
cui si recano a questo appuntamento, da Isabella Rauti a Roberto
Menia a Francesco Storace.
Molto atteso l’intervento di Adriana
Poli Bortone, presidente di “Io Sud”,
che al cammino verso una riaggregazione ha sempre creduto: «Il mio
stato d’animo è quello di sempre: ho
sempre tentato di lavorare per una
riunificazione sotto le insegne di Alleanza Nazionale: non ho cambiato
idea», ci dice affermando che riaffermerà questa tesi nel suo intervento.
«Io penso che An possa avere una vitata tutta sua, rinnovando il rapporto
con le destre europee. Io riaprtirei da
qui, senza quei protagonismi che ci
hanno affossato». Ma il tempo non è
galantuomo, sostiene la Poli Bortone.
«Se non ci affrettiamo in questo processo di riunificazione, perderemo»,
dice in modo molto diretto. Nel suo
intervento punterà sui punti di coesione dai quali costruire, ossia «dai valori fondanti, che oggi sono molto
attuali e che bisogna riaffermare
SABATO 28.03.2015
SABATO 28.03.2015
LA CLINICA: IL COPILOTA LUBITZ
NON ERA IN CURA PER DEPRESSIONE
3
di Redazione
Andreas Lubitz, il copilota
responsabile della tragedia
del volo Germanwings, è
stato un paziente della clinica universitaria di Duesseldorf, ma ”le notizie
secondo cui fosse in cura
per depressione sono inesatte”.
Lo ha reso noto la stessa
clinica universitaria in un
comunicato che smentisce
indiscrezioni pubblicate dal
Tagesspiegel.
La clinica di Dusseldorf non
ha diffuso ulteriori dettagli
sullo stato di salute di Lubitz per rispetto della clausola di riservatezza, cui i
medici sono obbligati in
Germania anche dopo la
morte del paziente.
”Le cartelle mediche saranno date alla procura di
Dusseldorf che sta investigando” sulla vicenda, si
legge nel comunicato: ”Sosterremo con decisione e
senza riserve le indagini
della procura”.
La procura ha intanto reso
noto che “non c’erano lettere d’addio” nelle case a disposizione
di
Andreas
Lubitz.
”Non sono stati
nemmeno trovati elementi
che possano far pensare a
uno sfondo politico o religioso” per la tragedia,
hanno poi confermato gli
inquirenti.
delle turbe di Lubitz? Stando a
notizie dell’ultima ora no, perché il pilota avrebbe nascosto la
sua malattia ai datori di lavoro.
Anche in questo caso, dunque,
prima dell’informazione sembrano emergere pulsioni ideologiche.
Beppe Grillo non si sottrae ad
un uso strumentale della figura
di Lubitz piegata a metafora
propagandistica: “Ci sono inquietanti analogie tra Andrea
Lubitz, il copilota dell’Airbus
A320 della Germanwings che si
è schiantato sulle Alpi francesi,
e Matteo Renzie che sta schiantando l’Italia. Si tratta in entrambi casi di uomini soli al
comando”. Inizia così l’ultimo
post sul blog di Beppe Grillo
dove il premier Matteo Renzi
viene rappresentato alla guida
di un aereo della Germanwings
come quello che si è schiantato
sulle Alpi francesi con 150 per-
sone a bordo.
E la psicosi anti-Lubitz non risparmia quelli che, pur non essendo parenti, portano lo
stesso cognome: insulti e minacce telefoniche a tutti quelli
che si chiamano Lubitz sono avvenute nella zona di Montabaur, in Germania, cittadina di
origine del copilota responsabile del disastro aereo. La famiglia del copilota è da ieri “sotto
alta sorveglianza”.dimenticarlo.
SPECULAZIONI: IL GIORNALE USA LUBITZ CONTRO LA GERMANIA, GRILLO CONTRO RENZI
di Renato Berio
Speculare su una tragedia
come quella dell’airbus Germanwings non è bello, eppure
in alcuni casi il senso della misura è stato abbondantemente
oltrepassato. E’ il caso del titolo
di apertura del Giornale: Schettinen. Di sicuro impatto mediatico, ma assai discutibile nel
giudizio che formula: come a
voler addossare a un intero
paese, la Germania, la vergogna
e il disonore della follia di Andreas Lubitz. Va detto poi per
inciso che ogni paragone di
questo tipo (improprio perché
Schettino non risulta folle ma
nel pieno possesso delle sue facoltà mentali) non tiene conto
del dato che dovrebbe stare a
cuore a tutti, cioè il dolore per
vittime innocenti, che nulla
hanno a che fare con l’antipatia
del Giornale per la cancelliera
Angela Merkel. Anche Libero dà
sfogo a sentimenti antitedeschi:
Vergogna tedesca, criminale lui
e quelli che l’han fatto volare.
