AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA
POLICLINICO “G. MARTINO” – MESSINA
Direttore Prof. Cosimo Inferrera
Messina lì 03/03/04
VERBALE
CONFERENZA CLINICO-PATOLOGICA 03/03/04
Presenti:
Prof. Cosimo Inferrera, Prof. Gaetano Barresi, Prof. Giuseppe Navarra, Prof. Rosario
Caruso, Prof. Michele Colonna, Prof. Giuseppe Speciale, Prof. Fabio Martines, Prof.
Salvatore Galatioto, Prof. Walter Fries, Dott. Francesco Fedele, Dott. Giuseppe Amadeo,
Dott.ssa Maria Lentini, Dott. Antonino Catalano, Dott.ssa Emilia Quattrocchi, Dott.ssa Anna
Bonanno, Dott.ssa Maria Pia Sciacca, Dott. Maurizio Chimenz, Dott.ssa Iliana Potortì,
Dott.ssa Sandra Agabiti, Dott.ssa Domenica Cuppari, Dott. Antonio Ieni.
Coordinamento tecnico: Sig. Angelo Macrì.
Inizio ore 15.15 – Aula Malpighi – Pad. D.
Apre i lavori il Prof. Cosimo Inferrera, per trattare il primo caso così come all’O.d.G.
del 03/03/04. Il prof. Inferrera dopo avere presentato il caso AP 764/04, di paziente
affetto da carcinoma del retto, sofferma la sua attenzione e dei partecipanti
sull’importanza della struttura anatomica del Mesoretto e sull’adeguato campionamento
ai fini diagnostici e prognostici.
Prende la parola il prof. Giuseppe Navarra che espone, sulla base delle sue dirette
esperienze, la metodologia di campionamento che risponde meglio alla necessità di una
corretta stadiazioni post-chirurgica. Finito l’intervento del ch.mo professore, il prof.
Inferrera ritiene puntualizzare: il problema non è solo quello di essere attenti e/o accurati
nell’espletamento della valutazione, bensì di adottare lo score diagnostico di St.Mark,
che conferisce al rilievo morfologico il peso del significato prognostico, personalizzato ad
un dato paziente. D’altra parte nei protocolli usuali di Anatomia Patologica non sono
codificati indirizzi univoci, a proposito del neoplasie del retto ma riguardano nella
generalità delle accezioni le neoplasie del grosso intestino. Si è aperta discussione con
interventi qualificati e qualificanti prima del prof. Caruso sulle nuove stadiazioni (pTNM e
score prognostico di St.Mark) del tumore del retto, e del dott. Chimenz sulle ricerche
linfonodali su pezzi operatori.
Si passa al secondo caso dell’O.d.G.: DER 1-2/04.
Lo stesso è presentato dal dott. Giuseppe Amadeo facendo cronologia clinica del
paziente in questione e soffermandosi sui due referti, dove l’uno sosteneva nella
conclusione diagnostica: leiomiosarcoma epiteliode immaturo, a firma del prof. Fabio
Martines; l’altro con conclusione diagnostica: sarcoma a piccole cellule tipo Ewing/PNET, a
firma della dott.ssa Maria Lentini. Nessuna polemica, solo da parte del prof. Inferrera la
richiesta di chiarimento sul ritardo diagnostico, evidenziato in maniera pressante dai
familiari del paziente e dalla equipe della Chirurgia Plastica. A questo punto prende la
parola il prof. Martines che attenziona i partecipanti sulla metodica seguita per la diagnosi
da lui sottoscritta. Dopo di che prende la parola il prof. Barresi che pone quesiti specifici al
prof. Martines circa il panel immunoistochimico usato per il caso in questione. Quesiti ai
quali il prof. Martines offre la sua valutazione sulla base dei dati in quel momento a lui
disponibili. Dopo invito del prof. Inferrera, prende la parola la dott.ssa Lentini che espone
il caso sotto l’aspetto tecnico-scientifico, sostenendo di avere avuto disponibile un
anticorpo il CD 99 (indispensabile per la diagnosi), non in dotazione all’U.O.C. di Anatomia
ed Istologia Patologica. Finito l’intervento prende la parola il prof. Inferrera e nel mentre si
accinge a chiedere chiarimenti sul caso, la dott.ssa Lentini lascia l’aula dei lavori.
Al di là dei contributi offerti dai partecipanti sui singoli temi affrontati, la più grande
e vitale lezione resta sul piano del metodo, che dovrebbe essere concepito come
indispensabile strumento di un processo di autocostruzione della scienza non
compartimentalizzando l’Anatomia Patologica in particolare, né ancor meno
compartimentalizzando il sapere medico.
Metodo che, deve o dovrebbe rispondere ad una imprescindibile istanza di
aggiornamento e ammodernamento, lontano da ogni esasperato formalismo come pure da
ogni rigido dogmatismo, capaci entrambi di ingenerare solo insoddisfazione e sfiducia.
Poiché è impensabile che in una U.O.C. composta da diverse articolazioni funzionali
si debba ricorrere all’esterno per applicare un metodica diagnostica avanzata.
Si chiudono i lavori circa le 18, il prof. Inferrera ringrazia e rinnova a tutti l’invito
alla prossima C.C.P..
Segretaria di Redazione
Il Responsabile dell’organizzazione
Dott. Giorgio Fragale
Si allegano le relazioni oggetto della C.C.P. del 03/03/04
Prof. R. Caruso
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verbale conferenza clinico-patologica 03/03/04