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Poste Italiane s.p.a. Spediz. in Abb.to Postale 70% NE/PD
ANNO XXXI N° 3 - 2013
Periodico d’informazione copia non in vendita in caso
di mancato recapito si prega di restituire al mittente
che si impegna a pagare la tassa dovuta (NE/PD)
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua
magazine
E TU MANGI
BENE O MALE?
Un’alimentazione corretta ci aiuta
a stare in salute. Ecco 10 alimenti
d’uso quotidiano che andrebbero evitati
o, almeno,consumati con moderazione.
TUTTI A TAVOLA
I PADRONI DEL MONDO
ANIMAL HOUSE
ASTRI & DISASTRI
OSTERIA DELL’ANGOLO
UN GRADITO RITORNO
ROVINATI DAI
“BANKSTERS”
L’ALIMENTAZIONE IDEALE
PER GLI AMICI “PELOSI”
COME FARSI MOLLARE E
RITROVARE LA LIBERTÀ
RIVE
R
RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB
DOM 15 dicembre
VONN WASHINGTON
VEN 20 dicembre
BRACCO E I GIAGUARI
magazine
CENA CON CONCERTINI JAZZ AND WORLD MUSIC
WWW.RIVEJAZZCLUB.IT
VEGLIONISSIMO
CENA SPETTACOLO CON LA
MANAUS BLUES BAND
VEN 03 gennaio
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VEN 10 gennaio
MY ESCORT
OSTERIA RIVE
VIA RIVE, 14 CARTIGLIANO (VI)
INFO: 348 8265815
L’ANGOLO DI ONGARO
56 Dalle fibre che aiutano il cuore agli
Omega 3 che contrastano il diabete
Giallo Natal
CRISI EPOCALE
Rovinati dai banksters
I CONSIGLI DELLA DIETISTA
58 Guidare il bambino
nelle scelte alimentari
CAPITANI CORAGGIOSI
13 Franceschi azionista
de “Il Fatto Quotidiano”
E TU MANGI
BENE O MALE?
Un’alimentazione corretta ci aiuta
a stare in salute. Ecco 10 alimenti
d’uso quotidiano che andrebbero evitati
oppure consumati con moderazione.
TUTTI A TAVOLA
I PADRONI DEL MONDO
ANIMAL HOUSE
ASTRI & DISASTRI
OSTERIA DELL’ANGOLO
UN GRADITO RITORNO
MALEDETTI “BANKSTERS”
CI AVETE ROVINATO
L’ALIMENTAZIONE IDEALE
PER GLI AMICI “PELOSI”
COME FARSI MOLLARE E
RITROVARE LA LIBERTÀ
IN COPERTINA:
Copertina dedicata allo
speciale sull’alimentazione,
all’interno del quale troverete molti
consigli utili su come migliorare
il vostro rapporto con il cibo.
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it
Model Monica Boin
Credits Manuel Nani Hs - Omar Turrini Mua
I CONSIGLI DELL’ESPERTO
60 Quali sono le alternative
allo zucchero?
ECONOMIA & DINTORNI
14 Davvero gli imprenditori
guadagnano meno
dei loro dipendenti?
CONSUMO CONSAPEVOLE
61 Cibo criminale
MOSTRE IN CORSOI
ANIMAL HOUSE
16 Renoir, Canaletto, Warhol
e Munch le mostre in corso
62 L’alimentazione ideale
per gli amici pelosi
SECONDO VOI
ARMONIE NEL VOLTO
64 L’arte della lettura dl viso
si chiama fisiognomica
20 Dal gesto di cattiva o buona
educazione che più ci colpisce
ai cibi preferiti e/o detestati
SPAZIO VITALE
65 Pro e contro in merito
a cellulari e Wi-Fi
PORTRAIT
30 Monica Boin
ASTRI&DISASTRI
UNO IN PILLOLE
32 Come farsi mollare e ritrovare
66 Dal bilinguismo alla longevità
la libertà sentimentale
MER 25 dicembre
MORRIS & THE MAGICALS
MAR 31 dicembre
RUVIDO
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Eventi
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ANNO XXXI N° 3 - 2013
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SOMMARIO
passando per il cervello
DALLECINQUEDELLASERA
SALUTE&BENESSERE
34 La guida ai locali giusti
67 Vitiligine una nuova scoperta
fa luce sulle possibili cause
TUTTI A TAVOLA
36 Benvenuti all’Osteria dell’Angolo
CHEF & DINTORNI
C
40 Il Montegrande premia Padova
magazine
COMICHE FINALI
70 La vignetta di Davide Ceccon
CHEF & DINTORNI
Venezia nativa accende il Natale
REPORTAGE
46 Madrid cinque secoli da capitale
REPORTAGE
50 Il Prado e gli altri frutti
della passione
CONSUMO CONSAPEVOLE
irano
uno
CARTA UNO CLUB VANTAGGI
68 Gli sconti riservati ai nostri lettori
54 Siamo ciò che mangiamo
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Dati Diffusione
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3
uno
O RUVIDO
GIALLO
NATAL
magazine
FREE PRESS
31 °
DAL 1983
M
i chiamo Mario e
sono un operaio,
anzi ero un operaio.
Ocio, mica sono morto no,
no, son vivo e vegeto. Solo
che, dopo una vita passata
in fabbrica ora sono “a
spasso”. Ma, mica in gita o a
braccetto con la Flora, che poi è
Edvard Munch - L’urlo, 1893 cartone con olio, tempera e pastello,come per altre opere del
mia moglie e che porta tanta
celebre pittore norvegese è stato dipinto in più versioni, quattro in totale. Alcune interessanti
pazienza con me. Soprattutto
opere di Munch sono in mostra a Genova presso Palazzo Ducale (per info vedi a pag. 11).
adesso che, certe mattine, quando giro per casa mi sento come una bestia in hanno chiamato uno alla volta in direzione,
gabbia! No, proprio non me la dovevano fare dopo un giro di parole di mezz’ora che non
a me ‘sta vigliaccata, a me che in fabbrica ero c’ho capito un casso e discorsi a base di glosempre pronto a farmi un culo così. Mica balizzazione, sfide, delocalizzazione, contecome quell'altro lì, Ciano, che non lo vorrei nimento dei costi, spostamento delle linee
neanche nominare, sempre pronto a nascon- produttive... Insomma tutta una sega per
dersi in magazzino quando c’era da sgobba- dirmi che mica mi licenziavano, no... Mi offrire e sempre pronto a fargli un sorriso gigan- vano la possibilità di “far crescere” il nuovo
te, appena passava il padrone. Sì lo so, non stabilimento a Bratislava. Ma dove casso è
esistono più i padroni, fatto sta che quando si Bratislava? E così io sarei dovuto trasferirmi
è trattato di decidere se continuare a produr- in tanta mona a cinquant’anni suonati e
re in Italia, dove tutto è carissimo, dal costo Ciano, ‘sto leccaculo, una vita a non fare un
del lavoro, all’energia, fino alle tasse... Lui è casso, stava qua in azienda perché, poareto
stato “padrone” di andarsene e io “padrone” ha due figli lui, «mentre tu Mario», che poi
di restare. Ma lo capiscono tutti che tra i due sarei io, «non hai figli quindi per te è più
semplice trasferirti».
padroni c’è una differenza enorme.
S
ì d’accordo, non è stato un fulmine a
ciel sereno, si vedeva che le cose andavano male, l’ho capito subito da quando abbiamo cominciato a produrre sempre
meno, a farci bastare il lavoro di tre giorni e
a farlo durare una settimana. Solo quel mona
di Ciano non l’aveva capito, anzi era tutto
contento lui «cussì lavoremo de manco!» mi
diceva. Che macaco. Non capiva che era l’inizio della fine. Poi hanno cominciato a lasciarci a casa, così senza tante storie, perché eravamo un’azienda piccolina, mica come alla
Fiat dove appena si muove una foglia i sindacati scattano subito come falchi .
A
noi non ci ha protetto nessuno, carne
da macello, ebeti al servizio del sistema. Ricordo ancora quella mattina, ci
4
P
iù semplice un casso, ma come? Alla mia
età, mollo tutto e vado in un posto dove
non conosco nessuno, parlano un’altra
lingua, con i miei vecchi che son qua mezzi
moribondi, ma come faccio a lasciarli? Eccerto
non ho figli io, quindi non ho problemi, io. E
così quella sera son tornato a casa con una
roba qua pesante in mezzo al petto e un
magone immenso, ma ho dovuto dirlo alla
Flora. Non tutto certo, la storia dei figli l’ho
risparmiata, pora donna, già ha sofferto così
tanto per il fatto di non poterli avere. Basta
vedere come guarda i nipoti, i figli di Elsa mia
sorella. Vi pare che le dico che mi sbattono in
tanta mona perché siamo senza figli? E così
senza figli e, adesso, anche senza lavoro.
È
dura ma non mollo, la mattina mi alzo,
mi faccio la barba, mi vesto, faccio
tutto come prima, insomma cerco di
non lasciarmi andare, ma dentro sento una
sensazione strana, come se, giorno dopo
giorno, un pezzettino di me cascasse per
terra, perso per sempre, morto. Allora domenica, per tirarci su ho detto alla Flora «dai che
andiamo a farci un giro al mercato così ci si
distrae un po’. Guarda che bella giornata di
ANNO XXXI
N° 3 Dicembre 2013
Periodico d’informazione
Copia non in vendita
DIRETTORE RESPONSABILE
Claudio Campagnolo
COORDINAMENTO EDITORIALE
Margherita Maschio
ABBIGLIAMENTO
EDITRICE
Acoves Italia s.r.l.
Iscritta al Registro degli Operatori
di Comunicazione al n° 2747
Reg. Trib. Padova n. 775 dell’1/07/1983
WOOLRICH
REDAZIONE E PUBBLICITA’
Acoves Italia s.r.l.
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Hanno collaborato:
Davide Ceccon, Elisabetta Ziliotto, Monica Boin,
Thomas Ortolan, Manuel Nani, Omar Turrini,
Stefano Parancola, Sergio Canello, Antonio
Luise, Filippo Ongaro, Isabella Zuccalà
e tutti i lettori che hanno partecipato
ai sondaggi pubblicati in questo numero.
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LE COQ SPORTIF
ISHIKAWA
Si ringraziano:
Ascom Padova, Victoria Club,
Sport Vision, Top Mode, Osteria Le Rive,
Rensi gioielleria, Motor Bike Expò,
È Sposi, Osteria dell’Angolo.
ASSOCIATO ALL’USPI
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PERIODICA ITALIANA
Tutti i diritti riservati - Riproduzione vietata
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uno
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O RUVIDO
sole!». E così la Flora si è vestita e truccata e
ho pensato «caspita è ancora una gran bella
donna la mia Flora» e questo, almeno, non
ce lo toglie nessuno.
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osì siamo usciti e abbiamo passeggiato tra i banchi, certo che era proprio
una sensazione strana: sembrava di
stare all’estero! Incrociavamo un sacco di
gente e tutti che parlavano lingue sconosciute, erano russi, moldavi, africani, cinesi. Già,
c’erano anche tanti banchi con i cinesi, ma io
da loro non compro niente, scherziamo?
Perché, lo ricordo bene, quando mi hanno
lasciato a casa mi han detto che era proprio
colpa dei cinesi e della loro concorrenza spietata se la nostra fabbrica doveva “ridimensionarsi”, altro verbo gentile per dire che
l’avevo presa nel culo. Comunque, prima di
rientrare a casa la Flora mi fa «comprati dei
calzini che ne hai bisogno» e così, nonostante i soldi contati in tasca, ho fatto un vero
affare mi son comprato quattro paia di calzini di cotone caldo a soli 10 euro!
a belli eh, che me ne intendo io perché il producevamo in fabbrica.
«Fidate, questi i xe boni» mi ha
detto il tipo del banco, uno dei pochi nostrani rimasti, per fortuna. Così, una volta a casa,
prima di buttare via l’etichetta, ho voluto
vedere chi fosse l’azienda, hai visto mai?
Magari hanno bisogno di assumere un operaio con esperienza, proprio come me. Solo
che la ditta che li commercializzava era di
Napoli e poi c’era scritto “Prodotto in PRC”.
Che mio nipote, il figlio dell'Elsa, mi ha detto
significa che son stati fatti in Cina.
A
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llora, lì per lì, mi è venuto un gran giramento di balle, ma poi mi sono ricordato di aver sentito un tipo alla radio,
una mattina, che diceva grosso modo così
«prima vi faranno chiudere o delocalizzare le
aziende, poi ridotti in miseria, sarete costretti a
comprare prodotti di scarsa qualità o di indubbia provenienza proprio da chi vi ha ridotto sul
lastrico, con la complicità di chi sfrutta tale
situazione, compresi molti nostri connazionali.
E così, purtroppo, il cerchio si chiuderà». Mah,
non so esattamente di che cerchio stesse parlando quel tipo lì alla radio, so solo che, adesso, non lo sento più nemmeno lui in onda.
Che siano arrivati i cinesi anche lì?
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MORGANO
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P.S. Qualsiasi riferimento a fatti
e persone è puramente casuale (o quasi).
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O C R I S I EPOCALE
O C R I S I EPOCALE
Rovinati dai banksters
Banksters è un neologismo tratto dalle parole bankers e gangsters
ed indica la razza “vil e dannata” responsabile dell’attuale crisi epocale.
Il libro che presentiamo punta il dito proprio contro queste poche migliaia di individui,
estremamente potenti, che decidono le sorti di milioni di persone in tutto il mondo. Il testo,
giunto alla seconda edizione, mette a nudo le responsabilità ma offre anche soluzioni.
D
irettamente dal suo ufficio di New York, Luca
Ciarrocca Direttore di Wall Street italia, celebre sito economico, ci ha anticipato alcune
interessanti riflessioni presenti nel suo libro,
oltre ad alcune considerazioni sull’attualità politica
ed economica italiana.
Perché nessuno lo fa?
LUCA CIARROCCA «Perché è un problema intrattabile, il classico “gorilla da 900 libbre”, come dicono gli americani. Il debito pubblico italiano è di oltre 2 trilioni di euro, quindi duemila e passa miliardi di
euro, di fatto è un debito tale che l’Italia, come le banche di cui parlo
nel mio libro, è troppo grande per fallire. Non cala, nonostante la
recessione pesantissima in cui sta il Paese negli ultimi due anni, il
debito ha continuato a salire, il che è abbastanza grottesco. È un
meccanismo perverso una specie di spirale che si avvita su se stessa,
perchè gli interessi che noi paghiamo sul debito sono, lo dico nel
libro, ed è stato poi confermato dalla Cannata che è il responsabile
del Ministero del Tesoro per il debito pubblico, sono 85 miliardi l’anno a questo livello di tassi di interesse. Quindi in realtà noi dreniamo
risorse immense che non vanno a dare ossigeno all’economia reale,
alle famiglie, alle imprese, ma vanno semplicemente a pagare gli interessi sul debito pubblico che poi non cala ma continua a crescere».
Un po’ come stare su una barca che affonda e ributtare
a mare l’acqua con un cucchiaino...
LUCA CIARROCCA «È così, è una metafora ma è la verità. Infatti a me
sorprende come non ci sia nessun leader politico, non ci sia nessuna
voce che abbia l’autorità di concentrare tutti su questa questione che
è drammatica ma vale quasi una dichiarazione di guerra, nel senso
che non può essere trattata come fosse normale amministrazione».
8
“Le oligarchie bancarie
e dei governi, hanno
uno straordinario
potere. Nel libro lo
definisco, addirittura,
una dittatura soft”
A proposito di banche nel libro lei usa
il termine “banksters” che significa?
LUCA CIARROCCA «È un neologismo che viene
dalla fusione di banker e gangster, nel mondo
finanziario non sono io il primo ad utilizzarlo
ma, già nel luglio 2012, l’Economist ha dedicato una copertina ai “banksters”: essi sono i veri
responsabili della crisi. Come cittadini dovremmo essere scandalizzati del fatto che un gruppo, un’oligarchia di poche migliaia di persone
sia non solo responsabile della crisi, non solo
non ha fatto nulla per modificare i meccanismi
perversi che hanno portato nel 2008 alla crisi di
cui in Italia soffriamo gli effetti ancora oggi nel
2013, ma questi signori con l’aver superato la
crisi indenni, addirittura sono più forti, sono più
avidi, sono più arroganti di prima. Sembrerà un
discorso populista ma non lo è, perchè le banche che sono state salvate a suon di trilioni di
euro e di dollari, hanno assorbito questa enorme massa di denaro che, invece, a mio modesto
parere avrebbe dovuto essere indirizzata all’economia reale alle famiglie e alle imprese. Quindi
c’è una situazione assurda, di cui nessuno è
veramente consapevole, in cui l’elite e l’oligarchia delle banche, che poi fa capo alle banche
centrali, nel libro spiego cosa sono e cosa fanno
le banche centrali, in primo luogo la Federal
Reserve americana e la BCE europea, ebbene le
banche che hanno creato la crisi, sono state poi
salvate, mentre il resto della popolazione, centinaia di milioni di persone, continua a soffrire
con alte tasse, crisi dei consumi, crisi della liquidità, calo del mercato immobiliare e con una
prospettiva di impoverimento graduale della
classe media che, invece, aveva goduto per tanti
anni di un certo benessere».
Gli scenari che il suo libro dipinge sono gravi, soprattutto per l’Italia, nel suo testo, però, non mancano anche
le soluzioni. Ce ne può indicare una?
LUCA CIARROCCA «Le soluzioni sono di due tipi. Una riguarda l’Italia,
in particolare, e l’altra invece è di lungo periodo e riguarda non solo
il nostro Paese ma tutti i paesi di un particolare sistema bancario e
finanziario. Vediamole per gradi. Per quanto riguarda l’Italia la soluzione prospettata, dopo aver sentito una serie di economisti di varia
estrazione, vorrei evidenziare a tale proposito che io sono un giornalista e non un economista, è una soluzione che prenda di petto la
questione del debito pubblico, perché questo è il vero macigno ed è
il rischio sistemico per l’Italia, per l’Europa e per il capitalismo globale. Purtroppo non viene affrontato».
Lei prima accennava a due vie distinte per la soluzione
del debito, una per l’Italia e una per l’Europa. Ci spiega meglio di che si tratta?
LUCA CIARROCCA «Quella per l’Italia, per dirla brevemente, il consesso degli economisti che tratta
questo argomento porta ad una risoluzione del debito pubblico con una ristrutturazione dello stesso e, quindi, con un’emissione di titoli che prenderebbero il posto di quelli attuali con diverse sca-
per imporre questo tipo di soluzioni che non
sono facili. Per quanto riguarda l’altra soluzione, ed è quella affrontata negli ultimi due capitoli del libro, il 4° e il 5°, riguarda, in un arco di
lungo periodo, le banche che, in quanto tali,
ormai sono il vero problema dell’economia
capitalistica. Bisogna pertanto agire per riformare il sistema bancario».
denze e tassi, eccetera eccetera. Diciamo che le
soluzioni dal punto di vista tecnico ci sono, dal
punto di vista politico bisogna che ci sia un
Governo forte e convinto che abbia l’autorità
uno
magazine
Lavoratori autonomi, professionisti e
piccole imprese sono le principali vittime sacrificate sull’altare di questo
drammatico mattatoio economico in
corso. Cosa può o deve fare la classe
media per salvarsi?
LUCA CIARROCCA «Purtroppo la classe media in
questo momento è messa in un angolo e non
ha alcun potere se non quello di votare nel
uno
magazine
LUCA CIARROCCA, giornalista, ha
vissuto e lavorato molti anni a New
York, dove nel 1999 ha fondato WALL
STREET ITALIA, sito indipendente di
economia, finanza, politica e news. Nel
1997 ha vinto il premio di giornalismo
Premiolino. Ha pubblicato il libro
“Investire in tempo di guerra”
(Nutrimenti) in cui si racconta la
mattina dell’11 settembre 2001,
quando Wall Street Italia ha dato per
primo al mondo la notizia dell’attacco
dei terroristi di Al Qaeda ai grattacieli
del World Trade Center.
momento in cui ci sono le elezioni. Purtroppo il
meccanismo è così deformato che, quelli che
vengono chiamati i poteri forti, in realtà l’oligarchia delle banche e dei governi, hanno un
potere straordinario. Nel libro io lo definisco,
addirittura, una dittatura soft, perché non è
una dittatura che mette in prigione, manda in
Siberia, nel Gulag come accadeva in Unione
Sovietica e in parte come succede tutt’ora in
Cina, dove chi sgarra finisce alla pena capitale
o finisce in galera, è una dittatura soft in cui la
classe media, soprattutto per via della manipolazione dei media e dell’informazione, ha
pochissimo potere. Quindi è in balia di decisioni che vengono prese da pochissime persone. È
molto amaro riconoscere che questi poteri
hanno un immenso leverage, io la definisco
Spectre, dal film di James Bond, in cui la democrazia è in realtà un surrogato di democrazia».
Quali potrebbero essere nei prossimi
anni gli “attori” di una una eventuale
risalita economica del nostro Paese?
LUCA CIARROCCA «Io credo che la questione di
fondo sia politica, essenzialmente bisogna che
l’Italia in quanto tale, o gli altri nostri partner in
Europa facciano capire che il meccanismo così
come è stato pensato, non funziona. Quello
che ci vorrebbe è una riflessione, un mea culpa,
come si diceva un tempo, un “ci siamo sbagliati però vogliamo fare A,B e C”. Il fatto che non
avvenga è abbastanza incredibile, non è possibile che l’Europa, in cui tutti in effetti abbiamo
creduto e che non ha neanche senso più di
tanto demonizzare, sia ridotta in questo
momento a una mera gestione delle crisi,
un’emergenza dietro l’altra e poi, lasciatemelo
dire, ad una questione banalmente contabile. È
un peccato che non ci siano più quei valori alti,
politici, che sono sempre stati il motore della
storia. Faccio un esempio banale, però efficace.
Quando in qualsiasi Costituzione, tu analizzi le
parole chiave scopri che sono libertà, uguaglianza, giustizia. Tu lasci un messaggio, mandi
al popolo, a miliardi di persone un’idea di
miglioramento, un’idea corale di visione del
futuro. L’Europa adesso è, drammaticamente,
schiacciata su questioni contabili, su tassi di
interesse, su debito, su questioni che la gente
neanche conosce. Se provate a fare un sondaggio e chiedete agli italiani cos’è il fiscal compact
o l’ESM (European Stability Mechanism n.d.r.)
che poi sarebbe il Fondo salva-Stati probabilmente il 99% degli italiani non lo sa».
Concordo, a malapena conosciamo lo
“spread” nonostante ce l’abbiano propinato per mesi...
LUCA CIARROCCA «Infatti, alla fine è diventato
una specie di termine calcistico, per cui tutti
erano consapevoli di cosa fosse. Ma, purtroppo,
siamo in un Paese in cui, secondo un recente
sondaggio, 6 italiani su 10 non sanno che cos’è
il tasso di interesse, siamo quindi in una situazione di analfabetismo economico. Ed è drammatico che l’italiano medio sappia tutti gli schemi delle squadre di calcio, gli italiani sono tutti
commissari tecnici, conoscono i termini, le regole di gioco, i nomi dei calciatori, le strategie
eccetera e, invece, siamo totalmente analfabeti
su questioni che ci toccano tutti da vicino.
Quando robe come il fiscal compact o il Fondo
salva-Stati entrano e vengono fatti passare per
gli elementi cardinali, gli assi portanti, l’architrave della costruzione europea e tutto gioca sul
salvataggio di Stati indebitati, sui titoli di Stato
eccetera, insomma è veramente triste e raccapricciante come questa costruzione europea,
che dovrebbe avere un respiro più ampio, si
riduca ai quattrini che abbiamo in tasca».
“La ribellione popolare
credo sia assolutamente
da mettere in conto”
In Italia si discute animatamente su
un’eventuale uscita dall’Euro: sarebbe
un auspicio o una tragedia per il
nostro Paese?
LUCA CIARROCCA «Credo che l’uscita dall’Euro
sarebbe una follia, anche se circa il 20% degli
italiani la vuole, secondo gli ultimi sondaggi.
Ma è una follia. Uno perché tutta l’ultima
9
O C R I S I EPOCALE
generazione, penso ai miei nipoti sono tutti
nati con l’euro, quindi non sanno neanche cosa
sia la lira, due non è l’Euro il problema. I problemi sono il debito, la crescita, la corruzione,
la disparità di approccio di un paese come la
Germania, che è un Paese serio, che fa le sue
scelte e le persegue e Paesi come l’Italia, la
Spagna o la Grecia, la periferia, il sud
dell’Europa che, invece, hanno per storia culturale, per natura e per quello che è successo
negli ultimi vent’anni un approccio e una
gestione della politica completamente diversa.
Quindi uscire dall’Euro è in realtà lo slogan più
populistico che possa venire lanciato in questo
momento ma non avrebbe nessunissimo effetto positivo, perché non risolverebbe nessuno
dei problemi che in questo momento noi
abbiamo. Anzi dirò di più e questo l’ho scritto
pure nel libro, secondo me sarebbe allora
meglio, per assurdo, che uscisse la Germania
dall’euro e tornasse al marco e che tutti gli altri
Paesi rimanessero nell’area Euro. Questo forse
sarebbe, pur essendo una provocazione, uno
scenario più praticabile. Se tornassimo alla Lira
sarebbe una roba tra il medievale il populistico
ed il superficiale, anche se ci sono in questo
momento tanti economisti, che hanno anche
una certa visibilità, che perseguono questo tipo
di politica».
“Renzi ora dimostri
d’essere ciò che dice”
Secondo lei, alle famose soluzioni per
uscire dalla crisi ci si arriverà con un
processo democratico o sulla spinta di
una forte ribellione popolare?
LUCA CIARROCCA «Io credo che la ribellione
popolare sia assolutamente da mettere in
conto, perché siamo di fronte a una serie di
fenomeni che corrispondono ad una devastazione del tessuto di un Paese come l’Italia, piuttosto che la Grecia o la Spagna. Non sembra,
perché non ci viene raccontato in questi termini, ma gli effetti sono così terribili e così devastanti che soltanto una guerra, in altri tempi,
avrebbe potuto provocare lo stesso tipo di terremoto, è davvero epocale. Un fatto come la
disoccupazione giovanile al 40%, solamente
un numero come questo, in America siamo al
7%, significa che nessuno lavorerà più nella
prossima generazione perché non c’è lavoro.
Capite che con questi dati tutto il resto, le
alchimie politiche, la forma di Governo, le polemiche sulla giustizia, la legge elettorale eccetera, diventano un banale esercizio della politica
che parla a se stessa ed è solo autoreferenziale. Se ci fossero dei leader come c’erano in passato, che avevano visione, carattere, personalità, l’ombra lunga di chi si staglia rispetto alla
mediocrità quotidiana, non si dovrebbe far
altro che parlare di questi temi, cioè della disoccupazione, della mancanza di lavoro, del debito. Nel libro io lo racconto, i numeri sono quelli che si erano visti nella seconda guerra mon-
10
O C R I S I EPOCALE
Tratto dal sito di Wall Street Italia
ecco, in sintesi, il quadro oggettivo
dell’economia italiana, con i dati statistici, macro-economici e di politica
monetaria aggiornati al 12/09/2013.
L’obiettivo: fissare una “pagina della
memoria economica” che faccia da
contraltare alla massiccia propaganda
mediatica di lobby, ovvero stato, partiti, banche e “poteri forti”. Costoro
nascondono la verità agli italiani
manipolando il consenso con strategie che beneficiano l’oligarchia mentre milioni di cittadini e piccole
imprese sono ridotti alla mera sopravivenza. Bisogna opporsi a questo
mediocre surrogato di democrazia e
mercato.
diale, siamo di fronte ad una devastazione
sociale immensa, per cui a me fa rabbia che un
Ministro come Saccomanni, Ministro del
Tesoro, ogni giorno dica la crisi è finita, che presto le cose miglioreranno. Io capisco che non si
debba essere pessimisti, ma preferirei avere un
leader che dica “signori la situazione è questa,
questa e questa, dovremo impegnarci per i
prossimi due, tre anni”. Ma non con questo
finto ottimismo che fa sì che alla popolazione
gli si fa credere che il mese prossimo la situazione migliorerà. Ma non è così».
A proposito dei leader che mancano,
secondo lei Renzi potrebbe incarnare
la figura di questo politico assente?
LUCA CIARROCCA «Renzi ha il vantaggio di aver
scombussolato ed aver rottamato la vecchia
guardia, il fatto che D’Alema sia stato sconfitto
è abbastanza clamoroso. La sua squadra poi è
formata da 7 donne 5 uomini, l’età media è 35
anni, insomma c’è tutta una serie di fattori
positivi che fanno di Renzi un potenziale leader.
Però va messo alla prova, bisogna che Renzi sia
anche meno televisivo e più operativo. Che
smetta di dire tutto e il contrario di tutto, a
seconda di quelli che sono i sondaggi piuttosto
che gli umori. Io gli dico ok, vediamo cosa sai
fare, però con beneficio d’inventario, nel senso
che non gli dò la benedizione, come del resto
non poteva essere data, visto da destra, la
benedizione a Berlusconi, perché Berlusconi, in
teoria, avrebbe potuto essere il Ronald Regan o
la Tatcher vent’anni fa e quindi introdurre quelle riforme tipiche del liberalismo e, comunque,
della destra economica democratica eccetera,
invece, non lo ha fatto. Tornando a Renzi i
segnali ci sono, ma una buona dose di scetticismo è d’obbligo, secondo me».
“Servirebbe un politico
come Papa Francesco”
E proprio al Ministro Saccomanni, da
lei citato, su quale leva dovrebbe agire
da subito, per dare un segnale concreto di cambiamento?
LUCA CIARROCCA «Io darei proprio quello che si
chiamava un tempo l’esempio. Se posso essere
provocatore direi che l’Italia ha bisogno di un
Papa Francesco così come la Chiesa si è trovata
un Papa che è fantastico, perché cattolico o
non cattolico che uno sia, si capisce che l’uomo
ha un potere di convinzione immenso perché è
autentico, ci crede. Nel modo di esplicitare, nel
modo di agire, diciamo che l’azione e il pensiero sono coordinati. Quindi di un uomo come
Papa Francesco tu ti fidi, sei motivato. Mentre
con Ratzinger questo non accadeva, perché era
un teorico, sarà stata un’ottima persona però
non aveva l’umanità ma anche quella pancia
che Papa Francesco ha. Per quale motivo l’Italia
non trova un leader come Papa Francesco?
Questa è la mia provocazione e la dico da ex
cattolico, adesso non lo sono più perché sono
laico, però sono quei personaggi che ti fanno
dire finalmente qualcuno che ti fa ribollire dentro, ti accende e ti fa pensare che c’è una coerenza fra la visione e l’azione. È il carattere che
conta, allora gli italiani che noi vediamo non
convincono, vincono ma non convincono, la
cosa che si è detto di Renzi, ma anche di tutti
gli altri politici, Grillo pure potrebbe essere passato alla storia perché, in effetti, ha mandato
160 nuovi deputati e senatori e invece...».
Intervista a cura di Claudio Campagnolo
uno
magazine
AMMORTIZZATORI 80 miliardi erogati dall’Inps dall’inizio
della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione; a giugno, richiesta Cig in aumento + 1,7% rispetto a maggio e in calo 4,9% su giugno 2012 (fonte: Inps).
BENZINA da gennaio a luglio 2013 i consumi di benzina sono
calati -6,3%, per cui il gettito fiscale (accise e imposte) è sceso -2,9%.