Questo il titolo odierno di apertura.Ma davvero la compagnia
aerea Lufthansa era al corrente
4
SABATO 28.03.2015
RENZI COME LUBITZ, L’INFELICE USCITA DI GRILLO
SCATENA LE REAZIONI DEL M5S
di Redazione
L’ennesima, clamorosa scivolata di
Beppe Grillo, che ha avuto l’infelice idea di sfruttare la tragedia del
Boing tedesco in cui sono morti
150 passeggeri a causa della follia
suicida del copilota, per attaccare
il premier Matteo Renzi, sta provocando reazioni stizzite anche
all’interno del suo stesso Movimento.”Al di là del merito e delle
questioni politiche, quando si fa
comunicazione ci sono mille modi
per farlo. La dissacrazione è un’altra cosa. Condoglianze sentite a
tutte le vittime del Germanwings;
scusate se è stata offesa la vostra
sensibilità”. Lo scrive sulla sua pagina facebook la deputata del
M5S Silvia Benedetti, prendendo
le distanze dal post pubblicato sul
blog di Beppe Grillo.
Non è la sola deputata dei Grillini
a sentirsi ferita dalla uscita mediatica dell’ex comico . Anche il sindaco di Parma, Federico
Pizzarotti, da tempo in aperta
contestazione nei confronti di
Grillo e Casaleggio per il modo in
cui viene condotto e gestito il
gruppo parlamentare e l’intero
movimento, non si è astenuto
dalla critica. “Non mi ritrovo assolutamente nell’infelice uscita del
blog, che utilizza la tragedia della
Germanwings per attaccare il governo. – ha dichiarato – Si utilizzino contenuti per attaccare
Renzi, che ci sono tutti, non le tragedie.
Forse i comunicatori del Blog do-
vrebbero cambiare tono, lo dico
da tanto tempo, e non mi sembra
di essere l’unico. Abbiamo tutti
una responsabilità di fondo, che è
quella di alzare il livello della politica, non di abbassarlo”.
Insomma, questa volta Grillo l’ha
fatta davvero grossa.
Il blog su Renzi alla guida di un
aereo con un esplicito riferimento
allo schianto (“Renzi come il pilota
dell’Airbus fa schiantare l’Italia”) rischia ora di provocare altri smot
tamenti tra i Cinquestellati. Non
sono pochi tra le file del Movimento che ormai non sopportano
più le sue uscite estemporanee,
aggressive, di pessimo gusto.
loro”. Il vescovo si appella al Parlamento perché ci sia “la volontà e la
capacità di interpellare le famiglie,
sentire che cosa pensa la gente, altrimenti si va avanti soltanto a
lobby”. «Ci sarà un momento in cui
le famiglie con un padre, una
madre e dei figli dovranno chiedere scusa di esistere», ha concluso Galantino usando un
paradosso.
«Il Pd va avanti: la legge sulle
unioni civili è un impegno preso
con i nostri elettori ed è un riconoscimento di diritti che la Consulta
ci chiede con estrema sollecitudine». Così, interpellata al telefono,
la relatrice Monica Cirinnà (Pd) ha
commentato le dichiarazioni della
Cei. «Rispetto le posizioni della Cei,
ma io mi occupo di leggi e diritti,
semmai di reati. Non di peccati».
«Ognuno – prosegue la Cirinnà –
sul tema delle unioni civili ha le sue
posizioni. E la Cei parla, esprimendo opinioni che rispetto, per i
vescovi italiani. Ma io rispondo al
mio mandato di parlamentare e
do risposte a quei cittadini che
chiedono di avere dei diritti”, dice
la senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, interpellata al
telefono sulla posizione assunta
dalla Cei in tema di unioni civili».
Soddisfazione viene espressa
anche da Nichi Vendola: «Io spero
che regga la volontà del Pd e di
Renzi di aprire un sentiero perché
l’Italia possa diventare un Paese
moderno e civile. Quello di ieri al
Senato è un piccolo passo, spero
però che almeno lo si faccia per
davvero quel piccolo passo e che i
clericali e i neoclericali che hanno
ammorbato la scena pubblica italiana non abbiano la meglio, come
sempre è avvenuto».
