UNIVERSITA’ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA
BENINCASA
A.A. 2007/2008
Laboratorio di Pedagogia dell’handicap
Prof.ssa Elisa Frauenfelder
Obiettivi: nell’ambito del Laboratorio di Pedagogia dell’handicap sarà
illustrata la Classificazione internazione del funzionamento,
della disabilità e della salute (ICF) e saranno fornite indicazioni
metodologico - operative per la realizzazione di interventi
educativi rivolti a soggetti in condizioni di svantaggio
Articolazione del laboratorio: le lezioni si terranno ogni martedì
dalle 11:30 alle 13:30 in aula A
Data inizio lezioni: 01/04/2008
Ultima lezione 20 maggio
CFU: 2
Orario di ricevimento:
Venerdì ore 10.30-12.30
[email protected]
Testo da adottare: D. Ianes, La diagnosi funzionale secondo
l’ICF, il modello, le aree, gli strumenti., Erickson, Trento 2004.
Laboratorio
di
Pedagogia
dell’handicap
Diagnosi
Funzionale
(com’è il
ragazzo?)
Profilo
Dinamico
Funzionale
(Quali
potenzialità ha?)
E’ la descrizione analitica
della compromissione
funzionale dello stato psicofisico dell’alunno in
situazione di handicap
E’ successivo alla diagnosi
funzionale, indica dopo un primo
periodo
di inserimento scolastico, il
prevedibile livello
di sviluppo che l’alunno in
situazione di handicap dimostra di
possedere nei tempi brevi
( 6 mesi) e nei tempi medi
( 2 anni)
Piano
Educativo
Individualizzato
(Cosa devo fare
per raggiungere
gli obiettivi?)
Si tratta di una
programmazione
Laboratorio
educativa individualizzata,
di
che ha come scopo
Pedagogia
l’inserimento del soggetto in dell’handicap
situazione di handicap,
nell’ambito scolastico.
Vengono evidenziate le
principali aree di efficienza e
di inefficienza presenti nella
fase di sviluppo osservata, al
fine di progettare gli
interventi educativi e didattici
più idonei ai bisogni e alle
potenzialità individuali
DIAGNOSI FUNZIONALE
La diagnosi funzionale è redatta
da un’équipe formata da esperti
dell’ASL
(neuropsichiatria,psicologo ed
altri operatori)
Compie un bilancio valutativo sia
dei deficit che del potenziale
residuo, funzionale alla prognosi
fornendo un quadro articolato
dei punti di forza e di quelli
deficitari
La diagnosi è realmente
funzionale quando riesce a
guidare il docente nella scelta
di obiettivi appropriati e di
metodi di lavoro efficaci
Chi?
Laboratorio di
Pedagogia
dell’handicap
Cosa?
Prof.ssa
E.Frauenfelder
Come?
Aree fondamentali della Diagnosi
Funzionale
Dati anamnestici,
clinico-medici,
familiari e sociali
Livelli di competenza
raggiunti rispetto
agli obiettivi
della classe
Livelli di competenza
raggiunti nelle aree
fondamentali dello
sviluppo
Laboratorio
di
Pedagogia
dell’handicap
Aspetti psicologici,
Affettivo-emotivo,
relazionali e comportamentali
Prof.ssa E.
Frauenfelder
La diagnosi funzionale
L’obiettivo ascritto alla diagnosi funzionale è
quello di creare le conoscenze- presupposto per
il recupero del soggetto in situazione di
handicap.
Laboratorio
di
Pedagogia
dell’handicap
Prof.ssa
E.Frauenfelde
Le potenzialità sono esprimibili nelle seguenti
aree:
•cognitiva ( livello di sviluppo raggiunto e capacità di
integrazione delle competenze);
•affettivo-relazionale ( livello di autostima e rapporto
con gli altri)
•linguistico ( comprensione, produzione e linguaggi
alternativi);
•sensoriale ( tipo di deficit, con particolare riferimento
alla vista all’udito e al tatto);
•motorio-prassico ( motricità globale fine);
•neuropsicologico ( memoria, attenzione, organizzazione
spazio-temporale);
•autostima ( personale sociale).
Laboratorio
di
Pedagogia
dell’handicap
Prof.ssa
E.Frauenfelder
L’importanza di iniziare bene
La diagnosi costituisce per l’intero progetto didattico –
educativo il primo atto di documentazione dei dati
fondamentali per la conoscenza del problema.