Considerando i primi sette mesi del 2013, i consumi petroliferi sono
complessivamente scesi del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2012
(fonte: Unione Petrolifera).
CASSA INTEGRAZIONE nel complesso sono state autorizzate 704 milioni di ore nel periodo gennaio-agosto 2013 (fonte Inps);
ad agosto Cig +12,4%. Salgono straordinaria e in deroga.
CHIUSURA AZIENDE per la crisi, tra il 2008 e il 2012 hanno
chiuso circa 9mila imprese storiche, con più di 50 anni di attività. Si
tratta di 1 impresa storica su 4 (fonte: Ufficio Studi della Camera di
commercio di Monza e Brianza).
COMPETITIVITÀ Italia al 49° posto nel mondo, battuta anche
da Lituania e Barbados (fonte: World Economic Forum).
CONSUMI nel periodo 2012-13 contrazione record dei consumi
di -7,8% (fonte: Federconsumatori). Ciò equivale ad una caduta complessiva della spesa delle famiglie (vedi sotto “Spesa famiglie”) di
circa 56 miliardi di euro.
CREDITO ALLE IMPRESE secondo la Bce nel luglio 2013
contrazione di -3,7%, superiore a quella registrata a giugno (-3,2%) e
maggio (-3,1%). Prestiti bancari fino a 12 mesi, quelli più adatti a
finanziare il capitale circolante delle imprese: -4,0%. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel 2012.
DEBITO AGGREGATO DI STATO, FAMIGLIE,
IMPRESE E BANCHE 400% del Pil, circa 6.000 miliardi;
DEBITO PUBBLICO a giugno 2013 nuovo record a 2.075,71
miliardi di euro, dai 2.074,7 miliardi di maggio; oltre il 130% del Pil.
Gli interessi pagati dal Tesoro sono stati 86,7 miliardi nel 2012.
Secondo le previsioni il debito pubblico salirà al 130,8% del Pil nel
primo trimestre 2014, rispetto al 123,8% del primo trimestre 2012.
DEFICIT/PIL 2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu,
Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del
3%. Per la Bce ci sono rischi crescenti su obiettivi deficit 2013, peggiora disavanzo, con sostegni a banche e rimborso debiti PA.
DEPOSITI nelle banche italiane in totale sono scesi nel luglio 2013
a 1.110 miliardi di euro contro i 1.116 miliardi di giugno. I depositi
delle famiglie sono stabili a 918,5 miliardi, quelli delle società sono
scesi da 198,4 a 191,6 miliardi (fonte: Bce).
DISOCCUPAZIONE a luglio 2013 si attesta al 12% (fonte
Istat). Disoccupazione giovanile balza al nuovo record negativo storico: 39,5%. Le domande di disoccupazione e mobilità sono salite
uno
+19,8% nei primi 7 mesi del 2013 (fonte Inps). Nell’Eurozona per il
2013 le stime confermano una disoccupazione al 12,3% e per il
2014 al 12,4% (fonte Bce).
ENTRATE TRIBUTARIE a maggio -0,7 miliardi rispetto allo
stesso mese di un anno fa (a 30,1 miliardi, -2,2%). Nei primi 5 mesi
del 2013 il calo è dello 0,4% rispetto ai primi 5 mesi del 2012.
EVASIONE Nel 2013 5mila evasori totali e 17,5 miliardi nascosti. Secondo le stime elaborate dall’Istat l’imponibile sottratto al fisco
si aggira ogni anno attorno ai 275 miliardi di euro.
EXPORT È una delle poche voci positive dell’Economia italiana. A
luglio 2013 si registra un surplus commerciale di 2,8 miliardi di euro
nei paesi extra Ue, rispetto all’avanzo di 1,9 miliardi dello stesso mese
del 2012, che porta a un saldo positivo di 10,5 miliardi nei primi 7
mesi del 2013, rispetto al disavanzo di 3,6 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2012 (fonte: Istat); a luglio si registra un rallentamento
dell’export extra Ue di -2,0% sul mese precedente.
FABBISOGNO DELLO STATO nei primi 8 mesi del 2013
ha superato i 60 miliardi, quasi il doppio rispetto ai 33,5 dello stesso
periodo 2012.
FALLIMENTI nel primo semestre 2013 registrate 6.500 nuove
procedure fallimentari, in aumento +5,9% rispetto allo scorso anno.
Da Wall Street Italia
la verità sullo stato
dell’economia
italiana: tutti i dati
che non potete
non sapere.
FELICITÀ Italia depressa, il ‘fu-Belpaese’ è 45° nella classifica
mondiale, stando al secondo Rapporto sulla Felicità dell'Onu.
FIDUCIA AZIENDE l’indice composito sale da 79,8 di luglio a
82,2 di agosto.
FIDUCIA CONSUMATORI torna ai livelli massimi da due
anni. Il clima di fiducia dei consumatori aumenta, ad agosto, a 98,3
da 97,4 del mese di luglio.
GETTITO IVA nel periodo gennaio/aprile 2013 tra le imposte indirette prosegue l’andamento negativo dell’IVA (-7,8%) per effetto della
flessione registrata dalla componente relativa agli scambi interni (4,7%) e di quella relativa alle importazioni da Paesi extra UE (-21,4%)
che risentono fortemente del deterioramento del ciclo economico.
IMMOBILIARE nel primo trimestre 2013 l’indice dei prezzi delle
abitazioni ha registrato una diminuzione dell’1,2% rispetto al trimestre
precedente e del 5,7% nei confronti dello stesso periodo del 2012
(fonte: Istat).
INFLAZIONE i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza registrano ad agosto 2013 una variazione congiunturale nulla
e crescono su base tendenziale + 1,7% (fonte: Istat).
INSOLVENZE BANCARIE quelle in capo alle imprese italiane hanno sfiorato a maggio 2012 gli 84 miliardi di euro (precisamente 83,691 miliardi).
LAVORO 6 milioni lo stanno cercando e 7 lavoratori su 10 temono di perderlo (fonti: Istat e Coldiretti).
MANIFATTURA l’indice Pmi è salito a 51,3 punti ad agosto, dai
50,4 del mese precedente, segnando il livello massimo da 27 mesi a
questa parte. Secondo Markit alla base dell’espansione della produzione c’è stato un incremento dei nuovi ordini, il più marcato in oltre due
anni, in particolare dall’estero.
NEET 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30, ragazzi che non
studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, i totalmente inattivi sono il 36%.
PARTITE IVA crollate -400.000 (-6,7%) dal 2008 (fonte Cgia
Mestre).
POVERI per la crisi sono raddoppiati dal 2007 al 2012 a quasi 5
milioni (fonte Istat).
PREZZI PRODUZIONE l’indice dei prezzi alla produzione dei
prodotti industriali è aumentato a luglio dello 0,1% rispetto al mese
precedente e diminuito dello 0,9% nei confronti di luglio 2012. Lo ha
comunicato l’Istat.
PIL il Prodotto interno lordo dell’Italia, ovvero la ricchezza complessiva del Paese, alla fine del 2012 era di 2.013,263 miliardi di dollari
(dati Ocse) o 1.565,916 miliardi di euro (fonte: relazione del governo
al Parlamento - 31 marzo 2013). Nel secondo trimestre il Pil Italia è
stato confermato in contrazione -0,2% dopo il -0,6% nei primi tre mesi
dell’anno. Comparando il secondo trimestre del 2013 con gli stessi mesi
dell’anno precedente il calo è -2,0% (fonte: Eurostat). S&P ha abbassato la sua previsione di crescita 2013 per l’Italia, a -1,9% rispetto al 1,4% previsto a marzo 2013 e al +0,5% stimato a dicembre 2011.
L’ultima previsione dell’Istat per il 2013 è -2,1%. Il Fmi ha tagliato le
stime del Pil Italia 2013 a -1,8%. Anche l'Ocse prevede una contrazione di -1,8%, unico paese in recessione del G7. Nel 2012 il Pil ha subito una contrazione di -2,4% e un crollo senza precedenti di -8,8% dall'inizio della crisi nel secondo trimestre del 2007 (fonte Eurostat).
POTERE D’ACQUISTO DELLE FAMIGLIE -2,4% su
base annua, -94 miliardi dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno
per nucleo.
PRECARIATO contratti atipici per il 53% dei giovani (dato Ocse).
PRODUZIONE INDUSTRIALE crollata -17,8% negli ultimi
dieci anni. La produzione industriale è calata -1,1% a luglio 2013 e a
-4,3% rispetto a luglio 2012 (fonte Istat).
REDDITO FAMIGLIE nel 2013 è tornato ai livelli di 25 anni
fa, oggi 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988 (fonte:
Confcommercio).
RICCHEZZA dall’inizio della crisi nel secondo trimestre del 2007
il Pil è crollato -8,8% (fonte: Eurostat), pari a una perdita di oltre 150
miliardi di euro. L’Italia comunque è il paese più ricco in Europa per via
del patrimonio immobiliare dei cittadini ma tra quelli a minor reddito e
con il più alto tasso di povertà: la ricchezza netta pro-capite, pari a
108.700 euro, supera di poco quella dei francesi (104.100 euro) e
dei tedeschi (95.500 euro) (Fonte Bce-Bankitalia).
SERVIZI il fatturato delle aziende che operano nel settore servizi
(80% del Pil Italia) nel secondo trimestre 2013 risulta in calo -2,5%
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; l’indice Pmi relativo
alle imprese dei servizi in Italia resta sotto i 50 punti (che indica contrazione): 48,8 ad agosto (fonte: Markit).
SOFFERENZE BANCARIE in totale sono passate dai 115,8
miliardi di agosto 2012 al nuovo record di 141,8 miliardi di agosto
2013 (+22,4%) in aumento di 25,9 miliardi (Fonte: Centro studi
Unimpresa, su dati Bankitalia).
SPESA FAMIGLIE prosegue il calo della spesa delle famiglie italiane, nel secondo trimestre del 2013 si contrae -3,2%, e per i beni
durevoli -7,1% (fonte: Istat).
TASSE 262 scadenze per i cittadini italiani dall’Irpef, all’Iva,
all’Irap, etc. Il livello eccessivo di tassazione provoca un effetto negativo, noto come curva Laffer e non è compatibile con la crescita.
SPESA PUBBLICA in 15 anni è salita +69% a 727 miliardi.
Rispetto a una ricchezza di 1.565 miliardi di euro, lo stato spende il
48% del pil. E con gli interessi sul debito pubblico supera il 52%.
VENDITE AL DETTAGLIO in calo a giugno 2013 -3% su base
annua, -0,2%. Nel trimestre aprile-giugno 2013 l’indice è calato -0,3%.
Fonte: www.wallstreetitalia.com (dati aggiornati al 12/9/2013)
11
O C A P I T A N I CORAGGIOSI
D
efinito come “il mago del
libro nel mondo” per i suoi
incredibili successi ottenuti
in un comparto che soffre,
soprattutto in Italia, il presidente di
Grafica Veneta Spa Fabio Franceschi
non cessa di stupire per le sue iniziative in “controtendenza”. Come la
recentissima entrata nell’azionariato del quotidiano fondato e diretto
da Antonio Padellaro.
«Letteralmente il 2013 è stato l’anno segnato
da una riduzione del mercato italiano del 20%,
di quello francese del 10% e della tenuta
sostanziale in Germania con un + 2%, ma
anche di aperture insospettabili nel Nord Africa
dove siamo riusciti a sfidare il dominio dei cinesi». Parla così il mago del libro nel mondo,
Fabio Franceschi presidente di Grafica Veneta
Spa, che si avvia a chiudere un bilancio sempre
a due cifre nonostante la crisi economica.
Consolidata la voce dell’export che per questa
azienda vale il 75% del fatturato grazie anche
alle performances della divisione H 24 in grado
di stampare last minute un best seller e recapitarlo ovunque. L’ultimo, in ordine di tempo,
riguarda la biografia del leader Nelson Mandela
realizzata a poche ore dalla morte e già tradotta in più lingue pari a 8milioni di copie.
Franceschi, imprenditore vocato alla green economy, conserva il suo interesse per il settore
dell’editoria ed entra a tutti gli effetti tra gli
azionisti de “Il Fatto Quodiano”. «L’operazione
è recente - afferma Franceschi - ma l’interesse
no: ho sempre guardato alla carta stampata
come un possibile business alimentato dall’affetto per la lettura tradizionale, quella che si
può toccare con mano».
«Fino ad ora la nostra è stata un’ esperienza
maturata nel campo degli allegati - precisa
Franceschi - ora siamo entrati in punta di piedi
nella stanza dei bottoni, ma senza la pretesa di
governare l’informazione. I rapporti con i giornali fino ad ora intercorsi riguardavano collaborazioni d’affari - spiega Franceschi – dopo
l’Italia esportate all’estero, ricordo il caso di
“Adevarul” quotidiano rumeno con il quale
abbiamo venduto oltre cento titoli e altrettanti
per una collezione di opere per l’infanzia. A
seguire con modelli pensati ad hoc siamo
diventati partner delle redazioni rafforzando
notevolmente le tirature, non solo in Romania
ma anche altrove in tutti i Paesi dell'Est fino alla
Russia arrivando con lo stesso sistema a sfondare pure in Brasile».
«Il nostro vuole essere un contributo a sostegno della crescita culturale e sociale dell’umanità» sostiene Franceschi incoraggiato dai primi
segnali positivi rilevati in Grecia dove la richiesta di soluzioni simili è stata sollecitata con una
certa urgenza anche dagli esponenti governativi. Segno evidente di una ripresa dei consumi e
non solo di quelli considerati prioritari.
Dall’alto della montagna di volumi (150 milioni
in un anno) questo colosso tipografico ad
uno
magazine
Franceschi azionista
de “Il Fatto Quotidiano”
Grafica Veneta, un anno di ecolibri nel mondo
e un nuovo interesse: la carta stampata. Dai libri
ai giornali il passo è breve osserverà qualcuno, ma averlo
compiuto in un momento così difficile per il nostro Paese
certifica ancora una volta il carattere intraprendente
ed originale dell’imprenditore padovano.
impatto zero allarga gli orizzonti internazionali
senza delocalizzare, dando occupazione ancora
a circa 300 dipendenti impegnati tutti i giorni
sulle rotative, su macchinari d’alta tecnologia,
con abilità manuali eccellenti, in un regime di
welfare. «La comunità del lavoro di Grafica
Veneta – chiarisce Franceschi – è seguita da
uno staff di psicologi che studia il clima azien-
dale adeguato alla valorizzazione delle capacità. Per Franceschi è quello umano il vero capitale. Con un’età media è di 35 anni, a partire
dal suo Amministratore Delegato, ammette di
avere una squadra di “centometristi” del
mestiere, coinvolti in un progetto globale arricchito dalla presenza singola di ognuno.
13
erikabacchiega.it per schiavo pd
O E C O N O M I A & DINTORNI
DAVVERO GLI IMPRENDITORI
GUADAGNANO
MENO DEI LORO DIPENDENTI?
Assolutamente no, dice la CGIA di Mestre. Se il confronto
è realizzato tra i titolari di azienda e i propri dipendenti,
i primi senza dubbio dichiarano molto più dei secondi.
A
ritornare sulla polemica innescata dai recenti dati del
Dipartimento delle Finanze è la CGIA di Mestre che ha analizzato
i redditi relativi all’anno di imposta 2011 emersi dagli studi di settore di alcune categorie di lavoratori autonomi e li ha comparati con
ECONOMIA SOMMERSA in percentuale sul PIL (dati 2011)
1 Bulgaria
29,6
3 Croazia
29,5
4 Lituania
29,0
5 Estonia
28,6
6 Turchia
27,7
7 Lettonia
26,5
8 Cipro
26,0
9 Malta
25,8
10 Polonia
25,0
11 Grecia
24,3
12 Ungheria
22,8
13 ITALIA
19,4
15 Spagna
19,2
16 Belgio
17,1
17 Repubblica Ceca
16,0
19 Slovenia
16,0
20 Norvegia
14,8
21 Svezia
14,7
22 Danimarca
14
16,4
18 Slovacchia
13,8
●
Un idraulico il 95%;
●
Un fotografo il 71%;
●
Un falegname il 68%;
●
Un edile il 36%;
●
Un barista il 25%.
Se sei tornato a dare valore alle cose importanti.
La comparazione, fa notare la CGIA, è stata
fatta tra i redditi di alcune imprese individuali
congrue con gli studi di settore e con ricavi
superiori ai 30.000 euro e quelli dei propri lavoratori dipendenti, così come emergono dal
modello
CUD
(Certificazione
Unica
Dipendente). Al di sotto della soglia dei 30.000
euro, segnalano dalla CGIA, troviamo tutte le
attività marginali che per loro natura nella stragrande maggioranza dei casi non hanno dipendenti. In termini assoluti i confronti reddituali
emersi sono i seguenti:
Impresa di pulizia il reddito medio dichiarato nell’anno di imposta 2011 è stato di
38.570 euro, quello del suo dipendente di
13.438 euro.
● Idraulico con un reddito di 31.880 euro, il
suo dipendente ha realizzato 16.370 euro.
● Edile a fronte di 29.530 euro di reddito di
impresa, il dipendente muratore ne ha guadagnati 21.690 euro.
● Falegname con 27.360 euro di reddito di
impresa, il dipendente ne ha conseguiti
16.290.
● Bar con 22.790 euro di reddito di impresa, il
dipendente ha guadagnato 18.188 euro.
● Commerciante foto-ottica con un reddito di 31.100 euro, il dipendente ha guadagnato 18.188 euro.
NOTE: Si tratta del reddito di imprese individuali con ricavi
superiori a 30.000 euro congrue con gli studi di settore.
I calcoli del reddito dei lavoratori dipendenti è stato effettuato ipotizzando che i dipendenti abbiano una anzianità lavorativa di 10 anni. Si sono considerate le seguenti figure:
Imprese di pulizie, dipendente operaio 5° livello; Elettricista e
idraulico, dipendente operaio specializzato 4° livello; Edile,
dipendente operaio specializzato 3° livello; Falegname,
dipendente operaio specializzato livello “C”; Bar e
Commercio foto - ottica, dipendente operaio qualificato 5°
livello. (Dati elaborati il 15 novembre 2013)
21,2
14 Portogallo
● Un titolare di un’impresa di pulizie,
ad esempio, guadagna il 187% in più
di un suo dipendente.
●
32,3
2 Romania
quelli dei lavoratori dipendenti
dello stesso settore. Il risultato
appare nei dati indicati qui sotto.
Fonte: CGIA Mestre
QUANTO PESA IL “NERO” IN ITALIA?
Fonte: Il mondo in cifre 2013
Si discute sempre molto sul peso che l’economia
sommersa (il cosiddetto “NERO”) avrebbe sul PIL
(Prodotto Interno Lordo) abbiamo perciò ritenuto
interessante proporvi, qui accanto, la classifica
europea relativa dove l’Italia compare al 13° posto.
uno
magazine
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O M O ST R E IN CORSO
cura di Margherita Maschio
Canaletto,
L’entrata nel
Canal Grande
dalla Basilica
della Salute.
Le avanguardie parigine
fin de siècle
Circa 100 dipinti e opere su carta
GAM
FINO AL 23 FEBBRAIO 2014
Una splendida mostra dedicata al grande artista francese, con i capolavori dalle Collezioni
del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie
di Parigi che conservano la collezione più completa al mondo dell’opera di Renoir. Questi
prestigiosi musei hanno accettato di privarsi
per quattro mesi di una sessantina di capolavori, per dare vita a una straordinaria rassegna
che documenta tutta l’attività di questo grandissimo pittore, testimoniando i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagli esordi,
hanno portato l’artista a fine carriera a un progressivo allontanamento dall’Impressionismo.
Con questa esposizione si vuole percorrere la
complessa evoluzione del percorso artistico di
Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto
da produrre oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli –, evidenziando la grande varietà e qualità della
sua tecnica pittorica e i diversi temi affrontati.
“Gero qua” Canaletto
Dopo 270 anni ritorna nel luogo
in cui creò l’opera più famosa
La mostra rende omaggio all’artista del capoluogo veneto che, con la sua figura e le sue
opere, ha attraversato quasi interamente il
secolo scorso. Allestita nelle sale del Palazzo
Zuckermann a Padova l’esposizione riunisce
una selezione di opere realizzate tra gli anni
‘30 e ‘70 del Novecento, tutte provenienti dalla
collezione Rinaldi - Tonello. I lavori - sculture in
marmo, terracotta e bronzo, graffiti su marmo e
disegni - ripercorrono le tappe di una produzione ricca ed articolata riscoperta ed apprezzata
da poco tempo. Emerge la centralità della figura umana, restituita in termini austeri ed essenziali talvolta memore dell’antica tecnica del
non-finito. A Toni Boni furono cari personaggi e
temi popolari, un filone che diede vita ad opere
come Ea Gaetana, scultura che riproduce le fattezze di una donna realmente esistita e cono-
VENEZIA fino al 27 dicembre Abbazia di San Gregorio
C
analetto torna, 270 anni dopo, nel luogo in cui creò una delle sue
opere più affascinanti, “L’entrata nel Canal Grande dalla Basilica
della Salute”. Il capolavoro del grande vedutista torna esattamente là dove affascina
pensare che l’artista l’abbia ideato e creato. Nell’incantevole loggiato dal quale egli, con la camera
ottica, trasse le precise linee delle architetture che tra il 1740 ed il 1745 traspose nella sua celebre
tela. “L’entrata nel Canal Grande dalla Basilica della Salute” affascinò Lady Lucas and Dingwall, sua
prima proprietaria. L’opera venne acquistata successivamente da Henry Grey, Duca di Kent.
Nell’aprile del 1970 è stata acquistata dall’attuale proprietà privata presso Sotheby’s a Londra. Prima
di tornare temporaneamente “a casa sua”, l’olio del Canaletto è stato esposto, tra l’altro, a Madrid
(Museo Thyssen-Bornemisza), Roma (Vittoriano), Milano (Palazzo Reale) e Parigi (Museo Maillol).
L
INFO L’Abbazia di San Gregorio è situata all’ingresso del Canal Grande, accanto alla Chiesa
della Salute. Fino al 27 dicembre 2014. Modalità di entrata: numero massimo di persone per
visita: 8. Possibilità di visita anche persona singola. Durata della visita: 1 ora. Come arrivare:
dalla Ferrovia e da Piazzale Roma, l’Abbazia di San Gregorio è raggiungibile con i vaporetti
della linea 1 (fermata Salute). www.canalettovenezia.it
a mostra raccoglie una ricca selezione di circa 100 dipinti e opere su
carta e si focalizza sulle maggiori avanguardie francesi di fine ‘800.
L’esposizione si sofferma, in particolar modo, su Neo-Impressionisti, Nabis e Simbolisti, e sui
maggiori esponenti di tali movimenti, tra cui Paul Signac, Maximilien Luce, Pierre Bonnard,
Maurice Denis, Felix Vallotton e Odilon Redon. L’esposizione offre al pubblico italiano la rara
opportunità di vedere e studiare un gruppo coerente di opere francesi di questo periodo.
SÀRMEDE (TV)
INFO Ca’ Venier dei Leoni si trova al 704 Dorsoduro, Venezia. Orario 10 -18. Chiuso il martedì e il 25 dicembre. www.guggenheim-venice.it
Le immagini della Fantasia
INFO Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea Via Magenta, 31a Torino.
Lunedì chiuso, da Martedì a Domenica 10 - 19.30,
Giovedì 10 - 22.30. Intero 12 euro.
www.mostrarenoir.it
16
un padovano nell’arte
del Novecento
FINO AL 26 GENNAIO 2014
Théo Van
Rysselberghe,
Le canal en Flandre
par temps triste
(Canale delle
Fiandre con un
tempo uggioso),
1894, olio su tela,
60 x 80 cm,
collezione privata.
Mostra Renoir
Toni Boni
Palazzo Zuckermann
VENEZIA Fino al 6 gennaio Collezione Peggy Guggenheim nuova ala
TORINO
PADOVA
Casa della Fantasia FINO AL 23 DICEMBRE
Claude Monet, Nymphéas (Ninfee), 1914, olio su tela,
135 x 145 cm, collezione privata.
Paul Signac Saint - Tropez, Fontaine des Lices, 1895, olio su tela,
65 x 81 cm, collezione privata.
uno
magazine
Gabriel Pacheco,
La scala, 2012.
Poster per Programa
Nacional Salas
de lectura, Messico.
La celebre Mostra internazionale d’illustrazione per l’infanzia, giunta alla trentunesima
edizione, incorona il Messico, con le sue suggestive storie maya e atzeche, quale Paese
della Fiaba del 2013. Serpenti piumati, fantasmi, amori tra sole e luna, pipistrelli bellissimi e leggeri colibrì popolano le fiabe, i miti e le leggende della multiforme tradizione
messicana. Messicano sarà anche l’ospite d'onore, il grande illustratore Gabriel
Pacheco, presente in mostra con una sezione a lui interamente riservata. Tredici tra i
migliori artisti del panorama internazionale sono così all’opera per dar vita a “I Sogni
del Serpente Piumato”, il libro che sarà pubblicato in collaborazione con Franco
Cosimo Panini Ragazzi e in coedizione con Sm Messico in uscita a ottobre. Ma, accanto all’omaggio alla Nazione ospite e all’Illustratore dell’Anno, la Mostra proporrà ai suoi visitatori
anche la grande carrellata del meglio che il settore dell’illustrazione per l’infanzia abbia proposto
a livello mondiale. Complessivamente, nelle diverse sezioni, saranno più di 300 le illustrazioni
esposte nelle sale della Casa della Fantasia, insieme ai libri per i quali sono state create.
uno
INFO La Casa della Fantasia si trova in via Marconi, 2 a Sàrmede (TV). www.sarmedemostra.it
magazine
sciuta a Padova tra gli anni ‘40 e ‘50. Altra
opera significativa in tal senso è Il pugile sconfitto, terracotta dipinta che coglie la fierezza e
la virilità dell’atleta nonostante la disfatta.
Interessanti infine i risultati raggiunti dall’artista
nei disegni e graffiti su pietra e marmo, con
soggetti per lo più tratti dal modo contadino e
da quello sportivo.
INFO Palazzo Zuckermann è in Corso Garibaldi,
33 a Padova. Ingresso libero. Orari: 10 - 19.
Chiuso tutti i lunedì non festivi, Natale, Santo Stefano
e Capodanno. www.padovacultura.padovanet.it
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O M O ST R E IN CORSO
NON C’È NIENTE CHE RIGUARDA
L’ARTE CHE UNO NON POSSA CAPIRE
Paolo Ventura Mago Futurista
«Non pensare di fare arte, falla e basta. Lascia che siano gli altri
a decidere se è buona o cattiva, se gli piace o gli faccia schifo.
Intanto mentre gli altri sono lì a decidere tu fai ancora più arte
(...) non ti preoccupare, non c’è niente che riguarda l’arte che
uno non possa capire(...) una Coca Cola è sempre una Coca
Cola e non c’è quantità di denaro che possa farti comprare una
Coca Cola più buona di quella che l’ultimo dei poveracci si sta
bevendo sul marciapiede sotto casa tua. Tutte le Coca Cola sono
sempre uguali e tutte le Coca Cola sono buone. Lo sa Liz Taylor,
lo sa il Presidente degli Stati Uniti, lo sa il barbone e lo sai
anche tu». (ANDY WARHOL)
ROVERETO (TN) Fino al 12 gennaio 2014 Mart, Casa Depero
P
aolo Ventura, fotografo milanese, per il Mart lavora sul tema della
Prima Guerra Mondiale come rappresentazione della memoria. La
mostra è composta da due serie di fotografie, che verranno poi raccolte nelle pubblicazioni
“Il pittore futurista” e “Il mago”, edite da Danilo Montanari. Seppur impalpabili come sogni, le
immagini nate dalla poetica di Ventura hanno la forza popolare ed evocativa delle tavole utilizzate dai cantastorie. Fotografie frutto di una meticolosa messa in scena, rappresentano dei “ricordi possibili” in bilico tra memoria e immaginazione. L’artista impersona il protagonista della storia in fondali dipinti da lui stesso che danno vita a un racconto sospeso temporalmente, come
accade al circo, nei luna park o nelle rappresentazioni dei burattini.
Una città, riconoscibile come una Milano “sironiana”, è la quinta teatrale in cui il protagonista. il
“mago”, dà spettacolo controllando la scomparsa e ricomparsa di un bambino, destinato misteriosamente, negli scatti finali, a scomparire davvero nella nebbia.
P
Il mito Warhol torna a Milano
con una grande monografica
il padre della Pop Art americana
MILANO fino al 9 marzo 2014 Palazzo Reale
L
a splendida rassegna è stata
realizzata con il contributo di
Francesco Bonami e curata dall’appassionato collezionista Peter
Brant. Quest’ultimo infatti iniziò, fin
da giovanissimo, a collezionare
opere di artisti contemporanei americani mettendole poi a disposizione,
per fini di studio e divulgazione,
attraverso la Brant Foundation. L’arte
di Andy Warhol, che portava gli scaffali di un
supermercato all'interno di un museo o di una
mostra d'arte, era una provocazione continua:
l’arte doveva essere “consumata” come un
qualsiasi altro prodotto commerciale. La ripetizione era il suo metodo di successo: su tele di
grandi dimensioni riproduceva moltissime volte
la stessa immagine alterandone i colori, prevalentemente vivaci e forti; prendendo immagini
pubblicitarie di importanti marchi commerciali
(famose le sue bottiglie di Coca Cola) o immagini di grande impatto visivo ed emotivo che riu-
18
sciva a svuotare di significato proprio con la
ripetizione su vasta scala.
INFO Palazzo Reale si trova in Piazza del
Duomo, 12 a Milano. Orari lunedì 14.30 –
19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 giovedì e sabato 9.30 –
22.30. Prenotazioni e
info: +39 02 54913.
Hashtag:
#warhol;
#bepop15
www.warholmilano.it
Shot Light Blue Marilyn 1964
Pittura acrilica su lino e inchiostro
serigrafico, cm 101,6 x 101,6
In alto
Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, CT, USA
Self Portrait in Drag 1980 ‐ 82
Polaroid, pezzo unico
Accanto
Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, CT, USA
robabilmente aveva ragione Jean Baudrillard: è difficile parlare di Warhol perché in fondo non c’è niente da dire
avendo egli detto tutto nelle sue interviste e nel suo diario
senza, retorica, senza ironia, senza commenti. Eppure non
credo sia possibile parlare dell’arte del XX secolo escludendolo
dal discorso. Anzi, è inconcepibile discutere di arte senza il convitato Warhol, perché egli ha stabilito definitivamente il repertorio iconico nel quale tutti si riconoscono. Forse ha fatto anche di
più: ha inventato un nuovo alfabeto visivo di cui non possiamo
fare a meno. È stato il profeta del desiderio elevato ad assoluto: non conta l’oggetto, conta il desiderio del soggetto nei confronti di quell’oggetto; non conta l’immagine, ma il desiderio di
quell’immagine. Ha colto i desideri delle persone e li ha interpretati, costruiti, proposti e imposti. Sosteneva di accettare
incondizionatamente il mondo per quello che era, di approvare
qualunque cosa l’uomo facesse, di non voler giudicare nessuno,
di limitarsi a guardare passivamente il mondo: un indifferente
senza cinismo e un appassionato senza entusiasmo. Ecco, così
Warhol ha rivoluzionato non solo l’arte e il concetto di artista,
ma il nostro modo di rapportarci all’arte. Nel vasto programma
interdisciplinare voluto dal Comune di Milano per approfondire
la conoscenza della cultura statunitense dagli anni Quaranta
agli anni Ottanta non si può prescindere da una riflessione complessiva su Warhol. Palazzo Reale lo ha fatto proponendo
un’antologica con opere della collezione di Peter Brant, precoce
e brillante appassionato d’arte che fu amico e socio di Warhol
nell’impresa “Interview”. Quello che, quindi, proponiamo è un
Warhol visto da vicino, attraverso gli occhi di chi lo ha ben conosciuto: un Warhol “quotidiano” come le sue creazioni.