UNIONI CIVILI, I VESCOVI CONTRO LA LEGGE DEL PD SULLE ADOZIONI AI GAY
di Roberta Perdicchi
Lo scontro è arrivato, puntuale, su
quel testo che il Pd sta portando
avanti, con l’aiuto del M5S, sulle
unioni civili rinforzate per le coppie
gay, con la possibilità di arrivare
alle adozioni. «Quella legge vuole
fare una forzatura ideologica, ridurre realtà oggettivamente diverse ad una», ha detto oggi il
segretario generale della Cei,
mons. Nunzio Galantino, citando la
parte che tratta delle unioni civili
tra persone dello stesso sesso in
senso matrimoniale. Precisando
che il testo Cirinnà è solo la proposta sulla quale il Parlamento dovrà
discutere, per Galantino “si tratta
di lavorare perché questa proposta non vada avanti. Ci sono alcuni
particolari che non convincono”.
Per il segretario generale dei vescovi “si tratta di non confondere il
doveroso rispetto dei diritti con
l’appiattimento di realtà che storicamente, culturalmente e antropologicamente sono diverse tra
SABATO 28.03.2015
ISIS, TORNA IL MERCATO DEGLI SCHIAVI:
DONNE VENDUTE A 18 DOLLARI L’UNA
di Giovanni Trotta
Il cosiddetto Califfato continua a
far scorrere indietro le lancette del
tempo: «Tremila ragazze sono
state vendute nei mercati degli
schiavi a 18 dollari l’una dai jihadisti
dell’Isis»: ha infatti denunciato al
Consiglio di Sicurezza dell’Onu Vian
Dakhil, la parlamentare irachena
della minoranza yazida che lo
scorso agosto raccontò al mondo
gli orrori dell’attacco subito dalla
propria comunità da parte dell’Isis
nel Nord Iraq. «Veniamo massacrati, uccisi, le nostre donne vengono violentate, le nostre ragazze
vendute, i nostri bambini rapiti», ha
detto alla riunione sulla persecuzione delle minoranza in Medio
Oriente. La vicenda fa il paio con
quanto accade in Nigeria, dove i jihadisti di Boko Haram rapiscono e
vendono ragazze. Non si ferma infatti in Nigeria la spirale di violenza
degli estremisti islamici. A pochi
giorni dalle elezioni nel Paese africano, i terroristi islamici sono tor-
nati a colpire Damasak, la stessa
città liberata questo mese dalle
truppe del Niger e del Ciad, e
hanno rapito più di 400 tra donne
e bambini. Lo riferisce il sito della
Reuters che cita persone del
posto. Se confermato, si tratta
dell’ennesimo sequestro di massa
da parte dei jihadisti. «Hanno
preso 506 giovani donne e bambini (a Damasak). Ne hanno uccisi
50 prima di abbandonare la città»,
ha raccontato ai media un com-
merciante del posto, Souleymane
Ali. «Non sappiamo se ne hanno
ucciso altri prima di andarsene, ma
hanno catturato il resto degli abitanti portandoli con loro», ha aggiunto inorridito.
La scorsa settimana, le truppe del
Niger e del Ciad hanno trovato i cadaveri di almeno 70 persone sotto
un ponte che porta a Damasak, un
luogo probabilmente usato per le
esecuzioni di massa. Il colonnello
Toumva Mohamed, capo della coa-
MOGADISCIO, AUTOBOMBA DI AL SHABAAB CONTRO L’HOTEL DEI PARLAMENTARI, 9 MORTI
di Roberto Frulli
Una enorme esplosione seguita da
intense sparatorie si è verificata a
Mogadiscio, secondo quanto rivela
“The Heritage Institute for Policy
Studies“, un think-tank che si occupa della Somalia. Testimoni su
Twitter aggiungono che l’esplosione ha avuto luogo all’interno
dell’albergo Maka al-Mukaram, è
sarebbe stata causata dai fondamentalisti islamici al Shabaab, penetrati nella struttura. L’hotel è
frequentato da parlamentari e funzionari amministrativi.
Diversi parlamentari somali sono
rimasti intrappolati all’interno del
noto albergo a Mogadiscio attaccato dai fondamentalisti islamici al
Shabaab. Lo riferiscono i media
somali su Twitter. Testimoni hanno
affermato di avere sentito almeno
4 esplosioni seguite da intense
sparatorie. L’area è ora disseminata di sangue e veicoli in fiamme
e vi sarebbero anche alcuni
ostaggi trattenuti dai terroristi.
Almeno nove le persone rimaste
uccise nell’assalto dei fondamentalisti somali al Shabaab al noto albergo della capitale frequentato
da parlamentari, molti politici e uomini d’affari perché si trova sulla
strada principale che collega il palazzo presidenziale all’aeroporto
della città. Lo riferisce la Bbc su
Twitter citando testimoni.