La diagnosi dovrà porre in evidenza il profilo dell’alunno
dal punto di vista fisico, psichico, sociale e affettivo e
le relative possibilità di recupero sia le capacità che
devono essere sostenute , rafforzate e sviluppate.
Laboratorio
di Pedagogia
dell’handicap
Prof.ssa
E.Frauenfelder
La complessità della
diagnosi
Di fronte alla straordinaria complessità del compito di
conoscere e capire un alunno disabile è problematico e
semplicistico ricorrere alla schematizzazione e alla
categorizzazione per i seguenti motivi:
 la persona non è la somma di dati oggettivi sul suo
funzionamento, ma una realtà umana globale e unitaria;
 le situazioni personali e relazionali sono fluide e non
possono essere valutate come stabili e definitive.
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Prof.ssa
E.Frauenfelder
La valutazione dello stato di salute
La valutazione dello stato di salute del
soggetto è un processo articolato e
complesso non riducibile all’analisi
dei dati clinici.
La diagnosi funzionale deve partire dal
«funzionamento reale e quotidiano
del soggetto» che può ritenersi il
risultato dell’interazione tra le
condizioni fisiche e i fattori
contestuali.
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di Pedagogia
dell’handicap
Prof.ssa
E.Frauenfelder
Oltre le certificazioni
mediche
La diagnosi funzionale secondo ICF costituisce uno
strumento di lettura delle diverse situazioni di
difficoltà di tutti gli alunni in merito a diversi ordini
di problemi:
biologici, fisici e di capacità;
contestuali e ambientali;
difficoltà di partecipazione sociale;
fattori contestuali ostili, ecc.
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dell’handicap
Prof.ssa
E.Frauenfelder
Il profilo dinamico funzionale
Il profilo dinamico funzionale è l’atto successivo alla
diagnosi funzionale ed ha lo scopo di indicare il
prevedibile livello di sviluppo a breve e medio
termine ( sei mesi e 2 anni) possibile all’alunno,
nonché i livelli di risposta che l’alunno stesso
esprime e che potrà acquisire.
Il termine profilo indica un interesse ad identificare
a riconoscere un soggetto più che i suoi handicap.
La componente dinamica di tale profilo rimanda
all’idea dell’evoluzione e della trasformazione del
profilo nel tempo.
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di
Pedagogia
dell’handicap
Prof.ssa
E. Frauenfelder
Il piano educativo individualizzato
Il P.E.I. è uno strumento programmatico nel quale sono
riportati gli interventi didattico-educativi individualizzati
predisposti in un determinato periodo di tempo tenendo
conto delle difficoltà e delle potenzialità disponibili
registrate nella D.F. e nel P.D.F.
La redazione del PEI viene affidata al gruppo di lavoro
handicap della scuola, agli operatori sociali, al personale
curricolare e di sostegno della scuola.
IL PEI è il documento pedagogico su cui si impernia tutto il
processo formativo:
esso mira a promuovere il massimo di autonomia, di
acquisizione di competenze e di abilità espressive e
comunicative e fin dove è possibile, il possesso di basilari
strumenti linguistici e matematici.
Ha la caratteristica di essere temporaneo  in quanto
viene sottoposto a verifica (con frequenza trimestrale) e si
evolve in base al modificarsi della situazione educativa ed
apprenditiva dell’alunno.
La verifica mira a valutare la congruenza tra interventi
programmati e potenzialità dell’gli effetti degli interventi e
dell’influenza esercitata dall’ambiente scolastico sull’alunno.
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L’alunno valutato secondo ICF
L’alunno valutato secondo ICF può evidenziare difficoltà
specifiche in vari ambiti:
-condizioni fisiche: malattie acute, croniche, alterazioni
cromosomiche;
-strutture corporee: mancanza di un arto, lesioni negli
organi;
funzioni corporee deficit visivi, uditivi, motori, di memoria;
-attività personali scarse capacità di apprendimento, di
applicazioni delle conoscenze, di pianificazione delle
azioni, di comunicazione, di autoregolazione
metacognitiva;
partecipazione sociale: difficoltà a rivestire i ruoli sociali, a
partecipare a tipiche situazioni sociali;
fattori contestuali ambientali: famiglia problematica,
provenienza da culture diverse, scarsità di servizi e di
risorse;
fattori contestuali personali scarsa autostima, risposte
emotive disturbate, scarsa motivazione.
Il peso dei singoli ambiti varia da alunno ad alunno anche
all’interno di una stessa condizione biologica o
contestuale.
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Prof.ssa
E.Frauenfelder
Situazioni di handicap: riflettere sullo strumento
di indagine e di analisi presentato
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