L’esposizione si snoda in un arco cronologico lungo trent’anni:
dalla “commercial art” degli esordi alle famose serie degli anni
Sessanta (le Marilyn – tra le quali Blue Shot Marilyn –, le
Taylor, le Jackie, i Disastri, le Sedie elettriche, i Flowers, gli
autoritratti, i Dollar Bills, le
Campbell’s e le Brillo Box), Settanta
(la serie dei Mao Zedong, Ladies and
Gentleman, gli Skulls, gli Oxidation
Paintings, Shadows, i Dollar Signs),
Ottanta (i Basquiat, i Rorschach, i
Camouflage, fino alle Ultime Cene).
Warhol pensava che la sua opera non
avrebbe avuto futuro, che le sue cose,
con il trascorrere del tempo, non
avrebbero significato più nulla. Per il
momento, almeno, questo vaticinio
non si è avverato.
Domenico Piraina
Direttore Palazzo Reale
uno
magazine
INFO Il MART è in Corso Bettini 43 a Rovereto (TN). Orari: Martedì - Giovedì 10 - 18, Venerdì
10 - 2, Sabato - Domenica 10 - 20. Lunedì chiuso. Intero: 13 Euro. www.mart.trento.it
GENOVA
Edvard Munch
Palazzo Ducale
FINO AL 23 DICEMBRE 2014
Una rassegna esaustiva dell’opera di Edvard
Munch (1863-1944), il grande artista che più
di ogni altro anticipò l’Espressionismo.
Vengono presentate oltre 150 opere, fra cui
cento dipinti a olio, che fotografano l’intima
natura di un uomo alcolista e nevrotico, visionario e perfezionista, instabile e raffinato, che
rivoluzionò la forma e scrisse una pagina fondamentale nella Storia dell’arte. La mostra è
l’unica antologica fuori dai confini della
Norvegia nell'anno delle celebrazioni ufficiali
Munch 150, la rassegna commemorativa dell’artista in occasione dei centocinquanta anni
dalla sua nascita. Curata da Marc Restellini,
l’esposizione presenta la produzione del pittore norvegese tra il 1880 e il 1944.
INFO Palazzo Ducale si trova in Piazza Matteotti
9 a Genova. Orari d’apertura: da Martedì a
Domenica dalle 9 alle 19.00, Lunedì dalle 14 alle
19.00. Intero 13 euro. Prenotazioni e informazioni:
+39 010 9868057. www.palazzoducale.genova.it
Leopold Wondt,
1916 olio su tela,
cm 100 x 72
Collezione privata
In alto
© The Munch Museum
/The Munch-Ellingsen Group
by SIAE 2013
Henrik Bull, 1939
olio su tavola,
cm 55 x 46
Collezione privata
Accanto
© The Munch Museum
/The Munch-Ellingsen Group
by SIAE 2013
uno
magazine
Paolo Ventura “Il mago” stampa inkjet print, serie di 8, 2012 Courtesy dell’artista - See more at: http://mart.broadcaster.it/events/paolo-ventura-mago-futurista/#!prettyPhoto[evento]/2/
19
O
SECONDO V O I
DAL GESTO DI BUONA O CATTIVA EDUCAZIONE
CHE PIÙ COLPISCE AI CIBIPREFERITI E/O DETESTATI
Con il 26,1% al primo posto del gesto educato c’è chi saluta sempre tutti con
un sorriso sincero. Nel sondaggio alimentare vincono, con ampio margine, i consumatori
di frutta e verdura, meglio se a chilometro zero. Molte le risposte curiosissime e tutte da leggere.
Alessia Da Canal Giornalista
1) Mi dà tremendamente fastidio sentir
bestemmiare. Anche se non sono bacchettona. Una cosa che apprezzo
molto, invece, è il sorriso
quando ci si scontra o si
combina qualcosa di sbagliato per disattenzione.
Sdrammatizzare e chiedere
scusa, piuttosto che grugnire incaxxati come fanno tanti...
Aldo Chiarello Facebook
1) Il gesto di buona educazione che più mi
colpisce è incontrare uno sconosciuto che mi
saluta. Quello di cattiva educazione quando
gli automobilisti fanno azioni sbagliate pensando di avere ragione (ad es. suonare il clacson perché non metto la freccia a sinistra
nelle rotatorie, occupare la corsia centrale in
Alex Bianco Facebook
1) Salutare o meno le persone.
2) Mangio preferibilmente la pasta in tutte
le sue varianti e sfumature di gusti.
Anna Mares Facebook
1) La maleducazione mi da molto fastidio
nelle persone!
2) La pizza mi piace molto.
Barbara Codogno
Giornalista
1) Buona educazione: sorridere per strada.
2) Mangio molta frutta e
verdura; evito gli snacks.
Dario Sanna Facebook
1) Sempre il più stupido, ma forse il più simbolico... quando dall’auto che mi precede
viene scaraventata fuori dall’abitacolo con
assoluta nonchalance una cartaccia, un involto non ben identificato,
insomma
una
propria
immondizia. Un messaggio
al mondo chiarissimo: “il
mio mondo arriva fino al
limite fisico della mia auto,
che deve restare immacolato
I SONDAGGI DI QUESTO NUMERO
1) Qual è il gesto di buona o cattiva EDUCAZIONE che più ti colpisce?
2) Cosa MANGI preferibilmente o cosa eviti accuratamente?
autostrada quando quella di destra è libera,
non dare la precedenza ai pedoni sulle strisce
pedonali ecc.)
2) Cerco di mangiare alimenti naturali non
confezionati, carne bianca non di allevamento, pesce pescato fresco, tanta frutta e verdura, cereali esclusivamente integrali e pochi
latticini. Evito i cibi troppo elaborati o con
troppi ingredienti, quelli confezionati, tutte
le bibite alcoliche e analcoliche confezionate,
soprattutto se gasate, tutti i dolci, le carni da
allevamento intensivo ed il pesce allevato.
20
e puro; il resto, che è immondizia indifferenziata, può tranquillamente accogliere anche
la mia, TANTO NON È IL MIO MONDO”... e
wroooommm continuiamo così...
Claudio Casorati Facebook
1) Apprezzo molto il saluto
con stretta di mano e gli
occhi che sorridono anche
più delle labbra, mentre
non sopporto i “furbetti” in
coda, in auto come al bar o
in un negozio.
2) Vivrei di carne al sangue e difficilmente
mi si vede con una brioche o dolci in genere.
Carlotta Lana Facebook
2) Evito i cibi grassi e la carne perchè non mi
piace... I cibi devono essere poco salati, preferisco i sapori delicati e un po’ aspri.
Carla Nardi Facebook
Ho un negozio di fiori e la cosa che mi fa male
spesso è la maleducazione delle persone e il
dare per scontato che tu, solo perchè sei dietro un banco, debba sempre dire sì ed esaudire tutte le loro richieste. Per fortuna in mezzo
a tutto questo ci son anche persone che salutano, ringraziano e con le quali puoi parlare.
Centro Icigni Facebook
1) Ci stupisce favorevolmente la delicatezza
nei modi e colpisce, in negativo, la totale
mancanza di tatto.
2) Mangiamo preferibilmente pesce ed evitiamo il burro anche nei dolci.
Fabrizia Fabry Birello Facebook
1) Il gesto di buona educazione che più mi
colpisce è quando in un mezzo pubblico un
giovane si alza per lasciar sedere una persona anziana od una donna incinta. Purtroppo
la cosa è ormai molto rara.
2) Evito di mangiare cibi di dubbia provenienza o con OGM, preferisco sempre frutta
e verdura a chilometri zero. Una cosa che
evito accuratamente e che esula dalla
domanda sono i superalcolici.
Matteo Morosinotto Facebook
1) La ritengo sia educazione di base e mi fa imbestialire, IPOCRISIA: criticare
comportamenti e/o situazioni degli altri che poi
quando vanno a toccare il
personale si fa, per convenienza, esattamente se non peggio quello
che prima era stato tanto criticato, ed è tutto
normale, ecco la COERENZA non guasterebbe. La società sarebbe sarebbe di certo
migliore se ci fosse meno IPOCRISIA e più
COERENZA, nel dire e nel fare.
(segue a pag. 23)
uno
magazine
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua
Agostino
Gervasoni Facebook
1) Un gesto di buona educazione è chiedere il permesso o scusarsi nelle varie
situazioni.
2) Evito normalmente nel cibo i fritti, i grassi,
gli zuccheri ed il sale in eccesso.
O SONDAGGIO I N F A S T I D I T O
O
son
dag
gio
2) A mio gusto il cibo
migliore è sempre quello
semplice e cerco di evitare
quello troppo pasticciato
ed elaborato oltre misura
Edoardo Varotto
Fotografo
1) Quando qualcuno si ispeziona il naso con
il dito indice e poi come se
nulla fosse ti viene incontro
e ti stringe la mano. C'è
anche la variante di chi si
sternutisce sulla mano e poi
ti da una bella pacca sulla
spalla [Arghh!]
Gianna Seraglia Facebook
1) Il gesto che sopporto meno è interrompere
chi sta parlando: lo considero una profonda mancanza
di rispetto. Seguito dall'urlare o alzare la voce: tanto
mica ti si ascolta di più se
urli, anzi.
2) Adoro il pesce, lo mangerei sempre. In alternativa pizza... con birra,
altrimenti rinuncio.
Gianluca Giorgi Facebook
1) Non sopporto i furbetti del quartierino,
quelli che cercano in tutti i modi di farti passare per scemo.
2) Amo le melanzane alla parmigiana e il
chinotto come bibita. Odio le lumache, le
rane fritte e i polpi.
uno
magazine
Graziella Gulia Facebook
2) Mangio tutto moderatamente ed evito gli
alcolici.
Marco Cesati
Cassin
Scrittore
1) Altruismo.
2) Verdura.
Lina Pison Facebook
1) Ho assistito ad un gesto di cattiva educazione l’altro giorno. Ero seduta a tavola, in
un ristorante, con una quindicina di commensali di età diversa. Un
uomo, sulla cinquantina, ha
chiesto ad una signora, sulla
settantina, l’età. Ma si
può???!! Ma farti i cavolacci
tuoi, no??!! E poi un po' di
galanteria non guasterebbe:
non occorrono fiori o cioccolatini, basterebbe un po’ di gentilezza!!
Franca Pattaro Facebook
1) Il gesto quotidiano che sempre meno
ricorre tra le persone, sopratutto giovani, è
la mancanza del saluto frutto di un’assenza di educazione di base.
2) Mangio frutta e verdura
di stagione ed evito, accuratamente, carne cruda e
selvaggina.
Giovanni Negrin Facebook
1) Buona educazione quando uno che incontri, anche se non ti conosce, ti saluta. Cattiva
quando chi ti conosce fa finta di non vederti.
2) Mangio di tutto, evito i cibi piccanti.
Francesca Corner Facebook
1) Cattiva educazione è non prestare attenzione ai bisogni degli altri, in particolare
verso le persone anziane o, visibilmente, a
disagio.
2) Mangio con un regime sostanzialmente
ipoglicemico.
Giulia Sbrignadello Facebook
1) Non sopporto quando in un gruppo di
persone che parlano qualcuno mi dà le spalle e apprezzo molto se qualcuno prima di
servirsi offre ai presenti.
2) Non mangio pane,
pasta, formaggi e insaccati
ma vivrei di riso e pomodoro (in tutte le sue forme)...
oltre a qualcosa di dolce
almeno una volta al giorno!
Fiorella Caporello Facebook
1) L’educazione fa sempre piacere, un sorriso, la disponibilità è sempre ben venuta, la
cattiveria, la fretta, l’indifferenza maldispongono la giornata, fanno rabbia.
2) Preferibilmente mangio cibi con cereali,
frutta e verdura. Cerco di ridurre la carne
(manzo, maiale, pollo, pesce ecc.). Sono contro la violenza che si perpetra negli allevamenti intensivi. Con meno animali da alleva-
Guglielmo Tringali Facebook
1) Quando qualcuno mi parla e si toglie gli
occhiali da sole, quel piccolo gesto fa comprendere una grande educazione acquisita.
2) Prediligo verdure, riso
basmati, legumi, pizza, il
parmigiano,
il
pane
hmmm… buono, senza
pane non si può mangiare.
Evito la carne da nove anni. E il cetriolo, proprio non me gusta.
22
SECONDO V O I
uno
magazine
Francesca Zeta Jones Fotografa
1) Buona educazione
portare qualcosa quando viene qualcuno a trovarmi. Cattiva educazione venire a trovarci
senza preavviso ed a ora
di pranzo/cena. Ah... Un nonno l’altro giorno
ha scippato il posto sul trenino a Oscar (il
figlioletto di pochi mesi n.d.r.) infilandosi dal
lato opposto saltando la transenna...
2) Noi mangiamo cibo possibilmente autoprodotto, dalla verdura alla carne.
mento si riuscirebbe a contrastare la fame nel
mondo e si risolverebbero molti problemi che
affliggono il pianeta (sfruttamento del terreno, animali torturati e prigionieri). Spesso le
coltivazioni nei paesi poveri sfruttano le persone in particolare i bambini che a malapena
sopravvivono. Sogno un mondo dove il
rispetto per gli uomini e il pianeta (la nostra
casa) sia al primo posto... non ho speranza,
povera sognatrice :(
Luca Bonaldi
Facebook
1) Sicuramente, un saluto
rispettoso ad una persona
più anziana e con una
buona presentazione personale, esempio stretta di mano.
Luciano Tregnaghi Facebook
1) Una forte stretta di mano ragazzi, uomini donne… la stretta di
mano porta tanto e merita
un gran ringraziamento.
Porta l’essenza di chi siamo.
Luca Veronese
Fotografo
1) Che le persone dicano...”grazie”, perché
sembra che tutto sia dovuto, questo in positivo. In negativo, invece, la mancanza di
rispetto in generale.
2) Mangiare frutta e verdura, in generale guardando
gli ingredienti dei confezionati evitando gli zuccheri...
Evitando, al momento, alcolici e pane ho perso 10 kg!
Loretta Bolzan Facebook
1) Mi emoziona sempre l’educazione e il
rispetto verso le persone anziane anche nei
piccoli gesti... un aiuto al supermercato,
lasciare il posto a sedere in chiesa o in autobus eccetera. Per contro non tollero la maleducazione dei giovani la mancanza di rispetto per gli altri e per le cose comuni e la natura (maleducati con i genitori, professori, adulti e compagni più deboli).
2) Ho capito dopo numerose ed estenuanti diete
inconclusive che mangiare
poco e di tutto, senza privarmi di niente, mi rende più serena, felice,
sana e sulla via del dimagrimento.
Mariya Bazyuk
Facebook
1) Mi stupisce in autobus
uomini seduto che gioca e
donne al piedi.
2) Mangio volentieri cibo
fresco non precotto.
23
O
SECONDO V O I
SECONDO V O I
son
dag
gio
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua
O
Marco De Florentis Facebook
1) L’indifferenza sta raggiungendo dei limiti assurdi per un paese “civile”
come dovrebbe essere il
nostro. Poco tempo fa ho
assistito ad una scena incredibile: una persona anziana
per strada si è sentita poco bene e nessuno
si è fermata ad aiutarla. Io, almeno, ho chiesto come stava e l’ho lasciata solo dopo che
si è ripresa.
2) Cerco di tenere una dieta mista, per quanto possibile. Evito le verdure cotte (non mi
piacciono) e la carne la mangio il meno possibile (ritengo che il più delle volte non sia sana)!
Marco Rocciola
Facebook
2) Io mangio un po’ di
tutto, la differenza la faccio
con l’integrazione visto che,
purtroppo, in quello che
mangiamo, per quanto
sano sia, non ci sono più i nutrienti necessari per il benessere del nostro corpo.
Marco Boscarato Facebook
1) La mancanza di attenzione, forse.
Quando ci si relaziona a qualcuno è importante offrire attenzione e la sua assenza crea
l’impossibilità di un dialogo tra persone. Con
l’attenzione si riesce a capire sempre le ragione dell’altro.
2) Amo mangiare principalmente cereali,
preferibilmente integrali. Non amo particolarmente la carne, da sempre.
Silvia Rubin Facebook
1) Il non rispondere al saluto quando ti salutano… anche il mio capo, molto sgarbato.
2) Io mangio tanta verdura cruda, cotta,
minestroni, minestre, riso in bianco, solo una
volta la settimana la pizza, carne bianca… la
rossa costa! Bevo latte ma non mangio formaggio, costa! La pizza surgelata una volta
alla settimana è più economica, evito i salumi e i dolci… ah mangio cereali la mattina e
niente pane e faccio la spesa al LIDL!
Riccardo Solfo
Orietta Fasolo Facebook
1) Una buona: dire grazie. Una cattiva: l’arroganza.
2) Preferisco in genere la verdura.
Mara Rizzi Facebook
1) La cattiva educazione in questi ultimi
tempi la fa da padrona, non si riesce ad evitare di seguire la massa, del resto ce lo inculcano in testa già da alcuni programmi televisivi dove, se non si alza la voce e non si litiga,
sei nulla. Il comunicare, in qualsiasi forma di
espressione, non è inveire per sovrastare l’altra persona, le nostre insicurezze sfociano in
tale cattivo esempio... Poi non sorprendia-
24
moci se i nostri figli assomigliano ad Attila...
2) La mia dieta cerca di essere equilibrata
da sempre per una semplice motivazione: lo
stare bene nel fisico e nella mente.
Maddalena Boscaro Facebook
1) Il gesto di buona educazione che più mi
colpisce è fare del bene senza chiedere nulla
in cambio e magari, inaspettatamente, ricevere un gesto di riconoscenza!
2) Mangio preferibilmente tanta frutta e verdura di stagione, se posso a km zero! Evito
dolci, alcolici, bibite colorate e gasate e sto
attenta a quello che compro: date di scadenza, ingredienti del prodotto e provenienza!
Ory Montecchio Facebook
1) Adoro le persone umili, non amo invece le
persone arroganti.
2) Prediligo i primi e le verdure, evito salumi e formaggi.
Paolo Zanella
Facebook
1) Spesso noto giovani che
hanno poco rispetto per gli anziani.
2) Mangio un po’ di tutto, soprattutto verdure, ma evito i cibi piccanti, le castagne e il
cioccolato.
uno
magazine
Patrizia Santi Facebook
1) La mancanza di rispetto di molte persone
in molti contesti è dovuta a superficialità e
ignoranza.
2) Mangio possibilmente verdure, frutta e
carne bianca. Evito cibi elaborati con grassi.
Lucia Larese Facebook
1) Buona educazione: una mamma che
“governa” il suo bambino, insegnandogli
educazione e rispetto
senza strillare, senza
nervosismo e stizza. A
genitori equilibrati ed
educati corrispondono
figli di stesse maniere.
uno
magazine
Maratoneta Giornalista
1) Il saluto e il mancato
saluto. È il primo segnale
del grado di civiltà di una
persona.
2) Dico pasta, pasta e
ancora pasta - parlo anche da maratoneta energia naturale che costa poco e non fa
male, evito invece il pomodoro, la più indigesta tra le verdure della famiglia delle solanaceae che è spesso portatore di allergie.
Michele Barnabba Facebook
1) È la buona educazione che mi colpisce,
quando le persone ti lasciano aperta la
porta per farti passare: è un segno di gentilezza specialmente negli uffici pubblici dove
non si conoscono le persone.
2) Evito i grassi in genere.
Monica Massironi Facebook
1) Buona educazione: salutare. Cattiva educazione: parlare ad alta voce.
2) Cosa mangio: riso. Cosa evito: minestrone.
Valentina Cecconato Facebook
1) Lo sbadiglio senza
mano davanti, te lo
dicono
dall’asilo.
Davvero vuoi non aver
ancora imparato??
2) Qualunque cosa sia
cruda: carne cruda, pesce crudo, verdura
cruda. Niente pizza… o comunque poco…
devo ancora trovarne una che mi emozioni
quanto un risotto o un tiramisú!
Stefania Miotto Cantante
1) Uno dei gesti di “buona educazione”
che mi colpisce è... beh, quando ai concerti le persone spengono i cellulari o perlomeno tolgono le varie suonerie. Pare
fatto apposta che qualcuno lo scordi sempre acceso e, ovviamente, non suona finché stai facendo un acuto con i musicisti
che “pestano di brutto” sullo strumento... Nooooo, la suoneria parte quando
inizia un meraviglioso “pianissimo”!
Ridiamoci sopra ma, vi prego: spegnete i
telefonini durante i concerti!
2) Adoro mangiare
quindi mi piace un po’
tutto dagli insaccati ai
fritti, dalla parmigiana al
pasticcio, per non tralasciare dolci cremosi,
pannosi e cioccolatosi...
Ops ho sbagliato non dovevo dire questo... giusto? OK fate finta di non aver
letto nulla. Ricominciamo, dunque, sono
per una cucina sana ricca di verdura e
frutta e di tanta frutta e poi ancora verdura con frutta, la carne non la mangio perchè fa venire il colesterolo, il pesce è contaminato, i dolci fanno alzare troppo i
livelli della glicemia, insomma sono una
tristissima donna salutista!!! Scherzi a
parte questi erano due eccessi opposti.
Penso che nelle giuste dosi e nell’equilibrio ognuno di noi possa mangiare un po’
di tutto, in fondo è uno dei piaceri della
vita. Vogliamo farci togliere pure questo?
Monica Boin Modella
1) Uno dei gesti di maleducazione o ineducazione che
maggiormente mi colpisce,
come donna e come educatrice, coinvolge a mio avviso
la frattura generazionale,
cioè la mancanza di incontro socio-relazionale
25
O SECONDO V O I
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua
tra i giovani e gli anziani, in quanto si sta
verificando un’alterazione delle forme di
aggregazione. Viene meno il rispetto, il
senso di riconoscimento e di scambio di
conoscenza. È importante a mio avviso ricorrere ad una pedagogia rivolta ai giovani che
renda loro consapevoli che se il mondo sta
evolvendo, non è solo grazie alle nuove tecnologie, ma anche alla buona volontà dei
loro nonni. È fondamentale di conseguenza
educare, perciò guidare le nuove generazioni
ad un incontro relazionale con le altre età.
Trasmettere loro che è il passato che incontra
il presente per formare il futuro.
2) Gli alimenti che amo di più sono sicuramente i carboidrati, gli stessi che ahimè
cerco di limitare per mantenere un’alimentazione più bilanciata. Per cui pasta, pane,
pizza sono tra i miei piatti preferiti, che amo
sin da bambina.
Pietro Casetta Giornalista
1) Io sono un uomo del Novecento. Non arrivo al baciamano, ma cedo sempre volentieri
il passo ad una donna. Ne
resta colpita lei, non io!
2) Evito i fast food e i ristoranti “in”. E non solo per i
costi, ma perché in Italia si
può mangiar bene ovunque.
Anche in piedi, all’aperto,
con un piatto di folpetti in mano.
L’importante è non tirarsela: neanche coi folpetti in mano per fare gli alternativi per forza.
Paola Ruffo Facebook
1) Purtroppo c'è molta
gente maleducata in giro,
ad iniziare dai colleghi che
al mattino nemmeno salutano...
2) Amo mangiare, è uno
dei pochi piaceri della vita ma, ahimè, non
posso farlo quanto vorrei. Quindi, cerco di
mangiare bene: integrale, tanta verdura e
frutta possibilmente biologica o comunque a
km zero, poca carne, poco alcool.
Valentina Asin
Facebook
1) Fare “scarpetta” sul piatto almeno che non ci si trovi
a casa propria.
Valentina Pianta
Facebook
1) Una BUONA ma ormai abbandonata abitudine era salutare, sarà colpa dei pensieri
ma sempre più gente passa dritto senza salutarti. Per CATTIVA abitudine vorrei che la
gente smettesse di gettare i mozziconi di
sigaretta a terra...
2) Da qualche mese sono a dieta e prediligo
la verdura cotta e cruda a volontà e la frutta ad eccezione di quella troppo zuccherina;
cerco di evitare: patate, legumi, pane e
dolci... ma è molto dura!
Moreno Breda Facebook
1) Mi piace l’abitudine al saluto e di conse-
26
uno
magazine
uno
magazine
27
O S O N D A G G I O RISULTATI
O SONDAGGIO M A N G I O N E
guenza mi colpisce chi non saluta mai.
2) Direi, preferibilmente, la pasta ed evito
accuratamente tutto ciò che è piccante.
Il gesto di buona educazione che...
26,1%
CHI SALUTA SEMPRE, TUTTI
13,1%
CHI PRESTA ATTENZIONE AL PROPRIO ’INTERLOCUTORE
Il gesto di cattiva educazione che...
23,5%
CHI NON SALUTA MAI, TUTTI
17,6%
CHI ALZA LA VOCE PER SOVRASTARE GLI ALTRI
Mangio preferibilmente...
36,2%
FRUTTA E VERDURA
25,9%
PANE, PASTA E PIZZA
Evito accuratamente...
20,7%
CIBI ELABORATI, FRITTI E GRASSI
17,2%
CARNE ED INSACCATI
28
Valentina Pegoraro Facebook
1) Chi mangia con la bocca aperta... mi fa
innervosire.
Silvio Lenares Trainer umanistico
1) Buona o cattiva educazione: gettare i mozziconi a
terra o dal finestrino della
macchina, non raccogliere
le cartacce, la cacca dei cani
sul marciapiede, i diesel e le
macchine che fanno fumo
infernale... i muri imbrattati
di scritte senza senso apparente.
2) Evito il latte, per il resto non evito molto,
evito conservanti e cibi acidi, succhi di frutta
e cioccolate industriali, le merendine.
Diciamo che evito i prodotti dei distributori
automatici :-)
Giusy Barattin
Facebook
1) Trovo poco educato chi
non si toglie gli occhiali da
sole e non saluta quando si
rivolge a qualcuno...
2) Mangio di tutto moderatamente... classica dieta mediterranea, evito
tutti i cibi grassi, salse, salsine, cibi fritti, non
bevo alcolici ma in compenso bevo mezzo
litro di te verde tutti giorni.
Alessandra Santonastaso Facebook
1) La maleducazione dilaga l’elenco sarebbe lungo, forse quello che mi da più fastidio
è il rumore. La gente, parla ad alta voce,
come se mi interessasse sapere i cavoli loro,
idem per i loro figli e animali al seguito.
2) Mangio preferibilmente vegetariano e
cerco di evitare il più possibile la carne.
Emanuela Zanetti
Facebook
1) Una cosa che mi infastidisce e che secondo me è
indice di cattiva educazione: è quando a tavola utilizzano lo stuzzicadenti. Per
quanto riguarda la buona educazione: mi
piace la gentilezza, quella sincera, è talmente rara che rimango stupita ogni volta.
2) Sul cibo, di solito amo variare, preferendo i prodotti stagionali. Evito accuratamente
i cibi precotti, surgelati e confezionati
Silvia Gregoris Redio Facebook
1) L’attenzione all’interlocutore e non considerare il suo tempo prezioso quanto il proprio.
2) No cibo del discount e la pasta a 0,79 euro
al kg o la verdura lucida
all’ammoniaca, preferisco le
cose di stagione alla vecchia
e salutare maniera come il
“Pan boio in tel brodo” con i
resti del formaggio e la carne
della macelleria buona.
uno
magazine
uno
magazine
29
Monica Boin
Portrait
Quali sono i tuoi pregi?
«Sono una persona molto determinata, lotto per quello che mi sta a cuore. Ho un buon
senso dell umorismo, difficilmente mi si incontra per strada con il broncio e, infine, sono
una persona che dimentica molto velocemente i momenti negativi. Credo che in seguito
ad ogni momento di crisi ci sia il vantaggio di poter ripartire da capo e sapersi reinventare. Insomma la mia filosofia di vita fa riferimento, sempre e comunque, al bicchiere mezzo
pieno e mai a quello mezzo vuoto».
Thomas Ortolan
L’autore del servizio che
appare in queste pagine,
nato a Venezia nel 1979,
E i tuoi difetti?
«Sono molto testarda, non amo i romanticismi e non sopporto l’invidia femminile».
tecnologia in tutte le sue
forme, dal computer, al
telefonino, alle reflex digitali. Diplomato nel 1998
per alcuni anni ha svolto
l’attività di Consulente
Informatico con incarichi
di analista funzionale e
tecnico. Nel 2007 acquista
la sua prima reflex digitale
dando vita un fortunato
percorso fotografico denso
di soddisfazioni. In seguito,
consolida questa sua
passione, approfondendo
le tematiche relative alla
fotografia di Moda, fino a
diplomarsi in Fashion
Photography a Milano
nel marzo 2012.
Diventando nel frattempo
Photo Thomas Ortolan www.thomasortolan.it - Model Monica Boin - Credits Manuel Nani Hs Omar Turrini Mua
è da sempre amante della
Quando hai pianto l’ultima volta?
«Esattamente una settimana fa, dopo aver trovato morta la mia gattina di un anno».
Cosa serve, oltre alla bellezza, per diventare modella?
«Di donne belle ne è pieno il mondo. A mio avviso, la bellezza è un requisito necessario,
ma non sufficiente per poter fare questo mestiere. È necessario essere proporzionate,
avere una buona espressività del volto e fotogenia. Una modella deve saper essere versatile per poter posare per generi fotografici molto diversi. La fotografia è un mezzo di
comunicazione e come tale deve trasmettere un messaggio. Ecco perché in ambito pubblicitario, ragazze con tratti somatici molto particolari fanno più carriera di altre ragazze
magari molto belle, ma senza particolarità. Sostengo infatti che l’ingrediente fondamentale
per fare questo lavoro è il carisma. In un ambiente con un alto livello di competizione
come questo è essenziale valorizzare la propria unicità. È più facile essere notate per un
difetto che non per un’assidua perfezione».
Un libro o un film che consiglieresti e perché?
«Consiglierei L’alchimista di Paulo Coelho. Un libro che insegna a seguire il proprio percorso di vita, a non arrendersi mai e a lottare ogni giorno per raggiungere la propria felicità.
È una favola spirituale sulla vita: “Ascolta il tuo cuore, esso conosce tutte le cose”. Ti insegna a credere nella propria leggenda personale e di non dubitare mai del proprio cuore».
Il tuo uomo ideale?
«Il mio uomo ideale deve essere sicuro di sè, fedele, deve amare la famiglia e i bambini e
deve amare il mio lavoro».
Hai qualche hobby?
«Adoro leggere. Il mio lavoro mi porta ad essere spesso in viaggio e questo mi da modo
di apprezzare la lettura».
fotografo a tempo pieno.
Di che ti occupi e quali sono le tue aspirazioni?
«Attualmente lavoro come fotomodella per cataloghi e pubblicità e come hostess immagine
in fiere ed eventi. Il mio curriculo di studi mi ha portato invece a percorrere un’altra strada,
legata alla passione per i bambini. Sono infatti laureata a Padova in scienze dell’educazione. E
se guardo al mio futuro mi vedo trasportare dai set fotografici ai banchi di scuola».
