Sicurezza e tutela
ambientale
Obiettivi del corso

Attuazione della normativa relativa alla
sicurezza sui luoghi di lavoro, quindi:
 Informazione sui rischi
 Formazione per la prevenzione degli
incidenti
 Formazione per i pericoli di incendio
 Informazione sui doveri relativi al
conferimento dei rifiuti.
Il programma

La normativa
 I fattori di rischio
 La segnaletica di sicurezza
 La prevenzione degli incendi e la gestione
delle emergenze
 La gestione dei rifiuti
La normativa
L’origine della normativa lavorista quale
tutela delle condizioni di lavoro: il quadro
di fine ‘800 tra igiene e ordine pubblico.
 L’orario di lavoro
 Le “mezze forze”
 La tutela contro gli infortuni

La normativa di tutela
generale

La costituzione (artt.32, 35-41)
 Regolamenti e direttive comunitarie
 Le leggi ordinarie
 La contrattazione collettiva
La normativa specifica







Art.32 Cost.
Art.2087 cod.civ.
La normativa prevenzionistica degli anni ‘50.
Art.9 statuto dei lavoratori
Il SSN
D.lgs. 19 settembre 1994, n.626/ n.81 del 2008
D.lgs. 14 agosto 1996, n.494
L’art.32 Cost.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale
diritto dell’individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti.
[...]
L’art. va letto insieme agli artt. 2 (diritti inviolabili della
persona) e 41 (diritti e limiti all’iniziativa economica
privata).
Dagli anni ‘80 si è riconosciuto a tale diritto un valore
che si esplica nei confronti di tutti e non solo dello
Stato (Corte Cost. 184/1986 - sul “Danno Biologico”).
Anche in precedenza, comunque, vi era un interesse
alla tutela - preventiva e successiva - della salute nei
luoghi di lavoro.
L’art.2087 Cod.Civ.
L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio
dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del
lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a
tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei
prestatori di lavoro.
A. L’obbligazione di sicurezza. La Massima sicurezza
tecnologicamente fattibile (norma in bianco). Non
sempre è sufficiente rispettare la normativa
antinfortunistica e quanto previsto dal CCL. (Rumori)
B. Principio generale: presiede alla verifica della
legittimità dell’organizzazione del lavoro. (Riposi)
C. La personalità morale
D. Effetti processuali dell’obbligazione contrattuale (vs.
obbligazione extracontrattuale).

Art. 9 statuto dei lavoratori
Tutela della
salute e dell’integrità fisica. I lavoratori,
mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare
l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni
e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca,
l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a
tutelare la loro salute e la loro integrità fisica.
I problemi del 2087: Tutela successiva ed individuale.
L’art.9 attibuisce l’esercizio del diritto al livello collettivo
e non solo per il controllo, anche per la prevenzione.
N.B. Il SSN nasce nel 1978 (l.833), qui siamo nel 1970.
La normativa comunitaria

Normativa di attuazione delle direttive
comunitarie.
 L’interesse della Comunità Europea alla
sicurezza ed igiene sul luogo di lavoro:
dalla tragedia di Marcinelle al dumping
sociale.
 La direttiva quadro 391/89 e le direttive
“figlie”.
I principi del D.lgs.626/1994
Applicazione

Generale per tutti i settori di attività.
 Eccezioni: lavoro a domicilio, portieri privati.
 Applicazione in relazione alle esigenze del
servizio: Forze Armate, protezione civile, strutture
giudiziarie e penitenziarie, Sicurezza pubblica in
generale, Università e istituti di istruzione ed
educazione, biblioteche, archivi, musei ed aree
archeologiche, rappresentanze diplomatiche e
consolari, trasporto aereo e marittimo.
626/94 : Misure generali di tutela







valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza;
misure igieniche;
misure di protezione collettiva ed individuale;
misure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso,
di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di
pericolo grave ed immediato;
uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;
informazione, formazione, consultazione e partecipazione
dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti, sulle
questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di
lavoro;
istruzioni adeguate ai lavoratori.
626/94: Obblighi del datore