L’attacco sarebbe stato portato
con un’autobomba, poi i terroristi
di al Shabaab hanno iniziato a sparare. Gli alberghi di Mogadiscio
sono spesso presi di mira da militanti di al -Shabaab , che sono stati
cacciati dalla città alcuni anni fa,
ma controllano ancora alcune
zone rurali del sud.
«C’era un’auto carica di esplosivo
parcheggiata di fronte all’hotel – ha
raccontato Farah Aden, un funzionario di polizia – questa autobomba è esplosa e ha bruciato le
altre auto che erano parcheggiate
accanto».
Al-Shabab non ha tardato a rivendicare la responsabilità dell’attentato: «l’obiettivo dell’attacco erano
le forze di sicurezza e funzionari
5
lizione Niger-Ciad nella zona, ha
detto poi che i residenti locali
hanno denunciato il rapimento di
400 tra donne e bambini. Non ci
sono conferme ufficiali, ma il
gruppo terroristico – che di recente ha proclamato la sua adesione alla linea dell’Isis, ponendosi
nominalmente sotto l’autorità
dell’autoproclamato califfo di Iraq
e Siria, Abu Bakr al-Baghdadi – non
è nuovo a sequestri di massa: nell’aprile dello scorso anno rapì 300
liceali, un caso che suscitò lo sdegno della comunità internazionale
e risvegliò l’attenzione globale sul
gruppo terroristico che da sei anni
terrorizza il Paese con attentati,
saccheggi e uccisioni. Nelle ultime
settimane, le forze nigeriane, ciadiane e nigerine hanno condotto
una serie di offensive in diverse
città, liberandole dai miliziani. In
una di queste operazioni, nel villaggio di Bama, l’esercito nigeriano ha
scoperto i corpi di decine di donne
massacrate da Boko Haram e gettate nei pozzi insieme ad altri cadaveri. Le donne sarebbero state
uccise dai jihadisti per non farle cadere in mani “infedeli”, prima del
loro ritiro dal villaggio.
apostati. L’attacco ha avuto successo», ha detto il portavoce del
gruppo per le operazioni militari, lo
sceicco Abu Abulaziz Muscab, ha
detto ad Al Jazeera.
Il veicolo è esploso proprio accanto all’hotel Maka al-Mukarama,
e la polizia ha provveduto a sigillare immediatamente l’area intorno all’edificio, che si trova lungo
una strada trafficata di Mogadiscio.
Diverse auto e moto sono state
bruciate sul posto. Un testimone
ha visto tre corpi di uomini della
polizia di essere portati via e descrisse pezzi di carne umana
sparsi nella zona.
Quattro poliziotti sono fra i morti,
mentre altre 15 persone sono rimaste ferite, ha detto Aden, aggiungendo: «Il bilancio delle vittime
potrebbe aumentare».
Il primo ministro somalo Abdi
Farah Shirdon Saaid ha denunciato
l’attacco dicendo: «Condanno questo attacco nei termini più forti e
invio le mie condoglianze alle famiglie e agli amici di tutte le vittime
innocenti che sono state uccise e
ferite. Questi atti vili di terrorismo
non possono deragliare i progressi
compiuti a Mogadiscio e in tutta la
Somalia».
6
RITROVATA UNA STATUA ROMANA TRAFUGATA.
“A CASA” ANCHE UN PICASSO RUBATO
SABATO 28.03.2015
di Redazione
Una preziosa statua romana completamente integra risalente al IIIII secolo d.C. è stata recuperata
dai carabinieri dei Beni culturali
nei dintorni di Roma. La statua,
trafugata nel Lazio con uno scavo
clandestino, stava per essere
esportata. Si tratta di un’opera
molto rara che raffigura il Dio
Mitra nell’atto di uccidere il toro.
Si tratterebbe di un reperto particolarmente raro e prezioso, per
l’eccezionale integrità e per il soggetto rappresentato. Due esemplari simili si trovano al British
Museum e ai Musei Vaticani. Il valore di stima partirebbe dagli 8
milioni di euro. Nel corso di una
conferenza stampa al ministero
dei Beni culturali e turismo sono
state mostrate le opere recuperate.