Da maggio 2013 insegna
alla Fashion Ground
Academy di Verona dove
tiene diversi corsi.
La tua personale ricetta per la felicità?
«Proprio una settimana fa. Erano le sette di mattina. Mia mamma bussa alla porta della
mia stanza ed entra con un caffè in mano, mi abbraccia fortissimo e mi da due baci. Era il
mio compleanno! Ecco cos’è la felicità. Vivere accanto alla propria famiglia, avere delle
persone che ti amano e che ti danno il cuore in ogni cosa che fanno».
www.thomasortolan.it
C
R E D I T S
HAIR STYLISt
Manuel
Nani
COMPOSIT Abito a Cinto Euganeo (PD), ho 27 anni, sono nata sotto il segno del Sagittario con ascendente Leone. Ho capelli biondi,
lunghi e lisci, gli occhi azzurri e la pelle chiara. Sono alta 170 cm, peso 47 chili, indosso la taglia 40. Le mie misure sono 85 62 88,
ho un 37 di calzata e non ho nè tatuaggi nè piercing. https://www.facebook.com/monica.boin.1
MAKE UP
ARTIST
Omar
Turrini
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O A ST R I & DISASTRI
A ST R I & DISASTRI O
Come farsi mollare e ritrovare la libertà sentimentale
ArieteFUOCOToroTERRAGemelliARIACancroACQUALeoneFUOCOVergineTERRABilanciaARIAScorpioneACQUASagittarioFUOCOCapricornoTERRAAcquarioARIAPesciACQUA
ARIETE
TORO
GEMELLI
L’ANNOIATO
L’ABITUDINARIO
LO SREGOLATO
Se siete fidanzati con un
nativo del segno e desiderate
riconquistare la vostra libertà
usate l’arma infallibile della
“noia”. Dimostratevi assonnati,
assenti alle sue advances, sbadigliate
abbondantemente e, quando vi
parla, concentratevi su altre attività.
Se resiste, colpitelo nel amor
proprio. Criticate il suo modo di
esprimersi e di pensare.Obbligatelo
ad andare piano, imponetegli ritmi
ordinati e tranquilli, fategli
rispettare i tempi e le forme.
Il nativo di questo segno
sviluppa sempre un forte
attaccamento per il partner,
essendo poi un grande
abitudinario non è facile
farlo staccare. Quindi prima
di tutto smettete di lasciarvi guidare
e cercate di imporre la vostra
volontà, e poi suscitate la sua
gelosia in presenza di estranei.
Sostituite i romantici pranzi con
qualche panino consumato in
fretta in uno squallido fast food,
poi obbligatelo a frequentare
gente nuova tutte le sere e tenetelo
alzato fino a tardi.
Ecco un nativo a cui basta
solo fiutare l’introduzione
di nuove regole da seguire
nel vostro rapporto per
diventare uccel di bosco.
Non lasciategli quindi passare un
solo ritardo o una piccola bugia.
Interrogatelo minuziosamente,
chiedete il resoconto dettagliato
di ogni azione e criticatelo di
continuo per ogni scelta. Siate
noiosi e petulanti, pretendete che
sia ordinato e, in men che non si
dica, emigrerà verso qualsiasi novità si profilerà all’orizzonte.
BILANCIA
SCORPIONE
L’ESTETA
L’INFEDELE
Per liberarvi di un partner
nato in questo segno,
dominato da Venere
e Saturno, cominciate
assumendo l’aria più sciatta
possibile e trascurando in
modo imperdonabile il
vostro modo di vestire.
Create ogni occasione per inscenare
furibonde litigate, durante le quali
dovrete alzare la voce di qualche
ottava. Sappiate però che prima di
ogni decisione hanno bisogno
di tempo, e che il loro grado di
sopportazione è piuttosto elevato,
oltre al terrore di rimanere spaiati.
32
Aforismi
Chiudere una storia con
uno Scorpione può essere
complicato. Con prudenza,
eliminate tenerezze
e affettuosità e iniziate
una piagnucolosa sequela
di lamentele. Fate notare
ai nativi tutti gli errori che
commettono a causa della loro
irruenza. Negate loro, a tempo
indeterminato, ogni approccio
intimo. In mancanza di contatto
fisico non esiteranno a tradirvi
e così potrete cogliere la palla
al balzo per lasciarli.
CANCRO
LEONE
VERGINE
L’INSICURO
L’ORGOGLIOSO
LO SCHEMATICO
Ecco un altro abitudinario
dello zodiaco, farsi mollare
da un nativo del Cancro non
è perciò una facile impresa.
Pretendete di fare vita sociale tutti
i giorni, portatelo nei locali più
affollati e rumorosi e lasciatelo solo
in mezzo a tante persone, senza
dirgli dove andate. Confessategli
che le cenette con lui al lume
di candela vi facevano schifo,
soprattutto quelle a casa di sua
madre. Staccate il telefono, non
fatevi trovare. Dovete togliergli
tutto quello che gli da sicurezza.
Non servono tattiche
particolari per liberarsi
del nativo del Leone. Infatti
appena vede messa in
discussione la sua “maestà”
comincia subito a rivolgersi
altrove. Ricordatevi quindi
quanto sono orgogliosi e pieni
di sé: solitamente basta una
dichiarazione chiara e precisa,
per fargli dimenticare la vostra
esistenza. Nel discorso d’addio
abbiate cura di precisare quanto
lo trovate pomposo e ridicolo,
per tutte le arie che si dà.
Se siete stati legati
sentimentalmente a un
nativo della Vergine avrete
avuto modo di notare
quanto siano attenti
all’infinitamente piccolo.
Mettetegli in disordine una delle
sue collezioni, oppure fate sparire
qualcuno dei suoi attrezzi per il
bricolage. Chiedetegli di pagare
alcune spese che sono soltanto
vostre, portatelo in ristoranti costosi
e lasciate pagare a lui. Non dategli
modo di prendersi cura di voi.
Si sentirà scosso nei suoi schemi
mentali e se ne andrà.
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
IL PREDESTINATO
L’IMPEGNATO
L’AMICONE
IL MASOCHISTA
Ancora prima che voi
emettiate un evidente
segnale, lui ha già annusato
che aria tira e, mentre voi
ancora non sapete quale
tecnica adottare o come
dirglielo, di solito lui è già
partito per altri lidi.
Qualora vi capitasse di incontrare
un nativo caparbio, cercate di
diventare dei pantofolai, rifiutatevi
di uscire e andate a dormire presto,
obbligandolo a seguirvi. Impeditegli
di frequentare gli amici e, anzi,
confessategli che detestate le sue
cenette a tre: voi, lui e il suo amico.
Non saranno mai loro
ad andarsene e se volete
tornare liberi dovete per
forza affondare la lama
del coltello nel loro tenero
cuore. Adottate queste strategie:
trascurateli, lasciateli molto soli,
guardateli con aria di compatimento
e rimproverateli ogni volta che
aprono bocca. Ma, attenzione, da
masochisti, quali sono, potrebbero
diventare ancora più teneri
e,allora, non vi resta che dichiarargli, a chiare lettere, che non avete
più intenzione di dover pensare ed
agire per due.
Liberarsi dei galoppatori
dello zodiaco non è per
nulla difficile. Assumete
un atteggiamento dispotico
e prepotente e bocciategli,
soprattutto, qualsiasi
progetto di viaggio. Ostacolate
ogni sua minima avventura e
portatelo in ambienti banali poco
divertenti con la presenza delle
solite persone pallose. Evitate i film
d’avventura, scegliete il più noioso
concerto da camera. Insomma
limitate il suo spazio vitale e fuggirà
a gambe levate: non lo vedrete più.
L’inferno è la sofferenza di non poter più amare. (Fëdor Dostoevskij, “I fratelli Karamazov”)
uno
magazine
Se lo sceglie lui, di solito
se ne va senza lagne
e piagnistei, ma con fredda
dignità. Il grosso problema
è rappresentato dal fatto
che non è per nulla facile
farlo stancare. Dovete passare
dalla serietà al disimpegno:
prenderlo in giro continuamente,
offenderlo e nel farlo coinvolgete
la sua famiglia d’origine. Fategli
fare tardi la notte e, soprattutto,
fategli spendere più del dovuto,
per sciocchezze inutili e vedrete
che, presto, toglierà il disturbo.
uno
Aforismi
magazine
È meglio aver amato e perduto che non aver mai amato. (Samuel Butler, “Taccuini”)
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dalleCINQUEdellaSERA
PADOVA
& PROVINCIA
CAFFÈ SNACK & MORE
COSA FARE&
DOVE ANDARE
dalleCINQUEdellaSERA
PER UNA SERATA
CON GLI AMICI O SE PREFERITE
A LUME DI CANDELA
Alex
Pedrocchi
Civico 26
Sanremo
Elle
Caffé Ristorante Eventi
Via VIII Febbraio, 15 PADOVA
✆ 049 8781231
Lounge Bar Cafè Chiuso il lunedì
Via A. Rossi, 26 RUBANO (PD)
✆ 393 8050658
Lounge Bar Chiuso mercoledì
Piazza Diaz, 5 SOLESINO (PD)
Pasticceria Caffetteria
Via Chiesanuova, 156 PADOVA
✆ 049 8561045
Gelateria Artigianale
Via Papa Giovanni XXIII, 2/A BASTIA DI ROVOLON (PD)
✆ 328 4045701
Caffè Snack & Drink
Piazza dei Frutti, 16 PADOVA
✆ 049 2051127
Caffè Snack & Drink Chiuso mercoledì pom. e domenica
Via Firenze 74/G VILLAFRANCA PADOVANA (PD)
✆ 348 9774295 (accanto Supermercato FAMILA)
Caffetteria Snack Bar Chiuso il lunedì
Piazza Europa, 31 NOVENTA PADOVANA (PD)
✆ 340 8042125
Wine Bar Concept Store Chiuso lunedì
Via Umberto I, 15 PADOVA
✆ 049 666375
Lounge Cafè Sempre aperto dalle 06 alle 02
Via Medoaco, 6 (Z.I. Limena) ALTICHIERO (PD)
✆ 393 9749372 - ✆ 320 9568937
Caffetteria e Ristorazione Sempre aperto
Via Bronzetti, 34 PADOVA
✆ 049 5224137
Lounge Bar Pasticceria Chiuso lunedì
Largo Europa, 14, PADOVA
✆ 049 8763958
Wine Bar Sempre aperto
Corso Milano, 93 PADOVA ✆ 049 666176
Wine Bar Ristorante Chiuso la domenica
Via San Fermo, 45 PADOVA
✆ 049 8759988
Angolo Breda Caffetteria
Antonio Ferrari
Baessato Padova
Travertino Cafè
Vanity
Belle Epoque
Blancò
Lounge Bar
Via Caltana, 171 S. ANDREA DI CAMPODARSEGO (PD)
Colle Berta
Enoteca Weinstube Chiuso domenica
Via Castello, 19 MONTEGROTTO TERME (PD)
✆ 049 8910163
Dea Emotional
Caffetteria Snack Bar
Via Vicenza, 20 PADOVA
✆ 049 7359175
Dogma
Lounge Bar
Via Antoniana, 218/8 CAMPODARSEGO (PD)
✆ 349 8331552 ✆ 346 4115942
El Bàcaro
American Wine & Lounge Bar
Via Marcato, 20 (Piazzale Serenissima) PIOVE DI SACCO (PD)
✆ 049 9708690
Grazia Chiuso domenica (Dicembre sempre aperto)
Caffetteria Pasticceria Panificio
Via Roma VILLAFRANCA PADOVANA (PD)
✆ 049 9050350
Hy Cafè
Lounge Bar & Music Sempre aperto
Via Brustolon, 12 ABANO TERME (PD)
L’ombra che conta
Enoteca Spuncetteria
Piazza S. Martino, 2 ABANO TERME (PD)
Osteria Barabba
Caffé Snack & Drink Chiuso la domenica
Via Vicenza, 47 PADOVA ✆ 049 8716845
uno
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Locale nuovo/rinnovato
Qui è gradito prenotare
Per nuclei famigliari
Per serate romantiche
Per “nottambuli”
Per chi ama bere bene
Per chi ama mangiare bene
Per chi ama la musica
Per spiriti piccanti
Per compleanni, feste, ecc.
Per chi fuma
Per chi cerca belle donne
Per serate “segrete”
Da segnalare agli amici
Per chi ama conversare
Per chi ama “imboscarsi”
Con musica dal vivo
Da vedere assolutamente
Per pubblico “alieno”
Con ampio parcheggio
Con spettacoli dal vivo
Con servizio rapido
Con programmi PAY TV
Con giardino estivo
Con climatizzazione
Feeling Caffè
Gran Caffè Kofler
Il Venexino
Milano Cafè
Caffetteria Snack Bar Chiuso la domenica
Via S. Lucia, 33 PADOVA
✆ 049 8760040
Re Rosso
Caffetteria Wine Bar Chiuso il lunedì
Via Roma, 324 ALBIGNASEGO (PD)
✆ 049 8625433 333 1090277
[email protected]
Senso Maleva
Caffetteria Wine Bar
Piazza San Marco, 15 MONSELICE (PD)
✆ 0429 1961450
Start Ap Cafè
Caffetteria Snack Bar
Via Tirana, 1 PADOVA
✆ 049 8711820
Vecchio Birraio
Birra di produzione propria
Via Caselle, 87 MARSANGO DI CAMPO SAN MARTINO (PD)
✆ 049 552088
Vintage 03
Aperitivo Ristorante Lounge Bar Dj set
Via Magarotto, 3 LIMENA (PD)
OSTERIE & TRATTORIE
Antica Trattoria Aggujaro
Carne alla griglia Chiuso il lunedì sera
Via S. Cuore 4, PADOVA
✆ 049 8647502
Barcollo
Vini e Specialità Regionali
Via Alessandro Guidi, 23 (zona Guizza) PADOVA
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informazione pubblicitaria
O TUTTI A T A V O L A
UN ESEMPIO DI MENÙ A LA CARTE
Antipasti Scampi crudi, Crostacei al vapore
alla catalana, Capesante ai tre sapori, Millefoglie
di baccalà mantecato con pesto di olive e capperi,
Insalata di povra, Impepata di cozze e vongole.
Da sinistra: Jacopo Lucato,
Elisa Quinziato e lo chef
Tommaso Convento.
Primi Piatti Spaghettino alle vongole, Risotto
al nero di seppia, Risotto scampi e zucca, Tagliolini
alla busara, Ravioli di zucca con crema di piselli
e pomodorini, Paccheri con scampi e porcini.
Benvenuti all’
Bentornati anche a Flavio ed Alessandro che, dopo aver dato vita a Rio de
Janeiro ad uno dei migliori ristoranti del Brasile, son tornati alla loro “creatura”
lanciata qualche anno fa. Per farlo hanno scelto di puntare su una linea “verde”ma più che
promettenete di giovani chef, come Tommaso Convento e Jacopo Lucato, con i loro piatti del
territorio, in particolare pesce, crudo e crostacei, rivisitati pur nel rispetto della ricetta originale.
aspetta di pagare il giusto. Ebbene possiamo
azzardare che, se siete
seduti ad uno dei tavoli di
Osteria dell’Angolo, tutte
le aspettative appena
indicate verranno soddisfatte. Se non ci credete,
verificate. Il locale si trova
a Padova in una laterale di
via Facciolati.
ospitare da 6 a 8 persone, ideale per un
pranzo di lavoro con la corretta privacy; la
seconda è ancor più “coccola” e appartata,
perfetta per coppie ultraromantiche o, perchè no? Persino peccaminose e clandestine...
E giunti a questo punto parliamo di cibo!
Pietanze del Mare Branzino arrotolato
con verdure, Fritto di calamari, gamberi e scampi,
Crostacei alla plancia, Rombo con patate olive
e pomodorini, Abbraccio di mazzancolle in katafi,
Scorfano in guazzetto.
Dolcezze Creme brulèe alla vaniglia, Tortino
al cioccolato con crema e amarena, Mille foglie
con crema e fragole, Tagliata di frutta di stagione.
Come si mangia?
Si mangia molto bene, cucina del territorio,
in particolare pesce con piatti della tradizione
rivisitati con gusto ed intelligenza dallo chef
Tommaso Convento, vincitore un paio
d’anni fa del Premio Montegrande, riservato
ai cuochi under 30, per aver proposto il piatto
più appetibile. Un giovane ma già con importanti esperienze maturate nei migliori locali
C
osa si augura, ognuno di noi,
quando si siede al tavolo di
un locale mai frequentato
prima? Innanzitutto di essere
accolto con simpatia e calore, poi
di trovare un locale gradevole ed
accogliente e, naturalmente, una
cucina appetitosa, di qualità, originale ma senza esagerare e, a proposito, ultimo ma non ultimo, ci si
36
Quanto si spende?
Il locale è bello ed accogliente, il servizio cordiale, i piatti sono preparati con cura, gli ingredienti sono di primissima qualità, la scelta dei
vini è ottima... Eppure il conto non è particolarmente salato. Provare per credere. La nuova
gestione infatti, che poi è quella storica che ha
lanciato il locale qualche anno fa, ha deciso di
praticare una politica dei prezzi ragionevole e,
davvero, alla portata di tutti. Di tutti coloro i
quali vorranno trascorrere una serata piacevole all’insegna della tradizione, della creatività e
della grande passione per la buona cucina di
Flavio, Alessandro e dell’intero staff.
Non perdete le serate a tema
L’Osteria dell’Angolo propone anche piacevoli serate
a tema che non mancano di allietare i partecipanti.
Come, ad esempio, le serate “ispaniche” dal menù
rigorosamente iberico. Dalla tipica sangria, al gazpacho
fino ai deliziosi piatti a base di “Pata Negra” (Zampa
Nera, dal colore dello zoccolo n.d.r.), quello che viene
definito come il miglior prosciutto del mondo: ovvero
un pregiatissimo salume ottenuto da animali che vivono
allo stato brado e che si nutrono, prevalentemente,
di ghiande. Segnaliamo infine che, tra una portata
e l’altra, l’atmosfera si fa “caliente” con le travolgenti
performances di sensuali ballerine di flamenco.
Dove si trova?
Come anticipato il ristorante si
trova all’inizio di via Bonafede,
una laterale di via Facciolati, poco prima
dell’Ospedale Sant’Antonio sulla destra
venendo dal centro, per chi conosce la città.
Una volta raggiunto il locale entrando, alla
vostra sinistra, ecco la sala principale con
diversi tavoli che, nel caso di cene aziendali,
ben si presta ad accogliere i partecipanti tutti
riuniti allo stesso tavolo centrale.
Ci sono poi altre due situazioni interessanti:
la prima prevede un tavolo defilato che può
del Piovese e della Riviera, validamente coadiuvato ai fornelli da Jacopo Lucato altro
giovane interessante, con esperienze internazionali, anche lui finalista quest’anno al prestigioso premio Montegrande.
uno
magazine
uno
magazine
Osteria dell’Angolo
Cucina del territorio
Via Bonafede, 1 PADOVA
tel.
049 0980158 [email protected]
CHIUSO: domenica sera e lunedì. APERTO: dal martedì al sabato,
a pranzo dalle 12 alle 14,30 e a cena dalle 19,30 alle 22,30.
Domenica dalle 12 alle 15. www.osteriadellangolo.it
osteriadellangolo
37
Il Grottino
dalleCINQUEdellaSERA
Baki
Donna Irene
La Kucina
Dove Come Quando
La Scala
Ristorante
Via Pitagora, 11/g RUBANO (PD)
✆ 049 635975
Ristorante Bar
Via S. Antonio, 2 SELVAZZANO DENTRO (PD)
✆ 049 8055237
Ristorante Enoteca Chiuso il lunedì
Vicolo Pontecorvo, 1 PADOVA
✆ 049 656852
Trattoria Chiuso il mercoledì
Via Roma, 89 SAN MARTINO DI LUPARI (PD)
✆ 049 9462301
Specialità arrosticini d’Abruzzo
Via dei Colli, 45 PADOVA
✆ 049 620783
Pizzeria Chiuso il lunedì
Via Euganea, 109 SELVAZZANO DENTRO (PD)
✆ 049 8055433
Specialità pesce e carne
Via Marzia, 33 ABANO TERME (PD)
✆ 049 8630306
Trattoria Chiuso il mercoledì
Via S. G. da Verdara, 13 PADOVA
✆ 049 8719731
Ristorante Pizzeria Cocktail Bar
Via Trieste, 57 PIAZZOLA SUL BRENTA (PD)
✆ 049 9620877 www.ristorantepizzeriabocconi.com
Ristorante Pizzeria Chiuso il giovedì
Via Della Libertà, 13 STANGHELLA (PD)
✆ 0425 95058
Ristorante
Via Torre Rossa, 41 CAMPODORO (PD)
✆ 049 9065621
Ristorante Chiuso il martedì
Via Albarella, 13 CAMPOSAMPIERO (PD)
✆ 049 5791555 www.bocondivino.com
Ristorante Aperto 7 giorni su 7
Via Romea, 107/B LEGNARO (PD)
✆ 049 8830739 [email protected]
Ristorante Enoteca Chiuso il martedì
Via Castello, 9 ARQUÀ PETRARCA (PD)
✆ 0429 777364
Pizzeria Ristorante
Via Facciolati, 168 PADOVA (PD)
✆ 049 757407
Ristorante Chiuso il mercoledì
Via Andronalecca MONTAGNANA (PD)
✆ 0429 800999
RistoPub Pizzeria Chiuso il lunedì
Via Sabbioni, 20 MONTEGROTTO TERME (PD)
✆ 049 8911284
Ristorante Pizzeria Chiuso la domenica a pranzo
Via Brentella, 34 CASELLE DI SELVAZZANO (PD)
✆ 049 632357 - 338 4711537
Specialità pesce Chiuso martedì e sabato a pranzo
Via Roma, 4 SACCOLONGO (PD).
✆ 049 8016648
Trattoria Pizzeria Chiuso il mercoledì
Via Del Santo, 23 PADOVA
✆ 049 664176
L’Hostaria di Via Roma
Barra Larga Chiuso il lunedì
Mario e Mercedes
Bocconi Cafè
Gatto Rosso
Bocon Divino
Trattoria Chiuso la domenica sera e il lunedì
Vicolo Pignoria (laterale via Facciolati) PADOVA
✆ 049 750487
RISTORANTI & PIZZERIE
Ai Leoni
Specialità pesce Chiuso il lunedì
Via A. Rossi, 75 RUBANO (PD)
✆ 049 8975728
Casanova
Ai Navigli in Padova
Specialità pesce
Riviera Tiso, 11 PADOVA
✆ 049 8364060 www.ainavigli.com
Corte Sconta
Al Palazzon
Ristorante
Piazza Capitello, 27 TORREGLIA (PD)
✆ 049 9930111
Ristorante Chiuso il lunedì
Via Ca’ Onorai, 2 GALLIERA VENETA (PD)
✆ 049 5965020
Da Artemio
Al Vigò
Ristorante Pizzeria
Via Fornaci, 128 Torre PADOVA.
✆ 049 625660
Grill Ristorante Chiuso lunedì
Via Adriatica, 63/65 (zona Bassanello) PADOVA
✆ 049 692724 331 4544524 www.alvigo.it
Bassanello
Ristorante Pizzeria Chiuso martedì e lunedì a pranzo
Via Adriatica, 3 PADOVA (Ponte del Bassanello)
✆ 049 687500
L’Antico Sapore
Ristorante Chiuso domenica
Via Panà, 56 NOVENTA PADOVANA (PD)
✆ 049 8703294
38
Capovolta
Da Seba
Specialita “la fiorentina” Chiuso lunedì e martedì
Via San G. Barbarigo, 3 PERAROLO DI VIGONZA (PD)
✆ 049 629955
Dom Mario
Ristorante Chiuso domenica sera e lunedì
Via Montepertica, 3 CITTADELLA (PD)
✆ 049 9402434
dalleCINQUEdellaSERA
Locanda Alla Torre Chiuso il lunedì
Elisir Del Bosco
L’Enoteca di Arquà
Fuori Menù
L’Orlando Furioso
Hostaria S. Benedetto
Il Console
Il Re del Poker
Luxury Risto&Lounge Bar
Via Marco Polo, 2H MESTRINO (PD).
✆ 049 8686937 www.ilredelpokerpadova.it
Osteria dell’Angolo
Cucina Veneta Specialità pesce Chiuso domenica
sera e lunedì
Via Bonafede, 1 PADOVA
✆ 049 0980158 www.osteriadellangolo.it
Papilla
Ristorante Biologico Vegetariano Chiuso il lunedì, sabato a pranzo e domenica a cena.
Viale dello Sport, 15 CITTADELLA (PD)
✆ 049 9404620 www.ristorante-papilla.it
La Bulesca
Pedrocchino
Ristorante Chiuso domenica e lunedì a pranzo.
Statale 11 PD - VI RUBANO (PD)
✆ 049 8975297
Bar Ristorante Pizzeria Chiuso il giovedì
Via Roma, 21 CAMPODORO (PD)
✆ 049 9065217 Orari: 07,00/02,00
La Famiglia
Perdinci
Trattoria Chiuso martedì sera e mercoledì
Viale Melzi, 7 CORREZZOLA (PD)
✆ 049 9760059 www.lafamigliacorrezzola.eu
La Fonderia
Ristopub pizzeria
Via Vallarega, 23 LUVIGLIANO DI TORREGLIA (PD)
✆ 049 9903953
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DEI LOCALI DEL VENETO
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Pizza Biologica A.I.C. senza glutine Chiuso il lunedì
Via C. Callegari, 43 PADOVA
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Pizzeria Al Borgo Vecio
Ristoria Re Sole
Cucina mediterranea Chiuso Domenica sera e Lunedì sera
Via Pioveghetto, 9 PADOVA
✆ 049 8723180.
Speak Easy
Ristorante Cafè Pizzeria Ethnic Food Sempre aperto
Piazza Repubblica 4 ABANO TERME (PD)
✆ 049 667446 www.speakeasy-abano.it
Spiller
Birreria Ristorante
Via Fornace Morandi, 24 (Arcella) PADOVA
Taverna Degli Artisti
Ristorante Chiuso lunedì sera e martedì
Stradella della Mura Rotta, 9 CITTADELLA (PD)
✆ 049 9402317 www.tavernadegliartisti.it
Zeus
Cucina greca e mediterranea Chiuso giovedì
Via Noventana, 107 Noventa Padovana (PD)
✆ 049 8930872 www.zeusdoc.it
PiacePerchè “Giardino estivo, locale climatizzato.
Lunedì - venerdì pranzo menù fisso 12 euro”.
Kirin
Tenuta Galilei
Cucina Giapponese Chiuso il lunedì.
Via G. Reni, 81 PADOVA
✆ 049 8647116
Terrazza Carducci
Brasil Restaurant Aperto tutte le sere e domenica a pranzo
Via Dei Colli, 164 PADOVA
✆ 049 8686957
Ristorante Chiuso lunedì e martedì
Via Gorizia, 13/A MESTRINO (PD)
✆ 049 5082553 www.tenutagalilei.it
Cucina tradizionale Chiuso il mercoledi.
Via Carducci, 2/B PADOVA
✆ 049 8766183.
Tommy
Il cantiere della Pizza
Via Monte Grappa, 50 SELVAZZANO DENTRO (PD).
✆ 049 8056572 [email protected]
Via Palestro, 29
Ristorante Chiuso domenica e lunedì a pranzo
Via Palestro, 29 PADOVA.
✆ 049 8721636
Weedoo
Easy food for happy people
Via Stefano Breda, 36/A (a 100 m. dal Cinecity) LIMENA (PD)
[email protected]_www.weedoo.it
CUCINA ETNICA
Buddha
La Mulata
Sansushi
Cucina Giapponese Chiuso il lunedì a pranzo
Via Chiesanuova, 217 PADOVA
✆ 049 8725214 www.san-sushi.com
Masa
Sushi Restaurant Chiuso il lunedì
Via Raggio di Sole, 45 PADOVA
✆ 049 8713290
Momà
Pesce crudo e cucina etnica
Vicolo Ognissanti, 83 PADOVA
✆ 049 8073845
Posada de la Mision
Cucina messicana Chiuso il martedì
Via N. Sauro, 16 PADOVA (laterale Piazza dei Signori)
✆ 049 8756498
Sahara
Pizzeria con cucina Chiuso il lunedì
Via SS. Fabiano e Sebastiano, 51 PADOVA
✆ 049 623734
Cucina indiana Aperto 7 giorni su 7
Via Giotto, 31 PADOVA
✆ 049 8789308
Cucina mediorientale Chiuso il lunedì
Via Frà Paolo Sarpi, 116 PADOVA
✆ 049 8715116
Pizzeria Pub Ristorante
Via Torrerossa, 78 CAMPODORO (PD)
✆ 049 9065736
Ristorante mexicano Chiuso il lunedì
Via Altichiero,27 PADOVA
✆ 049 619305
Cucina Giapponese e cinese Aperto 7 giorni su 7
S.S. del Santo, 82 CADONEGHE (PD)
✆ 049 8876618
Red Tower
Ristorante Venezia
Ristorante
Via Venezia, 28 PADOVA (a 100 m. dalla FIERA)
✆ 049 8074920 www.ristorante-venezia.it
San Crispino
Ristorante Chiuso il lunedì (12,30/15,00 - 19,30/23,30)
Viale Arcella, 17/c PADOVA
✆ 049 8649268 www.sancrispinoristorante.it
uno
magazine
El Agave
Gandhi
Cucina indiana
Via Cavallotti, 28 PADOVA
✆ 049 687840
Jadore
Sushi Restaurant & Cocktail Bar Chiuso il lunedì
Via Riva del Grappa, 24 CITTADELLA (PD)
✆ 347 6942377
Wok-Sushi
MULTISALA
Multisala Astra
Via Aspetti, 21 PADOVA.
✆ 049 604078. www.multiastra.it
Cineplex Dream Park
Strada Battaglia DUE CARRARE (PD)
✆ 049 9125999. www.cineplex.it
39
O C H E F & DINTORNI
VENEZIA NATIVA
ACCENDE IL NATALE
A Burano, Mazzorbo e Torcello nelle domeniche 22,
29 Dicembre e 5 Gennaio il "Consorzio Venezia
Nativa" vi offre l'occasione di vivere la magia delle
feste natalizie in questo arcipelago unico al mondo.
Verranno proposti eventi, degustazioni emozionali, visite guidate
a laboratori, musei, mostre fotografiche, verrà offerta inoltre la
possibilità di assistere alle tipiche lavorazioni artigianali e di
acquistare eccellenze a prezzi agevolati.
Grande spazio anche alle esperienze enogastronomiche: durante
le giornate, sarà infatti possibile, tra l'altro, visitare la Tenuta
Venissa, seguendo un programma che comprende la proiezione
della multivisione realizzata da Francesco Lopergolo con le suggestive immagini di Paolo Spigariol, ed il tasting emozionale di
Venissa 2011. Domeniche veramente speciali, dunque: enogastronomia, arte, natura, shopping, visite guidate nei luoghi d'eccellenza delle Isole della Venezia Nativa (il Museo di Torcello, il
museo del Merletto a Burano, i famosi laboratori di Pasticceria di
Burano, i cantieri navali...) e, ancora, passeggiate tra case piene
di colore. E quanti desiderano portarsi a casa un ricordo della loro
visita, potranno approfittare delle proposte dei suggestivi negozi
delle Isole che, per l'occasione, offriranno uno sconto speciale sui
(credits Nevio Doz)
loro prodotti tipici, dai vetri, ai merletti, ai dolci. Per raggiungere
Burano sarà possibile utilizzare il collegamento naturalistico proposto da Laguna Fla Escursioni che porta, in circa 50 minuti, dall'area del Museo di Quarto d'Altino a Burano, al centro della
Venezia Nativa, seguendo un itinerario che fiancheggia i luoghi
più caratteristici di questo ambiente.