Documento di valutazione dei rischi
Piano di sicurezza ambientale
Designazione del responsabile del servizio
protezione e sicurezza
Addetti Spp
Formazione e informazione: Rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza.
La delega delle funzioni
Non è ammessa per
 valutazione dei rischi
 relazione sulla valutazione dei rischi e
individuazione delle misure
 designazione del responsabile del servizio
prevenzione
 autocertificazione della valutazione del
rischio
La delega

La non delegabilità della responsabilità non
è non delegabilità della fase esecutiva.
Quando è possibile delegare è comunque
necessario rispettare dei requisiti:
 dimensione/specializzazione dell’azienda
(necessità di delegare)
 Idoneità tecnica del delegato
 Autonomia decisionale ed economica
626/94: obblighi dei lavoratori
(art.5)
Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria
sicurezza e della propria salute e di quella delle altre
persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono
ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni,
conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni
e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
626/94: obblighi dei lavoratori
(segue- estratto)
osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di
lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione
collettiva ed individuale;
utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature, [...],
nonché i dispositivi di sicurezza;
segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o
al preposto le deficienze dei mezzi e dispositivi [...] nonché
le altre eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a
conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza,
nell'ambito delle loro competenze e possibilità, per
eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli, dandone
notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
626/94: obblighi dei lavoratori
(segue- estratto)
non rimuovono o modificano senza autorizzazione i
dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che
non sono di loro competenza ovvero che possono
compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai
preposti, all'adempimento di tutti gli obblighi imposti
dall'autorità competente o comunque necessari per tutelare
la sicurezza e la salute dei lavoratori durante il lavoro
rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza
E’ eletto o designato dai lavoratori. 1 fino a
200 dipendenti, 3 dal 201 a 1000, 6 oltre.
 deve essere consultato e informato
 deve essere formato dal datore
 ha poteri propositivi
 ha poteri di controllo

La formazione specifica

IL RISCHIO DI INCENDIO

CARTELLONISTICA E SEGNALETICA DI
SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO

CLASSIFICAZIONE E GESTIONE DEI
RIFIUTI

I VIDEOTERMINALI
Il rischio di incendio

Alcuni materiali presenti nei luoghi di lavoro
costituiscono pericolo potenziale poiché essi sono
facilmente combustibili od infiammabili o
possono facilitare il rapido sviluppo di un
incendio. Tra questi troviamo:

grandi quantitativi di carta e materiali di
imballaggio;

grandi quantità di manufatti infiammabili;

vaste superfici di pareti o solai rivestite con
materiali facilmente combustibili.
Sorgenti di innesco

presenza di
attrezzature
elettriche non
installate e utilizzate
secondo le norme di
buona tecnica

un luogo di lavoro non particolarmente a
rischio di incendio, può vedere aumentato il
rischio quando:

siano previste aree di riposo;

sia presente pubblico occasionale in numero tale
da determinare situazione di affollamento;

siano presenti persone la cui mobilità, udito o vista
sia limitata;

siano presenti persone che non hanno familiarità
con i luoghi e con le relative vie di esodo;
Mezzi antincendio

A) Vie di esodo

B) Mezzi ed impianti di spegnimento

C) Rivelazione ed allarme antincendio

D) Informazione e formazione
Vie di esodo

Sono percorsi protetti e illuminati la cui
ampiezza e lunghezza dipende dal numero
di persone consentite dai locali e dal rischio
di incendio

15 ÷ 30 metri (tempo max di evacuazione 1 minuto) per
aree a rischio di incendio elevato;

30 ÷ 45 metri (tempo max di evacuazione 3 minuti) per
aree a rischio di incendio medio;

45 ÷ 60 metri (tempo max di evacuazione 5 minuti) per
aree a rischio di incendio basso.