Durante le ricerche della Madonna con i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo,
firmata dal Guercino e rubata
dalla Chiesa di S. Vincenzo a Mo-
dena, i carabinieri hanno sgominato una banda di 5 trafugatori
modenesi. A dirlo è il Generale
Mariano Mossa del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che annuncia l’importante
recupero (oltre che del Mitra nei
pressi di Roma) del Violin e Bouteille de Bass di Picasso e di una
LA STORIA DI FAUSTO ATTI, COMUNISTA DISSIDENTE UCCISO DAI COMUNISTI
di Antonio Pannullo
Il nome di Fausto Atti è spesso associato con quello, forse più famoso, di
Mario Acquaviva, due leader del Partito comunista internazionalista assassinati dal Pci di Togliatti, e sembra per
disposizione dello stesso leader, nel
1945. Il Partito in questione, che tra
l’altro è il più antico partito comunista
italiano, commise l’errore capitale di
schierarsi contro il Pci ufficiale, e lo
fece in tempi in cui era pericoloso
farlo. Era l’epoca del triangolo della
morte (Bologna-Reggio Emilia-Ferrara),
zona dell’Emilia Romagna dove – a
guerra finita – si contarono migliaia di
assassinii a opera delle cosiddette
ronde rosse, i partigiani legati al Pci
che in questo modo toglievano di
mezzo non solo fascisti, possidenti terrieri, sacerdoti, democristiani, ma
anche comunisti deviazionisti e nemici
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
personali degli stessi partigiani. Gli
omicidi continuarono fino agli anni
Cinquanta, quando lo stesso leader
del Pci Palmiro Togliatti dovette andare
alla federazione di Reggio Emilia per
bloccare il bagno di sangue. Molto è
stato scritto sul ruolo del Migliore in
queste vicende, e certamente la struttura del Pci aiutò molti ex partigiani
nella loro latitanza dopo i crimini, favorendone l’espatrio in Unione Sovietica
e altrove, come capitò nel caso della
famigerata Volante Rossa, gruppo di
feroci killer che assassinò tra l’altro
anche Franco De Agazio, direttore del
Meridiano d’Italia, giornale anticomunista. Quando si celebrò il processo
alla Volante Rossa, i protagonisti erano
già uccel di bosco. E con loro tanti altri.
Tornando alla storia di Fausto Atti,
scrive Giampaolo Pansa nel suo saggio
del 2009 Il revisionista: «Nel marzo
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Ugo Lisi (Vicepresidente)
Antonio Giordano (AD)
Italo Bocchino
Antonio Tisci
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23.02.76
1945, a Trebbo di Reno, una frazione
di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, due killer erano entrati di notte
nella casa di un comunista dissidente
e lo avevano freddato. Si chiamava
Fausto Atti, aveva quarantotto anni ed
era un bracciante poi diventato operaio. Poteva vantarsi di essere “un
compagno del Ventuno”, ossia tra
quelli che a Livorno erano usciti dalla
casa madre socialista per fondare il
Pci. Atti era emigrato in Belgio per
sfuggire alla polizia di Mussolini. Qui
era stato arrestato dai tedeschi, ricondotto in Italia e mandato al confino di
Ventotene. Liberato dopo il 25 luglio,
era ritornato a Trebbo e si era fatto conoscere come dissidente, anche lui internazionalista. Dei due che lo
uccisero la notte del 27 marzo non si
seppe mai nulla». I comunisti internazionalisti attribuiscono l’esecuzione
Direttore Editoriale
Italo Bocchino
Vicedirettore Responsabile
Girolamo Fragalà
Vicecaporedattore
Francesco Signoretta
Veduta di Piazza S. Marco dall’attracco delle gondole di Luca Carlevarijs. «Sul Guercino stiamo
ancora lavorando, così come su
un’importante attività internazionale». Indagine in corso anche per
i gioielli Castellani rubati il primo
aprile 2013 dal Museo Nazionale
Estrusco di Villa Giulia.
senza alcun dubbio al Pci, definito stalinista. Dalle cronache, sembra che Atti
fosse malato e quindi disteso a letto,
quando due sicari entrarono i casa,
chiesero di lui al figlio, e lo freddarono
a revolverate. Dei due non fu mai trovata alcuna traccia e a quanto pare
non fu mai neanche fatta una seria inchiesta. La verità sostanziale è che Atti
a un certo punto divenne responsabile
del partito comunista internazionalista
per l’Emilia, e che in tale veste iniziò a
fare politica tra i partigiani, sostenendo
la necessità che il Cln non gestisse più
l’antifascismo né la ricostruzione dell’Italia. Il Pci, che invece intendeva
prendere in mano tutto il potere una
volta finita la guerra, non poteva tollerare deviazioni ideologiche di alcun genere, reprimendo in ogni maniera ogni
dissidenza. La storia ci racconta poi
come andò: il silenzio dei massacri, la
sordina sui crimini commessi dai partigiani rossi.
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