Per info e prenotazioni del transfer: Laguna Fla Escursioni,
Massimiliano Zane, cell. +39 347 9922959; Manola, cell. +39
339 7781132. Per info e prenotazioni per l'evento proposto
dalla Tenuta Venissa: +39 0415272281 - [email protected]
Per il programma completo: www.venissa.it
PUOI RAGGIUNGERE VENISSA
SU PRENOTAZIONE ANCHE
CON IL WATERTAXI GRATUITO
Per i clienti di Venissa è ora disponibile un watertaxi gratuito,
su prenotazione, che collega Ca’ Noghera, dove si trova un
parcheggio privato custodito per i clienti Venissa, alla tenuta.
Il transfer seguirà i seguenti orari:
❖ Ca’ Noghera - Venissa ore 12:30
❖ Venissa - Ca’ Noghera ore 15:30
❖ Ca’ Noghera - Venissa ore 19:30
❖ Venissa - Ca’ Noghera ore 22:30
Info e prenotazioni: [email protected] Tel +39 041 52 72 281.
40
Da sinistra: Marco
Galtarossa, terzo
classificato, 24 anni,
il vincitore Giulio
Masiero, 25 anni,
Elena Cristofanon
“colonna portante”
del Premio
Montegrande
ed il secondo
classificato Raffaele
Minute, 23 anni,
di Belluno.
Sotto: il piatto vincitore.
IL MONTEGRANDE PREMIA PADOVA
È la provincia di Padova ad aver avuto la meglio nella nona edizione
del PREMIO MONTEGRANDE con la vittoria di Giulio Masiero giovane
chef all’Osteria 3 quarti del centro storico della città.
Al secondo posto trionfa Belluno, mentre per Treviso il premio speciale allo chef che più si è distinto in cucina per professionalità, passione e abilità. Grande emozione alla serata di premiazione
dove tutti i concorrenti, a prescindere dalla vittoria, hanno condiviso l’importanza del premio come
opportunità di crescita professionale e personale. Fra di loro anche il giovanissimo vincitore della
passata edizione, più volte ospite di trasmissioni televisive su Rai 1. Si è conclusa, giovedì 21
novembre 2013, con un’elegante cena di gala al ristorante Montegrande di Rovolon (PD), la nona
edizione del Premio Montegrande realizzato con la partnership dell’azienda Nonno Nanni che
da quest’anno ha deciso di affiancare il ristorante Montegrande nella valorizzazione dei giovani
chef veneti, entusiasti del loro lavoro e capaci di mettersi alla prova ed accettare la sfida per dire
la loro sull’arte culinaria. La serata condotta e animata da Marco Valletta, docente all’Istituto alberghiero di Castelfranco (TV), ha reso protagonisti i 16 giovani concorrenti (selezionati su oltre 50
partecipanti) che sono stati impegnati a confrontarsi su “Interpretazioni del formaggio robiola e
stracchino del Nonno Nanni in un antipasto o caldo o freddo, con la presenza di almeno un frutto e di un ortaggio della stagione autunnale”: tema di questa edizione del concorso. La giuria ha
riscontrato un alto livello dei giovani partecipanti. Tuttavia il podio è stato decretato all’unanimità
e senza discussioni. A vincere la nona edizione del Premio Montegrande, come anticipato, è stato
il padovano Giulio Masiero, 25 anni, giovane chef dell’Osteria 3 quarti del centro storico di
Padova con il piatto “Cheesecake di stracchino, robiola e melograna di lamponi”. Giulio, reduce
di uno stage al Lazzaro 1915 di Pontelongo (PD) di Giorgio
Siviero, chef padovano che negli anni passati ha partecipato al
concorso e che ha conquistato recentemente la stella Michelin,
si aggiudica un buono viaggio di 1.000 euro. Secondo classificato con il piatto “Non dolce autunnale: bavarese alla robiola
e stracchino con radicchio di Santa Giustina e zucca su pane
alle noci feltrine, grissino di polenta alle rape, agretto di melograno e gocce di caco vaniglia” è Raffaele Minute di
Belluno; 23 anni ha appena finito la stagione estiva all’hotel
Bellariva di Brescia. Raffaele si aggiudica una confezionatrice
sottovuoto. Un altro padovano al terzo posto: Marco
Galtarossa, 24 anni, sous chef all’hotel Mioni Royal San di
Abano Terme (PD), vince una friggitrice da banco con il piatto
“Macaron di robiola infornata, gel di stracchino alla rapa rossa
e mela verde, gelato di cachi e pioppini in agrodolce”. Premio
speciale per il piatto che, dal punto di vista visivo, è risultato
essere quello più appetibile per cromia, disposizione e originalità, va a Davide Ferrante primo
pasticcere al Kofler di Padova, con il piatto “Cilindro di focaccia croccante con mantecato di baccalà e robiola affumicata, gelato di stracchino, clementine candite al sale su salsa di bietoline e
rafano” che vince un soggiorno di due notti presso uno dei Thermae GB Hotels; soggiorno assegnato anche allo chef che più si è distinto in cucina per professionalità, passione e abilità, premio
assegnato al trevigiano Marco Campaner, tutor tecnico all’istituto alberghiero di Tione (TN) con
il piatto “Arancino allo stracchino, sandwich al dragoncello con crema di robiola, crema di porcini, guarnizione di frutta e ortaggi autunnali”.
uno
magazine
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oglia di Victoria Club!
VICTORIA CLUB
ABANO TERME (PD)
Via Vespucci (presso Grand Hotel Trieste & Victoria)
Tel. 049 8665100 Cell. 334 1469601
e-mail [email protected]
sito www.victoriaclubabano.it
APERTO GIOVEDÌ, VENERDÌ E SABATO (DALLE 21 ALLE 02)
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Victoria Club
Live Music & Dance Aperto giovedì,venerdì e sabato
Via Vespucci (presso Grand Hotel Trieste & Victoria)
ABANO TERME (PD)
✆ 049 8665100 (Orari: 21/02)
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CAFFÈ SNACK & MORE
Cafè Due Pomi
Buffet e musica Chiuso il lunedì
Piazza Monte di Pietà, 13 TREVISO
✆ 338 9255687
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Coffee & Drink
Piazza Monte Pietà, 8 TREVISO
✆ 348 6730133
Gellius
Lounge Bar & Caffè Chiuso il lunedì
Via Calle Pretoria, 6 ODERZO (TV)
✆ 0422 713577
Kofler Kafè
Ristorante Pizzeria Sempre aperto (18.00/02.00)
Piazza delle Istituzioni, 34 TREVISO
✆ 0422 235901
Mamamia
Wine & Cocktail Bar Chiuso il lunedì
Borgo Mazzini, 50 (Porta S. Tommaso) TREVISO
✆ 333 2586753
The Carpe Diem
Risto Music Bar Chiuso la domenica
Via Le Canevare, 38/42 (fronte Aeroporto) TREVISO
✆ 0422 1990671
3Viso Cafè
Yu
Crudo&Sushi Restaurant Chiuso il lunedì
Viale della Repubblica, 245/C TREVISO
✆ 0422 307462
Wine Bar Sempre aperto
Piazza Santa Maria dei Battuti TREVISO
✆ 393 9210712
OSTERIE & TRATTORIE
Basilico 13
Ristorante biologico vegetariano Chiuso lunedì
Piazza San Vito, 13 TREVISO
✆ 0422 549789
Osteria al Treno
Cucina di pesce Chiuso mercoledì
Borgo Monte Grappa, 6 CASTELFRANCO VENETO (TV)
✆ 0423 494802
Odeon alla Colonna
Cucina stagionale e del territorio
Vicolo Rinaldi, 3 TREVISO
✆ 0422 541012 www.odeonlacolonna.it
Toni del Spin
Piatti della tradizione
Chiuso domenica/lunedì a pranzo
Via Inferiore, 7 TREVISO ✆ 0422 543829
Trattoria San Tommaso
Cucina tipica trevigiana Chiuso domenica sera/lunedì
Borgo Mazzini, 59 TREVISO
✆ 0422 591180
RISTORANTI & PIZZERIE
All’Antica Torre
Ristorante Chiuso domenica e lunedì
Via Inferiore, 55 TREVISO ✆ 0422 583694
Bistrot
Cucina Tipica Pesce e Carne Chiuso martedì
Via Pietro Bembo, 85 ASOLO (TV)
✆ 0423 529592 www.ristorantebistrotasolo.com
Gioia
dalleCINQUEdellaSERA
LOCALI NOTTURNI
Ti Taggo
L’Albera di Zeus
Ristorante Pizzeria Carne alla griglia Sempre aperto
Via Terraglio 249 PREGANZIOL (TV). Facebook
✆ 0422 1721856 345 3011535 348 2627718
PiacePerchè “L' Albera di Zeus ora è anche pizza
senza glutine! Cercaci su Facebook come: Pizza Zeus”.
Madam
Discoteca
Via Fonderia 111 TREVISO
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VICENZA
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CAFFÈ SNACK & MORE
Vintage Restaurant Store Sempre aperto
Via Risorgimento, 10 - TREVISO ✆ 0422 580229
Caffè De Mori
Mandrillo
Caffé Snack & Drink Chiuso il martedì
Via Nazionale, 102 BELVEDERE DI TEZZE SUL BRENTA (VI)
✆ 380 3224958
Puro Gusto
Caffé Snack & Drink Chiuso il martedì
Corso Palladio, 187 VICENZA
✆ 346 0094339
Sangal
Vino Sali Tabacchi Chiuso il lunedì
Via XX Settembre, 69 CAMISANO VICENTINO (VI)
✆ 0444 610191
Villa Foscarini Cornaro
Caffé Pasticceria Chiuso il lunedì
Via XX Settembre, 87 CAMISANO VICENTINO (VI)
✆ 0444 610161
Ristorante e pizzeria Chiuso il lunedì
Via Terraglio, 114 TREVISO (località Le Grazie).
✆ 0422 491716
Caffè Teatro
Vineria Ristorante Enoteca Sempre aperto
Viale Italia, 196 CONEGLIANO (TV)
✆ 0438 31379
Concordia
Restaurant Lounge Bar & Terrace Chiuso il martedì
San Marco, 1089 VENEZIA
✆ 041 3192747 www.sangalvenicerestaurant.com
Ristorante la Cantinaccia Pizzeria Birmana Sempre aperto
Via Palazzi, 10 GORGO AL MONTICANO (TV)
✆ 0422 208012
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Viale Italia, 194/A CONEGLIANO
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Via Archimede, 2 DOSSON DI CASIER (TV).
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Via Palestro, 8 TREVISO.
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Cucina Giapponese e cinese Aperto 7 giorni su 7
Via Europa, 21 PREGANZIOL (TV)
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Ferracina
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OSTERIE & TRATTORIE
Casa Nova
Locanda Chiuso il lunedì
Via Tito Speri, 38 CASSOLA (VI)
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Ristorante Pizzeria Chiuso il martedì
Via Roma, 151 ROSSANO VENETO (VI).
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Piazza dei Signori VICENZA
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I Castelli di Giulietta e Romeo
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Pizze moolto speciali Chiuso lunedì
Via Cartiera, 62/a ROSSANO VENETO (VI)
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Birreria red wine bar art room Chiuso il lunedì
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Ottocento
Ponte delle Bele
Piatti tipici vicentini Chiuso la domenica
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Piatti tipici vicentini Chiuso il lunedì
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Locanda alla Torre da Zemin
Locanda Casanova
Piatti tipici e innovativi Chiuso lunedì
Via Tito Speri CASSOLA (VI)
✆ 0424 521074 www.locandacasanova.it
Lunaelaltro
RISTORANTI & PIZZERIE
Ristorante Pizzeria Chiuso mercoledì
Corso della Ceramica, 33 MAROSTICA(VI)
✆ 0424 478098
Caffé Snack & Drink
Piazza Matteotti, 35 VICENZA
✆ 0444 321432
Ristorante Pizzeria Chiuso il lunedì
Piazzale della Vittoria, 7 Monte Berico VICENZA
✆ 0444 235470
Cucina Veneta Chiuso lunedì
Via Chiesa Valrovina 35, BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 502593 www.melogranoristorante.com
Cocktail Bar Café
Via Marosticana, 229 DUEVILLE (VI)
✆ 0444 592517
Ristorante Chiuso il martedì
Via San G. Barbarigo, 13 ROMANO D’EZZELINO (VI)
✆ 0424 570502
Ristorante Wine Bar Jazz Club Chiuso martedì
Via Rive, 14 CARTIGLIANO (VI)
✆ 348 8265815 www.rivejazzclub.it
Caffè Snack Chiuso il lunedì
Piazza dei Signori, 55 VICENZA
Orari: 09/24
Pegasus
Stra
Ai Sette Santi
Al Pioppeto
Melograno
Osteria Rive
www.unomagazine.com
Siamo anche su
42
uno
magazine
uno
magazine
Facebook e
Twitter alle pagine UNO Magazine
43
Enoiteca Bistrot Chiuso la domenica
Viale Europa, 3 ROMANO D’EZZELINO (VI)
✆ 0424 33441 mobile 339 7831291
www.enoitecapomodoro.it
Panic Jazz Club
Restaurant Concerti Chiuso martedì
Piazza degli Scacchi MAROSTICA (VI)
✆ 0424 72707 www.panicjazzclub.com
CUCINA ETNICA
Hot Cactus Café
Cucina messicana Chiuso il lunedì
Viale della Pace, 318 VICENZA
✆ 0444 500302
Il Covo del Ribelle
Cucina messicana anche d’asporto Chiuso il martedì
Via Roncalli, 99 ROSÀ (VI)
✆ 0424 580322
La Cueva
Cucina messicana Chiuso il lunedì
Via G. Lanza, 84 VICENZA
✆ 0444 570311
Posada de la Mision
Cucina messicana
Via Campomarzio 56 BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 523746
Shyva
Cucina indiana Solo venerdì e sabato su prenotazione.
Via S. Giorgio BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 50000
LOCALI NOTTURNI
Shindy Club & Shyvaa
Discoteca e Cucina etnica Aperto venerdì e sabato
Contrà San Giorgio 140 BASSANO DEL GRAPPA (VI)
✆ 0424 500000 (Orari: 21/04) www.shindy.it
VENEZIA
& PROVINCIA
CAFFÈ SNACK & MORE
Caffè dell’Orologio
Snack Bar Chiuso il giovedì
Via Chiesa, 3 S. PIETRO DI STRA (VE)
✆ 049 9801292
The Dubliner Pub
In perfetto stile irlandese Chiuso il lunedì pomeriggio
Via Nazionale, 131 MIRA (VE)
✆ 041 5600601
OSTERIE & TRATTORIE
Ai Glicini
Cucina veneta Chiuso domenica a pranzo aperto di sera
Via Verdi, 1 TOMBELLE DI VIGONOVO (VE)
✆ 049 9800960
44
Legrenzi
Wine Bar Café Osteria Ristorante Sempre aperto
Corte Legrenzi, 31 VENEZIA
Ostaria Da Mariano
Cucina veneta
Via Cecchini, 1 MESTRE VENEZIA (ang.via Spalti, 49)
✆ 041 615765
Entra anche tu nel Club
La Chiave
Ristorante Chiuso il lunedì
Via Brendole, 93 GAZZERA MESTRE VENEZIA
✆ 041 913475
più Vantaggioso del Veneto
Re di Quadri
Sottovoce
Cucina del territorio Chiuso il lunedì
Via Nazionale 26, Mira (VE)
✆ 041 4266235 www.rediquadri.com
Trattoria Alla Stella
Ristorante Pizzeria Chiuso il lunedì
Via Vittorio Veneto, 77 ANGUILLARA VENETA (PD)
✆ 049 9520443
Hostaria Pizzeria Chiuso il lunedì
Via Ospedale, 34 MESTRE (VE)
✆ 041 989841
Specialità Pesce Chiuso il martedì
Via C. Marchesi, 34, CAMPAGNALUPIA (VE)
✆ 041 467238
RISTORANTI & PIZZERIE
Al Fogher
Cucina tipica veneta Chiuso il mercoledì
Via Arzerini, 48/1 CAMPONOGARA (VE)
✆ 041 462140
Al Gallo
Specialità Pesce Chiuso lunedì pomeriggio e martedì
Piazza XX Settembre NOALE (VE)
✆ 041 440088 www.ristorantealgallo.it
Antico Pignolo
Ristorante
San Marco Calle Specchieri, 451 VENEZIA
✆ 041 5228123
Aspettando Godot
Pizzeria Chiuso lunedì, sabato e la domenica a pranzo
Via Unità, 4/a SPINEA (VE)
✆ 041 992920
Avogaria
Ristorante anche vegetariano Chiuso martedì
Calle dell’Avogaria, Dorsoduro 1629 VENEZIA
✆ 041 2960491 www.avogaria.com
Autoespresso
Trattoria Enoteca Chiuso domenica sera e lunedì
Via Fratelli Bandiera, 34 MARGHERA (VE)
✆ 041 9320214
Dall’Amelia
Cucina del territorio anche vegetariana
Via Miranese, 113, MESTRE (VE)
✆ 041 913955 www.dallamelia.it
Fratelli La Bufala
Pizzeria Ristorante Sempre aperto
Corte Marin Sanudo, 17 MESTRE (VE)
✆ 041 0992546 www.fratellilabufala.com
Goha
Specialità pesce Chiuso giovedì
Piazza della repubblica, 19 CAVARZERE (VE)
✆ 0426 311033 Orari: 10/14 - 18/02
Il Burchiello
Ristorante Chiuso lunedì e martedì sera
Via Venezia, 40 ORIAGO DI MIRA (VE)
✆ 041 472244
Tabià
Tantra Cafè
Restaurant lounge & show bar Chiuso martedì
Via Colombara, 211 MALCONTENTA DI MIRA (VE)
Trattoria 81
Specialità Pesce Chiuso il lunedì
Riviera Bosco Piccolo, 84/i ORIAGO DI MIRA (VE)
✆ 041 5631799
Villa Ducale
L E R I S P O S T E A L L E D O M A N D E P I Ù F R E Q U E N T I S U L L E I N I Z I AT I V E U N O C L U B
nei locali eccetera. Nel caso di iniziative non gratuite nell’invito è indicato
espressamente il costo relativo e tutto ciò a cui esso da diritto.
❖ Cos’è UNOClub?
UNOClub è un servizio GRATUITO, chi vi aderisce riceve degli inviti per
eventi, cene, inaugurazioni e feste organizzate da UNOClub. Inoltre la
carta UNOClub da diritto a sconti ed agevolazioni presso negozi, attività
commerciali ed istituzionali in convenzione.
❖ Come RICEVO gli inviti?
Gli inviti vengono inviati SEMPRE a mezzo E-MAIL dall’indirizzo
[email protected] e dal gruppo su facebook,
e solo in rari casi, con un sms dal n° 342 4153583.
❖ C’è un limite di ETÀ per iscriversi ad UNOClub?
NESSUN limite. Ci sono iniziative dedicate ai giovani ed altre rivolte
a persone più mature.
❖ Posso CHIAMARE il numero da cui ricevo gli sms?
NO, il numero NON È ABILITATO alla chiamata voce. Si tratta di
un numero che gestisce unicamente gli sms attraverso un computer.
❖ Cosa devo fare per ISCRIVERMI?
Per iscriversi è necessario COMPILARE il coupon pubblicato qui
sotto, da inviare poi all’indirizzo indicato. Oppure aderire al
gruppo UNOClub presente nel noto social network facebook
Hotel e Ristorante
Via Martiri della Libertà, 75 DOLO (VE)
✆ 041 5608020 www.villaducale.it
Vecia Brenta
❖ Cosa devo fare per CANCELLARMI da UNOClub?
Venèxian
❖ BASTA iscriversi per far parte di UNOClub?
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È necessaria la PRENOTAZIONE, serve a valutare il numero delle presenze
previste. Essa va effettuata a mezzo e - mail o sms indicando il nome e
cognome completo. Per gli iscritti su facebook basta aderire all’invito.
La cancellazione può essere effettuata in QUALSIASI MOMENTO inviando
un sms al 342 4153583 o un’e-mail a: [email protected]
per gli iscritti su facebook è sufficiente “abbandonare il gruppo”.
Hotel e Ristorante
Via Nazionale, 403 MIRA PORTE (VE)
✆ 041 420114 www.veciabrenta.com
L’iscrizione viene attivata SOLO dopo specifica APPROVAZIONE dello staff
interno in base a parametri che ritengono la persona potenzialmente
interessata alle iniziative UNOClub.
Cucina tipica
Via S. Silvestro, 25/A MIRANO (VE)
✆ 041 5128604 www.venexian.it
Villa Momi’s
Specialità pesce Chiuso il lunedì
Località Santa Maria, 38 CAVARZERE (VE)
✆ 0426 53538 (Orari: 12/14,30 19,30/01) www.villamomis.it
❖ Posso portare anche altri AMICI non iscritti?
Certo, è sufficiente effettuare la prenotazione (vedi sopra). Va solo
ricordato loro che, alla reception, dovranno poi COMPILARE la scheda
di adesione ad UNO Club, a meno che non abbiano già provveduto.
Le iniziative, infatti, sono riservate unicamente agli iscritti al servizio.
❖ Come posso ricevere INFORMAZIONI aggiornate?
❖ Il servizio di emissione invito è GRATUITO?
Per ogni evento tutte le informazioni vengono pubblicate sul sito della
nostra rivista www.unomagazine.com e su facebook.
Sì, il servizio di emissione invito è completamente GRATUITO.
❖ Come posso DISDIRE un evento già prenotato?
❖ Anche le iniziative PROPOSTE sono gratuite?
Per DISDIRE la prenotazione basta inviare, in tempo utile, un sms al n°
342 4153583 oppure una e-mail a: [email protected]
Alcune sono GRATUITE. Per le altre è prevista la QUOTA di partecipazione
unicamente per i servizi forniti quali: cena, consumazione, ingresso
✂
Pomo d’Oro
dalleCINQUEdellaSERA
CUCINA ETNICA
GourmIndia
Cucina indiana
Via Forte Marghera, 129 MESTRE (VE)
✆ 041 951718
UNO
Asahi
Cucina giapponese Aperto tutti i giorni
Via Dei Mille 96, LIDO DI JESOLO (VE)
✆ 0421 373228
LOCALI NOTTURNI
Molocinque
Dinner&dance Cocktail Bar Discoteca
Aperto: Risto dal lunedì al venerdì Risto/Disco nel week end
Via Dell’Elettricita, 8 MARGHERA VENEZIA (VE)
✆ 0421 371648 www.molocinque.it
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oppure inviando un’e-mail all’indirizzo [email protected] o un sms al n. 342 4153583 indicando il nominativo che voglio sia cancellato dai vostri archivi.
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O F F I C I A L PA R T N E R
uno
magazine
O REPORTAGE
La rettangolare plaza Mayor, palcoscenico delle più grandi
vicende storiche della città circondata da edifici e portici
dell’inizio del Seicento, oggi isola pedonale e tranquillo punto
di ritrovo e di sosta ai tavolini dei numerosi caffè.
Museo Nazionale Centro d’Arte Moderna
Reina Sofia, un particolare della nuova ala.
È la prima città della Spagna da quasi cinque secoli, da quando cioè un re
schivo e risoluto decise di portare in un modesto borgo sulle rive del fiume
Manzanares l’intera corte. Da allora Madrid ha consolidato il suo ruolo fondamentale
diventando negli anni centro politico e finanziario del paese nonché città europea tra le più
vive dal punto di vista artistico e culturale.
F
ilippo II diede il primo e definitivo impulso quando decise di
approfittare della posizione privilegiata nel centro geografico della
penisola iberica, cuore del suo impero, e di trasferirvi la corte dall’aristocratica e blasonata Toledo, certamente più adatta per il ruolo di capitale del regno della modesta cittadina sul Manzanares. Oggi chi visita Madrid
non sa del fiume, né prima di venire, né dopo
averla lasciata. Ci si accorge di lui solo se si
guarda, attentamente, la mappa della metro
e si vede una lineetta azzurra che non è che
un’altra linea tra le tante. Ma agli italiani questo è un nome che risuona di antica e nobile
memoria, dato che tutti abbiamo imparato a
scuola la poesia del 5 maggio di Manzoni.
Alcuni visionari, poeti e artisti hanno creduto
46
“
Madrid è anche la capitale
della movida. Le abitudini di vita
sono diverse rispetto alle altre
”
nazioni europee: si cena e si esce
più tardi; di conseguenza, si fa
festa fino a mattino inoltrato
in questo fiume e l’hanno immaginato come
poteva diventare: Goya, Pedro de Ribera, che
vi costruì il pretenzioso Ponte di Toledo, i Mori
che ne fecero un punto strategico edificandoci una fortezza. E così la città andò acquisendo una sua fisionomia, quasi sempre senza la
guida di un piano urbanistico, senza vincoli di
mare e montagne, con l’unico limite di un
misero ruscello. Per molti secoli Madrid è
stata definita una “corte dei miracoli”, volubile, bizzarra, un’insieme di città diverse
messe una accanto all’altra, senza omogeneità. Non ci sono palazzi e monumenti
memorabili, nè piazze gigantesche a interrompere grandiosi viali. Non è romanica, né
gotica, né rinascimentale, né barocca, né
neoclassica, né moderna. È una città che non
ammette vocabolo alcuno se non quella di
capitale differente. Questo l’aggettivo adatto
per descrivere Madrid, poderosa metropoli
tra le più importanti in Europa. Differente
perché non possiede un patrimonio storico
come quello di altre capitali, ma mette a
disposizione poliedriche manifestazioni artistiche e stimolanti prospettive culturali.
Differente perché, rispetto alle capitali compassate del resto d’Europa, è caratterizzata A cura di
da uno spirito travolgente. L’aspetto cultura- Elisabetta Ziliotto
uno
magazine
Photo Cristian Pajaro
Photo Cristian Pajaro
Madrid cinque secoli da capitale
Sede della Comunidad de Madrid,
in carrera San Jeronimo.
le è ben delineato: gli edifici di impostazione
barocca sono un inno all’eleganza e alla
modernità, soprattutto nei pressi della Gran
Via, la principale arteria della città, dove si
assiste a un frenetico e spettacolare viavai di
madrilenos e turisti che affollano i negozietti
collocati lungo la strada durante tutta la giornata. L’essenza spagnola si riscontra in Plaza
Mayor, a suo tempo arena di corride, fulcro
storico e luogo folcloristico per i numerosi
turisti. Lo spirito antico della Madrid capitale,
invece, si assapora in Plaza de Oriente,
che immette dinanzi all’imponente Palacio
Real, ancora oggi residenza ufficiale del Re.
Altre attrattive di genere culturale sono il
Paseo del Prado, che proietta verso l’inesauribile galleria di opere d’arte, o il magnifico Museo Reina Sofia, con altrettanti
capolavori: imperdibile “Guernica”, gioiello
uno
magazine
Interno del CaixaForum una galleria
d’arte moderna sponsorizzata dalla banca
La Caixa e che si trova nel Paseo del
Prado. Fu costruito dagli architetti svizzeri
Herzog & de Meuron dal 2001 al 2007.
47
O REPORTAGE
Photo Cristian Pajaro
Photo Cristian Pajaro
Photo Elisabetta Ziliotto
Photo Cristian Pajaro
di Pablo Picasso. Di altro genere, ma comunque da visitare, il mitico stadio Santiago
Bernabeu, fantastico impianto del maggior
club della città, il Real Madrid. Bar e terrazas
all’aperto sono il punto forte: caratteristici i
“bar de tapas”, dove si fa l’aperitivo con tipici stuzzichini. Madrid, però, è anche la capitale della movida. Le abitudini di vita sono
diverse rispetto alle altre nazioni europee: si
cena e si esce più tardi; di conseguenza, si fa
festa fino a mattino inoltrato. I locali notturni sono la vera attrattiva per i tanti turisti,
soprattutto giovani, che vedono in Madrid la
grande capitale europea del divertimento,
ma anche per gli abitanti stessi, un popolo
caliente, estroverso, e comunicativo, che
contribuisce all’aria spumeggiante di questa
città. Più che da visitare, Madrid è da vivere.
MADRID INFO E NUMERI
ABITANTI 3.160.000
SUPERFICIE 607 kmq.
NAZIONE capitale del Regno di Spagna.
LINGUA spagnolo castigliano.
VALUTA dal 1° gennaio 2002 l’Euro è stato
adottato come divisa nazionale.
FUSO ORARIO d’inverno 1 ora avanti rispetto a GMT, mentre d’estate con l’applicazione dell’ora legale, le ore diventano 2.
RELIGIONE è prevalente quella cattolica.
DOCUMENTI in base agli accordi di Schengen
per i cittadini dell’Unione Europea non è
necessario alcun documento; in ogni caso è
utile portare con sé la carta d’identità.
Il Muro Vegetale del Museo CaixaForum progettato
e realizzato dal botanico parigino Patrick Blanc, noto per aver
inventato il giardino verticale, un sistema per donare alle città
distese di verde anche dove di spazio non ce n’è.
48
uno
magazine
uno
magazine
49
O REPORTAGE
Il Prado
e gli “altri” frutti
della passione
Sala Rotonda al primo piano
del Museo del Prado
«Ogni corpo dimanda le sue membra e ogni arte dimanda i suoi strumenti. E subito
ch'è creato il tutto, ancora son create le sue parti» (Leonardo). E le parti di Madrid sono
i suoi Musei: tanti, preziosi e orgogliosi, come la sua colta e fiera popolazione.
50
Photo Elisabetta Ziliotto
D
ire che il Museo del Prado è
qualcosa di unico è dire poco:
ospita 7.000 opere (circa 2000
sono esposte in permanenza) tra cui
non solo i tre grandi di Spagna, El
Greco, Velazquez e Goya, ma anche il
meglio della pittura fiamminga
(Hieronimus Bosch in particolare) e
sezioni meravigliose dedicate alla
pittura italiana, con opere di
Botticelli, Caravaggio, Mantegna,
Raffaello, Tiziano e molti altri. Frutto
di un improvviso impeto di passione che spinse un pessimo re (Carlo III) a lasciare qualcosa
alla città obbligata a sopportare il suo malgoverno. E fu sempre la passione tutta spagnola
a spingere Picasso a dipingere Guernica. Fu
nient’altro che passione ad alimentare il talento di Francisco Goya che lasciò due diverse
rappresentazioni di questa città. Una passione
chiamata amore. Mai come in altre capitali le
collezioni vivono al passo con lo spirito madri-
leno. Più che in ogni altro posto a Madrid si
può intraprendere un affascinante viaggio
nella storia dell’arte. Se i tesori più rinomati
sono al Prado (paseo del Prado), quelli più
antichi sono conservati al Museo
Archeologico Nazionale (calle Serrano
13). Alle spalle della grandiosa Biblioteca
Nazionale comprende 25 sale che ospitano
una ingente collezione di pezzi spagnoli, ma
anche reperti dell’Antico Egitto, greci, romani
e del medio Oriente. Il Museo ThyssenBornemisza (paseo del Prado 8), la cui collezione fu acquisita dalle due generazioni
della famiglia omonima solo nel 1993, per la
qualità e la quantità delle opere, si pone allo
stesso livello del Prado. Il Museo Nazionale
uno
magazine
Centro d’Arte Moderna Reina Sofia
(calle Santa Isabel 52, ) è stato inaugurato nel
1986 e sebbene si trovi in una zona un po’
degradata, di fronte alla vecchia stazione di
Atocha, custodisce il Guernica. Il Museo de
America (avenida Reyes Católicos 6), inaugurato nel 1993, raccoglie un enorme quantitativo di documenti e oggetti della più svariata origine. La presentazione è ben fatta, ma le
colonie sono viste solo dalla parte del colonizzatore. Non vengono menzionati né lo sfruttamento delle popolazioni indigene, né le
atrocità
perpetuate
dagli
Spagnoli.