Le vie di esodo portano ad un luogo sicuro.
 Non devono essere ingombrate neanche
temporaneamente da arredi o altro che
riducano la larghezza. Macchine
fotocopiatrici o altro materiale può esservi
purché non riduca la via.
In caso di incendio (allarme)

Abbandonare immediatamente il luogo chiudendo
la porta del locale che si lascia.
 Non utilizzare ascensori
 Seguire la via di esodo segnalata
 Camminare lungo il muro
Classificazione degli incendi

incendi di classe A: incendi di materiali solidi,
usualmente di natura organica, che portano alle
formazioni di braci;

incendi di classe B: incendi di materiali liquidi o
solidi liquefacibili, quali petrolio, paraffina,
vernici, oli, grassi, ecc.;

incendi di classe C: incendi di gas;

incendi di classe D: incendi di sostanze metalliche.
 A
= L'acqua, la
schiuma e la polvere
sono
le
sostanze
estinguenti
più
comunemente
utilizzate per tali
incendi.
Le
attrezzature utilizzanti
gli estinguenti citati
sono estintori, naspi,
idranti,
od
altri
impianti di estinzione
ad acqua.
B
e C=Per questo tipo di incendi gli estinguenti più
comunemente utilizzati sono costituiti da schiuma,
polvere e anidride carbonica. L'intervento principale
contro tali incendi è quello di bloccare il flusso di gas
chiudendo la valvola di intercettazione o otturando la
falla. Rischio di esplosione se un incendio di gas viene
estinto prima di intercettare il flusso del gas.
D=Nessuno
degli estinguenti normalmente utilizzati
per gli incendi di classe A, B e C è idoneo per incendi di
sostanze metalliche che bruciano (alluminio, magnesio,
potassio, sodio). In tali incendi occorre utilizzare delle
polveri speciali od operare con personale
particolarmente addestrato.

Tipo di estintore - Superficie protetta da un
estintore (rischio basso)

13 A - 89 B
100 m²

21 A - 113 B
150 m²

34 A - 144 B
200 m²

55 A - 233 B
250 m²
Esercitazioni antincendio

percorrere le vie di uscita;

identificare le porte resistenti al fuoco, ove
esistenti;

identificare la posizione dei dispositivi di allarme;

identificare l'ubicazione delle attrezzature di
spegnimento.
Cartellonistica
Colore:
Significato o scopo
Indicazioni

ROSSO: Segnali di divieto,
pericolo,
allarme
(Atteggiamenti pericolosi, Dispositivi d’emergenza,
sgombero, attrezzature antincendio)

GIALLO, Segnali
cautela, verifica)

AZZURRO Segnali di prescrizione (Comportamento
od azione specifica, obbligo di utilizzare un
particolare DPI)

VERDE Segnali di salvataggio o soccorso (Porte,
uscite, percorsi, materiali, postazioni, locali)
di
avvertimento
(Attenzione,
I rifiuti
Classificazione e gestione

La responsabilità per l’applicazione della
procedura per la gestione dei rifiuti è di
tutto
il
personale
universitario,
compresi gli studenti e assimilati. I
Direttori ed i Dirigenti universitari sono
tenuti a predisporre gli strumenti
necessari affinché la procedura possa
essere
applicata
all’interno
della
Struttura di loro competenza.
In base alla loro origine i rifiuti sono
classificati in urbani o speciali, in base
alle loro caratteristiche sono classificati
pericolosi o non pericolosi.
 La classificazione di rifiuti "tossico
nocivi" scompare poiché ricompresa
nella più vasta categoria di rifiuti
"pericolosi", categoria nella quale i
rifiuti vengono inseriti in virtù anche di
altre caratteristiche quali la corrosività,
la infiammabilità ecc..