Completamente gratuito è il CaixaForum
(paseo del Prado 38 ingresso libero), un centro culturale che ospita esposizioni temporanee, festival musicali e di poesia, concerti,
ricavato da una centrale elettrica di fine
Ottocento riportata a nuovo splendore dagli
architetti svizzeri Herzog & de Meuron.
Fa parte della struttura anche il magnifico
uno
magazine
giardino verticale progettato dal botanico
francese Patrick Blanc: una parete vegetale
alta ventiquattro metri e composta da quindicimila piante che attira, come una calamita, i
madrileni e i turisti, intorno a una piazza che
profuma di nuovo. Sempre gratis è il Museo
Taurino (calle Alcalá 237), dedicato alla controversa tradizione della corrida. Tra gli oggetti in esposizione, i paramenti dei toreri e alcuni quadri di Goya, ma anche purtroppo i trofei dei matadores, code, orecchie e teste di
toro comprese. Collezioni minori sono custodite nel Real Monasterio de las
Descalzas Reales (plaza de las Descalzas
Reales 3), nel Museo Cerralbo (Ventura
Rodriguez 17) e nel Museo Romantico (c.
San Matteo 13). Oltre ai musei più organizzati e dinamici, a Madrid esistono infiniti spazi
dove si organizzano mostre, esposizioni varie
e incontri d’arte. Uno di questi è il
Matadero, nuovo cantiere dell’arte contemporanea ricavato dall’antico mattatoio municipale degli inizi del Novecento: una cittadella
di quasi 150mila metri quadri che ospita gallerie, archivi, teatri, sale di proiezione, atelier e
laboratori, e dove si produrce ogni tipo di
forma d'arte, dalla letteratura al cinema, dal
teatro al design, dalle arti visuali alla musica. È
una specie di laboratorio permanente, gestito
da istituzioni pubbliche e private, in cui artisti
e gente comune possono confrontarsi. Ed è
uno spazio in continua trasformazione: mentre si lavora al recupero di nuovi edifici dell’ex
mattatoio, quelli restaurati sono già funzionanti.Il proliferare dei luoghi dedicati alla cultura ha messo in moto un meccanismo virtuoso di rinascita nei vari quartieri della città.
Negli ultimi anni infatti, sono molti i giovani
che si sono trasferiti qui dall’America Latina e
da tutta Europa. Invadendo barrios come
Lavapies, Chueca, Huertas e Latina. Perché,
qualcuno dice, i quartieri di Madrid sono
come le età della vita: a vent’anni puoi vivere
a Chueca, alle spalle dell'università, dove
tutto è a misura dei giovani, dai negozi alla
vita notturna, agli affitti bassi, a quarant’anni
magari ti trasferisci a Chamberí, verde, tranquillo, elegante, o, se hai aspirazioni borghesi, magari al paseo del Prado. Anche per
questo, a Madrid, in pochi isolati, si passa
dalle eleganti vetrine di calle Serrano, la
Montenapoleone locale, a quelle delle macellerie trasformate in showroom o dei boudoir
riconvertiti in atelier di Triball, l’ex quartiere
a luci rosse della capitale, e oggi nuova mecca
dei creativi e dei giovani stilisti. Si capisce così
che Madrid è una città aperta, piena di contrasti, dove si vive senza preoccuparsi troppo
del futuro.
Ispiratevi con il sito
www.ocholeguas.com
Quando pensate di aver ormai visto tutto,
che né la notte né le calles della capitale
hanno più segreti per voi, ecco che arriva
la sfida di ocholeguas.com, il sito di viaggi
di elmundo.es, con i suoi posti più curiosi,
magari sempre stati a portata di mano, a
un passo, nei quartieri più centrali e più
frequentati di Madrid, ma mai individuati
e conosciuti. La piazza più piccola della città, per
esempio, si trova in piena Madrid de los Austria,
nei pressi della calle Segovia: si chiama plazuela de
San Javier e risale al XVIII secolo. Un po’ più su, nei
pressi della plaza Mayor, in calle Cuchilleros, c’è
Botín, il ristorante più antico di Madrid. Fondato
nel 1725, offre una cucina castigliana tradizionale,
in cui brillano il cochinillo, il maialino, vera passione dei castigliani, e gli arrosti nel forno a legna. Si
sale ancora, si supera la Puerta del Sol e ci si dirige verso Callao, per incontrare, tra le calles
Preciados e del Carmen, la via più corta di Madrid,
la calle Rompelanzas, che misura appena 20 metri
e deve il nome alla facilità con cui si rompevano
le lance di legno delle antiche carrozze che di qui
passavano, nel XVI secolo. Nel Barrio de las
Letras, nella calle San Blas 4, c’è l’Antigua Bodega
San Blas, che, con i suoi archi di pietra del XVIII
secolo è un’ottima cantina per conservare i vini
ed è anche uno dei posti più affascinanti per conferenze stampa, riprese di film, presentazioni varie.
La Latina è uno dei quartieri più frequentati nella
notte madrilena, tra tapas, locali e teatri. Per fare
colazione, merenda o recuperare le energie dopo
una notte di festa, nessuno può sentirsi davvero
madrileño se non li prova almeno una volta! Mi
riferisco ai churros con la cioccolata calda, una tradizione che risale al secolo XIX, da assaggiare
rigorosamente alla Chocolateria San Gines in
pasadiso de San Gines.
Photo Elisabetta Ziliotto
Photo Cristian Pajaro
O REPORTAGE
Uomo che legge
il giornale la statua è
sulla Plaza de la Paja.
51
O REPORTAGE
La statua di
Filippo III
di Spagna,
al centro di
plaza Mayor.
Museo Thyssen-Bornemisza
un’importante pinacoteca
e centro culturale lungo
il Paseo del Prado, a pochi
passi dal museo del Prado.
52
uno
magazine
uno
magazine
Photo Elisabetta Ziliotto
Photo Elisabetta Ziliotto
Madrid, che non dorme mai, non smette di sorprendere, non smette di svelare angoli impensati, non smette di farti
pensare a quante volte ci sei passato
davanti e non lo sapevi. Al centro di piazza Mayor si erge la statua equestre del Re Felipe
III. Questa statua fu costruita nella prima metà
del ‘600, iniziata dall’artista italiano
Giambologna e poi terminata da Pietro Tacca,
ed essa, dietro la sua apparenza banale e discreta, nasconde un segreto: la sua pancia era un
cimitero degli uccellini! Questo piccolo segreto
lo conosce ben poca gente, ma se ci si mette ad
osservare attentamente la statua si può notare
che la bocca del cavallo è saldata. In realtà
secondo il progetto iniziale del Giambologna la
bocca del cavallo aveva un’apertura di qualche
cm, sufficiente per permettere l’entrata agli
uccellini. Questi pare che si posassero sempre
sulla bocca del cavallo, e poi incuriositi entravano nella gola, e quindi finivano nella pancia
della scultura. Una volta dentro, al buio più
nero, gli era impossibile uscire e morivano.
Ebbene per più di 300 anni nessuno seppe dell’esistenza di questo piccolo cimitero degli
uccellini nel cuore di Madrid, fino a quando nel
1931 fu proclamata la II Repubblica e gli antimonarchici, presi dall’entusiasmo, distrussero la
statua e le infilarono un enorme petardo nella
bocca: con l’esplosione vennero alla luce centinaia di piccole ossa di uccellini! Dopo la Guerra
Civile iniziò il restauro della statua, e finalmente
si decise di saldare la bocca del cavallo!
Vedendola da fuori la Estaciòn de Atocha è la
regina dell’architettura del ferro, presente in
altre stazioni di Madrid (Principe Pio, Delicias) e
in vari edifici, come il Mercado de San Miguel e
il Palacio de Cristal del Retiro. Inaugurata nel
1851 la prima stazione ferroviaria della città,
dopo un incendio è stata ricostruita nel 1892. Il
nuovo architetto fu Alberto de Palacio
Elissagne, collaboratore di Gustave Eiffel.
Ristrutturata nel 1985 dall’architetto Rafael
Moneo, nel 1992 ha smesso di essere una stazione per diventare una galleria di negozi, bar e
un night club e un giardino tropicale da 4.000
metri quadrati, con più di 7000 piante di circa
260 specie differenti. Una piccola oasi con bar,
ristoranti e panchine dove, tra una tazza di caffè
e una pietanza, si può piacevolmente ingannare
l’attesa gustandosi questo ambiente particolare.
La vista dell’insolita vegetazione, il suono riprodotto degli uccellini, una piscina artificiale, formano un mix unico che trasporta la mente altrove. In questo piccolo polmone verde, le padrone
di casa sono le centinaia di tartarughe marine
che nuotano pigramente nel laghetto o che
riposano immobili su piccole piattaforme sparse
nel laghetto stesso. È una colonia pressoché
infinita che ha un triste inizio. Pare che anni fa
un proprietario di una tartaruga americana
vedendo che questa cresceva a dismisura decise
di abbandonarla nel giardino tropicale. Dopo di
lui altre persone disinteressante pensarono di
fare lo stesso, e così tra abbandoni e riproduzioni la stazione si è trasformata in una enorme
colonia di testuggini.
La Stazione di Atocha,
la più antica di Madrid
(1851), con struttura
in vetro e ferro battuto.
Al suo interno anche
un giardino tropicale
di 2000 mq.
San Jeronimo
el Real,
qui si tengono
i matrimoni
dei reali.
Photo Elisabetta Ziliotto
Photo Elisabetta Ziliotto
I SEGRETI DI MADRID
SIAMO CIÒ CHE
MANGIAMO
Ecco l’elenco dei 10 peggiori alimenti, tra quelli
di uso più comune, che sarebbe buona norma
evitare o, almeno, consumare con moderazione.
Naturalmente ne esistono molti altri, forse anche peggiori,
ma questi li assumiamo quasi quotidianamente. Vediamoli
perciò nel dettaglio per capire da cosa e come difenderci.
CHEWINGUM E CARAMELLE
DADO
Il così tanto utilizzato dado riesce a dare
sapore a ciò che non ne ha, riuscendo in
apparenza a migliorare “notevolmente” il
gusto delle pietanze. In realtà aggiunge
sapore semplicemente perché è costituito in
prevalenza da sale, cloruro di sodio oppure
altri sali, come il glutammato monosodico,
quest’ultimo un additivo che oltre ad eccitare le nostre papille gustative è stato definito
un ottimo “fertilizzante” per il cancro. Per
chi crede poi che il sapore derivi dalla carne
contenuta nel dado, sappia che spesso le
percentuali non superano l’1% e, infine, va
ricordato che, secondo la legge italiana, in
questi casi si possono, teoricamente, usare
tutte le parti del bovino, zoccoli compresi!
54
Si tratta di qualcosa che viene consumato
ogni giorno, più volte al giorno. Se è la dose
che fa il veleno in questo caso è davvero
facile superare la dose. I Chewingum e le
caramelle contengono, nella quasi totalità
dei casi, dolcificanti nocivi come l’aspartame
e l’acesulfame-k veri killer per l’organismo.
Alcune mentine sono addirittura prodotte
utilizzando solo ed esclusivamente additivi
chimici. Leggete l’etichetta prima di consumare questi prodotti e prendete in considerazione l’idea di eliminarli dalla vostra dieta a
partire da oggi.
Inoltre, per chi mastica il chewing-gum perchè aiuta a mantenere la linea, sappia che il
chewing-gum sembra abbia alcuni effetti
negativi per l’organismo a causa del sorbitolo, un edulcorante che può causare svariati
danni all’intestino con relativo calo ponderale, ovvero un calo di peso eccessivo in poco
tempo. A rivelarlo è uno studio condotto dal
British Medical Journal, che ha indagato su
alcuni pazienti affetti da diarrea cronica e
perdita severa di peso.
Tra questi è emerso il caso di una giovane
donna che, in otto mesi, aveva perso ben 11
kg a causa di una diarrea cronica, con conseguente ipovitaminosi e con altri disturbi tipici delle malattie da malassorbimento e poco
sensibile ai farmaci utilizzati per bloccare il
disturbo, che procuravano nella paziente una
risposta dell’intestino anomala, ovvero rendeva l’azione del farmaco molto simile a
quella dei lassativi.
WÜRSTEL E MORTADELLA
Si tratta di alimenti realizzati con carne
macinata finissima, quasi impossibile da
riconoscere. Un’ottima occasione per utilizzare, spesso, la carne di più infimo livello.
Carne che, forse, rimarrebbe invenduta se si
potesse conoscerne la tipologia e, soprattutto, la provenienza. Se proprio desiderate
consumare dei salumi vi consigliamo del prosciutto crudo, controllando però che negli
ingredienti non siano presenti nitriti e nitrati
(sostanze cancerogene). Scoprire che cosa
c’è veramente in molti würstel di pollo presenti sul mercato è, inoltre, un’impresa. La
maggior parte delle persone infatti non sa
che l’80 o il 90% di questi cibi sono fatti con
“carne separata meccanicamente” che non
è altro che un sottoprodotto ottenuto dalla
macellazione delle carcasse avicole. La procedura è semplice. Dopo avere tolto il petto e
le cosce e scartato la pelle, le zampe e il
collo, le carcasse di pollo vengono trasferite
in speciali presse, dove sono macinate e fatte
passare attraverso setacci molto fini per eliminare i residui delle ossa. Alla fine di questo
primo processo si aggiungono conservanti e
addensanti, più altre sostanze a seconda dei
tipi di wurstel e il gioco è fatto. Ecco perchè
informarsi nel dettaglio su che cosa c’è in
quello che mangiano è, letteralmente, vitale.
TU PAGHI SOLO QUESTA METÀ
L’ALTRA METÀ LA METTIAMO NOI
Chi non comunica smette di esistere per il mercato. Invia una mail di richiesta dati e tariffe a: [email protected]
FORMAGGIO FUSO
Vale lo stesso discorso fatto per i würstel, il
formaggio fuso, spesso, è composto da
miscele di formaggi non fermentati a sufficienza, o invendibili, o avariati che vengono
fusi tutti assieme e resi morbidi, in alcuni
casi, grazie all’utilizzo dei pericolosi polifosfati. Questo tipo di alimenti è, molto spesso,
qualcosa di poco salutare dall’inizio alla fine,
dalle materie prime agli additivi utilizzati per
renderle mangiabili. La presenza nella lista
degli ingredienti di Citrato di sodio (E331)
uno
magazine
O C O N S U M O CONSAPEVOLE
L’ANGOLO DI ONGARO
Le fibre contro il rischio
di patologie cardiovascolari
Un nuovo studio pubblicato nel The American Journal
of Medicine ha dimostrato un’associazione significativa tra bassa assunzione di fibre alimentari e rischio
cardiometabolico. La ricerca ha analizzato i dati di 23.168 soggetti parte del National Health
and Nutrition Examination Survey (NHANES) tra il 1999 ed il 2010. Attraverso anni di indagini è
emerso che i partecipanti con una scarsa abitudine al consumo di fibre alimentari presentavano
una maggiore propensione a sviluppare disturbi legati alla circolazione, all’infiammazione cardiovascolare, all’obesità e alla sindrome metabolica. Le fibre alimentari hanno diverse proprietà:
1) migliorano le funzionalità dell’intestino; 2) aiutano a ridurre la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo; 3) riducono i rischi di problemi cardiovascolari. Nonostante queste proprietà
l’assunzione di fibre nell’uomo è, per la stragrande maggioranza delle persone, al di sotto dei
livelli raccomandati (come emerso nel NHANES). È importante quindi includere nella propria
dieta cereali integrali, legumi, frutta in guscio, semi, pasta e pane integrali, verdure e frutta.
Fonte: http://www.amjmed.com/article/S0002-9343(13)00631–1/abstract - Photo credit: Roger Smith via photopin cc
Nuovi studi sui polifenoli
Una recente ricerca, pubblicata sul Journal of
Nutrition, ha valutato, per la prima volta, l’effetto dei
polifenoli nella dieta attraverso un biomarcatore
nutrizionale. Gli antiossidanti sono gli alleati ideali per il nostro
benessere poiché agiscono sulla salute delle cellule, abbassando così il rischio di contrarre numerose malattie. Tra i più efficaci antiossidanti troviamo i polifenoli presenti soprattutto nella frutta
colorata, ma anche nel tè, nel vino rosso, nel cacao e in molti altri vegetali. Una recente ricerca,
pubblicata sul Journal of Nutrition, ha valutato, per la prima volta, l’effetto dei polifenoli nella
dieta attraverso un biomarcatore nutrizionale. Il follow-up è durato 12 anni su un campione composto da 807 uomini e donne di 65 anni o più, provenienti da due luoghi geografici ben precisi:
i paesi di Greve e Bagnano (Toscana). I risultati dello studio parlano chiaro: i soggetti che avevano una dieta ricca di polifenoli (>650 mg / die) avevano un rischio di mortalità del 30% inferiore rispetto a quelli che avevano una dieta a basso contenuto di polifenoli (< 500 mg / die). Questo
studio suggerisce, ancora una volta quanto le diete ricche di frutta e verdura siano importanti per
la nostra salute. Per assumere il giusto quantitativo di polifenoli si consiglia di consumare tutti i
giorni un’ampia varietà di frutta e verdura di stagione e una piccola quantità di frutta secca.
indica l’utilizzo di prodotti ottenuti da scarti
di lavorazione i quali vengono composti chimicamente proprio grazie a questo additivo.
Ma i formaggi fusi in fette sottili e formaggini, tanto reclamizzati nel corso degli ultimi
decenni, come prodotti particolarmente
adatti al consumo da parte dei bambini, sono
davvero degli alimenti sicuri? Chi sceglie di
portare sulla propria tavola dei formaggi
dovrebbe essere sempre informato della provenienza degli ingredienti utilizzati per la
produzione degli stessi e dei processi di lavorazione dei diversi prodotti, in modo da
potersi orientare più facilmente nell’acquisto
degli alimenti. Inoltre, riguardo a formaggini
e ai formaggi fusi in fette sottili vi sono non
pochi dubbi concernenti ingredienti contenuti nei prodotti finiti e nei metodi di produzione. I consumatori dovrebbero ottenere
maggiore chiarezza in proposito da parte
delle aziende produttrici; ne hanno il diritto.
Proviamo dunque ad approfondire l’argomento e ricordiamo di controllare attentamente le etichette riportanti gli ingredienti.
Fonte: http://jn.nutrition.org/content/143/9/1445.short
Contrastare il diabete
con gli Omega 3
Un nuovo studio ha provato che gli omega-3 potrebbero ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Un articolo pubblicato online sulla rivista Diabetes Care suggerisce un stretta correlazione tra livelli sierici corretti
di omega-3, acidi grassi polinsaturi, ed una riduzione del rischio di diabete di tipo 2. Un gruppo
di ricercatori finlandesi hanno valutato i dati di 2.212 uomini con età compresa tra i 42 ed i 60
anni che, al momento dell’iscrizione (1984–1989), non erano affetti da diabete. Campioni di
sangue sono stati analizzati per valutare i livelli di acidi grassi omega-3 (acido eicosapentaenoico-EPA, acido docosapentaenoico-DPA, acido docosaesaenoico-DHA, acido alfa-linolenico-ALA)
e campioni di capelli sono stati utilizzati per verificare i livelli di mercurio, un comune contaminante del pesce che potrebbe modificare l’effetto degli acidi grassi omega-3 sul rischio di diabete, aumentando la resistenza all’insulina. Dopo 19,3 anni di follow-up, il diabete di tipo 2 è stato
diagnosticato in 422 soggetti. Gli uomini su cui si riscontravano livelli più elevati di EPA, DPA e
DHA avevano un rischio di diabete che era di un terzo inferiore rispetto ai soggetti con livelli di
omega-3 più bassi. Nessuna associazione statisticamente significativa è stata riscontrata tra
rischio di diabete e concentrazione di acido alfa linolenico e di mercurio. Secondo gli autori l’effetto protettivo degli omega-3 contro il diabete potrebbe essere dovuto alla loro influenza su adiposità, ipertensione e profilo lipidico, che sono fattori di rischio per la malattia. Essi inoltre hanno
un effetto anti-infiammatorio e sopprimono l’espressione di alcuni gene coinvolti nel metabolismo dei lipidi. Questo studio conferma ulteriormente l’importanza del pesce nella nostra alimentazione, soprattutto di quello azzurro, particolarmente ricco di omega-3.
Fonte: http://care.diabetesjournals.org/content/early/2013/09/05/dc131504.abstract?sid=ee79dfbc-7398-45ad-8856-fbfd28d7dc6d - Photo credit: vintagedept
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Filippo Ongaro medico d’avanguardia e innovatore nella medicina
preventiva e anti-aging, è un riferimento per chi vuole rallentare l’invecchiamento
e stare realmente “bene”. È autore di “Mangiare ci fa belli”, “La spesa della salute”,
“Mangia e dimagrisci” e “Mangia che ti passa”. www.filippo-ongaro.it
RISCHI PER LA SALUTE
I rischi legati al consumo di formaggi fusi in
fette sottili sono stati posti in luce di recente
da parte di un articolo comparso sulla rivista
rumena Evz e ripreso in Italia dal settimanale
online Quale Formaggio. La fonte estera ha
sottolineato come per i formaggi fusi (compresi quindi i formaggini) sia spesso presente
una composizione di scarsa qualità, che può
comportare la presenza di “ingredienti” in
grado di portare ad impedire la fissazione del
calcio nelle ossa. Alcuni conservanti impiegati nella produzione dei formaggi fusi inoltre
sarebbero legati al rischio di cancro.
L’eccesso di sale presente in alcuni prodotti
potrebbe essere esso stesso legato all’insorgere di alcuni tipi di tumore ed al rischio di
incorrere in patologie cardiovascolari.
ADDITIVI PERICOLOSI
Secondo uno studio condotto di recente da
parte della rumena Anpcpss (Associazione
nazionale per la protezione dei consumatori
e la promozione di programmi e strategie) i
formaggi fusi possono contenere fino a 13
additivi diversi. È dunque raccomandabile
uno
magazine
controllare con attenzione le etichette per
verificare la presenza o l’assenza di alcuni
additivi utilizzati come stabilizzanti (E450),
antiossidanti (E361) e conservanti (E250).
Il conservante E250, in particolare, come
riportato da parte della rivista Evz, può compromettere il sistema immunitario dei bambini, distruggendo la flora batterica ed esponendoli ad un alto rischio di infezioni.
L’assunzione di nitriti, attraverso il consumo
di formaggi fusi che li contengano, può portare alla formazione nell’organismo di
sostanze promotrici dei tumori.
METODI DI LAVORAZIONE
I formaggi fusi talvolta possono essere ottenuti mediante il riciclo di scarti provenienti da
altri formaggi, i quali possono subire prolungati processi di trasformazione mediante
l’utilizzo di sali di fusione, dando così origine
ad un prodotto contenente composti come
fosfato, citrato e sodio, in quantità più o
meno elevate a seconda dei prodotti. Noi
consumatori non siamo a conoscenza della
provenienza delle tipologie di scarti eventualmente impiegati da parte delle aziende produttrici per ottenere tali formaggi fusi, mentre appaiono di norma ben chiare le tabelle
che riportano i valori nutrizionali presenti
sulle confezioni degli alimenti. Riguardo gli
ingredienti di partenza destinati alla fusione
per la realizzazione di questi prodotti di così
largo consumo sarebbe, dunque, necessaria
una maggiore chiarezza.
ECCESSO DI SALE
La concentrazione di sale può raggiungere i
3 grammi ogni 100 grammi di prodotto per
quanto riguarda i formaggi fusi e dovrebbe
essere presa in considerazione, soprattutto,
da parte dei soggetti ipertesi ed in caso di
somministrazione ai bambini. Secondo le più
recenti linee guida dell’OMS, gli adulti non
dovrebbero consumare infatti più di 5 grammi di sale al giorno. Le linee guida, secondo
quanto comunicato da parte dell’OMS,
devono essere rispettate anche nel caso dei
bambini, sulla base di peso, altezza ed energia consumata, in quanto un bambino con la
pressione alta sarà molto probabilmente un
adulto con il medesimo problema.
CAFFÈ
Il caffè acidifica il sangue, sovverte la digestione, causa emicranie. Inoltre dà assuefazione e per gli esperti agisce in pratica come
una droga, per via della caffeina in esso
contenuta. È inoltre documentato e scientificamente provato che il caffè, nel tempo, può
causare danni alla salute per chi ne fa un uso
quotidiano. Il principio attivo contenuto in
questo infuso, la caffeina, produce uno stato
di veglia, allontana la necessità di riposo,
provoca una certa stimolazione mentale; stimola anche il miocardio nella sua funzione
contrattile e conseguentemente aumenta la
gittata cardiaca. Inoltre ha un’azione diuretica, stimola la secrezione gastrica ed ancora
esercita un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale, sul cuore, sui muscoli striati e
sul rene. Ma nel caffè sono contenute anche
altre centinaia di tossine, inoltre è doveroso
precisare che il caffè non ha niente di alimentare, non è altro che il risultato finale di lavorazioni industriali. In sostanza la bevanda che
si ottiene è poco più che un concentrato di
elementi aromatici estratti da grani pressoché carbonizzati. Il caffè è un vero e proprio
anti-alimento, contiene 2 Kcal a tazzina, al
cui interno vi si trovano anche più di duecento (200) sostanze tossiche, eccone alcune e i
loro effetti: teofillina e teobromina (metilxantine, come la caffeina o sostanze nervine),
betamina e tannino. Alcune danneggiano il
sistema nervoso, altre il sistema vascolare e
gli organi digestivi, altre ancora sono all’origine di sintomi quali palpitazioni, vampate di
calore, angosce e oppressioni cardiache.
Aumentano il ritmo cardiaco, gli scompensi
della pressione sanguigna, causano tremori e
persino nevrastenie. Entriamo ora un po’ nel
dettaglio delle due più conosciute sostanze
tossiche del caffè: caffeina e tannini.
CAFFEINA
Anche piccole dosi di caffeina sono dannose
ai cardiopatici con segni di insufficienza aortica, ai nevrotici, agli artritici, ai dispeptici, alle
persone che soffrono di affaticamento fisico,
agli affetti di aritmia extrasistolica, ai portatori di alterazioni degenerative dei vasi, agli
arteriosclerotici per le eventuali brusche
modificazioni cardiovascolari ed inoltre agli
affetti di malattie renali ipertensive, a chi ha
problemi alla prostata o/e infiammazioni croniche della vescica. Controindicazioni quindi
anche per tutte le forme di gastriti e duodeniti, ulcera gastroduodenale, enterite, colite e
stitichezza, controindicato anche alle donne
in stato di gravidanza; da esperimenti effettuati è stato accertato il passaggio della caffeina dalla madre al feto. La caffeina in pratica logora l’organismo; anziché aumentare le
forze, dà una sensazione di falsa energia che
richiede alla fine uno sforzo maggiore.
TANNINI
Il caffè torrefatto residua una notevole quantità di tannino, la cui presenza nell’organismo può provocare danni alla salute quali:
diminuzione dell’accrescimento corporeo e
dell’utilizzazione dell’azoto proteico (i tannini formano un legame specifico con le proteine). I tannini inattivano gli enzimi proteasi, lipasi ed amilasi, che svolgono nell’organismo una funzione insostituibile; la loro inibizione comporta interferenze negative nell’utilizzazione metabolica di molte sostanze
nutritive. Un esempio di tale interferenza è
dato dall'associazione del caffè (contenente
anche tannino), con il latte (contenente proteine grassi e zuccheri); la spiegazione è che
la caffeina, aumenta la secrezione gastrica
(aumento della produzione di acido cloridico), mentre l’azione del tannino ostacola la
digestione e l’assimilazione in particolare
delle proteine, ma anche degli altri componenti del latte. Inoltre i tannini sembrano
influire negativamente sull’assorbimento di
ioni metallici (oligoelementi).
CONCLUSIONI
Vi siete mai chiesti come mai quando andate
dal medico ed esponete i vostri problemi di
salute una delle prime domande che esso vi
pone è: “Quanti caffè beve al giorno?”. E se
noi, ad esempio, gli diciamo di avere proble-
Bufale web Li vedete questi numerini rossi?
Saranno arrivate anche a voi certe e-mail secondo cui questi numerini “123456” starebbero ad indicare il “numero di vite” del prodotto. Secondo gli autori di queste missive nel caso in cui il negozio non
riesca a vendere un prodotto, prima della data di scadenza, potrebbe restituirlo senza rimetterci ed
anzi ottenendone in cambio uno “rigenerato”. A questo punto, infatti, il prodotto scaduto verrebbe
ribollito, pastorizzato ed inserito in una nuova confezione dove scomparirerebbe il numero 1 ed apparirebbero gli altri (23456) e così via. Ma questa sembra proprio essere l’ennesima bufala che viaggia sul web per cui, ad esempio, il latte pastorizzato
non venduto sarebbe riscaldato a 190 gradi e rimesso sul mercato come prodotto fresco. Il tutto sarebbe indicato appunto dai famosi numerini sul
fondo delle confezioni di cartone e, naturalmente, a norma di legge. Sono però numerose le critiche a tale ricostruzione. Per il professor Ivano De Noni,
associato di microbiologia all’Università di Milano, sono falsità e diffamazioni: la legge non permette il recupero del latte ed un trattamento a 190 gradi
renderebbe la bevanda di colore marrone e il sapore cattivo ed inconfondibile. Inoltre, spiega l’azienda Tetrapak, i numeri posti sotto le confezioni di
latte servono per la rintracciabilità del materiale di imballaggio e non hanno niente a che vedere con l’alimento confezionato.
uno
magazine
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O C O N S U M O CONSAPEVOLE
I CONSIGLI DELLA DIETISTA
mi allo stomaco, alla vescica, alla prostata o
al cuore la risposta spesso è una sola:
“Elimini il caffè”. Va detto chiaramente, se
proprio non riuscite a farne a meno, sappiate che solo un organismo perfettamente
sano tollera uno o due caffè al giorno. In
definitiva quando beviamo un caffè, introduciamo nel nostro corpo una quantità di tossine, per varietà e quantità, molte volte superiore a quelle che introdurremmo mangiando
un fungo tossico, anche se non letale. Allora
chiedetevi mangereste tutti i giorni un fungo
sapendo prima che è tossico (ma con un
buon sapore) o ne fareste a meno?
Fonte: Marino Macchio - www.my-personaltrainer.it
LA BIBITA PIÙ AMATA
Questa bevanda è costituita principalmente
da zucchero e acidifica il sangue. Inoltre
impedisce l’assorbimento di calcio e magnesio con conseguente possibilità di causare
osteoporosi. Ma la cosa più interessante è
scoprire come interagisce questa celebre
bevanda con il nostro organismo subito
dopo averla bevuta.
NEI PRIMI 10 MINUTI 10 cucchiaini di zucchero hanno impattato sul vostro sistema
(100% della dose giornaliera raccomandata).
Non vomitate subito in seguito all’overdose
di zucchero per via dell’acido fosforico che
taglia quel sapore, permettendo di trattenere la bevanda nel corpo.
DOPO 20 MINUTI Il tasso di zuccheri nel
sangue raggiunge il picco, causando un’immissione immediata di insulina. Il fegato reagisce trasformando lo zucchero, per quanto
riesce, in grasso.
DOPO 40 MINUTI L’assorbimento della caffeina è completata. Le vostre pupille sono dilatate; la pressione del sangue sale e, come
risposta, il fegato immette maggiore zucchero
nel sistema sanguigno. I recettori dell’adenosina del cervello sono ora bloccati, per prevenire la sonnolenza.
DOPO 45 MINUTI Il corpo alza il livello di
produzione della dopamine, stimolando i
centri del piacere nel cervello. È esattamento
lo stesso funzionamento dell’eroina.
DOPO 60 MINUTI L’acido fosforico cattura
il calcio, il magnesio, e lo zinco dell’intestino
crasso causando un’ulteriore spinta al metabolismo. Questo è compensato dagli alti
livelli di zucchero e dolcificanti artificiali che
aumentano anche l’espulsione del calcio dal
corpo attraverso l’urina. Inoltre le proprietà
diuretiche della caffeina entrano in gioco (stimola la diuresi). Vengono evacuati molto calcio, magnesio, e zinco, che indeboliranno le
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Guidare il bambino nelle scelte alimentari
È importante iniziare a considerare l’alimentazione un elemento essenziale
dell’educazione. «Vuole mangiare solo pasta, non vuole carne, non vuole pesce, non mangia verdure, nient’altro che pasta. E io gliela faccio, non posso certo lasciarlo “affamato”».
Questo mi dice con aria impotente Valentina, mamma di Riccardo, un bambino di 5 anni in
sovrappeso. Come mai in ambito alimentare non siamo noi ad educare i nostri figli ma spesso
lasciamo che siano loro a scegliere anche per noi? Non lasceremmo mai un bambino piccolo da
solo per strada perché sappiamo che non sarebbe in grado di cavarsela. Così come non facciamo uscire un piccolo d’inverno in canottiera perché è quasi certo che prenderà freddo e si ammalerà. In tutti gli ambiti della vita ci sentiamo in dovere di educare i figli e di mettere a loro disposizione i risultati della nostra maggior esperienza. Ma quando si tratta del cibo invece lasciamo
spesso che il comando lo prenda il bambino che cercherà però esclusivamente di soddisfare il suo
palato ignaro di ciò che sta facendo alla sua salute. È importante quindi iniziare a considerare
l’alimentazione un elemento essenziale dell’educazione. E siamo noi adulti a dover dare l’esempio e a creare regole chiare se vogliamo che i nostri figli imparino a mangiare in modo corretto
e crescano sani e forti. Purtroppo non è sempre così. Guidare il bambino nelle sue scelte alimentari è tanto più importante quanto più è piccolo: basti pensare che i comportamenti e le abitudini che si acquisiscono nell’infanzia, restano come automatismi in età adulta perchè diventano
memoria procedurale, quella da cui si attinge senza la mediazione della ragione.
SCACCO AI CAPRICCI IN 7 MOSSE
Attraverso quello che gli facciamo mangiare, poi, lo educhiamo al gusto: se la sua alimentazione
è fatta di cibi industriali, troppo ricchi di sale, grassi e zuccheri, non potrà apprezzare i sapori più
neutri dei cibi sani e naturali, ed è probabile che nel tempo continuerà a rifiutarli. Infine, per placare l’ansia che genera in noi mamme il rifiuto del cibo da parte del bambino, basta pensare che
è un comportamento frequente e normale, ed esistono efficaci strategie con cui rispondere:
1) Coinvolgere il bimbo nella preparazione del pasto, soprattutto nella manipolazione del cibo.
2) Variare spesso i cibi proposti.
3) Ripetere l’esposizione: sono necessarie anche 15 – 20 esposizioni a un determinato alimento prima che il bambino decida di mangiarlo.
4) Proporre senza imporre, senza minacciare, senza promettere premi ma anche senza cedere al primo capriccio.
5) Dare il buon esempio e fare in modo che tutti i componenti della famiglia mangino allo stesso modo, perché il bambino mangia anche per imitazione e suggestione sociale.
6) Farlo partecipare al dialogo, ascoltarlo con interesse; creare cioè un contesto positivo.
7) Concedergli qualche volta la libertà di esplorare il cibo con le mani durante il pasto.
Isabella Zuccalà Dietista specializzata in disturbi del comportamento alimentare
e laureanda in psicologia, traduce la scienza dell’alimentazione in direttive attuabili
e in un’informazione semplice e precisa, presupposti fondamentali per l’acquisizione
di un modo di mangiare salutare e possibile e per portare il paziente all’autonomia
di gestione del cibo e del peso. www.filippo-ongaro.it
ossa, così come il sale, degli elettroliti e dell’acqua. Infine, mentre sta accadendo questa
devastazione nel corpo, si inizia ad avere un
crollo del livello degli zuccheri. Ci si può
quindi sentire irritabili, e/o apatici. Allo stesso tempo viene espulsa tutta l’acqua che era
contenuta, ma senza averla usata come valido nutrimento per il vostro corpo come
l’idratazione del vostro sistema, oppure per
costruire ossa e denti forti. Tutto questo
accade a seguito del crollo dovuto alla caffeina nelle ore successive (nel caso di un fumatore il tutto accade in appena due ore). Ma,
attenzione, non è la bibita in sè ad essere il
nemico qui. È la dinamica combinata dell’assunzione massiccia di zucchero con la caffeina e l’acido fosforico messi insieme, che si
trovano praticamente in tutte le bevande a
base di soda. Perciò, il consiglio è sempre
quello: se volete proprio berla almeno fatelo
con moderazione!
FONTE: Wade Meredith - www.blisstree.com
in pratica una “colla” che si attacca alle pareti dell’intestino, limitando così l’assorbimento
delle sostanze nutritive. L’alternativa è quindi
il pane integrale, facendo attenzione però ai
pericoli che, purtroppo, non mancano nemmeno qui. Tornando al pane bianco esso è
composto da farina 00: la più raffinata. I carboidrati raffinati stimolano una produzione
eccessiva di insulina e ciò, oltre ad innalzare i
valori glicemici nel sangue, non fa diminuire
il senso di fame. Al contrario essa aumenta
costringendoci a mangiare ancora di più.
Di conseguenza il fegato trasforma il glucosio in grasso e ciò porta all’aumento di peso
corporeo e allo svilupparsi del diabete.
Naturalmente questo processo vale per tutti i
panificati con farina raffinata: dalla pizza alle
focacce, dai grissini alle fette biscottate.
COSA FARE PER RISOLVERE IL PROBLEMA?
Dobbiamo ridurre drasticamente il consumo
di pane e derivati composti da farina raffinata e preferire prodotti composti da ingredienti integrali e, possibilmente, biologici. Un
pane sano è un pane creato con farina biologica di tipo 2, di tipo 1 oppure integrale. Se
poi al posto del lievito di birra è presente il
lievito madre: allora si va davvero sul sicuro.
Eccovi la differenza prevista dalla legge italiana tra le varie farine (le sigle di ogni tipologia
indicano i vari gradi di raffinazione della farina di grano tenero). La farina tipo 00 ha subito un abburattamento (estrazione della crusca, l’involucro che ricopre i chicchi di grano)
del 50%: è la farina più raffinata, composta
principalmente dall’interno del chicco e per
questo più ricca in zuccheri e proteine. La
farina tipo 0 ha subito un abburattamento
del 72% e, dunque possiede una quantità
maggiore di prodotto proveniente dalla parte
più esterna del chicco. Le farine tipo 1 e 2
hanno un grado di abburattamento rispettivamente dell’80% e dell’85%. La farina integrale contiene tutte le parti del chicco di
grano ed è quindi la più naturale e la più
ricca di principi nutritivi.
PANE BIANCO
PASTA CON IL RAGU’
Anche il pane bianco, la tipologia di pane
che abitualmente consumiamo di più, rientra in questa lista negativa di prodotti dannosi per la nostra salute. Il pane bianco è
realizzato, infatti, con farina bianca che è
stata privata della crusca e del germe di
grano (la parte più importante e nutriente
del grano). La farina bianca formerebbe una
In apparenza ecco un piatto ricco e salutare,
campione della cucina mediterranea, ma
che pare abbia svariati problemi. Il primo è
costituito dalla pasta che, solitamente, viene
ottenuta con farina bianca. Quindi, come già
ricordato, priva del germe di grano (la parte
più nutriente del grano) e, potenzialmente,
in grado di creare “colla” all’interno dell’in-
uno
magazine
uno
magazine
testino che, a lungo andare, impedisce sempre più l’assorbimento delle sostanze nel
tratto digestivo. Il secondo problema è costituito dal ragù di carne: la carne che acquistiamo oggi al supermercato è purtroppo,
quasi sempre, ricca di tossine, farmaci, antibiotici. Questo a causa degli allevamenti
intensivi dai quali proviene, gli animali infatti
vengono spesso allevati in condizioni pietose
ed esposti a numerose malattie perciò, in
questi casi, il trattatamentoa base di farmaci
e antibiotici avviene in pratica ininterrottamente e i mangimi sono pessimi, quasi sempre derivati da scarti. Alla luce di quanto
appena scritto, considerato che l’allevamento intensivo riguarda i bovini come il pollame, sarebbe bene chiedersi se la carne bianca sia davvero migliore di quella rossa. Infine,
se siete tra coloro i quali scelgono la carne
proveniente da allevamenti biologici e pensate per questo di essere al riparo, sappiate
comunque che il terzo problema è: l’abbinamento proteine/carboidrati, praticamente, in
egual misura. Questa combinazione, infatti,
crea confusione nell’organismo, lo stomaco
non riesce a digerire bene ne l’uno nè l’altro,
con conseguente digestione lenta e scarsa
assimilazione dei nutrienti.
PATATINE AL FORMAGGIO
ALLA PIZZA ECCETERA
Questo particolare tipo di patatine spesso
non sono nemmeno composte da patate (o
ne contengono solo una piccola percentuale)
su tutto il resto, è meglio sorvolare. Il sapore di formaggio o di pizza deriva dall’utilizzo
di aromi appositi, sulla cui salubrità nessuno
metterebbe la mano sul fuoco, in quanto
non esistono studi approfonditi che ne consacrino l’assoluta sicurezza, soprattutto per
quanto riguarda le interazioni tra i diversi
aromi e i diversi additivi chimici utilizzati.
Sarà capitato a molti: cominciare con una e
poi ritrovarsi tra le mani il pacchetto di patatine vuoto, pur ammettendo con se stessi di
non avere affatto fame. Una possibile spiegazione al fenomeno di come “una patatina
tiri l’altra”, più scientificamente noto come
iperfagia edonica, arriva da uno studio presentato alla 245esima edizione del National
Meeting & Exposition of the American
Chemical Society, a New Orleans. La ricerca
suggerisce che a creare questa dipendenza
alimentare non siano, o meglio non siano
solo, carboidrati e grassi contenuti nello
snack, come creduto finora, ma altri ingre-
dienti, non meglio identificati. Ecco come gli
scienziati sono arrivati a queste conclusioni.
Finora, essi si era interrogati sul fenomeno
dell’iperfagia edonica che avevano identificato tra le cause che ci spingono a consumare
in eccesso snack come patatine dall’alto contenuto in grassi e carboidratiche, mandando
stimoli piacevoli al cervello, invogliano a continuare a mangiarne. Ma questa spiegazione
appare parziale, come dimostato da recenti
esperimenti condotti in un nuovo studio nel
quale, i ricercatori guidati da Tobias Hoch
della Friedrich-Alexander-Universität (Fau)
Erlangen-Nuremberg, in Germania, hanno
alimentato alcuni ratti con diversi tipi di mangime. Mentre un primo gruppo di roditori
veniva nutrito con regolare mangime, un
altro era alimentato con patatine e un terzo
gruppo con carboidrati e grassi normalmente contenuti nelle patatine.
Gli animali hanno consumato quantità simili
dei tre alimenti, mostrando però una spiccata preferenza verso il consumo di patatine.
Usando tecniche di risonanze magnetica ad
alta tecnologia (come la ManganeseEnhanced Magnetic Resonance Imaging,
Memri) per studiare i cervelli degli animali, gli
scienziati hanno potuto riscontrare delle differenze tra le attività cerebrali dei gruppi di
ratti. In particolare, il consumo delle patatine
avrebbe infatti stimolato i centri della gratificazione e dell’assuefazione, assieme alle aree
dedite al consumo del cibo, al sonno e al
movimento, in modo diverso rispetto a
quanto osservato con gli altri due tipi di cibi.
Quanto osservato quindi spiega solo in parte
il ruolo svolto da carboidrati e grassi (e quindi dall’alto valore energetico) contenuti nello
snack: devono esserci, secondo i ricercatori,
altri ingredienti che lo rendono più attraente
al palato dei ratti e che stimolano i circuiti
neuronali legati alla gratificazione e al piacere. Il prossimo passo, concludono gli stessi,
sarà ripetere gli esperimenti di imaging cerebrale anche nell’essere umano e cercare
quindi di identificare questi ingredienti che
innescano il ‘richiamo’ per il consumo degli
snack e, magari, contrastarli con l’azione di
altre sostanze addizionate ai cibi. Interessi
dell’industria alimentare permettendo.
Riferimenti: American Chemical Society
Credits immagine: Universal Pops/Flickr
ZUCCHERO BIANCO
A dire il vero lo zucchero bianco non
dovrebbe nemmeno comparire in questa
lista in quanto non è considerato nemmeno
59
O C O N S U M O CONSAPEVOLE
I CONSIGLI DELL’ESPERTO
COME SI OTTIENE LO ZUCCHERO BIANCO
Ovviamente si parte dalla barbabietola o
dalla canna da zucchero, il succo estratto
viene depurato prima con latte di calce, poi
per eliminare la calce in eccesso viene trattato con anidride carbonica, infine per eliminare il colore scuro subisce un altro trattamento con acido solforoso. Viene quindi cotto,
raffreddato, cristallizzato e centrifugato. Si
ottiene così lo zucchero grezzo che ancora
viene filtrato e decolorato con carbone animale. Inoltre per eliminare i riflessi giallini
viene trattato con il colorante blu oltremare
o con il blu idantrene (che proviene dal catrame quindi cancerogeno). Il risultato è lo zucchero bianco che noi, ogni giorno, consumiamo: in pratica un insieme di calce, resine,
acidi, ammoniaca con qualche traccia di barbabietola da zucchero. Lo zucchero così raffinato non ha più vitamine, non ha sali minerali, enzimi e oligoelementi che gioverebbero
alla nostra salute. Anzi è pronto per provocare a livello intestinale gas e tensioni addominali, alterazione della flora batterica con tutti
i relativi disturbi. Influenza inoltre il sistema
nervoso e il sistema immunitario. Vista l’assenza di substrati vitaminici e proteici lo zucchero così raffinato, una volta consumato,
impone al nostro organismo di consumare i
propri, la conseguenza è l’acidificazione del
sangue e, ancora, la sottrazione di calcio
dalle ossa e dai denti. Altri danni che si possono riscontrare sono a livello circolatorio,
epatico, pancreatico e cutaneo.
COSA RIMANE ALLA FINE DEL PROCESSO
Rimane una sostanza bianca cristallina senza
vitamine, sali minerali, enzimi e oligoelementi che si dimostra causare stress pancreatico,
demineralizzazione ossea, fermentazioni
intestinali e gas, alterazione della flora batterica, alti e bassi glicemici con vere e proprie
forme di dipendenza, aggressività nei bambini e molti altri problemi. [1] È una sostanza
che crea forte acidificazione del sangue, che
il nostro organismo, per mantenere il PH ad
un livello accettabile, è costretto a tamponare ricorrendo alle proprie riserve di sali minerali. Di conseguenza il nostro corpo, privato
di preziose sostanze minerali, manifesta una
serie di sintomi, che vanno dalla caduta dei
60
Quali sono le alternative allo ZUCCHERO?
Innanzitutto tenete presente che di qualunque dolcificante si tratti ognuno
di essi ha le proprie caratteristiche specifiche, difficilmente confrontabili
o riproducibili. Ecco una decina di alternative allo zucchero bianco.
Zucchero di canna integrale Il primo valido dolcificante naturale è lo ZUCCHERO DI
CANNA INTEGRALE (o panela o mascobado o rapadura o melado de acùcar) quello vero,
ha un leggero retrogusto di liquirizia, è granuloso, marrone ed è umido; è il primissimo zucchero che si estrae dal succo di canna che dopo la raccolta viene solidificato in panetti delle
dimensioni di una mattonella, ai quali possono essere addizionati altri ingredienti come
succo di papaia, arancia, manioca, arachidi. È un alimento molto nutriente tipico del Brasile.
Ricordatevi quindi che quando lo zucchero (o il sale) sono integrali sono anche leggermente umidi e se lasciati all’aria formano un blocco e questo è dovuto alla presenza di magnesio e potassio che essendo igroscopici catturano l’umidità dall’aria.
Miele Altro prodotto molto usato, ma non adatto ai vegan, il MIELE contiene maltosio,
saccarosio, glucosio, fruttosio e destrosio e costituisce un perfetto energetico naturale; non
è però indicato per la preparazione di dolci in quanto la cottura trasforma il suo gusto dolce
in leggermente amaro.
Sciroppo d’acero Un’altra buona alternativa è rappresentata dallo SCIROPPO D’ACERO,
contenente saccarosio, potassio, vitamine del gruppoB e calcio ed anche questo è prodotto dalla linfa estratta da una pianta, l’acero appunto. Risulta avere un sapore molto dolce
ed è adatto per la preparazione di dolci e per dolcificare bevande.
Malto d’orzo, sciroppo di riso, sciroppo di mais Altro discorso invece è il MALTO
d’orzo, lo sciroppo di riso o lo sciroppo di mais che si ottengono dalla germinazione dei
cereali. Tutti hanno un alto contenuto in maltosio e contengono amminoacidi, potassio,
sodio e magnesio essenziali all’organismo, ecco perché si ritiene siano i più validi sostituti
al miele. Il malto d’orzo (l’unico vero malto, gli altri sono detti sciroppi) viene ottenuto dalla
cottura in acqua dell’orzo precedentemente fatto germinare e successivamente essiccato.
Tutti e tre risultano avere un sapore caratteristico ed avere meno capacità dolcificante del
miele o dello sciroppo d’acero ma, soprattutto per quello di riso, sono molto più adatti alla
dolcificazione quotidiana.
Melassa Un altro prodotto molto utile per dolcificare in maniera naturale è la MELASSA
che deriva dallo zucchero di canna o anche della barbabietola e contiene saccarosio, fruttosio, glucosio, acido fosforico, potassio, fibre ed è ricchissimo di vitamine (soprattutto B)
e di minerali. Purtroppo non è facile da trovare in Italia infatti bisogna fare attenzione al
prodotto messo in commercio come “melassa di panela”: non è melassa, ma zucchero
panela liquido grazie all’aggiunta di acqua.
Sciroppo di mele Altro prodotto, anche se non molto facile da reperire, è lo SCIROPPO
DI MELE ricchissimo di vitamine e sali minerali e molto digeribile adatto soprattutto alla dolcificazione dei dolci.
Succo d’agave Altra soluzione il SUCCO D’AGAVE (linfa della pianta d’agave) ricchissimo di sali minerali ed oligominerali e con un tasso glicemico inferiore allo zucchero bianco, assolutamente da provare.
Succo d’uva Deriva dalla bollitura e spremitura di uve alla quale si aggiungono chiodi di
garofano, cannella e limone. Il SUCCO D’UVA Contiene fruttosio e, in realtà, ha un sapore
molto caratteristico che non risulta essere apprezzato in ogni situazione.
Amasake È un altro dolcificante naturale, l’ AMASAKE è molto usato nella cucina orientale che si ottiene dalla germinazione enzimatica del riso bianco e che può anche essere autoprodotto facilmente in casa, inoltre può essere usato anche da solo come ottimo dessert.
Stevia Ancora un dolcificante naturale: LA STEVIA o meglio la sua polvere. La stevia è
una pianta proveniente dal sud America, ha un’elevata presenza di saccarosio ma la sua
pecca è che non si scioglie nei liquidi dato che è costituito da polvere di foglie secche
(anche se è possibile realizzare degli sciroppi molto utili per dolcificare e con una perfetta
miscibilità), in Italia non è possibile commercializzarla come dolcificante o per uso alimentare ma nulla impedisce di coltivarsela o commercializzarla come pianta ornamentale. Il suo
potere dolcificante è molto alto ma ha anche un forte retrogusto di liquirizia, perfetti in
talune occasioni ma un po’ meno, ad esempio, se volete dolcificare tè o caffè.
Fonte: www.greenme.it - 10 valide alternative allo zucchero bianco
uno
capelli all’accumulo di scorie sotto forma di
cuscinetti di adipe, cellulite e ritenzione idrica. [2] Molte malattie della civiltà moderna
sono dovute ad un eccesso di zucchero nell’alimentazione. La depressione è spesso
favorita da un eccesso di zucchero, così
come tutte le forme di candidosi e le varie
infezioni ginecologiche. Ma, essendo appunto una droga, il saccarosio e le preparazioni
alimentari che lo contengono non si possono
eliminare di punto in bianco senza soffrire di
violente crisi di astinenza. Bisogna allora
prendere una serie di accorgimenti ed usare
degli espedienti per riportare l’organismo
sulla strada naturale senza pericolo di ricadute. Mentre tutti gli alimenti a base di saccarosio sono dannosi e acidificano il corpo, il
fruttosio è lo zucchero naturale più adatto
all’uomo ed ha un effetto alcalinizzante, che
contribuisce alla salute. Naturalmente solo il
fruttosio contenuto nella frutta, fresca o
essiccata, ha un effetto benefico. Quello proposto sotto forma di polverina bianca nei
negozi, non è certo il fruttosio che si assume
mangiando della buona frutta matura, e
sarebbe da evitare al pari del saccarosio.
foto: www.sonoinforma.com
un alimento. Nel 1957 il Dr. William Coda
Martin lo classificò, addirittura, come veleno
perchè non apporta nessuna sostanza utile
all’organismo e, anzi, brucia parte delle
sostanze presenti. Da un consumo abituale
infatti non ne deriverebbe un rafforzamento,
bensì un indebolimento dell’organismo e
delle sue difese nei confronti delle malattie.
L’industria alimentare, per invogliarci, sforna
ogni giorno nuovi prodotti, promettendoci di
farci risparmiare tempo. Perciò la maggioranza degli alimenti che troviamo al supermercato contiene un “dolce” inganno. Smettere di
consumare zucchero raffinato è un’abitudine
dura da cambiare ma speriamo che, leggendo questo articolo, qualcuno in più pensi a
quanto sia pericoloso per la propria salute.
FRUTTA FRESCA E SECCA MA BIOLOGICA
Per cui un consiglio utile è di fare scorta di
frutta fresca biologica (di tutti i tipi e secondo
i propri gusti) e mangiarne senza limitazioni
quando si sente il morso lancinante della
carenza di saccarosio. Inoltre utilissima, e dai
validi effetti depurativi, è la frutta secca: fichi,
uva passa, datteri. È importante però che sia
assolutamente di origine biologica, perché
nella frutta secca industriale è sempre presente anidride solforosa, un veleno usato come
conservante che annulla tutti gli effetti benefici dell’alimento. Le banane molto mature
hanno un alto apporto di fruttosio, e possono essere un valido “pronto soccorso” per le
crisi improvvise di astinenza. Ottima alternativa, per chi teme gli effetti lassativi delle fibre,
sono i centrifugati di frutta. Ricchi di sali
minerali e vitamine, possono essere integrati
con l’aggiunta di carote e sedano, verdure
alcalinizzanti che ben si sposano con la frutta.
Si può e si deve mangiare frutta ogni volta
che si sente il bisogno di dolce. Se proprio
non si riesce ad evitare l’uso del saccarosio,
ad esempio nel caffé o nel the, consultate le
alternative nella tabella della pagina accanto.
Fonte: Gian Paolo Vallati - www.pensierolaterale.blog.com
[1] http://www.broussais.it/sezione-7-sottosezione-63-id72-nutrizione-superiore.htm [2] Peter Jentschura – La
Salute Attraverso l’Eliminazione delle Scorie – 2006.
Fonti: www.tgcoma.it - www.dietaland.com - www.incredinews.it
- www.affaritaliani.it - www.greenme.it - www.scattidigusto.it www.mitindo.it www.casabenessere.wordpress.com www.curiosity2013.altervista.org/ - www.galileonet.it www.quantoequantaltro.blogspot.it
uno
magazine
CIBO CRIMINALE
Presentazione in Consiglio Regionale di “Cibo Criminale”
il libro che mette nero su bianco il giro d’affari illegale
del “Made in Italy” contraffatto. Per Coldiretti è stata
svelata la “Babilonia” della truffa agroalimentare.
U
na vera Babilonia della truffa agroalimentare quella raccontata
nel libro, scritto a quattro mani da Mara Monti e Luca Ponzi, dal
titolo “Cibo Criminale” presentato a Venezia nella sede di Palazzo
Ferro Fini da Clodovaldo Ruffato presidente del Consiglio del Veneto.
«Dopo l’operazione verità che
ha visto Coldiretti impegnata al
Brennero la scorsa settimana
programmata ormai con scadenza quasi biennale niente
dovrebbe stupirci – ha dichiarato Martino Cerantola vice
presidente di Coldiretti Veneto ma i timbri finti fabbricati in
casa, le mozzarelle di bufala alla
diossina, il concentrato di
pomodoro con il Vesuvio in etichetta ma proveniente dalla
Cina, l’olio italiano che di nazionale non ha neanche il vetro, la
carne di cavallo nelle confezioni
di pasta fresca al posto di quella del manzo, persino i fiori del
Kenia etichettati col tricolore
gridano vendetta». Coraggiosi
gli autori che, non a caso,
hanno fatto fare l’introduzione all’avvocato Giovanni
Bana avvocato Presidente della Commissione del Diritto
penale des affaires et de l’environnement dell’UAE (Union
des
Avocats
Européens) perché da queste
pagine emerge
una fotografia
dell’illegalità che
muove un giro di
affari
enorme
con infiltrazioni
mafiose
che
poco hanno a che fare con l’interesse della salute dei cittadini. «Il tavolo riunito per questa occasione – ha detto Cerantola - converge sul rispetto delle regole, la legalità e la carta d’identità
per tutte le produzioni tipiche in grado di affermare la bontà e la verità del “Made in Italy”
nonostante tutto ancora simbolo di qualità e di uno stile di vita ambito nel mondo. Quante
manifestazioni, saggi e inchieste dovremmo ancora vedere per fermare questo inganno che purtroppo è già sulle nostre tavole?».
«Bisogna dare sostanza alla legge sull'etichettatura non solo indicando origine e provenienza
della materia prima ma anche dichiarando tutta la filiera dell’export, con la destinazione finale
di ciò che entra nei nostri confini perché non venga “italianizzato” lungo il percorso».
Fonte: Ufficio stampa Coldiretti
61
O A N I M A L HOUSE
O A N I M A L HOUSE
dere, ad esempio, il cibo nell’intestino o il feto nell’utero
al momento del parto) risultano compromessi, favorendo la stipsi o l’incapacità a
partorire. Inoltre, le emorragie risultano molto più
abbondanti, dovendo contare, per stagnarsi, solo sulla
coagulazione, senza l’aiuto
della retrazione meccanica
(dovuta alle fibre elastiche
presenti nelle pareti dei vasi
sanguigni) del vaso strappato.
L’ALIMENTAZIONE IDEALE
PER GLI AMICI PELOSI
U
mido, secco o entrambi gli
alimenti alternati tra loro?
Questi gli amletici dubbi di
chi convive con un cane o un gatto
quando è l’ora della pappa. Per
aiutarvi nella scelta abbiamo
interpellato Sergio Canello medico
veterinario esperto in patologie
legate all’alimentazione, omeopatia e medicina naturale. Fondatore
dell’azienda SANYpet S.p.A. che
produce e commercializza alimenti basati sull’utilizzo di pesce e
carne non derivanti dall’allevamento intensivo.
Dott. Canello, l’alimentazione è un elemento fondamentale per tutti, sicuramente anche per i nostri amici a quattro zampe: è consigliabile una dieta
casalinga o una industriale?
SERGIO CANELLO «La logica dice chiaramente che
la dieta casalinga è preferibile. Quando mi
viene posta questa domanda, rispondo mettendo in evidenza che non vi sono né alberi né
arbusti che producono crocchette, e che una
buona (e sottolineo buona) dieta preparata in
casa è la più naturale che si possa pensare.
Sottolineo, comunque, che non è così scontato, per un proprietario di un cane o un gatto,
saper scegliere le fonti alimentari più adatte e il
giusto bilanciamento fra esse».
Non è così scontato, per il proprietario di un cane o di un
gatto, saper scegliere le fonti alimentari più adatte ed il
giusto bilanciamento tra esse, perciò abbiamo interpellato
un esperto in materia in grado di fornire utili suggerimenti.
infeltrito, abbiamo un chiaro segnale di uno
stato di salute non ideale. Altri segni chiarissimi
di problemi alimentari sono il vomito notturno
a digiuno, il desiderio esagerato d’erba, la flatulenza, il continuo cambiamento del colore,
odore, volume e consistenza delle feci, la presenza di cerume abbondante nelle orecchie, la
tendenza allo scrollamento della testa e arrossamenti
del
padiglione
auricolare.
Ulteriormente, non deve presentare lacrimazione continua, infiammazione delle ghiandole
perianali, leccamento ossessivo di una zampa.
Qualsiasi processo infiammatorio cronico,
ovunque esso sia localizzato, deve far sospettare, fra le altre cause, una reazione alimentare».
Perché l’alimentazione dovrebbe
provocare tutti questi problemi?
SERGIO CANELLO «Per due motivi fondamentali: il
primo è legato a un inquinante farmacologico
molto tossico presente in tutte le carni derivanti da allevamento intensivo e, di conseguenza,
in tutte le crocchette che le contengono; il
secondo è provocato dalla grave carenza di
acidi grassi omega3 nell’alimentazione attuale,
sia casalinga sia industriale».
Ci spiega quali sono?
SERGIO CANELLO «La dieta ideale attuale deve
tenere assolutamente conto dell’inquinamento
chimico generalizzato di tutte le fonti alimentari, nessuna esclusa. La scelta deve ricadere su
quelle che dimostrano, nel breve, nel medio e
nel lungo periodo, di mantenere in un buono
stato di salute i nostri piccoli amici».
Quali sono i segnali che indicano un
buono stato di salute?
SERGIO CANELLO «Un cane o un gatto, per essere
in salute, deve presentarsi, per prima cosa, con
un mantello lucido, privo di forfora e arrossamenti, non deve essere afflitto da un prurito
localizzato, specie al collo e al fondoschiena,
non deve avere una caduta del pelo costante.
La pelle è lo specchio della salute e il pelo deve
essere lucido indipendentemente dai lavaggi.
Quando è solo il lavaggio a renderlo lucido e,
nello spazio di pochi giorni, esso torna opaco e
62
Come è possibile che avvenga questo,
dipende forse dal comportamento
illegale di qualcuno?