Per classificare un rifiuto speciale come
"pericoloso", o "non pericoloso", è
necessario consultare l’allegato D del
Testo aggiornato del D. Lgs. 5 febbraio
1997, n. 22, recante "Attuazione delle
direttive
91/156/CEE
sui
rifiuti,
91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62
CE sugli imballaggi e sui rifiuti di
imballaggi.", il quale riporta l'elenco dei
rifiuti pericolosi.
 La
classificazione del rifiuto come
"pericoloso", dipende esclusivamente
dall'essere o meno presente nell'elenco
(e non da certificati analitici).

Rifiuti assimilati agli urbani, da conferire
alla raccolta differenziata:
Rifiuti di carta, cartone e prodotti
di carta.
 Rifiuti di plastiche, esclusivamente
bottiglie e flaconi.
 Rifiuti di vetri e lattine.
 Rifiuti di parchi e giardini, rifiuti
ingombranti, pile, tubi al neon.
 Rifiuto di Toner.

Rifiuti assimilati agli urbani ma non
soggetti alla raccolta differenziata:
Articoli in plastica non riciclabile.
Rifiuti speciali:
 Rifiuti pericolosi.
 Rifiuti non pericolosi.

SONO SPECIALI I RIFIUTI PROVENIENTI DALLE SOTTOCITATE ATTIVITA'
Articolo 7 D. Lgs. 5/2/97 n. 22 (c.d. Decreto Ronchi - bis- ter e succ. mod. ed
integraz.)
a)
rifiuti da attività agricole e agroindustriali
b)
i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti
pericolosi che derivano dalle attività di scavo
c)
rifiuti da lavorazioni industriali
d)
rifiuti da lavorazioni artigianali
e)
rifiuti da attività commerciali
f)
i rifiuti derivanti da attività di servizio
g)
rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi dalla
potabilizzazione
h)
i rifiuti derivanti da attività sanitarie
i)
i macchinari e le apparecchiature deteriorati e obsoleti
l)
i veicoli a motore rimorchi e simili fuori uso e loro parti
l-bis) il combustibile derivato da rifiuti (CDR)
Videoterminali (avvertenze)

a) rischi per la vista e per gli occhi;

b) problemi legati alla postura
all'affaticamento fisico o mentale;

c) condizioni ergonomiche e di igiene
ambientale.
ed
VDT

Un video dovrebbe risultare leggibile da qualsiasi angolo
di visione, almeno fino a 40° dalla normale alla superficie
del video, misurata su un piano qualsiasi. In casi diversi il
costruttore deve specificare l’angolo di visione ridotto e
l’operazione di riposizionamento del video per permetterne
la lettura, deve essere semplice
VDT

Deve essere possibile posizionare il video in maniera tale
che le zone del video che devono essere guardate con
continuità, siano visibili con un angolo di visione
compreso tra l’orizzontale e 60° al di sotto della stessa.
Tale requisito si applica all’intera stazione di lavoro.
VDT

I posti di lavoro devono essere sistemati in
modo che le fonti luminose quali le finestre
e le altre aperture, le pareti trasparenti o
traslucide, nonché le attrezzature e le pareti
di colore chiaro non producano riflessi sullo
schermo.

Le finestre devono essere munite di un
opportuno
dispositivo
di
copertura
regolabile per attenuare la luce diurna che
illumina il posto di lavoro.
VDT

Per quanto concerne l’illuminazione
sarebbe necessario ottenere l’apporto della
luce naturale, evitando però fenomeni di
abbagliamento (operatore rivolto verso la
finestra) o di riflessioni sullo schermo
(operatore che volge le spalle alla finestra).
VDT

Il tavolo di lavoro deve essere stabile e permettere
l’assunzione di una posizione ergonomica.

Il supporto per i documenti deve essere regolabile
e deve essere collocato in modo tale da ridurre al
massimo i movimenti fastidiosi della testa e degli
occhi.

È necessario uno spazio sufficiente che permetta
una posizione comoda.

Il tavolo di lavoro deve avere una superficie poco
riflettente.
Scarica

Sicurezza e tutela ambientale - Università degli Studi di Ferrara