SERGIO CANELLO «Assolutamente no. Il problema
della tossicità di un preciso residuo farmacologico dell’ossitetraciclina, antibiotico usato
legalmente nell’allevamento intensivo e sottoposto anche a monitoraggio attento da parte
delle autorità sanitarie, risulta ancora sconosciuto. Poiché i controlli si concentrano sulle
carni che vanno al consumo umano e non sull’osso, che l’uomo in teoria non mangia (ma in
pratica, se lo trova negli hamburger, nei würstel
e in molti prodotti carnei confezionati), e poiché questo residuo tossico si concentra proprio
lì, nessuno ha ancora la percezione del problema. L’altro problema della carenza di Omega3
nasce dall’interruzione della catena dell’erba,
unico alimento che fornisce agli erbivori questi
acidi grassi indispensabili, e dalla sua sostituzione con il mais, alimento praticamente privo di
essi. La conseguenza è che gli anelli successivi
della catena alimentare, precisamente l’uomo,
il cane e il gatto, si ritrovano senza questi
necessari elementi vitali».
Cosa provoca la carenza di omega3?
SERGIO CANELLO «Molti più guai di quanto si possa
pensare. Infatti, spesso si limita a mettere in evidenza che gli acidi grassi Omega3 sono antinfiammatori, ma le loro due più importanti caratteristiche sono, invece, la capacità di tenere
sotto controllo la crescita di tutte le linee cellulari e la capacità di elasticizzare tutte le cellule».
Quindi che accade?
uno
magazine
SERGIO CANELLO «Una conseguenza della loro
carenza a favore degli Omega6 è lo sviluppo
abnorme delle cellule adipose, anche di fronte
ad un’alimentazione apparentemente equilibrata. L’altra, ancora più seria, è che tutti i tessuti di sostegno sono anelastici, provocando
disturbi nell’intero organismo: tutti i fenomeni
peristaltici (quelle ondulazioni che fanno proce-
uno
magazine
Possibile tutto ciò?
E come mai nessuno
ne parla?
SERGIO CANELLO «È possibile
perché è verificabile sulla
specie canina, ove, ad esempio, la crescita del
cucciolo, se supportata dalla necessaria quantità di Omega3, ritorna armonica, al contrario
della situazione attuale, che vede i cuccioli con
un’alimentazione povera di Omega3, raggiungere le dimensioni e il peso di adulti già a sei
mesi. Ciò con conseguenze negative molto evidenti sia sul loro livello di mobilità e agilità sia
sullo sviluppo di patologie articolari serie come
la displasia e l’osteocondrite dissecante. Altro
esempio, il parto, ove si può notare che le
cagne che ricevono la necessaria quantità di
Omega3 riescono a partorire con molta più
facilità, più velocità e perdite di sangue nettamente inferiori alla norma attuale».
Secondo lei, infine, tornando all’alimentazione come dovrebbe essere? Di
tipo umido, secco o mista?
SERGIO CANELLO «Ritengo che un’alimentazione
mista sia la migliore, anche per aumentare il
contenuto di liquidi che vengono introdotti nell’organismo, soprattutto durante la stagione
calda, dove è l’animale stesso a ridurre l’assunzione di solo alimento secco. In generale, consiglio di mescolare il secco con una parte di
umido, preferendo referenze non basate sulle
carni tradizionali di allevamento intensivo. Se,
invece, un proprietario desidera preparare un
pasto completamente casalingo, tempo permettendo, la ricetta migliore è rappresentata
da un carboidrato a piacere ben tollerato dal
cane (riso bollito, patata lessa, pasta di riso o di
mais) miscelato con del paté per animali confezionato accuratamente scelto e ben gradito dal
cane (pesce, carne biologica o carne alternativa
non derivante da allevamento intensivo) e condito con una dose adeguata di olio vegetale
(olio di lino o di girasole) o di pesce (olio di salmone, pesce o di fegato di merluzzo) per
apportare la necessaria quantità di acidi grassi
e Omega3».
SPESE CONDOMINIALII
S
IL CANE CHE DEVE
PAGARE PER BERE
Una signora di Reggio Emilia ha avuto la
spiacevole sorpresa di vedersi recapitare
le spese condominiali relative al “consumo idrico” a carico di Roan, un “assetato”
labrador di sei anni. Tra le molteplici beghe di condominio questa merita certamente la palma dell’originalità e,
aggiungiamo noi assumendocene tutte le responsabilità, pure
quella della stupidità. Pensare che solo pochi mesi fa, era il 18
giugno 2013, entrava in vigore la legge 220 del 2012 che
modificava il codice civile alla luce del mutato atteggiamento
degli italiani verso i cosiddetti “animali d’affezione” e non solo.
Via libera quindi a cani, gatti, uccelli eccetera grazie all’introduzione di un fondamentale principio: «Le norme dei regolamenti
condominiali non possono vietare di possedere o detenere animali domestici in casa». Una legge che non ha spalancato le
porte del condominio, secondo noi infatti erano aperte già da un
pezzo, ma ha solo posto il sigillo ufficiale ad una situazione che,
in alcuni casi, rischiava di degenerare nelle eterne dispute condominiali. Incassato il colpo e, forse temendo la trasformazione
del condominio in una moderna arca di Noè, chi prima brontolava “perché il cane del vicino abbaia, perché il gatto miagola e
perché l’uccellino cinguetta…” ha avuto una brillante idea, dal
suo punto di vista, per vendicarsi del legislatore animalista.
Hanno gli animali il “diritto” di stare in condominio? Ebbene ne
sopportino anche i “doveri”. E così alla “povera” signora
Patrizia Amaduzzi in quel
di San Martino in Rio, in
provincia di Reggio Emilia
e al suo labrador Roan
adottato in canile un paio
d’anni fa, sono state recapitate le richieste di pagamento delle quote condominiali. Una quota a carico della signora e del suo
compagno, titolari di un alloggio delle case popolari ed una per
il loro coinquilino peloso. Le richieste relative al servizio idrico
ammontavano a 75 euro così ripartite: 30 euro a testa per i
padroni e i rimanenti 15 euro a carico del cane. Sì avete letto
bene. La signora naturalmente si è rivolta subito a chi si occupa
della gestione del palazzo non ottenendo però soddisfazione,
anzi le è stato ribadito che altrove era prassi normale. Ma, a
questo punto, qualcuno ha argutamente osservato che se il cane
è tenuto a pagare le spese condonimiali, diventando così un
condomino a tutti gli effetti, allora avrà pure il diritto di voto in
assemblea! Magari alzando una zampa, anteriore beninteso.
Prima che qualcuno si agiti, in un senso o nell’altro, ci preme
evidenziare che questa faccenda è frutto di una legge regionale
emiliana che, dal 2001, consente agli assegnatari di appartamenti di edilizia residenziale pubblica (case popolari) di partecipare al procedimento di approvazione dei regolamenti, in pratica si tratta di autogestione. Un modello crediamo non facilmente esportabile in altre regioni. Infine la cosa davvero grottesca
e curiosa di tutta questa vicenda, legata alla bolletta sul consumo idrico, è che l’alloggio in questione si trova in Piazza
dell’Acqua. Quando si dice la coincidenza.
63
O SPAZIO V I TA L E
L’arte della lettura del viso
si chiama fisiognomica
Pro e contro in merito a cellulari e Wi-Fi
La millenaria arte cinese del Mian Xiang, ovvero la
fisiognomica, aiuta a leggere le “cicatrici” emozionali del
viso, per saper meglio interagire con le persone.
U
affrontare molte difficoltà nel suo cammino.
Ricerche scientifiche hanno dimostrato che i
nostri volti sono come computer programmati
per mostrare certe espressioni, rivelando se
Photo www.deabyday.tv
n antico proverbio cinese
dice: “The face comes from
the heart”, nel viso viene
riflesso quello che una persona sente, prova, cioè tutte le sue
emozioni: paura, insicurezza, timore, gioia, amore, felicità… Questo
significa che cambiando le nostre
emozioni, cambia di conseguenza il
nostro viso.
Il Mian Xiang o lettura del volto, è l’interpretazione del carattere e destino di una persona,
attraverso l’analisi del suo aspetto fisico.
Possiamo sostenere che una persona con la
pelle liscia, il viso proporzionato e senza rughe
o cicatrici, è sicuramente una persona che ha
avuto poche difficoltà nella vita. Mentre una
persona con molte rughe o cicatrici ha dovuto
siamo gioiosi, tristi, sorpresi, preoccupati o
disgustati. Modi identici di esprimere piacere,
paura, sorpresa, rabbia e interesse si possono
leggere in tutte le razze umane.
Il Mian Xiang ci aiuta a negoziare meglio, in
quanto riusciremo anticipatamente a capire il
potenziale del nostro interlocutore per poterlo
conquistare al meglio.
Immagine: susannamarsigli.blogspot.it
O A R M O N I E NEL VOLTO
64
radiazioni a microonde di basso livello
(wi-fi) possono provocare. Qui basterà sottolineare alcuni punti:
1) Sono radiazioni di altissima frequenza, che
interferiscono con i campi elettromagnetici
delle nostre cellule e dei nostri liquidi organici
(siamo fatti per il 70-80% di acqua).
2) Una esposizione prolungata nel tempo o
precoce, negli adulti, nei bambini o donne
incinte (che son più sensibili ad esse), può pro-
C’è anche la lettura del piede
Coperti, nascosti, quasi sempre imprigionati, i piedi sono
la parte più trascurata del nostro corpo, quella tenuta in
più bassa considerazione forse perché, viene da pensare,
tanto lontana dalla testa e l’espressione “ragionare con i
piedi” non è certo un complimento. Ma c’è molto di più,
è, infatti, possibile “leggere i piedi”, anche se tale pratica è poco diffusa sia perché è la parte del corpo più coperta quasi tutto l’anno, sia per l’effettiva scomodità pratica. Cerchiamo di capire meglio di che si tratta. Le dita,
nel loro insieme, compongono i diversi aspetti che formano l’intera personalità e, svincolate dalla costrizione delle
scarpe, con la possibilità, finalmente libere, di aprirsi ed
estendersi, esprimono, nella forma e nelle proporzioni,
quali di tali aspetti è dominante. Infine le linee situate
sotto la pianta che, benché più confuse e meno conosciute delle loro sorelle che percorrono le mani, ci rivelano
comunque le nostre tendenze e il potenziale, i successi e
la strada che il destino ci ha preparato. Possiamo inoltre
dividere idealmente in quattro parti la pianta del piede.
Le DITA corrispondono al PIANO MENTALE. Nel caso di
dita a scaletta il pensiero sarà metodico e ordinato. Le
dita a triangolo solitamente appartengono a persone
molto pungenti, che tendono ad analizzare tutto con
atteggiamento critico. Le dita a semicerchio corrispondono ad un pensiero armonico. Le dita a semicerchio stretto appartengono a persone idealiste e che si occupano
poco delle cose materiali.
I METATARSI (“cuscinetti”) corrispondono alla SFERA
EMOTIVA. Larghi, pieni e molto sporgenti: sono indice di
generosità e disponibilità. Piatti sono indice di una scarsa
vita emotiva. Pieni e gonfi sono indice di un carico emotivo eccessivo. Poco evidenti, stretti sono indice di chiusura
emotiva e scarsa comunicazione. Molli e svuotati appartengono a quelle persone che danno tanto emotivamente
ma hanno la sensazione di non ricevere abbastanza.
L’ARCO PLANTARE è la zona dei VALORI.
Ci dà indicazioni sulla parte intima e profonda della persona: nel caso di un arco plantare molto pronunciato, la
persona tende di solito all’esagerazione e agli eccessi
anche nel quotidiano; nel caso di un piede piatto quando
la persona deve decidere qualcosa si lascia prendere dall’emotività e si sente confuso.
Il TALLONE corrisponde al piano ISTINTIVO-SESSUALE. È
la radice della persona, ci dice come entra nella vita: se
di forma quadrata, con forza e decisione, se triangolare,
in modo poco prudente, se rotonda, ponderando prima di
fare il primo passo.
Tratto da “Reflessologia Naturopatica” di Catia Trevisani
(Fonti: susannamarsigli.blogspot.it - www.panouden.com)
Stefano Parancola architetto
Per quanto concerne i vantaggi, essi sono più che evidenti. Possiamo infatti
comunicare rapidamente ovunque noi siamo e spesso a costo zero, tutta questa comodità
pero non deve farci abbassare la soglia dell’attenzione circa gli effetti sulla nostra salute.
uno
magazine
P
er quanto concerne i vantaggi,
nessuno di noi si sognerebbe di
negarli, avendo permesso una
possibilità di comunicazione
rapida, senza limiti di spazio e
tempo, di una quantità enorme di
dati e informazioni. L’impulso dato al
progresso nel campo cibernetico, e dello sviluppo umano e scientifico in generale, è davvero
stupefacente, agevolando anche i traffici commerciali e permettendo alla cosiddetta globalizzazione dei mercati di raggiungere praticamente ogni angolo del globo.
Fatta questa piccola premessa, che
non approfondisco
per ragioni di spazio (ma è intuibile
l’enorme importanza dell’argomento,
che ognuno potrà
approfondire altrove), qui mi preme sottolineare, come medico
che si occupa da tempo di salute, malattie croniche e medicina ambientale, alcuni problemi
connessi alle reti wireless e alle alte frequenze.
I pericoli della comodità, che oggi le persone
considerano una priorità, sono molto connessi
alla “bellezza” di poter comunicare senza fili,
ignorando spesso l’altra faccia della medaglia, il
cosiddetto “contraltare”, che la saggezza dei
nostri predecessori prendeva molto più in considerazione, non essendo così accecati dall’ineluttabile “scopo di lucro”. Le ricerche ed i lavori pubblicati a livello mondiale sono sempre più
numerosi riguardo a questi problemi. Sarebbe
troppo lungo
elencare tutti i
possibili danni
alla salute che le
uno
vocare malformazioni fetali, tare genetiche,
aborti, disturbi mestruali, cefalea cronica,
disfunzioni tiroidee, surrenali, e sintomi di ogni
genere (definiti inspiegabili dalla Medicina
Allopatica, o psicosomatici), fino a problemi più
gravi di malattia vera (malattie autoimmuni,
neurodegenerazioni, malattie cardiovascolari,
fino ai tumori pensiamo al legame sempre più
stretto tra cellulari e tumori cerebrali).
3) Una esposizione a giovani donne e bambini
è più pericolosa perché son più ricchi di acqua
rispetto all’adulto. L’assorbimento della radiazione a microonde nei bambini può essere dieci
volte superiore rispetto all’adulto. In entrambe
le categorie, si può indurre stress cronico
ossidativo e nitrosativo, con danni cellulari di membrana e mitocondriali (I
mitocondri
sono
gli
organelli
deputati alla
produzione
dell’energia
del corpo!).
Q u a n t o
esposto è solo una parte infinitesimale dei problemi del mondo moderno, ma importante,
vista la dipendenza ormai diffusa dal mondo
della informatizzazione e della telecomunicazione WI-FI. A questo punto non si tratta di eliminare il tutto, sarebbe impossibile e fuori dalla
storia dell’uomo. Si tratta invece di farne un uso
più responsabile e consapevole. Diamo qualche
consiglio per chiarire il concetto.
IL MEDICO CONSIGLIA
Tenere in casa un telefono fisso con filo,
per ridurre l’emissione e la ampiezza del
campo EM.
● Fare telefonate brevi (non più di 5 minuti) col cellulare.
● Usare il vivavoce, tenendolo a 20 - 30 cm
almeno di distanza dall’orecchio.
● Oppure usare un auricolare con filo ben
isolato e di qualità.
● Non tenere il cellulare sul comodino
come sveglia. Se possibile allontanatelo da
voi, quando non siete in giro, perché l’emissione si riduce col quadrato della distanza
(legge fisica).
● Tenetelo lontano dai genitali (pessimo
tenerlo nella tasca anteriore!), perché l’effetto di danno degli spermatozoi ed ovuli è
accertato.
● Usate il Forno MICROONDE solo per
scongelare o riscaldare appena per qualche
secondo. Meglio usare un forno normale a 60°.
●
Antonio Luise medico fisiatra
www.dottorantonioluise.it
Come agiscono sul nostro
corpo le radiazioni
a microonde di basso
livello (Wi-Fi)
Sono radiazioni di altissima
frequenza che interferiscono con
i campi elettromagnetici delle
nostre cellule e dei nostri liquidi
organici (va ricordato che siamo
fatti per il 70/80% di acqua).
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O U N O IN PILLOLE
O S A L U T E & BENESSERE
LIMENA chiede
il bilinguismo
LONGEVITÀ dieci
falsi luoghi comuni
Secondo i promotori in pochi
mesi la Regione Veneto, potrebbe diventare bilingue, come già
previsto per il Sud Tirolo.
Preoccuparsi fa bene alla salute,
mentre l'ottimismo è sopravvalutato. Divorziare può far bene
solo alle donne e lavorare troppo
non accorcia la vita.
Il comune di Limena (PD) ha chiesto
alla Regione Veneto il rispetto del
bilinguismo, ovvero pari dignità per
il veneto e l’italiano. Il bilinguismo,
secondo i promotori dell’iniziativa, è un diritto dei veneti perché i veneti sono una minoranza nazionale (e non solo linguistica) all’interno della Repubblica, quindi il rispetto della
lingua dei veneti sarebbe imposto dalla legge
internazionale del Consiglio d’Europa STCE
n° 157 (ratificata dall’Italia come legge n°
302/1997) anche se lo Stato Italiano non ha
riconosciuto la lingua veneta. Il 2 dicembre
2013 il Consiglio Comunale di Limena ha
perciò richiesto il bilinguismo alla Regione
Veneto. Il bilinguismo nelle scuole, nei posti
pubblici, nelle radio e tv , eccetera, è dovuto,
sempre secondo i fautori della richiesta, per-
Il Leone di San Marco o Leone alato, simbolo di Venezia e del
Veneto, qui con la tipica spada e scritta: “Nessuno mi domina”.
ché i veneti sono un popolo legalmente riconosciuto, fin dal 1971, con la legge costituzionale n° 340 e quindi hanno i diritti speciali dettati dalla “Convenzione-quadro per la
protezione delle minoranze nazionali”. Vedi:
http://conventions.coe.int/Treaty/Commu
n/QueVoulezVous.asp?CL=ITA&NT=157
INFO: www.costumanzevenete.net/
Hai il CERVELLO da
poeta o ingegnere?
Quale dei due emisferi, destro o
sinistro, prevale in voi? Le vostre
attitudini mentali sono più
razionali o creative?
Il cervello muta ed evolve grazie agli
stimoli e alle esperienze a cui è sottoposto; per questa ragione è possibile parlare di cervello “plastico”, da
intendersi come una struttura dinamica. La sua parte anteriore è divisa in due
emisferi, emisfero destro ed emisfero sinistro, i quali presentano significative differenze funzionali: così come il linguaggio è un
66
aspetto caratterizzante della parte sinistra
del cervello, la capacità di percepire in modo
globale un quadro, una mappa o un insieme
di immagini, cogliendo i rapporti presenti tra
gli elementi che li compongono, è una dote
tipica dell' emisfero destro. Il ruolo dominante dell’emisfero sinistro nei processi linguistici, sia scritti che orali, potrebbe erroneamente far pensare che questa zona abbia funzioni più importanti o “elevate” rispetto all’emisfero destro: numerosi studi hanno dimostrato, invece, come i due emisferi cerebrali presentino differenti specializzazioni, tutte fondamentali nella realizzazione dei processi
cognitivi e nella costruzione del pensiero in
senso lato.
INGEGNERE O POETA?
A livello generale si può affermare che l’emisfero sinistro del cervello è “l’ingegnere”:
oltre ad essere specializzato nei processi linguistici, è maggiormente competente in
quelli sequenziali e nella percezione-gestione
degli eventi che si susseguono nel tempo,
come ad esempio la concatenazione logica
del pensiero; in altri termini, il cervello ingegnere è maggiormente qualificato nella percezione analitica della realtà. L’emisfero
destro, invece, è il “poeta”, più specializzato
nell’elaborazione visiva e nella percezione
delle immagini, nella loro organizzazione spaziale e nell’interpretazione emotiva; più sommariamente, al cervello poeta spetta la percezione globale e complessiva degli stimoli.
LA DOMINANZA DEGLI EMISFERI
Un emisfero diventa dominante sull’altro
quando svolge processi e funzioni che l’emisfero opposto non è in grado di gestire in
modo altrettanto competente. Quando leggiamo, scriviamo o intavoliamo una discussione, la dominanza è riservata all'emisfero
sinistro; al contrario quando disegniamo o
guardiamo un’immagine, sarà l’emisfero
destro ad avere dominanza su quello sinistro.
Il cervello non va comunque inteso come
scisso in due parti a se stanti: cervello poeta
e cervello ingegnere sono strettamente connessi tra loro, caratterizzati da un continuo
scambio di informazioni e messi in comunicazione tra loro da un grosso fascio di fibre
nervose, il corpo calloso, che permette al cervello di integrare le elaborazioni delle varie
aree. Per fare il test e scoprire quale dei due
emisferi prevale in voi (in inglese ma semplice) andate all’indirizzo sottoindicato:
http://en.sommer-sommer.com/braintest/
(Fonte: Riza Psicosomatica)
Queste sono solo alcune delle tante,
inaspettate conclusioni cui sono
giunti Howard S. Friedman e Leslie
R. Martin due ricercatori che hanno
ribaltato alcune nostre convinzioni
in materia con i risultati del loro
“Longevity Project”. Si tratta di una
ricerca iniziata nel 1921 dallo psicologo
Lewis Terman che decise di inseguire il segreto della lunga vita esaminando le risposte di
1.500 americani seguiti dalla scuola in poi
per tutta la vita. Ecco quali sono, secondo il
suo studio, i luoghi comuni da sfatare e i
segreti della longevità.
Lavorare troppo fa male? Ci pensa
l’Università della California a smentire questo
luogo comune. Pare, anzi, che chi possiede
una forte propensione al lavoro e fa carriera,
vivrà più a lungo grazie anche all’agiatezza
guadagnata. Chi non ha schivato lo stress a
30 anni, ma lo ha affrontato a viso aperto,
vedrà l’alba della quarta età.
L’ottimismo è così fondamentale?
Amici che ci spronano a sorridere, mamme
che obbligano i loro figli a socializzare, ritenere che un bimbo felice e socievole sarà anche
un adulto realizzato, tutto cancellato dal dottor Friedman! L’ottimismo infatti porta a
compiere gesti a volte spericolati e a stringere facilmente amicizie e rapporti che possono
ferire. Altri elementi di lunga vita sono l’ambizione e la consapevolezza di sè: chi non se
la prende comoda e non rimanda tutto a
domani e chi vive coscienziosamente (guida
sicura, niente droga e alcolici) ha molte più
probabilità di vivere più a lungo e meglio.
Sposarsi fa bene proprio a tutti? È
vero solo per gli uomini che si sono sposati
per amore (e non avevamo dubbi); gli uomini divorziati, invece, vivono meno. Per quanto riguarda le donne, la separazione da un
marito opprimente e la vedovanza allungano
la vita in maniera soddisfacente. Gli studiosi
spiegano il fenomeno basandolo sulla forte
dipendenza che gli uomini maturano nei
confronti delle mogli: sono loro che organizzano casa, vita sociale e a volte anche il lavoro. La donna, ovviamente, sa far da sè, per
cui se evita di incappare in un nuovo matrimonio ha buone probabilità di arrivare a
tarda età.
Far molto sesso debilita il fisico? Il dottor Terman arrivò a questa conclusione ben
90 anni fa: fare del buon sesso allunga la vita
e la rende più serena. Pare esista un rapporto diretto tra numeri di orgasmi, matrimoni
saldi e longevità. Gli studiosi non sono ancora in grado di stabilire quale sia, ma nel dubbio invitano comunque ad impegnarci anche
nel sesso.
uno
magazine
Meglio bruciar le tappe a scuola? Se è
vero, com’è vero, che un maggior grado di
istruzione conduce ad una vita sana e dunque più lunga, il progetto non riesce a spiegarsi come mai i bambini che bruciano le
tappe vivano mediamente meno dei loro
coetanei che “rispettano” i tempi. Chi ha iniziato le scuole troppo presto finisce infatti
per avere una vita travagliata e poco salubre.
L’ansia va sempre combattuta?
Preoccupazioni e qualche dolore (che inevitabilmente travolgono tutti I comuni mortali)
sono in realtà amici della lunga vita. Troppo
ottimismo porta a trovarsi impreparati di
fronte alle avversità mentre una sana ansia
permette, a chi la prova, di gestire con maggior prontezza i problemi che si incontrano.
Far sport da piccoli è importante?
L’attività fisica è salutare e su questo non c’è
dubbio ma se, dopo aver nuotato, giocato a
tennis e a calcio da bambini, si diventa adulti sedentari, tutta quell’attività andrà perduta. È buona norma essere attivi sempre,
soprattutto dai 40 anni in su, scegliendo
un’attività che sia in sintonia con il nostro
essere. Sulla pista da ballo o in bicicletta,
l’importante è non restare seduti davanti alla
tv per tutta la vita.
Socializzare aiuta a viver meglio?
Pensare di essere amati non aiuta in alcun
modo ad allungare l’esistenza mentre dedicarsi agli altri e donare amore permette di
avere una vita lunga, piena e soddisfacente.
Ben due università si sono dedicate a questo
argomento e sono arrivati alla conclusione
che un cuore che non ama si spegne con
molto anticipo.
Indispensabili i “buoni propositi”?
“Da oggi sono a dieta”, “questa è l’ultima
sigaretta”, “da lunedì andrò in palestra”… e
poi, immancabilmente, restiamo ancorati alle
nostre cattive abitudini. I ricercatori del
“Longevity Project” sconsigliano di creare
una lista di “farò” che non porta ad altro che
insoddisfazione nel vedere, nero su bianco, il
proprio fallimento. Meglio
agire subito, buttare via
quella che si pensa sia l’ultima sigaretta, lasciare nel
vassoio i pasticcini e tornare a casa piedi. Avrete
cominciato a cambiare abitudini senza renderlo un
lavoro ostile.
Davvero l’Omega 3 fa miracoli?
L’Omega 3 e 6 sono sostanze ottime per l’organismo, così come altre vitamine e sali
minerali, ma assumerne tutti i giorni tralasciando un’alimentazione sana non aiuta a
vivere più a lungo, ma solo a vivere meglio. Il
che certo non è poco, ma lo sforzo in più per
vivere fino a cent’anni è proprio quello di
mangiare in maniera varia, sana e in misura
limitata. Mangiare poco, infatti, permette
all’ormone tiroideo T3 di rallentare il metabolismo e ritardare l’invecchiamento.
(Fonti: Repubblica.it - Donnaclick.it)
uno
magazine
VITILIGINE una nuova scoperta
fa luce sulle possibili cause
Pubblicato nel “Journal of Dermatological Science”
(una delle riviste più autorevoli nel campo della ricerca dermatologica) lo studio di un gruppo di ricerca italiano in cui
è stata identificata per la prima volta una proteina che sembra essere la vera causa dell’espressione clinica della patologia, finora attribuita ad un malfunzionamento del sistema
immunitario. Si aprono nuove prospettive terapeutiche.
La vitiligine è una malattia della pelle che si
manifesta con la formazione di chiazze cutanee acromiche in vari distretti corporei. Si
stima che oltre 100 milioni di pazienti al
mondo ne siano affetti. La malattia (che ha colpito
anche personaggi del calibro di Michael Jackson) non ha
finora ancora una chiara spiegazione patogenetica e le
terapie a disposizione sono spesso molto deludenti.
L’ipotesi ad oggi più accreditata riconosce una causa
autoimmunitaria all’origine della vitiligine. Tuttavia, questa teoria non è mai stata in grado
di spiegare le caratteristiche cliniche della patologia (vale a dire la formazione delle chiazze acromiche senza altri segni infiammatori cutanei, di solito presenti in tutte le altre dermatosi ad eziologia autoimmune) e né il manifestarsi della stessa in particolari e costanti
distretti corporei (in particolare volto, mani e piedi). Sulla base di tale convinzione, inoltre,
le terapie ad oggi disponibili si basano essenzialmente su farmaci immunosoppressori (corticosteroidi, derivati della calcineurina, fototerapia), che spesso non hanno alcun effetto
sulla patologia. Lo studio, realizzato da un team di ricerca dell’Università degli Studi di
Padova e coordinato dal Dr. Matteo Bordignon, è riuscito ad identificare per la prima
volta una proteina che potrebbe essere capace di produrre le manifestazioni cliniche della
vitiligine, senza alcun ruolo del sistema immunitario. La proteina in questione, denominata
MIA (Melanoma Inhibitory Activity – anche se l’acronimo non rispecchia le vere funzioni di
tale proteina) è una molecola già nota in ambito scientifico per la sua capacità di favorire
le metastasi a distanza del melanoma maligno cutaneo, un gravissimo tumore della pelle
che deriva proprio dai melanociti (le stesse cellule assenti in corso di vitiligine). Tale proteina agisce tagliando alcune molecole di adesione dei melanociti maligni (le integrine
alpha5beta1) e favorendo così il distacco delle cellule tumorali, aumentando la probabilità
della loro diffusione nell’organismo umano. Lo studio ha preso in esame 10 biopsie cutanee di pazienti affetti da vitiligine e 5 campioni di cute sana. 9 campioni su 10 sono risultati positivi per la presenza di MIA, mentre tutti i campioni di controllo sono risultati negativi. L’unico caso negativo, inoltre, è stato revisionato evidenziando che il paziente su cui
era stata eseguita la biopsia soffriva di una forma diversa di vitiligine (cosiddetta segmentaria), mentre tutti gli altri pazienti risultavano affetti dalla forma non-segmentaria (la
forma progressiva e più diffusa al mondo). È stato inoltre verificato che su tutti i casi positivi, il fattore MIA si colocalizzava con le integrine alpha5beta1 (espresse anch’esse fisiologicamente sui melanociti non neoplastici). «È stata una sorpresa enorme trovare il MIA su
campioni di cute patologica ma non neoplastica - commenta il Dr. Matteo Bordignon - poiché la cute sana era già stata analizzata in precedenza con esito negativo, come confermano i nostri dati». «Il meccanismo patogenetico in accordo con i nostri studi - prosegue il Dr.
Bordignon - spiegherebbe molti lati oscuri della patologia. Il fattore MIA attaccherebbe le
molecole di adesione - le integrine alpha5beta1 - poste tra i melanociti e la membrana
basale (la struttura che separa l’epidermide dal derma e su cui normalmente appoggiano i
melanociti) e poi un secondo stimolo patogenetico (come traumatismo cutaneo esterno,
stress ossidativo o autoanticorpi) provocherebbe il distacco completo del melanocita dalla
membrana basale, il quale – per così dire - abbandonerebbe la scena “in silenzio”, senza
cioè attivare le sentinelle immunitarie del nostro organismo, abbandonando la porzione di
cute interessata assieme ai cheratinociti circostanti e quindi lasciandola del tutto priva della
melanina». «Sebbene altri studi siano necessari per confermare questa osservazione, il
fatto che il 100% dei pazienti testati affetti da vitiligine non-segmentaria sia risultato positivo per l’espressione di MIA è un dato veramente incoraggiante e che forse ci fa sperare
di essere sulla strada giusta, in particolare - conclude il Dr. Bordignon - per aprire nuove
prospettive terapeutiche mirate per la cura di questa malattia».
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